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9 788897 208167 euro 13,00
VALERIO GIACONE ALLE ORIGINI, IL FUOCO
GTE
ISBN 978-88-97208-16-7
Alle origini, il fuoco
VALERIO GIACONE
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Alle origini, il fuoco
VALERIO GIACONE
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NASCITA Dolce sera di primavera Calda stella luminosa che attraverso il vuoto risuoni negli oceani e mi accompagni nella forma, ti rendo grazie Tutto è unico, tutto è magico Finalmente l’Arte, a mostrarmi l’essenza di te, stella Che quella dolce sera di primavera mi donasti la vita Valerio Giacone
Specchio, 2011, tecnica mista su legno, 70 x 170 cm A sinistra: un particolare Nella pagina precedente: Tendo al dritto, 2011, tecnica mista su ferro, 46 x 49 cm
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MAURIZIO ZUCCARI Alle origini, Giacone
Alle origini, il fuoco. Cinque miliardi d’anni fa, è il magma incandescente a plasmare l’abbrivio della storia, quella che il fuoco forgia in un tempo ancora senza tempo e la scimmia umana – nelle sue diverse specie – avrebbe percorso. Marcando colla sua impronta le ceneri laviche. È in quell’orma, zampa fatta piede, piede fatto icona dell’uomo non più “fejto do barro”, nato dalla creta (per dirla come Saramago nel suo Don Giovanni) ma impresso nel fango, che l’umano s’erge ad apparecchiare di sé la tavola del mondo, farne terra bruciata con la sua progenie. Alla fine, il fuoco. Come nei testi vedici così nei versetti degli apostoli, nell’Apocalisse di Giovanni, da Oriente a Occidente la linea del fuoco trapassa confini e orizzonti, fino a cancellare l’anomalia umana, fare tabula rasa di sogni e sozzure. Che l’umano perisca o rinasca dalle sue ceneri, Araba fenice risorta dalle fiamme, è escatologia che non tocca il cuore della modernità ma pochi, ostinati filosofi del fare. Nel mezzo, il fuoco. Al passaggio qualcosa sfugge ai piastrellatori del globo, qualcosa rimane nell’aldiqua che l’aldilà non reclama per sé: un’ombra, una traccia. Come l’orma, lieve, che gli arsi nell’ecatombe d’Hiroshima e Nagasaki hanno lasciato sui muri, nella memoria delle città vetrificate dal fungo atomico, reificate dagl’immemori sopravvissuti. E passaggio, appunto, si chiama un’opera che la rammemora, un lembo creativo, arso e ritorto, paradigma di quest’ultimo ciclo di Valerio Giacone. Dove un’esile figura – elfo folletto, animula vagula blandula, chissà – pare levarsi dalla matrice cui il fuoco l’ha fusa, incastonandola nella carta come ambra nella roccia, sospesa nell’atto ma non ancora dilà dal farsi. E
in questo sforzo l’immagine si fa ombra di sé, un fildifumo che va ad annerire l’essere, pare imprimersi nel caos della materia per restituire traccia di sé al mondo. E altro da sé è quello che Giacone offre in questi lavori ai suoi sempre più numerosi estimatori, altro da ciò a cui li ha abituati. Eppure, a ben vedere, un fildifuoco lega le prove di ieri, le città materiche e antennose, disfatte e vuote, l’umanità dolente colma d’urbane solitudini, rottamata dal consumismo, e gli oggetti schiantati dal consumo, deprivati d’ogni funzione utilitaristica per rinascere a nuova vita sotto il segno del suo fare, a questi ultimi lavori. Alle città e vite e sogni disfatti da un nuovo diluvio non più d’acqua o denari, plasmati nel ferro e col fuoco. A questi buchi nell’anima, prima d’esserlo nella materia. Nei vuoti slabbrati, nei legami marcati a fuoco, divelti svuotati per essere empiti di nuovo, a lasciarsi bruciare. È a questo ferro che Giacone appende il suo abito marchiato col fuoco. La sua arte. Altro da sé, ma ancora in sé, in questa nuova tappa del suo percorso. Come l’oggi dal mondo ab Jove principium. Un passaggio, dunque. Dove ancora resta la traccia di ieri ma già si scorge la curva di domani. Un passaggio dove la sua ricerca si fa forte, sempre di più, delle citazioni dei suoi maestri, ma al contempo si tende allo sforzo di una propria, personalissima via. Di una strada che non rifugge l’astrazione senza rinnegare il figurativo. Niente di nuovo sotto al cielo rosso fiamma, forse, ma neppure di già totalmente visto. Un apripista. Questo resta il giovane artista romano, e per questo ci piace che la nuova collana di cataloghi a firma Inside Art sia aperta da lui, dai suoi nuovi lavori originati dal fuoco. Un apripista, appunto. Che il fuoco dell’arte continui a bruciargli dentro. E noi con lui.
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La nostra separazione porta a me 2010, tecnica mista su carta e legno, 71 x 191 cm
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ALESSANDRO KOKOCINSKI Come fa un pittore a presentare un altro pittore?
È difficile dialogare d’arte, perché si tratta di un variegato mondo, composto di numerose “correnti”, tanto da formare una gigantesca Babele, a volte di difficile lettura e interpretazione dove ciò che emerge è la penalizzazione dell’emozione. In questo assedio di utilitarismo che chiude le finestre della mente e del cuore, che persegue l’esteriorità e le sue innumerevoli pretese concettuali, non si tiene conto dell’unità spirituale che è la fede nella vita che “crea” e che stabilisce quello spirito di lotta che appartiene allo spirito geniale della creatività. Ed è solo con la creatività e la vocazione che si stabilisce quella comunione fra l’uomo e la sua indole naturale di volare verso il cielo sulle ali dell’arte. La vocazione è considerata talvolta non indispensabile ai fini della sopravvivenza ma per l’artista, creatura forse diversa dalle altre, rappresenta una fonte inesauribile di
Albero 2 2009, tecnica mista su legno, 78 x 178 cm
ricorsi vitali perché riesce a trasformare i sogni in certezze. Ancora oggi, nonostante il carosello dell’arte “fai da te” contano il talento, la conoscenza della tekné e la verità umana, che insieme all’emozione e alla fantasia portano in sé l’eterno mistero dell’essere, producendo una armonica visione di forme e colori, creando una “apparenza” simile alla realtà. La vocazione di Valerio Giacone si manifesta in una pittura dove il colore, i “tagli” nella materia, le carte, gli acquerelli, si trasformano in energia vitale in grado di raccogliere gli stati d’animo in vibrazioni poetiche, per trasformarsi passo dopo passo, dalla luce alle tenebre, in profondità e orizzonti, convertendo il suo lavoro in un territorio magico, trasformando in una visione creativa i misteriosi labirinti dell’anima: gli auguro un lungo viatico di vita e arte, senza allontanarsi da se stesso.
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SEBASTIANO SANGUIGNI Atmosfere alla Valerio Giacone
Si potrebbero dire molte cose sui dipinti di Valerio Giacone, si potrebbero dare molte definizioni approssimative esibite con indifferenza senza aver fatto un’analisi scrupolosa delle opere con la necessaria volontà di approfondimento. Ad esempio, dargli un’etichetta, definirle, inquadrarle e limitare la loro autonomia di pezzi autenticamente unici, rendendoli in un certo senso “numeri” di una routine produttiva e sminuendo la dignità del loro “essere” dipinti uno per uno, singolarmente, dipinti tutti con lo stesso “animus” e la stessa “incantata” poetica visione. La loro struttura asciutta e ingannevolmente realistica è semplicemente il racconto del sogno che la realtà ha di se stessa e del sogno che Giacone ha della realtà e, dirò di più, la precisione del tratto non è altro che “puntualità” nel descrivere la poesia di tralicci, pali, gru e fabbricati. Ecco perché questi dipinti, che potrebbero essere scambiati per mero e generico figurativo “preciso”, trasportano un forte messaggio di sensibilissime suggestioni e hanno grande potenzialitá di trasmissione del messaggio più proprio dell’arte: la “magia”. Atmosfere alla Valerio Giacone.
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Il cuore è fuori posto 2011, tecnica mista su ferro, 46 x 49 cm
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2008 ROTTAMATI
Da sinistra: Senza titolo acrilico su legno, 50 x 102 cm Senza titolo acrilico su legno, 50 x 102 cm Casal Bertone acrilico ed emulsioni su tavola, 95 x 57 cm
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2009 TRA CIELO E TERRA
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In alto: Serie Poitiers china su carta, 15 x 21 cm a destra: Albero uno bitume e pasta acrilica su carta e legno, 88 x 77 cm
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2010 EQUILIBRI
GIANLUCA SIMEONI Valerio Giacone rappresenta, all’interno della dimensione urbana, un grande giardino, ovvero, osservando la sua figura, una giovane quercia. I suoi occhi funzionano come due polmoni che assorbono le periferie e le restituiscono umane, trasfigurano il grigiore e il piattume di orizzonti incerti in colori romantici e linee espressive. Tralicci, cementi e antenne prendono le vesti di virtuosismi rinascimentali, plasma di una cornice vivente. Ferrovie e luoghi più nobili si trasformano in spazi senza tempo, profondi pur in una dimensione astratta. Quando poi Valerio getta il suo spirito osservatore sugli uomini, assorbe il superfluo e restituisce solo i tratti essenziali, sufficienti per percepirne lo stato d’animo e viverne il momento. Nella sua tavolozza le ferite di una ribellione contro l’apparenza, segni dell’esigenza di sollevare il velo dell’abitudine e osservare la città dall’alto: ruggine, croste di vernice, solchi scavati come rughe di un paesaggio millenario.
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Sopra: Essere tecnica mista su ferro applicato su legno 90 x 96 cm A sinistra, dall’alto: Porto apribile tecnica mista su carta e legno 131 x 56 cm Carruggi alla stazione tecnica mista su carta e legno 50 x 159 cm
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Da sinistra: Capannone a San Saba tecnica mista su carta e legno 87 x 61 cm Brignole su Termini a Istanbul tecnica mista su carta e legno 138 x 65 cm Franci-a Parigi tecnica mista su ferro 140 x 125 cm
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Csepel di luce tecnica mista su legno 200 x 100 cm Sotto: Roma est 2 tecnica mista su legno e carta 65 x 60 cm (due particolari e l’opera completa)
2011 FABER
ROMANO BENINI L’arte italiana è soprattutto espressione del nostro saper fare. Si confonde con l’artigianato, di cui è la figlia prediletta. Le opere di Valerio Giacone affondano nei secoli del saper fare dell’artigiano e dell’artista guidate dall’idea che il fine dipenda dai mezzi e il risultato dagli strumenti. Il cambiamento di materiali e tecniche appare sempre fondamentale per poter catturare le diverse componenti espressive e liberare l’energia creativa, trasformando l’idea in azione e l’azione in un prodotto estetico. In questo modo diventa naturale collegare il ferro alla tempera, il legno all’olio, l’installazione al dipinto. Quello di Giacone è il tratto di un giovane artista già maturo per aver appreso la lezione di chi lo ha preceduto e per tenere insieme, aggiornandole, le tecniche espressive dei nostri migliori maestri. Nei suoi lavori non troviamo alcun compiacimento, nessun canone o sforzo di riproporre mode, piuttosto uno stile che non teme le tendenze ma ha il potenziale per generarne una.
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A destra: Ancona tecnica mista su legno 50 x 60 cm Sotto: Soroksรกri tecnica mista su legno 160 x 60 cm
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Al principio, è certo, nulla esisteva, né il cielo, né la terra, né lo spazio fra i due Allora il Nonessere, avendo deciso di essere, divenne spirito e disse: “Possa io essere!” Riscaldò se stesso e da questo calore nacque il fuoco Si scaldò ancora di più e da questo calore nacque la luce Taittirīya-brāhmana II, 2, 9, 1-2
Dalla serie Mignon 2008-2010, tecnica mista su carta
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2012 ALLE ORIGINI, IL FUOCO
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Legami karmici, tecnica mista su ferro, 93 x 99 cm Sotto: un particolare
CRISTIAN PORRETTA
Intensi e suggestivi i lavori di Valerio Giacone scandagliano le profondità dell’anima, sembrano fuoriuscire da un magma incandescente di energia e si imprimono nella materia e nella memoria. Gli elementi naturali, il ferro, il legno, la cera si alternano; il fuoco da vita, scolpisce e trasforma le immagini che vibrano nell’aria, ora liquide, ora ferme nei colori terrei. Il processo creativo diviene più gestuale, l’artista dirige la sua ricerca verso un sentire più profondo, scompaiono la linea retta e le sovrastrutture geometriche, le atmosfere tendono a una maggiore astrazione arrivando a toccare i recessi di un immaginario in continuo divenire. I paesaggi urbani, prima in costruzione, si bruciano e si sciolgono in cromatismi caldi e avvolgenti, nascono dal sentimento per arrivare all’essenza. Le figurazioni umane escono dall’isolamento, in cerca di sconosciute relazioni, di legami ancestrali, mai del tutto rivelati. Il viaggio nell’arte di Giacone ci conduce in un vortice di forze contrapposte, dove azione e volontà si fondono con un’intensa spiritualità, in un percorso che porta a un equilibrio di evocativa bellezza.
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Io magnifico Dio, il Divino Fuoco, il sacerdote, Ministro del sacrificio, l’Offerente dell’oblazione, Datore supremo di tesori Rg-Veda I, 1, 1
Paesaggio innevato, tecnica mista su ferro, 66 x 76 cm A destra: Legami 1, tecnica mista su ferro, 81 x 100 cm
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Legami 2, tecnica mista su ferro, 73 x 100 cm
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Legami 3, tecnica mista su ferro, 77 x 100 cm
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Ogni uomo sarĂ salato dal fuoco Marco 9, 49
Verso oriente tecnica mista su ferro legno e carta 190 x 60 cm A destra: un particolare
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A sinistra: Amore 1, tecnica mista su ferro, 40 x 49 cm In basso: Amore 2, tecnica mista su ferro, 40 x 57 cm A destra: Ombra, tecnica mista su ferro, 47 x 74 cm
Egli vi battezzerĂ in Spirito Santo e fuoco Matteo 3, 11
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Viaggio per le stelle tecnica mista su legno 166 x 62 cm Sotto: Paesaggio 2 tecnica mista su ferro 150 x 60 cm
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Sopra, da sinistra: VerticalitĂ , tecnica mista su ferro, 20 x 100 cm Flusso ereditario, tecnica mista su ferro, 19 x 99 cm A destra: Dallo spirito alla forma, dalla forma allo spirito, tecnica mista su ferro, 17 x 74 cm
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Questo mondo in verità è Fuoco, o Gautama; il suo combustibile è la terra, il fuoco il suo fumo, la notte la sua fiamma, la luna le sue braci, le stelle le sue scintille. In questo Fuoco gli Dei offrono la nube di pioggia Da quell’offerta sorge il cibo Brhadāranyaka-upanisad VI, 2, 9-14
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Egli sottrasse il tuo fiore, il bagliore del fuoco ch’è padre di tutte le arti, e l’offerse ai mortali Prometeo incatenato, Eschilo
Alle origini, il fuoco, tecnica mista su carta, 24 x 19 cm A sinistra, dall’alto in senso orario: Loro sono in noi 1, 2, 3, 4 tecnica mista su ferro, 47 x 56 cm, 47 x 53 cm, 47 x 53 cm, 48 x 48 cm
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Ritorno tecnica mista su ferro, 200 x 100 cm In basso, da sinistra: Senza titolo tecnica mista su ferro, 44 x 25 cm In viaggio tecnica mista su ferro, 90 x 33 cm
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Sono venuto a portare fuoco sulla terra e come vorrei che fosse giĂ acceso Luca 12, 49-50
Da sinistra, in senso orario: Dal calore 1, 2, 3 tecnica mista su carta 29 x 35 cm, 29 x 39 cm, 29 x 29 cm
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Sopra: Legame di fuoco, tecnica mista, 22 x 26 x 10 cm A destra: Il barocco siciliano, tecnica mista, 19 x 24 x 10 cm Passaggio, tecnica mista su carta, 30 x 86 cm
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AUTOBIOGRAFIA DELL’INFINITO
Il mio primo respiro risale alla domenica del 9 maggio del 1976, erano le 9 di sera, papà, mamma e io eravamo in un ospedale romano. Gli occhi chiusi durante i miei primi giorni di asilo dalle suore e le lacrime dovute a quella disumana costrizione lasciavano presagire il futuro scontro tra una terra presente e a volte pesante e un cielo puro e libero ma a volte distante e pieno di nostalgia. Un forte senso del dovere e di grande spaesamento hanno preso una laurea in economia. La tensione al giusto e l’amore per i deboli hanno contribuito alla tutela del popolo tibetano insieme alla famiglia Asia (associazione per la solidarietà internazionale in Asia). Anni di viaggio, voglia di conoscere la terra che mi ospitava. Poi ho pensato che i miei trent’anni fossero una bella età per iniziare a morire e arrivare a rinascere. In realtà non ho fatto altro che continuare a fare ciò che mi riusciva meglio da quando avevo una manciata di mesi: disegnare.
Prima con il fumetto (“Once upon a time Tibet”; European commission, Asia onlus; “Hygiene in Tibet”; European commission; Asia Onlus), quindi con il teatro (Autobiografia della vergogna, Magik; editore Voland), passando per la narrativa (Quattro ore nell’Aldilà; editore Progedit; Alla ricerca del bello. Natura umana e felicità nella filosofia di Aristotele; editore Misesis). Fino ad arrivare, grazie all’incontro con preziosi spiriti guida, a conoscere Arte. Tutto il resto è adesso: le mostre (Tra cielo e terra, galleria Spazio 120, Roma; Equilibri, galleria Spazio 120; Valerio Giacone, Vollnhofer art studio workshop and exhibition, Budapest; Faber, galleria Spazio 120; Metamorfosi romane, Kunstmassnahmen – Jürgen Leibig, Heidelberg), l’arteterapia (corso di specializzazione a indirizzo antroposofico di arteterapia, arte nella pedagogia, arte nel sociale; Cinabro), il desiderio tanto forte di vedere ciò che agli occhi non è concesso.
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Rumore di solitudine in spazi interrotti Sguardi non ricambiati Silenzi Interminabili Odori e sapori di un passato remoto I fantasmi della mente, insonni, mormorano del peccato Vuota o piena la città senza grigi come l’anima in cerca di equilibri Fransisca
Valerio nel quadro foto Cosimo Barone
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www.drive4art.it
www.spazio120.it
DIREZIONE EDITORIALE Maurizio Zuccari
DESIGN Gaia Toscano
REDAZIONE Giorgia Bernoni, Maria Luisa Prete
FOTO Manuela Giusto, Lorenzo Poli
STAMPA Cromografica s.r.l. Roma - Italia
GUIDO TALARICO EDITORE SRL via Antonio Vivaldi 9, 00199 Roma Tel. 0039 06 8080099 - 06 99700377 Fax 0039 06 99700312 www.insideart.eu (segreteria@guidotalaricoeditore.it)
In copertina: Legami karmici 2012 tecnica mista su ferro 93 x 99 cm
CON IL PATROCINIO DI
SI RINGRAZIANO
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VALERIO GIACONE ALLE ORIGINI, IL FUOCO
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VALERIO GIACONE