ARIANNA EGIDI ECOPRODUCTION Smart Work. Lean Way
Indice
01/
ECOPRODUCTION
GESENU.............................................................................01-03 FOCUS.......................................................................................04 CONCEPT.........................................................................05-06 AREE TRATTATE.....................................................................07
02/ ECOVIEW LA FACCIATA.....................................................................09-11 REPORT FOTOGRAFICO...................................................12 STATO DI FATTO......................................................................13 IDEA..............................................................................................14 TECNICI................................................................................15-19 RENDER.............................................................................20-29 FOTOINSERIMENTO....................................................30-33
03/ IL GIARDINO DEL PROGRESSO IL PARCO...........................................................................35-37 REPORT FOTOGRAFICO...................................................38 ZONING......................................................................................39 IDEA..............................................................................................14 PROSPETTI / RENDER.................................................40-57 TECNICI...............................................................................58-61 CONCLUSIONI........................................................................62
01/ Gesenu Storia smaltimento rifiuti Perugia La città di Perugia fin dai primi del Medio Evo, aveva fissato regole ben precise per la pulizia della città. Ogni cittadino doveva prendersi cura dei propri rifiuti. A Perugia, dopo l’Unità, la questione nettezza urbana sarà affrontata per la prima volta nel 1865. Il 7 agosto il Sindaco ordinò che tutti i commercianti dovevano attendere il passaggio dello spazzatore pubblico e consegnare al medesimo i rifiuti. Dunque, iniziò la prima raccolta porta a porta. Nel 1899 insieme all’illuminazione elettrica ed al tram che collegava la stazione ferroviaria di Fontivegge al Turreno arriva, con il secondo acquedotto, l’acqua di Bagnara di Nocera Umbra, dando inizio al lavaggio di alcune strade della città. Da questo momento in poi Perugia diventa sempre più una città pulita, squadre di spazzatori lavoravano in ore antelucane per garantire il massimo lustro. Nel 1928, in USA nasce la spazzatrice meccanica Austin prodotta dalla Alied Machiney Company. In Perugia la ditta Marini inizia a produrre nuovi mezzi per il trasporto rifiuti tra cui un carro che avesse un braccio meccanico per agevolare il sollevamento dei pozzetti in cui sono depositate i rifiuti. In questo modo si ottimizzano di molto le tempistiche. La ditta Marini si occupa della gestione dei rifiuti dal 1930 al 1940. Seguiranno la Ciolli e la Cecchini senza che si verificano cambiamenti di rilievo sulla raccolta dei rifiuti. In seguito al boom economico vi sarà un notevole cambiamento per la gestione dei rifiuti, che porterà all’edificazione dello stabilimento per lo smaltimento a Ponte Rio e la Gesenu.
Le origini. L’Italia è appena uscita da una guerra devastante, che ha lasciato ferite profonde. Il termine rifiuti non era ancora entrato a far parte del linguaggio comune. In quei momenti di faticosa ripresa e di penuria economica in cui nulla può essere considerato superfluo ed inutile, a Roma un gruppo di imprenditori, fra i quali l’ingegnere Alberto Cecchini di Gubbio e il famoso costruttore romano Romolo Vaselli, si unisce nell’intento di operare nel settore della Nettezza Urbana e dà vita ad un gruppo d’imprese votate a gestire i servizi di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Tra queste la “A. Cecchini”. All’ epoca, i rifiuti, dopo la raccolta svolta con semplici automezzi cassonati, venivano trasportati in grandi “buche naturali” o in cave dismesse per essere poi bruciati in modo da guadagnare volumi per far durare il più a lungo possibile i siti a ciò destinati. L’impresa Cecchini mise in piedi un’organizzazione basata essenzialmente sul recupero della più consistente frazione presente nei rifiuti, quella organica. I rifiuti venivano trasportati nelle campagne adiacenti, presso famiglie di contadini “convenzionate”, dove a braccia venivano scaricati in “stazzi”, opportunamente predisposti e recintati, all’interno dei quali venivano fatti entrare i maiali che mangiavano tutta la frazione commestibile, a quei tempi la più consistente. Usciti i maiali restavano seminati sul campo frazioni per lo più inorganiche. Questa si poteva considerare un’anticipazione assolutamente ecosostenibile della moderna “raccolta differenziata”.
La nascita di Gesenu
L’impianto di Ponte Rio Il 7 luglio 1961, il Consiglio Comunale di Perugia approvò il “Progetto per la costruzione dello stabilimento per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani in localitĂ Ponte Rioâ€?, sito posto a valle della cittĂ e caratterizzato da scarsa densitĂ abitativa. Il progetto, affidato all’impresa Cecchini prevedeva la lavorazione e il recupero di parte dei rifiuti e la distruzione mediante incenerimento degli altri. Nel 1975 l’impianto fu sottoposto a lavori di ampliamento e di ristrutturazione per far sĂŹ che vi potessero confluire i rifiuti provenienti da altre localitĂ dell’Umbria.
Negli anni ’70 l’economia italiana aveva registrato una notevole crescita, con conseguente miglioramento delle condizioni di vita medie. Perugia era una cittĂ in crescita, nel 1975 la soliditĂ amministrativa contribuiva a rendere reale una visione strategica che si sarebbe dimostrata vincente. Alla fine degli anni 70 nasce l’idea di trovare per Perugia una forma innovativa per la gestione dell’igiene urbana e del trattamento finale dei rifiuti. Il 18 settembre del 1980 viene costituita la GESENU S.P.A. (Gestione Servizi Nettezza Urbana) fra il comune di Perugia e il gruppo SORAIN Cecchini. Le ragioni di questa scelta sono da ricercare nella peculiaritĂ delle esperienze precedenti basate sulla gestione in appalto dei servizi e sul riciclaggio quale sistema finale di smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Contemporaneamente cresceva l’esigenza di essere presenti, di verificare costi di servizio, di garantirne l’efficienza, la trasparenza e la costante qualificazione con finalitĂ a volte piĂš “socialiâ€? rispetto alla visione strettamente privatistica di una gestione in appalto. Gesenu S.P.A., modello gestionale in cui la parte pubblica assumeva il ruolo di coordinamento, rappresentanza e controllo, mentre quella privata, quello piĂš direttamente manageriale ed imprenditoriale.
Ruolo socio culturale di Gesenu Il gruppo Gesenu ha sviluppato fin dall’inizio una forte propensione alla comunicazione ed al rapporto con l’utenza che trae origini sia dalla particolare composizione societaria, sia dal mutamento dei sistemi di raccolta che necessitano sempre più del coinvolgimento degli utenti nel processo di differenziazione domestica e di conferimento. La comunicazione è diventata via via componente essenziale del servizio tanto che nel 1994 è stata creata una Società, G.S.A. srl, all’interno del gruppo composta da professionisti in grado di progettare, gestire e monitorare progetti di formazione e di informazione in campo ambientale. La G.S.A. srl opera su tutto il territorio nazionale sia per le società del gruppo composto da Gesenu, AP produzione ambiente, Centro ambiente, SIA S.P.A., TSA Spa, che per esterni. Le modalità e le tecniche di progettazione e gestione sono pensate e realizzate partendo dalle peculiarità del territorio e del gestore, evitando standardizzazioni che ripropongono stessi contenuti per tutte le realtà. Progettazione, gestione e monitoraggio campagne informazione e comunicazione in campo ambientale. Progetti didattici. Progettazione, organizzazione, gestione, corsi di formazione ed eventi nazionali ed internazionali in campo ambientale. Gestione centri di raccolta comunali e stazioni ecologiche con procedure di rilevazione pesi e incentivi economici. Elaborazione dati e servizi alle imprese.
/ FOCUS Sostenibilità Il concetto di sostenibilità è stato introdotto nel corso della prima conferenza ONU sull’ambiente nel 1972, anche se soltanto nel 1987, con la pubblicazione del cosiddetto rapporto Brundtland, venne definito con chiarezza l’obiettivo dello sviluppo sostenibile che, dopo la conferenza ONU su ambiente e sviluppo del 1992, è divenuto il nuovo paradigma dello sviluppo stesso. Il concetto di sostinibilità, rispetto alle sue prime versioni, ha fatto registrare una profonda evoluzione che, partendo da una visione centrata preminentemente sugli aspetti ecologici, è approdata verso un significato più globale, che tenesse conto, oltre che della dimensione ambientale, di quella economica e di quella sociale. I tre aspetti sono stati comunque considerati in un rapporto sinergico e sistemico e, combinati tra loro in diversa misura, sono stati impiegati per giungere a una definizione di progresso e di benessere che superasse in qualche modo le tradizionali misure della ricchezza e della crescita economica. In definitiva, la sostenibilità implica un benessere (ambientale, sociale, economico) costante e preferibilmente crescente e la prospettiva di lasciare alle generazioni future una qualità della vita non inferiore a quella attuale. Tale approccio può essere formalizzato mediante funzioni di benessere sociale, ossia relazioni tra il benessere della società e le variabili che concorrono allo stato economico e alla qualità della vita.
Ecosistema L'ecosistema è l'unità ecologica fondamentale, formata da una comunità di organismi viventi in una determinata area (biocenosi) e dallo specifico ambiente fisico (biotopo), con il quale gli organismi sono legati da complesse interazioni e scambi di energia e di materia. Un ecosistema comprende diversi habitat e differenti nicchie ecologiche. L'habitat è il luogo fisico dove un animale o una pianta vivono normalmente, in genere caratterizzato da una forma vegetale o da un aspetto fisico dominante (per esempio, un corso d'acqua o una foresta). La nicchia ecologica è il ruolo ecologico, o "funzione", che ogni specie occupa all'interno di un habitat, cioè è uno spazio che include tutti gli aspetti dell'esistenza di quella specie. Per esempio, una nicchia ecologica è definita dalle esigenze alimentari, dalle abitudini di vita e dalle interazioni della specie considerata con altre specie, oltre che dalle condizioni climatiche e chimico-fisiche.
BRIEF La committenza, Gesenu (Gestione Servizi Nettezza Urbana) S.p.A è una società per azioni a capitale misto pubblico-privato tra il Comune di Perugia e Socesfin S.r.l. . Le richieste della Gesenu S.p.A. sono quelle di realizzare il restyling della facciata dell’edificio del sito impiantistico di Ponte Rio. Al fine di traghettare un nuovo messaggio basato non solo sull’ecologia ma anche sulla cura dell’utente a tutto tondo. La riqualifica AMBIENTALE e CULTURALE non interesserà soltanto la facciata ma anche il parco circostante con il fine di offrire un maggior servizio al cittadino creando un percorso immerso nel verde che ospiti giochi educativi per i bambini.
CONCEPT Il progetto si pone l'obiettivo di ampliare e trasformare il sito impiantistico di Ponte Rio in un nuovo polo in cui il tema della sostenibilità diventi un traino per una serie di iniziative per promuovere e manifestare concetti che da sempre caratterizzano la Gesenu S.p.A. Il progetto prevede sia la riqualifica della facciata che l'ideazione di un'area verde didattica dedicata ai bambini. Il tutto verrà trattato come manifesto per trasmettere un messaggio fondato sul rispetto dell’ambiente e sull’eco-sostenibilità, traendo ispirazione da una delle forme che maggiormente caratterizza la natura: la foglia. Andando ad analizzare tale elemento al microscopio ottico ad emergere è la sua composizione biologica ovvero la cellula vegetale.
La forma della foglia, caratterizzata da linee organiche e sinuose è stata riportata sulla facciata, che dunque sarà contraddistinta da profili ondulati al fine di rappresentare un dialogo tra il naturale e l’artificiale. La facciata vuole essere un elogio all’olismo. Per la zona del parco trionferà la cellula vegetale, caratterizzata dalla sua forma esagonale. Forma geometrica che sarà la protagonista dell’intero percorso.
Ecologia
Sostenibilita ecosistema olismo
Materiale Naturale Cellula vegetale: Esagono
LInee organiche Semplicita
Concept
AREE TRATTATE
ECOVIEW
02/ La Facciata Il ruolo della facciata in Architettura La facciata ha assunto nella storia dell’architettura un’importante funzione simbolica. La facciata, anche se non sempre perfettamente individuabile nell'architettura dell’antichità, è però essenzialmente con lo sviluppo di quella dell'Occidente cristiano che la soluzione della facciata si va precisando come punto di accumulazione dei significati rappresentativi affidati all'opera. Se nell'architettura bizantina la facciata è ancora soltanto un risultato, originato dalla soluzione tipologica e spaziale dell'edificio, nelle età romanica e gotica, al tempo delle costruzioni delle grandi cattedrali, guadagna completa maturità. Nelle cattedrali gotiche in particolare, le facciate, che venivano compiute di solito per ultime, allorché erano già terminate le varie parti dell'organismo, sono il banco di prova del dispiegamento delle tecniche e dei virtuosismi della scultura medievale. Autentiche “bibbie in pietra”, sulle quali si articola processionalmente la rappresentazione dei fatti della fede e della storia, le facciate gotiche sono la summa delle capacità di espressione e di diffusione di concetti mistici e filosofici mediante mezzi figurativi. Da Alberti al Palladio, il tema della facciata produce alcuni dei più sorprendenti risultati della storia dell'architettura. È da quel tempo che la soluzione della facciata va acquistando sempre maggiore autonomia rispetto all'impostazione tipologica dell'edificio e se mai si rivolge al contesto urbano; in periodo barocco, il ruolo primario della facciata è quello di mediare organismo interno e città, divenendo quinta o fondale nell'ambito di una concezione teatrale dello spazio urbano. Durante il sec. XIX, fra audaci soluzioni improntate a nuove tecnologie dei materiali e logore reinterpretazioni storicistiche, la facciata
riflette le discontinuità di un'epoca di trasformazione. Con la nascita del “movimento moderno” la preminenza di una o più facciate sull'intero organismo viene negata in una sempre più stretta organicità di schemi, in cui si supera la dicotomia interno-esterno: completezza e continuità di legami fra le parti vengono variamente perseguite nella molteplicità degli indirizzi architettonici. All'inizio del XXI secolo gli architetti prendono sempre più grandi libertà nella composizione delle facciate che non tengono più conto né degli edifici circostanti, né del rapporto interno-esterno. La facciata è il luogo fenomenologico dell’architettura, ciò che da sempre è stato destinato alla funzione rappresentativa e a trasmettere l’aspetto comunicativo. Specialmente dalla lettura della facciata, definiamo stili e movimenti, espressione nel corso dei secoli dello “spirito dei tempi” e del carattere di modernità di quel preciso momento storico. La facciata esalta il rapporto tra struttura, tamponamento e rivestimento e si configura come lavoro sulla superficie. L’architettura è prodotta dal semplice gesto di chiudere le parti portanti (orizzontali e verticali) con strutture portate. L’involucro è il contenuto tecnologico della facciata, ciò che rende possibile la realizzazione di un’architettura da intendersi come un luogo al di sotto di una membrana, suddivisibile ed organizzabile all’interno liberamente. Nella “pelle” dell’edificio si concentra il massimo contenuto progettuale, frutto dell’integrazione, nella parete, della tecnologia necessaria allo svolgimento di un’attività a sua volta imprescindibilmente legata al benessere di quanti devono “viverla”.
La facciata/involucro è ciò che permette di esprimere il ruolo dell’architettura nei confronti della città e dell’uomo, quindi della responsabilità che essa ha nei confronti della società e del contesto in cui si trova. Il lavoro di ricerca, compositivo e tecnologico, è rivolto alla realizzazione dell’interazione tra spazio urbano - spazio architettonico - uomo, favorita proprio dall’involucro/parete. Annullando la separazione dentro e fuori, l’involucro, la parete, non riveste più esternamente la sola fun-
zione rappresentativa nei confronti della città e internamente di separazione funzionale; la possibilità di attraversare con lo sguardo e fisicamente, l’edificio, mette in moto una nuova fruizione della città, scopre punti di vista. L’architettura e la comunicazione si fondono insieme, gli involucri ospitano la tecnologia per trasformare le pareti in schermi, si moltiplicano i segni, la città diventa un testo. Il marchio è icona e segno insieme, fa coincidere
comunicazione e architettura, aspetto simbolico e funzione. Gli involucri e le facciate sono vetrine, il prospetto non è più autonomo da ciò che deve mostrare, è la merce stessa a conformare la facciata. In altri casi invece, è minore questa volontà di integrazione. La facciata diventa nuovamente una superficie su cui applicare il brand, tolto il marchio, l’edificio rimane un contenitore. L’importanza del marchio e della riconoscibilità influisce e modifica poi lo sviluppo del processo di pro-
progettazione, tanto, nei casi migliori, da ricercare la perfetta integrazione tra il design dell’architettura, quello del prodotto e quello della comunicazione; gli stessi strumenti, metodi e approcci coinvolgono la messa in opera dei materiali, i criteri di allestimento, quindi le logiche di comunicazione. L’esplicazione e l’esaltazione di tali concetti, si sviluppano nel progetto della facciata pensata per GESENU S.p.A., tramite il rapporto uomo-natura che si evidenzia nello studio della forma e del materiale scelto per la realizzazione. La nuova facciata del sito impiantistico di Ponte Rio sarà caratterizzata da profili ondulati al fine di rappresentare un dialogo tra il naturale e l’artificiale. La forma del progetto è stata pensata traendo ispirazione da linee sinuose ed organiche riconducibili alla foglia. Le varie sezioni verticali superano la loro rigidità nella moltitudine frontale disegnando linee curve e morbide. Il materiale scelto per la realizzazione della facciata è il legno microlamellare, adatto agli agenti atmoferici esterni e persistente nel tempo. Il microlamellare (o LVL) è un materiale innovativo ad alta qualità. Si tratta di una tipologia di legno ricomposto, cioè l'evoluzione del legno lamellare e a differenza di questo, grazie all'uso di elementi più piccoli, garantisce un progresso nell'ottimizzazione dell'uso del materiale L’aspetto più importante da evidenziare collegato alla scelta del legno è per inneggiare l’ecologia e l’ecosostenibilità, a garanzia di tale principio si è scelto di sposare la filosofia di PEFC. Tale organismo dichiara che la gestione delle foreste controllate sia conforme ad una norma riconosciuta a livello internazionale: tale standard di certificazione contiene le linee guida e gli indicatori per definire “so-
stenibile” la conduzione delle attività di gestione forestale. In Italia, tale standard si chiama ITA 1000, che insieme ai documenti ITA 1001-1 e ITA 1001-2 costituisce lo schema di certificazione di GFS PEFC in Italia.
/ REPORT FOTOGRAFICO
02/ studio stato di fatto
Zona scarico
Zona da rimuovere
Parte finestrata
02/ IDEA
PIAZZOLA DI RICARICO
FOSSA DI RICEVIMENTO
FOSSA DI RICEVIMENTO
FOSSA DI RICEVIMENTO
FOSSA DI RICEVIMENTO
FOSSA DI RICEVIMENTO
FOSSA DI RICEVIMENTO
NUOVA ROMPISACCHI
CENTRALINA ROMPISACCHI
ROMPISACCHI
155.39
EX-PRESSA SOVVALLI
319.95
269.96
269.96
269.96
269.96
600.42
289.96
329.95
224.97
367.44
289.96
299.95
219.97
209.97
219.97
282.46
282.46
02/ studio PROSPETTO 1:200
540
540
540
540
660
450 6460,15
600
440
420
440
565
565
02/ PIANTA 1:200 N
+7.55
-2.53
-0.33
02/ PROSPETTO NORD 1:200
02/ PROSPETTO EST 1:200
02/ ESPLOSO TECNICO Per lo sviluppo della facciata è stata presa in considerazione un’azienda italiana leader nel settore delle cotruzioni in legno. LignoAlp sita in Bressanone si occupa di edilizia in legno evoluta, capace di esprimere al massimo tutte le qualità e le performance superiori della materia legno. La facciata è composta da pannellature esterne in legno microlamellare sorrette da una struttura portante in acciaio.
Struttura portante
Grandezza pannellature esterne: L 7cm; H 700-950 cm; P 75-35 cm. La struttura in acciaio ha un passo di 60cm. Telaio metallico
Pannellatura interna in lana di roccia compressa Pannellatura esterna in legno microlamellare
02/ RENDER
02/ RENDER
02/ RENDER
02/ RENDER
02/ RENDER
02/ RENDER
02/ RENDER
02/ RENDER
02/ RENDER
02/ RENDER
02/ FOTOINSERIMENTO
02/ FOTOINSERIMENTO
02/ FOTOINSERIMENTO
02/ FOTOINSERIMENTO
IL GIARDINO DEL PROGRESSO
“Guardate nel profondo della natura, e allora capirete meglio tutto.â€? (Albert Einstein) La natura è il palcoscenico che mette in relazione l’uomo al creato che ci spinge a capire le nostre abitudini, il nostro stile di vita, il rispetto per l’ambiente circostante. Tale filosofia va trasferita al bambino dall’etĂ dell’infanzia, è per questo che si è pensato di sviluppare un parco didattico educativo, attento alla natura, all’ecosistema e al suo rispetto. Dopo un’attenta analisi con la Gsa, che si occupa all’interno della Gesenu delle attivitĂ didattiche e divulgative del gruppo, pensando giochi e una comunicazione adatta al bambino, si è studiato il parco nel suo aspetto territoriale, ma soprattutto si sono ideati giochi pertinenti alle esigenze educative e su quello che da anni trasmettono alle nuove generazioni. Il parco gioco si riferisce ad una gamma molto vasta di attivitĂ ludiche ognuna delle quali ha una precisa collocazione e motivazione per lo sviluppo individuale da un punto di vista psicologico e sociale. Le attivitĂ svolte all’interno del parco debbono perciò coprire in buona parte le esigenze ludiche relative ai periodi di etĂ che si prendono in considerazione e devono consentire una reale effettuazione delle singole attivitĂ , ma d’altro canto deve garantire una certa varietĂ di attivitĂ contemporanee per favorire anche una spontanea integrazione tra tutti coloro che frequentano l’area. Lo studio del parco è stato pensato per ospitare varie fasce di etĂ legate allo sviluppo del bambino: prescolari 0-5 anni, dai 6 agli 11 anni ed oltre gli 11 anni. Il parco vuole essere un elogio alla natura e proprio per questo trae la sua ispirazione dall’elemento di vita piĂš piccolo presente in essa: la cellula vegetale. Dallo studio della foglia al microscopio, elemento
caratterizzante di tutto il progetto, emerge la sua composizione formata dall’unione di piĂš cellule aventi una forma esagonale, proprio per questo il parco è caratterizzato da tale forma geometrica come a voler simboleggiare l’ingresso all’interno della natura stessa. Gli elementi architettonici compositivi del progetto, si fondono nel parco caratterizzandolo o creando un perfetto dialogo. Per far intraprendere varie esperienze sensoriali e per esplicare la filosofia del riciclo e dell’ecosistema legato alla didattica si è progettato di dividere il percorso del parco in oggetto in cinque aree tematiche, mantenendo come richiesto il tracciato pre-esistente. La prima è la zona d’ingresso composta da strutture in legno dalla forma esagonale, vuole essere la presentazione didattica educativa all’ecosistema, tramite schermi multimediali e una comunicazione tradizionale stampata, l’utente cosĂŹ apprenderĂ tali contenuti. La scelta di integrare progettualmente i due modi di fare comunicazione, deriva da un’attenta analisi pedagogica dove si eleva la necessitĂ di trasmettere i contenuti tramite gioco attivo e passivo al bambino e rimarrĂ focus importante per tutto il percorso del parco. Adiacente alla struttura di entrata, è presente il gioco “Colora i rifiutiâ€? per la prima fascia di etĂ che ha come fine di educare il bambino al riconoscimento della differenziata. L’attivitĂ didattica si presenta composta da un tavolo contenitore o seduta per adulti circolare, nel quale all’interno verranno apportati, vari oggetti riconducibili alle diverse differenziate ed il bambino dovrĂ indovinare il contenitore adeguato. Le strutture contenitori in legno, saranno realizzate a
forma di tronco di cono, con un foro al centro, adeguate alle altezze dei bambini. Percorrendo il parco troviamo la terza zona dove sono state riproposte, per mantenere una linea omogenea, delle strutture a forma esagonale in legno, che fanno da copertura per il gioco interattivo multimediale, adatto ai bambini di età relativa alla seconda e terza fascia evolutiva. Il gioco “touch” prende il nome dagli schermi apportati a servizio del bambino per sensibilizzarli all’ecosistema e al suo rispetto per mezzo della differenziata. Arriviamo quindi nella zona centrale o denominata quarta area del parco, zona più ampia, dove i fruitori sperimenteranno il gioco “ECOsfera”, attraverso delle sfere in pexiglass trasparente apribili, interamente progettate ad doc. I bambini potranno riscoprire il rapporto con la terra, e avranno la possibilità di vedere le varie fasi del compost, e di approcciarsi alla natura in modo più rispettoso. In questa area si sono introdotti tavoli tondi, e sedute ad anfiteatro poiché si potranno strutturare attività didattiche legate alle scuole e ai gruppi. L’ultima zona non per importanza, ma legata al percorso, troviamo il gioco “Recupero” dove sono state progettate delle altalene con struttura sempre esagonale, realizzate interamente con oggetti esistenti. Questo è il gioco legato all’indifferenziata, dove le altalene sono fatte con pneumatici di recupero e tutti oggetti che fanno parte di questa categoria.
Il bambino con la sua creatività potrà reiventare oggetti nuovi, per prolungare il ciclo di vita dello stesso o darle a un nuovo utilizzo. Il parco, di rilievo per il suo aspetto paesaggistico e naturale, è attraversato da un fiume per cui sono stati progettati all’inizio e alla fine, come quinta area di intervento, due ponti con strutture esagonali di copertura per dare accesso al percorso in modo facile e consono ai bambini. Il progetto del parco didattico, crea molti stimoli per ogni fascia evolutiva del bambino, vuole essere un luogo dove poter apprendere giocando: l’attenzione per la natura, dell’ecosistema e il ri-ciclo. La sua comunicazione, mantenendo le strutture che fanno da “tre d’union” a tutto il progetto, può essere variata secondo le annualità e i temi svolti nelle scuole da Gsa. Lo studio della forma esagonale autoportante in legno che fa da copertura, da divisione degli spazi, da portale, è stata pensata anche per vivere all’esterno del parco stesso, poiché può diventare il simbolo comunicativo caratterizzante del gruppo GESENU durante eventi o presentazioni pubbliche nazionali o internazionali.
/ REPORT FOTOGRAFICO
Gioco Didattico Zona Ingresso
Ponte
Gioco Interattivo
eco Sfere
Arredo Urbano Gioco Didattico Ponte
ZONING
03/ PIANTA 1:500
ZONA A
ZONA B
03/ PIANTA ZONA A 1:200
03/ PIANTA ZONA B 1:200
03/ PROSPETTO "COLORA LA DIFFERENZIATA" 1:50
03/ RENDER INGRESSO
03/ RENDER INGRESSO
03/ RENDER INGRESSO
03/ PROSPETTO "PONTE" 1:50
03/ RENDER "PONTE"
03/ PROSPETTO "touch" 1:50
03/ RENDER "touch"
03/ RENDER
"touch"
03/ PROSPETTO "SEDUTE" 1:50
03/ ECOSFERA Un piccolo ecosistema racchiuso in una sfera trasparente. Un gioco che permette al bambino sia di capire la stratificazione della terra che il rispettare l’ambiente. Il bambino avrà il compito di piantare una piantina e poi richiudere la sfera lasciando cosi all’arbusto di poter creare il suo ecosistema. La base è realizzata in legno, la sfera in plexiglass trasparente ha un diametro di 40cm , e viene fissata al legno per mezzo di un sostegno di acciaio.
03/ render "ecosfera"
03/ render "ecosfera"
03/ prospetto "recupero" 1:50
03/ REnder "recupero"
03/ tecnici 1:50
320 155
4
270
50
120
150
40
180
71
75
162
470 248
4
370
371
120
03/ tecnici 1:50 748 4
120
4
120
4
320
120
270
4
114
120
38
4
173
120
148
4
370
120
312
4
729
03/ tecnici 1:50 370
173
202
196
346
4
47
4
320
312
200
370
270
47
275 202
03/ tecnici 1:50 500
189
40 50 68
80
257
160
135
270
320
370
312
124
CONCLUSIONI La natura con le sue forme armoniche, morbide, ma anche strutturate nel suo dna, mi ha dato motivo di riflessione, ma anche la spinta verso il progetto. Per capire il rapporto che intercorre tra uomo-natura e dell’ecosistema si sono approfonditi i concetti di ecosostenibilità e reciclo, calandoli sul territorio e sull’area prescelta. Il progetto vuole essere la risposta per la natura, un progetto che parte dalla natura e viene restituita ad essa un’architettura che si fonde, integra e ne rende simbolico il rapporto. Ogni sua parte dalla forma ai materiali utilizzati sono pensati per rispettare tale connubio, per caratterizzarli e per trasferirli a chiunque ne sia al cospetto.
bibliografia
sitografia
Giacomo Salucci, Giuliano Foresi, Il valore della Memoria Edizione, Guerra, Perugia 2000 Michele Mingrone, Alberto Stefani, Tutto di trasforma. I rifiuti sotto una nuova luce, Fise Assoambiente, Firenze 2009 Lidia Arduino, Dal cucchiaio alla cittĂ storia e tecniche della rappresentazione, Bovolenta Roma 3 Sett.1998. Vittorio Bini,I campi gioco, Roma 1971. Daniela Santos Quartino, Arquitectura del Paisaje, Booq Spagna 2016 Roberta Fusani, Giardini, Federico Motta Editore, Italia 2006
Bruno Munari, Da cosa nasce cosa, Editori Laterza, Italia 2015 Fabio Bianconi, Marco Filippucci, Paolo Verducci, Architetture, Gangemi Editore, Roma 2006 Lorraine Harrison, Leggere i giardini, Logos 2011
RINGRAZIAMENTI Desidero innanzitutto ringraziare tutte le persone della Gesenu S.p.A. che mi hanno fornito tutto il materiale per sviluppare il progetto. Ringrazio la mia relatrice Marta Toni e i miei co-relatori Matteo Gradassi e Simone Spaccia per avermi seguito nello sviluppo e nella stesura della tesi e per la Loro grandissima disponibilità e cortesia. Ringrazio mia madre e mio padre per avermi sostenuto in questa esperienza. Un grazie speciale va a mio fratello fonte d’ispirazione e punto di riferimento in ogni momento. Grazie a tutta la mia famiglia, che condivide con me questo giorno speciale. Grazie alla mia amica Robi che anche se lontana mi è stata vicina ogni singolo giorno. Grazie alle mie amiche di sempre Miki e Mili, semplicemente pezzi del mio cuore. Un grazie speciale alla mia amica perugina Mary per aver condiviso questa esperienza dal primo all’ultimo giorno. L’ultimo grazie lo dico a me stessa per non aver mollato.
ARIANNA EGIDI ECOPRODUCTION Smart Work. Lean Way
LAUREA IN INTERIOR DESIGN RELATRICE: pROF. SSA MARTA TONI CO-RELATORI: PROF. mATTEO GRADASSI PROF. SIMONE SPACCIA