ENJOY RIVIERA & CÔTE D ’ AZUR LUXURY & LIFESTYLE MAGAZINE 11th YEAR AUTUMN 2022
In questa edizione di Sanremo parliamo tanto di storia, ma anche di futuro e di emozioni. Una Storia che è necessario raccontare per permettere di conoscere, al posto di essere semplici visitatori che guardano e passano senza approfondire. Una conoscenza necessaria se vogliamo invece capire l'emozione che è giusto oltre la semplice immagine. Quante volte abbiamo avete sentito il nome “Valle delle Meraviglie”, ma cosa voleva dirci chi per primo ha coniato questo nome e chi era? Quante volte siamo passati davanti a una cosa, un manufatto, che è lì per ricordare che qui si è scritta la Storia con la S maiuscola, come per esempio il Trofeo delle Alpi a La Turbie. Sono tanti gli altri esempi possibili di cui vi raccontiamo. Parliamo anche di futuro che tutti noi guardiamo velocemente accadere, giorno dopo giorno, ma che sulla Storia ha le sue fondamenta, che permette oggi soluzioni diverse, come al Porto di Imperia, alle tecnologie per la lavorazione dell’olio, al nuovo Palazzo del Parco di Bordighera, … Tante sono le emozioni che qui in Riviera dei Fiori e Côte d'Azur sono raccontate di continuo. Grazie al connubio delle Alpi con il mare, qui si vive un'emozione pura, intensa, vasta nel vedere a perdita d'occhio questi panorami, questa luce, questi colori. Si rimane a bocca aperta, un autentico colpo di fulmine, cosa riconosciuta da tutti i pittori che nel tempo sono passati da qui.
Quindi alla domanda se è meglio vivere la Riviera dei Fiori da semplici visitatori, oppure da protagonisti delle proprie emozioni, noi non abbiamo dubbi per la seconda ricordandoci sempre che la passione è uno degli ingredienti base e anche questa è un’emozione.
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Luca Giovannetti
In this edition of Sanremo, we talk a lot about history but also about the future and emotions. History has to be told to allow us to know, instead of being mere visitors who simply take a look and walk by without delving deeper. Knowledge is necessary if we want to understand the emotion that is right behind the simple image. How many times have we heard the name “Valley of Wonders”? But what did the person who first coined this name want to tell us and who was he? How many times have we walked past a thing, an artefact, such as the Trophy of the Alps in La Turbie, that is there to remind us that history with a capital H was written here. We will be looking at lots of other potential examples too. We also talk about the future, which we all watch as it unfolds swiftly, day after day, but which is rooted in history and allows the provision of a variety of solutions today, such as the Port of Imperia, oil processing technologies, the new Palazzo del Parco di Bordighera, ... A whole range of emotions are narrated constantly here on the Riviera dei Fiori and the Côte d'Azur. The combination of the Alps and the sea offers pure, intense and extensive emotions aroused by the light and the colours of these landscapes that stretch as far as the eye can see. They take the observer's breath away, like a flash of lightning, something of which all the artists who have passed through the area over the years have been well aware.
So when asked whether it is better to experience the Riviera dei Fiori as a visitor or as the protagonist of your own emotions, we have to go with the second of the two, always bearing in mind that passion is one of the basic ingredients, and that too is an emotion.
Au cours de cette édition de Sanremo, nous parlons beaucoup d'histoire, mais aussi d'avenir et d'émotions. Une histoire que nous devons raconter pour nous permettre de savoir, au lieu d'être de simples visiteurs qui regardent et passent sans approfondir. Une connaissance qui est nécessaire si l'on veut au contraire comprendre les émotions qui se trouvent au-delà de la simple image. Combien de fois avons-nous entendu le nom de « Vallée des Merveilles », mais qu'est-ce que la personne qui a inventé ce nom voulait nous dire et qui était-il ? Combien de fois sommes-nous passés devant un objet, un artefact, qui est là pour nous rappeler que l'histoire avec un grand H s'est écrite ici, comme le Trophée des Alpes à La Turbie. Les exemples possibles sont nombreux et nous les racontons. Nous parlons aussi de l'avenir que nous regardons tous se dérouler rapidement, jour après jour, mais qui repose sur l'Histoire, qui permet aujourd'hui de trouver des solutions différentes, comme le port d'Imperia, les technologies de traitement de l’huile, le nouveau palais du Parc de Bordighera etc.
Les émotions sont si nombreuses qu'elles ne cessent d'être racontées ici, sur la Riviera dei Fiori et la Côte d'Azur. Grâce à l'union des Alpes et de la mer, on éprouve ici une émotion pure, intense, profonde, en voyant ces panoramas, cette lumière, ces couleurs à perte de vue. On reste bouche bée, un véritable coup de foudre, reconnu par tous les peintres qui sont passés par là au fil du temps.
Donc, à la question de savoir s'il est préférable de vivre la Riviera dei Fiori comme un simple visiteur ou comme le protagoniste de ses propres émotions, nous ne doutons pas que la seconde réponse soit la bonne, en nous rappelant toujours que la passion est l'un des ingrédients de base et qu'il s'agit là aussi d'une émotion.
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Inprint Contents 2 8 10 14 20 26 32 38 42 48 52 56 60 64 68 72 76 80 84 90 92 Editoriale CONOSCERE LA STORIA E IL FUTURO PER ESSERE PROTAGONISTI Solitario, non solo taglio Brillante CONOSCERE PER SCEGLIERE MEGLIO IL VOSTRO STILE Royal Hotel Sanremo UN 2O22 NEL SEGNO DELLA RICORRENZA DEI 150 ANNI La Rosa Queen Elizabeth UNA ROSA PER RICORDARE LA REGINA ELISABETTA Il progetto finale porto Imperia UN PUNTO FONDAMENTALE PER LA SVOLTA DELLA CITTÀ Monaco e la Blockchain IL PRINCIPATO DI MONACO SI PREPARA AL FUTURO Saint-JeanCap-Ferrat L'EMOZIONE DELLA BELLEZZA Sulle orme dell'Antica Roma 9 LOCALITÀ DA VISITARE I Premi Culturali a Sanremo DAL PASSATO, IDEE PER IL FUTURO Sulle tracce di Antonio Rubino DA SANREMO AL CORRIERE DEI PICCOLI E OLTRE La Mostra di Pittura Americana PEZZI DELLA COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM A BORDIGHERA Palazzo del Parco - Bordighera QUANDO RIFARE IL LOOK È UNA OCCASIONE PER RIPARTIRE Clarence Bicknell e l'Esperanto UNA LINGUA PER L'UMANITÀ Valle delle Meraviglie LA STORIA DENTRO UN NOME Blasoni delle città NELLA RIVIERA DEI FIORI Olioliva A IMPERIA Tecnologia Olearia I MODERNI FRANTOI A CICLO CONTINUO Il Fagiolo del Grammondo LA NUOVA DE.CO. DI VENTIMIGLIA Arterapia protagonista ARTERAPIA COME AIUTO ALL’ASSISTENZA DELLA SALUTE MENTALE Les Chevalier de Provence UN ORDINE CAVALLERESCO NELL’AMBITO DELL'ORDINE DI MALTA Le grotte di Roverino LA BARMA D'U SARAZIN 4 SANREMO IT
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SOLITARIO NON SOLO TAGLIO BRILLANTE
Ildiamante è la pietra perfetta per esprimere i nostri sentimenti più preziosi e puri alla persona amata e, quando le parole non bastano, lo si dona come gioiello per sugellare l’importanza di questa promessa d’amore.
Le ricorrenze sono svariate, un fidanzamento, la nascita di un figlio o un momento importante delle nostre vite, per rendere tutto ciò ancora più speciale possiamo scegliere tra diversi tagli di diamante.
Le forme dei diamanti vengono suddivise in due gruppi principali: tondi e fantasia. I diamanti tondi sono i classici taglio brillante, tra i quali possiamo trovare anche l’ovale e la goccia, mentre tra i tagli fantasia troviamo i più creativi e innovativi.
Grazie alle tecnologie attuali, gli esperti possono realizzare forme di ogni tipo, tra cui i più famosi e diffusi sono il taglio Smeraldo, Baguette, Carrè e l’apprezzato Princess. I fattori principali per determinare il tipo di taglio sono la dimensione e la forma del diamante grezzo che arriva sulle scrivanie dei tecnici, per questo motivo ogni taglio fantasia è diverso e speciale.
Uno dei tagli più diffusi e conosciuti è sicuramente il taglio Princess, utilizzato maggiormente come alternativa al classico anello solitario con taglio brillante. Questo taglio unisce le caratteristiche sia del taglio brillante, che dei tagli misti, infatti si tratta di un taglio brillante quadrato modificato con estremità appuntite. Questo tipo di taglio crea una diffusione della luce e uno scintillio eccezionali.
Un altro taglio che trova l’approvazione del pubblico è il taglio Smeraldo, gemma di grande eleganza ma allo stesso tempo sempre attuale. La forma è rettangolare ma i più rari possono essere anche a forma quadrata, soluzione spesso scelta dai clienti che cercano un design diverso, versatile e un anello di fidanzamento originale. Grazie alla sua forma permette alla luce di stagliarsi contro le sue faccette ed emanare così una brillantezza quasi maggiore al classico taglio brillante.
Che sia quindi tondo, rettangolare o quadrato, l’anello di fidanzamento è come un abito sartoriale, scegliete il disegno e lo stile che si addice di più alla vostra dolce metà e sugellate così per sempre la vostra promessa d’amore.
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SOLITAIRE NOT ONLY BRILLIANT CUT
Thediamond is the perfect stone to express our deepest and purest feelings to the woman we love, and when words are not enough, we give it to seal the importance of the promise of love.
It's perfect for a variety of occasions, an engagement, the birth of a child or an important moment in our lives. To make it even more special, we can choose from different diamond cuts.
The shapes of diamonds are divided into two main groups: round and fancy. Round diamonds are the classic brilliant cuts and include the oval and the teardrop, while fancy cuts include those that are more creative and innovative.
Thanks to today's technologies, experts can create all kinds of shapes, the most famous and popular of which are the Emerald, Baguette, Carré and the popular Princess cut. The main factors in determining the type of cut are the size and shape of the rough diamond that arrives on the jeweller's table, which is why each fancy cut is unique and special.
One of the most popular and well-known cuts is undoubtedly the Princess, most commonly used as an alternative to the classic brilliant-cut solitaire ring. This cut combines the characteristics of both the brilliant cut and mixed cuts, being a modified square brilliant cut with pointed ends. This type of cut creates outstanding light diffusion and sparkle.
Another cut appreciated by the public is the Emerald, a cut of the utmost elegance but at the same time always up to date. The shape is rectangular but the rarest can also be square, an option often chosen by customers looking for a different, versatile design and an original engagement ring. Thanks to its shape, it allows light to shine through its facets, emanating almost more brilliance than the classic brilliant cut.
So whether round, rectangular or square, an engagement ring is like a tailor-made suit - choose the design and style that best suits your significant other and seal your promise of love forever.
SOLITAIRE IL N’Y A PAS SEULEMENT
LA TAILLE BRILLANTE
Lediamant est la pierre parfaite pour exprimer nos sentiments les plus précieux et les plus purs à l'être aimé et, lorsque les mots ne suffisent pas, nous l'offrons sous forme de bijou pour sceller l'importance de cette promesse d'amour.
Les anniversaires sont variés, des fiançailles, la naissance d'un enfant ou un moment important de notre vie. Pour rendre ses occasions encore plus spéciales, nous pouvons choisir parmi différentes tailles de diamants.
Les formes des diamants sont divisées en deux groupes principaux : les diamants ronds et les diamants fantaisie. Les diamants ronds sont les classiques tailles brillantes, parmi lesquelles on trouve également l'ovale et la poire, tandis que les coupes fantaisie comprennent les coupes plus créatives et innovantes.
Grâce aux technologies actuelles, les experts peuvent créer toutes sortes de formes, dont les plus célèbres et les plus populaires sont les coupes émeraude, radiant, coussin et la populaire coupe princesse. Les principaux facteurs qui déterminent le type de taille sont la taille et la forme du diamant brut qui arrive sur le bureau des techniciens, c'est pourquoi chaque taille fantaisie est différente et spéciale.
L'une des tailles les plus populaires et les plus connues est sans aucun doute la coupe Princesse, le plus souvent utilisée comme alternative à la bague solitaire classique à taille brillante. Cette taille associe les caractéristiques de la taille brillant et des tailles mixtes, il s'agit en fait d'une taille brillant carrée modifiée avec des extrémités pointues. Ce type de taille crée une diffusion de la lumière et un scintillement exceptionnels.
Une autre taille qui trouve grâce aux yeux du public est la taille émeraude, une pierre précieuse d'une grande élégance mais en même temps toujours à la mode. La forme est rectangulaire mais les plus rares peuvent aussi être carrées, une solution souvent choisie par les clients qui recherchent un design différent et polyvalent et une bague de fiançailles originale. Sa forme permet à la lumière de se détacher de ses facettes et d'émaner ainsi presque plus de brillance que la coupe brillante classique.
Qu'elle soit ronde, rectangulaire ou carrée, une bague de fiançailles est comme un costume sur mesure. Choisissez le design et le style qui conviennent à votre bien-aimée et scellez votre promesse d'amour pour toujours.
www.abate1920.com
Corso Imperatrice, 3 - Sanremo Via Matteotti, 39 - Sanremo
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Un 2O22 nel segno della ricorrenza dei 15O anni del ROYAL HOTEL SANREMO 10 SANREMO IT
l 2022 è l’anno del 150° Anniversario della fondazione del Royal Hotel San remo, come ricordato dall’Assessore Regionale al Turismo, Avv. Giovanni Berrino, in occasione della cerimonia di consegna di una targa commemorati va, il 22 settembre, al Presidente e Am ministratore Delegato di Albergo Reale Spa, Ing. Edoardo Varese, per conto del Presidente di Regione Liguria, Dott. Giovanni Toti. Presenti all’evento il Sig. Alberto Biancheri, Sindaco di Sanremo, il Sig. Marco Sarlo, Management Con sultant dell’albergo, e il personale della struttura.
L’Assessore Berrino ha sottolineato come il Royal Hotel Sanremo sia l’orgoglio di Sanremo e della Liguria per la sua capa cità di aver saputo rinnovarsi negli anni, fedele alla sua tradizione, per portare avanti l’arte dell’eccellenza nell’ospitali tà del turismo di lusso.
Dal Sindaco Biancheri, Varese ha rice vuto una splendida litografia da parte dell’Amministrazione Comunale, per come l’albergo rappresenti un traino per la città di Sanremo anche in termini di promozione turistica della città all’este ro. Un attaccamento alle origini di questa incredibile e pionieristica storia impren ditoriale che continua oggi con la quinta generazione di eredi di Lorenzo Bertoli
ni, con strategie e sinergie portate avanti per mantenere all’avanguardia questa “Grand Dame“ dell’hôtellerie di lusso.
Un Sanremo 2022 delle ricorrenze però non solo per il Royal Hotel Sanremo, ma anche per il Circolo Golf degli Ulivi di Sanremo con i suoi 90 anni di storia. Ce lebrazioni che saranno ricordate anche in occasione della prossima Royal Golf Challenge di Sanremo il 22-23 ottobre prossimo.
La Royal Golf Challenge è una gara indi viduale di 2 giorni a 36 buche Stableford nella quale si può giocare 18 buche il sa bato e le rimanenti 18 la domenica. La gara di svolgerà al Circolo Golf degli Uli vi. La Cena di Gala sarà servita al Royal Hotel Sanremo il sabato sera mentre la premiazione avrà luogo al Circolo Golf degli Ulivi nel tardo pomeriggio della domenica.
Successivamente, il Royal Hotel Sanremo chiuderà per la consueta pausa invernale durante la quale porterà avanti impor tanti lavori di ristrutturazione e restyling per rispondere alle aspettative ed esigen ze di una clientela di lusso attenta alla cura del dettaglio, all’eccellenza e all’u nicità del prodotto. La riapertura è previ sta per il 4 febbraio 2023 con interessanti novità e invitanti proposte di soggiorno.
I www.royalhotelsanremo.com 11SANREMO IT
2022 MARKS THE 150th ANNIVERSARY OF THE ROYAL HOTEL SANREMO
2022 celebrates the 150th Anniversary of the Foundation of the Royal Hotel Sanremo, as recently remembered also by Regional Councillor for Tourism, Giovanni Berrino, who, on September 22nd , on behalf of the President of Regione Liguria, awarded a commemorative plaque to the President and CEO of Albergo Reale Spa, Edoardo Varese, in front of the Mayor of Sanremo, Alberto Biancheri, Marco Sarlo, the hotel’s Management Consultant and its staff.
Councillor Berrino emphasised how the Royal Hotel Sanremo is a pride of Sanremo and Liguria, having succeeded in reinventing itself over the years, remaining loyal to its tradition, in carrying on the art of excellence in luxury hospitality.
From Mayor Biancheri, Varese received a splendid lithograph, for how the hotel
represents a driving force for the city of Sanremo also in terms of promoting the city's tourism abroad. An attachment to the origins of this incredible and pioneering entrepreneurial story that continues today with the fifth generation of Lorenzo Bertolini's heirs, with strategies and synergies pursued to keep this "Grand Dame" of luxury hôtellerie at the forefront.
This year, Sanremo celebrates not only the 150th Anniversary of the Royal Hotel Sanremo, but also 90 years of history of the Circolo Golf degli Ulivi. Events that will also be remembered during the next Sanremo Royal Golf Challenge on October 22nd -23rd.
The Royal Golf Challenge is an individual 2-day 36-hole Stableford tournament in which one can play 18 holes on Saturday
and the remaining 18 on Sunday. The competition will be played at the Circolo Golf degli Ulivi. On Saturday evening, the Gala Dinner will be served at the Royal Hotel Sanremo while on Sunday late afternoon, the prize-giving ceremony will take place at the Circolo Golf degli Ulivi.
The Royal Hotel Sanremo will then close for its usual winter closing during which it will carry out important renovation and restyling works to meet the expectations and needs of its luxury clientele attentive to detail, excellence and uniqueness of the product. The reopening is scheduled for February 4th, 2023 with interesting news and inviting accommodation proposals.
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UNE ANNÉE 2022 SOUS LE SIGNE DU 150e ANNIVERSAIRE DU ROYAL HOTEL SANREMO
2022 est l'année du 150ème anniversaire de la fondation du Royal Hotel Sanremo, comme cela a été rappelé lors de la cérémonie de remise des clés par le conseiller régional pour le tourisme, M. Giovanni Berrino, qui, au nom du président de la région Ligurie, M. Giovanni Toti, a remis jeudi 22 septembre une plaque commémorative au Président Directeur général de l'Albergo Reale Spa, M. Edoardo Varese, en présence de M. Alberto Biancheri, maire de Sanremo, de M. Marco Sarlo, Management Consultant de l'hôtel, et du personnel de l'hôtel.
Le conseiller Berrino a souligné que le Royal Hotel Sanremo est la fierté de Sanremo et de la Ligurie grâce à sa capacité à s'être renouvelé au fil des ans, fidèle à sa tradition, pour perpétuer l'art de l'excellence dans l'accueil touristique de luxe.
Le maire, M. Biancheri a remis à Varese une splendide lithographie de l'administration municipale, pour souligner à quel point l'hôtel est un moteur pour la ville de Sanremo, également en termes de promotion du tourisme de la ville à l'étranger. Un attachement aux origines de cette histoire d'entreprise incroyable et pionnière qui se poursuit aujourd'hui avec la cinquième génération des héritiers de Lorenzo Bertolini, avec des stratégies et des synergies poursuivies pour maintenir à l'avant-garde cette « Grande Dame » de l'hôtellerie de luxe.
Un Sanremo 2022 d'anniversaires, cependant, non seulement pour le Royal Hotel Sanremo, mais aussi pour le Circolo Golf degli Ulivi di Sanremo qui célèbre ses 90 ans d'histoire. Des célébrations dont on se souviendra également à l'occasion du
prochain Royal Golf Challenge à Sanremo les 22 et 23 octobre.
Le Royal Golf Challenge est une compétition individuelle Stableford de 36 trous sur deux jours, au cours de laquelle on peut jouer 18 trous le samedi et les 18 autres le dimanche.
La compétition se déroulera au Circolo Golf degli Ulivi et le dîner de gala avec remise des prix aura lieu au Royal Hotel Sanremo.
Ensuite, le Royal Hotel Sanremo fermera ses portes pour sa traditionnelle pause hivernale pendant laquelle il effectuera d'importants travaux de rénovation et de restyling pour répondre aux attentes et aux besoins d'une clientèle de luxe attentive aux détails, à l'excellence et à l'unicité. Sa réouverture est prévue le 4 février 2023 avec des nouveautés intéressantes et des propositions de séjour invitantes.
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Sara Giovannetti
Sanremo è conosciuta come la città dei fiori, anche per i tanti garofani e rose che vengono coltivati. Tra i diversi produttori, la Nino Sanremo ha elaborato una particolare tecnica di produzione che rende possibile la riproduzione di una delle rose più belle di tutti i tempi: la Rosa Queen Elizabeth.
La Rosa Queen Elizabeth è stata ibridata nel 1954, dal Dr. Walter Lammerts per Armstrong Nurseries (Ontario, California, USA), in onore dell'incoronazione della Regina Elisabetta avvenuta nel 1952 e da allora è una delle rose più popolari al mondo.
La Rosa Queen Elizabeth è uno splendido fiore di colore rosa chiaro brillante (10-12 cm) con petali grandi e pieni (da 26 a 40), con il retro più scuro, la forma è esile ed elegante, solitamente riuniti in grandi grappoli (3-15). La piante cresce vigorosa, anche su terreni poveri, su lunghi steli eretti (150-305 cm), robusti, ideali per essere recisi. Ha foglie grandi, robuste, di verde intenso e una leggera fragranza che rendono questa rosa il pacchetto completo e degno di un posto in ogni giardino anche con spazio limitato. Tanti i riconoscimenti ricevuti tra cui spicca quello della World Federation of Rose Societies che nel 1979, ha inserito questa varietà nella ristretta collezione delle rose “Hall of Fame” di tutti i tempi.
NINO SANREMO
Era il 1906 e i bisnonni dell’attuale titolare erano dediti alla coltivazione delle rose da taglio. Nel 1917 nasce Giovanni Sartore, detto Nino, che per primo mette i riscaldamento a carbone nelle serre quando ancora non c’era nelle case, la sua compresa. In questo modo riusciva a spuntare dei buoni prezzi perché era l’unico ad avere fiori anche a Natale e poi subito a fine inverno.
Negli anni ’70 i tre figli, tutti maschi, ereditarono l’azienda e vollero darle il nome del padre unito a quello della città dando così origine al nome dell’azienda come oggi è conosciuta: Nino Sanremo. Nel 1981, Francesco e Rinaldo Sartore, compiono una scelta innovativa e coraggiosa, decidendo di abbandonare la tecnica dell’innesto a favore della riproduzione da talea in vaso.
Da allora le loro piante sono riprodotte, cresciute e vendute nello stesso vaso, con l’indubbio vantaggio che l’apparato radicale di ognuna di esse non subisce traumi da sradicamento e questo favorisce un perfetto attecchimento durante tutto l’arco dell’anno.
Una soluzione ideale anche per la Rosa Queen Elizabeth.
LA ROSA
Queen
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www.ninosanremo.com/prodotto/rosa-queen-elizabeth/
Elizabeth
FOTO © NINO SANREMO
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Sanremo is known as the city of flowers, partly because of the multitude of carnations and roses that are grown here.
Among the various producers, Nino Sanremo has developed a special production technique that makes it possible to reproduce one of the most beautiful roses of all time: the Queen Elizabeth Rose.
The Queen Elizabeth Rose was hybridised in 1954 by Dr Walter Lammerts for Armstrong Nurseries (Ontario, California, USA), in honour of Queen Elizabeth's coronation in 1952, and has been one of the most popular roses in the world ever since.
The Queen Elizabeth rose is a beautiful
ROSE
bright light pink flower (10-12 cm). It has large, full petals (26 to 40) with a darker underside and a slender, elegant shape, and the flowers are usually arranged in large clusters (3-15). The plant grows vigorously, even in poor soils, on long, strong, straight stems (150-305 cm), which are ideal for cutting.
It has large, firm, deep green leaves and a light fragrance that make this rose the complete package, worthy of a place in any garden, even one where space is limited.
It has received many awards, the most notable of which is that of the World Federation of Rose Societies which, in 1979, included this variety in its restricted collection of “Hall of Fame” roses of all time.
NINO SANREMO
It was 1906 and the great-grandparents of the current owner dedicated their time to the cultivation of roses for cutting. Giovanni Sartore, known as Nino, was born in 1917. He was the first to put coal heaters in the greenhouses, even before they were used to heat people's homes, including his own. This enabled him to get good prices because he was the only grower who had flowers even at Christmas and then immediately at the end of winter.
In the 1970s, his three sons inherited the company and decided to name it after their father and the city, creating the company name as it is known today: Nino Sanremo. In 1981, Francesco and Rinaldo Sartore made an innovative and courageous choice, deciding to abandon the grafting technique in favour of reproduction from cuttings in pots. Since then, their plants have been reproduced, grown and sold in the same pot, with the undoubted advantage that the root system of each one is not affected by uprooting, and this favours perfect rooting throughout the year.
An ideal solution also for the Queen Elizabeth Rose.
THE QUEEN ELIZABETH
WALTER LAMMERTS
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LA ROSE QUEEN ELIZABETH
Sanremo est connue comme la ville des fleurs, notamment pour les nombreux œillets et roses qui y sont cultivés. Parmi les différents producteurs, Nino Sanremo a développé une technique de production spéciale qui permet de reproduire l'une des plus belles roses de tous les temps : la Rose Queen Elizabeth.
La rose hybride Queen Elizabeth a été créée en 1954 par le Dr Walter Lammerts pour les pépinières Armstrong (Ontario, Californie, États-Unis) en l'honneur du couronnement de la reine Elizabeth en 1952.
La rose Queen Elizabeth est une belle fleur rose clair vif (10-12 cm) avec de grands pétales pleins (26 à 40) avec un
dos plus foncé, la forme est élancée et élégante, et les fleurs sont généralement regroupées en grandes grappes (3-15). La plante pousse vigoureusement, même sur des sols pauvres, sur de longues tiges érigées (150-305 cm), robustes, idéales pour la coupe. Ses grandes feuilles robustes d'un vert profond et son parfum léger font de ce rosier un ensemble complet qui mérite sa place dans n'importe quel jardin, même ceux où l'espace est limité. Elle a reçu de nombreuses récompenses, dont la plus notable est celle de la Fédération mondiale des sociétés de roses qui, en 1979, a inclus cette variété dans sa collection limitée de roses « Hall of Fame » de tous les temps.
NINO SANREMO
C'était en 1906 et les arrière-grands-parents de l'actuel propriétaire se consacraient à la culture de roses coupées. En 1917 naît Giovanni Sartore, dit Nino, qui est le premier à installer des chauffages au charbon dans les serres, à une époque où ils n'existaient pas encore. De cette façon, il parvenait à obtenir de bons prix car il était le seul à avoir des fleurs même à Noël et ensuite immédiatement à la fin de l'hiver. Dans les années 1970, ses trois fils ont hérité de l'entreprise et ont voulu lui donner le nom de leur père ainsi que celui de la ville, donnant ainsi naissance au nom de l'entreprise tel qu'il est connu aujourd'hui : Nino Sanremo. En 1981, Francesco et Rinaldo Sartore ont fait un choix novateur et courageux, en décidant d'abandonner la technique de la greffe au profit de la reproduction à partir de boutures en pots. Depuis lors, leurs plantes ont été reproduites, cultivées et vendues dans le même pot, avec l'avantage incontestable que le système racinaire de chacune de ces plantes n'est pas affecté par l'arrachage, ce qui favorise un enracinement parfait tout au long de l'année.
Une solution idéale également pour la Rose Queen Elizabeth.
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4 STELLE AD IMPERIA Piazza Rossini, 14 - 18100 Imperia - Tel. +39 0183 74000 www.hotel-rossini.it
Il progetto finale del Porto di Imperia
Luca Giovannetti Immagini © Go Imperia / Comune di Imperia
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Imperia è nata nel 1923 dalla fusione dei due comuni costieri di Porto Maurizio e Oneglia, assieme ad altri comuni minori. Le sue radici in campo marinaro sono però profonde, a Oneglia c'era la casa natale di Andrea Doria, qui arrivavano i brigantini con il grano per la Agnesi e da qui partiva l'olio per tutto il mondo. Nel Borgo Marina di Porto Maurizio c’è anche il monumento ai Cap Horniers, dedicato ai velisti di tutte le epoche che hanno doppiato Capo Horn in Sud-America. Sempre qui c’è il raduno delle Vele d'Epoca, appuntamento fondamentale delle regate classiche nel Mediterraneo.
Imperia è quindi una città dove il mare rappresenta il suo passato, ma anche il suo futuro.
È notizia recente che la società Go Imperia ha presentato, al Salone nautico di Genova, al Monaco Yacht Show e durante le Vele d'Epoca, il progetto di completamento del Porto di Imperia, dedicato alla diportistica privata, per l'ottenimento della concessione marittima pluridecennale.
Un progetto moderno e fortemente ecologico grazie a innovativi
sistemi che: utilizzano il fotovoltaico per produrre energia elettrica, ombreggiare gli edifici e i parcheggi auto esterni; risparmiano acqua potabile per il lavaggio delle unità con sistemi di desalinizzazione e depurazione dell’acqua di mare; raccolgono le acque meteoriche per il loro utilizzo nell'irrigazione delle aree verdi. Un progetto Green grazie alla realizzazione di aree verdi ed aree fitness per il pubblico. Un progetto sicuro grazie alla rete di telecamere posizionate su tutta l’area portuale e urbana gestite dalla sala di controllo. Un progetto che integra servizi e gestione presenze per un dialogo interattivo con l'utenza.
Imperia mette a disposizione tanto spazio e il suo affaccio sul mare, che nel progetto diventano numeri importanti: l’area portuale è di oltre 490.000 metri quadrati, di cui oltre 354.000 di specchio acqueo; i posti barca sono 1.235, di cui oltre 150 destinati al transito; i posti auto sono 1.550 di cui 100 in garage; l'imboccatura del porto è a levante con una larghezza di 65 metri; i fondali sono tra i 6,5 e i 9,0 metri, la lunghezza delle imbarcazioni può raggiungere gli 80 metri di lunghezza.
Il costo dei lavori, pari a circa 96,5 milioni di euro oltre IVA, verrà completamente finanziato dall’alienazione delle opere a terra e a 502 posti barca. Gli immobili previsti a progetto sono: un Albergo di lusso; delle Residenze di lusso con SPA e attività commerciali di alto livello; lo Yacht Club del porto destinato all’utenza VIP; altri immobili Residenziali con attività artigianali; Immobili per Corpi dello Stato. Inoltre, Go Imperia gestisce anche i 150 metri della banchina Calata Cuneo a Oneglia con la sua Banchina Oceanica, per un totale di 12 posti barca dedicati alla diportistica commerciale (charter), dai 24 fino a 80 metri di lunghezza.
Un progetto che con il suo completamento parteciperà sicuramente alla svolta tanto aspettata per Imperia.
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THE FINAL DESIGN OF THE PORT OF IMPERIA
Imperia was born in 1923 from the merger of the two coastal municipalities of Porto Maurizio and Oneglia, together with other smaller towns.
Its seafaring roots run very deep, however: Oneglia was the birthplace of Andrea Doria, brigs carrying wheat for the Agnesi pasta company used to dock here, and olive oil set sail for the whole world from here. The seaside town of Porto Maurizio is also home to the Cap Horniers monument, dedicated to sailors of all times who sailed around Cape Horn in South America. Vele d'Epoca, a key appointment among the classic Mediterranean regattas, is also held here.
Imperia is a town where the sea represents its past, but also its future.
It has recently been announced that the Go Imperia company presented the project for the completion of the Port of Imperia, dedicated to pleasure boating, at the Genoa Boat Show, the Monaco Yacht Show and during Vele d'Epoca, in order to obtain the multi-decade maritime concession.
A modern and highly ecological project thanks to innovative systems that use photovoltaics to produce electricity, shade buildings and outdoor car parks, save potable water for washing units with seawater desalinating and purifying systems, and collect rainwater for use in the irrigation of green areas. A green project thanks to the creation of parks and fitness areas for the public. A safe project thanks to the network of cameras installed throughout the port and town managed from the control room. A project that integrates services and attendance management, creating interactive dialogue with users.
Imperia places its seafront and a lot of space at people's disposal, and they translate into significant numbers in the project: the port area occupies more than 490,000 square metres, over 354,000 of which are covered with water; there are 1,235 berths, more than 150 of which are for transit; there are 1,550 parking spaces, 100 of which in garages; the harbour entrance is on the east side and is 65 metres wide; the seabed is between 6.5 and 9.0 metres deep, and vessels can reach 80 metres in length.
The cost of the works amounts to approximately 96.5 million euros plus VAT and will be fully financed by the sale of the onshore works and 502 berths. The properties envisaged in the project are a luxury hotel, luxury residences with spa facilities and high-level commercial activities, the port's VIP Yacht Club, other residential properties with artisan activities, and buildings for State agencies.
Go Imperia also manages the 150-metre Calata Cuneo quay in Oneglia with its Banchina Oceanica, offering a total of 12 berths dedicated to commercial (charter) vessels, from 24 to 80 metres in length. With its completion, this project will definitely contribute to the long-awaited turnaround for Imperia.
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DU PORT D'IMPERIA
Imperia est née en 1923 de la fusion des deux municipalités côtières de Porto Maurizio et Oneglia, ainsi que d'autres plus petites.
Ses racines dans le monde de la mer sont toutefois profondes : Oneglia a été le lieu de naissance d'Andrea Doria, des brigantins transportant du grain pour Agnesi arrivaient ici, et l’huile pour le monde entier partait d'ici. Dans le village de Borgo Marina di Porto Maurizio, on trouve aussi le monument aux Cap Horniers, dédié aux marins de toutes les époques qui ont doublé le Cap Horn en Amérique du Sud. C'est également ici que se déroule la rencontre Vele d'Epoca (les Voiles d’époque), un rendez-vous incontournable des régates classiques en Méditerranée.
Imperia est donc une ville où la mer représente son passé, mais aussi son avenir. Récemment, la société Go Imperia a présenté, au salon nautique de Gênes, au Monaco Yacht Show, et lors des Vele d'Epoca, le projet de réalisation du port d'Imperia, dédié à la plaisance privée, afin
d'obtenir la concession maritime de plusieurs dizaines d’années.
Un projet moderne et hautement écologique grâce à des systèmes innovants qui : utilisent le photovoltaïque pour produire de l'électricité et ombrager des bâtiments et les parkings extérieurs ; économisent l'eau potable pour les unités de lavage grâce à des systèmes de dessalement et de purification de l'eau de mer ; récupèrent l'eau de pluie pour l'irrigation des espaces verts. Un projet écologique grâce à la création d'espaces verts et de zones de fitness pour le public. Un projet sûr grâce au réseau de caméras positionnées dans l'ensemble du port et de la zone urbaine, géré par la salle de contrôle. Un projet qui intègre les services et la gestion des présences pour un dialogue interactif avec les utilisateurs.
Imperia offre un vaste espace et une importante façade maritime, qui dans le projet se traduisent par des chiffres importants : la zone portuaire couvre plus de 490 000 mètres carrés, dont plus de
354 000 de surface d'eau ; il y a 1 235 postes d'amarrage, dont plus de 150 pour le transit ; il y a 1 550 places de parking, dont 100 dans des garages ; l'embouchure du port est à l'est avec une largeur de 65 mètres ; le fond marin se trouve entre 6,5 et 9,0 mètres, et les bateaux peuvent atteindre 80 mètres de longueur.
Le coût des travaux, qui s'élève à environ 96,5 millions d'euros hors TVA, sera entièrement financé par la cession des ouvrages terrestres et de 502 postes d'amarrage. Les immeubles envisagés dans le projet sont : un hôtel de luxe ; des résidences de luxe avec spa et activités commerciales de haut niveau ; le Yacht Club du port destiné aux utilisateurs VIP ; d'autres immeubles résidentiels avec activités artisanales ; et des bâtiments pour les organismes d'État.
En outre, Go Imperia gère également le quai Calata Cuneo à Oneglia, long de 150 mètres, avec son Quai Oceanica, pour un total de 12 postes d'amarrage dédiés à la navigation commerciale (charter), de 24 à 80 mètres de long.
Un projet qui, avec son achèvement, contribuera certainement au tournant tant attendu pour Imperia.
LE PROJET FINAL
www.goimperia.it www.goimperia.it 23SANREMO IT
Blockchain Monaco regolamenta l’uso della tecnologia
Maria Bologna
LA NORMA CHE REGOLA LA TECNOLOGIA BLOCKCHAIN, DAL 22 LUGLIO DEL 2022,È DIVENTATA LEGGE NEL PRINCIPATO DI MONACO!
Una novità, questa, che ha segnato il passo rispetto agli altri paesi che ancora si interrogano su come creare un quadro normativo in grado di definire giuridicamente il tracciamento digitale e certificato di prodotti e servizi che utilizzano la tecnologia Blockchain. Il risultato nasce da una proposta di legge risalente al 2017, implementata successivamente con lo sviluppo della tecnologia Blockchain nell'ambito di un sistema che preveda l'offerta di token (informazioni digitali all'interno di una Blockchain che conferiscono un diritto). All'origine di tutto c’è il Consiglio Nazionale di Monaco, più precisamente Jean-Charles EMMERICH, responsabile della Commissione per lo sviluppo del digitale creata in seno dell'emiciclo (equivalente del Parlamento italiano), che ha presentato il testo con il quale si specifica come gli operatori economici locali possano operare in piena trasparenza, fornendo servizi su beni digitali o cripto-asset regolati giuridicamente.
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Ma, in pratica, che significa? Intanto con questo meccanismo la tecnologia Blockchain, concentrandosi essenzialmente sulla supervisione del meccanismo di raccolta di fondi sotto forma di beni digitali mediante un dispositivo elettronico di registrazione delle quote, comunemente denominato "Initial Coin Offerings" (ICO), riesce a conciliare l'interesse di queste attività con i rischi potenziali ad esse associati, come la perdita di capitale o la frode. Così facendo il Governo monegasco diventa il garante di questo nuovo metodo di finanziamento delle imprese nel Principato e, contestualmente, protegge gli investitori su tali operazioni. E come, vi chiederete? Secondo la legge appena promulgata, in primo luogo, qualsiasi offerta di ICO deve essere subordinata all'ottenimento di un'etichetta, una sorta di marchio rilasciata dal Ministro di Stato a garanzia della solidità del progetto, sul rispetto delle disposizioni per la lotta al riciclaggio di denaro, al finanziamento del terrorismo e alla corruzione. Poi, viene effettuato un controllo, da parte della Direzione dell'espansione economica, sulla regolarità delle offerte dei relativi ICO che ne derivano. In caso di inadempimenti, ed è questa la parte più interessante, il Governo monegasco, prevede l'applicazione di sanzioni amministrative e penali, in particolare nel caso in cui non siano rispettate le condizioni previste con l'autorizzazione o per impedimento dei suddetti controlli.
Pertanto, la regolamentazione delle piattaforme di scambio di valute virtuali, dove inoltre tale attività nel Principato di Monaco richiede una licenza di prestatore di servizi di pagamento, è super blindata poiché il quadro normativo è moderno e pragmatico in quanto, istituendo un periodo sperimentale di tre anni, lo Stato si impegna a non introdurre ulteriori vincoli in materia di regole tecniche. Questo permette all'amministrazione monegasca di avere strumenti in grado di regolare globalmente le blockchain, assicurando una reale leadership in questo settore economico emergente che si presume possa diventare trainante in futuro. Tra le incognite e gli interrogativi rimane il dubbio che, se le società monegasche non saranno in grado di creare ICO performanti, potrebbe servire un metro di riferimento per operare nel contesto internazionale e per l'eventuale creazione di joint-venture con entità estere già ampiamente sperimentate.
Sempre che, come è accaduto in altri settori, il Governo non preveda in prospettiva, di contingentare il numero degli operatori locali autorizzati ad operare, per evitare dispersioni e speculazioni nel medio e lungo termine.
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MONACO REGULATES THE USE OF BLOCKCHAIN TECHNOLOGY
As of 22 July 2022, the regulation governing Blockchain technology has become law in the Principality of Monaco!
This has set the pace for other countries that are still wondering how to create a regulatory framework capable of legally defining the digital and certified tracking of products and services using Blockchain technology.
The result stems from a bill dating back to 2017, subsequently implemented with the development of Blockchain technology as part of a system involving tokens (digital information within a Blockchain that confers a right). At the origin of it all is the National Council of Monaco, more precisely Jean-Charles EMMERICH, head of the Commission for Digital Development created within the hemicycle (the equivalent of the Italian Parliament), who presented the text specifying how local businesses can operate in full transparency, providing services on legally regulated digital or crypto-assets.
But what does this mean in practice?
Well, with this mechanism and by focusing essentially on the supervision of the mechanism for raising funds in the form of digital assets through an electronic share registration device, commonly referred to as Initial Coin Offerings (ICO), blockchain technology succeeds in reconciling the interest of these businesses with the potential risks associated with them, such as loss of capital or fraud. In this way, the Monegasque government becomes the guarantor of this new method of financing companies in the Principality, protecting investors in such transactions at the same time.
And how, you might ask? First of all, according to the newly passed law, any ICO offer must be conditional to the acquisition of a label, a sort of mark issued by the Minister of State as a guarantee of the soundness of the project and compliance with the provisions for combating money laundering, terrorist financing and corruption. Then, a check is carried out by the Department of Economic Expansion on the legality of the resulting ICO offers. In the event of non-compliance, and this is the most interesting part, the Monegasque government, applies administrative and criminal sanctions, particularly in the event of non-compliance with the conditions laid down in the authorisation or failure to comply with the aforementioned checks. Consequently, the regulation of virtual currency exchange platforms, where,
moreover, such activity in Monaco requires a payment service provider licence, is supersafe, because the regulatory framework is modern and pragmatic in that, by setting up a three-year experimental period, the state undertakes not to introduce any further constraints in terms of technical rules.
This allows the Monegasque authorities to have instruments capable of globally regulating blockchains, ensuring real leadership in this emerging economic sector that is expected to become a driving force in the future.
As far as uncertainties and questions are concerned, there is still the doubt that, if Monegasque companies are unable to create performing ICOs, they might need a yardstick for operating internationally and for the possible creation of joint ventures with foreign organisations that have already been widely experimented.
Unless, as has happened in other sectors, the government plans to impose limits on the number of local operators authorised, to avoid dispersion and speculation in the medium and long term.
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MONACO RÉGLEMENTE L'UTILISATION DE LA TECHNOLOGIE BLOCKCHAIN
Depuis le 22 juillet 2022, le règlement régissant la technologie Blockchain est devenu une loi dans la Principauté de Monaco !
Il s’agit-là d’une nouveauté qui a ouvert la voie par rapport à d'autres pays qui se demandent encore comment créer un cadre réglementaire capable de définir légalement le suivi numérique et certifié des produits et services à l'aide de la technologie Blockchain.
Le résultat naît d'une proposition de loi datant de 2017, qui a ensuite été mise en œuvre avec le développement de la
technologie Blockchain dans le cadre d'un système impliquant des jetons (informations numériques au sein d'une Blockchain qui confèrent un droit). À l'origine de tout cela, le Conseil National de Monaco, plus précisément Jean-Charles EMMERICH, responsable de la Commission pour le développement numérique créée au sein du Conseil (l'équivalent du Parlement italien), qui a présenté le texte précisant comment les opérateurs économiques locaux peuvent opérer en toute transparence, en fournissant des services sur des actifs numériques ou des crypto-actifs légalement réglementés. Mais qu'est-ce que cela signifie concrètement ? Parallèlement, avec ce mécanisme, la technologie blockchain, en se concentrant essentiellement sur l'encadrement du mécanisme de levée de fonds sous forme d'actifs numériques par le biais d'un dispositif électronique d'enregistrement des actions, communément appelé Initial Coin Offerings (ICO), parvient à concilier l'intérêt de ces activités avec les risques potentiels qui y sont associés,
tels que la perte de capital ou la fraude.
Ce faisant, le gouvernement monégasque devient le garant de ce nouveau mode de financement des entreprises de la Principauté et, en même temps, protège les investisseurs dans ces transactions.
Et comment, demanderez-vous. En vertu de la loi qui vient d'être promulguée, tout d'abord, toute offre d'ICO doit être assujettie à l'obtention d'un label, sorte de marque délivrée par le ministre d'État pour garantir la solidité du projet, au respect des dispositions relatives à la lutte contre le blanchiment d'argent, le financement du terrorisme et la corruption. Ensuite, un contrôle est effectué par la Direction de l'Expansion Économique sur la régularité des offres d'ICO qui en résultent.
En cas de non-respect, et c'est la partie la plus intéressante, le gouvernement monégasque prévoit l'application de sanctions administratives et pénales, notamment en cas de non-respect des conditions fixées dans l'autorisation ou d'obstruction aux contrôles susmentionnés. Ainsi, la réglementation des plates-formes d'échange de monnaies virtuelles, alors que, par ailleurs, cette activité nécessite à Monaco une licence de prestataire de services de paiement, est super-blindée puisque le cadre réglementaire est moderne et pragmatique dans la mesure où, en instaurant une période expérimentale de trois ans, l'État s'engage à ne pas introduire de contraintes supplémentaires sur les règles techniques.
Cela permet à l'administration monégasque de disposer d'instruments capables de réglementer la blockchain à l'échelle mondiale, assurant ainsi un véritable leadership dans ce secteur économique émergent qui devrait devenir un moteur à l'avenir.
Parmi les inconnues et les interrogations demeure le doute que, si les entreprises monégasques ne parviennent pas à créer des ICO performantes, elles pourraient avoir besoin d'un étalon pour opérer dans le contexte international et pour la création éventuelle de joint-ventures avec des entités étrangères qui ont déjà été largement expérimentées.
À condition que, comme cela s'est produit dans d'autres secteurs, le gouvernement n'envisage pas à l'avenir de contingenter le nombre d'opérateurs locaux autorisés à opérer, afin d'éviter la dispersion et la spéculation à moyen et long terme.
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Saint-Jean Cap-Ferrat e il Museo delle Conchiglie
Sara Giovannetti
Saint-Jean-Cap-Ferrat è uno dei posti più belli della Costa Azzurra, si trova tra Montecarlo e Nizza e più precisamente è letteralmente adagiato fra Beaulieu-sur-Mer e la baia di Villefranche-sur-Mer.
Saint-Jean-Cap-Ferrat si riconosce dell’emozione che si prova nel vedere, da terra o da mare, questi posti che ogni volta colpiscono per la loro bellezza, la vista aperta, il loro mare e il sole. Qui troviamo anche le più belle ville della Costa Azzurra, tra cui autentici gioielli come Villa Ephrussi de Rothschild e Villa Kerylos, entrambe visitabili. Un ambiente che è realmente una perla della Costa Azzurra come anche indicato dal costo della sue case che risulta essere secondo al mondo solo dietro al mercato del Principato di Monaco. Per esempio a Saint-Jean-Cap-Ferrat c’è Villa Les Cèdres, del valore di circa 350 milioni di dollari, poco distante a Villefranche-sur-Mer troviamo villa La Leopolda, valutata intorno ai 750 milioni di dollari, senza dimenticare Villa Maryland che era di proprietà del co-fondatore di Microsoft, Paul Allen.
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Se vi piacciono le passeggiate c’è un meraviglioso percorso ad anello sul mare, intorno a tutto il promontorio, di circa 9 Km con una ascesa massima di 80 metri. Per gli sportivi è possibile fare delle belle immersioni sulla parete del promontorio con il corallo rosso o alla scoperta dei suoi fondali.
Sul porto di Saint-Jean-Cap-Ferrat, c'è anche un, piccolo ma unico, Museo delle conchiglie che con le sue 7.000 conchiglie provenienti dai mari di tutto il mondo, rappresenta la più grande collezione del Mediterraneo.
Dalla più piccola che misura 1 decimo di millimetro alla più grande che misura oltre 1,70 metri! La visita inizia con un filmato, seguito dall’osservazione di 33 vetrine anche con l’ausilio di un microscopio binoculare per le micro-conchiglie. Il museo delle conchiglie è stato interamente ristrutturato e propone una visita interattiva per le famiglie.
Saint-Jean-Cap-Ferrat, una stupenda destinazione da visitare in tutte le stagioni.
CAP-FERRAT, VUE DRONE © SAINTJEANCAPFERRAT
EN HAUT: MUSÉE DES COQUILLAGES © SAINTJEANCAPFERRAT
www.saintjeancapferrat-tourisme.fr 33SANREMO IT
SAINT-JEAN CAP-FERRAT AND THE SHELL MUSEUM
Saint-Jean-Cap-Ferrat is one of the most beautiful places on the Côte d'Azur. It is located between Monte Carlo and Nice, nestled literally between Beaulieu-sur-Mer and the bay of Villefranche-sur-Mer. Saint-Jean-Cap-Ferrat is recognised by the emotion you feel when you see, from land
or from the sea, these places that never fail to excite you with their beauty, open views, sea and sunshine.
We also find here the most beautiful villas of the Côte d'Azur here, including authentic gems such as Villa Ephrussi de Rothschild and Villa Kerylos, both of which are open to visitors. It really is a pearl of the Côte d'Azur, as also indicated by the cost of its houses, second in the world only behind the property market in Monaco. One of the properties in Saint-Jean-Cap-Ferrat, for example, is Villa Les Cèdres, valued at around $350 million. Not far away in Villefranche-sur-Mer is Villa La Leopolda, valued at around $750 million, not forgetting Villa Maryland, which was owned by Microsoft co-founder Paul Allen.
If you like walking, there is a wonderful loop trail by the sea, running for about 9 km around the entire promontory, with a maximum climb of 80 metres. Sports enthusiasts can go diving on the promontory wall with its red coral or explore the seabed. In the harbour of Saint-Jean-Cap-Ferrat, there is also a small but unique shell museum which, with its 7,000 shells from seas all over the world, represents the largest collection in the Mediterranean. From the smallest, measuring 1 tenth of a millimetre, to the largest measuring over 1.70 metres! The visit begins with a film, followed by the observation of 33 showcases with the help of a binocular microscope for microshells. The shell museum has been entirely renovated and offers an interactive visit for families.
Saint-Jean-Cap-Ferrat, a wonderful destination to visit in all seasons.
MUSÉE
DES COQUILLAGES © SAINTJEANCAPFERRAT
CAP-FERRAT VUE © VILLE DE SJCF
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SAINT-JEAN CAP-FERRAT ET LE MUSÉE DU COQUILLAGE
Saint-Jean-Cap-Ferrat est l'un des plus beaux endroits de la Côte d'Azur, situé entre Monte-Carlo et Nice et, plus précisément, littéralement niché entre Beaulieu-sur-Mer et la baie de Villefranche-sur-Mer.
Saint-Jean-Cap-Ferrat se reconnaît à l'émotion que l'on ressent en voyant, de la terre ou de la mer, ces lieux qui font chaque fois vibrer par leur beauté, leurs vues dégagées, la mer et le soleil.
On y trouve également les plus belles villas de la Côte d'Azur, dont d'authentiques joyaux comme la Villa Ephrussi de Rothschild et la Villa Kerylos, qui peuvent toutes deux être visitées. Une région qui est véritablement une perle de la Côte d'Azur, comme l'indique également le coût de ses maisons, qui est le deuxième au monde juste derrière le marché de Monaco. Par exemple, à Saint-Jean-Cap-Ferrat, on trouve la Villa Les Cèdres, évaluée à environ 350 millions de dollars, non loin de là, à Villefranche-sur-Mer, on trouve la Villa La Leopolda, évaluée à environ 750 millions de dollars, sans oublier la Villa Maryland qui a appartenu au cofondateur de Microsoft, Paul Allen.
Si vous aimez marcher, découvrez un magnifique sentier en boucle le long de la
mer, autour de tout le promontoire, d'environ 9 km avec une ascension maximale de 80 mètres. Les sportifs peuvent faire de la plongée sur la paroi du promontoire avec son corail rouge ou explorer ses fonds marins.
Sur le port de Saint-Jean-Cap-Ferrat, on trouve également un petit musée du coquillage absolument unique qui, avec ses 7 000 coquillages provenant des mers du monde entier, représente la plus grande
collection de la Méditerranée. Du plus petit mesurant 1 dixième de millimètre au plus grand mesurant plus de 1,70 mètre ! La visite commence par un film, suivi de l'observation de 33 vitrines à l'aide d'un microscope binoculaire pour les microcoquilles. Le musée des coquillages a été entièrement rénové et propose une visite interactive pour les familles. Saint-Jean-Cap-Ferrat, une destination splendide à visiter en toutes saisons.
CAP-FERRAT - © VILLE DE SAINT-JEAN-CAP-FERRAT
CAP-FERRAT, PORT © THIERRY BBO STUDIO
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Corso Cavallotti, 113 - 18038 Sanremo (IM) villaormondevents.com - info@villaormondevents.com
informazioni e prezzi rivolgersi a: +39 339 7375890 / +39 0184 541848/204
Per
SULLE ORME DELL'ANTICA ROMA,9 LOCALITÀ DA VISITARE
Sara Giovannetti
Voluta dall'imperatore Cesare Augusto, nel 13 a.C., la Via Iulia Augusta era una via Consolare romana che collegava Piacenza a La Turbie, per proseguire fino ad Arles e poi, con la Via Domizia, fino ai Pirenei. La Via Iulia Augusta sanciva il marchio del potere romano sulle regioni che attraversava, contribuendo a collegarle tra loro e con Roma, e a integrarle nell’Impero Romano. Negli anni 2000, grazie a un progetto Interreg Alcotra, è stato valorizzato un tratto di 25 km della Via Iulia Augusta che ha unito 9 località attraverso l’antico itinerario:
LA TURBIE
Trofeo delle Alpi
Il Trofeo delle Alpi a La Turbie, è stato voluto nel 6 a.C. dal Senato Romano per commemorare la vittoria dell'imperatore Augusto sui popoli ribelli delle Alpi. Il complesso alto in origine quasi cinquanta metri, sormontato da una imponente statua di Augusto, era ben visibile da lontano lungo la Via Iulia Augusta.
BEAUSOLEIL
Mont des Mules
Il Mont des Mules era un “castellaro” fortificato lungo la Via Iulia Augusta da cui si poteva avere una ampia vista sul mare e sul porto di Hercule Monoïkos, dove oggi sorge Monaco.
ROQUEBRUNE-CAP MARTIN
Mausoleo di Lumone, monumento funebre
La credenza secondo cui lo sguardo dei vivi ridona una briciola di vita ai defunti ha fatto sorgere le necropoli ai bordi delle strade. Particolare che lo si vede nel Mausoleo di Lumone dove la facciata monumentale era rivolta verso la Via Iulia Augusta, che si trovava sotto l'attuale statale 7. Il monumento occupa una posizione notevole sul colle, nelle immediate vicinanze di una pietra miliare dalla cifra simbolica (599 miglia da Roma), che segnava una specie di frontiera.
MENTONE
Museo di Preistoria Regionale
Sono esposte collezioni provenienti da antichi scavi: si tratta, in particolare, di
arredi risalenti all’età del Ferro del Castellas d’Escragnolles, del villaggio romano del Mont-Bastide ad Eze, di Beaulieu, delle antiche sepolture di Mentone, della necropoli di Ventimiglia e delle sepolture a Ilonse.
VENTIMIGLIA
Museo preistorico dei "Balzi Rossi" e Area archeologica
Tra i maggiori siti preistorici in Europa, i Balzi Rossi conservano anche le tracce dell’antica via romana che portava in Gallia come testimonia l’unico tratto conservato di fronte alla Grotta del Principe. Una continuità eccezionale in un sito eccezionale con reperti dall’uomo preistorico tra il Paleolitico Inferiore (ca. 250.000 anni fa) e il Paleolitico Superiore (da 35.000 a 10.000 anni fa).
VENTIMIGLIA
Giardini Botanici Hanbury e la piana di Latte
I giardini Hanbury, straordinario bene ambientale e storico realizzato alla fine del XIX secolo da sir Thomas Hanbury, sono un esempio unico di giardino botanico per l’acclimatazione di specie diverse e conservano le tracce dell’antico percorso romano nella parte bassa del giardino botanico.
Piana di Latte: La piana del torrente Latte, angolo di singolare bellezza e luogo di villeggiatura dall’antichità ai tempi moderni, conserva ancora le tracce del percorso dell’antica Via Iulia Augusta con resti di ville di epoca romana tra cui probabilmente quella di Iulia Procilla madre di Gneo Giulio Agricola, uno dei più grandi generali romani, e genero di Tacito.
VENTIMIGLIA
Museo Civico Archeologico Girolamo Rossi
All’interno della fortezza ottocentesca dell’Annunziata, è ospitato il “Museo Civico Archeologico Girolamo Rossi” intitolato allo scopritore del teatro e della città romana di Albintimilium. Le 7 sale espositive del museo archeologico guidano il visitatore nella conoscenza della città antica, tra gli reperti unici che furono ritrovati intatti nella
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necropoli ubicate all’esterno delle mura, lungo il percorso della Via Iulia Augusta.
Ai piani inferiori il museo presenta la storia della fortezza e nella seconda parte una panoramica sulla Valle delle Meraviglie con l’esposizione di alcuni dei più importanti calchi di gruppi di incisioni, simbolo dell’arte rupestre preistorica e protostorica tesoro del territorio intemelio.
VENTIMIGLIA Chiesa di San Michele
La chiesa di San Michele a Ventimiglia alta, costruita nell'XI secolo, conserva tre
pietre miliari (uno risalente al 13 a.C. e due del 213 d.C. in occasione del viaggio di Caracalla verso le Gallie), provenienti dall’antica Via Iulia Augusta: due sono stati usati all’ingresso come acquasantiere, il terzo è utilizzato come colonna per reggere la volta della cripta.
VENTIMIGLIA
Scavi della città romana di Albintimilium Area archeologica di Nervia
La città romana di Albintimilium si sviluppò dal II secolo avanti Cristo alla destra del torrente Nervia, almeno fino alla seconda
metà del VII secolo dopo Cristo. Sono visitabili i resti delle Terme, il Teatro datato tra II e III sec. d.C. e un museo nel quale è esposta una ricca selezione di reperti.
La Via Iulia Augusta è un percorso visitabile in tutte le stagioni, di assoluto interesse che sicuramente saprà accontentare le diverse aspettative.
L’intero percorso della Via Iulia Augusta è molto più ampio e ancora oggi testimoniato dalla presenza di resti dell’antico tracciato, cippi miliari, moderni toponimi e antichi documenti come, per esempio, ad Alassio, Albenga, Nizza, Arles.
Via Ivlia Avgvsta
LA TURBIE, TROPHÉE DAUGUSTE
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Commissioned by Emperor Caesar Augustus in 13 B.C., the Via Iulia Augusta was a Roman consular road linking Piacenza to La Turbie, continuing to Arles and then, with the Via Domizia, to the Pyrenees.
The Via Iulia Augusta enshrined the mark of Roman power over the regions it crossed, helping to connect them to each other and to Rome, and incorporating them into the Roman Empire. In the 2000s, thanks to an Interreg Alcotra project, a 25 km section of the Via Iulia Augusta was upgraded, linking nine locations along the ancient route:
LA TURBIE
Trophy of the Alps
The Trophy of the Alps at La Turbie, was erected in 6 BC by the Roman Senate to commemorate the victory of the Emperor Augustus over the rebellious peoples of the Alps. Originally almost fifty metres tall, topped by an impressive statue of Augustus, the complex was clearly visible from a distance along the Via Iulia Augusta.
BEAUSOLEIL
Mont des Mules
The Mont des Mules was a fortified “castellaro” along the Via Iulia Augusta offering a sweeping view of the sea and the port of Hercule Monoïkos, where Monaco stands today.
ROQUEBRUNE-CAP MARTIN Mausoleum of Lumone funerary monument
The belief that the eyes of the living restore a breath of life to the dead led to the
environmental and historical asset created at the end of the 19th century by Sir Thomas Hanbury, are a unique example of botanical garden for the acclimatisation of different species, and they preserve traces of the ancient Roman road in the lower part of the garden.
Piana di Latte: The plain of the River Latte, a corner of singular beauty and a holiday resort from antiquity to modern times, still preserves traces of the route taken by the ancient Via Iulia Augusta with the remains of Roman villas, probably including that of Iulia Procilla, mother of Gnaeus Julius Agricola, one of the greatest Roman generals and sonin-law of Tacitus.
VENTIMIGLIA
Girolamo Rossi Archaeology Museum
emergence of roadside necropolises. This can be seen in the Mausoleum of Lumone, where the monumental façade looked towards the Via Iulia Augusta, which was under what is now State Road 7. The monument occupies a remarkable position on the hill, in the immediate vicinity of a milestone bearing a symbolic number (599 miles from Rome), which marked a sort of frontier.
MENTON Regional Prehistory Museum
The museum houses collections from ancient excavations, in particular Iron Age furnishings from the Castellas d'Escragnolles, the Roman village of Mont-Bastide in Eze, Beaulieu, the ancient tombs in Menton, the necropolis in Ventimiglia and the tombs in Ilonse.
VENTIMIGLIA
“Balzi Rossi” Prehistory Museum and Archaeological Area
One of the largest prehistoric sites in Europe, Balzi Rossi also preserves traces of the ancient Roman road that led to Gaul, as evidenced by the only section still preserved today, in front of the Grotta del Principe. Exceptional continuity in an exceptional site, with finds from prehistoric man between the Lower Palaeolithic (approx. 250,000 years ago) and the Upper Palaeolithic (35,000 to 10,000 years ago).
VENTIMIGLIA Hanbury Botanical Gardens and Piana di Latte
The Hanbury Gardens, an extraordinary
The 19th-century fortress of the Annunziata houses the “Girolamo Rossi Archaeology Museum” named after the discoverer of the theatre and the Roman city of Albintimilium. The archaeology museum's seven exhibition rooms take the visitor on a tour of the ancient city, among the unique artefacts that were found intact in the necropolis outside the walls, along the route of the Via Iulia Augusta. On the lower floors, the museum presents the story of the fortress and, in the second part, an overview of the Valley of Wonders with an exhibition of some of the most important casts of groups of engravings, a symbol of the prehistoric and protohistoric rock art treasures of the Intemelia region.
VENTIMIGLIA Church of San Michele
The church of San Michele in Ventimiglia Alta, built in the 11th century, preserves three milestones (one dating back to 13 B.C. and two from 213 A.D. marking Caracalla's journey to Gaul) from the ancient Via Iulia Augusta: two are used at the entrance as stoups, while the third is used as a column to support the vault of the crypt.
VENTIMIGLIA
Excavations of the Roman city of Albintimilium - Nervia archaeological area
The Roman city of Albintimilium developed on the right of the River Nervia from the 2nd century BC at least until the second half of the 7th century AD. The ruins of the baths, the theatre dating from between the 2nd and 3rd centuries AD and a museum displaying a rich selection of artefacts are all open to visitors.
The Via Iulia Augusta is an itinerary of considerable interest. It can be visited in all seasons and is sure to satisfy a variety of expectations.
The entire route of the Via Iulia Augusta is much more extensive and still bears traces of the remains of the ancient route, milestones, modern place names and ancient documents found in towns such as Alassio, Albenga, Nice and Arles.
FOLLOWING THE FOOTSTEPS OF ANCIENT ROME, NINE PLACES TO VISIT ALONG THE VIA JULIA AVGVSTA
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SUR LES TRACES DE LA ROME ANTIQUE, 9 LIEUX À VISITER SUR LA VIA JULIA AVGVSTA
Commissionnée par l'empereur César Auguste en 13 avant J.-C., la Via Iulia Augusta était une route consulaire romaine reliant Plaisance à La Turbie, continuant vers Arles et ensuite, avec la Via Domizia, vers les Pyrénées. La Via Iulia Augusta inscrivait la marque du pouvoir romain sur les régions qu'elle traversait, contribuant à les relier entre elles et à Rome, et à les intégrer dans l'Empire romain. Dans les années 2000, grâce à un projet Interreg Alcotra, un tronçon de 25 km de la Via Iulia Augusta a été remis en valeur pour relier neuf localités le long de l'ancien itinéraire :
LA TURBIE
Trophée des Alpes
Le Trophée des Alpes, à La Turbie, a été érigé en 6 avant J.-C. par le Sénat romain pour commémorer la victoire de l'empereur Auguste sur les peuples rebelles des Alpes. D'une hauteur de près de cinquante mètres, surmonté d'une imposante statue d'Auguste, le complexe était clairement visible de loin le long de la Via Iulia Augusta.
BEAUSOLEIL
Mont des Mules
Le Mont des Mules était un « castellaro » fortifié le long de la Via Iulia Augusta d'où l'on pouvait avoir une vue étendue sur la mer et le port d'Hercule Monoïkos, où se trouve aujourd'hui Monaco.
ROQUEBRUNE-CAP MARTIN
Mausolée de Lumone, monument funéraire
La croyance que le regard des vivants redonne une bribe de vie aux morts a conduit à l'émergence des nécropoles en bord de route. On peut le voir dans le Mausolée de Lumone, dont la façade monumentale faisait face à la Via Iulia Augusta, qui se trouvait sous l'actuelle route nationale 7. Le monument occupe une position exceptionnelle sur la colline, à proximité immédiate d'une borne avec un chiffre symbolique (599 miles de Rome), qui marquait une sorte de frontière.
MENTON
Musée de Préhistoire Régionale
Des collections provenant de fouilles anciennes sont exposées : notamment des objets de l'âge du fer provenant du Castellas d'Escragnolles, le village romain de MontBastide à Eze, Beaulieu, les sépultures antiques de Menton, la nécropole de Vintimille et les sépultures d'Ilonse.
Vintimille - Musée préhistorique et zone archéologique des « Balzi Rossi ».
L'un des plus grands sites préhistoriques d'Europe, les Balzi Rossi conservent également des traces de l'ancienne voie romaine qui menait en Gaule, comme en témoigne le seul tronçon préservé devant la Grotta del Principe (Grotte du Prince).
Une continuité exceptionnelle dans un site exceptionnel avec des découvertes de l'homme préhistorique entre le Paléolithique inférieur (il y a environ 250 000 ans) et le Paléolithique supérieur (il y a 35 000 à 10 000 ans).
VINTIMILLE
Jardins botaniques Hanbury et la plaine de Latte
Les jardins Hanbury, un atout environnemental et historique extraordinaire créé à la fin du XIXe siècle par Sir Thomas Hanbury, sont un exemple unique de jardin botanique destiné à l'acclimatation de différentes espèces et
conservent les traces de l'ancienne voie romaine dans la partie inférieure du jardin botanique.
Plaine de Latte La plaine du torrent Latte, coin d'une beauté singulière et lieu de villégiature de l'Antiquité à l'époque moderne, conserve encore les traces du tracé de l'ancienne Via Iulia Augusta avec les vestiges de villas romaines, dont probablement celle de Iulia Procilla, mère de Gnaeus Julius Agricola, l'un des plus grands généraux romains et gendre de Tacite.
VINTIMILLE
Musée archéologique Girolamo Rossi
La forteresse de l'Annunziata, datant du XIXe siècle, abrite le musée archéologique de la ville, « Museo Civico Archeologico Girolamo Rossi », du nom de l’homme qui a découvert le théâtre et la ville romaine d'Albintimilium.
Les sept salles d'exposition du musée archéologique guident le visiteur à travers la connaissance de la ville antique, parmi les objets uniques qui ont été trouvés intacts dans la nécropole située hors des murs, le long du parcours de la Via Iulia Augusta. Aux étages inférieurs, le musée présente l'histoire de la forteresse et, dans la deuxième partie, un aperçu de la Vallée des Merveilles avec une exposition de certains des plus importants moulages de groupes de gravures, symbole des trésors d'art rupestre préhistorique et protohistorique de la région d'Intemelia.
VINTIMILLE Église Saint Michel
La Chiesa San Michele (Eglise Saint Michel) dans Vintimille Haute, construite au XIe siècle, conserve trois bornes (une datant de 13 avant J.-C. et deux de 213 après J.-C., lors du voyage de Caracalla en Gaule) de l'ancienne Via Iulia Augusta : deux étaient utilisées à l'entrée comme bénitiers, la troisième est utilisée comme colonne pour soutenir la voûte de la crypte.
VINTIMILLE
Fouilles de la ville romaine d'Albintimilium - Zone archéologique de Nervia
La ville romaine d'Albintimilium s'est développée à partir du IIe siècle av. J.-C., à droite du torrent Nervia, au moins jusqu'à la seconde moitié du VIIe siècle après J-C. Il est possible de visiter les vestiges des thermes, le théâtre datant du IIe et du IIIe siècle de notre ère et un musée présentant une riche collection d'objets.
La Via Iulia Augusta est un itinéraire qui peut être visité en toute saison, d'un intérêt absolu et qui est sûr de satisfaire différentes attentes. L'ensemble du parcours de la Via Iulia Augusta est beaucoup plus vaste et témoigne encore aujourd'hui de la présence de vestiges de l'ancien parcours, de jalons, de toponymes modernes et de documents anciens comme, par exemple, à Alassio, Albenga, Nice et Arles.
LA TURBIE - VIEUX VILLAGE VIA JULIA AUGUSTA 41SANREMO IT
Origine dei premi culturali a Sanremo
In un clima culturale vivace come quello che si respirava nel primo Novecento tra le sale del Casinò di Sanremo, non mancano famosi premi istituiti per nobilitare la casa da gioco e la cittadina turistica, salita proprio negli anni Trenta, l’epoca d’oro dell’illuminato direttore Luigi De Santis, alla ribalta delle cronache culturali internazionali.
Proprio grazie a una convenzione tra il Comune di Sanremo e De Santis, con la sua “Società Anonima Iniziative Turistiche” che versava parte del canone ricevuto alla causa, furono creati i Premi Sanremo per letteratura, musica, scultura e pittura. In breve tempo i riconoscimenti, in denaro, divennero ambiti e conferirono a Sanremo sempre più credito in campo culturale, finalità della casa da gioco fin dalla sua nascita, quando il gioco d’azzardo non era consentito.
Istituiti dal 1935 al 1940, i Premi Sanremo raccontano del clima culturale del tempo e dello straordinario parterre di artisti e intellettuali frequentatori del Casinò: mescolando mondanità, arte e cultura, si guadagnarono la fama di appuntamenti attesi, a cui nel tempo parteciparono intellettuali come Filippo Tommaso Marinetti, Massimo Bontempelli, Antonio Maraini. Fu il podestà Guido Guidi a costituire, previa approvazione di Roma, il Comitato Permanente per i Premi Sanremo, con una giuria di esperti e sotto la responsabilità della Reale Accademia d’Italia.
Erano gli anni del regime e i concorsi non avrebbero potuto essere slegati da temi che celebravano le glorie italiane. Diverse erano le sezioni, tra cui spicca
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quella artistica che raccolse, in soli cinque anni, migliaia di opere dall’Italia, dall’Europa, ma persino dal Giappone: vi aderivano giovani artisti ma anche talenti affermati, attirati dal valore dell’iniziativa, non seconda alla Biennale di Venezia, e dalla presenza di critici. Una stagione fervida, quella dei Premi, che testimonia la centralità di Sanremo e del Casinò nella promozione turistica del territorio e nella valorizzazione della cultura. La prima edizione del premio scultura propose la realizzazione di una statua dedicata alla regina d’Italia, Margherita di Savoia: vinse Italo Griselli, la cui opera è oggi ancora esposta a Bordighera.
La tradizione dei premi, destinati a portare il nome di Sanremo nel mondo, è proseguita anche oltre quegli anni “ruggenti”, con i riconoscimenti ideati da Ito Ruscigni, per anni alla guida dell’ufficio stampa del Casinò, e da Carlo Poletti, storico presidente dell’Azienda di Promozione Turistica della città, che hanno consegnato tra i tanti il Premio Amici di Sanremo a Renato Dulbecco, il Premio Primavera a Giovanni Agnelli, Luciano Pavarotti ed Ennio Morricone. Negli anni duemila, infine, il Premio Sanremo Libro del Mare, riconoscimento letterario guidato da Folco Quilici e consegnato a grandi intellettuali alla presenza, in rada davanti alla città, della Nave Scuola Amerigo Vespucci.
PRIMA EDIZIONE PREMIO SANREMO, 1935 PER LA SCULTURA VINCE ITALO GRISELLI. IL CONCORSO PREVEDEVA TRE PROVE: UNA TESTA, UNA FIGURA IN PIEDI E UNA FIGURA SEDUTA.
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ORIGIN OF CULTURAL PRIZES IN SANREMO
In a vibrant cultural climate like that which reigned in the rooms of Sanremo's Casino in the early 20th century, no shortage of famous prizes were established to ennoble the gambling house and the tourist town, which had risen to the forefront of international cultural news in the 1930s, the golden age of the enlightened director Luigi De Santis.
It was thanks to an agreement between the municipality of Sanremo and De Santis, with his “Società Anonima Iniziative Turistiche”, which paid part of the fee received to the cause, that the Sanremo Prizes for literature, music, sculpture and painting were created. The prize money quickly became coveted and gave Sanremo more and more credit in the cultural field, which had been the gambling house's aim since its foundation, when gambling was illegal.
Established from 1935 to 1940, the Sanremo Prizes told the story of the cultural climate of the time and of the extraordinary circle of artists and intellectuals who came to the Casino: mixing high-society, art and culture, they earned a reputation as eagerly awaited appointments, attended over the years by intellectuals such as Filippo Tommaso Marinetti, Massimo Bontempelli and Antonio Maraini. It was the podestà Guido Guidi who set up the Permanent Committee for the Sanremo Prizes, with a jury of experts and under the responsibility of the Royal Academy of Italy. The Fascist regime was in power at the time and the competitions
could not be separated from themes that celebrated Italian glory. There were several sections but the most prominent was the art section which, in just five years, attracted thousands of works from Italy, Europe and even Japan: young artists as well as established talents took part, attracted by the value of the initiative, in no way second to the Venice Biennale, and by the presence of critics. A fervent season, that of the Prizes, bearing witness to the centrality of Sanremo and the Casino in the tourist promotion of the area and the enhancement of culture. The first edition of the sculpture prize proposed the creation of a statue dedicated to the Queen of Italy, Margherita of Savoy: the winner was Italo Griselli, whose work is still on display in Bordighera today.
The tradition of the prizes, destined to carry the name of Sanremo throughout the world, continued beyond those “roaring” years, with the acknowledgements conceived by Ito Ruscigni, who headed the Casino's press office for years, and by Carlo Poletti, long-time chairman of the city's Tourist Promotion Agency, who presented, among many others, the Amici di Sanremo Prize to Renato Dulbecco, the Primavera Prize to Giovanni Agnelli, Luciano Pavarotti and Ennio Morricone. Last but not least, in the 2000s, the Sanremo Libro del Mare Prize, a literary award steered by Folco Quilici and presented to great intellectuals in the presence of the Nave Scuola Amerigo Vespucci at anchor in front of the city.
ORIGINE DES PRIX CULTURELS À SANREMO
Dans un climat culturel aussi dynamique que celui qui régnait au début du XXe siècle dans les salles du Casino de Sanremo, les prix célèbres ne manquaient pas pour ennoblir la maison de jeu et la ville touristique, qui s'était hissée au premier rang de l'actualité culturelle internationale dans les Années 1930, l'âge d'or du réalisateur éclairé Luigi De Santis.
C'est grâce à un accord entre la municipalité de Sanremo et De Santis, avec sa « Società Anonima Iniziative Turistiche », qui versait une partie des droits perçus à la cause, que les prix Sanremo de littérature, musique, sculpture et peinture ont été créés. En peu de temps, les prix sont devenus très convoités et a donné à Sanremo de plus en plus de crédit dans le domaine culturel, ce qui était l'objectif de la maison de jeu depuis sa création, lorsque les jeux d'argent n'étaient pas autorisés.
Institués de 1935 à 1940, les prix Sanremo témoignent du climat culturel de l'époque et de l'extraordinaire parterre d'artistes et d'intellectuels qui fréquentaient le Casino : mêlant mondanités, art et culture, ils ont acquis la réputation d'être des rendez-vous très attendus, auxquels ont participé au fil du temps des intellectuels tels que Filippo Tommaso Marinetti, Massimo Bontempelli et Antonio Maraini. C'est le podestà Guido Guidi qui a créé le Comité permanent des Prix Sanremo, avec un jury d'experts et sous la responsabilité de l'Académie royale d'Italie. C'étaient les années du régime et les concours
ne pouvaient être séparés des thèmes qui célébraient les gloires italiennes. Il y avait plusieurs sections, parmi lesquelles se distinguait la section artistique, qui a rassemblé, en seulement cinq ans, des milliers d'œuvres provenant d'Italie, d'Europe et même du Japon : de jeunes artistes mais aussi des talents confirmés y ont participé, attirés par la valeur de l'initiative, qui n'est pas seconde par rapport à la Biennale de Venise, et par la présence de critiques. Une saison fervente, celle des Prix, qui a témoigné de la centralité de Sanremo et du Casino dans la promotion touristique du territoire et la valorisation de la culture. La première édition du prix de sculpture proposait la création d'une statue dédiée à la reine d'Italie, Marguerite de Savoie : c'est Italo Griselli qui l'a emporté- L'œuvre est aujourd'hui encore exposée à Bordighera. La tradition des prix, destinés à porter le nom de Sanremo dans le monde entier, s'est poursuivie même au-delà de ces années « rugissantes », avec des récompenses conçues par Ito Ruscigni, qui a dirigé pendant des années le bureau de presse du Casino, et par Carlo Poletti, président historique de l'agence de promotion touristique de la ville, qui a remis, entre autres, le prix Amici di Sanremo à Renato Dulbecco, le prix Primavera à Giovanni Agnelli, Luciano Pavarotti et Ennio Morricone. Enfin, dans les années 2000, le prix Sanremo Libro del Mare, un prix littéraire dirigé par Folco Quilici et remis à de grands intellectuels en présence du Navire-École Amerigo Vespucci sur la rade devant la ville.
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info: cell. 347.4246575 - Info@sanremobikeschool.eu - seguici su: www.facebook.com/urbandownhillsanremoSANREMO BIKE SCHOOL REGIONE LIGURIA PROGRAMMA Venerdì 11 Novembre 18:30 - 20:30 Accrediti Atleti Sabato 12 Novembre 08:00 Accrediti partecipanti 09:30 Apertura prove libere 11:30 Chiusura prove libere 13:30 Inizio quali che 18:00 Partenza prima manche 20:00 Partenza seconda manche 21:30 Premiazioni ed a seguire Pasta Party 2022 The boys are back in town
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Da Sanremo al Corriere dei piccoli sulle tracce di
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Alessandra Chiappori Foto Moreschi
Ad Antonio Rubino è dedicata una sala del Museo Civico di Sanremo. Non è un caso: nato a Sanremo, ma profondamente legato a Bajardo, paesino originario della famiglia dove era solito trascorrere molto tempo e dove morì nel 1964, Antonio Rubino è stato tra i più noti illustratori e fumettisti italiani, ed è ricordato oggi soprattutto per essere stato tra i fondatori del Corriere dei piccoli, nel 1908. Sua è la mano dietro il disegno della celebre testata, ma soprattutto suoi sono celebri personaggi come Quadratino, Lillo e Lalla, Viperetta, Kikì pappagallo di Kilì, Pierino e il suo pupazzo.
Slanci di fervida fantasia e carnevalesche geometrie sono la firma originalissima di Rubino in tutti i suoi lavori, di cui molti
esempi sono visibili oggi al Museo di Piazza Nota. Dipinti, tavole, strisce, illustrazioni ma anche animazioni (il suo Nel paese dei ranocchi vinse al Festival del Cinema di Venezia nel 1942) e favole scritte per tante delle testate con cui collaborò e altrettanti volumi. Oltre al Corriere e a Topolino, pubblicazione che dirigerà dal 1935 al 1940, disegnò e scrisse per bollettini di guerra, tra cui La Tradotta e fondò il Gazzettone, dedicato al mondo della Riviera.
A influenzarne lo stile furono le tendenze del primo Novecento: le geometrie dell’art déco, che risuonano dalle strisce alle illustrazioni, e la sinuosità del liberty, per il quale la stessa Sanremo forniva spunti, e al quale richiamano le opere di Rubino
che intrecciano elementi floreali e vegetali. Non potrebbero mancare, nella sua produzione, i riferimenti al territorio amato, da Bajardo a Perinaldo e Apricale, dove sono ambientati alcuni dei suoi racconti usciti sul Corriere dei Piccoli e raccolti in Fiabe quasi vere.
«Se io sono poeta e pittore non ne ho alcuna colpa e non né ho merito alcuno; sono nato così, non so neanch’io perché» scrive nel suo curriculum ridiculum, ultima opera pubblicata, definendosi «giornalista per ragazzi, favolista, autore di libretti e di commedie, decoratore di ambienti, scenografo, attore, polemista, regista di disegni animati e persino, nei ritagli di tempo, raccoglitore di olive»
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There is a room in the Civic Museum of Sanremo dedicated to Antonio Rubino, and not merely by chance. Born in Sanremo, but closely linked to Bajardo, the village where his family came from, where he used to spend a lot of time and where he died in 1964, Antonio Rubino was one of the most
famous Italian illustrators and cartoonists. He is remembered particularly today for being one of the founders of the Corriere dei piccoli, in 1908. His is the hand behind the illustration of the famous publication and, most importantly, his are its famous characters, such as Quadratino, Lillo and Lalla, Viperetta, Kilì's parrot Kikì, Pierino and his puppet.
Bursts of fervid imagination and carnivalesque geometries are Rubino's highly original signature, present in all his works, many of which can be seen today at the Museum in Piazza Nota. Paintings, panels, strips, illustrations but also cartoons (his Nel paese dei ranocchi was a winner at the Venice Film Festival in 1942) and stories written for many of the newspapers he contributed to and just as many books. In addition to the Corriere and Topolino, a publication he directed from 1935 to 1940, he drew and wrote for war bulletins, including La Tradotta, and founded Il
Gazzettone, dedicated to the world of the Riviera. His style was influenced by the trends of the early 20th century: art deco geometries, which resonate from the strips to the illustrations, and the sinuosity of Art Nouveau, for which Sanremo itself provided inspiration, referenced in Rubino's works, which interweave floral and plant elements. His work could not fail to include references to the territory he loved, from Bajardo to Perinaldo and Apricale, where some of his stories published in the Corriere dei Piccoli and compiled in the book Fiabe quasi vere are set.
“If I am a poet and a painter, I have neither fault nor merit; I was born this way, not even I know why” – he writes in his last published work, curriculum ridiculum, describing himself as a “children’s journalist, storyteller, author of librettos and comedies, decorator of environments, set designer, actor, polemicist, director of cartoons and even, in his spare time, an olive picker”.
FROM SANREMO TO THE CORRIERE DEI PICCOLI RETRACING THE STEPS OF ANTONIO RUBINO
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DE SANREMO AU CORRIERE DEI PICCOLI SUR LES TRACES D'ANTONIO RUBINO
Une salle du musée de la ville de Sanremo est consacrée à Antonio Rubino.
Cela n'est pas un hasard : né à Sanremo, mais profondément attaché à Bajardo, le village d'origine de sa famille où il passait beaucoup de temps et où il est mort en 1964, Antonio Rubino a été l'un des plus célèbres illustrateurs et caricaturistes italiens, et on se souvient surtout aujourd'hui d'avoir été l'un des fondateurs du Corriere dei piccoli (Le Courrier des petits), en 1908.
C'est à lui que l'on doit la conception du célèbre titre, mais surtout des personnages célèbres tels que Quadratino, Lillo et Lalla, Viperetta, le perroquet Kikì, Pierino et sa marionnette.
Les traits d'une imagination féroce et les géométries carnavalesques sont la signature très originale de Rubino dans toutes ses œuvres, dont on peut voir aujourd'hui de nombreux exemples au Musée de Piazza Nota. Peintures, planches, bandes dessinées, illustrations mais aussi animations
(son Nel paese dei ranocchi (Au pays des grenouilles) a été primé à la Mostra de Venise en 1942) et contes de fées écrits pour de nombreuses publications auxquelles il a collaboré et bien d’autres volumes.
Outre le Corriere et Topolino (Version italienne du Journal de Mickey) publication qu'il dirige de 1935 à 1940, il dessine et écrit pour des bulletins de guerre, dont La Tradotta, et fonde le Gazzettone, consacré au monde de la Riviera.
Les tendances du début du XXe siècle ont influencé son style : les géométries de l'Art Déco, qui se retrouvent des bandes dessinées aux illustrations, et la sinuosité de l'Art Nouveau, dont Sanremo elle-même s'est inspirée, et auquel les œuvres de Rubino font penser avec leurs éléments floraux et végétaux entrelacés.
Sa production ne pouvait manquer d'inclure des références à son territoire bien-aimé, de Bajardo à Perinaldo et Apricale, où se déroulent certaines de ses histoires publiées dans le Corriere dei Piccoli et rassemblées dans Fiabe quasi vere (Des contes presque vrais).
« Si je suis poète et peintre, je n'y ai ni faute ni mérite ; je suis né ainsi, je ne sais même pas pourquoi », écrit-il dans son curriculum ridiculum, sa dernière œuvre publiée, dans laquelle il se décrit comme un « journaliste pour enfants, fabuliste, auteur de livrets et de comédies, décorateur d'environnements, scénographe, acteur, polémiste, réalisateur de dessins animés et même, à ses heures perdues, cueilleur d'olives ».
ANTONIO RUBINO, MOSTRA PITTORI SANREMESI PIAZZA BRESCA
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Bordighera E la Mostra Internazionale
di Pittura A mericana
Alessandra Chiappori Foto Archivio Balbo
Meta internazionale fin da quando, nell’Ottocento, divenne culla del turismo inglese e luogo prediletto di intellettuali e artisti tra cui Monet, Bordighera vive negli anni Cinquanta del Novecento una stagione di fermento artistico che guarda al di là dell’oceano. Tra il 1952 e il 1957 la cittadina ospita quattro edizioni della Mostra Internazionale di Pittura Americana (nominata così dal 1953), ghiotta occasione di promozione e ambiziosa iniziativa che pone Bordighera al livello della Biennale di Venezia grazie all’esposizione delle opere più innovative dell’epoca, aprendo un dialogo di ampie vedute tra gli artisti emergenti e gli States.
A ideare la prima edizione, nel 1952, fu Giuseppe Balbo, pittore locale. Con l’aiuto di Walter Shaw, scrittore, Jean Guerin, pittore e di Jean Cocteau, tra i primi sostenitori dell’evento, Balbo attirò a Bordighera alcuni pezzi della collezione Peggy Guggenheim e opere del Museum of Non-Objective Painting di New York (oggi Solomon R. Guggenheim Museum). Alla seconda edizione, la mostra poteva vantare tra i prestiti della collezionista opere di Jackson Pollock, Robert Motherwell, Clyfford Still, William Baziotes, Mark Rothko, dipinti tra i più significativi della Scuola di New York, ma anche uno studio di The rope dancer accompanies herself with her shadow, di Man Ray, oggi esposto al MoMa, alcuni esempi di espressionismo astratto, nonché artisti figurativi come Edward Hopper, Ben Shahn, Milton Avery.
Nella sua biografia Out of this Century Peggy Guggenheim ricorda Bordighera proprio quando, nel 1953, fu ospite della Mostra. Le sue opere, scrive, furono esposte “con tanto buon gusto e in un ambiente elegante e accogliente”. Al cuore di uno dei maggiori eventi liguri degli anni Cinquanta c’era la volontà di unire turismo e promozione della cultura costruendo un centro dedicato all’arte e mettendo a sistema le forze di operatori culturali ed enti pubblici. Nonostante lo straordinario successo di pubblico, che attirò a Bordighera lo scenografo Gordon Craig e fece prorogare la mostra, l’evento vedrà solo altre due edizioni nel 1955 e nel 1957.
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JACKSON
POLLOCK CROAKING MOVEMENT 53SANREMO IT
BORDIGHERA AND THE INTERNATIONAL EXHIBITION OF AMERICAN PAINTING
An international destination ever since it became the cradle of English tourism in the 19th century and a favourite haunt of intellectuals and artists including Monet, Bordighera experienced a season of artistic ferment in the 1950s that spanned the ocean. Between 1952 and 1957, the town hosted four editions of the Mostra Internazionale di Pittura Americana (International Exhibition of American Painting) (so named since 1953), a welcome opportunity for promotion and an ambitious initiative that put Bordighera on a par with the Venice Biennale thanks to the exhibition of the most innovative works of the time, opening a wide-ranging dialogue between emerging artists and the States. The first edition, in 1952, was conceived by a local painter, Giuseppe Balbo. With the help of writer Walter Shaw, painter Jean Guerin and Jean Cocteau, one of the first supporters of the event, Balbo attracted
some pieces from the Peggy Guggenheim collection and works from the Museum of Non-Objective Painting in New York (now the Solomon R. Guggenheim Museum) to Bordighera. The collector's loans for the second edition of the exhibition included works by Jackson Pollock, Robert Motherwell, Clyfford Still, William Baziotes, Mark Rothko, some of the most significant paintings of the New York School, as well as a study of The rope dancer accompanies herself with her shadow, by Man Ray, now on display at the MoMa, some examples of abstract expressionism, and works by figurative artists such as Edward Hopper, Ben Shahn, and Milton Avery.
In her biography Out of this Century, Peggy Guggenheim remembers Bordighera when she was a guest at the exhibition in 1953. Her works, she writes, were exhibited “with such good taste and in an elegant and welcoming environment”. At the heart
of one of the major Ligurian events of the 1950s was the desire to unite tourism and the promotion of culture by building a centre dedicated to art and pooling the forces of cultural operators and public bodies. Despite the extraordinary success of the event, which attracted set designer Gordon Craig to Bordighera and caused the exhibition to be extended, only two more editions were held, in 1955 and 1957.
1952 ALLESTIMENTO
PEGEEN VAIL - PICCOLO NUDO
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BORDIGHERA ET L'EXPOSITION INTERNATIONALE DE PEINTURE AMÉRICAINE
Destination internationale depuis qu'elle est devenue le berceau du tourisme anglais au XIXe siècle et le lieu de prédilection d'intellectuels et d'artistes, dont Monet, Bordighera a connu dans les Années 1950 une saison d'effervescence artistique qui regardait au-delà de l'océan. Entre 1952 et 1957, la ville accueille quatre éditions de la Mostra Internazionale di Pittura Americana ou Exposition internationale de peinture américaine (ainsi nommée depuis 1953), une opportunité de promotion tentante et une initiative ambitieuse qui met Bordighera au même niveau que la Biennale de Venise grâce à l'exposition des œuvres les plus innovantes de l'époque,
ouvrant un large dialogue entre les artistes émergents et les États.
La première édition, en 1952, a été conçue par Giuseppe Balbo, un peintre local. Avec l'aide de l'écrivain Walter Shaw, du peintre Jean Guerin et de Jean Cocteau, l'un des premiers soutiens de l'événement, Balbo attire à Bordighera des pièces de la collection Peggy Guggenheim et des œuvres du Museum of Non-Objective Painting de New York (aujourd'hui le Solomon R. Guggenheim Museum).
Lors de sa deuxième édition, l'exposition a pu compter parmi les prêts des collectionneurs des œuvres de Jackson Pollock, Robert Motherwell, Clyfford Still, William Baziotes, Mark Rothko, quelquesunes des peintures les plus représentatives de l'École de New York, mais aussi une étude de The rope dancer accompanies herself with her shadow, de Man Ray,
aujourd'hui exposée au MoMa, quelques exemples d'expressionnisme abstrait, ainsi que des artistes figuratifs comme Edward Hopper, Ben Shahn, Milton Avery. Dans sa biographie Out of this Century, Peggy Guggenheim évoque Bordighera alors qu'elle était invitée à l'exposition en 1953. Ses œuvres, écrit-elle, ont été exposées « avec un tel bon goût et dans un environnement élégant et accueillant ». Au cœur de l'un des événements majeurs de la Ligurie des Années 1950 se trouve la volonté d'unir le tourisme et la promotion de la culture en construisant un centre dédié à l'art et en regroupant les forces des opérateurs culturels et des organismes publics. Malgré l'extraordinaire succès auprès du public, qui a attiré le scénographe Gordon Craig à Bordighera et provoqué l'extension de l'exposition, l'événement ne connaîtra que deux autres éditions, en 1955 et 1957.
1952 BALBO COCTEAU MOSTRA
EMANNUEL VARDI - COMPOSIZIONE MUSICALE
1953 PEGGY GUGGENHEIM
www.archiviobalbo.com 55SANREMO IT
Palazzo
del Parco 56 SANREMO IT
Il Palazzo del Parco nel cuore di Bordighera si rifà il look. Un’opera prevista da tempo e che ora sta per diventare realtà. Già Hotel du Parc, l’attuale Palazzo del Parco, sede del Teatro di Bordighera fu realizzato agli inizi del ‘900 e dal 1947 divenne sede di un evento di grido come il Salone Internazionale dell’Umorismo. Negli anni Cinquanta ebbe una discreta notorietà internazionale, ospitando importanti rassegne di pittura, tra cui quattro edizioni de “Mostra Internazionale di Pittura Americana” con la grande collezionista Peggy Guggenheim, che inviò a Bordighera capolavori di Pollock, Man Ray, Matta e Rothko, Gorky.
Il giardino che circonda il Palazzo, intitolato a Raymond Peynet, ospita alcuni splendidi esemplari di palme e altre specie botaniche, tra cui alcuni centenari Cycas revoluta. Ristrutturato negli anni ’70, è stato al centro di numerosi interventi successivi nel secolo scorso, che di fatto ne hanno modificato forma e funzione ma che non lo hanno di certo reso migliore dal punto di vista architettonico.
Il nuovo restyling, che prevede un abbattimento della parte frontale e la sua ricostruzione, è studiato per ospitare la biblioteca, attività culturali, sala musica e sala conferenze. La parte retrostante continuerà ad ospitare il Teatro dove è previsto un intervento di efficientamento energetico.
L’edificio, a fine lavori, risulterà ridotto dal punto di vista volumetrico, con un miglioramento estetico, oltre che nella viabilità di Bordighera. Grande spazio e importanza verranno dati al verde del parco che circonda il Palazzo.
A portare avanti il progetto, per la parte anteriore, è lo studio Tectoo di Milano dell’architetto Susanna Scarabicchi, per conto dell’Immobiliare Angst, società che fa capo al gruppo Bizzi & Partners, come scomputo degli oneri di urbanizzazione per la ristrutturazione del complesso immobiliare ex Hotel Angst, con un investimento stimato in 3,2 milioni di euro. Un nome di prestigio e di grande professionalità quello della genovese Scarabicchi, che per 26 anni ha affiancato un mostro sacro dell’architettura internazionale, come Renzo Piano, diventando negli anni anche partner della Renzo Piano Building Workshop. Insieme, i due architetti, hanno portato avanti progetti di grande importanza come l’ampliamento dell’Acquario, l’Accademia Museo del Cinema di Los Angeles e tante altre opere in varie parti del mondo.
Con l’architetto Scarabicchi il Palazzo del Parco cambierà dunque il suo volto diventando più moderno e funzionale e integrandosi meglio nell’assetto urbanistico di Bordighera.
Luca Giovannetti
Foto © Tectoo
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PALAZZO DEL PARCO BORDIGHERA
The makeover of Palazzo del Parco (palace of the park), in the heart of Bordighera, is about to conclude.
Previously the Hotel du Parc, the current Palazzo del Parco - home to the Bordighera (Imperia) Theatre and the venue of a resounding event like the International Festival of Humour for years on end - was erected in the early -1900s and bombed during World War II. In the 1950s, it gained considerable international fame by hosting important art shows such as the “Exhibition of American Painting” (1953) thanks to the great collector Peggy Guggenheim, who shipped masterpieces by Pollock, Man Ray, Matta, Rothko, and Gorky to Bordighera. The gardens surrounding the palace, named after Raymond Peynet, host some of the most impressive examples of palm trees and other botanical species, including the venerable Cycas revoluta.
After being restored in the ’70s, it was subject to numerous touch-ups in the following decades of the 1900s which have de facto modified its shape and function but have certainly not improved it from an architectural perspective.
The new restyling, involving the demolition of the front part and its reconstruction, is designed to house the library, cultural activities, music room and conference hall. The rear part will continue to house the theatre where energy efficiency work is planned.
In the end, the structure will be downsized in terms of surface area but upgraded in the aesthetic sense. It will also facilitate traffic in Bordighera. The park surrounding the palace will have a key role in the new design. This project is led by Susanna Scarabicchi and her Tectoo studio in Milan, on behalf of Immobiliare Angst, a real estate company belonging to the Bizzi & Partners group. Total investments will amount to 3.2 million euros, following a deduction from urbanization fees for the restoration of the former Hotel Angst. The Genoa-native Scarabicchi is a great professional and big name in architecture, with 26 years of shadowing a legend like Renzo Piano behind her. She also became, over the years, a partner of the Renzo Piano Building Workshop. Together, the two architects have conducted immense projects such as the enlargement of the Genoa Aquarium, the Los Angeles Academy Museum of Motion Pictures, and numerous other works worldwide. Thanks to such a prominent architect, Palazzo del Parco will change its look, becoming more modern, functional, and integrated with the Bordighera urban context.
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Le Palazzo del Parco, au cœur de Bordighera, se refait une beauté. Ce projet planifié depuis longtemps est maintenant sur le point de devenir réalité.
Appelé dans le passé Hotel du Parc, l'actuel Palazzo del Parco, qui abrite le théâtre de Bordighera et a accueilli pendant des années le Festival Internationale de l'Humour, a été construit au début du XXe siècle et bombardé pendant la Seconde Guerre mondiale. Dans les années 1950, il acquiert une certaine notoriété internationale, en accueillant d'importantes expositions de peinture, dont la « IIe Exposition internationale de peinture américaine », en 1953, avec la grande collectionneuse Peggy Guggenheim, qui a envoyé à Bordighera des chefs-d'œuvre de Pollock, Man Ray, Matta, Rothko et Gorky. Le jardin entourant le palais, qui porte le nom de Raymond Peynet, abrite de splendides spécimens de palmiers et d'autres espèces botaniques, dont le Cycas revoluta, vieux de plusieurs siècles.
Remanié dans les Années 1970, le jardin a subi de nombreux changements successifs au cours du siècle dernier, qui ont modifié sa forme et sa fonction mais n'ont pas apporté d’amélioration du point de vue architectural.
Le nouveau restyling, impliquant la démolition de la partie avant et sa reconstruction, est destiné à accueillir la bibliothèque, les activités culturelles, la salle de musique et la salle de conférence. La partie arrière continuera à abriter le théâtre où des travaux d'efficacité énergétique sont prévus.
Une fois les travaux terminés, le bâtiment sera réduit en volume, avec une amélioration de l'esthétique, ainsi que de la circulation à Bordighera. Une grande place et une grande importance seront accordées aux espaces verts du parc entourant le Palazzo del Parco.
Le projet est réalisé par le cabinet Tectoo de l'architecte Susanna Scarabicchi de Milan, pour le compte de Immobiliare Angst, une société du Groupe Bizzi & Partners, en compensation des charges d'urbanisation pour la rénovation de l'ancien complexe immobilier Hotel Angst, avec un investissement estimé à 3,2 millions d'euros. Scarabicchi, originaire de Gênes, est un nom prestigieux, réputé pour son grand professionnalisme et qui, depuis 26 ans, travaille aux côtés d'un monstre sacré de l'architecture internationale, Renzo Piano, qui est devenu, également au fil des ans, un partenaire du Renzo Piano Building Workshop. Ensemble, les deux architectes ont réalisé de grands projets tels que l'agrandissement de l'Aquarium, l'Academy Museum of Motion Pictures de Los Angeles et de nombreux autres travaux dans différentes parties du monde.
Grâce à l'architecte Scarabicchi, le Palazzo del Parco changera de visage, devenant plus moderne et fonctionnel et mieux intégré dans le paysage urbain de Bordighera.
www.palazzodelparco.com 59SANREMO IT
Clarence Bicknell e l’Esperanto
Tra il 1872 e il 1887 l’oculista polacco Ludwik Lejzer Zamenhof, sviluppò una nuova lingua dandole il nome di Esperanto (colui che spera). L’intenzione di Zamenhof era quella di creare una nuova lingua per facilitare il dialogo dei popoli cercando di creare tra di essi comprensione e pace con una nuova lingua semplice, ma espressiva, appartenente all'umanità e non a un popolo. Nel 1897 Clarence Bicknell a Bordighera, entra a far parte del movimento esperantista e nell’agosto del 1905 partecipa al
primo congresso universale esperantista a Boulogne-sur-Mer, nel dipartimento Passo di Calais. Al congresso parteciparono 688 esperantisti, di 20 nazionalità differenti, e venne creato un Comitato Linguistico (Lingva Komitato) che collaborò con Zamenhof nel controllo dell’evoluzione della lingua. Furono eletti 102 membri di 28 nazioni, tra cui 6 in arrivo dall’Italia: Marignoni
(Crema) primo esperantista italiano, Raffaele Bagnulo (Napoli) giurista e promotore dell’esperanto presso personalità politiche, Clarence Bicknell (Bordighera) botanico, archeologo, studioso e poeta; Gallois (Riolunato-Modena) fondatore della rivista L’esperantista, Rosa Junch (Bordighera) professoressa e molto amica di De Amicis, Gaspard Blanc (Roma) professore all’università di Roma. Clarence Bicknell partecipa successivamente ai Universala Kongreso de Esperanto (Congresso
Luca Giovannetti
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Universale di Esperanto), nel 1907 a Cambridge, nel 1912 a Cracovia e nel 1914 a Parigi. Nel 1906 è nei fondatori del “Gruppo Milanese per l’esperanto” (oggi CEM) con Rosa Junch, insieme nel 1910 fondano a Bordighera il gruppo esperantista Antauen (Avanti in esperanto), di cui sarà presidente fino alla sua morte nel 1918.
Nel 2017 l'Istituto Internazionale di Studi Liguri (IISL), grazie al contributo della Compagnia di San Paolo di Torino, ha
acquisito un consistente lotto di materiali appartenuti a Clarence Bicknell che hanno permesso di approfondire la conoscenza delle attività esperantiste di Bicknell, le sue partecipazioni ai congressi e incontri internazionali e le sue opere tra cui: liriche, prose, inni religiosi, traduzioni di opere italiane e straniere, una guida della Valle Pesio, un articolo sulle incisioni rupestri del Monte Bego, a cui si aggiungono anche le numerose traduzioni in braille per gli esperantisti ciechi.
BICKNELL
KAJ ESPERANTO
Inter 1872 kaj 1887 la pola okulkuracisto Ludoviko Lazaro Zamenhof disvolvis novan lingvon donante al ĝi la nomon Esperanto (tiu, kiu esperas). La intenco de Zamenhof estis krei novan lingvon por faciligi la dialogon de la popoloj, penante krei inter ili komprenon kaj pacon per nova lingvo simpla sed esprimplena, apartenanta al la homaro kaj ne al unu popolo.
En 1897 Clarence Bicknell aliĝis en Bordighera al la Esperanto-movado kaj en a gusto 1905 li partoprenis en la unua universala Esperanto-kongreso en Bulonjo- eMaro, en la departemento Pas de Calais. La kongreson partoprenis 688 esperantistoj, el 20 diversaj nacioj, kaj estis kreata Lingva Komitato, kiu kunlaboris kun Zamenhof en la kontrolo de la evoluo de la lingvo. Oni elektis 102 membrojn el 28 nacioj, inkluzive de 6 alvenintaj el Italio: Marignoni (Crema) unua itala esperantisto, Raffaele Bagnulo (Napolo) juristo kaj iniciatinto de Esperanto inter gravaj politikistoj, Clarence Bicknell (Bordighera) botanikisto, arkeologo, klerulo kaj poeto; Gallois (Riolunato-Modena) fondinto de la revuo L’esperantista, Rosa Junk (Bordighera) instruistino tre amika de De Amicis, Gaspard Blanc (Romo) profesoro e la Roma Universitato.
Clarence Bicknell poste partoprenis en la Universalaj Kongresoj de Esperanto, en 1907 en Kembriĝo, en 1912 en Krakovo kaj en 1914 en Parizo.
En 1906 li estis inter la fondantoj de la "Milana Grupo por Esperanto" (hodia CEM) kun Rosa Junk; kune en 1910 ili fondis en Bordighera la Esperanto-grupon Anta en, kies li estos prezidanto ĝis sia morto en 1918.
En 2017 la Internacia Instituto de Liguriaj Studoj (IISL), danke al la kontribuo de la Compagnia di San Paolo de Torino, akiris grandan aron da materialoj apartenintaj al Clarence Bicknell, kiuj permesis profundigi la konon de la Esperanto-agado de Bicknell, liajn partoprenojn en internaciaj kongresoj kaj renkontiĝoj kaj liaj verkojn inkluzive de: liriktekstoj, proza oj, religiaj himnoj, tradukoj de italaj kaj eksterlandaj verkoj, gvidilo de la Valo Pesio, artikolo pri la rokgravuroj de Monte Bego, al kiuj aldoniĝas anka multnombraj tradukoj en brajlo por blindaj Esperantistoj.
CLARENCE
PRIMO CONGRESSO ESPERANTO 1905 - UK1905 - FOTO © WIKIPEDIA
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BICKNELL AND ESPERANTO
Between 1872 and 1887, Polish ophthalmologist Ludwik Lejzer Zamenhof developed a new language and called it Esperanto (he who hopes). Zamenhof's intention was to create a new language to facilitate communication between peoples, trying to create understanding and peace between them with a new, simple but expressive language, that belonged to humanity as a whole and not to an individual people.
Clarence Bicknell joined the Esperanto movement in Bordighera in 1897 and, in August 1905, took part in the first universal Esperanto congress in Boulogne-sur-Mer, in the French Pas-de-Calais department. The congress was attended by 688 Esperantists from 20 different countries, and a Linguistic Committee (Lingva Komitato) was created to work together with Zamenhof in controlling the evolution of the language. 102 members from 28 nations were elected, including six from Italy: Marignoni (Crema) the first Italian Esperantist, Raffaele Bagnulo (Naples) jurist and promoter of Esperanto among political figures, Clarence Bicknell (Bordighera) botanist, archaeologist, scholar and poet; Gallois (Riolunato-Modena) founder of the magazine L'Esperantista, Rosa Junch (Bordighera) professor and close friend of De Amicis, and Gaspard Blanc (Rome) professor at the University of Rome. Clarence Bicknell subsequently participated in the Universala Kongreso de Esperanto (Universal Congress of Esperanto), in 1907
in Cambridge, in 1912 in Krakow and in 1914 in Paris.
In 1906 he was among the founders of the “Gruppo Milanese per l'Esperanto” (now CEM) with Rosa Junch. Together, in 1910, they founded the Esperanto group Antauen (which means forward in Esperanto) in Bordighera, of which he was chairman until his death in 1918.
In 2017, thanks to the contribution of the Compagnia di San Paolo of Turin, the International Institute of Ligurian Studies (IISL) acquired a substantial collection of materials that belonged to Clarence Bicknell, making it possible to further our knowledge of Bicknell's Esperanto activities, his participation in international congresses and meetings, and his works. These included lyrics, prose, religious hymns, translations of Italian and foreign works, a guide to the Pesio Valley, an article on the rock engravings of Monte Bego, as well as numerous Braille translations for blind Esperantists.
FONTI/SOURCES:
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• Pionieri dell’Esperanto
Migliorini (1982)
• Cento anni di Esperanto
Minnaja (2007)
• Bicknell e lo spirito esperantista, Lotto
- www.museobicknell.com
• Clarence Bicknell, Esperanto, Lingva Komitato, Simboli dell'Esperanto, Congresso universale di Esperanto del 1905, Albert Gallois, Raffaele Bagnulo - Wikipedia
• Daniele Marignoni, il primo esperantista italiano - www.ikue.org
• Angelo Filippetti (e l’esperanto a Milano) -
- www.trapassatoefuturo.it
CLARENCE
The book of Guest in Esperanto Clarence Bicknell
Alla ricerca della democrazia linguistica: L'Esperanto in Italia - Carlo
in Italia Elio
a Padova
2017
Esperanto 125
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CLARENCE BICKNELL ET L'ESPÉRANTO
Entre 1872 et 1887, l'ophtalmologue polonais Ludwik Lejzer Zamenhof a développé une nouvelle langue et lui a donné le nom d'espéranto (celui qui espère). L'intention de Zamenhof était de créer une nouvelle langue pour faciliter le dialogue des peuples en essayant de créer la compréhension et la paix entre eux avec une nouvelle langue, simple mais expressive, appartenant à l'humanité et non à un peuple.
En 1897, Clarence Bicknell rejoint le mouvement espérantiste à Bordighera, et en août 1905, il participe au premier congrès universel d'espéranto à Boulogne-sur-Mer, dans le département du Pas-de-Calais. Le congrès a réuni 688 espérantistes, de 20 nationalités différentes, et un comité linguistique (Lingva Komitato) a été créé, qui a collaboré avec Zamenhof pour contrôler l'évolution de la langue. 102 membres de 28 nations ont été élus, dont 6 Italiens : Marignoni (Crema) premier espérantiste italien, Raffaele Bagnulo (Naples) juriste et promoteur de l'espéranto auprès de personnalités politiques, Clarence Bicknell (Bordighera) botaniste, archéologue, érudit et poète ; Gallois (Riolunato-Modena) fondateur de la revue L'Esperantista, Rosa Junch (Bordighera) professeur et amie proche de De Amicis, Gaspard Blanc (Rome) professeur à l'Université de Rome. Clarence Bicknell a ensuite participé à l'Universala Kongreso de Esperanto (Congrès universel d'espéranto), en 1907 à Cambridge, en 1912 à Cracovie et en 1914 à Paris.
En 1906, il fait partie des fondateurs du « Gruppo Milanese per l'Esperanto » (aujourd'hui CEM) avec Rosa Junch, et ensemble, en 1910, ils fondent le groupe d'espéranto Antauen (En avant en espéranto) à Bordighera, dont il sera le président jusqu'à sa mort en 1918.
En 2017, l'Institut international d'études ligures (IISL), grâce à la contribution de la Compagnia di San Paolo de Turin, a acquis un important lot de matériel appartenant à Clarence Bicknell qui a permis d'approfondir notre connaissance des activités de Bicknell dans le domaine de l'espéranto, de sa participation aux congrès et des rencontres internationales, et de ses œuvres, notamment : des textes, de la prose, des hymnes religieux, des traductions d'œuvres italiennes et étrangères, un guide de la Vallée Pesio, un article sur les gravures rupestres du Mont Bégo, auxquels s'ajoutent ses nombreuses traductions en braille pour les espérantistes aveugles.
ZAMENHOF
IDEATORE ESPERANTO - FOTO © WIKIPEDIA www.iisl.it FOTO © IISL 63SANREMO IT
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Valle delle meraviglie
la storia dentro un nome
Alessandra Chiappori Foto © CRT Côte d'Azur France/Georges Veran
Nel cuore delle Alpi sudoccidentali, il Monte Bego è fin dall’antichità un luogo sacro per i liguri e dal 1989, è Monumento storico per il suo patrimonio archeologico: oltre quattromila rocce scolpite che si inseguono per duemila ettari. Siamo tra i 2000 e 2800 metri, nella parte orientale del parco del Mercantour, a due passi dalla Val Roya e sul confine italo-francese.
Uno spartiacque naturale per una vallata accomunata da un’unica cultura pastorale che ha radici remote.
I primi insediamenti nella Valle risalgono al 5800 a.C., ma è verso il 3300 a.C. che questi luoghi diventano sito di elezione, per oltre un millennio, degli incisori rupestri.
La roccia racconta con i suoi segni curiosi, enigmatici, per questo meravigliosi: così li interpretarono i primi visitatori di questi luoghi nel XVII secolo, battezzando la Valle. A ufficializzare l’appellativo di Valle delle meraviglie fu lo storico di casa Savoia Pietro Gioffredo, nel suo “Storia delle Alpi Marittime”, opera secentesca data alle stampe solo a metà Ottocento, la più antica fonte manoscritta sulle incisioni
rupestri alpine in Europa. Gioffredo cita Lorenzo Onorato, parroco di Belvédère, che raccontava le “pietre figurate” di “Monbego” e i “Laghi della Maraviglia”, descrivendo le misteriose figure incise sulle “pietre maravigliose”.
Solo più tardi arriveranno gli studi scientifici di Matthew Mooggridge, che nel 1868 evidenzierà il legame tra i simboli e i pittogrammi, e di Emile Rivière, che nel 1877 collegherà i graffiti all’Età del bronzo. Dal 1885 sarà Clarence Bicknell, naturalista, a dare slancio all’appellativo Valle delle Meraviglie, rendendolo il toponimo ancora oggi noto. Bicknell si appassiona alle incisioni e ne raccoglie in modo sistematico decine di migliaia con un rigoroso metodo di classificazione. Un lavoro proseguito dal 1920 con la campagna archeologica di Piero Barocelli e poi di Carlo Conti, che va avanti fino alla guerra, e ripreso infine con la schedatura di Henry de Lumley, dal 1967 agli anni Novanta.
Il Musée départemental des Merveilles di Tenda racconta la storia naturale del sito, l’archeologia, ma anche le arti e tradizioni di quello che è considerato il più esteso monumento storico francese.
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THE VALLEY OF MARVELS: HISTORY WITHIN A NAME
In the heart of the south-western Alps, Mount Bego has been a sacred place for the Ligurians since ancient times, and a historical monument since 1989 thanks to its archaeological heritage: more than four thousand engraved rocks covering an area of two thousand hectares. We are at an altitude of between 2000 and 2800 metres, in the eastern part of the Mercantour park, a stone's throw from Val Roya and on the FrenchItalian border. A natural watershed for a valley united by a unique pastoral culture rooted in the distant past. The first settlements in the valley date back to 5800 B.C., but it was in around 3300 B.C. that these places became the site of choice for rock engravers for over a thousand years. With its curious, enigmatic, and consequently marvellous signs, the rock tells its story: this is how the first visitors to these places interpreted them in the 17th century and gave the valley its name.
It was Savoy historian Pietro Gioffredo who made the name Valley of Marvels official, in his “Storia delle Alpi Marittime” (History of the Maritime Alps), a 17th-century work that was only printed in the mid-19th century and is the oldest manuscript on Alpine rock engravings in Europe. Gioffredo quotes Lorenzo Onorato, parish priest of Belvédère, who described the mysterious figures engraved on the “marvellous stones” of “Monbego” and the “Lakes of Marvel”.
It was only later that scientific studies by Matthew Mooggridge, who highlighted the link between the symbols and pictograms in 1868, and Emile Rivière, who linked the graffiti to the Bronze Age in 1877, would follow. From 1885, naturalist Clarence Bicknell gave momentum to the name Valley of Marvels, making it the toponym by which it is still known today. Bicknell became passionate about engravings and systematically collected tens of thousands of them, using a meticulous method of classification. This work continued from 1920 with the archaeological
campaign by Piero Barocelli and then Carlo Conti, which progressed until the war, and was finally resumed with Henry de Lumley's cataloguing, from 1967 to the 1990s.
The Musée départemental des Merveilles in Tende tells the story of the site's natural history and archaeology, but also the arts and traditions of what is considered the largest historical monument in France.
PIETRO GIOFFREDO - FOTO © WIKIMEDIA
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LA VALLÉE DES MERVEILLES: L’HISTOIRE EST DANS LE NOM
Au cœur des Alpes du sud-ouest, le mont Bego est un lieu sacré pour les Liguriens depuis l'Antiquité. Depuis 1989, il est classé Monument historique pour son patrimoine archéologique : plus de quatre mille roches sculptées qui couvrent deux mille hectares. Nous sommes entre 2000 et 2800 mètres, dans la partie orientale du parc du Mercantour, à deux pas du Vallée de la Roya et à la frontière franco-italienne.
Un bassin versant naturel pour une vallée unie par une culture pastorale unique qui a des racines lointaines. Les premiers établissements de la vallée remontent à 5800 avant J.-C., mais c'est vers 3300 avant J.-C. que ces lieux sont devenus le site de prédilection des graveurs de roches pendant plus d'un millénaire.
La roche raconte avec ses signes curieux, énigmatiques et pour cela merveilleux : c'est ainsi que les premiers visiteurs de ces lieux les ont interprétés au XVIIe siècle, en baptisant la Vallée.
C'est l'historien savoyard Pietro Gioffredo qui a officialisé le nom de Valle delle meraviglie (en français : Vallée des merveilles) dans sa « Storia delle Alpi Marittime » (en français : Histoire des Alpes maritimes), un ouvrage du XVIIe siècle qui n'a été imprimé qu'au milieu du XIXe siècle et qui constitue la plus ancienne source manuscrite de gravures rupestres alpines en Europe. Gioffredo cite Lorenzo Onorato, curé de Belvédère, qui a décrit les figures mystérieuses gravées sur les « pierres merveilleuses » de « Monbego » et des « Lacs des Merveilles ». Ce n'est que plus tard que viendront les études scientifiques de Matthew Mooggridge, qui, en 1868, met en évidence le lien entre symboles et pictogrammes, et d'Emile Rivière, qui, en 1877, relie les graffitis à l'âge du bronze.
À partir de 1885, ce sera Clarence Bicknell, un naturaliste, qui donnera l'impulsion au nom de Valle delle Meraviglie, en en faisant le toponyme encore connu aujourd'hui. Bicknell se passionne pour les gravures et en collecte systématiquement des dizaines de milliers
en utilisant une méthode de classification rigoureuse. Ce travail s'est poursuivi à partir de 1920 avec la campagne archéologique de Piero Barocelli puis de Carlo Conti, qui s'est poursuivie jusqu'à la guerre, et a finalement repris avec le classement de Henry de Lumley, de 1967 aux années 1990. Le Musée départemental des Merveilles de Tende raconte l'histoire naturelle du site, son archéologie, mais aussi les arts et traditions de ce qui est considéré comme le plus grand monument historique de France.
museedesmerveilles.departement06.fr 67SANREMO IT
La città araldica I BLASONI DELLE CITTÀ NELLA RIVIERA DEI FIORI 68 SANREMO IT
Alessandro Giacobbe
Blasone o arma. Questo è il termine araldico preciso per quello che normalmente si chiama “stemma” in italiano, che hanno tutti i comuni italiani e in cui si riconoscono.
Le principali città costiere dell’estrema Liguria occidentale hanno blasoni complessi e carichi di significati storici.
Per Imperia sono elementi caratterizzanti le croci di San Giorgio (rossa in campo bianco), riferibile alla tradizione genovese, e di San Maurizio (bianca in campo rosso), di tradizione sabauda. La prima a ricordare Porto Maurizio, la seconda per Oneglia. Le torri e l’olivo sono simboliche di passato e presente locale.
Di potente significato storico, molto noto, è lo “stemma” di Sanremo. Tutti vedono, ad esempio, il premio consegnato al vincitore del Festival musicale che riproduce lo stemma: la palma, il leone rampante, la sua corona. La palma è conosciuta nei simboli sanremesi più lontani nel tempo: il portale sinistro della chiesa di San Siro, il primo blasone posto sopra la porta di Santo Stefano nel 1321. Dipinti e documenti, da seicento anni ad oggi, vedono la presenza del leopardo e poi del leone. Curiosamente lo stemma di Bordighera è molto simile. La palma è presente in alcune versioni più antiche del blasone, dove un leone si appoggia ad un pino.
Ancora, si trova un leone rampante giallo in campo rosso nell’arma di Ventimiglia. Qui gli elementi distintivi sono i colori cittadini, la corona di contea, a ricordo della presenza dei conti di Ventimiglia, e il motto Ad arma iit. Questa frase è una citazione da Cicerone, che ricorda quando gli abitanti dell’allora Albintimilium insorsero contro i partigiani di Pompeo in difesa di Giulio Cesare nel 49 a.C. .
Gli animali sono sempre protagonisti degli stemmi del Dianese, in cui compare il grifone, con un evidente riferimento alla città di Genova, che ha controllato il Dianese per più di 500 anni. I blasoni dei comuni dell’entroterra potrebbero essere tutti più o meno interessanti, fra cui spicca l’arma di Triora ove campeggia Cerbero, il cane a tre teste, di origine colta per via dei percorsi scolastici complessi, ove il latino era di uso comune.
COMUNE DI IMPERIA
COMUNE DI VENTIMIGLIA
COMUNE DI PIEVE DI TECO
COMUNE DI DIANO MARINA
COMUNE DI TRIORA
COMUNE DI BORDIGHERA
COMUNE DI TAGGIA
IMMAGINE © DEPOSITPHOTO 69SANREMO IT
Blasone or arma. This is the precise heraldic term for what is usually called a stemma in Italian, which all Italian municipalities have and with which they identify, and which translates into English as “coat of arms”.
The main coastal cities in the extreme western part of Liguria have complex coats of arms loaded with historical significance.
For Imperia, the characteristic elements are the crosses of St George (red on a white background), referable to the Genoese tradition, and St Maurice (white on a red background), of Savoy tradition. One symbolising Oneglia and the other Porto San Maurizio. The towers and the olive tree are local symbols of the past and present.
Of powerful historical significance, and very well known, is the “coat of arms” of Sanremo. Everyone in Italy is familiar with the prize awarded to the winner of the Sanremo song festival, which reproduces the coat of arms: the palm, the rampant lion, its crown. The palm is recognised in San Remo's earliest symbols: the left portal of the church of San Siro, the first coat of arms placed above the gate of Santo Stefano in 1321. For the past six hundred years,
paintings and documents have featured the leopard and then the lion.
Curiously, the coat of arms of Bordighera is very similar. The palm is present in some older versions of the coat of arms, in which a lion leans against a pine tree.
Again, there is a yellow rampant lion on a red background in the coat of arms of Ventimiglia. The distinctive elements here are the colours of the city, the crown of the county, in memory of the presence of the Counts of Ventimiglia, and the motto Ad arma iit. This sentence is a citation of Cicero, reminiscent of when the inhabitants of what was then Albintimilium rose up against Pompey's partisans in defence of Julius Caesar in 49 BC.
Animals are also featured in the coats of arms of the Dianese area, in which the griffin appears, with obvious reference to the city of Genoa, which controlled the area for over 500 years.
The coats of arms of the inland municipalities are all of varying degrees of interest and include the coat of arms of Triora, featuring Cerberus, the three-headed dog, of cultured origin due to the complex schooling process, in which Latin was commonly used.
THE HERALDIC CITY: THE COATS OF ARMS OF TOWNS ON THE RIVIERA DEI FIORI
TRIORA 70 SANREMO IT
LA VILLE HÉRALDIQUE: LES ARMOIRIES DES VILLES DE LA RIVIERA DEI FIORI
Blason ou armoiries. C'est le terme héraldique précis pour ce que l'on appelle normalement un « stemma » en italien, que toutes les municipalités italiennes possèdent et avec lequel elles s'identifient.
Les principales villes côtières de l'extrême ouest de la Ligurie présentent des blasons complexes chargés de signification historique.
Pour Imperia, les éléments caractéristiques sont les croix de Saint Georges (rouge sur fond blanc), faisant référence à la tradition génoise, et de Saint Maurice (blanc sur fond rouge), de la tradition savoyarde.
La première rappelle Porto Maurizio, la seconde Oneglia. Les tours et l'olivier sont des symboles du passé et du présent de la région.
Le blason de Sanremo a une grande importance historique et est très connu.
Tout le monde voit, par exemple, le prix décerné au vainqueur du festival de musique reproduisant le blason : la palme, le lion rampant, sa couronne. Le palmier est reconnu comme l’un des symboles les plus anciens de San Remo ; il est représenté sur le portail gauche de l'église de San Siro, le premier blason placé au-dessus de la porte de Santo Stefano en 1321. Des peintures
et des documents, du XVe siècle à nos jours, montrent un léopard, puis le lion. Curieusement, les armoiries de Bordighera sont très similaires. Le palmier est présent dans certaines versions plus anciennes du blason, où un lion s'appuie sur un pin.
On retrouve également un lion rampant jaune sur un fond rouge dans les armoiries de Vintimille. Les éléments particuliers sont les couleurs de la ville, la couronne comtale, rappelant la présence des comtes de Vintimille, et la devise Ad arma iit. Cette phrase est une citation de Cicéron, qui rappelle l’époque où les habitants de ce qui était alors Albintimilium se sont soulevés contre les partisans de Pompée pour défendre Jules César en 49 av. J.C.
Les animaux occupent toujours une place importante dans les armoiries de la zone de Diano. Le griffon y figure, avec une référence évidente à la ville de Gênes, qui a contrôlé la zone de Diano pendant plus de 500 ans.
Les armoiries des communes de l'arrièrepays peuvent toutes être plus ou moins intéressantes. Des armoiries particulièrement intéressantes sont celles de Triora, où figure Cerbère, le chien à trois têtes, d'origine cultivée en raison de la complexité de la scolarité, où le latin était d'usage courant.
VENTIMIGLIA
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Olioliva 72 SANREMO IT
Appuntamento a Imperia dal 4 al 6 novembre per la XXIII edizione di Olioliva, la manifestazione dedicata all’olio che si è creata uno spazio importante nel contesto degli eventi agroalimentari italiani. Di fatto sarà sempre di più festa “dell’olio nuovo”, dato il cambiamento climatico in atto che tende ad anticipare i tempi di raccolta. Olioliva si svolge nel centro di Oneglia, una delle due città principali che hanno formato Imperia quasi cento anni fa (1923), che per l’occasione sarà nuovamente vestito a festa, luminoso e pieno di persone. Saranno presenti tanti stand di aziende, di enti pubblici, dei Comuni dell’entroterra ligure dove è bello andare a scoprire i
Alessandro Giacobbe
terreni olivati, camminare, vivere la Natura che produce. Un mondo di muri a secco e di olivi argentati attende chiunque voglia completare la sua visita a Olioliva. Prima vedi, prima vivi, poi acquisti e apprendi. Non c’è solo il gusto, ma c’è tutta la storia di secoli di lavoro, di custodia del territorio. Olioliva è anche una splendida occasione per incontri culturali, quanto commerciali.
Ci saranno momenti di riflessione, di condivisione di esperienze in campo agricolo e turistico.
Si parla di situazioni che sono sempre più vicine, perché la crescita del turismo destinato all’aria aperta e al vivere pienamente la realtà dei luoghi è sempre
più importante, trainata soprattutto da un pubblico estero che ha ben capito le reali potenzialità di questi luoghi incontaminati, talora pressoché sconosciuti.
Insomma, Imperia e la Riviera con Olioliva si rivelano, e sono cose belle, anche e soprattutto in autunno. La scoperta dei prodotti di eccellenza liguri, in primo luogo l’olio, che da queste parti vuol dire cultivar Taggiasca ovvero olive in salamoia e olio extravergine di oliva Riviera Ligure DOP, solitamente compagno di Basilico Genovese DOP (che vuol dire pesto) e con uno spazio importante per i vini di Liguria, sempre più apprezzati sul mercato internazionale. Insomma, olio, olive, olivi, ma non solo…
www.olioliva.info
ad Imperia
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The 23rd edition of Olioliva, the event dedicated to olive oil that has created an important space for itself in the context of Italian agrifood events, is scheduled to take place in Imperia from 4 to 6 November. This year it will be more of a celebration “of the new oil”, given the climate change underway, which tends to bring harvesting times forward.
The venue that hosts Olioliva is in the centre of Oneglia, one of the two main towns that formed Imperia almost a hundred years ago (1923), which will once again be festively dressed, brightly lit and full of people for the occasion.
There will be lots of stands featuring companies, public bodies, and municipalities from inland Liguria, where visitors can enjoy discovering the olive groves, walking, and experiencing Nature. A world of dry-stone walls and silver olive trees awaits those who wish to complete their visit to Olioliva. First you see, you experience and then you buy and learn. There is so much more than just taste, with a whole history of centuries of work, of caring for the land.
OLIOLIVA IN IMPERIA OLIOLIVA
IMPERIA
Le rendez-vous est à Imperia du 4 au 6 novembre pour la 23e édition d'Olioliva, l'événement dédié à l'huile qui s'est créé un espace important dans le contexte des événements agroalimentaires italiens. En fait, il s'agira de plus en plus d'une célébration « de l’huile nouvelle », étant donné le changement climatique en cours qui tend à avancer les périodes de récolte.
L'Olioliva se déroulera dans le centre d'Oneglia, l'une des deux villes principales qui ont formé Imperia il y a presque cent ans (1923), qui, pour l'occasion, se parera de ses habits d'apparat, pour briller et qui se remplira de monde.
Il y aura de nombreux stands d'entreprises, d'organismes publics et de communes de l'arrière-pays ligure où il est agréable d'aller découvrir les terres oléicoles, de se promener et de vivre la nature qui produit. Un monde de murs de pierres sèches et d'oliviers argentés attend quiconque veut compléter sa visite à Olioliva. On commence par voir, par expérimenter, puis on achète et on apprend. Il n'y a pas que le goût, il y a toute l'histoire de siècles de travail, de garde de la terre. Olioliva est aussi une merveilleuse occasion de rencontres culturelles, autant que commerciales. Il y aura des moments
Olioliva is also a fantastic opportunity for cultural as well as business meetings. There will be moments of reflection, for sharing experiences in the field of agriculture and tourism. We are talking about situations that are becoming increasingly close, because the growth of outdoor tourism and experiencing the essence of places to the full is becoming more and more important, driven particularly by foreign visitors who clearly understand the real potential of these uncontaminated, sometimes almost unknown places.
In short, with Olioliva both Imperia and the Riviera reveal themselves in all their beauty, which is particularly evident in autumn. The discovery of Ligurian products of excellence, first and foremost oil, which, in this area, means the Taggiasca cultivar of olives in brine and Riviera Ligure DOP extra virgin olive oil, usually accompanied by Basilico Genovese DOP basil (which means pesto) and with a significant space for the wines of Liguria, increasingly appreciated on the international market.
In short, oil, olives, olive trees, and more...
de réflexion, de partage d'expériences en matière d'agriculture et de tourisme. Nous parlons de situations de plus en plus proches, parce que la croissance du tourisme consacré au plein air et à l’expérience pour vivre pleinement de la réalité des lieux est de plus en plus importante, poussée surtout par un public étranger qui a bien compris le potentiel réel de ces lieux non contaminés, parfois presque inconnus.
En bref, Imperia et la Riviera avec Olioliva se révèlent, et offrent de belles choses,
même et surtout en automne. La découverte des produits d'excellence de la Ligurie, en premier lieu l'huile, qui dans ces régions signifie le cultivar Taggiasca ou les olives en saumure et l'huile d'olive extra vierge DOP Riviera Ligure, généralement accompagnée du basilic de la région, le Basilico Genovese DOP (qui signifie pesto) et avec un espace important pour les vins de Ligurie, de plus en plus appréciés sur le marché international.
En bref, de l'huile, des olives, des oliviers, mais pas seulement...
À
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Tecnologia olearia
MODERNI FRANTOI
CICLO CONTINUO
Alessandro Giacobbe
La Liguria è terra di frantoi, soprattutto da seicento anni a questa parte. La tecnica di molitura delle olive è stata perfezionata nel tempo e proprio dalla Liguria, più duecento anni fa, sono partite attività innovative così come la tecnica dell’assaggio dell’olio. Per secoli, ci sono stati cambiamenti per il gumbo, il frantoio come si dice in Liguria di Ponente (a Levante può essere detto la suppressa). Il frantoio poteva essere “a sangue”, ovvero mosso da energia animale e umana, oppure “ad acqua” e qui si capisce
bene quale fosse la forza motrice. La pietra, il legno, sono stati per secoli i protagonisti. Le olive arrivano in frantoio e vanno nella pila, la mola gira, le sminuzza; la pasta di olive poi viene messa in sacchetti circolari forati, originariamente in fibra vegetale, detti “fiscoli”. Questi vengono impilati sotto la pressa e per pressione appunto si ottiene acqua e olio. L’olio è più leggero dell’acqua e quindi può avvenire la separazione, un tempo effettuata in modo manuale. In questo tipo di lavorazioni il meteo, l’aria e la
C’È
UN PRIMA E C’È UN DOPO ANCHE NEL PARTICOLARE MONDO DEI
FRANTOI LIGURI.
I
A
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temperatura sono condizioni importanti per il risultato finale. Da sempre la molitura delle olive è una serie di tante operazioni manuali, attese, parole al caldo dei frantoi tra chi conferisce le olive e i frantoiani. Immagini tradizionali e poetiche che oggi fanno i conti con il progresso giunto anche in questo settore. Entrare oggi in un moderno frantoio è come entrare in una sala operatoria, dove però il principio di estrazione dell’olio è sempre lo stesso: un procedimento puramente meccanico.
La pietra, il legno, l’acqua o la fatica hanno
lasciato spazio all’acciaio e ai procedimenti automatici con velocità regolabili ma costanti.
Gli odierni frantoi a ciclo continuo presentano indubbi vantaggi a favore del prodotto rispetto al passato, a favore della qualità del prodotto e dunque del pubblico.
Le olive vengono separate da eventuale fogliame e residui per essere molite con sistemi sempre più affilati e precisi.
La fase di pressione è sostituita da una di “gramolatura” dove la pasta di olive si lavora in una sorta di centrifuga, tenendo sotto pieno controllo la temperatura che sarà
sempre sotto i 27 gradi per una estrazione “a freddo”.
La separazione di olio, acqua e residuo di lavorazione, la sansa, avviene in uno spazio chiuso. Anzi, tutto il percorso è di fatto protetto perché l’aria può ossidare e condizionare il prodotto finale.
In più si osserva la più rigorosa pulizia, dopo la lavorazione di ogni partita di olive.
Una visita ad una moderna azienda olearia, anche di piccole dimensioni, con innovativo frantoio proprio, è una esperienza da vivere.
La tradizione, ma nel futuro.
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OLIVE
MODERN CONTINUOUS CYCLE MILLS
result. Since time immemorial, the milling of olives has consisted of a sequence of numerous manual operations, waiting and conversations in the heat of the mills between those who deliver the olives and the millers. Traditional and poetic images that now have to contend with the progress that has come to this sector too.
Entering a modern oil mill today is like entering an operating theatre, but the oil extraction principle is still the same: a purely mechanical process.
Stone, wood, water and fatigue have given way to steel and automated processes with adjustable but constant speeds.
Today's continuous cycle mills have undoubted advantages in favour of product quality compared to the past, and this benefits the consumer.
The olives are separated from any foliage and residues and milled with increasingly sharp and precise systems.
The pressing phase has been replaced by “malaxation”, in which the olive paste is processed in a sort of centrifuge, keeping the temperature under full control, always below 27°C, to ensure “cold” extraction.
The separation of oil, water and processing residue, known as Orujo, takes place in an enclosed space. The entire process is protected to prevent the air from causing oxidisation and affecting the final product.
The strictest cleanliness is observed after processing each batch of olives.
A visit to a modern oil producing company, even a small one, with its own innovative oil mill, is an experience not to be missed. Tradition, but looking to the future.
There is a before and there is an after in the particular world of Liguria's oil mills.
Liguria has been a land of oil mills for as long as anyone can remember, especially in the last six hundred years. The olive milling technique has been perfected over time and it was in Liguria that innovative activities were launched more than two hundred years ago, and the technique of tasting the oil was developed.
For centuries, changes were made to the gumbo, the name given to the olive press in western Liguria (in eastern Liguria it may be called the suppressa). The mill could be “a sangue” which means blood-powered, which might sound frightening but simply means that it was driven by animal and human energy. Otherwise it could be “ad acqua", or water powered. Stone and wood played a leading role for centuries.
The olives arrive at the mill and are massed together, the grindstone turns and crushes them; the olive paste is then put into perforated circular bags, originally made of vegetable fibre, called “fiscoli”. These are stacked under the press and pressed to extract water and oil. Oil is lighter than water, so the two substances separate. This used to be done by hand. In this type of processing, weather conditions, air and temperature are all important to the end
OIL TECHNOLOGY
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TECHNOLOGIE DE L’HUILE MOULINS MODERNES À CYCLE CONTINU
Il y a un avant et un après dans le monde particulier des moulins à huile de Ligurie.
La Ligurie est une terre de moulins à huile, surtout depuis six cents ans. La technique de pressage des olives s'est perfectionnée au fil du temps et c'est de Ligurie, il y a plus de deux cents ans, que sont parties les activités innovantes, ainsi que la technique de dégustation de l'huile.
Depuis des siècles, des modifications ont été apportées au gumbo, le pressoir à olives comme on l'appelle en Ligurie occidentale (en Ligurie orientale, on peut l'appeler la suppressa). Le moulin pouvait être « alimenté par le sang », c'est-à-dire par l'énergie animale et humaine, ou « alimenté par l'eau », et dans ce cas, on comprend clairement quelle était la force motrice. La pierre et le bois sont les protagonistes depuis des siècles.
Les olives arrivent au moulin et sont mises en tas, le moulin tourne, les broie ; la pâte d'olives est ensuite mise dans des sacs circulaires perforés, à l'origine en fibre végétale, appelés « scourtins ». Ceux-ci sont empilés sous la presse et par pression on obtient de l'eau et de l'huile. L'huile étant plus légère que l'eau, la séparation, qui se faisait auparavant manuellement, peut avoir lieu.
Dans ce type de traitement, le temps, l'air et la température sont des conditions importantes pour le résultat final.
Depuis toujours, le broyage des olives est une suite de nombreuses opérations manuelles, d'attente, de mots échangés dans la chaleur des moulins entre ceux qui livrent les olives et les mouliniers. Ces images traditionnelles et poétiques se mêlent aujourd'hui au progrès qui est également arrivé dans ce secteur.
Entrer dans une huilerie moderne aujourd'hui, c'est comme entrer dans une salle d'opération, où le principe de l'extraction de l'huile reste toutefois le même : une procédure purement mécanique.
La pierre, le bois, l'eau et la fatigue ont cédé la place à l'acier et aux processus automatiques à vitesse réglable mais constante.
Les moulins à cycle continu d'aujourd'hui présentent des avantages indéniables par rapport au passé en ce qui concerne la qualité du produit et donc le public.
Les olives sont séparées de tout feuillage et résidus pour être pressées avec des systèmes de plus en plus modernes et précis. La
phase de pressage est remplacée par une phase de « malaxage » où la pâte d'olive est traitée dans une sorte de centrifugeuse, en gardant sous contrôle la température, qui sera toujours inférieure à 27 degrés pour une extraction « à froid ».
La séparation de l'huile, de l'eau et du résidu de traitement, les grignons, a lieu dans un espace clos. En fait, tout le processus est
protégé car l'air peut s'oxyder et affecter le produit final.
En outre, la propreté la plus stricte est observée après le traitement de chaque lot d'olives. La visite d'une entreprise de production d’huile moderne, même petite, avec son propre moulin à huile innovant, est une expérience à vivre. La tradition, mais dans l'avenir.
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Sara Giovannetti Foto di Mauro Merlenghi
Il fagiolo comune è originario dell'America Centrale, con la scoperta di Cristoforo Colombo del Nuovo Mondo arrivò in Europa dove si conoscevano solo i fagioli occhiuti, originari dell’Africa sub-sahariana. I nuovi fagioli si diffusero rapidamente perché più facili da coltivare e con una resa quasi doppia.
In Liguria i nuovi fagioli giunsero grazie all'intensa attività commerciale delle città costiere della Riviera, dove approdavano le navi spagnole cariche di cibi del Nuovo Mondo. I fagioli, la patata e il granturco,
conosciuti tutti dal Cinquecento in poi, permisero di nutrirsi anche nei periodi più bui, grazie alla possibilità di coltivarli in piccoli orti contenuti dai muri a secco. A Ventimiglia, esiste un particolare varietà di questo fagiolo detto “Il Fagiolo del Grammondo” che grazie alla famiglia Ballestra di Villatella e a nonna Fina che attraverso la guerra e tante difficoltà è riuscita a portare questa eccellenza ai giorni nostri. Oggi il nipote Flavio Ballestra continua la tradizione e la produzione del “Fagiolo del Grammondo” con l’Azienda Agrituristica
IL Fagiolo LA NUOVA DE.CO. DI VENTIMIGLIA
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“Vecchio Frantoio” a cui si sono uniti tanti altri. Questo fagiolo si contraddistingue per diverse caratteristiche. La forma è singolare, molto tondeggiante, di tono bianco avorio brillante con buccia sottile. È di dimensione medio piccola, pelle molto sottile, tenera e trasparente. Il periderma (strato esterno di rivestimento) del seme, sembra non averlo. La consistenza è morbida e cremosa. Il sapore è delicato e pieno, di fagiolo burroso e non richiede lunghe cotture e a fuoco bassissimo (ricordiamo però che tutti i fagioli devono sempre essere cotti per poterli consumare). Le
aree più adatte alla coltivazione si trovano nei punti più alti, dove i terreni sono ben drenati e l'acqua è quella sorgiva di cui due le più conosciute: il Figallo e il Bearetto. I terreni sono calcarei, ricchi di sali minerali, in dialetto, abrigu, cioè esposte al sole, dove le terrazze con i classici muri a secco, in dialetto maixei, hanno una conformazione con leggeri pendii adatti alla coltivazione, terreni accarezzati dalle brezze marine.
L'area di produzione è tradizionalmente nella zona del Grammondo, nelle frazioni di Sgorra, Sealza, Villatella.
Tutto questo concorre a creare un prodotto dalle caratteristiche organolettiche speciali che il comune di Ventimiglia ha deciso di tutelare con il marchio De.Co. (Denominazione Comunale) e con un disciplinare che indica esattamente cosa si intende con “FAGIOLO DEL GRAMMONDO”
Il futuro del “Fagiolo del Grammondo” è ora legato alla città di Ventimiglia per la promozione, ai suoi commercianti per la vendita e ai ristoratori locali per integrarlo nella loro proposta culinaria.
del Grammondo,
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THE GRAMMONDO BEAN, VENTIMIGLIA’S NEW DE.CO. (MUNICIPAL DESIGNATION)
The common bean originated in Central America. With Christopher Columbus' discovery of the New World, it was brought to Europe where the only bean known was the navy bean, originally from sub-Saharan Africa.
The new beans quickly became popular because they were easier to grow and offered almost twice the yield. They arrived in Liguria as a result of the intense commercial activity of the coastal cities on the Riviera, where Spanish ships loaded with food from the New World docked. Beans, potatoes and maize, all of which have been known since the 16th century, provided people with sustenance even in the darkest periods of history, thanks to the fact that they could be grown in small gardens surrounded by dry-stone walls. In Ventimiglia, there is a particular variety of this bean known as the “Fagiolo del Grammondo” (Grammondo Bean) which, thanks to the Ballestra family of Villatella and their grandmother, Fina, who, despite the war and many hardships, succeeded in preserving this excellence, we are still able to enjoy to this day. Today, Fina's grandson Flavio Ballestra continues
the tradition and production of the “Fagiolo del Grammondo” (Grammondo Bean)
with his “Azienda Agrituristica Vecchio Frantoio”, joined by many others.
This bean is distinguished by several characteristics. It has an unusual, very rounded shape and a bright ivory-white colour. It is medium-small, with a very thin, tender and transparent skin. The periderm (outer coating) of the seed appears to be missing.
The texture is soft and creamy and the flavour is delicate, full and buttery. It doesn't require cooking for hours at a very low heat (but remember that all beans must always be cooked before they can be eaten). The most suitable areas for cultivation are on high ground, where the soils are well drained and the water comes from springs, two of the best known springs being the Figallo and Bearetto. The soils
are calcareous rich in mineral salts, known in local dialect as abrigu, which means exposed to the sun, where terraces with classic dry-stone walls called maixei are characterised by gentle slopes suitable for cultivation, caressed by sea breezes. Production takes place traditionally in the Grammondo area, in the hamlets of Sgorra, Sealza and Villatella.
All this contributes to creating a product with special sensory characteristics that the municipality of Ventimiglia has decided to protect with the De.Co. (Municipal Designation) and with a specification indicating exactly what is meant by the name “FAGIOLO DEL GRAMMONDO” (GRAMMONDO BEAN).
The future of the Grammondo Bean is now linked to the town of Ventimiglia for promotion, to its traders for sales, and to local restaurateurs to incorporate it into their menus.
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Le haricot commun est originaire d'Amérique centrale. Avec la découverte du Nouveau Monde par Christophe Colomb, il est arrivé en Europe où seul le haricot rouge, originaire d'Afrique sub-saharienne, était connu. Les nouveaux haricots se sont rapidement répandus car ils étaient plus faciles à cultiver et avaient un rendement presque double.
En Ligurie, les nouveaux haricots sont arrivés grâce à l'intense activité commerciale des villes côtières de la Riviera, où débarquaient les navires espagnols chargés de denrées en provenance du Nouveau Monde. Les haricots, les pommes de terre et le maïs, tous connus à partir du XVIe siècle, ont permis de se nourrir même dans les périodes les plus sombres, grâce à la possibilité de les cultiver dans de petits jardins contenus par des murs de pierres sèches.
À Vintimille, il existe une variété particulière de ce haricot, connue sous le nom de « Fagiolo del Grammondo » (Haricot du Grand Mont), que l'on doit à la famille Ballestra de Villatella et à sa grand-
mère Fina, qui, à travers la guerre et de nombreuses difficultés, ont réussi à porter cette excellence jusqu'à nos jours. Aujourd'hui, le petit-fils Flavio Ballestra poursuit la tradition et la production du Haricot du Grand Mont avec l'exploitation agricole et touristique « Vecchio Frantoio », auquel se joignent de nombreuses autres exploitations. Ce haricot se distingue par plusieurs caractéristiques. Sa forme est singulière, très ronde, d'un ton blanc ivoire brillant avec une peau fine. Il est de taille moyenne, à peau très fine, tendre et transparent. Le périderme (couche de revêtement externe) de la graine semble manquer. La texture est douce et crémeuse. La saveur est délicate et pleine, de haricot beurre et ne nécessite pas une longue cuisson et un feu très doux (rappelez-vous, cependant, que tous les haricots doivent toujours être cuits avant d'être consommés).
Les zones les plus propices à la culture se trouvent sur les points les plus élevés, où les sols sont bien drainés et où l'eau est une eau de source, dont deux sont parmi les
plus connues : le Figallo et le Bearetto. Les sols sont calcaires, riches en sels minéraux, en dialecte, abrigu, c'est-à-dire exposés au soleil, où les terrasses avec des murs classiques en pierre sèche, en dialecte maixei, ont une conformation avec des pentes douces adaptées à la culture, des sols caressés par la brise marine.
La zone de culture se situe traditionnellement dans la région du Grand Mont, dans les hameaux de Sgorra, Sealza et Villatella. Tout cela contribue à créer un produit aux caractéristiques organoleptiques particulières que la commune de Vintimille a décidé de protéger avec le label d’Appellation Communcale (De-Co. -. Denominazione comunale) et avec une spécification qui indique exactement ce que l'on entend par « FAGIOLO DEL GRAMMONDO » (HARICOT DU GRAND MONT).
L'avenir du « Haricot du Gran Mont » est désormais lié à la ville de Vintimille pour la promotion, à ses commerçants pour la vente, et aux restaurateurs locaux pour l'intégrer dans leurs propositions culinaires.
LE HARICOT DU GRAND MONT, LA NOUVELLE APPELLATION COMMUNALE DE VINTIMILLE
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TESTIMONIANZE MONEGASCHE ALL'INTERNATIONAL HAPPENING HEALING SPACES FESTIVAL DI PERUGIA
Maria Bologna
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Arterapia come aiuto all’assistenza della Salute Mentale: testimonianze monegasche all'International Happening Healing Spaces Festival di Perugia L'associazione “de Bienfaisance Eugenio Benedetti Gaglio”, la cui sede è a Monaco, da anni opera nel Principato con l'obiettivo di promuovere l'attività di arte terapia, promovendo la formazione del personale, la ricerca e gli scambi e le collaborazioni con altre équipe, anche all'estero, principalmente nel campo della salute mentale.
Il Professor Gaetano Benedetti (7 luglio 1920 : 2 dicembre 2013) titolare della cattedra di psichiatria e psicoterapia a Basilea, ha ampiamente contribuito allo sviluppo e alla diffusione dell'arteterapia. Riconosciuto per i suoi lavori e pubblicazioni nel campo della psicoterapia e tra i più brillanti allievi di C.G. Jung, l'accademico italiano originario della Sicilia, il Professore Benedetti riteneva che il terapeuta dovesse “abbandonare l'approccio psicoanalitico classico e il suo atteggiamento di non intervento, per guidare attivamente lo schizofrenico nelle fasi importanti della sua vita, anche nella sua quotidianità”.
Per perpetuare e diffondere il lavoro del fratello, Eugenio Benedetti e la moglie Anna Maria, attraverso l'omonima associazione monegasca, hanno offerto per finanziare le attività di arteterapia nel reparto psichiatrico diretto dalla dott.ssa Valérie Aubin dell'Ospedale Principessa Grace, unica realtà ospedaliera presente nel Principato ma anche di tutta la zona di confine fino a Nizza: "Alcuni anni fa i fondatori dell'associazione 'de Bienfaisance Eugenio Benedetti Gaglio' ci hanno suggerito diverse possibilità di collaborazione, accettando di accompagnarci in particolare nel campo dei disturbi bipolari e dell'arteterapia. La nostra prima collaborazione si è concretizzata il 30 marzo 2016 con l'organizzazione di una serata al Museo Oceanografico, a cui hanno partecipato prestigiosi psichiatri come il Prof. Benoît di Nizza e il Prof. Bellivier di Parigi, personalità monegasche e con la presenza e l'alto patronato di S.A.R. la Principessa Carolina di Hannover. Da allora, ogni anno, il 30 marzo,
sempre in occasione della Giornata Mondiale del Bipolarismo, i Benedetti sostengono finanziariamente questo evento pubblico, oltre a molte altre lodevoli iniziative a supporto del nostro lavoro" ha dichiarato la dott.ssa Aubin da poco rientrata da Perugia dove, sempre grazie al contributo dell'associazione monegasca, un team da lei presieduto ha partecipato per la prima volta alla 22° Conferenza Internazionale di International of Arts Therapies for Psychosis, su invito del prof. Maurizio Peciccia. In questa occasione, il dipartimento di Psichiatria ha presentato il funzionamento dei due laboratori di arteterapia e l'importanza dell'arte nel recupero dei malati mentali in una sezione specificamente dedicata all'arteterapia.
Nel primo intervento Monica Di Rocco, arteterapeuta, e Gaëlle, terapista occupazionale, hanno parlato dell'arteterapia impiegata nell'unità di degenza a tempo pieno, e dei buoni risultati ottenuti.
Nella seconda parte del simposio, invece, si è discusso del laboratorio di arteterapia così come viene praticato nell'unità di psichiatria e psicologia medica UPPM (Unità di Psichiatria e Psicologia Medica) che si trova nei pressi del Roseto Principessa Grace, a Fontvieille, una struttura ambulatoriale dedicata a pazienti affetti da disturbi mentali cronici, stabilizzati.
In particolare, come hanno illustrato Sabrina Mazzola, arteterapeuta, e Carole, infermiera, il lavoro svolto nei musei di Monaco ha permesso di creare un percorso di reinserimento sociale, contribuendo a combattere la stigmatizzazione di cui sono vittime i pazienti. Nell'ambito di queste attività risultanti dalle sessioni di arteterapia, è interessante osservare la qualità di alcune delle creazioni realizzate dai pazienti, che hanno destato particolare interesse, in particolare per le rappresentazioni simboliche da loro elaborate. Risalendo indietro nel tempo, uno dei disegni dei pazienti, il cui originale si trova al Museo dedicato al Prof. Gaetano Benedetti, ad Assisi - mentre una copia si trova al UPPM, n.d.r. - è stato dedicato un francobollo stampato lo scorso anno dall'ufficio filatelico di Monaco, in onore dei 60 anni dalla scomparsa di Jung.
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ART THERAPY AS AN AID TO MENTAL HEALTH CARE: MONEGASQUE TESTIMONIES AT THE INTERNATIONAL HAPPENING HEALING SPACES FESTIVAL IN PERUGIA
The ‘de Bienfaisance Eugenio Benedetti Gaglio’ association, based in Monaco, has been working in the Principality for years with the aim of promoting art therapy activities, staff training, research and exchanges and collaborations with other teams, also abroad, mainly in the field of mental health.
The Professor Gaetano Benedetti (7 July 1920: 2 December 2013) holder of the chair of psychiatry and psychotherapy in Basel has made a major contribution to the development and spread of art therapy. Recognised for his work and publications in the field of psychotherapy and among the most brilliant students of C.G. Jung, the Italian academician from Sicily, the Professor Benedetti believed that the therapist should “abandon the conventional psychoanalytic approach and the non-interventionist attitude to actively guide the schizophrenic through the important phases of life, also at everyday level”.
To perpetuate and disseminate his brother's work, Eugenio Benedetti and his wife Anna Maria have arranged, through the Monegasque association of the same name, have offered to fund art therapy activities incorporated into the psychiatric department directed by Dr. Valérie Aubin at the Princess Grace Hospital, the only hospital facility in the Principality as well as in the entire border area as far as Nice: "Some years ago, the founders of the 'de Bienfaisance Eugenio Benedetti Gaglio' association suggested various opportunities for collaboration, agreeing to accompany us particularly in the field of bipolar disorders and art therapy. Our first collaboration was formalised on 30 March 2016 with the organisation of an evening at the Oceanographic Museum, attended by prestigious psychiatrists such as Prof. Benoît from Nice and Prof. Bellivier from Paris, along with Monegasque VIPs. HRH Princess Caroline of Hanover also attended and was patron of the event. Every year since then, on the 30th of March, World Bipolarism Day, the Benedetti family has financially supported this public event,
in addition to many other praiseworthy initiatives in support of our work", says Dr. Aubin, who has just come back from Perugia where, again thanks to the contribution of the Monegasque association, a team she chaired participated for the first time in the 22nd International Conference of Arts Therapies for Psychosis, at the invitation of Prof. Maurizio Peciccia.
On this occasion, the Psychiatry Department presented the functioning of the two art therapy workshops and the importance of art in the recovery of mentally ill patients, displayed in a section dedicated specifically to art-therapy.
In the first intervention, art therapist Monica Di Rocco and occupational therapist Gaëlle talked about art therapy used in the full-time inpatient unit, and the good results obtained.
In the second part of the symposium, they discussed the art therapy workshop practised in the Psychiatry and Medical Psychology Unit near the Princess Grace Rose Garden in Fontvieille, an outpatient facility dedicated to patients suffering from chronic, stabilised mental disorders.
In particular, as they illustrated art therapist Sabrina Mazzola and Carole, a nurse, the work carried out in Monaco's museums has made it possible to create a route to social reintegration, helping fight the stigmatisation of which the patients are victims.
From these activities originating from art-therapy sessions, it is interesting to observe the quality of some of the creations made by the patients, which aroused particular interest, particularly in terms of the symbolic representations they elaborated.
Going back in time, one of the patients’ drawings, the original of which is in the museum dedicated to Prof. Gaetano Benedetti, in Assisi - while a copy is on display at the Psychiatry and Medical Psychology Unit (ed’s note) - was used on a stamp printed last year by Monaco's philatelic office to commemorate the 60th anniversary of Jung's death.
DA SINISTRA, BENOITE SÉVELINGE, DIRETTRICE CENTRO OSPEDALIERO PRINCESSE GRACE; CAV. EUGENIO BENEDETTI GAGLIO; ANNA MARIA BENEDETTI; DIDIER GAMERDINGER, EX MINISTRO-CONSIGLIERE DELLA SANITÀ E AFFARI SOCIALI DI MONACO
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L'ART-THÉRAPIE COMME AIDE À LA PRISE EN CHARGE EN SANTÉ MENTALE : TÉMOIGNAGES MONÉGASQUES AU FESTIVAL INTERNATIONAL HAPPENING HEALING SPACES DE PÉROUSE
L'association « de Bienfaisance Eugenio Benedetti Gaglio », dont le siège est à Monaco, travaille depuis des années dans la Principauté dans le but de promouvoir les activités d'art-thérapie, de favoriser la formation du personnel, la recherche et les échanges et collaborations avec d'autres équipes, également à l'étranger, principalement dans le domaine de la santé mentale.
Le professeur Gaetano Benedetti (7 juillet 1920 : 2 décembre 2013) titulaire de la chaire de psychiatrie et de psychothérapie à Bâle, a largement contribué à l'essor et à la diffusion de l'art thérapie. Reconnu pour ses travaux et publications dans le domaine de la psychothérapie et parmi les plus brillants élèves de C.G. Jung, académicien italien originaire de Sicile, le professeur Benedetti pensait que le thérapeute devait « abandonner l'approche psychanalytique classique et son attitude non interventionniste, afin de guider activement le schizophrène dans les phases importantes de sa vie, même dans sa vie quotidienne ». Afin de perpétuer et diffuser le travail de son frère, Eugenio Benedetti et son épouse Anna Maria, par le biais de l'association monégasque du même nom, ont proposé de financer des activités d'art-thérapie dans le service de psychiatrie dirigé par le Dr Valérie Aubin au Centre Hospitalier Princesse Grace, seul hôpital de la Principauté mais aussi de toute la zone frontalière jusqu'à Nice : « Il y a quelques années, les fondateurs de l'association 'de Bienfaisance Eugenio Benedetti Gaglio' ont proposé plusieurs possibilités de collaboration, acceptant de nous accompagner notamment dans le domaine des troubles bipolaires et de l'art-thérapie. Notre première collaboration s'est concrétisée le 30 mars 2016 par l'organisation d'une soirée au Musée océanographique, en présence de psychiatres prestigieux tels que le Pr Benoît de Nice et le Pr Bellivier de Paris, de personnalités monégasques et avec la présence et le haut patronage de S.A.R. la Princesse Caroline de Hanovre. Depuis lors, chaque année, le 30 mars, toujours à l'occasion de la Journée mondiale de la bipolarité, la famille Benedetti soutient
financièrement cet événement public, ainsi que de nombreuses autres initiatives louables en faveur de notre travail », a déclaré le Dr Aubin, qui est récemment rentrée de Pérouse où, toujours grâce à la contribution de l'association monégasque, une équipe qu'elle a présidée a participé pour la première fois à la 22e Conférence internationale des thérapies artistiques pour la psychose, à l'invitation du professeur Maurizio Peciccia. À cette occasion, le service de Psychiatrie a présenté le fonctionnement des deux ateliers d’art-thérapie et l'importance de l'art dans le rétablissement des malades mentaux dans une section spécifiquement consacrée à l'art-thérapie.
Dans le premier exposé, Monica Di Rocco, art-thérapeute, et Gaëlle, ergothérapeute, ont parlé de l'art-thérapie utilisée dans l'unité d'hospitalisation à temps plein, et des bons résultats obtenus.
Au cours de la deuxième partie du symposium, les participants ont discuté de l’atelier d'art-thérapie tel qu'il est pratiqué dans l'UPPM (Unité de psychiatrie et de psychologie médicale) située près de la roseraie Princesse Grace à Fontvieille, une structure ambulatoire dédiée aux patients souffrant de troubles mentaux chroniques, stabilisés. En particulier, comme l’ont illustré Sabrina Mazzola, art-thérapeute, et Carole, infirmière, le travail effectué dans les musées de Monaco a permis de créer un parcours de réinsertion sociale, permettant de lutter contre la stigmatisation dont sont victimes les patients.
Dans le cadre de ces activités issues des séances d'art-thérapie, il est intéressant d'observer la qualité de certaines des créations réalisées par les patients, qui ont suscité un intérêt particulier, notamment pour les représentations symboliques qu'ils produisaient.
En remontant dans le temps, l'un de ses dessins de patients, dont l'original se trouve au musée dédié au professeur Gaetano Benedetti, à Assise (tandis qu'une copie se trouve à l'UPPM, éd.) s'est vu consacrer un timbre imprimé l'année dernière par l'Office philatélique de Monaco en l'honneur du 60e anniversaire de la mort de Jung.
DA SINISTRA: CAROLE DOGLIO, SABRINA MAZZOLA, GAELLE LAPPERT, MONICA DI ROCCO, VALERIE AUBIN, EUGENIO BENEDETTI.
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Les Chevalier de Provence
Matilde Mazzia
Oggi, Les Chevalier de Provence, si riferisce ad una entità storica che si costituì nel 1962 come Confrérie Bachique, per la promozione dei vini prodotti nella Provenza e del relativo territorio. Les Chevalier de Provence si svilupparono velocemente oltre il limite provenzale, anche in Italia, accrescendo esponenzialmente il numero dei partecipanti in tutto il globo, dai Caraibi, alle ex colonie Francesi, alle Repubbliche Africane e divenendo quindi un Ordre International. Invece, gli “zoccoli duri” si consolidarono nei territori della Svizzera e dell’Italia.
I convivi, che prendono il nome di Chapitre e Champetre, sono definiti per l’eleganza, la raffinatezza e, per quanto riguarda il distaccamento Costa Azzurra - Riviera dei Fiori, si svolgono nelle strutture più rinomate
della zona come: l’Hotel Royal Sanremo, il Circolo Golf degli Ulivi Sanremo, il Ristorante Biribissi del Casinò di Sanremo, il Grand Hotel del Mare di Bordighera, il Ristorante Lago Bin Rocchetta Nervina, l’Hotel Hermitage Monte Carlo, l’Hotel Negresco di Nizza e così via.
L’anno 2022 è iniziato con il Gala “Benvenuta Estate”, tenutosi a giugno presso il Circolo Golf degli Ulivi a Sanremo, nella quale è stato presentato il nuovo Conseil Supreme che vede come Grand Maître Giorgio Cravaschino di Sanremo. Per il secondo Chapitre Champetre, convivio, dell'anno 2022 tenutosi nel mese di settembre, è stato organizzato un pranzo presso il ristorante Lago Bin, struttura immersa nel verde dell’entroterra rivierasco Rocchetta di Nervina. A questo evento si
sono riunite più di settanta persone tra soci e amici. Come previsto dal cerimoniale, l’evento è stato deliziato dall’amabile voce della cantante Beatrice, lasciando quindi al Grand Maître Giorgio Cravaschino, e alla sua dama Jolanda, di poter aprire le danze, dando l’onere ai commensali di invitare un ospite a danzare con loro. L’obiettivo principale è, come recita il motto dei Chevalier de Provence, “Et que la joie demeure” per tutti i conviviali. L’incontro al Lago Bin si è poi concluso con un “Arrivederci” da parte del Conseil Suprême, perché Les Chevaliers de Provence si incontreranno nuovamente per festeggiare il 57° Grand Chapitre Magistral d’Italie, nonché i primi 60 anni di associazione, presso la struttura liberty del Casinò Municipale di Sanremo.
IN ORIGINE LES CHEVALIER DE PROVENCE ERA UN ORDINE CAVALLERESCO INTERNAZIONALE E INSERITO NELL’AMBITO DEL SOVRANO ORDINE DI MALTA
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Today, Les Chevaliers de Provence refers to a historical organisation established in 1962 as the Confrérie Bachique, for the promotion of wines produced in Provence and the surrounding region. Les Chevaliers de Provence quickly developed beyond Provence, also to Italy, exponentially increasing the number of participants across the globe, from the Caribbean to former French colonies and to the African Republics, becoming an Ordre International. Meanwhile, the “hard core” became consolidated in the territories of Switzerland and Italy.
The summits, known as Chapitre and Champetre, are defined by their elegance, refinement and, as far as the Côte d'Azur - Riviera dei Fiori branch is concerned, take place in the area's most renowned establishments, such as the Hotel Royal Sanremo, the Circolo Golf degli Ulivi Sanremo, the Biribissi Restaurant at Sanremo Casino, the Grand Hotel del Mare in Bordighera, the Lago Bin Rocchetta Nervina Restaurant, the Hotel Hermitage Monte Carlo, the Hotel Negresco in Nice and so on. 2022 began with the “Welcome Summer” Gala, held in June at the Circolo Golf degli Ulivi in Sanremo. The new Conseil Supreme was presented during the Gala, with Giorgio Cravaschino from Sanremo as Grand Maître.
For the second Chapitre Champetre summit of 2022, held in September, a luncheon was organised at the Lago Bin restaurant, immersed in the green hinterland of Rocchetta di Nervina. More than seventy people, including members and friends, gathered at this event. As envisaged by the order of ceremony, the event was graced by the beautiful voice of singer Beatrice, leaving it to Grand Maître Giorgio Cravaschino, and his wife Jolanda, to open the dances, prompting diners to invite a guest to dance with them. As stated by the motto of Les Chevaliers de Provence, the main aim for all its members is “Et que la joie demeure”. The meeting at Lago Bin then ended with a 'Goodbye' from the Conseil Suprême, because Les Chevaliers de Provence will meet again to celebrate the 57th Grand Chapitre Magistral d'Italie, as well as the association's first 60 years of activity, in the Art Nouveau structure of Sanremo's Municipal Casino.
Aujourd'hui, Les Chevaliers de Provence font référence à une entité historique qui a été créée en 1962 sous le nom de Confrérie Bachique, pour la promotion des vins produits en Provence et sur son territoire. Les Chevaliers de Provence se sont rapidement étendus au-delà des frontières provençales, même en Italie, augmentant de façon exponentielle le nombre de participants à travers le monde, des Caraïbes aux anciennes colonies françaises, en passant par les républiques africaines, et devenant ainsi un Ordre International. En revanche, le « noyau dur » s'est consolidé dans les territoires de la Suisse et de l'Italie.
Les conventions, qui prennent le nom de Chapitre et Champetre, se distinguent par leur élégance, leur raffinement et, en ce qui concerne le détachement Côte d'Azur - Riviera dei Fiori, se déroulent dans les établissements les plus renommés de la région tels que : l'Hôtel Royal Sanremo, le Circolo Golf degli Ulivi Sanremo, le restaurant Biribissi du Casino de Sanremo, le Grand Hôtel del Mare à Bordighera, le restaurant Lago Bin Rocchetta Nervina, l'Hôtel Hermitage Monte Carlo, l'Hôtel Negresco à Nice, etc.
L'année 2022 a commencé par le Gala
« Benvenuta Estate », qui s'est tenu en juin au Circolo Golf degli Ulivi de Sanremo, qui a été l’occasion de présenter le nouveau Conseil Suprême, avec Giorgio Cravaschino de Sanremo comme Grand Maître. Pour le deuxième Chapitre Champetre, banquet, de l'année 2022 qui s'est tenu en septembre, un déjeuner a été organisé au restaurant Lago Bin, une structure immergée dans l'arrière-pays verdoyant de la Riviera de Rocchetta di Nervina. Plus de soixante-dix personnes, dont des membres et des amis, se sont réunies pour l’occasion. Comme prévu, l'événement a été marqué par la belle voix de la chanteuse Beatrice ; le Grand Maître Giorgio Cravaschino et sa dame Jolanda ont ainsi ouvert les danses, laissant le soin aux convives d'inviter un hôte à danser avec eux. L'objectif principal est, comme le veut la devise des Chevaliers de Provence, « Et que la joie demeure » pour tous les convives. La réunion à Lago Bin s'est ensuite terminée par un « Aurevoir » du Conseil Suprême, car Les Chevaliers de Provence se retrouveront pour célébrer le 57ème Grand Chapitre Magistral d'Italie, ainsi que les 60 premières années de l'association, dans la structure Art Nouveau du Casino Municipal de Sanremo.
LES CHEVALIERS DE PROVENCE WAS ORIGINALLY AN INTERNATIONAL ORDER OF KNIGHTS AND PART OF THE SOVEREIGN ORDER OF MALTA.
À L'ORIGINE, LES CHEVALIERS DE PROVENCE ÉTAIENT UN ORDRE DE CHEVALERIE INTERNATIONAL ET FAISAIENT PARTIE DE L'ORDRE SOUVERAIN DE MALTE.
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Le Grotte di Roverino
LA BARMA D'U SARAZIN
Luca Giovannetti
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Legenda/Sources
Quando si arriva all’uscita autostradale di Ventimiglia, dalla Francia, non si può non vedere una imponente falesia inattiva, dove spicca una grotta molto grande. I conglomerato risale al Pliocene, l’ultima epoca del Neogene (nell’era cenozoica o terziaria), tra i 5 e 1,6 milioni di anni fa, caratterizzato all’inizio da grandi trasgressioni marine, da regressioni e sollevamento di intere regioni come il completamento della catena alpina. A quel tempo, come riconosciuto all’interno della Grotta Voronov dei Balzi di Rossi, il livello del mare era 108m s.l.m., evidenziato dalla conformazione e dalle conchiglie
nelle rocce. Gli effetti della degradazione selettiva, amplificati dall’azione eolica sono ben evidenti con cavità di varie dimensioni, spesso allungate orizzontalmente, nel senso dello spirare dei venti.
La regione Liguria ha dichiarato quest’area di Roverino, sul lato sinistro del fiume Roya, da 100m a 458m slm di altezza e che si estende per circa 3km, Sito di Interesse Comunitario (SIC), anche Zona Speciale di Conservazione (ZSC). L’area comprende, oltre al terreno scosceso, circa 20 grotte di dimensione diverse e vicine fra loro. La grotta più grande, conosciuta come "Barma d'u Sarazin", è larga 60m e profonda oltre
• Gli effetti della degradazione selettiva, amplificati dall’azione eolica sono ben evidenti con cavità di varie dimensioni, spesso allungate orizzontalmente, nel senso dello spirare dei venti. Università di Trento - Maurizio Zambaldi
• Le rocche di Siestro e le “Barme” di Roverinowww.cumpagniadiventemigliusi.it
• Catasto Grotte - www.catastogrotte.net
• Treccani - www.Treccani.it
• WikiWand - www.wikiwand.com
• Wikipedia - www-Wikipedia.com
50m. La zona e la grotta sono conosciuti anche con altri termini come “Le Rocche di Siestro”, “Le Barme di Roverino”, , la “Barma Arabica”, le “Grotte di Roverino”, la “Voraggine di Ciaxe”, la “Barma Grande”, meno usato perché crea confusione con quella dei Balzi Rossi.
All'interno del SIC di Roverino troviamo: per la Flora, la presenza di Ballota frutescens e varie specie di orchidee; per la fauna, la Lucertola ocellata (Timos lepidus), la luscengola striata (Chalcides striatus), il falco pellegrino (Falco peregrinus), il corvo imperiale (Corvus corax) oltre varie specie di uccelli migratori.
In tempi più recenti la Barma d'u Sarzini, quella più grande, è stata utilizzata per sfuggire alle incursioni dei saraceni che avevano base a Saint -Tropez, da qui il nome, ai rastrellamenti dei tedeschi durante la II guerra mondiale e ai bombardamenti. È un zona ricca di fascino e permette, nonostante i suoi anni, un punto di vista nuovo di Ventimiglia.
Non consigliamo la sua visita perché è particolarmente difficile, pericoloso e complicato dalle tante proprietà private confinanti. Si può però visitare in modo virtuale grazie ai video presenti su YouTube cercando uno dei nomi per cui è conosciuta come “Barma di Roverino” o “Grotta Roverino”
Foto © Michele Palmero
• Zone Speciali di Conservazione (ZSC) della Regione BioGeografica Mediterranea - Regione Liguria
• Note Illustrative della Carta Geologica d’Italia, Foglio 257 e 270 - Dolceacqua - Ventimiglia
: https://youtu.be/mz1GQ8WK7l0 https://youtu.be/wmAOizrIuyM https://youtu.be/HLLe2Ifd-as
Foto © Michele Palmero
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THE CAVES OF ROVERINO LA BARMA D'U SARAZIN
When you reach the Ventimiglia exit on the motorway arriving from France, you cannot fail to see an imposing cliffed coast, characterised by a very large cave. The conglomerate dates back to the Pliocene, the last period of the Neogene (in the Cenozoic or Tertiary age), between 5 and 1.6 million years ago, initially marked by massive marine transgressions, regressions and the uplift of entire regions, as the Alpine chain was completed. At that time, as recognised within the Voronov Cave of Balzi di Rossi, the water level was 108 m above sea level, as indicated by the conformation and by the shells in the rocks. The effects of selective degradation, amplified by the action of the wind, are clearly evident, with cavities of various sizes, often elongated horizontally in the direction of the winds.
The Liguria region has declared this area of Roverino, located on the left side of the River Roya, from 100 m to 458 m above sea level and stretching for about 3 km, a Site of Community Interest (SCI), also a Special Area of Conservation (SAC). In addition to the steep terrain, the area includes around 20 caves of different sizes, set close together. In addition to the steep terrain, the area includes around 20 caves of different sizes, set close together. The largest cave, known as “Barma d'u Sarazin”, is 60 m wide and over 50 m deep. The area and the cave are also known by other names such as “Le Rocche di Siestro”, “Le Barme di Roverino”, “Barma Arabica”, the “Grotte di Roverino”, the “Voraggine di Ciaxe”, and “Barma Grande”, which is less commonly used because it creates confusion with that in the “Balzi Rossi”.
The flora found within the SCI of Roverino includes Ballota frutescens and various species of orchids, while the fauna includes the ocellated lizard (Timos lepidus), the striped luscengola (Chalcides striatus), the peregrine falcon (Falco peregrinus), the imperial crow (Corvus corax) and various species of migratory birds.
More recently, the largest cave, Barma d'u Sarzini, was used to escape the raids of the Saracens who were based in Saint-Tropez, hence the name, as well as the German raids and bombings during the Second World War.
It is an area full of charm and, despite its age, offers a new perspective of Ventimiglia. We do not recommend visiting it because it is particularly difficult and dangerous, with access being complicated by the many neighbouring private properties. It can however be visited virtually thanks to videos on YouTube, searching for it under one of the names by which it is known, such as “Barma di Roverino” or “Grotta Roverino”: https://youtu.be/mz1GQ8WK7l0 https://youtu.be/wmAOizrIuyM https://youtu.be/HLLe2Ifd-as
LATTE DI VENTIMIGLIA - VISTA DA TORRE MORTOLA
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LES GROTTES DE ROVERINO LA BARMA D'U SARAZIN
Lorsque l'on arrive à la sortie d'autoroute de Vintimille, en provenance de France, il est impossible de ne pas voir une imposante falaise, où se détache une très grande grotte. Le conglomérat date du Pliocène, la dernière époque du Néogène (dans l'ère Cénozoïque ou Tertiaire), entre 5 et 1,6 millions d'années, caractérisée au début par de grandes transgressions marines, des régressions et le soulèvement de régions entières au fur et à mesure de l'achèvement de la chaîne alpine. À cette époque, comme le reconnaît la grotte Voronov dei Balzi di Rossi, le niveau de la mer était de 108 m au-dessus du niveau de la mer actuel, comme en témoignent la conformation et les coquillages dans les rochers. Les effets de la dégradation sélective, amplifiée par l'action du vent, sont clairement visibles avec des cavités de différentes tailles, souvent étirées horizontalement, dans la direction des vents. La région de Ligurie a déclaré cette zone du Roverino, située sur la rive gauche du fleuve Roya, de 100 à 458 mètres d'altitude et
s'étendant sur environ 3 km, site d'intérêt communautaire (SIC), également zone spéciale de conservation (ZSC). La zone comprend, outre le terrain escarpé, une vingtaine de grottes de tailles différentes et proches les unes des autres. La plus grande grotte, connue sous le nom de "Barma d'u Sarazin", mesure 60 mètres de large et plus de 50 mètres de profondeur. La zone et la grotte sont également connues sous d'autres appellations telles que « Le Rocche di Siestro », « Le Barme di Roverino », la « Barma Arabica », les « Grotte di Roverino », les « Voraggine di Ciaxe » et la « Barma Grande », qui est moins utilisée car elle crée une confusion avec les « Balzi Rossi ».
Au sein du SIC de Roverino, on trouve : pour la flore, la présence de Ballota frutescens et de différentes espèces d'orchidées ; pour la faune, le lézard ocellé (Timos lepidus), le luscengola rayé (Chalcides striatus), le faucon pèlerin (Falco peregrinus), le Grand Corbeau (Corvus corax) ainsi que différentes espèces d'oiseaux migrateurs.
Plus récemment, la Barma d'u Sarzini, la plus grande, a été utilisée pour échapper aux raids des Sarrasins qui étaient basés à SaintTropez, d'où son nom, aux raids allemands pendant la Seconde Guerre mondiale et aux bombardements. Il s'agit d'une zone pleine de charme qui permet, malgré ses années, d'avoir un nouveau point de vue sur Vintimille. Nous déconseillons sa visite car elle est particulièrement difficile d'accès, dangereuse et compliquée en raison de la présence de nombreuses propriétés privées voisines. Cependant, il est possible de la visiter virtuellement grâce aux vidéos sur YouTube en recherchant l'un des noms sous lesquels elle est connue comme « Barma di Roverino » ou « Grotta Roverino » : https://youtu.be/mz1GQ8WK7l0
https://youtu.be/wmAOizrIuyM https://youtu.be/HLLe2Ifd-as
Foto © Nico Martinetto
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