NUOVI ORARI
IL BELLO DELL’ESTATE: NUOVI ORARI NUOVE COMODITÀ
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ANNO 125 - N. 140 Euro 1,00
LUNEDÌ 23
Kabul Il governo assicura Il cardinal Ruini «Eucarestia «Clementina è viva e sta bene» cuore della Chiesa» A PAGINA 3
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MAGGIO
Fondato nel 1880 www.ecodibergamo.it
2005
Prodi «Centrosinistra unito se vuole salvare l’Italia»
Via Moroni La casa-rudere fa arrabbiare i residenti FALCHETTI A PAGINA 11
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L’Atalanta in B. Tra gli applausi
LA CINA TRENDY
CI SUPERA ANCHE Omaggio al tentativo di rimonta della gestione Rossi: la squadra fa il giro d’onore NEL TURISMO Dalla Roma di Cassano il colpo del ko. Allenatore e Makinwa verso l’addio
di Francesco Anfossi Italia in questi giorni sembra essere ammalata di «marcopolite» acuta. Ci siamo trasformati in un popolo di sinologi. Da quando abbiamo scoperto di essere un Paese sempre meno competitivo, col fiato sul collo dei prodotti cinesi, ormai siamo diventati preda di un’ossessione nazional-popolare. Si moltiplicano le trasmissioni Tv sulla Grande Muraglia e le immense fabbriche cinesi dove il costo del lavoro è di mezzo dollaro al giorno, i giorni di ferie sono cinque (quando ci sono), gli orari e le condizioni di lavoro da rivoluzione industriale inglese. Si pubblicano reportage alla Luigi Barzini, che se ne andava col principe Scipione Borghese a bordo dell’Itala da Pechino a Parigi (oggi chissà che auto userebbe, forse coreana), si consumano sui giornali fiumi di inchiostro su cultura, tradizioni, folklore, letteratura, arte di questa millenaria civiltà. La Cina è trendy, va molto di moda in tutto il mondo. I cinesi erano già discretamente presenti nel nostro Paese ma noi italiani semplicemente li ignoravamo. Ognuno se ne stava nel proprio mondo. Noi a casa nostra e loro nei loro ristoranti cinesi, che era l’unico ponte tra le due civiltà. Non ci rendevamo conto che i ristoranti erano l’avanguardia della globalizzazione incombente. Quanto al Paese, alla lontana Cina, finita la sbornia ideologica sessantottina, questa era confinata ad interessi esotici, artistici e ad altre «cineserie». Oggi li osserviamo e li studiamo con sospetto, incerti se considerarli una risorsa o un pericolo (quando di per sé non sono né l’una cosa né l’altra). Dal canto suo la Cina continua a infliggerci mazzate tremende. Non bastava che ci facesse letteralmente le scarpe inondandoci di calzature, o che si divertisse a giocare come il gatto col topo applicando qualche risibile tassa sull’export dell’abbigliamento. Ora scopriamo che ci ha superato nel flusso turistico, scavalcandoci dal quinto al quarto posto, con 42 milioni di presenze internazionali. Pechino, Shanghai, Canton, la Grande Muraglia e la Città Proibita vanno di moda, come abbiamo detto, ed è logico che il turismo segua questo interesse globale. È cresciuto moltissimo anche il turismo d’affari,
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come è ovvio. Sempre più imprese vanno alla scoperta di uno straordinario mercato potenziale di un miliardo e trecento milioni di cinesi. Ma a meno di credere che quei 42 milioni di turisti siano tutti uomini d’affari attirati dalle potenzialità del business pechinese e cantonese, dobbiamo trarre da questo sorpasso una presa d’atto e una salutare lezione: negli anni scorsi il turismo italiano si è seduto sugli allori, limitandosi a vivere di rendita o a godere del raddoppio dei prezzi favorito dall’introduzione dell’euro applicato da molti. La controprova è che i due concorrenti europei, Francia (75 milioni di turisti) e Spagna, sono rimasti saldamente al primo e al secondo posto. La Spagna ha addirittura aumentato i flussi turistici, con 53,6 milioni, segnando un lusinghiero cinque per cento in più. Noi invece siamo scivolati a 37,1 milioni, con una perdita secca del 6%. Eppure Francia e Spagna sono in Europa e hanno l’euro forte esattamente come noi. Il turismo è un’industria sempre più competitiva. Non bastano sole, mare e opere d’arte, non basta vivere di rendita. In Italia rappresenta il 12 per cento del Pil è può crescere ancora. A patto di considerarla un’industria, cambiare mentalità e colmare le lacune che ci separano dai cugini spagnoli e francesi. Non possiamo limitarci a raddoppiare prezzi di ombrelloni e sdraio. I ritardi sono ben noti agli operatori di settore: iniziative scoordinate e frammentarie tra gestori, poche offerte low-cost, bassissimo sfruttamento del potenziale offerto dal turismo fai-da-te. Solo il 5 per cento degli hotel italiani è presente in maniera operativa in rete, secondo uno studio del governo. Manca ancora un portale nazionale, fondamentale per questo genere di turismo, anche se finalmente è partita la gara per la sua realizzazione. L’Italia non ha certo perso le sue attrattive, deve solo guadagnare terreno sul piano delle offerte e dei servizi. La partita è ancora da giocare, sullo stesso terreno di gioco dei cinesi, visto che l’anno scorso i turisti cinesi all’estero sono stati 21 milioni e in Europa si prevedono nei prossimi anni cento milioni di turisti con gli occhi a mandorla.
L’Atalanta è aritmeticamente retrocessa in serie B. Contro la Roma doveva vincere per continuare a sperare, ma è arrivata una sconfitta. 0-1 il risultato finale, deciso da un gol di Cassano in apertura di ripresa. E visti i risultati delle dirette concorrenti, all’Atalanta – che nel primo tempo aveva avuto un paio di buone occasioni – non sarebbe bastato nemmeno il pareggio. A fine partita è comunque andata in scena una festa tutta nerazzurra. La curva Pisani non ha fatto invasione di campo, mentre la squadra, seppur a fatica, ha ringraziato il pubblico per il continuo sostegno nonostante l’ultimo posto in classifica. In campo anche Delio Rossi, che ha salutato il pubblico commuovendosi. Ora lo sguardo va già al futuro: Rossi non resterà, dunque andrà trovato il nuovo allenatore. E sul mercato la società dovrà disegnare la squadra per tornare subito in A. Cominciando dall’attacco, vista la sicura partenza di Makinwa.
Savoldelli resta in rosa anche dopo lo Stelvio
Paolo Savoldelli resta in maglia rosa. Ieri nella tappa di Cima Coppi, il «Falco» di Rovetta ha resistito agli attacchi di Simoni e Di Luca, perdendo 28" ma conservando il primato.
I. Serantoni, D. Tiraboschi e Fossani alle pagine 38 e 39
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Westfalia, crolla Schroeder Germania al voto anticipato I nerazzurri salutano la curva al termine dell’incontro che li ha condannati alla B (foto Magni)
IL BILANCIO
I L PA R A D O S S O
Una serie A persa nelle nebbie dell’inverno
Standing ovation per una retrocessione
di Pietro Serina
di Roberto Belingheri
a partita è cominciata e l’Atalanta era in serie B. Ci fossero stati nove 0-0 non si sarebbe salvata. L’Atalanta in B ci è rimasta fino a fine gara, ma non ci è andata ieri. Ci è andata commettendo una lunga serie di errori che – senza possibilità di smentita – fanno di questa la peggior stagione di sempre nella storia nerazzurra.
Atalanta è già andata in B, mezzo stadio è già andato a casa. Il giro di campo, gli applausi, sono già andati in archivio. Finito? No. C’è la scena più bella del film incredibile di questo pomeriggio al Comunale. L’unica che può tornare indietro: quella in cui Delio Rossi se ne va negli spogliatoi, da solo e a testa bassa, dopo la fine.
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La Spd, il partito socialdemocratico del cancelliere Gerhard Schroeder, ha subìto ieri una disfatta storica nel Nordreno-Westfalia, l’importante Land occidentale dove era al governo ininterrottamente da 39 anni. Nelle regionali di ieri è stata infatti pesantemente sconfitta dalla Cdu di Angela Merkel, e il terremoto politico a Duesseldorf si è esteso immediatamente fino al governo federale a Berlino, dove Schroeder ha annunciato a sorpresa elezioni politiche anticipate per il prossimo autunno. Per la Spd si è trattato della undicesima sconfitta elettorale consecutiva. Le ultime proiezioni diffuse dalle tv pubbliche assegnano alla Cdu un vantaggio di circa otto punti rispetto alle regionali del 2000, mentre la Spd ne perde oltre cinque. Secondo i risultati finali provvisori, alla Cdu è andato il 44,8% (più 7,8 punti), rispetto al 37,1% (meno 5,7) della Spd. Anche i Verdi, alleati dei socialdemocratici, perdono e scendono al 6,2% (meno 0,9), mentre i liberali Fdp perdono di più ottenendo anch’essi il 6,2% (meno 3,6).
Motociclista contro scooter che viaggiava contromano: muore a 17 anni Cento villette sul Misma Minoranza vuole il referendum La maggioranza di Cenate Sopra ha approvato la proposta, avanzata dall’immobiliare San Leone, di costruire un centinaio di case ai piedi del monte in cambio della realizzazione del nuovo polo scolastico. E l’opposizione, da sempre contraria al progetto, risponde raccogliendo firme per indire la consultazione: hanno già aderito in cinquecento, ma per legge servono seicento sottoscrizioni Armeli e Bonetti a pagina 13
È morto a poche ore dal ricovero, dopo lo scontro tra la sua motocicletta e uno scooter che, contromano, scendeva lungo via Boccola, in Città Alta. Mario Cisotto, 17 anni, di Bergamo, è deceduto nella tarda serata di ieri agli Ospedali Riuniti, dove era stato ricoverato dopo l’incidente. Nel pomeriggio aveva deciso di fare un giro con la motocicletta da cross di un amico, una Kawasaki 125. Insieme a un conoscente aveva percorso le vie di Città Alta. Quando si sono trovati di fronte lo scooter, condotto da un diciottenne di Alzano Lombardo, entrambi stavano percorrendo via
Boccola. Mario non è riuscito a evitare l’impatto. Non è chiaro se ci sia stato un contatto diretto tra i due veicoli, ma il ragazzo è stato sbalzato di sella ed è finito con lo sterno contro il ciclomotore. Le sue condizioni sono apparse subito gravissime. Dopo qualche tentativo i rianimatori sono riusciti a riportarlo in vita, ma in tarda serata il suo cuore si è fermato. La polizia locale, nel tentativo di ricostruire con esattezza la dinamica, ha raccolto le testimonianze dell’amico che seguiva Mario e del diciottenne in scooter.
Doni a pagina 11
Pesa sulla svolta la crisi del lavoro di Alberto Krali
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opo sette anni di cancellierato Gerhard Schroeder ha gettato la spugna. Lo ha fatto con una decisione improvvisa presa in accordo con il vice cancelliere e ministro degli Esteri Joschka Fischer e con il presidente dei socialdemocratici della Spd Müntefering. Decisivo l’esito delle elezioni regionali nel Land del Nord Reno-Westfalia, dove la socialdemocrazia dopo 39 anni cede il passo ai cristiano-democratici. Una vittoria schiacciante della Cdu in una zona industriale, il bacino della
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L’incidente ieri sera lungo la salita di via Boccola. Il ragazzo ha tentato invano di evitare la collisione. È morto poche ore dopo il ricovero in ospedale
IL CASO
L’ANALISI
DALMINE, DUE SPARI IN ARIA AL CASELLO Attimi di paura ieri mattina verso le 9 all’uscita del casello autostradale di Dalmine: una pattuglia in borghese della Guardia di Finanza di Bologna ha sparato in aria due colpi di pistola per bloccare un’auto che non si era fermata all’alt. Non è successo nulla di grave, ma molti automobilisti si sono impauriti senza capire cosa stesse accadendo: alle forze dell’ordine locali sono arrivate telefonate e richieste d’intervento per una sparatoria in atto. Sul posto si sono perciò precipitate numerose pattuglie della polizia stradale di Seriate e Bergamo, dei carabinieri di Dalmine e di Treviglio, e della stessa Guardia di Finanza di Bergamo. Al casello la circolazione è rimasta bloccata per circa mezz’ora.
Attanà a pagina 15