Food Machines n.2 - Ottobre 2019

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2 | Ottobre 2019

FM Anno XXIII | N.

ortofrutta ○○○

Italian Food Technologies

FOOD MACHINES

FOOD MACHINES | OTTOBRE 2019


BOLOGNA

2020

16a edizione

15-16 GENNAIO

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MOLTIPLICA LE TUE OPPORTUNITÀ DI BUSINESS www.marca.bolognafiere.it COMITATO TECNICO SCIENTIFICO MARCA 2020

FOOD MACHINES | OTTOBRE 2019



sommario

sommario

primo piano 4

Frutta e verdura, l’Europa si distingue sulla scena mondiale Spesa italiana più salutista e consapevole

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La primavera del largo consumo Salumi Italiani: cresce la produzione, ma faticano i consumi L’Italia si conferma un Paese biologico

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aziende&strategie 28

mercato 12 14

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Food & Beverage Made in Italy obiettivo efficienza Acciaio e alluminio, materiali chiave per il packaging

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PackPact, la prima rete di imprese italiana nei settori packaging & processing

focus 32 34 35

fatti&tendenze 18

FoodTech, soluzione per un flusso produttivo, veloce, pulito e accurato Gli armadi Rittal, soluzioni perfette per l’industria alimentare L’RFID di Turck Banner garantisce la golosità del cioccolato

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Il ruolo di Siemens nell’eccellenza di Rummo

eventi

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FM FOOD MACHINES

ITALIAN FOOD TECHNOLOGIES

ANNO XXIII | N. 2 OTTOBRE 2019

Direttore Responsabile Gisella Bertini Coordinamento editoriale Stefano Legnani stefano.legnani@innovativepress.eu Marketing e Vendita Katia Pasquali katia.pasquali@innovativepress.eu Redazione Chiara Bezzi Chiara Riccardi

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La MDD continua a crescere L’industria della carne in evoluzione Sostenibilità e digitalizzazione nel futuro dei prodotti dolciari e snack L’attenzione dell’industria delle carni sulla sostenibilità dei processi produttivi

la rivista del latte 58 60

...speciale gorgonzola Il gorgonzola, prodotto D.O.P. Produzione, mercato in crescita

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case history

dossier I surgelati tornano protagonisti a tavola

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...case history Con Schubert, 720 bottigliette di Yakult al minuto

Innovazione e internazionalità per Food & Beverage Food Machines è parte del NETWORK

Produzione Tecnica Margherita Sola Grafica e impaginazione Maria Pilia

Rassegna Grafica

Stampa e confezione Arti Grafiche Boccia - Salerno Costo produzione copia � 1,50 Abbonamenti e diffusione customercare@innovativepress.eu 4 numeri all’anno + 2 Food Machines. L’abbonamento decorre dal primo numero raggiungibile. Italia 40 � - Europa 70 � Gestione Editoriale

p Innovative Press

Via Teocrito 47 - 20128 Milano Tel. 02252071 - Fax 0227000692 info@innovativepress.eu

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Rassegna dell’imballaggio

BM

Beverage Machines

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primo piano

FRUTTA E VERDURA

l’Europa si distingue sulla scena mondiale Quando si parla di frutta e verdura, l’Europa rimane uno dei mercati più importanti a livello mondiale, come dimostra l’European Statistics Handbook 2019, pubblicato in occasione di Fruit Logistica. Il 42% della produzione europea di ortofrutta proviene dall’Italia e dalla Spagna. Dopo la Germania con 8,5 milioni di tonnellate, il Regno Unito è il secondo importatore con 6,5 milioni di tonnellate.

L’

European Statistics Handbook 2019 – con i dati curati e interpretati da Agrarmarkt Infomations-GmbH (AMI) – offre una panoramica completa sulle più importanti nazioni europee nel comparto ortofrutticolo. In questo manuale sono stati elaborati non solo importanti dati di produzione e informazioni sull’import e l’export, ma anche riflessioni sulle peculiarità e sulle tendenze dei diversi mercati. 47 milioni di tonnellate di frutta e 56 milioni di tonnellate di verdura, 103 milioni di tonnellate in totale, sono state prodotte in Europa nel 2018, il 42% nei due più importanti Paesi produttori europei: Italia e Spagna. Considerando invece gli scambi con i Paesi terzi, le importazioni ammontano a 47 milioni di tonnellate, mentre l’export a 37 milioni di tonnellate, con un delta commerciale negativo di oltre 12 miliardi di euro. Le esportazioni europee di mele nel 2018 hanno rappresentato una quota di 2,47 milioni di tonnellate, mentre le arance circa 2,64 milioni di tonnellate. I due Paesi più popolosi dell’Asia, India e la Cina, rappresentano i mercati di sbocco più interessanti. Tuttavia, soprattutto in Cina, i regolamenti sulle importazioni, e principalmente nel comparto fitosanitario, rendono difficile l’accesso al mercato per i prodotti europei. Le associazioni stanno lavorando con il supporto politico a tutta velocità per aprire questi interessanti mercati asiatici. Il raccolto europeo di frutta ha registrato un incremento di circa il 9% rispetto all’anno precedente. Nel caso degli ortaggi, il raccolto UE è diminuito di circa il 7%, anche se i dati per singoli prodotti sembrano essere molto diversi. Nella produzione di verdure all’aperto come cipolle, carote e patate si è registrato un significativo calo, con un aumento, invece, nella produzione di ortaggi come le zucchine, che amano particolarmente il caldo. Anche la produzione in serra, indipendente dal clima,

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ha registrato un trend di crescita interessante. In generale, il clima è una variabile critica. Gli effetti dei cambiamenti climatici, come quasi in nessun’altra industria, influenzano in modo importante il risultato finale. Tutto ciò non coinvolge solo le colture, ma anche i consumi. Il consumo di cocomeri, ad esempio, è stato “potenziato a due cifre” proprio dal caldo dell’estate scorsa. Nella maggior parte dei Paesi della UE, con riferimento ai volumi di acquisto per famiglia, la mela è al primo posto nella classifica della frutta, mentre il pomodoro è sul podio più alto nelle verdure, con l’eccezione del Regno Unito, dove le carote sono le verdure più consumate. Per quanto riguarda la frutta, invece, i consumatori tedeschi e inglesi nel 2018 hanno preferito la banana, diversamente dal trend europeo. Il mercato import più importante all’interno della UE è sicuramente la Germania. 5,3 milioni di tonnellate di frutta e 3,2 milioni di tonnellate di ortaggi sono stati importati nel 2018. Con un tasso di autosufficienza del 38% per gli ortaggi e del 15% per la frutta, la Germania dipende dunque fortemente dalle impor tazioni. La Germania, inoltre, è al primo posto anche in un’altra categoria: nel mercato interno oltre il 50% della frutta e verdura passa dagli scaffali dei discount quali Aldi e Lidl. Una situa-


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zione diversa in Francia, dove le quote di mercato dei discount hanno un livello molto basso e recentemente sono ulteriormente diminuite.

ITALIA, UN MERCATO TRAINANTE

Con un clima molto variegato lungo tutta la penisola, nel nostro Paese si coltiva una vasta gamma di prodotti: oltre ai frutti tradizionali nelle zone temperate, come mele e pere, l’Italia è conosciuta come produttore chiave di frutti a nocciolo, agrumi e frutti esotici come fichi e kiwi. In diverse categorie di frutta e verdura – pere, nettarine, albicocche, kiwi, uva da tavola, pomodori e melanzane – l’Italia è infatti il maggiore produttore in Europa. Negli ultimi anni, il Paese ha prodotto fino a 10 milioni di tonnellate di frutta e circa 7 milioni di tonnellate di ortaggi. Un terzo della frutta e il 12% della verdura vengono esportati ogni anno, diretti principalmente in Germania, Francia e Austria. Circa il 15% va in Paesi al di fuori dell’UE. D’altro canto, l’Italia è anche un forte importatore di frutta e verdura. Le importazioni di frutta riguardano prevalentemente prodotti tropicali quali banane, ananas o agrumi, forniti soprattutto da Costa Rica, Spagna e Colombia. Nonostante la grande produzione nazionale, l’Italia importa anche molti pomodori, verdure da insalata e patate. Francia, Spagna e Germania spiccano in questo ambito. Negli ultimi dieci anni, l’importanza della produzione nazionale di frutti di bosco è cresciuta, anche per l’export. Di conseguenza, la crescita relativa delle esportazioni di more e mirtilli è molto elevata rispetto a quella altre varietà di frutta, anche se i volumi rimangono modesti. L’elaborazione svolge un ruolo importante nel settore ortofrutticolo italiano, in particolare per i pomodori. Nel 2018 il paese era il secondo produttore mondiale di pomodori; oltre al suo considerevole mercato di prodotti freschi, nel 2018 ha prodotto altri 4,7 milioni di tonnellate del prodotto da trasformare. Dopo aver raggiunto il livello più basso nel 2013, gli acquisti di ortofrutta in Italia sono aumentati di anno in anno, e questa tendenza dovrebbe continuare: alla fine di ottobre 2018, le vendite di frutta e verdura sono aumentate del 3% circa rispetto all’anno precedente. Nel 2017, ogni famiglia ha acquistato una media di 182 kg di frutta e 150 kg di verdura. Il valore di entrambi ha raggiunto i 555 €. Mele, arance e banane sono i tre frutti più comunemente acquistati; pomodori, insalate e zucchine sono sul podio delle verdure. Negli ultimi anni, supermercati e discount hanno acquisito un’importanza sempre maggiore in Italia: il 61% degli acquisti di frutta e verdura fresca è avvenuto nei supermercati nel 2017, rispetto al 51% del 2007. I discount hanno un ruolo minore, con una quota del 16%. Confrontati con gli altri Paesi europei, le tradizionali realtà commerciali per la IV gamma, come i mercati agricoli (13%) e i fruttivendoli (22%), rimangono piuttosto importanti, specialmente nelle regioni meridionali e sulle isole.

I TREND NEI CONSUMI

“Il fatto che frutta e verdura fresche svolgano un ruolo cruciale nella vendita al dettaglio non è una sorpresa per nessun addetto del settore”, afferma Alexander Pöhl, uno degli autori del trend

report “Surprises in Store” realizzato in occasione di Fruit Logistica 2019 da Oliver Wyman, per il quale sono stati intervistati circa 7000 consumatori in 14 mercati in Europa e Nord America. “Ciò che potrebbe non essere così ovvio è quanto rapidamente il mercato del fresco stia cambiando. I clienti si aspettano frutta e verdura di buona qualità in ogni negozio. I rivenditori di prodotti alimentari stanno cercando di offrire prodotti freschi per ottenere un vantaggio sul mercato, ma questo sta diventando sempre più difficile”, aggiunge Rainer Münch, partner di Oliver Wyman. All’interno di questo settore in continua evoluzione, infatti, la frutta e la verdura fresca stanno diventando il fulcro del successo di qualsiasi negozio al dettaglio. Tuttavia, le filiere stanno evolvendo in nuove direzioni e la percezione di ciò che conta nei prodotti ortofrutticoli sta cambiando, così come le aspettative sulla gamma di prodotti offerti. I consumatori stanno diventando generalmente molto più sofisticati in termini di decisioni d’acquisto. Non solo sono più attenti all’ambiente, ma richiedono maggiori informazioni sui prodotti che scelgono di acquistare. Ad esempio la provenienza della frutta e della verdura, come sono stati prodotti, quanto sono freschi: queste informazioni sono sempre più rilevanti per i consumatori. Allo stesso tempo, un’alimentazione sana e la praticità rappresentano per molti un tema di cruciale importanza. Queste tendenze non sono così contraddittorie come potrebbero apparire: i consumatori vogliono mangiare in modo sano con il massimo comodità possibile. Questo andamento sta offrendo a produttori, fornitori e retailer nuove opportunità e sfide.

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primo piano

SPESA ITALIANA piĂš salutista e consapevole

Secondo un’analisi della Coldiretti sulle scelte alimentari degli italiani nell’anno appena concluso, si evidenzia una decisa svolta salutistica nelle abitudini alimentari nazionali, con una ripresa delle vendite nei canali tradizionali e una forte crescita degli acquisti diretti dagli agricoltori in azienda o nei mercati.

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C

on l’arrivo del maltempo e la neve la corsa agli acquisti di agrumi contro l’influenza e alla preparazione delle zuppe di verdure e legumi “antigelo” conferma la svolta salutistica in atto tra gli italiani, che ha portato nel 2018 a far segnare il record dei consumi di frutta e verdura degli ultimi venti anni, con quasi 9 miliardi di chili nel carrello, in aumento del 3% rispetto all’anno precedente. “Mai così tanta frutta e verdura sono state consumate in Italia dall’inizio del secolo per effetto soprattutto alle preferenze alimentari dei giovani che – sottolinea la Coldiretti – fanno sempre più attenzione al benessere a tavola con smoothies, frullati e centrifugati consumati al bar o anche a casa grazie alle nuove tecnologie. Se le mele – precisa la Coldiretti – sono state il frutto più consumato, al secondo posto ci sono le arance, mentre tra gli ortaggi preferiti dagli italiani salgono sul podio nell’ordine le patate, i pomodori e le insalate/ indivie. Da segnalare il boom nei consumi di frutta a guscio, dalle noci alle mandorle fino al nocciole, con un aumento del 10% degli acquisti. La frutta in guscio, infatti, considerata in passato nemica della linea per l’apporto calorico, è stata infatti rivalutata come preziosa alleata della salute e i consumi sono dunque esplosi. In crescita del 4% anche la spesa delle verdure in busta, la cosiddetta quarta gamma, che garantisce maggiore per la praticità di consumo”. Tra le tendenze si registra il forte aumento degli acquisti diretti dal produttore, dove nel corso del 2018 hanno fatto la spesa 6 italiani su dieci almeno una volta al mese secondo l’indagine Coldiretti/Ixe. “Complessivamente la superficie italiana coltivata ad ortofrutta – sottolinea la Coldiretti – supera 1 milione di ettari e vale oltre il 25% della produzione lorda vendibile agricola italiana”.

I PLUS DELLA PRODUZIONE ITALIANA

I punti di forza dell’ortofrutta italiano sono l’assortimento e la biodiversità, con il record di 107 prodotti ortofrutticoli DOP/IGP riconosciuti dall’UE, la sicurezza, la qualità, la stagionalità che si esalta grazie allo sviluppo latitudinale e altitudinale dell’Italia, una caratteristica vincente per i prodotti orto-

frutticoli del Belpaese. La ricerca di sicurezza e genuinità nel piatto porta l’88% degli italiani a bocciare la frutta straniera e a ritenere importante scegliere nel carrello frutta e verdura made in Italy secondo l’indagine Coldiretti/Ixè, visto che l’Italia è al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,6%). Sotto accusa sono invece le importazioni incontrollate dall’estero favorite dagli accordi commerciali agevolati stipulati dall’Unione Europea come il caso delle condizioni favorevoli che sono state concesse al Marocco per pomodoro da mensa, arance, clementine, fragole, cetrioli e zucchine o all’Egitto per fragole, uva da tavola, finocchi e carciofi. “Accordi – continua la Coldiretti – fortemente contestati perché nei paesi di origine è spesso permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa, ma anche perché le coltivazioni sono realizzate in condizioni di dumping sociale per il basso costo della manodopera”.

SOSTENIBILITÀ E RICICLO

Conip, Consorzio nazionale imballaggi in plastica, ha reso pubblici i risultati raggiunti in 20 anni di attività e ha presentato i suoi numeri: più del 70% delle cassette per ortofrutta intercettate dal closed loop del Consorzio e riutilizzate come materia prima seconda per la produzione di nuove casse, 86mila tonnellate l’anno di casse in materiale riciclato e riciclabile immesse al consumo, oltre 60mila tonnellate raccolte e avviate a riciclo nel 2017. Il sistema produce annualmente risparmi economici e ambientali di tutto rispetto: 2,2mln di GJ di energia primaria risparmiata, 148mila tonnellate di emissioni di CO2 equivalente evitate, 599mln di litri d’acqua non consumata, 133mila tonnellate di materia prima vergine risparmiata, 40mln di euro di risparmio sulle importazioni di petrolio. Questi e altri dati sono stati pubblicati nel Green Economy Report 2018. Il tema della sostenibilità della filiera distributiva dell’ortofrutta è un tema chiave emerso nell’indagine, così come la nuova sfida di industrializzare il fine vita degli oggetti, trasformando il rifiuto in risorsa. Servono forti politiche industriali, nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente.

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primo piano LE CONSERVE DI POMODORO BIO CRESCONO DEL 65%

IFCO PREMIA I DISTRIBUTORI E I PRODUTTORI DI ORTOFRUTTA

IFCO, attore di riferimento a livello mondiale nella fornitura di soluzioni di imballaggi in plastica riutilizzabili per alimenti freschi, ha premiato con la propria certificazione di sostenibilità i distributori e i produttori di ortofrutta in Europa e Nord America. IFCO è tra le società di logistica più sostenibili a livello mondiale e traina il settore verso una sempre maggiore responsabilità sociale (CSR). Per questo, i retailer ed i produttori che hanno ricevuto il certificato di sostenibilità di IFCO beneficeranno di prove tangibili e credibili del loro impegno per la protezione dell’ambiente e per la sostenibilità. Oggi i clienti apprezzano sempre più prodotti e pratiche commerciali sostenibili. I rivenditori e i produttori premiati con il certificato IFCO sono in grado di dimostrare il loro impegno ambientale e quindi beneficiare di una maggiore fedeltà dei clienti. Inoltre, gli obiettivi di sostenibilità aziendale sono sempre più al centro degli azionisti delle società. Da IFCO ogni partner ha ricevuto un certificato che evidenzia il risparmio relativo ai consumi di anidride carbonica, acqua, energia, rifiuti solidi e rifiuti alimentari grazie all’utilizzo degli RPC IFCO nella catena di approvvigionamento. Questi calcoli si basano sulla stima dell’efficientamento energetico e delle risorse messo a punto da IFCO. “Anche in Italia sono state consegnate le certificazioni ai principali distributori e produttori ortofrutticoli con cui collaboriamo e questa nuova pratica è stata accolta con grande entusiasmo. È stato proprio apprezzato il fatto che l’impegno verso l’ambiente venga valorizzato attraverso quello che è un business quotidiano, studiato proprio per essere il più possibile sostenibile”, dichiara Eleonora Gemini, Direttore generale di IFCO in Italia. Tutti gli RPC IFCO vengono riutilizzati più di 50 volte durante la loro vita e ad ogni ciclo vengono sottoposti a un rigoroso processo di pulizia e ispezione prima di essere consegnati per il ciclo successivo. Gli RPC danneggiati che non possono essere riparati sono riciclati al 100% e utilizzati per la produzione di nuovi RPC IFCO. Diversi studi hanno dimostrato che l’uso di RPC porta a risparmi in termini di CO2 (fino al 60%), energia (64%), acqua (80%), rifiuti solidi (fino all’86%) e danni ai prodotti alimentari (fino al 96%), se confrontato con il packaging monouso. IFCO monitora costantemente i benefici ambientali ottenuti con il proprio SmartCycle™. In Europa e in Nord America, le attività di IFCO hanno consentito i seguenti risparmi nel 2018: - 590.155 tonnellate di CO2, l’equivalente di320.471auto in meno sulla strada in un anno; - 10,6 milioni di metri cubi d’acqua, equivalenti a più di 240 milioni di docce di cinque minuti; - 37.840 terajoule di elettrictà, sufficienti ad alimentare più di 19.9 milioni di lampadine l’anno; - 303.980 tonnellate di rifiuti solidi, l’equivalente della spazzatura prodotta da 223 milioni di persone ogni giorno; - 54.075 tonnellate di rifiuti alimentari, equivalenti a90 milioni di pasti medi nel mondo.

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Nell’ambito di Cibus Connect a Parma, l’ANICAV ha organizzato il convegno “Il pomodoro biologico italiano. Risultati e prospettive. Storie di successo a confronto”. “Il mercato del bio in Italia – ha dichiarato Giovanni De Angelis, direttore generale di ANICAV – con un fatturato totale di 5,6 miliardi di euro, di cui oltre 2 derivanti dall’export, è in continua evoluzione e vede tra i prodotti maggiormente acquistati la frutta, gli ortaggi freschi e trasformati e i derivati dei cereali”. “In particolare, nell’ultimo triennio la produzione di pomodoro da agricoltura biologica destinato all’industria ha fatto registrare una crescita di circa il 65% – ha continuato De Angelis – a conferma dell’attenzione sempre crescente dei consumatori nei confronti dei prodotti che portano in tavola”. Importanti gli interventi di quattro aziende produttrici di pomodoro biologico – Cav. Uff. Pietro Grimaldi Srl, Columbus Srl, Le due Valli Srl e Pancrazio Spa – che, attraverso il racconto e il confronto delle proprie esperienze imprenditoriali, hanno contribuito a tracciare un interessante quadro dello stato e delle prospettive future del mercato del pomodoro biologico in Italia. Al termine del convegno, il Presidente dell’OI Pomodoro da industria del Nord, Tiberio Rabboni, e il Presidente dell’OI Pomodoro da industria Bacino Centro Sud Italia, Guglielmo Vaccaro, hanno sottoscritto un Protocollo di Intesa teso a realizzare un coordinamento tra le due OI e a mettere in campo azioni strategiche condivise finalizzate all’efficientamento, all’integrazione e alla valorizzazione dell’intera filiera italiana del pomodoro da industria.


ortofrutta ○○○ ILIP IN PRIMA LINEA SULL’USO DEL PET RICICLATO 30.000 tonnellate di bottiglie di PET post-consumo immesse nuovamente nel ciclo produttivo ogni anno, pari all’intera quantità di bottiglie in PET recuperate nella regione Emilia Romagna, e 75.000 tonnellate di CO2 in meno immesse nell’ambiente grazie alla sostituzione del PET vergine. È questo il bilancio della lavorazione del PET riciclato all’interno del gruppo ILPA, di cui ILIP è la società principale. L’azienda, uno dei principali produttorieuropei di imballaggi in plastica per alimenti, è in grado di fornire prodotti 100% r-PET FOOD GRADE, idonei al contatto diretto con gli alimenti, grazie al processo di decontaminazione autorizzatodall’autorità per la sicurezza alimentare europea EFSA. “L’attenzione per la sostenibilità è legata strettamente all’identità di ILIP, e alla responsabilità che ci assumiamo come produttori di imballaggi in plastica. Nel nostro settore, siamo stati tra i primi ad affrontare questo tema, con investimenti e progetti concreti – spiega Roberto Zanichelli, Business Development & Marketing Directordi ILIP – la sfida del futuro in Europa sarà la diffusione dell’economia circolare, noi siamo già apripista, grazie alla chiusura del ciclo del PET all’interno del gruppo”. ILPA Group, con le sue aziende AMP, ILIP e MP3, è infatti stata la prima realtà in Europa ad avere il completo controllo e gestione del processo (closed loop) del riciclo dell’r-PET. Dal 2012 gestisce in proprio la catena di approvvigionamento e riciclo delle bottiglie post-consumoe impiega solo scaglie di r-Pet postconsumo riciclate internamente. Ogni singolo processo è quindi controllato direttamente nei vari passaggi, dalla selezione, lavaggio, macinatura ed estrusione fino alla realizzazione di nuovi imballaggi per alimenti in r-PET. “Questo closed loop è un elemento fondamentale dell’economia circolare – prosegue Zanichelli – e ci consente

di selezionare e tracciare il materiale post-consumo fin dall’origine come richiesto dalla stringente normativa in vigore. Il nostro obiettivo finale è

quello di raggiungere il ciclo ‘punnet 2 punnet ILIP’, in cui ogni cestella dopo il consumo rientra nel ciclo produttivo per ‘rinascere’ come nuovo prodotto. Una catena virtuosa che, come dimostrano i numeri, riduce in maniera significativa la carbon footprint dell’intero processo produttivo”. Oggi ILIP è in grado di fornire vaschette per ortofrutta in plastica riciclata con un contenuto di r-PET che va da un minimo dell’85% fino al 100%, a seconda della richiesta del cliente.

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primo piano ORCHIDEA FRUTTA E LPR, UNA PARTNERSHIP VINCENTE Orchidea Frutta, azienda pugliese di Rutigliano (BA), specializzata nella produzione di frutta, collabora con LPR – La Palette Rouge, punto di riferimento del noleggio pallet in Europa e Divisione del Gruppo Euro Pool per le attività di trasporto dei propri prodotti agricoli. L’azienda dei fratelli Nicola e Vitantonio Giuliano è specializzata nella produzione e distribuzione di un’ampia gamma di prodotti ortofrutticoli,fra cui ciliegie, uva da tavola, pesche, nettarine, albicocche ma anche agrumi quali arance e clementine garantendo sempre il meglio dei raccolti al consumatore. L’accordo che lega l’azienda con LPR prevede la movimentazione di pallet nel formato 800 x 1200 e 1000 x 1200 per flussi domestici ed esteri, nello specifico verso Belgio, Olanda e Gran Bretagna. “Il rinnovo del contratto con LPR è stato una conseguenza diretta dei risultati che abbiamo conseguito grazie alla loro collaborazione, che ha pienamente soddisfatto le nostre aspettative”, ha dichiarato Nicola Giuliano, di Orchidea Frutta. LPR – La Palette Rouge lavora con Orchidea Frutta presso lo stabilimento di Rutigliano da dove i prodotti sono smistati verso tutta Europa.“Il rinnovo del contratto da parte di un protagonista del settore quale è Orchidea Frutta è per noi un motivo di grande soddisfazione”, ha dichiarato Paolo Cipriani, Sales Manager di LPR Italia. “Per il futuro, ci auguriamo di continuare a rafforzare ulteriormente le nostre operazioni continuando così a crescere insieme”, ha concluso Cipriani. LPR Italia, che ha sede a Milano ed è presente in Italia dal 2010, gestisce la consegna di oltre 3 milioni di pallet l’anno per un insieme di clienti nazionali e internazionali fra i quali, Sanpellegrino Nestlé Waters, Acqua Vera Sud, Kimberly– Clark, Lucart, Heineken, DOpla, McBride, Eurovast, KELLOGG’s, Carapelli, Morando, Melinda, Cartiere Carrara e Lavazza.

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FRAGOLE COME APPENA COLTE GRAZIE AL PACKAGING DI BESTACK Le fragole Sabrosa, la varietà top coltivata oggi nel nostro Paese, di Apofruit e O.P. Armonia restano buone più a lungo sui banchi dei supermercati Dimar grazie al packaging Attivo! di Bestack, brevettato dal consorzio insieme all’università di Bologna, che allunga fino a due giorni la vita di scaffale delle fragole, riducendo di circa il 10% gli sprechi. L’imballaggio Attivo! del Consorzio Bestack consiste in una confezione in cartone ondulato “intelligente, che agisce in maniera attiva – come suggerisce il nome – sul prolungamento della shelf life della frutta. Con l’inizio della campagna di produzione di fragole nelle zone a maggiore vocazione in Italia, Dimar – catena aderente al gruppo Selex presente in Piemonte e in Liguria con punti vendita a insegna Mercatò e Mercatò Local – ha deciso di accelerare nuovamente sulla strada della costante innovazione, sperimentando una nuova soluzione di packaging per qualificare la propria offerta e renderla sempre più sostenibile, in collaborazione con i suoi principali fornitori, in questo caso di fragole. Così, con decorrenza dai primi di marzo, fino a fine campagna, è iniziato il progetto Attivo! che prevede l’utilizzo dell’imballaggio in cartone ondulato di Bestack “attivato”per le fragole Sabrosa distribuite sui banchi dei supermercati del gruppo. Cosa significa che il packaging è stato “attivato”? Significa che, immediatamente prima del confezionamento delle fragole, gli imballaggi di cartone ondulato vengono attivati attraverso una tecnologia che nebulizza sulla loro superficie una miscela di estratti di olii essenziali naturali derivanti a loro volta da frutta, che svolgono una funzione antimicrobica sui prodotti ortofrutticoli conservati in cartone, rallentando il loro naturale processo di maturazione e di marcescenza. Le fragole movimentate nell’imballaggio Attivo!, quindi, si mantengono buone per più tempo: sui banchi dei supermercati Dimar, e anche a casa del consumatore.


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mercato

La primavera

DEL LARGO CONSUMO

Nel periodo gennaio-aprile 2019 le vendite a valore del food nel largo consumo in Italia hanno fatto registrare un incremento del +2,3% sullo stesso periodo dell’anno precedente. L’incremento complessivo, a totale negozio, è pari al +2% a valore, con una previsione di chiusura dell’anno +1,5% a valore. Così emerge dai dati presentati da Nielsen.

“L

a fiducia degli italiani è stabile (cala solo a quota 68 rispetto ai 70 punti del 4° trimestre 2018), senza segnali evidenti di ritorno ai livelli bassi del passato e in linea con quanto osservato negli altri Paesi europei. Da qualche mese il vero gap è nella fiducia rilevata tra le imprese”, ha dichiara Romolo de Camillis, Retailer Services Director di Nielsen Italia in occasione de Linkontro, l’annuale appuntamento di Nielsen dedicato alla business community del largo consumo. Ha poi proseguito: “Il ruolo del mondo del largo consumo, comunque, rimane centrale nel panorama macro-economico del nostro Paese, anche a fronte di un PIL vicino a crescita zero. Il valore creato in questa filiera non è espressione delle mere esigenze quotidiane dei consumatori, deriva bensì da una crescente ricerca di benessere e servizio tra i prodotti di uso comune. Un insight fondamentale per l’intero settore: vivere bene e concedersi un lusso sono necessità che un carrello della spesa può soddisfare in modo eccellente”.

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food&beverage ○○○ NUMERI IN CRESCITA I primi quattro mesi del 2019 confermano gli andamenti positivi per tutti i prodotti. Le categorie del largo consumo riportano i seguenti andamenti nel periodo gennaio-aprile 2019: bevande +3,5%, gelati surgelati +2,7%, carne +3,2%, pane pasticceria +2,8%, pets +3,0%, gastronomia+salumeria+formaggi +1,8%, cura persona +1%. Dopo due anni in negativo, nel 2019 tornano a crescere le vendite in promozione, +1,7% a valore, con la pressione promozionale (rapporto tra le vendite promozionate e il totale) stabile al 28,9%. A livello di aree si osserva una crescita a valore maggiore al Sud e nelle Isole rispetto al resto d’Italia. I valori registrati sono i seguenti: Nord Ovest +2,2%, Nord Est +1,7%, Centro +2,5%, Sud e Isole +2,6%.

DOVE SI ACQUISTA

In uno scenario competitivo sempre più esteso, e che offre sempre più scelta al consumatore, il discount è il canale più “interessante”: dopo più di cinque anni di crescita continuativa, inizia a configurarsi come un vero e proprio competitor del canale super, investendo in servizio – basti pensare che ormai il comparto del fresco pesa il 35% del totale negozio. Inoltre il canale discount è leader per margine: l’utile prodotto dalle principali aziende discount rappresenta bene il 34,2% degli utili distributivi (fonte Mediobanca). Un prima mappa dell’offerta online fa registrare che sono circa 830 i punti vendita che nel Paese offrono i servizi click & collect (ordino online e ritiro nel punto vendita) e click & drive (ordino online e ritiro con l’auto). Dalla stessa analisi si desume che i c.a.p. coperti dall’home delivery (consegna a domicilio) sono 1.760, cioè il 38% del totale Paese. Al netto degli sviluppi dell’offerta online, le vendite mostrano una crescita significativa nel primo quadrimestre 2019 (variazione di fatturato pari a +27,70%), contribuendo per circa lo 0,2% alla crescita complessiva della GDO.


mercato

SALUMI ITALIANI cresce la produzione, ma faticano i consumi Nel corso del 2018, i produttori italiani si sono dovuti confrontare con una nuova flessione dei consumi interni, dopo la positiva parentesi del 2017, e con un rallentamento del tasso di crescita dell’export che negli ultimi anni aveva rappresentato il principale traino di sviluppo per il settore. Nel 2018 è risultata in aumento la produzione di salumi, che ha chiuso i dodici mesi attestandosi a oltre 1,184 milioni di tonnellate da 1,177 del 2017 (+0,6%). Il valore della produzione ha mostrato una crescita più sostenuta, portandosi a 8.081,9 milioni di euro (+1,3%). La dinamica quantità/prezzi ha rispecchiato da un lato la spinta data alla produzione dall’incertezza sugli sviluppi della diffusione della Peste Suina Africana che ha portato le aziende a incrementare le scorte, dall’altro gli incrementi dei costi relativi ai fattori di produzione diversi dalla materia prima. In merito ai singoli salumi, il 2018 ha registrato una importante crescita nella produzione di prosciutti crudi stagionati. Dopo la flessione del 2017, la categoria ha evidenziato un incremento importante (+3,9%) in quantità per 289.400 ton e (+4,0%) in valore per 2.273 milioni di

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euro. Il prosciutto crudo stagionato è divenuto così il principale salume prodotto con riferimento ai volumi oltreché ai valori. Anno in flessione, invece, per la produzione di prosciutto cotto, scesa a 288.500 ton (-2,3%) per 1.970 milioni di euro (-1,9%). A determinare questa flessione è stato il deciso calo delle esportazioni, in particolare di quelle verso la Spagna, che si è sommato alla flessione dei consumi interni. Grazie alla crescita dei prosciutti crudi stagionati la quota di prosciutti crudi e cotti, prodotti leader del settore, è leggermente aumentata rispetto all’anno precedente arrivando a 48,8% in quantità e si è confermata stabile in valore a quota 52,5%. Trend cedente anche per la produzione di mortadella, fermatasi a 164.800 ton (-0,9%) per un valore di 661,8 milioni di euro (-0,5%) e per quella di wurstel, scesi a quota 60.500 ton (-1,2%) per un valore di circa 184,8 milioni di euro (-1,6%). Nel 2018 è proseguita, per il quinto anno consecutivo, la crescita dello speck, la cui produzione è arrivata a quota 35.900 ton (+4,1%) per un valore di 357,6 milioni di euro (+4%). In aumento anche la produzione di salame che, anche beneficiando della buona performance dell’export, è salita a 112.100 ton (+0,8%) per un valore di 944,6 milioni di euro (+1,5%). Andamento cedente, invece, per la pancetta, che nel complesso dei dodici mesi ha visto la produzione fermarsi a quota 51.200 ton (-2,1%) per un valore di 229,3 milioni di euro (-1,6%). In calo anche la coppa 43.000 ton (-0,6%) per 321,1 milioni di euro (-0,2%). Solido aumento per la bresaola, che ha chiuso il 2018 con un +3,4% in quantità per 17.900 ton e un +3,7% in valore per 280,6 milioni di euro.


carni&salumi ○○○ I CONSUMI IN FLESSIONE Il 2018 è stato un anno difficile per i consumi. Il progressivo deterioramento del ciclo economico e maggiori timori per il futuro hanno prodotto un rimbalzo rispetto al positivo 2017 che è risultato particolarmente pesante nella GDO. Nel complesso dell’anno, la disponibilità totale per il consumo nazionale di salumi (definita come la differenza fra produzione e saldo import/export al netto della variazione delle scorte) è stata di 1,049 milioni di ton (-0,9%) contro 1,059 milioni dell’anno precedente. Il consumo reale procapite di salumi si è attestato pertanto a circa 10,7 kg (-0,9%) nel 2018. Considerando l’insieme dei salumi e delle carni suine fresche, il consumo reale procapite è stato pari a 18 kg (-0,9%). La struttura dei consumi interni vede al primo posto sempre il prosciutto cotto con il 26,4%; seguito dal prosciutto crudo con il 21,8%; la mortadella/wurstel con il 19%, il salame con il 7,9% e la bresaola con l’1,4%. Chiudono gli altri salumi con il 23,6%.

EXPORT, UN 2018 ANCORA POSITIVO

Un anno, il 2018, in lieve crescita per le esportazioni di salumi italiani. Secondo le elaborazioni ASSICA sui primi dati ISTAT, nel corso del 2018 il nostro export ha raggiunto quota 181.997 ton (+1,0%) per un valore di 1,5 miliardi di euro (+0,3%). Un risultato positivo sebbene inferiore a quelli più consistenti del passato, ma in linea con le aspettative, che arriva dopo anni di crescite importanti e che può essere considerato fisiologico data la fase di minore crescita attraversata dall’export dei prodotti Made in Italy. Da considerare, inoltre, l’effetto confronto con un 2017 in cui sul fronte valori si era registrato un progresso rilevante e il rallentamento dell’economia di alcuni importanti partner commerciali all’interno della UE. Nel complesso dei dodici mesi, dinamico l’export verso i Paesi terzi, dove un ruolo importante è stato giocato dalle spedizioni verso gli USA, mentre hanno mostrato qualche difficoltà le spedizioni verso la UE. Nel corso dell’anno sono risultate in calo, invece, le importazioni di salumi, scese a 51.295 ton (-8,2%) per un valore di 202,7 milioni di euro (-6,7%). Il saldo commerciale del settore ha registrato un incremento del +1,5% per oltre 1,3 miliardi di euro.

EXPORT: FOCUS SUI PRODOTTI

Nel 2018 sono tornate a crescere in volume le spedizioni di prosciutti crudi stagionati; gli invii di prodotti con e senza osso hanno evidenziato un +5,1% in quantità per 72.335 ton a fronte di un valore stabile a 757,1 milioni di euro (+0,1%). Il saldo commerciale ha registrato un incremento, arrivando a 688,9 milioni di euro dai 683,1 del 2017 (+0,8%). Entrambe le voci doganali che compongono la categoria sono risultate in crescita. Bene, in particolare, le esportazioni di prosciutti in osso che hanno chiuso l’anno con un +58,5% in quantità per 5.907 ton e +4,9% in valore per 24,3 milioni di euro, mentre le esportazioni di prosciutti disossati (la voce comprende anche speck, coppe e culatelli) hanno toccato quota 66.428 ton (+2,1%) per un fatturato stabile a 732,8 milioni di euro. Considerando l’insieme delle due voci doganali, hanno mostrato

una crescita solo in volume le spedizioni verso i partner comunitari (+5,0% in quantità per 57.232 ton ma un -0,9% in valore per 563 milioni di euro) mentre quelle verso i Paesi terzi sono risultate in aumento sia in quantità sia in valore (+5,7% in quantità per 15.103 ton e un +3,3% in valore per 194,1 milioni di euro). Buono il risultato dell’export di mortadella e wurstel: +3,5% in quantità per 39.105 tonnellate e +4,1% in valore per 137,7 milioni di euro. Incremento significativo anche per le esportazioni di salami arrivate nel 2018 a toccare quota 32.697 ton (+3,0%) per 317,9 milioni di euro (+3,0%). Rimbalzo negativo per le esportazioni di prosciutto cotto: -22,1% in quantità per 19.442 ton e -11,4% in valore per 133,4 milioni di euro. A penalizzare la performance è stato il forte ridimensionamento delle spedizioni verso la Spagna, la cui domanda è scesa a seguito della ripresa della produzione domestica. Escludendo il dato spagnolo, infatti, l’export di prosciutto cotto avrebbe chiuso l’anno con un +4,6% in quantità e un +1,2% in valore. Trend cedente per l’export di pancetta stagionata, che ha chiuso il 2018 con un -1,7% per 5.507 ton e un -2,8% per circa 42 milioni di euro. In difficoltà, infine, sono apparse anche le esportazioni di bresaola. La voce nel complesso dei dodici mesi ha registrato un -2,6% in quantità per 3.808 ton e un -2,2% in valore per 63,2 milioni di euro.

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mercato

Una crescita del biologico costante che si conferma anche per il 2018. Questo il quadro che emerge dai dati elaborati dal SINAB (Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica) che descrivono trend di crescita solidi sotto tutti i punti di vista.

L’Italia si conferma UN PAESE BIOLOGICO

L

a riflessione su questo scenario sono stati tra i temi al centro di Rivoluzione BIO, l’evento promosso da BolognaFiere, in collaborazione con FederBio e AssoBio, che rappresenta un momento prezioso di confronto sul biologico. Nella prima sessione dal titolo “Verso il 2030: scenari e megatrend”, il Segretario Generale di FederBio Paolo Carnemolla, insieme ad altri autorevoli relatori, ha fatto il punto su caratteristiche, elementi distintivi e innovazioni in atto nel settore biologico partendo dagli ultimi dati SINAB che confermano l’Italia Paese guida nel percorso di conversione al bio. Dal 2010 al 2018 gli ettari di superficie coltivata a bio sono cresciuti di oltre il 75%, un’estensione nel territorio italiano equivalente a quello della Regione Puglia. L’incidenza della superficie biologica nel nostro Paese ha raggiunto nel 2018 il 15,5% della SAU nazionale. Questo posiziona l’Italia largamente al di sopra della media UE che nel 2017 si attestava al 7,0%. Anche il dato sugli operatori mostra tendenze in forte espansione, confermando il primato dell’Italia in Europa. Nel periodo 2010-2018 si è registrato un incremento di operatori nel biologico di oltre il 65%, consolidando il numero di aziende a 79.000 unità. “I dati sull’andamento del settore biologico nazionale contribuiscono a rendere ancora più evidente un trend di crescita su base ormai decennale, anche per quanto riguarda la produzione agricola con quasi due milioni di ettari e il 15,5% dell’intera superficie

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coltivata in Italia. È una crescita che può avere ritmi ancora più sostenuti e che deve interessare sempre più le aree del Paese maggiormente vocate all’agricoltura, dove il cambiamento climatico in atto e le problematiche del calo dei prezzi e dell’eccesso di chimica di sintesi stanno mettendo in crisi tutta l’agricoltura. Ci sono aree come la Pianura Padana, dove gli squilibri climatici impattano su terreni ormai quasi privi di sostanza organica e favoriscono nuovi parassiti che stanno creando danni gravissimi, il cui contenimento si potrà ottenere solo con sistemi di lotta biologica su aree vaste, anche urbane. Il modello agricolo biologico, tipicamente italiano, offre una prospettiva a tutta l’agricoltura non solo per renderla più resiliente, ma anche più sostenibile economicamente sia a livello nazionale che mondiale. La transizione al modello agricolo biologico necessita di una strategia integrata e di lungo periodo, dunque di una politica nazionale di settore e di investimenti pubblici in ricerca e innovazione per organizzare servizi alle imprese, insieme a una completa digitalizzazione del sistema di certificazione che deve essere sempre più efficiente, trasparente e semplificato. Per questo FederBio ha promosso con AssoBio e BolognaFiere l’evento Rivoluzione Bio, un momento di confronto ad alto livello per mettere le basi per una nuova stagione di tutta l’agricoltura italiana”, ha dichiarato Paolo Carnemolla, Segretario Generale di FederBio.


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Venditalia 2020: il mondo del Vending si incontra a Milano Venditalia, il più importante Salone del Vending, rappresenta un’opportunità unica per scoprire le ultime novità del settore e un’occasione concreta per incontrare i protagonisti del Vending internazionale. Vi aspettiamo nella nuova location espositiva di Fieramilano Rho!

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fatti&tendenze Il Food & Beverage italiano rileva ancora grandi potenzialità da esplorare e il suo slancio deve essere sostenuto da strategie in grado di cogliere le opportunità del mercato.

FOOD & BEVERAGE MADE IN ITALY obiettivo efficienza

C

entrica Business Solutions supporta gli operatori del Food & Beverage a cogliere nuove opportunità di crescita e rimanere competitivi. L’azienda ha pubblicato 3 guide dedicate al settore, in cui illustra come le giuste strategie energetiche possono aiutare le aziende a massimizzare l’efficienza produttiva, migliorare la resilienza operativa, ottimizzare la qualità e la sicurezza dei prodotti e rafforzare la reputazione del brand. I mercati sempre più incerti, l’aumento dei costi delle materie prime e della manodopera e la continua stretta sui margini di profitto, infatti, esercitano un’intensa pressione sui produttori del settore. L’energia svolge un ruolo essenziale nell’aiutare il comparto a superare queste sfide. Christian Stella, Managing Director di Centrica Business Solutions Italia commenta: “Il settore alimentare è un’eccellenza del Made in Italy, riconosciuta a livello mondiale per qualità dei prodotti, innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e sicurezza. Tuttavia la

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bandiera con cui l’Italia è conosciuta in tutto il mondo non risulta esente da punti di debolezza, come l’elevata frammentazione del settore, e da minacce come la forte concorrenza di Paesi spiccatamente export oriented o i fenomeni di contraffazione, come l’Italian Sounding, arrivato a quota 90 miliardi di euro”. Continua Stella: “L’energia rappresenta una percentuale significativa dei costi operativi e promuovere una maggiore efficienza è l’obiettivo su cui concentrarsi per migliorare la redditività del settore. Riteniamo, infatti, che le nuove tecnologie e i nuovi approcci alla gestione dell’energia offrano notevoli opportunità di migliorare l’efficienza e ridurre i costi, consentendo all’intero comparto sia di proteggere la redditività, sia di investire in innovazione”.

PROCESSI AD ALTA INTENSITÀ ENERGETICA

L’ampio uso di refrigerazione, riscaldamento, compressori d’aria e altre attrezzature che richiedono una grande quantità di energia nei diversi processi di

produzione si traduce in elevati costi energetici. Un recente studio dell’azienda, infatti, ha evidenziato che tali costi rappresentano una percentuale significativa delle spese generali, in particolare nelle aziende con esigenze di refrigerazione e/o con processi ad alta intensità di calore. In effetti, l’energia spesso rappresenta oltre il 15% delle spese operative e il 50% del consumo di energia elettrica in 2.000 siti di produzione Food & Beverage è attribuibile ai processi di congelamento e raffreddamento. A fronte di prezzi dell’energia imprevedibili e destinati probabilmente ad aumentare, migliorare l’efficienza energetica diventa, quindi, un imperativo.

LE OPPORTUNITÀ PER IL COMPARTO

In molti casi, si possono ottenere risparmi significativi attraverso misure relativamente semplici, ad esempio: Sostituire con i LED le vecchie tecnologie di illuminazione può migliorare l’efficienza addirittura fino al 90%, oppure installare sensori di movimento, per


attivare l’illuminazione solo quando è necessario, può ridurre il consumo di energia del 30%. Fare in modo che impianti e processi produttivi operino in maniera efficiente, come con una regolare manutenzione e con strumenti per la misurazione e il monitoraggio dei consumi, si possono ridurre i costi dell’energia di oltre il 10%. Anche il passaggio a tecnologie di generazione più efficienti, come il solare e la cogenerazione, può avere un impatto positivo sui costi dell’energia. La generazione in loco e le tecnologie di stoccaggio, inoltre, preservano la sicurezza e la stabilità dell’approvvigionamento energetico, riducendo la dipendenza dalla rete elettrica e diminuendo, al contempo, i costi dell’energia.

VANTAGGI DI UNA FORNITURA STABILE

Data la deperibilità delle materie prime e dei prodotti, il settore alimentare risulta particolarmente vulnerabile ai tempi

di inattività e alle interruzioni di corrente. Con la maggior parte dei processi di produzione che dipende in maniera preponderante dall’energia, avere un approvvigionamento energetico stabile e affidabile è fondamentale al fine di garantire che i produttori soddisfino gli standard normativi e le aspettative dei consumatori. Inoltre, l’elevata automazione dei processi, tipica del Food & Beverage al fine migliorare l’efficienza ope-

rativa e af frontare la carenza di personale, comporta una maggiore vulnerabilità ai guasti alle apparecchiature o alle interruzioni di corrente.

MAGGIOR ATTENZIONE ALLA SOSTENIBILITÀ

Mentre l’attenzione alle problematiche ambientali continua a diffondersi e intensificarsi, consumatori e autorità di regolamentazione premono sempre di più sui produttori del settore, affinché si concentrino sulla sostenibilità energetica e sulla riduzione della carbon footprint. La sempre più crescente popolarità delle linee di prodotti “naturali” e “free-from” e la domanda di alternative più sane impongono ai produttori del Food & Beverage di innovarsi. Implementare strategie energetiche sostenibili consente di migliorare la reputazione del brand, aumentandone l’attrattività agli occhi dei consumatori attenti all’ambiente, e allo stesso tempo di essere sufficientemente agili e flessibili per rispondere rapidamente al mutamento delle preferenze dei consumatori e ai nuovi concorrenti rimane una priorità. Conclude Stella: “Il Food & Beverage italiano rileva ancora grandi potenzialità da esplorare e il suo slancio deve essere sostenuto da strategie in grado di cogliere nuove opportunità per rimanere competitivi. Considerando la pressione a cui sono sottoposti i margini di profitto e le esigenze di budget per le spese operative e gli investimenti in conto capitale, riteniamo indispensabile che i produttori del settore aumentino l’efficienza in ogni area della propria azienda, inclusa l’energia”.

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fatti&tendenze Pratici, sicuri, infrangibili e protagonisti di una efficiente economia circolare: sono gli imballaggi metallici, dalle scatolette ai barattoli, dalle lattine per bevande ai grandi fusti industriali, dalle bombolette aerosol a tappi e chiusure.

ACCIAIO E ALLUMINIO, materiali chiave per il packaging

S

econdo gli ultimi dati di Anfima, l’Associazione Nazionale fra i Fabbricanti di Imballaggi Metallici e Affini, nel 2016 sono state prodotte in Italia 679mila tonnellate di imballaggi in acciaio e alluminio e il 77,5% degli imballaggi in acciaio e il 73,2% degli imballaggi in alluminio immessi al consumo è stato avviato al riciclo. Delle 679mila tonnellate di imballaggi metallici prodotte in Italia nel 2016, 656mila sono di imballaggi in acciaio (+1,7% rispetto all’anno precedente) e 23mila in alluminio (-19,5%). Il fatturato complessivo di 1.603 milioni di euro, in lieve crescita rispetto al 2015 (+0,13%)

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deriva principalmente dal mercato interno (62%). Il primo settore merceologico si conferma quello degli imballaggi per il food, con un fatturato di 584 milioni di euro, seguito dalle chiusure metalliche (tappi corona, capsule, coperchi easy open) con 327 milioni di euro e dalla General Line (latte, secchielli, fustini destinati prevalentemente all’industria per vernici, pitture, smalti, oli) con 313 milioni di euro.

METALLO, CAMPIONE DI RICICLO

In Italia il riciclo degli imballaggi di acciaio è da record, registrando nel 2018 il più

alto tasso di riciclo di sempre, pari al 78,6% dell’immesso al consumo, in crescita del 5% rispetto all’anno precedente (73,6%). Un traguardo senza precedenti, raggiunto grazie all’impegno di tutta la filiera a partire dai cittadini che ogni giorno differenziano correttamente barattoli, scatole, scatolette, lattine, fusti, secchielli, bombolette, tappi e chiusure in acciaio, facendo sì che possano essere avviati a riciclo per rinascere a nuova vita. I dati sono stati resi noti da RICREA, il Consorzio nazionale senza scopo di lucro per il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Acciaio.


Imballaggi metallici ○○○ Nel 2018 sono state avviate al riciclo 386.895 tonnellate di imballaggi in acciaio, pari al peso di 13 portaerei Cavour, nave ammiraglia della flotta italiana. Un dato in forte crescita (+7,1% rispetto al 2017), che evidenzia non solo l’aumento della raccolta che ha raggiunto le 459.187 tonnellate (+6,8%), ma anche che la qualità del materiale raccolto sta migliorando progressivamente. L’acciaio è un materiale permanente che viene riciclato all’infinito senza perdere le proprie intrinseche qualità. Grazie alle 386.895 tonnellate di acciaio recuperato dagli imballaggi, nel 2018 nella nostra penisola si è ottenuto un risparmio diretto di 735.094 tonnellate di minerali di ferro e di 232.137 tonnellate di carbone, oltre che di 692.553 tonnellate di CO2.

IMBALLAGGI METALLICI, ALLEATI DEL BIOLOGICO

Il mercato di prodotti alimentari e bevande biologiche sta crescendo in maniera esponenziale grazie a consumatori che scelgono sempre più un’alimentazione sana e consapevole. Si prevede che l’aumento dell’accessibilità dei prodotti biologici in Europa, così come nel Nord America, accompagnato da un riorientamento delle preferenze verso uno stile di vita sano, porterà a una crescita considerevole nell’area, seguita a ruota dalla regione Asia Pacifico. Tenuto conto della reputazione dei prodotti biologici, considerati migliori per la nostra salute e per l’ambiente, molti articoli biologici non processati possono essere venduti sfusi, in particolare frutta e ortaggi. Ingredienti freschi provenienti da fattorie, pescherie, latterie e altre fonti alimentari vengono immediatamente inscatolati in confezioni di metallo, per garantire la conservazione in condizioni ottimali e mantenere inalterati sapore e freschezza. L’imballaggio in metallo si allinea perfettamente alla natura sostenibile di questo tipo di prodotto. Il metallo è un materiale naturale e riciclabile all’infinito, ovvero può essere riciclato più e più volte senza alcuna perdita delle proprietà fisiche. Il suo costante riutilizzo, per produrre nuovi contenitori o altri prodotti metallici, permette di risparmiare materiali non

elaborati ed energia, riducendo anche le emissioni di CO2.

I VANTAGGI PER LA SALUTE E L’AMBIENTE

L’alta qualità di protezione e conservazione degli imballaggi in metallo è ciò che rende questo materiale un alleato formidabile per i prodotti biologici. Può, ad esempio, fornire una tenuta ermetica che protegge dalla luce e dall’ossigeno e, allo stesso tempo, preservare quei nutrienti che altrimenti potrebbero deteriorarsi se il prodotto venisse semplicemente refrigerato. Queste qualità rendono inoltre le lattine metalliche un’arma chiave nella lotta contro i rifiuti dell’industria alimentare, in ogni fase della catena di fornitura. Ad esempio, confezionare i prodotti in lattine invece di confezionarli per la refrigerazione o la

congelazione permette di risparmiare un miliardo di litri di cibo all’anno, un’enorme quantità che verrebbe altrimenti destinata alla discarica. Sia i produttori che i consumatori di prodotti biologici, agendo consapevolmente, contribuiscono a tener conto della qualità del prodotto e del suo impatto sull’ambiente. In queste circostanze, è consigliabile guardare oltre il prodotto e considerare una visione più ampia in termini di sostenibilità, in quanto ci sono spesso degli elementi che hanno un impatto significativo su tali aspetti. Per i produttori di alimenti biologici, la sostenibilità è importante tanto quanto i vantaggi per la salute e la qualità. Una cosa è quindi certa: alimenti biologici e metallo vanno di pari passo quando si tratta di attenzione e soddisfazione dei consumatori.

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dossier

I SURGELATI tornano protagonisti a tavola L’ultimo rapporto sull’industria dei surgelati parla di consumi pari a 841.500 tonnellate, in crescita del +2,1% (824.480 tonnellate), per un valore di mercato complessivo stimato in 4.200/4.500 milioni di euro. Oltre alle innovazioni e il miglioramento nella qualità del prodotto, non manca l’attenzione dei produttori anche alle confezioni più pratiche, sicure e naturalmente ecosostenibili. 22

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L

a crescita nel comparto surgelati è dovuta anche alla continua innovazione delle aziende produttrici, che hanno ben interpretato le nuove esigenze del consumatore mixando l’evidente richiesta di salute/benessere con quella di servizio/praticità, sempre puntando sulla qualità degli ingredienti utilizzati. Così come per il comparto alimentare, ancor più i surgelati hanno ripreso la spinta verso una crescita consistente confermando di essere entrati a pieno diritto negli usi quotidiani domestici e fuori casa. Tale successo è sicuramente dovuto alle prerogative della tecnologia di conservazione che è alla base degli alimenti surgelati, in grado di garantire alta qualità organolettica, disponibilità in tutti i periodi dell’anno, elevati contenuti nutrizionali, ampiezza e varietà di proposte. Senza dimenticare due punti di forza degli alimenti surgelati agli occhi del consumatore: la ricchezza e la trasparenza delle informazioni presenti nella confezione, in una logica di


surgelati ○○○

acquisto pienamente consapevole; i lunghi tempi di conservazione del prodotto surgelato, che permettono – fra l’altro – la drastica riduzione degli sprechi.

VEGETALI, I CONSUMI CONTINUANO A SALIRE

Il settore ha saputo rispondere alle richieste dei consumatori, sempre più in linea con le indicazioni dei nutrizionisti e – anche – con il crescente diffondersi dei nuovi trend alimentari (vegetariani, vegani, ecc.), nonché alla forte richiesta sia del tradizionale sia del biologico. I consumi (Retail+Catering) si sono attestati sulle 402.450 tonnellate (+1,8% rispetto all’anno precedente). Aumentano tutte le tipologie, in particolare zuppe, passati e minestroni e, tra questi, i ricettati. I Vegetali sono ormai diventati un “every day product”, presente nelle preparazioni gastronomiche quotidiane.

PATATE, FINALMENTE IN RIPRESA

La decrescita registrata nei due anni precedenti si è interrotta. I consumi (Retail+Catering) di Patate surgelate hanno toccato 145.350 tonnellate (+1% sull’anno precedente), grazie all’aumento nel Catering (+2,4%) che ha sopravanzato per quantità il Retail (73.100 tonnellate contro 72.250), con una particolare menzione per le tradizionali patate fritte. Alla base del successo la grande versatilità di preparazione di questo prodotto, che consente di gratificare qualsiasi tipo di consumatore grazie alla caratteristica croccantezza e gustosità.

ITTICO, AL DI SOPRA DELLE ASPETTATIVE

L’ittico ha registrato una crescita al di sopra delle aspettative, con consumi (Retail+Catering) pari a 113.400 tonnellate, il 5% in più, che confermano i Prodotti Ittici surgelati al terzo posto della graduatoria nazionale per quantità consumate dopo Vegetali e Patate. Di particolare spicco il risultato del Retail sia nei filetti naturali (+7%) sia nel mollame naturale e crostacei (+6,7%). I numeri confermano quanto il consumatore apprezzi la qualità e il servizio racchiusi nell’offerta:

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dossier

- l’approvvigionamento di materia prima da realtà che adottano sistemi di pesca sostenibili per l’ambiente; - l’utilizzo di tecniche di lavorazione che consentono di raggiungere la temperatura di surgelazione in tempi brevissimi preservando in modo ottimale le proprietà organolettiche e nutrizionali del prodotto fresco; - la ricchezza delle informazioni destinate al consumatore per un acquisto e un consumo consapevoli (nelle confezioni sono riportati, fra l’altro: area di pesca, data di primo congelamento, scadenza, metodo di pesca, valori nutrizionali, nome del produttore, specie ittica e altri interessanti particolari che ogni azienda ritenga opportuno far conoscere).

PIZZE E SNACKS, UN AUMENTO ALL’INSEGNA DELLA QUALITÀ

Lo sforzo perseguito dalle aziende del comparto verso l’innovazione e il miglioramento qualitativo ha prodotto un’offerta che viene sempre più premiata dal consumatore. Le vendite di Pizze e Snacks sono arrivate a 91.500 tonnellate, +2,1% rispetto all’anno precedente. L’analisi dei dati relativi al Retail indica l’exploit delle pizze grandi (7% in crescita), a conferma del loro gradimento da parte del consumatore non più come alternativa “economica” al pasto principale/unico, ma come piatto di intrinseca qualità. Ciò grazie anche alla crescente varietà di offerta, che non trascura aspetti “di tendenza” quali l’utilizzo di farine integrali o di kamut e la proposta di versioni senza glutine.

RICETTATI, RISALGONO I VOLUMI

Con il concludersi della crisi economica il segmento dei Ricettati ha terminato la fase di flessione registrata negli ultimi anni e ha cominciato a risalire nei volumi: 45.500 tonnellate, pari a un +1,9%. Del resto, tutti i dati previsionali avevano anticipato l’evidente bisogno dei consumatori di prodotti alimentari ad alto contenuto di servizio, bisogno al quale i Ricettati rispondono pienamente: qualità degli ingredienti, ricettazioni sia tradizionali sia innovative, velocità e facilità di preparazione, attenzione al bilancio

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nutrizionale sono la migliore risposta a stili di vita di un consumatore che ha sempre meno tempo da dedicare alla cucina.

CARNE, A FINE ANNO UN PICCOLO RISVEGLIO

I consumi complessivi di Carni rosse e bianche surgelate hanno interrotto la discesa che, negli anni precedenti, aveva registrato valori importanti a causa dei nuovi stili alimentari che spingono – in generale – verso un modello alimentare più ricco di vegetali. Complessivamente le Carni hanno registrato consumi per 26.350 tonnellate. In realtà, il lievissimo rimbalzo positivo è dovuto all’andamento delle Carni bianche (+1,4%), mentre le rosse hanno continuato a diminuire (-2,3%). Nell’ultima parte dell’anno, tuttavia, si è notato un risveglio generalizzato dei consumi. Occorre però sempre ricordare, in questo comparto, la forte concorrenza rappresentata dal prodotto fresco. In conclusione, l’intero comparto del surgelato ha registrato una crescita significativa che rende il settore ottimista, pur con le necessarie cautele imposte da un andamento economico non ancora consolidato. Lo stesso ottimismo si ricava esaminando il segmento del surgelato Porta a Porta, specchio fedele del nuovo stile di vita di un consumatore sempre più interessato al servizio e al contatto diretto con il venditore, con cui instaura un forte rapporto di fiducia risolvendo così i propri nuovi bisogni/necessità, compreso quello dei tempi ridottissimi disponibili per gli acquisti alimentari. Il Porta a Porta è cresciuto del +3,4%, più della media complessiva del surgelato.

ITALIA ANCORA LONTANA DALL’EUROPA

La ripresa dei consumi di prodotti surgelati, attestatisi nel nostro paese al valore di 13,9 chili pro capite annui, è un fenomeno che ha riguardato tutta Europa, a riprova di un andamento generalizzato in linea sia con la ripresa economica in atto nel vecchio continente sia con i nuovi stili di vita e trend di consumo sempre più diffusi tra i suoi abitanti.


surgelati ○○○ BOFROST, INNOVAZIONE E TECNOLOGIA AL CENTRO DELLA STRATEGIA DI CRESCITA La più importante realtà italiana della vendita a domicilio di alimenti surgelati, Bofrost Italia, ha chiuso a fine febbraio il bilancio 2018-19 con 238 milioni di euro di fatturato e una crescita del +0,2% rispetto all’esercizio precedente. L’azienda di San Vito al Tagliamento (PN), che detiene una quota di mercato del 10% (fonte GFK-Eurisko, AT ago ’18, Totale Italia) nel settore surgelati, ha comunicato questi risultati in occasione del meeting annuale che si è tenuto alla fine dell’anno commerciale. “Bofrost è un’azienda in salute che ha visto il proprio fatturato crescere di 77 milioni di euro negli ultimi dieci anni – ha commentato l’amministratore delegato Gianluca Tesolin –. In questo momento ci troviamo a dover rispondere alle sfide della trasformazione digitale, che non hanno portato alla “retail apocalypse” che si temeva qualche tempo fa, ma hanno certamente cambiato volto al settore. Il consumatore oggi richiede una customer experience di assoluta eccellenza, con prodotti e servizi incentrati sulle proprie esigenze. Il nostro obiettivo è offrire una proposta personalizzata per oltre un milione di clienti Bofrost, e la nostra strategia è puntare su tecnologia e innovazione ma sempre basati sul rapporto umano al fine esaltare la relazione che si crea tra i clienti e i nostri venditori, una relazione diretta

e fidelizzante che rappresenta uno dei maggiori punti di forza di Bofrost”. Negli ultimi mesi Bofrost ha dunque messo in campo un progetto di maggiore comprensione dei clienti allo scopo, spiega Tesolin, “di proporre il prodotto giusto, al cliente giusto, con la giusta modalità di comunicazione”. Grande attenzione è stata dedicata a migliorare gli strumenti con cui tutti i venditori Bofrost in tutta Italia interagiscono quotidianamente e in modo diretto con i clienti offrendo la comodità del servizio a domicilio: nel corso dell’anno in tutte le 52 filiali Bofrost saranno operative le novità che renderanno più semplice ed efficace la gestione degli ordini. Altro progetto importante legato al digitale è b*Plus, l’app per i clienti che si è arricchita di nuove funzionalità che permettono di trovare più facilmente le informazioni sui prodotti (ingredienti, allergeni), creare cataloghi personalizzati, sperimentare video ricette e idee di menu e contattare il proprio venditore di fiducia. Nel corso del meeting inoltre è stato presentato il nuovo catalogo primaveraestate, con 520 referenze e 46 nuovi prodotti, studiati dal reparto Ricerca e Sviluppo per intercettare i trend alimentari emergenti: Bofrost infatti presenta un’offerta unica nel settore anche per quanto riguarda prodotti vegetariani e vegani, senza glutine, etnici e con ingredienti selezionati, DOP e IGP. Bofrost Italia rappresenta il 19% del fatturato del gruppo Bofrost International, presente in 12 paesi europei con un fatturato annuo di 1.242 milioni di euro. L’Italia è la seconda realtà più importante del gruppo dopo la Germania, paese di origine di Bofrost.

POLO DEI SURGELATI MADE IN ITALY PER IL RILANCIO DI GENOVA “In questo particolare momento di mercato, il settore frozen a livello internazionale offre grandi opportunità di espansione e intendiamo coglierle

realizzando a Genova una piattaforma nel campo dei surgelati che riunisca aziende di medie dimensioni con produzioni e prodotti complementari. La nostra sarà una realtà con forza e dimensioni tali da competere alla pari con i principali gruppi internazionali”. Dario Roncadin, Ceo di Roncadin Spa e amministratore delegato della neonata IFFH - Italian Frozen Food Holding Spa, spiega così le ragioni della creazione della nuova società, che riunisce due affermate realtà aziendali del settore “frozen food”: Appetais Spa, radicata da oltre 20 anni nel territorio di Genova e attiva nella produzione di piatti pronti, e AR srl, creata da Appetais e Roncadin all’inizio del 2016, riconvertendo uno stabilimento di Genova alla realizzazione esclusiva di prodotti surgelati senza glutine, e in breve tempo diventata leader nella produzione “gluten free”. Con sede a Genova Bolzaneto, nel rinnovato centro alimentare della Liguria, IFFH raccoglie negli attuali due stabilimenti produttivi oltre 200 addetti, produce annualmente più di 20 milioni di unità e parte da un fatturato consolidato di 40 milioni di euro, di cui il 20% realizzato all’estero. “Il nostro progetto è anche un contributo alla ripresa di Genova, duramente colpita dal crollo del ponte Morandi, che diventa così un punto di riferimento dell’eccellenza gastronomica del “made in Italy” nel settore dei surgelati – riprende Dario Roncadin –. Le ambizioni di IFFH sono alte e intendiamo espanderne velocemente le dimensioni, sia attraverso una crescita dimensionale interna sia con un piano di acquisizioni, per il quale possiamo contare sull’interesse e sull’appoggio del fondo Mandarin Capital”. Mandarin Capital Partners è il più grande fondo di private equity sinoeuropeo, costituito nel 2007, che si rivolge soprattutto al comparto industriale e che è focalizzato su aziende europee di media dimensione leader nei rispettivi mercati, con lo scopo di supportarne il processo di crescita e di internazionalizzazione.

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dossier MOLINO SPADONI E LA RIVOLUZIONE “OVENABLE” La pizza Margherita “Ovenable” gluten free consente a tutte le tipologie di esercenti, dai bar ai ristoranti, includendo la ristorazione collettiva, di inserire in menù una pizza fragrante di ottima qualità, senza avere un forno dedicato. Questo grazie a uno speciale sacchetto che resiste alla cottura in forno con barriera anticontaminazione, permettendo così di gestire in tutta sicurezza le richieste dei clienti. È sufficiente mettere la pizza - direttamente surgelata o lasciata scongelare a temperatura ambiente per pochi minuti nel forno preriscaldato a 240°, in modalità ventilato, e cuocerla per 8-10 minuti. A cottura ultimata, va semplicemente aperto e rimosso il suo involucro. Questa

operazione non comporta la pulitura del forno né prima né dopo, perché il film funge da barriera, per cui non richiede adeguamento di cucine o attrezzature, abbatte i costi e rende il prodotto accessibile a qualsiasi genere di locale, alzandone il potenziale giro d’affari. La pizza margherita senza glutine Ovenable, condita con pomodoro 100% italiano e mozzarella senza lattosio, prodotta nel caseificio di proprietà della stessa Molino Spadoni con latte italiano fresco di alta qualità, si aggiunge a una ricca gamma frozen gluten free, referenze autorizzate

dal Ministero della Salute e prodotte integralmente all’interno degli stabilimenti aziendali. E oltre alla pizza, anche i panini Ovenable, bianco e integrale, anch’essi confezionati nello speciale sacchetto infornabile con barriera anticontaminazione. Entrambi con crosta croccante e senza conservanti sono ideali da farcire per qualsiasi occasione; il panino bianco è condito con olio extra-vergine di oliva mentre il panino integrale è ricco di fibre e prodotto con farina di grano saraceno e semi di lino, miglio, sesamo e girasole.

SURGITAL, PASTA FRESCA E PIATTI PRONTI SURGELATI ITALIANI Surgital è la prima azienda italiana produttrice di pasta fresca surgelata, piatti pronti surgelati e sughi in pepite surgelati per la ristorazione, il catering e il canale bar. La sede produttiva è a Lavezzola, in provincia di Ravenna, nel cuore dell’Emilia-Romagna, culla della tradizione gastronomica italiana, cui si aggiungono altre due filiali commerciali in Francia, a Lione, e negli Stati Uniti, a Miami, e la presenza di area manager diretti in Germania e in UK. Fondata nel 1980 da Romana Tamburini, attuale Presidente, come piccolo laboratorio artigianale, ha saputo portare la genuinità dei suoi prodotti su scala industriale, arrivando a produrre ogni giorno 135 tonnellate di pasta fresca, 60.000 piatti pronti monoporzione e 8 tonnellate di sughi in pepite, impegnando oltre 340 dipendenti. L’artigianalità è il valore distintivo di Surgital, magistralmente espressa e tradotta in chiave tecnologica dai macchinari impiegati in azienda, frutto di continui investimenti nella ricerca e sviluppo. Moderni impianti che simulano la manualità delle mani umane e, perfezionandone il processo, sono manovrati da mastri pastai che, in stretta collaborazione con gli chef, declinano su larga scala la conoscenza e i segreti della fondatrice. Su un’area totale di 60.000 metri quadrati, di cui 30.000 mq di superficie coperta produttiva, sono attive 29 linee che producono ricette della tradizione italiana, con un’attenzione speciale al processo di conservazione, che non prevede alcun additivo, ma la sola applicazione della tecnologia del freddo: i prodotti vengono preparati con la stessa cura con cui verrebbero fatti a casa e immediatamente abbattuti, così da mantenere intatti i sapori e le proprietà nutrizionali. Tutte le referenze sono portate in breve tempo a – 20°C,

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consentendo a Surgital di portare la pasta fresca in tutte le cucine del mondo. Per una resa ancora migliore, ogni singolo pezzo viene surgelato separatamente secondo il Metodo IQF Individually Quick Frozen. Parte importante dell’azienda, oggi governata dall’intera famiglia Bacchini, sono i 70.000 metri cubi di celle frigorifere, con un magazzino automatizzato a -20 °C da 14.000 posti pallet in cui sono stoccate oltre 600 referenze di prodotto, tutte preparate con ingredienti eccellenti della tradizione italiana e materie prime acquistate integre e lavorate nelle cucine interne, molte delle quali certificate Dop. L’attenzione va oltre la garanzia di qualità dei prodotti e si rivolge anche alla sostenibilità. Lo stabilimento di Lavezzola è autonomo energeticamente e, in parte, anche a livello idrico. Grazie ad un sistema integrato costituito da un impianto fotovoltaico da 1.000 kW/h e da una centrale di trigenerazione a metano con una potenza elettrica di 6.000 kW/h e a una terza centrale elettrica a turbine con potenza elettrica da 600 kW/h, Surgital è totalmente autonoma nell’approvvigionamento di energia elettrica e nella produzione di vapore e acqua calda per i processi produttivi. Surgital vanta un risparmio mensile di CO2 pari a 370 tonnellate, equivalente all’anidride carbonica emessa percorrendo in automobile circa 2,5 milioni di km. Surgital ha sviluppato inoltre il canale del private label, preparando prodotti per importanti marchi della GDO, del porta a porta, dell’industria e dei servizi di trasporto.


surgelati ○○○ “BELLA ALTA”, LA FOCACCIA SURGELATA DI RONCADIN Specializzata in pizze surgelate di alta qualità, Roncadin amplia la propria gamma con la focaccia “Bella Alta”, che prende ispirazione dalla preparazione tradizionale pugliese. Questo prodotto segna l’ingresso di Roncadin nel segmento delle focacce surgelate industriali, che negli ultimi anni hanno fatto registrare una interessante crescita a volume e valore. In questo segmento, le focacce farcite rappresentano oltre il 75% a valore (fonte: IRi). «Con la focaccia “Bella Alta” – spiega l’amministratore delegato Dario Roncadin – ampliamo la nostra gamma con una referenza di alta qualità ispirata alla tradizione della Puglia, la regione con l’offerta gastronomica più interessante per il consumatore e che cresce maggiormente fra le tipicità regionali presenti nella GDO (fonte: Osservatorio Immagino – Nielsen GS1 Italy – Rapporto 2018). Si tratta di un prodotto realizzato con grano duro italiano, patata cotta a vapore, pomodorini e olio extravergine d’oliva». Questa novità è inoltre caratterizzata dagli elementi che da sempre sono punti di forza di Roncadin: materie prime di altissima qualità e un procedimento produttivo che rispetta il più possibile la tradizione, incluse due diverse lievitazioni e farcitura a mano. La focaccia “Bella Alta”, lo suggerisce il nome stesso, è alta, soffice dentro e fragrante fuori. Si cuoce nel forno tradizionale e in pochi minuti è pronta per essere gustata da sola oppure come base da farcire con salumi e formaggi. Il formato proposto è rotondo e pesa 400 grammi: perfetta da condividere per un aperitivo o per accompagnare una cena informale come un goloso

sostitutivo del pane. La gamma di Roncadin si amplia così con una nuova referenza che risponde alle esigenze dei consumatori, che anche nel banco freezer ricercano, sempre di più, varietà, qualità, materie prime attentamente selezionate e attenzione

alle tipicità italiane. Il tutto unito a facilità, velocità di preparazione e nessuno spreco che rendono i prodotti surgelati imbattibili dal punto di vista della comodità.

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aziende&strategie Un’intervista esclusiva ad Annalisa Bellante, co-titolare di Cama Group, e Armando Honegger, amministratore delegato di Honegger s.r.l. su PACKPACT, la nuova rete di imprese italiana che coinvolge una serie di realtà produttive che sviluppano soluzioni innovative per il confezionamento e il processo.

● In che ambito nasce questa iniziativa? Annalisa Bellante: Il progetto di rete d’impresa nasce nel settore delle macchine automatiche per l’imballaggio, che è un settore che fattura circa 7 miliardi di euro. È un settore fortemente in crescita perché dal 2016 abbiamo un incremento dell8% ed è un fiore all’occhiello dell’imprenditoria italiana, infatti l’Italia si gioca a livello internazionale il testa a testa con i concorrenti tedeschi. All’interno del settore lavorano circa oltre 600 aziende, quasi tutte con caratteristiche di forte internazionalizzazione e di un’altissima propensione per l’innovazione tecnologica. ● Quali ragioni hanno portato alla nascita di questa iniziativa e quali sono gli obiettivi? Annalisa Bellante: La rete d’impresa nasce nel 2015 su iniziativa di Gianmario Ronchi, il quale intuendo la potenzialità di un’unione di aziende che si legano a determinati valori ci ha proposto questa partenza con l’inizio di un progetto prevalentemente di promozione tra aziende. Lo scopo iniziale della rete è stato quello di promuo-

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PACKPACT

la prima rete di imprese italiana nei settori packaging & processing vere tutte le aziende sui diversi mercati, ma si è velocemente evoluto anche in progetti di differente natura quali, ad esempio, confronti all’interno di aziende di vari argomenti, addirittura su progetti di ricerca e sviluppo. Non avendo concorrenti all’interno della rete, gli imprenditori si sono aperti anche ad un confronto assolutamente costruttivo per tutti. Gli obiettivi della rete di impresa sono condivisi in termini di forte internazionalizzazione, un’altissima propensione agli investimenti in ricerca e sviluppo e soprattutto una condivisione di valori anche etici che accomunano tutti noi imprenditori. ● Honegger s.r.l. è soggetto attuatore di rete d’impresa. Perché la scelta di essere partner e quali

passi sono stati fatti dopo il vostro ingresso? Armando Honegger: Abbiamo scelto di essere partner inizialmente perché sono tutti nostri clienti che noi seguiamo da anni, ma la cosa che ci ha interessato di più e che ci stimola a fare cose nuove è il modo in cui si sono aggregati tra di loro. Sono tutte aziende molto sinergiche tra di loro, hanno delle caratteristiche molto precise, sono tutte aziende volte all’esportazione, quindi questo permette anche di sviluppare nuovi progetti e nuovi modi di andare in fiera, all’estero e di comunicare, non solo attraverso la fiera ma anche attraverso le attività di comunicazione che abbiamo intenzione di realizzare e che in parte abbiamo già fatto per la scoperta di nuovi mercati.

Chiara Bezzi intervista Armando Honegger e Annalisa Bellante


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L’attività che abbiamo svolto fin dall’inizio è stata quella di fare una ricerca di mercato sulle varie aziende che ci sono in Italia e sui loro prodotti per vedere di integrare e di aggregare altre aziende per rendere ancora più complementare questa sinergia nel settore. Abbiamo intenzione di studiare nuovi modi di penetrare altri mercati facendo presentazioni e incontri mirate su mercati specifici per ognuna di queste aziende. Quindi è un concetto di comunicazione molto nuovo, non è solo la fiera stessa, ma c’è un percorso di preparazione, con un prima, un durante e un dopo.

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● Quali sono le iniziative messe in atto fino ad oggi? Armando Honegger: Di iniziative ne abbiamo fatte tante. Prima di tutto abbiamo rivisto la comunicazione a partire dal sito internet ai comunicati stampa fino alla grafica, al nuovo marchio e al nuovo concetto di design delle varie fiere, dove le aziende si presentano tutte assieme. Questo è già applicato su diversi mercati, quali Iran, India, Russia, Algeria e Australia, dove abbiamo portato con soddisfazione questo gruppo. Abbiamo un programma molto fitto anche per il 2019/2020 e poi andrà avanti. ● Vi sono obiettivi futuri ed una volontà di allargare il progetto a nuove imprese? Annalisa Bellante: Assolutamente sì, la rete ha il progetto di allargarsi a nuovi partecipanti sempre nella logica di integrazione del processo produttivo dei nostri clienti. Quindi l’inserimento di altre aziende che andranno a implementare a implementare e completare la gamma, il servizio e gli impianti chiavi in mano che potremo andare ad offrire ai nostri clienti.

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aziende&strategie FIRMATA L’ACQUISIZIONE DI FT SYSTEM DA PARTE DI ANTARES VISION Antares Vision S.p.A., attiva nelle tecnologie per la tracciatura, l’ispezione visiva e la gestione intelligente dei dati, e Arol S.p.A., attiva nella progettazione e produzione di sistemi di capsulatura, hanno perfezionato l’acquisizione da parte di Antares Vision di FT System S.r.l., società controllata da Arol, specialista in sistemi di ispezione e controllo nel settore dell’imbottigliamento. Il contratto di compravendita è accompagnato dall’accordo per una partnership industriale. Grazie all’acquisizione di FT System, Antares Vision potrà, in particolare: ampliare l’offerta di prodotto nell’industria del beverage, grazie al patrimonio di know-how ed expertise detenuto da FT System; estendere la presenza geografica in nuovi Paesi aggiungendo a quelli in cui è presente (Stati Uniti, Francia, Brasile e India) Messico, Cina, Gran Bretagna e Spagna); aumentare la penetrazione di mercato beneficiando della consolidata base clienti e forza commerciale di FT System; sviluppare il cross selling integrando soluzioni di tracciatura e gestione intelligente dei dati. Il Gruppo Arol potrà dare impulso al piano d’investimenti e acquisizioni nel settore strategico delle chiusure di contenitori e aumentare la capacità d’integrazione dei sistemi di ispezione e controllo. Congiuntamente all’acquisizione di FT System è stata anche sottoscritto l’accordo per una partnership industriale tra Antares Vision, FT System e Arol. L’obiettivo è costruire un vantaggio competitivo sul mercato grazie a un’offerta completa: controllo e ispezione

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per soddisfare gli standard di qualità; tracciabilità del prodotto lungo la filiera per garantire la

trasparenza; gestione intelligente dei dati di produzione per massimizzare l’efficienza.

RIGONI DI ASIAGO GODE DI OTTIMA SALUTE Rigoni di Asiago S.r.l. si conferma una realtà con fondamentali solidi e caratterizzata da un rischio di credito basso. A dirlo è Cerved Rating Agency, l’agenzia di rating del Gruppo Cerved, che ha nuovamente conferito all’azienda il rating A3.1. Anche nel 2018 dunque Rigoni di Asiago S.r.l., storico gruppo italiano del settore alimentare con sede ad Asiago (Vicenza), mantiene la leadership nei segmenti di competenza - confetture, creme spalmabili, miele - grazie alla brand awareness consolidata e alla continua espansione nei mercati europei. I risultati economici preconsuntivi 2018 sono sostanzialmente in linea con l’esercizio precedente, registrando un valore della produzione di 121,2 milioni (122,1 milioni nel 2017) e un EBITDA margin del 13,0% (13,8% nel 2017), stabilmente superiore ai principali competitor settoriali. Si conferma inoltre la buona capacità della gestione operativa di generare flussi di cassa in grado di coprire interamente gli investimenti (6,7 milioni di euro nel 2018). La riduzione di 11,3 milioni della PFN (attestata a 35,8 milioni nel dicembre 2018) ha determinato un miglioramento dell’indice di sostenibilità PFN/EBITDA (2,26x) e un maggior equilibrio della struttura finanziaria (leverage ratio di 0,87x), favorito anche dall’apporto di 10,0 milioni del nuovo partner finanziario Kharis Capital.


breaking news ○○○ LA LINEA VERDE, STRATEGIE DI MERCATO E ATTIVITÀ Anche il 2019 si va definendo come un anno molto importante per La Linea Verde. Nei primi otto mesi, è proseguito in Italia il trend positivo dei mercati del fresh convenience food, a conferma sempre più marcata della tendenza al salutismo e della ricerca di alimenti freschi, genuini e ad alto contenuto di servizio. Nello specifico, la IV gamma, un mercato che da solo vale 904 milioni di euro, nei primi mesi dell’anno ha visto una crescita del 3% (Riferimento dati Nielsen, IV Gamma IT Food, YTD luglio 2019) a valore. Il segmento dei Piatti Unici-Insalatone Arricchite, in cui La Linea Verde è presente con il brand DimmidiSì, ha ottenuto ottimi risultati crescendo del +10% (dati Nielsen) a valore, configurandosi come il vero traino del mercato. “Siamo molto soddisfatti dei primi dati di vendita della nuova gamma Il Piatto Unico Goloso – sottolinea Andrea Battagliola, Direttore Generale e Direttore Commerciale La Linea Verde – è evidente che il consumatore ne ha apprezzato il vincente e forse un po’ audace concept di prodotto”. Le zuppe pronte, in cui l’azienda si pone ai vertici, vale circa 120 milioni di euro e, dall’inizio dell’anno, ha registrato una crescita a doppia cifra (+ 10% a valore - dati Nielsen). “È stata davvero ottima, in particolare, l’accoglienza dei consumatori del progetto Zuppe Gusto d’Oriente. Ne è stato colto il contenuto di grande innovazione”, sottolinea Battagliola. Le attività de La Linea Verde sono sostenute da un piano di investimenti ampio e diversificato. In Italia

proseguono gli investimenti di tipo strutturale e legati all’efficientamento del sito produttivo finalizzati all’incremento della capacità produttiva e alla sostenibilità ambientale: un progetto da 15 milioni di euro su tre anni che si concluderà a fine 2019. Da luglio inoltre, in Sardegna, è iniziata la produzione di IV gamma nella nuova azienda composta da due attività di produzione agricola e uno stabilimento a elevata innovazione tecnologica. L’autunno vedrà anche il lancio di nuovi prodotti DimmidiSì che andranno ad allargare la gamma classica delle zuppe fresche con una ricetta regionale e il segmento contorni. “Il mercato dei contorni nell’ultimo anno è cresciuto del 74%, un exploit al quale hanno fortemente contribuito le polente fresche DimmidiSì che, da sole, nei mesi freddi, hanno registrato un fatturato di 1,1 milioni di euro” ha concluso Battagliola.

VALERIO SOLI ALLA PRESIDENZA DI IPACK IMA Valerio Soli è stato eletto alla Presidenza di Ipack Ima srl, società in joint venture tra Ucima e Fiera Milano. Un presidente come Valerio Soli, Amministratore Delegato di un cluster di aziende del Gruppo Coesia che comprende ACMA, GDM, IPI e System Ceramics, con un’esperienza maturata all’interno di una realtà internazionale come il Gruppo Coesia - attiva in tutte le fasi della filiera delle industrie food e non food – rispecchia perfettamente la realtà che le fiere di Ipack Ima srl rappresentano. Realtà fieristiche con vocazione internazionale al servizio dell’intera supply chain: dalle soluzioni di processo a quelle di confezionamento, dai materiali per il packaging alle tecnologie per il fine-linea. “Questa nomina alla presidenza di Ipack Ima srl, leader nell’organizzazione di eventi fieristici internazionali in ambito processing e packaging, riveste per me un grande significato. Accetto questo nuovo incarico con l’impegno di condividere le mie esperienze nella realizzazione dei tanti progetti su cui stiamo lavorando per l’edizione 2021 e per lo sviluppo di future strategie sostenibili nel tempo. I mercati sono in continua e rapida evoluzione, seguono le nuove esigenze e le nuove abitudini del consumatore; dobbiamo comprendere queste tendenze ed anticipare il cambiamento per sorprendere positivamente i nostri clienti. La presenza internazionale, il mondo digitale, l’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale saranno i nostri principali obiettivi” - afferma Valerio Soli.

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focus FlexLink, parte di Coesia, è riferimento mondiale nella fornitura di sistemi per l’automazione di linea e nastri trasportatori. Da quasi quarant’anni, l’azienda lavora per migliorare l’efficienza delle linee produttive dei suoi clienti, fornendo soluzioni all’avanguardia per il trasporto e l’handling dei prodotti.

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lexLink vanta un know-how particolarmente importante nel settore alimentare, per il quale ha creato “FoodTech”: una specifica offerta di soluzioni. FoodTech è una famiglia di sistemi e servizi per il trasporto tecnologicamente evoluti, pensati nello specifico per l’ambito Food e Dairy. Il team dietro allo sviluppo dei sistemi FoodTech ha un’approfondita conoscenza dei criteri che i produttori del settore devono rispettare per garantire la sicurezza e l’efficienza della linea, così come delle sfide che questi devono quotidianamente affrontare per assicurare la massima qualità del prodotto. Questo ha portato allo sviluppo di soluzioni ad hoc, progettate per incrementare l’efficienza produttiva, ponendo in primo piano la sicurezza dell’operatore. I sistemi della famiglia FoodTech sono caratterizzati da un design estremamente compatto e da ridotte necessità di manutenzione, il che rende semplice eventuali modifi-

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FoodTech, soluzione per un flusso produttivo e accurato che al layout di linea. Inoltre, garantiscono un handling preciso e allo stesso tempo delicato dei prodot ti, pensato per ridurre al minimo i rischi di contaminazione. Tutto questo, si traduce in una riduzione dei tempi e dei costi di produzione. L’uso di line ad alto livello di automazione limita inoltre in maniera significativa il margine di errore umano, assicurando elevati standard qualitativi prolungati nel tempo. All’atto pratico, FlexLink punta a garantire un incremento nell’indice di efficienza generale dell’impianto (OEE o Overall Equipment Effectiveness) dell’1%, ottenendo al contempo un ritorno dell’investimento in tempi ridotti.

SOLUZIONI PULITE ED EFFICIENTI

Un ambiente produttivo pulito, che rispetti elevati standard di igiene, è importante a maggior ragione quando si tratta cibo non confezionato, sia in ambienti umidi che asciutti. Non rispettare tali standard può portare a richiami del prodotto o, peggio ancora, a problemi di salute per il consumatore finale, con conseguenze drammatiche sull’immagine del brand. Al contrario, una linea equipaggiata con nastri trasportatori che rispondono a criteri igie-

nici e dal design s emp li f ic ato facilita le operazioni di pulizia, riduce i tempi morti e il costo generale di funzionamento, con un impatto positivo su tutta la filiera. Il design dei sistemi FoodTech garantisce la massima igiene del prodotto, riducendo al contempo i tempi necessari per la pulizia dei nastri circa il 25%, offrendo al contempo la possibilità di installare moduli tipo CIP (clean-in-place). Nella progettazione dei suoi sistemi, l’azienda ha seguito le linee guida del consorzio europeo EHEDG (European Hygienic Engineering and Design Group) ma è andata oltre, arrivando a realizzare un nastro modulare in acciaio inox, denominato WLX, che è l’unico sul mercato in grado di rispettare i rigidi standard sanitari “3A”.

TEMPI E SPAZI RIDOTTI

Ogni istante che il prodotto passa tra una macchina e l’altra è perso ai fini della produzione. Per impostare un corretto flusso è quindi necessaria una


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pianificazione attenta, che bilanci la velocità di trasporto con la necessità di garantire un handling adeguato. Non vengono ottimizzati solo i tempi, ma anche gli spazi. FlexLink infatti, attraverso una progettazione ragionata della linea e l’utilizzo di sistemi compatti, riesce a ridurre l’ingombro in una percentuale che varia dal 20 al 40% rispetto alla concorrenza, così da garantire più spazio per incrementare le capacità produttive. Inoltre, gli operatori beneficiano di uno spazio più aperto sia in termini di sicurezza che di accessibilità. Il design compatto degli elementi influisce inoltre positivamente sulla facilità di ricollocare o modificare la linea. E sempre a livello di design, l’offerta FlexLink è basa su componenti modulari, a tutto vantaggio della flessibilità. La standardizzazione dei componenti semplifica infatti le fasi di progettazione e realizzazione della linea. Al contempo, l’innovativo design ne rende facile e veloce sia il pre-assemblaggio che l’installazione. L’azienda conserva infine un ampio stock di parti all’interno dei propri magazzini, che sono dislocati in maniera capillare in tutto il mondo, così da garantire tempi di risposta brevi sia in caso di nuovi ordini che di ricambi per linee pre-esistenti.

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veri, spruzzi e getti d’acqua. Entrambi gli armadi in acciaio e acciaio inox sono forniti di serie con grado di protezione IP 55 e NEMA 12 mentre la versione opzionale NEMA 4X, con grado di protezione IP66, garantisce una protezione ancora maggiore anche in condizioni difficili. Qualora fosse poi necessario equipaggiare gli armadi VX25 in acciaio inox con una tecnologia di raffreddamento a risparmio energetico per l’uso in ambienti gravosi, i condizionatori Rittal Blue e+ in acciaio inossidabile sono la soluzione ideale, in grado di soddisfare requisiti quali maggiore produttività, sicurezza di pianificazione, efficienza energetica e applicazioni smart IoT.

UNA GARANZIA PER L’INDUSTRIA ALIMENTARE

Rittal offre soluzioni perfette anche per l’industria alimentare: infatti, i prodotti del sistema Rittal Hygenic Design sono

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adatti per produzioni ad elevato grado di igiene nei processi, soprattutto quelli di lavorazione a ciclo aperto, dove sono necessarie guarnizioni altamente resistenti a detergenti e disinfettanti ed è fondamentale che macchine e impianti siano dotati di armadi, cassette di derivazione e contenitori di comando ottimizzati in termini igienici. Inoltre, sono fondamentali nella progettazione delle camere bianche nel cuore delle produzioni alimentari, garantiscono pulizia e sicurezza nell’industria alimentare, per una maggiore igiene sugli impianti ed un uso ridotto di detergenti e disinfettanti. Rittal HD è una soluzione dai risultati ottimali, che contribuisce a incrementare la produttività e a ridurre i rischi di contaminazione, aumentando l’efficienza energetica. Tutte le cassette di derivazione e gli armadi compatti HD sono approvati cULus listed. Conformi alle linee guida e normative europee, le cassette di derivazione e gli armadi compatti della serie HD vantano numerose caratteristiche superficiali che le rendono ideali per una pulizia efficace in tempi rapidi. Inoltre, sono dotati di guarnizioni di tenuta in silicone lungo tutto il bordo esterno, facilmente intercambiabile e in grado di fissare il coperchio ai dispositivi di chiusura a vite, e di cerniere interne per una pulizia esterna facile e accurata. L’allestimento interno con listelli forati e passo meccanico 6,25 mm danno maggiore flessibilità e consentono l’installazione diretta di guide portanti e piastre di montaggio per cassette KL. La presenza del tetto inclinato a 30° impedisce il deposito di sostanze estranee alla produzione, inoltre è facilmente ispezionabile da breve distanza e consente il libero deflusso di acqua e detergenti. Numerosi gli accessori compatibili, come i distanziali da parete e i bocchettoni passacavi specifici per applicazioni igieniche, che completano la gamma per essere conformi a verifiche ispettive da parte di IFS 6 (International Food Standard) e di terze parti.


focus ○○○ Il sistema RFID BL ident di Turck Banner applicato alle macchine dolciarie della tedesca Winkler e Dünnebier garantisce trasparenza nella logistica degli stampi.

L’RFID di Turck Banner

garantisce la golosità del cioccolato

L

e tecnologie RFID di Turck Banner Italia, produttore di sensoristica, interfacce, sistemi bus e sicurezza, salvaguardano anche la qualità e la golosità del cioccolato. Con i suoi impianti di produzione di alta qualità per l’industria dolciaria, Winkler und Dünnebier (WDS) di Regensdorf in Germania è diventata una delle società di ingegneria meccanica più richieste al mondo per macchinari e linee di produzione per questo settore industriale. Oltre alla tradizione e alla qualità, l’azienda deve il suo successo a un costante processo d’innovazione. Grazie a questa lungimirante attenzione l’azienda è oggi in grado di offrire ai propri clienti la massima efficienza, sicurezza e controllo dell’impianto, grazie a una logistica degli stampi ottimale. I dati che definiscono lo stato più recente di ogni stampo sono forniti dal sistema di identificazione BL IDENT di Turck Banner. Poiché la produzione di cioccolato è un processo a più stadi e piuttosto complesso, la Winkler und Dünnebier Süßwarenmaschinen GmbH (WDS) ha deciso di introdurre l’RFID targato Turck Banner come tecnologia NFC innovativa nella sua produzione dolciaria.

CONTROLLO DEGLI STAMPI A COLPO D’OCCHIO

Tutti gli stampi in plastica, parliamo anche di diverse migliaia a seconda dell’impianto, sono dotati di supporti dati RFID per il controllo e il monitoraggio. Le testine di lettura / scrittura installate in modo permanente nelle linee di produzione e nei sistemi di acquisizione mobili nei magazzini e nelle aree di produzione consentono di tracciare l’avanzamento di ogni stampo da una stazione centrale. All’interno delle linee di produzione, il sistema RFID orientato al database aiuta a garantire il monitoraggio ottimale di stampi e prodotti, nonché l’ottimizzazione dei processi e il miglioramento delle statistiche di produzione. Tutte le informazioni acquisite dal sistema di controllo vengono trasmesse a un database locale sul server dell’operatore dell’impianto, che memorizza i dati per tutti gli stampi in quel momento nel ciclo di produzione della linea. Le informazioni prodotte sono sincronizzate con un server per la gestione e il monitoraggio completi degli stampi. Un sistema RFID completo include non solo i punti di lettura sui mac-

chinari di produzione, ma anche testine di lettura su stazioni di lavaggio stampi e sistemi di stoccaggio. Se il cliente lo desidera, WDS potrà eseguire anche l’adeguamento delle installazioni di terzi con i lettori RFID di Turck Banner.

IL VALORE AGGIUNTO DEI DATI

Oggi i sistemi RFID di Turck Banner assicurano che il database del server centrale di ogni macchina WDS contenga informazioni preziose che possono essere utilizzate per ottimizzare sia la produttività dell’impianto che la qualità della produzione. Esiste una vasta gamma di possibili applicazioni per il pool di dati, inclusa l’ottimizzazione della logistica. Con un clic del mouse, il sistema mostrerà la posizione di ogni singolo stampo o traccerà il percorso che ha fatto all’interno dell’impianto di produzione. Questo controllo consente di individuare facilmente le potenziali fonti di errore. È anche possibile determinare dati specifici della produzione: ad esempio, è possibile identificare facilmente gli stampi o persino set di stampi completi che producono livelli di scarto superiori alla media e ordinarli automaticamente. Un’altra applicazione potrebbe essere il confronto tra set di stampi e caratteristiche di produzione di un lotto specifico. Il pool di dati offre una vasta gamma di applicazioni per il monitoraggio all’interno dell’impianto secondo le linee guida sulla qualità o sull’igiene, anche in termini di gestione della qualità. Il sistema può facilmente identificare se un ciclo di pulizia è stato seguito correttamente. Oggi, grazie all’RFID di Turck Banner, è possibile seguire da vicino le sequenze di produzione, come ad esempio riunire gli stampi nell’armadio di raffreddamento o sostituirli con campioni di prova speciali durante il funzionamento. Questa tecnologia inoltre emette immediatamente un allarme se gli stampi inseriti non sono adatti al processo di produzione in quel momento in corso. È anche possibile un cambio di prodotto “volante”. In questo caso, nuovi stampi vengono introdotti nel sistema mentre quelli vecchi vengono espulsi. Anche scenari di produzione con set di stampi miscelati in modo casuale sono possibili per aumentare la flessibilità.

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focus TRACKMYWAY, NUOVA PIATTAFORMA PER LA TRACCIABILITÀ 4.0 La nuova piattaforma TrackMyWay nasce dall’esperienza di Antares Vision nei sistemi d’ispezione visiva, nelle soluzioni di tracciatura e nella gestione intelligente dei dati. Lo scopo di TrackMyWay è tutelare e garantire la trasparenza della filiera produttiva e distributiva attraverso la tracciabilità di processi e di prodotti, offrendo la possibilità di dialogo fra tutti gli attori della filiera – produzione, distribuzione e consumatore finale – e costruendo un rapporto di fiducia. TrackMyWay offre ai produttori la possibilità di raccontare la storia del prodotto utilizzando informazioni oggettivabili attraverso la condivisione di dati da parte di ciascun operatore della filiera. Inoltre, rappresenta uno strumento molto efficace per la gestione dei richiami, anche con un livello di dettaglio legato alla singola unità venduta, riducendo al minimo l’impatto economico in caso di criticità. Con TrackMyWay, i diversi stakeholder hanno quindi accesso a diversi tipi di informazioni, messe a disposizione da ciascuno di essi in modo selettivo. Tutte le interazioni vengono poi registrate e analizzate dal sistema, da cui ne derivano una serie di strumenti utili a monitorare come la singola unità di prodotto percorre il proprio ciclo di vita fino al momento del riciclo. Il consumatore, oggi sempre più consapevole e attento, con un semplice smartphone e con la scansione di un codice univoco applicato sulla singola unità venduta o sulla confezione, riesce a reperire informazioni certificate sull’origine del prodotto, sul processo di lavorazione e sulla filiera distributiva, offrendo una garanzia sull’integrità e sull’autenticità della sua storia. Tra le soluzioni di tracciabilità, la serializzazione (identificazione di ogni singola unità venduta attraverso un codice seriale univoco) rappresenta un sistema molto efficace che consente di raccogliere informazioni con un livello di dettaglio elevato; oltre a garantire l’autenticità, offre infinite potenzialità di coinvolgimento e di interazione con il consumatore finale. “Siamo convinti che la piattaforma TrackMyWay possa costituire per le aziende un’importante leva competitiva per distinguersi sul mercato e, al tempo stesso, un prezioso strumento di difesa del proprio brand”, afferma Emidio Zorzella, CEO di Antares Vision. “In quest’ottica, la garanzia sull’origine e sul percorso del prodotto non costituisce soltanto un requisito di sicurezza imprescindibile, ma soprattutto un potente strumento di brand value per le imprese. Ecco perché abbiamo coniato il neologismo Trustparency®, che riassume in una parola quanta fiducia può generare una filiera trasparente, dalla materia prima fino al consumatore”.

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PANNELLO OPERATORE SULLA MACCHINA, DOVE SERVE B&R presenta i pannelli operatore Power Panel con sistema di montaggio su swing arm. I terminali compatti, dotati di protezione IP67 su ogni lato, risultano perfetti per l’uso direttamente sulla macchina. I dispositivi sono disponibili in formato widescreen in cinque taglie: da 5,0” a 21,5”. Grazie al browser embedded, i Power Panel T50 Field HMI sono l’ideale per la visualizzazione di applicazioni HMI web-based con mapp View. I dispositivi hanno uno spessore di 16,5 o 26 mm, a seconda della diagonale del display, e sono progettati per il montaggio su un braccio oscillante, grazie al quale possono essere facilmente orientati nella posizione più comoda per l’operatore. I Power Panel possono essere montati anche su attacco VESA. I terminali FT50 hanno una connessione PoE (Power over Ethernet), questo significa che un solo cavo fornisce sia l’alimen-tazione sia la comunicazione di rete, alleggerendo la struttura e semplificando i cablaggi. I Power Panel sono facili da configurare e si prestano perfettamente a completare il design di una macchina di fascia alta. La tecnologia multi-touch consente di integrare le gesture più comuni, come lo swiping e lo zoom, per un utilizzo intuitivo e sicuro. Il touch screen PCAP (Projected Capacity) risponde al tocco in modo preciso e affidabile anche quando viene utilizzato indossando guanti di pelle spessa. Con un Power Panel FT50 che esegue un’interfaccia web-based realizzata con mapp View, gli operatori hanno accesso alle informazioni di cui hanno bisogno, quando e dove ne hanno bisogno. mapp View con-sente agli ingegneri di automazione di creare HMI di facile utilizzo senza uno specifico background di programmazione HTML5, CSS o JavaScript. Con pochi clic possono impostare funzioni come ad esempio la conferma a due mani per le operazioni critiche o di sicurezza.


news ○○○ NUOVO MOTOTAMBURO SENZA OLIO DI INTERROLL I primi mototamburi senza olio di Interroll datano 2010. Da allora, migliaia di motori oil-free sono stati installati e sono ancora oggi in uso come soluzione ottimale per molte applicazioni, particolarmente nell’industria alimentare. I mototamburi senza olio presentati oggi si basano sulla nuova e migliorata Interroll Drum Motor Platform, già sul mercato dal 2017. I mototamburi sincroni senza olio sono per loro natura molto efficienti, il che significa meno perdite di calore ed una più elevata densità di potenza, contrariamente ai drum motor asincroni senza olio, che sono soggetti a surriscaldamento e riduzione della potenza e quindi alla perdita di coppia. Rispetto ai normali mototamburi, le prestazioni del motore oil-free sono influenzate solo in minima parte dal diverso tipo di lubrificazione. Inoltre, rispetto a un motore asincrono standard, i motori sincroni oil-free sono più resistenti e performanti. Richiedono però un invertitore di frequenza e la velocità e la coppia sono leggermente ridotte rispetto a un motore sincrono standard lubrificato ad olio. Comunque le applicazioni ad alta velocità sono ancora possibili, posto che la forza di trazione della cinghia sia sufficiente. Questo vale anche per le applicazioni a bassa velocità. Tipiche applicazioni del motore oil-free sono per esempio il trasporto e il confezionamento di prodotti molto leggeri come caramelle, cioccolato o praline. I produttori di generi alimentari che devono rispettare severe restrizioni per quanto riguarda le possibili contaminazioni degli alimenti nel processo di produzione traggono vantaggio da questa nuova opzione. I drum motor senza olio possono essere utilizzati per qualsiasi applicazione in cui la cinghia si muove lentamente (cioè quando il processo di produzione avviene per fasi e la precisione è di fondamentale importanza, ad esempio nella porzionatura e taglio). Il mototamburo oil-free rende più sicuro l’intero flusso di produzione poiché elimina qualsiasi potenziale rischio di contaminazione dall’olio. Funziona ottimamente a basse temperature, spesso necessarie nel settore della produzione alimentare. In alcuni comparti, quali ad esempio la lavorazione del pesce, l’European Hygienic Engineering and Design Group (EHEDG) raccomanda l’utilizzo di motori oil-free.

UNA SOLUZIONE LEISTER PER IL SETTORE DOLCIARIO Le soluzioni Leister sono da sempre apprezzate nel settore alimentare. L’aria calda ha infatti molte caratteristiche che lo rendono ideale per l’utilizzo in questa industria: regolabile, indirizzabile solo dove serve, non crea polveri e rende gli elementi e le superfici trattate asciutte e pulite. Un esempio della versatilità d’impiego delle soluzioni Leister è dato da una recente applicazione nel settore della produzione dolciaria: in particolare, un impianto utilizzato da una nota azienda di questo segmento per la decorazione di merendine con motivi di cioccolato fuso. Il cioccolato viene estruso attraverso ugelli di silicone; se per qualunque motivo la linea di produzione si ferma, il cioccolato solidifica rapidamente all’interno dell’ugello, rendendolo inutilizzabile. A causa del basso costo industriale dell’ugello, in questi casi ripristinarne la funzionalità mediante lavaggio sarebbe antieconomico; normalmente la parte viene quindi eliminata e sostituita. Il costo del componente è effettivamente basso ma non nullo, e l’eliminazione di un gran numero di questi componenti potenzialmente ancora in buono stato non coincideva con la filosofia aziendale volta a minimizzare gli sprechi e la produzione di rifiuti nel rispetto dell’ambiente. Leister ha quindi ideato una soluzione che mantiene l’ugello a una temperatura superiore a quella di fusione del cioccolato, in modo che questo rimanga fluido all’interno dell’ugello. Questo rende possibile utilizzarlo per tutta la sua vita utile, senza eliminarlo prima del tempo. Per questa applicazione è stato scelto il riscaldatore a doppia flangia LE 10000 DF-C “Clean Air”, adatto per le industrie alimentari, l’industria farmaceutica, cosmetica ed elettronica. Questa soluzione Leister è stata progettata in conformità agli standard igienici per la produzione definiti dall’EHEDG (European Hygienic Engineering & Design Group). La particolare conformazione di LE 10000 DF-C minimizza l’emissione di particelle e tutti i materiali che lo compongono sono atossici. La presenza della doppia flangia nel riscaldatore LE 10000 DF-C facilita la sua integrazione all’interno di sistemi produttivi, e rende inoltre possibile riciclare l’aria calda, con un considerevole risparmio di energia. La soluzione Leister ha permesso di ridurre il consumo di componenti, portando a un risparmio complessivo che ha permesso un rapido recupero dell’investimento, oltre a rendere il processo produttivo più sostenibile da un punto di vista ambientale.

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case history Rummo e Siemens: una collaborazione di lunga data fatta di innovazione e valore per il capitale umano che ha permesso al pastificio di risollevarsi a seguito dell’alluvione del 2015 e di ricominciare con una spinta ancora più forte verso la trasformazione digitale della produzione.

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ondata a Benevento nel 1846, quando Antonio Rummo avviò l’attività di macinazione del grano, Rummo è oggi sinonimo di eccellenza e di altissima qualità. La storica azienda familiare italiana, attiva nel settore alimentare, produce e commercializza un’ampia gamma di prodotti

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Il ruolo di Siemens nell’eccellenza di Rummo tra pasta di semola di grano duro, biologica, integrale, all’uovo e senza glutine e si contraddistingue per la qualità e il posizionamento dei suoi prodotti nella fascia più alta del mercato, tanto in Italia che all’estero. Oggi ha una capacità produttiva che raggiunge le 75 mila tonnellate all’anno nei due stabilimenti di Benevento e di Novara ed una percentuale di export del 30%, in 60 paesi del mondo. Duramente colpita, nell’ottobre 2015, dall’alluvione che ha devastato buona parte dell’area Beneventana, Rummo si è completamente rialzata ed ha fatto ripartire la produzione in soli 7 mesi. “Poteva essere l’epilogo, ma in realtà questo episodio ha segnato anche la nostra rinascita” esclama Cosimo Rummo, Presidente e AD di Rummo SpA.

“Ci sono voluti molti giorni per ripulire dal fango, per avere nuovi macchinari industriali e ripartire con la produzione ma, con la collaborazione di Siemens, siamo riusciti in tempi brevissimi a ripartire” continua Cosimo Rummo. “In una situazione del genere, avere a disposizione un partner come Siemens vale tantissimo. Siemens ci ha dato prima di tutto un supporto umano, e poi tecnologico”.

UNA SOLIDA COLLABORAZIONE

Ed è proprio su questi presupposti che si basa l’ormai ventennale collaborazione tra le due aziende. Collaborazione che risale appunto agli anni 2000, quando Rummo aveva la necessità di rinnovare completamente lo stabilimento e le linee


Cosimo Rummo Presidente AD di Rummo SpA

produttive. La scelta di affidarsi a Siemens fu dettata da un supporto a 360° che Siemens poteva garantire, fin dalla fase di progettazione: a partire dalle soluzioni del mondo dell’impiantistica elettrica (quadri elettrici e interruttori di bassa e media tensione) a quello dell’automazione (con i PLC Siemens Simatic, applicati agli impianti di stoccaggio e gestione delle semole, alle linee di produzione della pasta e al sistema di stoccaggio della pasta corta), ai sistemi di supervisione e controllo SCADA WinCC, agli azionamenti Micromaster, fino a soluzioni complete di automazione e motion control con Simotion e Simatic S7-1500, con pannelli operatore Simatic HMI Comfort Panel e con azionamenti Sinamics per le macchine di confezionamento (in particolare Sinamics S120), per le linee di trasporto del prodotto finito e per le linee di produzione della pasta (in particolare Sinamics G120). “Sono sempre stato convinto che il mercato italiano può emergere solo se fa percepire la qualità e l’eccellenza dei suoi prodotti a livello mondiale. Per fare questo sono necessari partner professionali; partner che possono offrire il giusto know-how ed innovazione tecnologica: il ruolo di Siemens si è quindi rivelato fondamentale per supportarci nell’innovazione e nella ricerca e sviluppo” afferma Cosimo Rummo. “Vorremmo sviluppare maggiormente anche le aree di manutenzione preventiva, per riuscire a produrre la migliore

qualità a costi più competitivi e con uno scarto minimo” afferma Cosimo Rummo e questo è possibile, ad esempio, con la soluzione di predictive maintenance offerta da Siemens attraverso il modulo Simatic SM 1281 per il monitoraggio delle vibrazioni sui motori in continuo e la successiva analisi tramite App su MindSphere, il sistema operativo aperto per l’IoT basato su cloud di Siemens. La manutenzione predittiva permette infatti di identificare i potenziali problemi in fase molto precoce riducendo i costi degli interventi manutentivi grazie a diagnostiche da remoto abilitate su cloud. È inoltre possibile adottare scelte e decisioni corrette e nei momenti opportuni, evitando i fermi produzione.

TECNOLOGIA A SUPPORTO DEGLI OPERATORI

Mantenere una produzione elevata e di qualità significa anche poter contare su operatori validi e competenti. Anche su

questo fronte, Siemens è andata in soccorso di Rummo, dotando piccole macchine di produzione di un proprio software di simulazione della produzione: in questo modo gli operatori non solo sono venuti a conoscenza delle fasi di produzione della pasta bensì hanno avuto visibilità sull’intero processo produttivo. “Oggi ho la possibilità di formare un tecnologo in 30 giorni, non in sette anni come un tempo. Se vengono fatti degli errori, questi rimangono sul simulatore e nulla viene sprecato” conclude Cosimo Rummo. Oggi il percorso di collaborazione di Siemens e Rummo continua con un approccio più mirato alla trasformazione digitale nell’ambito degli impianti di produzione, con la possibilità quindi di monitorare l’efficienza energetica delle linee di produzione stesse e dell’intero impianto. L’acquisizione dei dati viene fatta sul campo con tecnologie IoT ma l’obiettivo futuro è quello di estendere il monitoraggio e l’analisi su MindSphere, il sistema operativo aperto per l’IoT basato su cloud di Siemens.

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pack&design

BEST PACKAGING 2019 nell’imballaggio alimentare Il contest Best Packaging 2019, promosso da Istituto Italiano Imballaggio, in collaborazione con CONAI, ha visto in gara 23 soluzioni di packaging design tecnologicamente avanzate, che hanno come plus l’ecosostenibilità. Tra questi anche 3 soluzioni in ambito food premiate per l’ecosostenibilità. Eco Sacco Barriera di Adercarta 1 e Cartiera Emolli è stato premiato per la

semplificazione della raccolta differenziata, dove anche il sacchetto contaminato dal cibo può essere raccolto nell’umido, la facilitazione della gestione, l’ottimizzazione nella fase di trasporto e il risparmio di materia prima.

2 La vaschetta con coperchio per ortofrutta

di Coop Italia è stata prodotta con oltre l’80% di PET da post consumo, questa soluzione premiata rappresenta la chiusura del cerchio del riciclo. Interessante sotto il profilo dei grandi numeri coinvolti.

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3 La confezione biodegradabile e

compostabile per stracchino di Nonno Nanni invece è stata premiata perché facilita l’operazione di raccolta differenziata, permettendo di raccogliere tutte le componenti del contenitore (vaschetta e flow pack) nella frazione dell’umido. 40

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news ○○○ cucina contemporanea e creativa. Ideale per chi sceglie il cibo come fonte di benessere e approccia la propria alimentazione in modo selettivo, con un crescente interesse verso i prodotti salutistici e funzionali.

MELANDRIPOP, POP CORN IN TRE PACKAGING COLORATISSIMI PACKAGING INNOVATIVO PER L’ORZO NATURA&SALUTE La Melandri Gaudenzio presenta il nuovo prodotto in un pratico e funzionale doypack da 300 grammi, dotato di zip apri e chiudi. Innovativo, per il settore, è il packaging dell’Orzo Natura&Salute dell’azienda ravennate Melandri Gaudenzio, specializzata in legumi, cereali e semi. Non scatole o sacchetti “standard”, ma il più pratico e funzionale doypack da 300 g dotato di zip apri e chiudi, che permette di mantenere inalterate più a lungo le caratteristiche del prodotto anche dopo la prima apertura. La grafica è accattivante e curata nel dettaglio, con una impronta stilistica che caratterizza fortemente il prodotto come appartenente a una categoria di profilo salutista. L’immagine riproduce un vaso di vetro pieno di chicchi d’orzo, chiuso da un coperchio rosso. Alla prima apertura, utilizzando i taglietti laterali che facilitano lo strappo, il coperchio si separa dal vaso, quasi come se lo avessimo svitato. L’effetto “vetroso” dell’immagine è accresciuto dalla lucentezza del materiale. Sul retro una finestrella trasparente (a forma di cuore!) permette la vista del prodotto contenuto. Per fornire maggiori informazioni al consumatore, in etichetta sono riportate anche specifiche indicazioni sulle proprietà del prodotto, oltre che i valori nutrizionali e le modalità di preparazione. L’Orzo Natura&Salute è di produzione italiana ad alto contenuto di Beta-glucani, fibre che aiutano a ridurre il colesterolo nel sangue. Un prodotto ricco di sostanze benefiche e capace di essere protagonista anche di una

La Melandri Gaudenzio presenta tre nuovi “scoppiettanti” prodotti a marchio MelandriPOP: mais per pop corn italiano, biologico naturalmente colorato, grazie alle benefiche sostanze contenute. Chicchi rossi, blu o gialli (appartenenti a tre differenti varietà di mais) si trasformano scoppiettando nelle classiche “nuvolette”. A seconda della varietà assumono diverse dimensioni e colore più o meno bianco, con gusto e consistenza unici. Caratteristiche che li rendono adatti anche come ingredienti per originali ricette. I mais Melandri Gaudenzio sono disponibili in confezioni doypack da 120 g (pari a 4 porzioni da 30 g) con euroforo che ne facilita l’esposizione a scaffale. La zip apri e chiudi consente di utilizzare la dose desiderata, di richiudere la confezione e di garantire una conservazione ottimale. Divertente la grafica che caratterizza le 3 coloratissime confezioni (provviste anche di finestrella trasparente che permette di ammirare il prodotto all’interno), con il marchio della linea nel quale le lettere “fanno POP”, saltando come fiocchi in padella; quegli stessi fiocchi che formano una allegra texture sul grande fondo colorato del pack: rosso, blu e giallo, come le varietà del mais. Biologici e di produzione italiana, questi pop corn nascono dalla riscoperta e dalla valorizzazione da parte della Melandri Gaudenzio di antiche varietà che permettono di portare un tocco di colore e di biodiversità in tavola e che si caratterizzano per le alte qualità organolettiche: Ruby Red (rosso), Blu Diamond (blu), Butterfly (giallo).

FlatSkin® di Van Genechten e Sealpac GmbH, vincitore del premio Save the Planet 2018

I SEGRETI DI VAN GENECHTEN PER CREARE UN PACKAGING VINCENTE Van Genechten, l’azienda europea con sede in Belgio che si è aggiudicata l’edizione 2018 del premio Carton of the Year grazie al “6 Mini Moët pack” e il premio “Save the Planet” per l’innovativa confezione per cibi freschi FlatSkin®, ha deciso di condividere alcuni dei segreti del suo successo. Frederic de Somer, direttore esecutivo di Van Genechten Packaging, spiega che aumentare il numero di confezioni riutilizzabili, utilizzare materiali d’imballaggio rinnovabili e promuovere una comunicazione più costante e chiara sono fattori chiave quando si tratta di creare soluzioni di packaging che piacciano ai consumatori odierni. “I consumatori apprezzano molto le confezioni riciclabili e provenienti da fonti rinnovabili, come quelle in cartoncino pieghevole”, afferma. “La sostenibilità è una sfida prioritaria per qualsiasi produttore e richiede un impegno continuo, oltre ad approcci sempre nuovi e creativi”. “Le confezioni in cartoncino pieghevole offrono grandi vantaggi per l’intera catena di fornitura dei nostri clienti: dalla conservazione del prodotto all’ottimizzazione dello spazio sugli scaffali, fino alla tutela del nostro prezioso pianeta. Pertanto è naturale che sempre più brand decidano di passare a questo tipo di packaging”. La confezione FlatSkin®, sviluppata in collaborazione con Sealpac GmbH di Oldenburg, è adatta alla maggior parte di cibi freschi, tra cui carne e frutti di mare. La stampa di grande impatto è riprodotta su entrambi i lati con inchiostro a bassa migrazione e la confezione utilizza il 75% in meno di plastica rispetto a un vassoio tradizionale o a una confezione retrattile. Anche in questo caso, il cartone è stato fornito da Billerud Korsnäs. Il sistema di etichettatura integrato facilita la separazione dei materiali per il riciclaggio.

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food&ambiente CONSORCIO, NUOVA LINEA DI PRODOTTI BIO-SOSTENIBILI Grupo Consorcio presenta la nuova linea di prodotti bio-sostenibili certificati MSC: i Filetti di Tonno Consorcio pescato a canna in olio di oliva extravergine di oliva biologico, i Filetti di Tonno Consorcio pescato a canna in olio di oliva e le Acciughe del Mar Cantabrico Consorcio in vaso vetro. Il tonno e le acciughe Consorcio della linea bio-sostenibile certificata MSC - il marchio della pesca sostenibile per la salvaguardia degli oceani e delle risorse ittiche che garantisce totale trasparenza sulle origini del prodotto -, seguendo la migliore tradizione artigianale di preparazione, vengono lavorati a mano, puliti, tagliati in filetti e conservati in vetro, per garantire elevati standard di qualità e sicurezza alimentare. L’eccellenza degli ingredienti, unita all’esperienza di lavorazione, permettono a Consorcio di offrire prodotti unici nel mercato, vere e proprie “esperienze gastronomiche” riconosciute e apprezzate a livello internazionale per il loro sapore autentico e naturale. “La nuova linea bio-sostenibile MSC Consorcio è per noi motivo di grande orgoglio – dichiara Dario De Stefano, Country manager Italia Grupo Consorcio -. Ampliamo l’offerta dei nostri prodotti rendendo tangibile l’impegno che da sempre guida Consorcio in termini di qualità, sicurezza, sostenibilità ambientale e sociale che si traducono in pesca sostenibile, tracciabilità completa, riduzione dell’impatto ambientale e informazioni ai consumatori per un consumo responsabile. La nuova linea bio-sostenibile è per noi l’emblema di quello che è il nostro obiettivo: non vogliamo essere la migliore impresa del mondo, ma la migliore impresa per il mondo”.

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SISTEMA “NON-DISTRUTTIVO” PER MISURARE O2 E CO2 IN CONFEZIONI MAP L’inquinamento dai residui di plastica e l’emergenza rifiuti che da essa scaturisce è tra i punti prioritari delle agende di molti governi nazionali che negli ultimi anni hanno incominciato a formulare politiche più responsabili nei confronti del benessere del pianeta e delle generazioni future. Ciò nonostante l’Italia è ancora il settimo Paese europeo per quanto riguarda la produzione di rifiuti in plastica pro capite e con i suoi 35,05 chili all’anno, rimane al di sopra della media europea (31,33 secondo i dati Eurostat 2015). Forte di questa consapevolezza e per dare una risposta concreta ed efficace a quelle aziende della filiera propense verso un ciclo produttivo eco-sostenibile, FT System - Food Inspection ha deciso di lanciare sul mercato EVO-P. EVO-P con tecnologia LPRO è il sistema da laboratorio per l’analisi di O2 e CO2 all’interno di buste e vaschette dei prodotti alimentari confezionati in MAP (Confezionamento in Atmosfera Protettiva) che, a differenza dei tradizionali sistemi di misura distruttivi con ago perforante, consente di misurare il contenuto interno con tecniche ottiche senza bisogno di forare le confezioni. Grazie a questo controllo non si rende più necessario scartare e smaltire inutilmente il materiale delle confezioni usate per i test di laboratorio, abbattendo di fatto gli sprechi già in fabbrica. Inoltre, essendo questo sistema “non-distruttivo”, è possibile effettuare più analisi a distanza di tempo sullo stesso campione così da monitorare l’evoluzione dei gas (CO2 e O2) nel periodo di vita del prodotto fino alla “shelf life”.

L’efficacia del metodo brevettato da FT System sta nell’algoritmo di calcolo formulato dai suoi esperti per individuare la curva di assorbimento delle particelle dalla quale si possono calcolare la concentrazione dei gas o la pressione all’interno di un contenitore sigillato. Una soluzione che aiuta concretamente le aziende che vogliono migliorarsi nei processi di analisi della produzione senza perdere di vista la salvaguardia dell’ambiente e, allo stesso tempo, contenere i costi dei controlli a campione. Con la stessa logica, FT System propone alle aziende del settore alimentare il sistema di ispezione LDS700-IoT, una tecnologia versatile e sicura che permette di effettuare misure ripetibili e affidabili ad elevati livelli di sensibilità e sicurezza. L’apparato di controllo consiste in un sistema di analizzatori di gas specificamente realizzati per rilevare eventuali fuoriuscite di CO2 direttamente in linea e prima del confezionamento secondario dei prodotti alimentari sigillati in MAP. Il sistema non distruttivo consente di analizzare buste e vaschette attraverso una tecnica che sfrutta la sollecitazione delle confezioni tramite rulli motorizzati per individuare eventuali fughe di CO2. Il processo di verifica e controllo avviene sul 100% dei campioni, assicurando in questo modo l’integrità delle confezioni e la qualità degli alimenti posti sugli scaffali. Nel caso si registrino fuoriuscite anche minime di CO2 le confezioni interessate vengono automaticamente scartate dalla produzione, mentre tutte quelle integre proseguono verso il fine linea. In questo modo non solo non si rende più necessario smaltire i campioni necessari all’analisi, con inevitabile aggravio di costi, ma la raccolta dei dati consente di monitorare il processo produttivo e ottimizzare lo stesso avendo a disposizione dati precisi su tipologia e numero di confezioni non conformi.


news ○○○ PACKAGING FLESSIBILE E AMBIENTE, FPE PRESENTA UN NUOVO TOOLKIT Un nuovo toolkit è stato realizzato da Flexible Packaging Europe (FPE), che messo insieme e creato format visuali per spiegare gli imballaggi flessibili e la sostenibilità. È disponibile gratuitamente sul sito web dell’associazione per chiunque sia interessato al tema. “Con il nostro pacchetto divulgativo di informazioni vogliamo enfatizzare come gli imballaggi flessibili vadano a supporto del consumo e della produzione sostenibili di cibo. Gli imballaggi flessibili offrono di fatto numerosi vantaggi in termini di sostenibilità, specie se si considera il quadro generale: questo è supportato da fatti scientifici”, spiega Jean-Paul Duquet, Direttore della Sostenibilità di FPE. “Eppure la sostenibilità nel packaging rimane una tema complesso e noi abbiamo provato a ridurne la complessità mettendo a disposizione una panoramica di tipo pratico,

con fatti e cifre a livello europeo per quanto riguarda temi rilevanti e molto dibattuti, quali l’economia circolare o lo spreco di cibo”. Infografiche facili e intuitive mostrano che gli imballaggi flessibili sono progettati per minimizzare di fatto l’uso dei materiali da imballaggio e come questo contribuisca a

preservare beni di valore e a ridurre i rischi di spreco. “Molto spesso, l’imballaggio flessibile è più efficiente, in termini di risorse, delle tipologie di imballaggio alternative: serve alla medesima finalità pur con un minore consumo di materiale e di risorse energetiche lungo l’intero ciclo di vita”, aggiunge Duquet. “Noi abbiamo creato uno strumento utile per i diversi tipi di utenza, aiutandoli a capire meglio e spiegando loro più diffusamente il ruolo degli imballaggi flessibili nella sostenibilità”. Il toolkit include, scaricabili: infografiche, poster, una scheda tecnica e un’utile guida tascabile. Le informazioni sono attualmente disponibili in cinque lingue: inglese, tedesco, francese, italiano, spagnolo, polacco e turco. Si tratta di una fonte di informazioni molto comprensibile e accessibile per quanto riguarda la sostenibilità degli imballaggi flessibili.

Pallettizzazione semplificata con robot collaborativi La nuova cella di pallettizzazione standardizzata è compatta, veloce da installare e semplice da configurare. Gli operatori possono lavorare in piena sicurezza accanto ai robot collaborativi senza alcuna necessità di ripari. Una intuitiva applicazione con interfaccia drag and drop su tablet consente in meno di 20 minuti di creare il proprio modello di pallettizzazione. Per maggiori informazioni contattateci al +39 011 9518 411 o a info.it@flexlink.com

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food&ambiente NOVAMONT, IL MATER-BI E L’AMBIENTE MARINO Qual è l’impatto dei sacchetti in Mater-Bi sull’ecosistema marino? Per rispondere a questa domanda, Novamont ha curato un importante programma di studi scientifici, in parte svolti nei propri laboratori e in parte commissionati ad alcuni enti di ricerca e ne ha resi noti i risultati. A livello di biodegradabilità in ambiente marino, i materiali plastici in Mater-Bi sono stati analizzati applicando nuovi test di biodegradazione standardizzati a livello internazionale (metodologia dello standard UNI EN ISO 19679:2018). Le prove eseguite dai ricercatori dei laboratori Novamont, alcune delle quali verificate all’interno del programma pilota della Commissione Europea “Environmental Technology Verification”, hanno mostrato che il Mater-Bi esposto a microorganismi marini si comporta in modo simile, per livello e tempistiche, ai materiali cellulosici. Il Mater-Bi raggiunge alti livelli di biodegradazione in un periodo di test inferiore ad un anno. La velocità di biodegradazione aumenta al diminuire delle dimensioni delle particelle sottoposte a test. Questo significa che il Mater-Bi non rilascia microplastiche persistenti, in quanto biodegradabili completamente nel giro di 20-30 giorni, come richiesto dalle linee guida dell’OCSE. Per quanto riguarda la disgregazione in ambiente marino, la prova ha riguardato i sacchetti compostabili frutta e verdura. Sedimenti sabbiosi, prelevati da differenti zone costali dell’Elba sono stati introdotti in acquari con acqua marina in modo da simulare il fondale marino ove i rifiuti tendono naturalmente ad accumularsi. I sacchetti sono stati collocati negli acquari e prelevati a tempi differenti per verificare la disgregazione. L’indagine ha dimostrato che il tempo necessario per una completa sparizione dei sacchetti frutta/verdura in MaterBi si aggira tra meno di quattro mesi a poco più di un anno, a seconda della natura dei fondali presi in considerazione e delle loro caratteristiche chimico-fisiche e biologiche. Nello stesso tempo, campioni di analoghi sacchetti frutta e verdura in PE sono rimasti del tutto integri. In termini di ecotossicità, sono state testate tre specie modello di organismi esposti

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a estratti (“elutriati”) di sedimenti marini inoculati con Mater-Bi o con cellulosa. I sedimenti sono stati incubati a 28°C e testati dopo 6 mesi, quando erano visibili chiari segni di degradazione del Mater-Bi e dopo 12 mesi, quando i campioni inoculati erano completamente scomparsi. Gli organismi modello selezionati per lo studio sono le alghe unicellulari, il riccio di mare (per indagare eventuali effetti di inibizione della crescita e di embriotossicità)e la spigola

(per valutare possibili effetti subletali). Gli elutriati di sedimenti inoculati con MaterBi per 6 e 12 mesi hanno mostrato assenza di effetti tossici negli organismi modello esposti in questo studio. Il processo di degradazione del Mater-Bi non ha generato e trasferito sostanze tossiche negli elutriati in grado di provocare alterazioni nella crescita delle alghe unicellulari, embriotossicità nel riccio di mare e stress ossidativo o genotossicità nella spigola.

NIMAX È ACCREDITATA PER LA TARATURA E I CONTROLLI METROLOGICI Il laboratorio Metrologico di Nimax è diventato Centro Accreditato di Taratura in Italia. Il 12 luglio scorso, infatti, il Comitato Settoriale per i laboratori di taratura di Accredia ha concesso l’accreditamento, in conformità alla UNI EN ISO/IEC 17025, al Laboratorio Metrologico Nimax che diventa Centro LAT N. 282. È una tappa importante per Nimax che pone da sempre l’efficienza delle linee di produzione della propria clientela al centro della propria mission aziendale. La volontà di risolvere problematiche e di anticipare le richieste creando sempre nuovi servizi che realizzino valore per i clienti ha portato Nimax a ottenere nel 2017 da Unioncamere l’abilitazione ad operare come Labo-

ratorio di verificazione periodica. Questo ha permesso a molti clienti, vecchi e nuovi, di accedere ad un servizio che assicura il cor-


news ○○○ retto funzionamento del proprio strumento e quindi l’immissione sul mercato di prodotti che rispettano la normativa sui preconfezionati. Questa offerta di servizi oggi è ulteriormente arricchita dalla possibilità di assicurare alle aziende un servizio di taratura delle selezionatrici ponderali e delle peso-pezzatrici, come richiesto dalla norma EN ISO 9001. Una puntuale verifica della taratura consente di mantenere monitorata l’efficienza dei propri sistemi, evitando che risultino non conformi durante la Verifica Periodica con conseguente interruzione dell’attività in attesa del ripristino. Gli obiettivi del Laboratorio e più in generale di Nimax sono quelli di supportare le aziende che vogliono assicurare la qualità dei propri prodotti, alimentari e non, tramite l’utilizzo di selezionatrici ponderali, metal detector e sistemi raggi x per garantirne la sicurezza e con i sistemi di marcatura per renderne semplice la tracciabilità.

“NON SI SGOCCIOLA”: IL TONNO MAREBLU ATTENTO ALL’AMBIENTE Mareblu presenta la nuova linea di Tonno “Non si sgocciola” che nasce dalla volontà di rispondere alle esigenze dei consumatori, alla ricerca di prodotti buoni, di qualità e sempre più pratici. Tonno Mareblu VeroNaturale è l’importante innovazione del 2019 che nasce dalla combinazione di soli tre ingredienti: tonno, sale e un filo d’acqua. Un prodotto allo stesso tempo semplice e sano, ma incredibilmente buono. La presenza di una quantità minore di acqua, infatti, consente a VeroNaturale di preservare il suo buon sapore e ne rende la consisten-

za soda e compatta, mentre l’aggiunta di vapore ne garantisce la perfetta conservazione. Il prodotto può essere consumato appena aperto senza dover eliminare l’acqua: una particolarità che farà amare il tonno al naturale anche a coloro che non lo hanno mai consumato. Dalla collaborazione tra Mareblu e Legambiente nasce il Tonno all’Olio d’Oliva. La ricetta prevede la stessa quantità di tonno presente in una lattina di 80g ma meno olio. Il gusto e la compattezza sono preservati e il prodotto è molto più pratico poiché non è necessario sgocciolarlo. In questo modo, inoltre, Mareblu contribuisce alla prevenzione dell’inquinamento dei mari italiani, evitando che vi siano disperse inutilmente mille tonnellate di olio all’anno. L’85% delle persone che acquista il tonno in scatola all’olio, infatti, sgocciola il prodotto direttamente nel lavandino: un gesto, oltre che scomodo, anche estremamente dannoso per l’ambiente. Completano la gamma, infine, Tonno VeroSapore, il preferito da coloro che apprezzano il sapore ricco dell’olio extra vergine di oliva, e Tonno Leggero, con il 60% di grassi in meno. Entrambi i prodotti sono conditi con un filo di olio e possono essere consumati appena aperti.

ILIP FIRMA IL SUO IMPEGNO PER LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE Passa attraverso “3 R” l’impegno concreto di ILIP per la sostenibilità ambientale. L’azienda del Gruppo ILPA, leader a livello europeo nel settore della trasformazione di materie plastiche, ha elaborato il Sustainability Pledge, il documento contenente le azioni concrete a favore dell’ambiente che l’azienda ha messo in atto e gli obiettivi che si impegna a raggiungere in futuro. Un approccio olistico e oggettivo al tema, che passa per le “tre R”: Ridurre, Riciclare e Risorse Rinnovabili. “Ridurre” significa contenere l’uso

di materie plastiche, con minore peso e spessore degli imballaggi, ma anche limitare il food waste proteggendo gli alimenti lungo la filiera. La parola chiave è “fit4purpose”: ad ogni prodotto il packaging giusto per minimizzare l’utilizzo di plastica mantenendo inalterate le performance. “Riciclare” vuol dire recuperare la materia prima plastica post-consumo e trasformarla in nuovi imballaggi in r-PET, producendo imballaggi 100% PET riciclato e gestendo interamente la filiera, per creare un sistema virtuoso di economia circolare. Il vantaggio di ILIP è aver chiuso il ciclo produttivo dell’r-PET, per un controllo totale sulla filiera e sull’origine del materiale utilizzato. “Risorse Rinnovabili”: dal PLA alle bioplastiche più evolute, come il Mater-Bi di Novamont, ILIP vanta una delle più ampie offerte di packaging, stoviglie monouso e contenitori per la gastronomia in materiali alternativi ai polimeri fossili. “Con il nostro Impegno per la sostenibilità vogliamo dare una risposta all’attenzione del mercato e dei consumatori su questo tema - spiega Ballini Direttore Generale di ILIP – Da sempre adottiamo un approccio olistico e oggettivo, che vede il packaging come parte della soluzione, e non del problema, dell’impatto ambientale di una filiera commerciale come quella agroalimentare. Allo stesso tempo siamo all’avanguardia nell’affrontare il problema dei limiti della materia prima fossile, con l’introduzione del ciclo chiuso del Pet riciclato e l’utilizzo di bioplastiche rinnovabili”.

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eventi

Innovazione e internazionalità per FOOD & BEVERAGE

Cibus Tec 2019 registra una crescita del 30% degli espositori e del 25% dell’area espositiva. Tremila Top Buyer provenienti da 70 Paesi avranno accesso ad un’importante vetrina di innovazioni tecnologiche per il Food & Beverage e ad un’agenda ricca di workshop e dimostrazioni. Appuntamento alle Fiere di Parma dal 22 al 25 ottobre. 46

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a 52a edizione di Cibus Tec nasce nel segno dell’internazionalizzazione. Grazie anche al supporto di ICE-Agenzia, saranno presenti in fiera 400 brand esteri del Food & Beverage provenienti da 25 nazioni con una crescita del 30% rispetto al 2016. Tra i Paesi più rappresentati la Germania. Seguono Paesi Bassi, Danimarca, Svizzera, Francia. Ben nutrite anche le partecipazioni di aziende provenienti da Cina, Usa e Turchia. Risultati importanti, ottenuti anche grazie all’alleanza strategica con Koelnmesse che consente a Cibus Tec di far parte, dal 2016, della piattaforma mondiale permanente di riferimento del meccano-alimentare.Altro segno distintivo dell’edizione 2019 è il sold out registrato già a quattro mesi dall’apertura della manifestazione, ed un’area espositiva disponibile che prevede un padiglione aggiuntivo rispetto la precedente edizione. Nel complesso 1.300 espositori (nel 2016 erano 1.000), le tecnologie per tutte le filiere dell’agroalimentare(frutta e vegetali, latte e derivati, carne e prodotti ittici, piatti pronti) e l’ingresso di un nuovo comparto: prodotti da forno e derivati dai cereali, snack e prodotti dolciari.Per la prima volta, negli 80 anni di storia del salone, un intero padiglione sarà dedicato alle soluzioni tecnologiche più innovative per succhi, latte, acque, soft drinks, birra, liquori e vino potendo contare sulla presenza di oltre 150 tra i principali fornitori italiani e internazionali. Nell’anno dei grandi appuntamenti internazionali, cresce del 20% la sezione meat forte di un distretto, quello di Parma, che vanta 500 aziende alimentari di settore, e best practice esportate in tutto il mondo.Infine, cambio di passo del comparto del packaging: dal confezionamento primario all’imballaggio, dal fine linea alla logistica con una crescita dell’area del 40% rispetto alla precedente edizione.Tutti i settori, tutte le tecnologie. Ad andare in scena a Fiere di Parma, insomma non sarà più semplicemente una “manifestazione” dedicata al processing ma una “piattaforma” tecnologica completa e unica sul mercato.

INNOVAZIONE PER IL FUTURO

A Cibus Tec, le innovazioni proposte strizzeranno l’occhio al futuro, assecondando la necessità di produzioni sempre più sostenibili, per offrire al consumatore prodotti nutrienti e soprattutto caratterizzati da elevati standard di sicurezza. È in tale ottica che sarà ospitato l’IBS - International Biofilm Summit. La più importante conferenza mondiale dedicata alle problematiche da biofilm nell’industria alimentare. Nel mondo ogni anno, più di un miliardo di tonnellate di cibo è sprecato proprio a causa delle contaminazioni. Va invece nella direzione dell’innovazione tecnologica, Cibus Tec Industry, il progetto che riprodurrà in fiera 4 linee altamente automatizzate e funzionanti dedicate al settore caseario, delle carni, dei piatti pronti e dei prodotti da forno. Linee di produzione a ciclo completo dalla materia prima, al prodotto finito fino a soluzioni avanzate di stoccaggio.

IL COMMENTO DEL MANAGEMENT

Thomas Rosolia, Presidente Koeln Parma Exhibitions Srl e Ceo Koelnmesse Srl, ha affermato:“40 mila visitatori attesi di cui 25%

esteri. Più 30% di espositori stranieri e 3.000 Top Buyer. Capitalizziamo in questa 52esima edizione i risultati di una partnership, quella tra Koelnmesse e Fiere di Parma, grazie alla quale Cibus Tec fa oggi parte della più grande piattaforma mondiale permanente per il food ed il food tech. Insieme ad Anuga, Cibus, ISM, Anuga FoodTec, Prosweets Cologne e ad altre dodici manifestazioni del nostro circuito, infatti, abbiamo creato una community di 11.000 imprese. Un circuito virtuoso che se da un lato ha rafforzato il processo di internazionalizzazione dell’appuntamento di Parma, dall’altro ha contribuito a valorizzare le tecnologie ‘made in Italy’ oltre confine: ad Anuga FoodTec gli espositori italiani sono infatti cresciuti dell’11% mentre a Prosweets Cologne del 14%”. Antonio Cellie, Ceo Koeln Parma Exhibitions Srl e Ceo Fiere di Parma SpA, ha posto l’accento sul fatto che: “Le Fiere di Parma dagli anni ’30 sono il teatro fieristico di riferimento per il settore del food processing nonché del packaging&bottling. Oggi siamo a pieno titolo nella élite internazionale grazie ad un quartiere baricentrico, a un rapporto privilegiato, attraverso Cibus, con l’industria alimentare e alla partnership con Koelnmesse. Una joint venture tra due leader mondiali nel settore alimentare, grazie alla quale grandi gruppi ma anche le pmi operanti nel ‘food &beverage processing&packaging’ hanno accesso ad una piattaforma di mercato unica, permanente e globale. Un volano per l’export delle tecnologie Made in Italy perfettamente sincrone alla domanda internazionale che richiede specializzazione e competenza distintive”. Maria Ines Aronadio, Direttore dell’Ufficio di Coordinamento Promozione del Made in Italy di ICE-Agenzia, ha invece sottolineato il ruolo di Cibus Tec nel panorama internazionale: “Il settore delle macchine alimentari è una delle eccellenze della tecnologia italiana, su cui il Sistema Italia punta in maniera sempre più decisa, triplicando nell’ultimo triennio gli investimenti promozionali per le attività in Italia e sui mercati esteri. Cibus Tec è uno degli appuntamenti principali, su cui concentriamo un’operazione ad alto valore aggiunto che porterà quest’anno circa 130 operatori professionali provenienti da 35 Paesi, oltre alle delegazioni da Angola, Etiopia, Mozambico coinvolte nell’ambito del progetto Lab Innova. Un impegno rilevante per sostenere uno dei comparti più dinamici della tecnologia tricolore, che continua anche nel follow up della fiera con i servizi che i nostri uffici esteri possono offrire alle imprese per accedere e radicarsi sui mercati target”.

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eventi BECKER PARTNER PER IL SOTTOVUOTO NELL’INDUSTRIA ALIMENTARE

Nel settore di produzione industriale degli alimenti, il vuoto trova diverse applicazioni. Certamente la prima è quella di conservazione ponendo l’alimento in un ambiente dove batteri e ossidanti sono stati ridotti al minimo. Un classico esempio sono i sacchetti per conservare carnAi e formaggi in assenza d’aria; anche le vaschette possono essere messe in situazione di sottovuoto. Queste ultime spesso vengono termoformate tramite una pompa del vuoto dalla stessa macchina che pone sottovuoto, in un secondo momento, gli alimenti nella vaschetta. Un altro utilizzo del vuoto piuttosto peculiare è quello che si ha nelle zangole per trattare il prosciutto cotto. I compressori Becker sono adatti anche alle presse enologiche, presenti in ogni cantina. Nei pastifici il vuoto è presente in maniera massiva e infine, tra le molte applicazioni che si potrebbero elencare, c’è quella della movimentazione “pick&place”. Non da ultimo, per il “packaging secondario”, il vuoto è sempre presente nelle incartonatrici e in generale nelle macchine per l’imbustamento e l’impacchettamento degli alimenti.

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A CibusTec l’azienda presenta le nuovissime pompe della serie O5, un prodotto pensato e realizzato per le macchine manuali piccole e medio-piccole a campana per il sottovuoto, spesso anche da banco come quelle che si trovano nei negozi di gastronomia, nei supermercati, nei ristoranti, pasticcerie, panetterie e negli alberghi. In generale, le pompe e i compressori Becker si distinguono per il livello di silenziosità, sono costruiti in materiali facili da riciclare ed hanno consumi elettrici minimi. Le nostre pompe sono le più veloci nel raggiungere il vuoto residuo anche nelle partenze a freddo. Inoltre, la nuova serie O5 completamente disegnata e progettata per il sottovuoto alimentare da banco è la più compatta del mercato, condizione questa di assoluta importanza, viste le dimensioni ridotte delle macchine a campana.

PAD. 6 • STAND E23 CLEVERTECH PRESENTA CHEESETECH L’azienda ACS, parte del gruppo Clevertech, presenta in esclusiva a Cibus Tec 2019 il nuovo brand Cheesetech, la nuova realtà dedicata allo sviluppo di soluzioni e attrezzature sempre più innovative per i magazzini di stagionatura dei formaggi a pasta dura. Le macchine Cheesetech sono dedicate alla lavorazione e alla movimentazione delle forme di formaggio a pasta dura, con un ampio portfolio di soluzioni studiate per facilitare il lavoro degli operatori all’interno dei magazzini di stagionatura. Cheesetech interpreta le esigenze della tradizione lattiero casearia, applicando i più moderni standard di qualità e innovative tecnologie per offrire soluzioni flessibili e di semplice utilizzo per la rivoltatura, pulitura e carico/scarico delle forme di formaggio. Le principali gamme di prodotti Cheesetech sono macchine pulitrici/rivoltatrici automatiche, carica/scarica automaticidedicati al posizionamento delle forme sulle apposite scalere di stagionatura, pianali di lavoro progettati per l’espertizzazionedelle forme di formaggio all’interno dei magazzini. Al Cibustech sarà presentata una nuova soluzione per la movimentazione delle forme, unica sul mercato lattiero caseario da par-

te di Cheesetech. Le macchine utilizzano un sistema di presa ad anello brevettato che consente una presa sicura e preserva le forme da eventuali abrasioni o incisioni accidentali. Tutte le macchine consentono di lavorare indifferentemente su tutte le corsie in modo contemporaneo. Inoltre sono dotate di movimento telescopico per poter lavorare in magazzini con altezze differenti. Ogni piccolo dettaglio è studiato per garantire la sicurezza del lavoro degli operatori e per agevolarne il lavoro riducendo gli sforzi fisici e il rischio di infortuni, ottimizzando i tempi e i costi della gestione dei magazzini di stagionatura. Accanto al lancio del brand Cheesetech, il Gruppo Clevertech presenta a Cibus Tec una nuova soluzione robotizzata di cestonatori/decestonatori sviluppata per aziende che operano a livello internazionale nel mondo del Food. Il sistema esposto è dedicato al trasferimento dei prodotti in lattina e anche in imballaggio flessibile come pouches. La soluzione comprende un sistema di trasporto cestoni composto da due shuttle incaricate di smistare i cestoni pieni e vuoti tra le varie aree di lavoro Clevertech e le autoclavi per il trattamento prodotti del cliente. Gestiscono inoltre lo spostamento delle interfalde tra l’area di cestonamento e quella di decestonamento. Il sistema è stato studiato nel rispetto degli standard qualitativi richiesti da importanti multinazionali, è già stato installato con successo presso clienti europei, americani ed è ora in ordine d’esecuzione per Europa ed Asia. L’altissima flessibilità dell’applicazione e i collaudi dai clienti ottenuti in tempi ridotti del 50% stanno generando grandi ritorni dell’investimento.

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FUCHS SVILUPPA LUBRIFICANTI IN ACCORDO CON LINEE GUIDA DEI MANUALI HACCP La tutela del proprio marchio di produzione è fondamentale per le industrie alimentari e delle bevande, la distribuzione di prodotti contaminati oltre ad essere potenzialmente dannosi per la salute può causare un danno di immagine irreparabile per il marchio stesso. Tra le fonti di contaminazioni una delle più subdole è quella causata da perdite di lubrificanti, e per questo motivo la legge promuove l’utilizzo del manuale HACCP come strumento preventivo di autocontrollo, per prevenire la distribuzione di prodotti contaminati. Fuchs ha sviluppato la linea di lubrificanti Cassida in accordo con linee guida dei manuali HACCP, l’implementazione di questi lubrificanti certificati NSF H1 e 3H nel manuale previene e tutela giuridicamente il produttore dai rischi di contaminazione da idrocarburi. I produttori di macchine e impianti giocano un ruolo fondamentale nella produzione di dispositivi sempre più sicuri ed efficienti pur mantenendo i requisiti di igienicità, diverse associazioni come la EHEDG (European Hygienic Engineering and Design Group – consorzio europeo di aziende alimentari, costruttori di impianti alimentari, istituti di ricerca e autorità pubbliche sanitarie) hanno studiato i processi di lubrificazione per contribuire alla prevenzione dei problemi di sicurezza alimentare e dunque sostenere l’immagine dell’industria alimentare presso i consumatori. La tendenza è quella di produrre macchine e impianti sempre più automatizzati e con elevata velocità di produzione. Di conseguenza alla lubrificazione è richiesto di ridurre i volumi di lubrificante, diminuire la dimensione dei loro contenitori causando un innalzamento delle temperature di esercizio sottoponendo i lubrificanti a condizioni operative sempre più aggressive. Fuchs organizza il workflow “Cassida, i lubrificanti sicuri e certificati per l’industria alimentare” il 24 ottobre alle ore 14 presso Fiere di Parma Padiglione 4 - sala workshop.

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The Gerosa Group produces coffee solutions printed up to 12 colours in rotogravure and flexo.


eventi MULTI IMPORT, LA FASCETTURA INNOVATIVA

La fascettatura sta diventando sempre più diffusa nel settore del packaging. Le fascette con larghezze da 20 a 100 mm in carta politenata o in polipropilene possono essere stampate in alta definizione con un massimo di 10 colori, un sistema semplice per dare al packaging un’identità che caratterizza anche il brand. La tecnologia sta rispondendo sempre di più alle tendenze del mercato alimentare, della cartotecnica e dell’imballaggio in generale. Ne è un esempio l’aumento della domanda di confezioni multiple, una classica applicazione dei sistemi di fascettatura per vaschette di salumi, pasta fresca, asparagi,

frutta e verdura in generale. È anche ideale per articoli promozionali aggiuntivi come “ali di pollo più pinze per griglia” o “dentifricio più spazzolino”. La fascettatura è molto efficiente dal punto di vista energetico e semplifica la gestione logistica, anche per quanto riguarda i prodotti promozionali invenduti, che possono essere agevolmente separati e rimessi in vendita singolarmente. La fascettatura è il miglior metodo di confezionamento per quanto riguarda la riduzione della plastica, soprattutto nell’UE i requisiti legali si stanno inasprendo. Enormi risparmi di materiale possono essere ottenuti con la fascettatura. Oggi è sempre più frequente il consumo di cibi pronti già confezionati. Il confezionamento finale di prodotti alimentari inseriti in vassoi come sushi, insalate fresche o salumi, è un altro metodo di fascettatura classico. Nel processo, la

fascetta fissa il vassoio e sostituisce i cluster di cartone nonché le etichette con informazioni sul prezzo e sul prodotto. Qualsiasi sia l’esigenza, il gruppo Multi Import è in grado di fornire la soluzione adatta. L’azienda distribuisce in esclusiva per l’Italia le fascettatrici ATS: macchine con stampanti a trasferimento termico integrato per la personalizzazione delle fascette. È quindi possibile dichiarare i contenuti, le tabelle dei valori nutrizionali, il peso, la data di scadenza e altri dettagli variabili, ottenendo così un’enorme flessibilità nel processo di confezionamento. Anche la gestione dei codici a barre è risolta dalle fascettatrici ATS. Inoltre, il retro della fascetta può essere utilizzato per messaggi promozionali. Le fascettatrici ATS sono dotate di sistema integrato di saldatura ad ultrasuoni che evita il tempo di riscaldamento, non genera fumi di saldatura e diminuisce i tempi di avviamento. ATS è una realtà svizzera che opera da oltre trent’anni nel mercato della fascettatura.

GOGLIO, SISTEMI DI CONFEZIONAMENTO PER ALIMENTI LIQUIDI E BEVANDE Fondata nel 1850 a Rho, Milano, Goglio è oggi un’azienda familiare di riferimento nei sistemi di confezionamento in imballaggi flessibili, con siti produttivi in Italia, Olanda, Stati Uniti e Cina e uffici commerciali dislocati in vari Paesi europei, in Asia, India e Sud America. Cuore dell’offerta è Fres-co System, il marchio che ne definisce il business model: laminati flessibili alta barriera, accessori plastici, linee di confezionamento e servizio costituiscono il sistema integrato Goglio dedicato a prodotti alimentari, industriali e chimici. La fiera Cibus Tec offre l’occasione per presentare l’intera gamma per alimentari liquidi e beverage, con il packaging dedicato al confezionamento asettico in formati fino a 1500 lt. Grazie alla tecnologia di processo e al confezionamento asettico, è possibile preservare nel tempo prodotti preventivamente sterilizzati senza additivi o conservanti e senza ricorrere alla catena del freddo. Diversi i vantaggi legati all’impiego del confezionamento asettico, una soluzione sicura, che consente di ridurre gli scarti ed agevolare la distribuzione del prodotto, rispettando l’ambiente e permettendo di valorizzare al massimo anche piccole realtà locali.

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Disponibili in un’ampia gamma di formati e strutture, con caratteristiche specifiche di barriera e performance, le confezioni asettiche rappresentano oggi lo stato dell’arte di questa tecnologia, garantendo la perfetta conservazione del prodotto anche in condizioni ambientali e di trasporto critiche grazie alla nuova gamma di confezioni asettiche “heavy duty” dedicate a prodotti molto liquidi, tipicamente più sensibili alle sollecitazioni di trasporto. La proposta del Gruppo dedicata al mondo delle conserve alimentari in mostra a Cibus Tec include inoltre il sistema GNova: un sistema completo per il confezionamento in formati fino a 10 lt, che comprende linee di riempimento adatte alle diverse esigenze di confezionamento (asettico, hot fill, ESL o ambiente) e buste preformate realizzate in laminati flessibili alta barriera. Packaging in formati innovativi, che rispondono all’esigenza di praticità, con elementi funzionali quali apertura facilitata, speciali bocchelli e formati multipack o single-serve che rendono i prodotti sempre più fruibili. Protagonista sullo stand a Cibus Tec anche una novità assoluta, l’ultima nata della famiglia

GNova, GNova XSteril, una linea di confezionamento in asettico per formati fino a 5000 ml che può essere visionata grazie a collegamenti live con il Technology Center Goglio, dove la nuova riempitrice è attualmente installata e in funzione. La nuova riempitrice, particolarmente compatta e funzionale, riprende il concetto dell’utilizzo delle buste preformate tipico della gamma GNova, ma presenta degli accorgimenti tecnici che la rendono estremamente interessante, versatile e user-friendly.

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cibus tec ○○○ ROBATECH, L’INCOLLAGGIO È PIÙ GREEN A Cibus Tec, Robatech presenta Green Gluing: come i processi di incollaggio nell’industria del packaging possono essere più sicuri, più sostenibili e più convenienti. Oltre a soluzioni estremamente flessibili come il sistema di riempimento automatico, la stabilizzazione dei pallet e l’etichettatura avvolgente, giocano un ruolo decisivo anche dispositivi di misurazione adesivo efficienti e sistemi per l’elaborazione dei dati di processo di facile comprensione. Robatech presenta soluzioni per l’applicazione di adesivi industriali flessibili e facili da integrare, per soddisfare la crescente domanda di una maggiore automazione e digitalizzazione anche nel settore dell’imballaggio. Un esempio: il sistema di riempimento automatico RobaFeed 3 per adesivi in granuli che riduce fermi macchina non pianificati e supporta il personale operativo. Allo stand è possibile vedere l’alimentatore per adesivo in granuli RobaFeed 3 insieme all’apposito contenitore GlueFill, e poi ancora il comprovato fusore tankless Concept Stream e le pistole applicatrici veloci e precise della serie Diamond. In esposizione anche la moderna interfaccia utente RobaVis. Che si tratti dell’unità di fusione stessa, integrata in un sistema di controllo di livello superiore o semplicemente come applicazione web su qualsiasi dispositivo, RobaVis è un’interfaccia utente intuitiva con tutte le funzionalità. Con il sistema AMS Robatech si dedica a un importante tema in materia di applicazione: come ridurre il consumo di adesivo in favore di una produzione ancora più sostenibile senza nulla togliere alla qualità dell’incollaggio. Con AMS Robatech offre un sistema efficiente per il monitoraggio affidabile della quantità di adesivo da applicare con una rapida identificazione dei difetti, garantendo l’affidabilità del processo e il risparmio sui costi. Per ridurre il consumo di plastica durante il processo di stabilizzazione dei pallet, Robatech ha sviluppato un’alternativa sorprendentemente semplice e molto efficace: con un’applicazione hotmelt senza contatto le confezioni possono essere pallettizzate e depalettizzate in modo sicuro ed efficiente, riducendo notevolmente l’utilizzo di plastica o interfalde e la quantità di film protettivo. Robatech offre numerose soluzioni innovative ed efficienti per l’ottimizzazione dei processi di incollaggio. Come promesso da Green Gluing.

PAD. 2 • STAND K 014

DELLA TOFFOLA, DAL PROCESSO AL CONFEZIONAMENTO

Il Gruppo Della Toffola anche quest’anno si presenta a CibusTec forte della propria esperienza e di un consolidato know-how nel campo delle tecnologie per i settori lattiero caseario, delle bevande e dei succhi di frutta. Sempre orientato all’innovazione, il Gruppo Della Toffola propone sistemi completi per la produzione casearia e di bevande coprendo ogni fase: dal ricevimento delle materie prime al processo, alla filtrazione, fino all’imbottigliamento e all’etichettatura. La forza di un gruppo di aziende integrato e trasversale permette di proporre macchine e sistemi come pastorizzatori, premix, unità C.I.P., sale sciroppi o impianti completi, disegnati, ingegnerizzati e interamente costruiti all’interno delle proprie aziende. La divisione beverage del gruppo, recentemente, è stata ulteriormente sviluppata con personale tecnico e commerciale dedicato, nuovi investimenti produttivi e di ricerca e sviluppo, per arrivare ad offrire impianti di processo completi per succhi di frutta e bevande. L’obiettivo è offrire un servizio totale, che vada dalla consulenza, alla progettazione, all’ingegnerizzazione, con tecnologie che fanno la differenza dal punto di vista della flessibilità, della sostenibilità e dell’innovazione. Gli impianti intelligenti di Della Toffola Group, gestiti da touch screen e plc integrati, sono caratterizzati da un alto tasso di digitalizzazione e dalla possibilità di connessione alla rete e accesso remoto creando un perfetto connubio tra industria 4.0 e qualunque tecnica di produzione alimentare. A CibusTec, Della Toffola presenta anche la comprovata tecnologia dei filtri tangenziali a membrane ceramiche. Sistemi adatti alla filtrazione di vari prodotti, anche con altissime concentrazioni di solidi in sospensione, che permettono un notevole risparmio di costi operativi e di energia, unito ad una eccezionale qualità del prodotto finale. Inoltre, all’interno dello stand, il Gruppo Della Toffola dedica ampio spazio alle tecnologie per l’imbottigliamento e l’etichettatura delle bevande e del latte alimentare. Attraverso le aziende Ave Technologies e Z-Italia, il Gruppo Della Toffola offre una gamma completa per l’imbottigliamento e il packaging. Questo dà al cliente la possibilità di avere un partner unico per tutta la linea produttiva: dal ricevimento delle materie prime, alla bottiglia pronta per la commercializzazione. E tutto ciò con la garanzia di qualità e l’affidabilità che contraddistinguono da sempre le soluzioni del Gruppo della Toffola.

PAD. 3 • STAND B 026

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eventi UNIMAC-GHERRI, RIFLETTORI SU UNA LINEA COMPLETA UNIMAC-GHERRI (Arol Group), azienda emiliana specializzata nella produzione di macchine e linee di confezionamento per prodotti alimentari in vasetti di vetro e chiusi da capsule twist-off, espone a Cibus Tec una linea completa. Le soluzioni proposte consentono infatti di coprire il processo di packaging primario, garantendo l’igienizzazione del contenitore vuoto con una soffiatrice ad aria e a vapore, il suo riempimento attraverso una riempitrice lineare a pistoni e, infine, la chiusura con una macchina capsulatrice lineare automatica munita di alimentatore magnetico capsule da terra. Volendo iniziare questa presentazione dalla soffiatrice modello GG75, si può dire che questa macchina è idonea alla pulizia di scatole in banda stagnata, di vasi e bottiglie in vetro, di contenitori e bottiglie di plastica. Il diametro dei contenitori va da 30 a 160 mm con altezza da 50 a 280 mm. La ventola centrifuga completa di filtro permette di effettuare un trattamento con aria filtrata mentre il nastro a tamponi per la presa ed il ribaltamento dei contenitori è comandato da inverter. Questa soluzione consente di lavorare su diversi formati senza nessun costo aggiuntivo con possibilità di effettuare un cambio formato senza alcuna attrezzatura aggiuntiva ma solo con le opportune regolazioni. Possibilità di effettuare diversi trattamenti (aria, vapore e acqua calda). Vera novità di quest’anno è però la riempitrice lineare a pistoni PF-6L, adatta sia al settore food che

beverage. La macchina presenta un design attento alle necessità di estrema igienizzazione del settore, con una zona di riempimento ridotta al minimo per facilitare la sanificazione. La gamma comprende modelli da 4 a 6 pistoni, costruiti interamente in acciaio inox. L’unità di riempimento pistone/cilindro doppio per vasi, bottiglie e barattoli opera con capacità da 20 a 1100 ml (per il riempimento di porzioni monodose). A seguire si trova la capsulatrice lineare automatica modello GG100, predisposta con le opportune attrezzature opzionali alla tappatura di vasi e/o bottiglie con capsule metalliche tipo Regular, Medium, Deep, Twist-off, Pry-Twist e Pry-off. La produzione massima è di 12.000 pezzi/ora riferita a contenitori con capsula Ø 38 mm tipo RTO. La tappatura avviene in camera satura di vapore e ad alto grado di vuoto all’interno del contenitore. Il valore di vuoto è costante mentre la facilità di regolazione dei formati è resa senza l’utilizzo di attrezzature speciali anche con la macchina in produzione. Il cambio formato è quindi rapido ed è garantita la resistenza alla corrosione. La capsulatrice è completa di un alimentatore magnetico capsule a terra modello GG850, idoneo ad orientare e ad alimentare le capsule contenute nella tramoggia alle incapsulatrici. La velocità arriva fino a 250 capsule al minuto, che può variare in relazione al diametro della capsula.

PAD. 5 • STAND E 048 ENSINGER, FOCUS SU SICUREZZA E PRESTAZIONI A Cibus Tec, Ensinger si presenta con uno stand articolato in tre focus tematici con l’obiettivo di offrire uno sguardo immediato sulla propria offerta in risposta ai maggiori quesiti che l’industria della trasformazione alimentare deve affrontare. Per rispondere all’esigenza di rilevamento di corpi estranei durante la lavorazione e confezionamento degli alimenti, Ensinger propone semilavorati della serie ID, tutti conformi ai rigidi requisiti dell’industria alimentare e sottoposti ai test di migrazione previsti dal Reg. UE 10/2011 e approvati FDA. “In particolare, all’interno di questa famiglia di prodotti il TECAFORM® AH ID blue, si qualifica come il prodotto più affermato e diffuso sul mercato, garantendo elevata stabilità dimensionale e lavorabilità, elementi indispensabili per i componenti di precisione. L’elevata resistenza ai sanificanti e il basso assorbimento di umidità lo rendono quindi ideale per applicazioni ad ampio

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FOOD MACHINES | OTTOBRE 2019

raggio nel settore alimentare”, chiarisce Paolo Senatore, Country Manager di Ensinger Italia. Come gli altri materiali della linea “ID”, questa resina acetalica viene prodotta aggiungendo additivi detectabili in modo che, qualora avvenga la rottura di un componente durante la lavorazione degli alimenti, sia possibile identificare rapidamente ogni singolo frammento tramite un metal detector standard, spesso già presente in linea. La colorazione blu del materiale, inoltre, facilita il rilevamento ottico del frammento da parte dell’operatore o di una telecamera. Materiali speciali auto-lubrificanti, modificati per migliorare le proprietà di scorrimento ed usura. È il caso, ad esempio, del TECAPET TF grey, il materiale plastico per ingegneria con il coefficiente di attrito più basso e il minimo assorbimento di umidità. Grazie ad una elevatissima stabilità dimensionale e alla bassa dilatazione termica, con temperature di utilizzo fino a

110°C in continuo, si qualifica come il materiale più adatto per componenti di precisione, anche a contatto diretto con alimenti, vantando altresì prezzi altamente competitivi. Materiali speciali rinforzati con fibre di vetro, fibre di carbonio o microsfere di vetro, caratterizzati da ottima rigidità e stabilità alle alte temperature. Uno dei prodotti principe di questa categoria è il TECAPEEK GF30 natural in quanto è adatto ad applicazioni di isolamento termico ed elettrico fino a 260°C, o a componenti che richiedono altissima resistenza meccanica con eccezionale stabilità dimensionale e tolleranze centesimali.

PAD. 2 • STAND J 022


cibus tec ○○○ LE NOVITÀ DI IMA PER IL DAIRY, IL FOOD E IL BEVERAGE IMA S.p.A. sviluppa, realizza e commercializza macchine automatiche per il processo e il packaging nei settori lattiero-caseario, alimentare e delle bevande. Nello specifico, IMA Corazza, con più di 4.500 macchine installate in tutto il mondo, è una realtà di riferimento a livello mondiale per la produzione di macchine per il dosaggio e l’imballaggio di formaggio fresco, fuso e cremoso, dado in pasta e pressato, burro e lievito. IMA Fillshape, invece, è la divisione che produce e progetta sistemi di riempimento per stand-up pouch flessibili con e senza beccuccio e fornisce piattaforme innovative per la termoformatura, il riempimento e la sigillatura per i settori lattierocaseario, alimentare e delle bevande. Tra le principali innovazioni del gruppo IMA all’interno di questo settore, Corazza I20, una macchina per l’avvolgimento laterale di dadi da brodo pressati. La I20 è una macchina per l’avvolgimento laterale dei dadi da brodo pressati ed è progettata per offrire efficienza e produttività estremamente elevate. Questa macchina è completamente elettronica e si distingue per una grande flessibilità nel cambio formato, per un

ingombro ridotto e per bassi costi operativi e di manutenzione. Il nuovo pannello operatore facilita la comunicazione uomo-macchina fornendo dati sulle prestazioni e report statistici e rende possibile l’assistenza da remoto sulla macchina. La I20, con il suo design a doppia fila, è in grado di avvolgere fino a 2.000 dadi pressati al minuto. Corazza FF4, invece, è una macchina per il dosaggio e l’avvolgimento di formaggio fuso. La FF4 raggruppa al suo interno le ultime tecnologie per il confezionamento di formaggio fuso. Il suo ingombro ridotto e il suo design modulare garantiscono massima flessibilità ed efficienza. L’accuratezza nel dosaggio sia a caldo che a freddo e la flessibilità nel cambio formato sono i principali vantaggi di questa macchina compatta, la quale garantisce una capacità di produzione fino a 600 prodotti al minuto. L’unità di dosaggio può essere pulita con CIP automatico. La FF4 è disponibile anche nella configurazione multi-gusto. Fillshape ERMETIKA, infine, è una macchina rotativa, continua ad alta velocità per l’assemblaggio, il riempimento e la sigillatura di beccucci su pouch preformati, capace di processare

pouch di varie forme e dimensioni. Ermetika si distingue per il suo design compatto e per il fatto di poter utilizzare materiali e componenti (film, beccucci, tappi) provenienti da fornitori differenti. Il riempimento viene eseguito attraverso il beccuccio, il quale viene precedentemente sigillato alla busta, in questo modo si riesce a sfruttare il 100% della capacità di quest’ultima, garantendo un significativo risparmio di materiali. Ermetika è equipaggiata con un sistema per il controllo delle perdite (brevetto) ed è l’unica macchina presente sul mercato capace di controllare la resistenza della saldatura del pouch.

PAD. 2 • STAND C 044

TCO, IL SEGRETO PER NON SBAGLIARE ACQUISTO SECONDO NIMAX Troppo spesso la scelta del sistema di marcatura e codifica, di ispezione o di etichettatura viene fatta semplicemente confrontando due o più offerte e scegliendo quella più bassa pensando che sia anche quella economicamente più vantaggiosa. Ma se analizziamo le stesse offerte includendo tutti i costi necessari per l’operatività della macchina in nei 5 e nei 10 anni successivi spesso scopriamo che un prodotto che ci sembra economicamente vantaggioso si rivela invece oneroso da mantenere. È dunque evidente quanto sia importante calcolare correttamente il Total Cost of Ownership prima di procedere all’acquisto di un sistema. Il TCO (Total Cost of Ownership) è il costo reale di un sistema per linee di produzione durante il suo ciclo di attività, dal momento dell’acquisto alla sua dismissione. A differenza del prezzo di acquisto il TCO è un indicatore che prende in considerazione tutti gli aspetti legati al possesso dell’attrezzatura e non solo ai più ovvi. Un errore comune è quello di valutare solo il costo della macchina, quello di installazione e quello dei materiali di consumo senza considerare che questi dati, se presi da soli e non parametrati, producono un risultato parziale e falsato. Per ottenere un risultato reale, occorre inserire nell’equazione altri elementi che contribuiscono all’aumento dei costi sul lungo periodo. Tempistiche e costi di installazione, tempo e frequenza per la manutenzione ordinaria, tempi di intervento in caso di calibrazioni straordinarie e relativi oneri, consumo energetico, ciclo di vita della macchina, sono alcuni degli aspetti che influiscono sul TCO e possono fare la differenza tra un acquisto lungimirante e uno che presenterà una serie di spese non preventivate nel corso degli anni. Ogni cifra deve essere opportunamente parametrata per calcolare il costo unitario,

paragonabile a quello che nelle comuni fotocopiatrici viene chiamato costo/copia. Ad esempio la spesa per un ribbon o un inchiostro va calcolata includendo le ore uomo che occorrono per il cambio e la pulizia, il costo di smaltimento, la quantità di prodotti che sono in grado di marcare, la percentuale di prodotti da scartare perché non conformi per resa della marcatura. È ovvio che il calcolo è complesso e difficile da fare se non vi è la massima collaborazione da parte di chi propone il prodotto. L’importanza di essere completamente “trasparenti” in fase di preventivazione è alla base del rapporto cliente/fornitore per NIMAX e questo principio ha portato l’azienda a diventare il partner di riferimento per codifica e marcatura, ispezione in linea ed etichettatura. Per questa ragione Nimax sta dedicando impegno nel divulgare quali costi, nascosti e non, devono essere considerati per avere il reale TCO (Total Cost of Ownership) di un prodotto e ha creato un corner al CibusTec, dove vi aspetta per rispondere a tutte le vostre domande.

PAD 2 • STAND C016 FOOD MACHINES | OTTOBRE 2019

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eventi - marca

La MDD

CONTINUA A CRESCERE Manca pochissimo alla 16esima edizione di Marca by BolognaFiere, in programma il 15 e il 16 gennaio 2020 a Bologna, con un trend di adesioni è in crescita tanto da determinare l’apertura di un ulteriore padiglione espositivo.

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ncremento nel numero degli espositori e della superficie espositiva, dunque, per Marca by BolognaFiere 2020, che annuncia un layout che si estenderà anche al padiglione 36, comprendendo (come nel 2019) i padiglioni 25, 26 e i nuovi 29 e 30, ultimi realizzati del piano di riqualificazione/ampliamento del quartiere fieristico di Bologna che, con un investimento di 138 milioni di euro vedrà, a completamento dei lavori nel 2024, un incremento di oltre il 30% della superficie espositiva a disposizione e il 90% di strutture nuove o riqualificate. Più che positivo, dunque, l’andamento della campagna espositori che parteciperanno all’appuntamento di riferimento in Italia per il settore della Marca del Distributore, secondo in Europa, organizzato da BolognaFiere in collaborazione con ADM (Associazione Distribuzione Moderna). Un evento che focalizza l’attenzione dell’intera business community della Marca del Distributore, un segmento di mercato in grande sviluppo, che rappresenta 1 acquisto su 5 nella distribuzione moderna, fidelizza i consumatori e cresce in assortimento, linee e referenze. Un segmento che rappresenta la vera novità del mercato, rispetto ai prodotti di marca industriale, con ampi spazi di crescita.

UNA FOTOGRAFIA DEL SETTORE

Marca by BolognaFiere si caratterizza come piattaforma espositiva di grande visibilità per le aziende espositrici, fra le quali compaiono anche 20 grandi insegne della Distribuzione Moderna Organizzata che costituiscono il Comitato tecnico scientifico della manifestazione, coinvolto nella definizione dello sviluppo strategico dell’evento. Lo sviluppo dei prodotti a Marca del Distributore ha registrato, negli ultimi anni, un trend positivo costante, riconfermato anche dalle ri-

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levazioni e analisi del “XV Rapporto Marca by BolognaFiere 2019” (promosso da BolognaFiere, a cura di IRI e Nomisma, con la collaborazione delle principali Insegne associate ad ADM presenti nel Comitato Tecnico Scientifico della manifestazione), presentato a gennaio 2019. Il Rapporto, che ogni anno viene illustrato nell’ambito dell’evento, si è accreditato come indispensabile strumento a disposizione degli operatori italiani e internazionali, interessati a valutare il perimetro commerciale nell’ambito del quale individuare nuove opportunità di business.

SEMPRE PIÙ INTERNAZIONALE

Coerentemente con la crescente attenzione del mercato verso la MDD, l’edizione 2020 di Marca by BolognaFiere promuoverà un importante programma di incoming di delegazioni, sviluppato anche in collaborazione con ITA – Italian Trade Agency e ICE per favorire il dialogo tra gli espositori e i buyer dei mercati esteri più importanti. Anche per l’edizione 2020 i top retailer internazionali in visita a MarcabyBolognaFiere daranno vita a un’agenda di incontri con i category manager delle più importanti insegne della DMO nell’ambito del Vip Buyer Programme di Marca by BolognaFiere. L’edizione 2019 della Fiera si è conclusa registrando la presenza di 746 espositori, di oltre 10.100 operatori professionali (+7% rispetto al 2018), con un incremento degli operatori esteri del 11% a ulteriore conferma dell’interesse verso i prodotti made in Italy. Marca by BolognaFiere 2020 conferma, inoltre, l’offerta di momenti di formazione e informazione che daranno vita a un ricco calendario di convegni, dibattiti, seminari e focus di analisi delle principali tendenze espresse dal modern trade nel settore MDD.


iffa ○○○

L’industria della carne IN EVOLUZIONE L’edizione 2019 di Iffa, tenutasi a Francoforte dal 4 al 9 maggio scorso, ha confermato il ruolo chiave della manifestazione per l’industria globale della carne e degli insaccati. Tecnologia 4.0 e sostenibilità sono le tematiche chiave emerse dalla kermesse tedesca, come ha raccontato in un’intervista Donald Wich, amministratore delegato di Messe Frankfurt Italia. uali sono le tendenze che caratterizzano il mercato della carne e degli insaccati? Come si riflettono nel processo e nel confezionamento? I megatrend che stanno definendo questo settore sono in primo luogo la sostenibilità dell’intera filiera, l’autenticità e la territorialità. Queste tematiche si stanno affermando sempre di più non solo a livello di percezione del consumatore ma anche nelle logiche di produzione, di distribuzione e di presentazione. E a Iffa le ritroviamo declinate a livello tecnologico. Per citare alcuni esempi in concreto, abbiamo il trend dei piatti pronti artigianali, che si differenziano da quelli disponibili nella grande distribuzione: da un lato rispondono all’esigenza di convenience food dei consumatori, soddisfl’industria della ando allo stesso tempo la richiesta di prodotti artigianali e genuini. L’arte sta nel combinare i due elementi, e la tecnologia sicuramente è fondamentale.

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che aiutano a razionalizzare i processi di confezionamento rendendo gli imballaggi molto più sostenibili e diminuendo il fabbisogno di materiale con tecnologie quali lo skin pack e gli imballaggi attivi. Il consumatore è molto sensibile al tema del packaging, in quanto è lui stesso che dovrà gestirlo dopo il consumo del prodotto, quindi è importante soddisfare le sue esigenze. Quali sono le novità di questa edizione di IFFA? •Significativa sicuramente è la crescita della manifestazione, con un +10% della superficie complessiva rispetto all’edizione precedente. Iffa offre una panoramica completa del mercato della carne e degli insaccati. Altra buona notizia è che sta aumentando il tasso di internazionalità dei visitatori e degli espositori. L’industria mondiale si riunisce a Iffa. Il nuovo layout, inoltre, rende il percorso di visita molto più fruibile e il nuovo padiglione 12 è sicuramente un importante highlight dal punto di vista dell’architettura e della sostenibilità, quindi un valore aggiunto per la fiera. A livello espositivo, quali sono stati i principali cambia•menti a livello e geografico? L’Italia si conferma una delle regioni più competitive nel mercato della carne e degli insaccati e a livello di macchinari si colloca ai primissimi posti insieme alla Germania. Infatti, l’Italia non è solo leader di mercato del settore food, ma anche del food technology, che è un vero e proprio fiore all’occhiello. L’Italia copre quindi l’intera filiera. Inoltre, a livello di macchinari per il settore food la nostra bilancia commerciale è in attivo, situazione che pochi Paesi possono vantare. Anche il resto dell’Europa è solido. Osservando l’affluenza dei visitatori, notiamo che i mercati asiatico e sudamericano hanno buone proiezioni di crescita per i prossimi anni. Inoltre, il nostro primo visitatore è la Russia, l’Italia è al secondo posto.

Come sono cambiati i processi alla luce della digitalizza•zione (sensori smart, RFID, ecc…)?

vedete il futuro del settore? Quali direzioni prende•ràCome la filiera della carne e degli insaccati?

Nell’era dell’industria 4.0, la full safety è fondamentale, così come l’efficienza produttiva, la sostenibilità della produzione, il risparmio energetico e la crescente customizzazione, trend che gli investimenti in tecnologia possono effettivamente garantire. Razionalizzare i processi produttivi, renderli più efficienti e più sicuri per poi offrire valore aggiunto tramite la customizzazione è sicuramente l’imperativo del momento.

È fondamentale che la filiera della carne e degli insaccati continui a evolvere e ad adattarsi alle sfide che il mercato sta presentando. Ne è un esempio il megatrend dell’alimentazione vegetariana e vegana, che potrebbe lasciare intendere che la carne non è più tanto di moda. I dati confermano il contrario: la produzione e la trasformazione della carne sono in forte crescita e le proiezioni per i prossimi 10 anni parlano di una crescita del 30%, con picchi del 50% in Asia e in Sud America. Da qui si evince la capacità dell’industria della carne e degli insaccati di adattarsi ai nuovi trend di consumo e di sfruttare le tecnologie per rispondere alle richieste di sostenibilità e di artigianalità. Le previsioni sono ottimistiche, sia per il mercato che per la prossima edizione di Iffa, in programma dal 14 al 19 maggio 2022 a Francoforte.

Che valore ha il packaging della carne in termini di soste•nibilità grazie alle tecnologie antispreco e di prolungamento della shelf life? Il dibattito sull’impatto ambientale del packaging è più che mai attuale. I protagonisti del settore hanno presentato alcune tecnologie

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eventi - prosweets

Sostenibilità e digitalizzazione NEL FUTURO DEI PRODOTTI DOLCIARI E SNACK

Meno plastica, più materie rinnovabili, minor peso della confezione e riciclabilità al centro delle soluzioni per gli imballaggi di prodotti dolciari e snack. La questione dell’informazione sui prodotti con la digitalizzazione che assume un ruolo sempre più importante. Questi e molti altri temi saranno trattati a ProSweets, che si terrà a Colonia dal 2 al 5 febbraio 2020.

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nack e prodotti dolciari sono i classici articoli on-the-go: vengono acquistati in modo spontaneo e spesso consumati per strada. Qui la praticità dell’imballaggio gioca un ruolo decisivo, tuttavia questa da sola non basta più. Alcune ricerche hanno evidenziato una crescente tendenza dei consumatori a rinunciare all’acquisto di un prodotto perché ritenevano l’imballaggio non sufficientemente sostenibile. I produttori di articoli dolciari e snack hanno constatato che la sostenibilità dell’imballaggio è sempre più determinante per il successo nel punto vendita. Da qui il perseguimento di un obiettivo che si riflette in molte delle innovazioni di ProSweets Cologne: meno imballaggio possibile, tanto quanto necessario. Materiali plastici difficili da riciclare vengono gradualmente eliminati dalla gamma di prodotti. Al contempo si utilizzano sempre più materiali d’imballaggio alternativi come quelli biodegradabili e a base di carta compostabile.

CARTA MODELLABILE SENZA COLLANTE

Per soddisfare i crescenti requisiti di sostenibilità degli imballaggi, vengono costantemente sviluppate le possibilità di utilizzo della carta. Fra le innovazioni più recenti vi sono stampi in carta leggera riciclabile al 100% che sostituiscono i blister in plastica. Vengono piegati in diversi modi da una macchina formatrice rotante di ultima generazione. Il principio: un pezzo in cartone ondulato ultraleggero e tagliato per formare il vassoio viene preso dal magazzino dei pezzi grezzi, pressato attraverso la matrice ed estratto dalla macchina come imballaggio finito. Poiché gli stampi possono essere formati completamente senza collanti tramite semplice incastro, il consumatore può smaltirli senza problemi con la carta vecchia. Quella che a prima vista sembra essere l’arte giapponese della piegatura della carta, è il risultato di una stretta collaborazione con gli specialisti dell’impiantistica e dei materiali d’imballaggio.

NUOVI MATERIALI PER FAVORIRE IL RICICLAGGIO

Agli imballaggi in carta con certificazione FSC si affiancano pellicole completamente riciclabili o biodegradabili. Spesso i materiali innovativi hanno le stesse proprietà meccaniche delle tradizionali pelli-

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cole laminate PET/PE e possono essere trasformati direttamente in confezioni singole e multiple su macchine confezionatrici a sacchetti tubolari. Che la carta sia nel coperchio o nella pellicola inferiore, in sacchetti tubolari o confezioni porzionate, su tutta la superficie, strisce nascoste o con finestrelle create in modo individuale e tagliate con il laser – il segmento dei materiali compositi sostenibili cresce così come la varietà delle opzioni delle attrezzature. E anche per l’economico confezionamento ad avvolgimento di cioccolato, caramelle dure e morbide e gomme da masticare è disponibile ormai un’ampia gamma di soluzioni di pellicole a base di carta. Qui i materiali ottenuti da materie prime rinnovabili mostrano i loro punti di forza, in quanto riducono la percentuale di plastica nel materiale composito.

DIVENTARE UN MULTITALENTO DIGITALE

I marchi che si schierano chiaramente a favore d’imballaggi sostenibili, rientrano nell’attuale preferenza dei consumatori per il minimalismo e le etichette pulite, ma spesso non tutte le informazioni richieste dai consumatori possono essere inserite sulla confezione. Ed è qui che s’inserisce la digitalizzazione degli imballaggi, un altro tema trattato a ProSweets Cologne sotto il motto “Extended Packaging”. Tecnologie capaci d’interazione, basate su codici digitali come Digimarc, hanno il potenziale di trasformare gli imballaggi in “multitalenti”. Digimarc è un codice invisibile all’occhio umano e viene applicato all’intera confezione - una sorta di filigrana con la quale non solo il Global Trade Item Number (insieme d’indicatori del prodotto per lo scambio globale) può essere criptato o la procedura alla cassa può essere accelerata, ma rende possibile un collegamento ai social media. Il mondo reale e quello digitale si fondono semplicemente puntando la fotocamera dello smartphone in qualsiasi punto della confezione. La ricetta, il valore nutrizionale o i riferimenti agli allergeni sono altrettanto visualizzabili, così come offerte, giochi a premi o coupon.


meat tech ○○○ L’industria dei salumi, della carne, dell’ittico e dei piatti pronti si dà appuntamento a Meat-Tech, la fiera dedicata al processing e al packaging che avrà luogo a Milano dal 4 al 7 maggio 2021, dove potrà avere una visione completa su ingredienti, materiali e tecnologie con particolare focus su sostenibilità e mercati esteri.

L’attenzione dell’industria delle carni

SULLA SOSTENIBILITÀ DEI PROCESSI PRODUTTIVI

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iunta alla sua terza edizione, la fiera Meat-Tech è in programma a Milano, in concomitanza con Ipack-Ima, dal 4 al 7 maggio 2021. Il salone tematico orientato alla lavorazione, trasformazione e confezionamento di carne, ittico e piatti pronti, è sempre più internazionale e si afferma come una delle eccellenze dell’offerta espositiva di Ipack Ima. A Meat-Tech visitatori ed espositori troveranno linee complete, tecnologie di trasformazione e confezionamento, ingredienti, camere bianche e materiali di imballaggio innovativi con una particolare attenzione alla sostenibilità dei processi produttivi. Il networking del comparto vede la conferma della collaborazione con l’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi (Assica), l’Associazione dei Costruttori di Macchine, Impianti, Attrezzature per la Produzione, la Lavorazione e la Conservazione Alimentare (Assofoodtec) e Ucima, l’Unione dei Costruttori Italiani di Macchine per il Confezionamento e l’Imballaggio, che sostengono la manifestazione e contribuiscono alla definizione dei contenuti ed all’ulteriore rafforzamento del richiamo, anche a livello internazionale.

I NUOVI TREND DI CONDUMO

Meat-Tech si conferma dunque come punto di riferimento per il settore, grazie a un’offerta espositiva di qualità sempre più orientata all’innovazione, tracciabilità e sicurezza dei processi produttivi, e alla capacità di cogliere i nuovi trend di consumo. Tra questi, i paradigmi legati all’economia circolare e ai nuovi stili di vita, dagli imballaggi bio al free-from, dalle soluzioni skin pack alle monoporzioni, pensate per preservare la shelf life dei prodotti, assecondando le tendenze al pasto fuori casa e la sempre maggiore sensibilità di consumatori e produttori nel rendere l’intera supply chain un percorso etico e sostenibile sotto ogni aspetto. Completano le soluzioni offerte da Meat-Tech due aree speciali: MEAT+ Cold Chain Solution, con soluzioni studiate per la camera bianca e la catena del freddo e MEAT&More, una formula espositiva ‘smart’ studiata ad hoc per le aziende che si avvicinano per la prima volta alla manifestazione.

LO SGUARDO ALL’INTERNAZIONALIZZAZIONE

Meat-Tech potenzia la propria strategia di internazionalizzazione e coinvolge maggiormente i mercati esteri confermandosi player globale, non solo durante le giornate di fiera. Dopo il successo dell’iniziativa di B2B matching che ha coinvolto interessanti realtà del settore carni, salumi e piatti pronti dal Messico del calibro di Sigma Alimentos - multinazionale attiva in 18 paesi - è già in calendario per novembre 2020 un appuntamento con compratori dell’Est Europa e Russia, a cui sarà offerta l’opportunità di incontro e di visita delle eccellenze produttive di Meat-Tech. Il programma delle iniziative di avvicinamento a Meat-Tech 2021 si arricchisce dunque di nuove ed interessanti opportunità che favoriscono l’incontro tra espositori e buyer da tutto il mondo, selezionati grazie al supporto di ICE-Agenzia. Prossimo appuntamento l’11 e il 12 novembre 2019 a Milano con focus Maghreb, in cui le eccellenze italiane del processing & packaging in ambito alimentare avranno l’opportunità di confrontarsi con imprenditori e manager da Tunisia, Egitto, Algeria e Marocco. Meat-Tech 2018 ha visto la presenza di più di 180 espositori da 29 paesi, che hanno potuto beneficiare delle sinergie offerte dalla contemporaneità di Ipack-Ima con oltre 74.000 visitatori, di cui 18.500 provenienti da 146 Paesi.

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RL La rivista del latte La storia del formaggio Gorgonzola è la storia di un’eccellenza della cucina italiana. Per meritare il titolo di “eccellenza” ci sono voluti più di mille anni, ma è stato un percorso ricco di successi che hanno portato il Gorgonzola ad essere oggi per importanza il terzo formaggio DOP italiano a base di latte vaccino, dopo i due grana.

IL GORGONZOLA prodotto D.O.P.

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ato, pare per sbadataggine, intorno all’anno 1000 nella cittadina di Gorgonzola, in provincia di Milano, la storia del “Re degli erborinati” trova radici nell’operosità di oltre 400 maestri casari del territorio di produzione, a cavallo tra Piemonte e Lombardia, che ogni giorno danno vita al Gorgonzola Dop mantenendo viva una straordinaria tradizione casearia italiana fatta di gesti antichi rima-

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sti identici ancora oggi. Il legame che lega questo formaggio dal gusto inconfondibile al suo territorio d’origine è indissolubile. Solo qui può essere prodotto il Gorgonzola Dop, solo con latte intero appena munto proveniente dalla zona d’origine e sempre qui deve essere stagionato e porzionato per la vendita. Se manca soltanto una di queste condizioni, siamo di fronte a un falso!

Dalle 39 aziende consorziate dislocate nelle 15 province di produzione, sono partite nel 2018 poco meno di 5 milioni di forme dirette in tutto il mondo, per un giro d’affari stimato in circa 720 milioni di euro. Negli ultimi dieci anni il Gorgonzola Dop ha visto aumentare la produzione di quasi ¼ (erano circa 4 milioni le forme prodotte nel 2008) senza far mai registrare una battuta d’arresto.


speciale GORGONZOLA Forse non tutti sanno che solo il latte appena munto proveniente dagli allevamenti bovini delle provincie di Novara, Vercelli, Cuneo, Biella, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Monza, Pavia e Varese, Verbano-CusioOssola e il territorio di Casale Monferrato può essere utilizzato per produrre il formaggio Gorgonzola conferendogli la denominazione d’origine protetta. Ogni forma di Gorgonzola Dop deve essere marchiata all’origine e riportare obbligatoriamente l’indicazione del caseificio in cui è stata prodotta. Perché possa essere venduto come tale, il Gorgonzola Dop deve essere avvolto in fogli di alluminio recanti la “g” del Consorzio senza la quale il formaggio semplicemente non è gorgonzola.

Oltre 1/3 delle forme prodotte vola all’estero soprattutto verso Germania, Francia e Inghilterra, paesi in cui il Gorgonzola Dop è storicamente molto amato come dimostrano testi francesi in cui viene menzionato già nel ’700. Nell’ottobre 1955, la denominazione di origine controllata “Gorgonzola” viene ufficialmente riconosciuta in Italia (con D.P.R. 1269). Per vigilare sul suo utilizzo nonché sulla produzione e sul commercio del prodotto, nel 1970 nasce il Consorzio per la tutela del formaggio Gorgonzola, ente senza fini di lucro che opera per tutelare produttori e consumatori. Qualche anno più tardi, nel 1996, il Gorgonzola viene inserito nella lista dei prodotti a Denominazione di Origine Protetta dell’Unione Europea. Oggi il Gorgonzola Dop è sulle tavole di tutto il mondo. Il Giappone, ad esempio, è l’undicesimo paese per importanza e il primo con gli Stati Uniti tra quelli extraeuropei. In Australia sono state consumate oltre 20mila forme, raddoppiate rispetto all’anno precedente, in Canada oltre 5.800 e addirittura la Nuova Zelanda rappresenta un mercato in forte crescita.

ovvero quei formaggi che presentano le tipiche striature verdi date, non dall’utilizzo del prezzemolo, bensì dalla formazione di muffe. Queste ultime nulla hanno a che fare con la muffa che si forma naturalmente nei formaggi conservati troppo a lungo, ma sono dovute alle colture di penicilli innestate durante la lavorazione (vedi “Metodo di lavorazione”). Altri “erborinati” famosi nel mondo sono lo Stilton inglese e il Roquefort francese. Il Gorgonzola Dop piccante si differenzia, oltre che per il gusto forte e deciso più simile al Roquefort o allo Stilton, per le venature blu-verdi piuttosto accentuate e per la pasta più consistente e friabile. Il suo gusto peculiare è dovuto a un periodo di stagionatura maggiore e all’innesto di colture di penicilli differenti. Questo tipo di gorgonzola, detto anche “gorgonzola del nonno” o “antico” perché consumato maggiormente in passato, rappresenta oggi oltre l’11% della produzione globale.

QUALITÀ UNICHE

La qualità e l’autenticità del Gorgonzola Dop sono assicurate da una severa legislazione che definisce la raccolta del latte, i tempi di stagionatura, gli standard di produzione e di confezionamento.

Il Gorgonzola Dop è un formaggio molle a pasta cruda che appartiene alla famiglia degli “erborinati” (da “erborin”, che in dialetto milanese vuol dire prezzemolo)

IL TERRITORIO DI PRODUZIONE

IL METODO DI PRODUZIONE

Ancora oggi il procedimento di produzione del Gorgonzola Dop prevede un forte intervento manuale. Per ottenere una forma (12 kg ca.) occorre circa un quintale di latte vaccino, intero pastorizzato, a cui si aggiungono fermenti lattici, caglio e spore di penicilli. A coagulazione avvenuta la cagliata viene sistemata nei fassiroli, o fascere, e viene lasciata riposare per permettere la perdita di siero. Successivamente le forme vengono girate manualmente e marchiate su entrambe le facce con il numero identificativo del caseificio di produzione. Quindi vengono spostate in celle, dette “purgatorio”, con una temperatura di 18/24°C, dove le forme vengono salate. Dopo 3 settimane circa di stagionatura, in celle frigorifere a 2/7° C, con umidità del 85/99%, ha luogo la foratura con grossi aghi metallici che permette all’aria di entrare nella pasta, sviluppare le colture già innestate nella cagliata e dare così vita alle inconfondibili venature bluverdi del Gorgonzola. A stagionatura ultimata, dopo circa 2 mesi, le forme vengono tagliate e ciascuna parte viene avvolta in alluminio riportante l’inconfondibile “g” in rilievo del Consorzio, unica garanzia di qualità. Senza il numero del caseificio d’origine, i marchi del Consorzio e sull’alluminio in rilievo, infatti, il formaggio non è Gorgonzola.

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RL La rivista del latte Produzione mercato in crescita

+2,4% l’aumento della produzione nel 2018 rispetto al 2017; +2,4% anche per l’export che rappresenta il 36,10% della quantità prodotta e colloca il Gorgonzola Dop al terzo posto tra i formaggi italiani di latte vaccino più esportati. Infine crescita, seppur lieve, anche nei consumi nazionali con l’area Nord Ovest che si conferma maggior acquirente (Dati GFK). LA PRODUZIONE Nel 2018 sono state prodotte 4.849.303 forme di Gorgonzola Dop, quantità mai riscontrata dalle rilevazioni produttive cominciate nel 1976. Esaminando in dettaglio l’andamento della produzione, l’aumento rispetto al 2017 è del 2,4%, pari a 116.588 forme in più. Se si analizza il trend produttivo degli ultimi 5 anni, Gorgonzola e Mozzarella di Bufala Campana sono gli unici formaggi Dop in crescita (+9% il Gorgonzola e +30% la Mozzarella di Bufala Campana), ma andando a ritroso, dal 2000 ad oggi il Gorgonzola è cresciuto del 30%.L’aumento si distribuisce su entrambe le regioni che formano il territorio consortile anche se non equamente: il Piemonte fa registrare +2,9%, mentre la Lombardia +1,4%. Il dato percentuale di produzione, invece, rimane invariato rispetto al 2017, con oltre il 69% del Gorgonzola Dop prodotto in Piemonte ed il 31% in Lombardia. La tipologia “Bio”, che ricopre solo lo 0,90% del totale (43.842 forme prodotte nel 2018), è calata del 2,9% rispetto al 2017 (1.298 forme in meno). Prosegue invece in positivo la produzione della tipologia “Piccante” che riveste oggi l’11,4% del totale, pari 554.717 forme con un aumento del 7% rispetto al 2017. Il formaggio Gorgonzola fresco venduto per la successiva stagionatura, dai dati dichiarati dai produttori, aumenta di oltre 34.000 forme, pari al 20,2% sull’anno precedente. Sul totale prodotto, il fresco riveste una quota del 4,3%.

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CONSUMO INTERNO E PREZZI Analizzando i consumi nazionali del 2018, l’ultima ricerca GFK rileva una crescita, seppur lieve, dei volumi, trainata dall’acquisto medio. Prosegue il trend positivo per l’area Nord-Est che rispetto al 2017 ha aumentato il suo peso a volume di 1,4 punti (1,5 a valore) dopo i 2 punti dell’anno precedente. Si conferma maggior acquirente la zona Nord Ovest dove sono sopra media anche le quantità acquistate. Le famiglie con due componenti adulti di età superiore a 55 anni sono quelle che mostrano i livelli maggiori di acquisto medio. I canali di vendita della distribuzione (Iper, Super, Discount) subiscono quasi tutti una leggera diminuzione nelle vendite a scapito dei tradizionali specializzati e ambulanti. La modalità di acquisto rispetto all’anno precedente, indica un sensibile aumento sul peso variabile al banco ed invariate le altre modalità (dal 43% al 46%). Infine la vendita della tipologia Piccante conferma il dato di produzione in aumento: nell’ultimo anno l’aumento del 5,6% nei consumi è dovuto sia a un incremento di penetrazione che a maggiori acquisti medi per atto; il periodo di maggior consumo del Gorgonzola del tipo “Piccante” si concentra prevalentemente nell’ultimo trimestre dell’anno. I prezzi medi al consumo rimangono invariati per entrambe le tipologie.

L’EXPORT NEL 2018 Dopo un 2017 stazionario, il Gorgonzola riprende la crescita con oltre 21 mila tons. esportate (+2,4%) che rappresentano il 36,10% del totale della produzione. L’Unione Europea ha assorbito 189 tons. (+1,1% rispetto al 2017) e il resto del mondo ben 314 tons. (+12,3%). Il Gorgonzola Dop è, quindi, il terzo formaggio italiano più esportato dopo i due formaggi grana per eccellenza, Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Esaminando nel dettaglio i paesi consumatori, la Germania continua a rallentare gli acquisti anche nel 2018 (-5,7%), pari a circa 338 tons. in meno importate, mentre Francia, Spagna e Paesi Bassi guadagnano 300 tons. Delle 314 tonnellate esportate nel resto del mondo, 100 tons. hanno riguardato il Giappone e 170 tons. l’Australia. Sicuramente gli accordi di libero scambio hanno influito su questi andamenti, infatti in Canada sono entrate lo scorso anno 36 tons. in più (73%) rispetto al 2017. In Cina invece pare che il Gorgonzola non riesca a vincere le difficoltà di conoscenza e apprezzamento e diminuisce ulteriormente la quota in entrata a poco più di 1 tons. Resta il fatto che i Paesi nel mondo verso cui il Gorgonzola viene esportato sono saliti quest’anno a 82. I prezzi sui mercati internazionali hanno avuto un leggero incremento pari al 1,81% (prezzi medi fob al chilo) (elaborazione Clal su fonte Istat).


speciale GORGONZOLA LA NOVARESE IGOR ANNUNCIA ACQUISIZIONE DI SI INVERNIZZI Igor spa, azienda novarese conosciuta a livello mondiale nella produzione del formaggio gorgonzola Dop, ha annunciato l’acquisizione di Si Invernizzi, storico marchio con un secolo di storia alle spalle, specializzato nella produzione di gorgonzola di alta gamma (grazie a una tecnica di lavorazione artigianale unica nel settore). Con questa operazione Igor rafforza la propria leadership in un mercato in crescita esponenziale: nel 2019 saranno prodotte in Italia circa 5 milioni 200 mila forme di gorgonzola, il 70% delle quali nel territorio della provincia di Novara, con una quota di esportazione di circa un terzo del totale, in crescita negli ultimi dodici mesi del 9,5%, con performance soprattutto nei nuovi mercati del Far East. “Con questo passo importante - ha spiegato Fabio Leonardi, ad della società novarese - riusciremo ad elevare ulteriormente la qualità e l’offerta del gorgonzola nel mondo. Oggi Igor produce con due impianti industriali e due artigianali. L’acquisizione di Si Invernizzi consentirà di potenziare e far crescere la domanda di gorgonzola al cucchiaio, che sta prendendo piede in Europa”. Tra le novità annunciate, quella dell’utilizzo di un nuovo packaging per il formato da 200 grammi commercializzato nella grande distribuzione, realizzato con materiale totalmente compostabile. Il lancio della nuova confezione sarà accompagnata da una campagna dedicata alla sostenibilità, con il claim “Salviamo i mari”.

FORMAGGIO: SÌ O NO?

IL GORGONZOLA È IL FORMAGGIO PIÙ “GOOGLATO” Il food made in Italy è quello più cercato online e il Gorgonzola è il formaggio più “googlato”. A confermarlo il recente studio di Google Italia sui trends legati al mondo del turismo enogastronomico presentato al Food&Wine Tourism Forum. Il Gorgonzola è, dunque, il formaggio più ricercato online a livello mondiale insieme ad altre specialità enogastronomiche italiane come Tartufo e Prosecco. È interessante notare come le ricerche online relative al formaggio Gorgonzola facciano registrare un picco nel periodo natalizio. Segno di come il Gorgonzola venga considerato non solo un alimento da consumare giornalmente, ma anche una vera e propria specialità gourmet da utilizzare nelle ricette delle grandi occasioni o da regalare. Secondo lo studio di Google Italia, i continenti in cui il food Made in Italy viene googlato maggiormente sono l’Africa, l’Asia e una parte del Sud America.

La Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) indica che è possibile consumare 100 g. di formaggi freschi e 50 g. di quelli stagionati fino ad un massimo di 2 o 3 volte alla settimana. Adolescenti e anziani, dichiara al Corriere.it il prof. Andrea Pezzana (direttore di dietetica e nutrizione clinica all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino) “possono consumarlo anche tre volte, perché le proteine e il complesso fosforo-calcio-vitamine che contiene agisce come un integratore naturale”. In 100 grammi di Gorgonzola DOP sono presenti tante proteine, per la precisione 18 g. in quello dolce e 21 g. nel tipo piccante. Ma perché le proteine sono così importanti? Sicuramente perché sono una fonte di energia irrinunciabile per l’organismo, ma anche perché sono coinvolte nella produzione e nel turnover dei tessuti cellulari e contribuiscono a mantenere una buona massa muscolare. E non è tutto! Una caratteristica propria del Gorgonzola DOP è che le proteine in esso contenute sono altamente digeribili. Grazie all’intensa attività microbica durante stagionatura, infatti, queste vengono scisse in molecole proteiche più piccole quindi più digeribili. Anche per chi segue una dieta vegetariana, afferma la Dott.ssa Monica Giroli (Nutrizionista presso il centro Cardiologico Monzino IRCCS di Milano) il Gorgonzola DOP, insieme a tutti i formaggi, al latte e allo yogurt, è una valida alternativa alla carne per la quantità di proteine di qualità che contiene.

FORMAGGI ITALIANI: RECORD DI ESPORTAZIONI E DI IMITAZIONI

È record per l’export del formaggio italiano, che nel 2019 registra un balzo del 14%, (fonte Coldiretti su dati Istat relativi al primo bimestre). A guidare la classifica degli appassionati di formaggi Made in Italy sono Germania, Francia e Regno Unito, mentre fuori dall’Europa sono gli Stati Uniti il principale mercato, con le Dop (denominazioni di origine), dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal Gorgonzola al Pecorino, dal Taleggio al Provolone, che rappresentano più del 40% del totale dei consumi nel mondo. Gli acquisti di formaggi italiani nel 2019 sono cresciuti del 25,8% in Germania, del 16,2% in Gran Bretagna e del 7,5% in Francia storica rivale casearia dell’Italia. Ma anche nel resto del mondo il comparto sta vivendo un vero e proprio boom con un balzo del 40% in Giappone e del 16,3% negli Stati Uniti. Gli Usa però sono anche principali creatori di falsi Made in Italy con il quantitativo record di 2,4 miliardi di chili all’anno venduti anche con nomi che richiamano esplicitamente le specialità casearie più note del Belpaese senza averci nulla a che fare, dalla mozzarella alla ricotta, dal provolone all’Asiago, dal Parmesan al romano ottenuto però senza latte di pecora.

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RL La rivista del latte Con Schubert

case history

720 bottigliette di Yakult al minuto Oggi in tutto il mondo più di 39 milioni di persone in 39 paesi bevono la bevanda probiotica Yakult. Per il mercato europeo gran parte delle bottigliette vengono confezionate in scartoni espositori con una macchina confezionatrice TLM della Schubert.

L’

intenzione del fondatore dell’azienda Yakult, il dott. Minoru Shirota, era quello di migliorare la salute delle persone in tutto il mondo. Dietro alla bevanda giapponese ci sono oltre 80 anni di ricerca. Il ricercatore è riuscito a selezionare e a coltivare il batterio dell’acido lattico Lactobacillus casei Shirota (LcS) a cui successivamente è stato dato il suo nome e da cui nel 1935 ha sviluppato la bevanda fermentata Yakult. Ogni bottiglietta contiene almeno 6,5 miliardi di questi batteri lattici che raggiungono vivi l’intestino.

PACKAGING SECONDARIO IN CARTA PER L’EUROPA

Per il mercato europeo la bevanda probiotica viene prodotta nei Paesi Bassi, ad Almere. Lo stabilimento ha aumentato la propria capacità produttiva e con la nuova macchina Schubert può lavorare 43 200 bottiglie all’ora. La fabbrica fornisce13 paesi europei con Yakult. Nella confezione secondaria per il mercato europeo Yakult ha voluto sostituire il film di plastica con il cartone. Per questo, è stato chiesto a Schubert lo studio di una macchina e la progettazione di una confezione ecologica e pratica. Le bottigliette contenenti i batteri Shirota oggi attendono i clienti Yakult nei supermercati negli espositori di cartone dalla facile apertura. Nel frigo-

rifero di casa la confezione di cartone tiene le bottigliette conservate in modo sicuro e stabile.

SOLUZIONE DAL DESIGN SOFISTICATO

I requisiti che l’impianto di confezionamento doveva soddisfare erano molteplici: oltre all’alta performance e all’ingombro limitato e predefinito il cliente desiderava la possibilità di confezionare diversi formati flessibilmente. La macchina doveva inoltre offrire la possibilità di inserire opzionalmente nelle confezioni, fra le bottigliette, un dépliant informativo per il cliente. Gli ingegneri della Schubert hanno realizzato un impianto ad altissima performance con il minimo ingombro combinando diversi robot F2, quattro percorsi Transmodul e sistemi di riconoscimento delle immagini. L’impianto confeziona 720 bottigliette di Yakult al minuto. Il confezionamento secondario dispone di cambio di formato veloce per le confezioni da 6 o 8.

LA FASE DI CONFEZIONAMENTO

I fustellati di cartone vengono prelevati dal magazzino e preparati in posizione orizzontale dai robot F3. I robot F2 prelevano

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breaking news questi fustellati, li passano sulla stazione dove viene applicata la colla, li spingono nell’aggregato di piegatura e li depositano direttamente su un Transmodul che trasporta i cartoni formati alle prossime fasi. Contemporaneamente la catena trasportatrice alimenta le bottigliette dalla macchina a monte nell’impianto TLM. Una catena di raggruppamento distribuisce le bottiglie su due corsie nei due alimentatori a coclea che singolarizzano i prodotti e li consegnano a due nastri a cinghie dentate. Da qui le bottigliette arrivano nel settore di prelievo di due robot F2 che ne prelevano 48 ciascuno e le depositano su un Transmodul del secondo percorso nell’impianto. Questo Transmodul porta le bottigliette a due ulteriori robot F2 che ne prelevano 24 ciascuno, le riuniscono secondo le dimensioni del cartone e le depositano nelle scatole di cartone formate che si trovano sul primo percorso Transmodul.

CONTROLLO DELLA QUALITÀ

Secondo il formato selezionato vengono riempite 12 o 16 scatole di cartone contemporaneamente. Se necessario viene inserito fra le bottigliette un dépliant, prima che una telecamera controlli che le confezioni siano complete. Poi vengono chiuse dai prossimi due robot F2. I robot di chiusura depositano le scatole su un terzo percorso Transmodul nell’impianto. Durante il trasporto una stampante appone la data di scadenza sulle scatole di cartone. Poi le scatole chiuse vengono inserite da altri due robot F2 nell’espositore di cartone da cinque pezzi. Anche gli espositori vengono formati nell’impianto, secondo lo stesso principio delle scatole di cartone, e trasportati poi sul quarto percorso Transmodul al settore di riempimento. L’uscita verso l’alto degli espositori riempiti avviene con un elevatore integrato. Una caratteristica particolare della nuova macchina confezionatrice Schubert è inoltre la stazione centrale di rifornimento della colla per la formazione e la chiusura dei cartoni. L’alto grado di rendimento della macchina confezionatrice della Schubert ha aumentato decisamente la capacità produttiva della Yakult Europe. Inoltre, l’impianto offre diversi formati flessibili per le esigenze future del confezionamento secondario e terziario.

LE NUOVE RICOTTE BIO DELLA LATTERIA PERENZIN

La Latteria Perenzin di San Pietro di Feletto (TV) ha presentato una sfiziosa novità: ricotta e confettura bio in tre varianti, “Fragolosa”, “Albicoccola” e “Mirtilla”. Un progetto nato in collaborazione con Lazzaris Srl, azienda di Conegliano (TV) specializzata in mostarde, salse, marmellate e confetture di alta qualità. “Abbiamo pensato a questo nuovo prodotto - ha dichiarato la titolare Emanuela Perenzin - per invogliare le persone a consumare di più la ricotta e andare incontro ai nuovi gusti della clientela che vuole cibi leggeri e salutari, senza per questo dover rinunciare al gusto. Con appena 185 calorie per 100 grammi è ideale per una merenda, uno spuntino spezza-fame o per un pranzo leggero. La ricotta è un latticino a ridotto contenuto di grassi e ricco di albumina che si presta molto bene ad essere addizionato ad altri ingredienti. È sano perché è bio, è prodotto con latte di vacca veneto proveniente da allevamenti biologici certificati”. Bio sono anche le confetture di fragole, albicocche e mirtilli dell’azienda Lazzaris che rendono ancora più golose le nuove ricotte. La ricetta è quella di famiglia che rievoca il gusto delle cose buone fatte in casa. Il segreto? “La qualità della materia prima - ha spiegato Alberto Lazzaris -. Le nostre confetture contengono solo frutta italiana di altissima qualità in una percentuale pari all’80%, zucchero di canna e succo di limone e non usiamo pectina”.

IL NUOVO LOOK DELLA MOZZARELLA DI BUFALA SENZA LATTOSIO SPINOSA

Spinosa S.P.A., azienda familiare attiva nella produzione di mozzarella di Bufala Campana DOP e derivati, rilancia la sua mozzarella senza lattosio di Latte di Bufala con un pack dal restyling di sicuro impatto a scaffale. Il nuovo pack - cuscino, infatti, interpreta la mozzarella senza lattosio con una veste grafica lineare e pulita che identifica i valori del brand di qualità e impegno ma al tempo stesso la uniforma alla tradizionale linea Spinosa, sfruttandone la riconoscibilità del pack DOP, al fine di creare un family feeling armonico. Ampio spazio anche alla funzionalità: le informazioni sul pack sono riportate in maniera asciutta e chiara e la finestra trasparente ovale sul fronte - che rimanda alla forma della mozzarella - permette la visione del prodotto all’interno, mostrandolo in tutta la sua freschezza.

KEFIR DI LATTE, LA BEVANDA ASIATICA CONQUISTA GLI ITALIANI

È boom per il kefir di latte, la tradizionale bevanda fermentata di origine asiatica, che sta conquistando gli italiani. Entrato da poco sugli scaffali della grande distribuzione in Italia ha visto crescere la sua presenza in modo rapido. Le vendite quest’anno toccano 5,4 milioni di euro ma si stima una aumento del 25% fino al 2023. Basti pensare che rispetto al 2017 il tasso è salito del 327,7%. Lo fa sapere Assolatte, in base alle stime del report dell’agenzia Zenith Global, nel sottolineare come il kefir, dai comprovati effetti healthy, si sia inserito nella gamma degli alimenti fermentati e della moda del detox. La bevanda si ottiene facendo fermentare il latte con i grani di kefir, agglomerati di lieviti e batteri benefici insieme a proteine e polisaccaridi; il tutto conferisce una grande varietà di microrganismi, come lattobacilli, lattococchi, batteri acetici e lieviti, donando il caratteristico gusto aspro leggermente frizzante. Secondo il report il mercato del kefir è già maturo in Europa orientale, in particolare in Russia, ma non in Europa occidentale dove è in piena espansione (+12% l’anno), dove spicca l’Italia considerato il terzo mercato più promettente dopo Gran Bretagna e Olanda.

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