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DOMENICA 6 GIUGNO 2010
L’ECO DI BERGAMO
SPORT
Percassi: «Torno a casa Sono qui per riportare l’Atalanta subito in A» «Rinforzeremo il settore giovanile. La società ? Via le mele marce Lavoreremo per uno stadio di proprietà , l’Atalanta troverà le risorse» AT TENTI ALL A DIAGONALE
CCI
SEMBRA UN SOGNO VEDREMO I FATTI E PER L’ALLENATORE... NNT
di PIETRO SERINA
Ieri l’Atalanta ha incontrato due possibili allenatori: Franco Lerda e pinco pallino. Lerda (Crotone) è considerato il candidato ideale per un programma di crescita reciproca. L’altro è un outsider del quale non è trapelato il nome. È circolata anche la voce di un incontro con Roberto Donadoni, ma non ha avuto conferme. Dopo che Antonio Percassi ha deciso di incontrare personalmente i trequattro candidati alla panchina nerazzurra, ora i suoi collaboratori stanno galoppando per organizzare gli appuntamenti: tutto deve succedere nell’arco di due-tre giorni. E tra un allenatore e l’altro (è logico pensare che Percassi incontrerà anche Stefano Colantuono, e probabilmente Lino Mutti) il presidente e i suoi primi collaboratori vedranno anche qualche direttore sportivo. Sfumato Sartori (Chievo) pare che l’intenzione sia quella di andare sui giovani emergenti. L’intenzione è di completare l’organico dirigenziale entro una settimana, anche perché poi arriveranno i giorni delle comproprietà e il nuovo staff dovrà essere operativo. E tra l’altro non lo potrà diventare fino a quando non saranno sollevati dal loro incarico il direttore generale uscente Cesare Giacobazzi, il direttore sportivo uscente Carlo Osti e il vice direttore sportivo uscente Riccardo Prisciantelli. Ieri Percassi ha fugato ogni dubbio, lorsignori a Zingonia si presenteranno giusto domani per sentirsi dire che la loro esperienza atalantina è finita. Poi potrà cominciare un’altra storia. Una storia che sembra segnata da logica, trasparenza, bergamaschità . Cioè soldi al vivaio perché dobbiamo tornare a essere i migliori, è l’unico modo per sopravvivere; in A subito perché la B è un disastro economico; dentro gente che sa cos’è l’Atalanta e fuori i mercanti dal tempio (e non raccontate storielle sui conti tenuti in ordine, per favore: l’Atalanta ha i conti in ordine da 102 anni, non dall’altro ieri...). Beh, è difficile trovare atalantini che non siano d’accordo. Da domani, però, viene il bello. Perché sentite dal neo presidente le cose che tutti sognavamo di sentirci dire da anni - adesso si tratterà di trasformare questi bellissimi programmi in realtà . E qui sta il punto. La scelta dell’allenatore e del direttore sportivo, le prime mosse di mercato, la nuova campagna abbonamenti. Sarà su questi fatti, dopo l’entusiasmo per le intenzioni (e un po’ di entusiasmo, dopo tanti bocconi amari, dev’essere concesso d’ufficio a tutti gli atalantini: ne hanno diritto...), che si potranno dare i primi giudizi. Che Percassi sia carismatico e coinvolgente è un dato di fatto. Se riuscirà a fare quel che ha in mente, però, lo dirà solo il tempo. Per noi sarà un dovere seguirlo con rigore e senso critico. Diciamolo, però: partire da queste nuove premesse è meglio che raccontare ogni giorno lo scempio a cui eravamo costretti. Adesso abbiamo dei sogni da realizzare.
■«Più di una volta ho pensato di tornare, in questi 16 anni, dal 1994 a oggi. L’Atalanta ce l’ho nel sangue, sappiamo cosa vuol dire essere innamorati dell’Atalanta. Ho avuto diverse proposte, dal Bologna, dal Parma, dal Torino, ma non le ho mai prese in considerazione: solo per l’Atalanta avrei fatto questa follia. E ora sono tornato a casa. Il primo obiettivo è subito la serie A e dobbiamo essere tutti uniti: dal magazziniere al goleador». Eccolo, Antonio Percassi. Bentornato, con grande entusiasmo e un’accoglienza da star che non si ricordava dai tempi di Stromberg e Cannigia. Eccolo, il nuovo presidente, col suo gruppo, la sua famiglia. Per la sua investitura, la seconda nella storia dei presidenti nerazzurri, ci sono quasi tutti i suoi figli (Matteo, 33 anni, è indisposto): Luca, 29 anni nuovo amministratore delegato, alla sua destra; al suo fianco anche Stefano, 35 anni, «che viene a fare gruppo», in sala le figlie Giuliana, 28 anni e Federica, 20.
Corti», che Percassi cita senza addentrarsi negli incarichi che ricopriranno. «Giacobazzi? Speravo di vederlo anche stamattina... mi spiace, strano che un direttore generale in un momento simile non si faccia vivo. Lunedì affronteremo la questione e parlerò anche col direttore sportivo. Favini resterà con noi e rinforzeremo la struttura del settore giovanile, il maestro Bonifaccio deve tornare. Nella mia prima esperienza avevamo fatto grandissime cose, con il settore giovanile eravamo diventati i numeri uno, Inter e Milan avevano rallentato gli investimenti. E noi anche grazie ad allenatori fantastici come Prandelli, Vavassori, Gustinetti, abbiamo vinto il Viareggio e da lì una valanga di risultati. Quando sono andato via sono stato scorrettamente attaccato... dobbiamo ritrovare lo stesso spirito, la stessa voglia: prima di prendere un ragazzo dobbiamo costruirlo in casa. Dobbiamo ridare entusiasmo, organizzeremo la società , semplificando. Qui si parla una sola lingua: chi non si adatta deve adeguarsi e se c’è una mela marcia deve andare a casa. Dobbiamo esse«RITORNO A CASA» «È stata una trattativa lunga, ma le trat- re una squadra e lavorare tutti assieme tative importanti lo richiedono», raccon- per un unico obiettivo, la serie A». ta il nuovo presidente. «Finalmente l’altra sera (gio«RIPARTIRE DA DONI» vedì, ndr) a mezzanotte sia«Come sarà la nuova mo riusciti a concludere l’acsquadra? Doni è legato all’Acordo. Anche se due o tre talanta, è la bandiera e noi lo volte ho pensato di non porispettiamo e continueremo terla portare a termine: poi con lui e lui è entusiasta delci siamo ritrovati e abbiamo la nostra impostazione. Quedefinito il tutto. Devo ringrasti sono uomini da Atalanziare di cuore la famiglia ta. Confermare gli altri gioRuggeri per quello che ha catori? Magari sì, parleremo «Ripartiamo fatto in tutti questi anni. con tutti, in B bisogna spuMando un abbraccio forte ai tare sangue, ogni partita è da Doni, la figli, a Daniela e soprattutto una battaglia, se uno si verbandiera. E un grande abbraccio a Ivan. gogna a giocare in B... L’osSono tornato qui dopo 16 gente che non satura c’è, faremo qualche anni, a prendere l’Atalanta ritocco migliorativo. L’allesi vergogni perché (e guarda i suoi figli, natore? Lasciatemi pensare, ndr) la amiamo. Sono venusono presidente da venerdì della B» to per la prima volta a Zinsera. La realtà è che c’è rimagonia 42 anni fa, al settore sto poco e non possiamo giovanile, un’esperienza formidabile. sbagliare: serve concretezza per tornaE quando sono tornato venerdì sera ho re subito in A. Il ritiro? Vogliamo riporprovato una grandissima emozione: ho tare la squadra vicino ai bergamaschi, pensato, sono tornato a casa. Dobbiamo quindi in Valle Seriana, anche se dovrericoinvolgere tutti, per tornare subito in mo essere corretti con chi ha ospitato A. Dopo 16 anni sono meno giovane, ab- la squadra lo scorso anno». biamo più esperienza come gruppo, siamo cresciuti molto nel mondo immo- «UNO STADIO DI PROPRIETÀ» biliare, con manager di livello. Una sePercassi si infiamma: «Noi vogliamo lezione che faremo anche qui. Oggi sia- fare lo stadio nuovo. Ci vogliono soldi, mo un’altra cosa. Se ricordo quando noi avevamo proposto un’idea per uno Achille Bortolotti mi portò all’Atalanta? stadio di proprietà , senza debiti, l’AtaIo sono sempre stato innamoratissimo lanta deve ricavare le risorse. E presendei colori nerazzurri, se non avessi avu- teremo un’ipotesi di stadio nuovo, uno to questa passione non avrei mai potuto stadio-gioiello da ventimila spettatori, essere qui. Bisogna essere un po’ matti tipo quello nuovo della Juve o della Fioper fare il presidente nel calcio di oggi, rentina, uno stadio "cattivo" dove si senperò quando ce l’hai nel sangue...». ta il tifo. Dev’essere il mondo Atalanta. Qualche anno fa quando avevamo presentato la nostra proposta non eravamo «NON ESCLUDO NUOVI SOCI» «Nuovi soci? Non lo escludo, ovvia- l’Atalanta. Ci sono due -tre destinazioni mente noi controlleremo. Perché se non possibili. A Grassobbio? Non lo escludo: ci fossimo stati noi appassionati... non serve la disponibilità politica, le condimi sembra che altri sulla piazza di Ber- zioni economiche. Non si può speculagamo si siano fatti avanti, però mi piace- re, l’Atalanta poteva già avere uno stadio rebbe riuscire a trovare qualcuno che ama nuovo, c’era un progetto ed è stato bocl’Atalanta ed è disposto a condividere il ciato. Ci sarà una struttura che seguirà nostro progetto. Ma senza fretta. Altri presto l’operazione. Ma il primo obiettiruoli in società ? Ci saranno Rino Fratus, vo è tornare subito in A». Mirco Moioli, Roberto Spagnolo, Beppe Alberto Porfidia
ARIA DI CASA
CCI
QUI REGNA L’OTTIMISMO DELLA RAGIONE NNT
di ILDO SERANTONI
L’ottimismo della volontà , ovvio. Ci mancherebbe che mancasse in un giorno come questo, consacrato all’inversione di marcia. Ma c’è dell’altro: c’è anche l’ottimismo della ragione. Tira una bella aria al Centro Bortolotti e la giornata d’inizio estate, col suo cielo azzurro e il suo sole fresco, contribuisce a rendere gradevole l’evento. I tifosi, col loro onesto striscione, grondante sincera riconoscenza nei confronti della famiglia Ruggeri, annunciano che è giorno di festa: niente tensioni. Pare persino meno angosciante la struttura monolitica stile-stabilimento che ospita uffici e foresteria. C’è una sola stonatura: i cippi che ricordano gli amatissimi Cesare e Achille, così defilati rispetto al cuore del centro operativo, sono un esilio che, in una giornata come questa, che lega la storia
vecchia con quella nuova dell’Atalanta, sembra quasi intollerabile. Ma c’è tempo per rimediare. E, ne siamo certi, ci sarà anche la volontà del nuovo padrone di casa. Il quale porta, insieme con le sue idee, i suoi programmi, il suo impegno, il suo staff, il tocco signorile di un’organizzazione nuova. Qualcosa si era già intravisto vent’anni fa, ma non c’era stato il tempo per trasformare le bozze in opere compiute. Questa volta, a Dio piacendo, la prospettiva si annuncia di lungo respiro. E qualcosa si vede già da questo abbrivio, a cominciare dalla macchina che funziona bene. Siamo la metà di mille a Zingonia, ma non c’è confusione, perché ognuno ha i suoi spazi e i suoi tempi: così i fotografi, così le televisioni, così i giornalisti, così i tifosi, senza invasioni di campo. Sarà anche una
piccola cosa, ma è un bel modo di incominciare. I volti sorridenti di Antonio Percassi, dei suoi figli, dei loro collaboratori sono contagiosi. Zingonia ridiventa città aperta e la sensazione è che non sarà soltanto per un giorno. Il presidente si toglie qualche decina d’anni e ricorda i bei tempi in cui faceva coppia con Scirea nella difesa della Primavera e zampettava su questi campi inseguendo i suoi sogni di ragazzo. A quel brav’uomo di Mino Favini brillano gli occhi: lui che su questi prati ha fatto crescere stuoli di campioni è pronto a ricominciare, dopo le umiliazioni patite negli ultimi tempi. C’è aria pulita, insomma, da Sabato del villaggio. Qualcuno, arrivando domattina a Zingonia, forse per l’ultima volta, se ne accorgerà .
Il nuovo presidente A Zingonia per la prima volta 42 anni fa: era un ragazzo del vivaio
La scelta del cuore, da innamorato dell’Atalanta
Antonio Percassi durante la conferenza stampa (fotoservizio Magni)
■«L’Atalanta l’abbiamo nel cuore». Usa il plurale Antonio Percassi per sottolineare che non si tratta di una scelta personale, ma della famiglia. Ed infatti oltre ad essere affiancato dai due figli Luca e Stefano in fondo alla sala, mischiato fra giornalisti, c’è il fratello Santo che può essere considerato il capostipite di famiglia avendo raccolto l’eredità lasciata dal padre dopo la sua immatura scomparsa. Antonio Percassi parla da innamorato ed è un concetto che ripete più volte. Lo fa con decisione per far capire ai presenti che non si tratta di una generica affermazione di circostanza, ma di una cosa che sente dentro. È carico di entusiasmo e vuole trasmetterlo anche ai suoi interlocutori. Ricorda di essere stato a Zingonia per la prima volta 42 anni fa entrando a far parte del settore giovanile facendosi apprezzare sino al punto di meritare la prima squadra. Poi la sua esperienza dirigenziale alla guida della società raccogliendo l’e-
redità lasciata dai Bortolotti. E qualche ciare la società , toglierla da quell’isosassolino se lo toglie quando rivendi- lamento che è stato sul punto di creaca il salto di qualità compiuto sotto la re una vera rottura non solo con la sua sua presidenza nel settore giovanile, re- tifoseria, ma con i bergamaschi che la spingendo le critiche che gli erano sta- amano, alla quale sono legati da autente mosse qualche anno dopo. Lo fa co- tica passione. Poi Percassi parla di Doni non solo per la sua dispomunque con moderazione nibilità a rimanere, ma per per non offrire il fianco a aver verificato la sua atalanpolemiche. Ricorda il pasIn nerazzurro tinità . sato solo perché intuisce solo persone che Sui progetti futuri per che quella strada verrà riconoscano e quanto riguarda l’aspetto percorsa dando fiducia a tecnico è rimasto nel vago collaboratori importanti condividano ma in modo relativo, per(non casualmente fa i nomi il patrimonio ché ha sottolineato di voledi Favini e del maestro Bonifaccio), garantendo loro morale di questa re all’Atalanta solo persone (non solo calciatori e tecnimezzi necessari per rilansocietà ci, ma anche dirigenti) che ciare un’attività strategica conoscano e condividano il come quella del settore giovanile. Percassi è un fiume in piena, nel- patrimonio morale di questa realtà . Inle sue parole si avverte la passione ma somma Percassi vuole gente da Atalananche il senso di responsabilità di chi ta, gente che nel momento in cui varcapisce di aver assunto un compito im- ca i cancelli di Zingonia si senta parteportante: rilanciare l’Atalanta, per ripor- cipe della comunità nerazzurra. La setarla subito in serie A, ma anche rilan- de, bella e funzionale, è asettica come
lo sono le sedi delle normali aziende. Ma una società di calcio è un’azienda atipica, che deve trasmettere subito sensazioni positive, autentiche emozioni. Quindi sarà necessario farle assumere anche esteriormente l’aspetto di una struttura nella quale batte il cuore nerazzurro. Ed a proposito di strutture Percassi ha le idee precise anche per il nuovo stadio: non deve essere un costo ma una risorsa, escludendo la possibilità che qualcuno cerchi di speculare economicamente su questo. Qualche settimana fa si era sottolineato la necessità di fare chiarezza. Antonio Percassi l’ha fatta dimostrando disponibilità , cordialità , ma anche senso di responsabilità , rispondendo esaurientemente ad ogni interrogativo, ribadendo più volte soprattutto la cosa che sta a cuore ai bergamaschi: si dovrà fare di tutto per tornare subito in serie A. Buon lavoro e buona fortuna presidente. Elio Corbani
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L’ECO DI BERGAMO
I vip non hanno dubbi «È la soluzione migliore Mille grazie ai Ruggeri» Tentorio: «Perfetto il contratto a Doni. Almeno non farà ... il sindaco» Stromberg: «Bel ritorno, ho smesso con lui, voleva farmi continuare»
L’ I N D I S C R E T O
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E PER LO STADIO TORNA IN GIOCO GRASSOBBIO NNT
di DINO NIKPALJ
E ora i giochi per il nuovo stadio si riaprono in un modo imprevedibile. Quasi. Nel senso che Antonio Percassi può vantare nel suo curriculum ben due tentativi recenti in materia, entrambi rimasti al palo: il primo in quel di Grumello del Piano, anno di grazia 2003, in tandem con la Gros Center. Sì, la società della famiglia Cividini che nei giorni scorsi ha presentato a Palafrizzoni il concept del suo Parco dello sport, in tandem con l’Atalanta. Ma quella ancora in mano alla famiglia Ruggeri. E questo particolare ha il suo peso, perché Palafrizzoni non ha mai escluso un nuovo stadio nell’hinterland: convintamente con l’amministrazione Bruni, più tiepidamente con quella Tentorio. Ma soprattutto perché era stata l’Atalanta ad insistere per rimanere in città . Il che non aveva impedito a Tentorio di ricevere delegazioni trattanti di amministratori e privati di Zanica, Grassobbio, Urgnano, e financo Cortenuova, pur considerando Grumello al Piano la prima scelta, al punto da infilarla nel Piano di governo del territorio approvato a dicembre. Ora però l’Atalanta è passata di mano e Percassi non pare entusiasta di riprendere in mano l’ipotesi Grumello del Piano: anche perché se il quartiere ha fatto le barricate davanti ai rumors del progetto Cividini, figuriamoci cosa potrebbe succedere davanti al faraonico (e bellissimo) griffato Arup di Percassi 2003. Un progettino da 1,5 milioni di euro, tanto per gradire. Facile, probabile (certo?) che
il neopresidente nerazzurro tolga dal cassetto l’ipotesi B, quella del novembre 2007 preparata dai fedelissimi dello studio De8 lungo la nuova Cremasca, sfruttando una cava che non faceva dormire sogni tranquilli agli allora amministratori leghisti di Grassobbio. Ma non al punto da trovare la quadra interna al partito, il che bloccò tutto. Senza contare che la prima reazione dell’allora patron nerazzurro Ivan Ruggeri fu quella di invitare Percassi a farci giocare qualche ovino, visto che l’Atalanta non era stata coinvolta. Poi i due si riappacificarono in un ristorante in Città Alta, ma il progetto finì impantanato nelle difficoltà interne del Carroccio. Che culminarono con il passaggio dell’allora sindaco Pierluigi Salvetti a fine mandato nella Lista Bettoni. Quella stessa Lega che ora ha i sindaci dell’hinterland (Treviolo, Dalmine e Stezzano) perplessi se non contrari sull’ipotesi Grumello del Piano, come lo stesso presidente della Provincia Ettore Pirovano. Aggiungeteci quella parte del Pdl che a Palafrizzoni ha tra gli assessori Leonio Callioni (già sindaco di Azzano San Paolo, e firmatario dell’accordo con Percassi per il polo del lusso) che si è già smarcata, le mezze frasi di Percassi e il quadro sembra delinerarsi: se la partita si giocherà sarà a Grassobbio. E pazienza se nel 2004 il neopatron nerazzurro era convinto del fatto che lo stadio dovesse rimanere in città (allora si pensava a Calcinate): le cose cambiano. Si sa...
■Speranza e riconoscenza va smantellata e la scelta delcamminano a braccetto al- l’allenatore sarà determinanl’alba. È l’alba di una nuova te. Si può aprire un ciclo, ma era, ma giù il capello davan- deve passare dall’immediati a quella vecchia. È il gior- to ritorno in serie A». Questioni di ali. Per volano di Antonio Percassi e della nuova Atalanta, ma i cuo- re serviva un aquilone nuori dei vip nerazzurri battono vo, ammette Giacomo Ransentitamente sul sipario ca- dazzo: «Il primo pensiero va lante dell’epoca a Ivan Ruggeri e Ruggeri. Da Ivan alla forza d’aniai figli Alessanmo dei suoi figli, dro e Francesca, non era facile 16 anni non disopportare un menticabili. Bermacigno simile. gamo ringrazia Percassi è uomo chi passa la madi grandi idee e no e accoglie con di sport, è un un sorriso omepezzo di storia rico il nuovo che dell’Atalanta e Garattini: «La torna. rispetto alla pri«Bergamasco e ma avventura squadra non atalantino, Peravrà dalva smantellata, stavolta cassi è la solula sua l’esperienzione migliore – za. Percassi è il determinante attacca il sindasegnale che si sarà la scelta co di Bergamo aspettava la città , l’arrivo giusto Franco Tentorio -. del tecnico» nel momento Ci metterà capacruciale per il cità , passione, esperienza ma in questo mo- destino della società . Lo è anmento è giusto ringraziare la che la conferma di Doni, in famiglia Ruggeri: sedici an- campo e soprattutto nello ni importanti, a prescindere spogliatoio. La A? Subito: è da com’è finita. Percassi vuo- sopravvivenza». Sopravvivere ora per torle la serie A subito? Per la cassa e per il cuore, battere nare a vivere domani, ma la Juve non è come battere il Glenn Stromberg il domani Portosummaga. Doni conti- atalantino lo vede (ner)azzurnua? Ottima scelta, così non rissimo. È in partenza per il farà ... il sindaco». mondiale in Sudafrica, Il cuore atalantino di Ten- Stromberg, icona anche deltorio è in festa, quello di Ro- la tv svedese, ma il Percassiberto Bruni condivide la spe- bis gli regala un nuovo freranza nell’effetto-Percassi e mito d’ali. «L’ho incontrato il tributo alla gestione Rug- tre mesi fa in aeroporto, ci geri. «Alessandro e France- siamo scambiati i numeri di sca si sono accollati un ma- telefono: sono felice che sia cigno e di questo vanno rin- tornato mi dà grandissima figraziati, papà Ivan ha un cre- ducia». Grandissima riconodito enorme con la città . Ma scenza merita la famiglia Ruggeri, «perché Percassi è una ha dato tantissigaranzia, con lui mo, troppo faciBergamo e l’Atale dimenticarlo lanta possono riora». Ma il Percominciare un cassi di Stromperiodo aureo in berg è un ritorno serie A e mi piaal futuro: «L’ho ce l’idea di riparincrociato alla fitire da Doni: è il ne della mia carsegnale che l’Aci fu subito talanta crede nei Randazzo: «È riera, feeling: lui non suoi simboli e un uomo di voleva che smetche l’impianto tessi, voleva della squadra grandi idee. mantenere il non verrà smanIn A subito, è contatto. A me tellato». piacevano le sue Guai a farlo. decisivo per idee innovative, Meglio smantelsopravvivere» quel suo modo lare le perplesdi precorrere i sità e farlo subitempi. Lo farà to, dal mercato all’allenatore. «Saranno fon- anche per rinascere, lo dimodamentali le scelte tecniche stra la scelta di ricominciare – affonda scientifico in con- da Doni: grande scelta e grantropiede il professor Silvio de segnale». Grandi bandiere sventolaGarattini -. Percassi ha le qualità imprenditoriali e calci- no più felici. C’è un vento stiche per portare qualcosa nuovo da accarezzare. di nuovo, ma la squadra non Simone Pesce
l’intervista ➔ Luca Percassi «Grandi sforzi per il vivaio» Luca Percassi, anche per lei un riUno dei punti chiave sarà il rilantorno all’Atalanta. Sensazioni? cio del vivaio. Un ambiente che lei «Sono molto emozionato. An- conosce molto bene... che per me è un ritorno a casa». «Per me sono stati anni straorE ci torna con un ruolo importan- dinari quelli vissuti nel vivaio. te: quello di amministratore delegato. Era un campo in cui l’Atalanta «Per me che sono nato e cre- primeggiava, dobbiamo tornare sciuto nell’Atalanta, è un motivo ad essere quelli di una volta. Perché il settore giovanile deve di orgoglio e una grande graessere la nostra vera fortificazione. Il mio ruolo za». sarà quello di permettere alla società di Lei ai tempi in cui avere un rapporto era calciatore, dodidiretto con il preci anni fa, fece una sidente, anche se scelta che in quel vi dico già che periodo suscitò molmio papà sarà to clamore: con Dalmolto presente». la Bona lasciò l’Atalanta per il Chelsea. Come ha vissuto Col senno di poi risuo papà questo passo Luca Percassi farebbe quella scelcosì importante? ta? «L’ho visto molto emozionato. Per lui l’Atalanta rappre«All’epoca credo che chiunque senta una parte importante della avrebbe fatto quella scelta e cosua storia». munque è stata un’esperienza che Cosa porteranno i Percassi all’A- mi ha dato tanto, mi ha fatto crescere e mi è servita». talanta? «Idee chiare e semplici. Non Ma se ora un ragazzino dell’Ataavremo molto tempo, serviranno lanta provasse ad andare all’estero? scelte veloci. C’è molto lavoro da «Ora farei di tutto per difendefare, ma siamo pronti ad affron- re gli interessi della mia società ». tare questa nuova avventura». G. M.
IIIII MERCATO
Doni non lascia, raddoppia Partenze: in pole resta Guarente La notizia, già nell’aria, l’ha confermata Percassi. Cristiano Doni non lascia ma raddoppia. A metà settimana il capitano è stato a Bergamo, ha incontrato Percassi e c’è stata subito una comunione d’intenti. Doni è rimasto entusiasmato dal nuovo progetto, mentre il neopresidente vuole puntare ancora sul suo capitano. Da qui l’accordo, non per uno ma per due anni. Per ora è stata sufficiente una stretta di mano. L’accordo infatti non è stato ancora messo nero su bianco, ma la parola data da due persone come Doni e Percassi vale più di mille firme messe su un contratto. Tra l’altro non è stato ancora definito il ruolo di Doni nel secondo anno: di sicuro Cristiano giocherà ancora per un anno, poi al termine della prossima stagione deciderà di comune d’accordo con la società se continuare a giocare fino a 39 anni o ricoprire un altro incarico all’interno dell’Atalanta. Intanto i dirigenti nerazzurri stanno facendo il giro dei vari giocatori per tastare le motivazioni e la disponibilità a restare anche in serie B. Simone Tiribocchi resterà e sarà lui la punta di diamante dell’Atalanta in B. Ora il prossimo passo sarà resistere alle richieste che sono arrivate (e arriveranno) per i giocatori di punta. Tiberio Guarente è conteso da Napoli e Udinese in Italia, Siviglia in Spagna. Partirà sicuramente. Tutto da decifrare il futuro degli altri pezzi pregiati. Thomas Manfredini piace a Chievo e Parma, Jaime Valdes è da tempo sui taccuini di Sporting Lisbona, Roma e Parma, Simone Padoin è accostato alla Juventus, Gyorgy Garics potrebbe avere richieste anche dall’estero (per la sua sostituzione tra i candidati c’è Gabriele Perico dell’AlbinoLeffe). Ma ogni decisione verrà presa solo una volta scelto il nuovo allenatore. Intanto ci sono movimenti anche nel mercato dei dirigenti: il vicedirettoresportivo Riccardo Prisciantelli andrà al Modena. G. M.
I tifosi All’ingresso un bel saluto ai Ruggeri, davanti alla sede un’accoglienza da brividi per il presidente e Mino Favini
La Curva entusiasta ora ci crede: «Torneremo in serie A»
Mino Favini saluta i tifosi, che l’hanno «chiamato» al saluto
■Se un marziano fosse atterrato per caso ieri a Zingonia, verso mezzogiorno, sarebbe stata dura fargli credere che l’Atalanta appena un mese fa è retrocessa in B. Un entusiasmo da serie A, infatti, ha fatto da cornice all’avvento di Antonio Percassi. E il momento più toccante si è registrato quando gli ultrà hanno «chiamato» fuori dalla sede Mino Favini, scandendo a più voci il suo nome. S’è commosso, il buon Mino. È stata una mattinata da pelle d’oca, a Zingonia. Il clima era molto diverso rispetto a quello incendiario di qualche settimana fa. Fuori, nel solito bar, molta più gente di quando si contestava. Volti distesi, sorridenti, soprattutto fiduciosi. Aria nuova, l’ottimismo si taglia a fette. Ma anche uno striscione («Fam. Ruggeri, oltre ogni incomprensione grazie di cuore per chi ha gestito con passione») esposto
all’esterno per non dimenticare chi ha tenuto in alto l’Atalanta negli ultimi 16 anni. L’appuntamento concordato è per le 11,45 nel piazzale antistante la sala conferenze. Ma la presentazione alla stampa del neopresidente si dilunga, così gli ultimi venti minuti di conferenza si protraggono con il sottofondo incoraggiante dei cori della curva. Sì, perché fuori saranno stati in trecento, ma sembravano in mille da quanto cantavano. Fuori è tutto pronto. «Bentornato presidente» si legge su un lenzuolo enorme, una ventina di metri come minimo. Alle 12,04 ecco il momento tanto atteso. Percassi esce, sciarpa nerazzurra al collo, applausi da tutti. Applaude anche lui e vengono battuti tutti i record della mattinata in quanto a decibel. La curva sfoggia il repertorio dei suoi cori migliori. Percassi è visibilmente emozio-
nato, forse nemmeno lui si aspettava una simile accoglienza. Qualche gradino e incontra i capi-tifosi. «Noi vogliamo solo che la tradizione venga sempre rispettata» gli dicono. E a dimostrazione di quanto detto sono due bambini a regalare un’altra sciarpa a Percassi. «Torneremo, torneremo in serie A» si sgolano gli ultrà . Ma la festa dei tifosi non è ancora finita. Piovono applausi per Rino Fratus e Roberto Spagnolo, forse i simboli di questo ritorno alla bergamaschità che piace tanto. Poi dietro la porta-finestra della sede gli ultrà scorgono anche Mino Favini, che era rimasto in disparte ad osservare l’entusiasmo della gente. «Mino Favini, Mino Favini» lo chiamano a gran voce i tifosi. Favini esce allo scoperto, commosso come non mai. L’Atalanta riparte anche da lui. E miglior partenza non poteva esserci. Guido Maconi
I ragazzi della curva schierati per il saluto a Percassi