MILANO - Eccezionale, fantastico, meraviglioso. Metteteci l’aggettivo che più vi piace per qualificare questa affermazione del1 ‘Atalanta-a San Siro contro il Milan. E un successo importante, ottenuto a conclusione di una gara giocata con molto ordine; forse un eccesso di preoccupazione nel primo tempo, con grande bravura nella ripresa. È un successo voluto, conquistato da una squadra che Giorgi è riuscito a riportare, con un paziente lavoro di ricostruzione, ai fasti di un tempo. E un successo ottenuto a spese di un Milan ben lungi, va riconosciuto, da quel Milan di statura mondiale che aveva riempito di orgoglio un poco tutti gli italiani appassionati di calcio, ma che ha comunque lottato con grande impegno per far suo il risultato prima e riequilibrarlo poi. Ma andiamo con ordine, vediamo di ricostruire le diverse fasi di questa affermazione. Si comincia con una gara di contenimento: marcature strette a tutto campo e squadra corta. Contratto va su Massaro, Bigliardi su Van Basten mentre Porrini, forse un poco inaspettatamente, viene mandato a controllare Simone a tutto campo. La mossa, intelligente, è suggerita dalla necessità di mantenere Pasciullo in zona a custodire la sua fascia sinistra, mentre sulla destra è piazzato Bonacina. Il punto di riferimento del ((Luigino)) è Carbone, ma tiene d’occhio anche Tassotti quando arriva nei suoi paraggi, mentre il (Cina)) se la vede con Evani, lasciando a Perrone il compito di opporsi ai tentativi di inserimento di Maldini. In mezzo al campo Bordin si piazza su Rjikaard, mentre Caniggia ed Evair non esitano a rientrare per opporsi ai tentativi di inserimento di
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Baresi o di Nava il quale, per la verità, non sembra molto propenso ad avventurarsi in attacco. L’Atalanta con questa disposizione non concede spazi agli avversari. Il suo lavoro di contenimento è talmente sicuro da lasciare praticamente inattivo Ferron.
Purtroppo la squadra però continua ad essere contratta, eccessivamente preoccupa la. Lo si vede nella sua incapacità ad amministrare la palla quando la conquista, senza nemmeno grosse difficoltà. I neroazzurri, quando cercano di impostare il gioco,
difficilmente arrivano al secondo passaggio preciso, per cui finiscono per consentire ai rossoneri di riprendere subito l’iniziativa dando sempre maggiore continuità al loro dominio territoriale, anche se si tratta di dominio sterile, privo di ogni pericolosità. Si avverte in mezzo al campo l’assenza di uomini in grado di portare palla in avanti, cosa che induce i vari Porrini. Bonacina, Bordin, Pasciullo, lo stesso Perrone, a cercare subito il lancio per Evair e Caniggia sempre attorniati da più avversari e quindi difficilmente raggiungibili. Spero che con il passare dei minuti lieviti 1‘Atalanta, aggiungendo alla sua sicurezza in fase di contenimento una certa spigliatezza nel fare gioco, nel tentare di proporre manovre offensive. Purtroppo non è così. E il Milan che mena la danza. Fortunatamente siamo al valzer lento, lentissimo. Diceva un amico prima della gara che il ritmo del Milan attuale è ancora più lento rispetto al ritmo del Milan di Liedholm. La cosa mi aveva stupito, mi sembrava un eccesso ma poi, alla prova dei fatti, trovo di non potergli dare torto. L’Atalanta va in affanno solo su un’azione insistita di Massaro che prima chiama in causa Ferron poi Contrattoper un salvataggio sulla linea di porta. È il solo momento di lieve sbandamento provocato, forse, da un fallo di Van Basten sul povero Bigliardi chegioca con una mano sul fianco per cercare di attenuare il dolore a quella costola incrinata. Ammiro il suo coraggio ma temo proprio che non riuscirà a reggere ancora per molto. L’ex napoletano chiama massaggia-
Elio Corbani SEGUE A PAG. 16