DOMENICA 7 MAGGIO
DOMENICA 7 MAGGIO
dalle ore 9.00 alle 20.00
dalle ore 9.00 alle 20.00
apertura straordinaria
Con “Mappe città d’Europa” euro 4,90 (offerta valida solo per Bergamo e Provincia)
apertura straordinaria
ANNO 126 - N. 124 Euro 1,00
DOMENICA 7
Quirinale Nessun accordo Zimbabwe Stilista italiano tra Casa delle libertà e Unione ucciso da un rinoceronte CHIARINI A PAGINA 13
MAGGIO
Sardegna Stangata su yacht e seconde case dei turisti
Tornano le salme degli alpini. Cade elicottero Usa
di Tancredi Bianchi
I
FERRARI A PAGINA 35
Martedì i funerali dei due militari italiani. Morti in Afghanistan anche 10 soldati americani
UNA LEZIONE DI STILE dello stesso capo dello Stato, mi parrebbe di stile che la scelta del nuovo presidente non riguardasse un parlamentare, probabilmente già schierato, per appartenenza a una parte politica, sul voto referendario. La questione non è, tuttavia, vitale. È, invece, di prima importanza che l’elezione del successore di Carlo Azeglio Ciampi non si trascini per giorni e non avvenga con una maggioranza di voti ristretta, o quasi, alla sola maggioranza parlamentare. E sarebbe pure non vantaggioso se, per evitare questo pericolo, le intese si raggiungessero su un personaggio di personalità non particolarmente spiccata. Dopo la malagevole nomina del senatore Franco Marini a presidente del Senato, la promozione dello stesso a presidente della Repubblica mi parrebbe fonte di problemi, più numerosi di quanti non ne risolva, anche se il personaggio è di alto valore. Non credo che Carlo Azeglio Ciampi non abbia valutato con molta attenzione gli aspetti sopra richiamati: il soggetto ha uno spiccato senso dello Stato e piena consapevolezza degli instabili equilibri politici presenti. Con la rinuncia a essere di nuovo candidato ha però espresso un’alta stima verso il Parlamento della Repubblica. Penso che abbia voluto ricordare a tutti che, quando siano in gioco l’interesse generale e l’immagine del Paese all’interno e all’esterno, occorra ragionare con visione non di parte, superando le istintive, naturali unilateralità delle singole fazioni. In Italia non mancano uomini eccellenti. Un criterio di scelta potrebbe essere quello di preferire chi, per costume e per educazione, è solito anteporre il desiderio e la volontà di fare bene una cosa, nell’interesse comune, al vantaggio – personale o della parte politica di elezione – che ne potrebbe successivamente derivare. Mai come in questi tempi occorre ragionare con visione ampia, non confinata solo ad aspetti nazionali.
Intervista Obiettivo alleanze per il gruppo Lombardini
CABONI A PAGINA 17
A PAGINA 10
CIAMPI
commenti sono unanimi: rinunciando ad essere candidato, di nuovo, alla presidenza della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi ha offerto una lezione di signorilità e di stile, oltre che di democrazia. Egli appartiene a quella, forse non folta, schiera di gentiluomini e di galantuomini che sanno «essere meglio lasciare le cose prima che esse ci abbandonino». E il gesto compiuto è tanto più significativo in quanto l’elezione sarebbe stata certa, plebiscitaria. Divenendo in seguito senatore a vita, Ciampi potrà contribuire, con l’opinione e anche con l’impegno diretto, alla soluzione di molti prossimi problemi di buon governo della cosa comune, senza doversene dare carico per tempi troppo lunghi; così rappresentando anche un esempio della consapevolezza che il rinnovo delle classi politiche dirigenti possa essere in vantaggio della democrazia. Occorre riconoscere che il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ha subito intuito, ancor prima dell’annuncio definitivo, le intenzioni del capo dello Stato ed ha tempestivamente convocato le Camere per l’elezione del successore, evitando il pasticcio di un incarico a costituire un governo da parte di un presidente in scadenza, che non sarebbe forse nemmeno stato il notaio del giuramento del governo medesimo. Resta ora da scegliere il nuovo capo dello Stato, che non sarebbe male, a mio parere, a questi punti, fosse un non parlamentare, come avvenne per lo stesso Ciampi, sette anni fa. Un nome, che già indicai su queste colonne, potrebbe essere quello del professor Mario Monti. Tra i candidati parlamentari, indicati dai giornali, le mie preferenze vanno al professor Giuliano Amato, giurista raffinato, europeista, politico prudente, di cultura e di intelligenza non comuni. Vedremo. Avendo alle porte un referendum costituzionale, per confermare o no innovazioni anche per quanto attiene ai poteri
Fondato nel 1880 www.ecodibergamo.it
2006
Si trasferisce la bara di uno degli alpini uccisi a Kabul (foto Ap)
Rientreranno questa sera in Italia le salme dei due alpini uccisi venerdì a Kabul. Sarà un C-130J dell’Aeronautica militare a riportare in Italia i corpi del tenente Manuel Fiorito, 27 anni, veronese, e del maresciallo Luca Polsinelli, 29 anni, di Sora: l’atterraggio è previsto per le 22 all’aeroporto militare di Ciampino. Domani sarà allestita la camera ardente al Policlinico militare Celio, a Roma. I funerali solenni saranno celebrati martedì alle 10 nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, sempre a Roma, la stessa dove una settimana fa si sono svolte le esequie dei tre militari ca-
duti a Nassiriya. In nottata sono rientrati, sempre a Ciampino, i quattro alpini rimasti feriti nello stesso attentato, che erano ricoverati in un ospedale militare da campo tedesco dove ieri hanno ricevuto la visita del capo di sta-
to maggiore della Difesa, ammiraglio Giampaolo Di Paola, e del capo di stato maggiore dell’Esercito, generale Filiberto Cecchi. Intanto tra venerdì e ieri si sono registrate altre vittime tra i militari impegnati in Af-
L’INCUBO
Esplode bottiglietta, giovane ferito alla mano Ritorna la paura di Unabomber Caorle, gravi traumi per un infermiere. E la fidanzata a causa dello scoppio ha riportato lesioni al timpano a pagina 11
ghanistan: un elicottero militare americano è caduto venerdì sera nella provincia di Kunar e i 10 membri dell’equipaggio sono morti. I talebani ne hanno rivendicato l’abbattimento, ma fonti militari Usa hanno smentito, precisando che il velivolo è precipitato per un incidente. Diversa la sorte di un altro elicottero britannico abbattuto ieri da un missile a Bassora, in Iraq. Almeno due le vittime. Dietro l’attentato c’è l’ombra del vicino Iran e dei seguaci del leader radicale sciita Sadr.
Caiazzo e Ghiselli
alle pagine 8 e 9
Marcia trionfale, Atalanta già in A I nerazzurri vincono a Catanzaro (2-1): promozione aritmetica a tre turni dalla fine Tifosi in piazza, si scatena la grande festa. L’AlbinoLeffe batte il Mantova e spera di Stefano Serpellini
Giro, Savoldelli subito in rosa
CATANZARO Come la risacca del mare che è oltre gli spalti, come certi amori che finiscono e poi magari ricominciano. Risaliamo in A dopo un addio lungo un anno, lo facciamo in un pomeriggio di cielo sporco e di gioia infantile, lontani dal Comunale mille e passa chilometri, in uno stadio semivuoto e al termine di una partita che non ha mai riservato patemi. Bentornata, Atalanta. La serie B ti andava un po’ stretta, però sino alla fine dovevi recitare la parte della squadra che lotta e soffre, ostentando una freddezza che forse i giocatori erano ben lungi dal provare. Dirà Colantuono che la notte della vigilia qualcuno non ha dormito per l’ansia. Dirà la classifica che da ieri
Continua a pagina 4 a pagina 43
LA CAVALCATA
Frode sportiva indagati i Moggi
Una macchina da punti
Un’altra inchiesta, altre intercettazioni, forse più scottanti di quelle già rese note nei giorni scorsi. Luciano Moggi, in questi giorni al centro dello scandalo delle telefonate con il designatore degli arbitri, è indagato dalla Procura di Napoli per associazione per delinquere ai fini della frode sportiva. L’inchiesta, che coinvolge anche il figlio Alessandro e altri membri del Cda della Gea World, la società che gestisce gli interessi di circa 200 giocatori, è nata nel 2004 da uno stralcio dell’indagine calcio scommesse. Tra gli indagati anche i figli di alcuni big, come Chiara Geronzi e Riccardo Calleri. Le telefonate al centro dell’inchiesta si riferiscono al campionato 2004-2005.
di Pietro Serina na marcia trionfale. L’Atalanta torna in serie A, dopo un solo campionato di B, al termine di una vera e propria marcia trionfale. Dopo un crescendo impressionante, che non lascia dubbi: questa è la squadra più forte della serie B. L’11ª promozione in A, a un passo dai cent’anni di storia, è esattamente questo: una grande dimostrazione di forza. Solo una volta nella storia Bergamo aveva festeggiato a quattro
a pagina 47
Continua a pagina 7
U
Levate: falegname di 31 anni finisce contro un’auto
Papà da 10 giorni muore in moto Lascia un bimbo nato da soli dieci giorni e la moglie ventiseienne il centauro di Levate, 31 anni, morto in seguito allo schianto della sua moto contro un’auto, ieri mattina alle 7,15, in via Selene. Il trentunenne stava recandosi nella falegnameria di Osio Sotto dove lavorava quando, con la sua Suzuki, si è scontrato con una Fiat Punto che proveniva dalla direzione opposta. L’impatto è stato molto violento, tanto che il centauro è stato sbalzato in un campo a lato della strada e la moto ha preso fuoco.
Liuzza e Cividini
a pagina 27
PIAZZALE DEGLI ALPINI LE SCUOLE CHIEDONO AIUTO Nel piazzale degli Alpini i controlli contro lo spaccio di droga hanno portato a 17 arresti negli ultimi 12 mesi. Tossicodipendenti e spacciatori si ritrovano in zona a gruppi; eppure ogni giorno passano nel piazzale quasi quattromila studenti (gli allievi del Vittorio Emanuele, del Lussana e del Secco Suardo). La situazione ha portato i dirigenti scolastici dei tre istituti a chiedere interventi per garantire la sicurezza. Fabio Cortesi, preside del Vittorio Emanuele, domanda, per esempio, il raddoppio delle grate al piano terra e lo sfoltimento degli alberi sotto i quali i tossicodipendenti si trovano. L’assessore provinciale all’Edilizia scolastica Marcello Moro fa sapere d’aver chiesto un sopralluogo per verificare se i lavori suggeriti siano fattibili. Inoltre Cortesi ha avanzato una proposta: «Perché non affidare il piazzale proprio alle penne nere?». Antonio Sarti, presidente dell’Ana di Bergamo, spiega: «Si potrebbe discuterne con le autorità, noi siamo disponibili».
Bianchi a pagina 19
L’Atalanta torna in A: festeggiamenti a Catanzaro, soprattutto per mister Colantuono, festa a Bergamo (foto P. Magni e Bedolis)
2
LA GRANDE IMPRESA
DOMENICA 7 MAGGIO 2006
L’ECO DI BERGAMO
qui bergamo
Ore 17,52: a Porta Nuova l’urlo di gioia Il centro si colora di neroazzurro, tra caroselli di auto, strombazzare di clacson e cori Slogan contro il Brescia e Moggi. «Grazie Atalanta. Ma ora Colantuono deve restare» Ore 17,52. Catanzaro chiama Bergamo. Bergamo risponde. Sono passati appena tre minuti dal termine del match che ha regalato all’Atalanta la serie A e già i propilei di Porta Nuova sono invasi da un carosello nerazzurro: automobili imbandierate, motorini strombazzanti, clacson a tutto spiano. È la festa che ci si aspettava. Una festa assaporata settimana scorsa dopo il vittorioso derby col Brescia e finalmente esplosa dopo il 2-1 targato Zampagna in terra di Calabria. Come da tradizione, l’appuntamento per i tifosi nerazzurri più sfegatati è il centro della città: Porta Nuova e la Zuccheriera. L’onda monta pian piano. Confluisce in mille rivoli provenienti dalla Stazione, da via Camozzi, da via Tiraboschi e da Viale Vittorio Emanuele: motociclette e auto, ma anche biciclette e passeggini. C’è spazio per tutti. Alla fine, verso le 18,15, l’incrocio di Porta Nuova è ostruito da due-trecento tifosi, alter ego dei trecento che si sono sorbiti il viaggio in treno fino al «Ceravolo» di Catanzaro. Se ci si sintonizzasse con lo stadio calabro a 1.000 km di distanza, il chiasso sarebbe probabilmente lo stesso. La polizia municipale blocca e devìa il traffico per lasciare i propilei alla pazza gioia degli
ultrà nostrani. Ma prima dei vigili a comparire erano state le bancarelle dei venditori ambulanti maghrebini: in quattro e quattr’otto sciarpe, bandiere e gadget nerazzurri esposti sui banconi si volatilizzano e ricompaiono al centro dell’incrocio, dove i tifosi atalantini si sfogano con i tradizionali cori di vittoria. È un baccano immenso: la bandiera con la scritta «Brembate strempia» è perfetta. Il bersaglio preferito sono i cuginastri del Brescia, vittima tra l’altro di uno 0-3 casalingo. Ma sono intonati anche cori attualissimi e gettonatissimi come: «Moggi in galera olé». C’è spazio per il lancio di qualche acre fumogeno. E non mancano le bottiglie di birra rotte in mezzo al piazzale. Ma l’atmosfera è di pazza festa. Verso le 18,30 c’è l’atteso «assalto» alla Zuccheriera. O meglio, più che un assalto la fontana è scalata da un manipolo di tifosi: una decina di ultrà che comunque rinunciano al bagno, anche per-
ché di acqua ce n’è poca. Al massimo ci si diverte con qualche spruzzo. I partecipanti alla baldoria sono per lo più giovani provenienti da Bergamo e dall’hinterland. Ma c’è anche qualche travet che si è lasciato trascinare dalle emozioni: ventiquattrore ancora in mano, ma camicia fuori dai pantaloni. I commenti a caldo sono tutti per la squadra e per Colantuono. «Il merito della promozione? Della squadra – dice Eros, di Azzonica -. Anche se nel girone di andata abbiamo giocato male e non sempre siamo stati brillanti, il valore tec-
nico di questa Atalanta è sempre stato superiore a quello delle avversarie». Per Luca, di Mozzo, la differenza l’hanno fatta i centrocampisti: «Ariatti su tutti. Lui è un vero giocatore da serie A. Teniamocelo stretto». «Colantuono deve restare – sottolinea Andrea, universitario di Bergamo -. Ci ha portati in serie A. Merita la riconferma. Per il resto spero che le tensioni con qualche dirigente si possano risolvere». Il riferimento è ai contrasti tra il direttore generale Zanzi e l’allenatore romano. Ma i tifosi sembrano schierati tutti con il tecnico nerazzurro. Emanuele e Nadia, una coppia di futuri sposi, hanno le idee chiare: «La serie A l’ha vinta Colantuono. Zanzi? Chi non ama l’Atalanta è meglio che se ne vada». Si finisce così, con alcuni irriducibili che ancora in serata non sembrano disposti a lasciare Porta Nuova al traffico quotidiano. Ma non si preoccupino: le feste non sono ancora finite. Massimo Tengattini
Le immagini della festa atalantina in centro. Anche i pannelli di segnalazione all’ingresso della città hanno salutato il ritorno dei nerazzurri in serie A (foto Bedolis)
Esultano anche i vip «Che meraviglia» «Sono felice come tifoso e sono orgoglioso come rappresentante della città per questa meritata promozione». Sono le prime parole del sindaco di Bergamo Roberto Bruni pochi minuti dopo il termine della partita Catanzaro-Atalanta (1-2) che sancisce aritmeticamente il passaggio della squadra nerazzurra in serie A. «È un ritorno in serie A dopo un campionato trionfale – aggiunge Bruni –. Come elemento positivo c’è da ricordare anche il comportamento molto buono dei tifosi che hanno accettato le partite il sabato pomeriggio. Spero che questa promozione riporti anche la gente allo stadio, perché lo sport sia davvero vissuto e non solamente osservato alla televisione». Mentre esplodono i festeggiamenti in Porta Nuova, Bruni ricorda «il giorno nero del 1973 in cui l’Atalanta finì in serie B con un autogol, e il Milan, l’altra squadra per cui tifo, perse lo scudetto a Verona. Fu una giornata davvero buia e, come se non bastasse, la mattina dopo sono partito per la leva militare». Valerio Bettoni, presidente della Provincia, non manca di congratularsi con il presidente Ruggeri. «Sono molto contento per la società e per Ruggeri, che ha sofferto parecchio – afferma Bettoni –. Questa promozione è anche una rivincita personale del presidente, perché, in una pagina davvero brutta per il calcio italiano, ripaga l’onestà e la serietà di squadre come l’Atalanta». Seduto sul divano di casa, il ministro uscente Mirko Tremaglia, tifoso storico dell’Atalanta, non vuole perdersi in chiacchiere: «Voglio rivedere in televisione tutti i pasRoberto Bruni saggi. Che meraviglia questa giornata – esclama –. Per un tifoso queste sono emozioni bellissime. I miei complimenti ai tifosi atalantini, che sono stati bravissimi, corretti, hanno dato prova di un enorme sostegno alla squadra. E poi un’altra osservazione: vorrei dire che sono pienamente d’accordo con il prestito obbligazionario per finanziare la società. È un’iniziativa simpatica e che può essere anche utile». Anche l’onorevole Giorgio Jannone ha seguito la partita in tv. «Il merito di questa promozione va anche alla società – Valerio Bettoni esordisce –. L’Atalanta si affaccia alla serie A con un bilancio risanato, ed è un buonissimo risultato. Questa squadra non ha mai rubato, non ha mai avuto aiuti o favori dagli arbitri. Questo significa non solo saper giocare ma essere dei veri campioni». Esulta anche l’onorevole Giacomo Stucchi. «Per noi tifosi è davvero un’emozione fortissima – dice –. L’Atalanta ha dimostrato di essere la regina delle squadre provinciali. A volte mi capita di rivedere al videoregistratore le vecchie partite: pensi che c’è un rigore di Garlini in Alessio Boni un incontro di Coppa delle Coppe che, nonostante gli anni, mi auguro ancora possa segnare. Purtroppo il videoregistratore ha un’altra versione». I suoi colori del cuore non sono nerazzurri, essendo juventino, ma anche l’onorevole Antonio Misiani non nasconde la felicità per la promozione della squadra orobica. Fra i tifosi anche volti dello spettacolo: «Settimana scorsa allo stadio ho visto che la squadra era davvero in gran forma – osserva l’attore Giulio Bosetti –. L’Alalanta se la merita la serie A. È stato un ottimo campionato, e adesso dobbiamo festeggiare». L’attore Alessio Boni ha ascoltato la radiocronaca della partita su Radio Alta. «Grande, grandissima Atalanta – è il primo commento –. Sono tifoso da quando ero un ragazzino e con mio padre e i miei zii andavamo in curva Nord. Sono passati anni, mi sono allontanato da Bergamo, ma dopo ogni partita non è mai mancata una telefonata per conoscere il risultato. Faccio un augurio per il prossimo campionato: Atalanta regalaci lo scudetto!». Tra i tifosi nerazzurri non poteva mancare Roby Facchinetti dei Pooh. «È un risultato straordinario. Questa promozione vale molto perché segna un netto vantaggio sulle altre squadre, con anticipo sulla chiusura del campionato. Nel 1985 avevo composto l’inno “Atalantazzurra” che portò bene, ora si potrebbe pensare a un nuovo inno per questa felice promozione». Davide Agazzi
LA TRASFERTA
E GLI AMBULANTI MAROCCHINI FANNO AFFARI CON LE SCIARPE Per loro essere in balìa degli eventi non è un modo di dire, ma un metodo di lavoro. Stilano il borsino delle manifestazioni sportive, scelgono le più quotate e ci scommettono trasferendo lì la propria bottega ambulante di gadget. I venditori di bandiere, magliette e sciarpe nerazzurre hanno invaso ieri pomeriggio in meno di un quarto d’ora viale Papa Giovanni e Porta Nuova. Alla notizia che l’Atalanta aveva raggiunto il passaggio in serie A con la vittoria a Catanzaro una decina di carrelli mobili, ognuno con la propria merce, è piombata in centro distribuendosi lungo il viale della stazione, ad
ogni incrocio semaforico. Quasi tutti marocchini, sono venuti da Torino, insieme all’ambulante «capo» che ha fornito merce e carrelli: «Le occasioni vanno prese al volo, questa è la semplice regola – spiega Mario Quaglia, 59 anni, di Torino -, quando intuiamo che può accadere qualcosa di eccezionale per un luogo o una tifoseria noi scegliamo la merce ad hoc e ci spostiamo sul territorio dove si può trarre maggior guadagno. Settimana scorsa ad esempio eravamo a La Spezia, la squadra è passata dalla serie C alla B, i tifosi hanno festeggiato e noi, naturalmente, abbiamo venduto». Sfruttare l’onda della
gioia collettiva pare sia un mestiere diffuso: ieri in città sono stati diversi gli ambulanti arrivati da fuori provincia, si conoscono quasi tutti fra di loro, si scambiano battute e prossimi appuntamenti: «Il bello qui sarà quando si aprirà la festa ufficiale del passaggio in A – dice Diego De Toni, 44 anni, di Monza, ambulante da generazioni, al suo collega da Torino -, allora sì che si venderà bene. Oggi sono solo prove generali». Diego De Toni è titolare del banco fisso di bandiere e gadget fuori dallo stadio comunale da circa 20 anni. «Mio padre – continua – ha iniziato a fare questo mestiere nel
1961, già allora ci spostavamo in diversi stadi a seconda delle occasioni: a volte a San Siro, a Parma, a Bergamo, ma anche all’estero, per esempio per i mondiali. Oggi però le regole anche per le licenze sono cambiate e non è più come una volta: alle olimpiadi invernali di Torino la polizia ha rimandato a casa un sacco di gente e anche per i mondiali in Germania la storia sarà la stessa. Forse è meglio stare qui e sperare che l’Italia faccia bene». Basta cambiare i colori sul banchetto e la festa ricomincia, in un’altra città, per un’altra squadra. Laura Donadoni
Il banco degli ambulanti arrivati da Torino (foto Bedolis)
LA GRANDE IMPRESA
L’ECO DI BERGAMO
DOMENICA 7 MAGGIO 2006
le interviste Quasi trecento bergamaschi hanno colorato di nerazzurro lo stadio Ceravolo dopo un viaggio interminabile
Mezza giornata in treno per poter dire «Io c’ero» Dall’inviato
La partita è finita, l’Atalanta è in A e festeggia con i 300 bergamaschi giunti a Catanzaro
CATANZARO Più di mezza giornata in treno per venirsi a prendere la serie A, con i cori che alla fine sanno di trionfo, mentre nell’altra curva non resta che ricorrere alla provocazione: ci gridano «Alé Brescia» (tifoseria gemellata con quella giallorossa) e «Odio Bergamo», ma è solo impercettibile sottofondo nella festa nerazzurra. Sono 292 i sostenitori atalantini che hanno attraversato l’Italia, due fortunati in aereo, gli altri sudandosi il viaggio sui binari. Però ne valeva la pena solo per il delirio finale, con i giocatori in mutande che ballavano davanti alla curva e gli ultrà impazziti di gioia. A dare manforte c’era probabilmente anche qualche cala-
brese, perché il gioco incrociato piombato da un altro pianeta. dei gemellaggi ha regalato uno Qualcuno ha giocato con gli acrostriscione «Amantea con l’Atalan- nimi, ed ecco che Dea su un lenta» a testimoniare che nella cit- zuolo si trasforma in «Devozione tadina cosentina - la prima che si emozione amore», mentre accanincontra al confine to sventola l’orgocon la provincia di glio telefonico dello Catanzaro - scorre «035» che in tempi Uno striscione simpatia nerazzurd’intercettazioni fa «Svizzera neroblù» ra. Stadio semivuovenire un po’ di britestimonia come to, supporters bervidi. Gli striscioni gamaschi che molgiallorossi invece l’Atalanta abbia to spesso sono i più hanno dimensione tifosi persino fuori rumorosi. Lo spicsolipsistica, racdall’Italia. E simpatie contano di solitudichio ospite è nerazzurro, con drappi ni: «Giovanni preanche in Calabria da Villa d’Ogna, sente», «Vinicio Leffe, Crema, Curovunque» e davveno, Dalmine, San Gervasio, Nem- ro manca solo un «Ciao mamma». bro, Palosco e Paladina. C’è anche Triste, quasi funerea, anche la slouno «Svizzera neroblù» che qua, ganistica calabrese: «Finché morsulla suola dello Stivale, sembra te non ci separi» cantano gli ultrà
di casa e alla loro squadra, già retrocessa, fanno professione di fede con un «Anche in C ti seguiremo». L’Atalanta invece fila dritta in A, con una traiettoria più regolare del movimento che a metà del secondo tempo va in scena nella curva nerazzurra: «Tutti a destra eh-eh, tutti a sinistra oh-oh», «pogata» da spalto che ha il potere di ravvivare anche i grigi gradoni dello stadio. È festa, è promozione conquistata lontanissimo da casa. I 292 adesso hanno espressioni fiere e sfinite e davvero paiono reduci vittoriosi da un fronte remoto. Li aspetta l’interminabile ritorno in treno. Ma chi se ne importa, oggi: il viaggio più lungo è durato un anno, ed è appena terminato. Nel migliore dei modi. Stefano Serpellini
L’Atalanta: «Ora vinciamo il campionato» Capitan Bernardini: i tifosi meritano la serie A, ho negli occhi la festa dopo la retrocessione Zampagna: «Mi sono tenuto i gol decisivi, è una liberazione». Ventola: «Ma non ci fermiamo» CATANZARO Loro, i gio- qualcosa di importante e catori, la grande festa che avrei riconquistato la l’hanno voluta condivide- serie A sul campo. E ora re con i 300 temerari giun- che è sicura mi sembra ti sin qui, nel profondo una liberazione». sud, per stare vicini all’AZampagna ha vinto la talanta. Il gavettone più sua scommessa, proprio grande, la squadra, l’ha ri- come Nicola Ventola. «L’ho servato proprio a loro, i vinta io come tutta l’Atatifosi, ritornando in cam- lanta. Questa promozione po quando la festa sembra- la dedico alla mia famiglia va ormai dirottata al chiu- perché ho avuto negli ultiso degli spogliatoi. Poi è sì mi anni molti momenti difripresa negli anfratti del ficili, ma mi è sempre sta«Ceravolo» che profumano ta vicino. Pensate che Kardi un calcio antico. tika ha imparato a conoDa «Dea devi vincere» al scermi come calciatore più classico «serie A, ce ne quest’anno perché prima andiamo in serie A», lo spo- in quattro anni praticagliatoio nerazzurro sembra mente non mi aveva mai uno spicchio di curva, i visto giocare. Poi questo è «trenini» di giubilo si spre- il giorno dei complimenti, cano, il tutto con una bel- alla squadra, ai tifosi, alla innaffiata di meritato la società. Quando si otchampagne. Colantuono tengono certi risultati vuol sfugge per un millimetro a dire che tutte le componenti hanun mega gano fatto il vettone che loro dovere. finisce per Ora dobbiacolpire un mo cercare inserviente di vincere il dello stadio. campionato «Mister, fivisto che ci nalmente mancano un campiosolo due nato l’hai punti». vinto», lo L’unico punzecchiarammarico, no in coro i per il capogiocatori e Simone Loria cannoniere lui risponde della squaa modo suo. Il difensore dra (15 gol «Ahò, ragà, finora) è questo è il infortunato è andato non aver seterzo, il terlo stesso in Calabria: gnato nel zo». «Stare fuori proprio giorno della C’è clima promoziodi festa, voadesso è stata ne. «Mi saglia di una vera sofferenza, rebbe piascherzare, ma la gioia è grande. ciuto far nessuno si gol, per sottrae. Godiamoci la festa» questo mi è Nemmeno dispiaciuto Simone Loria, che nonostante un gi- essere sostituito. Però so nocchio ko ha raggiunto la di aver già fatto altri gol imsquadra giusto in tempo. portanti, per cui va bene «Stare fuori proprio ades- così. Ora c’è solo da festegso è stata una sofferenza, giare». E non poteva mancare la ma la gioia è comunque grande. Ora godiamoci parola del capitano, Antoquesta festa». Poi ecco Ric- nino Bernardini, il re delle cardo Zampagna, quello che promozioni. Con quella di se non fa gol belli non è ieri è già arrivato a quota contento, almeno così ci ha quattro, le ultime due a abituato. E soprattutto im- Bergamo. «Finalmente è portanti. «Visto? Mi sono fatta - esordisce -, ci tenetenuto i gol più importan- vamo a chiudere in anticiti. Ancora una rovesciata? po e a stabilire un altro reBeh, sono cose che mi ven- cord. Se non sbaglio nella gono anche in allenamen- storia dell’Atalanta era to. È stato tutto bello, spe- successo soltanto un’altra cialmente la festa coi tifo- volta, nel 36/37, di conquisi. Già durante il riscalda- stare la promozione con tre mento ci si diceva che giornate d’anticipo. E la coavremmo dovuto fare una sa bella è che ce la siamo grande prestazione per conquistati sul campo, questi tifosi che hanno af- perché il Catanzaro non ci frontato una trasferta così ha regalato niente. Per noi lunga. Questa vittoria è de- vecchi che siamo reduci dicata a loro». La dedica dalla retrocessione è una per la promozione, invece, gioia doppia aver riconquiha un destinatario partico- stato la serie A. Abbiamo lare... «Quella la dedico a ancora negli occhi il giorme stesso. Perché ho avu- no della retrocessione, il gito la forza di fare una nuo- ro di campo tra gli applauva sfida. Ho raggiunto la si dei nostri tifosi. Meritaserie A a 30 anni e ho de- vano di rivedere l’Atalanta ciso di lasciarla per veni- in serie A e ora si può fere a Bergamo e rimettermi steggiare. Anzi, la festa è in discussione. Ma ero si- appena cominciata». curo che avremmo fatto Guido Maconi
Riccardo Zampagna esulta dopo lo straordinario gol segnato in rovesciata. Lo abbraccia Migliaccio, mentre accorre anche Bellini. Per Zampagna è il quinto gol (fotoservizio Paolo Magni)
Colantuono: «Una squadra di uomini veri» Il mister: «Questi giocatori hanno dei valori e con il tempo sono diventati più forti di una Ferrari»
La gioia straripante di Stefano Colantuono, che al fischio finale ha invaso il campo
È arrivato il momento delle dediche, dei rinCATANZARO Su e giù per la panchina, e poi ancora avanti e indietro, come una graziamenti. «La dedica va alla mia famiglia e a un tarantola. Gli ultimi minuti gli devono essere parsi un’eternità. «Ma quando fi- mio caro amico, Sauro, che sta attraverschia?» sembra dire con lo sguardo Ste- sando un momento difficile. E poi natufano Colantuono prima di riversarsi in ralmente ai nostri tifosi che anche qui a campo e unirsi alla grande festa. «Non ho Catanzaro ancora una volta hanno dimostrato un grande attaccanemmeno le parole per dimento e un grande amore re quanto sono felice», pronei confronti dell’Atalanva a ricomporsi il tecnico ta. Poi permettetemi di rinromano davanti a taccuini graziare la società, a pare microfoni. «Un ringraziatire dal presidente Ruggemento - continua - va a chi ri a tutti i dirigenti, e poi hanno reso possibile quetutte quelle persone che sta grande impresa». hanno contribuito a ragOra lo si può dire: l’Atalangiungere questo traguarta s’è dimostrata la più forte? do. Mi riferisco soprattut«Sì, ma non solo questo. to a chi lavora nell’ombra, I nostri giocatori si sono dicome i magazzinieri Dorimostrati prima di tutto dei no e Gigi, poi Nadia, Cargrandi uomini, con dei vaStefano Colantuono la, gente che non finisce lori importanti. Le qualità mai sui giornali ma che è dei singoli bene o male so«Ringrazio tutti altrettanto importante». no risapute, ma questo è E poi sappiamo che ha un innanzitutto un gruppo quelli che hanno ringraziamento speciale... straordinario». reso possibile «Sì, a Mino Favini, che Alla fine la classifica rispecconosco da vent’anni, da chia anche i valori? questo risultato, quando io giocavo a Como «Io l’ho sempre detto fin anche chi lavora e lui era dirigente. È stadall’inizio. Noi non eravanell’ombra. E Favini, ta una di quelle persone mo una Ferrari, ma una macchina tra le più forti, al che nei momenti duri che nei momenti difficili mi è stata più d’aiuto». pari di altre. Poi col passami è stato vicino» Mister, ora si può progetre del tempo l’Atalanta ha tare il futuro? acquisito consapevolezza «Ma godiamoci questa ed è diventata una Ferrari, anzi anche più potente di una Ferrari». festa, per il futuro c’è tempo». Ma allora resta? Ora si punta a vincere il campionato? «Io ho ancora un anno di contratto, per «Dobbiamo cercare di vincerlo, è un nuovo obiettivo che ci dobbiamo porre per cui penso proprio di restare». G. M. finire nel migliore dei modi la stagione».
3
4
LA GRANDE IMPRESA
DOMENICA 7 MAGGIO 2006
L’ECO DI BERGAMO
la festa IL PRESIDENTE «Ho sempre creduto in questo traguardo e quando abbiamo sofferto siamo ricorsi nuovamente al mercato»
Ruggeri emozionato: «Una squadra costruita per vincere»
Ivan Ruggeri, per lui è la quarta promozione in serie A
Il primo pensiero è per un tifoso speciale, il padre Dante, morto nel dicembre scorso proprio pochi giorni dopo la vittoria di Bergamo sul Catanzaro. L’Atalanta non aveva ancora spiccato il volo verso la serie A e oggi Ivan Ruggeri, commosso, ricorda: «Una dedica particolare glielo devo fare, avrei voluto che ci fosse anche lui a godersi questa festa. Poi penso a tutti i nostri tifosi, che tanto hanno voluto questa promozione e meritano questa vittoria». Chi l’avrebbe immaginato, un anno fa, che l’Atalanta sarebbe riuscita a rientrare in serie A subito,
dalla porta principale? Eppure è proprio così: la squadra nerazzurra evidentemente aveva una fretta incredibile di tornare a sedersi al tavolo delle grandi e anche il suo presidente non nasconde di essere un po’ sorpreso da questo exploit: «Vincere così, a tre giornate dalla fine... non è da tutti, sappiamo quanto è difficile risalire dalla B, soprattutto come abbiamo saputo fare noi. Per me è una grande emozione, una felicità incredibile. Grazie ai ragazzi che hanno realizzato questa impresa, all’allenatore, a Zanzi che se ne andrà, ai tifosi». Quando ha pensato di po-
tercela fare davvero? che avevate preso nell’ulti«Sempre, fin da quando mo mercato. ho costruito questa squa«Sì, Zampagna. Bello l’uldra. Chiaro che all’inizio ci timo gol, vero? Un acquifosse qualsto imporche diffitante, ancoltà, è nor«Una dedica speciale che grazie a male: nel lui abbiamo va a mio padre dubbio ci ottenuto un Dante: avrei voluto siamo ulterisultato riormente splendido che fosse qui rinforzati a in quello a godersi anche lui gennaio, che divenquesta festa. E poi perché era terà il cammeglio evitagrazie a tutti i tifosi» pionato dei re di finire ai record, visto playoff. Se che non abnon andiamo in A diretta- biamo ancora finito di vinmente, abbiamo pensato... cere. Veramente una stace l’abbiamo fatta». gione da incorniciare». E infatti i gol promozione Questa promozione è stasono arrivati dal giocatore ta meno sofferta?
«Beh quando si vince un campionato e si deve vincerlo, perché volevamo fortemente questo traguardo, non è mai semplice. Certo che avevamo sudato di più nel torneo vinto con Mondonico, nel 1995 eravamo quartultimi a fine andata e abbiamo realizzato una grande rimonta». La forza di questa squadra invece... «Aveva una marcia in più, era fatta per vincere. Nella prima parte del campionato abbiamo patito qualche problema in trasferta, ma poi ci siamo ripresi benissimo». Anche l’allenatore era una bella scommessa eppure si è
rivelato subito vincente. «Ha fatto la sua parte fino in fondo, sicuramente ha grandi meriti. Come li ha la società che gli ha messo a disposizione i giocatori giusti. Bravi a scoprire nuovi allenatori? Non è una novità: siamo stati promossi in A con Mandorlini, con Vavassori». Allora l’Atalanta non lancia solo i giovani. «Ci difendiamo bene anche con gli allenatori, solo che quelli non li possiamo vendere altrimenti chissà cosa guadagneremmo... Ma è una battuta. Adesso sono solo contento per la serie A, grazie a tutti». Alberto Porfidia
Tutti vincitori alla battaglia dei gavettoni Dopo la fine Colantuono nel mirino dei giocatori, poi magliette e pantaloncini regalati ai tifosi La felicità della curva: «Grazie ragazzi». E i giocatori rispondono: «Chi non salta un bresciano è» Segue da pagina 1 i nerazzurri sono aritmeticamente promossi. Ci toccheranno nuovamente Milan, Inter e Juve e di questi tempi forse è meglio non telefonare a Moggi per dirgli che stiamo arrivando. La serie A si fa urlo quando Ayroldi fischia la fine, e allora le scene diventano quasi rallentate, tutto sembra piombare in una dissolvenza da cinema. Le cose smarriscono i contorni, i giocatori adesso sono solo figure sfuocate e, chissà, forse è il senso di vertigine che porta con sé quest’impresa. La curva degli ultrà nerazzurri da minuti era un «oooooohhh» d’attesa che toglieva il respiro, in campo la gara era già archiviata: c’era più movimento ai bordi, con Lele Messina, Ruggeri junior e Osvaldo in giacca e coppola che parevano tifosi pronti all’invasione. E con un Colantuono dallo sguardo fiamma ossidrica che folgorava il quarto uomo per questioni di recupero troppo lungo. Ed erano davvero attimi interminabili, agonia aggiunta, implosione. Fischia, arbitro, è una tortura vivere sempre a un centimetro dalla meta. Dai, fischia, trasforma questi uomini compassati in bambini infiniti, come se tra la gara e il suo dopo esistessero due realtà lontanissime, come se veramente il fischietto fosse una bacchetta magica. Colantuono fino a qualche attimo fa era un signore incravattato che passeggiava davanti alla panchina, nervoso come un papà fuori da una sala parto. Ora invece la liturgia dell’esultanza lo ha ridotto a bersaglio per gavettoni: il mister scappa per il campo tentando di salvare il vestito buono, Soncin e Ventola lo inseguono armati di borracce. Più in là Zampagna è assalito dai compagni che lo lasciano in mutande. La curva atalantina si accende di bengala, ha riverberi sulfurei. Cantano «In serie A» con un tono di liberazione. Finalmente. Bellini, Marcolini, Ariatti e gli altri: anche loro adesso sono un po’ ultrà, perché li vedi sotto gli spalti nerazzurri a saltellare, a denudarsi, a lanciare maglie, a gridare «Chi non salta un bresciano è». Torniamo in A anche con questa felicità bambina, sguaiata, torniamo in A con le fattezze operaie di Migliaccio e Rival-
IN BREVE
Sesta vittoria esterna della stagione Quello di ieri è stato il sesto successo esterno della stagione. L’Atalanta in questo campionato ha vinto 2-0 a Cesena (2° turno), 1-0 a Cremona (15°), 1-0 a Verona (23°), 2-1 a Trieste (25°), 3-2 con l’AlbinoLeffe (30°) e 2-1 ieri a Catanzaro (39°).
Calderoni battuto dopo 544 minuti È durata 544 minuti l’imbattibilità di Calderoni, al quale ieri ha fatto gol Tedoldi al 6’ st. Il portiere nerazzurro non subiva gol dal 2’ st di Bologna-Atalanta 1-1 del 20 marzo. Il gol subito ieri è il secondo incassato nelle ultime nove partite.
La serie positiva ora è di 12 partite Grazie al 2-1 di ieri sono diventate 12 le partite utili consecutive dell’Atalanta. I nerazzurri sono in serie positiva dal 4 febbraio scorso, quando il Catania vinse 2-1 a Bergamo. Dopo di allora per l’Atalanta otto vittorie e quattro pareggi.
Per Zampagna seconda ammonizione È Riccardo Zampagna l’unico atalantino ammonito ieri (per essersi tolto la maglia correndo sotto la curva atalantina dopo il secondo gol): è la seconda sanzione. Restano in diffida Bellini, Marcolini, Ventola, Capelli e Soncin.
Festa dei tifosi oggi a Zingonia L’antipasto della festa è consumato, il piatto forte verrà servito oggi, al rientro della squadra. Alle 13,30 i tifosi si troveranno a Zingonia per abbracciare l’Atalanta di ritorno dalla Calabria.
Bergamo Tv, stasera Sport Domenica Appuntamento alle 19,45 con Sport Domenica su Bergamo Tv. In scaletta la sintesi di Catanzaro-Atalanta e AlbinoLeffe-Mantova e servizi su tutti gli altri sport.
Gara dei bar: vittoria per cinque Il 2-1 dell’Atalanta a Catanzaro regala cinque vittorie nella gara dei pronostici dei bar: a segno Laral Trafficanti, Marcella Villongo, Acli Cusio, Imperial Vilminore e La Favolosa Scanzorosciate. In classifica, Sirio di Endenna sale a quota 41 e resta al comando, davanti al Cadelfoglia Brembilla, a quota 40. È stato Colantuono il principale obiettivo dei gavettoni dei giocatori nerazzurri. La festa si è poi spostata negli spogliatoi e di nuovo in campo
ta: non è vero che per vincere bisogna sempre essere belli, a volte si vince anche così, con la faccia che hai, con la fatica e il lavoro. È una giornata da classe proletaria, con Zampagna che va in gol
per due volte. E che gol, il secondo: rovesciata d’esterno, meglio di quella col Brescia, lui che anticipa di 40 minuti lo spogliarello generale e si fionda in canotta sotto la sua tifoseria rimediando l’ammonizione. Massì,
oggi va bene anche così, si bada di più all’attimo felice della giocata che all’assurdo bon ton che imprigiona la gioia. Alla fine gli ultrà nerazzurri scandiscono «Grazie ragazzi» ed era tanto che non si sentiva.
E allora via anche i calzoncini e i calzettoni, e Colantuono che lancia in curva la sua cravatta. E poi giù nel tunnel degli spogliatoi per riaffiorare dieci minuti più tardi, di nuovo in slippini, di nuovo sotto i tifosi, in que-
sta geografia tarantolata e svestita che è diventato lo stadio di Catanzaro. In serie A a volte si può andare anche in mutande. Nudi alla meta, dopo che per un anno s’è indossato il cilicio.
Vivaio: Berretti vince contro la Juve Strepitoso successo della Berretti che a Pagazzano nella prima giornata delle fasi finali ha superato 2-1 la Juventus. La squadra di Butti, sotto di un gol dopo 25’, ha ribaltato la partita con una doppietta di Cisse al 22’ e 31’ st. Vittoria 2-1 (Manenti, Trapletti) anche per i Pulcini B in casa del Dalmine Futura. Oggi Monza-Allievi B (Monzello, ore 10), Giovanissimi B-Pro Sesto (Zingonia, 9,45), Giovanissimi C-Monza (Zingonia, 11), Pro Patria-Esordienti (Busto Arsizio, 12), Monza-Pulcini A (Monzello, 11). Amichevole Ghisalbese-Primavera (ore 15).
Stefano Serpellini
.VISTO IN TV.
Ore 17,49: l’Atalanta buca lo schermo. È serie A
È il 7’ st: D’Urso è battuto dalla rovesciata di Zampagna
Alle 15,55, dopo un quarto d’ora di estenuante studio delle combinazioni, l’incipiente emicrania ci consiglia di gettare la calcolatrice e comportarci come segue. Primo: ignorare il bla bla da studio di RaiSport Sat, tenacemente decisa a non fornire aritmetici sostegni al toto-conteggio promozione, visto che il campo principale è Modena per Modena-Catania e non c’è verso. Secondo: evitare perversi pensieri tipo classifica avulsa, che fortunatamente per l’emicrania è faccenda da fine campionato. Terzo: concentrarsi unicamente sulle premesse. Vale a dire, alle 16 e spiccioli, fischio d’inizio al Ceravolo, l’Atalanta è virtualmente in serie A e ci resta se: 1) vince; 2) pareggia e Mantova e Toro non vincono; 3) perde e Mantova e Toro fanno altrettanto. Che detto tra noi, sarebbe roba da ridere, perchèGol!! Fermi tutti, ore 16,22, campanellino so-
noro, palpitazione, annuncio del- labrese è già archiviata, il Ceravola finestra, squarci di campo, su- lo è un antipasto di San Siro, dispance e...Zampagnaaa-gol. Muc- ci De Simone e pensi a Shevchio festante a Catanzaro, 1-0 Ata- chenko (ci perdoni), a Del Piero e lanta, la serie A è una caramella Totti e Toni e (forse) Adriano. Tutin tasca, da addentare a piacimen- to fatto, discorso chiuso, via alla to. E siccome a Berfesta. Anzi no. gamo, sponda AlbiDling, ore 17,06, finoLeffe, palpitano nestra, ma figuriaPrima finestra cuori nerazzurri, moci se, se...«Noalle 16,22: 1-0 basta chiedere: vità importante», firmato Zampagna. dling, ore 16,26, 1annuncia Rai Sat. 0 di Salgado, ciao Glub, è il Ceravolo, Tutto finito? No, Mantova; dlong, ore glom, il Catanzaro la suspense dura 2’ 16,32, 2-0 di Joelha segnato, gulp 1poi il 2-1 alle 17,07: son, ciao ciao Man1. Chee? E la festa, tova. E pazienza se il resto è attesa e festa e San Siro, e Totti, alle 16,49, il festival e il discorso chiudelle finestre si dà so? Quello resta una calmata e Spinesi fa un rega- chiuso, perché il Mantova perde e lo al Catania e uno doppio a Rai il Toro pareggia. Però, dai. «ClamoSat, disperatamente impegnata a rosa novità», ri-annuncia RaiSat. rendere «palpitante» 90’ di inquie- Dling, finestra, attesa. Ore 17,07, tante mdediocrità. è il Ceravolo. Ma che succede? «In Quisquilie, direbbe Totò. Perchè acrobazia, Zampagnaaa». Due a alle cinque della sera la pratica ca- uno, si torna a ragionare, si torna
in A, si torna alla festa, con buona pace per la suspance, che a quella ci pensano altrove. Anche perché nel frattempo il Toro vince 2-0 a Trieste, Rai Sat è in preda a un delirio adrenalico perché il Modena ha acciuffato il pareggio e la faccia dell’allenatore del Catania, Marino, sembra quella di Zeman in preda alla felicità. Una maschera. E a Catanzaro? Ssss, tutto tace, bene così, cronometro alla mano, conto alla rovescia, perché ormai è fatta e c’è persino il lusso di distrarsi con il Brescia, che affonda come il Titanic contro il Vicenza: dling, 0-1, dlong, 0-2, dling dlong 0-3. Un delirio. Meno cinque, il Mantova segna ma non conta. Meno due, il Modena fa 2-1 e conta eccome. Menoo...Stop, è finita. Diciassette e quarantanove. RaiSport Sat saluta. Qui comincia la festA. Si. Pe.
LA GRANDE IMPRESA
L’ECO DI BERGAMO
DOMENICA 7 MAGGIO 2006
la partita I MOTIVI DEL CAMPIONATO
Elio Corbani
IL BRESCIA CROLLA: ORA È FUORI DAI PLAYOFF E
cco le prime sentenze: Atalanta in A, Catanzaro e Cremonese in C. Erano sentenze annunciate da qualche tempo, solo ieri ufficializzate in termini aritmetici. L’impresa dei nerazzurri è storica. La promozione con tre giornate di anticipo ha precedenti lontani, in un calcio diverso. Questa promozione è invece l’esaltazione di una squadra che ha fatto della concretezza il suo punto di forza. Con il successo di Catanzaro l’Atalanta ha voluto dare un’ulteriore dimostrazione della sua superiorità che ora potrà nobilitare non solo mantenendo il primato (le mancando due
punti) ma arrivando a quota 82 per stabilire il miglior risultato di sempre in serie B. È vero, siamo insaziabili, la festa è solo iniziata e deve continuare fino alla fine. Alle spalle dei nerazzurri invece si è riaperta la lotta per il secondo posto. Il Catania è stato sconfitto a Modena negli ultimi 7 minuti di gara, quando gli emiliani oltre ad essere sotto di un gol erano in inferiorità numerica. Ora i siciliani sentono sul collo il fiato del Torino che con una doppietta di Stellone ha conquistato a Trieste la sua settima affermazione esterna portandosi a due soli punti dal Catania. Sono
crollate le speranze di rimonta del Mantova, superato dall’AlbinoLeffe, mentre ha dell’incredibile la sconfitta del Cesena che in vantaggio di due gol al 52’ prima ha consentito a Gonnella di rimettere in corsa il Pescara (56’) poi si è fatto raggiungere e superare dalle reti di Zoppetti e Cammarata nei minuti di recupero. La formazione romagnola è stata raggiunta al quinto posto dall’Arezzo (bloccato in casa dal Bari) e dal Modena mentre è uscito dalla zona playoff il Brescia travolto in casa dal Vicenza. È un risultato che sancisce il fallimento di Zeman, ma anche dell’assurda scelta di Corio-
ni quando ha esonerato Maran. Per un posto nei playoff ci sarà una lotta dura, alla quale potrebbe ancora partecipare il Crotone che con la sconfitta di Rimini ha confermato le sue difficoltà in trasferta dove ha vinto solo 4 gare e ne ha perse 12. Sul fondo alla retrocessione di Catanzaro e Cremonese si potrebbe presto aggiungere quella della Ternana, sconfitta a Rimini. L’AlbinoLeffe ha cancellato l’umiliazione di Bologna ma la salvezza se la dovrà giocare nei playout con l’Avellino al quale per superare il Crotone hanno regalato (o quasi) due rigori: il primo fallito, il secondo realizzato.
L’esultanza dei nerazzurri a fine partita
Zampagna porta l’Atalanta in serie A Una doppietta del bomber garantisce l’aritmetica promozione e condanna il Catanzaro alla C Il secondo gol realizzato con una fantastica rovesciata dopo che Tedoldi aveva segnato l’1-1 CATANZARO ATALANTA
LE PAGELLE
1 2
RETI: 21’ pt Zampagna, 6’ st Tedoldi, 7’ st Zampagna. CATANZARO (3-5-2): Belardi (1’ st D’Urso); Olorunleke, Venturelli (25’ st Ferrigno), Ceccarelli; Adami, Tedoldi (31’ st De Sousa), Gissi, De Simone, Del Grosso; Corona, Mattioli. In panchina: Urbano, Miceli, Giannone, Pellicori. All. Cittadino. ATALANTA (4-3-1-2): Calderoni; Adriano, Rivalta, Terra, Ariatti; Migliaccio, Bernardini (31’ st Bellini), Marcolini; Bombardini (9’ st D’Agostino); Zampagna, Ventola (18’ st Defendi). In panchina: Ivan, Bergamelli, Lazzari, Soncin. All. Colantuono. ARBITRO: Ayroldi di Molfetta (Carretta-Fornasin; Baratta). NOTE: spettatori 3.807 (526 paganti, 3.281 abbonati) per un incasso di 32.093,38 euro (5.708 euro ai botteghini, 26.385,38 euro la quota abbonati). Espulso Ferrigno al 43’ st per gioco violento. Ammoniti Corona e Zampagna. Angoli 3-2 per il Catanzaro. Recupero 2’+3’.
l’occasione torna nel suo ruolo di interno di sinistra e garantisce il suo solito contributo di quantità e qualità. Tedoldi lo punta spesso andando a giocare dietro Corona, lui controbatte regalando a Zampagna le due palle che decidono l’incontro. Decisivo.
CALDERONI 7 Nel primo tempo fa due parate, prima su Mattioli e poi su De Simone (tiro deviato che cambia traiettoria), che non gli vedevamo fare da tempo, e per una volta anche il «Calde» si merita la vittoria risultando determinante. Nella ripresa un gollonzo gli toglie l’imbattibilità, ma lui non ha colpe. Tra i migliori.
BOMBARDINI 6 I ritmi bassi lo mettono a suo agio, gli dà molto fastidio invece Gissi che fa centrale basso di centrocampo tra i calabresi e gli sta spesso incollato. Bomba va a sprazzi, non inventa ma comunque cerca sempre l’assist per il compagno meglio piazzato. A inizio ripresa lascia il posto a Defendi.
ADRIANO 6,5 Il brasiliano cresce: la sua fase difensiva è in continuo miglioramento, la sua personalità sempre più evidente. Sulla sua fascia Del Grosso non passa, e quando sale Adriano diventa un centrocampista aggiunto. Buon contributo.
D’AGOSTINO SV Prende il posto di Ventola,presidia la fascia destra a centrocampo proponendo spesso allunghi che fanno alzare la squadra.
RIVALTA 7 Considerata l’assenza di Loria si fa carico di dare i tempi alla difesa e fa tutto con disinvoltura, dimostrandosi all’altezza della situazione. Corona spesso cerca di giocare su di lui per sfruttare la differenza di centimetri, ma Rivalta è una molla e non perde un colpo, usando spesso l’anticipo. Sempre bravo.
ZAMPAGNA 8 Altri due gol - fa tre in due partite e cinque da quando è a Bergamo -, il secondo con la seconda splendida rovesciata in due partite. I suoi colpi in fase conclusiva sono davvero spettacolari, dato che stavolta sono anche straordinariamente efficaci è facile considerarlo il migliore in campo. Il primo gol è da rapinatore d’area, il secondo un’altra magia di un giocatore che sa fase cose incredibili. In A sarà uno spasso averlo. Il migliore.
TERRA 6 Sull’azione di Corona che porta al gol di Tedoldi perde il tempo per l’intervento, ma per il resto la sua partita è più che positiva, nonostante spesso dalle sue parti arrivi Mattioli, che è un piccoletto dal passo svelto. Terra se la cava col mestiere,e non corre rischi. Sufficiente.
Dall’inviato
CATANZARO La serie A arriva qui, a Catanzaro, di fronte a 300 innamorati che hanno scelto di stare tre giorni in giro per l’Italia pur di festeggiare subito, con la squadra, la promozione più ovvia e meritata che l’Atalanta abbia conquistato nella storia recente. La promozione aritmetica arriva qui, al «Ceravolo», grazie a una vittoria (2-1) mai in discussione per l’evidente differenza di valori tra le due squadre in campo. Ma la vera promozione è arrivata una settimana fa, con quel meraviglioso 2-0 al Brescia. E la grande festa promozione sarà quella di sabato prossimo, quando Bergamo al Comunale onorerà quest’Atalanta con una celebrazione degna della squadra più forte della serie B. Catanzaro insomma è stata una tappa, è stato il giorno dell’aritmetica, non quello dell’adrenalina. Nerazzurri troppo forti, risultato mai in discussione (neppure sullo 0-0, e neppure sull’11, tra l’altro è durato meno di 1’), calabresi consci che già perdere di misura era un buon risultato. Tutto in una partita giocata sottoritmo da due squadre con i destini segnati: l’Atalanta aspettava l’aritmetica promozione in A, il Catanzaro l’aritmetica retrocessione
VENTOLA 6,5 La mira è imprecisa quando cerca la conclusione, ma confermandosi in buone condizioni arriva spesso nei pressi della porta di Belardi. E in un paio di occasioni gli va malissimo perché i passaggi dei compagni non passano l’ultimo difensore. Purtroppo viene subito colpito al solito sopracciglio e questo un po’ lo condiziona.
ARIATTI 6,5 Il simbolo della stagione atalantina torna a fare il terzino a sinistra, e come al solito si dimostra a suo agio. Ariatti spinge con continuità e da quella parte Adami soffre in difesa e non riesce ad affondare. In un paio di occasioni il nerazzurro cerca anche il cross dal fondo, ma senza fortuna. Una colonna.
È il 7’ del secondo tempo, Zampagna segna il secondo gol nerazzurro con una fantastica rovesciata
in C1. Sono successe entrambe le zato con una torsione della gamcose. E considerata la diversità di ba da posizione defilata. Un gol valori in campo, con le due squa- bellissimo visto dal vivo, memoradre mai disposte ad alzare i ritmi, bile rivisto in tv. non poteva che avere la meglio l’AEcco perché l’Atalanta ha vinto talanta. Per il maggior tasso tec- senza dubbi. E allora raccontianico, per la maggior personalità, mo la partita. Il Catanzaro per l’ocper i talenti di cui casione cambia dispone. Riccardo modulo (dal solito Nerazzurri troppo Zampagna, per 4-4-2 a un più pruesempio. L’attacdente 3-5-2) in moforti, calabresi cante ternano ando da chiudere gli mai in partita. che ieri ha giocato spazi ai nerazzurri, in surplace, dando per mezzo tempo Decisivi gli assist l’impressione di voregge il confronto, di Marcolini e due lersi soprattutto l’1-0 di Zampagna bellissime parate mettere al servizio rompe gli equilibri. dei compagni. Ma Al 20’ cross di Mardi Calderoni poi, quando ha giocolini dalla tre cato in area, Zamquarti sinistra, pagna ha deciso la partita. E l’ha Venturelli cicca il rinvio, dietro di fatto con un secondo gol identi- lui arriva Zampagna che controlco a quello segnato al Brescia, cioè la e infila sul primo palo. La reaalzandosi la palla per colpirla in zione dei padroni di casa è in duerovesciata. Anzi questo gol è sta- tre spunti di Mattioli, un peperito ancora più difficile, perché col no proposto da seconda punta che Brescia ha segnato da posizione arriva due volte da Calderoni e al centrale, questo invece l’ha realiz- 43’ favorisce un tiro dal limite di
Del Grosso dopo un cross dalla destra. Calderoni sembra spiazzato da una deviazione ma con un gran colpo di reni manda la palla in angolo. La ripresa è sempre soft, il Catanzaro per la fortuna di tutti i presenti al 6’ pareggia grazie a un errore di Bernardini e Terra che in area si lasciano sorprendere da Corona (poi il gol è di Tedoldi). Subito dopo ecco Zampagna, quest’altra rovesciata memorabile, da cineteca. È il 2-1 e la partita finisce. Perché al 12’ D’Urso (esordio in B) è enorme su Marcolini, poi il Catanzaro capisce che se forza rischia di essere travolto e la gara diventa accademia. Si va all’epilogo tranquilli. C’è la festa finale, ma l’adrenalina era quella del derby e sarà quella della festa di sabato prossimo. La squadra più forte della serie B può anche permettersi di andare in A nel giorno in cui mancano le emozioni delle partite vere. Chapeau.
DEFENDI 6 Gioca sugli esterni per allargare il gioco e regala un lampo a metà ripresa con doppio dribbling e conclusione rasoterra in diagonale che esce di poco oltre il secondo palo. Per il resto con la sua velocità tiene sempre in allarme la difesa di casa.
MIGLIACCIO 6,5 Chiude il pomeriggio con la curva che gli canta «Oi oi oi, Giulio Migliaccio picchia per noi», ed è il regalo più bello per un guerriero che anche stavolta ha retto il confronto con forza,mestiere e caparbietà. De Simone è un colosso, ma è con quelli che Migliaccio si esalta. Massiccio.
COLANTUONO 8 Dovevate vederlo, all’1-1: un tarantolato, che chiedeva ai suoi concentrazione e rispetto per gli avversari. Perché lui non molla mai,il Catanzaro nella sua testa era come il Barcellona, la sua voracità è la grande forza di questa squadra. A Catanzaro l’Atalanta ha vinto perché lui non molla mai di un centimetro. E la forza di questa promozione dell’Atalanta è la sua forza. Bravo, mister.
BERNARDINI 6 Torna in regia e considerati i ritmi della partita parte bene, anche se soffre la mobilità di Mattioli che arretra a marcarlo. Il suo contributo è soprattutto di ordine in mezzo al campo, anche se il passo è compassato. Sull’1-1 di Tedoldi una fetta di responsabilità è sua, poi lascia il posto a Bellini.
BELLINI SV Entra per 18 minuti a fare il terzino con Ariatti davanti a lui.
MARCOLINI 7 Due assist nella vittoria della promozione aritmetica in serie A sono il miglior premio per uno dei giocatori più amati della squadra, che nel-
Pietro Serina
CATANZARO (3-5-2): Belardi 5,5 (1’ st D’Urso 7); Olorunleke 5,5, Venturelli 5 (25’ st Ferrigno 4), Ceccarelli 6; Adami 5,5, Tedoldi 6 (31’ st De Sousa sv), Gissi 6,5, De Simone 6,Del Grosso 5,5; Corona 6,Mattioli 6,5. All. Cittadino 6.
ARBITRO Ayroldi di Molfetta 7
SERIE B ARIATTI
MARCOLINI ZAMPAGNA
TEDOLDI
ADAMI
RIVALTA CALDERONI
CORONA
OLORUNLEKE
BERNARDINI
BOMBARDINI
BELARDI VENTURELLI
MATTIOLI
GISSI
VENTOLA TERRA
DE SIMONE DEL GROSSO
CECCARELLI
RISULTATI ALBINOLEFFE - Mantova Arezzo - Bari Avellino - Crotone Brescia - Vicenza Catanzaro - ATALANTA Cremonese - Bologna Modena - Catania Pescara - Cesena Rimini - Ternana Triestina - Torino Verona - Piacenza
MIGLIACCIO ADRIANO
Calabresi con la difesa a tre Catanzaro a tre in difesa con Orolunleke su Zampagna, Venturelli centrale e Ceccarelli su Ventola, a centrocampo Gissi sta su Bombardini e le altre coppie so-
no Tedoldi-Marcolini e De Simone-Migliaccio. Sugli esterni i calabresi hanno Adami e De Simone, Corona fa il centravanti e Mattioli si abbassa su Bernardini.
PROSSIMO TURNO Vicenza - ALBINOLEFFE ATALANTA - Arezzo Bologna - Avellino Ternana - Brescia Cesena - Catanzaro Crotone - Cremonese Bari - Modena Catania - Pescara Torino - Rimini Piacenza - Triestina Mantova - Verona
2-1 0-0 1-0 0-3 1-2 2-2 2-1 3-2 2-1 0-2 1-0
SQUADRE ATALANTA CATANIA TORINO MANTOVA MODENA AREZZO CESENA BRESCIA CROTONE BOLOGNA PIACENZA PESCARA BARI VERONA RIMINI TRIESTINA VICENZA ALBINOLEFFE AVELLINO TERNANA CREMONESE CATANZARO
PUNTI 77 69 67 64 60 60 60 59 57 55 54 52 48 47 47 47 47 42 40 37 29 28
G 39 39 39 39 39 39 39 39 39 39 39 39 39 39 39 39 39 39 39 39 39 39
TOTALE V N P 23 8 8 19 12 8 18 13 8 17 13 9 15 15 9 15 15 9 16 12 11 15 14 10 16 9 14 13 16 10 13 15 11 14 10 15 11 15 13 10 17 12 11 14 14 11 14 14 13 8 18 9 15 15 9 13 17 7 16 16 6 11 22 7 7 25
GF 57 59 46 45 55 41 60 50 47 47 51 39 38 39 41 39 37 34 38 32 33 24
GS 36 40 31 35 39 30 51 37 42 41 44 45 42 37 45 46 47 48 59 52 52 53
IN CASA V N P GF 17 1 1 36 11 7 1 34 11 7 1 25 12 5 2 27 11 8 1 31 10 8 2 28 10 5 4 27 11 7 2 31 12 5 2 33 9 6 4 28 11 6 2 30 11 2 7 24 9 6 4 26 5 10 5 18 9 7 4 25 7 7 6 20 7 3 9 17 6 11 3 23 7 9 4 26 5 11 3 18 5 5 10 21 5 5 10 16
GS 10 15 12 12 13 15 21 15 15 18 13 19 20 18 19 19 22 19 25 19 25 24
V 6 8 7 5 4 5 6 4 4 4 2 3 2 5 2 4 6 3 2 2 1 2
IN TRASFERTA N P GF 7 7 21 5 7 25 6 7 21 8 7 18 7 8 24 7 7 13 7 7 33 7 8 19 4 12 14 10 6 19 9 9 21 8 8 15 9 9 12 7 7 21 7 10 16 7 8 19 5 9 20 4 12 11 4 13 12 5 13 14 6 12 12 2 15 8
GS 26 25 19 23 26 15 30 22 27 23 31 26 22 19 26 27 25 29 34 33 27 29
26 23 20 16
Reti Reti Reti Reti
15 Reti 14 Reti
13 Reti 12 Reti 10 Reti
9 Reti
MARCATORI Bucchi 10 (Modena) Bellucci 5 (Bologna) Spinesi 6 (Catania) Danilevicius 1 (Avellino); Cacia 3 (Piacenza) VENTOLA 4 (ATALANTA); Salvetti 6 (Cesena) Floro Flores 2 (Arezzo); Corona 5 (Catanzaro); Carparelli 4 (Cremonese); Frick 6 (Ternana); Adailton 4 (Verona) Bruno (Brescia) Mascara 1 (Catania); Jeda 5 (Crotone) Abbruscato 3 (Arezzo-Torino); Santoruvo (Bari); Possanzini 1 (Brescia); Ferreira Pinto (Cesena); Ricchiuti (Rimini); Rosina 3 (Torino) Bernacci (Cesena); Graziani (Mantova); Matteini 2 (Pescara); Fantini (Torino)
5