Tragedia del Vajont - Si inaridisce anche il cuore di Bergamo?

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DOMENICA 13 OTTOmE 1963

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CUORE E’LASSU’NELL’IMMANE

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SI INARIDISCE ANCHE IL CUORE DI BERGAMO ? Non è solo per Bergamo l’amara considerazione che vogliamo proporre con tutta franchezza ai nostri lettori: temiamo però che anche la nostra città, perfino questa nostra Bergamo che durante le alluvioni d 6 1 Polesine fu al primo posto fra tutte le città d’italia, proporzionalmente alla sua popolazione, in quella indimenticabile g a r a di bontà, stia subendo anche essa la strana atmosfera di apatia che si registra nel nostro Paese davanti al disastro immane che ha colpito i nostri fratelli del Cadore. Eppure, abbiamo avuto in questi anni troppe occasioni per constatare che il cuore di Bergamo c’è, e davvero grande quando si scuote.

Quaraut’anui fa, in una piccola valle dilaniata dal disastre-del Glene, fra paesi cauceUati sotto un mare livido di fango, in quella lunga disperazione senza parole che prende la gente di montagna quando le si rivolta contro spaventosamente quella natura che è tanta parte della sua vita, del suo coraggio, della sua serenità, per giorni e giorni abbiamo visto scendere dalla strada tortuosa della Presolana un corteo interminabile, a f f a n noso, premuroso, di camion, di carri, carichi di indumenti, di viveri, di masserizie. Donne e uomini e ragazzi erano venuti su a piedi dalla Valle Seriana con gerli e carretti di povere cose affettuose per i bambini, per i vecchi, per quella povera gente di lassù ehe non aveva più nè famiglia nè casa. Il x villaggio Milano » a Dezzo di Scalve, sottoscritto anche da umile gente, c.01 suo asilo, le scuole, le case, è ancora lassù, dopo quarant’anni da auella notte terribile, a indicare che, allora, esisteva un ranporto vivo e concreto tra-il dolore e la bontà cristiana, che la solidarietà non era solo uei grandi titoli e nelle cronache dei giornali, nel re che era accorso lassù, nel governo che si era riunito d’urgenza per deliberare i soccorsi, ma el;a un impulso personale, un dovere di ognuno. E non erano certo tempi di benessere! La gente della piccola valle sentiva che i fratelli spartivano con essa, in gran parte, la loro povertà. Ma in quel momento sembrava che non ci fossero in Italia altri dolori di cui .preoccuparci, poich$ quell’angoscia li aveva superati tutti: pareva che il cuore del Paese si fosse tutto fermato davanti all’orrore di cinque Comuni cancellati in una notte, di seicento creature uccise nel sonno. Poi venne il Polesine. L’ondata di generosita fu allora più alta e dilagante delle stesse onde del Po. Ed erano giorni ancora tribolati, nel ‘51, per il nostro Paese: folle di disoccupati, industrie che riprendevano faticosamente, ponti ancora distrutti, città con mucchi di macerie, estrema penuria di case, di scuole., di strade, lira incerta, insomma gli anni più difficili della nostra ricostruzione. Eppure, a riaprire i giornali di quei giorni, a rileggere quello che la nostra gente seppe fare per i fratelli del Pole&e, i milioni a centinaia raccolti SO10 nella nostra città, con

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tutto un esplodere commovente di episodi, di sacrifici personali, di iniziative, di gesti fraterni, davvero c’è da dire che una città dal cuore così grande non poteva poi esprimere che il più grande cuore di Papa che si sia mai disteso sul mondo. E oggi? Oggi che una delle più spaventose sciagure si è abbattuta sul nostro Pae= se, con migliaia di morti, interi paesi spazzati via, un orrore che fa rivivere e supera quello del Gleno che pur sembrava insuperabile, o g g i dove è questo grande cuore? In tempo di belriessere economico, con la gente che spende milioni a centinaia per una partita di calcio, oggi che le case sono fortunatamente cr e s c iute come funghì, e. belle case confortevoli, oggi che le strade sono asfaltate, e i t r en i camminano, e le macchine dilagano, e l’assistenza è assikata, e non vi sono quasi più disoccupati, oggi provatevi 8 leggere sui giornali l’elenco delle offerte... Per l’alluvione dell’Olanda, che pure era un Paese lontano e al. centro di un vasto soccorso internazionale, si era fatto assai più nelle nostre città di quanto finora si sia fatto per l’immane sciagura di casa nostra. E non si può dire che le proporzioni del disastro non siano conosciute e che non si sappia da tutti che si tratta di p a e s i fra i più poveri d’Italia. Perchè mai, allora, la voce di fraternità della Radio e dei giornali non riesce a scuotere gli animi con quelle proporzioni che ci attenderemmo? E’ forse il benessere che sta insensibilmente inaridendo gli animi? E’ questo egoismo freddo di un mondo che riduce tutta la lotta della vita a puri rapporti economici? E’ questo quotidiano dimenticarci dei poveri, dei sofferenti, degli altri, che falsa la realtà della vita, che ci fa passare sulla via di Gerico indifferenti al prossimo che la sventura ha lasciato sanguinante sui bordi della strada? Non è per caso il triste sintomo del decadere del senso cristiano della vita, della Carità di Cristo, anche in noi stessi cattolici presi come siamo un po’ tutti dalla fredda meccanica della pura giustizia sociale? Non è questa paura che prende l’uomo moderno di guardare in faccia il dolore? Tocca al governo, è certo; tocca a chi f 0 s s e eventualmente responsabile del disastro, anche questo è certo; ma davanti al dolore del fratello, al suo bisogno tocca anche a me; la carità non aspetta, non fa questione di mio e di tuo, accorre, aiuta, lenisce, dà quello che può anche se non è obbligata per giustizia. La carità, per il cristiano, è sempre il p i ù grande atto di giustizia: f 0 r s e non ce lo stiamo troppo dimenticando? Le ore dei grandi dolori sono anche quelle che misurano gli animi e noi speriamo ancora che da quest’ora abbattutasi sul nostro Paese non si debbano trarre troppe amare considerazioni. Lo speriamo per la nostra Bergamo e per tutte le nostre città. a. spa.

ROVINA

Molli degliabifanfinonsi lascianoancoraconvincere iI_loro paesi- 1431. le salme recuperale . ,.. . ad’abbandonare Menodi 200idenWcafe- Duebambinifrovafi ancorayivi in:uneicantina- Undicipersonecheerano fuggiie ‘- Oggi.‘il PresidenfeSegni:sul luogodel disasirb nei boschirinvenufein un férribile sfa!odi prostrazioné No alle speculazioni poUtb che ,ina occorre Pino bu fondo

ACCERTARE LA VE’RITA’ Domani 3 provvedimenti del Governoe riunione.della Commissione d’inchiesta 100m ilionistanziatidallaCassaDepositi e Prestiti - Numeroseinterrogazioni Polemica del PCIe dell’estrema destra ministrazione della Cassa’IYek psiti e Prestiti; vi si è deliW rat0 un primo stanziamenta di cento milioni. Il Consiglio dei Ministri prowederà ad 6 soneri fiscali e alla immediata utilizzazione di quanto è possibile attingere dal Fondo di assistenza di ricostruzione dei centri abitati in localita non esposte a rischi analoghi a quelli che si sono tradotti nella immane tragedia. Pure lunedì si riunirà per la prima volta la Commissione di inchiesta nominata dal Ministro dei Lavori Pubblici Sullo e diretta dal presidente del Consiglio di Stato professor Bozzi. La Commissione è formata da tre esperti di alto valore scientifico designati dal presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, « vale a dire - osserva Saragat della più alta autorità SCientifica della nazione 1). Il professor Evangelisti è titolare della Cattedra di Costruzioni idrauliche a Bologna; ,il professor Trevisani di quella di Geologia a Pisa e il prof. Selli di Geologia a Bologna. Completa il consesso inquirente l’ing. Merla, Proweditore alle opere pubbliche per la Lombardia. E’ unanime l’apprezzamento per questi commissari, che dovranno riferire al Governo entro il termine massimo del 15 dicembre. Ed è importante che l’opinione pubblica valuti così questo collegio di esperti poichè da loro dovrà venire una risposta autorevole, serena e degna di fede ai terribili interrogativi che tutti si pongono sulle responsabilità remote o recenti della catastrnfe. Ir lines generale l’at-

ROMA, 12 notte Più che: un’i bilancio della sciagura, lunedì pomeriggio il Consiglio dei Ministri prende. r$ in esame le conseguenze più gravi per le quali maggiore è la ukgenza .di coordinare l’opera tempestivamente iniziata dai poteri pubblici. Par. leranno il Presidente Leone, i Ministri dei Lavori Pubblici Sullo e degli Interni RuIT1or. La Presidenza del Consiglio unificherà presso di sè le iniziative assistenziali. Oggi il Ministro del Tesoro Colombo ha presieduto una riunione del Consiglio di am-

l!hiMra due’ p~~icOli:~la digae I’epidem ia comunicato infatti che sono state recuperate @ora 1431 salme. La cifra, per quanto ufficiale, potrebbe essere inf eriore alla reale in quanto cadaveri vengono segnalati un po’ ovunque e le notizie dei loro ritrovamenti giungono quanto mai f rammentarìe. L’impresa costruzioni Mon ti dì Auronzo dì Cadore ha reso noto che 19 dei suoi dipendenti dislocati nel cantiere del Vajont risultano dìspersi. Le salme recuperate, opportunamente controllate e contrassegnate per la possibile

chi si presenti, il riconoscimento. E ’ un via vai di persone: LONGARONE, 12 notte gente che viene dai paesi delQuesta notte, per la prima la valle, gente che viene da volta da quando è avvenuta la fuori, da altre città, da altre sciagura del Vajont, la magregioni, dall’estero. E le scegior parte dei soldati ìmpegnane disperate si susseguono ti nelle operazioni dì recupero strazianti. Dopo ogni riconodelle salme hanno interrotto scimento, sulla bara viene potemporaneamente il servizio, sto un biglietto con le genefino a domani mattina: la deralità dell’estinto, poi viene cisione è stata presa perchè i inchiodata, chiusa per semcirca 5 mila uomini hanno pre. Quelle ancora aperte ogni scavato fino ai due metri di due ore vengono irrorate di profondità estraendo tutti i disinfettanti da inservienti corpi delle vittime, sepolte fìno con camice, maschera e guana quella profondità. ti di gomma. *Glì stessi che Oggi sono stati impiegati provvedono - straziante com. pito - al trasporto alle ten#KXssKssX%K%sssssssssssssssss~ de delle salme che giungono b. sugli autocarri del Comando q dei Vigili del Fuoco o di 4 quelli dell’Esercito dai centri di Belluno, Cadola, Libano, Sedico, 6. Giustina, Busche, Quero, S. Donà, Mel, Trachiana, Limana, Pieve, Fortognu, Pederobbe, Valdobbiadene, Levego, Soverzene, Forno, Zoldo, Feltre. « Fino a Feltre - ci dìceva stasera il medico provinciale aggiunto, dr. Battaglia, mentre il titolare era a Lori garone fin da stamattina hanno recuperato salme. Qua. si incredìbile. E continuano le segnalazioni, le richieste di interventi. Occorrerebbe, a volte, I’impiego di elicotteri, per sorvolare cataste di legname e scoperchiare tremende tombe naturali ». Le segnalazioni, infatti, si susseguono a ritmo continuo. Oltre a quelle degli abitanti della sponda sinistra del Piave infatti, altre ne sono giunte in serata a Belluno e sono state trasmesse al Comando dei Vigili del Fuoco: una veniva dal Sindaco di Cesio Maggiore, che ha richiesto l’ìntervento dì gru per sollevare un gran cumulo di al4,700 uomini appartenenti al- identificazione, sono state traberi e detriti portati dalla fu. le Forze Armate, alla Polizia, sportate al cimitero di Fortoria devastatrice delle acque ai Carabinieri: nella zona di gnu, dove saranno inumate, a c$ella diga Vajont, in una gola dalla quale emana un acre Longarone essi hanno estratto partire da questa notte, in una oggi 27 salme; in tutta ,la zona odore. Un’altra veniva da San fossa comune. la Giustina e segnalava la del disastro, le salme ritro1431 i morti recuperati, duri presenza di due cadaveri nel vate nella giornata di oggi soque. Meno dì 200 le salmé Piave. no circa cento. Un gruppo di identificate, quasi tutte trasfe, rite a Fortogna, un paese t carristi, ieri notte aveva rìtroA Belluno, intanto, stasera sud di Longarone che è state vato 40 salme a Santa Cristìsi è riunito il Consiglio direttrasformato in Cimitero. A na, a valle di Belluno, a pativo del Consorzio fra i Coqualche centinaio di metri dal. recchi chilometri quindi dalla muni provinciali del bacino I’abitato, in un immenso pra imbrifero del Piave, che amvalle dove sì è verificato il to, sono state innalaate dué ministra i sovracanoni idroedisastro. lettrici della zona e ha sta 11 numero totale delle sal- tende della Croce Rossa; da bilito uno stanziamento per vinti ad esse lunghe teorie di me finora recuperate, è risulbare, dispcste in sia, c, < n le piime necessità dei supertato stasera inferiore alla citamente, chiuse 7c-a :. IL ,8c s!if’, decidendo un intervento fra di 1700 fornita ieri sera. :. considerevole .proporzìOne: chiodate, per co/cse,t sd, , La Prefettura di Belluno ha 0

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nella misura di 300-400 mi-r lìoni di lire per la costruzione; nei primi mesi del ‘64, nella zona devastata, di opere pubbliche. I Comuni consorxiatz sono 67 e i loro Sindaci si riuniranno entro il mese per studiare i particolari delI’inixiattva. Gli abitanti dei paesi colpiti o di quelli esposti al pericolo di nuove fràne vengono fatti

sgomberare. Gli abitanti dl Casso e di Erto sono stati quasi del tutto sfollati. Resta da trasferire a Cimolais solo il bestiame. Nel pomeriggio si erano svolti a Erto i funerali di otto vittime della sciagura del Vajont- Alle esequie, insieme a tutta la popolazione della ,zona, erano presentì l’on. Scaglia, ViCe segretario nazionale

della DC, tutte le autorità della provincia, parlamentari il Gen. Bernabò, comandante delle truppe terrestri Sud-Eu. ropa ed il Ten. Col. Kuluk della SETAF, in rappresentan Ba del iGoverno turco. Dalla scuoia elementare, do v’era stata allestita la camerr; T. B.

SEGUE IN TERZA

tenzicne

più vigile

si concen-

tra sul periodo più recente e anzi su quello che immediatame-te precede la sciagura. Arche per questo periodo sembra necessario distir,g&re gli inte;:ogativi. Se infatti si accoglie il rilievo del grande esperto in dighe inge-.x gner Torno, secondo il quale (( quanto è avvenuto è un fenomeno innaturale, al di sopra dell’opera e delle possibilità umane 8, gli interrogativi si concentrerebbero su una zona soltanto della sciagura, vale a dire sui paesetti e le abitazioni interessate al per- 1 corso della frana e alle zqne adiacenti che comunque sarebbero state minacciate dal fenomeno anche se questo fosse rimasto nelle proporzioni di ordinaria previsione. Poichè la vita anche di un solo uomo è preziosa e definitiva per tutta la società e per i suoi organi, sarebbe già un interrogativo di profonda portata. Ma resterebbe circoscritto a una parte minima della tragedia il cui teatro B invece nella sottostante valle del Piave aggredita dall’acqua tracimata e ad evitare la quale non sarebbero quindi bastate le ragionevoli previsioni e dilieenze deali uomini. Questo nel caso che si parta dal rilievo dell’ing. Torno. La sintesi più immediata de. gli interrogativi possibili e ragionevoli figura nella interrogazione che hanno rivolto al Presidente del Consiglio i deputati democristiani delle province di Belluno e di Udine nei riguardi delle (( circostanze che possono avere causato l’immane sciagura del Vajont ». Costoro si fanno portavoce

a # B 1 4bb s.

in ottava pagina

# In seconda pagina:

1L-‘La nostra

di detriti trasportati Un sopralluogo alla diga: si vedono ai fianchi le masse ezwrme .frana. * (Telefoto a ANSA > a L’ECO DI BERGAMO)

dalla

Angelo Gaiotti SEGUE IN TERZA


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