Anno XXIII | N.
4 | Novembre/Dicembre 2019
Italian Beverage Technologies BEVERAGE MACHINES
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Sommario
4 Primo piano
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Vini e spirits, una crescita a livello internazionale I preferiti dai consumatori: vini doc, private label, bio e spumanti Spirits, gli italiani e le abitudini di consumo
Mercato
12 “Oro Nero”richiesto sempre più green
Dossier
16 L’industria 4.0 deve investire sul capitale umano 20 Un’industria che traina
nonostante un rallentamento
Aziende&Strategie
22 Innova Group cresce e investe in ottica Industry 4.0 24 Verallia, sostenibilità e personalizzazione 26 Le soluzioni di Nimax per la sicurezza alimentare
BM BEVERAGE MACHINES
ITALIAN BEVERAGE TECHNOLOGIES
Direttore Responsabile Gisella Bertini Coordinamento editoriale Stefano Legnani stefano.legnani@innovativepress.eu Marketing e Vendita Katia Pasquali katia.pasquali@innovativepress.eu
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si sposa con la sicurezza operativa
30 Raja, focus su innovazione, versatilità e ambiente
Case History
44 Meno plastica grazie alla bottiglia blu
46 Speciale
32 Tecnologie innovative per la qualità 4.0 dell’uva 33 Nuove linee produttive per un’eccellenza del made in Italy 34 Migliore qualità dei pallet
Eventi
Focus
59 La MDD continua a crescere 60 Una panoramica completa sul settore ortofrutta 61 Tre filiere, una piattaforma
grazie alla cobotica
36 Progreen, l’imballaggio ecologico made in Italy 38 Dati e realtà aumentata
rivoluzionano il beverage dispensing
56 L’industria sceglie Ipack-Ima 57 Nuova veste per i 40 anni di fiere nel vending 58 Dalla materia prima al confezionamento per birre e bevande
Ambiente
40 Ambiente e salute, temi chiave per il beverage 42 Italia da record nel riciclo
42
di imballaggi in acciaio
Beverage Machines è parte del NETWORK
Produzione Tecnica Margherita Sola
ANNO XXIII | N. 4 NOVEMBRE-DICEMBRE 2019/20
Redazione Chiara Bezzi Chiara Riccardi
28 Robatech, la scelta green
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Grafica e impaginazione Maria Pilia
Rassegna Grafica
Stampa e confezione Ancora Arti Grafiche - Milano Costo produzione copia � 1,50 Abbonamenti e diffusione customercare@innovativepress.eu 4 numeri all’anno + 2 Food Machines. L’abbonamento decorre dal primo numero raggiungibile. Italia 40 � - Europa 70 � Gestione Editoriale
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Rassegna dell’imballaggio
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Food Machines
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Primo Piano
N
el commercio internazionale di vino, l’Italia gioca un ruolo da protagonista e rappresenta il secondo esportatore mondiale dopo la Francia grazie a 6,2 miliardi di euro di export nel 2018 ed un peso a livello mondiale del 20%, tra l’altro in aumento rispetto al 2008. A trainare l’export italiano è la categoria degli sparkling in virtù dell’enorme successo del Prosecco su alcuni mercati chiave (primi fra tutti USA e UK): nel giro di 10 anni le esportazioni di spumanti sono più che triplicate, superando gli 1,5 miliardi di euro, arrivando a pesare per un quarto sul totale delle esportazioni vitivinicole italiane. Si riduce invece il ruolo dei vini imbottigliati (dal 78% al 69% dell’export totale) che registrano tassi di crescita decisamente meno sostenuti ma comunque positivi (+47% nell’ultimo decennio): nonostante ciò, essi rimangono la
Sia il vino che gli spirits si caratterizzano per scambi internazionali molto intensi: nel 2018 a livello mondiale i flussi commerciali di vino hanno superato i 32 miliardi di euro con un tasso di crescita medio annuo su base decennale del +4,2%, mentre quelli degli spirits hanno quasi raggiunto i 29 miliardi di euro con una crescita del +6,0%.
VINI E SPIRITS una crescita a livello internazionale principale voce dell’export di settore con un valore di 4,2 miliardi di euro. In virtù di tali trend, il vino italiano, in particolare lo spumante, ha conquistato spazi di mercato nella gran parte dei mercati mondiali. I primi mesi del 2019 sono positivi anche per la creazione di valore sul mercato interno, cresciuto, nei primi 4 mesi dell’anno, del 5,5% rispetto allo stesso periodo del 2018.
Il mercato degli spirits
Passando agli spirits, l’Italia si posiziona in 8^ posizione con un valore dell’export di 970 milioni di euro nel 2018 ed una market share a livello mondiale di appena il 4%, ma in crescita su base decennale negli scambi internazionali, a dominare sono UK (6,7 miliardi di euro di export, principalmente scotch) e Francia (4,5 miliardi di euro, con un peso predominante
Gli scambi internazionali di vino & spirits: overview Trend Import mondiale di vino & spirit (2008=100, valori)
Fonte: Osservatorio Federvini Wine&Spirits su dati GTI e UN COMTRADE - * Esclusi Mosti
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del cognac). I liquori costituiscono la principale voce dell’export italiano di spirits: 405 milioni di euro nel 2018 ed un peso sul totale dell’export di settore del 42%. Grazie a tali valori, l’Italia si colloca al secondo posto a poca distanza dalla Germania nel ranking dei principali esportatori mondiali di tale tipologia. Grazie alla forte crescita dell’export nel corso dell’ultimo decennio (+4,5%), i liquori Made in Italy sono riusciti a conquistare market share in numerosi mercati internazionali, primi fra tutti USA, UK e Francia. Spostando l’analisi dagli scambi internazionali ai consumi nazionali, il mercato degli spirits in Italia è da anni in costante calo: -1,5% dal 2013 al 18 per 1,2 milioni di ettolitri consumati nel 2018. Aumenta però il valore soprattutto nel canale della GDO: nei primi 4 mesi del 2019 si registra un incremento del 10% con performance notevoli per spumanti, gin e rum. Per quanto riguarda invece il vino, nello stesso anno in Italia ne sono stati consumati 22,9 milioni di ettolitri: dopo il calo degli ultimi decenni, nel 2016-17 i consumi hanno segnato una lieve ripresa per poi tornare a ridursi.
Vini e Spirits
Primo Piano I vini a marca privata hanno venduto nel 2018 per 156 milioni di euro, riferisce la ricerca IRI per Vinitaly. Il parere della Grande Distribuzione su aumento dei prezzi e flessione delle promozioni nel mercato del vino nei supermercati.
I PREFERITI DAI CONSUMATORI
vini Doc, private label, bio e spumanti
I
vini con maggior tasso di acquisto nei supermercati nel 2018 sono i vini di qualità Doc e Docg, gli spumanti, i vini biologici ed i vini col marchio dell’insegna distributiva. E la grande distribuzione si conferma come il canale di vendita del vino italiano di gran lunga più rilevante,
con 619 milioni di litri per un valore di 1 miliardo e 902 milioni di euro. I vini Doc e Docg in bottiglia registrano il +5,3% nei primi mesi del 2019 (dopo una sostanziale tenuta nel 2018); gli spumanti il + 2,1%, i vini biologici il +18% (+ 11,8% gli spumanti bio); i vini a marca privata o marchio del
distributore (MDD) in bottiglia il + 7% (dati 2018 a volume, ricerca IRI, iper+super+libero servizio piccolo). La quota di mercato del vino MDD è arrivata al 14% di tutto il vino venduto nella Grande Distribuzione per un valore di 156 milioni di euro. I soli vini Doc e Docg a marca del distributore sono cresciuti dell’8%.
Un’offerta sempre più ampia
Va sottolineata la crescita costante, negli ultimi anni, degli acquisti dei vini a marchio del distributore (MDD), cioè di quei vini che le cantine italiane producono su incarico delle insegne distributive. Quest’ultime provvedono poi a etichettarle con propri marchi (per esempio “Fior Fiore” di Coop o “Terre d’Italia” di Carrefour) oppure con altre etichette di fantasia. Il consumatore di solito non si accorge di acquistare un prodotto a marchio, ma è attirato dal prezzo contenuto, grazie alla filiera più corta, e da una buona qualità media (ricerca IRI). Un’insegna come ‘Conad’ mette a scaffale ben 85 referenze MDD, che vendono a valore oltre 47 milioni di euro l’anno.
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Primo Piano con 35 cantine vocate sul territorio e detentrici dell’intera filiera. ‘Penny Market’, convinta che i vini MDD trovino nel formato discount una opportunità vincente, propone tre brand: i vini di pregio “D’Alleramo”; gli spumanti “Rocca Merlata”; i vini in tetrapak “Archetto”.
L’andamento del mercato
DAZI USA SUI LIQUORI ITALIANI I dazi statunitensi mettono a rischio un intero settore, quello della produzione di liquori e cordiali, uno dei fiori all’occhiello del ‘saper fare’ italiano, tra i più apprezzati e longevi della nostra produzione alimentare e tra i massimi contribuenti alla fiscalità del nostro Paese con oltre 630 milioni di euro versati all’erario solo nel 2018. Gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato di destinazione, dopo la Germania, con una crescita negli ultimi 5 anni di quasi il 40% a valore. Basti pensare che solo dal 2017 al 2018 abbiamo assistito a un incremento del 13%, con una quota di mercato di oltre il 16% dietro a Irlanda e Francia. Il dazio del 25% andrà ad interessare un valore di quasi 163 milioni di dollari, con una incidenza per singola bottiglia pari, secondo le prime stime, a circa 2/2,5 dollari che potrebbero tranquillamente raddoppiare considerando i vari passaggi da importatore a distributore e venditore. I dazi,che comporteranno una perdita secca di valore export pari ad almeno il 35% provocheranno danno soprattutto alle piccole e alle medie imprese italiane che negli ultimi anni hanno investito ingenti risorse nell’export, in particolare sul mercato americano. Si tratta di circa cento aziende, presenti su tutto il territorio nazionale - da Nord a Sud concentrate principalmente nei territori dei quali costituiscono spesso un rilevante polo di creazione di sviluppo, anche per quello che riguarda l’indotto. “Stiamo parlando di una perdita enorme per il settore della liquoreria italiana: alla riduzione del 35% del valore, già di per sé molto grave, si aggiunge il timore che in diversi casi può essere pregiudicata la sopravvivenza dell’azienda in quanto sia il mercato interno, sia eventuali nuovi mercati, non possono garantire immediatamente l’attività di impresa” dichiara Micaela Pallini, Presidente del Gruppo Spiriti. “Inoltre, il settore si troverebbe in una condizione di svantaggio competitivo di grande impatto perché sullo scaffale americano aumenteranno i prodotti locali o di altri paesi non colpiti da dazi con denominazioni evocative del prodotto italianoe tutto questo avverrebbe senza poter neppure intervenire!”.
‘Carrefour’, con “Trancio Antico” e “Terre d’Italia” registra un costante aumento, soprattutto nella fascia medio-alta. ‘Coop’ propone i marchi “Assieme”, vini quotidiani provenienti da cantine del mondo cooperativo, e “Fior Fiore”, di fascia medio alta, con 17 referenze prodotte da note cantine, in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier (entrambe spuntano una performance positiva nel 2018). ‘Iper la Grande i’ ha lanciato già 13 anni fa il marchio “Grandi Vigne” che dispone di circa 80 etichette grazie alla collaborazione
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A fronte della crescita dei vini MDD, il 2018 ha fatto segnare una contrazione delle vendite a volume di varie tipologie di vino, su cui ha influito la scarsa vendemmia del 2017 e l’aumento dei prezzi del vino. “I prezzi dei vini si sono confermati in aumento per tutto il 2018 – spiega Luca Bacciocchi, Category Manager Vini di ‘Carrefour’ - fino alla nuova vendemmia che, grazie ai risultati positivi, ha portato un effetto deflattivo che si dovrebbe esprimere nel corso dell’anno corrente. Analisi condivisa da Federico Scarcelli, buyer vino di ‘Coop’: “La pessima vendemmia del 2017 e il conseguente aumento delle quotazioni del vino ha portato aumenti di prezzo importanti: Coop ha limitato l’inflazione a scaffale dei vini tipici e degli spumanti al 2% mentre l’aumento dei vini tavola è stato intorno al 7%”. Va sottolineata anche la flessione, seppur modesta, delle promozioni, come riferisce Alessandro Chiapparoli buyer vino di ‘Iper la Grande i’: “Altro elemento che ha determinato l’aumento dei prezzi è stato una politica promozionale meno aggressiva rispetto al 2017, con un calo di 5% punti promo”. “I prezzi nel 2018 sono mediamente aumentati del 4% circa anche nella nostra insegna – riferisce Valerio Frascaroli, buyer vino di ‘Conad’ - con un incremento in percentuale più marcato sui tavola/ igt ed anche spumanti (punte anche del 10%) e meno importante nei Doc e Docg”. Ha risentito meno dell’aumento dei prezzi del vino, grazie alla formula discount, come conferma Zoran Mihovski, buyer vino di ‘Penny Market’: “I prezzi dei vini, legati fisiologicamente alla qualità delle vendemmie hanno subito un leggero rialzo, con un dato medio di inflazione del 4,5%”.
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a un lato si registra un calo generalizzato dei consumi che è diventato un trend: il 23% dei consumatori ha dichiarato di aver ridotto negli ultimi 2-3 anni il consumo di amari/liquori dolci fuori casa (in ristoranti, winebar, altri locali), contro un 17% di chi ha riscontrato un aumento e un 60% di chi non ha notato cambiamenti. Il saldo si conferma negativo anche nell’ambito dei consumi fra le mura domestiche: hanno affermato di aver diminuito i consumi il 20% dei consumatori mentre è del 14% la quota di chi dichiara di aver aumentato le quantità bevute. Inoltre, il consumo è sempre più legato al cibo e alla convivialità: l’82% dei consumatori beve amari/liquori dolci principalmente dopo i pasti (89% tra i soli Baby Boomers), mentre solo una quota del 10%
Vini e Spirits
Primo Piano L’Osservatorio Wine & Spirits di Federvini, realizzato in collaborazione con Nomisma e Mediobanca, ha indagato sulle abitudini di consumo, notando come queste abbiano subìto, nel corso dell’ultimo decennio, un cambiamento notevole.
SPIRITS gli italiani e le abitudini di consumo (che sale al 14% tra i Millennials) li consuma soprattutto all’aperitivo. Il weekend, indicato dal 67% dei consumatori (78% tra i Millennials) è il momento di consumo preferito. In merito alle motivazioni di acquisto, gli amari/liquori dolci da consumare in casa vengono scelti soprattutto in base alla marca (il 28% dei consumatori la indica come primo criterio di scelta) , mentre prezzo basso, origine e presenza di ingredienti specifici sono i primi driver di scelta solo per una quota minore di italiani (10%). Sulle modalità di consumo si predilige l’assunzione in purezza, non miscelata, senza ghiaccio (48%), a temperatura ambiente (31%), freddo con ghiaccio (21%). Quanto ai canali di consumo prevalente, non
emergono differenze tra consumi domestici e fuori casa: il 51% dei consumatori italiani ha difatti bevuto amari/liquori dolci soprattutto tra le mura domestiche mentre il restante 49% away from home (il 32% al ristorante/ pizzeria e il 17% in winebar). Questi ultimi spendono in media 4,5 euro per un bicchiere di amaro/liquore dolce ordinato fuori casa.
Focus sulla grappa
Il 31 degli italiani 18-73 anni ha consumato grappa in almeno un’occasione negli ultimi 12 mesi. La propensione al consumo di grappa è maggiore tra gli uomini, nelle regioni del Centro, tra i Baby Boomers e tra chi ha redditi elevati. In merito ai motivi
del consumo, il 28% degli user (35% tra i Millennials) l’ha bevuta perché gliel’hanno offerta, il 26% perché incontra il proprio gusto personale e il 16% (22% tra i Baby Boomers) per le sue proprietà digestive Per quanto riguarda i luoghi di consumo, non si denotano differenze spiccate tra at home e away from home. Nello specifico, il 53% dei consumatori dichiara di consumare grappa prevalentemente a casa contro un 27% di chi la beve principalmente in ristoranti (31% al Nord) e il 14% di chi la consuma in primis in winebar La preferenza verso quest’ultimo canale cresce tra i Millennials (26%) e al Sud (20%). Quanto alla tipologia, i consumatori preferiscono la grappa aromatizzata (46%) invecchiata (60%) e prodotta da una sola varietà di uve (50%). Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige sono nella percezione dei consumatori le 3 regioni italiane che producono le grappe di maggiore qualità. I motivi del mancato consumo? Il 46% dei non user afferma di non aver bevuto grappa perché semplicemente non incontra il proprio gusto personale, mentre per il 39% ha un grado alcolico troppo elevato.
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Primo Piano SICILIA, OTTIME PREMESSE PER LA VENDEMMIA 2019 Assovini Sicilia traccia un primo bilancio della vendemmia in corso. “Abbiamo quasi archiviato il primo mese di vendemmia – spiega Alessio Planeta, Presidente Assovini – e possiamo tracciare un iniziale bilancio di quello che è successo finora. Le uve ad oggi raccolte sono di qualità eccellente con una quantità media in calo fino al 20%, anche se è ancora presto per determinarne esattamente l’entità. Il ritardo della maturazione delle uve è stato di circa 15 giorni e questo ha garantito maturazioni ottimali”. Smentite le previsioni di caldo intenso per questa stagione estiva 2019, l’andamento climatico ha visto in Sicilia un’estate fresca con buone escursioni termiche. “L’arrivo delle piogge tardive di inizio settembre – continua il Presidente Planeta - è stato un toccasana per le varietà ancora da raccogliere perché ha consentito un abbassamento delle temperature, salutare per completare la maturazione delle uve. Manca tuttavia ancora molto perché la vendemmia siciliana sia portata a compimento, dato che l’isola, definita più volte “continente vitivinicolo” per la varietà dei suoi contesti pedoclimatici, è caratterizzata da una vendemmia lunga circa 100 giorni. Rimandiamo quindi alla sua conclusione per poter dare un giudizio definitivo sull’annata”. Assovini Sicilia riunisce aziende accomunate da tre elementi: il controllo totale della filiera
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vitivinicola, dal vigneto alla bottiglia; la produzione di vino di qualità imbottigliato; la visione internazionale del mercato. Una realtà attiva e dinamica, che ad oggi si sta preparando ai due principali appuntamenti di settore in programma nel primo semestre del 2020. L’Associazione sarà infatti presente dal 15 al 17 marzo 2020 a ProWein, la fiera del vino più importante per i mercati di lingua tedesca che si svolge a Düsseldorf. A questa importante manifestazione hanno aderito, tramite Assovini, 17 aziende che saranno presenti all’interno dell’area associativa nello stand dell’IRVO. Lavori in corso anche per Vinitaly, la kermesse veronese che si svolgerà dal 19 al 22 aprile 2020 e a cui parteciperanno direttamente 45 aziende socie.
VAL D’OCA, UN BRINDISI CHE NON FA DISTINZIONE DI GENERE Secondo il neuromarketing, anche il vino diventa di genere e ha una sua connotazione a seconda del sesso di chi lo degusta. Uomini e donne, due binari di scelta differenti, che indirizzano abitudini di consumo non più appannaggio del mondo maschile come un tempo, basti pensare che, secondo l’Istat, il 40% delle donne beve vino, percentuale in netta crescita rispetto 38% del 2014. Trend inverso per gli uomini, scesi al 64.1% rispetto al 65.7% dello stesso anno. Le donne risultano decisive per orientare le campagne di comunicazione anche per altre evidenze numeriche: in Italia il 67% del vino in Gdo è acquistato da loro. Non solo: la loro “avanzata” riguarda anche il mondo enologico professionale, tanto che le sommelier hanno ormai superato il 40% del totale. Ma quali sono le bottiglie più amate da queste due categorie oggi? Secondo l’indagine di neuromarketing pubblicata recentemente su Tre Bicchieri,
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settimanale economico del Gambero Rosso, se gli uomini si concentrano su pochi dettagli tecnici in etichetta, le donne sono più attirate da bottiglie caratterizzate da colori, forma e messaggio che si fanno notare. Anche il grado alcolico è un fattore selettivo al femminile. Se i signori dunque si rivelano invece più tradizionali, prediligendo anche bottiglie classiche e intramontabili, le signore amano sperimentare e si fanno conquistare da elementi di narrazione del prodotto più modaioli e creativi. Essere attratte dall’immagine, però, non significa fermarsi a quella. Secondo la ricerca, infatti, le donne tendono a informarsi sul prodotto (ad esempio sui siti o leggendo le etichette in tutte le loro parti) non accontentandosi degli aspetti più immediati e superficiali del primo impatto. Maschi o femmine che siano, Val D’Oca, con la sua vasta gamma di etichette, è in grado di soddisfare al meglio i gusti di ogni consumatore. I dati di vendita, però, rivelano una comunanza di gusti per entrambi i generi. Le scelte di entrambe le categorie, infatti, nell’ultimo anno sono ricadute tutte sul Millesimato Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G., che nella sua elegante bottiglia nera satinata si rivela dunque un vino “unisex”, perfetto per soddisfare ogni palato.
VECCHIA ROMAGNA LANCIA RISERVA TRE BOTTI Vecchia Romagna ha presentato la sua Riserva Tre Botti nella nuova e preziosa bottiglia dalla linea slanciata e dall’iconica forma triangolare. Riserva Tre Botti è il risultato della continua sperimentazione dell’azienda sulle solide fondamenta di un processo produttivo esclusivo, il “Metodo Vecchia Romagna”, disciplinato sin dal 1820 e composto da tre passaggi fondamentali:
• la combinazione sapiente di due tecniche di distillazione (quella continua “a colonna” e quella discontinua “ad alambicco” di tipo Charentais); • l’invecchiamento lento e paziente del distillato in botti di legno di rovere; • infine il blending, espressione di tutta l’abilità e l’esperienza di Vecchia Romagna nel selezionare e miscelare solo le acquaviti migliori. La nuova Riserva Tre Botti è un blend di pregiati distillati di vino - i più nobili invecchiati sino a 10 e 15 anni - che riposano in tre botti differenti: le barrique in rovere francese, le grandi botti in rovere di Slavonia e i tonneaux, che hanno ospitato vino rosso italiano. “Riserva Tre Bottisi inserisce all’interno di una strategia di valorizzazione della gamma riserve, con l’obiettivo di rafforzare la brand equity di Vecchia Romagna”commenta Alessandro Soleschi, Marketing Manager Spirits di Gruppo Montenegro.“Un eccellente brandy da meditazione la cui complessità aromatica non accontenta solo il palato degli intenditori, ma strizza l’occhio anche al mondo dell’alta mixology, da sempre alla ricerca di prodotti innovativi”. Riserva Tre Botti si distingue per il colore ambrato e luminoso, lo straordinario bouquet di aromi e un gusto morbido ed equilibrato, con note di vaniglia, miele e confettura di albicocca.
CRESCE LA DOMANDA DI PROSECCO BIOLOGICO Il Prosecco Doc biologico accelera sul mercato più del prodotto tradizionale, la vendemmia appena conclusa ha segnato una resa produttiva inferiore alle aspettative e, alla luce di tutto ciò, il Consorzio di Tutela ha deciso di presentare
CANTINA TODINI SI VESTE DI NUOVO Un nuovo pensiero strategico per conquistare il mercato italiano ed estero. È questo alla base del progetto Cantina Todini, azienda umbra situata nel cuore di Todi e guidata dall’imprenditrice Luisa Todini. Una passione, quella per il vino, trasmessa dal padre Franco, che negli anni Novanta investì per primo nel recupero del Grechetto di Todi, varietà che si stava perdendo. Consapevoli dei grandi cambiamenti affrontati in questi anni dal settore, Luisa Todini ha voluto la consulenza strategica di Luca Fusani per costruire una strategia basata su quattro vini: Bianco del Cavaliere e Rubro, vini storici, e i nuovi Laudato e Consolare, blend di varietà autoctone ed internazionali, studiati per esprimere al meglio le potenzialità del territorio, grazie alla consulenza enologica di Maurilio Chioccia. Obiettivo è offrire al mercato un messaggio chiaro: quattro vini, due linee, capaci di donare al consumatore un sorso di bellezza, cultura e stile italiano. “Grazie a questa scelta offriamo al mercato un messaggio semplice e forte. Il consumatore che per la prima volta approccia l’azienda apprezzerà i vini di ingresso, mentre ai palati più esigenti si rivolgeranno Laudato e Consolare”, afferma Luisa Todini.
Vini e Spirits
Primo Piano
l’istanza alle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia per lo sblocco della riserva vendemmiale Prosecco DOC biologico 2018, pari a 10.380 ettolitri, al fine di perseguire l’equilibrio di mercato. Secondo i dati raccolti nei primi nove mesi del 2019, gli imbottigliamenti complessivi di Prosecco Doc avrebbero fatto registrare un aumento del 6,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ma la dinamica della frazione “Bio”, come emerge da un’indagine effettuata presso le aziende produttrici, sembra aver toccato un +35%, con una previsione di ulteriore crescita del 20% per il 2020.
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Primo Piano
L’IMBALLAGGIO PER BOTTIGLIE NAKPACK, 100% RICICLABILE E ALTAMENTE SICURO Il sistema d’imballaggio per bottiglie in vetro di qualsiasi dimensione Nakpack (marchio registrato della società Nakuru Srl), completamente riciclabile e con il formato più sicuro sul mercato, sbarca sulla piattaforma CrowdFundMe S.p.A., in cerca di investitori per crescere in Italia e all’estero. Scelto da brand del calibro di Tannico (prima enoteca online con un fatturato 2018 di oltre 15M€), Vivino (l’app legata al mondo del vino, con oltre 30 milioni di utenti, considerata la più grande enoteca online al mondo), Berlucchi, Bacardi, Frescobaldi e utilizzato in oltre 1 milione e mezzo di bottiglie spedite ogni anno nel mondo con una copertura del 60% delle spedizioni online in Italia, il packaging Nakpack, è un prodotto altamente ecologico e affidabile. È realizzato in cartone ondulato, che permette di ottenere un’elevata protezione ed è sviluppato per risolvere ogni problema della supply chain dell’intera filiera “del vetro”, dal produttore di vino/olio/ birra, alla vendita via e-commerce. Presenta poi i vantaggi del ridotto spazio di stoccaggio, della flessibilità di utilizzo per qualsiasi modello di bottiglia e della velocità di montaggio (60 secondi per un imballaggio completo da 6 bottiglie). La società Nakuru, in possesso di un brevetto e 24 modelli di utilità industriale a livello europeo, cui si aggiungono 2 utility application in fase di assegnazione negli Stati Uniti d’America, con Nakpack è leader nel suo mercato in Italia, dove realizza il 92% dei ricavi (5%
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in Uk e 3% in Francia). Nel 2018 ha registrato un fatturato di oltre 1,3 milioni, in crescita del 31% sul 2017 e un EBITDA positivo per 165mila euro. Attualmente, l’attività di Nakpack si concentra soprattutto sullo sviluppo di soluzioni di imballaggio personalizzate e rivolte alla protezione di prodotti fragili, come il vetro e in particolar modo bottiglie, con ricorso a materiali, tecniche e prodotti ideati, sviluppati e commercializzati dalla stessa Nakuru Srl, che ne detiene tutte le privative industriali. La campagna di equity crowdfunding su CrowdFundMe, che punta a un primo obiettivo di 150 mila euro, da raggiungere nei prossimi due mesi, è finalizzata al potenziamento della rete di vendita e dell’area logistica italiana, all’ ingresso in nuovi mercati esteri e al rafforzamento in quelli in cui è già presente (Francia e Inghilterra).
ETICHETTA INTELLIGENTE PER I VINI IGT VENETI DI ALTA QUALITÀ “Etichetta intelligente per i vini Igt veneti di alta qualità” è il titolo del progetto di ricerca innovativo, finanziato dalla Regione Veneto e prodotta in sinergia tra i dipartimenti di Economia aziendale e di Informatica dell’università di Verona e Vignaioli veneti, la cooperativa di produttori di vini veneti di alti qualità. Da un incontro tra scienziati e vitivinicoli è emersa chiara la necessità di identificare uno strumento a garanzia del rapporto
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di fiducia tra azienda e cliente a tutela dei vini Igt veneti di alta qualità. Da qui l’idea di associare, in modo univoco, il codice QR e l’etichetta della bottiglia di vino. Obiettivo della ricerca è infatti è dare accesso, in questo modo, a un sistema informativo su cui veicolare il brand aziendale, per migliorare la visibilità dei vini,in particolare quelli Igt di alta qualità, riducendo in questo modo il gap di posizionamento di mercato rispetto ai Doc. Oltre a questo, il codice QR fornisce informazioni per il consumatore finale sulla qualità intrinseca del vino, sull’identità territoriale e i metodi di produzione, proteggendolo nel contempo dal rischio di contraffazione. Il metodo QR code associa quindi “quella” bottiglia a “quella” etichetta adesiva, di cui il compratore, mediante una semplice app dal telefono potrà verificarne, allo scarico per il grossista o prima di pagare alla cassa per l’utente finale, l’autenticità. Con l’uso dell’etichetta intelligente, produttore e consumatore risulterebbero più tutelati verso chi commette frodi commercializzando il falso Made in Italy. Altro aspetto fondamentale riguarda la tracciabilità. Essa, infatti, permetterà di avere informazioni sugli input e sui prodotti, nonché sui processi di produzione. Si adotteranno anche sistemi per definire una geolocalizzazione delle produzioni sempre attraverso le informazioni in etichetta. Inoltre sarà possibile per il consumatore venire a conoscenza di informazioni sui protocolli adottati dalle aziende in merito alla sostenibilità ambientale del processo produttivo, esigenza sempre più sentita dai compratori.
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Mercato
Continua la crescita del settore caffè, sia nei volumi relativi a produzione ed esportazione che nei consumi. Aumenta al contempo la consapevolezza dei consumatori, che da un lato privilegiano sempre di più i sistemi porzionati e dall’altro sono sempre più orientati verso soluzioni a basso impatto ambientale. Gli operatori della filiera non si fanno attendere ed hanno già (quasi) pronte le risposte.
“ORO NERO” richiesto sempre più green RICCARDO CEREDI
C
affè: il successo del porzionato
Tanti sono i modi di bere il caffè, dalla moka all’infuso, ma cialde e capsule sono le vere e proprie “regine” del mercato. Per quanto riguarda le prime – comunemente realizzate in carta filtro - hanno vissuto il loro momento di espansione tra l’inizio degli anni ’90 e la metà
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degli anni 2000, e continuano tutt’oggi ad avere un’importante quota di mercato. Le capsule vengono invece solitamente realizzate in materiali termoformati o alluminio e sono disponibili in una pletora di tipologie differenti, a seconda del canale a cui si rivolgono (per es. Gdo o Vending) e alla tipologia di sistema a cui sono destinate. In ambito globale, esiste una segmentazione ormai consolidata dei mercati, con l’area nord americana ormai fidelizzata alle capsule tipo “Keurig”, una tipologia adatta
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a infusi, blend e, in generale, a un tipo di caffè lungo e diluito, mentre in Europa le tipologie di soluzioni (e relativi sistemi proprietari) è assai più eterogenea. Accanto al sistema Nespresso, che ha saputo imporsi grazie ad aggressive strategie di marketing, oltre che ad un’efficace pianificazione e alla tutela del primato tecnologico, esistono numerosi sistemi “chiusi” alternativi, ormai altrettanto apprezzati. Ne è un esempio calzante il sistema Lavazza “a modo mio”, ma sono tante altre le tipologie che sono
Produzione e trend di mercato
Confezionamento Caffé
riuscite ad imporsi e a farsi apprezzare sul mercato. Ma perché la capsula riscuote tanto successo? Anzitutto, il caffè in capsula - se confezionato in maniera adeguata e di buona qualità - ha un gusto assai piacevole: per questo, di particolare importanza risulta essere la percentuale di ossigeno residua all’interno della capsula, che per i prodotti migliori è inferiore all’1%. Non è però soltanto questione di qualità, dato che anche le cialde possono a loro volta garantire un’elevata genuinità del prodotto, ed essendo solitamente contenute all’interno di un sovra-incarto in PET/ALU sono correttamente barrierate. Rispetto a queste ultime però, le capsule risultano maggiormente pratiche e facili da utilizzare: anzitutto, i sistemi casalinghi non richiedono lo smaltimento della capsula subito dopo l’erogazione di ogni caffè, inoltre la capsule già usate non gocciolano e non sporcano. Da ultimo, al contrario delle cialde, che devono essere collocate con una certa precisione all’interno della macchinetta (sennò si corre il rischio che durante il processo di infusione l’acqua calda non filtri correttamente la bevanda) la capsule sono “plug and play”. La capsula rappresenta insomma la soluzione che coniuga perfettamente qualità e praticità. Per contro, essa ha un importante impatto sull’ambiente, che analizzeremo meglio in seguito.
di caffeina. L’arabica è quella che è stata scoperta – e usata – per prima; si tratta di una pianta originaria dell’Africa Orientale, i cui semi hanno un contenuto di caffeina molto inferiore a quelli delle altre specie. La varietà maggiormente coltivata al giorno d’oggi è però la robusta (o Coffea Canephora), originaria dell’Africa Tropicale (tra l’Uganda e la Guinea), che è più facile da coltivare in quanto si adatta meglio all’ambiente. Attualmente, le coltivazioni di caffè sono diffuse prevalentemente nei paesi dell’America Latina, nell’Africa sub sahariana, nell’India meridionale e nel sud-est asiatico. Brasile, Colombia e Vietnam sono i principali
produttori mondiali, ma molti altri paesi quali Etiopia e Honduras rivestono un ruolo di primo piano, non necessariamente per i volumi ma per la produzione di specifiche qualità coltivate, come il famoso caffè “Blue Mountain” della Giamaica. Per quanto riguarda il Brasile, nel periodo 2018/2019 ha visto un incremento della produzione del 18,5% rispetto al 2017/2018, arrivando a 62,5 milioni di sacchi. Nello stesso lasso di tempo, la produzione totale della Colombia si è attestata su 14,2 milioni di sacchi, il 2,7% in più rispetto all’annata 2017/2918, che era stata funestata dal clima avverso. Per quanto riguarda invece il Vietnam, paese che
Facciamo un passo indietro lungo la filiera, e andiamo a vedere come il caffè viene coltivato, dove nasce e, soprattutto, quanto vale. Per prima cosa, scopriamo che il settore gode di ottima salute. Secondo i dati divulgati da ICO (International Coffee Organization) la produzione mondiale di caffè per l’annata 2018/2019 (per convenzione, l’anno del caffè comincia e termina ad aprile, seguendo il calendario delle coltivazioni) si è attestata su circa 168 milioni di sacchi, registrando un aumento del 1,5% rispetto al 2017/18. Il consumo globale stimato dovrebbe a sua volta crescere nell’ordine del 2%, a fronte di una domanda che ha visto un tasso medio annuo di crescita del 2,2% negli ultimi cinque anni. Ma dove viene coltivato il caffè e quali sono le tipologie in cui si divide? Le specie prodotte su grande scala sono tre: arabica, robusta e liberica, e si differenziano per gusto e contenuto
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Confezionamento Caffé
Mercato
negli ultimi anni ha visto un’enorme crescita (soprattutto legata alla qualità Robusta), la produzione ha subito per la prima volta dopo tanto tempo un calo del 3,4% durante il periodo 2018/19, anche a causa di alcuni problemi di siccità. Al di là dei numeri, è interessante notare come sempre di più la produzione (e, di concerto, il prezzo sul mercato e la relativa volatilità del valore al sacco) siano suscettibili di cambiamenti relativi al clima. Il riscaldamento globale è in effetti un tema fortemente connesso alla filiera, sia nella parte più a monte (quella, appunto, della coltivazioni) che in quella più a valle, laddove troviamo il consumatore finale. Il trend del 2019 è quindi, anche in questo settore, quello della sostenibilità. Nello specifico è l’ambito delle capsule quello maggiormente sotto alla lente d’ingrandimento. È infatti innegabile che le soluzioni monoporzione, soprattutto quelle in materiale termoplastico, abbiano un importante impatto ambientale, sia per via dei volumi di consumo (si parla di svariati miliardi di unità prodotte e utilizzate ogni anno) che per la difficoltà di disfarsene in maniera corretta. Le capsule, a fronte di un’estrema praticità nella preparazione della bevanda, presentano infatti una certa difficoltà nello smaltimento, essendo spesso composte da più parti che andrebbero separate l’una dall’altra.
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La richiesta dei consumatori e la risposta del mercato
I consumatori, seguendo un trend comune a tutto il settore dei beni di largo consumo (per lo meno nei paesi occidentali) esprimono una sensibilità sempre maggiore sul tema, aspetto che va di pari passo con la promulgazione di normative statali sempre più restrittive. Anche se ancora non esiste
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ancora una legislazione di riferimento, né in Nord America né in Europa, singole aree stanno via via disciplinando lo smaltimento dei rifiuti monouso. Per esempio, nel territorio della comunità Valenciana sono state introdotte normative che imporranno, a partire dal 2020 la totale compostabilità dei prodotti monouso. Fortunatamente, il settore del caffè opera da anni in senso lungimirante, e da tempo sono allo studio soluzioni che da un lato vadano incontro alle esigenze di ridurre il carbon footprint e dall’altro siano cost-effective. I due concetti attorno a cui ruota il tema della sostenibilità sono la compostabilità e la riciclabilità. Nel primo caso, parliamo di capsule che, anche in caso di dispersione nell’ambiente, sono in grado di diventare “compost” (materiale non inquinante simile a terriccio) sfruttando la biodegradabilità dei materiali e rappresentando, de facto, una soluzione ecologica e sostenibile al 100%. Nel caso delle capsule riciclabili, la caratteristica è quella di poter essere facilmente smaltite dall’utente - ovviando ai problemi che riguardano tutti quei packaging composti di materiali diversi - per poi essere ritrasformate e riutilizzate all’interno della filiera. Dal punto di vista tecnologico, la sfida principale è quella di studiare sistemi monoporzione compostabili per tutti i formati. Ad esempio, sono già pronte e utilizzate, per quanto prevalentemente per prodotti “premium”, soluzioni compostabili per la tipologia “Nespresso”, che è quella più diffusa sul mercato. È invece tuttora in fase di implementazione il formato “Dolce Gusto”, che è tecnologicamente più complesso rispetto alla capsula Nespresso e richiede processi produttivi più articolati. Non va infatti scordato che la compostabilità deve sposarsi con le caratteristica di barriera della capsula, che garantisce la conservazione del prodotto e la sua durata nel tempo, un elemento che aggiunge ulteriore complessità ad una soluzione solo all’apparenza semplice come la capsula. Dal punto di vista ambientale, la riduzione dell’impatto sarà significativa quando verranno sviluppate soluzioni compostabili per tutti i principali formati e, soprattutto, quando anche le linee “non premium” adotteranno tali tipologie di capsule.
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Dossier
I
l mercato dei progetti di Industria 4.0 – tra soluzioni IT, componenti tecnologiche abilitanti su asset produttivi tradizionali e servizi collegati – raggiunge nel 2018 un valore di 3,2 miliardi di euro, di cui l’82% realizzato verso imprese italiane e il resto export di progetti, prodotti e servizi. Un valore in crescita del 35% rispetto all’anno precedente, trainato dai frutti degli investimenti effettuati nel 2017 (e fatturati nel 2018) sulla spinta del Piano Nazionale Industria 4.0, +140% se si considerano gli ultimi quattro anni, a cui va aggiunto un indotto di circa 700 milioni di euro in progetti “tradizionali” di innovazione digitale (circa 300 milioni in più dell’anno precedente). Mentre per il 2019, in base ai risultati del primo trimestre, si stima un rallentamento della crescita, che si dovrebbe attestare attorno al +20-25%.
Sulla spinta del Piano Nazionale Industria 4.0, questo mercato è cresciuto del +140% gli ultimi quattro anni. Le tecnologie 4.0 più diffuse sono IT, in particolare l’Industrial IoT che rappresenta il 60% del mercato. Per continuare a crescere è necessario coinvolgere però i dipartimenti HR e i lavoratori nella progettazione e nello sviluppo delle soluzioni.
L’INDUSTRIA 4.0 deve investire sul capitale umano Le tecnologie 4.0 più diffuse sono IT, in particolare l’Industrial IoT (la componentistica per connettere i macchinari alla rete) che con un valore di 1,9 miliardi di euro rappresenta il 60% del mercato e registra la crescita più marcata (+40%), seguito da Industrial Analytics, con 530 milioni di euro (17% del mercato, +30%), e Cloud Manufacturing con 270 milioni di euro (8%, +35%). Fra le OT (Operational Technologies), l’Advanced Automation conquista la maggiore quota di
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mercato con 160 milioni e una crescita del 10%, seguito dall’Additive Manufacturing con 70 milioni di euro, mentre l’Advanced Human Machine Interface segna la crescita più robusta (+50%, 45 milioni di euro). L’ultima fetta del mercato è costituita da attività di consulenza e formazione legate a progetti Industria 4.0: 220 milioni di euro (+10%), un dato inferiore alle aspettative che evidenzia come ci sia ancora molto da fare sul fronte delle competenze.
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La rivoluzione si fa con le persone
Il mercato italiano dell’Industria 4.0 corre sempre più veloce, ma per continuare a crescere e consolidarsi è necessario coinvolgere i dipartimenti HR e i lavoratori nella progettazione e nello sviluppo delle soluzioni. I lavoratori sono gli utilizzatori finali delle tecnologie, ma soltanto nel 7,8% delle aziende sono stati coinvolti attivamente in tutte le fasi dei progetti e in oltre un caso su quattro
(26,6%) non sono stati nemmeno informati della presenza di una strategia 4.0, mentre in appena il 6,8% delle imprese la funzione HR ha partecipato a queste iniziative. Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Industria 4.0 della School of Management del Politecnico di Milano, presentata in occasione del convegno “Industria 4.0: la rivoluzione si fa con le persone!” che si è tenuto a Milano presso l’Auditorium di Assolombarda. “Molti investimenti e progetti di digitalizzazione industriale avviati nel 2017 sulla spinta del Piano Nazionale Industria 4.0 sono stati fatturati nel 2018 accelerando l’espansione del mercato, che è più che raddoppiato negli ultimi quattro anni”, spiegano Alessandro Perego, Andrea Sianesi e Marco Taisch, Responsabili Scientifici dell’Osservatorio Industria 4.0. “La consapevolezza e la conoscenza delle tecnologie 4.0 sono ormai diffuse in tutte le realtà produttive del Paese, ma per cogliere tutte le opportunità offerte da questa rivoluzione è necessario definire con chiarezza un ruolo che guidi il cambiamento digitale e affiancare alle nuove tecnologie un modello organizzativo capace di coinvolgere i lavoratori, gli utilizzatori finali delle tecnologie, in tutte le fasi dei progetti 4.0”.
Sulla base della survey dell’Osservatorio Industria 4.0 su 192 imprese (153 grandi aziende e 39 PMI), l’80% ritiene che Industria 4.0 sia una rivoluzione che porterà cambiamenti radicali con grandi potenzialità ancora da esprimere, solo il 20% la considera soltanto un’evoluzione di quanto già avviato negli anni precedenti. Appena un’azienda su tre, però, ha effettuato una valutazione della propria preparazione digitale (digital readiness), il 54% è interessato a farlo in futu-
Automazione
ro, mentre il 14% non lo ha fatto e non ha intenzione di farlo. Lo scenario italiano è molto dinamico dal punto di vista delle applicazioni 4.0. Sono quasi 800 quelle censite, in media oltre quattro iniziative per azienda, distribuite nelle tre aree dei processi aziendali: Smart Factory (produzione, logistica, manutenzione, qualità, sicurezza e rispetto norme) col 42% dei progetti, Smart Lifecycle (sviluppo prodotto, gestione del ciclo di vita e gestione dei fornitori) col 33% e Smart Supply Chain (pianificazione dei flussi fisici e finanziari) col 25%. Le tecnologie più diffuse sono quelle dell’ambito Industrial IoT (connettività e acquisizione dei dati, pari al 25%). Una volta consolidati, i progetti 4.0 portano benefici tangibili soprattutto nella flessibilità e la riduzione dei costi. I principali benefici indicati dalle aziende con progetti attivi da oltre un anno sono la migliore flessibilità di produzione (47%), l’aumento dell’efficienza dell’impianto (38%), la riduzione dei tempi di progettazione (34%) e l’opportunità di sviluppare prodotti innovativi (33%). Le barriere maggiormente percepite dalle imprese allo sviluppo di applicazioni 4.0 sono invece le difficoltà nell’uso della tecnologia e nell’adozione degli standard (59%), le problematiche di natura organizzativa e gestione delle competenze (41%),
L’Industria 4.0 in Italia
Molte imprese italiane hanno iniziato il percorso di evoluzione digitale e la grande maggioranza ha consapevolezza della discontinuità rappresentata dalla trasformazione 4.0.
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Automazione 18
Dossier le difficoltà di change management (20%) e l’insoddisfazione per l’offerta (17%). Nei prossimi due anni le aziende hanno intenzione di concentrare gli investimenti in Industrial IoT (48%), Industrial Analytics (39%) e Advanced Automation (33%), mentre se si considera un orizzonte di 3-5 anni le priorità diventano Advanced Automation, Cloud e Additive Manufacturing. Intelligenza Artificiale e Blockchain non sono ancora rilevanti nei piani di investimento dei prossimi 5 anni, con alcune eccezioni per le aziende di grandi dimensioni. “Ormai quasi tutte le aziende italiane hanno compreso l’urgenza della trasformazione digitale: l’80% ha una chiara percezione della discontinuità rappresentata da Industria 4.0 e che il percorso è solo agli inizi”, rileva Giovanni Miragliotta, Direttore dell’Osservatorio Industria 4.0. “Con una media di 4 applicazioni 4.0 per azienda, lo scenario italiano rimane dinamico e ricco di iniziative, ed è degno di nota il fatto che le imprese che hanno realizzato progetti da oltre un anno, quindi ben assestati, dichiarino benefici tangibili in termini di flessibilità e riduzione dei costi.
Nello scenario di mercato attuale, soprattutto la flessibilità e la maggiore capacità di controllo appaiono un significativo valore aggiunto degli investimenti Industria 4.0”.
La rivoluzione delle persone
Le imprese italiane che hanno iniziato a utilizzare le tecnologie 4.0 nei processi si trovano a gestire l’impatto sull’organizzazione. In maggioranza, le aziende sono attente ai cambiamenti di processo e di flusso (54,2% del campione), a quelli nelle attività e modalità di lavoro del personale (45,3%) e alle competenze tecniche (42,7%). Meno del 20% si è concentrato sull’impatto su ruoli, competenze gestionali e relazionali e sui comportamenti attesi. Quando, però, le imprese si soffermano su aspetti organizzativi, lo fanno fin dalle prime fasi dei progetti: nel 18,8% dei casi in avvio e nel 20,8% durante sviluppo. Solitamente il promotore delle iniziative 4.0 è un top manager (43,8% del campione) o direttore di produzione o stabilimento (35,4%). La funzione R&D è coinvolta soprattutto nello sviluppo del progetto. La funzione HR,
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invece, partecipa in pochissimi casi alle varie fasi: solo nel 6,8% è stata coinvolta in tutti gli step, nel 27,1% è solo informata dell’avvio del progetto, nel 23,4% non ha avuto un ruolo in nessuna attività. Anche il coinvolgimento degli operatori è limitato: solo il 7,8% delle aziende li ha coinvolti in tutte le fasi del progetto 4.0, il 25% non ha affidato nessun ruolo. Ma addirittura solo nel 26,6% dei casi gli operatori sono stati informati della strategia 4.0.“I dati mostrano come poche imprese stiano affrontando la rivoluzione 4.0 con un approccio sistemico che guardi contemporaneamente alle soluzioni tecnologiche e al modello organizzativo, e sono ancora una minoranza quelle che valutano adeguatamente l’impatto delle scelte tecnologiche”, afferma Raffaella Cagliano, Professore Ordinario di People Management and Organization, Politecnico di Milano. “Questo potrebbe rappresentare una potenziale zavorra sulla via del percorso 4.0 delle aziende italiane, che può limitare il pieno e rapido raggiungimento dei benefici non solo per le performance aziendali, ma anche per l’arricchimento degli operatori”.
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HRP R4 ALTA RISOLUZIONE Competenze 4.0
Già il 57% delle imprese si è attivata per identificare le carenze di competenze 4.0 e avviare interventi necessari a colmarle. Circa tre su dieci le giudicano adeguate e altrettante stanno lavorando per migliorarle. La decisione di valutare le competenze vede una forte partecipazione degli imprenditori e top manager (74%) e dei responsabili dei progetti 4.0, soprattutto nelle fasi di promozione, definizione degli obiettivi e modalità di valutazione (44%). Gli HR manager rimangono sullo sfondo e acquisiscono importanza solo nella fase di implementazione, confermando la difficoltà a giocare un ruolo più strategico nel percorso di trasformazione 4.0. L’analisi delle competenze e la formazione sono affidate in maggioranza a risorse interne, rispettivamente nel 61% e 75% dei casi. Le collaborazioni esterne più comuni per la ricerca competenze sono con università, centri di innovazione, ITS, che il 50% delle aziende giudica efficaci. Fra le competenze prioritarie figurano quelle dei processi della smart factory e della smart supply chain, nonché l’innovazione di strategia e modello di business abilitata da Industria 4.0. “Nel complesso – commenta Sergio Terzi, Direttore dell’Osservatorio Industria 4.0 – emerge il quadro di un tessuto industriale più consapevole dell’ampiezza del divario da colmare, deciso nell’attivare le risorse disponibili per formare le competenze più rilevanti, ma in larga misura ancora nella fase di definizione di una chiara strategia sulle competenze di Industria 4.0”.
La maturità digitale delle PMI
L’Osservatorio ha analizzato lo stato dei progetti di Industria 4.0 di circa 600 aziende attraverso lo strumento del DREAMY (Digital REadiness Assessment MaturitY model), che valuta la maturità digitale dei processi in termini di capacità di esecuzione, monitoraggio e controllo, organizzazione e utilizzo di tecnologie ICT. La maturità digitale delle grandi aziende è maggiore rispetto alle PMI in ogni dimensione e in ogni processo analizzato, con uno scostamento di almeno 0,5 punti su una scala di cinque livelli di maturità. Nelle PMI, il controllo (la capacità di prendere decisioni) è la dimensione strutturalmente più debole, seguita dalla tecnologia, ossia la capacità di impiegare le tecnologie digitali nell’esecuzione e gestione dei processi. La manutenzione è il processo meno sviluppato, con capacità di gestione debole o assente in alcuni casi. “All’inizio del percorso verso Industria 4.0, le PMI danno priorità a sistemi e tecnologie che abilitano l’innovazione, di prodotto o di processo, che le rende competitive sul mercato”, commenta Marco Macchi, Direttore dell’Osservatorio Industria 4.0. “È in ogni caso fondamentale investire sul capitale umano, inserendo competenze tecniche e manageriali per costruire un ecosistema di relazioni con partner a supporto dello sviluppo della digitalizzazione; l’imprenditore e il management della PMI rimangono il fulcro per la governance dell’innovazione”.
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Dossier
L’
industria tecnologica italiana, espressione di Federazione ANIE, che raccoglie oltre 1.400 aziende associate e circa 500.000 addetti, fornisce tecnologie per i 4 mercati strategici per l’Italia (Industria, Building, Energia e Infrastrutture), continua a fare da traino al sistema economico del Paese e segna ancora performance in crescita. Guardando alle stime relative al primo semestre del 2019 le attese delle imprese ANIE sull’evoluzione della domanda sembrano inglobare un maggiore pessimismo rispetto al recente passato. A testimonianza di un sentiment meno favorevole, i saldi tra previsioni di aumento e diminuzione per le principali variabili risultano inferiori rispetto a quelli registrati nei semestri precedenti. In particolare, nel primo semestre del 2019 il 46% delle imprese che hanno preso parte
Nel 2019 lo scenario macroeconomico in cui operano le imprese ANIE si caratterizza per una maggiore incertezza, sia sul fronte interno sia su quello estero. I risultati dell’Osservatorio sul mercato delle tecnologie ANIE intercettano i segnali di indebolimento emersi nello scenario.
UN’INDUSTRIA CHE TRAINA nonostante un rallentamento all’indagine segnala una crescita del fatturato totale nel confronto con lo stesso periodo del 2018 (è questo il sentiment meno ottimista degli ultimi semestri). In un contesto internazionale a minore potenziale, le imprese evidenziano un rallentamento anche nell’evoluzione della domanda estera. Indicazioni meno incoraggianti rispetto al recente passato originano dall’analisi del portafoglio ordini. Nel primo semestre del 2019 per il 40% delle imprese che hanno preso parte all’indagine l’ordinato totale è in crescita rispetto allo stesso periodo del 2018. Da segnalare che l’ordinato è in calo per ben il 26% delle imprese. Questo dato desta particolare preoccupazione, in quando lascia presagire un andamento più debole nei prossimi mesi.
Highlights
In linea con l’evoluzione dello scenario, si conferma una valutazione meno ottimista anche guardando alla chiusura d’anno. Con riferimento alle stime relative all’anno 2019 nel suo complesso, il 50% delle imprese ANIE stima una crescita del fatturato totale nel confronto con il 2018. Occorre rilevare che questo dato seppur positivo ingloba un
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sentiment meno ottimista delle precedenti rilevazioni (la corrispondente quota di imprese ottimiste per l’andamento annuo sfiorava il 60% nelle analoghe indagini condotte nel 2017 e nel 2018). Analogo sentiment caratterizza sia la domanda estera sia quella interna. Dopo un 2017 dinamico, nel 2018 lo scenario internazionale in cui operano le imprese ANIE (che ha visto avvenimenti come la Brexit, la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, le tensioni tra Italia e Unione, la crescita del debito nei Paesi emergenti e nei Paesi in via di sviluppo) si è caratterizzato da una maggiore incertezza. Il secondo semestre del 2018 ha riscontrato segnali di rallentamento rispetto al commercio mondiale e al ciclo degli investimenti, che nell’anno precedente avevano svolto un ruolo importante come attivatori della domanda. Nel 2018 ANIE ha registrato un fatturato aggregato di 80 miliardi di euro. Nonostante questo, i comparti rappresentati da ANIE, grazie all’innovazione tecnologica che li contraddistinguono, hanno raggiunto nel 2018 performance di segno positivo con una crescita del fatturato aggregato totale del 4,7%. In dettaglio il fatturato totale dell’Elettronica è cresciuto del 7,1% e quello dell’E-
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lettrotecnica del 4,0%. Nel 2018 i settori ANIE hanno mantenuto un maggiore dinamismo rispetto al campione ISTAT: fatturato +4,7% rispetto al +3,2%, esportazione in crescita del 2,4% rispetto all’1,7% e fatturato interno in aumento del 7,1% rispetto alle tendenze registrate da ISTAT. Guardando al mercato Energia (nella componente relativa sia alle fonti tradizionali sia a quelle rinnovabili), le indicazioni sull’evoluzione della domanda nazionale rivolta alle imprese ANIE nel primo semestre del 2019 evidenziano una sostanziale stabilità. Da segnalare che quasi il 30% delle imprese del campione indica un calo della domanda, intercettando uno scenario più instabile del recente passato. Indicazioni di stabilità sono presenti anche nel mercato Building (per il 44% delle imprese). In questo mercato una quota pari al 32% sul totale delle imprese indica una flessione della domanda, intercettando i rischi di un’attenuazione della ripresa. Indicazioni di stabilità prevalgono altresì nel mercato delle Infrastrutture ferroviarie ed elettrificate (il 45% delle imprese segnala una sostanziale stabilità della domanda nazionale nel primo semestre del 2019).
Andamento dei mercati finali
In una lettura per mercati finali, il mercato dell’Energia - nella componente della produzione (tradizionale e rinnovabili) e investimenti sulla Rete – vede un andamento di segno positivo dell’8,5%. Cresce il settore Trasporti con + 4,1% e prosegue il graduale recupero per il Building (+2,1%), in un quadro di moderato riavvio degli investimenti nel settore delle Costruzioni. Si conferma un andamento sostenuto per le tecnologie attive sul mercato dell’Industria, che vede una crescita annua del fatturato del 7,5%, seppure vi sia stata una significativa contrazione nel secondo semestre che ha ridimensionato una previsione di crescita a doppia cifra confermando che l’incertezza sul rinnovo degli incentivi – iperammortamento in primis – ha generato una forte decelerazione degli investimenti.
Automazione
Il sentiment sul 1°semestre 2019 | Andamento del fatturato totale
Andamento del fatturato totale distribuzione % del numero delle risposte delle imprese
Fonte: Osservatorio sul mercato delle tecnologie ANIE
Il sentiment sul 1°semestre 2019
Sentiment primo semestre 2019
Nella prima parte del 2019 alcune criticità sono segnalate con riferimento alla domanda rivolta alle tecnologie ANIE che origina dal mercato Industria e che aveva svolto un ruolo da protagonista nella ripresa (solo il 25% delle imprese che hanno preso parte all’indagine segnala in questo ambito un incremento della domanda nazionale, la corrispondente quota era pari nella media del 2018 al 57%). Queste tendenze risentono del rallentamento degli investimenti già emerso nella seconda metà del 2018. Per tracciare l’andamento del primo semestre del 2019, il Servizio Studi di ANIE ha condotto un’indagine quali-quantitativa su un significativo campione di 130 aziende rappresentative associate (espressione di un fatturato aggregato pari a 16 miliardi di euro) che hanno confermato uno scenario a minore potenziale. Secondo i dati dell’Osservatorio ANIE, nel primo semestre 2019 emergono segnali contrastanti e i saldi tra previsioni di aumento e diminuzione per le diverse variabili analizzate risultano inferiori rispetto a quelli registrati nei semestri precedenti. Il 54% delle imprese che ha preso parte all’indagine, prevede di chiudere il primo semestre di quest’anno con un fatturato totale in diminuzione o in stabilità, il 60% non prevede crescita per il proprio portafoglio ordini. L’andamento al ribasso è confermato anche dai dati ISTAT relativi agli ordinativi per i settori ANIE che evidenziano, nel confronto annuo, un andamento in deciso ridimensionamento sia nella componente interna sia in quella estera. “Le previsioni per il 2019 sono al ribasso e di-
** Lo score è il risultato della differenza tra le risposte in aumento e in diminuzione al netto delle risposte stazionario Le singole risposte si riferiscono ai campioni chiusi - Fonte: Osservatorio sul mercato delle tecnologie ANIE
venta, quindi, prioritario guardare all’Industria nel suo complesso per evitare una chiusura d’anno con segno negativo e avere significative ripercussioni anche sul prossimo anno”, ha proseguito il Presidente Busetto. “Desideriamo ribadire il nostro aiuto e contributo tecnologico alle decisioni in ambito di politica industriale,
affinché l’attenzione delle istituzioni non venga a mancare nei prossimi mesi perché dalla crescita della nostra Industria dipende la crescita del nostro Paese. Diamo dunque tutti insieme vigore, forza e concretezza ad un cambiamento tecnologico fondamentale per noi, i nostri figli e la nostra società”, ha concluso Busetto.
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Aziende&Strategie INNOVA GROUP cresce e investe in ottica Industry 4.0 In occasione della conferenza stampa annuale di Innova Group, sono stati condivisi i risultati economici raggiunti. Positivo il fatturato, in crescita del 4% e nuovi investimenti in vista in ambito Industry 4.0. Estremamente innovativo il sistema di movimentazione già operativo nello stabilimento di Erbè e nel 2020 sarà implementato un nuovo gestionale, per ottimizzare la flessibilità.
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tre Amministratori Diego, Luca e Stefano Pedrotti insieme alla madre Giulia, vedova del fondatore Giovanni Pedrotti, hanno incontrato i giornalisti presso Innova Group nello stabilimento di Erbè, in provincia di Verona, per condividere i risultati economici raggiunti nel 2018. L’incontro è stata l’occasione per visitare il nuovo capannone dal design innovativo, recentemente ultimato. Sono stati illustrati i traguardi economici di Innova Group. “Nel 2018 si è registrata una crescita del 4% circa rispetto all’anno precedente – ha confermato Luca Pedrotti. – Il fatturato ha raggiunto 86.000.360 euro. Questo risultato è stato ottenuto nonostante il continuo aumento della materia prima e la volontà del gruppo di non far ripercuotere tale aumento sulla clientela. Proprio per questa decisione l’utile è diminuito del 5%. Per quanto riguarda il 2019, il primo semestre si è chiuso positivamente, mentre il secondo si
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Stefano, Diego e Luca Pedrotti, amministratori di Innova Group, con la madre Giulia
preannuncia più difficoltoso. Nonostante ciò le previsioni sono di una lieve crescita di fatturato, rispetto al bilancio 2018. Gli oneri finanziari si sono praticamente azzerati e questo dimostra la solidità dell’azienda”. Negli ultimi 5 anni gli investimenti hanno raggiunto i 32 milioni di Euro. Il risultato di una filosofia aziendale sempre rivolta alla modernizzazione ed al miglioramento delle fasi produttive ha prodotto oltre 30 milioni di aumento di fatturato ed un servizio alla clientela sempre più veloce e personalizzato. Dal 2013 al 2018 il fatturato del gruppo è aumentato di quasi 50%.
Avviato un percorso di digitalizzazione
Gli investimenti per il 2019 saranno interamente dedicati all’individuazione di un nuovo gestionale, che sarà in grado di connettersi ai nuovi macchinari installati nel 2018 (in ambito Industry
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4.0), ottimizzandone così la produttività e migliorando la velocità e la qualità dell’analisi dei dati. Sono stati poi illustrati gli investimenti fatti nel 2018 per un totale di circa 8 milioni di euro. “Attualmente molti dei nostri clienti si trovano a dover affrontare un contesto competitivo complicato, – spiega Stefano Pedrotti – dove il ciclo di vita dei loro prodotti è sempre più corto con lotti sempre più piccoli e sempre più personalizzati. Il cliente ha quindi bisogno della massima flessibilità che gli consenta di approvvigionarsi in tempi brevissimi solo di quello che realmente abbisogna”. “È proprio basandoci su queste esigenze – prosegue Luca Pedrotti. – che da diversi mesi abbiamo intrapreso un processo di digitalizzazione all’interno dei nostri stabilimenti, prima dotandoci di macchinari 4.0 e successivamente ricercando un ERP di nuova generazione che consenta lo sfruttamento della nuova transizio-
Il nuovo capannone nello stabilimento di Innova Group a Erbè
ne produttiva e un integrazione maggiore col cliente. Prevediamo così, al termine del progetto, di poter fornire ulteriore flessibilità e una più rapida capacità di risposta. La scelta del gestionale è stata un percorso lungo. L’obiettivo che ci siamo dati è quello di essere più connessi con i clienti e migliorare così il servizio e i tempi. Oggi possiamo già rispondere in tempo reale a tutte le richieste grazie ad un’organizzazione intelligente di magazzino, ma nel futuro intendiamo accrescere la flessibilità del servizio”.
Automazione a tutto campo
Nello stabilimento di Erbè, in provincia di Verona, oltre al completamento del capannone iniziato nel 2017, è stata installata una linea piega-incolla Masterfold di Bobst. “Il sistema ha la capacità di realizzare twin box, un prodotto che oggi è molto richiesto dai punti vendita nel largo consumo – spiega Stefano Pedrotti. – Abbiamo apportato una modifica sostanziale al sistema che ci consente di lavorare ‘in ombra’, quindi mentre il sistema conclude una lavorazione sul retro, in automatico inizia la preparazione del lavoro successivo. Questo ci garantisce la massima produttività e accorcia i tempi di produzione”. Inoltre, è stato implementato un sistema automatico di movimentazione per collegare il nuovo capannone. Il tutto avviene in maniera completamente automatica e il flusso è totalmente interconnesso. Tutto ciò ha permesso di accorciare notevolmente i tempi di produzione. “L’interconnessione sarà ancora più visibile – continua Stefano – quando sarà avviato il nuovo futuristico capannone, che ci consentirà ancora maggiore capacità produttiva e flessibilità”. Infine, nello stabilimento di Caino, in provincia di Brescia, è stato installato un nuovo case-maker di ultima generazione Emba a 6 colori, anche questo connesso in modalità Industry 4.0. Diego spiega: “Oltre alle tecnologie, ci tengo a sottolineare anche l’attenzione alle risorse umane, su cui da anni investiamo attraverso formazione e aggiornamento delle competenze”.
Focus sul servizio
L’importanza del servizio è fondamentale per Innova Group. “La priorità che da sempre ci siamo posti senza sosta dalla nascita dell’azienda – spiega Luca Pedrotti – è quella di mettere al primo posto il cliente e la sua soddisfazione. Questo è fondamentale per la nostra longevità, cerchiamo quindi di capire e assecondare le esigenze dei nostri clienti fornendo un servizio a 360°. Abbiamo sempre profuso grande impegno e dedicato ingenti risorse per ottenere la maggior flessibilità nel servizio fornito con il miglior rapporto qualità/prezzo. Una flessibilità che si identifica sotto vari aspetti, dall’ampia gamma di prodotti che possiamo fornire in brevissimo tempo con i più svariati lotti – da poche decine fino al milione di pezzi – all’approccio consulenziale nella fornitura di soluzioni di imballaggio per qualsiasi necessità. Il tutto è realizzato in stabilimenti verticalizzati ed integrati tra loro con la massima efficienza e rapidità, grazie ad un mix di tecnologia e competenze aziendali che consentono di raggiungere livelli di produttività dagli standard elevatissimi”.
Aziende&Strategie Nelle strategie di Verallia sostenibilità e personalizzazione Verallia è attiva nella produzione di packaging in vetro per l’industria del food&beverage. In questa intervista Diego Dallatorre, Marketing e Business Development Manager, racconta i punti di forza della produzione, i vantaggi del circolo virtuoso del vetro e l’impegno dell’azienda in questa direzione.
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ual è il core business di Verallia e cosa vi distingue dal resto del mercato? Verallia è il terzo produttore mondiale di bottiglie e vasi in vetro per il food&beverage. Ciò che distingue Verallia dai concorrenti è certamente la flessibilità e la costante ricerca della soddisfazione delle esigenze, anche latenti, dei clienti. Uno dei punti di forza di Verallia è certamente la struttura produttiva che permette di garantire una fornitura costante per grandi volumi e tirature, ma al tempo stesso di offrire una personalizzazione di qualità anche per clienti di nicchia e per numeri limitati. Proprio a questo target di clienti e prodotti sono
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dedicate le gamme di Verallia: Selective Line e Small Business. La prima propone bottiglie innovative dalle decorazioni personalizzate e lussuose, create per quei clienti che vogliono valorizzare i propri prodotti in modo unico ed inimitabile; la seconda invece permette di garantire elevati livelli di personalizzazione anche per piccoli lotti, rendendo così accessibili i contenitori di livello “premium” anche a clienti di piccole dimensioni. Ci può fare una panoramica del mercato della produzione di bottiglie e vasi in vetro a livello nazionale? I driver principali che spingono l’utilizzo del vetro per contenere gli alimenti sono salute, gusto e ambiente. Anno dopo anno la produzione di bottiglie e vasi in vetro aumenta costantemente – secondo dati Assovetro nei primi 5 mesi del 2019 la produzione di bottiglie di vetro è aumentata del 6,4% rispetto allo stesso periodo del 2017, con oltre 1,6 milioni di tonnellate di bottiglie prodotte – proprio per rispondere ai bisogni di sicurezza alimentare e alla crescente “voglia” di sostenibilità ambientale dei consumatori. A questo trend positivo si affianca anche il successo delle produzioni made in Italy: sono sempre di più le bottiglie di vino e spumante, rigorosamente in vetro, esportate all’estero. L’export di vino italiano è passato dai 2,5 miliardi di euro del
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2000 agli oltre 6 del 2018 con un vero e proprio boom delle “bollicine”. Da segnalare anche la crescita registrata nel settore della birra, che ha ritrovato consenso tra i consumatori soprattutto grazie ai nuovi gusti e specialità, e nel settore spirits, a seguito della riallocazione sul territorio italiano di alcune produzioni di grossi player del settore. Insomma i dati degli ultimi anni confermano che il vetro è riconosciuto come il “custode” migliore dei nostri cibi e bevande. Il vetro è considerato uno dei materiali più “eco-friendly”. Ci parla dei vantaggi del circolo virtuoso del vetro e qual è l’impegno di Verallia in questo ambito? La responsabilità sociale di impresa e lo sviluppo sostenibile sono temi che Verallia ha affrontato prima che diventassero imprescindibili a livello nazionale e che ci fossero obblighi di legge per il recupero dei rifiuti da imballaggio. Verallia ha investito direttamente in propri impianti per il trattamento e recupero del rottame in vetro, riciclabilità che è una delle grandi forze del materiale che produciamo. Aumentare il tasso di riciclo per un’azienda come la nostra è fondamentale perché si riduce il consumo di energia elettrica e di materie prime oltre alla produzione di energia di fusione. Gli investimenti fatti ci permettono di raggiungere oltre l’87% di riciclo su certe tipologie
di prodotti e di riciclare oltre 750mila tonnellate di vetro da raccolta differenziata ogni anno. A questo si aggiunge l’adozione di trasporti intermodali su tutto il territorio nazionale, in particolare per il trasporto della sabbia – nostra materia prima – e per le consegne dei contenitori ad alcuni clienti. Non va infine dimenticato che in occasione del rifacimento o adeguamento di impianti e forni ricorriamo alle migliori e più avanzate tecnologie con un’attenzione tanto all’efficienza quanto alla tutela dell’ambiente. Per ottenere questi risultati servono però una visione di lungo periodo, la capacità di comunicare i risultati ottenuti e creare le condizioni per lavorare in un’ottica di sistema, dai clienti al territorio e alle istituzioni. Quali sono le tendenze e le richieste dei consumatori legate all’impiego di packaging in vetro? Il vetro è considerato dai consumatori il packaging più eco-sostenibile. Lo afferma un’indagine indipendente InSites che ha coinvolto 18.000 consumatori europei, di cui più di 2.500 in Italia. I risultati dell’indagine, svolta nel 2017, rivelano che il 76% degli europei vede il vetro come il materiale di imballaggio più rispettoso dell’ambiente, un aumento del 50% rispetto al 2008. Per quanto riguarda l’Italia, la percentuale è più alta e si attesta intorno all’81%. Dal punto di vista della sicurezza alimentare, il 53% degli europei lo sceglie perché ritiene che sia il materiale di confezionamento più sicuro per il cibo, mentre in Italia il 65% degli intervistati ritiene che sia il miglior packaging per i cibi. Per le bevande, invece, è il 73% degli europei a considerare il vetro come il materiale di imballaggio più sicuro, in linea con il dato italiano (72%). I numeri dunque ci dicono che il consumatore chiede packaging in vetro. Sta a noi, industria e distribuzione, rispondere in modo coerente e puntuale alle richieste che ci giungono dai clienti finali.
valorizzazione a quei prodotti di alto livello che ne hanno bisogno, lavora costantemente sulla differenziazione, sulla personalizzazione e sul design. Per rispondere a queste ultime esigenze nasce la nostra Selective Line: una linea di altissima gamma caratterizzata da modelli dalle forme eleganti, colori molto scuri o extra bianco, sempre più richiesti dai produttori di bevande alto di gamma e alla ricerca di packaging all’altezza dei loro prodotti premium.
anche alle piccole serie e ai prodotti specializzati. Cosa rende possibile questa vostra attitudine? Verallia ha deciso di muoversi in due direzioni: da una parte, per garantire i volumi, si è focalizzata sul mass market – va in questa direzione l’investimento nel nuovo stabilimento di Villa Poma – e dall’altra, per dare maggior
Quali sono i tratti distintivi della nuova versione di Virtual Glass, lo strumento online per la creazione di nuovi packaging? L’applicazione Virtual Glass offre agli utilizzatori – clienti o prospect – la possibilità di realizzare nuove idee di packaging molto realistiche, ottimizzando i tempi e i costi di sviluppo di nuovi prodotti, confrontando diverse opzioni e ottenendo con pochi click immagini da utilizzare nel materiale di comunicazione. Rispetto alla versione precedente, è stato arricchito enormemente il catalogo degli articoli standard utilizzabili come base del rendering e i contenuti in termini di colori del vetro, tipologia di prodotti confezionabili, chiusure ed etichette. Altra importante novità consiste nel permettere agli utenti di accedere al Virtual Glass direttamente da myVerallia, il portale messo a disposizione dei nostri clienti per fruire autonomamente delle informazioni di cui hanno bisogno come: disegni, certificazioni, stato degli ordini e delle consegne.
Anche grazie agli ultimi investimenti, Verallia si è sempre distinta per la capacità di gestire prodotti di fascia premium e di design, assicurando questo servizio
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Aziende&Strategie Le soluzioni di Nimax per la sicurezza alimentare Il controllo della qualità dei prodotti alimentari e la loro codifica per una tracciabilità garantita lungo l’intera filiera, queste sono due delle tematiche trattate da Nimax durante lo scorso Cibus Tec. Fari puntati sulla tecnologia di ispezione a Raggi X di Loma e sulla soluzione Print&Verify.
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ra le molteplici soluzioni presenti sullo stand Nimax in occasione del recente Cibus Tec di Parma, vi era è il nuovo sistema di marcatura e controllo Nimax Print&Verify, che verrà proposta con tre livelli di dotazioni, entry level, basic e advance, ed è stata studiata per soddisfare la crescente richiesta, anche da parte del mercato del processo alimentare, di sistemi Print&Verify. Il sistema, attrezzato con il marcatore thermal inkjet a cartucce Domino G230i e da un sistema di controllo, è quindi capace di stampare e di seguito verificare la presenza/assenza della marcatura e dei codici, controllare la qualità della stampa e la leggibilità della codifica 1D e 2D, nonché eseguire altri controlli necessari per garantire la conformità. La stampante ha una configurazione versatile, potendo gestire da 1 a 4 teste di stampa mediante un unico controller, e può stampare fino ad una risoluzione di 600 dpi elementi come barcode, datamatrix e testi truetype, su un’area massima si 5,1 cm. Domino G230i usa inchiostri multi-substrato, che garantiscono semplicità di impiego e aumentano l’efficienza produttiva. Il sistema offre inoltre la possibilità di esportare statistiche, log e immagini, visibili dall’operatore sull’interfaccia a bordo macchina o in
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remoto, e utilizzabili dai più comuni software di controllo della linea per monitorare la produzione in tempo reale. Nel caso un prodotto risultasse non conforme, per mancanza di caratteri o per illeggibilità del codice, è presente un sistema di espulsione che consente di scartarlo.
Sicurezza ai Raggi X
La ricerca dei corpi estranei è opportuna per diverse ragioni: tutela l’azienda nei confronti della clientela, protegge il marchio ed è richiesta dalla GDO. In tal senso, Nimax propone una gamma di sistemi di ispezione a Raggi X e Metal Detector che si abbinano alle Selezionatrici Ponderali per rendere le linee produttive più efficienti e ridurre notevolmente le non conformità. I sistemi sono progettati per essere inseriti in linee di produzione nuove o esistenti, senza influenzarne la produttività e consentendo di passare dal controllo a campione a una verifica su ogni singola confezione. In occasione di Cibus Tec, Nimax, esclusivista per l’Italia delle soluzioni a marchio Loma, ha proposto il sistema di ispezione a Raggi X della Serie X5 Pipeline per prodotti “pompati” in tubazione, come la carne macinata per produrre insaccati, i formaggi filati come la moz-
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zarella, le marmellate e le creme di cioccolato. Dal momento che vengono confezionati in una fase successiva, questi prodotti necessitano di un controllo delle materie prima della confezione. Una delle peculiarità di questo sistema è l’ingombro a terra, che è esattamente lo stesso del sistema Metal Detector, ma con il vantaggio che i Raggi X possono rilevare un più ampio spettro di contaminanti, come metallo, plastica e ossa. Se il sistema rileva un elemento contaminante, la soluzione Loma possiede una valvola di scarico che serve ad espellere il corpo estraneo assieme alla minima quantità di prodotto per evitare così inutili sprechi. Il sistema di controllo è attrezzato con la nuova tecnologia AAT (Adaptive Array Technology) per offrire le migliori prestazioni di ispezione disponibili. L’impiego dei Raggi X e la dotazione di algoritmi consente, oltre al rilevamento di corpi estranei, l’ispezione simultanea di differenti caratteristiche, tra cui il corretto riempimento, il conteggio dei prodotti e il controllo forma e volume in packaging diversi, anche metallizzati o non trasparenti, scartando i prodotti non conformi.
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5|6|7 FEBBRAIO BERLINO
Aziende&Strategie Robatech, la scelta green si sposa con la sicurezza operativa L’efficienza e l’innovazione si uniscono alla sostenibilità per dare vita a soluzioni in grado di ottimizzare i processi in termini di sicurezza e di utilizzo di risorse in modo più responsabile. Questi tutti gli ingredienti della “ricetta” di Robatech, che Davide Morten, Sales & Marketing Manager, ci racconta in questa intervista.
➥ Innovazione ed efficienza unite ad eco-sostenibilità sono sempre stati pilastri della vostra strategia. Quali azioni Robatech sta mettendo in atto a favore del rispetto ambientale? Robatech si è presentata all’ultima edizione di Cibustec con un branding completamente nuovo: Green Gluing, che racchiude i valori fondanti della società. Il nostro obiettivo è fornire soluzioni di incollaggio attente all’ambiente. Questo aspetto tocca anche la produzione:
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operiamo infatti in uno stabilimento dove si produce il 50% dell’energia che utilizziamo. La filosofia verde fa parte del DNA di Robatech, è stato dimostrato sul campo che i nostri impianti, a parità di prestazioni, sono più competitivi in termini di risparmio energetico. Anche per quanto riguarda le applicazioni, proponiamo ai nostri clienti di ottimizzare i loro processi produttivi con un occhio all’ambiente. Ad esempio, il sistema di stabilizzazione del pallet consente agli utilizzatori di ridurre al minimo il film protettivo intorno al pallet e anche i cartoni interfalda. In questo senso, si ottengono vantaggi di operatività che si traducono inoltre in una riduzione di spazi occupati. Per quanto riguarda la nostra etica di sostenibilità, mettiamo in atto tutte quelle politiche necessarie a ridurre l’impatto ambientale anche nelle più semplici attività quotidiane. In ottica di contributo concreto, sul sito Robatech il visitatore può selezione una delle tre onlus presenti per fare in modo che la enostra azienda compia una donazione a suo nome. ➥ Come si coniugano questi aspetti con la sicurezza operativa? Sostenibilità e sicurezza sono collegati, perché le tecnologie che utilizziamo per evitare dispersione di energie sono le stesse che consentono di ridurre le temperature esterne, evitando di causare danni all’operatore. Robatech continua ad investire in termini di sicurezza: da anni proponiamo sistemi di riempimento automatico per le vasche di colle hotmelt, progettate in modo da non consentire all’operatore il contatto diretto con l’adesivo fuso. La novità di Robatech è un nuovo sistema di riempimento denominato GlueFill S che permette all’operatore di caricare manualmente i granuli in un serbatoio separato, una zona sicura e “fredda”; soltanto successivamente il sistema riempie automaticamente la vasca. Questo doppio passaggio consente che tale operazione si svolga senza alcun rischio di ustioni. Secondo la stessa logica tutte le pistole Robatech
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Davide Morten, Sales & Marketing Manager Robatech Italia
della serie Diamond sono completamente coibentate, dalla più piccola monomodulo alla più complessa. È l’unica azienda al mondo che propone pistole multimodulo coibentate. ➥ Da anni Robatech si è focalizzata sul concetto di smart gluing, può parlarcene? Vogliamo consentire ai nostri clienti di gestire le tecnologie di applicazioni di incollaggio in maniera smart, che significa intelligente, moderna, integrata, flessibile e mobile. Già da tempo tutti gli impianti Robatech sono dotati di schede di rete che consentono di essere visualizzati e gestiti da remoto. Dal proprio smartphone, oggi l’utilizzatore può verificare, ai fini del monitoraggio della produzione, se una linea di confezionamento funziona correttamente e se la quantità di colla è adeguata. In questo senso, se il consumo è troppo elevato, si può provvedere a risolvere il problema. Grazie ad una competenza specifica e un’esperienza di 25 anni, possiamo fornire supporto e consulenza nella stabilizzazione dei pallet a seconda della tipologia di prodotto da trasportare. La nostra soluzione può essere integrata facilmente nel processo di produzione o adottata come retrofit. Ciò che fa la differenza è il nostro servizio pre e post vendita: è il motivo stesso che ci ha permesso di entrare con i nostri impianti in oltre 80 paesi nel mondo, con un trend di crescita che ci ha portato a volumi impensabili fino a 20 anni fa. Oggi possiamo affermare, senza tema di smentita, che Inquadra Robatech è leader indiscusil QR Code so in termini di innovazione per vedere il video nella fornitura di impianti di incollaggio.
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Venditalia 2020: il mondo del Vending si incontra a Milano Venditalia, il più importante Salone del Vending, rappresenta un’opportunità unica per scoprire le ultime novità del settore e un’occasione concreta per incontrare i protagonisti del Vending internazionale. Vi aspettiamo nella nuova location espositiva di Fieramilano Rho!
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Aziende&Strategie Raja focus su innovazione, versatilità e ambiente Il Gruppo RAJA si distingue per l’importante cultura del servizio al cliente, la costante attenzione all’innovazione e l’elevata competenza dei suoi dipendenti. Con uno sguardo sempre attento all’ambiente, inoltre, l’azienda è impegnata in un continuo sviluppo di soluzioni ecologiche e nella sensibilizzazione di fornitori e clienti. Lorenza Zanardi, Direttore Generale di RAJA Italia, racconta i plus che distinguono questa realtà in forte crescita e sempre più apprezzata sul mercato.
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i descrive il Gruppo RAJA e la sua attività? La storia del Gruppo RAJA inizia 65 anni fa quando due donne francesi, Rachel e Janine, da cui deriva l’acronimo RAJA, decisero di aprire la società Les Cartones Raja. Una scelta coraggiosa in un mondo prettamente maschile come quello degli imballaggi che però oggi possiamo considerare assolutamente vincente come i numeri stessi dimostrano. Il Gruppo, presente in 18 Paesi in tutto il mondo per un totale di 1.900 dipendenti, conta infatti 420.000 clienti e un fatturato di 631 milioni di euro registrato lo scorso anno.
Per quanto riguarda invece l’Italia, vantiamo già oltre 10 anni di attività. La filiale è stata infatti aperta a Castel San Giovanni, nel polo logistico che oggi ospita altri importanti brand come Amazon, nel 2006. Attualmente contiamo un portafoglio clienti di 80.000 società tra PMI e grandi aziende internazionali presenti sul territorio nazionale alle quali proponiamo un’offerta di oltre 4.200 prodotti e un supporto a 360°. In termini di fatturato invece nel 2018 abbiamo raggiunto i 20,8€ milioni con un aumento pari al 18% rispetto al 2017. Siamo quindi una realtà in forte crescita e sempre più apprezzata come evidenziano anche i recenti riconoscimenti che abbiamo ottenuto. Quest’anno siamo stati infatti premiati al Netcomm E-commerce Award come miglior e-commerce nella categoria “Servizi” e abbiamo ricevuto il Sigillo di Qualità dell’Istituto Tedesco Qualità e Finanza come Best Shop nella categoria “Forniture per commercio, ufficio, industria”. Specializzata nella distribuzione di materiale da imballaggio, forniture e attrezzature per le imprese, cosa distingue l’offerta di RAJA Italia? La nostra offerta si contraddistingue per un modello di business che si traduce in una strategia multicanale capace di incontrare e Lorenza Zanardi, Direttore Generale di RAJA Italia
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soddisfare appieno le esigenze e le aspettative dei clienti. Attraverso cataloghi, sito web, canali social, telefono ed esperti sul campo riusciamo ad essere sempre in contatto con loro per supportarli al meglio in ogni momento del loro customer journey. Fornire un’esperienza d’acquisto positiva è per noi estremamente importante da qui il continuo miglioramento della nostra proposta con consegne programmate e multi-sito in 24/48 ore, prodotti sempre disponibili a stock, consulenze personalizzate e servizi come l’e-procurement che ottimizzano la produttività delle aziende. Quali sono le mosse che, dal canto suo, ha messo in atto dal suo insediamento per rilanciare l’attività italiana? Mossa dalla convinzione che nel mercato odierno non siano i grandi a mangiare i piccoli, ma i veloci a fagocitare i lenti, ho deciso di puntare sull’innovazione e sulla versatilità, ricercando un miglioramento continuo delle performance e dei processi. Tra le mosse vincenti sicuramente la creazione del negozio online che è stato premiato come “Miglior e-commerce italiano B2B” nel 2016 dall’autorevole Consorzio Netcomm. Abbiamo saputo cogliere il doppio vantaggio del mondo e-commerce, dando vita ad una vera e propria digital trasformation. Da una parte abbiamo seguito passo dopo passo lo sviluppo crescente del commercio elettronico riconoscendone l’enorme potenzialità in termini di fatturato. Se nel 2007 il fatturato di RAJA Italia derivante dall’e-commerce si fermava al 12%, oggi si attesta infatti a quota 34%, con una crescita costante durante gli ultimi tre anni. Dall’altra ne abbiamo sposato le logiche avvicinando il settore degli imballaggi e delle forniture, per sua natura B2B, alle dinamiche tipiche del B2C. Ragionando in ottica consumer, offriamo infatti ai clienti diversi touch point in grado di rispondere a tutte le loro necessità, prima fra tutte la richiesta madre degli acquirenti online, risparmiare tempo. Da qui la decisione di introdurre il servizio express,che consente di ricevere la merce entro le 10:30 del mattino successivo all’ordine, e avanzati strumenti per la personalizzazione di nastri, shopper e scatole come Rajaprint.
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Cinque leve d’azione per ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi
Imballaggi e impatto ambientale sono un tema caldo di questi tempi. Come risponde RAJA alla necessità di eco-sostenibilità? RAJA risponde con un impegno concreto a favore di un packaging capace di rispettare il pianeta e le risorse che ci dona. Non appena possibile tendiamo ad ampliare la nostra offerta con nuove soluzioni ecologiche, cerchiamo sempre di incentivare i fornitori alla ricerca e alla creazione di innovative soluzioni di imballaggio, guidiamo i clienti ad una scelta responsabile ed ecosostenibile dell’imballaggio, privilegiamo i canali di vendita digitali e limitiamo le emissioni di CO2 durante le consegne. Sono consapevole che questi siano piccoli gesti ma sono sicura che se ogni azienda e ogni persona camminasse in questa direzione il mondo sarebbe un posto migliore. A tal proposito, proprio per sensibilizzare ulteriormente i nostri clienti sul tema,abbiamo anche definito cinque leve d’azione che abbiamo denominato le “5R”. Si tratta di cinque semplici ma buone abitudini in materia di imballaggio che potrebbero davvero fare la differenza. Ridurre il consumo di materiali da imballo, riutilizzare gli imballaggi, ripensare quelli ad alto impatto ambientale o non riciclabili con soluzioni ecologiche, rinnovare utilizzando packaging bio-based realizzati a partire da materiali naturali rinnovabili e riciclare gli imballaggi dandogli una nuova vita. Mi piace pensare che anche RAJA stia contribuendo attivamente per un cambiamento divenuto ormai irrimandabile.
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Su quali prodotti state spingendo in modo più deciso? Attualmente stiamo valorizzando l’offerta ecologica che conta 1.500 prodotti. Ridurre l’impatto ambientale, utilizzando materiali riciclati e offrendo un’ampia selezione di soluzioni green, è uno dei principi cardini su cui si fonda la nostra realtà a livello sia italiano che internazionale. Una politica eco-friendly che ci qualifica come partner eco-responsabile attento ad uno sviluppo sostenibile. Focalizzandoci invece sull’avvicinarsi del Black Friday e del Natale stiamo puntando sulle soluzioni che meglio supportano e facilitano le attività dei merchant come ad esempio le scatole per la spedizione ad altezza variabile che permettono di risparmiare tempo, spazio a magazzino e persino materiale di riempimento oppure i prodotti per semplificare le operazioni di reso come le scatole e le buste dotate di una seconda banda adesiva per rispedire i prodotti e, nel caso delle scatole, anche di un’apertura con pretaglio per evitare l’uso di oggetti taglienti che potrebbe danneggiarla e renderla inutilizzare. Ultimo ma non meno importante il sistema di riempimento Geami WrapPak che consente di sostituire il pluriball interno con materiale in carta antishock 100% naturale, riutilizzabile e riciclabile.
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Case History TECNOLOGIE INNOVATIVE per la qualità 4.0 dell’uva La collaborazione di Antares Vision con l’azienda vitivinicola Berlucchi sfrutta l’utilizzo combinato di soluzioni come l’imaging iperspettrale e l’intelligenza artificiale e machine learning per garantire il controllo delle materie prime.
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sistemi di analisi iperspettrali rappresentano una tecnica dalle infinite potenzialità, anche in campo alimentare e ambientale. Per questo Antares Vision, multinazionale italiana attiva a livello mondiale nei sistemi d’ispezione visiva, nelle soluzioni di tracciatura e nella gestione intelligente dei dati, insieme alla nota azienda vitivinicola Berlucchi di Brescia ha avviato una sperimentazione innovativa della tecnologia iperspettrale applicata all’uva, tra le poche al mondo in questo settore.
Un progetto pioneristico
La ricerca si svolge in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazio-
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ne della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Brescia, unitamente a protocolli scientifici compilati da agronomi esperti. L’intento principale è quello di monitorare, con campionamenti periodici partiti già nel mese di luglio, la qualità dell’uva, dalle sue caratteristiche organolettiche all’evoluzione della composizione chimica in fase di maturazione o l’eventuale presenza di botrite o altre muffe. Grazie alla camera iperspettrale, una sorta di radiografia all’ennesima potenza che penetra e comprende la materia nella sua struttura più profonda, è possibile, infatti, riconoscere le proprietà chimiche degli oggetti analizzati. Il secondo step del progetto Antares Vision– Berlucchi sarà dedicato all’ottimizzazione dei dati raccolti. Tramite machine learning si cercheranno indicatori, vincoli e correlazioni non evidenti all’occhio umano in modo da ottenere preziose analisi e statistiche che potranno migliorare ulteriormente i processi e la qualità del prodotto finale. “In Berlucchi abbiamo trovato il partner ideale per sviluppare un progetto di analisi innovativa della qualità dell’uva”, commenta Massimo Bonardi, Technical and Managing Director Antares Vision. “È un’azienda molto vicina a noi, in tutti i sensi, perché radicata nel territorio e al tempo stesso alfiere nel mondo per la tutela del made in Italy e del nostro patrimonio enogastronomico. Antares Vision, infatti, sta mutuando sempre più la propria
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esperienza ventennale anche verso altri settori, come ad esempio il Food&Beverage. Nella nostra mission c’è l’ispezione della qualità, la tracciatura e la protezione dell’originalità dei prodotti lungo il loro intero ciclo di vita. Il modo migliore per farlo è attraverso collaborazioni prestigiose, con altrettanti leader che fanno della ricerca e dell’innovazione la chiave del loro successo, per offrire e garantire prodotti sempre più controllati ed eccellenti, lungo tutta la filiera. Con Berlucchi c’è stata un’intesa immediata e siamo certi che questo progetto darà risultati molto interessanti e probabilmente anche pioneristici per la vinificazione”.
Come funziona la camera iperspettrale
La camera iperspettrale utilizza un sensore sensibile alla luce ma non alle sole lunghezze d’onda della parte visibile, bensì anche a quella parte di spettro oltre-il-visibile (vicino infrarosso) dove il nostro occhio non può vedere. È possibile inoltre focalizzare l’analisi su specifici intervalli e ricercare quindi eventuali informazioni peculiari dell’interazione luce-materia. Tale camera scatta infatti centinaia di foto separate in lunghezza d’onda da intervalli molto stretti, chiamati anche bande, larghi circa 4 milionesimi di millimetro: nel caso specifico scatta più di 220 foto contemporaneamente a coprire l’intervallo sensibile di lavoro da 900 a 1.700 nanometri. L’oggetto potrà essere analizzato quindi in 220 immagini diverse prese dalla stessa angolazione: ciascuna differirà, o meno, dalle altre a causa della composizione chimica dell’oggetto stesso. Determinati elementi o composti chimici assorbono infatti la radiazione (infrarossa in questo caso) in modo diverso, e dunque modificheranno lo spettro in modo caratterizzante. La potenza della tecnologia iperspettrale non è vincolata all’intervallo di lunghezza d’onda, cioè camere diverse e sensori interni diversi possono rilevare radiazioni diverse. Per questo tale tecnologia innovativa trova applicazioni in vari ambiti, dal geologico al biomedicale, dal settore agricolo a quello alimentare, senza escludere l’investigazione forense.
NUOVE LINEE PRODUTTIVE per un’eccellenza del made in Italy Nuove linee produttive e macchinari all’avanguardia garantiranno a Cedral Tassoni massimi standard di qualità ed efficienza per continuare a creare prodotti che rappresentano il meglio della tradizione italiana, con un investimento di oltre 2 milioni di euro.
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edral Tassoni ha annunciato un investimento di oltre 2 milioni di euro per completare i lavori di ampliamento e rinnovamento dello stabilimento di Salò, dove vengono prodotti i soft drinks, tra cui l’iconica cedrata, i liquori e gli sciroppi ancora oggi con formule segrete e tradizioni che affondano le radici nel suo passato.
Il programma di investimenti
A metà di ottobre Tassoni ha dato il via a lavori di ristrutturazione, intrapresi in parte nel 2017/2018, che prevedono interventi di ammodernamento ed efficientamento produttivo e che si concluderanno all’inizio del 2020. Un progetto fortemente voluto dalla Presidente di Cedral Tassoni e frutto di scelte strategiche che ha come primo obiettivo rimanere un’azienda totalmente italiana, guidata oggi dalla stessa famiglia da ben quattro generazioni, che negli anni è diventata un marchio iconico entrato a far parte dell’immaginario collettivo e del patrimonio culturale italiano. L’incremento dell’efficienza operativa si è reso necessario per poter far fronte alla crescente richiesta del mercato. Tra fine 2017 e inizio 2018 l’azienda ha investito circa un milione di euro per iniziare a rinnovare l’intera filiera produttiva, che non consentiva
più di soddisfare gli ordini specialmente per il mercato estero, installando linee ad altissima automazione che gestiscono oggi tutta la fase di controllo qualità e di packaging in maniera completamente interconnessa. Nei prossimi mesi la linea di produzione verrà ulteriormente ampliata: le linee diventeranno due e gli impianti produttivi, sia della linea soft drinks sia degli altri prodotti (liquori e sciroppi), verranno modernizzati.
Cresce la produttività
L’efficientamento dei processi produttivi porterà a un incremento del 20% della produzione giornaliera dei soft drinks. “Dal 2015 Tassoni ha decisamente invertito l’approccio al mercato. Il lancio di nuovi prodotti ha contribuito in maniera importante a rinnovare l’immagine dell’azienda
che è orgogliosa di essere italiana e di continuare a portare avanti le tradizioni che hanno fatto la storia del nostro Paese”, afferma Elio Accardo, AD di Cedral Tassoni. “Il riconoscimento da parte dei consumatori della nostra attenta analisi sulla ricerca di materie prime e lavorazione delle stesse, ci ha permesso di incrementare la nostra identità e immagine in maniera esponenziale sulla quale continuiamo a credere e a investire. Un nuovo cammino ci attende dal 2020, proprio perché il rifacimento totale delle linee produttive ci darà il giusto supporto per completare i nostri progetti che sono tanti e sempre innovativi”. La lungimiranza e l’attenzione nella gestione aziendale permetteranno a Cedral Tassoni di sostenere gli investimenti previsti autofinanziandosi e godendo solo dei benefici fiscali di Industria 4.0.
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Case History MIGLIORE QUALITÀ DEI PALLET grazie alla cobotica Nestlé ha recentemente installato due unità CoboAccess_Pal presso lo stabilimento di Orbe (Svizzera), dove vengono prodotte le capsule di tè Special.T. Questa soluzione industriale di pallettizzazione cobotica a marchio Sidel, semplice e sicura, ha permesso a Nestlé Suisse SA Orbe di migliorare la qualità dei propri pallet, semplificando le attività svolte dal personale grazie alla piattaforma di automazione della macchina, che affianca PC e PLC per controllare meglio le traiettorie di prelievo e deposito.
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i prevede che il mercato mondiale del tè crescerà di 7,9 miliardi di dollari tra il 2017 e il 2022, grazie a trend emergenti quali la ricerca di prodotti premium, l’introduzione di aromi esotici per rivitalizzare i mercati più maturi e il posizionamento saldo del tè come bevanda salutare su scala globale. Nestlé Suisse SA Orbe, l’impianto che produce il noto tè in capsule Special.T, coglie questa traiettoria positiva. “In passato, le operazioni di pallettizzazione presso il nostro stabilimento, dotato di linee a bassa e media velocità, venivano gestite manualmente. Dovendo incrementare volumi e produttività, abbiamo deciso di adottare una soluzione cobotica che ci permettesse di
esentare gli operatori da attività ripetitive e con assetto ergonomico non ottimale, per assegnarli a incarichi con un maggiore valore aggiunto”, spiega Cédric Rey, Fill & Pack Maintenance & Improvement Manager di Nestlé. Nel 2017, il team di Nestlé Suisse SA Orbe si è rivolto a Sidel, con cui collaborava già da molti anni, presentando una serie di requisiti per una soluzione cobotica. Sidel, che all’epoca aveva già iniziato a lavorare a una nuova soluzione di pallettizzazione basata sulla robotica collaborativa, ha colto l’occasione per integrarvi le richieste del cliente.
Maggiore qualità dei pallet
L’obiettivo di Nestlé Suisse SA Orbe era l’adozione di un sistema di pallettizzazione cobotico, una tecnologia innovativa in linea con il concetto di Industria 4.0. In quest’ottica, era necessaria una soluzione robusta, precisa, facile da utilizzare e capace di garantire la massima stabilità dei pallet. “Il nostro impianto a Orbe richiede pallet di altissima qualità per proteggere il più possibile le scatole di capsule che sono molto leggere, lunghe e strette”, prosegue Rey. “Soltanto un accurato posizionamento sui pallet, a strati molto compatti, può impedire lo spostamento delle confezioni nel viaggio attraverso la supply chain, preservarne l’integrità e consegnarle completamente intatte nelle mani dei consumatori. Un altro aspetto fondamentale è la sicurezza del nostro personale. La nuova soluzione cobotica
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doveva assolutamente garantire lo stesso livello di sicurezza in precedenza associato alle operazioni manuali, con un sistema fenceless privo di rischi. Per noi, era inoltre fondamentale che la nuova macchina fosse semplice da usare e che presentasse, tra le altre funzioni, un’interfaccia HMI intuitiva e di facile navigazione”. Nello stabilimento di Orbe, sono stati ora installati due pallettizzatori cobotici, a valle di due cartonatrici compatte a caricamento laterale Cermex SW21. Queste unità CoboAccess_Pal sono dotate di una piattaforma di automazione industriale che affianca PC e PLC. “L’associazione di PC e PLC migliora il controllo delle traiettorie e delle operazioni di prelievo del cobot, assicurando l’elevata qualità e stabilità dei pallet di cui abbiamo bisogno per evitare problemi durante il trasporto. Il sistema consente inoltre il riavvio immediato della macchina in caso di potenziali problemi o arresti di emergenza, in modo da ridurre al minimo i tempi di fermo”, sottolinea Laurent Cristol, Strategic Account Director Nestlé presso Sidel. L’interfaccia HMI di CoboAccess_Pal soddisfa perfettamente i requisiti del cliente in termini di facilità di impiego. Le modalità di navigazione, intuitive quanto quelle di un tablet, semplificano le attività svolte quotidianamente dal personale e consentono un facile accesso alle SOP (Standard Operating Procedure) e alle schede di manutenzione. Tutto ciò agevola e velocizza la risoluzione dei guasti e l’analisi delle cause primarie. Oltre a garantire la piena conformità alla direttiva europea sui macchinari 2006/42/CE, Sidel si è anche rivolta alla società di certificazione Apave per ottenere una validazione indipendente della sicurezza offerta da CoboAccess_Pal. Ad esempio, la soluzione movimenta le scatole esclusivamente sopra il nastro trasportatore o la stazione dei pallet, in modo da escludere il rischio di caduta a terra e garantire la massima protezione dei prodotti. Cristol aggiunge: “Non dimentichiamo infine che CoboAccess_Pal è anche semplicissimo da implementare. La fase di installazione nello stabilimento di Orbe ha richiesto una sola settimana, commissioning incluso, e la macchina può essere spostata facilmente da una linea a un’altra in meno di dieci minuti”.
Sidel espande la gamma di pallettizzatori cobotici
Sull’onda del successo riscosso presso questo cliente e a coronamento delle numerose installazioni già realizzate in altri paesi, Sidel ha deciso di ampliare la sua gamma di pallettizzatori cobotici. Il portafoglio dell’azienda è stato infatti recentemente arricchito, grazie al lancio
di CoboAccess_Pal M, una soluzione dotata di braccio robotico Fanuc CR-15iA che potrà gestire carichi più elevati alla cadenza di sei cicli al minuto. Con l’introduzione del software DCS e della tecnologia di arresto sicuro in caso di contatto, la nuova macchina è ancora più industriale e quindi ideale per una vasta gamma di applicazioni e categorie di mercato.
Ridurre + Riutilizzare + Ripensare + Rinnovare + Riciclare = RAJA!
Per ridurre gli sprechi e imballare in modo più responsabile
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Focus Progreen l’imballo ecologico made in Italy Ridurre l’utilizzo della plastica negli imballi secondari oggi è una priorità per le aziende. Per soddisfare questa richiesta, Atlanta - azienda bolognese produttrice di macchine per il packaging installate in linee di noti marchi internazionali in collaborazione con Ribi Systems ha messo a punto Progreen per fardelli consumer, pacchi logistici e pacchi logistici prefardellati.
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rogreen utilizza un quantitativo minimo di plastica (oltre l’80% in meno rispetto agli imballi con film termoretraibile) per confezioni multiple di bottiglie in materiale plastico, utilizzando un sistema di legatura che rende il pacco compatto ma anche facile da aprire. I vantaggi per l’ambiente non si limitano alla sola riduzione della plastica, infatti questa soluzione consente di eliminare il forno di termoretrazione riducendo di molto il consumo elettrico, necessita di produrre e trasportare un
volume molto inferiore di materia prima, permette di decurtare le tasse sullo smaltimento dei rifiuti. L’utilizzo di Progreen permette alle aziende dieliminare le spese connesse all’utilizzo di film stampato ei costi legati alla manigliatrice, avendo già la maniglia compresa nel packaging. La particolare configurazione del pacco di bottiglie tonde da 1,5 litri permette di posizionare 96 pacchi per bancale invece di 84 posizionando 4 pacchi in più per ogni strato e migliorando l’efficienza logistica del 14% (questo dato può variare a seconda del Confezione 2x2 senza maniglia design della bottiglia).
I vantaggi in numeri
La produzione di 100.000.000 bottiglie/annoda 1,5 litri in pacchi da 6con maniglia confezionati con Progreen necessita di sole 80 t. di ecostrap contro le 470 t. di film plastico termoretraibile dell’imballo tradizionale, consente un risparmio di oltre 63.000 € di CONAI (contributo ambientale obbligatorio in Italia) e un risparmio del 70% sul consumo di energia elettrica. Per una produzione di 35.000.000 bottiglie/anno il risparmio complessivo stimato è di 316.406 €. La famiglia di macchine Progreen si suddivide in due serie distinte: Progreen P70 per i pacchi fino a 6 bottiglie e Progreen Multipack per i pacchi logistici. Progreen P70 confeziona pacchi 3x2, 2x2 e 2x1 di bottiglie quadre o tonde con maniglia, per i fardelli consumer, e senza maniglia per quelle destinati ad essere collocati sfusi a scaffale come ad esempio
olio, succhi e bibite. A seconda del modello è possibile confezionare pacchi con bottiglie da 0,25 a 5 litri. Le caratteristiche di questa macchina, protetta da brevetti internazionali, la rendono particolarmente innovativa e facile da inserire anche in linee produttive già operative; lunga solo 6 m, ha l’uscita prodotto a 1850 mm e una velocità di 25 pacchi/minuto per pista. Ogni dettaglio è stato progettato per rendere particolarmente agevole la manutenzione e velocizzare le operazioni di cambio bobine, necessarie mediamente 1 volta per turno. Progreen Multipack è la soluzione per pacchi logistici e per confezioni prefardellate che impiega solo 6 gr di ecostrap per fardello invece dei 32 gr di film termoretraibile necessari con la tecnologia tradizionale. A seconda del modello confeziona bottiglie da 0,5 litri in pacchi da 12, 24 o 27 unità. Ad oggi l’ecostrap è in materiale plastico ma è già allo studio l’utilizzo di un materiale completamente biologico. 1 | Pacco 3x2 tondo da 1,5 L con maniglia, solo 4,8 gr di ecostrap 2 | Pacco 3x2 tondo da 1L con maniglia 3 | Pacco logistico: solo 6 gr di ecostra 4 | Pacco logistico prefardellato: solo 6 gr di ecostrap invece che 32 gr di film (+36 gr di film termoretraibile per le 4 confezioni in 3x2)
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Pacco3x2 quadrato da 1,5 L con maniglia, solo 4,8 gr di ecostrap
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| News | RITTAL VX25, VALORE AGGIUNTO E ALTA EFFICIENZA Il nuovo armadio di grandi dimensioni VX25 di Rittal offre ai costruttori di quadri e apparecchiature elettriche un significativo valore aggiunto grazie a caratteristiche quali alta efficienza, facilità di montaggio ed elevati livelli di sicurezza. Tutti i vantaggi del VX25 di Rittal sono disponibili anche nelle versioni in acciaio inox 100% e NEMA 4X, un’innovazione conforme ai più severi requisiti di protezione dalla corrosione, per l’impiego in ambienti esposti a polveri, spruzzi e getti d’acqua. Entrambi gli armadi in acciaio e acciaio inox sono forniti di serie con grado di protezione IP 55 e NEMA 12 mentre la versione opzionale NEMA 4X, con grado di protezione IP66, garantisce una protezione ancora maggiore anche in condizioni difficili. Qualora fosse poi necessario equipaggiare gli armadi VX25 in acciaio inox con una tecnologia di raffreddamento a risparmio energetico per l’uso in ambienti gravosi, i condizionatori Rittal Blue e+ in acciaio inossidabile sono la soluzione ideale, in grado di soddisfare requisiti quali maggiore produttività, sicurezza di pianificazione, efficienza energetica e applicazioni smart IoT. Rittal offre soluzioni perfette anche per l’industria alimentare: infatti, i prodotti del sistema Rittal Hygenic Design sono adatti per produzioni ad elevato grado di igiene nei processi, soprattutto quelli di lavorazione a ciclo aperto, dove sono necessarie guarnizioni altamente resistenti a detergenti e disinfettanti ed è fondamentale che macchine e impianti siano dotati di armadi, cassette di derivazione e contenitori di comando ottimizzati in termini igienici. Inoltre, sono fondamentali nella progettazione delle camere bianche nel cuore delle produzioni alimentari, garantiscono pulizia e sicurezza nell’industria alimentare, per una maggiore igiene sugli impianti ed un uso ridotto di detergenti e disinfettanti. Rittal HD è una soluzione dairisultati ottimali, che contribuisce a incrementare la produttività e a ridurre i rischi di contaminazione, aumentando l’efficienza energetica. Tutte le cassette di derivazione e gli armadi compatti HD sono approvati cULus listed. Conformi alle linee guida e normative europee, le cassette di derivazione e gli armadi compatti della serie HD vantano numerose caratteristiche superficiali che le rendono ideali per una pulizia efficace in tempi rapidi. Inoltre, sono dotati di guarnizioni di tenuta in silicone lungo tutto il bordo esterno, facilmente intercambiabile e in grado di fissare il coperchio ai dispositivi di chiusura a vite, e di cerniere interne per una pulizia esterna facile e accurata. L’allestimento interno con listelli forati e passo meccanico 6,25 mm danno maggiore flessibilità e consentono l’installazione diretta di guide portanti e piastre di montaggio per cassette KL. La presenza del tetto inclinato a 30° impedisce il deposito di sostanze estranee alla produzione, inoltre è facilmente ispezionabile da breve distanza e consente il libero deflusso di acqua e detergenti. Numerosi gli accessori compatibili, come i distanziali da parete e i bocchettoni passacavi specifici per applicazioni igieniche, che completano la gamma per essere conformi a verifiche ispettive da parte di IFS 6 (International Food Standard) e di terze parti.
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DATI E REALTÀ AUMENTATA rivoluzionano il beverage dispensing L’innovativa piattaforma intelliDraught, progettata da Celli Group utilizzando la tecnologia Thingworx e AR Vuforia di PTC, applicata ai sistemi di spillatura bevande che Celli Group progetta da tempo con il sistema Creo di PTC, apre nuove prospettive lungo la catena del valore a cui concorrono tutti gli stakeholder: il fornitore dei sistemi di dispensing, la grande azienda beverage, i punti retail e il consumatore.
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a scelta di affidarsi alla piattaforma ThingWorx di PTC, alle sue tecnologie di progettazione, analisi e connettività IoT, nonché alle esperienze uniche a cui la realtà aumentata (AR) mediante il modulo Vuforia permette di accedere, si è dimostrata decisiva per Celli Group, azienda del riminese di riferimento a livello mondiale nel settore dei sistemi di spillatura delle bevande refrigerate.
L’importanza dei dati
Tutto nasce dall’idea da parte del reparto R&D di Celli Group di riuscire a offrire ai grandi nomi del mondo beverage sistemi di dispensing innovativi, capaci di raccogliere in maniera smart i dati di servizio e di trasmetterli in IoT verso database e analytics per essere trasformati in informazioni di valore per il business. Così è nato IntelliDraught, la rivoluzionaria piattaforma IoT grazie alla quale le aziende di beverage sono in grado di conoscere in tempo reale tutti i principali parametri operativi che attengono alla spillatura dei loro
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prodotti: lo stato del sistema (tempi di fermo, stato manutentivo, assorbimento elettrico del compressore frigorifero, ecc.), la qualità della bevanda somministrata (temperatura di servizio, corretta percentuale di miscelazione, ecc.), nonché le abitudini di consumo (quantità, stagionalità, fasce orarie, ecc.). La disponibilità dei dati e, soprattutto, la loro gestione offre notevoli benefici a vari livelli, in primis alle aziende produttrici di bevande che acquistano e installano in tutto il mondo i sistemi di spillatura prodotti da Celli, ad esempio in termini di supervisione della rete retail, manutenzione predittiva e monitoraggio dei consumi. Ai clienti finali è possibile assicurare una qualità costante e sempre al top della
bevanda che viene loro somministrata – che si tratti di birra, soft drink o acqua trattata – mentre nel suo complesso la disponibilità di informazioni smart rende la supply chain più agile ed efficiente lungo la sua intera catena.
Esperienza unica grazie all’AR
L’assoluta innovazione che caratterizza la soluzione IntelliDraught è ulteriormente arricchita dall’utilizzo della realtà aumentata come strumento abilitante di esperienze utente dirompenti. Grazie a Vuforia Studio, la soluzione di AR integrata nella piattaforma ThingWorx di PTC, è stato possibile amplificare il potenziale combinato del 3D e dell’IoT per offrire un’esperienza unica di realtà aumentata attraverso la quale migliorare la fruizione del sistema. La disponibilità in real time dei dati operativi e la loro contestualizzazione all’interno di un digital twin basato sulla geometria 3D di Creo – la piattaforma di PTC dedicata alla progettazione – apre nuove e fino a qualche tempo fa impensabili modalità di interazione con i sistemi di spillatura. Nel caso specifico, la tecnologia AR di Vuforia, se utilizzata con dispositivi wearable come i Microsoft Hololens, consente di vivere esperienze di tipo immersivo per gestire, ad esempio, sessioni di formazione a distanza, così come interventi di manutenzione guidata. Fruendo dell’app Vuforia su device mobili, quali smartphone o tablet, si aprono invece una serie di altre opportunità che possono essere sfruttate da un lato per gestire al meglio la somministrazione delle bevande al banco da parte del gestore del locale, ad esempio prevenendo in anticipo l’esaurimento di un fusto durante una serata particolarmente affollata, dall’altro per regalare all’avventore una customer experience unica e integrata con le azioni di marketing digitale che, ad esempio, le grandi aziende di beverage possono ideare sui vari target di avventori per aumentarne l’engagement. “In PTC abbiamo trovato un partner sempre pronto a seguirci sulla strada dell’innovazione e questo ci ha portato a lavorare in maniera sinergica e coesa”, afferma Paolo Cavalsassi, direttore commerciale Celli Group. “Anche per questo il nostro team di R&D non ha avuto incertezze nell’identificare in ThingWorx la piattaforma più idonea per dare forma alle nostre idee: Vuforia, in parti-
colare, si è dimostrata una tecnologia di AR dalle potenzialità sorprendenti, perfettamente integrata con tutte le funzionalità di progettazione, connessione e gestione dati che ci servivano per poter efficacemente implementare il progetto IntelliDraught”. “Aziende come Celli Group sono l’emblema di una eccellenza tecnologica tutta italiana che noi, come PTC, siamo orgogliosi
di supportare con le nostre soluzioni”, rimarca Fabrizio Ferro, Technical Director di PTC Italia. “La nostra mission è infatti quella di supportare le aziende, e in generale i progettisti, ad accelerare la trasformazione delle loro idee in progetti di successo, grazie anche alla possibilità di integrarli con le tecnologie digitali più avanzate, quali ad esempio l’AR e l’IoT”.
CONTENUTI SANI, OBIETTIVI RESPONSABILI. PIÙ VALORE AL BUON VINO. Non basta produrre bottiglie e vasi in vetro sani, naturali, sicuri e riciclabili al 100% infinite volte. Per noi è importante anche avere un sistema di produzione che rispetti l’ambiente, riducendo le emissioni di CO2 e occupandoci del riciclo del vetro. Per garantire contenitori che aggiungono valore e innovazione al buon vino italiano. Per questo siamo Verallia, il vetro per alimenti.
Bottiglie e vasi in vetro per alimenti
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Beverage&Ambiente Lo studio Tetra Pak rivela che la convergenza tra ambiente e salute è in crescita e il settore alimentare e delle bevande è il primo a constatare questa tendenza. I dati segnalano un incremento del senso di responsabilità dei consumatori, dei quali Tetra Pak Index 2019 ha delineato un identikit a seconda del loro grado di coinvolgimento in questi tematiche.
AMBIENTE E SALUTE temi chiave per il beverage
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etra Pak ha rivelato i risultati di uno studio globale di ricerca in collaborazione con Ipsos sulle due esigenze più pressanti dei consumatori: l’attenzione all’ambiente e alla salute. Storicamente queste aree sono state considerate separate, tuttavia stanno convergendo sempre di più, creando importanti opportunità per i marchi del settore alimentare e delle bevande (F&B) per quanto riguarda il modo in cui saranno commercializzati i rispettivi prodotti nei prossimi 12 mesi. Posto che due terzi degli intervistati ritengono che stiamo raggiungendo un punto di svolta dal punto di vista ambientale, i consumatori si considerano in larga misura direttamente responsabili nei confronti del mondo che li circonda e della propria salute. Poiché le questioni ambientali diventano sempre più evidenti nella vita quotidiana, crescono anche le loro preoccupazioni circa l’impatto sulla propria salute. Quasi il 60% dei consumatori ritiene che la propria salute e il proprio benessere siano fortemente condizionati dai problemi ambientali. Come uno dei pochi settori in grado di mettere in relazione a livello personale l’ambiente e l’individuo, affrontando anche l’aspetto salute, i marchi del F&B hanno l’opportunità di gui-
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dare il cambiamento mediante il modo in cui comunicano con i propri consumatori rispetto a questi temi, per soddisfare questa esigenza crescente e incalzante.
Preoccupazioni e priorità dei consumatori
Più i consumatori diventano sensibili rispetto alle tematiche ambientali, più si preoccupano per la salute. La salute mentale è attualmente considerata altrettanto importante quanto quella fisica: il 67% dei consumatori concorda sul fatto che si tratta di uno dei principali problemi della società, e lo stress è considerato l’aspetto più preoccupante dal punto di vista personale. Per supportare i marchi in questo percorso, il Tetra Pak Index 2019 rivela sei nuovi gruppi di consumatori, ciascuno dei quali ha un approccio diverso nei confronti della salute e dell’ambiente. Ogni gruppo rappresenta chiare opportunità per i prodotti e messaggi mirati per i marchi F&B, che sposano la convergenza di questi temi. Gli Ambasciatori attivi mostrano elevato impegno nei confronti di tutti gli aspetti relativi alla salute e all’ambiente, disposti all’azione, a sfidare i limiti e a influenzare gli altri. Si rivolgono a fonti autorevoli come scienziati e accademici, nonché
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le ONG, per crearsi un’opinione in merito alla questione ambientale. Gli Amici del pianeta sono disposti ad agire per l’ambiente con un importante impegno per la maggior parte degli aspetti relativi alla salute, ma meno inclini a superare i limiti. Sono disposti all’azione a favore dell’ambiente e molto impegnati rispetto alla maggior parte degli aspetti riguardanti la salute, in particolare per quanto riguarda il benessere mentale. Gli Attenti alla salute sono consapevoli e impegnati nei confronti dell’ambiente, ma danno la priorità alla salute piuttosto che al pianeta. Sono disposti a pagare di più e a sacrificare la convenienza per avere prodotti sani. Si informano molto sui social media e da altre fonti online. I Follower sono abbastanza impegnati nei confronti della salute e delle questioni ambientali da sentirsi in colpa per entrambi gli aspetti, ma non sono inclini a cambiare il proprio comportamento o a sperimentare cose nuove. Una nutrita schiera di persone desidera saperne di più, essere convinta e stimolata ad agire. Guarda la TV e ascolta la radio più della media. Gli Indolenti non nutrono nessun interesse nei confronti della totalità degli aspetti riguardanti la salute e l’ambiente. Sono scettici nei confronti
della tecnologia e dei cambiamenti. Il loro interesse si limita alle proprie cerchie personali e reali, in particolare alla famiglia e agli amici. Gli Scettici, infine, sono informati rispetto alle questioni ambientali ma inclini a respingerle come “false notizie” e hanno un approccio “tradizionale” rispetto a cibo e salute. Uno scettico su cinque sostiene di non procurarsi informazioni riguardanti l’ambiente mediante alcun canale mediatico.
Differenze di mercato
Sebbene la convergenza tra interesse per la salute personale e per la salute del pianeta sia generalmente in aumento a livello globale, il livello di maturità varia da Paese a Paese. In Brasile, i consumatori sono maggiormente interessati a prodotti naturali e dal marchio ecobio, che si contraddistinguono per i benefici per la salute, la bellezza e la sostenibilità. L’ambiente gioca un ruolo di rilievo nella cultura brasiliana, a causa dell’ampiezza e della biodiversità della natura nel Paese. Per quanto riguarda il Regno Unito, sono soprattutto i consumatori più giovani a collegare cibo, salute e ambiente, e molti di essi cercano di sperimentare diete diverse: flexitariana, vegetariana e vegana. Di conseguenza, qui troviamo molti Amici del pianeta (+14%). La Cina segnala l’inquinamento atmosferico come la preoccupazione numero uno per i consumatori per quanto riguarda sia la salute che l’ambiente (50% e 70%). Pertanto qui si ha un alto indice di consumatori Attenti alla salute (+14%).
Cresce il senso di responsabilità
L’ambiente rappresenta la preoccupazione principale a livello globale e l’urgenza sta aumentando. I consumatori fanno quindi scelte più consapevoli in materia di imballaggi e ritengono importante la possibilità di riciclare, cercano informazioni ambientali nelle etichette e acquistano prodotti ecologici anche se costano di più. Il settore alimentare e delle bevande è un catalizzatore fondamentale a questo riguardo. La principale aspirazione di cambiamento, sia per motivi di salute che per ragioni legate all’ambiente, è un maggiore consumo di prodotti alimentari e bevande a basso impatto ambientale. I consumatori si considerano ormai in larga misura i principali responsabili sia verso l’ambiente che verso la propria salute, con poche
differenze tra i due aspetti (rispettivamente 71% e 74%), seguiti da governi e politici, mentre marchi e venditori al dettaglio vengono molto dopo. Gisele Gurgel, Direttore Business Insights and Analytics Tetra Pak, afferma: “Il settore alimentare e delle bevande è forse il primo a riscontrare questa tendenza di convergenza tra l’attenzione alla salute e all’ambiente. Ciò offre ai marchi una nuova opportunità per creare un legame potente, mirato e personale con i consumatori, prestando attenzione e rivolgendo il messaggio a entrambi gli aspetti nello stesso tempo. Molti consumatori sono interessati a leggere e a informarsi sull’ambiente, inclusi i temi relativi agli imballaggi (39%), soprattutto mediante i social media. In particolare, il punto chiave è rappresentato dai prodotti naturali/bio senza additivi e anche la stagionalità gioca un ruolo importante in questo senso. In termini di categorie, i succhi 100% frutta, il latte, l’acqua confezionata, il latte di cocco e le bevande a base di piante sono i prodotti più interessanti”. Lena Gilchrist, Client Director, Ipsos, commenta: “Questo progetto di ricerca è stato unico per il modo in cui ha combinato salute e ambiente, e per il modo in cui abbiamo suddiviso i consumatori in base ai vari livelli di convergenza tra le due aree. I sei gruppi hanno motivazioni e limiti differenti e si affidano a fonti di informazione diverse. Ne consegue che è necessario un approccio mirato per comunicare con ciascun gruppo. Mentre alcuni cercano informazioni autorevoli provenienti da fonti scientifiche, altri si affidano ai pareri degli amici e ai social media”.
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Beverage&Ambiente Il Consorzio RICREA rende noti i dati dell’ultimo anno: 386.895 le tonnellate di acciaio riciclate, pari al peso di 13 portaerei Cavour. In Italia un nuovo record nella raccolta differenziata degli imballaggi in acciaio, nel 2018 avviato a riciclo il 78,6%.
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econdo RICREA - Consorzio Nazionale per il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Acciaio - in Italia il riciclo degli imballaggi di acciaio è da record, registrando nel 2018 il più alto tasso di riciclo di sempre, pari al 78,6% dell’immesso al consumo, in crescita
del 5% rispetto all’anno precedente(73,6%). Un traguardo senza precedenti, raggiunto grazie all’impegno di tutta la filiera a partire dai cittadini che ogni giorno differenziano correttamente barattoli, scatole, scatolette, lattine, fusti, secchielli, bombolette, tappi e chiusure in acciaio,
facendo sì che possano essere avviati a riciclo per rinascere a nuova vita. Nel 2018 sono state avviate al riciclo 386.895 tonnellate di imballaggi in acciaio, pari al peso di 13 portaerei Cavour, nave ammiraglia della flotta italiana. Un dato in forte crescita (+7,1% rispetto
ITALIA DA RECORD nel riciclo di imballaggi in acciaio
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speciale che ha avvicinato diportisti e bagnanti alle prese con il pranzo portato da casa e gli alimenti custoditi nelle cambuse, permettere alla prova le loro conoscenze in merito a imballaggi e raccolta differenziata. “Il nostro obiettivo era quello di sensibilizzare i cittadini sulle qualità e i valori degli imballaggi in acciaio come barattoli e scatolette, casseforti ideali per custodire le eccellenze alimentari mediterranee, come i prodotti ittici, il pomodoro e l’olio d’oliva – spiega Roccandrea Iascone, responsabile comunicazione e relazioni esterne del consorzio RICREA –. Anche in vacanza è importante separare correttamente i contenitori in acciaio: una volta avviati al riciclo possono rinascere a nuova vita, trasformandosi ad esempio in chiodi, bulloni, travi per l’edilizia, binari ferroviari o arredi urbani”. al 2017), che evidenzia non solo l’aumento della raccolta che ha raggiunto le 459.187 tonnellate (+6,8%), ma anche che la qualità del materiale raccolto sta migliorando progressivamente. “Il tasso di riciclo degli imballaggi in acciaio del 78,6% è il più alto di sempre per il nostro Paese – spiega Domenico Rinaldini, Presidente RICREA – Grazie alla continua attività di sensibilizzazione e valorizzazione dell’importanza della raccolta differenziata siamo molto vicini all’obiettivo europeo dell’80% da raggiungere entro il 2030. A questo traguardo importante hanno contribuito in modo particolare le regioni del Sud Italia, come ad esempio Sicilia, Calabria e Puglia, un tempo poco reattive, ma oggi sempre più attente e in miglioramento per quanto riguarda i quantitativi raccolti. Il nostro obiettivo è proseguire su questa strada per crescere ancora, insieme ai Comuni, agli operatori e soprattutto grazie all’impegno dei cittadini”. Anche i valori di copertura territoriale sono in costante aumento, sia sul totale dei Comuni coinvolti (5.970) che sugli abitanti serviti (86% sul totale), con un incremento considerevole del numero delle convenzioni attive (+10% rispetto al 2017), stipulate sulla base dell’AccordoQuadro ANCI-CONAI, lo strumento attraverso il quale il sistema consortile garantisce ai comuni italiani la copertura dei maggiori oneri sostenuti per svolgere le raccolte differenziate dei rifiuti di imballaggi. L’acciaio è un materiale permanente che viene riciclato all’infinito senza perdere le proprie intrinseche qualità. Grazie alle 386.895 ton-
nellate di acciaio recuperato dagli imballaggi, nel 2018 nella nostra penisola si è ottenuto un risparmio diretto di 735.094 tonnellate di minerali di ferro e di 232.137 tonnellate di carbone, oltre che di 692.553 tonnellate di CO2.
La raccolta non va in vacanza
Sensibilizzare gli italiani al mare sulla raccolta differenziata dei contenitori in acciaio, materiale amico del mare e dell’ambiente. Era questo l’obiettivo di “Cuore Mediterraneo”, l’iniziativa itinerante di RICREA che, insieme a Goletta Verde, l’imbarcazione di Legambiente che da oltre 30 anni monitora la qualità delle acque e denuncia le illegalità ambientali, ha portato in 25 porti e spiagge di altrettante città italiane. Protagonista dell’iniziativa è Alice, un’inviata
Il futuro è in gioco
Sfida d’acciaio – Il futuro è in gioco è la campagna di sensibilizzazione voluta da RICREA per la città di Bari che si pone l’obiettivo di educare i cittadini baresi a riconoscere gli imballaggi in acciaio e invitarli a conferirli correttamente nei contenitori per plastica e metalli. La sfida è quella di aumentare ancora la percentuale di raccolta differenziata. Ora il traguardo da raggiungere è quello di raccogliere 400 tonnellate di contenitori in acciaio in un anno: una sfida notevole per la città che, al termine dell’iniziativa, sarà premiata da RICREA con nuovi scivoli, altalene e altri giochi interamente realizzati in acciaio, destinati ai giardini e alle aree pubbliche. “Siamo grati ai Consorzi nazionali per il riciclo e il recupero dei prodotti di scarto per il sostegno e la collaborazione che ci garantiscono sin dal nostro insediamento - dichiara Pietro Petruzzelli, Assessore all’Ambiente del Comune di Bari -. In particolare, voglio ringraziare RICREA che ci sta supportando nel percorso di sensibilizzazione sulla differenziazione dei rifiuti in acciaio, una sfida che la città di Bari già lo scorso anno ha saputo cogliere e affrontare nel migliore dei modi. Sono certo che riusciremo a raggiungere l’obiettivo, anche grazie all’estensione della raccolta porta a porta, e a raccogliere 400 tonnellate di contenitori in acciaio, a dimostrazione del fatto che i baresi hanno compreso pienamente quanto sia importante differenziare”. La campagna si sta sviluppando attraverso una pianificazione crossmediale, dalle affissioni outdoor a un’attività mirata sui social media.
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Beverage&Ambiente L’innovativa bottiglia blu di Parmalat dimezza la quantità di nuova plastica immessa nell’ambiente: sono circa 600 le tonnellate risparmiate all’anno. Deriva, infatti, per il 50% da bottiglie riciclate, caratteristica che ha permesso all’azienda di essere la prima realtà alimentare italiana certificata “Plastica Seconda Vita Food”.
MENO PLASTICA grazie alla bottiglia blu
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arte l’innovativo progetto di Parmalat destinato a dimezzare la quantità di nuova plastica immessa nell’ambiente che vede protagonisti gli storici brand Parmalat Puroblu, il primo latte a lunga durata
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in Italia dall’iconica bottiglia blu, e Parmalat Zymil microfiltrato in tutte le sue varianti in banco frigo. Da marzo 2019 tutte le bottiglie blu di Parmalat sono realizzate con il 50% di plastica riciclata, il massimo consentito dalla legge per i prodotti
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alimentari, permettendo così un risparmio all’anno pari a circa 600 tonnellate di nuova plastica.
Nuova vita alle bottiglie usate
Parmalat si impegna in un processo virtuoso definito “bottle to bottle”,attraverso il quale le bottiglie usate vengono trasformate in nuove attivando un sistema di economia circolare potenzialmente ripetibile all’infinito. L’Università di Parma, attraverso un’analisi LCA (Life Cycle Assessment) che valuta l’impatto ambientale di un prodotto o di un servizio, ha confermato la natura ecosostenibile delle nuove bottiglie blu realizzate da Parmalat, che consentono di risparmiare in un anno circa 18 mila m3 di acqua, l’equivalente di tre volte quella presente nelle vasche dell’Acquario di Genova. L’utilizzo di materia prima riciclata riduce, inoltre, di quasi 1700 tonnellate le emissioni di CO2 prodotte in un anno, una quantità di anidride carbonica che potrebbe essere assorbita da circa 69.000 alberi in un anno.
Missione: riduzione plastica!
“L’azienda è impegnata nell’ambito della sostenibilità sotto diversi punti di vista, da quello dei consumi energetici alle emissioni di CO2 – ha commentato Giovanni Pomella, Direttore Generale di Parmalat Italia – e una delle principali iniziative è quella di utilizzare packaging più rispettosi dell’ambiente, arrivando a ridurre di quasi 1.500 tonnellate l’utilizzo di plastica immessa nell’ambiente negli ultimi 5 anni. In questo contesto – continua Giovanni Pomella – si inserisce la produzione di bottiglie blu con il 50% di PET riciclato per i nostri brand Parmalat Puroblue Zymil. In questo modo, l’azienda non solo risponde alla nuova Direttiva Europea sulla plastica monouso, che prevede entro il 2030 l’obbligo che tutte le bottiglie contengano il 30% di materiale riciclato, ma ne anticipa i tempi, proponendosi un impegno ben maggiore”. Inoltre, Parmalat è la prima azienda alimentare italiana a ottenere il marchio “Plastica Seconda Vita Food” per la sua bottiglia blu, la certificazione ambientale che verifica tutta la filiera produttiva, dalla tracciabilità della materia prima all’imballaggio, per garantire al consumatore origine e sicurezza del packaging. Le attività per l’ottenimento del marchio “Plastica Seconda Vita”, inclusa la verifica e la dichiarazione del contenuto di “Plastiche Seconda Vita”, sono state effettuate da Istituto Italiano dei Plastici, primo Ente di Certificazione in Italia accreditato per tale schema. Gli stabilimenti produttivi dell’azienda coinvolti nel processo sono quelli di Albano Sant’Alessandro (Bergamo) e Roma.
Simei
Speciale SIMEI
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el corso degli anni Simei si è affermato come tra i più grandi eventi di networking della filiera vitivinicola a livello mondiale, registrando in ogni edizione numeri importanti: 30.000 operatori professionisti provenienti da tutto il pianeta, oltre 500 imprese espositrici di altissimo profilo, oltre 400 delegati da più di 90 Paesi del mondo. “La 28esima edizione di SIMEI sarà davvero unica nel suo genere. La macchina organizzativa da oltre un anno si sta muovendo per dare vita ad un evento che non solo si confermerà catalizzatore per tutti i migliori produttori della tecnologia dedicata al mondo del vino, ma che si preannuncia sempre più uno spazio d’incontro e confronto tra gli operatori del settore vitivinicolo e le aziende produttrici di macchine e prodotti per l’enologia e il beverage, grazie ad una serie di appuntamenti e ospiti internazionali
Tecnologica, globale e trasversale: si preannuncia davvero ricca di novità la 28esima edizione di Simei, l’esposizione di riferimento a livello internazionale dedicata alle tecnologie per enologia e imbottigliamento, che quest’anno va in scena dal 19 al 22 novembre a Fiera Milano Rho.
Tecnologie per il vino VERSO IL FUTURO DEL SETTORE che andranno ad affrontare, attraverso convegni e dibattiti, i nodi centrali del nostro settore, anticipando come sempre tendenze e soluzioni”: con queste parole Paolo Castelletti, Segretario Generale di Unione Italiana Vini, presenta l’edizione 2019 di SIMEI
L’Italia nel mondo
Questo a dimostrazione del ruolo di riferimento che ha assunto il salone a livello mondiale e come sia in grado di rispondere alle esigenze di un mercato florido e in continua crescita. Guardando ai numeri, infatti, la crescita dell’export italiano in questo settore – oltre il 70% delle tecnologie enologiche presenti nelle cantine di tutto il mondo è italiano – registra costantemente un segno +, confermato anche dai
dati dei primi cinque mesi del 2019 che vedono un incremento del 10% rispetto al 2018, per un volume d’affari di circa 900 milioni di euro (896.615.939) con particolare attenzione alla voce macchine per imbottigliamento e confezionamento, che cresce di oltre 50 milioni di euro (+10% rispetto al 2018).
Focus sulle etichette
In base ai dati raccolti tra gli operatori, sono in particolare le macchine etichettatrici che hanno favorito l’incremento del volume d’affari in quanto sono aumentati gli investimenti delle cantine per avere etichettatrici più flessibili. Tra i Paesi con una crescita più significativa di questa voce doganale si ricordano: Argentina, Croazia, Grecia, Messico, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Turchia, Vietnam, Stati Uniti. Stabili i grandi Paesi come Francia, Germania. In forte flessione la Cina.
Un palcoscenico internazionale
SIMEI 2019 sarà quindi un’occasione imperdibile per toccare con mano e approfondire la conoscenza di questa eccellenza produttiva. Le aziende espositrici iscritte provengono da principalmente da Italia, Francia, Germania, Spagna,
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Austria, UK, Svizzera. Poi: Bulgaria, Cina, Grecia, Portogallo, Polonia, Moldavia, Ucraina, Rep. Ceca, Croazia, Slovenia, Belgio, Danimarca, Svezia, Australia, USA, South Africa. Tantissime conferme anche quest’anno per la presenza dei delegati stranieri, oltre 400, provenienti da tutti i continenti, che stanno dando la propria adesione al progetto di SIMEI “incoming”, nato in collaborazione con ICE-Agenzia (che ha come finalità la promozione all’estero dei prodotti tecnologici delle imprese italiane, favorendone la conoscenza e la diffusione) e Fiera Milano.
Vino e non solo…
A fare da capofila saranno le aziende del settore vino, che rappresentano circa il 90% degli espositori, alle quali si aggiungono quelle dedicate alla birra, all’olio, alle bevande, ai succhi, all’acqua, all’aceto, agli alcolici e al latte. Inoltre, è stato rivisto l’impianto generale della manifestazione e all’eccellenza tecnologica, che resta il cuore della fiera biennale che Unione Italiana Vini organizza dal 1963, si affiancano nuovi settori produttivi del “liquid food” vicini al vino e vengono introdotte tematiche di eccezionale attualità, come l’architettura e il design, legandoli al settore.
Speciale DA CORNO PALLETS, IL PALLET IN LEGNO PRESSATO
Da molti anni il settore della logistica sta attraversando un’importante fase evolutiva legata soprattuttoalle nuove esigenze del mercato ed alla crescita degli scambi commerciali. L’importanza del pallet è cresciuta in maniera esponenziale ed il settore ha vissuto una grande fase di cambiamento caratterizzata dall’introduzione di normative atte a regolamentare le spedizioni in tutto il mondo. Il pallet in legno pressato, distribuito in Italia da Corno Pallets, rientra nella categoria processed wood pallet, ovvero materiale composto da legno truciolato e resina, convogliato in stampi e pressato a caldo. Questo rappresenta un enorme vantaggio per le aziende, che possono esportare il pallet velocemente ed in tutta sicurezza. Non è necessaria la marchiatura IPPC (requisito obbligatorio per i soli pallet in legno tradizionali) e tutti i documenti e certificati per l’esportazione sono disponibili sul sito www.cornopallets.it nell’area riservata ai clienti. Non è questo l’unico vantaggio; i pallet in legno pressato infatti, grazie alla loro particolare caratteristica di impilaggio, possono essere stoccati a magazzino occupando solo un terzo dello spazio che si andrebbe ad occupare con altrettanti bancali in legno di tipo tradizionale. Oltre a sfruttare l’impilabilità del pallet e ridurre l’ingombro di magazzino, le aziende utilizzatrici hanno a disposizione quindi un unico pallet sia per il mercato interno che per l’esportazione. Un pallet versatile grazie alle svariate dimensioni standard disponibili ed al tempo stesso rispettoso per l’ambiente. Il pallet in legno pressato Corno Pallets viene accettato volentieri in tutto il mondo in quanto prodotto certificato PEFC, realizzato cioè nel pieno rispetto di particolari criteri ambientali al fine di garantire che le materie prime utilizzate provengano da boschi a gestione sostenibile. Completamente biodegradabile si smaltisce facilmente come un qualunque prodotto in legno, un vantaggio importantissimo per la salvaguardia dell’ambiente. Anche quest’anno la Corno Pallets sarà presente al SIMEI 2019, il salone internazionale dedicato alle tecnologie del vino che si terrà presso Fiera di Rho dal 19 al 22 novembre. Il tema centrale che caratterizzerà lo stand sarà l’esportazione e le diverse soluzioni in termini di pallet che l’Azienda è in grado di offrire. Il team di Corno Pallets attende i visitatori al padiglione 15, stand H30 per presentare il pallet in legno pressato e l’intera gamma dei prodotti.
LE ETICHETTE COLLARINO DA ARCA ETICHETTE Per il mondo del wine e beverage, Arca Etichette propone il proprio portafoglio di soluzioni di collarini confezionati in rotolo e la propria gamma di etichettatrici Air-Jet per l’applicazione automatica di collarini su bottiglie. Le etichette collarino prodotte da Arca, applicabili in automatico sulla linea di confezionamento, consentono di veicolare sul prodotto offerte speciali (coupon e multipagina, codici sconto e pieghevoli di vario tipo) e di comunicare direttamente sulle bottiglie, informazioni aggiuntive, in maniera accattivante ed elegante. I collarini possono essere prodotti in materiale cartaceo o plastico, realizzati con adesivo “dry” appositamente formulato che si disattiva quando viene separato dal supporto; possono essere di diverse tipologie: Collar-flex – con base in materiale plastico estremamente conformabile alla bottiglia per una massima leggerezza e flessibilità, si adatta perfettamente e non crea ostacoli di alcun genere durante il confezionamento e l’inscatolamento. Veicola un pieghevole multipagina per comunicare con il consumatore con uno spazio aumentato a disposizione per la comunicazione. Two-side collar – in cartoncino bipatinato da 170 o 250 gr., stampabile fronte-retro e laminabile per proteggerlo dall’umidità; viene utilizzato per i flash promozionali più convenienti, concentra la comunicazione sulle due facciate del collarino, senza pieghevole. Autocollar – con base in cartoncino, anche laminato, è un collarino unico nel suo genere; può essere dotato di pieghevole multipagina apribile a libro o a fisarmonica, permanente o asportabile, per dare al consumatore la possibilità di portare con sé le informazioni presenti nel foglietto. Collarstick – con retro parzialmente adesivo che lo “assicura” al prodotto, impedendo che esso si sposti durante la movimentazione. Anch’esso offre la possibilità di veicolare un pieghevole multipagina permanente o asportabile Arca Etichette, con la propria Divisione Sistemi, mette a disposizione la propria esperienza nella realizzazione di applicatori e sistemi per il posizionamento dei collarini. La macchina etichettatrice Air-Jet, a getto d’aria, permette l’applicazione automatica ad alta velocità dei collarini forniti in rotolo; le proprie caratteristiche sono le seguenti: velocità fino a 300 pz/min; possibilità di prevedere una soluzione no-stop per una autonomia pressoché infinita, senza fermi linea per cambi rotolo; montata su colonna indipendente non richiede modifiche alla linea esistente; è possibile dotarla di ruote per un più agevole posizionamento sulle linee di imbottigliamento. Arca Etichette per la comunicazione on-product ha un’ampia gamma di soluzioni, anche multipagina, per tutte le esigenze del mercato wine&spirits e del beverage.
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Speciale SIMEI NUOVE STAMPANTI INKJET UIFAT, ZERO MANUTENZIONE L’azienda UIFAT, con sede a Lainate, in provincia di Milano, è da anni specializzata e punto di riferimento nella marcatura e codifica prodotti tramite stampanti InkJet tecnologia HP. Le stampanti della serie UI-Jet offrono al cliente il miglior rapporto qualità prezzo sul mercato unitamente a una gestione semplice e intuitiva della stampa su qualsiasi tipologia di superficie porosa e non porosa. L’utilizzo di semplici cartucce inchiostro dedicate, con a bordo la testa di stampa, permette di
abbattere drasticamente i costi di manutenzione e il fermo macchina aumentando così produttività e qualità. Pulizia e manutenzione vengono effettuate dall’operatore senza alcun utilizzo di solventi e in tempi brevissimi. Il touchscreen orientabile, o installato separatamente, permette una semplice gestione di tutti i parametri legati alla stampa e alla macchina sulla quale la stampante è montata. La programmazione e la creazione dei messaggi può essere effettuata direttamente dal
AROL, TAPPATORI PER TAPPI IN SUGHERO E CORONA Punto di riferimento mondiale nella progettazione e produzione di sistemi di capsulatura e tappatura, Arol offre soluzioni su misura per numerosi settori: da quello delle bevande e degli alcolici, a quello alimentare, chimico, farmaceutico e cosmetico. Per quanto riguarda il settore vino e birra, un prodotto versatile e adatto a soddisfare le esigenze di qualsiasi linea di imbottigliamento, dalle piccole alle grandi produzioni, è la Quasar, un tappatore per tappi in sughero naturale, agglomerato e sintetico. Questo tappatore, in configurazione “free standing” o torretta, è particolarmente indicato nel settore dei vini, degli spumanti, della birra e in generale di quelle bevande ad alto contenuto zuccherino o di CO2. Applicazioni previste: con tappi a fungo (versione F), tappi raso (versione R) tappi raso e a fungo (versione RF) su bottiglie di vetro. Nella versione “washable” le componenti sono in acciaio inossidabile. Sostituendo i pacchi compressori con i pacchi di lavaggio è possibile effettuare il lavaggio completo del tappatore (grazie a guarnizione e labirinti).
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Un altro prodotto che ben si presta alle esigenze di quelle linee di imbottigliamento dove vige la necessità di ottimizzare tempi e spazi è la Eagle C Gemini F DUAL, un tappatore disponibile sia in versione “free standing” che come torretta di tappatura, in grado di chiudere alternativamente bottiglie di vetro con tappo a fungo e quelle con tappo a corona. Spendibile per il settore delle bevande, del vino della birra, dello champagne, questo tappatore consente all’operatore di passare agilmente da una configurazione all’altra ruotando la testa di tappaturausufruendo anche di un cambio formato rapido dell’orientatore capsule, del canale di discesa e delle attrezzature di convogliamento. Ad entrambi i tappatori è possibile integrare i più comuni sistemi di controllo come il sistema di ispezione bottiglie vuote, di verifica del posizionamento e integrità tappi, i controlli del livello di riempimento e l’ispezione etichette e codici. Arol è presente a Simei nel padiglione 13, stand M12-N11.
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touch-screen o tramite software PC dedicato fornito sempre a corredo. Una porta USB e una RJ45 per il collegamento in rete completano il corpo macchina. La stampante viene fornita completa di tutti gli accessori utili per un fissaggio diretto su qualsiasi tipologia di macchina. Le stampanti “all in one” Inkjet di UIFAT serie UI-JET, grazie alla loro semplicità d’uso e all’assenza di manutenzione, sono la soluzione definitiva ai problemi di stampa degli operatori del settore.
Speciale
DELLA TOFFOLA, SOLUZIONI ALL’AVANGUARDIA PER IL MONDO DEL VINO Della Toffola partecipa a Simei per presentare le proprie tecnologie per il settore enologico. Il Gruppo Della Toffola è protagonista mondiale nella progettazione e realizzazione di soluzioni tecnologicamente avanzate per l’intero processo produttivo del settore enologico. Della Toffola è in grado di fornire una gamma completa di prodotti che coprono tutto il ciclo produttivo, dall’uscita dalla vigna all’imbottigliamento ed etichettatura. I reparti tecnici, in sinergia con il commerciale, studiano la soluzione ottimale per ogni esigenza produttiva, che si tratti di una piccola cantina o di una grande azienda, senza nessun limite dimensionale. In particolare, Della Toffola presenterà a Simei 2019 l’acceleratore di macerazione DTMA, una nuova tecnologia esclusiva che cambia il processo di vinificazione. Il DTMA è una nuova macchina che riduce le dimensioni della buccia dell’uva pigiata aumentando
considerevolmente la superficie di contatto del film con il mosto. Questo consente una macerazione più veloce, permettendo di anticipare i tempi di pressatura e migliorare l’estrazione dalle uve di polifenoli e antociani. La pressatura anticipata, riduce il tempo di utilizzo
dei serbatoi di vino rosso incrementando significativamente i volumi di produzione. Il DTMA è stato testato in Italia e Australia su cinque diversi vitigni e in sei differenti cantine. Riducendo il tempo di macerazione dal 35 al 50%. I vini dei test e dei controlli hanno dato risultati organolettici migliori con l’utilizzo del DTMA.
UN PACK TUTTO DA SCOPRIRE CELEBRA “IL GENIO” DI LEONARDO Tra i più vivaci settori del lusso che adottano le carte creative di alta gamma per le loro confezioni c’è sicuramente quello del vino: etichette nobilitate, cofanetti pregiati, scatole e shopper coordinati per contenere le preziose bottiglie si manifestano in tutta la loro eleganza. Un esempio attuale è la special edition progettata dall’agenzia creativa Officina Grafica di Firenze che ha “vestito” la bottiglia del vino rosso Toscana denominato “Il Genio” per la cantina Leonardo Da Vinci, scegliendo dal ricco portfolio di carte firmate Gruppo Cordenons per realizzarla. Ideato per celebrare i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, il progetto si sviluppa intorno al concetto dell’uso delle mani: i bordi della parte pieghevole dell’etichetta – fissata da un piccolo adesivo posto su un lato – sono stati strappati a mano, e, sempre a mano, l’etichetta stessa è legata alla bottiglia con un laccio di cuoio. “Affinché questo pack artistico fosse davvero efficace dovevamo aggiungere un pizzico di genialità. - hanno spiegato Vincenzo Maccarrone e Tommaso Pecchioli, direttori creativi di Officina Grafica Proprio per questo lo abbiamo concepito in modo che il consumatore sia chiamato a interagire per farne esperienza appieno: deve infatti sciogliere il laccio annodato per aprire l’etichetta pieghevole e scoprire le mani realizzate con oro a caldo, che riproducono fedelmente lo «Studio di Mani» di Leonardo del XV secolo. L’opera originale da cui l’etichetta prende spunto è custodita presso il Castello di Windsor e celebra l’abilità e il talento ineguagliabili di Leonardo da Vinci come ingegnere, artista e scienziato”. Per dare vita a “Il Genio”, il team creativo di Officina Grafica si è avvalso della collaborazione di partner d’eccellenza: MCC ha stampato
l’etichetta, Luxoro ha fornito il cliché e il foil oro di Kurz, Avery Dennison o la parte adesiva dell’etichetta. La limited edition è composta da 500 bottiglie ciascuna delle quali è numerata e contenuta in un prezioso cofanetto prodotto da The Pack e stampato con oro a caldo. “Le carte creative scelte per realizzare sia l’etichetta sia la confezione offrono il valore aggiunto della multisensorialità in quanto apprezzabili anche al tatto. – aggiunge Katia Tedeschi, direttore marketing Gruppo Cordenons – L’etichetta è prodotta con Chagall nella nuance Camoscio, una carta che unisce l’effetto naturale alla raffinata marcatura a feltro. Il rivestimento del cofanetto che contiene la bottiglia è realizzato con Artelibris nella versione Black, caratterizzata da una particolare texture. L’interno dell’astuccio è, invece, impreziosito da Stardream nella versione Gold, una perlescente metallizzata dall’inconfondibile appeal estetico che richiama le nobilitazioni in oro”. Questo pack di grande impatto è arrivato in finale all’edizione 2019 del Luxury Packaging Awards di Londra. La gamma di carte Cordenons sarà visibile anche alla prossima edizione di Simei.
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| Breaking News | ANTARES VISION ACQUISISCE FT SYSTEM E PUNTA SUL BEVERAGE Antares Vision, specializzata nelle tecnologie per il controllo e l’ispezione nell’imbottigliamento in prevalenza nell’industria beverage, ha perfezionato l’accordo per l’acquisizione del 100% di FT System, che segna anche l’inizio di una partnership industriale con Arol. Con l’acquisizione, Antares Vision ha assunto il controllo di FT System nonché, indirettamente, delle società da quest’ultima controllate in Francia e Stati Uniti e del relativo business svolto dalle divisioni operanti in Messico, Brasile, UK, Spagna, Cina e India. Fondata nel 1998, FT System è una realtà di riferimento nel controllo e ispezione dell’imbottigliamento, in prevalenza nell’industria del beverage, coprendo tutte le fasi della lavorazione: controllo dei contenitori, riempimento, tappatura, verifica perdite e pressione, etichettatura, codifica, peso e pallettizzazione. Il portafoglio clienti, che conta oltre duemila imprese in 60 Paesi con circa 5.200 macchine installate, include grandi multinazionali produttrici di acqua, soft drink, liquori, birra e vini e OEM (produttori ed integratori di linee di imbottigliamento). La società ha un organico di circa 140 dipendenti. FT System ha fondato la propria crescita investendo nello sviluppo di tecnologie innovative e brevettate come, per esempio, il ROBO QCS, una stazione di controllo di qualità non distruttiva e completamente automatizzata, integrata nella linea di produzione. Per il periodo 1 gennaio – 31 dicembre 2019 si prevede che FT System registri ricavi per oltre 26 milioni di euro (di cui circa 18 originati all’estero), un EBITDA di 6,0 milioni di euro e un EBIT di 5,7 milioni di euro. Alla data del closing la FT System ha registrato una posizione finanziaria netta (ovvero cassa) di circa 8 milioni di euro. Nel contesto dell’operazione di acquisizione Antares Vision, FT System e Arol hanno inoltre sottoscritto un accordo volto all’istituzione di una partnership industriale, con il precipuo obiettivo di costruire un vantaggio competitivo sul mercato grazie a un’offerta completa: controllo e ispezione; tracciabilità del prodotto lungo la filiera; gestione intelligente dei dati di produzione. Fabio Forestelli e Ferdinando Tuberti continueranno a operare in FT System come amministratori, assicurando la continuità della gestione aziendale e accompagnando il progetto di sviluppo alla base dell’accordo con Antares Vision.
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AQUAMARIS, LA BIRRA ALL’ACQUA DI MARE Porta il mare nel cuore e sulle labbra di chi l’assaggia. Una birra che alla tradizione abbina il felice azzardo di una fusione sopra ogni immaginazione. E così il luppolo incontra l’acqua di mare, il frumento russello siciliano si sposa con il sale marino per offrire un gusto leggermente salato e al tempo stesso rigenerante. Si chiama “Aquamaris” ed è la nuova birra speciale nata in casa Tarì, il birrificio artigianale modicano che di anno in anno amplia la sua gamma di craft beer con proposte ambiziose, ma sempre figlie della tradizione. Non è una birra con la semplice aggiunta di sale, ma ha dentro l’acqua del mare: è questa la grande novità di Aquamaris. Birra Tarì, del resto, fa dell’incontro con le eccellenze siciliane il suo punto di forza. Aquamaris custodisce al suo interno il racconto di un incontro, quello tra il sapere birraio artigianale di Tarì e l’alta qualificazione dell’azienda catanese Aquamaris, da cui la birra prende il nome. L’azienda etnea è specializzata nel prelevamento di acqua marina nelle profondità del Mar Jonio, diverse miglia a largo dalle coste siciliane, e nel successivo processo di microfiltrazione e sterilizzazione che ne mantiene intatte salinità e composizione minerale. E se l’uso di acqua di mare è diffuso nella tradizione culinaria dei Paesi marittimi, soprattutto per esaltare il gusto del pescato e il sapore naturale di altri ingredienti senza l’aggiunta di sale, quello nella produzione di birra artigianale è un percorso tutto nuovo. Oggi l’azienda Aquamaris preleva l’acqua marina con una speciale imbarcazione dotata di apposite vasche che la trasporta direttamente nello stabilimento dove viene subito sottoposta ad analisi preliminari e a trattamenti di sanificazioni, quali microfiltrazione e uso di lampade UV, per attestarne l’assoluta salubrità. Un progetto innovativo per Tarì che regala una birra blanche dissetante e beverina, ottima in abbinamento con pesce magro, cozze, carpaccio di pesce, crostacei, crudo di pesce e a tanto altro.
| Breaking News | CIBUS TEC CONFERMA LE ATTESE E CHIUDE CON 40 MILA PRESENZE Thomas Rosolia, presidente di KPE Koeln Parma Exhibitions, commenta così la quarta e ultima giornata di Cibus Tec: “I numeri sono sensazionali. Confermate le 40 mila presenze attese di cui 25% estere”. Numeri da leggere al fianco dei 1.300 espositori (il colosso tedesco Anuga Food Tech ne totalizza 1.650), dei 400 brand esteri, dei 120 mila mq di spazio espositivo occupato che complessivamente fanno di questa 52esima edizione, un’edizione da record. Numeri che per Antonio Cellie, CEO di Fiere di Parma, sono la riconferma che le collaborazioni a livello internazionale fanno crescere anche il made in Italy. “Grazie a un’attenta calendarizzazione – afferma – abbiamo fatto crescere sia Parma che Colonia. Assieme al nostro partner stiamo già pensando a nuovi format da lanciare nel 2021”. A chiudere la 4 giorni di incontri, dimostrazioni e meeting (50 nel complesso), un focus sulla IV Gamma. Questo mercato della IV gamma vale 880 milioni di euro e registra una crescita del 3,1% in valore e del 6% a volume, anno su anno, discount compresi. Performance positive che abbracciano diversi segmenti: insalate (760 milioni), verdure da cuocere (89 milioni), e crudité (31 milioni con una crescita del 2% a valore e del 6% a volume). La IV gamma funziona e sempre più persone acquistano ortofrutta ad alto contenuto di servizio perché è comoda da consumare, ma “questi prodotti però vanno raccontati in un modo nuovo. A mio parere – sostiene Andrea Montagna, presidente dell’Unione Italiana Food IV Gamma – sarebbe utile puntare sull’aspetto convenience sfruttando al meglio le innovazioni tecnologiche”. Insomma, la IV gamma ha un ampio potenziale se attraverso le nuove tecnologie si arriva a comunicare al consumatore che oltre ad essere comoda è fresca, buona da mangiare e con elevati valori nutrizionali. Ed è proprio in questa direzione che va il recente progetto “Sus&Low”,
“un progetto finanziato per 600.000 euro dal bando Prin del Miur – spiega a margine Giancarlo Colelli, docente di Scienze e tecnologie agrarie all’Università di Foggia – che punta a realizzare una sorta di lettore ottico in grado di leggere e
interpretare la storia del prodotto e dell’imballaggio semplicemente guardandolo”. Un ulteriore passo nella direzione della trasparenza e della sostenibilità per la quale il consumatore è disposto a pagare anche di più.
PRINCIPE CORSINI, RESTYLING GRAFICO DELLE ETICHETTE Tempo di novità presso la storica azienda toscana Principe Corsini che ha presentato in occasione di Vinitaly 2019, un piccolo ma importante rinnovamento sul fronte delle etichette. Dall’annata 2016 i vini di Villa Le Corti e di Tenuta Marsiliana escono sul mercato con una nuova veste grafica. Il restyling che mantiene il tratto distintivo dell’eleganza sobria e pulita negli spazi e nei tratti,riguarda principalmente il logo. La nuova immagine, che ha sempre come cuore lo stemma di famiglia, impreziosito nella grafica, è stata creata ad hoc per i vini di Villa Le Corti e per Tenuta Marsiliana così da dare una maggior identità territoriale e di appartenenza ai vini prodotti. La proprietà rimane rappresentata dal logo già esistente anch’esso rinnovato su fondo bianco, sempre incorniciato dalla scritta latina “malo mori quam foedari”. Un look rigoroso, che celebra la storia di famiglia e che esalta l’importanza della bottiglia stessa, valorizzando i singoli vini. L’immagine araldica, simbolo di tradizione, è stata resa ancor più chiara ed evocatrice della storia, antichissima, della famiglia Corsini che vanta nella sua discendenza illustri antenati tra i quali Sant’Andrea Corsini, Vescovo di Fiesole (13011374) e Papa Clemente XII (1730-1740) che fondò i Musei Capitolini e la Fontana di Trevi, e che da generazioni intreccia profondamente la propria storia con il territorio toscano e con le vicende dell’Italia.
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| Breaking News | ILIP FIRMA IL SUO IMPEGNO PER LA SOSTENIBILITÀ Passa attraverso “3 R” l’impegno concreto di ILIP per la sostenibilità ambientale. L’azienda del Gruppo ILPA, riferimento a livello europeo nel settore della trasformazione di materie plastiche, ha elaborato il Sustainability Pledge, il documento contenente le azioni concrete a favore dell’ambiente che l’azienda ha messo in atto e gli obiettivi che si impegna a raggiungere in futuro. “Ridurre” significa contenere l’uso di materie plastiche, con minore peso e spessore degli imballaggi, ma anche limitare il food waste proteggendo gli alimenti lungo la filiera. La parola chiave è “fit4purpose”: ad ogni prodotto il packaging giusto per minimizzare l’utilizzo di plastica mantenendo inalterate le performance. “Riciclare” vuol dire recuperare la materia prima plastica postconsumo e trasformarla in nuovi imballaggi in r-PET, producendo imballaggi 100% PET riciclato e gestendo interamente la filiera, per creare un sistema virtuoso di economia circolare. Il vantaggio di ILIP è aver chiuso il ciclo produttivo dell’r-PET, per un controllo totale sulla filiera e sull’origine del materiale utilizzato. Per quanto riguarda le “Risorse rinnovabili”, ILIP vanta una delle più ampie offerte di packaging, stoviglie monouso e contenitori per la gastronomia in materiali alternativi ai polimeri fossili. “Con il nostro impegno per la sostenibilità vogliamo dare una risposta all’attenzione del mercato e dei consumatori su questo tema”, spiega Ballini Direttore Generaledi ILIP. “Da sempre adottiamo un approccio olistico e oggettivo, che vede il packaging come parte della soluzione, e non del problema, dell’impatto ambientale di una filiera commerciale come quella agroalimentare. Allo stesso tempo siamo all’avanguardia nell’affrontare il problema dei limiti della materia prima fossile, con l’introduzione del ciclo chiuso del PET riciclato e l’utilizzo di bioplastiche rinnovabili”. ILPA è anche capofila nel conseguimento dell’economia
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circolare, essendo tra i pochi gruppi a livello europeo ad avere integrato verticalmente il ciclo dello r-PET, dalle bottiglie postconsumo a un nuovo imballaggio per alimenti, garantendo origine e
tracciabilità. Oggi, sono riciclate circa 30.000 tonnellate di PET post consumo all’anno, corrispondenti alla quantità di bottiglie in PET consumate e recuperate in tutta la regione Emilia-Romagna. Si ottiene così una materia prima seconda, evitando la produzione della stessa quantità di PET vergine che, in termini di emissioni di CO2, corrisponde a circa 75.000.000 kg di CO2. Nel 2019 è stato lanciato anche il progetto ILIP Closed Loop 100% r-PET, con l’obiettivo di produrre progressivamente ed esclusivamente imballaggi in r-PET 100% garantendo la tracciabilità della filiera gestita e controllata da ILIP.
MONINI, CAMPIONE NEGLI STATI UNITI! L’olio extra vergine di oliva Monini GranFruttato è il vincitore assoluto nella graduatoria stilata dalla redazione di Epicurious, la testata digital di Condé Nast USA che propone contenuti autorevoli sul mondo del food. Il comitato di redazione ha effettuato una degustazione su 106 campioni di olio EVO, non brandizzati e disposti in ordine casuale, per un periodo di due settimane. Ad aggiudicarsi il punteggio più alto è stato l’extra vergine GranFruttato, prodotto solo con olive raccolte in leggero anticipo di maturazione che si contraddistingue per il suo carattere intenso ed elegante, decisamente profumato. È proprio questa caratteristica fragranza a renderlo un olio versatile in cucina, come rivela il giudizio di Chris Morocco e Carla Lalli Music, food writer di Epicurious: “Teniamo solo questa bottiglia in cucina per cucinare, cuocere, rifinire e condire le insalate”, hanno dichiarato i due giornalisti. Maggie Hoffman, invece, Senior food editor, ha descritto quest’olio come “erbaceo con note di salvia ed equilibrato con un lungo morso di pepe”. Il GranFruttato extra vergine è indicato per esaltare le pietanze più strutturate ed è perfetto per condire tutti i tipi di zuppe, le carni alla brace, le insalate e le verdure in pinzimonio. Lo stesso olio Monini è risultato anche vincitore nella fascia di prezzo da $11 a $20 (per 500 ml). Ad essere premiato dalla rivista Epicurious anche l’olio extra vergine Monini Dop Umbria, che si è aggiudicato il premio come miglior EVO nella fascia di prezzo da $21 a $30 (per 500 ml). Prodotto esclusivamente da olive di cultivar di Moraiolo, Frantoio, Leccino e San Felice, raccolte e frante nel territorio umbro, come ha dichiarato il Food Editor Emily Johnson, ha ricevuto questo riconoscimento per la sua “spiccata sapidità, quasi come il rosmarino”.
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| Breaking News | MARCELO BURLON VESTE JUNOON
LE ACQUE FUNZIONALI FIRMATE LEVISSIMA
Una bevanda bio ricca di nutrienti preziosi, fonte naturale di antiossidanti e sali minerali: è Junoon, l’acqua di cocco 100% raw lanciata sul mercato italiano nel 2016 dal giovane imprenditore milanese Pierfrancesco Zanchi. Grazie all’alta qualità della materia prima e ai comprovati benefici per l’organismo, la nuova bevanda healthy ha conquistato in breve tempo anche il fashion system, tanto che il noto stilista Marcelo Burlon ha avviato una collaborazione con il brand, creando una versione esclusiva del prodotto. La Limited Edition, firmata Marcelo Burlon County of Milan, vanta un packaging dal look total black, scritte e dettagli verdi a contrasto, con il quale il designer di street wear ha voluto rendere omaggio all’assoluta naturalezza dell’acqua di cocco.
La purezza dell’acqua minerale Levissima si combina al calcio nella nuova bevanda Levissima+ pro-bones. Un nuovo modo di vivere la giornata con la voglia di raggiungere vette sempre più alte accompagnati dal gusto fresco, puro e naturale della verbena. L’assunzione di una bottiglia di Levissima+ pro-bones con il 16% del fabbisogno giornaliero di calcio, all’interno di una dieta varia ed equilibrata e di uno stile di vita sano, contribuisce alla salute delle ossa. Il calcio, infatti, è un minerale necessario per il mantenimento di ossa normali. Con zero zuccheri e zero calorie anche i consumatori più attenti al benessere non dovranno rinunciare al gusto e alla leggerezza per prendersi cura di sé stessi. Levissima+ pro-bones è una bevanda rinfrescante, in grado di evocare l’origine di alta montagna che, da sempre, contraddistingue l’acqua minerale Levissima. In vendita in tutti i migliori rivenditori su scala nazionale, Levissima+ pro-bones nella sua bottiglia da 60cl si aggiunge alle tre referenze del brand: Levissima+ propower al gusto mora, con potassio che contribuisce alla normale funzione muscolare; Levissima+ pro-active, al gusto mela verde,con magnesio che contribuisce a ridurre la stanchezza e l’affaticamento;Levissima+ antioxidant al gusto ribes nero con zinco che contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo. Quattro prodotti per quattro effetti benefici differenti, da prediligere a seconda delle proprie esigenze.
THÈ VERDE ZERO SAN BENEDETTO, DALLA TRADIZIONE ALLA MODERNITÀ Packaging accattivante e design moderno per un prodotto fresco, leggero ed equilibrato, ideale per ogni occasione. Dissetante, dal gusto leggero ed equilibrato e con pochissime calorie, il Thè Verde San Benedetto Zero è la bevanda in acqua minerale naturale ideale da bere in ogni momento della giornata per essere sempre in equilibrio con se stessi. Il Thè Verde Zero San Benedetto è disponibile nei formati da 0,5l per il consumo on-the-go e da 1,5l per un consumo in famiglia anche duranti i pasti. Il packaging accattivante, caratterizzato da un’etichetta opaca total black con elementi metallizzati dal design moderno, dona al prodotto carattere e grinta. Il Thè Verde con la sua tradizione orientale millenaria, rappresenta oggi una delle varianti più amate in Italia; San Benedetto presidia questo comparto con un prodotto “rilassante”, dissetante e ancora più leggero nella sua versione Zero Zuccheri. In questo modo, il Gruppo veneto, da sempre in prima fila nello studio dei trend di consumo e dell’evoluzione degli stili di vita dei consumatori, amplia la propria offerta con un prodotto fresco e attuale.
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| Breaking News | LATTINE IN ALLUMINIO, SCENDONO LE EMISSIONI DI CO2 Metal Packaging Europe, l’associazione dei produttori europei di imballaggi metallici e rigidi e dei partner di filiera, ha completato un nuovo Life CycleAssessment (LCA) delle lattine in alluminio per bevande (25, 33 e 50cl). Utilizzando i dati più recenti disponibili (2016), lo studio riguarda il ciclo di vita delle lattine in alluminio per bevande prodotte in Europa, dall’estrazione delle materie prime alla produzione e al fine vita dell’imballaggio. Comparandolo con i dati del 2006, lo studio rileva riduzioni significative in termini di emissioni di CO2-equivalente. Le carbon footprint sono state ridotte di un impressionante 31% in media per i tre formati considerati, confermando l’impegno della nostra industria per ridurre le emissioni e scollegare la crescita produttiva dall’impatto ambientale. I principali fattori che hanno reso possibile questo risultato sono i continui miglioramenti nella produzione di alluminio e nei processi produttivi delle lattine, la riduzione del peso degli imballaggi e l’aumento dei tassi di riciclo delle lattine in alluminio per bevande.Per una lattina da 33cl la riduzione dell’impatto in termini di cambiamento climatico su un periodo di 10 anni (2006-2016) è del 33% e include la riduzione del 12% delle forniture di materia prima e del35% del consumo energetico grazie alla migliorata efficienza dei processi produttivi e alla riduzione del 4% del peso delle lattine, oltre all’aumento del tasso di riciclo medio europeo dell’alluminio, dal 50% al 73% del 2014. I dati del 2016 mostrano che, in termini di impatto sul clima, il contributo medio della produzione di imballaggi metallici è del 18% nell’arco dell’intero ciclo di vita. La riciclabilità dell’alluminio rimane un fattore chiave in questi miglioramenti: ogni aumento del 5% nel riciclo delle lattine in alluminio per bevande si riflette in un calo del 6% nell’impatto climatico. Le lattine in alluminio per bevande sono monomateriale, e per questo facili da raccogliere, separare e riciclare. Nel 2015 il tasso di riciclo è aumentato al 74%, grazie alle ottime performance dei metodi di raccolta e separazione, e grazie alla partecipazione attiva dei consumatori. L’alluminio è un materiale permanente che può essere riciclato all’infinito senza perdite dal punto di vista delle caratteristiche intrinseche del materiale. Scarti e rottami di alluminio hanno il valore più alto fra tutti i materiali da imballaggio.
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UNILEVER, NUOVI AMBIZIOSI IMPEGNI PER UN MONDO SENZA RIFIUTI Unilever ha annunciato nuovi ambiziosi impegni per ridurre i suoi rifiuti in plastica e per aiutare a creare un’economia circolare. Unilever ha confermato che entro il 2025 Dimezzerà il suo utilizzo di plastica vergine, incrementando l’uso di plastica riciclata e riducendo l’uso complessivo di imballaggi in plastica di più di 100 mila tonnellate, e aiuterà a raccogliere e trasformare più imballaggi in plastica di quelli che vende. Unilever è già sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi precedentemente fissati: assicurare che tutti i suoi imballaggi in plastica siano riutilizzabili, riciclabili o compostabili e garantire l’uso di almeno il 25% di plastica riciclata nelle sue confezioni entro il 2025. L’impegno di Unilever richiederà al suo business di aiutare a raccogliere e trasformare circa 600 mila tonnellate di plastica ogni anno entro il 2025. Questo sarà possibile attraverso investimenti e partnership che potranno migliorare il sistema di gestione dei rifiuti in molti dei Paesi in cui opera Unilever. Sin dal 2017, Unilever ha cambiato il suo approccio alle confezioni in plastica attraverso una strategia “Less, better, no plastic”. Attraverso “Less plastic” Unilever ha esplorato nuove modalità di imballaggio e consegna dei prodotti compresi ad esempio i concentrati, come il nuovo Cif Eco-refill che elimina il 75% di plastica, oppure come le nuove “stazioni” di ricarica per shampoo e detersivi per il bucato distribuite in negozi, università e vending machine nell’Asia Sud-Est. “Better plastic” ha portato a innovazioni pionieristiche come il nuovo pigmento rilevabile utilizzato da Ax (Lynx) e TRESemmé, che rende riciclabile la plastica nera, in modo che possa essere identificata e classificata dagli scanner degli impianti di riciclaggio; o ancora, la “festival bottle” di Lipton che è realizzata da plastica 100% riciclata ed è raccolta utilizzando vuoti a rendere. Come parte dell’approccio “No plastic”, Unilever ha introdotto sul mercato innovazioni tra cui lo shampoo bar, le cartucce di dentifricio ricaricabile, gli stick deodoranti in cartone e gli spazzolini da denti in bambù. Unilever ha inoltre aderito alla piattaforma Loop, che sta sperimentando nuovi modi di consegnare e raccogliere dalle case dei consumatori prodotti riutilizzabili.
| Breaking News | PREMIATA LA BOTTIGLIA COLOMBO DI GRUPPO ASA BRANDIZZATA D’ORAZIO Gruppo ASA, nella persona del suo Presidente Ing. Emilio Amati, ha partecipato a Londra al Canmaker Summit, l’appuntamento annuale che riunisce i protagonisti dell’industria globale del metal packaging in un’intensa due giorni di incontri e presentazioni e che culmina con la celebrazione e premiazione dei migliori prodotti realizzati dalle imprese del settore di tutto il mondo. L’azienda fiore all’occhiello dell’imprenditoria sammarinese ha vinto due premi presentandosi con il packaging del cliente D’Orazio, un frantoio di Conversano in provincia di Bari dove ASA ha uno dei suoi stabilimenti. D’Orazio, che con coraggio ha intrapreso - attraverso una crescita costante e continua - una commercializzazione su ampia scala, produce un ottimo olio pugliese molto apprezzato nel mondo. É stato uno dei primi clienti di Gruppo ASA a sposare l’idea della lattina Colombo, la bottiglia metallica per olii alimentari sviluppata per essere compatibile con le bottiglie in vetro comunemente usate nel settore oleario. Con la Colombo di ASA, grazie al suo particolare design, D’Orazio ha già vinto in passato dei premi e i suoi prodotti sono arrivati anche sugli scaffali dei lussuosi magazzini Harrods a Londra. Il Presidente Amati ha dichiarato: “É motivo di particolare soddisfazione, a tre anni di distanza, aver ottenuto nuovamente questo ambito riconoscimento. Dopo aver vinto l’oro nel 2016, quest’anno a Londra l’ASA ha raddoppiato ottenendo ben due ori per il contenitore presentato: il primo come miglior imballaggio nel segmento Food Three-Piece e il secondo, inatteso, per essere il prescelto dai 220 delegati rappresentanti le più importanti aziende al mondo di metal packaging”.
CAFFÈ CARRARO, VOGLIA DI CRESCERE DOPO NOVANT’ANNI L’azienda, nome storico nel panorama del caffè, saluta la kermesse che l’ha vista protagonista tra le torrefazioni italiane. A Milano, Caffè Carraro si è presentata con nuova veste grafica, a partire dal logo, completamente ridisegnato, fino al packaging dei prodotti. In mostra anche due nuove tipologie di prodotto: le capsule compostabili ed il “Caffè del villaggio”, una linea etnica prodotta all’insegna della sostenibilità Host 2019 chiude i battenti registrando la soddisfazione di Caffè Carraro, che stila un bilancio decisamente positivo della manifestazione. Per la torrefazione veneta, la fiera milanese si è infatti confermata come palcoscenico internazionale di riferimento, vetrina ideale per la promozione, in particolar modo, dei prodotti destinati ai canali Ho.Re.Ca e Vending. Nel corso della fiera, i convenuti hanno potuto apprezzare – e gustare – le novità presentate dall’azienda, tra cui la linea etnica “Caffè del Villaggio”, caratterizzata da principi di coltivazione e produzione aderenti al protocollo UTZ, volto a supportare la sostenibilità della filiera. Un forte apprezzamento è stato inoltre riservato alla nuova linea di capsule compatibili per sistemi di tipo “Nespresso”, che attesta la volontà dell’azienda di investire sempre di più in soluzioni a ridotto impatto ambientale. “L’edizione 2019 – dice Giuseppe Zanandrea, amministratore unico – è stata particolarmente importante per Caffè Carraro, che si è presentata sotto una nuova veste, mantenendo al contempo invariate le caratteristiche che ne hanno decretato il successo per tanti anni, prima tra tutte la ricerca della massima qualità del prodotto. Oltre che a tutti i miei collaboratori, un grande ringraziamento va ai clienti che sono passati a trovarci in fiera e che sono il patrimonio più importante dell’azienda. È grazie alla partnership con tutti loro che Caffè Carraro è riuscita a crescere: è una relazione che rafforzeremo sempre di più in futuro”. Prossimo appuntamento alla fiera Marca di Bologna.
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Ipack-Ima
Eventi Ottimo andamento della campagna vendite di IPACKIMA - la fiera triennale della filiera del processing e packaging in ambito food e non-food in programma a Milano dal 4 al 7 maggio 2021 - con numeri molto positivi già ad ottobre 2019, che prefigurano un percorso di ulteriore crescita.
L’industria sceglie IPACK-IMA
“A
un anno e mezzo dall’inizio della fiera – dichiara Valerio Soli, Presidente di Ipack Ima srl – moltissime aziende ci hanno già riconfermato la fiducia. Torneranno a Milano nel 2021 in quanto credono nella forza del nostro progetto, ben posizionato in tutte le Business Communities, e nella centralità di una manifestazione fondamentale per lo sviluppo del proprio business in Italia e all’estero. La prima fase della campagna di raccolta espositori si è conclusa conuna crescita complessiva del 16% rispetto al 2018 e con un fortissimo aumento degli espositori esteri, pari al 56%. In ambito food, registriamo un trend di crescita in tutte le Business Communities con un risultato molto al di sopra delle aspettative (+61%) per MEAT-TECH, il salone tematico rivolto a soluzioni e ingredienti per l’industria dei salumi, della carne, dell’ittico e dei piatti pronti che conferma così la propria leadership”.
L’edizione 2021, più attrattiva e internazionale
Si tratta di dati che testimoniano un basso turnover dell’offerta espositiva e un conseguente alto grado di fidelizzazione da parte degli espositori,
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a conferma della credibilità della proposta progettuale. “Ora ci stiamo concentrando sullo sviluppo ulteriore di tutte le nostre Business Communities – prosegue il Presidente Valerio Soli – così come su una serie di iniziative ‘On the road to IPACK-IMA 2021’ che ci permetteranno di promuovere la piattaforma a livello internazionale e di incontrare i più importanti buyer nei più promettenti mercati esteri. Il nostro obiettivo è rendere l’edizione 2021 ancora più attrattiva e internazionale”. Oltre ai settori trainanti del Food – tra i quali si conferma la storica leadership di IPACK-IMA nel Pasta, Bakery&Milling e Sweet, Confectionary&Snacks – i visitatori dell’edizione 2021 scopriranno importanti novità sul fronte non-food, con settori altrettanto dinamici e caratterizzati da una costante propensione all’innovazione. “Alla luce dei primi positivi riscontri e dell’interesse suscitato dalla nuova Business Community Pharma & Nutritional, si intravvede la possibilità di dedicare un intero padiglione al comparto non-food, che comprenderà anche la chimica fine e specialistica
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con i prodotti per la cura della persona e della casa”, conclude Soli.
Materiali sotto i riflettori
In decisa espansione anche IPACK-Mat, area speciale nata nella scorsa edizione e dedicata alle soluzioni innovative in tema di materiali ad alto valore aggiunto, con un particolare focus sulla sostenibilità. Per il 2021 IPACK-Mat sarà più di una semplice sezione tematica: un brand diffuso e adeguatamente comunicato prima e durante la fiera, per garantire maggiore identità ai materiali di imballaggio presenti a IPACK-IMA. Quello dei materiali è infatti un settore particolarmente dinamico e per il quale la manifestazione, a venti mesi dall’apertura, ha già consolidato conferme di partecipazione pari al 36% circa dell’area espositiva disponibile. IPACK-IMA e MEAT-TECH 2021 saranno sempre più protese all’internazionalizzazione ed in linea con le esigenze dell’industria, favorendo opportunità uniche di networking, business, incontro tra produttori e buyer, ingresso in nuovi mercati e sviluppo di nuovi prodotti.
A IPACK-IMA 2018 i visitatori sono stati oltre 74.000, di cui 18.500 provenienti da 146 Paesi.
G
Dopo un’edizione 2017 caratterizzata da un record di presenze, Sitevi - salone di riferimento a livello mondiale delle attrezzature e dei knowhow per le produzioni delle filiere vigna-vino, oliva e ortofrutta registra un autentico successo commerciale per l’edizione 2019, in programma dal 26 al 28 novembre 2019 presso il Parco delle Esposizioni di Montpellier.
ià 4 mesi prima dell’apertura del salone, le prenotazioni confermate dimostravano un impegno importante da parte degli attori delle tre filiere. Il 97% degli spazi espositivi era già stato venduto e il salone ha registrato 169 nuovi espositori rispetto all’edizione del 2017. Durante Sitevi, il parco delle esposizioni di Montpellier raggiungerà la sua capacità massima all’interno dei padiglioni espositivi. L’edizione 2019 si estenderà, come nel 2017, all’esterno dei padiglioni con un ulteriore padiglione temporaneo, in grado di valorizzare l’offerta degli espositori e lasciando tutto lo spazio necessario per presentare i prodotti ed i servizi. Sull’insieme degli espositori iscritti, circa il 95% propone attrezzature destinate agli operatori della filiera vigna-vino, il 60% attrezzature destinate agli operatori della filiera dell’ortofrutta e il 47% attrezzature destinate alla filiera dell’olivicoltura.
TRE FILIERE una piattaforma Sempre più internazionale
Sitevi è un salone di riferimento a livello mondiale per gli operatori delle filiere vigna-vino, oliva e ortofrutta. L’edizione del 2019 conta circa il 28% di espositori di provenienza internazionale sul totale degli iscritti e annuncia una progressione del 23 % del numero di società internazionali. Il salone registra inoltre la partecipazione di 4 nuovi Paesi tra gli espositori: Croazia, Svizzera, Norvegia e Regno Unito.
Focus sulle innovazioni
Per quanto riguarda il settore vitivinicolo, la maggior parte degli operatori utilizza ormai macchinari sempre più perfezionati per vendemmiare, così come robot per diserbare, lavorare il suolo o nebulizzare in modo ragionato… Secondo produttore europeo e secondo importatore mondiale di attrezzature per la viticoltura (fonte: Rapporto economico 2018 – Axema), la Francia è un’autentica vetrina dell’innovazione di questo settore, che si tratti di viticoltura di precisione, di robotica, di attrezzature che associano tecnologie digitali e sensori informatici. L’obiettivo è di ottenere performance migliori rispettando allo stesso tempo l’ambiente e migliorando le condizioni di lavoro.
Sitevi
Eventi
La vendemmia meccanica comporta rapidità, riduzione dei costi di manodopera e, ormai, anche una qualità migliore!Le macchine da vendemmia sono capaci di una qualità di selezione comparabile alla selezione manuale grazie a sistemi di selezione imbarcati che consentono di escludere i chicchi rovinati e/o secchi (Gregoire, Pellenc…). Poco a poco i robot trovano il loro posto nelle aziende agricole apportando soluzioni pertinenti ai problemi di manodopera e di faticosità del lavoro. Essi permettono inoltre di ridurre considerevolmente l’utilizzo di prodotti fitosanitari diserbando meccanicamente o nebulizzando in modo ragionato e delimitato (Bakus di Vitibot, TED di Naïo Technologies). Lo sviluppo da qualche anno di trattori scavallanti elettrici offre degli avanzamenti tanto per i viticoltori che per i loro clienti : riduzione della spesa energetica e di manutenzione così come dell’inquinamento acustico e delle vibrazioni, miglioramento della sicurezza di guida, assenza
d’inquinamento atmosferico, del suolo e della vegetazione, costi di utilizzo e manutenzione ridotti (Voltis diTecnoma, T4E di Kremer Energie). Molteplici iniziative vedono la luce per aiutare i viticoltori a lottare contro i cambiamenti climatici. Esse prendono la forma di una rete di protezione antigelo che permette di conservare il calore intorno alle viti (protezione rete antigelo di Filpack). O anche di una torre eolica rimovibile che funziona sul principio dell’inversione di temperatura lavorando nel senso della corrente d’aria fredda o in rotazione completa (torre eolica di Riviere e figlio); o infine di una soluzione di lotta attiva contro la grandine con un sistema di identificazione dei rischi di temporale e un pallone di cloud seeding (Laïco di Selerys). Questi e altri avanzamenti tecnologici della filiera saranno presenti a Sitevi. Alcune innovazioni citate sono state premiate in occasione di Sitevi 2017 e sono ormai diffuse. Ad ogni edizione i Sitevi Innovation Awards mettono in luce le innovazioni più significative del settore, selezionate da una giuria composta dai migliori specialisti francesi e internazionali.
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Bb Tech Expo
Eventi
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arta vincente di BB Tech Expo è anche la contemporaneità con Beer&Food Attraction, il nuovo brand nato da Beer Attraction che unisce le due anime della manifestazione con il payoff “The eating out experience show”, un evento capace di unire l´intera filiera delle esperienze del mangiare “fuoricasa” e di attirare sempre di più gli operatori di tutto il food service, oltre al mondo del beverage. Ormai attestata come la manifestazione di riferimento in Italia per specialità birrarie, birre artigianali, bevande e food per il canale Horeca, grazie anche alla contemporaneità con l’International Horeca Meeting di Italgrob, BB Tech Expo prende così la forma di un vero e proprio polo del settore beverage e Ho.Re.Ca., con un orizzonte marcatamente internazionale, punto di incontro per oltre 32.000 operatori dell’intera filiera.
Dal 15 al 18 febbraio 2020 Italian Exhibition Group presenta nel quartiere fieristico di Rimini la terza edizione di BB Tech Expo, la fiera professionale delle tecnologie, le attrezzature e gli accessori per la produzione e il confezionamento di birre e bevande, che porta in scena l´intera filiera del settore con i marchi di riferimento in Europa e nel mondo.
Dalla materia prima al confezionamento PER BIRRE E BEVANDE
L’intera filiera in mostra
BBTech expo presenta una completa offerta di tecnologie processing e filling, materie prime, imballi, attrezzature e servizi per birre e bevande. Un format fieristico innovativo nel quale i produttori di macchine e impianti trovano opportunità di business sia con le aziende espositrici di birre e bevande, sia con gli operatori in visita. Nello specifico, i settori espositivi di BBTech expo sono: materie prime, agenti e additivi; tecnologie di produzione e di processo; tecnologie di imbottigliamento e riempimento; tecnologie packaging; contenitori, materiali
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per l’imballo e sistemi di chiusura; fine linea e logistica; attrezzature e accessori; servizi.
BB Tech International
Nel 2020 ancora più spazio al networking, grazie alla piattaforma dei business meeting che mette in contatto gli espositori con una selezione di top buyer internazionali. La piattaforma “BBTech International” al fine di connettere al meglio domanda e offerta, permette a espositori e top buyer internazionali di definire l’agenda programmata di incontri da sviluppare in fiera.
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Seminari e workshop
Durante la fiera si terranno oltre 100 eventi tra formazione, workshop, competizioni e degustazioni. BBTech Lab è l´area dedicata a workshop, approfondimenti e meeting di formazione e aggiornamento in collaborazione con il Cerb (Centro di ricerca per l´eccellenza della birra dell´Università di Perugia), l´Università di Udine e altri esperti.
Manca pochissimo alla 16esima edizione di Marca by BolognaFiere, in programma il 15 e il 16 gennaio 2020 a Bologna, con un trend di adesioni è in crescita tanto da determinare l’apertura di un ulteriore padiglione espositivo.
Marca
Eventi mitato tecnico scientifico della manifestazione, coinvolto nella definizione dello sviluppo strategico dell’evento. Lo sviluppo dei prodotti a Marca del Distributore ha registrato, negli ultimi anni, un trend positivo costante, riconfermato anche dalle rilevazioni e analisi del “XV Rapporto Marca by BolognaFiere 2019” (promosso da BolognaFiere, a cura di IRI e Nomisma, con la collaborazione delle principali Insegne associate ad ADM presenti nel Comitato Tecnico Scientifico della manifestazione), presentato a gennaio 2019. Il Rapporto, che ogni anno viene illustrato nell’ambito dell’evento, si è accreditato come indispensabile strumento a disposizione degli operatori italiani e internazionali, interessati a valutare il perimetro commerciale nell’ambito del quale individuare nuove opportunità di business.
Sempre più internazionale
LA MDD continua a crescere
I
ncremento nel numero degli espositori e della superficie espositiva, dunque, per Marca by BolognaFiere 2020, che annuncia un layout che si estenderà anche al padiglione 36, comprendendo (come nel 2019) i padiglioni 25, 26 e i nuovi 29 e 30, ultimi realizzati del piano di riqualificazione/ampliamento del quartiere fieristico di Bologna che, con un investimento di 138 milioni di euro vedrà, a completamento dei lavori nel 2024, un incremento di oltre il 30% della superficie espositiva a disposizione e il 90% di strutture nuove o riqualificate. Più che positivo, dunque, l’andamento della campagna espositori che parteciperanno all’appuntamento di riferimento in Italia per il settore della Marca del Distributore, secondo in Europa, organizzato da BolognaFiere in collaborazione
con ADM (Associazione Distribuzione Moderna). Un evento che focalizza l’attenzione dell’intera business community della Marca del Distributore, un segmento di mercato in grande sviluppo, che rappresenta 1 acquisto su 5 nella distribuzione moderna, fidelizza i consumatori e cresce in assortimento, linee e referenze. Un segmento che rappresenta la vera novità del mercato, rispetto ai prodotti di marca industriale, con ampi spazi di crescita.
Una fotografia del settore
Marca by BolognaFiere si caratterizza come piattaforma espositiva di grande visibilità per le aziende espositrici, fra le quali compaiono anche 20 grandi insegne della Distribuzione Moderna Organizzata che costituiscono il Co-
Coerentemente con la crescente attenzione del mercato verso la MDD, l’edizione 2020 di Marca by BolognaFiere promuoverà un importante programma di incoming di delegazioni, sviluppato anche in collaborazione con ITA – Italian Trade Agency e ICE per favorire il dialogo tra gli espositori e i buyer dei mercati esteri più importanti. Anche per l’edizione 2020 i top retailer internazionali in visita a Marca by BolognaFiere daranno vita a un’agenda di incontri con i category manager delle più importanti insegne della DMO nell’ambito del Vip Buyer Programme di Marca by BolognaFiere. L’edizione 2019 della Fiera si è conclusa registrando la presenza di 746 espositori, di oltre 10.100 operatori professionali (+7% rispetto al 2018), con un incremento degli operatori esteri del 11% a ulteriore conferma dell’interesse verso i prodotti made in Italy. Marca by BolognaFiere 2020 conferma, inoltre, l’offerta di momenti di formazione e informazione che daranno vita a un ricco calendario di convegni, dibattiti, seminari e focus di analisi delle principali tendenze espresse dal modern trade nel settore MDD.
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Fruit Logistica
Eventi
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ruit Logistica è il punto d›incontro di riferimento a livello mondiale per i compratori di prodotti freschi. Con un numero crescente di professionisti del settore che visiteranno il salone annuale, l’afflusso dei compratori che parteciperanno all’evento è stimato essere ancora più grande. Come mostra il recente sondaggio tra gli operatori di settore, quasi l’86% degli oltre 78.000 operatori provenienti da tutto il mondo che hanno partecipato all’ultima edizione erano direttamente coinvolti nell’approvvigionamento e nella distribuzione di prodotti ortofrutticoli, mentre molti altri professionisti, operanti nei settori della produzione e dell’esportazione, erano interessati all’acquisto di nuove tecnologie, servizi e materie prime. Circa l’80% degli operatori di settore detiene una posizione dirigenziale all’interno delle propria azienda. Per molti, l’obiettivo basilare è la consapevolezza di trovare nuovi prodotti. Quan-
Dal 5 al 7 febbraio 2020, oltre 3.000 aziende internazionali provenienti da tutta la catena del valore del fresco si raduneranno a Berlino in occasione di Fruit Logistica, dove verrà offerta una panoramica completa sull’ortofrutta, un settore chiave per l’industria del beverage.
Una panoramica completa SUL SETTORE ORTOFRUTTA do si tratta di procurarsi prodotti ortofrutticoli freschi, acquistare i macchinari appropriati o scegliere il packaging migliore, essere sempre un passo più avanti è essenziale. Fruit Logistica 2019 ha presentato una grande abbondanza di idee innovative, lo dimostrano il packaging ecologico, i prodotti pronti al consumo, le nuove varietà stuzzicanti e la tecnologia spaziale. Questo evento consente agli operatori del settore ortofrutticolo fresco di valutare una quantità estremamente elevata di diverse opzioni in un’unica location.
Il programma di eventi
Inoltre, non si tratta solo di prodotti. La comprensione degli aspetti di business è estremamente importante e l’ampio programma di eventi di Fruit Logistica assiste i propri operatori ed espositori nel fare proprio questo, ossia presentando esperti di spicco di una vasta gamma di settori industriali e offrendo un dettagliato Trend Report sulle tendenze e sul futuro del commercio di prodotti freschi, che può essere scaricato gratuitamente dal sito di Fruit Logistica. Il report di 32 pagine “Surprises in Store” ha fornito un’analisi
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dettagliata dei principali cambiamenti attesi nella vendita al dettaglio di prodotti alimentari nell’arco del prossimo decennio e ha spiegato quanto la qualità del prodotto stia diventando sempre più importante al fine di garantire le vendite di prodotti freschi. La presenza al salone di riferimento per il commercio ortofrutticolo globale garantisce ai partecipanti di entrare a diretto contatto con i professionisti che abbracciano le prospettive più innovative in termini di andamento ed evoluzione del mercato. Fruit Logistica offre sempre spunti nuovi per tutti coloro che la visitano.
I trend del settore
L’European Statistics Handbook 2019 – con i dati curati e interpretati da Agrarmarkt Infomations-GmbH (AMI) e presentato in occasione della scorsa edizione della fiera – offre una panoramica completa sulle più importanti nazioni europee nel comparto ortofrutticolo. 47 milioni di tonnellate di frutta e 56 milioni di tonnellate di verdura, 103 milioni di tonnellate in totale, sono state prodotte in Europa nel 2018, il 42% nei due più importanti Paesi produttori
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europei: Italia e Spagna. Considerando invece gli scambi con i Paesi terzi, le importazioni ammontano a 47 milioni di tonnellate, mentre l’export a 37 milioni di tonnellate, con un delta commerciale negativo di oltre 12 miliardi di euro. Le esportazioni europee di mele nel 2018 hanno rappresentato una quota di 2,47 milioni di tonnellate, mentre le arance circa 2,64 milioni di tonnellate. Con un clima molto variegato lungo tutta la penisola, nel nostro Paese si coltiva una vasta gamma di prodotti: negli ultimi anni, il Paese ha prodotto fino a 10 milioni di tonnellate di frutta e circa 7 milioni di tonnellate di ortaggi. Un terzo della frutta e il 12% della verdura vengono esportati ogni anno, diretti principalmente in Germania, Francia e Austria. Circa il 15% va in Paesi al di fuori dell’UE. D’altro canto, l’Italia è anche un forte importatore di frutta e verdura. Le importazioni di frutta riguardano prevalentemente prodotti tropicali quali banane, ananas o agrumi, forniti soprattutto da Costa Rica, Spagna e Colombia. Nonostante la grande produzione nazionale, l’Italia importa anche molti pomodori, verdure da insalata e patate. Francia, Spagna e Germania spiccano in questo ambito.
V
enditalia torna a Fieramilano-Rho dal 20 al 23 maggio 2020, la manifestazione di riferimento a livello internazionale della Distribuzione Automatica organizzata da Venditalia Servizi e promossa da Confida - Associazione Italiana della Distribuzione Automatica, rappresenta i diversi comparti merceologici dell’intera filiera della distribuzione automatica.
Innovazione nella continuità
Per i primi quaranta anni di fiere del settore(19 di Mida e 21 di Venditalia), Venditalia si regala, oltre alla nuova location di Fiera Milano, una nuova immagine. La parola d’ordine nel pensare al restyling di Venditalia è stata “innovazione nella continuità”. Gli elementi grafici del logo sono una rappresentazione simbolica della touch experience del distributore automatico: un circuito digitale in grado di connettere per-
Venditalia
Eventi Dal 5 all’8 aprile del 1979 si svolgeva il Mida, la prima fiera della distribuzione automatica, e il 13 luglio dello stesso anno nasceva Confida, l’Associazione Italiana Distribuzione Automatica, promotrice della fiera internazionale del settore. Per celebrare questo duplice 40esimo anniversario, Venditalia si presenta con un’immagine rinnovata.
NUOVA VESTE per i 40 anni di fiere nel vending sone, prodotti, tecnologie. L’immagine è quella di un vettore in cui ogni singolo elemento va in un’unica direzione: avanti, in un mercato in continua evoluzione come la storia di Venditalia. I colori dominanti - una precisa scelta - sono il verde, colore della crescita e del rinnovamento di un settore che sta cambiando pelle e che vive una nuova rinascita; e l’azzurro, il colore della sicurezza e della fiducia.
Un settore trainante
Con un giro d’affari di quasi 4 miliardi di euro (3,94 mld €) e di oltre 12 miliardi di consumazioni complessive, il mercato della distribuzione automatica di cibi e bevande e del caffè porzionato (capsule e cialde) in Italia ha chiuso il 2018 con una crescita del 4,7% rispetto al 2017. È quanto emerge dallo studio di settore di Confida realizzato in collaborazione con Accenture. Il caffè rappresenta il prodotto più consumato dell’automatico, con l’86% dei volumi del caldo, che corrispondono a 2,8 miliardi di consumazioni (+1,68 rispetto al 2017). Ma ciò che più colpisce sono i punti di consumo: con ben 12mila macchine installate nel solo 2018, in Italia sono ora 822.175 i distributori installati, un record che oltre a mettere al primo posto l’Italia, seguita da Francia e Germania, pone la Distribuzione
Automatica al top tra i canali di distribuzione e vendita al consumatore finale: un numero che batte anche tutti punti di vendita e consumo della GDO messi insieme, per fare un esempio. “La distribuzione automatica rappresenta un’eccellenza del made in Italy”, dichiara Ernesto Piloni presidente di Venditalia. “I numeri presentati confermano la leadership italiana fra in Europa. Infatti l’Italia è il Paese europeo col maggior numero di distributori automatici installati, ce n’è uno ogni 73 abitanti contro una media UE di 1 ogni 190 e il parco macchine è cresciuto di oltre 12 mila macchine nel 2018 (+1,4%). La manifestazione è lo specchio di una realtà che oggi
si sta affermando sempre più come la nuova frontiera del retail”.
L’edizione 2019
Venditalia torna dopo il successo del 2018 che ha visto la presenza di oltre 300 espositori provenienti da 22 Paesi distribuiti su 14mila metri quadrati di superficie espositiva. La manifestazione rappresenta la vetrina di tutti i segmenti del settore: dalle tecnologie delle vending machine alla varietà dei prodotti alimentari. Venditalia sarà, per la prima volta, a Fieramilano Rho, un quartiere fieristico all’avanguardia, in grado di soddisfare ogni esigenza.
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Agenda Norimberga, 12-14 novembre 2019 Fiera dei beni strumentale per il settore del beverage wwwbraubeviale.de
Duesseldorf, 7-13 maggio 2020 Fiera internazione per il processo e l’imballaggio www.interpack.com
Parigi, 26-28 novembre 2019 Fiera internazionale delle filiere del vino, olio e ortofrutta www.sitevi.com
Milano, 19-22 novembre 2019 Salone Internazionale Macchine per Enologia e Imbottigliamento www.simei.it
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Milano-Rho, 20-23 maggio 2020 Fiera internazionale della distribuzione automatica www.venditalia.it
Berlino, 5-7 febbraio 2020 Fiera del processo e del packaging dell’ortofrutta www.fruitlogistica.it
Bologna, 15-16 gennaio 2020 Fiera internazionale delle private label www.marca.bolognafiere.it
Rimini, 15-18 febbraio 2020 Fiera professionale delle tecnologie per birre e bevande www.bbtechexpo.com
Mosca, 28-31 gennaio 2020 Fiera per le macchine del packaging e del processo www.upakovka-tradefair.com
Verona, 19-22 aprile 2020 Salone internazionale dei vini e distillati www.vinitaly.com
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Parma, 26-28 maggio 2020 Fiera per l’automazione digitale per l’industria www.spsitalia.it
Monaco, 5-7 ottobre 2020 Fiera internazionale del packaging di lusso www.luxepack.com
Milano, 4-7 maggio 2021 Fiera specializzata del processing e packaging www.ipackima.com
SALONE INTERNAZIONALE MACCHINE PER ENOLOGIA E IMBOTTIGLIAMENTO
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28 a EDIZIONE
19-22 novembre 2019 Fiera Milano (Rho) info@simei.it / simei.it
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