VAN GOGH
un grande fuoco nel cuore a cura di
Roberto Filippetti direzione
Eugenio Dal Pane progetto grafico
Andrea Cimatti cura editoriale
Cristina Zoli organizzazione e comunicazione
Gaia Aulino, Chiara Morandi
Autoritratto con cappello di feltro Parigi, inverno 1887-88 Olio su tela, 44×37,5 cm Amsterdam, Van Gogh Museum (Vincent van Gogh Stichting) Š Photoservice Electa/AKG Images
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Cuesmes, luglio 1880
Uno ha un grande fuoco nel suo cuore e nessuno viene mai a scaldarcisi vicino… Chiunque crede in Dio, attende che venga la sua ora, un momento o l’altro.
Cuesmes, luglio 1880 Quello che uno ha dentro traspare anche al di fuori. Uno ha un grande fuoco nel suo cuore e nessuno viene mai a scaldarcisi vicino, e i passanti non vedono che un poco di fumo in cima al camino, e poi se ne vanno per la loro strada. E ora che fare, mantenere quel fuoco interno, attendere pazientemente eppur con tanta impazienza, attendere il momento in cui qualcuno vorrà sedersi davanti e magari fermarsi? Chiunque crede in Dio, attende che venga la sua ora, un momento o l’altro.
1. Autoritratto da pittore Parigi, gennaio 1888 Olio su tela, 65,5×50,5 cm Amsterdam, Van Gogh Museum (Vincent van Gogh Stichting) © Photoservice Electa/AKG Images
Parigi, 1887
Ci basta la Bibbia? Di questi tempi, credo che Gesù stesso direbbe a coloro che si siedono tristemente: non è qua, alzati e cammina. Perché cerchi i vivi tra i morti?
Etten, 21 dicembre 1881 Per me quel Dio degli uomini di chiesa è morto e sepolto. Ma sono forse ateo per questo? Gli uomini di chiesa mi considerano tale – ma io amo, e come potrei provare amore se non vivessi e se altri non vivessero? Nella vita c’è qualcosa di misterioso. Che venga chiamato Dio, o natura umana, o altro, è cosa che non riesco a definire chiaramente, anche se mi rendo conto che è viva e reale, e che è Dio o un suo equivalente.
2. In chiesa Fine settembre - primi di ottobre 1882 Acquarello, inchiostro e matita su carta velina, 280×380 mm Otterlo, Kröller-Müller Museum © Photoservice Electa/Anelli
L’Aja, 26-27 novembre 1882
Nell’espressione infinitamente commovente di questo vecchietto, seduto nell’angolo accanto al fuoco, c’è qualcosa di nobile, qualcosa di grande, che non può essere destinato a finire in pasto ai vermi. L’Aja, 26-27 novembre 1882 Ho cercato di esprimere una delle prove più chiare dell’esistenza di “le quelque chose là-haut” in cui credeva Millet, ossia l’esistenza di Dio e dell’eternità. Nell’espressione infinitamente commovente di questo vecchietto, seduto nell’angolo accanto al fuoco, c’è qualcosa di nobile, qualcosa di grande, che non può essere destinato a finire in pasto ai vermi.
3.Vecchio in pena (Sulla soglia dell’eternità) Saint-Rémy, maggio 1890 Olio su tela, 81×65 cm Otterlo, Kröller-Müller Museum © The Bridgeman Art Library/Archivi Alinari
L’Aja, 21 luglio 1882
Voglio fare dei disegni che vadano al cuore della gente.
4. I mangiatori di patate Nuenen, aprile 1885 Olio su tela, 82×114 cm Amsterdam, Van Gogh Museum (Vincent van Gogh Stitching) © Photoservice Electa/AKG Images
L’Aja, 21 luglio 1882 Voglio che tu capisca bene la mia concezione dell’arte. […] Voglio fare dei disegni che vadano al cuore della gente. […] Sia nella figura che nel paesaggio vorrei esprimere, non una malinconia sentimentale, ma il dolore vero. In breve, voglio fare tali progressi che la gente possa dire delle mie opere: «sente profondamente, sente con tenerezza» […]. Spesso mi trovo nello stato più miserando, ma resta sempre un’armonia calma e pura, una musica dentro di me.
Wasmes, 15 ottobre 1879
Sai tu ciò che fa sparire questa prigione? È un affetto profondo, serio. Essere amici, essere fratelli, amare spalanca la prigione per grazia potente.
5.Veduta di Montmartre Parigi, estate 1887 Olio su tela, 96×120 cm Amsterdam, Stedelijk Museum © Artothek/Archivi Alinari
Wasmes, 15 ottobre 1879 Gli uomini si trovano spesso nell’impossibilità di fare qualcosa, prigionieri di non so quale gabbia orribile, orribile, spaventosamente orribile. Non si sa sempre riconoscere che cosa è che ti rinchiude, che ti mura vivo, che sembra sotterrarti, eppure si sentono non so quali sbarre, quali muri. Tutto ciò è fantasia, immaginazione? Non credo, e poi uno si chiede: «Mio Dio, durerà molto, durerà sempre, durerà per l’eternità?» Sai tu ciò che fa sparire questa prigione? È un affetto profondo, serio. Essere amici, essere fratelli, amare spalanca la prigione per grazia potente. Ma chi non riesce ad avere questo rimane chiuso nella morte.
Amsterdam, 30 maggio 1877
Accanto ai momenti di tristezza, abbiamo anche momenti di gioia in cui anima e cuore esultano – come l’allodola che non può fare a meno di cantare al mattino, anche se l’anima talvolta trema in noi, piena di timori. Cuesmes, luglio 1880 Un uccello chiuso in gabbia in primavera sa perfettamente che c’è qualcosa per cui egli è adatto, sa benissimo che c’è qualcosa da fare, ma che non può fare; che cosa è? Non se lo ricorda bene, ha delle idee vaghe e dice a se stesso: «Gli altri fanno il nido e i loro piccoli e allevano la covata», e batte la testa contro le sbarre della gabbia. E la gabbia rimane chiusa, e lui è pazzo di dolore.
6. Campo di grano con allodola Parigi, estate 1887 Olio su tela, 54×65,5 cm Amsterdam, Van Gogh Museum (Vincent van Gogh Stichting) © Van Gogh Museum Amsterdam (Vincent van Gogh Foundation)
Arles, 18 giugno 1888
… aspirazioni verso quell’infinito di cui il seminatore, il covone sono i simboli
Arles, 18 giugno 1888 La campagna non la detesto visto che ci sono cresciuto – accessi di ricordi di una volta, aspirazioni verso quell’infinito di cui il seminatore, il covone sono i simboli, mi incantano ancora come un tempo. Ma quando dunque farò il cielo stellato, il quadro che continuamente mi preoccupa?
7. La mietitura Arles, giugno 1888 Olio su tela, 73×92 cm Amsterdam, Van Gogh Museum (Vincent van Gogh Stichting) © Photoservice Electa/AKG Images
Arles, 3 settembre 1888
Vorrei dipingere uomini e donne con un non so che di eterno, di cui un tempo era simbolo l’aureola…
Arles, 3 settembre 1888 Con un quadro vorrei poter esprimere qualcosa di commovente come una musica. Vorrei dipingere uomini e donne con un non so che di eterno, di cui un tempo era simbolo l’aureola, e che noi cerchiamo di rendere con lo stesso raggiare, con la vibrazione dei colori.
8. Il seminatore Arles, novembre 1888 Olio su juta applicata su tela, 73,5×93 cm Zurigo, collezione E.G. Bührle © Artothek/Archivi Alinari
Arles, 11 agosto 1888
… i toni di oro vecchio luminoso.
Arles, 11 agosto 1888 Nel ritratto del contadino mi sono regolato con lo stesso sistema […] immaginando l’uomo che dovevo fare, in mezzo al forno della mietitura, in pieno mezzogiorno. Da ciò gli arancioni sfolgoranti come ferro arroventato, da ciò i toni di oro vecchio luminoso.
9. Il contadino, ritratto di Patience Escalier Arles, agosto 1888 Olio su tela, 69×56 cm Collezione Stavros S. Niarchos © Photoservice Electa/AKG Images
Saint-Rémy, 10 settembre 1889
… avrei fatto dei ritratti di santi e di sante dal vero
Saint-Rémy, 10 settembre 1889 Te lo devo dire – e tu lo puoi vedere nella Berceuse … – se avessi avuto la forza di continuare, avrei fatto dei ritratti di santi e di sante dal vero, e che sarebbero sembrati di un altro secolo, pur essendo gente di oggi, e avrebbero avuto un’intima parentela con i cristiani più primitivi.
10. L’Arlesiana, ritratto di Madame Ginoux
11. La Berceuse, ritratto di Madame Roulin
Saint-Rémy, febbraio 1890
Arles, febbraio 1889
Olio su tela, 65×49 cm Otterlo, Kröller-Müller Museum © Photoservice Electa/Anelli
Olio su tela, 92,7×72,7 cm Boston, Museum of Fine Arts © Museum of Fine Arts, Boston. All rights reserved/Scala, Firenze
Arles, 11 agosto 1888
… dipingerò l’infinito, farò uno sfondo semplice del blu più ricco, più intenso che riuscirò a ottenere
12. Il poeta, ritratto di Eugène Boch Arles, settembre 1888 Olio su tela, 60×45 cm Parigi, Musée d’Orsay © RMN (Musée d’Orsay)/Hervé Lewandowski
Arles, 11 agosto 1888 Invece di cercare di rendere esattamente ciò che ho davanti agli occhi, mi servo del colore in modo più arbitrario per esprimermi con intensità. […] Vorrei fare il ritratto di un amico artista, che sogna i grandi sogni, che lavora come l’usignolo canta, perché è questa la sua natura […]. Per finirlo farò il colorista arbitrario. Esagererò il biondo dei capelli, arrivando ai toni dell’arancione, ai gialli cromo, al limone pallido. Dietro la testa, invece di dipingere il muro banale del misero appartamento, dipingerò l’infinito, farò uno sfondo semplice del blu più ricco, più intenso che riuscirò a ottenere; da questa semplice combinazione, la testa bionda, illuminata su questo blu sontuoso, rende un effetto misterioso come di stella nell’azzurro profondo.
Arles, 3 settembre 1888
Esprimere la speranza con le stelle.
Arles, 3 settembre 1888 Esprimere l’amore di due innamorati con il connubio di due colori complementari, le loro combinazioni e i loro contrasti, le vibrazioni misteriose dei loro contrasti [...]. Esprimere la speranza con le stelle. L’ardore di un essere con un’irradiazione di sole calante.
13.Terrazza del caffè di notte (Place du Forum) Arles, settembre 1888 Olio su tela, 80,7×65,3 cm Otterlo, Kröller-Müller Museum © Coll. Kröller-Müller Museum, Otterlo
La terrazza del caffè in Place du Forum, oggi
Arles, 28 settembre 1888
Ecco, vorrei potere arrivare a quella sicurezza che rende felici, lieti e vivi in ogni occasione.
14. Notte stellata sul Rodano Arles, settembre 1888 Olio su tela, 72,5×92 cm Parigi, Musée d’Orsay © RMN (Musée d’Orsay)/Hervé Lewandowski
Arles, 28 settembre 1888 Finalmente il cielo stellato dipinto la sera sotto un lume a gas. Il cielo è azzurro verde, l’acqua è blu reale, la terra color mauve, la città è blu e viola, la lampada a gas è gialla e i riflessi sono di un oro rosso e arrivano fino al bronzo verde. […]. [Quando sento] un bisogno terribile di – la chiamerò con il suo nome – religione, allora vado fuori di notte a dipingere le stelle, e sogno sempre un quadro come quello con un gruppo di figure degli amici vivi […]. Quel padre benedettino deve essere stato molto interessante. Quale sarebbe secondo lui la religione del futuro? Lui risponderà probabilmente: «Sempre la stessa del passato». Victor Hugo dice: «Dio è un faro a eclissi, e allora è certo che in questo momento siamo nell’eclissi» […]. Ecco, vorrei potere arrivare a quella sicurezza che rende felici, lieti e vivi in ogni occasione.
Arles, 11 agosto 1888
… esistono le stelle e l’infinito.
Arles, 11 agosto 1888 Ora sto bene come le altre persone […]. Quando dico le altre persone intendo i terrazzieri, papà Tanguy, papà Millet, i contadini: quando si sta bene si deve poter vivere di un pezzo di pane, pur lavorando tutto il giorno, e avendo ancora la forza di fumare e di bere il proprio goccio. e allo stesso tempo sentire in modo chiaro che esistono le stelle e l’infinito. Allora la vita diventa quasi incantata.
15. Passeggiata al chiaro di luna Saint-Rémy, maggio 1890 Olio su tela, 49,5×45,5 cm San Paolo, Museu de Arte de São Paulo © The Bridgeman Art Library/Archivi Alinari
Arles, 6 agosto 1888
Un bambino nella culla, se lo si osserva con calma, ha l’infinito negli occhi.
L’Aja, novembre 1882 Se si sente il bisogno di qualcosa di grandioso, di infinito, di qualcosa che ci faccia sentire la presenza di Dio, non c’è bisogno di andare lontano per trovarlo. Penso a volte di vedere qualcosa di più profondo e di infinito, di più eterno che nell’oceano, negli occhi di un bimbo, quando si sveglia al mattino, e ride, perché vede il sole che splende sulla sua culla.
16. Notte (da Millet) Saint-Rémy, fine ottobre 1889
Olio su tela, 74,5×93,5 cm Amsterdam, Van Gogh Museum (Vincent van Gogh Stichting) © Photoservice Electa/AKG Images
Saint-Rémy, 25 ottobre 1889
Scrivi che Jo sente già vivere il bambino… Com’è bello il Millet, «I primi passi di un bambino»!
Parigi, 1875 Quando giunsi nel salone dell’hotel Drouot dove erano esposti [dei quadri di Millet], provai dentro qualcosa e pensai: «Levatevi le scarpe, state entrando in una terra Santa».
17. I primi passi (da Millet) Saint-Rémy, gennaio 1890
Olio su tela, 72,4×91,1 cm New York, The Metropolitan Museum of Art © Photoservice Electa/AKG Images
Saint-Rémy, 15 aprile 1890
… il quadro [Mandorlo in fiore] che avevo fatto meglio e con più pazienza, dipinto con calma e con maggior sicurezza di tocco. È comunque meglio mettere al mondo un figlio che soffrire continuamente per generare quadri. Saint-Rémy, 10 agosto 1889 C’è di che riprendere un po’ di gusto della vita, quando penso che passerò allo stato di zio di questo ragazzino che tua moglie sta progettando. Mi sembra molto strano che lei sia così sicura che sia un maschio, ma comunque si vedrà. Nel frattempo non posso far altro che zampettare un po’ fra i miei quadri.
18. Mandorlo in fiore Saint-Rémy, febbraio 1890 Olio su tela, 73,5×92 cm Amsterdam, Van Gogh Museum (Vincent van Gogh Stichting) © Foto Scala, Firenze
Arles, 10 settembre 1888
Al mattino, aprendo la finestra, si vede il verde del giardino, il sole che sorge…
19. Camera da letto Arles, ottobre 1888 Olio su tela, 72×90 cm Amsterdam, Van Gogh Museum (Vincent van Gogh Stichting) © Photoservice Electa/AKG Images
Arles, 10 settembre 1888 Ieri ho lavorato ad ammobiliare la casa; […]. Fin dal principio ho voluto sistemare la casa non per me solo, ma in modo da poter alloggiare qualcuno […] e la casa sarà, per quanto mi propongo, tutta piena di quadri dal basso all’alto. La stanza dove sarai tu, o che sarà di Gauguin, se verrà, avrà sui muri bianchi una decorazione di grandi girasoli gialli. Al mattino, aprendo la finestra, si vede il verde del giardino, il sole che sorge e l’ingresso della città. Ma poi vedrai quei grandi quadri con dei mazzi di dodici, di quattordici girasoli, ammucchiati in questo piccolo spogliatoio, con un letto grazioso, e con tutto il resto elegante. Non dovrebbe essere banale. E lo studio, i mattoni rossi del pavimento, i muri e il soffitto bianco, le seggiole paesane, la tavola in legno bianco, e spero una decorazione di ritratti.
Arles, 23 gennaio 1889
… ti consiglierei di conservarle per te, per l’intimità tua e della tua donna. È una pittura che cambia volto, che acquista ricchezza guardandola più a lungo.
Arles, 23 gennaio 1889 Ora, riuscire a fondere quegli ori, e quei toni di fiori […] ci vuole tutta l’energia e l’attenzione di un individuo. Se vuoi, puoi esporre le due tele di girasoli. […] Vedrai che quelle tele daranno nell’occhio. Ma ti consiglierei di conservarle per te, per l’intimità tua e della tua donna. È una pittura che cambia volto, che acquista ricchezza guardandola più a lungo.
20. Natura morta con girasoli Arles, agosto 1888 Olio su tela, 92,1×73 cm Londra, National Gallery © National Gallery, London
Arles, 10 settembre 1888
… il caffè è un posto dove ci si può rovinare, diventar pazzi
Arles, 10 settembre 1888 Nel mio quadro sul Caffè di notte ho cercato di esprimere l’idea che il caffè è un posto dove ci si può rovinare, diventar pazzi, commettere dei crimini. Inoltre ho cercato di esprimere la potenza tenebrosa quasi di un mattatoio, con dei contrasti tra il rosa tenero e il rosso sangue e feccia di vino, tra il verdino Luigi XV e il Veronese, con i verdi gialli e i verdi blu intensi, tutto ciò in una fornace infernale di zolfo pallido.
21. Il caffè di notte Arles, settembre 1888 Olio su tela, 72,4×92,1 cm New Haven,Yale University Art Gallery © Photoservice Electa/AKG Images
Arles, 21 aprile 1889
Io non avrei precisamente scelto la follia, se c’era da scegliere…
Arles, 21 aprile 1889 Se l’alcool è stato certamente una delle più grandi cause della mia follia, allora è venuta molto lentamente e se ne andrà molto lentamente, se se ne andrà [...]. Infine, bisogna prendere una posizione di fronte alle malattie del nostro tempo [...]. Io non avrei precisamente scelto la follia, se c’era da scegliere, ma una volta che le cose stanno così, non vi si può sfuggire. Tuttavia esisterà forse ancora la possibilità di lavorare con la pittura.
22. Autoritratto con orecchio bendato Arles, gennaio 1889 Olio su tela, 60,5×50 cm Londra, Courtauld Institute of Art Gallery © The Samuel Courtauld Trust, The Courtauld Gallery, London
Arles, 23 giugno 1888
… la vita, è probabilmente rotonda
23. La resurrezione di Lazzaro (da Rembrandt) Saint-Rémy, maggio 1890
Olio su tela, 50×65 cm Amsterdam, Van Gogh Museum (Vincent van Gogh Stichting) © Photoservice Electa/AKG Images
Arles, 23 giugno 1888 Attualmente, nonostante tutto ciò crediamo ancora che la vita sia piatta e che vada dalla nascita alla morte. Solo che anch’essa, la vita, è probabilmente rotonda, e molto più vasta in estensione e in capacità dell’emisfero che noi attualmente conosciamo. Nelle future generazioni, è probabile che faremo luce su questo argomento così interessante; e allora la scienza stessa potrà – speriamo – arrivare a delle conclusioni più o meno parallele alle dichiarazioni di Cristo relative all’altra metà dell’esistenza.
Arles, 23 giugno 1888
Cristo faceva... degli uomini vivi, degli immortali.
24. Pietà (da Delacroix) Saint-Rémy, settembre 1889
Olio su tela, 73×60,5 cm Amsterdam, Van Gogh Museum (Vincent van Gogh Stichting) © Photoservice Electa/AKG Images
Arles, 23 giugno 1888 La figura del Cristo è stata dipinta come io la sento solo da Delacroix e da Rembrandt… e poi Millet… ha dipinto la dottrina di Cristo. […] Il Cristo soltanto […] ha affermato come principale certezza la vita eterna del tempo, il nulla della morte, la necessità e la giustificazione d’essere della serenità e della dedizione. Egli ha vissuto serenamente, come il più grande artista di tutti gli artisti, sdegnando sia il marmo che l’argilla e il colore, e lavorando sulla carne viva. Vale a dire che questo artista inaudito e quasi inconcepibile, con lo sfruttamento ottuso dei nostri moderni cervelli nervosi e abbrutiti, non faceva né statue, né quadri, né libri: lo afferma ad alta voce – egli faceva... degli uomini vivi, degli immortali. Ciò è grave, soprattutto perché è la verità.
Arles, 23 giugno 1888
… la parabola
Arles, 23 giugno 1888 Questo grande artista – il Cristo – se disdegnava scrivere dei libri sulle idee (sensazionali), ha certamente disdegnato meno la parola parlata, la parabola soprattutto. (Che seminatore, che mietitura, che albero di fichi! ecc.).
25. Il buon samaritano (da Delacroix) Saint-Rémy, primi di maggio 1890 Olio su tela, 73×60 cm Otterlo, Kröller-Müller Museum © Artothek/Archivi Alinari
Auvers-sur-Oise, giugno 1890
… una stella esageratamente luminosa
26. Cipressi su un cielo stellato Saint-Rémy, maggio 1890 Olio su tela, 92×73 cm Otterlo, Kröller-Müller Museum © Photoservice Electa/Anelli
Auvers-sur-Oise, giugno 1890 Un cipresso con la stella, un ultimo tentativo – un cielo notturno con una luna che non emana luce, nient’altro che una piccola mezzaluna che sorge dall’ombra scura della terra, una stella esageratamente luminosa, se vuoi, un barlume di rosa pallido e di verde nel cielo blu oltremare percorso da nubi. In basso una strada fiancheggiata da alte canne gialle che si stagliano contro il blu chiaro delle Alpilles; una vecchia locanda con le finestre illuminate arancione e un altissimo cipresso molto diritto e molto cupo. Sulla strada una carrozza gialla tirata da un cavallo bianco e infine due viandanti in ritardo.
Auvers-sur-Oise, maggio-giugno 1890
… e come dell’attesa e come un grido
Auvers-sur-Oise, maggio-giugno 1890 I nostri ritratti hanno l’espressione della passione e come dell’attesa e come un grido. Triste ma dolce. Auvers-sur-Oise, giugno 1890 Ho un ritratto del dottor Gachet con l’espressione afflitta dei nostri tempi. […] Qualcosa di simile al Cristo dell’orto degli ulivi.
27. Ritratto del dottor Gachet Auvers-sur-Oise, giugno 1890 Olio su tela, 68×57 cm Parigi, Musée d’Orsay © RMN (Musée d’Orsay)/Gérard Blot
L’albergo Ravoux, ad Auvers-sur-Oise, oggi. In questa locandaVan Gogh visse gli ultimi mesi della sua vita (maggio-luglio 1890).
Auvers-sur-Oise, giugno 1890
… la chiesa del villaggio
Auvers-sur-Oise, giugno 1890 Ho fatto un grande quadro con la chiesa del villaggio, in cui la costruzione sembra violacea contro un cielo blu profondo e piatto di puro cobalto; le vetrate sembrano macchie blu oltremare; il tetto è violetto e in parte arancione. In primo piano un po’ di verde fiorito e della sabbia rosa. È quasi simile agli studi della torre del cimitero che ho fatto a Nuenen, solo che ora il colore è più vivido, più sontuoso.
28. La chiesa di Auvers-sur-Oise Auvers-sur-Oise, giugno 1890 Olio su tela, 94×74,5 cm Parigi, Musée d’Orsay © RMN (Musée d’Orsay)/Hervé Lewandowski
La chiesa di Auvers, oggi
Auvers-sur-Oise, luglio 1890
… sotto cieli tormentati
Auvers-sur-Oise, luglio 1890 Mi sono rimesso al lavoro anche se il pennello quasi mi casca dalla mano, e ho dipinto tre grandi tele. Sono immense distese di grano sotto cieli tormentati, e non ho avuto difficoltà per cercare di esprimere la tristezza, l’estrema solitudine.
29. Campo di grano con corvi Auvers-sur-Oise, luglio 1890 Olio su tela, 50,5×103 cm Amsterdam, Van Gogh Museum (Vincent van Gogh Stichting) © Photoservice Electa/AKG Images
Arles, 18 settembre 1888
Se tutto ciò che facciamo si affaccia sull’infinito, se si vede il proprio lavoro trarre la sua ragione d’essere e proiettarsi al di là, si lavora più serenamente. Saint-Rémy, 9-15 maggio 1889
Non succede che amando una cosa, la si vede meglio e più esattamente di quando non la si ama? 30. Notte stellata Saint-Rémy, giugno 1889 Olio su tela, 73,7×92,1 cm New York, The Museum of Modern Art © Digital image, The Museum of Modern Art, New York/Scala, Firenze