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Editore: MTSM srl - Via Locatelli, 49 - ALMÈ (Bg) - Tel. e Fax 035.4346350 - Direttore responsabile: Nicola Martinelli - Reg. Tribunale di Bergamo n. 20 del 13/05/2008 - Anno VIII - N. 10 - OTTOBRE 2015

Da Regione Lombardia i 31,5 mln per completare l’opera. Maroni a Zogno per siglare l’accordo con il sindaco Ghisalberti

«La variante la finiamo noi» Sarà Regione Lombardia a finanziare la totalità degli extracosti della Variante di Zogno e Infrastrutture Lombarde S.p.A. il soggetto attuatore dell’opera. La notizia è arrivata attraverso una comunicazione in Giunta nella seduta del 2 ottobre dall’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Alessandro Sorte. Il finanziamento, che sarà assegnato con la stipula di uno specifico accordo tra Provincia e Regione, sarà confermato solo a seguito

del parere favorevole dell’Unità Tecnica sul progetto definitivo delle opere. Ad elaborarlo

sarà la stessa Provincia di Bergamo, con previsione di completamento entro la fine di ottobre. (a pagina 3

Il comico del trio Aldo, Giovanni e Giacomo si è esibito in un monologo serio e ironico sulla devozione mariana.

Giacomo Poretti conquista il Santuario della Cornabusa della Madonna della Cornabusa, a Cepino di S.Omobono Terme, nello spettacolo sulla devozione mariana “Dove Abita la Madonna” promosso dal percorso teatrale provinciale deSidera. Conosciuto al grande pubblico per le performance televisive e cinematografiche a ni Storti o per le indifianco dei compagni menticabili maschere Aldo Baglio e Giovan- di bimbo Gigi o Tafaz-

zi (talmente riuscita da dar vita al neologismo Tafazzismo: vivere masochisticamente la propria vita ndr), in pochi sanno che l’attore è molto impegnato anche in ambito sociale e spirituale; aspetti che lo hanno inevitabilmente avvicinato alla cifra artistica del progetto deSidera. a pagina 4

«Anche la Valbrembana nelle Aree interne». La Comunità montana chiede un’istruttoria al Pirellone

Una «strategia d’Area» per il territorio Individuare la Val individuati (Alta Val- gionale il 21 novembre Brembana come nuova tellina e Valchiavenna) 2014. «Area interna proget- in sede di delibera rea pagina 2 to». È questa la richiesta avanzata dalla Comunità Montana Valle Brembana alla Regione Lombardia, attraverso www.latteriadibranzi.it un documento ratificaPRODOTTI TIPICI - MENU TRADIZIONALI to e votato all’unanimità dai sindaci presenti lo scorso 24 settembre in sede d’assemblea. Con questo documento, si chiederà al Pirellone di avviare al più presto BAITA DEI SAPERI E DEI SAPORI BREMBANI un’istruttoria al fine di ZOGNO (BG) - Via Grotte delle Meraviglie,14a - Tel. 0345.92061 inserire anche questo Orario continuato territorio tra quelli già

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2 Contributi per le emergenze

La Regione salva le Province dal coma

La Regione Lombardia corre in aiuto delle Province e le sottrae, almeno per il momento, da morte certa. Su queste pagine abbiamo approfondito il problema nei mesi scorsi ribadendo, anche quando i giochi erano ormai fatti, che chiudere le Province sarebbe stato un errore. La nostra formula organizzativa del governo del territorio? Dare vita alle macro Regioni (Nord, Centro, Sud); dare il via alle città metropolitane (con soppressione automatica di 11 Province); unire le Province al di sotto della soglia indicativa di un milione di abitanti; rafforzare il ruolo delle Province rimaste; chiudere le Comunità Montane; favorire l’Unione dei Comuni. Una manovra così articolata farebbe risparmiare miliardi di euro e farebbe chiarezza sui compiti che deve svolgere l’Ente rappresentativo dell’area vasta definendo i ruoli che, ora come ora, sono sullo stretto confine delle competenze che non si sa chi deve avere. Ora le Province lombarde ricevono una pioggia di contributi che le aiuta a superare un momento di difficoltà, ma che non

risolvono il problema che viene rimandato un po’ più in là. Soddisfazione invece da nostri rappresentanti che siedono in Giunta che alla fine della riunione che ha messo nero su bianco le cifre si sono espressi in questo modo. “Grazie a un contributo di 4 milioni abbiamo salvato dal default la Provincia di Bergamo”. Lo ha detto l’assessore alle Infrastrutture e Mobilità Alessandro Sorte a margine della seduta della Giunta regionale. “Il presidente Maroni - ha spiegato Sorte - ha dimostrato ancora una volta grande senso di responsabilità e lungimiranza, anche perché i tagli sconsiderati del Governo sulle Province avrebbero portato a un forte ridimensionamento dei servizi, penalizzando ancora i cittadini”. “La Regione - ha aggiunto Sorte -, con impegno e disponibilità, è costretta ancora a intervenire con 30 milioni di euro, per sistemare i danni dell’Esecutivo”. L’assessore Sorte ha ricordato che 1,2 milioni del totale sono destinati a “garantire, anche per l’anno scolastico 2015/2016, il trasporto e l’assistenza degli alunni disabili”

Aree omogenee, si sfalda il «fronte comune» di Rossi Il presidente ridisegna da solo la nuova Provincia. Masper: «Tempi non ancora maturi» Saranno dieci le aree omogenee in cui verrà suddiviso il territorio della provincia di Bergamo: zona metropolitana, comunità dei laghi, valle Seriana, valle Brembana, valle Imagna e val S. Martino, isola, hinterland sud, pianura est, bassa pianura ovest. Questa è, almeno da quanto emerge dalla terza assemblea dei sindaci, la strada tracciata dal presidente Matteo Rossi in plenaria il 12 settembre all’auditorium di Abf a Bergamo, al quale hanno preso parte sindaci e consiglieri comunali di 109 comuni dell’intera provincia bergamasca. «La logica è di definire questi dieci

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ambiti in cui raggruppare i comuni bergamaschi – ha spiegato il presidente della provincia Matteo Rossi-. Il grande dibattito è sui confini di queste aree: partiremo dagli ambiti del sociale e dalle Comunità montane, sono questi i punti fermi che ci siamo dati; in mezzo il grande progetto dell’a-

rea metropolitana, territori urbani da sempre in tutta Europa traino delle provincie». E se come dichiarato dallo stesso presidente Rossi l’obbiettivo è fare sistema per competere di più, impossibile non rilevare le perplessità avanzate sulla determinazione di queste

nuove aree o zone che «finiranno per sovrapporsi e collidere con gli ambiti esistenti, portando a confusione, frammentazioni, sovrapposizioni e paralisi decisionale – ha affermato il consigliere provinciale Gianfranco Masper-. I tempi non sono ancora abbastanza maturi per prendere decisioni sui confini e regolamenti di queste aree: queste non possono essere definite senza tenere conto della legge regionale di riforma del sistema delle autonomie, che introduce disposizioni su città metropolitane, provincie, unioni e fusioni di comuni. Mi sembra che oggi si vogliano prendere decisioni senza conoscere le intenzioni del legislatore», ha sottolineato Masper nel corso del suo intervento. Al dibattito è seguita poi la suddivisione «libera» in tavoli di lavoro, al quale però i sindaci Lega non hanno preso parte. «La definizione rigida dei confini si scontra con la necessaria flessibilità e volontarietà, che sono due fattori determinanti per l’individuazione di ambiti ottimali. Questi ambiti – ha tenuto a precisare Masper-, dovranno essere adattabili alle diverse configurazioni che può assumere il conteso di riferimento, alle dinamiche di evoluzione del territorio e dei rapporti tra le diverse istituzioni. Non potrà certo un’ora di confronti permettere di prendere decisioni adeguate». Federico Marzullo

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3 Da Regione Lombardia i 31,5 mln per completare l’opera. Maroni a Zogno per siglare l’accordo con il sindaco Ghisalberti

«La variante la finiamo noi» Sarà Regione Lombardia a finanziare la totalità degli extracosti della Variante di Zogno e Infrastrutture Lombarde S.p.A. il soggetto attuatore dell’opera. La notizia è arrivata attraverso una comunicazione in Giunta nella seduta del 2 ottobre dall’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Alessandro Sorte. Il finanziamento, che sarà assegnato con la stipula di uno specifico accordo tra Provincia e Regione, sarà confermato solo a seguito del parere favorevole dell’Unità Tecnica sul progetto definitivo delle opere. Ad elaborarlo sarà la stessa Provincia di Bergamo, con previsione di completamento entro la fine di ottobre. «Stiamo valutando – ha riferito l’assessore regionale Sorte-, anche e soprattutto viste e considerate le criticità legate alla conclusione di un’opera prioritaria. La Provincia ha più volte segnalato di non disporre della propria quota di compartecipazione: si tratta di stanziare ulteriori 15,5 milioni di euro, per un importo complessivo di 31,5 milioni». Come relazionato dall’assessore Sorte, per il completamento e la piena funzionalità della nuova arteria stradale saranno necessarie ulteriori opere civili:

la stima, appunto, è di 31,5 milioni. Le ragioni di un ulteriore incremento di spesa rispetto all’importo precedentemente determinato ( 23,8 milioni) sono dovute al fatto che la Provincia di Bergamo aveva originariamente valutato le opere necessarie al completamento dell’intervento nell’ipotesi di una perizia di variante, affidando

i relativi lavori all’impresa aggiudicatrice dei lavori (Itinera S.p.A), applicando il medesimo ribasso d’asta (35,56%). «Un’ipotesi che non si è verificata – ha spiegato l’assessore Sorte nel corso del suo intervento-. Il progetto delle opere di completamento è stato predisposto per procedere con una nuova

gara d’appalto, applicando pertanto prezzi aggiornati». Il prossimo passo, quindi,

«Anche la Valbrembana nelle Aree interne». La Comunità montana chiede un’istruttoria al Pirellone

Una «strategia d’Area» per il territorio Individuare la Val Brembana come nuova «Area interna progetto». È questa la richiesta avanzata dalla Comunità montana Valle Brembana alla Regione Lombardia, attraverso un documento ratificato e votato all’unanimità dai sindaci presenti lo scorso 24 settembre in sede d’assemblea. Con questo documento, si chiederà al Pirellone di avviare al più presto un’istruttoria al fine di inserire anche questo territorio tra quelli già individuati (Alta Valtellina e Valchiavenna) in sede di delibera regionale il 21 novembre 2014. Se così fosse, anche la Val Brembana potrà essere destinataria di finanziamenti europei

nell’ambito dell’accordo di partenariato tra Unione Europea e Italia, al fine di accrescere il benessere della popolazione locale, aumentare il grado di utilizzo del capitale territoriale, ridurre i costi della de antropizzazione e rafforzare i fattori di sviluppo locale. «E’ necessario approntare misure idonee e incisive capaci di incidere sul modello di sviluppo attuale, attraverso cambiamenti indirizzati al recupero della sostenibilità e del progresso socio economico – ha spiegato Alberto Mazzoleni, presidente della Comunità montana Valle Brembana-. Tuttavia, azioni di tale portata richiedono una governance forte da parte degli enti locali,

che siano in grado di pilotare i processi in atto e apportare modifiche ai processi di sviluppo attuali. Risulta, quindi, necessario agire sul quadro istituzionale, in modo da coordinare le scelte amministrative che si riflettono sulla valle e snellire i processi decisionali», ha aggiunto il presidente Mazzoleni. Tra gli obiettivi primari la predisposizione di misure volte alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio naturale, la costruzione di una rete che interessi tutto il territorio (che vada oltre il sistema Rete Natura 2000) e la garanzia di un sistema di connessioni che guardi oltre il territorio da un punto di vista strettamente ecologico ma anche di fruizione turistica

sarà tra 15 o al massimo 30 giorni con l’approvazione in Giunta della delibera che leggera e sostenibile. «Occorre concentrare gli sforzi della collettività su strategie di sviluppo sostenibile condivise – aggiunge Mazzoleni-, ideando possibili nuove forme di fruizione turistica dell›area, che dovranno essere sostenibili per l’ambiente e in grado di rimettere in gioco il valore delle produzioni locali. A tale prospettiva si lega l’esigenza ulteriore di un utilizzo più esteso delle infrastrutture per la ricettività turistica, attualmente incentrate esclusivamente nella pratica degli sport invernali, peraltro sempre più relegati alle alte quote. La Val Brembana – conclude il presidente della Comunità montana – ha la necessità di perseguire le finalità alla base del documento ministeriale sulle Aree interne, in quanto considerato un territorio fragile dal punto di vista dell’accessibilità ad alcuni servizi essenziali, considerati alla base del diritto di cittadinanza e precondizione per lo sviluppo territoriale»

sbloccherà i fondi da stanziare per il completamento dell’opera. «Il presidente Maroni - ha riferito l’assessore regionale delegato all’Economia, Crescita e Innovazione Massimo Garavaglia - ci aveva dato l›input di risolvere la questione. Abbiamo trovato i soldi e quindi potrà essere lo stesso governatore a siglare l’accordo con il sindaco di Zogno Giuliano Ghisalberti». Proprio il primo cittadino del capoluogo brembano nell’aprile scorso aveva scritto una lettera indirizzata al governatore lombardo Roberto Maroni, con la quale chiedeva allo stesso di seguire con diretta attenzione il proseguo lavori della variante. «Sono sempre stato convinto che il diretto intervento, sia finanziario che operativo, di Regione Lombardia fosse l’unica soluzione da seguire per dare certezza alla ripresa dei lavori della variante. Con la mia amministrazione ho lavorato da mesi affinché si concretizzasse questa possibilità, – ha dichiarato il sindaco del Comune di Zogno Giuliano Ghisalberti-. Ringrazio il presidente Maroni per aver accolto le nostre indicazioni; ora non si perda altro tempo e si riprenda con celerità il percorso necessario per dare il prima possibile un termine a quest’opera così importante per Zogno e per il futuro sviluppo della Val Brembana».

Federico Marzullo

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4 Il comico del trio Aldo, Giovanni e Giacomo si è esibito in un monologo serio e ironico sulla devozione mariana.

Giacomo Poretti conquista il Santuario della Cornabusa

Giacomo Poretti, noto membro del trio comico Aldo Giovanni e Giacomo, si è esibito al Santuario della Madonna della Cornabusa, a Cepino di S.Omobono Terme, nello spettacolo sulla devozione mariana “Dove Abita la Madonna” promosso dal percorso teatrale provinciale deSidera. Conosciuto al grande pubblico per le performance televisive e cinematografiche a fianco dei compagni Aldo Baglio e Giovanni Storti o per le indimenticabili maschere di bimbo Gigi o Tafazzi (talmente riuscita da dar vita al neologismo Tafazzismo: vivere masochisticamente la propria vita ndr), in pochi sanno che l’attore è molto impegnato anche in ambito sociale e spirituale; aspetti che lo hanno inevitabilmente avvicinato alla cifra artistica del progetto deSidera. “Certe cose – Da

spiega Giacomo Poretti – una volta che vengono seminate dentro, rimangono lì e una volta che si sono create le condizioni giuste vengono fuori. Queste condizioni si sono create negli ultimi anni, come, ad esempio, a Milano, dove ho partecipato ad alcuni eventi importanti che mi hanno dato modo di esprimere certe posizioni, di approfondire, anche con il mio stile serio-ironico”.Una parte importante, per non dire fondamentale, di questa particolare strada artistica di Giacomino è senza dubbio la fede: “Certe cose – spiega l’attore – si possono dire ed affrontare solamente se vi è un’adesione a ciò di cui si parla, altrimenti si rischia di fare della comicità un po svincolata”. Nel merito dello spettacolo, Poretti dichiara: “Non si tratta di un vero e proprio spettacolo.

Sono riflessioni, ricordi personali, riprese di alcuni interventi già fatti a Milano e scritti sulla rivista Avvenire che hanno visto protagonista la Madonna. A questo ho aggiunto ricordi personali rispetto alla Valle Imagna. Quando ero ragazzino ho infatti frequentato la colonia “Resegone”, e quindi appena ho sentito che (il monologo ndr) era da queste parti non potevo dire di no”. Il Santuario della Cornabusa, perla di rara bellezza e simbolo religioso e identitario della Valle Imagna, ha colpito anche il comico milanese, che ha dichiarato: “Ho visto il Santuario in forma di ambito teatrale, che non è propriamente la sua natura. Mi piacerebbe tornare un’altra volta, non come attore, per respirare e percepire il silenzio particolare di questo luogo”. Marco Locatelli

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Poesia e comicità: ecco come Poretti ci racconta la Madonna Un monologo di grande spiritualità tra il serio e il faceto, fra poesia e comicità. È questa la formula di Giacomo Poretti nel raccontare la Madonna – e in particolare il rapporto con il figlio Gesù – già utilizzata nel 2014 in un testo proposto al Cardinale Scola in occasione della Festa della Mamma 2014 in piazza Duomo a Milano, ma ulteriormente sviluppata e arricchita di nuovi elementi e riflessioni per questa versione in grotta. Giacomo Poretti è un personaggio timido, apparentemente schivo, ma appena salito sull’atipico “palco” del Santuario della Cornabusa ci mette un istante a rompere il ghiaccio: “ Perché siete venuti così in tanti? Siete venuti a ringrazia la Madonna che vi ha fatto vincere il derby domenica?” Ed è subito uno scroscio di applausi. Prima di cominciare il monologo, Giacomino conquista il

pubblico valdimagnino raccontando il suo legame con la Valle Imagna. Da bambino, infatti, Poretti ha passato qualche tempo alla colonia Resegone di Rota Imagna. I ricordi d’infanzia in Valle Imagna dell’attore si trasformano in una sorta di Odissea comica che cattura immediatamente gli astanti e riesce a strappare più di qualche risata. Chiusa la parentesi del legame con la valle, Giacomo dà inizio al vero spettacolo, al monologo “Dove Abita la Madonna”.Il cambio di registro del Poretti artista

fa più lenta e marcata. La comicità non scompare, ma si combina ad una poesia naif e senza velleità virtuosistiche in una perfetta miscellanea di stili. Gli spunti comici non sfociano mai in banali espedienti in cerca di risate facili, ma seguono con eleganza e rispetto il contesto spirituale e religioso nel quale si muovono. Non c’è una parola fuori posto nel monologo di Poretti. Unico appunto: la brevità dell’esibizione. Lo show di Poretti è durato circa 40

rispetto a pochi istanti prima – quando parlava della sua tragicomica infanzia – si percepisce immediatamente. Il suo tono diventa più solenne, la gestualità si

minuti e, vista la portata e l’unicità dell’evento, qualche minuto in più avrebbe sicuramente fatto felici i numerosi spettatori presenti.

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Lenna celebra la Biodiversità orobica

Due giorni di festa popolare tra testimonianze e novità legate al nuovo Psr. Fava: «Da Regione più risorse. Si punta a promozione territoriale responsabile» Abbandonate per anni perché poco produttive, oggi recuperate e valorizzate da un progetto della Regione Lombardia, le razze di Capra Orobica e di vacca Bruna alpina originale, insieme ai mais autoctoni bergamaschi, sono stati celebrati come simboli animale e vegetale al primo Festival della biodiversità orobica, organizzato dall’associazione San Matteo «Le Tre Signorie» di Branzi. Il 19 e 20 settembre all’agriturismo Ferdy di Lenna sono stati due giorni di festa popolare tra dimostrazioni di mungitura e caseificazione, attività didattiche e degustazioni itineranti ma anche di testimonianze, quelle dei produttori e allevatori locali, e di novità, legate al nuovo Piano di sviluppo rurale per la montagna. Al centro di tutto la biodiversità, definita «fondamentale» dal presidente della Comunità montana Alberto Mazzoleni. «Il recupero – sottolineaci dà la possibilità di valorizzare alcune specie che fino a qualche tempo fa, se non proprio in via d’estinzione, rischiavano seriamente di finire nel dimenticatoio». E se questo non è avvenuto è solo «grazie all’impegno e la passione delle tante associazioni che lavorano sul nostro territorio, che dimostrano ogni giorno di credere nella montagna - ha aggiunto il sindaco di Lenna Jonathan Lobati-; quella montagna che rappresenta la nostra storia, la nostra terra, il luogo dove siamo cresciuti e dove vogliamo continuare a crescere, creando nuove opportunità di lavoro per i nostri figli». E proprio dal territorio sono arrivate quelle sollecitazioni che «disegnano le prospettive del Piano di sviluppo rurale con il quale oggi vogliamo inaugurare un nuovo modello per la montagna – ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava-. Il tenta-

tivo di ricreare una biodiversità equilibrata è una priorità, dobbiamo però tener conto anche dell’aspetto economico. Abbiamo bisogno di interventi che nel medio e lungo periodo possano avere un proprio mercato, una propria reperibilità e, quindi, possano beneficiare di una promozione – ha aggiunto il delegato all’Agricoltura di Regione Lombardia-. Per fare questo abbiamo investito 67 milioni di euro: l’obbiettivo è arrivare ad promozione territoriale responsabile, che spinga il consumatore a capire che consumare un prodotto di montagna è un gesto eti-

co. Al prodotto finale, al formaggio piuttosto che al mais, dobbiamo assegnare un valore differente, non solo perchè è più buono, ma perchè tutte le volte che compriamo quei prodotti sosteniamo quei soggetti che in montagna ne garantiscono la sopravvivenza. Abbiamo le risorse, oggi ne abbiamo di più rispetto alla programmazione precedente – ha concluso l’assessore Fava-. Qui parte una fase nuova, su cui bisogna confrontarsi. Adesso serve che gli agricoltori di montagna ci dicano come utilizzare risorse che ci sono, le regole noi le abbiamo poste».

In 37 a Lenna per il mondiale di mungitura. Concorrenti da tutta Italia e dall’estero, ma il «Secchio d’oro» resta in Val Camonica

Il camuno Ghirardi si ripete. È ancora lui il re dei mungitori Gianmario Ghirardi si è riconfermato campione del mondo di mungitura a mano di vacche. 8,7 litri di latte in soli due minuti sono valsi al contadino camuno il primo posto alla seconda edizione del campionato mondiale di mungitura, andato in scena all’agriturismo Ferdy di Lenna il 20 settembre scorso. Il bresciano della Val Camonica dopo un anno torna così in vetta al mondiale dei mungitori, tra il tripudio dei compaesani e tanto di inno nazionale, alzando al cielo per la seconda volta il «secchio d’oro», trofeo dedicato ai «formaggi Principi delle Orobie». A lui, oltre l’ambito trofeo, in premio anche un buono dal valore di 3.500 euro. «Ancora una volta devo dire grazie alla mia mucca Mirka, buona parte della vittoria la devo a lei», ha commentato Ghirardi al termine di una prestazione eccellente. Trentasette i concorrenti provenienti da tutto il mondo (

Italia, Olanda, India e Romania) per prendere parte all’evento patrocinato dal padiglione Italia Expo 2015 e dedicato alle due razze orobiche in via d’estinzione: la Bruna alpina originale e la Capra orobica. In gara, tra questi anche l’ottantenne Jan Roelof Svijkervet, già campione di categoria nei Paesi Bassi. In testa per buona parte della competizione il giovanissimo Roberto Carrara di Serina, arrivato poi secondo sul podio con 7,6 litri di latte munti in due minuti; terzo posto per Giorgio Volpi, di Adrara San Rocco, con

7,4 litri. Prima tra le donne si è riconfermata anche Sofia Caratti di Berzo Demo, che ha munto 4,5 litri di latte. Tra i giovani under 18, ottima la prestazione di Alberto Ronzoni di San Pellegrino Terme, con 4,3 litri. Defezioni tra i mungitori all’ultimo minuto, per vacche risultate malate, ma anche per un incidente occorso a un allevatore della Val Seriana ribaltatosi con il camion, fortunatamente senza conseguenze gravi per animale e persone, mentre stava raggiungendo il campo gara. Enzo Novesi


6 San Giovanni Bianco, appuntamento con la storia della Fvb

Il trenino della Val Brembana torna a «viaggiare» Nata agli inizi del ‘900 come attrazione turistica e poi utilizzata anche per fini commerciali, la Ferrovia Valle Brembana, chiusa nel 1966 e sostituita dal servizio di autotrasporti Sab, torna a vivere, grazie alle tante iniziative promosse dall’associazione Ferrovia Valli Bergamasche. Venerdì 9 ottobre, infatti, proprio l’associazione Fvb ha organizzato a San Giovanni Bianco l’incontro dedicato alla storia della ferrovia della Val Brembana, quella

che fino a metà degli anni ‘50 collegava Bergamo a San Martino dè Calvi ( l’attuale Piazza Brembana), oggi riconvertita nella Ciclovia Val Brembana. «La serata – spiegano Alessandro Gervasoni e Luca Piazzalunga, presidente e vicepresidente dell’associazione Fvb – nasce con lo scopo di promuovere il ricordo della ferrovia Valle Brembana. Ma non solo, oltre a questa serata saranno tante altre le iniziative che saranno in futuro promos-

se sul nostro territorio: mostre fotografiche, gite in bicicletta sulla ciclovia, incontri informativi. Cercheremo di coinvolgere tutti in questo progetto, dalle altre associazioni alle Istituzioni fino ai singoli cittadini, che potranno decidere anche di tesserarsi alla nostra associazione, diventando parte attiva di essa». A dare ancor più lustro all’iniziativa promossa da Fvb e Aribi ( associazione per il rilancio della bicicletta asso-

ciata Fiab Bergamo) ci Luciano Ravasio e Carhanno pensato due ospi- lo Ferruggia, coautore del volume dedicato ai ti d’eccezione come il Treni e Tranvie della cantautore bergamasco Bergamasca, unica testimonianza fotografica e storica sull’argomento. E non solo ferrovia Valle Brembana, all’incontro si è parlato anche e soprattutto di Ciclovia. «Nei giorni scorsi abbiamo avuto un incontro molto costruttivo con il vicepresidente e delegato al Turismo della Comunità montana Valle Brembana, Giovanni Fattori – ha sottolineato Alessandro Gervasoni, presidente

dell’associazione Fvb-. Abbiamo inoltrato il nostro progetto, con vari punti di intervento e di tutela della ciclovia. È un bene da tutelare e che negli ultimi periodi è stato assoggettato a vandalismi. Occorre trovare una regolamentazione adeguata, anche se alla base di tutto dovrebbe esserci il buon senso dei singoli cittadini – aggiunge il presidente dell’associazione Fvb. E’ un patrimonio, un bene comune che dobbiamo impegnarci tutti a promuovere e valorizzare».

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7 San Giovanni Bianco: uffici e competenze «condivise». Un concorso di idee per favorire la nascita di start up in Val Brembana

Da Cgil Bergamo spazi per giovani coworkers Professionisti con partite Iva, freelance e associazioni potranno finalmente avere a disposizione un luogo adatto nel quale poter svolgere la propria attività lavorativa in Val Brembana. Il 15 settembre scorso lo Spi Cgil e Cgil Bergamo, l’associazione culturale Proteo e il Comune di San Giovanni Bianco hanno lanciato il concorso di idee «Coworking solidale in Valle Brembana». Si tratta di un progetto con il quale verrà offerta la possibilità di avviare un’attività lavorativa condividendo gli spazi ( ufficio, scrivania, strumenti informatici) ma anche le proprie competenze con altri ragazzi. All’iniziativa potranno partecipare tutti i giovani con un età compresa tra i 18 e i 35 anni, che stiano avviando il loro percorso lavorativo in una professione; essere residenti in Valle non è un fattore determinante, ma la commissione esaminatrice ne terrà comunque conto secondo i criteri di valutazione fissati nel bando. Si potrà presentare il proprio progetto fino al 16 ottobre, scaduti i termini la commissione composta dai cinque membri scelti tra i promotori del concorso si riunirà per valutare le candidature. Oltre agli spazi situati in piazza Zignoni 13, messi a disposizione gratuitamente dallo Spi Cgil di Bergamo,

la Cgil fornirà diverse attrezzature da ufficio; l’associazione Proteo promuoverà a tutti i coworkers momenti di formazione; il Comune di San Giovanni Bianco provvederà a coprire le spese di energia elettrica e riscaldamento. I coworkers avranno, inoltre, la possibilità di interfacciarsi con gli altri soggetti aderenti al protocollo P@asswork per organizzare eventi, «Le rughe della vecchiaia formano le più belle scritture della vita, quelle sulle quali i bambini imparano a leggere i loro sogni». Il consigliere delegato ai Servizi Sociali del Comune di Zogno, Claudio Sonzogni, apre con una citazione dello scrittore francese Mac Levy nel raccontare la diciannovesima edizione della Festa della Terza Età, che si è tenuta dall’11 settembre al 2 ottobre con tutta una serie di iniziative dislocate lungo tutto il territorio zognese. L’iniziativa, promossa dall’Amministrazione comunale, è ormai da anni un tradizionale appuntamento che vuole essere un momento di aggregazione e di valorizzazione di quella fascia di cittadini che si collocano nella cosiddetta «Terza Età». «Una Terza Età che ha preso possesso, all’interno della nostra co-

collaborare a specifici progetti e fruire all’occorrenza di ulteriori spazi o servizi. «In un momento dove il problema occupazionale, in particolare quello giovanile, ha assunto dimensioni preoccupanti è opportuno che attraverso la collaborazione tra diversi attori si riesca a creare un contesto in cui possano nascere e svilupparsi idee e

progetti – ha spiegato Marco Milesi, sindaco del Comune di San Giovanni Bianco-. Attraverso questa iniziativa sarà possibile creare nuove opportunità di collaborazione,

che porteranno in uno spazio condiviso competenze specializzate e complementari, favorendo l›arricchimento professionale. Si punta così a creare innovazione attraver-

Il capoluogo brembano e le sue frazioni celebrano la «Terza Età»

Nonni in festa a Zogno

munità, del ruolo sociale di guida e di esempio per i giovani e per i loro genitori; un tassello fondamentale per la società odierna spesso deviata dalla quotidianità fatta di stress e di tensioni – ha spiegato Claudio Sonzogni, delegato ai Servizi Sociali del Comune di Zogno-. I nostri anziani, con la

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loro saggezza ed il loro sguardo, ci fanno capire i veri valori della vita fondati sul rispetto reciproco e sulla famiglia». Quest’anno la festa è iniziata con il raduno dei gruppi di cammino, sul percorso Expo 2015 di Zogno, per poi concludersi con la tradizionale «Festa dei Nonni» nelle scuole materne,

dove per l’occasione è andato in scena uno spettacolo di burattini. La nuova edizione è stata caratterizzata anche da alcuni elementi innovativi, primo fra tutti «il coinvolgimento delle frazioni al quale è stato dedicato almeno un evento, in un’ottica di valorizzazione ed attenzione anche alle co-

so nuove startup – ha sottolineato il sindaco Milesi-, con un reale beneficio per i giovani che accetteranno questa sfida e per la Valle Brembana». Federico Marzullo

munità periferiche. Tra questi – ha sottolineato il consigliere Sonzogni- il ballo in piazza organizzato a Poscante, reso possibile grazie alla collaborazione dei tanti volontari della comunità della frazione». All’interno di questa iniziativa è stato inserito anche un incontro informativo che ha sviscerato uno dei maggiori pericoli a cui sono assoggettati gli anziani oggi giorno: le truffe in casa. «E’ stato un momento d’incontro e prevenzione – ha aggiunto Sonzogni-, con la Polizia Municipale e i Carabinieri che hanno dato validi e preziosi suggerimenti su come prevenire questi fenomeni, che vanno ad intaccare non solo il patrimonio dell’anziano ma spesso e volentieri vanno a toccare la fragilità della persona, anche a livello psicologico».


8 Ecco la prima passeggiata gastronomica dossenese: sei chilometri per tredici tappe tra prodotti tipici, antichi mestieri e musiche d’altri tempi

Folclore e sapori, Dossena riscopre la tradizione Si chiama «Dossena folclore e sapori» ed è stata la prima edizione della camminata enogastronomica e folcloristica che ha messo in evidenza le varie peculiarità del bel paese montano a cavallo tra la Val Brembana e la Val Serina. Grande evidenza e spazio è stato dato alle produzioni locali, alle tradizioni ed ai giovani che si avvicendano nella conduzione di aziende agricole e di allevamenti di bestiame. Sono stati così riscoperti in una nuova versione, i borghi e le contrade che caratterizzano

il territorio, recuperate le antiche cascine con i loro dipinti e le fresche cantine costruite a volta. L’appuntamento è stato domenica 13 settembre 2015 con un percorso di 6 chilometri fra sentieri e sterrati, con 13 tappe, dove è stato possibile assaggiare prodotti tipici, ascoltare i brani della tradizione folcloristica locale, rivivere le storie dei lavoratori delle miniere, oltre riscoprire la manualità dei vecchi mestieri artigiani. «Dossena conserva ancora intatte le tradizioni secolari che si tramandano

rigorosamente di padre in figlio – ha affermato Fabio Bonzi sindaco di Dossena -. La manifestazione ha portato alla riscoperta di elementi folcloristici e gastronomici che hanno coinvolto ed affascinato il visitatore. Si è trattato di un appuntamento di assoluta rilevanza sia dal punto di vista promozionale del territorio che di riscoperta in chiave culturale e gastronomica». «Da tempo si stava lavorando sinergicamente con il Comune di Dossena per promuovere una manifestazione che potesse esprime le potenzialità del territorio - è stato sottolineato dai componenti del gruppo giovani Dossena associazione Revival-. Trascorrendo del tempo in altri contesti urbani per motivi di studio o lavorativi, ci siamo accorti di come la nostra comunità sia ancora testimone di un passato legato alle tradizioni, ai ritmi della natura, del folclore autentico che scandisce i tempi nel corso dell’anno.

L’evento ha permesso al turista di immergersi a contatto con le tipicità gastronomiche locali, con le musiche d’altri tempi e riscoprire mestieri che nella nostra comunità si sono traman-

dati da famiglia a fami- ne di aziende agricole e glia. Inoltre, la bellezza nella cura di bestiame». per i giovani, di tornare (Foto di Francesco Roncoli). Enzo Novesi a vivere nella conduzio-

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Quanto si spende in più a Carona rispetto ad Almè per riscaldare un appartamento?

Riscaldamento centralizzato: gli obblighi di legge Una nuova rubrica all’interno del nostro giornale

SERVIZI

InterValli si arricchisce di una nuova rubrica che chiameremo semplicemente Servizi. Niente paura, però, non sottrarremo spazio alle notizie locali, che rimangono la colonna portante del nostro mensile, ma con qualche pagina in più cercheremo di rendere un Servizio aggiuntivo ai nostri lettori. Notizie di attualità che vanno bene per tutto il territorio nazionale, ma che cercheremo di agganciare fortemente alle nostre vallate, ai nostri paesi, alla nostra gente. Impresa difficile, ma che volentieri raccogliamo, come pure raccoglieremo il vostro contributo in termini di consigli e di esperienze professionali maturate sul territorio. L’invito a mettersi in gioco è rivolto quindi a tutti i nostri lettori. Chi vuole partecipare non esiti a contattare la nostra redazione

Per chi vive in un condominio con riscaldamento centralizzato, una direttiva europea obbliga a installare sui caloriferi un sistema di contabilizzazione del calore per pagare davvero solo ciò che si consuma. La normativa europea obbliga infatti i condomìni (solo quelli che hanno il riscaldamento centralizzato) a installare un sistema di contabilizzazione del calore, su ogni impianto: un sistema che aiuterà i singoli inquilini a pagare solo il riscaldamento che realmente consumano. Si tratta di installare dei contabilizzatori di calore e delle valvole termostatiche su ogni calorifero dell’abitazione, così da poterne misurare il calore emesso, controllare e regolare la temperatura. Questi sistemi, quindi, permettono di decidere come e quanto riscaldare le proprie stanze e, soprattutto, consentono di pagare quanto davvero si consuma. La legge prevede che questi lavori di installazione di sistemi di contabilizzazione del calore debbano essere fatti entro un calendario che varia da Regione a Regione. Alcune Regioni hanno già superato la data di scadenza, come la Lombardia, il cui termine era previsto per il 01/08/2014. Per il resto del Paese la data di scadenza ultima per l’aggiornamen-

to impiantistico di tutti i condomini è fissata al 31/12/2016: oltre questa data potrebbero scattare sanzioni per ritardi o inadempienze. Il momento migliore per fare questi interventi non è proprio adesso, perché possono essere fatti solo se non è attivo e soprattutto perché potrebbero richiedere anche qualche settimana. Ma incominciare a pensarci ora, magari chiedendo i preventivi alle ditte specializzate, ci permetterà di essere in regola con la prossima stagione. Sono infatti previste sanzioni a chi non si mette in regola. La misurazione e la registrazione dei consumi avviene grazie all’installazione di un contabilizzatore: i dati vengono quindi trasmessi a una centralina, generalmente installata nelle parti comuni. La contabilizzazione del calore può avvenire, a seconda della fattibilità, in due differenti modi. Quella diretta è attuabile in circuiti di riscaldamento separati per ogni unità immobiliare: è la più precisa ed è compatibile con tutti i sistemi di riscaldamento utilizzati. Quando non è possibile effettuare quella diretta, si può optare per la modalità indiretta. Il caso classico è nei condomìni con le colonne montanti, in cui i termosifoni sono alimentati senza separazioni tra le unità immobiliari. La comunicazione

dei dati raccolti può avvenire in controllo remoto, attraverso centraline di zona che raccolgono tutti i dati dei dispositivi del condominio, o a lettura ottica, effettuata fisicamente per ogni dispositivo da un operatore autorizzato. Le classiche valvole dei corpi radianti devono essere sostituite con valvole termostatiche, che consentono di regolare la temperatura e il calore percepito in ogni ambiente. Queste possono essere manuali statiche oppure automatiche programmabili. COSTI DEL RISCALDAMENTO E’ possibile fare un confronto di quanto spendiamo, mediamente, a seconda del combustibile

che utilizziamo? La nostra curiosità ci ha spinto a consultare il sito di Altroconsumo, la rivista dell’associazione di consumatori che conta oltre 370.000 soci in tutta Italia. Qui è possibile, fare un calcolo approssimativo di quanto spendiamo ad esempio per un appartamento grande composto da 3 locali e 2 bagni, situato ad un piano intermedio di una palazzina a Almè (il costo effettivo annuo può variare a seconda di altre caratteristiche come materiale, planimetria, esposizione, ...) La graduatoria (in ordine crescente di costo annuo totale) permette di individuare il tipo di impianto di riscaldamento più conveniente nella zona in cui abiti. TIPOLOGIA DI IMPIANTO Caldaia tradizionale a Gas Naturale (metano)

Euro 1363 Caldaia a condensazione a Gas Naturale (metano) Euro 1388 Caldaia a Gasolio Euro 2296 Caldaia a Gpl in bombola Euro 2548 Caldaia a Gpl in cisterna Euro 2696 Se invece che a Almè la nostra abitazione si trovasse a Carona (mt 1100) questi sono i costi ipotizzati Caldaia tradizionale a Gas Naturale (metano) Euro 1664 Caldaia a condensazione a Gas Naturale (metano) Euro 1667 Caldaia a Gasolio Euro 2861 Caldaia a Gpl in bombola Euro 3433 Caldaia a Gpl in cisterna Euro 3659 La variazione dei costi se può essere considerata sensibile per il gas metano è invece importante per gli altri combustibili Bertoletti Valerio & C. snc ENDINE GAIANO (Bg) Via Tonale e Mendola, 178 Tel. 035.827453 info@guarnizionibertoletti.it www.guarnizionibertoletti.it

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Ecobonus ok per tutto il 2016

Confermati ufficialmente, all’interno della Legge di Stabilità 2016 appena varata, i bonus edilizi capaci di tenere a galla il comparto dell’edilizia. Ok a Ecobonus 65%, Bonus ristrutturazioni 50% e Bonus mobili 50% legato ai lavori in casa per tutto il 2016: è una delle buone notizie segnalate da Renzi dopo il Consiglio dei ministri. Per ora la certezza alloggia solo sulla conferma delle detrazioni e non sui potenziali ampliamenti auspicati nelle settimane precedenti . Un segnale concreto che fa tirare un sospiro di sollievo al comparto, dalle imprese ai professionisti, una misura efficace che permette di perseguire davvero la strada della riqualificazione energetica nell’ottica dell’efficienza e del risparmio. La componente della domanda legata a ristrutturazioni e all’efficienza energetica ha fatto da cuscinetto al pesante ridimensionamento del settore immobiliare dopo il «terremoto» del 2008: tanto che,

rispetto all’intero valore della produzione del settore nel 2013, circa il 67% è riconducibile a interventi di manutenzione del patrimonio esistente. Focalizzandosi rapidamente sul problema energetico in ambito residenziale, e sulle conseguenti opere «globali» su edificio e impianti, risultano interessanti i dati di una recente indagine di Nomisma: per gli investimenti si apre infatti uno spazio d’azione da 13,6 miliardi di euro annui. Incrociando l’ultimo censimento ISTAT disponibile, e i dati di altri organismi quali ENEA, ANCE e CRESME, la società di studi economici ha stimato in Italia 12,2 milioni di

edifici a uso residenziale (oltre l’87% di tutti i fabbricati presenti sul territorio nazionale). Edifici che corrispondono a più di 31 milioni di abitazioni, e di cui oltre il 60% supera i 45 anni ed è quindi precedente alla prima legge (del 1976) sull’efficienza energetica in edilizia. Nell’ipotesi di interventi di natura sia globale che parziale, si stima un risparmio potenziale complessivo al 2020 di circa 49mila GWh annui di energia finale. Traguardo che sarà possibile raggiungere riqualificando una superficie di oltre 170 milioni di metri quadri all’anno. (parzialmente tratto da http://www.ediltecnico.it)

IMU e TASI 2016: stop sulla prima casa IMU e TASI continueranno a vivere per tutto il 2016: scongiurata (o almeno rinviata) per ora la fusione tra i due temuti tributi. I progetti di fusione esaminati in questi giorni dal Governo rischierebbero di aprire la strada a qualche aumento sulle seconde case. Anche per l’anno prossimo saranno pertanto presenti doppi moduli sulla medesima imposta. Ma ciò che più interessa oggi il contribuente medio è la questione relativa al tributo sulla prima abitazione. L’idea del governo è quella di ridurre il carico

fiscale sulle famiglie e rilanciare l’intero settore dell’edilizia con una misura allo stesso tempo efficace e simbolica. Il varo della Legge di Stabilità 2016 porta con sé la novità che consente ai contribuenti di tirare un sospiro di sollievo (pesando tuttavia sulle casse dello Stato per 3,7 miliardi di euro, una cifra cospicua). Oltre alla tassa sulla prima casa, vengono eliminate anche IRAP agricola e IMU sugli imbullonati, ma la proposta dovrà essere ovviamente approvata dal parlamento entro dicembre. Lo stop al tributo ri-

guarderà anche le cosiddette prime case «di lusso»: secondo i calcoli del Servizio Politiche Territoriali della UIL, si tratta di un’operazione che porterà ai proprietari di immobili accatastati come A/1 (signorili), A/8 (ville), A/9 (castelli e palazzi storici) un risparmio medio di 2788 euro. Un dato che colpisce se paragonato con i 180 euro medi di risparmio proposto ai proprietari di abitazioni poste in categorie catastali ordinarie. «Il taglio dell’IMU e della TASI per la prima abitazione darà certamente una spinta ai consumi delle famiglie, ma non rappresenta la svolta sul fisco attesa dalla filiera immobiliare e da quella delle costruzioni», affermano in coro le principali associazioni in rappresentanza del settore immobiliare e di quello delle costruzioni riunite in un convegno promosso da Fiaip a Casa su Misura, la più grande fiera dedicata all’arredamento e all’edilizia del Nord Est, svoltasi a Padova.

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11 Secondo autorevoli fonti ci vorranno più di ottant’anni per smaltire quello presente sul territorio nazionale

Amianto-Eternit, una mina vagante per la nostra salute Nei servizi dei mesi scorsi dedicati allo smaltimento dell’eternit abbiamo evidenziato che il termine del 31 dicembre 2015, indicato dalla Regione Lombardia quale data ultima per la bonifica dei siti che ancora hanno l’amianto, tanto perentorio non è. C’è da precisare che non è che dal 1 gennaio 2016 non cambia nulla. Abbiamo visto che ricade sul proprietario di immobili, dove sia presente l’amianto, la

responsabilità di controllo qualificato sullo stato di mantenimento del manufatto. E, laddove si verificasse che l’eternit non è più compatto è necessario intervenire per evitare guai maggiori. Ma intanto sorge una domanda: quando sparirà tutto l’amianto che ci circonda e mette a rischio la nostra salute? Nel corso del la terza Consensus Conference italiana per il controllo del mesotelioma maligno della

pleura, che per due giorni ha visto radunato a bari esperti di tale malattia e altri professionisti interessati ai danni provocati dall’amianto, Il dato veramente sorprendente e preoccupante emerso dalla conferenza, indica che saranno necessari ben 85 anni per bonificare completamente il territorio italiano. A questo si deve però aggiungere che il numero di siti da bonificare, include solo i casi evidenti, di aree

Consigli iniziali sullo smaltimento dell’eternit. Prima di procedere con un intervento di smaltimento dell’eternit è bene assicurarsi di una serie di fattori che sono innanzitutto importanti per cautelare la salute dai pericoli che l’amianto può presentare.

SCEGLIERE UN’AZIENDA QUALIFICATA

Le aziende che operano nella bonifica e nello smaltimento dell’eternit, dovrebbero per legge aver ottenuto specifici permessi da parte degli appositi enti governativi. Tali permessi vengono concessi a particolari condizioni, atte a tutelare al massimo la salute dei cittadini. Gli operatori che lavorano in queste aziende hanno inoltre seguito una apposita formazione e superato specifici test che ne comprovano la capacità di operare in interventi di bonifica e smaltimento di amianto ed eternit, seguendo tutte le procedure affinché tali operazioni siano sicure per loro stessi e per chi si trova nella zona dell’intervento. Inoltre l’aver operato in molte tipologie di intervento di bonifica e smaltimento ha loro consentito di ottenere tutta l’esperienza necessaria per procedere con sicurezza nelle diverse situazioni che possono presentarsi. E’ importante che l’azienda di smaltimento si faccia un quadro preciso della situazione dell’eternit da smaltire, meglio se attraverso un sopraluogo vero e proprio. In questo modo saprà con precisione in che stato si trova l’eternit, quanto è accessibile, quali difficoltà può comportare il suo smontaggio e il trasporto in discarica e altre informazioni essenziali per un intervento in tutta sicurezza.

di una certa dimensione. Non vi compare ad esempio la tettoia di eternit di 4 metri quadrati di un paesino di campagna che il proprietario ha omesso di denunciare, così come moltissime altre situazioni simili. Perché il problema sta anche nel fatto che il censimento sugli immobili da bonificare non è mai giunto a compimento, sia un po’ per poco impegno di chi doveva istituzionalmente occuparsene e sia, soprattutto, per la negligenza di moltissimi cittadini che omettono la segnalazione agli enti competenti di eternit e amianto, specialmente in stato degradato, presenti nei propri immobili. Ma ci sono altre situazioni preoccupanti che emer-

gono nel dossier «Liberi dall’amianto 2015», pubblicato solo poco tempo fa da Legambiente. Il dossier, dedicato a fotografare la situazione della bonifica del territorio nazionale dall’amianto, fornisce una serie di dati, pubblicati da parte di diverse entità, non certo incoraggianti. Ad esempio si viene a sapere che Abruzzo, Calabria, Lazio, Molise, Puglia e Sardegna non hanno ancora approvato i piani regionali amianto, nonostante la Legge 257 ne prevedesse la redazione entro 180 giorni dalla pubblicazione della stessa. Anche per Lega Ambiente occorreranno più di 80 anni per il relativo completamento. Un tempo assolutamente insostenibile. La situazione è particolarmente preoccupante perché con qualsiasi composto dell’amianto, ma in particolare con l’eternit, il passare del tempo provoca un degrado che cresce esponenzialmente. Anche

perché l’eternit, come si sa, è stato usato in particolare per le coperture civili e industriali, e poi anche per altri tipi di manufatti quali ad esempio i serbatoi dell’acqua da tenere all’aperto. Manufatti questi tutti esposti all’aggressione degli agenti atmosferici. Per tutte queste ragioni, e per diverse altre, l’intervento in materia di messa in sicurezza da eternit e amianto da parte degli enti governativi e pubblici ai diversi livelli, deve essere veloce, consistente e continuativo. E certamente una parte non trascurabile deve essere compiuta anche da ogni proprietario di immobile in cui vi sia presenza di amianto, che dovrebbe subito procedere alla denuncia dell’amianto agli enti competenti e/o alla richiesta di ispezione da parte di un’azienda specializzata a cui fare seguire, se necessario, un intervento di bonifica o smaltimento.

No al fai da te

Il costo non proprio leggero determinato per lo smaltimento dell’eternit/amianto può indurre il cittadino meno sensibile ai problemi dell’ambiente a praticare una rimozione “fai da te” ed un successivo abbandono del materiale rimosso in discariche abusive, spesso in riva a torrenti e fiumi. Oltre ai danni alla propria salute derivati dal rischio di respirare le particelle più volatili di questo pericoloso materiale è inimmaginabile il danno ambientale che si creerebbe se questo atteggiamento fosse praticato da un buon numero di soggetti in un’area ristretta: Con costi a carico della comunità che sarebbero insostenibili. Per prevenire questo fenomeno, ci provò l’allora Assessore all’ambiente di Ponteranica, Luca Tironi, che convocò presso la sede municipale tutti i sindaci o loro delegati della Valle Brembana per cercare di trovare una strategia comune per affrontare il problema. Quella sera partecipammo pure noi alla riunione e con nostra sorpresa registrammo che i primi cittadini, fino allora molto attenti sui temi ambientali, su questo argomento si dimostrarono assenti nella quasi totalità delle rappresentanze che, alla fine, si contarono su una mano. Distrazione, superficialità, qualche veto incrociato? Chissà! Fatto sta che il problema non è stato rimosso, come speriamo non si sia rimosso autonomamente il materiale. Non sono rari i casi già segnalati, anche se fuori dalla nostra valle, di improvvisate discariche abusive, vere bombe ad orologeria per la salute di tutti noi.

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12 Quel filo sottile che lega architettura ed ecologia. Intervista a Manuel Tonolini, fondatore di studio Amt

«L’architetto, oggi»

C’è una linea sottile che lega oggi l’architettura all’ecologia, che nasce dalla ricerca di un equilibrio tra sviluppo e ambiente, dalla salvaguardia del territorio e delle sue preziose risorse. Seppur così distanti, architettura, eco sostenibilità ed eco compatibilità non sono mai stati così vicini. L’artificiale contrapposto al naturale, per assurdo da considerare una antitesi logica, che pur nonostante tutto oggi rappresenta una realtà quasi omogenea: la bioarchitettura. Per capire meglio se siamo davanti ad un vero e proprio cambiamento, abbiamo deciso di incontrare l’architetto Manuel Tonolini, che da oltre quindici anni opera in questo settore in tutta la provincia di Bergamo. Volendo ripercorrere a grandi linee la sua storia, come è entrato nel mondo dell’Architettura? «Alla base di tutto la passione per il disegno, riscontrata già in tenera età. Successivamente, è subentrata quella per la progettazione durante il corso di studi di un istituto tecnico per geometri: all’epoca lavoravo già da un ingegnere. Al termine dell’ultimo anno, su sollecito di un docente sono stato convinto a proseguire gli studi universitari, cosa che ho fatto presso il Politecnico di Milano ma sempre e comunque abbinando lo studio alla gavetta per questa professione». Sito, storia, luogo, funzione e contestualizzazione hanno ancora oggi un valore? «Le preesistenze sono quasi sempre un valore, salvo siti degradati o inquinati. Dove possibile vanno valorizzate a partire dai caratteri storici e dal paesaggio. Sovente si hanno vantaggi economici

nel farlo, anche nel lungo termine. Negli anni ‘60 troppo spesso si è depauperato il tessuto edilizio storico e ancora oggi le architetture rurali, alpine come in pianura, vengono troppo spesso snaturate se non demolite e perse per sempre per lasciar posto ad edilizia corrente, talora priva di valore architettonico». Perché, spesso e volentieri, l’architettura oggi viene vista come un qualcosa di assolutamente inconcepibile? «I progetti di alcune archistar, dal loro stile particolare di progettazione, non aiutano a mio avviso ad avvicinare la gente comune all’Architettura. Manca un’educazione tecnica ed artistica idonea. La gente preferisce spesso il cosiddetto stile classico o rustico: ricostruzioni pessime e false di elementi di classicità o ruralità ormai persi da secoli». Qual’è la sua idea di ecosostenibilità? «La mia idea di sostenibilità in architettura è quella di un edificio, pubblico ma anche privato, che sia la miglior sintesi ed il miglior bilanciamento tra efficienza tecnica, energetica, ambientale, strutturale, ma anche economica ed estetica; il tutto a partire dall’analisi del sito, del suo ambiente e delle sue risorse, nonché delle funzioni umane cui sarà destinato l’edificio». Etica ed estetica oggi sembra si siano unite in una visione sostenibile dei luoghi abitativi. «Purtroppo, anche a causa della crisi generale e settoriale, è difficile trovare nuove progettazioni in cui esprimersi in tal senso: l’ultimo progetto in cui ho potuto esprimermi secondo questa logica è relativo ad un concorso per

l’ampliamento di una scuola che ho consegnato subito prima dell’estate e che verrà esaminato nei prossimi mesi dalla commissione preposta. In questo progetto sono stato molto razionale, ho valorizzato le preesistenze pur rinnovandolo completamente, attraverso un nuovo involucro ben isolato, a delle schermature solari, a soluzioni tecniche valide, ma senza sprechi di risorse economiche ed energetiche, all’inserimento di pannelli solari, all’uso della luce naturale. Il tutto con l’attenzione anzitutto verso i fruitori ultimi: bambini e insegnanti». Anche in Val Brembana si parla spesso di sostenibilità. Cosa può offrire e su quali risorse può contare questa valle? «Come tutte le regioni alpine e subalpine, per sua natura la Val Brembana è da sempre esempio di sostenibilità, in termini di uso razionale delle risorse naturali, materiali, energetiche, in particolare acqua e legname, nonché i prodotti del settore caseario; offre e può sviluppare economie e dinamiche cosiddette g-locali, ossia affrontare l’ineluttabile globalizzazione cercando di preservare e valorizzare risorse, prodotti, economie locali. Sono dinamiche già in atto in Europa, ad esempio il caso del Vorarlberg, in Austria, dove si punta moltissimo sulla valorizzazione delle risorse materiali ed anche umane locali. Il legno delle foreste, in primis, è inteso anche come know how di una ricca e innovativa filiera che produce molta occupazione». Tornando al suo lavoro: si sente spesso dire che gli architetti di una volta erano più bravi.

«In Italia oggi ci sono circa 150.000 architetti, a cui vanno aggiunti geometri ed ingegneri, con sovrapposizione di competenze. Nel frattempo il consumo di suolo italiano è continuato, malgrado la crisi economica abbia messo in ginocchio il settore immobiliare. Esaminando tutto questo notiamo che in passato vi erano meno architetti e alcuni di questi hanno potuto lasciare dei segni, delle grandi opere di notevole qualità, ad esempio possiamo citare Giuseppe Terragni, oggi siamo molti di più assistiamo a produzioni

architettoniche più di quantità che di qualità». Che cosa ama di questa professione e perché alla fine ha scelto di fare l’architetto? «La progettazione è la cosa che più amo e il motivo per cui ho scelto di svolgere questa professione. Mi permette di esprimere creatività, esclusività, in equilibrio con le esigenze economiche, ambientali e di funzionalità. Ritengo l’Architettura l’unica arte che coniuga la creatività con l’utilità e l’esclusività, diversamente dal design che è rivolto a prodotti industriali ripetibili».

È come se lo immaginava? «No, non è come me lo immaginavo. Troppa burocrazia in Italia, a volte per lavorare bisogna adattarsi a fare ben altro. Personalmente, oltre alla progettazione mi occupo di altre cose come pratiche edilizie, catastali, contabilità lavori, amministrazioni. Conosco colleghi che sono finiti in aziende di carpenteria, piuttosto che meccaniche, quando addirittura non hanno abbandonato del tutto il settore dell’edilizia e architettura». Federico Marzullo

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13 La Green house di Zogno, nuovo edificio simbolo dell’edilizia sostenibile

Come nasce un edificio a emissioni zero? Abbiamo rivolto alcune domande agli Architetti Carminati Pierluigi ed Edoardo dello Studio di Architettura Carminati, che si sono occupati della progettazione e della direzione lavori. La Green House ha visto iniziare i lavori a settembre 2013 e, dopo un complesso intervento di ristrutturazione e di riqualificazione energetica, è divenuta, a lavori ultimati nel giugno 2015, uno dei primi edifici pubblici in Lombardia ad emissioni zero ed energia zero. COME NASCE L’IDEA DI TRASFORMARE LA FATISCENTE PALAZZINA IN UNA GREEN HOUSE AD EMISSIONI ZERO ED ENERGIA ZERO? “Nel gennaio 2011 – esordisce Pierluigi Carminati - la Comunità Montana Valle Brembana intendeva concorrere ai cinque bandi emessi dalla Regione Lombardia al fine di ottenere contributi

per la ristrutturazione della ex palazzina Falck e trasformarla in una Green House, utilizzando esclusivamente fonti energetiche rinnovabili e quindi non derivanti da combustibili fossili. L’obiettivo era quello di intervenire su un immobile degradato, altamente energivoro e fatiscente e rimodellarlo al fine di ottenere un nuovo edificio ad emissioni zero ed energia zero, autonomo dal punto di vista energetico. Il progetto di riqualificazione della palazzina ex Falck di Zogno è pertanto un progetto innovativo che riguarda un edificio destinato a diventare il nuovo centro d’incontro e di riferimento per i 38 sindaci della Valle Brembana e per le 230 Amministrazioni Comunali della Provincia di Bergamo che hanno aderito al Patto dei Sindaci, cosiddetto “Covenant of Mayors”, a cui sarà destinato il secondo e ultimo piano dell’edificio. Il Covenant è un accordo che

Dr.ssa Lucia Cirigliano Psicologa Iscr. all’Albo degli Psicologi della Regione Lombardia n. 03/9630 • Consulenza e Sostegno Psicologico individuale e di coppia • Esperta in tecniche di rilassamento • Gestione stress - ansia • Psicoeducazione e Sostegno alla dipendenza da gioco • Formatore esperto in comunicazione Via Carso 47/B - MADONE (BG)

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mira a coinvolgere i cittadini e le amministrazioni nello sviluppo della politica energetica dell’Unione Europea, i cui firmatari si impegnano ad attuare specifici piani d’azione per l’energia sostenibile con l’obiettivo di ridurre del 20 per cento le emissioni di gas a effetto serra, portare al 20 per cento il risparmio energetico e aumentare al 20 per cento il consumo di fonti rinnovabili”. QUALI SONO STATI GLI ASPETTI SALIENTI DI QUESTA ESPERIENZA PROGETTUALE COSI COMPLESSA? “Il nostro studio – afferma Edoardo Carminati - ha curato e seguito questo progetto sin dalle prime fasi della progettazione preliminare, fino ad arrivare alla progettazione esecutiva, direzione lavori delle opere edili e alla progettazione interna e degli arredi, in collaborazione con gli studi professionali dell’ingegnere Gabriele Ghilardi, che si è occupato di tutta la parte impiantistica e dello studio Aiace Srl, che ha curato gli aspetti strutturali del progetto. La Green House rappresenta oggi un’architettura moderna, innovativa ed ad emissioni zero, ad uso formativo, culturale e didattico e che grazie all’attenzione posta ai materiali ed alle scelte costruttive, determina un aumento qualitativo e funzionale del paesaggio e valorizza l’area attraverso la trasformazione positiva del patrimonio edilizio esistente. A partire dall’analisi dello stato di fatto, abbiamo ricavato le strategie e gli accorgimenti progettuali necessari per trasformare l’esistente in un edificio a emissioni zero, intervenendo sull’in-

volucro e sugli impianti in tutti i loro aspetti, realizzando spazi luminosi, strutture leggere e trasparenze in facciata che si fondono con le più moderne tecnologie orientate al risparmio energetico, tra cui l’utilizzo di pannelli solari, una pompa di calore alimentata da sonda geotermica in falda, coibentazione delle strutture mediante isolamenti esterni e interni, analisi e risoluzione dei ponti termici, impianto radiante a pavimento per il riscaldamento invernale e il raffrescamento estivo, tetto e facciata ventilata, giardino pensile, serra solare e l’utilizzo di materiali a Km zero e non derivanti da fonti

fossili, come il porfiroide di Branzi per gli esterni, il legno e la lana di roccia e di vetro per le coibentazioni. RAGGIUNTO L’OBIETTIVO DI REALIZZARE UN EDIFICIO AD EMISSIONI ZERO ED ENERGIA ZERO, VI SIETE OCCUPATI ANCHE DELLA PROGETTAZIONE DEGLI ARREDI? “Abbiamo progettato gli interni dell’edificio e l’arredo dell’intero complesso proseguendo con l’idea progettuale di realizzare un edificio accogliente, moderno e sostenibile. – continua l’arc. Edoardo Carminati - Oltre agli uffici della Comunità Montana, del G.A.L., e al locale destinato al progetto Imprendinvalle del primo piano, nella Green House

abbiamo progettato e realizzato anche due sale conferenze, per una capienza complessiva di circa 130 persone: una prima sala polifunzionale posta al piano terra nel corpo basso dell’edificio, ad uso formativo, culturale e didattico per circa 75 persone e la Sala Covenant of Mayors del secondo piano, per circa 50 persone. Per gli interni sono stati privilegiati arredi in rovere scuro, sedute con strutture in metallo di colore nero e acciaio, tavoli in acciaio e legno, con materiali e vernici nel cui ciclo di vita è garantita l’assenza di emissioni di VOC (Componenti Organici Volatili), quali la formaldeide ed altre sostanze dannose”.

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Lucia Cirigliano, il rilassamento per ritrovare se stessi L’equilibrio interiore e l’autostima di ogni individuo sono influenzate da qualcosa che ci appartiene, vale a dire ansia e stress che, a loro volta influiscono sul nostro stesso comportamento e sulle nostre relazioni sociali. E’ molto importante essere consapevoli del fatto che la stima che abbiamo di noi stessi influenza il nostro comportamento. L’autostima è il motore delle motivazioni della persona, motivazione al successo e alle buone relazioni interpersonali: “Se la nostra autostima cresce, cresce la fiducia che abbaiamo negli altri, i quali ci dimostreranno, con più facilità, la stima che provano nei nostri confronti – spiega Lucia Ciriliano, psicologa specializzata in tecniche di rilassamento quali: training autogeno, rilassamento muscolare di Jacobson e Biofeedback; e in Counselling clinico, cognitivocomportamentale con

approccio integrato. La consulenza psicologica serve, appunto, per individuare le strategie di intervento più valide per facilitare il cambiamento, la crescita e la realizzazione personale” Grazie al training autogeno, infatti, l’individuo può ritrovare la calma, l’armonia e l’equilibrio interiore che servono per il miglioramento del proprio rendimento in diverse attività (lavorative, sportive, artistiche, scolastiche, ecc) della concentrazione, della memoria ed in modificazioni positive della personalità. Questo processo si basa sul concetto di “commutazione” che significa sostanzialmente “invertire la rotta”, cambiare uno stato di cose stabilmente strutturato. Dal punto di vista psicologico questo concetto rappresenta il cambiamento di atteggiamenti mentali radicati, l’abbandono di vecchie abitudini ed il

diverso utilizzo del pensiero, dell’attenzione e della concentrazione. L’individuo ha bisogno di riconoscere i propri meriti ed i propri limiti, affrontare le sfide e sostenerle, imparare a gestire emotivamente le situazioni di fallimento interpretandole così come opportunità di crescita


14 A chi non è del settore, ristrutturare il tetto può sembrare un’attività non particolarmente complicata: alla fine si tratta di sostituire i coppi o le tegole, no? Nulla di più distante dalla realtà: non potete nemmeno immaginare quanta tecnologia si racchiuda nella copertura della vostra casa. Provate a camminare con il naso in su e ad osservare cosa si trova sui tetti dei vostri vicini: oltre alla struttura, alle tegole o ai coppi, ci sono antenne, parabole, impianti solari e fotovoltaici, linee vita, grondaie, camini. Affrontare quindi la ristrutturazione della copertura della propria casa non è un’attività da lasciare all’improvvisazione ma è importante affidarsi a imprese specializzate, dotate di grande esperienza, che sappiano affrontare con competenza le diverse problematiche che si possono presentare in cantiere. Vediamo quali possono essere gli elementi da valutare per ristrutturare una copertura: - Individuazione della soluzione costruttiva più idonea: sono tante le tipologie di copertura che si possono applicare ad un edificio (in legno, in latero-cemento, in rame, in lamiera, alluminio o acciaio), ma è importante individuare quella più adatta alle richieste prestazionali espresse dai progettisti (in termini di isolamento termico e acustico e di solidità strutturale)

Ristrutturare il tetto i 5 punti da valutare sempre - Rimozione amianto: il patrimonio immobiliare italiano per la maggior parte è stato edificato negli anni 70 quando l’amianto era largamente utilizzato anche nell’edilizia civile. In caso di rifacimento di un tetto in amianto è necessario adottare particolari precauzioni per la sua rimozione, oltre a prevedere una procedura di smaltimento in sicurezza del materiale - Linee vita: forse ancora pochi lo sanno ma in base al d.lgs. 81/2008 oggi è obbligatorio installare le linee vita, o sistemi anticaduta, sul proprio tetto in occasione di interventi di ristrutturazione o manutenzione. Le linee vita sono ancoraggi permanenti che vengono utilizzati dagli operai in quota per lavorare in totale sicurezza evitando il rischio di cadute dall’alto - Installazione di pannelli solari e fotovoltaici: secondo le direttive europee, entro il 2020 gli edifici dovrebbero essere dotati di sistemi di efficientamento energetico tali da renderli quanto più autonomi da fonti di energia fossili. L’installazione di pannelli fotovoltaici va verso questa direzione, alimentando gli edifici con l’energia del sole trasformata in elettricità. - Lattonerie: le grondaie assolvono un ruolo importantissimo poiché devono

smaltire l’acqua piovana che cade sulla copertura e convogliarla nelle reti fognarie pubbliche. È fondamentale quindi che siano dimensionate e posate correttamente, oltre ad essere realizzate con materiali resistenti all’usura. Ma oltre alla loro funzionalità, le grondaie concorrono anche a determinare l’estetica della casa, aspetto da non sottovalutare in un progetto di ristrutturazione. Considerando quanti elementi e quante tecnologie si concentrano nel tetto, è bene scegliere aziende specializzate con grande esperienza nel settore. Un tetto in pietra vale per sempre Il rivestimento dei tetti in pietra naturale oltre a essere il più antico in assoluto permette di riunire i principi semplici di economia alpina: il costo basso, la durata secolare del tetto, la facilità di estrazione oltre alla minizzazione dei trasporti, la resistenza al gelo, agli impatti violenti, con i principi moderni di ecologia e bellezza estetica sia di comunione paesaggistica dell’ambiente circostante la costruzione. Quando un materiale permette di far coincidere tutti questi aspetti dovrebbe essere la scelta razionale di un progetto architettonico. Il fatto che delle pietre

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vengano lavorate e spostate non costituisce un deturpamento della natura perchè la loro ricollocazione ordinata in strutture abitative non le distrugge ma le riunisce in un qualcosa di nuovo che è insieme materia e pensiero che si chiama abitualmente architettura. Per millenni sulle alpi si è costruito senza inquinare usando le rocce locali e quando crollavano le costruzioni le si riusavano per farne di nuove rimettendole semplicemente di nuovo l’una sull’altra. L’Ardesia è un tipico materiale da costruzione che ha sempre avuto largo impiego nel settore edilizio, sia per le coperture dei fabbricati, sia per i rivestimenti e le pavimentazioni in genere, grazie alle sue eccellenti caratteristiche fisiche ed estetiche. Essa infatti assolutamente impermeabile, il che la rende particolarmente adatta all coperture in tutte le località. Le singolari proprietà tecniche dell’ardesia di Branzi in Alta Valle Brembana - elevata resistenza ai carichi, all’alterazione e agli effetti del gelo - sono note fin da tempi molto lontani e le cosiddette “piode” (lastre per coperture di tetti) costituiscono un’importante voce dell’economia locale da almeno quattro secoli. I dati tecnici confer-

mano quelli empirici, indicando negli impieghi in esterno, tanto per coperture quanto per pavimentazioni. L’utilizzo più tipico è quello per copertura; la lavorazione artigianale permette la realizzazione di una vasta gamma di formati di piode, che si prestano a tecniche di posa diverse in funzione dell’inclinazione delle falde del tetto, delle condizioni climatiche e delle tecniche costruttive peculiari di alcune aree geografiche. L’uomo della montagna da sempre imparò a vivere di quanto la montagna poteva offrire per la vita. La stessa roccia fu trasformata ed usata per le coperture e le pavimentazioni delle abitazioni, assicurando una durata nel tempo di tutto riguardo. E’ cosi’ fin dal 1500 nella Valle Brembana veniva cavata l’ardesia, allora per un uso propriamente famigliare e comunque che non oltrepassava il confine del paese. In seguito, con la dominazione veneta , si ebbe un timido inizio di commercializzazione di tale materiale, come documentato da concessioni che il Consiglio dei dieci sopra le miniere rilasciò, assicurando proprietà e diritti delle cave e relativa estrazione. Si tratta di roccia quarzifera trasformata da processi dinamici molto intensi durati milioni di anni, in porfiroide sericitico di colore grigio per la zona di Branzi e Carona, e

di colore nero per la zona di Cambrembo. Questo porfiroide e’ facilmente divisibile in lastre molto sottili, che presentano una resistenza grandissima alle alterazioni fisicochimiche, non presentando segni di deterioramento o di lesione di fronte a fenomeni di gelività, salsedine, venti, grandine. Per la sua durezza e resistenza e’ paragonabile al granito e al grès. Oggi l’Ardesia della Valle Brembana viene usata comunemente per la copertura dei tetti, per le pavimentazioni ed anche per ornamento delle case e dei muri. La tecnica della lavorazione dell’ardesia e’ tipicamente manuale e l’abilita’ dei PIÖDER viene tramandata da padre in figlio: una tecnica fatta di colpi sapienti e morbidi portati con un martello sulle lastre ricavate a spaccatura con una pressione decisa fatta con una punta. La produzione di Ardesia a Branzi e Carona, sagomata “alla francese”, “a squame”, al tipo “piemonte”, al tipo “valle d’Aosta”, in diverse dimensioni e spessori, viene ormai esportata in molte parti d’Italia e all’estero: Valle d’Aosta, Piemonte, Valtellina, Centro Italia, Francia, Germania. Fare il piöder, e’ ancora un lavoro artigianale tipico della Valle Brembana, è facile fermarsi nei loro laboratori ed osservare con curiosità la maestria dei lavoratori

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Acqua, da nemica ad amica del territorio Una serie di appuntamenti formativi gratuiti dedicati al rischio idrogeologico e rivolti ai tecnici e professionisti che collaborano e dialogano con la Pubblica Amministrazione: si tratta di L’Acqua, da nemica ad amica del territorio, l’occasione (itinerante) per analizzare con attenzione, e con il contributo di voci autorevoli, un tema di grandissimo rilievo. Gli incontri saranno focalizzati sulla gestione delle acque meteoriche, e non solo, che hanno

un’azione fortemente distruttiva sul suolo e indirettamente sui manufatti. Verranno proposte soluzioni innovative relative ai sistemi di drenaggio delle acque, alla gestione e convogliamento delle stesse attraverso i sistemi di fognatura. Il ciclo di appuntamenti L’Acqua, da nemica ad amica del territorio vuole offrire un momento di confronto ai tecnici che collaborano con la Pubblica Amministrazione e che si ritrovano sempre più

spesso a far fronte alle problematiche relative alla gestione del dissesto idrogeologico. Ecco gli appuntamenti delle prossime settimane: - Brescia, 20 ottobre 2015, con la partecipazione del prof. Baldassare Bacchi, Professore Ordinario di Costruzioni idrauliche presso l’Università di Brescia; - Verona, 28 ottobre 2015, con la partecipazione del prof. Franco Cecchi, Professore Ordinario di Impianti Biochimici presso l’Università di Verona; - Milano, 6 novembre 2015, con la partecipazione del prof. Marco Mancini, Professore

Ordinario di Sistemazione dei bacino idrografici presso il Politecnico di Milano; - Trento, 11 novembre 2015, con la partecipazione del Prof. Riccardo Rigon, Professore Associato di Costruzioni Idrauliche presso l’Università degli studi di Trento; - Reggio Emilia, 24 novembre 2015, con la partecipazione del prof. Sandro Artina, Professore Ordinario di Costruzioni Idrualiche presso l’Università di Bologna. La partecipazione ai seminari è gratuita previa iscrizione (fino ad esaurimento posti)

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L’azienda Quistini stravince la zootecnica serinese

In fiera oltre 20 aziende con 300 capi di razza bruna. L’azienda di Zambla Alta rappresenterà la Val Serina il 24 ottobre a Bergamo Alta E’ dell’Azienda Quistini Michel di Zambla Alta di Oltre il Colle la miglior performance della Mostra zootecnica che si è svolta a Serina con l’organizzazione dell’Associazione manifestazioni agricole e zootecniche di Valle Serina. Un’organizzazione che è risultata peraltro particolarmente difficoltosa causa una meteorologia decisamente avversa e che, ad un certo momento, ha fatto temere l’annullamento dell’evento, che come tradizione ha richiamato migliaia di visitatori che sono stati numerosi nonostante l’incertezza del cielo fin nel primo pomeriggio quando si è finalmente potuta concludere la manifestazione. Meteorologia avversa, si è detto, che non aveva però fatto i conti con l’organizzazione, un gruppo di volontari coordinati dal presidente sociale Franco Locatelli che ha saputo riorganizzare il programma di giornata e portare in porto l’evento. Alcuni dati statistici: sono state presenti in fiera

venti aziende aderenti all’associazione, i capi presentati in concorso sono stati oltre trecento in larga prevalenza di razza bruna migliorata con seme di tori canadesi che va sotto la definizione di brown suisse ed ancora un folto gruppo di bovine pezzate rosse ed un piccolo nucleo di brune originali. Come già precisato, ha primeggiato l’Azienda Quistini Michel che oltre a sette primi premi di categoria si è pure aggiudicata i titoli di

regina con Astrid e reginetta con Mia nonché il titolo della miglior mammella della mostra. Questi capi rappresenteranno la Valserina al concorso delle regine che si svolgerà il 24 ottobre prossimo alla Fara in Città Alta a Bergamo. Altri premi sono andati alle aziende Tiraboschi Angelo, Quistini Luigi, Palazzi Patrizia, Carrara Evaristo, Carrara Ignazio, Carrara Tullio e Matteo Rizzi per le bovine brune, quindi alle Aziende

Vistalli Renato e Bertolazzi Fabrizio per le red. Collateralmente alla rassegna zootecnica si è svolto un concorso a giuria popolare promosso dalla Banca di Credito cooperativo Bergamo e Valli con premiazioni a cura del presidente Duilio Baggi e del vicepresidente Costantino Bonaldi: sono risultati vincitori Angelo Tiraboschi con formaggio stagionato e Giuseppe ed Elda Gamba con formaggio fresco.

Taglio del nastro per il nuovo infopoint a Valtorta. Al sindaco Busi dedicata la Sentinella: statua monumento a salvaguardia del territorio

Valtorta, inaugurato l’ufficio informazioni turistiche

E’ stato inaugurato lo scorso 8 agosto il nuovo ufficio turistico di Valtorta. La struttura è locata vicino l’ampio parcheggio posto all’inizio di valle dell’abitato, lo stesso che ogni anno ospita la fiera zootecnica di settembre. Il nuovo Iat, progettato dalla Studio associato Progetto ambiente degli architetti Milesi e Mapelli, è una struttura con profilato d’acciaio e pareti esterne rivestite in larice, la copertura è in lamiera preverniciata con ampie vetrate di gradevole immagine: il tutto si estende per circa una sessantina di metri quadri di superficie. Essenzialmente si tratta un unico spazio nel quale troverà spazio l’attività di ufficio turistico, le vetrate invece saranno destinate a vetrina per la produzione locale. I costi per la realizzazione dell’opera ammontano a circa 120mila euro, finanziati per il 90% con i fondi derivanti dal Programma di sviluppo rurale. Per l’occasione, durante la cerimonia di inaugurazione a Pietro Busi, sindaco di Valtorta, è stato dedicato un monumento ( una statua di fibra di vetro ricoperta da una lamina bronzea) per la sua tenacia, forza di volontà e grande altruismo; un omaggio, quello della comunità di Valtorta al suo sindaco, che da anni ( 11 legislature) amministra il piccolo paese montano con grande altruismo e che, con la sua forza ha sostenuto e valorizzato tradizioni, risorse e le bellezze incontaminate e salubri di questa Valle. L’opera d’arte, definita la Sentinella di Valtorta, posta proprio all’interno del nuovo punto informativo del paese, è stata realizzata dal maestro Antonio Tomaselli. Il nuovo Punto Informativo di Valtorta rappresenterà sicuramente un ottimo biglietto da visita per chi arriva, una accattivante cartolina di ricordo e un incentivo a tornare per chi scende dalla valle; è già stato visitato da numerosi turisti e curiosi della novità, ma anche da chi è venuto a visitare il Museo Etnografico, il Vecchio Mulino e l’interessante mostra di telefonia dove sono esposti antichi apparecchi telefonici a cura del Gruppo Meucci di Treviglio. Enzo Novesi


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Valtaleggio, en plein dell’azienda Locatelli alla Fiera zootecnica Due giorni dedicati alla cultura e alle tradizioni del territorio. Presentato il volume sui bergamini, edito dal Centro studi Valle Imagna

Ottimo successo di pubblico per la Festa del Ritorno in Valtaleggio. Nella prima giornata di sabato è stato presentato il volume ”Bergamini, vacche e stracchini”: la lunga storia della transumanza del secolo scorso

rivissuta nei 24 racconti dei bergamini, edito dal Centro Studi Valle Imagna. Seconda parte della ricerca iniziata dal Prof. Michele Corti col libro “La civiltà dei Bergamini” e per questo secondo testo curata da Antonio

Carminati e da Massimo Vitali, che conduce alla conoscenza ed alla valorizzazione della transumanza e dei suoi attori; racconti di lattai, malghe, fittavoli della Valle Taleggio, fino ai prati ed alle cascine della Pianura

Padana. Alla presentazione è intervenuto il Sindaco di Gorgonzola Angelo Stucchi, annunciando che la Proloco di Gorgonzola aveva appena ricevuto il prestigioso Premio “Francesco Dattini” ad Assisi proprio per il libro “La Civiltà dei Bergamini una eredità misconosciuta”. Presenti anche il Sindaco di Taleggio Alberto Mazzoleni e di Vedeseta Silvestro Arrigoni, che hanno annunciato che il libro sarà distribuito a tutte le famiglie residenti proprio a significare ancora una volta l’importanza della memoria storica e delle tradizioni identitarie. Nella serata i premi agli Agricoltori e il premio

“Fidelitas Talegii” che quest’anno è andato alla Falegnameria Offredi & c. di Peghera di Taleggio, consegnato al titolare Stefano Offredi. Il Comune di Taleggio ha altresì istituito a partire da quest’anno un premio per il volontariato che è andato ad Alfio Arnoldi per l’incessante opera di manutenzione del territorio. La seconda giornata ha interessato, invece, la Mostra Zootecnica con la partecipazione di ben 12 aziende agricole della Valle Taleggio che con-

feriscono il loro latte in gran parte alla Cooperativa Sant’Antonio di Reggetto nel comune di Vedeseta. Come previsto è stata l’Azienda Locatelli Guglielmo e Figli, circa 150 capi di bestiame stallati e ritenuta una eccezione nell’allevamento della razza Bruna, ad ottenere il maggior numero di premi con regina e reginetta. Per la razza pezzata rossa le aziende Anconetti Rino e Salvi Domenico di Valbrembilla per la prima volta in lizza.

offre a cittadini vallari, ospiti e visitatori momenti per conoscere o riscoprire i sapori della cucina locale e i saperi della tradizione. Molte le iniziative in programma per tutto il mese di novembre 2015: Un ciclo di incontri culturali legati alla tema della castagna; Laboratorio di disegno sull’autunno per bambini (ValBrembilla); Concorso fotografico in collaborazione con Valbrembanaweb; Concorso di ricette a base di castagne; Menu a tema a prezzo fisso proposti dai ristoranti aderenti

all’iniziativa; Festa delle castagne nella contrada di Castegnone a Poscante con bus navetta Gratuita; Visite guidate a una selva; Alla scoperta della Valtaleggio e del Nordic Walking (attività sportiva per tutti e degustazioni); Mercatino e degustazioni di prodotti locali. Merenda con caldarroste e vinbrulè; Mostra di opere d’arte di artisti brembani legate alla castagna e alla stagione autunnale. Per informazioni: www.saporiecultura.org – info@ emozioniorobie.it

Enzo Novesi

Cibi e cultura del territorio protagonisti ad ottobre e novembre. Incontri e golose iniziative nei comuni del Distretto dell’Attrattività «Valli in F@miglia»

Sapori&Cultura, torna la kermesse dedicata a Castagne e Biligòcc L’iniziativa gastronomico culturale «Sapori &Cultura» torna con la sua settima edizione, che si svilupperà all’interno del territorio del distretto dell ‹attrattività «Valli in F@miglia», coinvolgendo i Comuni di Zogno (ente capofila), Val Brembilla, Sedrina, Taleggio, Ubiale Clanezzo, Vedeseta, Blello, Moggio, Cassina, Cremeno e Pasturo. Nel solco tracciato gli scorsi anni, la manifestazione si svolgerà con la collaborazione delle associazioni e dei Musei del territorio (Museo della Valle, il Museo di San Lorenzo, il Museo del Soldato). «Sapori&Cultura è un invito al pubblico a scoprire il patrimonio cultu-

rale e museale di questa particolare porzione di territorio all’imbocco della Valle Brembana, Val Brembilla, Valtaleggio e parte della Val Sassina gustando i prodotti tipici della tradizione enogastronomica locale nei ristoranti aderenti all’iniziativa – ha spiegato Giampaolo Pesenti, vicesindaco del Comune

di Zogno-. Il programma dell’iniziativa vuole essere un’azione di marketing culturale del territorio, unendo il patrimonio museale e paesaggistico tipico della Valle Brembana con le prelibatezze culinarie preparate secondo le tradizioni tipiche dell’area prealpina; il tema dell’iniziativa gastronomica è la castagna,

che sarà presente anche quest’anno nei menù proposti dai ristoranti a prezzo fisso. La Valle Brembana – conclude il vicesindaco Pesenti-con le sue bellezze naturali e le sue ricchezze gastronomiche verrà così riscoperta e riproposta come patria del buon gusto e della cucina tipica bergamasca». Biligòcc, castagne bollite o caldarroste: una tradizione più che genuina Il distretto dell’attrattività Vallinf@miglia propone nel mese di novembre l’iniziativa gastronomica- culturale, Sapori& Cultura, giunta alla settima edizione. La collaborazione tra un gruppo di ristoranti, musei e produttori locali

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18 La Val Brembana è pronta a coprirsi dei variopinti colori delle bucce e dal lucore degli smalti verdi, gialli e rossi che danno sapore alle miriadi di mele esposte dai frutticoltori dell’Afavb. Anche quest’anno, a Piazza Brembana, il gusto tornerà a sposare la tradizione e i sapori d’autunno entreranno in un connubio perfetto

Il 17 e 18 ottobre due giorni dedicati alla «Mela della Val Brembana» e alle tante preziose produzioni locali

Mela, che bontà: a Piazza Brembana torna la sagra con quelli dei frutti del nostro territorio, con due giorni interamente dedicati alla sesta edizione della «Sagra della mela». La Kermesse gastronomica, che si

terrà il prossimo 17 e 18 ottobre, sarà esclusivamente dedicata ai sapori, alle prelibatezze e alla bontà dei prodotti tipici della nostra valle, unici ed inconfondibili

In centinaia a denunciare il problema. «Siamo senza segnale. Così si penalizzano turismo e commercio»

Alta Val Brembana, Rai a singhiozzo e niente Mediaset Poter ricevere il segnale televisivo in Alta Valle Brembana è oramai caso raro. Nonostante il regolare pagamento del canone di abbonamento, sono centinaia gli utenti che hanno riscontrato difficoltà nella regolare fruizione

del servizio, emerse soprattutto con l’introduzione della tecnologia del digitale terrestre. A segnalare un ulteriore disservizio televisivo è il primo cittadino di Branzi, Gabriele Curti. Questa volta si tratta, però, delle reti Media-

set: il servizio a pagamento Premium non è disponibile nel territorio alto della Valle Brembana, da San Giovanni Bianco in poi. «Il territorio comprende ventidue comuni, per un bacino d’utenza di 15 mila abitanti e che nella stagione turistica è il triplo – spiegano dal Comune di Branzi -. Come amministrazione comunale abbiamo chiesto a Mediaset di irradiare il segnale Premium laddove fosse assente e la risposta è stata purtroppo negativa. La società televisiva non è infatti interessata a investimenti per la fornitura del ser-

nel loro genere. A soddisfare i palati più raffinati ed esigenti non saranno solo le mele, vere ed indiscusse protagoniste dell’evento, ma anche le ricche varietà di formaggi, marmellate, biscotti, salumi, miele e birre artigianali, dal gusto particolare e dall’aroma caratteristico. Come ogni anno, oltre alla consueta mostra mercato della «Mela della Valle Brembana» e ai diversi stands di prodotti tipici, che vi faranno percorrere un delizioso tour gastronomico, accom-

pagneranno la sagra anche alcuni concorsi gastronomici. Si potrà inoltre soggiornare tranquillamente nelle strutture convenzionate e gustare in tutta serenità i menù tipici. L’Evento, proprio in virtù dell’enorme successo riscosso vede di anno in anno estendersi un sempre maggiore numero di partecipanti e partners. Quest’anno, tra gli organizzatori, figurano anche Altobrembo e Slow Food Valli Orobiche, perfetti

testimonial e interpreti del concetto di altissima qualità e valore culturale che la manifestazione vuole veicolare. Per immergersi al meglio in questo mondo, degustando e scoprendo la storia delle preziose produzioni brembane, squisiti assaggi, spettacoli ed attività per bambini, mostre e tante dimostrazioni faranno da cornice ad un weekend all’insegna del gusto e delle tradizioni.

vizio per il prossimo anno». Da agosto e per le prossime tre stagioni tutta la Champions League è una esclusiva Mediaset Premium e il disservizio crea disagio in particolar modo a bar e alberghi. «È l’ennesimo disservizio per chi vive in montagna. L’impossibilità di accedere ad alcuni dei più comuni mezzi di comunicazione va a discapito

non soltanto dei privati, ma anche dell’intero settore turistico e commerciale che viene penalizzato dalla mancanza di un’offerta completa e adeguata alle richieste dei clienti – dice il primo cittadino di Branzi Curti -. Paghiamo il canone imposto dalla Rai e spesso la ricezione del segnale è a singhiozzo, inoltre lo sport è ormai tutto a

pagamento: noi siamo disposti a pagare Premium, ma siamo senza segnale». La mancanza del segnale televisivo è l’ennesimo colpo di forbici sui servizi alla montagna e il sindaco Curti è il portavoce di migliaia di utenti delusi per l’ennesima mancanza. Lui ha segnalato il disguido all’azienda, la quale però ha dimostrato disinteresse.

Federico Marzullo

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19 Terapia, assistenza e riabilitazione dal Parkinson: a San Pellegrino l’incontro informativo, organizzato da associazione «Genesis»

A Leopold Saltuari il premio «Genesis» 2015 Il morbo di Parkinson e i disturbi ad esso correlati sono stati trattati e discussi nel convegno organizzato dall’associazione Genesis di San Pellegrino Terme, in collaborazione con Arnia (associazione riabilitatori e neurologi interalpe), lo scorso sabato 26 settembre. «La malattia di Parkinson è purtroppo molto diffusa – ha

affermato Gianpietro Salvi, responsabile U.O. riabilitativa dell’Istituto clinico Quarenghi di San Pellegrino Terme-. A Bergamo ed in provincia abbiamo circa 500 malati ogni 100mila abitanti. Purtroppo, colpisce anche persone giovani. Per questo è importante informare la popolazione, i pazienti, i familiari

Tavola rotonda, serata di letture e cena solidale: ecco gli appuntamenti promossi per la Giornata internazionale della Salute

In Val Brembana torna la settimana della salute mentale

Da una stretta collaborazione tra le organizzazioni che operano nei servizi sanitari e sociali, enti pubblici e del privato sociale, associazioni di familiari e di volontariato, è nata dal Tavolo Tecnico dell’Ambito Territoriale Valle Brembana la proposta di organizzare un’intera settimana di eventi per parlare al territorio di Salute Mentale. In occasione della Giornata internazionale della Salute Mentale voluta dall›ONU. La settimana ha inizio il 9 Ottobre a Serina, dove la comunità La Bonne Semence propone alle ore 18.00 un happy hour di apertura al bar Al Campus e alle ore 21.00 la proiezione del film “Amorfù” di

E. Piovano. Il secondo appuntamento, vede tra gli organizzatori gli operatori del Dipartimento di Salute Mentale dell›AO di Treviglio ed è una Tavola Rotonda sul tema “Mente e salute in valle Brembana: storia e prospettive”, che si svolge a Zogno presso la Green House in via Locatelli. L›ingresso è libero e prevede la partecipazione di diversi rappresentanti delle istituzioni, del privato sociale e delle associazioni. La sera del 13 Ottobre alla Sala Polivalente del comune di San Giovanni Bianco, i pazienti ed operatori saranno ospiti dell’ iniziativa“Anche la follia merita i suoi applausi”, a cura del Centro

ed il personale sociosanitario sulle novità terapeutiche fisioterapiche ed assistenziali che riguardano questa malattia». Al termine dell’incontro, è stato consegnato il premio «Genesis» città di San Pellegrino Terme 2015 al dr. Leopold Saltuari, professore universitario, neurologo e neuroriabilitatore, responsabile dal 1983 al 1996 Isadora Duncan di Bergamo e della CRA di San Giovanni Bianco. Alla serata partecipano l›attrice Silvia Briozzo e la dr.ssa Roberta Naclerio con la lettura di testi realizzati nel laboratorio di scrittura, che quest›anno ha visto la sua seconda edizione in Valle Brembana, con la partecipazione di persone con sofferenza psichica. Fanno seguito: l’appuntamento del 14 Ottobre a San Pellegrino Terme con la rappresentazione teatrale “Qualche sfumatura di fucsia”, a cura delle comunità Terra Ferma e Villa Fiorita ed alcune iniziative promosse e finalizzate a sostegno dell›Associazione Aiutiamoli per la salute mentale. Ed ancora: la cena “Follie in tavola” presso il ristorante da Gianni a Zogno ed il “Mercatino dei libri già letti” durante la Festa delle Mele a Piazza Brembana che si tiene il 17 e 18 Ottobre. Enzo Novesi

del dipartimento di Neurologia presso l’Università di Innsbruck. «Saltuari – ha sottolineato il dottor Salvipuò vantare il merito di aver introdotto in Austria le tecniche di riabilitazione robotica e l’applicazione intratecale di Baclofene nei pazienti con spasticità sovraspinale». Dal 1995, inoltre, è direttore del dipartimento di Neurologia all’Ospedale Hochzirl e presidente della società di Neuroriabilitazione; delegato austriaco per la sessione di Neuroriabilitazione della società mondiale di Neurologia. Enzo Novesi

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20 Il 24 ottobre in città Alta si incoronano la «Regina e Reginetta delle Valli»

Bergamo, la montagna incontra la città

Bergamo torna a essere crocevia della transumanza tra la montagna e la pianura. Grazie al Festival del pastoralismo che porta all’interno delle Mura Venete, mostre, degustazioni, musica, film, mercatini. E addirittura greggi e pastori. Era già accaduto l’anno scorso, per la prima edizione, il 23 ottobre pecore, agnelli, asini, cani, accompagnati dai suoni dei campanacci e dai fischi dei pastori. Sarà l’avvio del Festival che proseguirà fino a dicembre. Un’occasione unica per rivivere tradizioni e atmosfere di un tempo ma anche per rendersi conto che la pastorizia, una delle attività più antiche dell’uomo, non è scomparsa. Anzi, sembra stia vivendo una nuova stagione. Il 17 e 18 ot-

tobre il suono di campanacci, corni, flauti e cornamuse annuncerà per le vie di Bergamo l’appuntamento con la transumanza. Venerdì 23 ottobre, partendo da Valverde e attraversando porta San Lorenzo, i pastori entreranno in Città Alta. Dopo il prato della Fara, il gregge risalirà il viale delle Mura fino al baluardo di San Giovanni, dove lo aspetteranno i bambini delle scuole di Città Alta per accompagnarlo fino a Colle Aperto. Superata porta Sant’Alessandro, che un tempo separava la città dalla campagna, il gregge si avvierà verso i colli lungo percorso di via Sudorno da dove scenderà nella valle di Astino fino al convento splendidamente recuperato. Qui una sosta

offrirà la possibilità di assaporare polenta e formaggio con un assaggio di «gastronomia pastorale»: la castradina. Quest’anno alle pecore e alle capre si aggiungerà qualche capo bovino; alla Fara si terrà la manifestazione «Regina e reginetta della Valli» dove si confronteranno le bovine di razza bruno alpina vincitrici dei vari concorsi nelle valli orobiche. Il Festival sottolineerà l’importanza economica che il pastoralismo ha avuto nei secoli per il commercio dei pannilana e dei coltelli bergamaschi, e come si sia mantenuto il complesso di conoscenze, capacità e professionalità dei pastori e bergamini. (foto ValbrembanaWeb).

Ecco la birra artigianale nata dai mais antichi bergamaschi. Il 15 ottobre presentazione ufficiale al birrificio di San Pellegrino

Il Via Priula presenta la «Maiz»

In via ufficiale sarà presentata il prossimo giovedì 15 ottobre, proprio presso il locale birrificio Via Priula di San Pellegrino Terme; qualcuno, tuttavia, ha già avuto modo di conoscerla al Festival della Biodiversità orobica di Lenna. Parliamo della «Maiz»: la nuova bionda del birrificio brembano che nasce dai mais antichi, il Rostrato di Rovetta, lo Spinato di Gandino, il Nostrano Orobico della Val Brembana e il Nostrano dell’Isola, esempio della biodiversità che caratterizza la terra bergamasca. Un prodotto la Maiz, che è stato già protagonista, insieme alla polenta taragna orobica, di «Alta Quota», la Fiera della Montagna andata in scena nel weekend tra venerdì 9 e domenica 11 ottobre a Bergamo e attorno al quale si è creata molta attesa. «Sicuramente le aspettative verso questo nuovo prodotto sono altissime – ha sottolineato Mauro Zilli, proprietario del birrificio Via Priula di San Pellegrino Terme-, sono certo che piacerà a molti e saprà valorizzare ancor di più molti dei piatti tipici del nostro territorio. La Maiz – spiega Zilli- oltre ad avere una base di malto d’orzo come tutte le birre, unisce il sapore inconfondibile dei mais antichi ad un retrogusto finale dal sapore amaro molto deciso. Il risultato è una chiara da 5° ideale da affiancare a primi piatti come paste condite da sughi, ragù dal sapore intenso, oppure a secondi piatti come carni bianche dal gusto morbido». La presentazione sarà, appunto, giovedì 15 ottobre a San Pellegrino Terme, presso il birrificio Via Priula. Per l’occasione sarà possibile degustare la nuova Maiz in compagnia di gustosi piatti a base di mais (menù a prezzo fisso).

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21 Il 13 settembre nella cornice liberty del Casinò municipale il quinto concorso d’eleganza per auto d’epoca, organizzato dal Club Orobico

San Pellegrino incorona le «regine della strada» Un parterre da fare invidia ai più blasonati concorsi di eleganza di auto d’epoca. È questo, ma anche molto altro, l’appuntamento andato in scena nella splendida cornice del Casinò municipale di San Pellegrino

Terme lo scorso 13 settembre dal titolo «Regine della strada». E tra gli eventi che meglio celebrano il fascino delle automobili d’epoca, quello di San Pellegrino è sicuramente il più rinomato. Tanti gli appassionati

che hanno aderito all’invito del Club Orobico Auto d’Epoca, organizzatori di questa quinta edizione, che dopo ben due anni di assenza torna in valle, nel restaurato tempio del liberty brembano. «Mai come

Cinque serate nelle chiese di San Nicola, San Giorgio e San Salvatore. Ecco la rassegna di musica d’organo, dal 19 settembre al 24 ottobre

Almenno, torna «In Tempore Organi» Si svolgerà dal 19 settembre al 24 ottobre ad Almenno San Salvatore la diciannovesima edizione della rassegna di musica d’organo «In Tempore Organi: Voci et Organo insieme», organizzata dal Comitato per l’Organo Antegnati di San Nicola con la collaborazione del Comune di Almenno San Salvatore, dell’Antenna Europea del Romanico e della biblioteca comunale di Almenno San Salvatore. In programma cinque concerti ad ingresso libero il sabato sera alle 21, che si terranno nella suggestiva chiesa quattrocentesca di San Nicola dove ha sede il protagonista assoluto della manifestazione, l’organo Antegnati (1588), uno dei pochissimi esempi di organi rinascimentali di scuola italiana sopravvissuto nella sua struttura originaria;

quest’anno il titolo dell’evento si addice alla qualità delle autovetture che sono state esposte nella cittadina termale – hanno fatto sapere gli organizzatori del Club orobico-. A partire dalla più datata e rara Lancia Lambda III serie Torpedo del 1924 affiancata dalla rarissima Lancia Lambda Casaro del 1925 fino ad arrivare alle più recenti Alfa Romeo 1900 SS e Ferrari 250 Gte del 1961,

appena uscita dalle officine di Maranello, le auto presenti presentavano tutte un comune denominatore: la grande bellezza». Ma non solo, alla spettacolare kermesse hanno preso parte tra le miss vestite con abiti degli anni ’30 anche «pezzi unici portati dai più grandi collezionisti italiani come una Ansaldo 4 t del 1927 , una Mercedes Rodaster del 1938 ,una Fiat 8V e una Alfa Romeo Az6

Prototipo Zagato affiancate alle spettacolari ma più comuni Jaguar, Alfa Romeo, ACE, Austin Healey, Lotus e OM», hanno sottolineato gli organizzatori. I partecipanti sono stati accolti dalla cucina di Chicco e Bobo Cerea, star del jet set culinario italiano del pluristellato ristorante «da Vittorio» e, al termine dell’esposizione al casinò e la presentazione davanti al municipio, hanno potuto prendere parte al convegno a cura di Gaetano de Rosa su «Alfa Romeo e dintorni», per poi terminare la giornata in compagnia della musica degli Hpm e le premiazioni del concorso. (Foto Valbrembana Web – Claudio Valceschini).

«La rubrica del gusto»

nella chiesa di San Giorgio, gioiello architettonico romanico e nella chiesa parrocchiale San Salvatore dove è collocato un Organo Serassi Sgritta. Grazie al ricco e prestigioso programma di incontri, la rassegna di musica d’organo si riconferma anche quest’anno come un’occasione unica per lasciarsi coinvolgere dalle musiche e dalle sonorità suggestive ed evocative dell’organo in contesti artistici e architettonici di eccezionale bellezza e pregio. Per l’occasione, nell’ultima serata

della kermesse ( quella del 24 ottobre) nella chiesa di San Salvatore le musiche si alterneranno alle letture «Te deum laudamus: salmi, inni e canti di un servo di Dio»: iniziativa promossa in occasione del prossimo centenario della nascita di padre David Maria Turoldo. A concludere sarà, invece, lo spettacolo teatrale «La santa che deva del pazzo all’imperatore: Ildegarde di Bingen», organizzata per il 3 ottobre dall’Antenna Europea del Romanico alla chiesa di San Giorgio.

Le antiche ricette bergamasche: Coniglio croccante con la polenta bergamasca Il coniglio è un animale che nelle famiglie bergamasche più o meno tutti avevano nelle gabbie definite “capunere”: per essere allevato per circa 7/8 mesi e alimentato solo con erba e fieno. Inoltre, secondo tradizione, lo si gustava generalmente nelle domeniche di festa in famiglia. Questo piatto lo si può cucinare sia con del vino rosso che con del vino bianco, oppure con la panna, rendendolo ancora più gustoso. Qui, riportiamo una ricetta leggera e semplice, che proponiamo al nostro ristorante «La Staletta» di Zogno: Ingredienti: - 1 coniglio - Vino bianco mezzo litro - Olio extra vergine - Brodo di carne - Erbe dell’orto - Sale e pepe Procedimento: Taglia a pezzi il coniglio, mettilo in una teglia con olio, sale, pepe e tutte le erbe che trovi nell’orto (rosmarino,salvia,timo, ecc..). Fallo rosolare a fuoco vivo per 10 minuti e continua a muoverlo, aggiungi il vino, inforna il tutto per un ora e trenta minuti, di tanto in tanto aggiungi del brodo. Nel frattempo prepara la polenta, seguendo i canoni delle usanze bergamasche. Trascorso il tempo necessario alla cottura, estrai la teglia di coniglio e scalda una padella antiaderente con poco olio e qualche punta di rosmarino. Rosola il coniglio necessario e fallo quasi bruciacchiare in superficie. Forma una bella palla di polenta su un piatto, mettici sopra il coniglio croccante e un po di olio che avrai usato per rosolarlo. Per gustarlo al meglio circonda la tavola di amici e parenti e abbina un vino rosso non troppo anziano. Buon appetito

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22 Dal 23 ottobre al 4 dicembre quattro venerdì dedicati alla musica della tradizione popolare bergamasca

San Giovanni Bianco, musica alla ribalta con Valter Biella Dal 23 ottobre al 4 dicembre a San Giovanni Bianco si terranno quattro serate dedicate alla musica e a tutti gli strumenti musicali della tradizione popolare bergamasca. L’iniziativa promossa dal Centro storico culturale Val Brembana «Felice Riceputi» vedrà la partecipazione del ricercatore Valter Biella, che illustrerà la storia, le caratteristiche e le funzioni degli antichi strumenti proponendo filmati d’epoca ed esecuzioni musicali tradizionali, accompagnate di volta in volta da esperti musicisti. Le campane e le campanine Si tratta del patrimonio musicale più importante nella terra di Bergamo, perché il suono delle campane scandiva tutta la vita della comunità. Già all’inizio del 1800 la terra orobica era conosciuta come la provincia dove c’erano i migliori concerti e i più preparati musicisti-campanari. Salire sul campanile però non era lasciato al caso: occorreva arrivare preparati, per saper collocare ogni musica nelle rispettive dinamiche so-

ciali del proprio paese. Per questo i campanari sottostavano ad un lungo tirocinio, studiando i brani a casa sotto la guida di un anziano, utilizzando le “campanine” che sono uno xilofono autocostruito con i risonatori di vetro. Durante la serata del 23 ottobre verranno proiettati immagini e filmati, anche inediti della Valle Brembana, e saranno portati esempi di musiche eseguite sulle campanine, accompagnate dalla fisarmonica di Giampiero Crotti. Gli strumenti costruiti con la corteccia degli alberi: corni e flauti Con la corteccia degli alberi, alla ripresa del ci-

clo vegetativo, si possono costruire strumenti a fiato. Oramai è una pratica quasi completamente dimenticata, e fino a poco tempo fa era considerata solo un gioco per bambini, ma si tratta di una usanza precristiana, perché alla rinascita della natura, “che veniva trasformata in oggetto-sonoro, in strumento musicale e quindi in rito-musica”, si attribuivano valori magici. I corni in corteccia sono diffusi in tutta Europa e si sono evoluti poi in strumenti più sofisticati, tipo il Corno delle Alpi, l’Alphorn, che lo stereotipo vuole relegarlo unicamente alla Svizzera tedesca, ma che in realtà, nelle sue più svariate forme e costruzioni, era presente in tutta Europa. Durante l’incontrodel 30 ottobre saranno proiettati filmati, alcuni fatti in Valle Brembana quasi trenta anni fa, e ci saranno degli esempi sonori. Inoltre saranno mostrati alcuni esemplari di strumenti in corteccia Valter Biella sarà accompagnato dal maestro Andrea Passoni, diplomato in corno ed esperto suonatore di corno delle Alpi.

Sarà una esperienza unica, perché si potrà udire l’inedito duo di cornamusa e Alphorn. I flauti della Valle Imagna Si tratta di un patrimonio unico per la abilità manuale dei tornitori della Valle Imagna. Costruivano di tutto, compreso due modelli di flauti: quello grande a otto fori, e quello piccolo a tre fori (il sivlì). Alcuni di questi strumenti sono anche esposti al museo di Zogno. Non si tratta però degli unici esempi di flauti suonati in provincia di Bergamo: abbiamo i flauti usati dai suonatori di baghèt, i flauti in ossa di capra, fino alla più recente scoperta, il fram-

mento di un flauto, datato agli inizi del 1400, ritrovato sulla cima del Castello Regina. Nella serata del 27 novembre verranno proiettati i filmati che riguardano il vecchio costruttore di Brumano. più una serie di altre immagini che riguardano sempre i flauti usati in bergamasca. Accanto alla proiezione verranno portati degli esempi sonori, con cornamusa e sivlì. Al sivlì il maestro Guido Tacchini, diplomato in flauto dolce. Il baghèt Il baghèt è l’antica cornamusa bergamasca, di cui Valter Biella ha fatto la riscoperta ad iniziare dal 1983, quando ha recuperato i sette strumen-

ti originali, poi ricavato le misure, intervistato i testimoni e conosciuto l’ultimo suonatore, probabilmente ultimo anche di tutto il Nord Italia. Il ritrovamento dei sette esemplari riguarda la media Valle Seriana, ma sicuramente la cornamusa era presente anche in Valle Brembana, perché nei primi anni ottanta è stata raccolta a Valtorta la testimonianza del nipote del suonatore che fino ai primi dell’ottocento suonava a Valtorta, d’inverno, finita la stagione di carbonaio in Francia. Vi sono poi le documentazioni scritte e orali che riguardano la Valle Imagna e la Valle Taleggio. A San Giovanni Bianco si rifanno due importanti documenti iconografici: uno a Cornalita e l’altra del pittore Giovanni de Busi detto il Cariani. di Fuipiano al Brembo. Per l’occasione verrà suonata una cornamusa ricavata dagli studi organologici effettuati da Valter Biella sul dipinto del Cariani. La lezione concerto del 4 dicembre prevede proiezione di immagini con racconti e spiegazioni, anche con l’aiuto della musica: alle cornamuse Valter Biella, accompagnato da Giampiero Crotti alla cornamusa e fisarmonica

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e al viso dolce, è bionda con capelli chiari. Persona semplice. La sua passione è la montagna. Ama camminare nei boschi, raccogliere i funghi e le erbe. Ama la cucinare e curare l’orto e i fiori. Si definisce sensibile ma sveglia e con i piedi per terra. Vorrebbe conoscere un uomo positivo, di iniziativa meglio amante della montagna con lei. Incontri del Cuore TEL 035.4284575 – SMS 377.2089.377 GLORIA 53enne. Semplice ma curata, lavora come assistente sanitaria. E’ una donna molto buona ed attenta alle problematiche altrui. Ha sofferto molto nella vita. Vive sola e da tempo è sola. Pensa di avere ancora molto da dare un uomo. Lei ha poche pretese: cerca una persona fedele e gentile. Incontri del Cuore TEL 035.4284575 – SMS 377.2089.377 ALDA ha 63 anni, carattere aperto e disponibile, gradevole d’aspetto, amante piccoli viaggi e passeggiate. Pensa che la vita abbia ancora molto da offrirle e desidera dunque incontrare un uomo solare e vivace che voglia costruire una stabile relazione di coppia. Incontri del Cuore TEL 035.4284575 – SMS 377.2089.77. 45ENNE Francesca. Bellissima donna: mora, ottimo fisico e curata. Lavora come operaia. Socievole e dolce. Vuole conoscere un uomo davvero serio ed affidabile. Incontri del Cuore TEL 035.4284575 – SMS 377.2089.377 SERGIO 43enne, moro. E’ commerciante, ama il suo lavoro che fa da parecchi anni. E’ di carattere allegro e trascinante, garbato e gentile. Quando è libero ama le escursioni in montagna e sciare. Conoscerebbe ragazza fine e semplice realmente motivata a storia seria ma coinvolgente. Incontri del Cuore TEL 035.4284575 – SMS 377.20.89.377. BARBARA Ha 33 anni è nubile di corporatura minuta ed dall’aspetto dolce. E’ legata ai valori tradizionali. Ama la terra e la vita semplice anche se a volte fatta di fatiche. Incontrerebbe un Lui desideroso di un rapporto serio ma complice, improntato a diventare qualcosa di importante e duraturo. Incontri del Cuore TEL 035.4284575 – SMS 377.2089377.

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