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Coordinamento editoriale Valentina Ferrari Email: lambiente@ranierieditore.it Ufficio marketing (Pubblicità) G.I.R.S.A. Email. girsa@ranierieditore.it Consulente comunicazione Gianfranco Carrettoni Direttore Responsabile Franco Ranieri Direttore scientifico Bernardo Ruggeri Comitato scientifico Roberto Cavallo, Daniele Cazzuffi, Alessandro Cocchi, Biagio Gianni', Maurizio Gorla, Luigi Fanizzi, Vincenzo Francani, Luca G. Lanza, Angelo Selis, Luca Talamona, Giorgio Temporelli, Federico Valerio, Alberto Verardo, Renato Vismara Hanno collaborato a questo numero M. Acciarri, L. Albertalli, G. Basilici, G.F. Carrettoni, M. Catino, C. Emisfero, L. Fanizzi, V. Ferrari, M. Giudici, F. Ranieri, T. Toto, B. Vodopivec, M. Votta Grafica e impaginazione Colorshade - Peschiera Borromeo Tipografia Colorshade - Peschiera Borromeo Abbonamento annuale (6 numeri) Poliedit srl - Putignano (BA) Abbonamento ordinario E 130,00 Socio sostenitore E 180,00 Fascicolo arretrato E 15,00 Tiratura 9.000 copie

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editoriale La fine dell’unione europea nella geopolitica globale

osservatorio ambientale 5

Le scelte tecnologiche e la pianificazione degli investimenti

scienza e inquinamento

Cresce la Circular Economy La gestione degli spazi verdi

6 10

report

La comunicazione ambientale virtuosa

18

44

rubriche

Attivi per l’ambiente

22

Il libro

25

40

Prodotti & Servizi

Libri

42

tecnologie applicate Motori e azionamenti per il nuovo impianto di trattamento delle acque reflue di Lille Giochi d’acqua e di luce sotto gli occhi del mondo

26 28

energia e ambiente

Biometano da rifiuti organici Biogas e Biometano: nuova filiera produttiva

30 33

 le aziende informano Caprari

35

Xylem Water Solutins Italia

36

Olpidürr

37

Gardner Denver srl

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Editoriale

La fine dell’unione europea nella geopolitica globale Questo editoriale, necessariamente breve, trae spunto da quello

successivi sino all’attuale Europa a 27 membri. La verità sta forse

molto realistico di Eugenio Scalfari pubblicato su Repubblica in data

nel fatto che il modello americano non era suscettibile di adattarsi

10/01/2016, che traccia una lucida visuale dell’attuale situazione

al vecchio continente: oltre atlantico si è partiti da realtà sociali

politica europea, ed italiana in particolare.

elementari vissute su territori dalle vastità enormi, il che comunque

Il suddetto Editoriale titola: “L’Europa è a pezzi e l’Italia è tagliata a fettuccine”. Come ad intendere, a dirla molto francamente, che

non ha evitato che l’unione definitiva abbia vissuto su tragedie profonde le cui cicatrici abbiano perdurato per molti decenni.

l’Unione Europea, inizialmente un sogno certamente positivo ed

L’unione europea è partita da posizioni opposte, anteponendo fattori

assai bello, stia avviandosi a divenire un residuato bellico destinato

e prospettive economici alle valenze sociali che avrebbero dovuto

a rapida evanescenza, ed il nostro beneamato Paese a ripristinare la

costituire i pilastri fondamentali dell’insieme. Per quanto se ne dica non

malinconica e deludente routine che durante la sua lunga storia l’ha

sono state le componenti sociali delle singole nazioni a desiderare di

sempre caratterizzato, cioè l’endemica navigazione nell’incertezza e

unirsi, bensì i loro apparati economici e finanziari, pubblici o privati,

negli squilibri, in un’atmosfera fumosa che trova radici in una cronica

unitamente a lobby di vario genere. Ognuno dei Paesi che costituiscono

instabilità.

l’Unione conserva tuttora le proprie radici storiche, sovente millenarie.

Per quanto concerne il quadro europeo, la differenza di impostazione mentale fra me ed il Grande Vecchio del giornalismo italiano ha sì impronta intellettuale bensì anche contorni caratteriali. Eugenio Scalfari, oltreché intellettuale puro ed eclettico, è un sognatore

Queste purtroppo rende difficile convergerle verso un unico punto di riferimento. Il che è dimostrato in maniera lampante dallo stesso Parlamento Europeo, in cui i membri rappresentanti delle singole nazioni vi apportano caratterialità squisitamente nazionali.

dell’armonia globale; a mio personalissimo avviso gli sfuggono le

I recenti attuali e tragici fatti dell’area mediterranea, con la

dinamiche storiche del passato che hanno caratterizzato popoli

migrazione forzata di masse umane non preventivabili, forniscono

e società, nell’illusione che i lati positivi del presente possano

la misura di quanto l’attuale sfaldamento europeo sia un segnale di

riscattare il passato in un miglioramento progressivo; allorché tali

disintegrazione. E, del resto, bisogna constatare come un’UE non

negatività riemergono improvvisamente ed inaspettatamente alla

in grado di evitare la morte di migliaia di persone nella traversata

ribalta, egli non può trarne che delusione profonda ed angoscia. Da

del Mediterraneo assolutamente non possa essere preparata ad

parte di Scalfari un peccato? No, soltanto il dolente ricredersi di un

accogliere milioni di rifugiati o “migranti”. A mio avviso il dissolvimento

sognatore. E così deve essere se, oltrepassata ormai la soglia dei

dell’’Unione Europea sarà inevitabile; per qualche tempo potrà

novant’anni, ancora dedica le sue lucide e fresche riflessioni, frutto di

conservare una parvenza di facciata, fra nazioni di fatto indipendenti.

energie intellettuali indenni dal tempo che passa, ai grandi problemi sociali e politici.

Scalfari scrive: “E l’Italia sarà tagliata a fettuccine”. Era prevedibile, caro Patriarca del giornalismo italiano, il nostro paese non ha mai

Al contrario di lui il sottoscritto si è sempre dimostrato scettico sulla

cessato al suo interno di associarsi ai particolarismi lobbistici a

reale fattibilità di una Unione Europea duratura nel tempo ed in grado

qualsiasi livello. Ciò sin dal primo periodo successivo alla fine

di avere un ruolo indipendente ed efficace nel complesso geopolitico

dell’Impero romano. Gli entusiasmi di facciata e la propensione per

mondiale, pur auspicando che riuscisse inaspettatamente possibile.

i particolarismi hanno sempre costituito il DNA della società italiana.

Mai riuscii a credere in tale possibilità sin dalla ristretta formazione

E Scalfari, intelletto puro ed analitico, lo sa bene... Ma purtroppo, lo

delle prime sei nazioni principali, tantomeno dopo gli allargamenti

sa bene anche Renzi nel suo cavalcare la Tigre del potere.

Il direttore responsabile

6/2015

5


Scienza & Inquinamento

Cresce la circular economy Marco Catino, Responsabile Ufficio Stampa FISE - Email: redazione@fise.org

L’industria del riciclo rifiuti si conferma pilastro della circular economy,

nella produzione di materie prime e quindi alle emissioni di CO2 evitate.

continua a crescere nel comparto degli imballaggi (nel 2014 il 66% è

Per far questo è necessario scoraggiare lo smaltimento in discarica

stato avviato a riciclo, +2% vs 2013), in quello dei RAEE, in quello della

e migliorare la qualità dei materiali raccolti, nonché razionalizzare

gestione della frazione organica e degli pneumatici. I rifiuti importati

e semplificare il contesto normativo. Anche in considerazione della

dall’Italia nel 2014 hanno raggiunto 5,9 milioni di tonnellate, in gran

discussione sul nuovo pacchetto sull’economia circolare, è necessario

parte costituiti da rottami ferrosi, mentre 3,8 mln di tonnellate sono stati

superare i punti non chiari e conflittuali fra le diverse legislazioni, in

quelli esportati. Il paradosso è che 450.000 tonnellate di rifiuti importati

modo da agevolare il riciclo di materiali che non comportano rischi

(circa l’8% di quelli trasportati nel nostro Paese per essere trattati)

ambientali effettivi”.

equivalgono, per volume e tipologia, a rifiuti italiani spediti all’estero,

“Sia pure in modo non omogeneo, perché permangono zone di

con costi per noi spesso esorbitanti. Sono queste le principali evidenze

arretratezza in alcune Regioni, il sistema del riciclo dei rifiuti in Italia

emerse nel corso della presentazione dello studio annuale “L’Italia del

è ormai decollato con numeri di livello europeo”, ha affermato Edo

Riciclo”, il Rapporto promosso e realizzato da FISE Unire (l’Associazione

Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile,“Ora

di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) e dalla

però, con le modifiche proposte dalla Commissione europea a tutte le

Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, tenutasi nelle scorse settimane

Direttive sui rifiuti e, a fronte dei nuovi obiettivi di riciclo più impegnativi

nel corso di un convegno a Roma. A pochi giorni dall’uscita del nuovo

al 2025 e al 2030, sarà necessario recuperare anche le zone ancora

Pacchetto sull’economia circolare, presentato dalla Commissione

arretrate, aumentare e migliorare le raccolte differenziate, procedere a

Europea il 2 dicembre, il Rapporto mostra l’industria del riciclo rifiuti

rafforzare industrializzazione e innovazione nel settore”.

come un pilastro dell’economia circolare, nonostante la riduzione dei

Per migliorare ulteriormente le performance dell’industria del riciclo è

consumi delle famiglie e della produzione industriale.

necessario anche ridurre i costi amministrativi e burocratici e combattere le illegalità in modo efficace. Come evidenzia il Rapporto, bisogna

Nel 2014 il riciclo degli imballaggi ha registrato una crescita complessiva

facilitare l’applicazione delle norme in maniera omogenea sul territorio

(+2% in termini assoluti) che attesta la capacità di tenuta del settore,

nazionale, sostenere le imprese per migliorare l’accesso al credito ed ai

sia pure tra le mille difficoltà dell'attuale congiuntura: 7.808 milioni di

fondi europei, alleggerire gli oneri burocratici del settore, semplificare

tonnellate riciclate contro le 7.642 del 2013 e le 7.562 del 2012.

gli iter autorizzativi ed emanare i regolamenti e le norme tecniche

L’incremento appare evidente in tutte le filiere con punte d’eccellenza

mancanti, tenendo conto anche delle nuove proposte di modifiche della

nel tasso di riciclo in alcuni comparti come carta (80%), acciaio (74%),

Commissione europea.

alluminio (74%) e vetro (70%), mentre la crescita più significativa la

Una spinta importante per lo sviluppo del riciclo arriverà da queste

registra il legno (+10% da 1,4 mln di tonnellate a 1,539).

proposte: secondo le stime della Commissione, infatti, il Pacchetto sulla

Segnali positivi arrivano dalle altre filiere: cresce la quantità di frazione

circular economy porterà nell’Unione Europea, al 2030, ad un risparmio

organica raccolta in modo differenziato con 5,7 milioni di tonnellate e

di 600 miliardi di euro, alla creazione di 580.000 posti di lavoro e alla

+9,5% rispetto al 2013; cresce la quantità di apparecchiature elettriche

riduzione delle emissioni di carbonio di 450 milioni di tonnellate all'anno.

ed elettroniche (RAEE) raccolte (+3% rispetto al 2013) che raggiungono la quota pro-capite nazionale di 3,81 kg per abitante, di poco inferiore

Import ed export di rifiuti in Italia

alla soglia di 4 kg fissati come target a fine 2015 (ma nei prossimi tre

Questa edizione del Rapporto, oltre ad approfondire le dinamiche delle

dovrà essere raccolta una quantità più o meno tripla); si avvicina agli

diverse filiere del riciclo, apre un innovativo focus sulle attività di import

obiettivi europei il tasso di reimpiego e riciclo dei veicoli fuori uso, che

ed export dei rifiuti.

raggiunge l’80,3% (ma è il recupero energetico a mancare l’obiettivo).

I rifiuti urbani e speciali scambiati dall’Italia con l’estero nel 2014 sono

Mostrano vitalità anche il riciclo degli pneumatici con 129.000 tonn.

pari a 5,9 Mt per l’import e 3,8 Mt per l’export. Entrambi i flussi sono in

recuperate e quello dei rifiuti tessili che aumenta del 12% con 124.000

crescita rispetto agli anni precedenti.

tonnellate.

Si tratta prevalentemente di rifiuti di tipo non pericoloso (98% nell’ambito dell’import e 77% dell’export). I flussi in entrata dall’estero sono costituiti

“Il Rapporto evidenzia come il riciclo in Italia sia riuscito a resistere alla

soprattutto da metalli: la dinamica dell’import va letta quindi come la

recessione prolungata restando competitivo”, ha dichiarato Anselmo

crescita consistente, in un periodo di crisi economica, di materie prime

Calò, Presidente di UNIRE, “Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi sui

derivate dai rifiuti come fonte di approvvigionamento dell’industria

cambiamenti climatici appena concordati a Parigi, il riciclo di materia

italiana. D’altro canto il graduale aumento delle esportazioni, dovute

può svolgere una funzione fondamentale dovuta al risparmio di energia

soprattutto ad attività di trattamento di rifiuti e processi termici, riflette

6

6/2015


l’Ambiente

2012

2013

2014

kt

%

kt

%

kt

%

Variazione % delle quantità 2014 / 2013

Variazione % delle percentuali 2014 / 2013

Acciaio

332

75

320

76

335

74

5

-2

Alluminio

41

61

44

67

47

74

7

7

Carta

3.594

84

3.531

85

3.482

80

-1

-5

Legno

1.257

54

1.400

56

1.539

60

10

4

Plastica

770

38

751

37

790

38

5

1

Vetro

1.568

69

1.596

71

1.615

70

1

-1

Totale

7.562

67

7.642

67

7.808

66

2

-1

Tabella 1 - Riciclo imballaggi (migliaia di tonnellate e %) - 2012/2014 (Fonte: L’Italia del Riciclo).

Pericolosità

Import

Export

Non pericolosi

5.734.586

2.905.756

Pericolosi

130.569

890.505

Totale

5.856.155

3.796.261

Tabella 2 - Import ed export di rifiuti per classe di pericolosità (t.) (Fonte: L’Italia del Riciclo).

la mancanza di interventi a favore dell’efficientamento della gestione dei

L’import dei rifiuti

rifiuti prodotti in Italia, che mostrano peraltro una sostanziale stabilità

Nel 2014 le importazioni di rifiuti in Italia ammontano a 5,9 Mt.;

negli ultimi anni.

la tipologia importata in maggiore quantità è quella dei rifiuti da

Mentre l’import riguarda essenzialmente il Nord-Italia (96% del totale

costruzione e demolizione, con una netta prevalenza di materiali ferrosi,

in entrata dall’estero nel 2014), l’export è invece un fenomeno che

che rappresentano quasi la metà del totale in entrata da oltreconfine;

interessa anche il Centro-Sud (37% del totale in uscita). Guardando poi

seguono i rifiuti derivanti da trattamento di rifiuti e reflui con il 30% e

alle aree geografiche estere di provenienza, i Paesi europei risultano

quelli da trattamento fisico dei metalli con poco più del 15%. Il 77%

predominanti in entrambi i tipi di scambio, ma per l’import arrivano

dei rifiuti importati nel 2014 è formato da metalli, in larga parte di tipo

a coprire la quasi totalità dei rifiuti in entrata in Italia (99% nel 2014),

ferroso; segue il legno, che pesa per l’11% sul totale importato.

mentre per l’export si attestano al 77% delle quantità in uscita. Altre evoluzioni significative nel periodo riguardano metalli non ferrosi, Nel 2014 le imprese e gli enti italiani che hanno conferito rifiuti entro

metalli ferrosi e RAEE che aumentano rispettivamente di circa il

i confini nazionali sono state oltre 1,3 milioni, operanti attraverso un

120%, 50% e 900%: in altri termini, se nel 2009 si importavano 1 t.

numero di Unità Locali (UL) che ha raggiunto i 2,5 milioni. I soggetti

di metalli non ferrosi, 1 t. di metalli ferrosi e 1 t. di RAEE, nel 2014 tali

che invece hanno importato rifiuti dall’estero sono stati poco più di 800

quantità sono cresciute fino a raggiungere, nell’ordine, 2,2, 1,5 e 10

(circa 870 UL) e quelli che li hanno conferiti a gestori oltreconfine sono

t., indicando chiaramente un ricorso crescente all’utilizzo di materiali

stati oltre 1.280 (circa 1.420 UL).

recuperabili dai rifiuti e, quindi, una concreta transizione del sistema

A importare i rifiuti sono esclusivamente imprese che svolgono, a diverso

produttivo italiano verso logiche di economia circolare e green

titolo, attività di gestione dei rifiuti, mentre gli operatori che esportano

economy. Rispetto alla movimentazione totale dei rifiuti, l’import pesa

all’estero sono, anche se con minore incidenza, i produttori iniziali: nel

per il 3,4%. Per alcune filiere tale flusso costituisce una fondamentale

2014, infatti, la quantità spedita oltreconfine deriva in prevalenza da

fonte di approvvigionamento, ad esempio l’import di metalli ferrosi e

gestione (68% del totale esportato) e, più nel dettaglio, da attività di

non rappresenta il 30% del totale movimentato di tali rifiuti.

trattamento intermedio dei rifiuti. L’export dall’Italia è quindi attribuibile, per la maggior parte, a pochi operatori specializzati del settore della

Il 51% dei rifiuti importati in Italia è destinato al Nord-Ovest e il 45%

gestione che, a loro volta, raccolgono i rifiuti da un bacino nazionale

al Nord-Est, mentre al Centro-Sud è indirizzato solo il restante 4% del

molto più ampio. Nel 2014 le UL italiane che ricevono rifiuti dall’estero,

totale in entrata dall’estero: l’importazione di rifiuti è quindi un fenomeno

risultano in aumento del 45% rispetto al 2009.

che riguarda, principalmente, imprese ed enti del Nord Italia.

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7


Scienza & Inquinamento La plastica rappresenta la quota più rilevante (14% del totale) dei rifiuti in uscita dal Paese, seguita dalla carta (10%) e dai metalli ferrosi e non (5%). Tra i rifiuti maggiormente esportati figurano le ceneri di carbone per quasi 680.000 t., i rifiuti da desolforazione di fumi (225.000 t.) e rifiuti pericolosi stabilizzati (circa 200.000 t.). Tra gli altri rifiuti con quantità esportata superiore a 100.000 t., si trovano inoltre rifiuti non pericolosi da trattamento meccanico di rifiuti, materiali di costruzione contenenti amianto e miscugli contenenti almeno

Grafico 1 - Import rifiuti: distribuzione percentuale per tipologia di rifiuto (%) 2014 (Fonte: L’Italia del Riciclo).

un rifiuto pericoloso. Si può ritenere, da un lato, che i rifiuti recuperabili evidentemente rimangono in larga misura all’interno dello stesso sistema nazionale e, dall’altro, che l’esportazione è legata, in parte, a deficit impiantistici soprattutto per la gestione dei pericolosi e, in parte, a una maggiore convenienza economica. Dal 2009 al 2014, l’export di carta aumenta leggermente (+11%), mentre sale in misura molto superiore quello di plastica (circa +120%). Per quanto riguarda i RAEE, nonostante l’export rappresenti una componente apprezzabile della loro movimentazione complessiva, si registra un calo di quasi il 25%. L’export di rifiuti incide in misura pari al 2% sul totale

Grafico 2 - Export di rifiuti: distribuzione percentuale per gruppo merceologico (%) - 2014 (Fonte: L’Italia del Riciclo).

movimentato. L’impatto percentuale più rilevante dell’export sulle singole filiere riguarda i RAEE (il 15% va all’estero) e gli pneumatici fuori uso (13%). La destinazione dei rifiuti esportati dall’Italia è

Con riferimento ai metalli, per quelli di tipo ferroso l’import è diretto

principalmente europea (77%), in particolare in direzione del Centro-

soprattutto al Nord-Est (61% del totale importato) e Nord-Ovest (39%),

Europa, mentre si evidenzia un peso rilevante dei Paesi mediorientali

dove è localizzata la maggior parte dei siti di produzione siderurgica del

e asiatici che ricevono il 20% del totale in uscita dai confini italiani nel

Paese; per i metalli non ferrosi, invece, il flusso in entrata dall’estero avviene

2014.

fondamentalmente in direzione Nord-Ovest (81% del totale importato),

Nel merito dei singoli raggruppamenti di rifiuti, emerge con evidenza il

macro-area notoriamente caratterizzata da una forte concentrazione

ruolo della Cina (dove arriva, ad esempio, oltre il 50% dei RAEE esportati)

dell’industria metalmeccanica. Tra le Regioni, la Lombardia si posiziona al

e si notano il peso della Corea del Sud e del Pakistan tra le prime

primo posto, importando quasi la metà di tutti i rifiuti in entrata nel Paese,

destinazioni estere, nell’ordine, degli pneumatici fuori uso e dei RAEE

segue il Friuli Venezia Giulia, che riceve oltre il 30% del totale importato.

(18% e 16% dei rispettivi quantitativi spediti oltreconfine dall’Italia).

La provenienza dei rifiuti che arrivano in Italia dall’estero è per il 99%

L’esportazione di rifiuti all’estero è quindi un fenomeno che riguarda in

europea. Il primo Paese per quantità importata è la Germania, che pesa

modo generale imprese ed enti di tutto il Paese e non solo di una parte

il 20% sul totale dei rifiuti che entrano in Italia dall’estero; seguono

dello stesso, come risulta invece con riferimento all’import. La prima

Francia e Svizzera con quote pari rispettivamente al 17% e 14%. Nel

Regione per volume di rifiuti esportati è la Lombardia che singolarmente

complesso da questi primi 3 Paesi proviene una parte rilevante del

pesa per circa il 25% sul totale in uscita dal Paese nel 2014; seguono

totale importato, il 52%, che denota comunque una concentrazione

il Veneto e la Puglia (quest’ultima in relazione ad alcuni grossi impianti)

territoriale minore rispetto a quella dei punti di arrivo in Italia.

con quote, nell’ordine, del 15% e 12%.

L’Export di rifiuti

Gestione dei rifiuti

Le esportazioni di rifiuti dall’Italia verso l’estero si attestano a 3,8 Mt.

In totale l’81% della quantità inviata all’estero risulta destinato ad attività

nel 2014: le quantità in uscita più alte sono relative ai rifiuti derivanti

di recupero (70% di materia e 11% di energia), a fronte di una quota di

dal trattamento di altri rifiuti e a quelli da processi termici, che

recupero dei rifiuti oggetto del flusso di movimentazione nazionale che

complessivamente costituiscono il 74% del totale spedito oltreconfine.

si attesta al 67% (64% di materia e 3% di energia).

8

6/2015


l’Ambiente

Gruppo merceologico

Categoria di rifiuto

CER

Import

Export

% Tasso di sostituzione import

Carta

Carta e cartone da urbani

200101

6.957

21.090

100,0

Carta e cartone da TM di rifiuti

191201

6.041

304.332

100,0

Imballaggi in carta e cartone

150101

5.178

37.872

100,0

Imballaggi di plastica

150102

59.245

135.090

100,0

Plastica e gomma da TM di rifiuti

191204

21.510

363.148

100,0

Rifiuti plastici

070213

30.626

5.179

16,9

Metalli non ferrosi da TM di rifiuti

191203

132.366

91.231

68,9

Rame, bronzo, ottone da C&D

170401

123.544

32.459

26,3

Limatura e trucioli non ferrosi

120103

206.894

15.213

7,4

Metalli ferrosi da TM di rifiuti

191202

698.404

26.222

3,8

Ferro e acciaio da C&D

170405

2.024.530

20.770

1,0

Limatura e trucioli ferrosi

120101

597.859

10.464

1,8

Componenti non pericolosi da AEE

160216

18.145

65.050

100,0

AEE non pericolose

160214

1.304

30.367

100,0

Plastica

Metalli non ferrosi

Metalli ferrosi

RAEE

Tabella 3 - Import ed export di rifiuti: quantità in tonnellate e tasso di sostituzione potenziale dell’import, per categoria di rifiuto, con focus sulle più rilevanti (t. e. %) - 2014.

Guardando alla gestione in Italia dei rifiuti importati si evidenzia invece

soddisfacimento del fabbisogno interno chiudendo il ciclo di gestione

una performance molto più virtuosa, corrispondente all’avvio pressoché

nell’ambito del sistema produttivo nazionale, ma abbia potenzialità

esclusivo a operazioni di recupero di materia; questo conferma

tali da assorbire queste matrici di rifiuto anche dall’estero e avviarle a

l’osservazione secondo cui il fenomeno rifletta la pratica, sempre più

recupero. L’analisi simultanea dei dati di import e di export consente

diffusa a livello industriale, di acquisire rifiuti dall’estero per impiegarli in

inoltre di evidenziare le “sovrapposizioni” esistenti tra i flussi, con

sostituzione di materie prime.

l’obiettivo di individuare tra i rifiuti esportati i potenziali “succedanei” di

Entrando nel merito dei singoli gruppi merceologici analizzati, i dati sulla gestione nei Paesi oltreconfine sono fondamentalmente allineati con quelli della gestione in Italia, ma per quanto riguarda la plastica, il legno e gli pneumatici fuori uso, all’estero una quota notevole viene destinata al recupero energetico (22%, 62% e 43%, nell’ordine) anziché a quello di materia. Si rafforza quindi la considerazione che la carenza a livello nazionale di impianti di gestione sia una delle ragioni che spinge imprese ed enti a spedire all’estero i propri rifiuti, soprattutto se pericolosi. Per quanto riguarda i rifiuti pericolosi e i non pericolosi da trattamento meccanico, che in Italia vengono sostanzialmente avviati a smaltimento, si osserva come all’estero trovino invece collocazione, almeno in parte, in attività di recupero, sia di materia sia di energia.

quelli importati. In questo modo la movimentazione dei rifiuti viene letta in una logica di economia delle risorse, per cui l’import è considerato un’acquisizione e l’export, al contrario, una cessione di risorse. Valutando quindi l’interscambio (inteso come lo scambio reciproco tra l’Italia e i Paesi esteri) degli stessi rifiuti, si può misurare il potenziale di riduzione, da una parte, della dipendenza dall’estero e, dall’altra, della lunghezza della filiera di approvvigionamento per gli impianti italiani. Le categorie di rifiuto oggetto di interscambio tra l’Italia e l’estero pesano per circa 450.000 t. ovvero l’8% sul totale importato. Nella Tabella 3 si riportano i dati riferiti alle categorie di rifiuto più rilevanti: la quantità più alta di interscambio si rileva per i metalli non ferrosi da trattamento meccanico (TM) di rifiuti che si attesta, nel 2014, a oltre 90.000 t.; se tale quantità in uscita venisse intercettata a favore degli impianti italiani che ricevono

Confronto import - export

quella stessa categoria di rifiuto dall’estero, potrebbe sostituire quasi il

Osservando in maniera integrata i flussi in entrata e in uscita dall’Italia,

70% dell’import. Seguono gli imballaggi in plastica che, con una quantità di

si nota in primo luogo che la quantità di vetro e legno conferita all’estero

interscambio di circa 60.000 t., potrebbero abbattere quasi completamente

è quasi irrilevante, mentre vi è un cospicuo flusso in entrata: questo

l’import. Per la carta e i componenti da apparecchiature elettriche ed

evidenzia come, per tali gruppi merceologici, l’industria dei settori

elettroniche la quantità esportata è notevolmente superiore a quella in

manifatturieri e del trattamento dei rifiuti non solo garantisca il pieno

entrata per cui potrebbe coprire, fino ad azzerare, il flusso di importazione.

6/2015

9


Scienza & Inquinamento

La gestione idrica degli spazi verdi Luigi Fanizzi, Ecoacque® - Email: info@ecoacque.it

In un’ottica di applicazione della Legge “Norme per lo sviluppo degli spazi

L’evapotraspirazione media annua è data dalla somma dei 12 valori

verdi urbani” (L. 14 gennaio 2013, n. 10) e delle Linee guida, di cui alle

mensili, ossia:

Norme UNI/PdR 8:2014 (Linee guida per lo sviluppo sostenibile degli

ET0 (mm) ≅ 270 · e 0,0644 ∙ Tm

spazi verdi – Pianificazione, progettazione, realizzazione e manutenzione), l’utilizzo del presente studio, vuole consentire, ai professionisti del settore

mentre, l’evapotraspirazione media giornaliera, si ottiene dividendo

ed alla società civile, di orientarsi verso la corretta gestione idrica degli

quella media mensile per il numero di giorni. Si riporta, a titolo

spazi verdi. L’obiettivo dell’irrigazione è il reintegro della capacità di

esemplificativo, il calcolo dell’evapotraspirazione media giornaliera nei

campo, ossia dell’acqua che viene progressivamente eliminata dal terreno.

mesi estivi di Giugno, Luglio, Agosto, utilizzando i dati rinvenienti dalla

Questo concetto può essere espresso ricorrendo al concetto dell’Evapo-

stazione meteorologica di Bari-Palese (Figura 1):

Traspirazione (ET): si tratta di un coefficiente che esprime la somma dell’acqua persa dalla superficie del terreno per evaporazione ed usata, dalle piante, per traspirazione. Molti fattori influenzano l’ET, ma oltre quelli

Si ottiene un valore medio giornaliero, per la stagione estiva, pari a 4,5 [mm/d] (Tabella 1):

relativi al tipo ed età della pianta, sono significativi i fattori meteorologici. Per il reperimento delle informazioni relative ai dati meteorologici, in

Bari-Palese

Giugno

Luglio

Agosto

MEDIA

relative alle singole difformità locali dal modello di riferimento. Per il calcolo

Tmax media [°C]

26,8

29,2

29,2

28,4

dell’Evapotraspirazione Colturale ETC (Crop), si preferisce partire da una

Tmin media [°C]

16,7

19,3

19,4

18,47

Δte [°C]

10,1

9,9

9,8

9,93

Tmedia [°C]

21,75

24,25

24,3

23,43

Ur [mm/mm]

0,66

0,65

0,67

0,66

ET0 [mm/d]

4,1

4,8

4,6

4,5

genere, si impiega una stazione meteo, che può fornire informazioni

domanda climatica dell’atmosfera ad un sistema terreno-pianta, a cui il sistema risponde con un’effettiva evapotraspirazione di acqua. La domanda climatica si chiama Evapotraspirazione Potenziale, per definirla (P.G. Megale, 2010), si fa riferimento ad una situazione, specifica, standard (ET0):  prato pianeggiante ed uniforme di Festuca arundinacea;  in condizioni di rifornimento idrico ottimale (ottimali condizioni di

Tabella 1 - Valore medio d’evapotraspirazione giornaliera nella stagione estiva.

umidità del suolo);  tenuto a un’altezza tra 8 cm e 15 cm;  sufficientemente esteso da evitare effetto oasi;  esente da fitopatie ed in perfetto stato nutrizionale (assenza di fattori limitanti).

Inoltre, essendo la temperatura massima media, di mezza estate, compresa tra 21 e 32 [°C], e l’umidità relativa media di mezza estate è superiore al 50% (66%), il clima risulta essere di tipo caldo umido (Tabella 2):

ETC = ET0· KC ove KC = coefficiente colturale (rapporto tra l’ET della coltura da irrigare,

Clima

Condizioni Termoigrometriche

Allen et Al., 2006). Una semplice relazione, di uso comune, è quella

Freddo umido

T < 21°C; Ur > 50%

proposta dal Serra, che richiede, per la stima dei valori mensili di ET0, la

Freddo secco

T < 21°C; Ur < 50%

conoscenza dell’umidità relativa e delle temperature (temperature medie

Caldo umido

21°C ≤ T ≤ 32°C; Ur > 50%

Caldo secco

21°C ≤ T ≤ 32 °C; Ur < 50%

Molto caldo umido

T > 32°C; Ur > 50%

Molto caldo secco

T > 32°C; Ur < 50%

in assenza di fattori limitanti, e quella del prato di riferimento; R. G.

ed estreme). La formula di A. Serra, per il calcolo dell’evapotraspirazione mensile è la seguente (A. Di Bernardo, 2013): ET0 (mm) = 180 · [(1 − Ur)/2] · [1 − (ΔTe/2)/1000]· e 0,0644 · Tm ove:  Ur (mm/mm) = umidità media relativa del mese;  Tm (°C)

= temperatura media del mese;

 ΔTe (°C)

= differenza fra le temperature estreme del mese (Tmax media – Tmin media).

10

Freddo: Temperatura massima media, di mezza estate, inferiore a 21°C; Caldo: Temperatura massima media, di mezza estate, superiore a 32°C; Umido: Umidità media relativa, di mezza estate, superiore al 50%; Secco: Umidità media relativa, di mezza estate, inferiore al 50%.

Tabella 2 - Tipologia di clima (S. Specchioli, 2003).

6/2015


l’Ambiente

Figura 1 - Medie climatiche e valori massimi e minimi assoluti pubblicati nell’Atlante Climatico d’Italia del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare (1971 ÷ 2000). Da tale valore igrometrico, è possibile ricavare il valore dell’evapotra-

porre gli irrigatori, quale distanza lasciare tra un irrigatore e l’altro, dove

spirazione effettiva, moltiplicando l’evapotraspirazione potenziale di

far passare i tubi interrati e dove mettere i raccordi.

riferimento per il coefficiente colturale Kc (Tabella 3).

Si procede con la disposizione degli erogatori. La ditta che fornisce

In Tabella 3 sono riportati i coefficienti colturali Kc relativi al prato misto

l’impianto di irrigazione, mette a disposizione del progettista tutti i

nei tre diversi stadi di sviluppo (iniziale, medio e finale) ed in differenti

dati necessari per il progetto. In particolare, per ogni tipo di erogatore,

condizioni climatiche (umidità relativa e ventosità; J. Doorenbos and

vengono forniti i dati sulle sue caratteristiche, quali ad esempio, la

W.O. Pruitt, mod., 1977). Nel caso in esame, essendo l’umidità relativa

distanza del getto (raggio), il raggio d’azione del settore, la portata

compresa fra il 20% ed il 70% e la velocità del vento compresa tra 5

oraria, la distanza minima tra un irrigatore e l’altro (80% del diametro

(m/s) e 8 (m/s), si è adottato un valore di Kc = 1,05 che determina un

della gittata). Nella tabella (A. Capra et Al., 2015), sotto riportata

valore di evapotraspirazione colturale effettiva pari a:

(Tabella 4) vengono indicati tre tipi di irrigatori (Tipo A, B, C) con la relativa tabella dei consumi (Tabella 5).

ETC = ET0 · Kc = 4,5 [mm/d] · 1,05 = 4,7 [mm/d]

Per porre bene gli irrigatori è necessario metterli a una distanza inferiore

Stabilito il fabbisogno idrico giornaliero, per poter progettare un impianto

al diametro della gittata (circa 80%). Ad esempio, se il raggio (la distanza

irriguo occorre innanzitutto conoscere due elementi fondamentali (A.

della gittata) è di 3,5 metri, la distanza consigliata fra gli irrigatori è di 7

Taccolini, 2015):

metri x 0,80 = 5,5 metri circa (Figura 2).

 Qual è la superficie da irrigare e come è distribuita;

La parte più complicata del progetto è quella concernente la posizione

 Qual è la portata dell’acqua disponibile.

degli irrigatori e dei relativi settori, in modo tale che tutta l’area venga

La prima cosa da fare è la stesura di una planimetria in scala (1:100,

completamente bagnata. Per fare questo, dopo avere riportato in una

1:200). È importante riportare fedelmente, nella cartografia, tutti i rilievi

mappa l’area da irrigare e quella non interessata all’intervento irriguo, è

topografici con estrema precisione, per decidere il tipo di irrigatore da

necessario decidere il tipo di irrigatore da utilizzare. Le scelte ricadono

impiegare e il raggio di azione del getto (90°, 180°, 270°, 360°), dove

in genere su due tipologie, l’irrigatore statico con gittata di 3,5 metri o

Umidità relativa minima (%) > 70

Coltura

Prato misto

< 20

Velocità vento (m/s) 0-5

5-8

0-5

5-8

1,05 - 0,55 - 1,00

-

1,15 - 0,55 -1,05

1,20 - 0,55 - 1,10

Tabella 3 - Coefficienti colturali Kc.

6/2015

11


Scienza & Inquinamento

Figura 2 - Esempio disposizione irrigatori.

irrigatori a turbina che consentono di avere gittate anche più ampie (3,5

 una volta completati i settori (angoli, zona perimetrale, spigoli della

m, 6,5 m, 9,5 m). Se la superficie da irrigare è abbastanza contenuta (es.

casa) si completa l’impianto con altri irrigatori, che in genere possono

fino a 150 m2) si consigliano irrigatori statici con gittata di 3,5 metri, se

avere settori di 180° o 360° a seconda dei casi.

invece le superfici sono più grandi, si possono utilizzare gli irrigatori a Si riporta di seguito, un esempio di posizionamento di irrigatori per

turbina, con una gittata maggiore.

un’area, ubicata nell’agglomerato urbano del Comune di Bari, adibita a Per tracciare le aree irrigue si procede nel seguente modo (N. Metwaly

giardino ornamentale, in un terreno di medio impasto, inverdito con prato

et Al., 2006):

a Dichondra repens (sp. Macroterma, specie mediterranea adatta; M.

 si inizia dalle zone d’angolo, dove vanno posti irrigatori con settore di 90°, ponendo gli irrigatori ad una distanza vicino per quanto possibile a quella consigliata (80% del raggio d’azione);  si completa l’area perimetrale con irrigatori che coprono un settore di

Pallavicini, 2015), avente dimensione di 21,5 m x 33,5 m sulla quale è presente una abitazione di 13,0 m x 15,0 m come riportato in Figura 3. I dati progettuali sono quelli indicati in Tabella 6. In totale, su un’area di 525 m2 si distribuiscono 196 litri/minuto.

180°;  per gli angoli della casa o di altre zone limitrofe (esempio veranda), si

Considerando un fabbisogno idrico giornaliero medio di 4,7 [mm/d],

mettono degli irrigatori ad angolo che coprono un settore di 270°;

equivalente a 4,7 [litri/m2], si può individuare il tempo minimo di

IRRIGATORI MERCATALI DISPONIBILI (Distanze consigliate e Settori) Tipo di Irrigatore

Raggio

Distanza fra irrigatori [m]

Settori [°]

A

3,5

5,5

90-180, 270-360

B

6,5

10

90-180, 270-361

C

9,5

15

90-180, 270-362

Tabella 4 - Esempio di tipologia di irrigatori commerciali disponibili.

TABELLA DEI CONSUMI SETTORE

90°

180°

270°

360°

TIPO A

6 litri/minuto

7 litri/minuto

9 litri/minuto

11 litri/minuto

TIPO B

9 litri/minuto

12 litri/minuto

14 litri/minuto

17 litri/minuto

TIPO C

16 litri/minuto

20 litri/minuto

25 litri/minuto

25 litri/minuto

Tabella 5 - Consumi irrigatori.

12

6/2015


l’Ambiente funzionamento, delle varie elettrovalvole della rete, esprimendo il fabbisogno in litri, nel modo seguente: 196 L’/525 m2 = 0,37 L’/m2 e, quindi 4,7 L/0,37 L’/m2 ≅ 13 minuti (minuti di funzionamento) Per

una

determinazione

rigorosa

del

turno

irriguo (intervallo di tempo tra due adacquamenti consecutivi) e dell’orario irriguo (durata di ogni singolo adacquamento), occorre considerare una serie di parametri (costanti idrologiche) legati alla idrologia del terreno, di cui si riporta, di seguito,

Figura 3 - Esempio posizionamento irrigatori.

una descrizione dettagliata (C. Cometti, 2011). La capacità di campo CC è l’umidità del terreno

quando è completa la saturazione dei micropori. È la massima umidità

già detto, di norma l’adacquamento deve avvenire quando l’umidità

che il terreno può avere una volta allontanata l’acqua gravitazionale. In

del suolo ha raggiunto il punto di intervento PI, fissato in modo da

questo stato le piante producono il minimo sforzo per asportare l’acqua

assicurare che il contenuto idrico del terreno non scenda al di sotto di

dal suolo. Il punto di appassimento PA è l’umidità del terreno quando il

una certa percentuale π dell’acqua utilizzabile, il volume specifico netto

suo contenuto idrico non è sufficiente per la sopravvivenza delle piante,

di adacquamento WAN risulta (P.G. Megale, 2010):

in quanto la loro capacità di suzione è inferiore alla tensione matriciale.

(

del terreno si mantenga entro tali limiti. In realtà l’attività vegetativa delle colture si riduce sensibilmente anche per umidità ben al di sopra del punto di appassimento, per cui è necessario intervenire con l’irrigazione per evitare che l’umidità del terreno scenda al di sotto di una certa soglia che prende il nome di punto di intervento PI. All’acqua contenuta nel terreno tra CC e PA si dà il nome di acqua utilizzabile; a quella contenuta tra CC e PI si da il nome di acqua facilmente utilizzabile. Obiettivo dell’irrigazione è mantenere un contenuto idrico del terreno compreso tra la capacità di campo CC e il punto di interventi PI. A tale scopo si determina il volume specifico (cioè per ettaro) netto di

)

π WAN = 0,1 ∙ 1 - _____ ∙ (CC - PA) ∙ γts · Zr 100

Per garantire la sopravvivenza delle piante è necessario che l’umidità In cui:

 γ ts è il peso specifico apparente del terreno secco [kg · m-3]  Zr è la profondità dell’apparato radicale, variabile con lo spessore della coltura [m]. In realtà, il volume di acqua da somministrare, volume specifico lordo di adacquamento WAL, deve tenere conto dell’efficienza Ea del metodo irriguo. Pertanto, si avrà:

adacquamento WAN, ossia la quantità di acqua da somministrare allo

WAN WAL = ______ Ea

strato utile per riportare il terreno alla capacità di campo. Poiché, come

Tipo irrigatore

N° Irrigatori

Raggio Gittata [m]

Settore [°]

Q/Irrigatore [L/min]

Qtotale [L/min]

A

4

3,5

90

6

24

A'

3

3,5

180

7

21

B

2

6,5

90

9

18

B'

1

6,5

180

12

12

B''

2

6,5

270

14

28

C

3

9,5

90

16

48

C'

1

9,5

180

20

20

C''

1

9,5

360

25

25

17

-

-

TOTALE

196

TOTALE

Tabella 6 - Dati progettuali degli irrigatori.

6/2015

13


Scienza & Inquinamento Attraverso la conoscenza dei volumi specifici lordi e netti di adacquamento è possibile determinare il turno T: WAN WAL = ______ ETc e l’orario irriguo Oi: WAL [mm] ∙ S [m2] Oi = ____________________ 100 ∙ Q [m3/h] Pertanto, considerate le seguenti costanti idrologiche: CC = 22,8%, PA = 10,7, acqua utilizzabile (π) = 40% e i parametri γ ts = 1340 kg · m-3, Zr = 0,10 m (0,10 m ÷ 0,25 m), si ottiene un volume specifico netto di adacquamento WAN ≅ 10 mm. Fissata una efficienza del metodo irriguo Ea pari all’80%, si ottiene un volume specifico lordo di adacquamento WAL ≅ 12 mm. Si ricavano quindi un turno irriguo

Figura 4 - Umidità del terreno per effetto dell’irrigazione.

T pari a 2 giorni e un orario irriguo Oi pari a circa 32 minuti. Adottando questa pratica irrigua, quindi, somministrando il WAL, l’umidità del terreno tornerà in breve tempo alla

I dati necessari alla realizzazione dell’impianto di sollevamento sono:

CC per poi scendere nuovamente e risalire all’adacquata successiva, secondo l’andamento a dente di sega (Figura 4).

 portata totale irrigatori: Q = 11,76 m3/h

Nel caso in cui non si disponga di acqua sufficiente all’irrigazione,

 pressione media agli irrigatori: h = 1,5 Bar = 15 m c.a.

potrebbe essere necessario prevedere l’installazione di una cisterna

 pressione di esercizio in testa all’impianto di irrigazione: He = 1,15·15

con annesso impianto di sollevamento. Per il dimensionamento della

= 1.725 Bar = 17,25 m c.a.

cisterna di compenso occorre considerare la portata complessiva

 dislivello: Hg = 0,5 m

dell’impianto e l’alimentazione fornita dall’acquedotto.

 lunghezza della condotta di aspirazione: La = 2 m

Nel caso in esame, considerando una portata complessiva dell’impianto

 lunghezza della condotta premente: Lp = 50 m

pari a 196 L/min e un’alimentazione fornita dall’acquedotto di 42 L/min

 altezza della pompa sull’acqua: Za = 2,25 m

(ottenuta considerando una pressione a monte del rubinetto pari a 2 bar e un diametro interno del rubinetto di 16 mm, come indicato in tabella

Si procede, quindi, con l’individuazione della pompa. Si parte

7), il volume di compenso risulta pari alla differenza tra il fabbisogno

dall’individuazione di un diametro di tentativo, imponendo un valore di

idrico giornaliero e l’alimentazione fornita. Nel caso in esame risulta:

velocità in condotta pari a 1,5 m/s:

Fabbisogno idrico giornaliero = 196 L/min · 32 min = 6272 L Alimentazione acquedotto = 42 L/min · 32 min = 1344 L

Q 0,003267 [m3/s] DTEORICO = 2 · _____ = 2 · __________________ = 0,052 m 3,14 · 1,5 [m/s] π · U0

Da cui si ricava un volume di compenso della cisterna pari a circa 5000

Trascurando le perdite nella condotta di aspirazione ed applicando la

L (5 m3).

formula di Blasius alla premente (tubo in PEAD):

Qualora il progetto preveda la realizzazione e l’impiego di sistemi

Q1,75 0,0032671,75 Ha + Hp = J · Lp = 0,00078 · ______· Lp = 0,00078 · _____________· 50 = 2,06 m c.a. 4,75 D0 0,0524,75

di raccolta e uso integrativo compatibile delle acque piovane (L.R. Puglia 9 dicembre 2013, n. 26), da destinare all’irrigazione del verde ornamentale, al fabbisogno idrico di progetto, altrimenti necessario, deve essere detratto il volume idrico meteorico “VM” [m3/mese], così recuperato e risparmiato (Norme UNI/TS 11445:2012 – Impianti per la raccolta e l’utilizzo dell’acqua piovana per usi domestici diversi dal consumo umano; L. Fanizzi 2014). Definito il volume della cisterna occorre progettare l’impianto di sollevamento, ossia occorre procedere a (P. G. Megale, 2011):

La prevalenza manometrica totale orientativa è: HTO = Hg + He + J · Lp = 0,5 + 17,25 + 2,06 = 19,81 m La pompa individuata per l’impianto è una pompa centrifuga autoadescante (Figura 4 con prefiltro, la quale, alla portata di esercizio, fornisce H = 20,5 m c.a.

 individuazione della pompa;

Scelto il tipo di pompa, occorre dimensionare la condotta di aspirazione

 dimensionamento della condotta di aspirazione;

e la condotta premente. Per quanto riguarda la condotta di aspirazione

 dimensionamento delle tubazioni.

la casa costruttrice fornisce un valore di NPSH pari a 2 metri, da cui si

14

6/2015


l’Ambiente

Figura 5 - Schema dispositivo di una pompa centrifuga ad asse orizzontale (mod. A. Capra, 2015).

Portata secondo la pressione dei rubinetti d'erogazione Diametro interno del rubinetto in pollici e millimetri Pressione a monte del rubinetto

3/8 "

½"

¾"

1"

1” ¼

1” ½ "

11

16

22

27

36

41

[Bar] Portata [L/s] 0,5

0,24

0,39

0,62

1,2

1,85

2,5

1

0,34

0,57

0,87

2

3,1

4,2

2

0,45

0,7

1,24

2,8

4,2

5,8

3

0,54

0,86

2,1

3,4

5,3

7,2

4

0,62

1,0

2,4

3,9

6

8,4

5

0,69

1,1

2,7

4,4

6,7

9,4

6

0,75

1,2

2,9

4,8

7,3

10,2

7

0,8

1,3

3,1

5,2

7,8

11

8

0,85

1,4

3,3

5,6

8,3

11,8

9

0,9

1,48

3,5

5,9

8,8

12,5

10

0,95

1,56

3,7

6,2

9,3

13

Tabella 7 - Portata secondo la pressione dei rubinetti d’erogazione (A. Gallizio, 1990).

6/2015

15


Scienza & Inquinamento

Figura 6 – Pipelines.

TUBI POLIETILENE φ esterno [mm]

PE 100

PE 80

PFA* 10

PFA 12,5

PFA 16

PFA 25

PFA 8

PFA 12,5

PFA 20

20

-

-

16,0

14,0

-

-

14,0

25

-

21,0

20,4

18,0

-

-

18,0

32

-

27,2

26,0

23,2

-

26,0

23,2

40

-

34,0

32,6

29,0

-

32,6

29,0

50

44,0

42,6

40,8

36,2

44,0

40,8

36,2

63

55,4

53,6

51,4

45,8

55,4

51,4

45,8

75

66,0

63,8

61,4

54,4

66,0

61,4

54,4

90

79,2

76,6

73,6

65,4

79,2

73,6

65,4

110

96,8

93,8

90,0

79,8

96,8

90,0

79,8

* PFA (pressione di esercizio ammissibile - Pression de Fonctionnement Admissible): "Pressione idrostatica massima che un componente è in grado di sostenere durante l'esercizio". Tabella 8 - Diametri commerciali tubazioni.

16

6/2015


l’Ambiente ricava il valore limite delle perdite di carico nell’aspirante pari a (A. Capra et Al., 2015):

 collegare il tubo di aspirazione con la pompa attraverso un tubo orizzontale di lunghezza pari ad almeno 6D.

HaLIMITE = H0 − NPSH − Hv − Hc − Za dove  H0 = pressione atmosferica = 10,08 m

Nota la potenza assorbita dall’impianto Pa, pari a 1,5 kWh (valore fornito dalla casa costruttrice in funzione del tipo di pompa scelto) e, calcolata la potenza erogata Pe, pari a:

 Hv = pressione di vapore = 0,18 m (considerata T = 16° C)

9,81 ∙ 1000 ∙ 0,003267 ∙ 20,5 Pe = γ ∙ H ∙ Q = ________________________________ = 0,66 kWh 1000

 Hc = altezza cinetica = 0,10 m  Za = altezza della pompa sull’acqua = 2,25 m

si ottiene un rendimento η pari a:

Si ottiene un valore limite HaLIMITE pari a 5,55 m.

Pe η = ______ = 50% Pa

Nella scelta dei diametri commerciali, si è fatto riferimento alla Tabella 8. Considerato un diametro Φest = 75 mm (Φint = 54,4 mm, vedi figura) e, un coefficiente della perdita di carico localizzata nella valvola di fondo β = 15, si ottiene un valore di Ha, la perdita di carico totale nell’aspirazione, pari a:

Definita la condotta di aspirazione, si procede al dimensionamento schematico delle tubazioni di ciascun settore dell’impianto attraverso il metodo della “velocità media costante”, in cui si stabilisce un valore di riferimento della velocità media v del fluido nel moto all’interno della

Ua2 0,0032671,74 1,412 Ha + Ja · La + b · ______ · = 0,00078 · _____________ · 2 + 15 · ______ · 1,19 m ≤ 5,55 m 2g 0,05444,75 2· 9,81

tubazione. Considerata, pertanto, la portata complessiva dell’impianto

Per assicurare le migliori condizioni di funzionamento della pompa,

diametro interno PEAD PE100 PN25 DN 75 mm; Tabella 8), si ottiene

si consiglia di rispettare le seguenti raccomandazioni riguardanti la

un valore di velocità pari a:

Q = 196 L/min, e, il diametro D, pari a 54,4 mm (corrispondente a

tubazione di aspirazione (A. Capra et Al., 2015):

Q v = ______ = 1,41 m/s A

 il pescaggio deve avvenire a distanza pari ad almeno 2D dal fondo e dalle pareti in cemento, ad almeno 3D quando fondo e pareti sono in

mantenendo costante tale valore, e, note le portate in ciascun tronco,

terra; a distanza dalla superficie libera dell’acqua pari ad almeno 4D

si ricavano i diametri teorici di ciascun tronco e si adottano i diametri

per evitare la formazione di eventi moti vorticosi;

commerciali immediatamente superiori ai valori teorici.

Bibliografia [1] A. Gallizio, (1990): ”Impianti Sanitari – Progettazione e tecnica

[8] A. Toccolini (2015): “Piano e progetto di area a verde”, Ed. Maggioli,

d’installazione degli impianti idraulici-sanitari nell’interno degli edifici”,

Santarcangelo di Romagna;

Ed. Hoepli, Milano;

[9] N. Metwaly, N. Grillo (2006) : “Progettazione, realizzazione e gestione

[2] A. Capra, B. Scicolone, (2015): “Progettazione e gestione degli

degli spazi verdi”, Ed. Geva, Roma;

impianti di irrigazione - Criteri di impiego e valorizzazione delle acque

[10] C. Cametti (2001): “L’irrigazione del giardino”, Ed. L’Informatore

per uso irriguo”, Ed. Edagricole, Bologna;

Agrario, Verona;

[3] P.G. Megale, (2010): “Quaderni di idraulica agraria – Richiami di

[11] S. Specchioli (2003): “La progettazione di un impianto di irrigazione”,

idrologia dell’irrigazione”, Dispense tratte dalle lezioni di idraulica agraria

Materiale Didattico del Corso di Laurea di I Livello – Gestione del verde

tenute presso la facoltà di agraria, Ed. Università, Pisa;

urbano e del paesaggio, Ed. Facoltà di Agraria, Università degli Studi,

[4] P.G. Megale, (2011): “Quaderni di idraulica agraria – Sistemi di

Pisa;

sollevamento”, Dispense tratte dalle lezioni di idraulica agraria tenute

[12] J. Doorenbos, W. O. Pruitt (1977): “Guidelines for predicting crop

presso la facoltà di agraria, Ed. Università, Pisa;

water requirements”, FAO irrigation and Drainage Paper 24 revised, Ed.

[5] R.G. Allen, L.S. Pereira, D. Raes, M. Smith, (2006): “FAO Irrigation and

Food and Agric. Organization of the United Nations, Roma.

Drainage Paper No 56 – Crop Evapotranspiration”; Water Resources,

[13] L. Fanizzi (2014): “Impianti per la raccolta e l’utilizzo dell’acqua

Development and Management Service, Ed. FAO, Roma;

piovana per usi domestici diversi dal consumo umano – La nuova

[6] A. Di Bernardo (2013): “Teoria del programma Piena”, Software Piena

specifica tecnica UNI/TS 11445:2012”, Rivista L’Ambiente, n. 6, Ed.

ver. 2.6, Ed. Program Geo, Castiglione delle Stiviere;

G.I.R.S.A., Milano.

[7] M. Pallavicini (2015): “Il giardino mediterraneo”, Ed. Pentagora, Savona;

6/2015

17


Report

Una comunicazione ambientale virtuosa Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR) Giulia Basilici, A.I.C.A., Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale - Email: serr@envi.info

La Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR) è la più grande campagna europea di mobilitazione e comunicazione sul tema dei rifiuti. L’iniziativa è volta a promuovere la realizzazione di azioni di sensibilizzazione sulla prevenzione dei rifiuti nel corso di una sola settimana, l’ultima di novembre, ogni anno. Quest’anno, raccogliendo 5.286 azioni in Italia e più di 12.000 in tutta Europa, l’edizione si è svolta dal 21 al 29 novembre 2015 sotto l’alto patrocinio del Parlamento europeo e con il patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati. La SERR è resa possibile grazie al contributo del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di CONAI e dei sei Consorzi di Filiera: CIAL, COMIECO, COREPLA, COREVE, RICREA e RILEGNO. L’iniziativa coinvolge una vasta gamma di pubblico in tutta Europa e oltre i suoi confini: enti pubblici, imprese, associazioni, scuole e cittadini. L’elaborata campagna di comunicazione ambientale messa in campo intende promuovere tra i cittadini una maggiore consapevolezza sulle eccessive quantità di rifiuti prodotti e sulla necessità di ridurli drasticamente. L’accento è quindi sulla prevenzione dei rifiuti e ogni azione SERR mostra come ogni attore della società – compresi i singoli cittadini – possa, in modo creativo, contribuire a ridurre i rifiuti in prima persona e a comunicare questo messaggio d’azione agli altri. Il progetto è co-finanziato nell’ambito del Programma LIFE+ della Commissione Europea, con l’obiettivo primario di sensibilizzare le istituzioni, i consumatori e tutti gli altri stakeholder circa le strategie e le politiche di prevenzione dei rifiuti messe in atto dall’Unione Europea, che gli Stati membri devono perseguire, anche alla luce delle disposizioni normative (direttiva quadro sui rifiuti, 2008/98/ CE) e in attesa del recepimento del nuovo pacchetto sull'Economia Circolare. Il progetto SERR raccoglie cinque partner europei, fra cui

Figura 1 - Logo della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti.

l’italiana A.I.C.A., Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale, e si concluderà nel 2017. L’attuale SERR è l’evoluzione del progetto che era stato originariamente lanciato nel 2009 (già con il supporto del programma LIFE+). Sulla base del progetto originale, la SERR è stata perfezionata e ampliata e comprende ora numerose nuove caratteristiche, tra le quali le Giornate Tematiche di Prevenzione (Prevention Thematic Days), che ogni anno propongono un tema da affrontare prioritario per l’Europa unita nel campo dei rifiuti; uno

In Italia la SERR rappresenta la maggior campagna italiana di sensibilizzazione sul tema della prevenzione dei rifiuti e, al contempo, la più grande iniziativa alla quale collabora attivamente il Ministero dell’Ambiente sullo stesso tema. L’iniziativa nel nostro Paese è promossa dal Comitato promotore nazionale, composto da CNI Unesco come invitato permanente, Ministero dell’Ambiente e della

European Clean-Up Day annuale a maggio, sotto lo slogan “Let’s Clean

tutela del territorio e del mare, Utilitalia (già Federambiente), ANCI,

Up Europe!” e per il quale A.I.C.A. è coordinatore europeo; l’innovativa

Città metropolitana di Torino, Città metropolitana di Roma Capitale,

inclusione della categoria “cittadini” fra i possibili proponenti di azioni

Legambiente, A.I.C.A. insieme a E.R.I.C.A. Soc. Coop. e Eco dalle città

sulla prevenzione dei rifiuti, riuso o riciclo durante la SERR; strumenti di

in qualità di partner tecnici. Ognuno di questi soggetti porta la voce di

comunicazione dedicati, pensati per categorie-target specifiche.

una parte di società e ne garantisce l’inclusione e la rappresentazione

18

6/2015


l’Ambiente simbolica all’interno della SERR. Unico caso in Europa, il Comitato Promotore italiano è un esempio vincente di come si possano riuscire a mettere insieme stakeholder importanti per una promozione efficace di pratiche virtuose nel campo della riduzione dei rifiuti: l’Italia, infatti, è in testa alla classifica delle nazioni più attive durante la SERR. Anche quest’anno, il nostro Paese si è riconfermato al top in Europa per quanto riguarda la prevenzione dei rifiuti: sono state infatti 5.286 le azioni implementate. Fra le tematiche delle azioni approvate, la quasi totalità ha a che vedere con la prevenzione e la riduzione dei rifiuti a monte, in coerenza con la gerarchia europea di gestione rifiuti. Inoltre un’azione su dieci affronta anche la tematica del riutilizzo e una su venti ha a che fare con la raccolta differenziata. Uno degli obiettivi primari della SERR, il coinvolgimento attivo di cittadini, istituzioni e imprese, è stato pienamente

Figura 2 - Laboratorio di riuso creativo Art-Appart, azione SERR organizzata dall’Associazione Comunicaetica Madeinmurgia.org, 27 novembre, Matera.

centrato anche in questa edizione. Analizzando i dati nel dettaglio, nel 2015 è aumentata in modo evidente la partecipazione dei singoli cittadini (8%) e anche le Pubbliche Amministrazioni (42,5%), già molto attive anche nelle passate edizioni, hanno confermato il loro impegno con un crescente numero di attività proposte anche all’interno delle scuole. Ancora una volta non hanno voluto mancare all’appuntamento grandi player del panorama nazionale: Intesa Sanpaolo, Simply Market e Auchan, il Mercatino Franchising, il Gruppo Leotron (con i suoi Baby Bazar e Mercatopoli) e Humana People to People. Va inoltre evidenziato che alla SERR non partecipano solo iniziative puntuali, inaugurate e concluse nell’arco della settimana: sempre più spesso iniziative strutturate, avviate da mesi o addirittura da anni da importanti soggetti dell’imprenditoria e del mondo delle istituzioni, trovano nella Settimana un’occasione per rendere pubblico (e quindi visibile) il proprio impegno e sviluppare

Figura 3 - Il riciclo creativo “Natale allo Juvara”, azione SERR organizzata dall’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore “A. Manzoni - F. Juvara”, Caltanissetta.

ulteriormente quanto già fatto da tempo. Accade infine che importanti progetti, anche di lungo corso, vengano inaugurati proprio in occasione delle SERR per

parte delle emissioni che contribuiscono al cambiamento climatico di

sfruttare l’effetto amplificatore della campagna europea.

cui si è discusso a Parigi. Se non trasferiti in schemi di riutilizzo, questi prodotti diventeranno rifiuti che dovranno poi essere gestiti. Tali rifiuti

Dematerializzazione: Fare di più con meno!

richiederanno sistemi aggiuntivi di raccolta e di trattamento, il cui costo

Tema di questa edizione è stato la dematerializzazione, che ha riscontrato

può mettere a dura prova i bilanci degli enti pubblici locali e regionali.

l’adesione di circa il 98% delle azioni. Nel 2010, 70 miliardi di tonnellate di

È quindi di fondamentale importanza ridurre i rifiuti alla fonte. Un

risorse naturali (biomasse, carburanti fossili, minerali e acqua) sono stati

modo per mettere ciò in pratica è il consumo intelligente: per questo la

consumati dall’Uomo; questo consumo è di sette volte più alto rispetto

Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti ha scelto, a livello europeo,

al 1950 e rappresenta più o meno il consumo di un Pianeta e mezzo, fra

di proporre ai partecipanti nel 2015 il tema della dematerializzazione:

25 e 30 tonnellate pro capite l’anno (1). Il consumo di prodotti (inclusi loro

usare in maniera intelligente i materiali si traduce direttamente in meno

produzione, trasporto e distribuzione), rappresenta, inoltre, una grande

rifiuti prodotti e maggiore efficienza delle risorse. “Dematerializzazione”

6/2015

19


Report significa usare meno o nessun materiale per fornire all’utente lo stesso

una campagna sui regali dematerializzati, fino agli swap-party (eventi

livello di funzionalità. Concretamente, ciò consta di due aspetti: passare

di scambio e riuso).

dai prodotti ai servizi e migliorare l’utilizzo dei materiali. Sostituire

Infine, quest’anno, ben 88 Action Developer italiani hanno testato gli

i prodotti con dei servizi, condividere e prendere in prestito prodotti,

strumenti comunicativi dedicati della SERR (Targeted Communication

organizzare servizi di gruppo che sostituiscano il possesso individuale

Toolkits), realizzando 180 azioni con l’aiuto di tali kit pensati per specifiche

sono esempi del primo aspetto della dematerializzazione. Nella vita

categorie di proponenti. Fin dai primi anni della Settimana Europea per

di tutti i giorni, questo può voler dire affittare o prendere in prestito

la Riduzione dei Rifiuti nel 2009, infatti, sono state implementate più di

strumenti di lavoro dal vostro vicino di casa o da un collega, far parte

30.000 azioni di sensibilizzazione in materia di prevenzione dei rifiuti in

di una rete di car-sharing invece di possedere una macchina propria,

tutta Europa e oltre. Attingendo da questa vasta esperienza, i partner

ascoltare musica tramite sistemi di distribuzione di musica digitale e

di progetto hanno sviluppato degli strumenti di comunicazione per

recarsi in biblioteca per trovare nuovi libri da leggere (o rileggere). Un

gruppi target specifici. Tali kit sono rivolti a cittadini, scuole, imprese e

altro aspetto della dematerializzazione è la riduzione assoluta o relativa

pubbliche amministrazioni e associazioni. Sono state inoltre sviluppate

nella quantità di materiali necessari per soddisfare le esigenze della

diverse azioni interne che si applicano a varie categorie e si rivolgono,

società. Ciò include, ad esempio, aumentare l’efficienza dell’utilizzo

ad esempio, ai dipendenti o associati di un Action Developer. Sono

dei materiali (utilizzando meno materiali per una specifica funzione)

già disponibili online kit completi per ogni categoria; il kit è composto

o riprogettando tramite eco-design la funzione di oggetti e beni, che

da linee guida generali, da una serie di schede informative sulle azioni

siano più durevoli, facilmente riparabili e prodotti con materiali semplici

specifiche per ciascuna categoria, oltre agli strumenti veri e propri

e separabili correttamente per il riciclo; sostituire materiali pesanti con

in formato digitale. I kit completi sono disponibili nelle 7 lingue del

materiali leggeri, ma anche riutilizzando prodotti in maniera creativa e

progetto, così come ogni altro materiale di comunicazione: inglese,

sociale.

italiano, francese, spagnolo, ungherese, catalano e fiammingo.

La comunicazione ambientale della SERR

La SERR ha un’importante copertura mediatica e riesce a “fare notizia”

La Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti nasce come progetto

su testate sia nazionali che locali, data la sua importanza a livello ampio

LIFE+ Informazione e Comunicazione, prevede quindi una vasta gamma

e la partecipazione sentita anche nelle singole città e regioni. Nel 2015

di strumenti di comunicazione sviluppati per aiutare i Coordinatori

stimiamo che la SERR abbia raggiunto un bacino di pubblico pari a

nazionali e regionali (che agiscono come punto di contatto sul territorio)

16,5 milioni di spettatori/ascoltatori/lettori. Anche quest’anno è stata

e gli Action Developer (proponenti) a promuovere e realizzare le loro

presente in radio: l’ultima intervista è stata quella su Radio Deejay, in

azioni. I materiali sono scaricabili dai partecipanti dal sito www.ewwr.

chiave informale come si addice alla stazione, quando Roberto Cavallo,

eu: si tratta di materiali per la diffusione via web (firma elettronica,

presidente di A.I.C.A., è stato ospite del programma Tropical Pizza,

banner, loghi), manifesti e opuscoli in versione pronta alla stampa che

chiacchierando con il conduttore su quanto gli italiani abbiano espresso,

invitano a partecipare e prevedono l’aggiunta di elementi personali da

durante la SERR, il loro impegno nella riduzione dei rifiuti, nel riuso e nel

parte degli Action Developer, oltre a grandi poster o quadri informativi

riciclo. La SERR è ovviamente molto attiva anche sui Social Network;

che si focalizzano sulle 3R (riduzione, riuso e riciclo, in quest’ordine

Facebook, Twitter e canale YouTube sono seguiti da molti fan interessati.

di priorità nella gerarchia europea di gestione dei rifiuti). Spesso,

I dati di analisi mostrano che le notizie inerenti la SERR 2015 pubblicate

l’Italia ci ha messo del suo e vengono creati materiali specifici: nel

sui profili Facebook o Twitter del progetto - o ad esso direttamente

2014 ad esempio, quando il tema dell’edizione era stato quello dello

connessi (A.I.C.A. ed Erica Soc. Coop.) hanno ottenuto un totale di 360

spreco alimentare, A.I.C.A. e il comitato promotore hanno ideato un

mila visualizzazioni.

pieghevole informativo sul ruolo degli imballaggi nella lotta allo spreco

In particolare, oltre a una copertura sistematica dell’iniziativa, Facebook

di cibo, grazie al contributo di CONAI e dei Consorzi di Filiera, che è

è molto utile per condividere le foto e i materiali prodotti dagli Action

stato distribuito durante l’evento “Stop food waste. Feed the Planet: La

Developer italiani, che sono sempre molto creativi e si impegnano ogni

carta di Bologna contro lo spreco alimentare” organizzato dal Ministero

anno per contribuire alla diffusione del messaggio di riduzione dei rifiuti. Di

dell’Ambiente, del Territorio e della Tutela del Mare in collaborazione

particolare successo, anche quest’anno, sono state le infografiche prodotte

con l’Università di Bologna e all’interno delle attività del Semestre

dal progetto: colorate, d’impatto, con poco testo e grazie a delle immagini

Italiano di Presidenza Europea, il 24 novembre 2014 a Bologna. Le

anche stilizzate riescono a coinvolgere e ad esprimere i punti cruciali

Giornate Tematiche di Prevenzione hanno poi una loro linea di schede

del messaggio SERR. Le infografiche e i materiali prodotti, così come la

informative dall’ampia diffusione sul tema scelto e un poster dedicato,

copertura del progetto attraverso articoli scritti dal Comitato promotore e

ogni anno. Nel 2015, la dematerializzazione ha ispirato una raccolta

dai media partner, sono disponibili sul sito italiano SERR www.menorifiuti.

di schede su specifiche attività legate al “fare di più con meno”. Esse

org e su www.envi.info, il sito dell’Associazione A.I.C.A..

hanno lo scopo di aiutare a organizzare tali attività e, oltre a fornire informazioni di carattere generale, contengono suggerimenti pratici su come preparare e attuare l’azione, nonché una raccolta di esempi. Le

Note

schede vertono su, ad esempio, come organizzare un laboratorio o un

(1)

concorso di eco-design, una rete di condivisione (economia condivisa),

20

UNEP (2015): “Sustainable Consumption and Production: A Handbook for Policymakers - Global Edition”, p.12

6/2015


ACQUA POTABILE: PROBLEMI EMERGENTI E TECNOLOGIE AVANZATE 28 gennaio 2016 - in collaborazione con Xylem ODORI: VALUTAZIONE DELL’IMPATTO AMBIENTALE E SOLUZIONI TECNICHE 16 febbraio 2016 IMPIANTI DI DEPURAZIONE AVANZATA 25 febbraio 2016 - in collaborazione con Xylem IMPIANTI BIOLOGICI DI DEPURAZIONE 14 - 18 marzo 2016 - in collaborazione con Xylem REATO AMBIENTALE. Responsabilità e tutele per le imprese 6 - 7 aprile 2016 AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE 5 maggio 2016 ANALISI DI RISCHIO NELLE BONIFICHE E NELLE DISCARICHE 7 - 9 giugno 2016 LA DEPURAZIONE DEGLI SCARICHI INDUSTRIALI 3 - 5 ottobre 2016 - in collaborazione con Xylem RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA 26 - 27 ottobre 2016 TECNOLOGIE INNOVATIVE NELLA BONIFICA DELLA FALDA 16 - 17 novembre 2016 RIFIUTI - Aggiornamento normativo, responsabilità e obblighi per le Imprese 29 - 30 novembre 2016 VAPOR INTRUSION. Valutazioni con soil gas, flux chambre e aria ambiente 14 - 15 dicembre 2016

CREDITI FORMATIVI PROFESSIONALI

Per informazioni e iscrizioni Segreteria FAST Ambiente www.fast.mi.it - segreteria.ambiente@fast.mi.it tel. 02 77790 316 – 318 ____________________________________________________________________________________________ FAST Ambiente può organizzare anche eventi di formazione e divulgazione ad hoc per conto di aziende o enti pubblici interessati


Attivi per l’ambiente a cura di Mariano Votta e Tiziana Toto

Il business dei rifiuti in Italia Tra alti costi pagati dalle famiglie e bassi livelli di raccolta differenziata A cura di Mariano Votta e Tiziana Toto - Email: m.votta@cittadinanzattiva.it

In perenne attesa che si costituisca un’autorità di regolazione specifica per il settore, continua a crescere di anno in anno la tassa sui rifiuti nel nostro Paese: nel corso del 2015, una famiglia media italiana ha pagato 298 euro (+2% rispetto al 2014). La Campania è la regione più cara (419€ annui), il Trentino Alto Adige quella più economica (193€) e quella in cui si è registrato anche la maggiore ribasso della TARI (-13% rispetto al 2014). Incremento record invece in Basilicata (+44,8%), in particolare a Matera dove la tariffa per lo smaltimento dei rifiuti è schizzata a 419€ rispetto ai 196 del 2014 (+114%). Confrontando i singoli capoluoghi di provincia, Cremona si rileva la città più economica (137€ all’anno), Reggio Calabria la più costosa (604€). È questo il quadro che emerge dalla annuale rilevazione dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva che per l’ottavo anno consecutivo ha realizzato un’indagine sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia, prendendo come riferimento nel 2015 una famiglia tipo composta da 3 persone, con un reddito lordo complessivo di 44.200 euro ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. La ricerca è disponibile online sul sito www.cittadinanzattiva.it Crescono anche i livelli di raccolta differenziata: nel 2014, dati ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) siamo arrivati a livello nazionale al 45,2% (+2,9% rispetto al 2013), mentre diminuisce del 6% lo smaltimento in discarica che nel 2014 si attesta al 31%. Anche in questo ambito, però, le differenze territoriali sono notevoli: nelle regioni del Sud viene differenziato meno di un terzo dei rifiuti (31%), al Centro si arriva al 40,8% e al Nord al 56,7%. Regioni virtuose nello smaltimento sono il Veneto e il Trentino Alto Adige, che differenziano circa il 67% dei rifiuti prodotti. Maglia nera invece alla Sicilia dove la raccolta differenziata è ferma al 12,5% (addirittura in diminuzione dello 0,8% rispetto al 2013); segue la Calabria con solo il 18,6% ma un incremento positivo del +3,8%. Secondo il rapporto Rifiuti urbani 2015 dell’ISPRA, nel 2014 in Italia sono state prodotte 29,7 milioni di tonnellate di rifiuti urbani con una media pro capite di 488 kg (+0,2% rispetto al 2013). Il 46% dei rifiuti urbani italiani è prodotto nelle regioni del Nord, il 32% nelle regioni del Sud ed il restante 22% in quelle centrali.

22

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l’Ambiente Per quanto riguarda la produzione pro capite la media più elevata è quella del Centro (547 kg), segue il Nord (496 kg) ed infine il Sud (443 kg).

Conclusioni Da questa analisi risultano molto chiare le differenze regionali e provinciali non solo nella produzione e smaltimento dei rifiuti, ma anche nelle tariffe pagate dai cittadini, come evidenziano le infografiche.

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MANUALE OPERATIVO

IL CONTROLLO STATISTICO DELLE MANUALE OPERATIVO ANALISI CHIMICHE E MICROBIOLOGICHE

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di qualità, valori limite, metodologie di controllo e criteri autorizzativi, tutte

paesi industriali la politica ambientale che riguarda l’inquinamento atmo Uno degliNei strumenti fondamentali per il controllo dell’inquinamento atmosferico è rappresentato dalla disciplina delle emissioni. La legislazione nazionale, anche di qualità, valori limite, metodologie di controllo e criteri autorizzativi, tutte diffusione crescente dei metodi statistici nell’interpresotto La la spinta delle direttive europee, ha subito un rapido processo di evoluzione

tazione dei strumenti dati delle analisi per chimiche microbiologiche Uno degli fondamentali il controlloedell’inquinamento atmosferico

nel decreto legislativo è rappresentato dalla delle La legislazione nazionale, impone oramai152/06. al disciplina chimico, alemissioni. tecnico e al biologo unanche Parallelamente sviluppo del quadro settore, gli enti di norma sotto laallo spinta delle direttive europee,legislativo ha subito undi rapido processo di evoluzione certo volume di conoscenze della materia che superino zione tecnica quali UNICHIM e UNI a livello nazionale, CEN a livello europeo, nelEPA decreto legislativo 152/06. decisamente lehanno nozioni di calcolo degli errori.tecniche sulle quali si l’americana e ISO prodotto una serie di norme Parallelamente allo sviluppo del quadro legislativo di settore, gli entididieffettuazio norma basa ilAlla processo di controllo, descrivendo neldidettaglio modalità luce della normativa tecnica settorele(ISO 17025), zione tecnica quali UNICHIM e UNI a livello nazionale, CEN a livello europeo, ne del campionamento e dell’analisi dell’emissione industriale. in questo volume vengono esposte modalità l’americana EPA e ISO hanno prodotto una serie ditutte norme le tecniche sulle quali si In questo ambito, la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 per l’accreditamento basa il processo di controllo, descrivendo nel dettaglio le modalità di effettuazio controllo qualitàe interno una panoramica delle di prove, ormai diffusa adottata attraverso in tutto il territorio nazionale, enfatizza ne del campionamento e dell’analisi dell’emissione industriale. l’importanza del piano di campionamento come parte integrante del processo completa controllo”; vengono apIn questodelle ambito,“carte la normadiUNI CEI EN ISO/IEC 17025 per inoltre l’accreditamento di analisi. delle Il processo di campionamento tenere contonazionale, di fattorienfatizza che devono prove, ormai diffusa e adottatadeve in tutto il territorio profonditi i modelli di determinazione dell’incertezza di essere controllati per assicurare la validità dei risultati di prova e di taratura. l’importanza del piano di campionamento come parte integrante del processo misura e di In questo senso l’UNI ha recepito in una norma CEN TS 15675 come di analisi. Il campionamento. processo di campionamento deveUNI tenere conto di fattori2008 che devono essere controllati perISO/IEC assicurare la validità risultati di prova e di taratura. applicazione della UNI EN 17025 alle dei misurazione periodiche.

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Il Libro Il ruolo strategico del sistema metalmeccanico italiano Dai metalli alla meccatronica A cura di: Roberto Quadrio Curzio e Marco Fortis - Casa Editrice: Il Mulino

Il libro che commentiamo vuole essere il resoconto del convegno “Il ruolo strategico del sistema metalmeccanico italiano” (Roma, 23 ottobre 2014) promosso dalla Fondazione Edison e dall’Accademia Nazionale dei Lincei. Il volume è curato da Alberto Quadrio Curzio, Professore emerito di Economia Politica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei e del Comitato scientifico della Fondazione Edison. Il Professor Marco Fortis, che lo affianca come curatore, è docente di Economia industriale e Commercio Estero all’Università Cattolica del Sacro Cuore e vicepresidente della Fondazione Edison. Il presente volume, compendio delle relazioni del convegno a cui abbiamo accennato sopra, esprime con chiarezza una realtà effettiva, anche se da molti non sempre percepita: nel sistema produttivo industriale italiano il comparto metalmeccanico - che va dalle lavorazioni metallurgiche alla meccatronica - si posiziona su un livello dimensionale di rilievo determinante. E l’evoluzione del settore è stata rapida, altamente innovativa, e, naturalmente incisivamente produttiva. E’ dovuto proprio al settore industriale metalmeccanico il cambiamento profondo della specializzazione produttiva che ha rivoluzionato l’industria italiana, orientandola sui comparti più innovativi ed a più alto valore aggiunto; il che, su larga scala economica e sociale, ha apportato un contributo consistente al saldo attivo della bilancia commerciale del nostro Paese con l’estero. Attualmente l’Italia è il terzo paese al mondo per avanzo commerciale nella meccanica non elettronica e dimostra una capacità innovativa che spesso non viene apprezzata in quanto non conosciuta. Comunque sia, durante il convegno è stato rilevato un trend rassicurante e positivo della nostra meccanica manifatturiera; il che ha portato a sottolineare la necessità di una fattiva collaborazione fra Pubblico e Privato nelle iniziative di ricerca e brevettazione in modo similare alle ottime intese di collaborazione tecnica e scientifica sviluppatesi fra l’Accademia dei Lincei e la Fondazione Edison.

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Tecnologie Applicate

Motori e azionamenti per il nuovo impianto di trattamento delle acque reflue di Lille Luciano Albertalli, WEG Italia - Email: albertalli@wegitalia.com

La conformità agli standard EU è una delle più importanti sfide che gli impianti di trattamento delle acque reflue si trovano a dover affrontare. Per questo motivo, sempre più impianti di depurazione in Europa stanno investendo in ambiziosi progetti di ottimizzazione volti ad incrementare l'efficienza energetica e la produttività. Un perfetto esempio di questa tendenza è il nuovo impianto per il trattamento delle acque reflue a servizio della città di Lille, in Francia. Per massimizzare l'efficienza del nuovo impianto, Veolia Water Solutions & Technologies si è affidata alle soffianti Atlas Copco equipaggiate con gli innovativi motori e azionamenti di WEG. Realizzato nel 1969, l'impianto per il trattamento delle acque reflue di Lille pre-esistente richiedeva una modernizzazione per aumentare la produttività ed essere conforme alla normativa UE, soprattutto in merito ai rifiuti di fosforo e l'azoto. Pertanto, la OTV (una consociata di Veolia Water Solutions & Technologies) ha messo a punto un nuovo piano di sviluppo e un nuovo impianto per il trattamento delle acque reflue - con una capacità sufficiente per una popolazione di 620.000 persone - è

Figura 1 - Atlas Copco ZS132 azionato da motore WEG W22 e azionamento WEG CFW11M.

stato costruito a Marquette-lez-Lille. Il nuovo impianto di Lille comprende due linee di trattamento separate, una per le acque reflue (2,8 m3/s) e una per l'acqua piovana (5,3 m3/s). L'acqua piovana viene trattata con un processo di flocculazione brevettato da

Conclusioni

Actiflo® mentre le acque reflue vengono sottoposte a tre diversi processi

I motori W22 e gli azionamenti CFW11 sono appositamente progettati

di separazione. Per prima cosa, l'acqua entra in un impianto Multiflo® in

per molteplici applicazioni idriche e industriali. In particolare,

cui vengono rimossi i solidi in sospensione; successivamente è trattata utilizzando la tecnologia ibrida Hybas®, una tipologia di trattamento biologico che combina il trattamento dei fanghi attivati con il trattamento AnoxKaldnes MBBR (Moving Bed Biofilm Reactor). Infine, l'acqua viene depurata mediante filtri Hydrotech Discfilter.

consentono l'impiego di un'ampia gamma di soffianti comunemente utilizzate negli impianti trattamento delle acque reflue, nell'industria del trattamento dei prodotti alimentari, nel settore delle bevande e nei processi chimici. Disponibili nelle versioni con efficienza energetica IE3 ed IE4, i motori

Per garantire il funzionamento regolare di questo innovativo impianto,

trifase W22 consentono risparmi significativi a livello energetico, aumento

migliorando nel contempo efficienza e produttività, OTV ha scelto di equi-

della produttività, maggiore durata e ridotti costi di manutenzione.

paggiare ogni vasca con compressori Atlas Copco ZS Premium azionati da

Grazie al supporto tecnico di Atlas Copco e WEG, Veolia Water Solutions

motori elettrici ad alta efficienza W22 con azionamento a velocità variabile CFW11M di WEG, adattati alle specifiche esigenze del cliente. I motori W22 da 355 kW di potenza e gli azionamenti a velocità variabile modulari sono composti da moduli di potenza da 400 kW. Combinandoli è quindi possibile ottenere azionamenti a velocità variabile fino a 2 MW, il che é essenziale quando di tratta di controllare il forte e mutevole flusso degli impianti di Lille. Grazie all'uso di uno speciale trasformatore, WEG è stata anche in grado di collegare azionamenti a velocità variabile

& Technologies è riuscita a sviluppare un nuovo impianto di depurazione totalmente conforme alle norme UE, ottenendo vantaggi innegabili a livello di efficienza e produttività. "Innanzitutto, è possibile trattare maggiori volumi di acqua nei periodi di picco, e questo facilita la gestione della rete," commenta Armel Bezu, responsabile della manutenzione di Veolia nel nuovo impianto di trattamento di acque reflue. "Inoltre, la qualità dell'acqua nel Marque (il

a 12 impulsi, con conseguente riduzione delle interferenze armoniche

canale nel quale l'acqua viene scaricata) è significativamente migliorata

e maggiore efficienza energetica. "Questo consente all'impianto di

e la quantità di fanghi si è drasticamente ridotta. Come risultato,

regolare il flusso in un'ampia gamma di valori - da 2.700 Nm /h a 23.000

l'impatto ambientale è stato ridotto e, altro fatto da non trascurare,

Nm3/h - con un eccellente e relativamente costante livello di efficienza,"

questo impianto è anche in grado di produrre energia elettrica tramite

ha spiegato Patrick Binjamin di Atlas Copco.

un impianto termoelettrico combinato".

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l’Ambiente La Società WEG è uno dei più grandi produttori mondiali di equipaggiamenti elettrici con cinque Business Unit principali: Motori, Energia, Trasmissione e Distribuzione, Automazione e Rivestimenti. L'azienda, nel 2014, ha registrato un fatturato di vendite globale di 7,8 miliardi di R$, ottenendo un grande successo in un’ampia serie di gruppi di prodotti. Tra questi vi sono la più recente generazione di trasformatori, alimentatori a bassa tensione, generatori, motori a ingranaggi, sistemi di pilotaggio di inverter, avviatori statici, motori BT/MT e AT, motori a prova di esplosione conformi ATEX, motori per estrattori di fumo e sistemi completi chiavi in mano. Le sue soluzioni nel campo della generazione, trasmissione e distribuzione di energia consentono ad aziende operanti in molti settori e, in particolare, nel campo dell’oil & gas, dell'acqua, della distribuzione di energia e nei settori chimico e petrolchimico, di operare in modo più efficiente e di ridurre il consumo di energia, le emissioni di diossido di carbonio e l'impatto ambientale (www.weg.net/it).

Figura 2 - Atlas Copco ZS+160plusVSD azionato da motore WEG W22 e azionamento WEG CFW11M.

OGM, la grande truffa Great Italian Food Trade presenta OGM, la grande truffa, il nuovo e-book di Dario Dongo dedicato al business degli organismi geneticamente modificati. Il testo, ricco di fonti e rimandi a studi e analisi, incasella le informazioni che svelano il vero ruolo degli OGM. Una "gigantesca frode delle Corporations che, dietro false promesse di 'evoluzione', usano gli Organismi geneticamente modificati come un semplice cavallo di Troia per realizzare il predominio diretto sulla produzione globale delle derrate agricole di base", scrive Dario Dongo. Il lavoro è frutto della ricerca svolta dall'autore in occasione della partecipazione al dibattito sugli OGM, organizzata in Expo, nel Palazzo della biodiversità, il 10 luglio scorso. E ripercorre i punti fondamentali per conoscere da vicino il fenomeno OGM. Nelle prime pagine, l'identikit riepiloga cosa è un organismo geneticamente modificato, secondo le definizioni della FAO (l'agenzia delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura) e della Unione europea; dove si trova e quali colture interessa. Il testo illustra poi la portata della minaccia della "Rivoluzione grigio fumo", vale a dire l'impatto dei pesticidi - business 4 volte più redditizio delle mere sementi OGM, alle quali è collegato a stretto giro - sull'ambiente e sulla salute umana. Effetti già evidenti, come l'avvelenamento del suolo e le patologie subite dalle popolazioni esposte a tali sostanze. E, dati alla mano, smentisce il "falso paradigma dell'incremento delle rese", usato per diffondere le sementi geneticamente modificate. Il lavoro si conclude con la descrizione dello scenario. I progetti dei colossi del biotech e le iniziative in atto in tutto il mondo

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per arginarli. Iniziative degne di interesse e partecipazione, auspica Dario Dongo, il quale denuncia la massiccia aggressione all'ambiente e alla salute dell'umanità avviata con la diffusione degli organismi geneticamente modificati. "Basta costringere la filiera alla dipendenza dai propri mezzi, e il controllo sull'oro verde potrà estendersi a vari altri aspetti di economia, politica, società. imperialismo. Sine cura della devastazione del pianeta e dei suoi ecosistemi, la salute delle popolazioni e degli animali", dichiara il fondatore del portale www.greatitalianfoodtrade.it, che agita la bandiera del Made in Italy sostenibile e di qualità per combattere la degenerazione della produzione agroalimentare globalizzata. Il testo, diffuso gratuitamente attraverso il portale Great Italian Food Trade, è proposto dall'autore come uno strumento di informazione, riflessione e lotta, per creare una massa critica capace di opporsi alla "grande truffa" degli Ogm. Great Italian Food Trade è il portale internazionale in 8 lingue dedicato al food and beverage made in Italy sostenibile di qualità. Il sito diffonde sul mercato globale la cultura delle produzioni agroalimentari italiane di eccellenza e nell'area Food Times offre informazione indipendente. Scarica l’e-book dal sito http://www.greatitalianfoodtrade.it/contatti

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Tecnologie Applicate

Giochi d’acqua e di luce sotto gli occhi del mondo L'Albero della Vita si è animato grazie alle pompe Grundfos Grundfos Pompe Italia, Marketing - Email: infoitalia@grundfos.com

Expo si è concluso lo scorso 31 ottobre, avendo riscontrato notevole successo per tutta la sua durata, buona riuscita favorita sicuramente dalle tecnologie e le architetture utilizzate, molte all’avanguardia negli specifici settori. In particolare, nella zona nord di Expo, in corrispondenza di uno dei quattro punti cardinali posti agli estremi del Cardo e del Decumano, è sorta un’opera ammirata in tutto il mondo: la Lake Arena, un bacino circolare d’acqua attorniato da gradinate in grado di ospitare circa 3.000 spettatori seduti, con al suo centro l’Albero della Vita, l’opera simbolo dell’esposizione universale. Un canale principale correva attorno alla piastra del sito e da questo, perpendicolarmente, partivano quattro darsene, percorsi d’acqua di lunghezza variabile. Così come per la maggior parte delle infrastrutture,

Figura 1 - L'Albero della Vita, a Expo 2015, ha regalato emozionanti show, grazie alle sue fontane.

la costruzione di questi bacini è stata affidata al capo ATI della società consortile CON EXPO, l’impresa Mantovani Spa

a sostenere altrettanti circuiti di pressurizzazione, facenti capo ai

di Padova, la quale - per concretizzare e illuminare gli spettacolari giochi

corrispondenti gruppi di ugelli; l’ugello water screen, invece, è stato

d’acqua architetturali concepiti per le darsene e l’Albero della Vita - si è

alimentato da una pompa centrifuga Grundfos NB 80-250/257, in

rivolta alla ditta Watercube Srl di Marano Vicentino (VI), specialista e nota nel

grado di fornire 150 m3/h con 95 m di prevalenza. L’installazione è stata

settore per via delle numerose referenze di impianti elettroidraulici realizzatI.

semplice e non ha richiesto soluzioni personalizzate: le pompe a servizio

L’esigenza relativa all’impianto era quella di soddisfare le caratteristiche di

del lago sono state collocate una accanto all’altra, allineate, in un locale

portata e prevalenza richieste dagli ugelli utilizzati per i giochi d’acqua delle

tecnico interrato costruito in cemento armato e realizzato ad hoc da

fontane, attraverso l’impiego di prodotti altamente affidabili e che potessero

Mantovani per il contenimento di tutte le componenti tecniche, dalle

garantire anche bassi consumi energetici.

pompe centrifughe ai quadri elettrici. Lungo le quattro darsene, invece, di una lunghezza variabile dai 43 ai 190 metri, sono stati installati 450

La realizzazione dell’opera

ugelli Plume Jet e 34 pompe sommerse Grundfos, poste sul fondo delle

Per l’esecuzione di questa “impresa”, all’interno della Lake Arena

insenature e protette da griglie apposite. Queste pompe, riutilizzando

Watercube ha installato più di 500 fari subacquei in acciaio inox 316,

l’acqua all’interno della quale erano immerse, hanno permesso di

realizzati con tecnologia LED RGB, e 250 ugelli interattivi, alcuni dei

creare, nei getti che fuoriuscivano dalle pareti di rivestimento in acciaio

quali in grado di raggiungere un’altezza di 35 metri; è stato inoltre

corten delle murature delle darsene, tre particolari effetti: a pettine, ad

predisposto un ugello particolare (water screen) che può generare

arco e getti ortogonali alle superfici.

un ventaglio d’acqua enorme, utilizzato come uno schermo per retroproiezioni laser grazie a un’altezza di circa 25 metri e a una base

Un impianto di successo

di oltre 30 metri. Per osservare i requisiti di portata e prevalenza degli

L’intero impianto elettroidraulico è stato completato da Watercube in oltre

ugelli, e ottimizzare i consumi elettrici coniugando alla spettacolarità

un anno di lavoro, come ricorda il Project Manager Cristiano Dal Bianco,

il rispetto per l’ambiente, l’impresa vicentina ha optato per l’utilizzo di

responsabile di tutte le lavorazioni effettuate dall’azienda di Marano

21 pompe ad alta efficienza Grundfos, dotate di inverter e destinate

Vicentino all’interno di Expo 2015. “Data la delicatezza dell’intervento

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l’Ambiente

Figura 2 - Le 21 pompe ad alta efficienza Grundfos, dotate di inverter.

Figura 3 - La pompa centrifuga Grundfos NB utilizzata per alimentare l'ugello water screen della Lake Arena.

abbiamo ritenuto indispensabile indirizzaci verso la massima affidabilità

svolto senza intoppi la funzione d’uso per la quale erano state progettate

di tutte le componenti necessarie e, giunti alle pompe, in base alla nostra

e sono risultate estremamente efficienti.

esperienza ultraventennale, la scelta Grundfos ci è sembrata inevitabile.

Il risultato dei giochi d’acqua delle darsene e della Lake Arena è stato

Il risultato finale e il feedback riscontrato dai visitatori di Expo 2015 ci

per mesi sotto gli occhi del mondo; un successo annunciato, al quale

hanno ripagato delle scelte effettuate”.

le pompe Grundfos hanno contribuito, grazie ai vantaggi che offrono:

Oggi, alla conclusione della manifestazione, si può sottolineare come

efficienza energetica, cura realizzativa, robustezza, affidabilità, adeguata

tutte le pompe installate all’interno dell’esposizione universale hanno

gamma prodotti e buona assistenza per eventuali problemi tecnici.

Sud Italia rischia di diventare come Nord Africa Il cambiamento climatico potrebbe avere ripercussioni particolarmente evidenti nel nostro Paese. Per collocazione geografica e conformazione, infatti, l’Italia è più esposta di altre zone all’impatto dell’aumento delle temperature globali, con il rischio di diventare già in questo secolo sempre più simile al Nord Africa, ma anche di vedere sommerse dal mare aree costiere particolarmente vulnerabili, ben 33 in tutto il territorio nazionale. È quanto emerge da alcuni recenti studi dei ricercatori del Laboratorio di Modellistica Climatica e Impatti dell’ENEA coordinato da Gianmaria Sannino. Secondo uno studio ENEA pubblicato su Nature Scientific Reports, il clima del Sud Italia rischia di diventare quello tipico del Nord Africa, con estati ed inverni sempre più aridi e secchi e una crescente carenza di acqua che determinerà il progressivo inaridimento dei suoli, con ripercussioni su agricoltura, attività industriali e salute umana. Se il Sud Italia rischia di avere un clima nordafricano, il Nord Europa tenderà a “mediterraneizzarsi”, in particolare Europa nord-occidentale, Gran Bretagna e Scandinavia avranno estati molto più secche ed inverni più piovosi rispetto ad oggi. Le proiezioni realizzate attraverso i modelli climatici mostrano che le aree mediterranee si espanderanno anche verso le regioni europee continentali, coinvolgendo i Balcani settentrionali e la parte sud-occidentale di Russia, Ucraina e Kazakistan, dove prevarrà un clima sempre più mite caratterizzato da un aumento delle temperature invernali. E lo stesso fenomeno potrebbe interessare anche il Nord America, in particolare la parte nord-occidentale. Per effetto del cambiamento climatico, inoltre, migliaia di ettari di territorio nazionale potrebbero essere sommersi dal mare. Secondo le proiezioni realizzate dai ricercatori ENEA, sono 33 le aree costiere ad alta vulnerabilità in tutta Italia che rischiano di essere inondate, come ad esempio la laguna di Venezia, il delta del Po, il golfo di Cagliari e quello di Oristano, l’area circostante il Mar Piccolo di Taranto, la foce del Tevere, la Versilia, le saline di Trapani e la piana di Catania. “Un sistematico di monitoraggio con mareografi e satelliti ed un’attenta programmazione delle attività antropiche che insistono sulle coste

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Figura 1 - Le 33 piane costiere a rischio inondazione. potrebbero essere di grande aiuto per prepararsi agli scenari futuri”, sottolineano i ricercatori ENEA. Da questi studi emerge inoltre che l’Italia sarà soggetta ad un incremento della frequenza degli eventi estremi, come ad esempio alluvioni nella stagione invernale e periodi prolungati di siccità, incendi, ondate di calore e scarsità di risorse idriche nei mesi estivi. Oltre all’Italia, anche Spagna meridionale, Grecia e Turchia risultano maggiormente vulnerabili rispetto al surriscaldamento del Pianeta. Per maggiori informazioni: Gianmaria Sannino, gianmaria.sannino@enea.it

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Energia e Ambiente

Biometano da rifiuti organici Maurizio Acciarri, Professore associato di Fisica sperimentale del Dipartimento di Scienza dei materiali dell’Università di Milano-Bicocca; Bruno Vodopivec, Dipartimento di Scienza dei materiali dell’Università di Milano-Bicocca - Email: maurizio.acciarri@unimib.it

E’ stato inaugurato il 16 dicembre, presso il presso il Cem Ambiente

in grado di coprire quasi il 20% del fabbisogno nazionale con un

Spa, il nuovo impianto di Biometano dai Rifiuti organici. Grazie alla

notevole risparmio per le casse dello Stato. E tutto nel pieno rispetto

tecnologia pulita Smart Upgrading, sviluppata dai ricercatori del

degli impegni per la riduzione del gas serra. Il biogas prodotto attraverso

dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano-Bicocca,

processi di digestione anaerobica è un vettore energetico interessante

è possibile ottenere il metano “lavando” il biogas ed eliminando la CO2.

per il suo contenuto elevato di gas metano che può arrivare fino al 65%

Dopo la sperimentazione - avvenuta nei mesi scorsi nella ex discarica

del contenuto in volume. Il resto è costituito prevalentemente da CO2,

di CEM Ambiente a Cavenago Brianza, che ha dato risultati positivi - è

oltre a minime quantità di altre impurezze. Tuttavia, in considerazione

stato ora realizzato il prototipo in scala industriale. L’impianto permette

dell’efficienza attuale delle possibili utenze potenziali, tale contenuto non

di produrre biometano dai rifiuti organici con costi inferiori a quelli

è sufficiente per utilizzare il biogas come vettore energetico di grande

attuali, utilizzando composti a basso impatto ambientale ed in grado di

diffusione. Inoltre l’elevato contenuto di CO2 non consente l’introduzione

catturare efficientemente la CO2.

nella rete pubblica del metano o il suo utilizzo per l’autotrazione.

Rispetto alle tecnologie attualmente disponibili sul mercato, Smart

Da biogas a biometano: processo di upgrading

Upgrading ha il vantaggio di utilizzare una soluzione biodegradabile

L’evoluzione tecnologica dei trattamenti di estrazione della CO2

e dal costo contenuto. Per il suo funzionamento richiede, inoltre, una

e la diffusione della digestione anaerobica come tecnologia di

quantità di energia molto bassa, producendo infine un gas made in Italy.

recupero e valorizzazione energetica della materia organica hanno

La sperimentazione, partita nel mese di aprile del 2014, ha permesso

reso economicamente vantaggioso il ricorso alla trasformazione del

di verificare “sul campo” la fattibilità del processo messo a punto in 5

biogas in biometano. Il processo di purificazione serve per produrre

anni di lavoro di laboratorio. Grazie all’accordo di collaborazione con

un vettore energetico da fonte rinnovabile che abbia le stesse

CEM Ambiente è stato possibile verificare l’efficacia di questa nuova

caratteristiche del gas naturale e che possa essere immesso in rete

tecnologia su un gas reale, ossia su una miscela di anidride carbonica,

ed utilizzato con la stessa efficienza energetica dagli attuali utenti di

metano e altre sostanze che costituisco normalmente il prodotto

questo combustibile. In attuazione delle politiche comunitarie anche

ottenuto dalla fermentazione batterica dei rifiuti umidi o dei liquami degli

l’Italia ha previsto nelle proprie disposizioni normative degli incentivi

allevamenti.

per sostenere la diffusione dei biocarburanti, aprendo la strada alla conversione del biogas in biometano (decreto legge DM 5 Dicembre

Tecnologia e impianto

2013). Il decreto prevede infatti non solo la promozione, attraverso

La tecnologia “Smart Upgrading” è stata messa a punto grazie alla

interventi di facilitazione, ma anche la realizzazione degli impianti

presenza nel Dipartimento di Scienza dei Materiali di competenze

di distribuzione di metano per autotrazione.Questa strategia di

e conoscenze trasversali, da quelle chimiche e fisiche fino a quelle

produzione di combustibili derivati da fonti energetiche rinnovabili

ingegneristiche. E' stato quindi possibile sintetizzare nuove molecole

è promossa dalle attuali politiche messe in campo dalla comunità

assorbenti, studiarne le proprietà fluido-dinamiche e le loro interazioni

europea per la riduzione dei gas serra. In particolare, le ultime azioni

con il gas ed, infine, applicarle in un impianto progettato ad hoc.

comunitarie sostengono l’utilizzo di biocarburanti per l’autotrazione

L’impianto è costituito essenzialmente da due colonne in acciaio. Nella

in quanto è dimostrabile il notevole impatto benefico della

prima il biogas incontra la soluzione assorbente e cede a quest’ultima

sostituzione dei carburanti fossili con quelli di origine rinnovabile. Il

l’anidride carbonica. In questa fase, quindi, entra biogas ed esce

processo di upgrading del biogas può avvenire attraverso l’impiego

biometano pulito. La soluzione arricchita di CO2 viene scaldata nella

di diversi processi, sia fisici che chimici, indirizzati a formare degli

seconda colonna liberando l’anidride carbonica che può essere

addotti, sufficientemente stabili, in grado di sottrarre l’anidride

accumulata ed utilizzata come nutrimento per una coltivazione di

carbonica dal biogas.

microalghe o per la produzione di fertilizzanti o solventi ecologici. Il processo nel suo complesso può essere paragonato ad un “lavaggio”

Tra le varie metodologie quelle principali sono: membrane selettive,

del biogas, in grado di trattenere solo le impurezze indesiderate

metanolo a bassa temperatura, soluzioni basiche organiche e inorganiche,

lasciando fluire liberamente il metano pulito. In questo modo si ottiene

acqua ad alta pressione.

un gas di qualità paragonabile, se non superiore, al metano che l’Italia

Tra questi processi quello che presenta maggiore efficacia, economicità

acquista dalla Russia e dal Nord Africa. Si stima che il biometano

e stabilità nel lungo periodo, è certamente l’assorbimento con soluzioni

prodotto dal trattamento di tutti i rifiuti organici e scarti vegetali sarebbe

basiche come idrossido di sodio, ammine organiche o ammoniaca. Il

30

6/2015


l’Ambiente

Figura 1 - Impianto sperimentale da 1 m3/h installato presso CEM Ambiente.

Figura 2 - Impianto da 100 m3/h installato presso CEM Ambiente.

processo avviene in due fasi: nella prima, grazie ad una reazione tra

modesta energia termica nella fase di rilascio dell’anidride carbonica

anidride carbonica e la molecola assorbente, si forma un prodotto stabile

con temperature che non superano i 70-85 °C.

che subisce, nella seconda fase, una scissione termica riformando la

Il processo è altamente selettivo verso l’anidride carbonica mentre

molecola assorbente e liberando l’anidride carbonica. In pratica è un

risulta assolutamente trascurabile l’assorbimento di CH4.

processo circolare nel quale la soluzione passa da una colonna all’altra

Dopo aver identificato, sintetizzato e testato le diverse molecole nei

sottraendo via via l’anidride carbonica dal biogas.

laboratori del Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di

Tutte le molecole fino ad oggi impiegate necessitano di temperature

Milano-Bicocca, si è passati alla verifica dell’efficienza e della stabilità

notevolmente elevate nella fase di rilascio della CO2. Questo pone

delle molecole selezionate in un impianto sperimentale installato presso

problemi energetici, ambientali e di stabilità chimica nel lungo periodo

il CEM di Cavenago Brianza.

della molecola utilizzata. Un secondo problema riguarda l’aggressività chimica e la tossicità delle soluzioni assorbenti. Più una molecola è

L'impianto sperimentale ha lavorato con un flusso pari ad un metrocubo

alcalina (basica) e più forte è il legame che si forma con la CO2. Una

ora di biogas reale composto prevalentemente da metano, anidride

soluzione alcalina, per di più calda, può creare grossi problemi di

carbonica e azoto (gas prodotto dalla discarica) (Figura 1).

corrosione all’impianto industriale. Inoltre le soluzioni finora impiegate

Alla soluzione è stato aggiunto un particolare colorante sensibile alla

sono limitate nel loro utilizzo dalla loro tossicità, che può rappresentare

CO2: in fase di assorbimento di anidride carbonica la soluzione si colora

un problema per gli operatori e l’ambiente circostante.

di blu. Dopo il rilascio si colora di rosso. Questo accorgimento ha permesso di dimostrare anche visivamente il progressivo assorbimento

Nel processo sviluppato presso l’Università di Milano Bicocca, la

e susseguente rilascio della CO2.

separazione del biometano dal biogas avviene in un processo di assorbimento in un solvente di nuova generazione. Per il processo di

La sperimentazione presso CEM Ambiente è partita nel mese di aprile

Smart Upgrading è stato identificata una classe di molecole oggetto di un

del 2014 e i risultati scientifici ottenuti hanno spinto l’Università e

brevetto depositato, con una elevata capacità di assorbimento della CO2

l’azienda a stipulare una seconda convenzione per la realizzazione del

senza, peraltro, incorrere nelle problematiche citate. Queste molecole

prototipo industriale da 100 m3/h (Figura 2). Lo scopo del prototipo è

sono state selezionate per la loro semplicità sintetica, economicità e

quello di verificare l’efficienza della tecnologia sviluppata in condizioni

sicurezza in campo ambientale e umano. Inoltre necessitano di una

reali di lavoro, operando sul biogas prodotto presso CEM Ambiente.

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Energia e Ambiente Caratteristiche del processo Caratteristica essenziale del processo per l’impianto da 100 m3/h sono le basse temperature (< 85 °C) nella fase di stripping, che consentono una semplificazione dell'impianto con riduzione del costo di investimento e ancora più importante una riduzione dei consumi energetici e dei costi correlati. Il processo di purificazione del Biogas sfrutta, per l’assorbimento e per il successivo rilascio della CO2, anche una diversa pressione nei due reattori. Il processo è simile allo scrubbing con acqua ma utilizza un solvente con efficacia molto maggiore permettendo così di ridurre la pressione di esercizio. Prima

di

essere

immesso

nella

colonna

di

assorbimento, il biogas viene compresso tra i 5 ed i 20 bar. A questa pressione il liquido assorbente catturerà selettivamente solo l’anidride carbonica lasciando passare il metano. In una seconda

Figura 3 - Ciclo di assorbimento.

colonna, abbassando la pressione, si otterrà il rilascio della CO2. Il liquido assorbente potrà, quindi, essere riutilizzato per un successivo ciclo di cattura. Le caratteristiche previste del gas in uscita sono le seguenti:  CH4 > 98%  CO2 + N2 < 2%  H2S < 5ppm

Caratteristiche dell’impianto L’unità di upgrading è costituite da:  colonna di assorbimento CO2;  unità di rigenerazione termica e riscaldamento fluido (temperatura massima di esercizio 85 °C);  colonna di stripping;  unità di deumidificazione CO2. L'impianto è stato realizzato in AISI 304. Lo schema generale dell’impianto è stato riassunto in Figura 4.

Vantaggi della soluzione sviluppata L’impianto permetterà di quantificare alcuni vantaggi della tecnologia sviluppata:  costi di upgrading ridotti;

Figura 4 - Schema del processo di upgrading.

 perdite di biometano inferiori allo 0,05%;  lunga durata del solvente poiché lavora a bassa temperatura;

I prossimi mesi di sperimentazione preso CEM Ambiente serviranno

 solventi completamente compatibili con la salute e l’ambiente;

a mettere a punto il processo su un gas reale da discarica e con

 bassa temperatura di rigenerazione (< 85 °C);

portate paragonabili a quelle di un reale impianto industriale. La

 basso costo operativo, grazie ai ridotti costi energetici e alla completa

sperimentazione permetterà di quantificare esattamente i consumi

compatibilità ambientale dell’unità di upgrading;  basso costo di investimento grazie alla notevole semplicità del processo.

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energetici e di verificare l’efficienza delle varie parti dell’impianto, per un confronto definitivo con i dati raccolti fino ad ora dalla sperimentazione sugli impianti di piccola taglia.

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l’Ambiente

Biogas e Biometano: nuova filiera produttiva Il primo impianto è in provincia di Mantova e sarà funzionante all’inizio del 2016 Fondata nel 1995, Austep si è affermata sul mercato grazie allo sviluppo e alla progettazione di impianti di depurazione e trattamento acque industriali, specializzandosi anche nella realizzazione di impianti biogas da sottoprodotti agricoli, da scarti di macellazione, da pollina e da frazione umida dei rifiuti solidi urbani. I numeri che si riferiscono agli impianti Biogas sono impressionanti. L’Italia in 4 anni (2010-2014) si colloca al terzo posto, dopo Cina e Germania: oltre 1300 impianti realizzati, una produzione di potenza elettrica corrispondente a 1000 MWe. Non ultimo 12.000 addetti: la più elevata intensità di posti di lavoro stabile per incentivo tra le FER (Fonti di Energie Rinnovabili). Lo scenario riferito al Biogas conferma quanto l’ambito agricolo rappresenti un mercato in crescita netta, sia economica sia culturale. L’entrata in vigore dei decreti attuativi e le nuove procedure operative pubblicate ad agosto 2015 dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), hanno permesso di allungare il passo dando il via ad una nuova filiera produttiva: Biogas-Biometano. In Italia si è lavorato molto su questo fronte, negli ultimi anni. Lo hanno fatto tutti: le istituzioni, gli enti pubblici e le imprese private. Occorre proseguire in questa direzione, operando per ottenere il completamento del quadro normativo con l’obiettivo di immettere il Biometano in rete. Il Biometano rappresenta un’opportunità nascente per le aziende che già producono Biogas e per chi si affaccia per la prima volta al mondo delle energie rinnovabili e alla produzione di biocombustibili e biocarburanti.

L’impegno di Austep Il Biometano è metano. La grossa differenza, quella che ci obbliga ad utilizzare due denominazioni diverse, sta nell’origine. Il metano è un combustibile fossile; il biometano è una fonte energetica rinnovabile che deriva da un processo biologico. Si produce biogas e, con un processo comunemente chiamato di “upgrading”, si ottiene biometano. Il combustibile così ottenuto ha caratteristiche idonee all’immissione in rete e a poter essere utilizzato per autotrazione. La nuova tecnologia permette quindi di avere un combustibile di origine biologica normalmente utilizzabile in alternativa ad uno di origine fossile. Lo sviluppo di nuove tecnologie rappresenta l’impegno primario di Austep. L’impegno prosegue in tutte le attività necessarie per la realizzazione di un impianto: la progettazione, l’avvio delle pratiche autorizzative necessarie alle autorità territoriali competenti, la costruzione. L’entrata in vigore dei decreti attuativi, ha permesso ad Austep di procedere con l’autorizzazione di 4 impianti, risiedenti su territorio nazionale e con l’installa-

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zione del primo impianto presso Bosmina nella provincia di Mantova che sarà messo in funzione all’inizio del 2016. “Il nuovo piano normativo rappresenta un tassello fondamentale. In alcuni Paesi europei, ad esempio, sono state adottate misure specifiche per la produzione del biometano” commenta l’Ing. Giulio Becatti, CTO di Austep, “ma la vera svolta sarà determinata dalla relativa messa in rete. Ed è proprio con questo obiettivo che abbiamo operato con grande impegno nello sviluppo di nuove tecnologie e lavorando a stretto contatto con istituzioni e imprese. Sono 4 gli impianti, ad oggi, pronti con autorizzazione a procedere. Un’operazione di cui siamo particolarmente orgogliosi, ma anche risultato della continua collaborazione con gli enti pubblici. Sfruttare il biogas e il suo valore, trasformarlo in biometano e convertirlo in energia: un obiettivo perseguibile, un modello vincente da cui tutti, aziende, privati ma soprattutto l’ambiente, trarranno beneficio” (www.austep.com).

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SAPEVI che lo zucchero è uno dei principali alimenti che reagisce all’aumento del reddito? Con l’aumento della popolazione e dell’affluenza, soprattutto nei paesi emergenti, il consumo di zucchero è destinato a restare costante. Ma qual è l’ingrediente essenziale di questa ricetta? Le tecnologie di processo avanzate, ovviamente!

UN MONDO FATTO DI

ERO CCH I SALATI I ZU D I MAR IE TRA STOR L’Italia produce il 3% dello 2 zucchero consumato nell’UE.

Ogni cittadino italiano consuma ogni giorno 68,5 grammi di zucchero, mentre la media europea e di 63 grammi al giorno. 3

Dietro a un buon panettone o pandoro o auna deliziosa torta dell’Epifania, si 2 nasconde un lungo processo per ottenere zucchero della più elevata qualità.

SI STIMA CHE LA PRODUZIONE MONDIALE DI ZUCCHERO SUPERI LE 207,7 MIILLIONI TONNELLATE ENTRO IL 2021.

APPLICAZIONI Lo zucchero (saccarosio) possiede numerose proprietà uniche, che lo rendono un ingrediente importante in molti alimenti, sia per i consumatori che per le aziende alimentari. 5

Europa, Cina e India sono i principali consumatori mondiali di zucchero. 5

Circa il 68% del mercato dello zucchero è presente nei paesi emergenti, l’Europa raggiunge una quota del 20% e il Nord America il resto. 5

Cristoforo Colomboportò lo 3 zucchero al Nuovo Mondo nel 1493.

AZÚCAR India 15.5% Unione Europea 10.0% China 8.4% Brazil 21.7% US 4.6%

India 15.4% Unione Europea 11.3% China 9.3% Brazil 7.5% I paesi emergenti US 6.4% continueranno a registrare

6

CONSUMO

Pandoro

Torta dell’Epifania

Caramelle

Bevande

Zucchero da tavola

Cibi in scatola/bevande

Tutti gli alimenti e le bevande contenenti dolcificanti, se consumati con moderazione e accompagnati da attività fisica regolare, possono essere incluse in una dieta che soddisfa le esigenze nutrizionali di fabbisogno energetico. 5

la crescita più forte nel consumo di zuccheri a causa dell’aumento di 5 popolazione e di reddito.

6

PRODUZIONE

Panettone

I recenti progressi tecnologici hanno aggiunto nuovi dolcificanti per uso alimentare e ne hanno ampliato le applicazioni nell’alimentazione e in alimenti salutisti. 5

DECOLORAZIONE Un passo chiave nella produzione dello zucchero bianco dallo zucchero di canna.

PERCHÉ DECOLORARE LO ZUCCHERO DI CANNA? Le tecnologie di decolorazione sono state sviluppate per massimizzare la produzione di zucchero del 20-30%, contribuendo ad aumentare i profitti delle parti coinvolte nella catena di raccolto, elaborazione, produzione e consumo.

ZUCCHERO DI CANNA

ZUCCHERO BIANCO

3

Vi sono tipi di base di zucchero raffinato o semiraffinato:5 1. Lo zucchero bianco o raffinato è il prodotto più puro ed è quello che si trova normalmente sulle tavole e nei ristoranti. 2. Lo zucchero di canna è meno raffinato e contiene molte impurità, principalmente dal 3,5%-6,5% di melasse restanti. Maggiore è la quantità di melasse, più scuro e intenso è il prodotto. 3. Lo zucchero liquido (saccarosio e zucchero invertito) è saccarosio diviso nei suoi componenti base, il fruttosio e il glucosio. Viene tipicamente venduto solo alle industrie alimentari.

Aumento del sapore

Gusto

Consistenza

Igroscopicità e conservazione

Colore e scurimento

Fermentazione

PROCESSO DI RAFFINAZIONE DELLO ZUCCHERO DI CANNA Gli zuccherifici si trovano in prossimità delle piantagioni. Le canne tagliate sono processate e trasformate in cristalli di zucchero grezzo e scuro, che sono poi trasportati nelle raffinerie. Ubicate di solito vicino ai grandi centri cittadini, queste ultime elaborano ulteriormente lo zucchero grezzo per produrre lo zucchero bianco. Obiettivo chiave nella raffinazione è separare lo zucchero bianco dal colore. ZUCCHERIFICI

AFFINAMENTO:

I cristalli di zucchero grezzo sono centrifugati con sciroppo di zucchero caldo per eliminare lo strato più esterno dei cristalli, che contengono la maggior parte del colore.

RIFUSIONE:

I cristalli sono disciolti con lo sciroppo caldo per produrre uno sciroppo diluito.

DEPURAZIONE:

Grazie ai processi di precipitazione e filtrazione, si eliminano particelle solide, colorate e altri contaminanti.

EVAPORAZIONE:

Con l’evaporazione a più stadi si ottiene uno sciroppo caldo, colorato e concentrato, un succo denso.

COME FUNZIONA LA DECOLORAZIONE?

AFFINAMENTO

EVAPORAZIONE

DECOLORAZIONE:

Questo succo denso viene processato con resine a scambio ionico per ridurne il colore fino ad ottenere lo zucchero bianco.

CRISTALLIZZAZIONE:

Evaporazione finale dello sciroppo e aggiunta dei cristalli per consentire la cristallizzazione dello zucchero bianco.

DOW AMBERLI TE™ Resina a scambio ionico

Cristallizzazione

ZUCCHERO BIANCO

La tecnologia a scambio ionico è concepita per un lungo periodo di funzionamento e per ridurre i costi di esercizio.

LO SAPEVI? Quando viene raccolto, i colori della pianta si mescolano con quelli dello zucchero di canna, rendendolo marrone. Il processo di raffinazione decolora lo zucchero facendolo diventare bianco, anche se in realtà TUTTO lo zucchero è leggermente marrone. 1

2 3

La scelta delle resine a scambio ionico e il numero di letti dipende dal colore dello sciroppo di processo e dai requisiti del colore finale.

Carbonazione

ZUCCHERO DI CANNA

Affinamento

ESSICCAZIONE/ IMBALLAGGIO

DECOLORAZIONE

n atio oriz col e D Cristallizzazione ge han Exc Ion

ESSICCAZIONE/IMBALLAGGIO:

I cristalli di zucchero vengono sottoposti a un getto d’aria calda per evitarne il successivo indurimento.

La tecnologia avanzata con resine a scambio ionico è una scelta eccellente per la decolorazione dello zucchero di canna, poiché offre flessibilità del sistema e bassi costi di esercizio. I vantaggi chiave includono massima produttività e produzione di zucchero di alta qualità per i produttori di alimenti e bevande, oltre all’aumento della vita di scaffale dello zucchero degli alimenti processati.

Le resine acriliche e stireniche a scambio ionico possiedono proprietà diverse, consentendo alle raffinerie di ottenere lo zucchero del giusto colore per soddisfare le esigenze di produzione.

Fonte: FOD018D - Global Markets for Sugars and Sweeteners in Processed Foods and Beverages [I mercati mondiali di zuccheri e dolcificanti negli alimenti e nelle bevande elaborati]. Copyright © BCC Research, Wellesley MA USA, sito web: www.bccresearch.com Fonte: Macinnis, Peter. 2002. Bittersweet: The Story of Sugar [Agrodolce: la storia dello zucchero]. Crows Nest, Australia: McPherson’s Printing Group Fonte: https://www.dominosugar.com/family-fun/sugar-facts

4 5 6

Fonte: FOD018D - Global Markets for Sugars and Sweeteners in Processed Foods and Beverages Fonte: FOD018D - Global Markets for Sugars and Sweeteners in Processed Foods and Beverages Fonte: BCC Research, USDA_FAS Fonte: CEFS - Associazione Europea dei Produttori di Zucchero

®™ Marchio commerciale di The Dow Chemical Company (“Dow”) o di una compagnia affiliata di Dow.


Caprari sponsor al Festival dell’Acqua 2015 Il Festival dell’Acqua, alla sua terza edizione, si è tenuto a Milano dal 5 al 9 ottobre 2015 in partnership con l’EXPO ed il Comune di Milano, nella splendida cornice del Castello Sforzesco. Il Festival è stato organizzato da Utilitalia, associazione che raggruppa la totalità delle aziende italiane dei servizi pubblici locali di gestione del sistema idrico, di energia elettrica e di distribuzione gas. Convegni, seminari, workshop ed eventi formativi per professionisti, scuole e università hanno offerto un’occasione unica di dibattito internazionale sul settore idrico. Il contesto è stato progettato per favorire informazioni, relazioni, dibattiti, tra il mondo dei gestori e quello industriale. L’evento rappresenta il punto più alto di confronto sui grandi temi connessi alla disponibilità dell’acqua, alla sua distribuzione e al suo corretto utilizzo. Sostenibilità, nutrizione, gestione, equilibrio mondiale della risorsa e condizione nazionale del sistema idrico integrato, sono alcuni temi che sono stati affrontati dai molti relatori in iniziative e spettacoli aperti ad un pubblico interessato ai temi tecnici, ma anche culturali, scientifici e tecnologici. Durante i lavori del Festival, è stato illustrato il progetto "Terre di confine - Freddas" in Senegal, un’importante iniziativa di Green Cross sostenuta dalla Cooperazione Italiana allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri: grazie ad un pool di aziende italiane, di cui il Gruppo Caprari fa parte, sono stati realizzati impianti solari per l’adduzione di acqua, per l'agricoltura e per le iniziative sostenibili nelle comunità. Molto successo ha riscosso anche il contributo dell’Ing. Antipodi, R&D Manager di Caprari SpA, e del Prof. Carravetta, Professore Ordinario all’Università Federico II di Napoli. Energia e acqua; energia idroelettrica, efficienza energetica e nuove tecnologie per impianti e singoli componenti, sono stati i temi trattati in questa sessione. ha promosso anche l’attivazione di tavoli comuni sulla realizzazione Alberto Caprari, CEO del Gruppo Caprari e Presidente di ANIMA, la

di progetti pilota fra gestori, ricerca universitaria e manifatturiera, ma

Federazione della Meccanica Varia di Confindustria, è stato invitato

anche master specifici per la creazione di nuove competenze. Ha

a testimoniare come l’industria ottimizzi il connubio Acqua/Energia

rivolto inoltre un appello per la semplificazione ed uniformazione delle

secondo tre linee direttive: sostenibilità, efficienza e alto valore

procedure di gara negli appalti, per garantire soluzioni che privilegiano

tecnologico.

sempre più l’offerta complessivamente più vantaggiosa, unica logica

L’intervento di Alberto Caprari ha rimarcato come sia necessario

che garantisce la massima affidabilità del servizio idrico, nel tempo.

delineare una Road Map per sviluppare la partnership tra tecnologie industriali e utilities, nell’ottica di sostenere gli investimenti nelle reti; il Presidente ha sottolineato inoltre come sia necessario supportare

Caprari Spa

gli investimenti in nuove tecnologie e materiali connessi all’utilizzo e

Via Emilia Ovest, 900 - 41123 Modena Tel. 059.897611 - Fax 059.897897 Email: info@caprari.it - Web: www.caprari.it

gestione delle acque per un minor consumo energetico, ma anche al passo con la revisione in corso in Italia e in Europa della legislazione per prodotti idonei a contatto con acqua potabile. Alberto Caprari

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Elettropompe sommerse ad alta efficienza Xylem sta introducendo la gamma di elettropompe sommerse e-GS Lowara ad alta efficienza, che presentano un'idraulica ottimizzata e Indici di Efficienza Minima (MEI) che superano i requisiti ErP. Specificamente progettata per l'utilizzo in pozzi da 4", la nuova gamma di elettropompe sommerse e-GS è dotata di un innovativo design idraulico con 'pacco giranti flottanti', che consente il passaggio della sabbia e delle sostanze abrasive, riduce i costi del ciclo vita e presenta un'eccellente resistenza all’azione abrasiva della sabbia. Le elettropompe sommerse sono ideali per una vasta gamma di applicazioni quali sistemi di irrigazione, approvvigionamento idrico domestico e industriale e applicazioni geotermiche. "Garantire ai nostri clienti l'accesso alla nostra gamma di pompe ad elevata efficienza energetica per trovare il sistema che soddisfi le loro esigenze, è una priorità per Xylem", ha dichiarato Peter Wright, Market Segment Director, Residential and Specialty, Xylem. "La serie e-GS Lowara dimostra il nostro costante impegno a ridurre il consumo di energia, offrendo design innovativi e tecnologie avanzate". La gamma e-GS Lowara opererà in linea con i recenti target di efficienza stabiliti dalla direttiva ErP dell'Unione europea. L'Indice MEI identifica i livelli di efficienza minimi richiesti per le pompe che operano secondo i nuovi livelli di efficienza idraulica. Da gennaio 2015, tutte le pompe idrauliche devono funzionare con un indice MEI superiore o uguale a 0,4. I prodotti che non soddisfano i nuovi requisiti non sono idonei per essere contrassegnati con la marcatura CE, rendendo illegale la loro commercializzazione in qualunque luogo all'interno dell'Unione europea. La nuova gamma e-GS può fornire prevalenze fino a 340 metri, trasferire Il design idraulico con le giranti flottanti della gamma e-GS non

liquidi fino a 35 °C, tollera una massima quantità di sabbia di 150g/m3 e

solo assicura interventi minimi di manutenzione e alte prestazioni,

ha una massima profondità di immersione di 300 metri.

consentendo alla sabbia e alle sostanze abrasive di muoversi facilmente attraverso la pompa, ma presenta anche diversi vantaggi

I dati completi e la selezione delle pompe per la gamma e-GS sono

aggiuntivi, tra cui:

disponibili tramite Xylect, il software di selezione di Xylem, leader nel

 rotazione dei componenti che non vengono in contatto reciproco, con una conseguente riduzione dell'usura, una maggiore durata del prodotto e prestazioni prolungate;  materiale delle giranti in polimero affidabile, più resistente ai danni causati dalle abrasioni;  rondella di controspinta che evita lo sfregamento dei componenti all'avviamento – un'altra caratteristica di longevità del prodotto;  parti in acciaio inossidabile per la massima resistenza alla corrosione.

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settore civile e industriale, disponibile anche online, con funzioni che consentono la gestione di progetti, le configurazioni e i preventivi per i marchi Lowara, Flygt e Godwin di Xylem.

Xylem Water Solutions Italia Srl

Via G. Rossini, 1/A - 20020 Lainate (MI) Tel. 02.903581 - Fax 02.9019990 Email: watersolutions.italia@xyleminc.com Web: www.lowara.it

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Alta competenza nella depurazione dell’aria Il settore degli impianti di produzione di sostanze chimiche-farmaceutiche è caratterizzato da stream aeriformi, contenenti sostanze alogenate, che devono essere depurati prima di essere espulsi in atmosfera; a ciò si aggiungono molto spesso scarichi concentrati in cui è presente una miscela di VOC alogenati in elevata concentrazione, che richiede una gestione separata con piping e sezioni di abbattimento ad umido in materiale antistatico e l’installazione di una strumentazione di misura e controllo appropriata per l’ambiente aggressivo in cui viene installata e con caratteristiche ATEX appositi sistemi di protezione dal pericolo di esplosione.

La progettazione degli impianti La scelta dei materiali - oltre che in generale delle soluzioni tecniche - diventa essenziale ai fini della funzionalità nel tempo dell’impianto di depurazione che, se mal progettato, può rapidamente deteriorarsi a seguito di fenomeni di aggressione chimica irreversibili e a cui non è possibile trovare successivamente una soluzione. Il progetto di questi impianti richiede perciò un livello di competenza ed una esperienza che è presente solo presso impiantisti che possono vantare un numero

di fornitura chiavi in mano per la sezione di depurazione, ma possono

significativo di progetti realizzati in questo settore.

coprire anche la parte di captazione ed adduzione degli stream dal

Il Gruppo multinazionale Dürr di Bietigheim-Bissingen, nei pressi di Stoc-

reparto produttivo, comprensiva delle strutture di supporto. Questo

carda, attraverso la sua divisione CTS (Clean Tecnology Sistems), realizza

solleva il Cliente, qualora lo staff tecnico sia ridotto, da attività che

da molti anni impianti di abbattimento VOC specificatamente concepiti

interferiscono con la normale operatività di esercizio degli impianti

per questo settore industriale ed ha realizzato progetti in tutto il mondo

in stabilimento. Le soluzioni tecniche adottate da Olpidürr sono

sia per multinazionali chimico–farmaceutiche che per aziende che opera-

caratterizzate da ridotti consumi energetici, ben al di sotto degli

no in questo settore producendo semilavorati (ad esempio principi attivi).

standard di settore ed hanno permesso ai clienti di usufruire dei vantaggi

In Italia, dove il gruppo Dürr è presente con varie società operative, le

economici offerti dall’ottenimento di “certificati bianchi” o TEE (titoli di

competenze nell’ambito degli impianti di depurazione aria sono disponibili

efficienza energetica) in accordo originariamente al DM 20/07/2004.

grazie al team di esperti della divisone CTS di Olpidürr, società di impiantistica

Una volta collaudato e messo in esercizio l’impianto, il team italiano

con sede a Novegro di Segrate alle porte di Milano attiva oltre che in

CTS assiste il cliente con contratti di manutenzione programmate,

questo campo anche negli impianti verniciatura, nelle macchine di lavaggio

teleassistenza, fornitura di ricambi, proposta ed implementazione

interoperazionale per il comparto meccanico e l’automazione industriale.

di funzionalità aggiuntive. I responsabili ed i conduttori di impianti di

Le realizzazioni Olpidürr, in esercizio, specifiche per questo settore,

produzione nel settore chimico farmaceutico con il team CTS di Olpidürr

comprendono tutte le varie soluzioni tecnologiche termiche disponibili

possono contare su un partner con esperienza internazionale ma ben

per la distruzione dei VOC alogenati: combustione in impianti

radicato sul territorio Italiano, in grado di risolvere ogni esigenza di

recuperativi serie Ecopure VAR ed in impianti rigenerativi serie Ecopure

trattamento delle emissioni aeriformi.

RTO. Esse sono accompagnate dall’impiantistica di pretrattamento e post-trattamento costituita da scrubbers per i composti acidi e basici e postscrubber per l’abbattimento del cloro ancora presente nello stream a valle della sezione di combustione, oltre che nelle linee per l’adduzione degli stream concentrati alla sezione di combustione anch’esse dotate di torri di pretrattamento degli acidi e delle basi. Gli impianti vengono realizzati e gestiti dalla sede Italiana con contratti

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Olpidürr Spa

Via G. Pascoli, 14 - 20090 Novegro di Segrate (MI) Tel. 02.702121 - Fax 02.7012319 Email: sales@olpidurr.it Web: www.olpidurr.it; www.durr-cleantechnology.com

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Soluzioni innovative per la depurazione delle acque Dal 3 al 6 novembre 2015 a Rimini Fiera si è tenuta la 19° edizione di Ecomondo, la manifestazione internazionale dedicata al recupero di materia ed energia e allo sviluppo sostenibile. Gardner Denver Industrials Group ha esposto un’ampia gamma di tecnologie innovative e sostenibili a marchio Robuschi ed Elmo Rietschle per la depurazione delle acque reflue urbane. Fra i compressori, Robuschi ha proposto Robox Screw, l’innovativo compressore a bassa pressione, in grado di raggiungere fino a 2,5 bar (g) di pressione nella versione Hi pressure e portate fino a 9.500 m3/h. Robuschi offre anche un’ampia gamma di gruppi soffianti, Robox Evolution, fino a 10.500 m3/h. La versione di compressore Robox Screw Low pressure (fino a 1 bar(g) e 10.500 m3/h) è in grado di coniugare le caratteristiche dell’innovativo compressore a vite Robuschi, con la

Robuschi fornisce anche la propria soluzione per la compressione

semplicità di esercizio di un classico soffiatore a lobi.

e il convogliamento di biogas - sia da fermentazione anaerobica del residuo di depurazione che da discarica - tramite Robox Evolution Biogas, un gruppo soffiante che nella versione CRBIO è montato su skid con accoppiamento diretto, disponibile anche nella configurazione con trasmissione a cinghie-pulegge (GRBIO). Tali dispositivi possono raggiungere una pressione di 1.000 mbar (g) e portate fino a 3.200 m3/h. Robuschi offre inoltre soffiatori in Inox (AISI 316 o Duplex) con portate fino a 14.000 m3/h, utilizzabili in applicazioni particolarmente gravose, e le pompe centrifughe Promix, ideali per il convogliamento di liquidi carichi, viscosi e con particelle in sospensione, con portate fino a 2.000 m3/h e prevalenza fino a 80 m. Tra i prodotti a marchio Elmo Rietschle, utilizzati nel settore della depurazione delle acque reflue ed esposti ad Ecomondo: la nuova serie di soffianti a canali laterali G-2BH8, con inverter integrato, che si avvale di 3 grandezze costruttive con potenze installate che vanno da 9,2Kw a 18,2Kw in campi di utilizzo con portate tra i 300 m3/h (al minor numero di giri) e i 950 m3/h (al maggior numero di giri) e pressioni differenziali che vanno da -550 mbar a +720 mbar; le pompe per vuoto e i compressori oil-free Serie C; e sistemi utili sia per generare vuoto che sovra-pressione, sia per aria e gas inerti che per gas a rischio esplosivo coperti da normativa ATEX.

Gardner Denver srl - Divisione Robuschi

Via Leonardo, 71/A - 43122 Parma Tel. 0521.274911 - Fax 0521.771242 Email: marketing@robuschi.it - Web: www.robuschi.it

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Leader nella depurazione dell'aria Dopo più di vent’anni di esperienza in tutto il mondo, Brofind Spa (e le sue consociate Brofind Instanbul e Brofind Beijing) ribadiscono la propria leadership nel settore ecologico con particolare attenzione alla depurazione dell’aria (sostanze organiche volatili) e all’energia. In dettaglio le tecnologie sviluppate.

Impianti a carbone attivo per abbattimento e recupero solventi Oltre che rendere un grande favore all’ambiente, grazie a un consolidato know-how, è garantito il recupero e il riutilizzo in produzione dei solventi utilizzati. L’impianto presenta quindi grandi vantaggi non solo ambientali, ma anche produttivi, riducendo i relativi costi.

Impianti di combustione Per la depurazione di tutti quegli stream inquinati da più solventi, dove non è conveniente intervenire con un recupero. Sono forniti tutti i tipi di combustione (recuperativa, rigenerativa RTO, catalitica, mista gas e liquidi). Questi impianti prevedono alte rese di abbattimento, costi di investimento contenuti e costi di gestione spesso ridotti a zero o quasi.

Impianti di recupero calore Per sfruttare tutti i cascami energetici che andrebbero altrimenti sprecati, sfruttando anche le numerose incentivazioni europee presenti.

Impianti Waste to Energy Con questa tecnologia è possibile sfruttare tutta una categoria di rifiuti (principalmente biomasse o fanghi) per la produzione, attraverso una combustione o una digestione anaerobica, di energia elettrica.

Brofind Spa Viale Stelvio, 5 - 20159 Milano Tel. 02.6085261 - Fax 02.608526232 Email: villa@brofind.it - Web: www.brofind.com

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Prodotti e servizi Sick

NSK

Sick S.p.A., filiale italiana di Sick AG, azienda di rilievo mondiale nella produzione di sensori, presenta GHG (Green House Gas) Control, un’innovativa e completa soluzione per la misurazione e il monitoraggio dei gas in situ. Con la direttiva 2003/87/CE l’Unione Europea si è prefissata un ambizioso ma importante obiettivo: ridurre del 20% le emissioni di gas serra entro il 2020. Per questo motivo la maggior parte degli impianti che producono questi gas sono tenuti a comunicare le proprie emissioni annue. Il calcolo può essere effettuato con due differenti metodi: attraverso misure dei diversi combustibili, analisi di laboratorio e l’acquisizione di dati per calcolare in modo complesso i flussi di fonti, oppure utilizzando dei sistemi di misura continua a camino. GHG Control di Sick si muove sicuro in questa seconda direzione garantendo la massima precisione nella misura della concentrazione dei gas serra e della portata delle emissioni. La soluzione offre una stima precisa e in tempo reale delle emissioni di inquinanti a effetto serra, registrando la concentrazione di CO2 e N2O e la portata volumetrica in modo totalmente automatico. Con GHG Control non è richiesta alcuna conversione umido/secco; temperatura e pressione all’interno del camino non influenzano in alcun modo le sue performance. Il metodo di misurazione diretta, inoltre, semplifica considerevolmente la gestione di cambi o miscele di combustione. Tutto ciò garantisce un’incertezza del 2%, soddisfacendo ampiamente i requisiti dei livelli 4 e 3. Inoltre, una stima precisa si traduce in un risparmio economico. Eliminate le onerose misure fiscali, le analisi di laboratorio e l’acquisizione di dati e certificazioni, i costi operativi vengono abbattuti. In più, la misurazione effettiva e reale dei gas emessi, e non una loro stima, consente di pagare solo le tonnellate di CO2 realmente emesse. GHG Control è quindi la soluzione perfetta per i gestori di impianti che devono quantificare correttamente le emissioni di CO2 e N2O e garantire che siano rispettati i requisiti di accuratezza legati alle dimensioni e al rischio degli impianti, in totale sicurezza e con la massima precisione.

Esistono moltissimi modi per imparare a conoscere i cuscinetti. Si va dalla consultazione dell’enciclopedia online Wikipedia alla lettura più ostica dei testi per gli studenti di ingegneria. Un'altra possibilità è una breve introduzione al mondo dei cuscinetti che NSK ha da poco pubblicato sul proprio sito per tutti coloro che sono interessati a questa tecnologia. Perché le persone visitano i siti web di aziende che si occupano di moto e azionamenti? Un’analisi condotta da NSK ha rilevato che una quantità sorprendente di visitatori vuole scoprire che cosa sia effettivamente un cuscinetto. Secondo gli specialisti in materia è inopportuno costringere un utente inesperto a consultare il catalogo generale dell'azienda, pertanto hanno analizzato gli argomenti principali, hanno letteralmente vivisezionato la pubblicazione e hanno scritto brevi "Technical Insights" per un primo approccio al settore. Mathias Schlapp, Senior Project Engineer, spiega così l’iniziativa: “Il risultato finale è una breve introduzione ai cuscinetti divisa in quattro capitoli. Nel primo capitolo, due schemi, quattro immagini e poche frasi spiegano in pochi minuti che cos’è un cuscinetto e quali sono i suoi componenti.” Capitolo dopo capitolo, i visitatori del sito web possono approfondire la loro conoscenza dei cuscinetti, scoprendo ad esempio le diverse tipologie in commercio (capitolo 2). Gli “Approfondimenti Tecnici” (o "Technical Insights" - capitolo 3) consentono a chiunque voglia saperne di più di scaricare articoli degli esperti dal catalogo generale dei cuscinetti. Poiché a volte la teoria dei cuscinetti può risultare poco coinvolgente, vengono proposti esempi di applicazioni fra le più sorprendenti (capitolo 4). Ad esempio, i visitatori saranno stupiti di sapere che alcuni cuscinetti funzionano perfettamente anche immersi nell’ossigeno liquido a temperature di -253 °C (nelle pompe per carburante dei razzi interplanetari), ma al tempo stesso possono sopportare temperature altissime fra +300 e 500 °C (ad es. nelle macchine per la TAC) senza alcun cedimento.

Per informazioni: Sick Spa Tel. 02.27434264 - Fax 02.27434272 Email: marketing@sick.it - Web: www.sick.it

Per informazioni: NSK Italia S.p.A. - Silvia Cozzi Tel. 02.995191 - Fax 02.99025778 Email: info-it@nsk.com - Web: www.nskeurope.com

Monitoraggio completo delle emissioni

Mewa

Un panno molto speciale A prima vista sembra un panno qualsiasi. Invece, il panno MEWATEX è un prezioso strumento di lavoro, studiato per risolvere il problema della pulizia di macchinari nell'industria, nelle officine e carrozzerie, nelle tipografie, sollevando il cliente da tutta una serie di incombenze. Il viaggio nel FullService dei panni MEWATEX inizia con la fase di consulenza al cliente, per individuare il panno più adatto, per qualità e tipologia. A questo punto, si stabilisce insieme la frequenza dei ritiri dei panni sporchi e della restituzione di quelli puliti. Da questo momento un autista Mewa arriverà sempre puntuale

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Introduzione ai cuscinetti

con un camion, per rifornire il cliente con un carico di panni puliti e ripartire con i contenitori pieni di panni sporchi. I panni MEWATEX sono disponibili in numerose versioni, ciascuna studiata per adattarsi agli specifici settori di impiego: MEWATEX® è il panno robusto, con elevate capacità assorbenti; MEWATEX® Plus è altrettanto robusto, ma ancora più adatto a pulire le superfici delicate; MEWATEX® Ultra è praticamente privo di pelucchi ed è quindi il panno perfetto da utilizzare per la lucidatura delle superfici e per gli impianti idraulici. Assorbe inoltre oltre 100 ml di acqua al secondo; MEWATEX® Protex è infine realizzato in microfibra, assorbe fino a 125 ml al secondo ed è particolarmente adatto per l'elettronica, l'ottica e l'industria alimentare. Una striscia colorata sul bordo del panno, indica il settore di impiego: blu per l'industria, verde per le tipografie, rossa per le officine. Rispetto ai panni in carta o agli stracci in tessuto, che dopo essere stati utilizzati una volta vengono eliminati tra i rifiuti, i panni MEWA possono essere lavati fino a 50 volte e riutilizzati. Inoltre questi panni derivano per il 50% da filati riciclati e durante la loro tessitura vengono recuperate perfino le lanugini di cotone cadute a terra, per farne materiale isolante, da utilizzare per esempio nella produzione delle auto.

Per informazioni: Mewa srl Tel. 0331.896001 - Fax 0331.871909 Email: turbigo@mewa.it - Web: www.mewa.it

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l’Ambiente

Harpo Group

Flir

La divisione seic geotecnica di Harpo spa, l’azienda triestina che sviluppa soluzioni progettuali per l’ingegneria civile e ambientale, ha fornito alcuni tra i materiali di base per la realizzazione degli 8.000 mq di aree destinate a verde del Bosco Verticale di Milano. Per il magnifico progetto dello Studio Stefano Boeri Architetti, noto a livello internazionale e vincitore di numerosi premi tra cui il miglior grattacielo al mondo 2015, promosso dall’Illinois Institute of Technology di Chicago, e il grattacielo più bello 2014, scelto tra 800 nella competizione internazionale International Highrise Award, è stato infatti utilizzato un prodotto innovativo della divisione geotecnica dell’azienda triestina. Nello specifico del progetto, il geocomposito drenante Enkadrain ST è stato scelto per raccogliere ed allontanare le acque di infiltrazione provenienti dalle aree destinate a verde, 8.000 mq su cui stanno crescendo oggi oltre mille piante tra alberi, cespugli e fiori. Andrea Bodigoi, direttore commerciale di Harpo spa divisione seic, esprime la soddisfazione del gruppo triestino: “Siamo orgogliosi di aver contribuito alla realizzazione di una delle migliori soluzioni ecosostenibili al mondo e che questa arricchisca una città come Milano, simbolo dell’innovazione e dell’Italia nel mondo”. Introdotto in Italia alla fine degli anni ’80, l’Enkadrain è ancora oggi il materiale di riferimento per il drenaggio. Le sue caratteristiche costruttive lo rendo un materiale unico e affidabile nel tempo. In particolare i non tessuti filtranti di tipo termosaldato riducono il fenomeno del clogging (intasamento); inoltre la ridotta comprimibilità e deformabilità nel tempo di questi non tessuti favoriscono il mantenimento delle prestazioni sotto carichi elevati. Al fine di ottimizzare le scelte progettuali, ai modelli di riferimento Enkadrain ST/TP si sono aggiunti nuovi modelli che rispettano meglio le esigenze di cantiere, in particolare l’Enkadrain 5006H/2-2s/T110PP con una struttura del nucleo a zig zag per migliorare la resistenza a compressione e dimensioni dei rotoli più facilmente gestibili in cantiere. Per approfondimenti sui materiali Harpo seic: http://www.harpogroup.it/geotecnica

Per i professionisti della ricerca e sviluppo la precisione conta. Che si trovino sul campo per identificare guasti a motori dovuti allo stress, o in laboratorio per misurare campioni di tessuto e assicurarsi che possano resistere a condizioni climatiche avverse, i loro utensili devono essere resistenti, portatili e accurati. Per aiutare ricercatori e scienziati ad affrontare alcune delle sfide più avvincenti, FLIR ha introdotto oggi la termocamera ad infrarossi LWIR FLIR 1030sc HD (alta definizione), con la massima risoluzione attualmente disponibile. La T1030s ha una sensibilità termica eccezionale rispetto allo standard del settore. Con un detector straordinariamente sensibile e ottiche HD-ready, la termocamera rileva differenze di temperatura inferiori a 20 mK a 30 °C. Progettata per garantire versatilità, la T1030sc racchiude prestazioni elevate in una soluzione ergonomica, flessibile e portatile. La termocamera funziona come un sistema indipendente di analisi e raccolta dei dati sul campo, o come una soluzione fissa per la misurazione termica in laboratorio. Riguardo ai dati essa garantisce: registrazione di video full frame a 1024 x 768 px e 30 Hz con alimentazione a batteria; streaming di dati grezzi a 120 Hz con l'interfaccia HSI (High Speed Interface); dotata delle nuove ottiche di precisione HDIR FLIR OSXTM; incluso il software FLIR ResearchIR Max, che consente agli utenti di analizzare e condividere i dati. La T1030sc è inoltre supportata dalla garanzia globale 2-5-10 di FLIR, la migliore protezione del settore per qualsiasi termocamera. FLIR Systems è leader mondiale nella progettazione e produzione di termocamere per un'ampia gamma di applicazioni. Vanta oltre 50 anni di esperienza e migliaia di termocamere attualmente in uso in tutto il mondo per la manutenzione predittiva, ispezioni nel campo delle costruzioni, ricerca e sviluppo, sicurezza e sorveglianza, settore marittimo, automotive e per altre applicazioni di visione notturna. L'azienda impiega oltre 3200 specialisti dell'infrarosso, e si rivolge ai mercati internazionali attraverso una rete di distribuzione globale, che fornisce localmente attività commerciale e supporto.

Per informazioni: Harpo Group Tel. 040.3186611 - Fax 040.3186666 Email: info@harpogroup.it - Web: www.harpogroup.it

Per informazioni: Flir Systems Italy Tel. 02.99451001 - Fax 02.99692408 Email: flir@flir.com - Web: www.flir.com/T1030sc

Enkadrain per il bosco verticale

Gruppo CAP

Insieme per il recupero dei canali Oltre un milione di euro per avviare il recupero del reticolo idrico minore in buona parte costruito e progettato nel medioevo, per smaltire l’eccesso di acque meteoriche e l’innalzamento della falda che crea numerosi problemi nelle nostre città. E’ questo il contenuto del progetto di Gruppo CAP e Consorzio Est Ticino Villoresi (ETVilloresi), che hanno avviato la prima fase di studio coordinato dalla Facoltà di Agraria dell’Università di Milano. Il progetto si pone l’ambizioso obiettivo di riattivare per la raccolta delle acque di pioggia, di falda e di scambio geo termico in eccesso, il sistema di rogge, canali e fontanili del reticolo idrico minore la cui costruzione risale a più di otto secoli fa. Molte sono le città, infatti, a partire da quella metropolitana di Milano, che a ogni fenomeno di pioggia intensa vedono allagarsi i propri quartieri. La causa principale è la diffusa cementificazione e impermeabilizzazione del suolo e delle aree fluviali. L’acqua non può più essere smaltita solo con l’implementazione di strutture come le vasche volano, ma è necessario gestirla in forma ambientalmente integrata anche per un possibile, ecologico ed efficace reimpiego. Gruppo CAP, con un investimento di un milione di euro, riporterà alla luce un ambiente perduto: insieme al Consorzio ETVilloresi e grazie a uno studio del reticolo idrico condotto dall’Università di Milano recupererà quanto già i cistercensi avevano fatto con le marcite e i canali di irrigazione per far defluire le acque in ecces-

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Termocamera per ingegneri e scienziati

so, evitando per quanto possibile gli effetti rovinosi delle bombe d’acqua, e sfruttare l’acqua in eccesso in agricoltura. Si tratta di un percorso di prevenzione che mette in campo soluzioni progettuali innovative di ingegneria idraulica e ambientale. Le acque raccolte saranno così convogliate in polmoni di fitodepurazione e poi utilizzate nel settore agricolo. Il primo progetto pilota riguarderà il fontanile Briocco, sul territorio di Rho, che verrà recuperato, collegato ai successivi tratti del reticolo idrico e dove saranno convogliate le acque di pompaggio di falda di un grande parcheggio interrato e le acque di scambio termico del condizionamento di un cineteatro.

Per informazioni: Cap Holding Spa Tel. 02.82502 - Fax 02.82502281 Email: info@capholding.gruppocap.it; info@etvilloresi.it Web: www.gruppocap.it

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Libri La valutazione del rischio chimico

Aggiornata all’emanazione delle nuove norme di classificazione degli agenti chimici pericolosi A cura di Fulvio D’Orsi, Giacomo Guerriero, Eva Pietrantonio Casa editrice EPC Editore Prezzo € 40,00 - Pagine 656 Un’opera complessa e completa, ben architettata da autori di rilievo e di grande esperienza. Questo testo sul rischio chimico e la sua valutazione, giunto alla sua quinta edizione, realizzato da Fulvio D’Orsi, Giacomo Guerriero ed Eva Pietrantonio, lo si può considerare un trattato-manuale che affronta il mondo molto complesso ed articolato derivato dalle potenzialità del rischio chimico. Rischio sia ambientale che biologico, non sempre prevedibile, non sempre controllabile e circoscrivibile nei danni che apporta od è in grado di apportare. Il testo è aggiornato alle emanazioni delle nuove norme di classificazione degli agenti chimici pericolosi (Reg. CE/1272/2008-CLP), e si adegua alla metodologia più recente di valutazione in coerenza con la nuova Normativa che sigla le recenti indicazioni della Commissione Consultiva Permanente in fatto di Igiene del Lavoro. Vengono riportate in modo puntuale tutte le informazioni utili ad adottare direttrici adeguate a ridurre l’esposizione agli agenti chimici pericolosi. Allegato al volume vi è il CD ”Progetto Sicurezza Lavoro”, il quale consente di adempiere all’obbligo di valutare e gestire tutti i rischi che possono essere presenti in un ambiente di lavoro: dalla formazione alla sorveglianza sanitaria, dai DPI alle macchine. Ma il CD contiene anche la nuova versione di A.R.CHI.M.E.D.E., che attualmente è un punto di riferimento nel panorama italiano dei programmi per la valutazione del rischio. Il software consente di valutare sia le ”frasi di rischio” che l’esposizione agli agenti chimici pericolosi sui luoghi di lavoro; altresì è in grado di gestire il rischio residuo differenziando i risultati in base all’adozione di misure specifiche di prevenzione e protezione.

Vademecum dell’ambiente

Guida pratica agli adempimenti, obblighi e autorizzazioni per le imprese - II Edizione A cura di Stefano Sassone Casa editrice EPC Editore Prezzo € 21,00 - Pagine 415 L’autore di questo manuale, giunto alla sua recentissima seconda edizione (fine settembre 2015), può certamente considerarsi come uno dei massimi esperti del settore ambientale sia a livello tecnico che legislativo. La sua preparazione multiversatile, accoppiata ad una capacità di analisi intuitiva ma pure attenta e rigorosa, gli consente di porgere gli argomenti (talora molto complessi) in un linguaggio semplice, particolarmente accessibile e fluido. Il testo che stiamo presentando è un manuale, un “vademecum dell’ambiente”, come detta il titolo datogli dallo stesso autore: in realtà è qualcosa di più, una autentica guida tecnico-legislativa che approfondisce concretamente le ricadute delle disposizioni di legge nei confronti di imprese ed Enti Pubblici. Quindi, una guida completa e molto pratica agli adempimenti, obblighi, ed autorizzazioni da adottare da parte delle aziende. Per chiunque abbia necessità di documentarsi è molto importante centrare i contenuti di questo aggiornatissimo manuale. Esso illustra la normativa sulla nuova AIA (D.lgs n.46/14), sull’AUA (DPR n.59/13), e presenta le recenti modificazioni operate sul SISTRI (L. 11/15). Ma nel testo vengono riservati alcuni spazi anche alla recente disciplina sulle emissioni di gas serra (D.lgs 30/13) e a quella sugli impianti di incenerimento e coincenerimento (Titolo terzo-bis, parte |V.D.lgs n. 52/2006). Molto interessante è la trattazione sui nuovi “delitti ambientali”, affrontati con occhio attento alle articolazioni giuridiche spesso complesse (Codice Penale,Titolo sesto-bis). Possiamo aggiungere che alla bontà tecnico professionale prerogativa dell’autore, EPC Editore ha aggiunto una veste grafica armonica e sobria ad un prezzo realmente accessibile.

Gestire i rifiuti tra legge e tecnica

Manuale on line gratuito e sempre aggiornato - Terza edizione su carta ottobre 2015 A cura di Paola Ficco Casa editrice Edizioni Ambiente Prezzo € 36.00 - Pagine 605 Questo manuale, necessariamente ponderoso, curato da Paola Ficco, personaggio ben noto nell’ambito della Legislazione ambientale, soprattutto in materia di rifiuti, è alla sua terza recentissima edizione essendo stato licenziato alla stampa nell’ottobre 2015; si avvale dei contributi di altri elementi di spicco del settore tecnico-normativo di tale materia in continua evoluzione: Pasquale De Stefano, Leonardo Filippucci, Pasquale Fimiani, Eugenio Onori, Claudio Rispoli. Dalla sua prima edizione, avvenuta oltre due anni addietro, il manuale ha subito profonde evoluzioni dovute sia all'affinamento talora radicale dell’iter legislativo, sia alla capacità di aggiornamento editoriale di cui si è resa capace la casa editrice “Edizioni Ambiente”. Infatti, grazie anche al contributo finanziario dei principali Consorzi nazionali del Riciclo (Conai con i sei Consorzi di filiera, Coou, Conoe, Ecopneus) il volume è scaricabile gratuitamente dal sito freebookambiente.it, nel network di Edizioni Ambiente. Tutti i contenuti del presente trattato si basano sull’articolo 177,D.lgs 1521/2006, il quale individua con molta chiarezza e sovente con capillare incisività le finalità della Normativa in materia di rifiuti. La Normativa verte su un principio base: ”Proteggere l’ambiente e la salute umana”; il che naturalmente si traduce in termini di prevenzione, riduzione degli impatti negativi, gestione oculata dei rifiuti prodotti. Il volume è aggiornatissimo sotto il profilo legislativo e tecnico; del resto chiunque può - in tempo reale - documentarsi su i vari aggiornamenti normativi usufruendo dei link disponibili nell’Osservatorio di Normativa Ambientale in reteambiente.it. Terminiamo col fare presente come il testo sia leggibile su qualsiasi supporto: computer, tablet, smartphone.

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l’Ambiente Bonifica dei terreni contaminati

Osservazioni critiche, linee guida e proposte normative A cura di Raffaello Cossu Casa editrice Il Sole 24 Ore SpA Prezzo € 36,00 - Pagine 238 L’ampio e poliedrico testo che presentiamo ha una valenza tecnico-normativa di indiscutibile valore. Il coordinatore del testo, il prof. Raffaello Cossu, è ordinario di Ingegneria Sanitaria Ambientale all’Università di Padova, e coordinatore del CTD (Comitato Tecnico Discariche). Si parte da un presupposto di (purtroppo) particolare rilevanza che ci piace sottolineare usufruendo delle medesime riflessioni di Cossu: ”Una delle tematiche connesse alla tutela dell’ambiente che oggi richiede maggiore attenzione è quella dei terreni contaminati per la quale è da tutti sentita la necessità di un aggiornamento del quadro normativo”. Si parte dal cosiddetto “Tavolo di Roma”, ossia un think tank costituito non molti anni addietro per una gestione sostenibile dei rifiuti e delle risorse. Alla sua realizzazione e sviluppo sono stati chiamati docenti, ricercatori e professionisti. Si deve proprio a questa Istituzione privata la costituzione del CTTC (Comitato Tecnico Terreni Contaminati). L’obiettivo fu quello di sviluppare una discussione scientifico-tecnica la più ampia possibile, idonea a suggerire opportune modifiche ed input alla normativa attuale non sempre soddisfacente e spesso dubbia nei suoi contenuti. Gli aspetti tematici (attualmente ritenuti non esaustivi) riguardano la sostenibilità ambientale, i criteri di priorità degli intenti, la fattibilità delle possibili soluzioni, le valutazioni sul danno biologico, utilizzo/risanamento delle aree. Ai lavori del Comitato, i quali si sono sviluppati nell’arco di ben 15 mesi con varia articolazione organizzativa, hanno partecipato circa 150 operatori, impegnati a vario titolo nei settori tecnici disciplinari. A conclusione di questo processo è stato elaborato un insieme di proposte normative caratterizzate da un livello di definizione differenziato in funzione della complessità delle tematiche specifiche.

Come nascono le medicine

La scienza imperfetta dei farmaci A cura di Maurizio D’Incalci, Lisa Vozza Casa editrice Zanichelli Prezzo € 12,90 - Pagine 229 Quello che presentiamo è un testo di utile lettura, un volume molto chiaro e accessibile, che tutti dovrebbero leggere perché contiene un insieme di verità assolutamente indipendenti, non legati ad interessi di parte. “Come nascono le medicine” ci introduce nel mondo ignoto ai più ed estremamente articolato della chimica farmaceutica, in un iter tortuoso e niente affatto semplice che va dal progetto di ricerca al prodotto finito. Il volume, piccolo come mole ma grande per i contenuti, chiarissimo nella sostanza e nelle delucidazioni, vuole dire chiaramente a chi insegue certezze che in farmacologia queste non esistono, ma possono realizzarsi (come fortunatamente avviene) alte probabilità di successo. Una verità, questa, non discutibile poiché molte categorie di farmaci (antibiotici, antinfiammatori, e farmaci molto specifici come ad esempio l’insulina) hanno consentito il prolungamento della vita e l’indiscutibile miglioramento di essa a centinaia di milioni di persone. Nel testo che presentiamo l’esposizione assume la parvenza di dialogo con il lettore: ”La scienza dei farmaci è assai imperfetta e sempre soggetta a risultati incerti, spesso provvisori”. D’altronde le conoscenze sulle malattie, il modo di affrontarle e curarle, sono a tutt’oggi minime, sia pure in progressiva evoluzione positiva. Vi è poi anche da dire che un farmaco “toccasano” ieri, può risultare deludente oggi. E’ il caso, ad esempio, della vecchia penicillina: ieri l’altro miracolosa a dosi che oggi farebbero sorridere, attualmente quasi inefficace; così anche di molti antibiotici di generazioni successive. In questo lavoro viene usato un linguaggio molto attento in fatto di sicurezza del farmaco, gli autori non mancano di esprimere una loro opinione molto garbata ma decisa verso forme di medicina alternativa rimarcando come esse non diano possibilità di verifica scientifica.

Il giardino mediterraneo A cura di Mimma Pallavicini Casa editrice Pentagora Prezzo € 14,00 - Pagine 227 Il giardino mediterraneo, piace e rappresenta, bene, uno stile italiano di coltivazione alquanto originale, tipico delle zone caratterizzate da un clima caldo ed arido, quali, appunto, quelle del bacino mediterraneo, dove le estati sono lunghe e spesso afose e dove le precipitazioni piovose possono essere molto scarse. Le piante mediterranee, di conseguenza, sono specie, prevalentemente, arbustive o cespugliose, spesso sempreverdi, con foglie di piccole dimensioni, a volte sclerofile, ben adattabili e resistenti, che non richiedono particolari cure e sono poco idroesigenti. Questo tipo di giardinaggio, se è anche rispettoso della natura e delle sue risorse, può guardare, al futuro, con prospettive di bellezza e senza alcun impatto ambientale negativo. Questo è il libro, in bianco e nero, edito dalla Pentàgora, che l’autrice Mimma Pallavicini, naturalista di formazione, dedica al patrimonio vegetale dell’Italia mediterranea ed a coloro che praticano il giardinaggio, con sensibilità per l’ambiente, diventandone custodi. Il testo illustra, in modo puntuale e con linguaggio abbastanza semplice tutto ciò che c’è da sapere, partendo dalla progettazione nelle condizioni estreme (tanto sole e poca acqua), fino alle coltivazioni ecocompatibili, per un giardinaggio ambientalmente sostenibile. Rivolto a chi dispone di un giardino o solo di un balcone, una terrazza od un tetto verde, ma anche a chi antepone, a tutto, il desiderio di coltivare, in modo creativo, un orto od frutteto. Unico neo, la scarsità di immagini …

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Osservatorio Ambientale

Le scelte tecnologiche e la pianificazione degli investimenti Il sintetico saggio che presentiamo riguarda i metodi di analisi che vertono sulle scelte degli investimenti, in uno stato di incertezza e sotto il peso delle variabili ambientali. Il metodo qui descritto è quello, molto diffuso, della teoria della “Decisione in stato di incertezza”. Ci si propone un richiamo dei principi di tale teoria, illustrati nel contesto dei problemi di scelte tecnologiche alle quali fanno riferimento le imprese che vogliono gestire l’ambiente. Il compito di questo articolo sarà quello di delucidare gli aspetti derivanti dalla “Teoria della decisione nell’incertezza” che qui sotto sintetizziamo in cinque punti base:  la rappresentazione grafica - sotto forma di diagrammi di influenza o di “albero delle decisioni” - della sequenza di azioni e di avvenimenti che caratterizzano una situazione di decisione di investimento economico;  il metodo di costruzione di una funzione di utilità ”multiattributi”, la quale consenta di riportare problemi complessi, che abbiano numerosi criteri, al paradigma della “Teoria della decisione”;  l’applicazione di tale paradigma alla decisione di investimento nelle nuove tecnologie, in presenza di impedimenti a carattere ambientale, e l’evidenziazione del valore economico della flessibilità di scelta.  l’utilizzo di questa metodologia al fine di analizzare le scelte in ambito di centralizzazione e flessibilità, al momento dell’investimento nelle nuove unità di produzione.  l’ottimale utilizzo dei diritti di emissione negoziabili.

Premessa

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In questo articolo illustreremo, con qualche esempio, il calcolo economico che un imprenditore razionale viene indotto a compiere allorché decida di adottare tecnologie nuove e l’utilizzo di fonti energetiche idonee al fine di ottemperare agli obiettivi ambientali prefissati. A questo scopo ci proponiamo innanzitutto di richiamare i principi della Teoria di decisione nell’incertezza, quindi presenteremo gli strumenti di analisi che costituiscono i diagrammi di influenza e ”gli alberi della decisione”. Il criterio di scelta proposto è quello della massimizzazione dell’aspettativa matematica adottata dal decisore. Altresì sarà effettuato un breve accenno sul metodo di valutazione delle funzioni di utilità a partire dagli aspetti sulle conseguenze delle scelte e degli eventi esaminati. Verranno utilizzati esempi per dimostrare come la teoria in questione consenta di calcolare i valori opzionali associati a decisioni che permettono pause per la raccolta di maggiori informazioni; e questo prima di impegnarsi in scelte destinate a risultare irreversibili. Per nostra parte verrà volutamente utilizzato un metodo sufficientemente semplice in relazione ai diagrammi di influenza e degli “alberi delle decisioni”, il quale però consenta l’elaborazione di un’analisi delle scelte economiche effettuate, in un contesto dinamico, alla portata anche dei non specialisti preservando in ogni caso la struttura fondamentale della problematica. In buona sostanza il nostro principale obiettivo sarà dimensionare il valore economici delle scelte tecnologiche che forniscono flessibilità innanzi a probabili incertezze.

Fondamenti della “Teoria della decisione nell’incertezza” Per comodità di espressione iniziamo col posizionarci nell’ipotetica situazione di un imprenditore che debba valutare la scelta fra varie iniziative, le cui opzioni risulteranno determinanti per la realizzazione di un evento aleatorio. Un tale problema decisionale lo schematizziamo molto semplicemente nella rappresentazione sottostante.

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Per un’impresa industriale la gestione dell’ambiente spesso significa dovere affrontare investimenti consistenti nei nuovi siti produttivi. In tal senso il settore della produzione e distribuzione dell’energia, in particolare il comparto elettrico, fornisce numerosi esempi di scelte critiche a cui debbono fare fronte gli industriali nella necessità di rispettare le nuove norme ambientali al pari che preservare la redditività gestionale. L’obiettivo sarà dimostrare come l’incertezza economica e le variabili ambientali possano venire ricondotte a una metodologia di analisi delle decisioni che consenta di valorizzare correttamente le opzioni che si presentassero a chi è tenuto a decidere. Molto di frequente un gestore si deve confrontare con situazioni di scelta molto incerte. Per fare un esempio, la situazione di incertezza può riguardare l’andamento della congiuntura economica, l’introduzione di nuove

normative nazionali ed internazionali, i costi di investimento nelle nuove tecnologie, l’orientamento dei consumatori, il comportamento della concorrenza, ecc… Per la qualcosa la messa in conto delle incidenze ambientali va ad inserirsi anche nel processo decisionale riguardante l’incertezza; ne consegue che i fattori ambientali immettono nuove dimensioni al complesso dei rischi economici che il gestore deve prepararsi ad affrontare.


Tale schema (Figura 1) lo definiremo “Diagramma di influenza”: una scatola quadrata, che indicheremo come agire, sta a rappresentare “l’azione di scelta”; una scatola elissoidale denominata rischio, rappresenta a sua volta l’incertezza su cui poggia la realizzazione di una scelta aleatoria. La freccia che relaziona le due posizioni (della scatola quadrata nel verso della elicoidale) indica che il soggetto che deve decidere è indotto a scegliere la sua azione prima di conoscere quale sarà la realizzazione dell’avvenimento in questione. Infine, una scatola dagli angoli arrotondati verso cui convergono le prime due viene a rappresentare le conseguenze della scelta di un’azione e della realizzazione aleatoria di un avvenimento.

CONSEGUENZE

Figura 1

AZIONE 1

AGIRE

Da qui deriva che le due frecce che puntano verso questa terza scatola, denominata “conseguenze” stanno ad indicare come le conseguenze ”dipendano sia dall’azione che dal rischio. Va peraltro rilevato che le Figura 2 frecce da noi tracciate per indicare una relazione di precedenza (in Figura 1) hanno la funzione di chiarire il “diagramma di influenza”; di seguito vedremo come non sia sempre necessario una tale relazione sul diagramma di influenza, giacché l’albero delle decisioni che introdurremo fra poco, e che viene costruito partendo dagli elementi del diagramma di influenza, sta a precisare la struttura dinamica circa il problema della decisione in questione. Ne deriva (sempre da questo schema) il “paradigma” più semplice della Teoria della decisione, dove il termine “paradigma” è utilizzato per designare la rappresentazione schematica di una realtà complessa. Il detto paradigma viene espresso in tali termini:  un’azione deve essere presa nella rosa di un insieme di possibilità;  le conseguenze di questa azione dipendono anche dalla realizzazione di un tentativo aleatorio.

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RISCHIO

AGIRE

AZIONE 2

AZIONE 3

Quale azione bisogna scegliere? La Figura 4, che rappresenteremo di seguito, documenta specularmente la medesima situazione sotto l’aspetto di albero delle decisioni. Alla scatola agire corrisponde un nodo delle decisioni che comporta i rami delle azioni possibili. La Figura 2 sta appunto a rappresentare tale nodo delle decisioni. Ne consegue che alla scatola rischio si sostituisce un nodo degli avvenimenti. Pertanto vi appartengono sia i “rami dell’albero” quanto gli avvenimenti di base. Su ciascun ramo vengono riportate le probabilità rispettive dei differenti avvenimenti di base. Riferendoci nuovamente alla Figura 4, questa fornisce una rappresentazione delle conseguenze delle combinazioni possibili in quanto alle azioni/avvenimenti. Riassumendo: prima avviene la scelta dell’azione, poi la realizzazione dell’evento aleatorio; se ne deduce come si pervenga a nove combinazioni possibili le quali cor-

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Osservatorio Ambientale rispondono ciascuna ad un nodo terminale dell’albero delle decisioni. Su ciascuno dei nodi terminali viene stabilito un valore numerico che qui si presume rappresenti un profitto, ossia una quantità che si RISCHIO intende considerare come “massimale”. E, giacché l’azione precede il rischio, chi è tenuto alle decisioni si trova obbligato a scegliere fra differenti prospettive aleatorie. Supponiamo che il decisore intenda massimizzare l’esperienza matematica dei Figura 3 suoi guadagni. A questo scopo egli calcolerà la somma dei guadagni possibili, basata sulle rispettive probabilità degli avvenimenti costituenti ogni prospettiva aleatoria. Di conseguenza egli sceglierà l’azione che a sua volta condurrà alla prospettiva aleatoria, la quale contiene il valore più alto messo in preventivo nel piano di azione.

0,4

EVENTO -1

EVENTO -2 0,3

EVENTO -3 0,3

Il diagramma di influenza può essere utilizzato unicamente come indicazione degli elementi di un problema decisionale, senza precisare esplicitamente le precedenze fra azioni, avvenimenti, e conseguenze. Sarà compito dell’Albero delle decisioni a fornire in maniera evidente tale informazione.

EVENTO -1

RISCHIO

EVENTO -2

-5 -5

IO

NE

1

EVENTO -3

10

AZ

EVENTO 1

AGIRE

AZIONE 2

RISCHIO

EVENTO 2 EVENTO 3

6 -1 -3

NE 3

RISCHIO

EVENTO -2 EVENTO -3

✁ ✁

IO

AZ

EVENTO -1

4 -1 -2

Figura 4

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Si vedrà quindi, sempre nella Figura 4, come l’albero delle decisioni possa rappresentare un processo di decisione sequenziale in cui una successione di azioni ed avvenimenti conduce ad una risoluzione finale. In base a quanto esposto tracciamo il paradigma di base della Teoria della decisione: “Si riduce il problema alla considerazione delle differenti prospettive aleatorie, e viene identificata l’azione che conduce verso le prospettive aleatorie aventi il più alto valore sperato”.

AZIONE -1 {3,4}

AGIRE

AZIONE -2 {1,2}

AZIONE -3 {0,7}

RISCHIO

RISCHIO

RISCHIO

Figura 5

Per quanto concerne la funzione di utilità, la stessa consente di apporre una giustificazione molto generale alla prescrizione che consente di ricercare l’esperienza matematica di un guadagno considerato massimale. E, in effetti, questa permetterà di integrare nella valutazione

sia i guadagni probabili quanto l’attitudine del preposto alle decisioni nei confronti del rischio delle incombenze non monetarie.

Studio l’Ambiente

Up2Green Reforestation

Le aziende italiane interessate a integrare nella loro strategia di sviluppo sostenibile attività a sostegno dell’ambiente e di comunità in paesi in via di sviluppo possono oggi contare su un nuovo partner: si tratta di Up2Green Reforestation, associazione senza scopo di lucro nata in Francia nel 2009 e dedicata allo sviluppo di programmi di riforestazione comunitaria, che ha aperto un suo ufficio italiano a Milano. Up2Green Reforestation è una ONG, specializzata unicamente in programmi di riforestazione e di agroforesteria. La missione dell’associazione è sviluppare e promuovere azioni a favore della lotta contro il riscaldamento globale come la riforestazione, la conservazione della biodiversità, il sostegno a popolazioni colpite dalle carestie a causa delle condizioni climatiche, il sequestro delle emissioni di CO2. Dalla nascita di Up2Green Refo-

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restation sono stati piantati già 2 milioni di alberi e sono state stoccate più di 150.000 tonnellate di CO2. Attualmente, Up2Green Reforestation segue sette programmi nel mondo (Benin, Colombia, Ecuador, India, Madagascar, Perù e Senegal). Beneficiari dei programmi sono i contadini e le comunità indigene che non sempre riescono a vivere del loro lavoro e a gestire le proprie risorse in modo sostenibile. I progetti avviati o sostenuti dalla ONG mirano quindi a migliorare la qualità della vita delle persone, a preservare la biodiversità del territorio dove abitano e a favorire lo sviluppo di un’economia locale rispettosa dell’ambiente. Per far questo, Up2Green Reforestation si avvale di una rete di partner locali, con i quali lavora a stretto contatto per fornire supporto finanziario, tecnico e umano alle popolazioni colpite dalla deforestazione. Per contrastare questo fenomeno Up2Green Reforestation promuove nei suoi programmi la pratica dell’agro silvicoltura, che associa agricoltura e silvicoltura nello stesso sistema di coltura o di produzione. Con la nuova presenza in Italia, Up2Green Reforestation intende promuovere sia nel nostro paese e sia in Spagna le sue attività e i suoi programmi di riforestazione. L’ONG può già contare sul sostegno di aziende come Dalkia Groupe, Ecodis, Fimec Technologies, Guala Closures Group, e Veolia (www.up2green.com)

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