Food Machines n.1 - Agosto/Settembre 2020

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FM Anno XXIV | N.

1 | Agosto/Settembre 2020

Italian Food Technologies

FOOD MACHINES

INDUSTRIA ALIMENTARE

ETIPACK (QUI) C’È ETIPACK (QUI) C’È ETIPACK (QUI) C’È INDUSTRIA ALIMENTARE

INDUSTRIA ALIMENTARE

SOLUZIONI PER L’INDUSTRIA ALIMENTARE

SOLUZIONI PER L’INDUSTRIA ALIMENTARE SOLUZIONI PER L’INDUSTRIA ALIMENTARE

Sistema 4/2

Sistema 1

Whizzy Cut & Feed

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sommario

sommario

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case history

primo piano 4 6

I trend emergenti dell’ortofrutta Italia, grande produttore e consumatore

mercato 10 Agricoltura 4.0, cresce il mercato italiano 14 Industria alimentare, sempre più green e sicura

fatti&tendenze

28 Automazione Siemens, cuore delle macchine per packaging 29 Becker, sistema centralizzato per Parmacotto 30 Leister, il calore di processo che fa bene al food 32 Mazzetti, la dolcezza è sostenibile con EcoStruxure 33 La Petite Bretonne e Schubert, partnership ideale per i prodotti da forno 34 Etipack spinta all’innovazione nel segno della continuità 36 Cama Group, implementa modelli di business orientati alla lean manufacturing

prodotti&tecnologie 38 B&R, qualità a prima vista

dossier

focus

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24 Etichettatura automazione e flessibilità a portata di mano

FOOD MACHINES

la rivista del latte 52 Lattiero-caseario, il rilancio dei consumi ai tempi del Covid 54 Della Toffola Group, know how e soluzioni per il lattiero-caseario

eventi

20 Robotica e automazione, le sfide per l’integrazione

ITALIAN FOOD TECHNOLOGIES

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aziende&strategie

16 Cresce l’industria del food e punta sulla salute del consumatore

FM

40 Sealed Air, il potere del sottovuoto per confezionare alimenti 42 FlexLink amplia la linea di soluzioni in acciaio inossidabile

58 Nuove partnership nella filiera della carne 59 Un approccio innovativo nell’industria alimentare 60 Tutti pronti, la rivoluzione del packaging Food Machines è parte del NETWORK

Grafica e impaginazione Amalia Pari

Stampa e confezione Ancora Arti Grafiche - Milano Costo produzione copia � 1,50

Rassegna Grafica

BM

ANNO XXIII | N. 2 AGOSTO/SETTEMBRE 2020

Direttore Responsabile Gisella Bertini Coordinamento editoriale Stefano Legnani stefano.legnani@innovativepress.eu Marketing e Vendita Katia Pasquali katia.pasquali@innovativepress.eu Redazione Chiara Bezzi Chiara Riccardi

2

Abbonamenti e diffusione customercare@innovativepress.eu 4 numeri all’anno + 2 Food Machines. L’abbonamento decorre dal primo numero raggiungibile. Italia 40 � - Europa 70 � Gestione Editoriale

p Innovative Press

Via Teocrito 47 - 20128 Milano Tel. 02252071 - Fax 0227000692 info@innovativepress.eu

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FOOD MACHINES | AGOSTO/SETTEMBRE 2020

Rassegna dell’imballaggio

Beverage Machines

Editore Aut. Trib. di Milano n. 713 del 07/12/1996 Iscrizione al ROC n. 5836 © BEMA-EDITRICE Tutti i diritti sono riservati - È vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione dell’Editore. Informativa Privacy ai sensi del D.lgs 196/03 per il trattamento dei dati. La informiamo che, le finalità del trattamento dei dati relativi ai destinatari del presente periodico consistono nell’assicurare l’aggiornamento dell’informazione tecnica a soggetti identificati per la loro attività professionale mediante l’invio della presente rivista o di altre dello stesso editore riguardanti la medesima sfera di attività. In qualsiasi momento, Lei potrà chiedere al Titolare del Trattamento dei dati personali, BE-MA editrice Srl con sede in Milano, via Teocrito n. 47, la consultazione, la modifica, il blocco o la cancellazione dei Suoi dati secondo quanto previsto dall’art.7 della stessa normativa, scrivendo a segreteria@bema.it



primo piano

I TREND

emergenti dell’ortofrutta Dal Fruit Logistica Trend Report emerge come la qualità del cibo fresco giochi un ruolo chiave nel determinare dove i clienti scelgono di fare la spesa. Nonostante l’aspetto ambientale conti, i consumatori non sono ancora pronti a rinunciare agli imballaggi in plastica, poiché capiscono il loro valore nella conservazione e nell’allungamento della shelf life dei prodotti.

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al sondaggio emerge che il 59% degli intervistati considerano la qualità nel reparto dei prodotti freschi il fattore più importante nel determinare la scelta del negozio. Guardando un po’ più a fondo, il sondaggio rivela che la qualità del cibo fresco determina la dimensione del paniere. I clienti soddisfatti della qualità del cibo fresco di un negozio lo visiteranno il 7% più frequentemente di quelli che non lo sono. Il 47% afferma di essere disposto a pagare di più per alimenti freschi di qualità superiore. L’importanza della frutta e della verdura fresca per la redditività di un’azienda di vendita al dettaglio di alimenti diventa chiara. La soddisfazione per il cibo fresco sembra avere un impatto più profondo sugli acquirenti con più soldi a disposizione, svolgendo un ruolo ancora maggiore nel determinare dove si trovano in molti dei segmenti di mercato più ricchi d’Europa. In breve, nessun negozio dovrebbe mai trascurare la qualità quando si tratta di prodotti freschi. La domanda cruciale, quindi, è che cosa guida la soddisfazione del cliente all’interno del reparto alimenti freschi? La risposta risulta sorprendentemente semplice: la cosa più importante per i consumatori è la qualità stessa. La sola qualità rappresenta il 33% della soddisfazione totale. Sebbene l’idea della qualità come priorità assoluta degli acquiren-

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ne, sia quando fanno acquisti nel negozio sia quando cucinano a casa. Allo stesso tempo, l’attuale generazione è diventata più attenta alla salute, e questo sta spingendo i consumatori a cercare cibi freschi sani e convenienti. IL FRESCO CONSUMATO FUORI CASA Il rapporto 2018 di Fruit Logistica ha fornito spunti sulla continua crescita dei consumi fuori casa. Allo stesso tempo, quella stessa tendenza porterà anche a cambiamenti nel modo in cui le persone acquistano prodotti freschi, con importanti implicazioni per i rivenditori. Dovranno fare tutti gli sforzi necessari per reinventare il modo in cui vendono prodotti freschi e ciò che vendono. Questi cambiamenti iniziano già alla porta del negozio. Per attirare i consumatori impegnati, dovranno inserire gamme di prodotti nuovi per coloro che hanno generalmente meno tempo da dedicare alla cucina rispetto al passato. L’ELEMENTO EMOTIVO Un altro modo per creare una connessione emotiva più forte con i consumatori di frutta e verdura è migliorarne l’aspetto e

ti non sia affatto inaspettata, un’analisi più attenta dei loro atteggiamenti nei confronti della qualità rivela una serie di sorprese.

IN COSA CONSISTE LA QUALITÀ?

Quasi universalmente, i prodotti freschi hanno assunto un ruolo molto più centrale nella vendita al dettaglio. I giorni in cui l’ampliamento degli spazi e la quota di promozione potrebbero essere utilizzati per guidare le vendite ora sembrano lontani. L’espansione del punto vendita si è ampiamente conclusa nei mercati più maturi, avendo raggiunto il suo limite naturale. Tuttavia, promuovere maggiori vendite in questo settore non è semplice. Da un lato, i discount mantengono alta la pressione in termini di rapporto qualità-prezzo. Per questo il campo del fresco sta diventando sempre più competitivo. La ricerca rivela che i primi driver sono l’aspetto del prodotto, il suo gusto, le sue dimensioni e la sua forma. In questo senso anche le preferenze dei clienti stanno cambiando. Gli esperti confermano che mentre i consumatori associano da tempo l’aspetto del prodotto alla qualità, il gusto svolge ora un ruolo sempre più importante nel modo in cui si valuta la qualità. La richiesta è di prodotti freschi e sani confezionati in un formato conveniente per le persone che hanno poco tempo a disposizio-


ortofrutta e IV gamma ○○○

la presentazione. Numerosi Paesi, in particolare gli Stati Uniti e il Canada, hanno una lunga storia nella creazione di espositori per prodotti freschi elaborati e accattivanti in negozio. Questi display quasi teatrali sono progettati per affascinare il consumatore e suscitare una reazione emozionale. Nella maggior parte degli altri mercati, la presentazione rappresenta circa il 10% della soddisfazione del cliente, mentre registra il doppio di tale cifra negli Stati Uniti e in Canada. Mentre potrebbe sembrare improbabile che la vendita al dettaglio europea replicherà l’esuberanza dei display americani, la maggior parte degli esperti intervistati ha affermato di aspettarsi una concentrazione maggiore su questo tipo di visual merchandising per frutta e verdura fresca in Europa.

FOCUS SULLA SOSTENIBILITÀ

L’impegno ambientale sta diventando un criterio importante nella selezione dei negozi in Europa. I consumatori prediligono alimenti a basso impatto ambientale da fonti sostenibili, prodotti localmente e coltivati in stagione. Tuttavia, queste richieste non sono ugualmente importanti per i consumatori di ogni mercato. Per i consumatori di fascia alta, in particolare i giovani, l’identità del cibo e la purezza della sua offerta si intrecciano sempre più con un senso di identità personale. L’eliminazione degli sprechi, sia in termini di riduzione del volume di prodotti freschi gettati via, sia in termini di ecologia del suo imballaggio, è una preoccupazione crescente. Gli imballaggi in plastica sono considerati un grosso problema: l’87% degli intervistati ha dichiarato di essere preoccupato per il suo impatto sull’ambiente – in particolare per quanto riguarda le materie plastiche utilizzate nei prodotti di uso quotidiano – e il 73% ha dichiarato di sperare di ridurre al minimo la quantità di imballaggi utilizzati.

Tuttavia, per quanto riguarda il lato economico la risposta è stata meno sicura: solo la metà ha dichiarato che sarebbe disposta a pagare di più per gli imballaggi biodegradabili.

LA PLASTICA E LA SHELF LIFE Sebbene la riduzione della quantità di imballaggi in plastica

rimanga una priorità per la maggior parte, ciò può anche essere in contrasto con l’obiettivo primario della sostenibilità. Gli imballaggi in plastica economici ed efficaci hanno fatto molto per aumentare la longevità dei prodotti freschi, spesso prolungandone sostanzialmente la conservazione e proteggendoli da contaminazioni e danni durante il trasporto e l’esposizione. Inoltre, crea praticità in termini di gestione e acquisto, producendo unità di acquisto standard che i clienti riconoscono prontamente. Per tutti questi motivi, l’eliminazione degli imballaggi in plastica potrebbe potenzialmente comportare un aumento degli sprechi alimentari. Nonostante questi avvertimenti, la quantità di prodotti venduti senza imballaggio è in costante aumento. Mentre ridurre la quantità di imballaggi in plastica utilizzati per alcune varietà di frutta e verdura fresca è una questione abbastanza semplice, qualsiasi riduzione significativa per altri prodotti come la frutta a guscio e le insalate potrebbe comportare maggiori quantità di rifiuti e un aumento dei costi. Inoltre, gli alimenti “easy healthy” richiedono praticità e un imballaggio affidabile. Questo è uno dei motivi principali per cui si prevede che, almeno nel breve termine, la quantità di plastica utilizzata continuerà probabilmente ad aumentare.

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primo piano

ITALIA

grande produttore e consumatore L’Italia è il secondo fornitore in Europa, dopo la Spagna, di frutta e verdura, con una varietà di prodotti molto ampia. Le esportazioni sono importanti e consolidate. Anche i consumi interni sono elevati, con una crescente tendenza verso il biologico. Oltre che nel mercato dei prodotti freschi, l’ortofrutta italiano è protagonista nel mondo del processo, in particolare nella lavorazione del pomodoro.

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n virtù delle sue diverse zone climatiche, la varietà di prodotti coltivati è molto ampia. Per alcuni tipi di frutta e verdura, come uva da tavola, pere, kiwi o albicocche, è persino il più grande produttore e fornitore nel mercato europeo. Tuttavia, il clima non è stato ottimale nel 2019. Secondo l’“European statistics Handbook” di Fruit Logistica, oltre alla grandine e alle forti piogge, il caldo della scorsa estate ha avuto un impatto negativo su alcuni raccolti. Per questo motivo, la raccolta di 6,93 milioni di tonnellate di ortaggi è scesa leggermente al di sotto del livello dell’anno precedente. Nel segmento della frutta, le pere e l’uva hanno subito pesanti perdite. Tuttavia, i maggiori raccolti di frutta con nocciolo e agrumi hanno compensato le perdite in altre categorie, quindi il raccolto di frutta di 10,8 milioni di tonnellate è stato leggermente superiore rispetto al 2018.

gnanti. Si tratta principalmente frutti esotici come banane o ananas. Il prodotto di importazione più importante nel reparto ortaggi sono i pomodori seguiti da insalate e peperoni. Nel 2019, la bilancia commerciale di frutta e verdura è stata meno positiva rispetto al 2018.

L’EXPORT È STABILE

Rispetto ad altri Paesi europei, il consumo di frutta e verdura in Italia è più elevato. Nel 2018 ogni famiglia italiana ha acquistato circa 183 kg di frutta e 125 kg di verdura. Ciò significa che gli acquisti sono aumentati del 7% dal 2013. In media, ogni famiglia ha speso circa 297 € in frutta e 125 € in verdura nel 2018. Le famiglie italiane richiedono sempre più alimenti biologici. La penetrazione dei soli alimenti biologici è passata dal 53% all’81% tra il 2012 e il 2018. Questo sviluppo non si limita a frutta e verdura. A fronte della crescente domanda, sempre più agricoltori italiani hanno deciso di produrre secondo gli standard ecologici. Continua anche la crescita dell’area biologica per frutta e verdura: mentre il 2018 ha visto un aumento di anno in anno nell’area delle verdure (61,155 ettari, +11%), della frutta (36,900 ettari, +9%) e della frutta secca (50.200 ettari, +6%), gli agrumi hanno visto un declino in termini di estensione dell’area agricola (35.700 ettari, -10%).

L’Italia è una nazione esportatrice di frutta e verdura. Negli ultimi anni sono stati esportati circa il 27% del raccolto di frutta e il 13% del raccolto di verdura. La Germania è da anni il principale mercato di destinazione di frutta e verdura, seguita da Francia e Polonia. Nel 2019, le esportazioni di frutta hanno mantenuto un livello più o meno costante rispetto all’anno precedente. Mele, uva da tavola e kiwi sono da anni i classici dell’export italiano. La maggiore crescita delle esportazioni negli ultimi dieci anni è stata raggiunta da mirtilli, partendo da un livello relativamente basso. Come in molti altri Paesi, la coltivazione di frutti di bosco è in forte espansione in Italia. Contrariamente alla frutta, le esportazioni di ortaggi siano forti come negli anni precedenti. È evidente che l’Italia ha importato più ortaggi nel 2019, mentre le importazioni di frutta sono sta-

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MATERIE PRIME PER IL PROCESSO

Oltre a rifornire il mercato di prodotti freschi, la fase del processo svolge un ruolo importante in Italia. Il nostro Paese è il terzo al mondo nella lavorazione dei pomodori. Oltre ai pomodori venduti sul mercato fresco, nel 2019 l’Italia ha prodotto circa 4,8 milioni di tonnellate di pomodori che sono stati trasformati in polpa, concentrato di pomodoro e ketchup, ad esempio.

VERSO IL BIOLOGICO


ortofrutta e IV gamma ○○○ NUOVO PACKAGING SOSTENIBILE FIRMATO LA LINEA VERDE Il Gruppo della famiglia Battagliola ha presentato all’inizio di quest’anno diverse novità nate nella cornice del nuovo piano di responsabilità sociale d’impresa. La Linea Verde ha recentemente avviato, infatti, un progetto strutturato di CSR che mira a valorizzare e sistematizzare le tante azioni già intraprese dall’azienda in passato, quelle in corso e quelle future puntando a perseguire gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti dall’Agenda Globale 2030 dell’ONU. In particolare, nella ricerca di packaging sempre più sostenibili è stato presentato DimmidiSì Un Sacco Green, la gamma di insalate fresche confezionate nella nuova busta biodegradabile e compostabile. Grazie all’innovativo materiale bioplastico biodegradabile e compostabile di cui è fatto, Un Sacco Green ha un aspetto lattiginoso che spicca a scaffale. Questa evidente differenziazione comunica da subito al consumatore che la confezione va raccolta nell’umido di casa e poi nella raccolta organica: dopo il trattamento di smaltimento diventerà compost, ovvero concime. “Un aiuto concreto all’ambiente: Un Sacco Green è espressione del nostro DNA di azienda che da sempre coltiva rispetto, naturalità e genuinità. La Linea Verde è infatti un’impresa fondata da agricoltori mossi da un forte amore per la terra, oltre che da una continua tensione verso l’innovazione che oggi passa attraverso la proposta di nuovi packaging sostenibili”, ha spiegato Andrea Battagliola, Direttore Generale de La Linea Verde.

VOG, PACKAGING IN CARTA ERBA PER LE MELE BIO In questo periodo, da quando è iniziata l’emergenza Covid-19 la domanda di prodotti confezionati è aumentata per tutti gli operatori della filiera ortofrutticola e il biologico non fa eccezione. Per rispondere a questa esigenza senza rinunciare ad un imballo ecologico, arrivano sul mercato due packaging innovativi sviluppati da Biosüdtirol, la cooperativa bio del consorzio melicolo VOG, in Alto Adige - Südtirol. Il primo è un vassoio da 4 mele totalmente green, composto al 40% da erba essiccata e per la parte restante da carta da macero o da fibre fresche di legno. Per ogni tonnellata di “carta erba” si risparmiano circa 6.000 litri d’acqua e, al contempo, il consumo di energia elettrica e le emissioni di anidride carbonica risultano nettamente inferiori rispetto al trattamento chimico del legno. “I foodtainer non necessitano del film estensibile in plastica, poiché realizzati al 100% in cartone”, commenta Werner Castiglioni, Direttore della Cooperativa Biosüdtirol. “Sigillano la confezione e proteggono i frutti, ma grazie al nuovo layout permettono anche di mostrare il prodotto, a vantaggio del consumatore che deve effettuare una scelta”. “La richiesta del mercato per questo packaging green è alta”, afferma Walter Pardatscher, Direttore Generale del Consorzio VOG. “La scelta del prodotto confezionato rispetto allo sfuso presenta alcuni vantaggi: riduce ammaccature e quindi perdita di valore del prodotto, sia durante il trasporto che sul punto vendita. Questo si traduce nella riduzione del food waste, aspetto non secondario quando si prende in considerazione il tema della sostenibilità, che non va sottovalutato anche in un periodo di emergenza sanitaria come questo. Permette di comunicare meglio origine e qualità del prodotto, e produce sul consumatore la sensazione rassicurante di una maggiore igienicità, altro motivo per il quale crescono le vendite di prodotto confezionato. Non dimentichiamo infine la praticità: in un periodo nel quale gli assembramenti sono vietati, agevolare la velocità di acquisto è diventato un fattore non trascurabile”. Ancora più innovativi i sacchetti trasparenti al 100% compostabili. Certificati e totalmente ogm free, sono realizzati in canna di zucchero, olio di cardo e olio di semi di girasole. Rispondono a tutti i requisiti europei per essere compostati a casa e si decompongono entro 180 giorni. Anche questi sacchetti biodegradabili, che possono contenere da 750 g a un chilo di mele, saranno introdotti sul mercato da Biosüdtirol, all’avanguardia nella ricerca di soluzioni ecologiche.

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primo piano SORMAPEEL, L’IMBALLAGGIO ULTRALEGGERO E RICICLABILE

Sorma, gruppo di riferimento a livello mondiale nella progettazione e realizzazione di sistemi di confezionamento, selezione e pesatura per il settore ortofrutticolo, ha lanciato in occasione di Fruit Logistica 2020 una novità destinata a rivoluzionare il comparto del packaging di frutta e verdura. Si tratta di Sormapeel, un’inedita soluzione patent pending sviluppata dal gruppo romagnolo che, in nome dell’economia circolare e frutto di una ricerca pluriennale di proposte funzionali e sostenibili, offre vantaggi concreti a tutta la filiera ortofrutticola e non solo, dal confezionatore, al consumatore finale, fino a chi si occupa del recupero di plastica e carta. Sormapeel è la nuova linea di packaging applicabile a tutta la linea di macchinari Sorma adibiti al confezionamento di frutta e verdura. La sua adozione non richiede quindi alcun nuovo investimento per modificare o cambiare le macchine già in dotazione. Il secondo punto di forza consiste nelle prestazioni: la nuova soluzione mantiene infatti le medesime caratteristiche di visibilità del contenuto, traspirabilità, resistenza, velocità e forza applicate a tutta linea di confezioni Sorma. Il contenuto di innovazione è dato dall’introduzione di una banda in carta “spellicolabile” (da qui “Sormapeel”), cioè facilmente rimovibile da parte del consumatore, che potrà quindi riciclare separatamente e velocemente la plastica e la carta. Inoltre, la componente in plastica è mediamente inferiore di oltre il 50% rispetto a un imballaggio tradizionale ed è completamente riciclabile: in monomateriale, o tutta in PE (Polietilene ad alta densità) o tutta in PP (polipropilene), rende ancora più semplice e immediato il recupero del materiale. La banda in carta conferisce a sua volta una molteplicità di vantaggi. In primo luogo, oltre a essere un materiale che conferisce robustezza, permette di avere un film plastico più sottile del 70% rispetto alla norma: la carta funge da protezione al sottilissimo strato di plastica che compone il film. In secondo luogo, questa innovazione vanta l’economicità dei costi (vicini rispetto alla linea standard dell’azienda), rispetto ad altre soluzioni decisamente molto più dispendiose. Grazie quindi al minor contenuto di plastica e alla sostituzione parziale con la carta, la nuova linea è in definitiva ultraleggera, superando sia le versioni in poliaccoppiato eterogeneo non riciclabile che quelle in monomateriale. In concreto, il formato da 1 kg di Rosapack e di Sormabag, rispettivamente 2,79 g e 2,22 g, è più leggero persino delle retine a clip che pesano 2,88 g e non riciclabili. Sormabag da 1 kg, nello specifico, pesa meno di una moneta da 1 cent.

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ILIP PRESENTA SLIPTRAY PER L’ORTOFRUTTA PREMIUM

Un packaging in plastica più leggero e sostenibile, accoppiato al cartoncino con una grande capacità di comunicare il prodotto al consumatore. Si chiama SlipTray, ed è il primo cestino ibrido in 100% R-PET e cartoncino all-in-one per prodotti ortofrutticoli premium realizzato da ILIP. L’azienda, attiva a livello europeo nella trasformazione di materie prime plastiche e nella fornitura di soluzioni di imballaggio innovative per il settore ortofrutticolo e alimentare, offre con SlipTray una soluzione in grado di ridurre del 4045% il peso del cestino in plastica. La robustezza e la funzione d’uso della confezione viene garantita dal fustellato in cartoncino incollato esternamente. In questo modo, inoltre, l’interno in plastica garantisce conservabilità e massima visibilità del prodotto, mentre cartoncino esterno offre maggiori opportunità di comunicazione, grazie alle possibilità della stampa su carta. “SlipTray conferma la nostra capacità di innovazione e di lavorare con i nostri clienti per fornire soluzioni personalizzate e su misura”, spiega Alberto Montanari, Sales Manager Fresh Produce Packaging Italia di ILIP. “Ringraziamo il Consorzio Ciliegia IGP di Vignola per averci dato modo di lanciare in partnership questo packaging, le cui caratteristiche sono ideali per il confezionamento di una vasta gamma di frutti premium oltre alle ciliegie”. La nuova soluzione di ILIP ha debuttato a fine maggio con l’inizio della stagione delle ciliegie.


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mercato

AGRICOLTURA 4.0 cresce il mercato italiano

Tra tecnologie che migliorano la qualità e la sostenibilità delle coltivazioni, soluzioni per la competitività delle aziende e innovazioni per la tracciabilità dei prodotti, il digitale si fa sempre più strada nel settore agroalimentare italiano. L’Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano ha scattato una fotografia di questo settore.

l

mercato italiano dell’Agricoltura 4.0 continua a crescere, raggiungendo nel 2019 un valore di 450 milioni di euro (+22% rispetto al 2018, il 5% del mercato globale), con la maggior parte della spesa concentrata in sistemi di monitoraggio e controllo (il 39% della spesa), software gestionali (20%) e macchinari connessi (14%), seguiti da sistemi di monitoraggio da remoto dei terreni (10%), di mappatura (9%) e di supporto alle decisioni (5%).

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Sono 415 le soluzioni 4.0 disponibili per il settore agricolo in Italia, offerte da oltre 160 fra aziende tradizionali e startup, principalmente dedicate all’Agricoltura di Precisione e in misura minore allo Smart Farming (applicazione del digitale anche ai processi “non di campo” delle aziende agricole), soprattutto nelle fasi di coltivazione, semina e raccolta dei prodotti alimentari nei settori ortofrutticolo, cerealicolo e vitivinicolo.


industria alimentare ○○○

Fra le soluzioni digitali innovative per la tracciabilità alimentare offerte sul mercato italiano si assiste al boom della Blockchain, la cui presenza è più che raddoppiata in un anno e che caratterizza il 43% delle soluzioni disponibili, seguita da QR Code (41%), mobile app (36%), data analytics (34%), e l’Internet of Things (30%). In generale, dopo la finanza e la PA, l’Agrifood rappresenta nel 2019 il terzo settore per progetti operativi Blockchain, avviati dalle imprese soprattutto per incontrare opportunità commerciali, per rendere più efficienti i processi di supply chain e raggiungere obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale. Cresce il numero di nuovi attori che propongono soluzioni digitali al settore agricolo: sono 737 le startup agrifood a livello internazionale, per un totale di 13,5 miliardi di dollari di finanziamenti raccolti, attive soprattutto negli ambiti eCommerce (70%) e Agricoltura 4.0 (20%). Le startup italiane attirano solo lo 0,3% dei finanziamenti complessivi. In questo momento delicato, caratterizzato dall’emergenza sanitaria Covid-19, il digitale può aiutare il settore agroalimentare a garantire sicurezza – rispetto al cibo prodotto, ma anche alle persone impiegate – ed efficienza a tutti gli attori della filiera, e nelle imprese agricole che avevano già iniziato a digitalizzarsi i vantaggi sono numerosi. Il monitoraggio da remoto delle coltivazioni attraverso droni e sensori IoT in campo, ad esempio, permette di disporre di informazioni oggettive in tempo reale e riduce la necessità di recarsi sul posto. Un altro esempio sono i robot in stalla per la mungitura, che consentono di proseguire le attività anche in questo momento e possono essere utilizzati assieme ai droni per ridurre gli attacchi e i danni da parte degli animali selvatici. Ampliando lo sguardo all’intero settore, il digitale consente di avere piena visibilità delle giacenze per riadattare le forniture ed evitare gli sprechi, raccogliere dati lungo tutte le fasi della filiera e condividere informazioni per rispondere alla richiesta da parte di consumatori e distributori di maggiori garanzie sul prodotto. Infine, se da un lato assume sempre più rilievo l’eCommerce food, dall’altro si assiste a una riscoperta dei negozi di preossimità che si stanno sempre più attrezzando digitalmente per rispondere alle esigenze dei clienti in questo momento particolare. Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Smart Agrifood* della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research& Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia presentata questa mattina al convegno online “Il digitale è servito! Dal campo allo scaffale, la filiera agroalimentare è sempre più smart!”.

L’AGRICOLTURA 4.0

Il mercato mondiale dell’Agricoltura 4.0 (l’utilizzo di diverse tecnologie interconnesse per migliorare resa e sostenibilità delle coltivazioni, qualità produttiva e di trasformazione, nonché condizioni di lavoro) continua a crescere raggiungendo un valore di

7,8 miliardi di dollari (+11% rispetto al 2018). In Italia, che ne rappresenta il 5%, l’incremento è ancora più evidente, +22%, con un fatturato di circa 450 milioni di euro, generato per l’86% da operatori affermati nel settore, come i fornitori di macchine e attrezzature agricole, e per il restante 14% da startup e altri attori emergenti, provenienti da altri settori di business. La spesa si concentra soprattutto in sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature agricole (39%), software gestionali (20%) e macchinari nativamente connessi (14%), seguiti da sistemi di monitoraggio da remoto di terrenti e colture (10%), sistemi per mappare i terreni e le coltivazioni (9%) e strumenti di supporto alle decisioni (5%). Sono 415 le soluzioni di Agricoltura 4.0 offerte in Italia da più di 160 aziende strutturate (77%) e startup (23%), oltre 100 in più rispetto alle proposte mappate nel 2018. Oltre metà di queste è applicabile in diversi settori agricoli (56%), mentre fra le soluzioni indirizzate a settori specifici prevalgono quelle rivolte al comparto ortofrutticolo (21%), cerealicolo (20%), vitivinicolo (16%). Ancora poco presente lo Smart Farming, su cui si concentra solo il 13% delle soluzioni. L’attività agricola più interessata dalle proposte di Agricoltura 4.0 è la coltivazione (79% delle soluzioni), seguita da semina (41%), raccolta (36%), pianificazione (11%), magazzino (4%) e logistica (4%). Dall’analisi delle tecnologie utilizzate emerge la crescente importanza della gestione dei dati: il 72% delle soluzioni è legato a software per l’analisi avanzata dei dati, il 61% è costituito da piattaforme software capaci di ospitare dati provenienti da diverse fonti e il 50% riguarda strumenti che sfruttano l’Internet of Things (+6% sul 2018). Le altre tecnologie più adottate sono dispositivi di ultima generazione (45%), mobilità e geolocalizzazione (35%), veicoli e attrezzature connesse (20%) e sistemiICT on Cloud (9%). Secondo un sondaggio condotto dall’Osservatorio su 288 imprese agricole, le aziende del settore investono in soluzioni 4.0 principalmente per migliorare la sostenibilità ambientale delle proprie coltivazioni, aumentare la consapevolezza delle dinami-

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mercato

che in atto all’interno della propria azienda, ridurre i costi e semplificare il lavoro intellettuale. Questi obiettivi influenzano la scelta delle soluzioni tecnologiche, con i software gestionali in cima alle preferenze delle imprese (66%), seguiti da sistemi di mappatura di coltivazioni e terreni (40%), strumenti per monitorare le macchine agricole (39%) e sistemi di supporto alle decisioni (31%), mentre sono ancora poco diffusi robot e droni. Le aziende di medie dimensioni adottano più soluzioni, le più piccole investono in una sola nel 70% dei casi. La mancata interoperabilità dei sistemi aziendali è la barriera principale, insieme alla mancanza di competenze e alla (ridotta) connettività, mentre non preoccupa il rientro dall’investimento.

IL DIGITALE PER LA TRACCIABILITÀ ALIMENTARE

Tenere traccia di quanto avviene nel percorso del prodotto alimentare dal campo alla tavola del consumatore finale è sempre più importante per rendere più efficiente l’intera filiera e creare nuove opportunità di mercato e il digitale gioca un ruolo di primo piano nella tracciabilità alimentare. La maggior parte delle soluzioni innovative offerte sul mercato italiano si basa su Blockchain (43% del totale), in un anno cresciute del 111%, seguite da QR code (41%), mobile app (36%), data analytics (34%), IoT (30%) e Cloud (27%). Pur ancora limitate in termini di offerta – si tratta di un mercato caratterizzato da pochi milioni di investimenti – le soluzioni che sfruttano l’Internet of Things sono cresciute del 63% rispetto al 2018.

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LA BLOCKCHAIN

Cresce l’attenzione per le tecnologie Blockchain & Distributed Ledger: sono 82 i progetti internazionali avviati dal 2016 al 2019 (11% sono quelli italiani), quasi il doppio di quelli mappati nel 2018 (42). Nel 2019 l’agrifood è stato uno dei settori più attivi per numero di progetti concreti, al terzo posto dopo la finanza e la PA. I progetti di Blockchain nell’agroalimentare hanno coinvolto soprattutto gli operatori attivi nelle fasi iniziali della filiera, come la produzione primaria (84%), mentre i principali promotori di queste iniziative sono le imprese che operano nella distribuzione (26%) e trasformazione (21%) dei prodotti, seguite dai fornitori di tecnologia (13%). La Blockchain viene impiegata dalle imprese agroalimentari prevalentemente per incontrare nuove opportunità commerciali e di marketing (60%), rendere più efficienti i processi di supply chain (40%), raggiungere obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale (21%). Meno diffusi gli obiettivi legati alla sicurezza alimentare (15%) e al contrasto della contraffazione (7%), mentre una piccola parte (10 progetti) non applica la Blockchain agli alimenti ma si concentra sugli asset produttivi o sui processi logistici.

LE STARTUP

Sono 737 le startup internazionali fondate a partire dal 2013 e finanziate complessivamente con 13,5 miliardi di dollari (in crescita di oltre il 400% rispetto al 2018), pari a un investimento medio di circa 18,3 milioni di dollari. La maggior parte delle startup opera nel Nord America (39%), in Europa (31%) e in Asia (20%), mentre sono poche quelle ospitate da Centro-Sud America (5%)


e Oceania (4%). La geografia delle startup cambia analizzando i finanziamenti ottenuti dai vari territori, che vedono in testa l’Asia (42%), seguita da Nord America (37%), Sud America (11%) e Europa (8%). Dopo gli USA, primi col 36% dei finanziamenti complessivi, i singoli stati che raccolgono più investimenti sono Cina (24%), India (14%) e Colombia (11%). Più lontane in classifica Germania (2%), Regno Unito (2%), Francia (1%), Israele (1%) e Italia (0,3%). Il 70% delle startup internazionali opera nell’ambito eCommerce e raccoglie il 93% degli investimenti. I due modelli di business prevalenti nelle 519 startup eCommerce sono soluzioni B2C per l’acquisto di prodotti agroalimentari che puntano a creare un collegamento diretto fra produttori agricoli e consumatori finali (eCommerce Food, 75% delle startup eCommerce) e piattaforme che aggregano l’offerta dei ristoratori e permettono di ordinare e ricevere a domicilio i piatti pronti (Food Delivery, 18%). L’Agricoltura 4.0 è il secondo ambito più esplorato dalle nuove imprese innovative, con il 20% delle startup e il 5% del finanziamento complessivo. Il 70% di queste offre servizi di analisi e integrazione dati; il 51% offre strumenti, sopratuttto Internet of Things, per il monitoraggio da remoto di terreni, coltivazioni e macchine; il 30% propone servizi di mappatura di terreni e coltivazioni condroni o satelliti; minoritarie la zootecnia di precisione (4% delle startup, 1% dei finanziamenti), la qualità alimentare (4% delle startup), la sostenibilità (2%) e la tracciabilità (2%). L’eCommerce è il primo campo di applicazione anche per le startup italiane (64%), seguito da qualità alimentare (21%), Agricoltura 4.0 (18%), sostenibilità (15%) e tracciabilità (8%). Le principali tecnologie utilizzate dalle startup agrifood sono gli strumenti di analytics per raccogliere, trasmettere e rielaborare i dati (74%), l’Internet of Things (48%) e le mobile app (25%). Cresce l’attenzione per tecnologie come i robot (7%) e l’intelligenza artificiale (7%), con robot in grado di monitorare e valutare in tempo reale lo stato della coltura e intervenire automaticamente e robot che controllano il benessere degli animali nella stalla, mentre tecniche di AI vengono impiegate per elaborare dati sulle colture.

industria alimentare ○○○ Gli italiani scelgono il made in Italy Il made in Italy, con le sue eccellenze del territorio, è sempre più presente nelle abitudini di spesa degli italiani, al punto che più di uno su tre (41%) ama acquistare generi agroalimentari direttamente dal produttore locale: frutta, verdura, vino, formaggi, scelti perché garanzia di qualità, cura dei prodotti e, molte volte, in virtù di un rapporto di fiducia con il produttore stesso. Lo evidenzia l’Osservatorio Reale Mutua dedicato all’agricoltura e alle nuove abitudini di acquisto degli italiani. Un dato molto significativo, soprattutto perché l’affezione al made in Italy è una certezza cui può guardare l’intero mondo dell’agroalimentare del Paese, che, dopo le difficoltà degli ultimi mesi, si trova ora di fronte alla fase della ripartenza. Non si tratta più, solo, di una spesa “alla vecchia maniera”: addirittura due italiani su tre (63%) si dicono propensi a utilizzare in misura crescente app e siti per l’acquisto online e la consegna a domicilio di questi prodotti. Un trend che probabilmente la pandemia ha contribuito ad accelerare e che potrà facilitare ancor di più l’accesso alle eccellenze del territorio. Dal campo alla tavola, made in Italy e produzione locale vanno di pari passo con l’attenzione alla sostenibilità. Una parola che per un connazionale su tre (31%) evoca una filiera agricola a basso impatto ambientale, anche grazie all’uso della tecnologia, mentre uno su cinque (22%) la associa al concetto di agricoltura a chilometro zero. Ma sostenibilità vuole anche dire stagionalità (18%), etichettatura biologica (12%) e per un ulteriore 11% il termine abbraccia valori sociali e indica una filiera equosolidale. Non è un caso allora che gli italiani preferiscano i prodotti stagionali, perché più salutari (36%) e capaci di sostenere l’economia agricola dei territori (30%), con un minore impatto sull’ambiente (11%). E c’è anche chi li sceglie perché più buoni, dice, di quelli fuori periodo (12%). Semaforo verde infine, tra le abitudini d’acquisto, anche per i prodotti dell’agricoltura biologica, altra area importante del Made in Italy, che vengono apprezzati soprattutto perché rispettano criteri di sostenibilità (44%) e fanno bene alla salute (22%).

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mercato

INDUSTRIA ALIMENTARE

sempre più sicura e green Con 58.038 imprese attive, l’industria alimentare si conferma un comparto strategico per il Paese. Alta l’attenzione delle imprese a tutela della salute dei consumatori: si registra un +47% nelle richieste di controllo e monitoraggio dei roditori e un +133% nelle richieste di servizi con tecnologie innovative. In calo l’uso dei prodotti chimici.

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al II trimestre 2010 al II trimestre 2019 l’industria manifatturiera ha registrato un calo del numero di imprese attive del -12%, ma al suo interno esistono settori, come quello alimentare, che resistono: nel II trimestre 2019 le imprese attive nel comparto dell’industria alimentare sono 58.038 (-0,5% sul II trimestre 2018 e +3,2% sul II trimestre 2010) e incidono il 12% sul totale industria. Un comparto vitale in cui l’attenzione verso il consumatore è sempre più alta: da un lato aumentano le richieste di controllo e monitoraggio dei roditori da parte delle aziende (+47%), che possono causare danni e problemi di salute ai consumatori, dall’altro cala l’uso di prodotti chimici grazie


industria alimentare ○○○

a una normativa più stringente e all’uso di tecnologie “intelligenti”. Questa la fotografia di Anticimex, azienda specializzata nel Pest Management e nei servizi di igiene ambientale, elaborata su base dati InfoCamere-Movimprese.

L’INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA

A livello geografico, nel II trimestre 2019 le aziende dell’industria alimentare sono concentrate prevalentemente in Sicilia (7.468 imprese attive) e in Campania (7.110). Seguono la Lombardia (5.854), la Puglia (4.773) e l’Emilia Romagna (4.604), ma a crescere maggiormente rispetto al II trimestre 2018 sono il Molise (+2,8%) e il Trentino-Alto Adige (+1,4%). Tra le città più attive risultano Napoli (3.104), Roma (2.245), Bari (1.916), Salerno (1.780) e Milano (1.767). Campobasso (+3,2%), Firenze (+3,1%) e Siracusa (+3%) sono le province che hanno registrato i tassi di crescita maggiori.

LA SICUREZZA ALIMENTARE

gie, più che raddoppiate rispetto allo stesso periodo del 2018 (+133%), che permettono di ridurre l’utilizzo di prodotti chimici e al contempo di rispettare l’ambiente circostante. Sistemi sempre più “intelligenti” che prevedono il monitoraggio e il controllo elettronico dei roditori, h24, 7 giorni su 7, e in grado di comunicare dati sull’attività in tempo reale, permettendo quindi di avere la situazione sempre sotto controllo e di intervenire prima che possano provocare danni.

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Secondo i dati di Anticimex, cresce l’attenzione delle aziende del settore sul tema della sicurezza e dell’igiene ambientale. Da gennaio a settembre 2019, infatti, le richieste di interventi da parte delle aziende contro la presenza dei roditori sono aumentate del +47% rispetto allo stesso periodo del 2018. Un problema serio per le imprese in quanto i roditori, oltre a essere portatori di malattie, possono anche provocare perdita di prodotto, danni agli impianti e di reputazione. La maggioranza delle richieste sono arrivate dalle aziende del Trentino-Alto Adige (+182%), della Liguria (+156%), della Calabria (+153%), del Veneto (+135%) e della Basilicata (+100%).

LE NUOVE TECNOLOGIE CONTRO I PRODOTTI CHIMICI

Ma ad aver registrato nei primi mesi del 2019 il “boom” maggiore sono le richieste di intervento con l’impiego di nuove tecnolo-

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fatti&tendenze Il food si conferma uno dei settori piÚ forti del nostro Paese, anche durante la crisi sanitaria. Le aziende che puntano su prodotti biologici, funzionali e free from rispondono alla crescente domanda di alimenti genuini da parte dei consumatori. Salute, ambiente e innovazione sembrano essere le chiavi del successo nell’industria alimentare italiana e internazionale.

Cresce l’industria del food e punta sulla salute del consumatore 16

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healthy food ○○○

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econdo i dati emersi dalla sesta edizione del Food Industry Monitor, realizzato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo in collaborazione con Ceresio Investors, il 2019 ha rappresentato un anno positivo per il settore alimentare italiano, che registra performance di crescita pari al 3,1%, contro un PIL italiano cresciuto dello 0,3%. Le performance di lungo periodo (2014-2018) rivelano che i comparti a crescita maggiore per ricavi sono stati farine, caffè, vino, food equipment, acqua, packaging e latte. I distillati registrano le performance di redditività commerciale (ROS) maggiori, con un valore oltre il 13%. Buone performance di crescita anche per acque minerali (11,9%), food equipment (11,7%), birra (9,6%), dolci (7,8%), caffè (6,5%). Registrano invece valori sotto la media di settore (6,5%), in merito alla marginalità commerciale, i comparti dell’olio, salumi, farine e latte. Nel 2020, anche il food risentirà dell’impatto del Coronavirus, con un calo nella crescita del 5% circa: un dato però contenuto in relazione alle previsioni del PIL (-9,5%). Il 2021 sarà l’anno della ripresa, con un tasso del 7,7% per il comparto. La marginalità commerciale sarà influenzata relativamente, il ROS scenderà dal 6,2 al 5,9% nel 2020, per risalire al 6% nel 2021. Anche il tasso di indebitamento salirà dal 2,2 del 2019 al 2,7 nel 2020, per poi riabbassarsi a 2,4 nel 2021. Nonostante la situazione economica, le esportazioni del settore food cresceranno mediamente dell’11% nel biennio 20202021. Meglio degli altri comparti, faranno nell’expor t distillati, farine, food equipment, dolci, acqua, caffè e latte. I comparti del vino, del packaging, della birra e dei salumi esporteranno con valori vicini alla media del settore. I comparti delle conserve e della pasta registreranno la progressione più limitata nella crescita dell’export.

LA SALUTE DEL CONSUMATORE E DELL’AMBIENTE

Le tendenze di mercato – analizzate dal Food Industry Monitor su oltre 900 media specializzati nel periodo 2015-2019 – vedono in testa il tema degli alimenti salutari, che ha avuto il maggiore incremento di citazioni. Mentre i media internaziona-

li hanno mostrato crescente attenzione ai temi della sicurezza alimentare e dei processi di trasformazione del cibo, l’interesse italiano è concentrato sulle caratteristiche nutrizionali e sui temi della tradizione. Anche l’analisi dei modelli di business evidenzia che l’offerta è costituita per il 40% da alimenti salutari, cioè fatti con materie prime di origine biologica, oppure ottenuti con processi di trasformazione poco invasivi, senza additivi e conservanti artificiali, con benefici di tipo funzionale, ovvero cibi salutari negli effetti. Tuttavia, solo il 7% delle aziende enfatizza nella propria comunicazione il tema della salute: e solo chi lo fa, vince. “Le aziende che hanno saputo enfatizzare il tema salute hanno avuto tassi di crescita e redditività commerciale più elevate. Il differenziale è significativo: l’incremento di ROIC è del 25% superiore rispetto alle aziende che non fanno questo tipo di comunicazione”, precisa Alessandro Santini, Head of Corporate Advisory di Ceresio Investors. “Ugualmente notevole il tema della sostenibilità ambientale, utilizzato dal 50%del campione. Ad esempio, oltre il 68% delle aziende utilizza packaging a basso impatto ambientale. Centrale il tema della tradizione, utilizzato in modo intensivo dall’80% delle aziende”, aggiunge Gabriele Corte, Direttore Generale di Ceresio Investors. Circa il 9% delle aziende ha registrato almeno un brevetto nel periodo 2010-2019. Il 62% dei brevetti riguarda innovazioni dei processi produttivi. Il 38% dei nuovi

brevetti riguarda le innovazioni di prodotto. Il comparto del caffè si conferma tra i più innovativi, con 4,1 brevetti per azienda in media.

IL CIBO COME MEDICINA

Dall’analisi del mercato del Free From Hub, il nuovo progetto nato dal know-how e dall’esperienza di BolognaFiere e Bos che ha debuttato in occasione di MarcabyBolognaFiere 2020, è emerso che uno dei trend emergenti è legato al tema healthy food nella sua accezione più ampia: cibo sano, che fa bene all’organismo sia per le proprietà benefiche che sono state aggiunte, nel caso dei cibi rich-in, o tolte nel caso dei prodotti free from. A confermare questa tendenza sono i dati del Rapporto Coop 2019 nel quale si sottolinea che i prodotti del comparto salute e benessere sono cresciuti del + 2,9%. Via libera, allora, ai prodotti funzionali o “ricchi di”, alimenti biologici e free from che rappresentano, in generale, le macro categorie di trend da monitorare. Vediamo ora, nello specifico, quali tipologie di prodotti nell’ultimo anno hanno registrato le performance migliori in GDO, secondo l’Osservatorio Immagino che annualmente analizza il paniere di prodotti presente nel carrello della spesa degli italiani.

I PRODOTTI FREE FROM

Tra i prodotti free from spiccano sicuramente quelli senza glutine e senza lattosio, che ottengono le performance mi-

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fatti&tendenze gliori: secondo l’ultima edizione dell’Osservatorio Immagino, nel 2019 nei supermercati gli italiani hanno speso 3,6 miliardi di euro in prodotti senza glutine e senza lattosio, confermando l’andamento rilevato nel 2018. Questa crescita si evidenzia anche dal packaging e dalle scelte comunicative delle aziende: il 12,8 % dei prodotti presenti sugli scaffali del largo consumo confezionato riportano il claim senza glutine o senza lattosio. Tra gli alimenti free from, un altro trend emergente è legato ai prodotti sugar free, con pochi zuccheri o senza zuccheri aggiunti. A spingere la crescita di questi prodotti non è solo la sugar tax, la cui entrata in vigore è slittata al 2021 ma, anche, l’aspetto salutare. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, raccomanda una riduzione dell’assunzione giornaliera di zucchero in seguito ai risultati di alcuni studi scientifici che hanno dimostrato la correlazione fra l’eccessiva assunzione di zucchero e l’insorgenza del diabete, l’incremento del peso corporeo, l’obesità, l’innalzamento della pressione arteriosa e l’aumento dei livelli di colesterolo. L’esigenza di ridurre l’apporto di zuccheri, evidenziata dai consumatori, è stata recepita anche dalle aziende, che hanno deciso di ampliare l’offerta di prodotti privi di zucchero o a ridotto contenuto di zuccheri. Lo dimostra la crescita di molte categorie del largo consumo che utilizzano questo claim per prodotti come bevande a base di frutta, merendine, latte, sostituti del latte e cereali. Molte aziende, inoltre, stanno puntando a utilizzare il più possibile direttamente materie prime a basso indice glicemico; una tendenza da ricollegare all’evidenza che gli alimenti a basso indice glicemico hanno un notevole effetto sul rischio cardiovascolare attenuando l’iperinsulinemia postprandiale e favorendo l’aumento del colesterolo buono (HDL). È noto, anche, che l’assunzione di alimenti a basso indice glicemico prima della competizione ha un effetto positivo sulle performance degli sportivi. I prodotti che riportano in etichetta il claim “pochi zuccheri” hanno raggiunto il 3,1% del sell-out e il 2,8% dell’offerta e, in un anno, le vendite sono aumentate del 7%. Per quanto riguarda il claim “senza zuccheri aggiunti”, questo rappresenta 1,4% del sell-out e 1,6% dell’offerta.

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I PRODOTTI RICH-IN

Un altro trend emergente sono i prodotti funzionali o rich-in, quei prodotti che sono ricchi di caratteristiche benefiche per l’organismo. Sempre secondo l’Osservatorio Immagino il giro d’affari di questi prodotti ha superato i 2,5 miliardi di euro, sfiorando il 10% di quota sul totale dell’alimentare rilevato e ha inciso per il 9,3% sull’offerta dei prodotti alimentari confezionati. Gli ingredienti alimentari percepiti come benefici privilegiati dal mercato sono: mandorla (al primo posto dall’anno scorso), avena, zenzero, curcuma, sesamo, mirtillo, cocco, semi di zucca, semi di chia, semi di lino, farro, kamut, quinoa, germe di grano. New entries: acqua di cocco e tè matcha.

CRESCE IL BIO DURANTE IL LOCKDOWN

B/Open, la nuova rassegna del Bio foods & Natural self-care di Veronafiere, ha reso noti i dati relativi ai consumi di bio durante il lockdown, che sono cresciuti dell’11%, con una forte accelerazione nel periodo compreso fra il 9 di marzo e Pasqua (+20%, trascinato prevalentemente dal Nord Italia) a conferma di un appeal molto forte sul consumatore. In attesa dell’approvazione a livello nazionale della nuova legge di settore, al centro delle politiche del Green Deal della Commissione Ue con le strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità”, nel 2019 in Italia – secondo i dati presentati dall’Osservatorio di Assocertbio – il numero di operatori certificati, che tiene in considerazione produttori, preparatori e importatori, si mantiene sta-

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bile (con una percentuale di crescita che oscilla da +1,34% a +1,5%) arrivando a 80.105 unità, contro i 79.046 del 2018. Per quanto riguarda le superfici bio, i primi 5 mesi del 2020 evidenziano una sostanziale tenuta della Sau (Superficie agricola utilizzata) con circa 10.000 ettari certificati in più (+0,57%), che potrebbero essere confermati anche nelle proiezioni di fine anno. Dall’indagine di B/Open emerge anche l’identikit delle imprese agricole bio, confermate nei primi mesi del 2020: il 45% ha una superficie inferiore ai 15 ettari, il 25% si estende tra 15 e 50 ettari e il 30% occupa una Sau superiore ai 50 ettari. Calabria, Sicilia e Puglia si confermano anche nei primi mesi del 2020 le regioni dove è presente il maggior numero di operatori biologici.

LE POLITICHE A SOSTEGNO DEL BIOLOGICO

Al centro delle politiche ministeriali, con risorse stanziate annualmente per le mense scolastiche (10 milioni di euro) e per ricerca e sviluppo (5 milioni), il biologico, ha affermato Roberta Cafiero del Mipaaf, “rientra nelle strategie comunitarie del Green Deal e trova l’Italia in una posizione di vantaggio, dal momento che rispetto a una media di superficie agricola bio che in Europa è intorno all’8%, l’Italia si colloca oltre il 15 per cento”. “Dalla legge di riforma del settore, attualmente ferma al Senato, potrebbe arrivare un aiuto agli operatori biologici, che necessitano di un riconoscimento sul ruolo


healthy food ○○○

ambientale e sociale dell’agricoltura biologica e di maggiori certezze per pianificare il futuro dei distretti produttivi e dell’attività di ricerca e sviluppo”, afferma Roberto Zanoni, presidente di Assobio, che ha spinto per una “piattaforma comune per la tracciabilità validata dal Mipaaf”. Il settore, secondo Francesco Giardina, responsabile dell’Associazione produttori biologici di Coldiretti, “deve rimettere al centro l’impresa agricola, monitorando le produzioni per evitare bolle pericolose, che potrebbero travolgere un comparto. I dati delle non conformità legati alle importazioni di biologico, sono allarmanti, e proprio per questo bisogna sostenere il Made in Italy per rispondere alle esigenze di trasparenza e alla domanda crescente dei consumi”. Strategici, in tal senso, “i

mercati di Campagna Amica, dove il valore aggiunto dell’acquisto direttamente dal produttore rappresentano una garanzia per gli agricoltori e i consumatori”. Luigi Tozzi, responsabile Ufficio Qualità e sicurezza alimentare di Confagricoltura, pone l’accento sul tema della burocrazia eccessiva. “Serve un cambio di mentalità, perché non basta aumentare le superfici bio, se poi manca il prodotto e se l’iter burocratico è troppo complesso, tanto che gli ettari in conversione diminuiscono. Inoltre, dobbiamo ottenere la reciprocità fra le regole di produzione e certificazione bio comunitarie ed extra Ue”. Accanto alla burocrazia resta da risolvere il nodo della redditività. Lo ricorda Andrea Bertoldi, vicepresidente di Federbio, che ha lanciato l’iniziativa per il giusto prezzo

dei prodotti biologici. “Dobbiamo ostenere i giovani e le imprese agricole a fare redditività, altrimenti non si verificherà il ricambio generazionale che è necessario per il settore”, ha detto Bertoldi.

FOCUS SULLA FILIERA OLIVICOLA

Secondo i dati Ismea, la filiera olivicola biologica italiana si posiziona al secondo posto fra le superfici bio al mondo con 235.741 ettari (26,70% della superficie mondiale a olivo bio), alle spalle della Tunisia (254.411 ettari) e davanti a Spagna (195.114 ettari) e Turchia (81.586 ettari). “Con un valore al consumo di 7,1 milioni di euro – dichiara Riccardo Meo di Ismea – 40.099 tonnellate di olio bio, 44.903 operatori, 1.620 frantoi biologici, il settore ha grandi opportunità di crescita, sfruttando le politiche comunitarie, l’aggregazione in organizzazioni di produttori, la crescita delle vendite che nella grande distribuzione è aumentata del 200% negli ultimi dieci anni”.

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dossier

ROBOTICA E AUTOMAZIONE le sfide per l’integrazione I robot sono il ponte che incarna tutto quello che è il movimento dell’Industria 4.0 e gli elementi che meglio rappresentano la trasformazione delle aziende. Inoltre, la robotica oggi è sempre più agile e, quindi, diventano interessanti anche industrie “leggere” come il packaging, il food e il beauty.

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l mercato dei robot a livello globale nel 2018 ha segnato un fatturato di 16,5 miliardi di dollari, con una crescita media annua del 12% stimata dal 2020 al 2022 e con il 14% in più di installazioni in Europa (fonte: World Robotics 2019 report). Per quanto riguarda i cobot, le installazioni annuali aumentano del 23% ogni anno. Questi i dati presentati a Milano in occasione della tavola rotonda “Robot e automazione” organizzata da Messe Frankfurt Italia, organizzatore di SPS Italia. La Germania è il quinto mercato mondiale e il primo in Europa, seguita da Italia e Francia. Settori industriali di impiego della robotica sono: per il 29% i componenti automotive; per il 24% l’industria dei metalli e della plastica; per il 19% l’industria automotive; per il 12% il food; il 9% pharma e beauty e il 7% in altri settori. 9837 robot industriali venduti in Italia nel 2018 mostrano un aumento del 27% rispetto al 2017. Questo trend positivo mostra come l’Italia nel 2018, pur dopo un 2017 di crescita record

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(+20%), abbia presentato un consumo con valore 4,5 volte superiore la media del mondo; 2 volte la media europea e del Nord America e 27 volte la media dell’Asia. La nostra nazione torna nella classifica mondiale al 7° posto per consumo di robot e al 9° posto per densità di robot per addetti (4° posto in Europa). L’esponenziale crescita dei paesi asiatici ha fatto arretrare le posizioni dei paesi europei. In Italia la suddivisione dei settori industriale per impiego di robot vede al primo posto l’industria dei metalli con il 26%, mentre l’automotive con l’11%.

IL POSIZIONAMENTO ITALIANO

L’uso della robotica ha portato a implementare nuove lavorazioni che non erano utilizzate in ambito tradizionale. In base all’analisi dei dati International Federation of Robotics elaborati da Fondazione Edison, nel tessile, abbigliamento, pelli e calzature, l’Italia si posizione seconda dopo la Cina per uso di robot, così come nell’industria di legno e mobili; per alimentari, bevande e tabacco al quarto posto; mentre per metalli e macchinari al quinto posto. Dall’intervista realizzata su un campione di aziende, membri del comitato scientifico SPS e appartenenti per lo più ai comparti packaging e produttori di macchine, l’88% di queste ha affermato di utilizzare la robotica tradizionale; solo il 19% usa la robotica collaborativa. Alcune aziende utilizzano entrambi i tipi. Attualmente circa il 13% di queste aziende non impiegano la robotica e non sappiamo se pianificheranno tale implementazione o meno, ma al momento non hanno interesse a farlo, per natura della tipologia di azienda o di prodotto. La robotica collaborativa è un tema di interesse, ma non è ancora ai livelli di diffusione della robotica tradizionale.

PRINCIPALI UTILIZZI DEI ROBOT E DEI TOOL CORRELATI

Ma quali sono le principali operazioni che vengono affidate ai robot? Innanzitutto, l’asservimento di macchine e utensili (31%), l’assemblaggio (31%), il pick-up dei prodotti e l’handling di piccoli prodotti o manufatti anche complessi che devono essere montati nelle linee ed infine la pallettizzazione. È dunque soprattutto il mondo del packaging ad usare questi sistemi per realizzare ciò che successivamente servirà nell’ambito della logistica. Anche i tool hanno un ruolo importante in quanto parlando di robotica non si parla soltanto di braccio robotico, ma è essenzia-


robotica & automazione ○○○ le considerare la parte del controllo e i tool che vengono utilizzati in correlazione, come i cordoni, i cilindri, le mani da presa meccaniche e i motori di calcolo. In particolare, le aziende interessate affermano che proprio i tool sono un elemento critico anche per la robotica collaborativa, cioè avere dei robot che sono collaborativi, ma non possedere utensili collaborativi nel vero senso del termine, limita in qualche modo la capacità di integrare l’uso del robot con le attività produttive. Pensiamo ad esempio ai motori di calcolo, che assumono un ruolo fondamentale, in quanto oggi per far eseguire delle operazioni complesse, è necessaria l’integrazione dell’intelligenza artificiale nel mondo della robotica. Tool come i computer, sistemi di calcolo molto potenti, consentono di poter raccogliere e elaborare dati, interagire con il “gemello” digitale e riuscire in qualche modo a fare delle predizioni. Al classico controllo, quindi, va aggiunta una serie di altre informazioni che richiede una potenza di calcolo importante considerata come un accessorio, un tool in qualche modo integrato con il robot. Il 75% delle aziende intervistate afferma di non impiegare solamente la robotica, ma sta iniziando o ha già iniziato ad utilizzare in modalità avanzata la robotica integrata con l’intelligenza artificiale. Nasce l’esigenza nelle aziende intervistate di aumentare le competenze del proprio personale interno sulla programmazione dei robot (automazione, motion, visione, sviluppo software e interfacce), ma nello stesso tempo aggiungere competenze digitali (e-learning, protezione dati e contenuti, intelligenza artificiale e integrazione ai dati e identità digitali). Il 25% dichiara di non avere in essere progetti AI.

SFIDE E LIMITI

Tra le richieste maggiori delle industrie, vi è quella di avere a disposizione robot più economici: il costo di questi investimenti è infatti ancora alto, inoltre si richiede di aumentare portata e velocità. Altra sfida che attende i produttori di robot è potenziare tutti i meccanismi di interazione uomo-macchina che non riguardano soltanto la robotica collaborativa ma anche la capacità dell’operatore di addestrare i robot e istruirlo affinché una volta istallato possa eseguire operazioni in base ai comandi. Gli intervistati raccontano che è ancora complesso il processo e quindi è importante semplificarlo in qualche modo. Non di meno interessante è il tema della sicurezza dell’interazione fra l’uomo e la

macchina. Infine, trovare dei linguaggi comuni per chi è stato abituato per anni a usare solamente automazione meno complessa, passare alla robotica molto spesso è uno step difficile, dovuto a una diversità di programmazione e di interazione. L’idea allora è quella di provare a lavorare nell’integrazione tra due mondi che molto spesso “parlano” lingue completamente diverse. Ci sono ancora dei limiti legati a certe operazioni che un robot può eseguire e quindi migliorare questo tipo di rapporto dinamica-precisione è essenziale. Altri ostacoli sono collegati alla difficoltà di pensare a investimenti in robotica allo scopo di mantenere produzioni industriali elevate nei paesi con alto costo del lavoro.

NEL SETTORE CONFEZIONAMENTO

In ambito packaging, le maggiori aziende produttrici di linee di confezionamento hanno integrato piattaforme robotizzate nelle macchine, non soltanto a livello meccanico, ma realizzando un’integrazione funzionale. Spesso gli stabilimenti produttivi non sono progettati in termini di spazio per accogliere impianti automatizzati e quindi la robotica in molti casi, grazie alla flessibilità di layout e di configurazioni, permette di superare dei vincoli proprio di spazio. Come detto, uno step successivo è quello dell’intelligenza artificiale: per alcuni produttori questo concetto è già una realtà presente nelle macchine, sia sottoforma di piattaforme di computer vision sia di sistemi integrati AI. I benefici dell’utilizzo della robotica si percepiscono quando si arricchisce un sistema robotico con tutto l’ecosistema che costituisce la macchina. I robot collaborativi in questo momento non trovano ancora piena applicazioni sulle linee di confezionamento, ma si stanno pensando a possibili soluzioni per operazioni o funzioni accessorie.

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dossier SIEMENS, CONNESSI ALLA MACCHINA L’utilizzo di robot accanto alla macchina utensile, sia per la movimentazione sia per l’elaborazione di compiti complessi, sta guadagnando sempre più terreno. Sulla base di questi presupposti, Siemens ha sviluppato la soluzione Sinumerik Integrate Run MyRobot. Obiettivo della suite è integrare un robot antropomorfo nel controllo numerico Sinumerik, in alcune situazioni attraverso un collegamento diretto tra controllori attraverso Profinet e nei casi più completi, comandando tramute azionamenti Sinamics S120 anche i motori con cui sono equipaggiate le macchine. Tutto il dialogo di comando tra CNC e robot è residente nel controllo numerico. Nel CNC è stato predisposto un ulteriore canale per la gestione completa dei 6 assi robot che sono quindi visibili direttamente sul pannello del controllo numerico insieme agli assi della macchina. Dalla stessa superficie operativa è quindi possibile visualizzare la diagnostica del robot. La soluzione prevede inoltre la programmazione del robot direttamente a bordo macchina, utilizzando lo stesso linguaggio ISO utilizzato per il programma pezzo. In questo modo, non è più necessario istruire uno specifico operatore per l’utilizzo del robot, in quanto lo stesso operatore di macchina sarà perfettamente in

grado di programmarlo mediante il linguaggio ISO standard che già conosce. È disponibile, sempre da bordo macchina, l’acquisizione di passi programma robot attraverso l’auto apprendimento. Sinumerik Integrate Run MyRobot supporta anche i cicli tecnologici e la programmazione attraverso ProgramGuide, nativo nel sistema operativo Sinumerik Operate.

TURCK BANNER, SENSORI DI DISTANZA PER UN PROCESSO SENZA ERRORI Turck Banner Italia ha la soluzione per ottenere processi automatizzati fluidi e senza errori, con risparmio evidente di tempo e denaro. Si chiama Q4X il sensore laser di distanza, robusto e versatile. È disponibile con output in digitale e analogico (da 0 a 10 V o da 4 a 20 mA) e con IO-Link a bordo. Offre un campo di misura affidabile da 25 mm a 610 mm e rileva bersagli in un’ampia varietà di colori, materiali e superfici, oltre che ad avere ottime performance di rilevamento target trasparenti. Con la funzionalità DualMode (intensità + distanza), è ideale per applicazioni di verifica errori e consente i rilevamenti di oggetti trasparenti senza l’impiego di sfondo catarifrangente. Realizzato in una robusta scocca con grado di protezione IP69K in acciaio inossidabile, certificato UL e ECOLAB, è di semplicissima configurazione. Il dispositivo è solido e resiste a impatti

meccanici, e vibrazioni estreme, dunque perfetto per ogni linea di produzione. Il display inclinato a quattro cifre permette una chiara lettura anche a distanza. Infinite sono le applicazioni per le quali il Q4X di Turck Banner Italia è ideale. Tra le tante il Q4X è stato installato presso un impianto di produzione di cibi precotti, assemblati in cartoni di varie dimensioni. I cartoni pieghevoli vengono impilati pronti per il montaggio e sono completi di vassoi per uso alimentare preinseriti all’interno. Il monitoraggio dell’altezza della pila di cartoni pieghevoli è fondamentale per assicurare che questa non si esaurisca causando fermi linea. Il controllo viene dunque affidato all’accuratezza del sensore Q4X, un sensore intelligente che può tenere conto delle modifiche nelle dimensioni dei cartoni e della velocità della macchina,

oltre che dei frequenti cambi prodotto, per ridurre i tempi di preparazione e le operazioni richieste durante le transizioni. L’opzione Teach a due posizioni del sensore laser analogico Q4X è utilizzata per apprendere le condizioni “catasta massima” e “catasta esaurita”. È possibile anche effettuare regolazioni manuali per migliorare il risultato ottenuto. L’uscita analogica offre una misura in tempo reale dell’altezza della catasta. Ciò consente all’incartonatrice di disporre di più setpoint di “chiamata componenti”, senza dover spostare manualmente il sensore. Inoltre, il sensore laser TurckBanner Q4X è in grado di rilevare accuratamente oggetti di più colori con superfici riflettenti o rugose, quali le confezioni di bustine di tè. All’avanzare delle bustine di tè sulla linea, il sensore Q4X rileva in modo affidabile i prodotti multicolore. Il sensore Q4X assicura un rilevamento affidabile anche di oggetti più complessi, ad esempio componenti neri su sfondo nero.


robotica & automazione ○○○ ABB, INTERLOCUTORE UNICO PER IL PACKAGING E LA LOGISTICA Le aree di applicazione in cui ABB propone i suoi prodotti sono molteplici e riguardano più segmenti all’interno del ciclo produttivo. La prima area in cui può esserci l’utilizzo di una macchina ABB è il confezionamento primario, che corrisponde all’operazione di presa di un prodotto non ancora confezionato per dargli una “prima casa” in cui stare. Questa può concretizzarsi in oggetti differenti a seconda del tipo di prodotto utilizzato: ad esempio un astuccio, un termoformato, un flow pack. I robot però sono presenti anche nell’imballaggio secondario, cioè nel posizionare un prodotto confezionato in una scatola da spedizione. Infine c’è una terza area in cui ABB mette a disposizione le proprie conoscenze: quella in cui la scatola di spedizione può essere manipolata e posizionata su un pallet. La grande versatilità dei robot li rende utilizzabili anche in altre applicazioni, come nel caso della depallettizzazione o direttamente lungo il processo produttivo. Applicazioni già realizzate da ABB sono ad esempio il taglio della cagliata, il porzionamento delle merendine, o ancora l’incisione del pane. Tutto questo si traduce in una crescente attenzione da parte dell’industria alle soluzioni robotizzate. ABB ha acquisito un player importante nel campo della logistica, scelta strategica in considerazione del fatto che sempre più spesso le aziende si rivolgono verso soluzioni di automazione robotica per incrementare l’efficienza e la flessibilità dei loro magazzini e centri di distribuzione. Grazie all’esperienza acquisita a livello globale in settori che spaziano dall’e-commerce al retail, dalla GDO alle poste, ABB è in grado di supportare utilizzatori finali e integratori, fornendo soluzioni modulari e quindi scalabili

che risultano oltretutto essere più flessibili e semplici da gestire, con tempi di installazione ridotti e con la possibilità di modificarne la destinazione di uso a seconda delle necessità. Al mercato questa scelta porta indubbi benefici sotto gli aspetti della razionalità: con questa nuova opportunità offerta, integratori e utilizzatori possono ora contare su un unico partner per tutti gli addendi che compongono la catena del packaging, anche dopo il packaging inteso in senso stretto, fino ad arrivare alla preparazione dell’ordine da inviare al cliente finale. Con tutti i vantaggi diretti e indiretti che ne conseguono in materia di rapidità, efficienza e flessibilità.

LE SOLUZIONI DI SICUREZZA PROPOSTE DA PILZ Per il controllo delle aree in sicurezza, Pilz offre due soluzioni tecnologiche: la prima sfrutta la tecnologia laser ed è rappresentata dal laser di sicurezza PSENscan, mentre la seconda si basa sulla tecnologia radar ed è integrata nel sistema radar sicuro LBK. Con PSENscan è possibile controllare e disegnare aree con angolo di apertura fino a 275° con la possibilità di introdurre dei filtri che permettono un miglior comportamento in caso di polvere e sporco. Da non dimenticare, inoltre, la possibilità di gestire la sostituzione del laser scanner tramite una memoria removibile che garantisce flessibilità e tempi di fermo ridotti. Nuova versione Master-Slave, PSENscan garantisce inoltre la possibilità di ottimizzare il cablaggio con il collegamento in cascata oltre ad avere un unico progetto per la realizzazione dell’applicazione. Un numero crescente di aziende si sta muovendo verso una collaborazione sempre più spinta tra uomo e robot, ma ogni applicazione deve garantire un’interazione sicura secondo le norme vigenti. Fin dall’inizio Pilz ha partecipato alla creazione di Industrie 4.0, vi è quindi molta sensibilità sulle tematiche della quarta rivoluzione industriale, e tra queste la robotica collaborativa. Pilz nasce come azienda di componentistica di sicurezza e nel tempo si è sviluppata un’attività di Service che fornisce consulenza a costruttori ed End User per la realizzazione di macchine e impianti sicuri in conformità con le direttive e le norme applicabili. Le norme EN ISO 10218‑1 e 10218‑2 riguardavano in particolare i robot standard, ma due anni fa è stato pubblicato il Technical Specification ISO/TS 15066, in cui sono previsti 4 possibili modi operativi; i primi 3 utilizzabili anche con robot standard, mentre il quarto riguarda la collaborazione diretta uomo-macchina, dove urto e schiacciamento sono contemplati. In questo caso i robot devono avere funzioni di sicurezza atte a garantire il rispetto di valori di forza e pressione in base anche alla parte del corpo che può essere interessata. Con i servizi di consulenza Pilz supporta l’utente nella realizzazione dell’applicazione con analisi e definizione di soluzioni da implementare, cui segue una verifica di quanto fatto e un’ulteriore fase di validazione. Da anni Pilz lavora in questo settore e sempre più aziende iniziano a utilizzare robot in modalità collaborativa soprattutto per operazioni Pick&Place.

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focus L’etichettatura fa parte del branding di un prodotto e consente la sua identificazione. L’informazione stampata legata al prodotto fornisce informazioni dettagliate per il riconoscimento. A volte il consumatore prende la sua decisione di acquisto sul punto vendita osservando proprio l’etichettatura del prodotto.

Etichettatura automazione e flessibilità a portata di mano

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e etichettatrici sono disponibili con svariati design e configurazioni. I modelli semiautomatici sono predisposti per la fornitura manuale delle etichette da applicare sui prodotti. Le etichettatrici automatiche sono integrate nel processo di produzione. Spesso sono connesse ad altri sistemi e ricevono automaticamente i prodotti da sigil-

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lare. Una macchina etichettatrice manuale applica una nuova etichetta a comando. Le etichettatrici sono una sottocategoria dei sistemi di etichettatura e forniscono prodotti, pallet o confezioni con identificatori o informazioni univoche. Principalmente, servono per identificare correttamente gli imballaggi secondari (sacchetti, scatole, pacchi,

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ecc.) e pallet. Gli applicatori automatici permettono di incollare le etichette su prodotti in linea velocemente e con precisione millimetrica. Si tratta di macchinari professionali destinati a fabbriche e industrie, utilizzabili in fase di definizione del prodotto o dell’imballaggio. I dispensatori di adesivi prestampati lavorano alla velocità decisa dagli operatori in base ai prodotti su cui vengono applicate le etichette. Queste vengono caricate con appositi rotoli sulla macchina, che poi le trasferisce sugli elementi posti in linea. Il mercato offre un’ampia gamma di soluzioni in grado d’intervenire in realtà aziendali di diversa grandezza, con differenti esigenze produttive in termini di volumi di produzione. Ma non solo, ampio è anche l’assortimento delle macchine specifiche per settore merceologico e per supporto impiegato. Tanti i modelli disponibili sul mercato: dalle etichettatrici automatiche con nastro o catena di trasporto, alle semiautomatiche, dalle etichettatrici trasversali ai sistemi di etichettatura, di semplice integrazione in logistiche preesistenti, su confezionatrici o nastri trasportatori e molto altro ancora.


sistemi di etichettatura ○○○ ETIPACK, ETICHETTATURA INNOVATIVA E INTELLIGENTE La linea di etichettatrici automatiche industriali e di sistemi per l’etichettatura prodotti da Etipack comprende soluzioni standard, personalizzate o su progetto, adatte a soddisfare i bisogni e gli obiettivi degli utilizzatori di diversi settori, dalla piccola alla grande azienda. Tra le etichettatrici automatiche industriali per l’applicazione di etichette autoadesive da 100 fino 300 mm di larghezza, troviamo Energy con velocità di applicazione fino a 60 m/min; Strong con velocità inferiore fino a 30 m/min ed Extreme con la velocità più alta della gamma fino a 80 m/min. Energy è stata sviluppata da Etipack, grazie ad una collaborazione con il reparto di azionamenti elettrici dell’Università di Udine. Il risultato è un’etichettatrice innovativa nel motore, nell’elettronica, nei consumi e nelle possibilità di configurazione. Energy è equipaggiata con un motore passo-passo retroazionato: questo permette di ottenere elevate frequenze di applicazione, mantendo sempre un controllo ottimale sulla precisione di distribuzione dell’etichetta. L’innovativa elettronica multitasking dell’etichettatrice permette di gestire più funzioni contemporaneamente. L’etichettatrice Strong è il modello entrylevel della gamma. É compatta, robusta, affidable ed economica, per coprire un’ampia gamma di esigenze di etichettatura industriale. La configurazione è totalmente personalizzabile con

applicatori e terminali di distribuzione di diversa lunghezza in funzione delle esigenze di applicazione delle etichette. Extreme è il modello più performante della generazione di etichettatrici EWay prodotta da Etipack. Come la Energy anche Extreme è equipaggiata con il motore passo-passo retroazionato e l’innovativa elettronica multi-tasking. L’etichettatrice Energy è predisposta per la funzione energy-saving. Non mancano nell’offerta Etipack i sistemi di etichettatura automatici industriali, che possono gestire etichettature avvolgenti, frontali, laterali, superiori, inferiori e a sigillo.

IL LABELLING PROPOSTO DA NIMAX Oggi più che mai il labelling dei prodotti mira a garantire che i consumatori dispongano di informazioni complete sul contenuto e sulla composizione dei prodotti, allo scopo di tutelarne la salute e gli interessi. Alcuni prodotti alimentari, come gli organismi geneticamente modificati, i prodotti alimentari allergeni, i prodotti alimentari destinati ai lattanti o varie bevande sono più soggetti di altri a regolamentazioni specifiche. La Divisione Labelling di Nimax dispone della soluzione idonea a stampare e applicare qualsiasi etichetta. In particolare, gli applicatori di etichette autoadesive Nimax possono essere facilmente inseriti in linee di confezionamento esistenti e sono dotati di una meccanica robusta e modulare, adattabile a spazi particolarmente angusti. Gli applicatori sono in grado di accogliere rotoli di etichette fino a 500 mm di diametro per un’elevata autonomia di funzionamento. Per quanto riguarda i sistemi stampa e applica, essi consentono la stampa e l’etichettatura su imballi secondari e terziari, sia in movimento che fermi. Il sistema modulare consente un’elevata flessibilità di applicazione a seconda delle esigenze del cliente. Ogni sistema è costituito da controller, stampante e applicatore. Mentre il controller rimane invariato a seconda dell’applicazione, quello che rende così flessibile e modulare il sistema è la possibilità di avere a disposizione una vasta gamma di stampanti (trasferimento termico e termiche dirette) con varie larghezze di teste di stampa e di applicatori (tampone, soffio, a contatto) proprio per soddisfare ogni singola esigenza.

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focus MODULARITÀ NELL’INNOVATION DESIGN… FIRMATA P.E. LABELLERS La forza sta nella flessibilità. È un concetto fondamentale, che strizza l’occhio agli stessi principi evolutivi. “Sopravvive e vince chi più è capace di adattarsi ai cambiamenti”, ci insegna Darwin. P.E. LABELLERS ha costruito la sua leadership su questo punto chiave e il mercato continua a darle ragione. Da quasi 50 anni. Il gruppo P.E. ha fatto la storia del food nel mondo, grazie alla sua capacità di adattare le macchine etichettatrici alle nuove esigenze produttive delle aziende e agli standard di qualità sempre più alti imposti dal mercato. Come? Dando la precedenza ai clienti, sempre. Ascoltandoli, visitandoli,

studiando le diverse necessità produttive, interpretandone gli obiettivi di business. È così che, anno dopo anno, i requisiti espressi dalle aziende sono diventati il patrimonio tecnologico di P.E. Oggi l’industria del food, dai latticini alle salse, dall’olio alle conserve, dalle creme spalmabili ai sottaceti, richiede un livello di competenza e flessibilità che solo attraverso un approccio modulare è possibile soddisfare completamente. P.E. gioca d’anticipo e risponde con soluzioni smart di Innovation design. Quale sia la soluzione automatizzata proposta, il punto chiave resta l’assoluta flessibilità nel combinare tra loro le differenti tecnologie di etichettatura, partendo da un corpo macchina e inserendo stazioni di etichettaggio modulari di ogni tipo. Dalle adesive alla colla a freddo, dalle pretagliate con colla a caldo alle soluzioni di etichettatura ibride. Facile intuire quindi quanto vasta sia la gamma di modelli tra cui poter scegliere. Il driver è sempre l’esigenza produttiva da soddisfare, le velocità da ottenere e i tipi di abbigliamento con cui rivestire – e dare valore – a prodotti e contenitori differenti per materiali, fattezze e dimensioni. Grazie all’Innovation Technology è possibile abbattere ogni limite.

Il concetto di modularità è esteso a ogni componente delle macchine, progettato in soluzioni ergonomiche e fortemente orientato al risparmio energetico. Per questo sono tanti i mercati che trovano nelle macchine P.E. una risposta efficace, che si traduce in saving economico e reale ottimizzazione delle proprie linee di produzione. Non ci sorprende quindi che oltre il food & dairy, le etichettatrici P.E. servono da sempre tutto il mondo del beverage, wine&spirits, mineral waters, personal & home care, le industrie chimiche e farmaceutiche, il pet food. Come sempre, ciò che è prezioso va protetto: la capacità di fornire i servizi specialistici per tipologia di macchina, in ogni area geografica, con un corpo di oltre 90 profili tecnici globalmente distribuiti, rappresenta un plus di enorme valore. Significa poter contare su un’assistenza no-stop anche da remoto, su programmi di manutenzione specifici ed evolutivi, training formativi dedicati, a casa del cliente o presso le aule attrezzate della PE University. Vi chiedete cosa c’è in gioco? Tutto.

ETICHETTATURA AUTOMATICA E INDUSTRIALE DA FINLOGIC Finlogic produce, installa e manutiene sistemi di etichettatura industriale per aziende di ogni dimensione. L’applicazione automatica ottimizza sensibilmente la vita degli operatori in diversi settori industriali: da quello alimentare a quello cosmeticofarmaceutico, dal logistico al settore chimico, fino alle industrie manifatturiere. Gli applicatori etichette si utilizzano quando il sistema prevede la sola applicazione dell’etichetta precedentemente stampata. L’applicatore di sfrido è il sistema che concettualmente si avvicina di più all’applicazione da banco, si tratta di dispensare l’etichetta affinché il prodotto la distacchi definitivamente dall’applicatore, nelle fasi immediatamente successive accessori differenti provvederanno a completare la fase di applicazione che naturalmente non avrà avuto modo di aderire perfettamente al prodotto. L’applicatore a contatto richiede l’uso di sistema più complesso composto da un pistone e relativa piastra di supporto

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per l’etichetta (piattello) il tutto controllato da una logica di processo estremamente lineare. Il sistema di applicazione in prossimità è una soluzione ulteriormente raffinata rispetto alla modalità di applicazione a pistone della quale mantiene tutte le peculiarità. La sola differenza non trascurabile consiste nel montaggio di particolari sensori di prossimità che intercettano l’oggetto e attivano il processo di «sparo» dell’etichetta sul prodotto. I sistemi print&apply sono formati da un applicatore di etichette a cui viene integrato una stampante per la realizzazione di etichette complete in tutti i dati, fissi e/o variabili. Particolarmente adatte a situazioni in cui il cliente ha necessità di sovrastampare l’etichetta totalmente o per larghe porzioni di essa. La tecnologia a trasferimento termico risulta interessante sia per la flessibilità che offre che per la l’ottimo rapporto qualità/resistenza della stampa che possiede.


sistemi di etichettatura ○○○ METTLER TOLEDO, NUOVA SOLUZIONE DI ISPEZIONE PER ETICHETTE Le due nuove funzionalità della tecnologia Product Data Check di Mettler Toledo permettono di eseguire controlli sulle etichette di un’ampia varietà di confezioni di prodotti alimentari e farmaceutici per ridurre al minimo rilavorazione, richiami e sprechi, migliorare le efficienze operative e tutelare l’integrità del marchio, Mettler-Toledo Ispezione Prodotti ha presentato due nuove opzioni della tecnologia Product Data Check che verranno integrate nei sistemi di controllo peso esistenti della serie C. I nuovi componenti aggiuntivi per l’ispezione visiva consentono ai produttori di incorporare videocamere intelligenti completamente integrate nelle loro linee di produzione per verificare la presenza delle etichette corrette. Le nuove opzioni della tecnologia Product Data Check permettono di verificare etichette di prodotti confezionati di diverse dimensioni sulla stessa linea per un’ampia gamma di applicazioni alimentari e

farmaceutiche. I vantaggi includono: - Riduzione al minimo dei tempi di rilavorazione per il personale, dato che gli errori di etichettatura vengono rivelati prima che il prodotto confezionato possa raggiungere la fase di confezionamento secondaria. -Diminuzione dei richiami di prodotto grazie alla conferma che solo i prodotti confezionati correttamente etichettati possono lasciare lo stabilimento di produzione. La tecnologia scarta le etichette che mostrano informazioni errate sugli allergeni secondo i criteri pre-programmati. Inoltre, dopo i cambi di prodotto, verifica che alle confezioni vengano applicate le etichette corrette. -Riduzione degli sprechi e dei costi a essi associati, dato che i prodotti con etichette non conformi o errate possono ora essere correttamente riconfezionati. - Miglioramento dell’efficienza operativa con la riduzione dei tempi di configurazione delle linee per nuove

ispezioni delle etichette al momento dei cambi di prodotto, grazie a un software pre-programmato e facile da usare. - Protezione della brand reputation da tutte le eventuali ripercussioni negative dovute a una qualità inferiore delle confezioni o dalla diffusione sul mercato di prodotti con etichette errate. Le verifiche delle etichette eseguite dalla nuova tecnologia includono il riconoscimento ottico dei caratteri e la verifica ottica dei caratteri, l’identificazione di testo alfanumerico e di codici 1D e 2D.

EUROCODING, RIBBON DI QUALITÀ PER OGNI ESIGENZA Nella propria gamma “ribbon”, Eurocoding fornisce ai propri clienti la migliore qualità che il mercato può offrire. Tutti i prodotti sono brevettati, rispettano l’ambiente, sono conformi alle restrizioni RoHS, REACH e hanno superato i test ISEGA e si presentano in ogni tipo di materiale disponibile sul mercato: cera, cera-resina, resina. La gamma Eurocoding offre inoltre un’ampia varietà di nastri colorati, oltre a prodotti dedicati a particolari settori, come il tessile. La gamma comprende 4 serie: - la serie Wax è composta da nastri a trasferimento termico in cera multi-uso, adatto ad una vasta gamma di applicazioni per stampa di testi e grafica. Ha una buona resistenza all’abrasione e allo sfregamento ed una notevole tecnologia che assicura alla testina una vita di oltre 3 milioni di pollici di stampa (76,2 Km). Wax è in assoluto uno dei migliori nastri per la stampa di codici a barre nel mercato odierno sempre più esigente e competitivo; - nastri Wax+ sono a trasferimento termico a base di cera arricchita: una formula brevettata di inchiostrazione che garantisce una eccellente durata, assenza di elettricità statica, stampa a bassi valori energetici, ad alta velocità, con ampia versatilità, e presenta caratteristiche che assicurano la stampa di oltre 3 milioni di pollici. Wax+ è considerato da molti OEM, fabbricanti di etichette e VAR come il miglior prodotto tra i nastri in cera arricchita; - sono invece a base di cera/resina i nastri Wax X, brevettati

con eccellente durata e una migliorata resistenza ai graffi. La formula Wax X elimina l’elettricità statica, permette una stampa a bassi valori energetici e ad alta velocità, con ampia versatilità, e presenta caratteristiche che assicurano la stampa di oltre 3 milioni di pollici. Nessun altro nastro in cera/resina offre gli stessi benefici e competitività di prezzo di Wax X! - Resin è una serie di nastri a trasferimento termico a base di resina standard ad alta resistenza all’abrasione, all’umidità, alla luce solare ed ad alcuni solventi. I nastri Resin sono adatti per applicazioni esterne come quelle dell’orticoltura e delle parti meccaniche. Il prezzo competitivo lo rende una delle prime scelte nella categoria dei nastri in resina. Tra le caratteristiche tecniche, il punto di fusione inchiostro varia dai 65°C di Wax, ai 73°C di WAX+, i 74°C di Wax X ai 105°C di Resin. Lo spessore di tutti i nastri è <9 µ m. Condizioni di stoccaggio fino a 12 mesi con temperatura 5-35°C e umidità 20-80%.

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case history Siemens si dimostra un partner affidabile, capace di supportare i costruttori di macchine automatiche nel progettare e costruire soluzioni dedicate al settore del packaging, partendo dal concept fino alla messa in servizio.

Sitma 8002, affidabilità garantita da Siemens Sitma Machinery, con sede a Spilamberto, in provincia di Modena, è una storica azienda nel panorama delle macchine automatiche per il packaging, post-press ed e-logistic. Sitma 8002 è l’innovativa soluzione per il wrapping di pizze e altri cibi surgelati, in grado di raggiungere la velocità di 9000 prodotti/ora, con costruzione modulare in linea con i requisiti di hygienic design. Il cuore della Sitma 8002 è il controllore motion SIMOTION D che comanda il drive modulare SINAMCS S120 e i servomotori SIMOTICS 1FK7. Una combinazione perfetta per performance massime ed estrema flessibilità. Sono Siemens anche gli inverter SINAMICS G120C, la periferia decentrata ET200SP, le due interfacce operatore SIMATIC Comfort Panel, e un PLC S7-1200 dedicato al tunnel di termoretrazione. Il tutto è integrato nella piattaforma TIA Portal. Sitma ha saputo dimostrare la sua capacità di innovare creando soluzioni dedicate a confezionare con termosaldatura una vasta gamma di prodotti con forme ed esigenze più disparate. Siemens è il partner ideale con il quale affrontare ogni sfida nel mondo delle macchine da packaging. Inquadra QRCode per vedere il video

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Automazione Siemens

cuore delle macchine per packaging

CFT si affida a Siemens per la sicurezza Il Gruppo CFT di Parma si occupa di progettare e costruire impianti completi nel settore del Food & Beverage, dal processo al confezionamento primario e secondario. La divisione packaging, in particolare, si dedica alla realizzazione di riempitrici rotative ad elevata tecnologia. Uno dei molti aspetti sfidanti in macchine di questo tipo è quello della sicurezza funzionale. È molto importante poter garantire all’operatore di lavorare a carter aperti, in piena sicurezza e senza ridurre la produttività. CFT ha raggiunto lo scopo utilizzando i PLC fail-safe Siemens della serie S7-150 con I/O safety su periferia ET200SP in combinazione con SIMOTION per le funzionalità Motion Control. Comandando la funzione Safely Limited Speed integrata nei drive SINAMICS S120, è possibile monitorare in modo sicuro e certificato la velocità dei vari assi, prevenendo accelerazioni che potrebbero procurare danno agli operatori o alla macchina stessa. Il tutto con un software di macchina snello e semplificando in modo considerevole il cablaggio nel quadro elettrico grazie alla comunicazione Profisafe. Inquadra QRCode per vedere il video


case history Parmacotto ha installato un innovativo e complesso sistema di vuoto centralizzato di Becker Italia, che è stato progettato per ottimizzare i tempi di lavorazione e migliorare la qualità delle carni.

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armacotto opera sul mercato italiano producendo e commercializzando salumi di alta qualità nel canale GDO e dettaglio tradizionale. Parmacotto possiede quattro stabilimenti produttivi: uno per la produzione dei prosciutti cotti ed arrosti a San Vitale Baganza, uno di affettamento e confezionamento a Marano, uno per la produzione di salami e stagionati a Felino e uno per la produzione di prosciutti crudi a Pratopiano; tutti i siti produttivi sono localizzati in provincia di Parma. L’azienda oggi conta circa 200 dipendenti e si avvale di una rete di vendita di 130 agenti, presenti in modo capillare su tutto il territorio nazionale. Nel corso del 2019, Parmacotto ha deciso di installare un sistema centrale innovativo e complesso prodotto dalla Becker Italia. Il nuovo sistema è stato studiato e progettato in modo tale che i tempi di lavorazione di Parmacotto fossero ottimizzati e la qualità delle carni migliorata, grazie anche alla loro forte esperienza di processo. Parmacotto, grazie anche ad una forte penetrazione nei mercati internazionali, prevede un incremento della produzione di prosciutto cotto e, grazie a questo impianto e all’alto vuoto, una maggior qualità dei prodotti.

IL NUOVO SISTEMA CENTRALIZZATO

Con questo progetto sono stati liberati spazi occupati dai precedenti sistemi di vuoto per ampliare le aree di produzione. Questo ha permesso di aumentare il nu-

Becker

sistema centralizzato per Parmacotto mero di zangole, tutte asservite dall’impianto di vuoto, incrementando la produttività giornaliera di prosciutto cotto del 25%. Inizialmente non esisteva una linea di vuoto centralizzato. I sistemi di vuoto precedentemente installati, composti da pompa ad anello liquido + Roots, fornivano il vuoto alle zangole ma solo uno per volta, e alcune attività erano totalmente manuali a carico del personale addetto alla produzione, attività che col sistema Becker e l’integrazione al controllo di gestione di Parmacotto sono state automatizzate. Oltre al sistema di vuoto centralizzato con pompe a vite e quadro di gestione, è stata installata e collegata all’impianto Becker la doppia tubazione ad anello (alto e basso vuoto), con calate e valvole motorizzate collegate alle zangole. Lo scambio tra alto e basso vuoto è ora completamente gestito dal sistema di produzione di Parmacotto, mentre la centrale del vuoto garantisce i livelli di vuoto constanti per la produzione. Si è così garantita una pressione di lavoro costante su tutte le macchine di produzione e allo stesso tempo la riduzione dei tempi di evacuazione attraverso il controllo della velocità delle pompe installate. Becker Italia ha integrato nel sistema i soffiatori Roots esistenti, smontati dai precedenti sistemi di vuoto, integrandoli con inverter nella funzione di acceleratori Booster, e fornito tutte le restanti pompe a vite a secco – gruppi, strutture, telai, connessione, filtri, ecc. – montando il tutto nella sala pompe nello stabilimento di Sala Baganza, Parma.

MAGGIORE EFFICIENZA

Il nuovo sistema di vuoto centralizzato con pompe a vite ad alta efficienza, configurate specificamente per applicazioni di degassaggio, unito alla programmazione e al controllo delle singole unità, hanno portato ad una riduzione del consumo energetico del 50%. È stato eliminato il sistema di raffreddamento delle pompe ad anello liquido, e i relativi costi di depurazione e raffrescamento dell’acqua. Si sono inoltre ridotti drasticamente i costi di manutenzione, in quanto le pompe a vite a secco necessitano di pochi controlli, in media un solo intervento all’anno, a differenza di pompe lubrificate e pompe ad anello liquido che necessitano di sostituzioni di componenti ad usura e revisioni periodiche. Il controllo e la gestione della centrale del vuoto sono totalmente automatizzati ed integrati col sistema di gestione di Parmacotto, in perfetta sintonia con l’industria 4.0. I livelli di vuoto sono stabili e grazie anche ad un adattamento della tecnologia di processo si sono raggiunti buoni livelli di qualità dei prosciutti. Con una fornitura di vuoto efficiente e affidabile, Parmacotto può ora dedicarsi completamente alla cura e al dettaglio dei suoi prodotti.

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case history

Leister

Fra le numerose proposte di Leister, i riscaldatori industriali risultano particolarmente interessanti per il settore alimentare: efficienti e performanti, permettono di ottenere un’elevata produttività e raggiungere ottimi risultati a costi ragionevoli. Il tutto nel pieno rispetto degli standard posti a tutela della qualità degli alimenti e della salute dei consumatori. Ne abbiamo parlato con Antonio Colleroso, tecnico commerciale di Leister per questa linea di Antonio Colleroso, prodotti.

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il calore di processo che fa bene al food

lizzazione o il preriscaldo rapido, necessario ad esempio per contenitori in vetro che vanno riempiti con sostanze calde per evitare crepe da sbalzo termico, l’asciugatura con aria calda elimina ogni traccia di acqua rapidamente e mantiene la temperatura del contenitore al livello richiesto. In alcuni processi, l’asciugatura e il riscaldamento ad aria calda, che non lascia tracce di condensa, possono anche rendere superflui ulteriori trattamenti a valle del riempimento, contribuendo così a mantenere inalterati i pregi organolettici del prodotto confezionato.

tecnico commerciale di Leister per i riscaldatori industriali

e applicazioni dell’aria calda nell’industria alimentare sono numerose: quali sono le più richieste? Un’applicazione che da sempre interessa il settore alimentare è l’asciugatura e la sterilizzazione dei contenitori per alimenti. A seconda del prodotto e del processo, può essere richiesto un lavaggio con acqua, una sterilizzazione a vapore o con perossido di idrogeno; in ogni caso il contenitore va asciugato prima del riempimento, per evitare che eventuali residui di acqua o altre sostanze alterino il contenuto.

te poco gradito alla maggior parte dei microorganismi. Se il processo di confezionamento prevede la sterilizzazione del contenitore con perossido di idrogeno, disinfettante efficace ma non commestibile, la successiva asciugatura ad aria calda ne elimina completamente i residui evitando ogni contaminazione del contenuto. Nel caso di utilizzo di vapore per la steri-

● Quali vantaggi presenta l’uso di questa tecnologia? L’aria calda è apprezzata per diversi aspetti. I riscaldatori Leister possono erogare getti di aria a una temperatura che può arrivare a 650°C; già alle temperature di 150-200°C usate in molti processi di asciugatura si crea nel contenitore un ambien-

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● Quali sono i riscaldatori più utilizzati in questi processi? Riscaldare ingenti quantità di contenitori in tempi brevi richiede sistemi con potenza e portata elevata: la soluzione migliore è rappresentata dai riscaldatori Leister abbinati a soffianti in grado di generare una pressione adeguata. Fra i riscaldatori più apprezzati dall’industria alimentare spicca LE 10000 DF-C Clean Air Heater, progettato per ambienti nei quali sono richieste condizioni igieniche particolarmente stringenti, come appunto il setto-


re alimentare. Questo riscaldatore a doppia flangia è prodotto con materiali assolutamente atossici e senza isolamento termico in mica così da ridurre al minimo eventuali emissioni di particolato. Dalle prestazioni elevate – fino a 17 kW di potenza e 650°C di temperatura dell’aria in uscita – Clean Air Heater può essere abbinato a soffianti o, grazie alla sua robustezza, anche ad aria di rete: può quindi esser collegato direttamente al compressore, un vantaggio nel caso i protocolli prevedano l’utilizzo di aria purificata mediante filtri come quelli spesso presenti nei compressori industriali, o in impianti dove l’aria calda deve viaggiare attraverso canalizzazioni complesse prima di raggiungere il punto di utilizzo finale e dove la pressione richiesta è quindi maggiore. L’offerta di riscaldatori industriali Leister comprende inoltre la gamma LHS, con potenze erogabili dai 550 W ai 40 kW, disponibili in versione Classic, Premium (regolabile con potenziometro) e System (gestibili tramite PLC). Sufficientemente ampia da consentire una grande versatilità, la gamma LHS è caratterizzata dalla disponibilità di numerosi ricambi e accessori: resistenze, tubi, adattatori, flange, ugelli e riflettori. ● E per quanto riguarda le soffianti? I riscaldatori Leister possono essere abbinati a una grande varietà di soffianti che i nostri tecnici sanno consigliare a seconda delle caratteristiche dell’impianto; fra i più interessanti si possono ricordare Robust e Airpack. Robust è un soffiante compatto dalle notevoli prestazioni: con soli 8 kg di peso ha una portata d’aria di 1200 litri al minuto. Progettato con un sistema di insonorizzazione che lo rende molto silenzioso, è particolarmente robusto e può essere utilizzato in qualsiasi posizione, anche in continuo e in condizioni ambientali difficili. Per impianti di maggiori dimensioni è sicuramente indicato Airpack, soffiante ideale per applicazioni dove occorra convogliare grandi quantità d’aria a elevata pressione. Potente (2200W) e performante (3900 litri al minuto), può essere utilizzato per alimentare anche più di un riscaldatore alla volta. Anche per Airpack sono disponibili numerosi accessori: tubi, adattatori e ugelli. Soffianti e riscaldatori Leister costituiscono una combinazione vincente per le esigenze dell’industria alimentare, anche grazie all’ottimo servizio di assistenza: la loro robustezza li rende poco soggetti a necessità di manutenzione, ma in caso di necessità i nostri uffici tecnici sono a disposizione, anche in questo periodo, per assicurare continuità ai processi nel pieno rispetto di tutte le normative di sicurezza e salute vigenti.


case history Dalla partnership tra Schneider Electric e Mazzetti, azienda che produce macchinari per il settore del cioccolato, è nata una nuova macchina dosatrice con funzionalità innovative e realizzata con tecnologie pensate per ridurre l’impatto ambientale e il consumo di risorse energetiche.

L

a Renato Mazzetti è un’azienda che dal 1972 costruisce macchine e impianti modellatori per l’industria del cioccolato, che rispondono a tutte le esigenze di lavorazione: pralinatura, decorazione, produzione di tavolette e cioccolatini. L’azienda, che ha sede centrale a Tribiano (MI), ha circa 40 dipendenti e propone le sue macchine a clienti italiani e di altri 30 Paesi del mondo.

UN PROCESSO INNOVATIVO E PERSONALIZZATO

Punto di forza di Mazzetti, che oggi è guidata dal fondatore Renato coadiuvato dai due figli Fabio e Walter, è una grande specializzazione e capacità di creare soluzioni per tutte le fasi e tipologie di lavorazione del cioccolato, altamente personalizzate, che soddisfano anche le esigenze di efficienza dell’uso delle risorse e sostenibilità, particolarmente sentite nel settore del Food & Beverage. Ne è un esempio la nuova macchina dosatrice per il dosaggio del cioccolato, realizzata interamente con tecnologie dell’offerta PacDrive3, l’architettura di automazione Schneider Electric dedicata al mondo del confezionamento e dell’automazione dei processi di produzione. La macchina consente di realizzare con estrema flessibilità e rapidità cambi di ricetta, grazie a una realizzazione di tipo modulare che riduce

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Mazzetti

la dolcezza è sostenibile con EcoStruxure tempi e necessità di intervento (e di fermo). Si adottano soluzioni di motion LMC216, motorizzazioni ad alta efficienza energetica (brushless) SH3, servo azionamento della gamma Lexium 52 e un HMI Harmony GTU; inoltre, Harmony IIoT Box consente di sfruttare il potenziale della connettività, raccogliendo i dati dalla macchina e rendendoli disponibili alle numerose applicazioni digitali, chiamate Advisor, che Schneider Electric rende disponibili, in locale o su cloud sicuro, come strumenti per supportare le attività di manutenzione, oppure per rinnovare le attività di Service delle macchine, garantendo ai propri clienti OEM di introdurre valori differenzianti nelle loro macchine. In questo caso, in particolare, Mazzetti si serve dell’app Industrial Device Pocket Service, per il commissioning e la manutenzione, con importanti vantaggi in termini di tempestività di rilevazione dei problemi e ottenendo capacità di diagnosi da remoto, che riducono gli interventi di assistenza sul campo. Altra applicazione che si basa sul digitale è EcoStruxure Augmented Operator Advisor, un’app destinata all’operatore di macchina o all’operatore in carico della manutenzione, che possono usare la realtà aumentata per potenziare le capacità e di interazione con la macchina stessa, consentendo di rendere disponibili vari tipi di informazioni, tra cui variabili in tempo reale, schemi, manuali, procedure ope-

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rative o manutentive guidate e sopporto “live” di un esperto remoto.

SOSTENIBILITÀ, UN VALORE AGGIUNTO

“Collaboriamo con Schneider Electric per l’automazione delle nostre macchine da almeno 15 anni”, spiega Fabio Mazzetti, responsabile commerciale dell’azienda. “È un rapporto a tutto tondo che si configura come una vera partnership, nella quale mettiamo a fattor comune le nostre specifiche competenze. L’offerta di Schneider Electric ha anticipato esigenze che oggi sono sempre più importanti per gli utenti finali, come la sostenibilità: poter dire ai nostri clienti che creiamo per loro soluzioni altamente performanti con componentistica che ha caratteristiche di reale sostenibilità e riciclabilità, certificata, è un valore aggiunto”. La sostenibilità della macchina in tutto il ciclo di vita – certificata dall’etichetta “Green Premium” che contraddistingue i componenti Schneider Electric che rispettano le normative in materia ambientale, hanno elevata riciclabilità a fine vita e circolarità – fa bene al pianeta e anche al business. Infatti, la soluzione di automazione realizzata si caratterizza per un’elevata efficienza energetica complessiva consentendo una riduzione di circa il 40% della componente energia che contribuisce in modo significativo alla riduzione dei costi legati alla produzione.


case history Il Micro Croissant® di La Petite Bretonne è la stella fra i prodotti del forno canadese. Ogni giorno vengono prodotti fino a 1,2 milioni di Micro Croissant®. Per un processo produttivo efficiente è necessario un alto grado di automazione nella produzione. Per ampliare la produzione La Petite Bretonne si affida alla affida alla tecnologia di Schubert.

“L

a Petite Bretonne avrebbe bisogno di moltissimi collaboratori per poter soddisfare la forte richiesta“ dice Julian Conway, sales account manager della Schubert North America responsabile per il progetto. Julian Conway e SergeBohec, il proprietario di La Petite Bretonne, collaborano già da molti decenni e li unisce un rapporto di fiducia. Per adattare i processi esistenti ai volumi della produzione in continua crescita il forno cercava una soluzione di alta qualità per l’automazione che fosse altamente flessibile, molto compatta e contemporaneamente economica. Il produttore aveva già diverse macchine singole per l’automazione end-of-line quando venne a conoscenza del nuovo aggregato per flowpack della Schubert, il Flowmodul.

La Petite Bretonne e Schubert partnership ideale per i prodotti da forno

altamente efficienti. Offre brevi tempi di progettazione, montaggio e un costo iniziale molto interessante. I ben collaudati gruppi standard TLM e la tecnologia intelligente dei robot garantiscono l’esercizio affidabile e l’alta disponibilità dell’impianto. Il nuovo lightlineFlowpacker della Petite Bretonne confezionerà diversi dolci di pasta sfoglia farciti (Danoise) ecroissant ripieni di cioccolato (Chocolatine) in diversi formati, su una linea che garantisce il trattamento delicato dei prodotti che sono estremamente fragili e sensibili al calore. La Schubert soddisfa i requisiti con un sistema completo che comprende quattro robot pick-and-place, uno scanner 3D e il Flowmodul. Lo scanner 3D verifica la posizione, la forma, il volume, il verso e il grado di doratura di ogni prodotto. Solo i dolci perfetti vengono

ammessi alla seconda fase del confezionamento. I prodotti da forno, successivamente, vengono inseriti delicatamente da quattro robot pick-and-place nella catena di alimentazione del Flowmodul, dove vengono confezionati in flowpack. Prima viene chiusa la saldatura longitudinale del flowpack con una unità a ultrasuoni e dopo quella trasversale utilizzando la tecnologia di sigillatura a caldo brevettata dalla Schubert con l’unità volante di sigillatura trasversale. L’unità volante si adatta automaticamente alla velocità del robot pick-and-place precedente, permettendo così di avere tempi di sigillatura costanti e saldature di alta qualità.

REDDITTIVITÀ E SCALABILITÀ PER IL FUTURO

Le macchine confezionatrici della Schubert si distinguono per la loro reddittività, l’alto grado di automazione e il vasto spettro di prestazioni. Tutti vantaggi che anche Bohec sottolinea soddisfatto: “È affascinante vedere che adesso siamo in grado di confezionare numerosi prodotti e formati su una linea unica. Sono convinto di aver trovato nella Schubert il partner giusto per le sfide attuali e future della nostra azienda“.

FLOWMODUL, UN’EFFICIENZA ELEVATISSIMA

Il Flowmodul è l’aggregato per flowpack, disponibile anche integrato nella gamma di macchine lightline della Schubert. La gamma comprende tre sistemi di confezionamento preconfigurati, compatti e

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aziende&strategie In oltre 40 anni Etipack ha fondato la propria crescita sulla produzione di soluzioni tecnologicamente avanzate per l’etichettatura e la codifica con etichette autoadesive e per la manipolazione dei prodotti. Marco Parretti, AD Etipack, ci racconta le strategie dietro il successo dell’azienda.

Etipack

spinta all’innovazione nel segno della continuità

● Quali sono i pilastri della filosofia aziendale di Etipack? In che modo l’azienda si pone sul mercato, anche alla luce dell’attuale momento storico? Nello sviluppo dell’azienda, ci anima una costante spinta innovativa che ha portato, e tuttora porta, a sviluppare soluzioni nuove e, in molti casi, costruite sulle esigenze del cliente. Ma non è solo il prodotto a fare la differenza. Siamo un’azienda molto vicina ai clienti con i quali stabiliamo relazioni fondate su un’autentica partnership. Il valore umano è perno del nostro differenziale competitivo e ci permette di sostenere che “un cliente Etipack non si sente mai solo”. Questo leitmotiv è ciò che riassume anche il nostro modo di porci sul mercato: la scelta di investire negli anni in reti vendite e post-vendita capillari e indipendenti e in un’assistenza tecnica improntata alla formazione di tecnici e distributori, si è rivelata vincente e ci permette di essere vicini ai clienti anche a livello globale. A questo si aggiungono le opportunità aperte dalla forte accelerazione dell’adozione di strumenti digitali e di processi che erano in standby e sono stati scardinati dall’emergenza, portandoci a semplificare alcune procedure e a trovare nuove soluzioni creative per essere più smart e proattivi verso il nostro network.

del gruppo tedesco Possehl. Si è trattata di un’acquisizione nel segno della continuità poiché alla guida è presente un management di dirigenti cresciuti all’interno dell’azienda che portano avanti i valori fondanti dell’innovazione, dell’etica e della trasparenza a tutti livelli e verso tutti gli stakeholders, dipendenti in primis. Diventare parte di un grande gruppo rafforza la posizione di Etipack sul mercato e le prospettive di sviluppo. Le nostre soluzioni sono destinate a un target di costruttori, distributori e aziende di produzione, con una maggiore concentrazione in Italia e in Europa e una presenza in crescita nel resto del mondo.

● Qual è oggi la struttura del gruppo e quali i principali mercati di riferimento? Nel giugno del 2019 Etipack è entrata a far parte della divisione Identification Solutions

● Quale logica industriale sottende la progettazione e costruzione delle vostre soluzioni? La nostra passione per la ricerca tecnologi-

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● Quali sono i vostri settori-target? E quali stanno mostrando le migliori performance? I nostri settori chiave sono alimentare, cosmetico, chimico, farmaceutico e cartotecnico, per i quali offriamo oltre 100 soluzioni organizzate in 18 linee produttive concepite secondo una logica industriale per garantire il valore dell’investimento nel tempo. Il settore alimentare, insieme al farmaceutico, è sicuramente quello che sta offrendo le performance migliori e che può dare la possibilità, per le aziende del nostro comparto, di chiudere il 2020 con risultato positivo nonostante la difficoltà oggettiva dovuta alla pandemia.

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ca ha portato, e tuttora porta, l’azienda a sviluppare soluzioni nuove e, in molti casi, costruite sulle esigenze del cliente. L’azienda ha come punto di forza un mix composto dalla produzione standardizzata, sempre oggetto di ricerca e sviluppo, e da una parte di produzione personalizzata studiata su misura per rispondere a bisogni particolari e sviluppare soluzioni suscettibili di avere mercato. Siamo sempre attenti a raccogliere nuove tendenze e se riteniamo che un grosso mercato si stia sviluppando, cerchiamo di interpretare il nuovo bisogno sviluppando un prodotto su misura per quel mercato con l’obiettivo di stabilire un nuovo standard. La standardizzazione è il punto di partenza per ogni progetto, per noi è sinonimo di affidabilità, poiché si basa su soluzioni consolidate che possiamo proporre al cliente certi di offrire il meglio. Anche per quanto riguarda le soluzioni custom, cerchiamo di interpretare e soddisfarenecessità specifiche, ma lo facciamo dove possibile, considerando sempre una personalizzazione dello standard. Questo ci consente di proporre sempre soluzioni di comprovata efficacia e stabilità. ● Quanto contano R&D e assistenza nella vostra strategia? Ricerca e sviluppo sonoper noi fondamentali, abbiamo un team dedicato all’innovazione continua del prodotto sia in ambito meccanico, sia soprattutto software che in termini di evoluzione è l’ambito che occupa oggi il peso maggiore. Lo studio delle


aziende&strategie ○○○ Marco Parretti, AD Etipack.

esigenze del mercato ci spinge a individuare nuove aree di investimento che ci spingono a creare nuove soluzioni e a rendere i nostri prodotti ancora più efficienti, ergonomici ed avanzati.La forza distintiva della nostra offerta è rappresentata siada un ottimo servizio di consulenza e progettazione in fase di acquisto, sia soprattuttoda un eccellente supporto nel postvendita in grado di garantire la business continuity, fattore cruciale soprattutto nei casi in cui le macchine Etipack siano parte di una linea. Il servizio di assistenza è uno dei fiori all’occhiello dell’azienda, efficiente, iperspecializzato e attento, punta a garantire un alto livello di servizio ancheda parte di distributori/consociati investendo in formazione per fornire un alto standard qualitativo di assistenza anche all’estero. ● Quali soluzioni siete in grado di offrire a supporto delle industrie alimentari? L’etichetta nel settore alimentare è utilizza-

ta in molteplici applicazioni e Il food packaging è caratterizzato da una grande varietà di soluzioni di imballaggio e da un elevato dinamismo in termini di sviluppo e creatività. Per questo Etipack ha sviluppato una gamma completa di soluzioni destinate sia alle industrie produttrici sia ai costruttori, che spaziano dall’etichettatura e manipolazione dei prodotti, a soluzioni complementari a supporto delle attività di marketing o di confezionamento. La gamma di prodotti comprende, infatti, sistemi ed etichettatrici per etichette autoadesive, stampa e applica di codici a barre, QR code, datamatrix, disimpilatori per vaschette e confezioni, alimentatori presa e posa, sfogliatori a frizione, alimentatori a bandoliera, stampanti termiche e gruppi stampa. Tra gli ambiti di maggior sviluppo e specializzazione degli ultimi anni citiamo quello dolciario, nel quale ci siamo distinti per applicazioni di etichette di piccolissime dimensioni per noti brand della cioccolateria, e IV gamma con sistemi fold&fix per la personalizzazione di imballaggi flessibili. Numerosissime sono inoltre le richieste di applicazioni per l’apposizione di etichette “sopra/sotto” su varie tipologie di vaschet-

ta. Tra le soluzioni di punta per i costruttori, una menzione particolare va a etichettatrici e feeder inseriti sulle linee di produzione in flowpack e infine pick& place per disimpilare vaschette e confezioni dei prodotti. ● Quali sono oggi le maggiori richieste da parte di queste industrie? Le aziende alimentari puntano soprattutto alla ricerca della continuità della lavorazione, quindi all’affidabilità delle soluzioni. Sono ad esempio frequenti le richieste di soluzioni no-stop caratterizzate da teste etichettatrici con scambio automatico per una produzione senza fermi. Accanto alla precisione dell’etichettatura, che si rivela più o meno significativa a seconda del prodotto, ciò che maggiormente viene richiesto è dunque efficienza che si traduce anche in facilità e rapidità di gestione di cambi formato e di regolazioni in genere. Le soluzioni devono infine essere robuste e solide, realizzate con materiali resistenti come l’acciaio inox e possibilmente di facile pulizia per permettere una frequente igienizzazione delle linee. www.etipack.it

Maggiore precisione con dimensioni ridotte Il nuovo nastro trasportatore in acciaio inossidabile da 70mm. Progettato per il trasporto di precisione di sacchetti flessibili, pacchetti, cartoni per il latte e piccoli contenitori per cibo, riduce i fermi della linea dovuti a un handling impreciso dei prodotti. Per maggiori informazioni, email info.it@flexlink.com. flexlink.com FlexLink è parte di Coesia, un Gruppo di aziende di soluzioni industriali e di packaging, basato sull’innovazione e che opera globalmente, con sede a Bologna, Italia. www.coesia.com


aziende&strategie Il lancio del programma Live FAT (Factory Acceptance Test) di Cama Group arriva nel momento ideale. Si tratta dello sviluppo di un ampio portfolio di funzionalità digitali, che comprende la visualizzazione pre-vendita, la progettazione digitale attraverso la realtà aumentata e la messa in servizio virtuale dei sistemi.

Daniele Bellante, CEO di Cama Group

Cama Group

implementa modelli di business orientati alla lean manufacturing

L’

adozione di una tecnologia intelligente su macchine e una connettività molto più profonda offrono molteplici vantaggi. Ce ne parla Daniele Bellante, CEO di Cama Group, in questa intervista. ● La crisi sanitaria legata al Covid-19 ha influito sistematicamente sui processi produttivi e logistici. Quali strategie avete messo in atto per continuare a operare sul mercato? Durante questo periodo di emergenza, Cama è rimasta costantemente operativa, per rispondere alle esigenze dei propri clienti. Naturalmente abbiamo seguito tutte le norme di comportamento stabilite secondo i decreti. Il nucleo aziendale ha risposto con immediatezza ed estrema flessibilità ai cambiamenti richiesti e questo ci ha permesso di proseguire l’attività senza incertezze. È innegabile che nel nostro comparto a livello mondiale il calo della domanda sia stato inferiore rispetto ad altri settori. Questo si spiega anche per una crescita nella richiesta di ultrapackaging in diverse aree geografiche, come i paesi dell’est, gli Stati Uniti e la stessa Europa. Il comparto agroalimentare ha reagito bene, inoltre, non dimentichiamo i numeri in crescita nel comparto della GDO. Altro aspetto che dovremo considerare è che il packaging sarà sempre più richiesto come strumento di protezione e sicurezza. Questo porterà a un mantenimento dei volumi. ● Quali sono gli strumenti implementati per supportare la clientela? Questo periodo ha costretto le aziende a

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ottimizzare i processi orientando la produzione in modalità lean. Il nostro modello di business è stato da sempre fortemente votato all’outsourcing e ciò si è dimostrato vincente. La tecnologia e il know how Cama ne sono usciti rafforzati in questo contesto e la nostra società potrà così continuare a operare con i fornitori esterni. Da tempo l’azienda aveva iniziato un processo, che possiamo definire “figlio” dell’industry 4.0, partito dalla digitalizzazione delle nostre macchine, attraverso componenti di connessione. Il passo successivo è stato quello di rendere virtuali le macchine e creare simulazioni alterando lo stato del sistema per verificare i processi di funzionamento. In questo modo, si è dato origine a gemelli digitali in grado di reagire a fattori esterni. Un passo ulteriore è stato quello di implementare la realtà aumentata per analizzare il sistema. Tutto questo ci ha permesso di elaborare un processo di assistenza remota per supportare i nostri clienti a distanza, ma anche per aiutare la nostra forza vendita a mostrare i progetti in essere, senza necessità di spostamento. Questa tecnologia ha rappresentato per noi un punto di forza, perché è estremamente comprensibile anche ai meno esperti ed è condivisibile con un gruppo-target più ampio. Su richiesta possono essere approfonditi tutti i dettagli e gli aspetti più complessi. ● Dall’implementazione di queste soluzioni è nato il programma Live FAT. Ce ne parla? Il lancio del nostro servizio Live FAT (Factory Acceptance Test) arriva nel momento perfetto. Una volta qualcuno ha detto che “la necessità è la madre dell’invenzione” e questo è particolarmente vero nell’attuale clima imprenditoriale. Anche se abbiamo dovuto


aziende & strategie ○○○

fare un grande sforzo per sviluppare questa tecnologia dedicando tempo e investimenti, oggi questo approccio virtuale si sta rivelando incredibilmente vincente e vantaggioso. Live FAT è una combinazione di tutti i processi attraverso un’architettura di un PC, al quale vengono collegate telecamere intelligenti posizionate nei punti nevralgici della macchina. Utilizzando la piattaforma Live FAT, le telecamere intelligenti offrono ai clienti l’accesso video in tempo reale alla sede di CAMA e ai test delle macchine, utilizzando i propri protocolli e le specifiche del progetto. Oltre alla panoramica completa fornita da tali telecamere, i clienti possono anche accedere a strumenti complementari che visualizzano apparecchiature statiche, come ad esempio i quadri elettrici. La condivisione delle informazioni visive e dei flussi di dati avviene tramite un portale Microsoft Teams sicuro e solo su invito, a cui si accede tramite un computer, un tablet o un telefono. Telecamere ad alta definizione, accoppiate al software di visualizzazione dedicato e all’illuminazione automatica, garantiscono visualizzazioni estremamente nitide attraverso la piattaforma. I clienti hanno inoltre la possibilità di fare inquadrature a schermo intero su viste particolari, per visualizzare ancora più dettagli. ● Quali i benefici derivanti dall’applicazione della Realtà Aumentata? La Realtà Aumentata elimina la necessità per gli operatori della linea di avere una conoscenza profonda delle macchine. Al contrario, i rendering 3D di facile comprensione consentono loro di eseguire rapidamente e facilmente anche le attività più complesse. La soluzione AR di Cama è anche fondamentale per la formazione virtuale, poiché offre agli operatori un’esperienza realistica della macchina prima ancora di essere installata. La Realtà Aumentata può essere utilizzata sia per le operazioni di routine

come il cambio lavoro che per quelle di manutenzione. Tra i benefici dell’impiego di questa applicazione, vi è il risparmio di tempo nella ricerca di informazioni con l’eliminazione dell’uso dei manuali; tutte le informazione, infatti, sono raggruppate in un singolo device e vengono sempre aggiornate. Infine, non sono richiesti particolari skill o tool costosi.

remoto. La nostra strategia è di avere dei presidi di assistenza e service nelle zone strategiche. Alcuni esempi sono gli hub statunitensi e cinesi che riescono a seguire i mercati locali a livello commerciale e tecnico. Negli ultimi 8 mesi abbiamo aperto una filiale in Cina e una in Olanda, che si sono andate ad aggiungere alle tre filiali in Francia, Regno Unito e America.

● Quali vantaggi derivano dall’adozione di una tecnologia intelligente sulle macchine? L’adozione di una tecnologia intelligente su macchina e una connettività molto più profonda offrono molteplici vantaggi sia per noi come costruttori, sia per i nostri numerosi clienti, che operano in diversi settori in tutto il mondo. Le grandi aziende hanno compreso l’efficacia di costo in questo modello di testing e collaudo. E sarà fondamentale mantenere tale modalità operativa anche per il futuro. Non si tratta di un semplice video-collaudo, è qualcosa di più dedicato e complesso. Richiede un impegno maggiore da parte nostra in termini di operatività, ma la resa è vincente. La virtualizzazione può essere applicata a tanti aspetti diversi del ciclo di vita di una macchina e contribuirà ad affrontare tutti quegli ostacoli geografici, economici, tecnici e sociali, che i clienti potrebbero non essere attualmente in grado di superare, come fornire prodotti di prova a causa di quantità, costi di spedizione o semplicemente perché sono eccessivamente delicati o congelati. Per i nostri clienti sarà come avere un ingegnere Cama altamente esperto in loco.

● Quanto conta in questo momento la capacità di fare investimenti in tecnologia, così come in ricerca e sviluppo? In questo momento, essendo focalizzati sull’automazione, abbiamo la speranza che il mercato si orienti verso questo approccio. Siamo in un momento di forti cambiamenti, in cui è fondamentale da parte dei costruttori fare grandi investimenti in ricerca e sviluppo. La parola chiave è “adattamento” alle situazioni, sotto ogni punto di vista e la lezione che abbiamo imparato è che bisogna essere capaci di ottimizzare i processi. Le aziende in grado di adattarsi ed essere flessibili sapranno mantenere le proprie posizioni sul mercato e probabilmente potranno tornare a crescere.

● Che valore ha avuto in questo periodo il servizio di assistenza e il supporto post-vendita? Il service oggi sfrutta le opportunità di collegamenti da remoto, la digitalizzazione, le connessioni web sulle macchine. Ma non potremo basarci soltanto sulle modalità da

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prodotti&tecnologie In un’intervista esclusiva, Nicoletta Ghironi, Marketing & Communication Manager di B&R, ha illustrato gli elementi e i vantaggi che derivano da un sistema di visione integrata ottimizzato, che rende le macchine capaci di rispondere coerentemente a ciò che accade durante il processo

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iamo alla ricerca del prodotto di qualità, del formato su misura per noi, e lo vogliamo subito, ma a un prezzo ragionevole... ovviamente, garantendo tracciabilità e food safety. ● Cosa deve succedere in produzione perché i nostri desideri si avverino? Le macchine devono sapersi adattare con estrema flessibilità a cambi formato frequenti, senza compromettere prestazioni, costi

Nicoletta Ghironi, Marketing & Communication Manager

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B&R

qualità a prima vista e qualità. Comprendere cosa succede in linea è dunque di assoluta importanza. E per vedere cosa accade nulla è più naturale della visione, soprattutto se in connessione diretta con il cervello e i muscoli (ovvero controllo e motion) della macchina. ● Perché integrata è meglio in produzione? Una visione integrata con ogni altra parte dell’automazione non necessita di esperti per essere utilizzata. Si programma nell’ambiente di sviluppo di macchina, si gestisce direttamente dall’applicazione di controllo, si riconfigura per seguire le mutate esigenze produttive. Se integrato, un sistema di visione non richiede fermi per i cambi formato, né alcun intervento fisico di un operatore specializzato per regolare le camere, nemmeno in caso di manutenzione o sostituzione (con una opportuna calibrazione di fabbrica si garantisce la sostituibilità dei dispositivi 1 a 1 senza regolare nulla). E se anche l’illuminazione è integrata e sincronizzata in macchina e con la camera, allora si ottiene un’immagine sempre perfetta, anche a un ritmo produttivo elevatissimo. L’immagine acquisita, grazie a una esposizione corretta, risulta infatti avere sempre un contrasto ottimo, permettendo di estrapolare il massimo delle informazioni in ogni istante e quindi di garantire la qualità di ogni singolo prodotto, senza rallentare il processo.

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● Come supportate il lavoro dei progettisti? B&R ha deciso di integrare in modo nativo la visione artificiale nel suo sistema di automazione per consentire l’impiego di questi preziosi sensori all’interno delle macchine di qualunque livello, anche senza essere esperti di visione. Per sfruttare una camera, con il suo sistema di illuminazione, tutto quello che il progettista di automazione deve fare è includere il dispositivo all’interno della sua architettura di controllo. Sfruttando la Tecnologia mapp, questo è possibile semplicemente trascinando e collegando un blocchetto grafico all’interno del progetto, così come fa con qualunque altro elemento: I/O, interfacce operatore, safety, motion, robot, track... I blocchi funzione mapp mettono a disposizione algoritmi di elaborazione dell’immagine collaudati, che realizzano le funzionalità tipiche di un sistema di visione, senza scrivere una sola linea di codice. Il portfolio di dispositivi B&R comprende telecamere intelligenti con sensori di grandi dimensioni, ottiche di qualità - embedded o con attacco a C - un corredo di dispositivi di illuminazione flessibile e potenti algoritmi di elaborazione delle immagini per realizzare tutte le operazioni più comuni di misura, ispezione e identificazione. Grazie alla visione integrata B&R qualsiasi progettista d’automazione è in grado di


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sviluppare rapidamente applicazioni di visione industriale, senza bisogno di rivolgersi a uno specialista. ● Quanto è importante l’illuminazione giusta in ogni situazione? Grazie al sofisticato sistema di illuminazione B&R ogni scansione è esposta correttamente e restituisce l’informazione necessaria. Caratterizzato da diversi elementi componibili, il sistema di illuminazione si configura per avere la migliore esposizione di ogni oggetto, in qualunque situazione. Le barre luminose orientabili automaticamente e la retroilluminazione garantiscono risultati ottimali anche in situazioni difficili, dove serve adottare tecniche di illuminazione particolari. Ogni illuminatore può emettere fino a quattro diversi colori, a scelta. La gamma cromatica include il bianco e spazia dagli infrarossi agli ultravioletti, passando per i colori nello spettro del visibile. In questo modo, per ogni lotto, è possibile fornire la luce con colore, direzione, distribuzione e intensità corretti - ottenendo quindi l’immagine perfetta per qualsiasi applicazione - regolando direttamente da interfaccia software. Controllo della luce e della telecamera integrati significano anche esposizione ed emissione della luce perfettamente in sincrono, su tempi dell’ordine del µs, anche quando si lavora con più telecamere e sorgenti luminose. Questo consente di avere un’immagine congelata, perfettamente nitida, anche per oggetti che si muovono ad altissima velocità. Essendo integrati nel sistema di automazione, telecamere e illuminazione sono facilmente sincronizzabili con altri sensori, con la posizione dei motori e con eventi significativi per la macchina.

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prodotti&tecnologie Valle Spluga SpA, azienda diventata iconica grazie al suo prodotto leader di mercato, il Galletto Vallespluga, annuncia l’ampliamento dello stabilimento di Gordona, in provincia di Sondrio, con l’introduzione di nuove aree dedicate alla lavorazione delle carni.

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alle Spluga SpA, azienda da oltre 50 anni sinonimo di qualità e tradizione nel settore food, rinomata per il suo prodotto di punta il Galletto Vallespluga, annuncia l’ampliamento dello stabilimento di Gordona con l’introduzione di nuove aree dedicate alla lavorazione delle carni.

ORIGINI ED EVOLUZIONE

Valle Spluga SpA nasce nel 1967 ed è leader in Italia nel settore del Galletto, prodotto introdotto sul mercato italiano da Valle Spluga nel 1972. La scelta iniziale di una strategia di Marca, al tempo unica sul mercato nazionale, sostenuta da una adeguata comunicazione, ha generato anche una fortissima notorietà dello Scudetto Rosso Valle Spluga. Controllo diretto di tutta la filiera produttiva, estrema specializzazione e qualità, sono sempre stati i punti di forza della Società Valle Spluga SpA. Valle Spluga SpA è una filiera integrata di

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Valle Spluga nuove aree dedicate alla lavorazione delle carni proprietà, costituita da Centri di allevamento riproduttori, un moderno Incubatoio con ampia capacità produttiva e Fattorie di allevamento dei Galletti. Inoltre, nello Stabilimento di Gordona, oltre alla Direzione dell’Azienda è collocato un rilevante Impianto di lavorazione delle carni e la struttura logistica con celle e flotta di autocarri frigoriferi per la distribuzione del prodotto finito. Nell’azienda operano circa 350 dipendenti.

ESPANSIONE E SVILUPPO NELL’OTTICA DELLA QUALITÀ

L’ampliamento, fortemente voluto dalla proprietà e realizzato anche grazie ai fondi regionali previsti dal PSR (Piano di sviluppo rurale) di Regione Lombardia, avrà un impatto importante sulla filiera di Valle Spluga, 100% italiana. L’intervento ha, infatti, permesso a Valle Spluga di ristrutturare lo stabilimento secondo i più moderni standard internazionali, nell’ottica di conseguire le

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Certificazioni di qualità più avanzate. Nell’ambito di questa riqualificazione, sono state create delle aree di produzione che saranno destinate anuovi prodotti elaborati a base di Galletto, ideati per assecondare nuovi trend di consumo, sia all’interno del canale GDO, che all’interno del canale Ristorazione. Dante Milani, General Manager di Valle Spluga SpA, ha dichiarato: “Questo investimento ci permette di sviluppare e rendere ancora più solida la nostra filiera integrata di proprietà, una leva distintiva che permette la tracciabilità produttiva e distributiva a garanzia dell’eccellente qualità dei nostri prodotti” – e continua – “Siamo orgogliosi di aver portato avanti questo ampliamento, soprattutto nel momento storico attuale e in una regione fortemente colpita come la Lombardia, in cui per ripartire è assolutamente prioritario investire nella filiera agroalimentare a tutela della produzione e del made in Italy”. “L’agroalimentare è il motore del rilancio economico della Lombardia. Questi interventi non solo avranno un impatto positivo sull’indotto, ma rappresentano un segnale forte in un momento difficile. – ha aggiunto Fabio Rolfi, assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi. Il Made in Italy è sinonimo di qualità e di sicurezza alimentare nel mondo. Dobbiamo puntare sulla distintività delle nostre eccellenze per essere competitivi sui mercati internazionali.


Sealed Air

il potere del sottovuoto per confezionare alimenti Sealed Air ha organizzato un evento online dedicato alle soluzioni di confezionamento alimentare sottovuoto a marchio Cryovac e ai vantaggi che queste offrono. Una giornata intensa, ospitata in uno spazio virtuale, durante la quale si sono susseguite presentazioni e sessioni interattive di domande e risposte incentrate sul ruolo sempre più chiave del confezionamento sottovuoto nella protezione degli alimenti.

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e preoccupazioni odierne legate a problemi di sicurezza alimentare, shelf life e spreco alimentare ci portano all’origine dell’imballaggio alimentare creato per proteggere gli alimenti. Ermeticità e robustezza sono requisiti non negoziabili che ci aspettiamo dal confezionamento alimentare. Queste qualità sono importanti per produttori e retail che cercano soluzioni per ridurre, appunto, lo spreco alimentare, prolungare la durata di conservazione e migliorare la sicurezza alimentare. Per dare una risposta a queste esigenze, Sealed Air ha organizzato l’evento virtuale “Power of Vacuum” durante il quale ha mostrato come le soluzioni di confezionamento sottovuoto a marchio Cryovac offrono tutti i vantaggi per rispondere efficacemente alle esigenze di chi opera nell’ambito dell’industria alimentare. Una giornata che solitamente sarebbe stata ospitata presso l’innovativo centro espositivo Packforum EMEA di Milano, ma che l’emergenza sanitaria ha obbligato a svolgere online, senza però perdere quel appeal capace di dimostrare come il “potere del sottovuoto”, se usato correttamente, può essere un potente alleato. Temi come la sostenibilità, la riduzione degli sprechi alimentari, il miglioramento della sicurezza alimentare e

l’estensione della durata di conservazione sono dunque stati al centro dell’evento virtuale dello scorso giugno, durante il quale Sealed Air ha dato la possibilità di far conoscere “Il potere del sottovuoto” ad un’audience di professionisti dell’industria alimentare di tutta Europa. L’agenda della giornata ha previsto presentazioni e sessioni interattive con domande e risposte sul ruolo sempre più critico degli imballaggi sottovuoto nella protezione degli alimenti. Duncan McIntyre, Marketing Director EMEA di Sealed Air, ha dichiarato: “I professionisti coinvolti nella produzione alimentare, nella lavorazione, nell’imballaggio, nella distribuzione e nella vendita al retail hanno potuto ascoltare come Sealed Air sta aiutando a risolvere alcune delle più grandi sfide nella catena di approvvigionamento alimentare. I consumatori, giustamente, chiedono alimenti più freschi, più sicuri e più sostenibili. Le nostre soluzioni per gli imballaggi sottovuoto sono progettate per aiutare le aziende a soddisfare questa domanda e, in ultima analisi, aumentare le vendite”. Durante i loro interventi, il team Sealed Air ha illustrato le proprie competenze nei sistemi di imballaggio sottovuoto Cryovac e di come le confezionatrici sottovuoto Cryovac aiutino i produttori di alimenti ad aumentare la produttività riducendo i costi

operativi. Sono stati inoltre presentati l’ampia gamma di sacchi termoretraibili con funzionalità potenziata, nonché dotati di soluzioni per la sicurezza del prodotto e per le prove di manomissione, la serie di materiali per l’imballaggio sottovuoto skin Cryovac Darfresh che garantiscono un’elevata versatilità produttiva e una maggiore sicurezza per tutte le proteine degli alimenti, e i sacchi termoretraibili di ultima generazione OptiDure (ODP), una nuova generazione di sacchi hi-tech multistrato e coestrusi, pensati per il segmento “prodotti stagionati”, che combinano resistenza alle sollecitazioni e spessore ridotto. Questi sistemi forniscono ai clienti un modo completo per proteggere il cibo e migliorare l’efficienza operativa.

IMPEGNO PER UN’ECONOMIA CIRCOLARE

I partecipanti hanno inoltre avuto l’occasione di ascoltare l’intervento di Denise Mathieson, Senior UK Technical Packaging Manager - Fresh and Packed Quality di Tesco. Denise ha illustrato come il supermercato leader Tesco utilizzi gli imballaggi come parte degli sforzi continui per sostenere un’economia circolare. Duncan McIntyre ha concluso: “Molte aziende lungimiranti adesso considerano l’imballaggio una parte strategica nelle loro operazioni quotidiane e un modo per rendere rilevanti i loro marchi per i clienti. Ciò aiuta le aziende ad adattarsi continuamente ai mercati in rapida evoluzione mettendole in una salda posizione per cogliere le opportunità di un modo di vivere e di lavorare sempre più circolare. Packforum continuerà a esplorare queste tendenze in evoluzione e a mostrare come stiano plasmando il ruolo essenziale del packaging, per aiutare le aziende a ottimizzare le operazioni e a sintonizzarsi sempre meglio con i consumatori”.

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prodotti&tecnologie FlexLink è punto di riferimento di mercato per i sistemi di movimentazione di linea. Grazie al lavoro a stretto contatto con clienti in ogni parte del mondo, l’azienda è in grado di fornire soluzioni innovative e ottimali, per garantire un flusso produttivo privo di problemi. Recente è l’ampliamento della propria linea di nastri per il trasporto in acciaio inossidabile con un nuovo formato.

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iferimento nel settore dell’automazione industriale, fornitore di soluzioni innovative per il processo e il confezionamento di beni in maniera efficiente, sicura e a costo ridotto, l’azienda opera nei settori automotive, elettronica, healthcare e beni di largo consumo. FlexLink fornisce nastri per il trasporto, sistemi per per l’handling dei materiali, robot e soluzioni personalizzate per il controllo avanzato della linea. La mission della società è aggiungere va-

FlexLink amplia

la linea di soluzioni in acciaio inossidabile lore in ogni fase del processo, a partire dal design di gruppi innovativi, fino all’installazione di nuove linee o all’ottimizzazione di quelle esistenti. FlexLink è parte di Coesia, un gruppo di aziende di soluzioni industriali e di packaging che opera globalmente. Il gruppo è basato a Bologna, in Italia, ed è di proprietà di Isabella Seràgnoli. Le 21 aziende del gruppo Coesia sono leader nei segmenti delle macchine automatiche e materiali di imballaggio, soluzioni di processo industriale e ingranaggi di precisione

UN HANDLING MIGLIORE DEI PRODOTTI DI RIDOTTE DIMENSIONI

FlexLink espande la propria linea di nastri per il trasporto in acciaio inossidabile con un nuovo formato da 70 mm di larghezza, progettato per i settori Food, Dairy, Personal Care e Pharma. Forte di quarant’anni di esperienza nel settore dell’automazione, l’azienda presenta una soluz i o n e i n g r a d o d i e s p a n d e re ulteriormente la linea di nastri dedicata ai prodotti che necessitano di un handling particolarmente accorto. Un nuovo formato da 70 mm si va infatti ad aggiungere a quelli da 85, 180 e 300 mm, andando a rimpiazzare l’attuale formato XLX. Si tratta di una proposta progettata in maniera specifica per il trasporto di pacchetti per il settore food di ridotte dimensioni, che sono maggiormente soggetti ad instabilità durante le fasi di confezionamento, così da ottimizzare il controllo del flusso produttivo.

UN’OFFERTA COMPLETA PER UNA PRODUZIONE SICURA E PULITA

A complemento del sistema di trasporto, Flexlink offre un’ampia gamma di gruppi, potendo così garantire l’handling di un

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numero oggi ancor più ampio di prodotti, diversi per forma e dimensione. Tra le soluzioni che vanno ad integrare i nastri ci sono stazioni per la pulizia, pinze per il bloccaggio e ponti di trasferimento. La sicurezza dell’operatore è l’elemento da cui tradizionalmente parte lo sviluppo dei prodotti FlexLink. Assieme al nuovo formato da 70mm, FlexLink introduce anche una catena riprogettata, disponibile anche per i nastri in acciaio inox, oltre che per quelli in alluminio. Il nuovo design della catena è incentrato sulla sicurezza dell’operatore, così da diminuire le possibilità di incidenti durante la produzione, risultando in linea con le più recenti normative europee ed americane. Inoltre, grazie alla riduzione degli spigoli, si diminuisce la possibilità di avere perdite produttive dovute a confezioni instabili. Nello specifico, viene sensibilmente ridotta la possibilità che prodotti quali succhi in cartone o pouch contenenti cibo per neonati vengano danneggiati.

UN FOCUS SULLA SEMPLICITÀ

In termini progettuali, un design semplice ed essenziale dei componenti che vanno ad integrare la linea riduce il tempo necessario per la pulizia e il rischio di fenomeni di “cross contamination”. L’assenza di fessure o spiragli riduce la possibilità che elementi quali le briciole vi cadano dentro, aiutando al contempo l’accesso dell’operatore in fase di pulizia. In questo modo la linea entra in produzione con elevate caratteristiche igieni-

che, che sono facili da mantenere nel tempo. FlexLink offre prodotti in grado di coprire tutte le fasi che vanno dal packaging primario a quello secondario, caratterizzati da un layout semplice e pulito, nel rispetto delle linee guida HACCP. L’azienda, grazie al rinnovato portafoglio di nastri in acciaio inossidabile e alle dotazioni di sicurezza che caratterizzano i propri sistemi, è in grado di offrire un concreto valore ai clienti, garantendo loro un controllo completo della produzione.


breaking news CONSORZIO CASALASCO DEL POMODORO CRESCE A DOPPIA CIFRA Consorzio Casalasco del Pomodoro chiude il 2019 con un aumento del fatturato consolidato del 17% attestandosi a 310 milioni di euro, accelerando notevolmente il trend di crescita degli ultimi anni. In particolare, lo sviluppo si identifica in un sensibile incremento delle quote di mercato all’estero, sia nel segmento co-packing sia nelle vendite a marchio proprio. L’export, che rappresenta oggi i due terzi del fatturato, si conferma l’elemento portante e di sviluppo della crescita della cooperativa e delle sue controllate, che esportano in più di 60 Paesi al mondo. Sulla ripartizione del business continua a essere strategicamente rilevante la categoria pomodoro e derivati con un’ampia offerta di prodotti e packaging, in particolari sui sughi pronti, seguite poi dalle zuppe e minestre, succhi di frutta e bevande vegetali. Il segmento Retail si conferma il primo canale di vendita sia coi prodotti a proprio marchio (Pomì e De Rica), sia con le produzioni per conto terzi con posizionamento premium per importanti multinazionali del food. “Il 2019 è stato un anno molto impegnativo sotto tanti punti di vista – ha commentato il direttore generale del Consorzio Casalasco del Pomodoro, Costantino Vaia – dove abbiamo visto rafforzarsi in modo importante la nostra solidità nel business, soprattutto all’estero. Sostenibilità e responsabilità sociale si confermano sempre più elementi chiave per una corretta interpretazione dei mercati. Gli sforzi degli ultimi anni in termini di investimenti hanno migliorato flessibilità e diversificazione produttiva, che affiancati ad un elevato know-how ci hanno consentito di consolidare ulteriormente relazioni dirette, stabili e durature con i maggiori players internazionali del mondo del Food”.

DIMMIDISÌ, NUOVA VESTE GRAFICA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA La gamma “DimmidiSì… al Piatto Unico” si veste di novità con nuove confezioni, frutto di un restyling grafico e tecnico. La nuova immagine spicca a scaffale mantenendo la riconoscibilità del prodotto e del brand. Incrementa ora la differenziazione tra le ricette, contraddistinte da un forte tratto cromatico diverso per ogni referenza. Grazie a una maggior trasparenza, aumenta, inoltre, la visibilità del prodotto, soprattutto degli arricchitori e foto di grandi dimensioni valorizzano gli ingredienti principali delle ricette. Da un punto di vista tecnico, le nuove ciotole sono antifog, una tecnologia che previene la formazione della condensa che, talvolta, può formarsi a causa degli sbalzi di temperatura, per una trasparenza massima. Tutti gli imballi DimmidiSì sono riciclabili al 100% e, per ridurre ulteriormente l’impatto ambientale secondo l’implementazione del progetto CSR, La Linea Verde introduce il PET riciclato all’80% come materiale della ciotola e del comparto arricchitori.

DOLCI NOVITÀ DA FIOR DI LOTO Fior di Loto, marchio di riferimento nello sviluppo di prodotti biologici in Italia, che dal 1972 ha fatto dell’alimentazione sana, sostenibile e consapevole uno stile di vita, ha lanciato una serie di dolci novità per tutti i gusti: veg, gluten-free e anche senza lattosio! Il succo di mela Fior di Loto è disponibile in un nuovo formato famiglia da 3 litri: ottenuto spremendo mele intere biologiche italiane a filiera controllata, il risultato è un succo non filtrato e senza zuccheri aggiunti che, oltre ad un gusto piacevole e bilanciato, mantiene intatte le proprietà organolettiche del frutto. Il nuovo formato “bag in box”, con un minor prezzo al litro rispetto alla variante dello stesso succo in bottiglia da 750 ml, permette di conservare il prodotto a temperatura ambiente fino a un mese dalla sua apertura ed è 100% riciclabile. Fior di Loto amplia anche la sua gamma di prodotti a base di cocco con la Crema spalmabile con latte di cocco e nocciole, golosa novità senza glutine e senza lattosio, realizzata con il 17% di latte di cocco e il 15% di nocciole tostate. Perfetta da spalmare su una fetta di pane o sui pancake per una colazione piena di gusto. Tra le dolci novità di Fior di Loto, ci sono infine i wafer al cacao, croccanti cialde arricchite da una deliziosa crema al cacao senza olio di palma. Uno snack ideale per gustarsi una sfiziosa merenda o concedersi un dolce fuoripasto in qualsiasi momento della giornata.

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breaking news GALUP PRESENTA LA GAMMA COMPLETA PER NATALE 2020 La collezione di Panettoni e Pandori studiati per Natale 2020 è all’insegna della migliore tradizione agroalimentare italiana, di ingredienti preziosi che arricchiscono l’impasto, di profumi che si rincorrono per la Penisola e di packaging sempre più eleganti che spaziano dal nero opaco al turchese. Una collezione davvero ricca di prodotti nuovi, che consolidano l’expertise della storica azienda dolciaria piemontese nel saper innovare e reinterpretare la classica e (quasi) secolare ricetta inventata da Pietro Ferrua nel 1922. Il Panettone di Filiera si presenta con un nuovo packaging per una nuova ricetta. Il Panettone di Filiera mette in prima linea le materie prime: tutto è chiaro sin dalla confezione, dove gli ingredienti sono disegnati e scritti per dare valore al tradizionale impegno di Galup nel garantire trasparenza e tracciabilità. Latte, uova, nocciole, farina, zucchero e burro sono ingredienti di Filiera Certificata ISO 22005. Ciliegie, arancia, Mandorle Avola, Nocciola Piemonte IGP sono ingredienti provenienti da filiera italiana, provenienti da una rete di fornitori che rispettano i valori della tradizione agroalimentare italiana. La consolidata Linea “Pop Art”, firmata dall’artista popsurrealista Max Ferrigno, si amplia con un nuovo Panettone dalla confezione unica, che valorizza l’arte. Si tratta del

Gran Galup Amarene e Cioccolato, confezionato in scatola da 1 kg incartata con l’inedito poster tratto dall’olio su tela “Karechan”, opera realizzata da Max Ferrigno in esclusiva per Galup e presentata alla rassegna d’arte contemporanea “Art For Excellence 2019”. Il poster, che ritrae una fanciulla in stile manga, con sullo sfondo le parole chiave della storia di Galup, è da collezione. La rinomata Linea Black Edition cambia d’abito e sceglie un dress code ancora più elegante. La veste è quella delle occasioni importanti: sfondo nero opaco, scritte nere lucide tono su tono e un tocco minimal di rosso natalizio in tre motivi geometrici, che riprendono la forma circolare del panettone e quella a stella del pandoro.La Turquoise Edition esprime con

naturalezza un’eleganza d’altri tempi, ma intramontabile, frizzante e insieme composta: il turchese pastello è la cifra cromatica distintiva di una linea che si posiziona tra i prodotti della pasticceria più raffinata. La grazia e la freschezza dell’azzurro, l’illustrazione gentile, l’uso del corsivo rimandano all’incanto di una tradizione classica. Infine, Galup presenta il panettone dedicato alla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, che festeggia i propri 90 anni. Perciò l’azienda piemontese Galup ha scelto di realizzare, in un anno così difficile per gli eventi, un Panettone in Edizione Speciale: si tratta di un Gran Galup alle Amarene e Cioccolato dall’incarto blu pregiato, il numero 90 rifinito in color oro e gli spaghi grezzi.

RINA CERTIFICA L’ALTA QUALITÀ MELEGATTI Melegatti ottiene ulteriori riconoscimenti di qualità. Sono tre le certificazioni internazionali rilasciate all’azienda dolciaria veronese che valorizzano ancor di più le caratteristiche qualitative, la salubrità e la peculiarità dei prodotti da forno. Con BRC, IFS e FSSC 22000 Melegatti si assicura alcune tra le più importanti certificazioni riconosciute dal Global Food Safety Initiative (GFSI) che attestano in tutto il mondo l’elevata sicurezza alimentare. A vantaggio dei consumatori ma anche delle insegne della moderna distribuzione organizzata che potranno esporre prodotti rispondenti ad alti standard internazionali di qualità. È stata Agroqualità, una società del Gruppo Rina, a rilasciare le tre importanti certificazioni. “Il riconoscimento internazionale dei nostri processi qualitativi che i consumatori italiani ben conoscono rafforzerà il nostro marchio anche su tanti interessanti mercati esteri su cui abbiamo focalizzato l’attenzione”, dichiara Roberto Spezzapria, vice presidente della Melegatti. “Le certificazioni assegnate a Melegatti rappresentano oggi importanti strumenti operativi utili ad attestare e valorizzare le caratteristiche qualitative, la salubrità e le peculiarità di un prodotto o di un gruppo di prodotti. Essere certificati negli schemi BRC, IFS, FSSC oggi, significa porsi sul mercato come azienda affidabile, in grado di soddisfare le esigenze dei consumatori ed i più alti standard di sicurezza alimentare”, dichiara Dario Bagarella, Head of Italy Food Certification di Agroqualità.

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breaking news CITTERIO ARRICCHISCE LA SUA LINEA PIÙ LEGGERA Citterio, protagonista nella produzione di salumi dal 1878, amplia la propria offerta di prodotti leggeri, che garantiscono qualità e freschezza, ampliando la gamma dei Tagliofresco in Leggerezza. Alle varianti già apprezzate di petto di pollo e petto di tacchino 100% italiani, cotti al forno, si aggiungono ora due nuove proposte, gusto unico e pochi grassi: prosciutto cotto di alta qualità e prosciutto crudo. La linea Tagliofresco in Leggerezza nasce come risposta alle esigenze alimentari degli italiani: sempre più attenti non solo alla qualità dei prodotti, ma anche al loro aspetto salutistico. Per questo le nuove specialità sono ricche di proteine e hanno un basso contenuto di grassi, ideali per chi segue una dieta proteica e leggera. Inoltre sono privi di glutine, derivati del latte, polifosfati aggiunti e addensanti. Un prodotto genuino che non rinuncia alla qualità delle materie prime e al gusto della tradizione.

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FOOD & MADE IN ITALY, CONNUBIO VINCENTE! Vale circa 538 miliardi di euro l’intera filiera agro-alimentare, dai campi agli scaffali, alla ristorazione e all’horeca, pari al 25% del Pil. Per approfondire l’impatto della recente pandemia sul settore si è tenuto, in un nuovo format digitale, il Food & Made in Italy Summit organizzato dal Sole 24 Ore: un importante momento di confronto che coinvolge aziende e istituzioni sui temi dello sviluppo, della sostenibilità e dell’innovazione. I lavori, moderati dalla giornalista del Sole 24 Ore Micaela Cappellini, hanno preso il via con l’intervento di Paolo De Castro, Coordinatore S&D Commissione Agricoltura Parlamento europeo, con il quale sono state approfondite le misure studiate per supportare il settore l’agroalimentare nel complesso contesto conseguente alla pandemia. “La Politica agricola comune è uno dei capitoli legislativi più importanti del New Green Deal, il progetto lanciato dalla Commissione Ue per traghettare l’Europa verso l’abbattimento delle emissioni gassose nocive e contribuire concretamente alla lotta contro i cambiamenti climatici. Ma per integrarsi e risultare efficace nel quadro del Green Deal, questa politica sarà perfezionata e riformata nei prossimi due anni, per entrare in vigore nel 2023.”. E’ stato quindi affrontato il tema della crescita sostenibile nel comparto agricolo: in particolare, è stato il ruolo che un’agricoltura sostenibile sotto il profilo ambientale, sociale ed economico può giocare per il rilancio dell’economia nazionale ad essere oggetto di un confronto. Sostenibilità significa anche riduzione degli sprechi di cibo, filiere corte, packaging sostenibile, macrotemi tra più attuali per il settore: se ne è parlato con Giorgia Palazzo, Partner Expense Reduction Analysts, che ha offerto un quadro delle tendenze e delle proposte che stanno influenzando il mercato attuale e futuro. Lo sviluppo di una filiera complessa come quella agroalimentare pone le sue basi sulla valorizzazione della vocazione del territorio e su un’adeguata integrazione della filiera produttiva con i sistemi territoriali di pertinenza. Claudia Merlino, Direttore Generale Cia Agricoltori Italiani, ha affermato: “L’emergenza Coronavirus e, in particolare, le restrizioni per arginarne la diffusione, hanno riportato l’attenzione sull’importanza dell’agricoltura e dell’agroalimentare, non solo quali settori produttivi essenziali alla sussistenza, ma anche strategici per l’economia del Paese. In tale contesto, si è andata rafforzando la centralità del cibo Made in Italy e, soprattutto, local, che ha spinto a una revisione dei processi di scambio, dal campo alla tavola, sempre più orientati alla realizzazione e allo sviluppo di sistemi produttivi a vocazione territoriale”. Il focus del Food & Made in Italy Summit si è quindi spostato sul ruolo del packaging per una distribuzione alimentare sostenibile. “La supply chain degli imballaggi, in particolare di quelli plastici, ha garantito nel periodo di lockdown la filiera agroalimentare senza rotture di stock adattando le proprie capacità produttive con picchi che nel mese di marzo hanno raggiunto anche il +40% con inevitabili e puntuali flessioni dei mesi successivi” ha sottolineato Stefano Lazzari, Consigliere Pro Food Italia, Ceo Sirap Group. Marco Omboni, Consigliere Pro Food Italia, Sales and Marketing Manager Isap Packaging, ha invece evidenziato che “l’emergenza Covid ha messo in luce la necessità di valutare prodotti e materiali in chiave di sostenibilità globale, con particolare attenzione alla sicurezza del consumatore e con dati oggettivi alla mano: rispetto ad un approccio del genere, gli imballaggi monouso in plastica per alimenti hanno e avranno ancora molto da dire”. “La Plastic Tax mette a rischio 3.000 aziende, con 50.000 dipendenti e 12 miliardi di fatturato” ha dichiarato Nicola Ballini, Consigliere Pro Food Italia, General Manager ILIP. “La plastica e gli imballaggi plastici in particolare, hanno bisogno di supporto per l’evoluzione che devono affrontare verso l’economia circolare; la Plastic Tax toglie ossigeno al settore e ne impedisce lo sviluppo, indebolendo il tessuto industriale nazionale”. Con l’Amministratore Delegato di Fiere di Parma Antonio Cellie è stato approfondito il ruolo delle fiere di settore per il rilancio del comparto: “Cibus è l’osservatorio e la piattaforma marketing di riferimento per il Made in Italy Agroalimentare grazie al quale Federalimentare riesce ad interpretare e – ove possibile – orientare la domanda del mercato internazionale. Dopo il Covid19 si delineano nel mondo mutamenti strutturali dei comportamenti di consumo alcuni dei quali favorevoli alla nostra offerta Food&Beverage” ha dichiarato Cellie. “Di questo si parlerà Cibus Forum il 2 e 3 settembre prossimi e ovviamente a Cibus il 4-7 maggio 2021”. Il Food & Made in Italy Summit ha visto intervenire in chiusura di mattinata Teresa Bellanova, Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali: “L’agricoltura italiana nel corso del lockdown ha dimostrato la propria centralità. Ora tocca riconoscerlo e non dimenticarlo. L’Italia la propria parte l’ha fatta ora tocca all’Europa”.

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breaking news METTLER TOLEDO RIDUCE LA CONTAMINAZIONE BATTERICA NELL’ALIMENTARE Mettler Toledo ha lanciato una nuova linea di sistemi di controllo peso resistenti ai lavaggi intensivi per applicazioni di pesatura di precisione in ambienti di produzione alimentare. La nuova linea di strumenti è progettata specificamente per applicazioni che prevedono procedure di pulizia rigorose con l’impiego di detergenti caustici per ridurre il rischio di contaminazione batterica, senza compromettere l’accuratezza della pesatura. Le applicazioni ideali per i sistemi di controllo peso con design per lavaggio intensivo includono la lavorazione di carni, pesce e frutti di mare; ma anche prodotti lattiero-caseari, prodotti da forno e cibi pronti sono particolarmente adatti poiché, durante i processi di produzione alimentare, gli ingredienti dei prodotti liquidi potrebbero fuoriuscire e contaminare i nastri trasportatori o altri componenti del sistema a contatto diretto o indiretto con il prodotto. La nuova linea di sistemi di controllo peso con design per lavaggio intensivo presenta superfici inclinate che impediscono l’accumulo di liquidi e residui, evitando il rischio di contaminazione batterica, mentre i nastri trasportatori possono essere rimossi velocemente e in tutta facilità per una pulizia efficace. Il telaio aperto con solo quattro piedini sul pavimento semplifica l’accesso a ogni punto durante le operazioni di pulizia. I sistemi vantano un grado di protezione IP69 e, come dimostrato dal test di compatibilità dei materiali ECOLAB, resistono ai detergenti e disinfettanti caustici più aggressivi. Ciò si applica anche ai touchscreen, che non devono essere coperti o rimossi durante le operazioni di pulizia: una caratteristica che riduce al minimo i tempi di fermo. Analogamente ad altre linee Mettler Toledo, i sistemi di controllo peso con design per lavaggio intensivo aderiscono alle normative di pesatura internazionali e alla Direttiva in materia di strumenti di misura (MID). “Nel settore alimentare, non c’è nulla di più importante che proteggere i consumatori dalle contaminazioni batteriche o di altro tipo”, ha dichiarato Jürgen Kress, Direttore generale di Mettler-Toledo Garvens. “I sistemi di produzione devono poter resistere alle rigorose routine di pulizia richieste per mantenere un livello adeguato di igiene ambientale senza però sacrificare l’accuratezza”. La linea di sistemi di controllo peso con design per lavaggio intensivo i sistemi di controllo peso C33 PlusLine e C35 AdvancedLine. Il sistema C33 PlusLine garantisce un’elevata accuratezza anche in ambienti difficili. Il design igienico semplifica le operazioni di pulizia e manutenzione: i nastri trasportatori possono essere smontati e riassemblati senza difficoltà, mentre i nastri elastici autoregolanti non devono essere tensionati una volta

rimontati. Se necessario, il lavaggio con i componenti installati è consentito per la maggior parte delle configurazioni, ma la possibilità di rovesciare i nastri permette di accedere anche alle aree più difficili per le routine di pulizia. C33 PlusLine presenta un monitor touchscreen da 12” posizionato nella parte frontale del sistema per garantire la sicurezza degli operatori: dotato anch’esso di grado di protezione IP69, non deve essere coperto o rimosso durante la pulizia. Il sistema fornisce dati e statistiche essenziali in tempo reale. Progettato per gli ambienti difficili, il sistema C35 offre risultati di pesatura accurati grazie a una piattaforma resistente al lavaggio intensivo con getti ad alta pressione e ai detergenti caustici più aggressivi. Il telaio realizzato in base ai principi del design igienico semplifica l’accesso a ogni punto durante le operazioni di pulizia, mentre le superfici inclinate impediscono l’accumulo di liquidi. Il sistema supporta velocità fino a 250 confezioni al minuto e un intervallo di pesatura da 25 g a 7 kg. Con il modello C35, i tempi di fermo dovuti alla manutenzione sono del tutto ridotti grazie alla semplicità di smontaggio dei componenti: rimuovere completamente l’unità di azionamento richiede meno di un minuto e nessuno strumento. Il monitor touchscreen da 15” può essere lavato insieme al resto del sistema e il software di pesatura supporta i requisiti IoT/Industria 4.0 con interfacce aperte come OPC UA, PackML e Fieldbus.

ZERBINATI RIPARTE CON TANTE NOVITÀ! Con la ripartenza e la bella stagione, Zerbinati lancia una nuova linea di monoporzioni destinate a diventare il salva-pranzo per eccellenza sia a casa che al lavoro: arrivano le Lunch Box, insalate in grani con verdure e legumi, a base di farro integrale, orzo integrale e cous cous di mais già pronte da gustare e dotate di forchetta. Si ispirano alle classiche “schiscette”, i kit pranzo che spesso si preparano a casa per il consumo on-thego. In un momento in cui gli accessi a bar e ristoranti sono contingentati, Zerbinati lancia un’alternativa sana, pratica e gustosa per un pranzo completo, ideale da portare in ufficio o per essere assaporato all’aria aperta. Sono disponibili in tre referenze 100% vegetali e dai sapori tipicamente mediterranei, che seguono i trend sempre più apprezzati dell’integrale e del ricorso ai superfood. “Oggi più che mai bisogna avere la capacità di guidare un cambiamento positivo, che possa trasformare le difficoltà in occasioni. In questi mesi non ci siamo mai fermati e anzi, abbiamo continuato a puntare sull’innovazione che è da sempre il nostro tratto distintivo: la ricerca continua di nuove proposte fa parte del nostro DNA e siamo sempre pronti ad affrontare nuove sfide per riuscire a intercettare e a soddisfare le mutate esigenze di clienti e consumatori. Da imprenditore, cerco sempre di guardare alle situazioni con un occhio attento e proiettato verso il futuro: e nel nostro futuro ci sono moltissime novità in arrivo”, afferma Simone Zerbinati, General Manager della Zerbinati. Come ulteriore aiuto in cucina arriva a scaffale anche la nuovissima ricetta nata come Special Edition per festeggiare insieme ai consumatori il 50° anniversario della Zerbinati: il Minestrone Leggero! È preparato solo con le migliori verdure fresche, selezionate per ottenere un piatto leggero ma ricco di sapore, che sprigiona il profumo di ingredienti freschi come appena colti. La novità rappresenta un omaggio al primo prodotto lanciato dall’azienda: il Minestrone, nato in versione già tagliato, lavato e confezionato in vaschetta, è diventato immediatamente il prodotto cardine di Zerbinati. Nel 2020 arriva così un rilancio in chiave innovativa, perfettamente in linea con i trend di consumo e le esigenze dei consumatori moderni. Come sempre, senza conservanti, aromi o coloranti e senza glutammato. Pronto in 4 minuti, con vaschetta microondabile 100% riciclabile FOOD MACHINES | AGOSTO/SETTEMBRE 2020 47 e praticissima pellicola easy peel.


food&ambiente PRESSPALL, PIU’ ATTENTO ALLA NATURA Studi recenti segnalano la presenza negli oceanidi oltre 150 milioni di tonnellate di plastica. È ormai evidente che senza un’efficace e tempestiva inversione di rotta, entro il 2025 gli oceani conteranno una tonnellata di plastica ogni tre tonnellate di pesce ed entro il 2050 si stima che ci sarà, in peso, più plastica che pesce. Dopo essere stato pesantemente colpito dalla pandemia Covid-19 il mondo produttivo è sempre più attento all’ambiente, non solo per la tutela del pianeta ma anche come leva per rilanciare l’economia in chiave green. Consumatori più attenti a materiali sostenibili, imprese impegnate in iniziative per uscire dalla pandemia con un vero e proprio “Green Deal”, attenzione alla decarbonizzazione e a logiche di economia circolare, sono i nuovi Driver cui si sta guardando. La maggior parte dei rifiuti prodotti ogni giorno è costituita da imballaggi. La vera sfida di oggi, per evitare la dispersione nell’ambiente di tonnellate di materie nocive, è passare ad un modello di economia circolare: nulla viene sprecato, tutto viene rimesso in circolo per abbattere gli sprechi ed il consumo di materie prime. Il ciclo vitale del legno può durare all’infinito, con benefici ecologici ed economici. Riciclando il legno si risparmia energia, si migliora la qualità dell’aria e si evitano al contempo gli sprechi. Il processo di trasformazione dei rifiuti in legno prevede che questi ultimi venganoprima di tutto frantumati e ridotti in scaglie. I trucioli che ne derivano verranno a loro volta puliti, eliminando eventuali scorie ferrose, e ulteriormente ridotti in elementi ancora più piccoli. Il processo si concluderà con l’essiccazione del prodotto ricavato in particolari forni che ne elimineranno l’umidità e l’anidride carbonica.Il materiale creato da questo trattamento può

essere utilizzato, amalgamandolo con resine, per formare nuovi prodotti come il pallet in legno pressato PRESSPALL- By Corno Pallets. PRESSPALL, fiore all’occhiello dell’azienda Corno Pallets, risulta una scelta ecologica a 360°, in quanto composto per l’85% da legno truciolare da riciclo e per il 15% da resina ureica ecologica, e pertanto esente da rischi. Il pallet PRESSPALL possiede anche la certificazione PEFC che garantisce la provenienza della materie prime utilizzate, da boschi a gestione sostenibile. I boschi e le aziende che lavorano con certificazione PEFC, forniscono un contributo contro la distruzione di inestimabili risorse boschive ad opera di disboscamenti e sfruttamento incontrollato delle risorse. Con la certificazione PEFC, gli utilizzatori del pallet PRESSPALL hanno la certezza di acquistare pallet a perdere ecologici e contribuire alla tutela dei nostri boschi. Non è solo il materiale di cui è costituito a rendere PRESSPALL un prodotto rispettoso per l’ambiente. Il pallet infatti è stato il primo di tipo impilabile ad essere immesso sul mercato e proprio l’impilamento fa si che, su un camion della capienza di circa 750 europallets di legno tradizionale è possibile caricare oltre 2000 PRESSPALL formato euro. Una riduzione del trasporto dei vuoti, dei costi e benefici vantaggi sulle emissioni di CO2.

CARTA E CARTONE AL TOP PER SICUREZZA E SOSTENIBILITÀ L’emergenza sanitaria Covid-19 ci ha resi molto più sensibili agli aspetti della salute e della sicurezza, ma ha modificato anche il nostro atteggiamento verso il packaging? Quali sono le funzioni attribuite agli imballaggi? Quali i materiali migliori? Che impatto ha avuto l’emergenza sugli acquisti online? A questi e altri quesiti risponde lo studio che Comieco, Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, ha commissionato all’Istituto di Ricerca SWG. L’indagine quantitativa, realizzata su un campione rappresentativo di 1.000 individui, evidenzia come l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo abbia portato il 33% del campione a modificare le proprie scelte d’acquisto in favore dei prodotti imballati: addirittura il 46% di chi prima dell’emergenza comprava prevalentemente prodotti sfusi si è orientato nuovamente verso i confezionati. Questo cambiamento testimonia come il packaging costituisca una garanzia imprescindibile in termini di sicurezza e protezione dal virus. Interrogati sulle loro preferenze, i consumatori italiani non hanno dubbi: la carta e il cartone sono la prima scelta per il 45% degli intervistati. La motivazione è altrettanto netta: 3 italiani su 4 considerano carta e cartone più

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sostenibili. In termini di abitudini di acquisto, è sempre maggiore il ricorso all’e-commerce: secondo i dati resi noti da Netcomm durante l’emergenza Covid-19 i nuovi e-shopper hanno raggiunto quota 2 milioni. Un’abitudine nuova ma destinata a consolidarsi: Comieco rileva che quasi la totalità degli intervistati (soprattutto tra i più attenti alle questioni ambientali) dichiara di voler continuare con l’e-commerce.


food&ambiente LA NUOVA ECOBAG PER SURGELATI DI FROSTA Arriva per la prima volta nel banco freezer e nelle cucine degli italiani l’ecoNello strato interno viene inserito un sottile film plastico che protegge il bag per surgelati. Attraverso un mix di materiali studiati ad hoc, FRoSTA, prodotto: si tratta di una percentuale minima, che permette di rimanere azienda di surgelati pioniera nell’ambito della produzione responsabile, all’interno dei parametri per lo smaltimento nella carta e che in fase di lancia sul mercato italiano il primo packaging sostenibile, realizzato a ririciclo viene separata attraverso appositi processi. dotto impatto ambientale e riciclabile nella carta. Una rivoluzionaria e imL’intero processo di produzione è certificato da ATICELCA (Associazioportante innovazione tecnologica, tutta italiana, sviluppata per il settore ne tecnica italiana cellulosa e carta) che valuta il grado di riciclabilità di dei surgelati, storicamente vincolato, soprattutto nel caso delle confezioni materiali e prodotti a prevalenza cellulosica, cioè carta e cartone in busta, all’uso esclusivo della plastica per gli imballaggi. Cuore della sfida è la riduzione di quest’ultima e la creazione di una busta a base di carta che, nel freezer, è in grado di conservare al meglio le proprietà, il gusto e la qualità del prodotto finale. L’Italia è il primo Paese a lanciare sul mercato questo packaging sostenibile e il primo prodotto FRoSTA a beneficiare dell’ecobag è il Minestrone Valle degli Orti. La riduzione dell’impatto ambientale del nuovo packaging è infatti sensibile: grazie all’ecobag si stima una diminuzione di più del 70% di plastica e di circa il 40%* di CO2 prodotta rispetto alle confezioni precedenti (*dati basati sul processo produttivo del minestrone Classico La Valle degli Orti). L’impatto ambientale è stato valutato misurando la CO2 footprinting del Minestrone Classico Valle degli Orti e tenendo in considerazione tutte le fasi del processo produttivo fino all’arrivo nelle case dei consumatori. Sistemi di codifica e marcatura ad alto rendimento per ogni tipologia di Il risultato dello studio ha mostrato prodotto e di linea produttiva. che l’uso della carta come compoTecnologie ink jet in alta e bassa risoluzione in linea e su fine linea, laser, sistemi stampa & applica, nente principale di una confezione ha stampanti a trasferimento termico, drop-on-demand, ink jet termico, stampanti per etichette a colori vantaggi in termini di emissioni di in alta qualità, software specifici di gestione della codifica e interfacciamento. CO2 rispetto al precedente imballagOggi la codifica è essenziale per valorizzare l’unicità del prodotto. Per questo Nimax propone una gamma gio totalmente in plastica PET / PE. completa di prodotti che garantiscono una perfetta leggibilità su tutti i supporti, l’integrazione ottimale con ciascuna linea produttiva, la riduzione dei fermi macchina, il contenimento dei costi di esercizio reali. Un ruolo essenziale nell’imballaggio di carta FRoSTA è proprio la manChiedi un incontro con i Consulenti Nimax per individuare la soluzione ideale per le tue specifiche esigenze di codifica: nelle offerte Nimax la qualità non è un optional. canza, durante la lavorazione e rifinitura della confezione, della fase di sbiancamento, che evita l’utilizzo di molte sostanze chimiche. Il nuovo sacchetto di imballaggio è composto da cellulosa e da una minima quantità di PE. La carta è grezza, priva delle sostanze chimiche solitamente utilizzate per il trattamento dei packaging, e riduce al minimo nimax s.p.a. l’impatto ambientale dei processi via dell’Arcoveggio, 59/2 produttivi. 40129 Bologna - Italy - T. +39 051 419 9133

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food&ambiente IL VERDE IN TAVOLA (MA NON SOLO)

Dal “free from” al “rich in”, dal “cruelty free” al biologico, dalle Dop ai prodotti kosher, dallo zenzero alle mandorle, la sesta edizione dell’Osservatorio Immagino continua a fotografare e misurare l’evoluzione del carrello della spesa degli italiani. E ora mette a fuoco anche l’offerta di prodotti sostenibili: un paniere che, tra supermercati e ipermercati, vale già 7 miliardi di euro. La novità di quest’edizione è il dossier dedicato alla sostenibilità, affrontata, come sempre, dal punto di vista innovativo dell’Osservatorio Immagino: ossia,

analizzando come i temi “green” vengono comunicati sui packaging e sulle etichette dei prodotti venduti in supermercati e ipermercati. Selezionando solo i prodotti accompagnati da indicazioni riferite alla sostenibilità, l’Osservatorio Immagino ha creato un “paniere green” composto da 19.182 prodotti che, nell’anno finito a giugno 2019, hanno sfiorato i 7 miliardi di euro di sell-out nel canale iper+super (+3,4% rispetto ai 12 mesi precedenti). Di questo eco-paniere, poi, l’Osservatorio Immagino ha analizzato quali aspetti della sostenibilità sono segnalati sulle

etichette dei prodotti, accorpandoli in quattro aree tematiche (responsabilità sociale, rispetto degli animali, agricoltura e allevamento sostenibili, management sostenibile delle risorse) e misurandone il “peso” in termini di vendite e il trend di mercato. Al dossier sulla sostenibilità in etichetta, l’Osservatorio Immagino affianca il suo abituale monitoraggio dei 10 macro-fenomeni più significativi nell’universo del largo consumo in Italia. Nel food: ▪ Il metaprodotto Immagino: la misura nutrizionale della spesa media italiana. ▪ Il richiamo dell’italianità: il “made in Italy”, le Dop e le regioni in etichetta. ▪ Il mondo del free from: il trend dei claim consolidati e di quelli emergenti. ▪ Il mondo del rich-in: i cibi ricchi o arricchiti e i fenomeni di mercato. ▪ Il tema delle intolleranze: la dinamica del “senza glutine” e del “senza lattosio”. ▪ Lifestyle: vegetariano, vegano, biologico, halal e kosher. Il cibo identitario. ▪ Il mondo di loghi e certificazioni: Faitrade, Ecolabel, Cruelty free. I nuovi valori. ▪ li ingredienti benefici: dallo zenzero alla mandorla, i sapori del momento. ▪ La texture dei prodotti: le caratteristiche organolettiche evidenziate on pack.

I SORBETTI TONITTO DIVENTANO SEMPRE PIÙ SOSTENIBILI Tonitto 1939, leader sul mercato per il sorbetto n° 1 in Italia, diventa sempre più sostenibile dimostrando il suo impegno rivolto verso l’ambiente. L’azienda genovese, produttrice di gelati e proprietaria della famiglia Dovo da tre generazioni, rinnova il proprio packaging della linea Il Sorbetto con una svolta ancora più green. I vasetti che contengono il prodotto naturale, infatti sono sia riciclabili, sia realizzati con plastica riciclata (R-Pet). L’azienda, infatti, è da sempre impegnata concretamente e quotidianamente in favore dell’ambiente, utilizza energia rinnovabile e riduce gli imballaggi, convertendo il 75% delle confezioni di plastica in plastica riciclata R-Pet o in cartoncino. «Non esiste innovazione se non c’è sostenibilità - sottolinea Luca Dovo, amministratore delegato di Tonitto. -Sviluppare soluzioni sostenibili, a basso contenuto di materiali plastici e a ridotto impatto ambientale, sono azioni ormai irrinunciabili e doverose per un’azienda come la nostra. Quello che abbiamo fatto

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è rivalutare tutti i nostri packaging, passando ad avere in larga parte in polipropilene e in plastica, a trasformarli in cartoncino riciclabile. Ciò che è rimasto in plastica è stato convertito in R-Pet, che arriva dunque da materiale riciclato, quindi non vergine, ma viene riutilizzato consentendo un notevole risparmio in termini energetici per la produzione di tali imballaggi e impegnando decisamente meno risorse naturali». L’attenzione di Tonitto 1939 rivolta al tema della sostenibilità non è però presente solamente in via esclusiva nel packaging dei prodotti, che quotidianamente vengono realizzati rispettando i massimi protocolli di sicurezza, ma coinvolge direttamente lo storico stabilimento di Campi, a Genova. I fratelli Dovo, Luca e Massimiliano, terza generazione dopo il padre Alfredo e il nonno Antonio, sono infatti attivi nelle buone pratiche di comportamento ecologico. Si parte dal riutilizzo dei materiali all’interno degli uffici, a interventi sulle linee produttive per ridurre i consumi, fino all’installazione di pannelli fotovoltaici in grado di abbassare le emissioni di anidride carbonica di 150 tonnellate ogni anno; e inoltre sono stati ridotti del 50% i consumi di acqua utilizzata per il lavaggio degli impianti, attraverso interventi sia sul processo, quindi sulle procedure interne e sulla formazione degli addetti e degli operatori, sia sui macchinari.


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Venditalia 2021: il mondo del Vending Venditalia 2021: il mondo del Vending si2021: incontra Milano Venditalia il mondo del Vending si incontra aa Milano Venditalia, il più importantesi Salone del Vending, rappresenta un’opportunità unica per scoprire le ultime incontra a Milano novità del settore e un’occasione concreta per incontrare i protagonisti del Vending internazionale.

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RL La rivista del latte LATTIERO-CASEARIO il rilancio dei consumi ai tempi del Covid

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mercato&consumi L’emergenza coronavirus ha cambiato il carrello della spesa e ha fatto riscoprire gli alimenti davvero indispensabili. Una nota positiva in un momento drammatico sono i latticini, che continuano a crescere a due cifre. Questo quanto emerge dal rapporto di Assolatte.

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empre più prodotti lattiero-caseari nel carrello della spesa degli italiani in tempi del Covid-19. Infatti, afferma Assolatte, nel carrello della spesa continuano a crescere gli acquisti di questi alimenti, caratteristici della tradizione italiana, protagonisti della dieta mediterranea e fondamentali in una corretta alimentazione. E anche insostituibili in tante gustose ricette tradizionali e innovative. “Il trend espansivo delle vendite dei prodotti lattiero-caseari rilevato da Nielsen è una notizia incoraggiante in un momento come questo, molto difficile per l’intero Paese e particolarmente critico per le nostre imprese, che si trovano a fronteggiare una situazione di drammatica discontinuità”, spiega Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte. “La chiusura del canale del fuoricasa (in particolare pizzerie e mense) ha, infatti, fatto crollare del 30% gli ordini e i limiti alle esportazioni stanno ridimensionando molti mercati esteri. Malgrado tutto questo, ci rincuora sapere che i consumatori italiani continuano a privilegiare i nostri prodotti lattiero-caseari e ne riconoscono la bontà, la qualità, il valore nutrizionale e la praticità in cucina”. Per quanto importante, sottolinea Assolatte, l’aumento delle vendite nella GDO non compensa le perdite complessive del canale Ho.re.ca. e dell’export, una combinazione che sta mettendo in drammatica difficoltà un numero crescente di imprese. Nel mese di marzo, dalle puntuali elaborazioni di Nielsen, precisa Assolatte, emergono tassi di crescita a doppia cifra, in particolare per latte burro e mozzarella.

BOOM DEL BURRO

Sono cresciute del +79,7% le vendite di burro realizzate nella GDO italiana nella settimana tra il 16 e il 22 marzo. Un dato che conferma e migliora il +79,1% registrato nella settimana precedente. È quello che Nielsen definisce “effetto stock” e che spinge i consumatori ad assicurarsi di avere in dispensa gli ingredienti e gli alimenti ritenuti indispensabili. Come il burro, appunto,

che dà il suo impareggiabile tocco a pasta frolla e pasta sfoglia, besciamella e salsa bernese, risotto alla milanese e sogliola alla mugnaia, shortbread e croissant, e che è insostituibile a colazione sul pane tostato con la marmellata, a pranzo sulla pasta bianca e, nell’aperitivo domestico, sui crostini con le acciughe o con il salmone.

EFFETTO SCORTA PER IL LATTE

rella ha confermato di essere nel cuore degli italiani, afferma Assolatte. Presente in una delle sue tante forme nel frigorifero di oltre 90 famiglie su 100, nel mese di marzo la mozzarella ha registrato una crescita delle vendite in GDO. Nielsen ha rilevato un +43,5% nella settimana del 9-15 marzo e un +44,6% nella settimana del 16-22 marzo.

Che lo si beva a colazione o a merenda, che lo si usi per cucinare o per preparare torte e dolci, il latte è uno dei pochi alimentiingredienti che non può mancare in casa. Gli italiani se ne sono resi conto, tanto che, durante l’esplosione del coronavirus e ne hanno aumentato gli acquisti. Dopo anni di diminuzione dei consumi di latte, nel mese di marzo le vendite registrano un segno molto positivo. L’effetto scorta da quarantena ha premiato il prodotto che si conserva più a lungo, spiega Assolatte. E così le vendite di latte UHT hanno segnato un +34,1% nella settimana del 16-22 marzo. Un dato che si somma al +62,2% registrato tra il 9 e il 15 marzo 2020.

MAI SENZA MOZZARELLA

È il formaggio più venduto in Italia. E anche in questo particolare momento, la mozza-

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RL La rivista del latte Della Toffola Group know how e soluzioni per il lattiero-caseario

Con oltre 50 anni di esperienza nella fornitura di macchine e impianti per diversi settori, Della Toffola Group offre sistemi dall’alto valore tecnologico. In particolare, in questo articolo raccontiamo le soluzioni dedicate al settore lattiero-caseario.

I

l Gruppo Della Toffola è leader mondiale nella progettazione e realizzazione di soluzioni tecnologicamente avanzate per l’intero processo produttivo del settore enologico. A questo affianca con altrettanta competenza le divisioni bevande, imbottigliamento e imballaggio, lattiero/caseario, trattamento acque, chimico e farmaceutico.

STORIA ED EVOLUZIONE

L’azienda Della Toffola nasce negli anni ’60. La progressiva crescita è caratterizzata dal costante ampliamento della gamma e dei mercati. Gli anni ’90 si caratterizzarono per un forte sviluppo ottenuto attraverso l’acquisizione di aziende italiane complementari.

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Dal 1996 in poi il percorso verso una dimensione globale si consolida con l’apertura di filiali in Francia, Spagna, Argentina e Cile, fino a giungere nel 2009 in California e nel 2016 in Messico. Grazie anche alle ultime acquisizioni – Sirio Aliberti, OMB, AVE Technologies, Gimar, Priamo Food Technologies e Z-Italia - Della Toffola Group è in grado di fornire macchinari per l’intero ciclo produttivo e confezionamento dei vini e delle bevande in genere ed è oggi riconosciuto come punto di riferimento internazionale del settore. Con otto stabilimenti produttivi, dieci filiali e due marchi commerciali, il gruppo è presente in ogni continente, impiegando circa 600 dipendenti su una superficie operativa complessiva di 190.000 mq.

FOCUS SUL SETTORE LATTIERO-CASEARIO

In particolare, per il settore lattiero-caseario, la scelta dei partner che formano il Gruppo Della Toffola è da sempre indirizzata al valore industriale e tecnologico che questi rappresentano. Ogni singola azienda partecipa attraverso un altissimo grado di competenza, contribuendo a fornire prodotti e servizi ampi, integrati e innovativi. Dal 2011 la Priamo Food Technologies è divenuta una delle consociate Della Toffola con la sua produzione di macchine e impianti, anche chiavi in mano, per il settore lattiero caseario dei formaggi duri, molli, yogurt e altri derivati del latte. Le tecnologie prodotte trovano larga applicazione

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anche in altri processi dell’industria alimentare, delle bevande e della chimica-farmaceutica. Nell’offerta di soluzioni Priamo Food Technologies per il settore del latte sono compresi sistemi di trattamento termico per il latte, tra i quali impianti di pastorizzazione, omogeneizzazione e separatori centrifughi. Questi impianti sono adatti ad un utilizzo trasversale nel settore lattierocaseario. Semplici e funzionali da utilizzare, rispettano un alto standard qualitativo dei materiali e dei componenti e sono costruiti secondo le normative vigenti. Per le aziende produttrici di formaggi molli e freschi, stagionati e paste filate, Priamo Food Technologies può offrire impianti completi per minicaseifici, serbatoi di stoccaggio, impianti di trattamento termico, vasche di coagulazione, presse e impianti di trattamento cagliata, non ultimi impianti CIP per eseguire la pulizia. Per quanto riguarda la produzione di yogurt, oltre ai prodotti già citati l’azienda fornisce impianti automatici premontati per la produzione e riempitrici. La divisione lattiero/casearia completa inoltre la sua offerta con i prodotti della AVE Technologies e Z-Italia per l’imbottigliamento e l’etichettatura. Nell’ambito dell’imbottigliamento la gamma comprende sciacquatrici e sterilizzatrici, sistemi di riempimento e tappatrici. In ambito confezionamento troviamo invece diverse tipologie di etichettatrici, tra le quali hot-melt pretagliato, autoadesive, cold glue e combinate; ma anche depallettizzatori, formatrici/chiuditrici, incassettatrici e confezionatrici.


novità&prodotti CANDIA ARRICCHISCE LA LINEA ALTA DIGERIBILITÀ

TEKNOICE SCEGLIE SIEMENS PER L’AUTOMAZIONE DEGLI IMPIANTI

Candia Italia, da sempre garanzia di un latte buono, genuino e di qualità per tutta la famiglia, presenta Alta Digeribilità Senza Grassi e Senza Lattosio, l’ultima novità della linea Alta Digeribilità, da bere in ogni momento della giornata, perché leggero e senza grassi. Nel mercato italiano del latte a lunga conservazione la crescita a volume del segmento alta digeribilità/delattosato ha registrato numeri importanti (+ 15,8% nel primo trimestre 2020, +7,8% AT marzo 2020) e in particolare quello del latte scremato (+ 18,7% nel primo trimestre 2020, +11,4% AT marzo 2020) per un valore di 85,8 M € di latte venduto in piena emergenza Coronavirus (di cui 14,8 M € il solo alta digeribilità scremato) entrando nella lista dei prodotti di prima necessità più richiesti del periodo (fonte: dati IRI a marzo 2020). Per volumi, performance e marginalità Candia è il terzo attore del mercato senza lattosio grazie a Candia Alta Digeribilità che è stato il prodotto più performante della categoria in un mercato in cui il consumatore premia sempre di più gli alimenti salutistici con particolare attenzione ai prodotti senza grassi e senza lattosio. La linea Alta Digeribilità, composta da Alta Digeribilità 1% di grassi Senza lattosio e dal nuovo Alta Digeribilità Senza Grassi e Senza Lattosio, è pensata soprattutto per chi è intollerante al lattosio e presta particolare attenzione all’alimentazione e ad uno stile di vita sano, senza rinunciare al gusto del buon latte. Alta Digeribilità Senza Grassi e Senza Lattosio è un latte scremato senza lattosio (< 0,1%) UHT a lunga conservazione, fonte di nutrimenti essenziali per il buon funzionamento del proprio corpo e adatto a far riscoprire il piacere di bere latte a chi è intollerante al lattosio, mantenendo il giusto equilibrio tra salute e benessere perché privo di grassi.

Teknoice di Buccinasco, in provincia di Milano, da 35 anni è leader nella realizzazione di impianti completi per la produzione di gelato, dalla pastorizzazione al confezionamento, sfrutta l’integrazione, l’ampio portfolio di automazione e il supporto tecnico di Siemens. Per produrre il gelato si parte dal processo di pastorizzazione e dal freezer che raffredda il prodotto. In queste macchine, la semplicità e l’ottimo rapporto prestazioni/prezzo del controllore S7-1512SP, dell’inverter SINAMICS G120 e del HMI Comfort Panel, garantiscono un controllo preciso e compattezza nel quadro. Grazie alla completa integrazione in TIA Portal, la scrittura del software è semplificata. Sulla linea troviamo anche una riempitrice per gelati in coppetta o un estrusore per gelati con stecco. I Pick&Place inseriscono il lavorato nel Per vedere tunnel e poi nell’incartatrice, che può avere fino a 40 assi. il video Per la sincronizzazione degli assi, Teknoice si affida alla inquadra il potenza si SIMOTION e all’estrema affidabilità dei servoQR code drive SINAMICS S120 con motori brushless 1FK7.

SAMMONTANA LANCIA IL NUOVO STECCO GRUVI Per l’estate 2020, Sammontana presenta il nuovo stecco Gruvi, che porta sul mercato una proposta che saprà distinguersi grazie alle sue tre diverse consistenze. Gruvi, dal carattere ruvido e dal cuore morbido, è avvolgente fuori grazie alla speciale copertura arricchita con granella di biscotti e frutta, cremoso all’interno grazie al gelato alla vaniglia presente in tutte le referenze, e dal cuore compatto per un finale inaspettato. Il nuovo stecco Sammontana è gustoso perché propone un mix di ingredienti davvero unico e si presenta al pubblico in quattro differenti versioni: Croccantino, Cocco, Pistacchio e Gianduia. Il caramello salato è un ingrediente particolarmente apprezzato per le sue note dolci contrastate da un pizzico di sale che lo rendono ancora più irresistibile. Gruvi Croccantino è una proposta caratterizzata da gelato al gusto vaniglia con zucchero caramellato variegato al caramello salato con copertura al caramello salato con granella di mandorle e biscotti, l’effetto crock è assicurato ad ogni morso. Gli amanti del cocco non potranno che gioire di fronte al nuovo Gruvi Cocco, un cremosissimo gelato al cocco arricchito da una copertura al cacao e latte con cocco e granella di biscotti, per un’esplosione di dolcezza a cui non si può resistere. Un gusto tropicale per affrontare l’estate italiana. Gruvi Pistacchio è un mix davvero irresistibile: gelato al gusto vaniglia variegato con pistacchio, dolcemente abbracciato da una copertura di pistacchio, resa ancora più golosa dalla granella di pistacchi e biscotti. Infine, un gusto tipicamente italiano, trova nuova vita nello stecco Gruvi Gianduia. Un mix perfetto che unisce il gelato al gusto vaniglia variegato gianduia con la copertura sempre al gianduia e granella di nocciola e biscotti.

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RL La rivista del latte IL PARMIGIANO REGGIANO IN VERSIONE BIO

LATTERIA SOLIGO, NUOVA VESTE 100% GREEN Latteria Soligo rivoluziona la produzione con una veste tutta nuova per il proprio latte di qualità superiore e certificata. Da giugno nei banchi frigo dei punti vendita italiani il latte Soligo si presenta, infatti, con un packaging completamente rinnovato, sia nella grafica, curata dall’agenzia Quba di Conegliano, che nei materiali utilizzati. Un nuovo abito 100% green che coincide con l’introduzione delle confezioni Tetra Rex Bio-based, il primo packaging al mondo realizzato con materiali totalmente riciclabili da fonti completamente rinnovabili. La confezione Tetra Rex Bio-based nasce esclusivamente da cartone e plastica di origine vegetale. Tutto il cartone usato proviene da fibre vegetali di fonti certificate e controllate dal FSC (Forest Stewardship Council) ed è rintracciabile fino alle origini. Il polietilene a bassa densità usato per la pellicola laminata del materiale di confezionamento e il collo dell’apertura, deriva invece dalla canna da zucchero, come anche il polietilene ad alta densità usato per i tappi. I tappi sono identici per aspetto e funzionalità a quelli prodotti usando fonti fossili e il cartone è uguale per peso e sensazione al tatto alla confezione tradizionale. Il solo modo per riconoscerlo è dalla stampa delle parole “Bio-based” sul contenitore. Caratteristiche che concorrono ad una notevole riduzione dell’effetto serra, grazie ad una carbon footprint ridotta del 31% rispetto alle emissioni di CO2 dei vecchi contenitori. Una scelta che intende valorizzare l’oro bianco dell’azienda, quel latte di qualità superiore e certificata da cui nascono i tanti prodotti firmati dalla Latteria Sociale. Il marchio QV di Regione del Veneto testimonia infatti l’impegno degli agricoltori nell’offrire ai consumatori un latte di qualità superiore. I produttori di latte che aderiscono al disciplinare QV (che, è bene ricordarlo, è a adesione completamente volontaria), assicurano la tutela animale, del territorio e dei consumatori con regole molto più ferree di quelle stabilite dalla legge come, ad esempio, la somministrazione quotidiana ad ogni bovina di almeno 250 g di semi di lino per migliorare il contenuto di Omega 3 nel latte, a tutto vantaggio della salute dei consumatori. Non un semplice restyling, dunque, ma un vero cambio di paradigma che conferma il percorso intrapreso dall’azienda verso la totale sostenibilità ambientale.

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Cresce il consumo di cibo biologico e la consapevolezza che la produzione agricola nel rispetto dell’ambiente sia fondamentale per tutelare la salute del pianeta. Anche il re dei formaggi italiani ha la sua variante biologica: il Parmigiano Reggiano Bio di Parma2064, prodotto dalla Cooperativa Casearia Agrinascente di Fidenza (PR), la quale unisce 5 aAiende agricole nel cuore dell’area della Denominazione d’Origine Protetta. Il latte di questo formaggio proviene da una piccola stalla a conduzione familiare, a pochi chilometri dal caseificio, in cui le bovine sono allevate con cura e non sono mai state trattate nella loro vita con antibiotici. Si nutrono di erbe e foraggi coltivati su terreni che rispecchiano la salubrità del suolo e sui quali è bandito l’uso di fitofarmaci e prodotti chimici di sintesi. Ancorato ai processi produttivi tradizionali e alla maestria dei casari, ma aperto alle tecnologie e alle sperimentazioni, Agrinascente Parma2064 si rispecchia nel desiderio di una filiera corta, tracciata, che renda le persone consapevoli di ciò che portano in tavola. Rivolto alle persone che seguono un’alimentazione biologica, il Parmigiano Reggiano “Organic” gode della certificazione NOP (National Organic Program), secondo le rigide norme regolamentate dall’USDA, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, uniche ad imporre il divieto assoluto dell’uso di antibiotici nell’allevamento delle bovine. Il Parmigiano Reggiano “Organic” è un formaggio a pasta dura da latte crudo e a lenta maturazione, lavorato senza trattamento termico preventivo, che possa compromettere le sue caratteristiche vitaminiche e nutrizionali. Il latte vede l’aggiunta di solo siero innesto (il “lievito madre” della produzione casearia) e caglio naturale di vitello, senza l’uso di additivi o conservanti; viene lavorato al mattino entro le due ore dalla mungitura insieme al latte munto la sera precedente, quest’ultimo parzialmente scremato per affioramento naturale del grasso. Dopo la fase della formatura, che avviene nei primi giorni successivi alla produzione del formaggio, e la salagione in salamoia per circa 20 giorni, la forma di Parmigiano Reggiano “Organic” viene lasciata asciugare e stagionare in magazzino per almeno 12 mesi. Così gli esperti del Consorzio di Tutela potranno valutarla e decidere se marchiarla a fuoco.


speciale XXXXXXXX novità &prodotti GORGONZOLA DOP IN VASCHETTA RICICLABILE A PESO FISSO Pronto all’uso e in vaschetta riciclabile da 200 g: è il Gorgonzola DOP Arrigoni Battista studiato dall’azienda casearia bergamasca per rendere più veloce la spesa dei consumatori e il flusso di lavoro degli operatori. Il Gorgonzola DOP Dolce da servire al cucchiaio di Arrigoni Battista è attualmente “Best Italian Soft Cheese” (Miglior Formaggio Italiano a pasta molle), dichiarato e premiato agli ultimi International Cheese Awards di Nantwich (UK) 2019. Il Gorgonzola DOP a peso fisso è una soluzione che offre un prodotto finito, da riporre direttamente nel libero servizio. Si distingue per l’assenza di crosta, che viene separata precedentemente dall’azienda stessa, che offre al consumatore direttamente solo la pasta. Tutte le operazioni di preconfezionamento infatti vengono effettuate da Arrigoni Battista come da Disciplinare del Gorgonzola DOP. Il packaging nero elegante illustra il contenuto al consumatore grazie a claim e font chiari e precisi. La vaschetta richiudibile grazie al pratico coperchio per evitare ossidazioni nel frigorifero di casa. La confezione completamente riciclabile, con copertura in cartone, rispecchia la filosofia green dell’azienda volta alla tutela dell’ambiente, del benessere animale e delle caratteristiche organolettiche del prodotto, dal latte sino al confezionamento. Il Gorgonzola DOP Arrigoni Battista, naturalmente privo di lattosio, è stato studiato per raggiungere la cremosità all’ennesima potenza e mantenere la tipica dolcezza ma con una nota di gusto sempre intensa. La sua morbidezza lo rende facilmente spalmabile su pane e tartine ma anche perfetto con le tradizionali ricette della cucina italiana da Nord a Sud: gustosi antipasti e sfiziosi aperitivi, ricco ingrediente per condire primi piatti oppure abbinato a verdure e prodotti da forno.

IL TALEGGIO DOP, FRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE Il Taleggio DOP del caseificio Arrigoni Battista di Pagazzano (BG) rientra nella Linea “I Tradizionali” dell’azienda, formaggi tipici lombardi, insigniti della Denominazione di Origine Protetta: grazie alla produzione di alta qualità in pianura, alla salatura a secco delle forme e alla stagionatura con metodi tradizionali in ambienti moderni, il Taleggio DOP Arrigoni è diventato punto di riferimento del consumatore più attento ed esigente. Formaggio a pasta morbida dal sapore dolce e intenso, il Taleggio DOP appartiene alla famiglia delle “croste lavate” perché viene spazzolato settimanalmente con acqua e sale, un procedimento che in Arrigoni Battista ancora oggi viene svolto a mano e che ne determina la caratteristica colorazione. Il Taleggio DOP del caseificio Arrigoni Battista di contraddistingue per il sapore dolce e il profumo intenso e aromatico, soprattutto nel prodotto con stagionatura prolungata. La crosta è sottile, morbida e di colore rosato. La pasta morbida e cremosa è generalmente di color giallo paglierino, fondente nel sottocrosta, più consistente e friabile al centro. La stagionatura è di almeno 35 giorni.

LE PROPOSTE ESTIVE DI GUIDO GOBINO È finalmente arrivata l’estate e con lei un “brivido freddo” chiamato Stik, la declinazione su stecco del cioccolato Guido Gobino: le migliori varietà di cioccolato e la frutta di stagione unite insieme in una serie di combinazioni di gusti. Look algido per il PinGuido disponibile nelle versioni classico, cuore di gianduia, amarissimo e Tourinot, il cioccolatino che quest’anno celebra un compleanno d’eccezione, 25 anni, assieme ai sorbetti prodotti con polpa di frutta fresca, a base di acqua o ripieni al cioccolato. Prelibatezze realizzate interamente a mano da assaporare a passeggio per le vie di Torino e Milano, si trovano in esclusiva presso le Botteghe Guido Gobino.

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eventi

Meath-Tech ○○○

NUOVE PARTNERSHIP

nella filiera della carne

Filiera, food safety e sostenibilità sono gli hot topics della terza edizione di Meat-Tech, la fiera di Ipack Ima dedicata alle soluzioni di processing e packaging per l’industria delle carni, dei derivati e dei piatti pronti, che si svolgerà a Fiera Milano dal 17 al 20 maggio 2021. Tra le novità, la contemporaneità con TuttoFood, la fiera internazionale B2B dedicata al settore alimentare.

M

ilano, nel 2021, diventa teatro di un rinnovato modo di fare networking, per ampliare le occasioni di business e creare contaminazioni sempre nuove all’interno del polo fieristico logisticamente e tecnologicamente più avanzato d’Italia e tra i più importanti in Europa. In linea con le esigenze dell’industria, Meat-Tech consolida la sua strategia basata sull’ascolto delle esigenze del mercato. Grazie al coinvolgimento diretto, sono state definite le linee guida per i contenuti dell’edizione 2021 della manifestazione al fine di renderla sempre più aderente alle aspettative di business, in termini di filiere rappresentate, soluzioni tecnologiche e mercati di riferimento.

PARTNER STRATEGICI

Nicola Levoni, presidente di ASSICA (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi), partner storico di Meat-Tech, in rappresentanza di un settore da oltre 8 miliardi di euro ha dichiarato: “L’interesse della nostra industria per un progetto di filiera con tecnologia e prodotto finito in esposizione è certamente elevato. La fattiva collaborazione della nostra Associazione con Meat-Tech ci porterà all’organizzazione di eventi di avvicinamento e di un meeting durante le giornate di manifestazione”. Meat-Tech è realmente l’evento in cui tutta l’industria di riferimento si identifica: oltre ad ASSICA, le associazioni ANIMA-Assofoodtec e UCIMA sono infatti partner strategici della manifestazione.

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FIORE ALL’OCCHIELLO ITALIANO

Il 2019 è stato un anno di riflessione per il comparto italiano delle carni suine e in particolare per i salumi (produzione a -0,7% in quantità, consumi a -0.6%). Il settore ha dovuto confrontarsi con una domanda debole e una crescita dei prezzi della materia prima. “Guardiamo comunque con ottimismo – ha commentato Levoni – alla possibilità di dare slancio ad una ripartenza organica dell’intero comparto, fiore all’occhiello del food made in Italy nel mondo, senza dimenticare alcun anello della filiera e mettendo in campo azioni di ampio respiro anche sul fronte export. Per il nostro settore sono fondamentali le tecnologie di processo e di confezionamento”. Secondo i dati ANIMA Assofoodtec, le tecnologie ed attrezzature italiane per prodotti alimentari hanno consolidato nel 2019 un valore della produzione pari a 5,2 miliardi di euro (+0,2% rispetto al 2018), con l’export che ha toccato quota 3,4 miliardi di euro. Come ha sottolineato UCIMA, l’industria delle macchine per packaging vede proprio nel food un settore di destinazione importante, con il 55,9% del fatturato, che nel 2019 ha superato complessivamente gli 8 miliardi di euro con interessanti volumi di crescita dell’export (2,3%). [fonte: MECS] La contemporaneità di Meat-Tech e TuttoFood assume un significato strategico ancora più importante poiché unisce due settori che hanno dimostrato capacità di adattarsi alle esigenze del canale retail che è in profonda trasformazione e che ha la necessità di assecondare le richieste di sostenibilità e food safety che il consumatore sempre più ricerca.


Sial Paris ○○○

Un approccio innovativo

NELL’INDUSTRIA ALIMENTARE P

rima della crisi del Coronavirus, la crescente consapevolezza dei consumatori e la rapida crescita della popolazione mondiale stavano già spingendo l’industria alimentare a subire una trasformazione. Salute, trasparenza, eco-responsabilità, prezzi equi: la pandemia ha messo in evidenza i grandi problemi del nostro settore. La necessità di cambiare e di reinventarsi non è mai stata tanto importante come oggi. Questo approccio vuole creare la mobilitazione di tutti gli operatori del settore alimentare del mondo per sviluppare soluzioni in grado di proporre prodotti alimentari sani, eco-responsabili, equo-solidali e accessibili al maggior numero di persone.

NUOVI APPROCCI NEL SETTORE ALIMENTARE

L’edizione 2020 di SIAL Paris avvia una nuova dinamica lanciando il dibattito su un tema potente e unificante: #OwnTheChange. In un momento di transizione, reinvenzione e responsabilità sociale globale, SIAL desidera unire gli operatori del settore alimentare di tutto il mondo per un confronto sulle principali trasformazioni in atto nel settore. Per questo motivo è stata realizzata l’iniziativa #OwnTheChange. Dovremo continuare a mangiare, ma i cambiamenti saranno enormi. Entro il 2030, la popolazione mondiale crescerà da 7,6 a 8,6 miliardi (Rapporto delle Nazioni Unite, 2017). Questo enorme aumento rappresenta una grande sfida per la comunità alimentare. Garantire un’alimentazione per tutta la popolazione mondiale non trascurando l’innovazione. Ci sono nuovi paradigmi da tenere in considerazione: produrre di più inquinando di meno, esplorare nuove fonti di approvvigionamento, diventare più trasparenti... Nuovi approcci devono essere avviati o rafforzati nel rispetto delle persone e dell’ambiente. Questo è il motivo per cui SIAL Paris invita la community alimentare a prendere le redini del cambiamento proponendo le soluzioni di domani. “Il nostro rapporto con il cibo sta cambiando e dobbiamo fare nuove scelte. Dobbiamo urgentemente ripensare il nostro rapporto con l’agricoltura, la trasformazione e distribuzione dei prodotti per offrire ai consumatori un’esperienza significativa. A SIAL crediamo che le attività delle aziende abbiano un senso solo se migliorano la salute, l’ambiente e la società nel suo insieme. Il nostro ruolo è comprendere, analizzare e incoraggiare il cambiamento dando ai nostri espositori e visitatori le chiavi per creare

L’edizione 2020 di SIAL Paris, che andrà in scena dal 18 al 22 ottobre, ha avviato una nuova dinamica lanciando il dibattito su un tema potente e unificante: #OwnTheChange. SIAL Paris 2020, infatti, ha condotto sulla piattaforma Make.org una ricerca su vasta scala per riflettere su proposte in grado di rispondere alle sfide ambientali e alle necessità alimentari a livello mondiale. le soluzioni del futuro. SIAL s’impegna. Siamo membri fondatori di questa grande iniziativa ‘Agire per una alimentazione migliore’ con Make.org e i suoi partner. L’obiettivo è quello di dare una forte risonanza internazionale alle migliori proposte, generare tracce di sviluppo grazie al nostro sondaggio con l’industria alimentare mondiale e implementare le idee collettivamente. Vogliamo mobilitare tutti gli operatori del settore alimentare, in tutta la loro diversità, invitandoli a offrire le loro soluzioni su make.org fino al 29 maggio e a partecipare alla loro realizzazione durante il SIAL di Parigi in ottobre!”, ha dichiarato Nicolas Trentesaux, direttore generale di SIAL Worldwide. Le migliori proposte alla consultazione sulla piattaforma Make. org saranno trasformate in azioni concrete al SIAL di Parigi (18-22 ottobre 2020).

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eventi

TUTTI PRONTI

la rivoluzione del packaging! Ogni due anni, All4Pack, salone generalista di riferimento in Francia, è l’evento imperdibile per 79.000 operatori, che vengono a scoprire le soluzioni di packaging innovative e sostenibili presentate da 1.350 espositori e marchi. La prossima edizione, che si svolgerà dal 23 al 26 novembre, sarà, in questo particolare anno, un’opportunità unica per l’ecosistema dell’imballaggio e dell’intra-logistica di incontrarsi e di proseguire tutti insieme rispondendo alle sfide normative e sociali che il settore deve affrontare.

L’

eccezionale situazione che affrontiamo nella lotta contro il Covid-19 e il protocollo messo in atto per affrontarla, ci ricorda una cosa essenziale: la ragione d’essere e l’importanza del packaging. Infatti, senza un contenitore, la sicurezza alimentare, il consumo e la distribuzione di determinati prodotti sarebbero semplicemente impossibili. Sebbene, in passato, a volte messo in discussione, l’imballaggio svolge un ruolo cruciale per la nostra società poiché si è rivelato essenziale per mantenere l’attività dei settori strategici del nostro Paese, quali: alimenti e prodotti di prima necessità, salute e igiene, le consegne a domicilio. Al di là del suo ruolo principale, il settore del packaging continua ad evolversi. Preservare le nostre risorse e il nostro pianeta è una necessità a cui il settore deve rispondere fornendo nuove soluzioni. Data l’entità delle sfide ambientali, le prove da affrontare sono notevoli. All4PAck, l’unica fiera internazionale nel 2020 dedicata alle problematiche del packaging, è l’opportunità per scrivere un nuovo capitolo in questo settore.

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UNA NUOVA ERA PER IL PACKAGING

Sono in corso molti cambiamenti per l’industria dell’imballaggio che sta vivendo una vera rivoluzione. Oltre alle iniziative già realizzate dagli industriali per soddisfare le esigenze dei cittadini, gli obiettivi stabiliti dalla legge per l’economia circolare, approvati lo scorso febbraio, li costringeranno ad accelerare il processo: 100% plastica riciclata entro il 2025, divieto di imballaggi usa e getta entro il 2040, abbandono del polistirolo espanso entro il 2021, ampiamente utilizzato negli imballaggi per alimenti. L’imballaggio deve quindi essere reinventato. Il salone All4Pack, precursore di tutte le soluzioni sostenibili d’imballaggio e dell’intralogistica, ha l’ambizione d’affiancare gli operatori nell’affrontare questa rivoluzione senza precedenti. L’edizione 2020 sarà posta sotto il segno del cambiamento e dello sviluppo sostenibile, più che mai, al centro dell’evento. In effetti quest’anno, la fiera All4Pack è stata progettata per essere il luogo d’incontro all’avanguardia, stimolante ed essenziale per il


All4Pack ○○○ packaging del futuro. I visitatori professionisti saranno in grado di incontrare e condividere opinioni su questioni che interessano il settore per anticipare al meglio le nuove sfide di oggi e di domani. ALL4PACK 2020 promette un approccio globale, per supportare le industrie utilizzatrici nelle loro ricerche di soluzioni in modo che possano abbinare sostenibilità, prestazioni e redditività. Si tratterà di un’opportunità per incontrare i produttori di imballaggi, contenitori e macchine francesi ed internazionali e per scoprire 600 macchine in funzione. Ogni operatore sarà in grado di scoprire una gamma completa di soluzioni specifiche, sostenibili e responsabili nel packaging, nel processing, nel printing e nella logistica. Per una migliore visibilità e un percorso più fluido e rilevante per i visitatori, quest’anno le varie offerte degli espositori saranno presentate per materiale: legno, cartone, metallo, plastica e vetro. Tutti potranno quindi trovare soluzioni e innovazioni che potrebbero interessarli più facilmente.

ECODESIGN, LE SFIDE DELLA SUPPLY CHAIN

Riprogettare l’imballaggio promuovendo l’eco-progettazione, tutto ciò è diventato una priorità per gli industriali, produttori ed attori della supply chain al fine di rispondere alle sfide dello sviluppo sostenibile. Per fare ciò, i responsabili della logistica e le direzioni della supply chain investono massicciamente nell’ecodesign a diversi livelli. Vengono adottate nuove soluzioni sia nei magazzini (imballaggi innovativi e su misura per ridurre il vuoto) sia nei tra-

sporti (uso di materiali riciclati e riutilizzabili, ottimizzazione dei volumi e velocità di riempimento dei camion). In fiera i visitatori potranno trovare un’ampia gamma di offerte in grado di rispondere a queste nuove sfide. Avranno anche la possibilità di dialogare con un gran numero di interlocutori al fine di individuare le scelte ottimali in base alle loro esigenze, scoprendo prodotti in grado di offrire soluzioni “su misura”.

APPROFONDIMENTO E NETWORKING

La fiera All4Pack, vetrina e punto di riferimento dell’ecosistema dell’imballaggio e della logistica, che punta i riflettori sull’innovazione, la sostenibilità e la responsabilità, offrirà molti spunti di riflessione grazie a un ricco e completo programma di conferenze ed eventi. Ciò consentirà a tutti i professionisti presenti di riflettere insieme e condividere con i propri colleghi le soluzioni di packaging di oggi e del futuro attraverso un ciclo completo di conferenze sulle sfide del settore, compresi i nuovi regolamenti e l’economia circolare. Nell’area All4Pack Innovations sarà possibile scoprire i trend che riguardano i materiali, gli imballaggi e le innovazioni intra-logistiche per comprendere la rivoluzione in atto. Si terranno, inoltre, incontri con i protagonisti del cambiamento e scambi sulle pratiche virtuose dell’economia circolare presso il nuovo Spazio Objectif Zéro Impact. Infine, il LAB By Geppia sarà un luogo di incontro e scambio sulle tecnologie 4.0 e sulle nuove soluzioni per i macchinari, l’ambiente e per migliorare il lavoro delle persone e le performance industriali.

Venditalia

APPUNTAMENTO 2021 CON IL MONDO DEL VENDING

La prossima edizione di Venditalia, la manifestazione internazionale di riferimento della Distribuzione Automatica, organizzata da Venditalia Servizi e promossa da Confida – Associazione Italiana della Distribuzione Automatica – che rappresenta i diversi comparti merceologici dell’intera filiera del vending, ha spostato l’appuntamento precedentemente fissato in novembre, a marzo del 2021 nel quartiere Fieramilano Rho. La decisione di posticipare la fiera è stata presa per poter garantire elevati standard di sicurezza per tutti i visitatori ed espositori e, nel contempo, assicurare il pieno successo della manifestazione. La nuova data infatti è risultata come la migliore per raggiungere gli ambiziosi obiettivi che il principale evento della distribuzione automatica europea si pone ad ogni edizione. I numerosi stakeholder di Venditalia, hanno concordato con gli organizzatori che la scelta del mese di marzo 2021 fosse l’ideale per poter consentire alle migliaia di visitatori nazionali ed internazionali di raggiungere in piena sicurezza la sede della manifestazione e assicurare quindi la buona riuscita di questa nuova edizione, anche in virtù dell’assenza di sovrapposizioni di data con altre manifestazioni fieristiche. L’appuntamento con Venditalia 2021 e con il futuro del vending è dal 10 al 13 marzo 2021 nei padiglioni 8-12 di Fieramilano Rho.

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