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COVID 19

Valentina Motola 1

Sono arrivata a 39 anni essendo un’inguaribile sognatrice; ascolto molto gli altri, parlo tantissimo e ho sempre ottimi consigli per tutti, tranne che per me, naturalmente. Ho passato gran parte della vita a fare progetti, poi li ho ridotti al minimo, tanto non è mai andato nulla come progettato… Magari è andato tutto meglio, ma nel dubbio cerco di vivere un po’ più alla giornata e spensierata. Come si dice:” Chi vuol esser lieto sia...”

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Ho iniziato e abbandonato questo articolo più volte perché ogni volta mi sembrava di analizzare il problema da un punto di vista errato. Sono giunta alla conclusione che non ci siano punti di vista giusti o sbagliati, ma solo molteplici punti di vista. Sono passati quasi due mesi da quando hanno messo in stand by le nostre vite, due mesi dai balli sul balcone pieni di speranza, due mesi da quel modo tutto italiano di socializzare dalle finestre pur di cercare e trasmettere speranza e allegria. Oggi non è più così, tutta il brio delle prime settimane si è spento lasciando per le strade e dentro di noi un silenzio quasi opprimente.

La prima volta che sono uscita a fare la spesa - un mese fa ormai- avevo la mascherina che mi impediva una normale visione, si spostava sempre, non riuscivo a respirare dal caldo e mi sono sentita come se non fossi in grado di fare la spesa. Non sapevo in quale scansia fossi, non sapevo se prendere un pacco di fagioli o prenderne dieci , avevo solo l’ansia di fare in fretta e di toccare tutto il meno possibile. E’ stata l’esperienza surreale che abbiamo conosciuto tante volte nei film post apocalittici e viverla è stato davvero particolare.

Le prime settimane le ho prese come un dono, lavoro in un negozio anche tutti I week end, faccio turni sempre diversi e, a volte, il mio giorno libero cade dopo undici o dodici giorni dal precedente lasciandomi stremata. Ho deciso di sfruttare questo tempo a mio favore e di fare tutte quelle cose che non avrei potuto fare

prima , ma mi sono accorta che per molte persone si trattava di fare qualcosa per “ impegnare il tempo”, per non annoiarsi. Ma come? E tutte le cose che avremmo voluto fare prima? Tutti quei libri lasciati sullo scaffale, tutti quei film non visti, tutte quelle torte non fatte? Mi sono messa a riflettere per cercare di capire cosa stesse succedendo e sono giunta alla conclusione che il problema non sia il tempo in sé, ma l’averne avuto improvvisamente troppo! Se chiedessimo a un malato terminale quale desiderio vorrebbe realizzare, quasi certamente chiederebbe più tempo per vivere, per stare con chi ama… Certo, noi abbiamo avuto molto tempo e nessun modo per condividerlo, ma trovo quasi paradossale che ci si sia impegnati più a non annoiarsi che a fare qualcosa di produttivo per se stessi. Forse il troppo tempo non lo sappiamo gestire, ci ritroviamo con noi stessi per 24 h al giorno e non sappiamo cosa dirci, non ci conosciamo.

Nella quotidianità siamo assaliti dalle cose da fare; ci manca il tempo, corriamo da una parte all’altra della città e rimandiamo il cafè con l’amica perché siamo stanchi, perchè il tempo stringe o perchè sappiamo che possiamo riprogrammarlo per la settimana successiva.

Cerchiamo tutti I giorni il modo di ritagliare dei minuti preziosi per noi e adesso che abbiamo tutto il tempo del mondo ci annoiamo e facciamo di tutto per far passare in fretta le nostre giornate.

Perchè? Perchè stiamo temendo la cosa che finora abbiamo più ricercato? Forse la verità è che siamo sempre insoddisfatti, sempre in cerca di altro, sempre in cerca di qualcosa di diverso, una via di uscita dalla nostra routine e quello che mi fa riflettere di più è che questo confinamento anzichè farci ritrovare un rapporto con noi stessi, con le persone che siamo, con le nostre emozioni e con gli altri, sta esasperando noi e I nostri rapporti. Non siamo in grado di trovare un equilibrio nell’immadiato, ci serve tempo; questo ancora di più mostra la nostra vulnerabilità e quanto le nostre giornate frenetiche, le corse contro il tempo e la quotidiana frustrazione siano per noi necessarie, quasi fosse un punto fermo il nostro essere in balia della routine. Quanto vorremmo averlo preso quel cafè, quanto vorremmo aver saputo che quel giorno “ a domani” non avrebbe significato niente. Forse abbiamo sempre dato tutto per scontato, abbiamo fatto quello che non avremmo dovuto fare, quello che tanti filosofi redarguiscono… Abbiamo vissuto ieri, ci siamo preoccupati per il domani e abbiamo messo da parte il presente dandolo per scontato. Spero che tutti abbiamo imparato che quel cafè avremmo dovuto prenderlo e che la visita alla nonna che ci ha sempre annoiati, forse avremmo dovuto farla.

Ognuno ha reagito in maniera diversa a questa situazione straordinaria, ma ognuno ne uscirà cambiato; se in meglio o in peggio non saprei dirlo, certamente questa situazione ha creato delle persone diverse. Lo Stato ha messo a disposizione degli specialisti on line per aiutarci a vivere questa parentesi, per gestire le nostre paure e ansie e per aiutarci a capire cosa fare dopo. Moltissime situazioni sono tragiche, il lavoro di quasi tutti è stato fermato da un giorno all’altro mettendo molte famiglie nella situazione di non poter fare la spesa, molte persone hanno avuto dei lutti senza poterli vivere o elaborare perchè questo virus ha sconvolto le nostre vite e le nostre morti senza chiederci se fossimo pronti e no, non lo siamo stati. Tutto questo avrà delle conseguenze: quella che fino a poche settimane fa era la normalità, ci farà paura e non ci sentiremo più sicuri nel viverla. Sicuramente aumenteranno I pazienti in terapia, in cerca di risposte o in cerca di una strada per ricominciare.

Incredibile come tutti noi dovremo fare I conti con incertezze che fino a due mesi fa non avevamo e con paure che mai avremmo pensato di avere. Siamo tutti potenziali clienti di Marinoff perché tutti ci troviamo in un momento in cui tutto quello che avevamo ci è stato tolto senza preavviso e tutti noi dobbiamo gestirespesso soli- ansia, stress, noia, annichilimento, agorafobia, insicurezza e paura del cambiamento.

Un Counselor Filosofico sarebbe un ottimo amico in un momento in cui abbiamo tante emozioni dentro che non sappiamo gestire, emozioni che andrebbero sicuramente esaminate, capite e accettate prima che escano divorandoci. La società di oggi ci spinge alla fretta e in qualche modo tende ad omologarci e costringendoci ad avere sempre una parvenza di forza; le emozioni sono viste, a volte, come debolezze da nascondere e questo spingere sempre più in profondità quello che proviamo ha fatto sì che ne perdessimo il contatto. Siamo in un turbinio di sentimenti che non riconosciamo, che non sappiamo gestire in una situazione che ci impone di doverlo fare e lo fa all’estremo. Non siamo annoiati, siamo annoiatissimi, non siamo tristi, siamo tristissimi, non siamo in apprensione per il futuro, siamo in ansia.

Questo virus ha modificato le nostre vite e chi ha voluto trarre il buono lo ha fatto, ma sicuramente ci ha mostrato senza troppi giri di parole la nostra fragilità. La natura in poche settimane ha ripreso il suo spazio, paperotti girano indisturbati per le strade mentre noi siamo a casa a riflettere su quanto siamo fragili, su quanto siamo ingiusti verso l’unico mondo che abbiamo, su quanto questo virus abbia colpito noi e non il resto della natura. Sicuramente piano piano torneremo alla nostra solita vita, ci rialzeremo cambiati, ma in qualche modo anche sempre uguali

e tutto questo diventerà ben presto un lontano ricordo. La natura è fatta così, va avanti, va sempre avanti e segue il suo corso che si sia pronti o meno e in questo caso non esiterà a lasciarci indietro. Le cose capitano, I virus capitano, sta a noi cogliere il buono o il cattivo, la scelta e il peso da dare a ciò che accade stanno nelle nostre reazioni.

Se fossi già un Counselor Filosofico probabilmente direi questo ai miei clienti, direi di trovare un angolino tranquillo, mettersi in pace con loro stessi con gli esercizi che preferiscono, ascoltarsi e lasciarsi andare, sentire quello che li attraversa e vivere le emozioni che sentono senza paura, solo con la certezza che tutto andrà al meglio in un modo o nell’altro perchè il cambiamento e l’evoluzione sono compresi nella nostra natura.

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