B I M E S T R A L E D E L L’ A U TO M O B I L E C LU B D I V I C E N Z A anno 7 ǀ numero 2 ǀ giugno 2020
REG. TRIB. VICENZA N. 1499/14 DEL 21.05.2014
www.vicenza.aci.it Paolo Marzotto ialla 24 Ore di Le Mans del 1955
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PensAci, mano tesa agli anziani La strada giusta
Rally, si riparte Francesco Trivellato e Riccardo Patrese
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Editoriale PensAci La strada giusta Covid e mobilitĂ Autoscuole Ricordo di Paolo Marzotto Mille Miglia A bordo, si riparte Trivellato e Patrese Colli Isolani La commissione sportiva Fondazione Macaluso Targa Florio Golf Aci Vicenza Moto ad Albettone
Finati con la Lancia 037 Rally sulle rampe di Durlo
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EDITORIALE di Luigi Battistolli
RITORNO ALLA NORMALITÀ
Luigi Battistolli
Dopo la tempesta si sta cercando di tornare alla normalità. Il Covid-19 ha frapposto barriere nei rapporti familiari e sociali; ha compromesso intere filiere produttive; ha limitato i movimenti di persone e merci. Insomma, se la pandemia non è stata tecnicamente una guerra, ne ha determinato comunque gli stessi effetti. In questo numero di GuidACI cercheremo di fare il punto della situazione. Durante il lockdown l’Automobile Club Vicenza, volendo manifestare la vicinanza ai propri soci e alla comunità, ha attivato un servizio di informazioni, via mail e telefonica, su scadenze fiscali e amministrative, comunque da rispettare pur nei momenti difficili come quelli che abbiamo vissuto. Insieme con Prefettura e Ufficio scolastico territoriale di Vicenza si è concluso il progetto di educazione stradale “La strada giusta” edizione 2019-2020 con l’assegnazione dei premi alle scuole che vi hanno partecipato. Ha avviato l’iniziativa “PensACI” finalizzata alla raccolta fondi per le case di riposo del vicentino, raggiungendo circa 80.000 euro. Nell’impossibilità di organizzare vere gare, il sodalizio ha patrocinato l’organizzazione di campionato rally virtuale, un modo forzato ma intelligente per appagare la passione dei piloti e avvicinare ancor più i giovani al mondo dell’automobilismo. Di tutto questo daremo conto, come anche parleremo del futuro. Le nostre scuole-guida aderenti al network Ready to Go illustreranno i corsi di web marketing attivati per gli operatori professionali,
BIMESTRALE dell’Automobile Club di Vicenza
gli allestimenti di classi e auto per lezioni teoriche e pratiche e ci aggiorneranno sulle criticità burocratiche per le sedute di esame. Come sempre, si parlerà di sport automobilistico precisando che, pur in tempi di pandemia, ho continuato a partecipare in video-conferenza alle riunioni degli organi federali di cui sono membro. Mi riserverò una riflessione sul problema della mobilità in generale: il Covid-19 ha consentito valutazioni che non sarebbero state possibili in situazioni normali (ad esempio in tema di inquinamento), ha limitato i nostri movimenti e ora impone nuove modalità di spostamento. Vorrei contrastare la fin troppo scontata demonizzazione dell’automobile di cui anche in questi momenti ho letto. Un pensiero lo riservo, infine, a due amici che ci hanno lasciati: Francesco Trivellato e il conte Paolo Marzotto, entrambi imprenditori e sportivi che hanno onorato loro stessi e Vicenza. Francesco Trivellato fu il patron, con il fratello Jacopo (Pino), della Scuderia “Trivellato Racing Team” che nacque e si sviluppò parallelamente all’impegno sportivo dell’Automobile Club Vicenza nel Secondo dopoguerra. Il conte Paolo ha portato in alto un nome che appartiene al Gotha dello sport automobilistico. Nell'esprimere sentite condoglianze alle loro famiglie, con commozione ricordo l’offerta benefica che Paolo, con la moglie Caroline, ha fatto pervenire alla nostra raccolta “PensACI”, estremo atto di una filantropia convintamente praticata. Grazie, Paolo!
Stampa: Laboratorio Grafico BST Via Lanzarini, 25/b – Romano d’Ezzelino
Reg. Trib. Vicenza n. 1499/14 del 21.05.2014 Direzione, redazione, amministrazione: Editore: Aci Vicenza 36100 Vicenza Via E. Fermi, 233 Direttore responsabile: Roberto Cristiano Baggio
Aci Vicenza via E. Fermi, 233 36100 Vicenza tel. 0444 – 568689 (centralino) tel. 0444 – 561646 (fax – segreteria) E-mail: segreteriavi@acivicenza.it
Roberto Cristiano Baggio
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Luigi Battistolli alla presentazione di PensAci
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TUTTI INSIEME PER I NOSTRI ANZIANI QUASI 80MILA EURO RACCOLTI DALL’INIZIATIVA BENEFICA PROMOSSA DAL NOSTRO ENTE IN COLLABORAZIONE CON URIPA FONDAZIONE MARZOTTO E PANATHLON CLUB CON IL PATROCINIO DI PROVINCIA E COMUNE DI VICENZA PER AIUTARE LE CASE DI RIPOSO
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Quasi 80mila raccolti: è quanto raccolto finora dall’iniziativa benefica “Tutti insieme per i nostri anziani - PensACI” promossa da ACI Vicenza in collaborazione con URIPA e Fondazione Marzotto e con il patrocinio di Provincia e Comune di Vicenza. Un pensiero prima ed un aiuto tangibile poi rivolto ad una categoria fragile di per sé a causa degli inevitabili acciacchi che porta l’età e che lo è diventata ancora di più nell’arco della pandemia che ci ha colpito. Ecco dunque che i “nonni e le nonne” come li chiama affettuosamente il sindaco Francesco Rucco o, meglio, quelli che rappresentano le radici e la memoria storica della nostra generazione avevano bisogno di un sostegno speciale per far fronte all’emergenza. Sostegno che è arrivato, in maniera cospicua, da ACI Vicenza, ma anche dal Gruppo Battistolli con una quota devoluta dai manager e che il presidente Luigi Battistolli ha voluto raddoppiare. E poi dai Panathlon di Vicenza, Schio/Thiene e Bassano e da tanti altri cittadini, tra cui il compianto conte Paolo Marzotto, che poche settimane prima della sua scomparsa aveva voluto dare il contributo suo e della moglie Caroline. Un fondo prezioso, messo a disposi-
zione delle case di riposo di tutta la provincia di Vicenza, che servirà per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale, tanto indispensabili non solo nella fase dell’emergenza, ma anche in quella della riapertura per guardare al futuro con rinnovate speranze. “Abbiamo aderito all’iniziativa di Aci Vicenza sia come Provincia che come Comune di Vicenza – ha affermato il presidente della Provincia e sindaco Francesco Rucco - perché mette le case di riposo al centro dell’attenzione e, grazie a questo fondo, le aiuterà ad affrontare i prossimi mesi in cui, è giusto ricordarlo, dovremo ancora convivere con il Coronavirus, che non è stato sconfitto del tutto. In questo periodo sono sempre stato in stretto contatto con Ipab e ho vissuto con una certa ansia l’evolversi della situazione. Gli operatori delle strutture, però, hanno risposto bene sul campo, con grande sacrificio. Adesso starà a noi cittadini rispettare le regole per far sì che non si torni Indietro”. Il presidente di ACI Vicenza Luigi Battistolli ha espresso la sua soddisfazione per il risultato ottenuto: “L’importo raccolto è importante - ha dichiarato - Abbiamo scelto le case di riposo come destinatarie del nostro impegno perché sono distribuite in tutta la provincia e ACI
IL PRESIDENTE DELL’AUTOMOBILE CLUB D’ITALIA ANGELO STICCHI DAMIANI: “SI TRATTA DI UN’INIZIATIVA ENCOMIABILE NEI CONFRONTI DELLA TERZA ETÀ COLPITA DALLA PANDEMIA”
Vicenza è un sodalizio diffuso nell’intero territorio. Gli anziani rappresentano la nostra storia, le nostre radici, sono loro che con sacrificio hanno costruito l’Italia che conosciamo ed è per questo che non dobbiamo mai dimenticare il debito di riconoscenza che abbiamo nei loro confronti”. Un gesto nobile quello di Aci Vicenza, come ha sottolineato anche il presidente dell’Automobile Club d’Italia Angelo Sticchi Damiani: “Si tratta di un’iniziativa encomiabile nei confronti degli anziani, colpiti dalla pandemia – ha sottolineato – Da parte nostra è un grande dovere difenderli e questo rappresenta un approccio nuovo nell’affrontare il tema delle persone di una certa età. Nel ringraziare il presidente Battistolli non solo per avere ideato l’iniziativa, ma anche per averla fortemente sostenuta con la sua azienda, mi auguro che anche il Governo prenda in considerazione questa categoria a volte dimenticata, magari con incentivi per permettere l’acquisto di veicoli più sicuri e meno inquinanti. È necessario che anche gli anziani riacquistino il diritto alla mobilità e quel senso di libertà che per loro significa vita”. Come detto, a sostenere “PensACI” anche i tre Panathlon della provincia rappresentati dal Governatore dell’Area 1 (nonché delegato del Coni di Vicenza) Giuseppe Franco Falco: “Il mondo del Panathlon si è subito mosso - spiega – deci-
dendo di donare le spese delle cene conviviali. Ma c’è anche da sottolineare come molti sportivi, in questo periodo, si siano adoperati per fornire assistenza alle persone in difficoltà offrendosi ad esempio di portare a casa la spesa o le medicine. Un segnale di sensibilità ed attenzione sperando presto di tornare ad una situazione di normalità”
La convenzione stabilisce che il fondo venga ripartito tra le case di riposo secondo il criterio oggettivo dei posti letto, ma si riserva alla Provincia la facoltà di indicare eventuali criticità o casi di particolare gravità che giustifichino l’assegnazione di un importo maggiore a determinate strutture, fissando questa discrezionalità nei limiti del 10% dell’importo raccolto.
A portare il ringraziamento delle case di riposo è stato Roberto Volpe, presidente di URIPA, che ha ricordato come ogni giorno nelle sole strutture vicentine siano impegnati circa cinquemila lavoratori. “Servono quantità enormi di guanti, mascherine e altri sistemi di protezione ha affermato - con relativo onere a carico delle strutture. Sapere di poter contare su una donazione è per noi fondamentale”. Volpe ha ricordato il grande impegno del personale delle case di riposo, in prima linea contro il coronavirus con coraggio e determinazione, ma anche con l’umanità necessaria quando si lavora a contatto con persone fragili: “Anche grazie a loro - ha concluso - e al fatto che già da fine febbraio siano state adottate misure di protezione, possiamo dire che nel vicentino si è scongiurato il peggio. Ogni perdita è stata dolorosa, ma numeri alla mano possiamo indicare le case di riposo vicentine come esempio di efficacia. Nel portare anche i ringraziamenti di Veronica Marzotto, vorrei sottolineare come, al di là del valore della donazione, è il gesto che conta e, tra tanti mali che ha portato con sé, il Covid ci ha fatto ricordare degli anziani”.
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IL LICEO LIOY IMBOCCA LA “STRADA GIUSTA” TRE CICLI DI INCONTRI FORMATIVI PER CONSENTIRE AGLI STUDENTI DI CONFRONTARSI CON I PROFESSIONISTI DELLA MOBILITÀ PER MEGLIO CONOSCERE I PERICOLI E SCOPRIRE GLI ERRORI CHE POSSONO COSTARE CARI Le difficoltà per la situazione di emergenza sanitaria non hanno frenato l’entusiasmo e la partecipazione degli studenti della provincia di Vicenza coinvolti nella sesta edizione del progetto “La strada giusta”. Da poco conclusa, senza la consueta cerimonia finale, l’iniziativa per la promozione della cultura giuridica, della legalità e della formazione in tema di sicurezza stradale ha visto la partecipazione di oltre mille studenti delle classi terze e quarte degli istituti superiori. Durante i tre cicli di incontri formativi, che si sono svolti prima dell’emergenza Covid-19 negli uffici scolastici territoriali di Vicenza, Noventa Vicentina, Schio, Arzignano e Lonigo, i giovani hanno potuto confrontarsi con relatori delle forze di polizia, con istruttori di guida delle autoscuole dell’ACI Vicenza, con testimonial vittime di incidenti stradali che hanno segnalato loro gli errori più frequenti alla guida, i comportamenti corretti da tenere sulla strada e, in caso di incidente stradale, per prestare il primo soccorso. In una seconda fase, gli studenti hanno lavorato a progetti di comunicazione producendo spot video e slogan, con l’utilizzo dello smartphone, in tema di sicurezza stradale. I lavori sono stati centrati sul tema: “Quell'attimo di stupidità” Quando il: “Ma sì, è solo un istante” può costare molto caro! La fase di giudizio degli spot si è svolta in video conferenza.
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PREMIATI ANCHE L’ISTITUTO EINAUDI DI BASSANO PER LA CHIAREZZA DEL MESSAGGIO E L’INCALZANTE RITMO RAPPRESENTATIVO E L’ISTITUTO GALILEI DI ARZIGNANO PER LA FORZA DEL MESSAGGIO E L’INTENSA EMOTIVITÀ DEL VIDEO Il primo premio è stato assegnato al Liceo Lioy di Vicenza, per il coinvolgente metodo di animazione e la passione dimostrata nella realizzazione del videoclip. Il secondo e il terzo premio sono stati attribuiti all’Istituto Einaudi di Bassano del Grappa, per la chiarezza del messaggio e l’incalzante ritmo rappresentativo, e all’Istituto Galilei di Arzignano, per la forza del messaggio e l’intensa emotività del video. Il premio speciale della critica, offerto dall’ACI Vicenza, è stato assegnato a un altro gruppo di studenti del Liceo Lioy, per la creatività e la ritmica incalzante del videoclip realizzato, che si caratterizza per efficacia ed energia. Alle scuole vincitrici è stato attribuito un premio in denaro offerto dalla Fondazione delle Banche di Credito Cooperativo di Vicenza. L’iniziativa è stata promossa dalla Prefettura e dall’Ufficio Scolastico territoriale, in collaborazione con il Comando provinciale dei Carabinieri, la sezione di Polizia Stradale, il Comando provinciale dei Vigili del fuoco, il Suem 118, l’ACI Vicenza, il Comando di Polizia locale e i consorzi di Polizia locale di Schio, Lonigo, Arzignano e Noventa Vicentina, con il sostegno dei Lions Club e della Fondazione delle Banche di Credito Cooperativo di Vicenza.
Nelle foto dei momenti della premiazione Strada Giusta
GRANDE LEZIONE DI VITA Si sono svolte, nella palestra del Liceo Paolo Lioy, le premiazioni dei vincitori del progetto La strada giusta, promosso da ACI Vicenza in collaborazione con la Prefettura e l’Ufficio scolastico territoriale. Ad aggiudicarsi il premio speciale il video di Mattia Guerra, Carlo Crivellaro e Tiziano Vicariotto (4BS) con la collaborazione di Dennis Gasparini (Istituto agrario di Padova). A fare gli onori di casa il dirigente del Liceo Lioy Domenico Caterino affiancato dal suo vice Giannino Bonora e dall’insegnante di Scienze motorie che ha seguito da vicino il progetto, Raffaella Scandale. Per l’Ufficio scolastico territoriale erano invece presenti il dirigente Carlo Alberto Formaggio e Annamaria Cardi. A rappresentare ACI Vicenza il direttore Gian Antonio Sinigaglia che ha portato i saluti del presidente Luigi Battistolli assente per motivi di lavoro, Emiliano Barban (Commissione sicurezza stradale) e Sergio Maistrello, insegnante ed istruttore di Autoscuole ACI Ready2go Vicenza che ha seguito La strada giusta fin dalle prime edizioni. “Per noi il premio promosso dall’ACI è un motivo d’orgoglio e ringraziamo innan-
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zi tutto i ragazzi che hanno lavorato a questo progetto – esordisce il vice preside Giannino Bonora – Del resto queste sono attività che non servono a completare la formazione, bensì ne fanno parte
integrante e preparano gli studenti alle scelte future e alla vita. “Sono al Liceo Lioy solo da quest’anno ma mi sono affezionato subito con grande cuore ad una realtà che fa trasudare la voglia di far bene, con ragazzi bravissimi che ci regalano soddisfazioni in continuazione aggiunge il dirigente scolastico Domenico Caterino – D’altro parte il fatto di ritro-
varci qui rappresenta uno di quei piccoli – grandi semi di speranza dopo il periodo di sospensione dovuto all’emergenza Covid-19. Ricordo ancora il senso di inquietudine, misto a grande tristezza, nell’entrare a scuola in quei mesi di silenzio e non sentire il vociare dei ragazzi, che sono la parte centrale del fare scuola e di cui sono particolarmente orgoglioso. Un grazie va ad ACI Vicenza per l’iniziativa che mi tocca particolarmente. Ho avuto, infatti, un fratello di 24 anni morto in un incidente stradale, di conseguenza ben vengano le sollecitazioni che portano i giovani a riflettere su aspetti fondamentali della vita quali la sicurezza quando si è al volante perché proprio il valore della vita ed il rispetto delle regole devono essere fondamentali ed il ruolo della scuola deve essere anche questo”. “Ho un legame particolare con il Lioy – sottolinea il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale Carlo Alberto Formaggio – perché venendo da Noventa Vicentina il suo liceo è nato come sede staccata proprio del Lioy. Ai ragazzi dico di usare bene i progetti come “La strada giusta” che mi ha visto coinvolto fin dalle sue prime edizioni anche perché, purtroppo, ho perso un fratello, in un incidente, travolto da un camion,
CERIMONIA CONCLUSIVA NELLA PALESTRA DEL LICEO LIOY ALLA PRESENZA DEI DIRIGENTI SCOLASTICI E DEI RAPPRESENTANTI DELL’AUTOMOBILE CLUB VICENZA mentre tornava a casa dal suo ultimo esame all’università di medicina. È un progetto unico in Italia, che coinvolge una serie di istituzioni e associazioni che lavorano assieme per la sicurezza stradale, riconosciuta come cittadinanza attiva e che gli studenti potranno portare come materia all’esame di Stato. Al di là di questo è il significato che vogliamo dare ad un’iniziativa che è forte nella provincia di Vicenza e che dobbiamo allargare ancora di più, pur nel momento difficile che stiamo vivendo”. La parola alla professoressa Raffaella Scandale: “Innanzi tutto sono orgogliosa di essere un’insegnante del Lioy e sono fiera dei miei ragazzi che mi regalano sempre grandi soddisfazioni mettendo grande impegno e dimostrando di avere una marcia in più con la loro creatività ed entusiasmo. Credo molto nel messaggio di questo progetto, che negli ultimi tre anni ci ha visto sempre sul podio, innanzi tutto educativo”. A rappresentare ACI Vicenza il direttore Gian Antonio Sinigaglia, che ha portato i saluti del presidente Luigi Battistolli, assente per motivi di lavoro, leggendone un messaggio. “Ed eccoci giunti alla “bandiera a scacchi” della “Strada giusta, progetto che Aci Vicenza insieme con la Prefettura e l’Ufficio scolastico territoriale abbiamo fortemente voluto e che, edizione dopo edizione, fino ad arrivare a questa sesta,
ha coinvolto in maniera sempre più partecipata le scuole superiori della nostra provincia. Pur nell’impossibilità di essere presente alle premiazioni vorrei esprimere i miei più sinceri complimenti ai ragazzi del Liceo Lioy che sono risultati vincitori congratulandomi nello stesso tempo con tutti i partecipanti. Un grazie va al Prefetto e all’Ufficio scolastico territoriale, partner preziosi in questa iniziativa e a quanti hanno collaborato per la migliore riuscita pur nell’emergenza da Covid-19 che ha segnato questa edizione e che ci ha impedito di organizzare la cerimonia conclusiva a cui avrebbe dovuto partecipare tra gli altri anche Alex Zanardi. E proprio a questo grandissimo campione è rivolto in questo momento il nostro pensiero: all’atleta plurimedagliato, ma soprattutto all’uomo che ha saputo mostrare al mondo la forza di rialzarsi dopo il terribile incidente automobilistico e iniziare un nuovo percorso fatto di coraggio, forza di volontà e sacrificio che sono poi le doti che ti portano a vincere nello sport e, soprattutto, nella vita. Un insegnamento che deve condurci a guardare sempre con rinnovata fiducia al futuro e, nello stesso tempo, a lottare per i nostri ideali e ad imboccare quella che deve essere tutti i giorni la... Strada giusta!”. Presente sempre in rappresentanza dell’ACI Vicenza quale membro della Commissione sicurezza stradale, Emiliano Barban: “Vorrei rin-
graziare i ragazzi per l’impegno che hanno dimostrato lanciando un messaggio importante ai loro coetanei. Io dico sempre: a scuola si può sbagliare e si può rimediare, ma un errore sulla strada può essere fatale e gli esempi ci arrivano tutti i giorni”. Tra le persone coinvolte in maniera diretta dal progetto Sergio Maistrello, istruttore delle Autoscuole Ready2go, che ha partecipato a tutte le edizioni de “La Strada Giusta”: “Se con queste iniziative riusciremo a salvare anche solo una vita vuol dire che il nostro non è stato tempo sprecato”. Ultimi ma non ultimi i ragazzi premiati per il loro video: “Non mi aspettavo certo di vincere – ci dice Mattia Guerra – ma ci piaceva l’idea di partecipare visto che io poi sono appassionato di fotografia e insieme con Denis Gasparini, bravo nei video, ho montato assieme le idee di Carlo Crivellaro e Tiziano Vicariotto creando un qualcosa che fosse d’impatto e coinvolgente, anche grazie alla scelta della musica, un brano di musica classica, ma interpretato in maniera moderna”. Aggiunge Carlo Crivellaro, che ne è stato attore: “Credo che sia stata premiata la nostra originalità – conclude – anche se in realtà non sono un grande appassionato di motori. Tuttavia tutti gli incontri organizzati dal progetto “La strada giusta” sono stati molto interessanti e formativi”.
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COVID: LA MOBILITÀ NELLA FASE 3 DA EVITARE APPROCCI IDEOLOGICI. IL MOTORE TERMICO DI ULTIMA GENERAZIONE È MENO INQUINANTE DI QUELLO CHE SI PUÒ PENSARE. CON IL DECRETO RILANCIO INCENTIVI ALLE BICICLETTE, MA NON ALL’AUTOMOBILE CHE RAPPRESENTA QUASI IL 6% DEL PIL
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Il Coronavirus ha portato ad una conclusione: fermare le auto – per avere aria pulita - serve a poco o, quantomeno, non è decisivo perché non è il traffico la maggior causa di inquinamento, bensì il riscaldamento, il sistema industriale e l’agricoltura. Era logico pensare che durante il lockdown l'assenza di traffico e delle automobili per strada avrebbe ripulito l'aria. Ebbene no, o meglio nì. Se infatti si è registrata una riduzione delle emissioni di biossido di azoto, poco o nulla è cambiato quanto al PM10 che sembra essere una variabile indipendente dal traffico. Anche nel periodo di quarantena si è continuato a registrare il PM10 nei cieli di Piemonte, Lombardia e Veneto, pericolosamente sempre vicino al limite di legge dei 50 microgrammi per metro cubo. Tale presenza sarebbe dipesa – secondo gli esperti – dall’assenza dei venti e dal ristagno d'aria. La conclusione assume tanto più va-
lore se si rileva che il traffico automobilistico é destinato ad aumentare nel prossimo futuro proprio a causa della pandemia. Si calcola che il trasporto pubblico sta trasportando dal 15 % al 30 % dei passeggeri pre-covid (l’oscillazione dipende dal computo o meno dei passeggeri in piedi). Di qui il prevedibile aumento del traffico privato che – secondo i desiderata di Governo, enti locali, stakeholder – potrebbe essere ridotto con nuove piste ciclabili. Il portato di queste premesse è l’incentivo all’acquisto di biciclette e monopattini (per lo più cinesi!), previsto nel decreto Rilancio. Si tratta del "bonus bici" che può arrivare fino a 500 € e che comunque non riguarda tutti gli utilizzatori della strada, ma solo chi ha la residenza nei capoluoghi di Regione e Provincia, nei comuni con più di 50.000 abitanti e nei comuni delle città metropolitane. Concretamente, giusto per far capire l’enormità della norma, vi potrebbe ac-
cedere un vicentino (di città), ma non un bassanese né uno scledense. La città di Vicenza da anni promuove meritoriamente la “mobilità sostenibile”, che vuol dire sviluppo della rete ciclabile, installazione di rastrelliere, incentivo al bike-sharing, allestimenti di bike-lab station (per le riparazioni) e via dicendo. Si tratta di iniziative che vanno per il verso giusto, ma ragionevolmente insufficienti in quanto progettate e realizzate per una frequentazione non di massa, come si potrebbe immaginare per il post-covid. Semmai vi fosse la corsa al bonus e le piste ciclabili diventassero bolge ingovernabili, diventerebbe problematico il rispetto del codice della strada. E, poi, mica è scritto da qualche parte che il ciclista è più disciplinato dell’automobilista. Allora, quali altre vie si aprono per una soluzione che il Covid19 ha solo drammatizzato ma non creato? Sicuramente è da valutare una riorganizzazione del lavoro con orari differenziati e smart working (ma per dirla con il Manzoni, cum iudicio). Limitandoci al mondo dei trasporti, altrettanto sicuramente deve essere promosso quello pubblico per i trasferimenti urbani ed extra urbani (corsie preferenziali, connessioni intermodali, rinnovo del parco veicoli delle aziende di trasporto), ma deve essere affrontata anche la criticità primaria dei mezzi circolanti, che sono troppo vecchi ed
inquinanti, quindi da rinnovare. Oltre 20 milioni di veicoli, infatti, hanno una motorizzazione inferiore a Euro 4. Il Covid-19, anche per implicazioni occupazionali (il comparto automobilistico fattura 93 miliardi, che vale il 5,6% del PIL italiano con 250.000 addetti), deve essere l’occasione di nuovi incentivi per l’eliminazione delle auto più vecchie che sono, per dirla tutta, anche le più pericolose in termini di sicurezza stradale. Il decreto Rilancio ha rifinanziato l’acquisto di auto a basse emissioni (auto elettriche, ibride e plug-in). Ma é come dare un’aspirina ad una malato grave! Infatti, dopo che il mondo automotive ha rilevato la clamorosa assenza dell’auto nel decreto, sono "piovuti" gli emendamenti per un deciso allargamento delle maglie. Ci si deve augurare che le incentivazioni siano estese a tutte le automobili di ultima generazione, anche usate. Occorre evitare un approccio ideologico al problema, quasi che l’automobile sia un trastullo, un capriccio, una spesa voluttuaria delle famiglie. L’automobile prima di tutto è uno strumento di lavoro e un mezzo comunque necessario per gli spostamenti di famiglia. In fondo il tanto osannato elettrico, che pur va sviluppato, potrebbe nascondere un’origine meno pulita di quel che si pensa. E dunque, cara politica, ci vuole più coraggio! Luigi Battistolli
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LE AUTOSCUOLE NELL’ERA DEL COVID-19 ATTIVITÀ INTERROTTA SIA PER LE LEZIONI TEORICHE SIA PER LE PROVE PRATICHE DI GUIDA. ENORMI DISAGI PER GLI ESAMI RIMANDATI ALL’ULTIMO MOMENTO
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di Sergio Maistrello - Autoscuole Vicentine Vicenza Come la maggior parte delle attività aperte al pubblico, anche le autoscuole sono state costrette ad interrompere la propria attività a causa della pandemia da Covid-19 e del conseguente periodo di lockdown sia per quanto riguarda le lezioni teoriche in aula sia perle prove pratiche di guida. Fin da subito il disagio è stato enorme, dettato soprattutto dall’incertezza che ha colpito il nostro e svariati altri settori. La chiusura immediata delle attività ha portato grandissimi inconvenienti nello svolgimento del nostro lavoro, costringendoci a comunicare agli allievi pronti per affrontare l’esame che il giorno dopo non avrebbero potuto svolgere la prova, ma soprattutto impedendoci di dare loro una prospettiva riguardo a quando avrebbero avuto la possibilità di sostenerla. Dopo il primo periodo di chiusura, quando si è cominciato a parlare insistentemente di ripartenza, si sono succedute voci ed indiscrezioni per le quali non eravamo in grado di capire come sarebbe potuta riprendere la nostra at-
tività. Il problema principale era come poter svolgere gli esami, sia teorici che pratici, ottemperando alle norme di sicurezza imposte dal Comitato tecnicoscientifico del Ministero. E qui si sono succedute una serie di ipotesi incredibili, a partire dalla possibilità di espletare la prova d’esame di guida all’interno di un’area privata – nella parte pratica che prevede delle manovre quali il parcheggio o l’inversione di marcia – con solo l’allievo a bordo del veicolo, quindi senza la presenza dell’esaminatore e dell’istruttore. Per tacere in merito alla valenza tecnica del compiere tali manovre in assoluta assenza di traffico, questa ipotesi si scontrava inequivocabilmente con problemi di tipo assicurativo e di responsabilità. Un’altra ipotesi formulata inizialmente prevedeva l’isolamento della parte posteriore dell’abitacolo con dei divisori parafiato in plexiglass o altro materiale certificato, per proteggere l’esaminatore da un eventuale contagio: soluzione che ha subito sollevato questioni di carattere tecnico, ma anche di sicurezza,
dal momento che queste barriere necessitano di regolare omologazione prima di essere installate all’interno di un veicolo atto alla circolazione in strade pubbliche. Ma al Ministero pensavano anche a noi poveri istruttori, proponendo un’ulteriore separazione tra il nostro posto di guida e l’allievo, da mantenersi anche durante le lezioni pratiche – mozione che da sola rende l’idea di quanto gli “esperti” fossero ignari delle problematiche che possono sorgere durante lo svolgimento della nostra professione. Si è dovuto spiegare loro, ad esempio, che a volte l’istruttore è costretto ad intervenire sui comandi – e in particolare sul volante – per evitare incidenti o situazioni che l’allievo che sta imparando la guida non sarebbe in grado di fronteggiare. Naturalmente sono state sospese anche tutte le attività che la nostra scuola svolgeva al di fuori dell’ambito del conseguimento della patente: in particolare, la chiusura anticipata e l’implementazione delle attività di didattica a distanza non hanno consentito di tenere i corsi di educazione stradale ai bambini delle scuole primarie. Quest’anno erano circa 600 i ragazzi che avrebbero partecipato al progetto “On the road", che da parecchi ci vede protagonisti in collaborazione con l’Assessorato all’Istruzione e prevede lezioni teoriche e pratiche rivolte agli alunni di quarta e quinta elementare. Personalmente ho impiegato molto del mio “tempo libero” ad aggiornare il programma dell’autoscuola
cercando di migliorarne i contenuti. Ho partecipato a numerose conferenze online per accrescere la mia conoscenza riguardo ad argomenti in cui magari mi sentivo un po' carente. Finalmente, dopo oltre due mesi di chiusura, stiamo iniziando a vedere la luce in fondo al tunnel: nella prima settimana di giugno abbiamo cominciato a fare gli esami di teoria a cui seguiranno le prove pratiche. Ovviamente il distanziamento sociale ci costringe a delle limitazioni per quanto riguarda le lezioni in aula, ma stiamo effettuando anche corsi online che, a dire il vero, stanno incontrando il favore degli allievi, in particolare di quelli che arrivano da più lontano o necessitano di incastrare la frequentazione della scuola guida con il lavoro e gli altri impegni quotidiani. Personalmente faccio ancora un po’ fatica ad abituarmi a questa nuova situazione. Tenere le lezioni senza poter vedere i volti, magari perplessi, degli allievi durante la spiegazione sminuisce di parecchio quella che ritengo la parte fondante del mio lavoro. Allo stesso tempo, a dispetto delle previsioni non certo ottimistiche dei giorni del lockdown, la nostra attività sta ricominciando ad ingranare e i numeri di queste prime settimane dimostrano che i giovani sentono il bisogno di tornare prima possibile alla normalità, tenendo ovviamente presente le norme di convivenza civile necessarie ad evitare un nuovo propagarsi del contagio.
GIORNI TERRIBILI Domenica 8 marzo: ricordo che eravamo in montagna, a goderci una delle ultime giornate invernali sugli sci. Una situazione particolare, con sì molte persone sulle piste, ma una strana sensazione che serpeggiava: non paura, bensì il sentore che qualcosa stesse cambiando. Il lunedì mattina a Lonigo c’è il mercato: apriamo il nostro ufficio, normalmente, le persone entrano un po’ timorose chiedendo… se possono farlo. Non sappiamo bene nemmeno noi cosa rispondere, cosa dire ai nostri ragazzi e ai loro genitori preoccupati: perché a scuola no, ma in autoscuola sì? Proviamo nonostante tutto a continuare il nostro lavoro fino a mercoledì. Arriva poi, in tarda serata, la notizia, una notizia senza precedenti. Si deve chiudere. Non sappiamo per quanto, però si deve farlo perché dall’11 marzo l’Italia è in lockdown. E da quel giorno cambia tutto. Davvero surreale alzarsi la mattina e non aprire la porta dell’ufficio, rinunciare dall’oggi al domani alla nostra quotidianità. Non solo il timore per la salute personale e dei propri cari, ma anche la preoccupazione per un futuro prossimo, ma che appare paurosamente lontano. Organizziamo in tempo lampo una postazione di lavoro insolita, da cui proviamo a riprendere la nostra routine in quella che credevamo essere un’impareggiabile comodità: invece, ci accorgiamo che le giornate sono lunghe ed infinite, che ci mancano i portici affollati del paese, il caffè al bar la mattina e la famiglia. Sì, la famiglia, perché pur vivendo a soli cinque minuti di auto non ci si può vedere se non in videochiamata. I nostri nonni, che hanno visto i nipoti dopo 48 giorni di lockdown, e i nipoti, che ancora oggi hanno paura di vedere i nonni perché temono per la loro salute. Le strade, i primi giorni ancora affollate, si svuotavano ora dopo ora mentre le restrizioni diventavano sempre più pesanti e la situazione via via più grigia. Dopo una Pasqua amara, si comincia a temere anche per il lavoro. Il tempo passa e non c’è nessuna prospettiva per le riaperture che, anzi, vengono posticipate, di settimana in settimana. Noi siamo una piccola impresa, a conduzione familiare: il titolare, Giovanni Masetto, ha aperto nel lontano 1967 e, da allora, non si era mai fermato, mai così a lungo. Per le autoscuole sembravano esserci pochissime prospettive di ripartenza: si vociferava come possibile data settembre. Fortunatamente, il 4 maggio, dopo due mesi, riapriamo le porte: la parola d’ordine é mascherina! Una normalità diversa, ma necessaria. Sicuramente porteremo nel cuore e nella memoria questo 2020: abbiamo perso molto, tuttavia abbiamo guadagnato la consapevolezza che nulla è scontato e che la nostra piccola quotidianità, la nostra famiglia, il nostro lavoro sono ciò che siamo e che ci rendono felici di esserlo.
Silvia Masetto Autoscuola Quattroruote - Lonigo
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Paolo Marzotto al Giro di Sicilia nel 1952
PAOLO MARZOTTO
Da sinistra Vittorio, Paolo, Pietro (che non ha mai corso), Giannino e Umberto Marzotto
di Roberto Cristiano Baggio IL CONTE VOLANTE Dei quattro era il più veloce. Forse perché era il più giovane. Scatenato, irruento e preciso. Determinato. Sempre pronto a buttarsi nella mischia, con coraggio e spavalderia. Tipo da prendere con le molle, come gli altri tre fratelli, Vittorio, Umberto e Giannino, ai quali aveva “rubato” i segreti del volante mettendoci comunque molto di suo per ingrossare il capitale. Paolo Marzotto se n’è andato alla vigilia dei novant’anni (li avrebbe compiuti il 9 settembre) dopo una vita dedicata all’imprenditoria, all’arte, e, per una breve parentesi, all’automobilismo. Aveva cominciato nel 1948, nella gara più difficile e dura, la Mille Miglia, imbrogliando sulla data di nascita perché non aveva ancora i 18 anni necessari per la ottenere la licenza, al fianco di Vittorio. Navigatore, meglio, secondo come si diceva all’epoca, sul sedile di destra di una Lancia Aprilia berlina. Costretti al ritiro, non finirono la gara. Andò meglio agli altri due, Giannino e Umberto, su una vettura identica: ventottesimi assoluti a oltre 96 di media.
Sfottò a non finire una volta tornati a Valdagno. STRAGE DI ROSE LUNGO I VIALETTI DI CASA CON LA MACCHINA DELLA MAMMA LANCIATA A TUTTA VELOCITÀ S’era fatto le ossa nel vialetto di casa, con la macchina della mamma, che a turno i fratelli, ancora coi calzoni corti, prendevano di nascosto per impratichirsi nella guida. A furia di pelare le aiuole non fiorirono più rose, strappate tutte le piante. Spesso ammaccati i parafanghi, perché “il più bravo era chi stringeva di più in curva”. Papà Gaetano lasciava fare purché non trascurassero gli studi e l’ufficio. Paolo, per non finire nel torchio dei maggiori, s’impegnava il doppio. E doppio era anche il bottino di rose che finiva a macerare tra gli scarti del giardiniere. Ma allenò magnificamente “l’occhio trigonometrico” e le traiettorie non ebbero più misteri. Cominciò a fare sul serio nel 1950, patente e licenza finalmente in tasca. Ritiratosi alla Targa Florio e alla Mille Miglia, quest’ultima vinta dal fratello Giannino, si classificò 17° assoluto alla Coppa delle Dolomiti – Aprilia berlina la macchina – in-
ERA IL PIÙ GIOVANE DEI QUATTRO FRATELLI VICENTINI CHE CORSERO NELLA PRIMA METÀ DEGLI ANNI CINQUANTA. DEBUTTÒ ALLA MILLE MIGLIA FALSIFICANDO LA DATA DI NASCITA PERCHÉ NON AVEVA ANCORA L’ETÀ PER LA LICENZA. LE VITTORIE PIÙ BELLE CON LA FERRARI AL GIRO DI SICILIA E ALLA COPPA D’ORO DELLE DOLOMITI. È MANCATO LUNEDÌ 27 MAGGIO
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Paolo Marzotto con Marino Marini alla Coppa delle Dolomiti del 1952
TRE SPLENDIDE VITTORIE DI SEGUITO NELL’AGOSTO DEL 1952: GIRO DELLE CALABRIE, CIRCUITO DI SENIGALLIA E CIRCUITO DI PESCARA sieme a Marino Marini, asso dell’aviazione che volle al fianco. Con la Ferrari 166 MM chiuse al secondo posto assoluto la Vermicino-Rocca di Papa e al terzo posto la Trieste-Opicina. PRIMA VITTORIA IN SICILIA CON LA FERRARI 166 MM SPIDER TOURING IN COPPIA CON L’ASSO DELL’AVIAZIONE MARINO MARINI La prima vittoria giunse il 9 marzo del 1952, nel Giro di Sicilia, che fece suo a oltre 94 di media, sul circuito stradale di ben 1080 chilometri, con partenza e arrivo a Palermo e passaggi a Trapani, Sciacca, Agrigento, Caltanissetta. Enna, Ragusa, Siracusa, Catania e Messina. In pratica il periplo dell’isola. Con lui, sulla Ferrari 166 MM spider Touring, sempre l’intrepido Marino Marini. Costretto al ritiro per un guasto al motore alla Mille Miglia che aveva ormai nel mirino, conquistò il podio più alto il 13 luglio nella Coppa delle Dolomiti, corsa con una Ferrari 225 S spider Vignale. Fantastico il mese di agosto con una tripletta inanellata in due settimane: il 3 agosto nel Giro delle Calabrie, il 10 agosto nel Circuito di Senigallia e a metà mese nel Circuito di Pescara. Sei gare, cinque successi.
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Riempì la bacheca di “patacche”, come bonariamente gli rinfacciava Giannino, arguto e fine di lingua e di piede. L’anno dopo rivinse la Coppa d’oro delle Dolomiti con la Ferrari 250 MM e il circuito di Senigallia, al volante di una Ferrari 375 MM. Al debutto nella 24 ore di Le Mans, insieme al fratello Giannino che ne aveva apprezzate le doti, si piazzò al quinto posto. Un guasto al differenziale lo costrinse alla resa a Pescara dove, sulla Ferrari 375 MM, fece coppia con Gigi Villoresi. PRIMO ANCHE AL RALLY DEL CINEMA INSIEME ALL’AFFASCINANTE ATTRICE YVONNE SANSON SU ALFA ROMEO 1900 TI Accompagnato dall’affascinante yvonne Sanson, Paolo Marzotto aprì il 1954 vincendo il primo Rally del Cinema, gara di regolarità in tre tappe da Roma a Sanremo con traguardi parziali a Firenze e Milano. Oltre 900 chilometri affrontati con un’Alfa Romeo 1900 Ti. Una compagna di viaggio affascinante, l’attrice di origini greche, al massimo del fulgore artistico, protagonista di decine di pellicole strappalacrime accanto a Rossano Brazzi, Gino Cervi, Vittorio
Gassman, Alberto Sordi, Totò e Amedeo Nazzari. Era una tipica bellezza mediterranea, dal fisico giunonico e lo sguardo altero. Paolo non spiegò mai se fissasse più l’asfalto o la passeggera. Terminò primo assoluto anche alla “Corsa sulle Torricelle”, alle porte di Verona, una salita sprint in due manche, affrontata con una Ferrari Mondial spider Scaglietti. Solo ritiri nelle altre competizioni cui prese parte: Coppa della Toscana, Mille Miglia, G.P. di Napoli e 24 Ore di le Mans. Ultime due apparizioni nel 1955, quando non aveva ancora compiuto 25 anni e una carriera davanti a sè come pilota ufficiale Ferrari. Stop forzati alla Mille Miglia, corsa per lui stregata, a causa del distacco del battistrada di uno pneumatico della sua Ferrari 118 LM e alla 24 Ore di Le Mans, affrontata in coppia con Eugenio Castellotti con la Ferrari 121 LM, per un guasto al motore nel corso della quinta ora. Quell’anno la maratona francese fu segnata da una orrenda strage, ma non furono le 84 vittime a farlo desistere. Aveva invitato ai box, in attesa del suo turno di guida, Florence Daniel, conosciuta qualche tempo prima. Fu un autentico colpo di fulmine. Per lei rinunciò al volan-
DOPO IL RITIRO DALLE COMPETIZIONI SI DEDICÒ AL LAVORO E ALL’ARTE. MECENATE DEL PREMIO MARZOTTO E DEL PROGETTO MUSICA
Paolo Marzotto alla partenza della Mille Miglia del 1955. Sotto: Paolo Marzotto ammonisce Stirling Moss
te e disse di no al Commendatore che lo avrebbe voluto in squadra. Dopo tre mesi la portò all’altare nella chiesa di Baden Baden. DOPO IL RITIRO DALLE COMPETIZIONI L’IMPEGNO NELLE AZIENDE DI FAMIGLIA E IL GENEROSO SOSTEGNO A NUMEROSE ATTIVITÀ ARTISTICHE Ritiratosi dalle corse, si dedicò alle aziende di famiglia, assieme ai fratelli, anche loro alla fine delle rispettive carriere agonistiche. A rimetterci fu Enzo Ferrari che senza i “conti correnti” perse una bella fetta di entrate pesanti. Appassionato d’arte - aveva seguito studi classici e poi giurisprudenza all’università di Napoli - divenne un mecenate e sostenne il Premio Marzotto; regalò un milione di euro a Progetto Musica e al Complesso strumentale Città di Valdagno, fondato per aiutare i giovani che muovevano i primi passi nel mondo delle note. Adorava la musica: “Bach è la perfezione e la sublimazione, ma non dimentico Mozart il filosofo” ebbe a sottolineare nel corso di una serata in cui era l’ospite d’onore. Amava i quadri e le sculture e con la complicità della moglie Florence, esperta e fine intenditrice, mancata nel 2012, arricchì la villa di Vicenza, dove vivevano, di una collezione di arte contemporanea tra le più ricche e complete. Da qualche anno s’era risposato.
Paolo Marzotto con il presidente degli Usa Ronald Reagan
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Paolo Marzotto con Florence Daniel il giorno del matrimonio celebrato a Baden Baden il 22 settembre 1955
COLPO DI FULMINE ALLA 24 ORE DI LE MANS DEL 1955 SEGNATA DALLA TRAGEDIA DI LEVEGH. TRE MESI DOPO ERANO MARITO E MOGLIE
PER AMORE DI FLORENCE RINUNCIÒ ALLE CORSE La corsa era appena partita. Paolo Marzotto ai box, in attesa del cambio che a capo di due ore avrebbe dato al compagno Eugenio Castellotti, al volante della Ferrari 118 LM col numero 4 dipinto sulle portiere. Mentre le auto sfrecciavano velocissime, la sua attenzione fu attratta da un gruppetto che, proprio dalla tribuna centrale dall’altra parte della pista, cercava di farsi notare. Riconobbe, fra i quattro, una graziosissima ragazza francese, Florence Daniel, incrociata casualmente qualche tempo prima in Italia alla vigilia della Mille Miglia. Le fece cenno di raggiungerlo. La ragazza e i suoi amici non attendevano altro. Imboccarono non senza fatica il sottopasso, facendosi largo tra la folla, e guadagnarono la postazione della Ferrari giusto l’attimo di veder Paolo, da poco passate le 18, dare il cambio a Eugenio. Il vicentino, ormai alla fine della prima tornata, in prossimità del rettilineo trovò la pista invasa da gente che si sbracciava, macchine al rallentatore, fiamme da un terrapieno. Intuì che era successo qualcosa di grave. Si fermò ai box. Castellotti lo raggiunse: “È terribile! - riuscì a dirgli il compagno con un filo di voce – ci sono morti ovunque...” Tutto s’era svolto con una rapidità impressionante. Mike Hawthorn in testa alla corsa con la Jaguar D Type (la prima ora era stata comandata da Castellotti), aveva improvvisamente frenato per rientrare ai box dopo aver superato l’Austin Healey di Lance Macklin. L’inglese, sorpreso dalla manovra azzardata del connazionale, per cercare di evitare l’impatto, perse il controllo della macchina. Finì così nella traiettoria della Mercedes 300 SLR di Pierre Levegh Bouillin, il quale non poté far nulla per schivare l’improvviso ostacolo. Colpita violentemente l’Austin, la macchina tedesca s’avvitò su se stessa, spiccando il volo a folle velocità, schiantandosi
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contro un terrapieno. Mentre le fiamme l’avvolgevano in una palla di fuoco, motore, sospensioni e pezzi di carrozzeria vennero catapultati in tribuna, falciando, come una bomba, tutto quello che incrociavano. Non furono risparmiati i posti dove poco prima erano seduti Florence e i suoi amici. Se Paolo non li avesse invitati ai box non se la sarebbero cavata... Decine di corpi furono orribilmente straziati, mutilati e offesi. Alla fine si contarono 83 spettatori morti e oltre 120 feriti. Morto anche lo sfortunato pilota. Florence visse quei momenti col cuore in tumulto. Si calmò solo quando vide Paolo rientrare per far controllare la frizione dai meccanici. I due sguardi s’incrociarono e si dissero tutto. A fine giugno era già stata fissata la data del matrimonio. “Si, ti sposo, ma devi giurare che non correrai più” la clausola di Florence. Mancavano pochi giorni alla Coppa delle Dolomiti. Paolo, già sul podio più alto, avrebbe voluto parteciparvi. Non s’iscrisse. Le nozze furono celebrate giovedì 22 settembre. Gli organizzatori non interruppero la 24 ore di Le Mans per evitare che il pubblico, colto dal panico, lasciasse il circuito intasando le strade e ostacolando i mezzi di soccorso. La Ferrari di Castellotti-Marzotto si ritirò a causa della rottura del motore nel corso della quinta ora. La Mercedes richiamò ai box i propri equipaggi appena passata la mezzanotte. La gara fu vinta dalla Jaguar D Type di Hawthorn-Bueb con cinque giri di vantaggio sulla Aston Martin di Phil Collin e Paul Frère. Terzi Jacques Swaters e Johnny Claes su Jaguar. Primi degli italiani, undicesimi assoluti, il veronese Giulio Cabianca e Giuseppe Scorbati su Osca MT-4.
NELLA CLASSE SPORT OLTRE 1100 CC DELLA COPPA DELLE DOLOMITI DEL 1952
I PRIMI QUATTRO POSTI OCCUPATI DAI MARZOTTO La Coppa delle Dolomiti era la gara che esaltava le doti di guida di Paolo Marzotto. Memorabile la sfida tra i quattro fratelli andata in scena nel luglio del 1952. Alla partenza si presentarono tutti su vetture Ferrari: spider 340 America carrozzata Fontana per Giannino, 212 Export Vignale per Umberto, 225 S Vignale per Paolo e Vittorio. Il percorso di 300 chilometri, tortuoso e selettivo, andava su e giù per i passi Falzarego, Pordoi, Rolle e Tre Croci. Ottomila i metri di dislivello complessivi. Le splendide Dolomiti giudici severe. Al primo rilevamento, sul Falzarego, Giannino era al comando con 3” di vantaggio su Paolo, più indietro Umberto e Vittorio. Al Rolle il distacco era salito a mezzo minuto ma a Belluno, prima del Tre Croci, Paolo era passato in testa perché Giannino, rotto uno spinterogeno, aveva il motore che andava a sei anziché a dodici cilindri. Ad Auronzo il divario s’era allargato a 2’39” mentre a Misurina era addirittura oltre i 3’. Al traguardo finale il più giovane dei quattro fratelli giunse con 3’31” di vantaggio su Giannino. Vittorio e Umberto finirono rispettivamente al quinto e al settimo posto. Incredibile, però, la classifica della classe Sport oltre 100cc: Paolo, Giannino, Vittorio e Umberto rigorosamente in fila nelle prime quattro posizioni.
Paolo Marzotto insegue la Mercedes 300 SLR di Simon-Kling alla 24 Ore di Le Mans del 1955
LA RIEVOCAZIONE DELLA PIÙ FAMOSA GARA AUTOMOBILISTICA IN PROGRAMMA INIZIALMENTE A MAGGIO SI SVOLGERÀ DAL 22 AL 25 OTTOBRE. TRA I 400 EQUIPAGGI AMMESSI AL VIA ANCHE RAPPRESENTANTI VICENTINI
MILLE MIGLIA DI PASSIONE
Scapin-Morandi Fiat 1100 TV trasformabile 1955
Rinviata a causa dell’emergenza Coronavirus, la 38° rievocazione della Mille Miglia, si svolgerà dal 22 al 25 ottobre. “La gara – ha spiegato il presidente della società organizzatrice, Franco Gusalli Beretta – sarà dedicata a Brescia e alla sua Vittoria Alata, statua di epoca romana che sta per rientrare nei musei civici dopo un lungo ed accurato restauro. La statua sarà il logo di quest’anno. Rispetto alle ultime edizioni, il numero dei partecipati è stato ridotto a 400, il 30 per cento dei quali composto da equipaggi nazionali. La rappresentanza straniera più numerosa sarà quella dei Paesi Bassi (17 per cento), seguita da Germania e Regno Unito (9 per cento). Complessivamente saranno rappresentate 33 nazioni di tutti i cinque continenti. Duecento le vetture in lista d’attesa.” Quest’anno si celebra anche il 120° anniversario della fondazione dell’Alfa Romeo e il glorioso marchio lombardo, passato sotto l’egida della Fca, sarà il più gettonato grazie a 53 vetture. Al secondo posto ci sarà la Lancia, con 32 mezzi, e al terzo la Fiat con 31 esemplari. Ben 29 le Jaguar, 21 le Mercedes Benz, Bugatti e Ferrari entrambe a quota 19; 18 le Porsche, 15 le Austin Healey e 14 le Aston Martin. Delle 400 macchine iscritte ben 85 saranno vetture che hanno partecipato alla autentica Mille Miglia, la prova di velocità pura andata in scena dal 1927 al 1957. Gioielli perfetti, in grado di
marciare per 1600 chilometri come se il tempo si fosse fermato a 90 e passa anni fa. La sfilata delle “nonnine” sarà aperta dalle auto iscritte al Ferrari Tribute e al Mercedes Benz Challenge. Un tocco di modernità non guasta. Alla rievocazione della Mille Miglia non mancheranno i piloti vicentini. Tra i primi a scattare da viale Venezia a Brescia ci saranno Massimo Amenduni, Luca Patron e Andrea Giacoppo, in grado di lottare per la top ten, traguardo che Patron ha già raggiunto in passato. Molto forte col cronometro è anche Amenduni, grazie ad una lunga esperienza maturata al volante della sua bellissima Alfa Romeo 1500 6C MMS del 1928, mentre Giacoppo, già campione della canoa, ha scoperto la regolarità solo da qualche anno imparando in fretta i trucchi del mestiere. Ora è un top driver e lotta sempre per la vittoria nelle gare alle quali partecipa. Alla Mille Miglia parte svantaggiato, per via del coefficiente assegnato alla sua Fiat 508 Balilla Coppa d’oro. Con una macchina più avanti con gli anni sarebbero dolori per tutti. Un habitué della “Freccia rossa” è anche il marosticense Paolo Berton con la sua inconfondibile Maserati 150, all’origine guidata dal fuoriclasse francese Jean Behra. Un poker d’assi, quello biancorosso, capace di far sognare gli appassionati. Peccato che quest’anno la corsa non passi per le nostre strade!
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MOTORI ACCESI di Roberto Cristiano Baggio
COL RALLY DEL CASENTINO, IN PROGRAMMA IL PRIMO WEEK END DI LUGLIO, RIPARTIRÀ LA STAGIONE RALLYSTICA. NEL FRATTEMPO DIVERSI PILOTI HANNO SOSTENUTO DEI TEST DI PROVA PER RIPRENDERE CONFIDENZA CON TRAIETTORIE E STACCATE. A DURLO IN AZIONE LUCKY, ALBERTO BATTISTOLLI, DINO TOLFO, MAURIZIO FINATI E MARCO BIANCHINI. PROVE TOSCANE PER GIACOMO COSTENARO
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Motori accesi, si riparte! Ai primi di luglio la bandierina tricolore riaprirà le competizioni, bruscamente interrotte, a fine febbraio, dal Coronavirus. Il Rally del Casentino aprirà le danze e assegnerà i primi punti dell’International Rally Cup, la serie ideata da Loriano Norcini che mette in palio un montepremi strepitoso. Tre sole gare - oltre a quella toscana il Città di Bassano e l’Appennino Reggiano - in grado però di richiamare un bel numero di piloti. A fine luglio ecco Roma Capitale, primo dei sei rally validi per il tricolore assoluto oltre che per la corona europea. Ai primi di agosto il campionato Wrc, quattro gare secche, due delle quali storiche pietre miliari della specialità: S. Martino di Castrozza ed Elba. Poi la Coppa di zona con il gran finale a novembre sulle rive del lago di Como. Sempre a novembre andrà in scena anche il Rally Città di Schio, dopo un anno di stop. Piloti, preparatori e meccanici stanno mettendo a punto strategie e dettagli. Sulle curve di Durlo, prova del rally Campagnolo degli anni Settanta, e sugli sterrati toscani resi celebri dal Sanremo mondiale, diversi piloti vicentini, capeggiati da Alberto Battistolli, Lucky, Giacomo e Giorgio Costenaro e Dino Tolfo hanno effettuato una serie di test per riprendere confidenza con traiettorie e staccate al limite. Rivedere Skoda Fabia R5, Lancia Stratos, 037 Rally, Delta e Sierra Cosworth lanciate a piene giri ha riempito I cuori di speranza. I piloti non hanno lesinato sull’acceleratore e lo spettacolo, per quei pochi fortunati che hanno potuto assistere alle prove, è stato di alto livello. Tra i più impegnati è stato il giovanissimo Alberto
Lucky su Delta Integrale
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Battistolli jr. con Pietro Ometto su Skoda Fabia R5
Alberto Battistolli
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Battistolli. Dopo essere stato costretto a interrompere i test a fine maggio a Durlo, li ha ripresi alla grande in Toscana affiancato da Pietro Ometto in attesa del rientro di Fabrizia Pons che quest’anno siederà al suo fianco. Battistolli jr. scalpita e non vede l’ora di mettersi a fare sul serio anche se il mondiale si sta allontanando. “Spero di rientrare in agosto ma non ho idea dove correrò. - spiega il ventiduenne – Il rientro potrebbe avvenire nel Cir. Mi sono allenato con Pietro perché è importante avere un navigatore al fianco, ma sarà Fabrizia la coequipier ufficiale. Nei mesi che rimangono aperti alle gare penso che disputerò anche qualche rally storico”. Nel frattempo, a test conclusi, Alberto Battistolli s’è buttato a capofitto sui libri. “Conto di laurearmi in autunno. Mi mancano un paio di esami e la tesi”. Almeno con l’università il programma è rispettato. Era la condizione imposta sin
dall’inizio da papà Lucky: “Corri solo se sei in regola con il piano di studio!” Giacomo Costenaro di strada ne ha fatta parecchia. Anche duecento chilometri in un solo giorno. Ma in bicicletta, non in auto. Pedalare lo aiuta a mantenere la forma e a sgombrare la testa. Quello che avrebbe dovuto essere un anno “mondiale” si sta rivelando di una pochezza impensabile a inizio stagione quando le previsioni erano rosee e tutto lasciava presagire un impegno finalmente ad altissimo livello. “Non so cosa dire – commenta sconsolato il rallysta marosticense - il mondiale sta perdendo i pezzi e non si sa come e quando riprenderà. In Italia tutti guardano al Roma Capitale ma fintantoché non vedrò le macchine scattare dalla pedana di partenza non mi sentirò tranquillo. Sto alla finestra, come la maggior parte dei miei compagni di sfide, con la speranza che l’orizzonte si schiarisca”. “La priorità, in questo momento – ri-
Bianchini con la 037 Rally
Dino Tolfo mette alla frusta la Lancia Stratos
prende Costenaro – è il lavoro. Le aziende stanno smaltendo gli ordini che avevano in casa al momento del lockdown e non si sa cosa riserveranno i prossimi mesi. Senza ripresa economica anche le gare hanno poco senso”. Oltre alla bici, esercizio pressoché quotidiano, Giacomo Costenaro ha sostenuto un paio di test al volante. “Sono stato con Alberto Battistolli in Toscana per riprendere confidenza con la cavalleria della Skoda. Poi mi sono allenato sul circuito di Adria, alternando la Skoda alla Sierra Cosworth. È stato un modo per muovere le braccia. Sto pensando di dirottare parte delle risorse destinate al mondiale Junior al Campionato italiano su terra”. A Durlo si sono allenati anche Lucky con la Lancia Delta, Finati e Bianchini con le loro 037 Rally e il marosticense Dino Tolfo che finalmente ha potuto provare la Lancia Stratos con la quale gareggerà quest’anno.
Giacomo Costenaro con la Skoda Fabia
Tutto fermo, invece, in casa Sossella. Il settore orafo è ancora in sofferenza e l’attività sta riprendendo piano. “Non me la sento di correre con dipendenti che non sono ancora occupati a tempo pieno in fabbrica – spiega Manuel – e anche le aziende che mi sostengono nell’attività sportiva, quasi tutte del mio settore, sono alle prese con queste problematiche. Non ho stilato programmi e, almeno per il momento, non ho in previsione gare. Mi ha chiamato Loriano Norcini per invitarmial rally del Casentino ma penso che dovrà passare l’estate prima che io riprenda con i rally. Potrei debuttare col Bassano, la gara di casa alla quale tengo molto e con la quale ho sempre il conto in sospeso, a fine settembre, e poi affrontare l’Appennino Reggiano. Adesso però non sono nella condizione psicologica migliore per pensare alle competizioni. C’è il lavoro da far ripartire”.
Luigi Lucky Battistolli
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Pino Trivellato con la F. Junior
FRANCESCO TRIVELLATO
Un'immagine recente di Francesco Trivellato
di Roberto Cristiano Baggio CUORE TESTA E PASSIONE Jacopo cuore e passione, Francesco testa e precisione. I fratelli Trivellato, tra gli anni Sessanta e Ottanta, hanno monopolizzato gare su pista e salita, svezzando piloti che poi sarebbero arrivati ai vertici dell’automobilismo e consentendo a decine di privati di raggiungere traguardi prestigiosi. Con la scomparsa, il 23 maggio, di Francesco, 82 anni, (Jacopo se n’era già andato agli inizi del 2012) s’è definitivamente chiuso un capitolo dell’agonismo spinto ai massimi livelli, scritto a quattro mani con l’intelligenza coraggiosa di chi ha saputo coniugare ingegno e amore per le sfide con la quadratura dei conti e la costante crescita dell’azienda. Nell’officina aperta vicino allo stadio Menti di Vicenza sono sbocciate carriere straordinarie alimentando sogni che hanno permesso a tanti di scalare i vertici del motorismo. Il Trivellato Racing Team è stato uno straordinario trampolino di lancio per giovani di belle speranze grazie ai due fratelli che, spartitisi i compiti, hanno marciato compatti nel solco della tradizione tracciata da papà Giuseppe quando, nei primi anni Venti del secolo scorso, avviò bottega per la riparazione di moto-
cicli riscontrando subito successo. Il passaggio dalle due alle quattro ruote fu il naturale sbocco. JACOPO DEBUTTÒ NEL 1954 CON UNA TOPOLINO CHE AVEVA ELABORATO PERSONALMENTE Completati gli studi tecnici Jacopo, Pino per gli amici, cominciò a gareggiare nel 1954 con una Topolino che aveva elaborato personalmente. Le corse divennero così un punto fermo dell’attività familiare che nel frattempo s’era allargata, nel 1958, con l’avvio della concessionaria MercedesBenz per la provincia berica. Ben presto gli appassionati di bielle e pistoni presero a frequentare l’officina. Pino si spinse oltre. Dopo aver messo in campo il suo talento nella trasformazione di motori Fiat 600cc, costruì una Formula Junior, la Pm Trivellato, subito ambita dai piloti domenicali dell’epoca. Francesco, invece, si dedicava con ottimi risultati ad altre discipline e sfiorò, nel 1960, la convocazione per le Olimpiadi di Roma nella squadra ciclistica dei pistard con gli amici corregionali Sante Gaiardoni e Valentino Gasparella, oro e bronzo nel torneo della velocità, e Sergio Bianchetto e Beppe Beghetto, saliti col tandem sul gradino
ASSIEME AL FRATELLO PINO DIEDE VITA TRA GLI ANNI SESSANTA E OTTANTA AL TRIVELLATO RACING TEAM IMPEGNATO CON SUCCESSO NEI CAMPIONATI DI F.3 E F.2 CON MARCH E CHEVRON. CHIUSO CON LE CORSE SI CONCENTRARONO SULLA CONCESSIONARIA MERCEDES DANDO VITA AD UN GRUPPO CON 16 SEDI E 450 DIPENDENTI GUIDACI
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Gerard Berger con la Raltr F. 3 del team Trivellato nel 1984
più alto del podio. Lui non poté indossare la maglia azzurra perché poco prima dei giochi s’era fratturato una gamba nel corso di una kermesse al velodromo Vigorelli di Milano, tempio della pista mondiale. Oltre a pedalare giocava anche a pallacanestro e fu tra i fondatori e sponsor del Vicenza Basket. Nel Trivellato Racing Team, Pino e Francesco cominciarono a “svezzare” potenziali campioni mentre in officina, tra chiavi inglesi, pinze e cacciaviti, imparava egregiamente il mestiere Angelino Lepri, talentuoso meccanico dal piede pesante. Lepri provava personalmente le vetture preparate per i clienti e divenne il compagno ideale del conte Momo Capra con il quale s’alternava al volante nelle gare di durata sui circuiti di tutta Europa, dando vita ad una insolita quanto divertente coppia di… animali: Capra-Lepri. Il logo della Trivellato Racing
GRANDI SODDISFAZIONE IN PISTA E SALITA CON LE INVINCIBILI FIAT 128 COUPÉ Nel settore Turismo il Trivellato Racing Team si mise in luce nell’elaborazione delle Fiat 128, in particolare delle coupé. Le vetture “made in Vicenza” divennero protagoniste incontrastate
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nelle cronoscalate, con performance che spesso le proiettarono nei posti privilegiati delle classifiche assolute grazie a “manici” come Willer (Germano Prenol), Girasole (Giuseppe Gallo), Walter Donà, Dante Gargan, Cosimo Turizio e Roberto Panarotto, papà di Francesco, autore di un bellissimo libro dedicato alla berlinetta torinese. Guidare una macchina preparata dai Trivellato significava avere il massimo della “potenza” cui attingere e la certezza, se le doti non erano del tutto assenti, di inquadrare nel mirino i primi posti di categoria. Non a caso la celebre Scuderia Filipinetti instaurò un proficuo rapporto di lavoro con i due fratelli. Con l’importazione delle March, primi anni Settanta, Pino e Francesco compirono il grande salto nel professionismo arrivando alle soglie della Formula Uno, peraltro varcate in virtù di una stretta collaborazione nientemeno che con Enzo Ferrari. LELE SERBLIN CON NIKI LAUDA E CLAY REGAZZONI NELLA SQUADRA FERRARI Gabriele Serblin e Paolo Bozzetto, praticamente cresciuti in casa, sono stati tra i piloti più valenti entrati nella
Una Fiat 128 coupé preparata Trivellato
Una Fiat X 1 9 preparata dai fratelli Trivellato
squadra vicentina, prima con la F.3 e poi con la F. 2. «Pino e Francesco si compensavano e formavano una coppia ben assortita – a parlare è Lele Serblin – Uno dedito alla meccanica, l’altro all’amministrazione. Pino ai box era una sicurezza, Francesco invece ha dimostrato le sue capacità manageriali portando la concessionaria Mercedes a livelli altissimi, con 16 sedi e 450 dipendenti. Ora tutto è nelle mani del figlio Luca. Grazie al loro appoggio sono entrato nell’orbita della Ferrari e per qualche tempo sono stato la terza guida della “Rossa” ai tempi di Lauda e Regazzoni, pronto ad entrare in campo nel caso in cui uno dei due fosse stato impossibilitato a farlo.» Serblin era un pilota eclettico. Preciso al millimetro nelle traiettorie, non si tirò indietro quando i Trivellato lo iscrissero alla Trento-Bondone del 1974, cronoscalata valida per il campionato europeo. Con la March F.2 spinta da motore Bmw si classificò secondo assoluto dietro al francese Mieusset, pure lui su monoposto March, ma davanti alla Lola Bmw di Mauro Nesti. Sulla stessa lunghezza d’onda Paolo Bozzetto: «Pino dava l’anima in pista – ricorda il portacolori della March Trivellato-Cucine Elba nel 1973 (formula Tre)
e nel 1974 (Formula Due) – Francesco invece, che frequentava meno i circuiti, teneva i rapporti con clienti e sponsor. Insieme formavano una coppia affiatata. Chiuso il team e allargata la concessionaria Mercedes, mi è capitato più volte di incontrare Francesco ad Asiago. Oltre a essere uno sportivo polivalente era appassionato anche di tiro al bersaglio, disciplina alla quale si dedicava in Altopiano.» NELL’OFFICINA DI VICENZA PASSARONO TANTI TALENTI FRA I QUALI RICCARDO PATRESE, GERARD BERGER, MICHELE ALBORETO E LUCA BADOER La scommessa vinta più clamorosa fu quando, correva il 1976, puntarono ad occhi chiusi su Riccardo Patrese, che l’anno prima aveva concluso al secondo posto assoluto il campionato di Formula Italia alle spalle di Bruno Giacomelli. Chiusi i rapporti con la March divennero importatori della Chevron. Il ragazzino padovano non deluse le attese. Dodici mesi più tardi debuttò in formula uno. Talento allo stato puro. Tra i driver emergenti della Trivellato anche l’austriaco Gerard Berger, Michele Alboreto e Luca Badoer, ingaggiati successivamente dalla Ferrari.
Francesco Trivellato amava i cani da caccia
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Riccardo Patrese con la March di F.2
RICCARDO PATRESE
Riccardo Patrese con Niki Lauda e Nelson Piquet
IL CAMPIONE PADOVANO RIPERCORRE GLI ESORDI NEL MONDO DEI MOTORI E IL DEBUTTO NEL 1976 CON LA CHEVRON F.3 IMPORTATA DAL TEAM VICENTINO. AVREBBE DOVUTO SOSTITUIRE VILLENEUVE ALLA FERRARI MA IL CANADESE FECE CAMBIARE IDEA AL DRAKE VINCENDO IL GRAN PREMIO DI CASA di Roberto Cristiano Baggio LA MIA CARRIERA PARTÌ COI TRIVELLATO «Ai Trivellato devo tutta la mia carriera.» Va dritto al nocciolo, Riccardo Patrese, 256 gran premi di formula Uno alle spalle con sei successi, campione mondiale di kart 1974, sei titoli italiani assoluti, campione europeo di F.3 e tricolore di F.2, secondo assoluto in Formula Italia, dietro a Bruno Giacomelli nell’anno del debutto in monoposto, costellato da tre vittorie: Vallelunga, Mugello e Imola. Una carriera lunghissima e prestigiosa che lo ha portato ai vertici dell’automobilismo mondiale. Conclusa la stagione con la formula promozionale Patrese era rimasto al palo. «Era stata la scuderia Nettuno di Bologna a mettermi a disposizione la F. Italia nel 1975, convinta dalle mie prestazioni coi kart. A fine campionato, però, bisognava fare il salto di categoria e il team non era in grado di assicurarmi un volante. Mio padre si diede da fare per cercare degli sponsor ma non trovò aziende disposte a puntare su di me, pilota alle prime armi. L’unica persona contenta dello stallo era mia mamma Elena, insegnante di lettere, perché ai motori preferiva lo studio. All’epoca frequentavo la facoltà di Scienze politiche
e lei voleva che mi laureassi senza perdere tempo con le competizioni. Quando ormai m’ero rassegnato a chiudere con le corse e a riprendere in mano seriamente i libri, novembre da poco iniziato, arrivò la telefonata di Francesco e Pino Trivellato.» “Signor Mario – in sintesi il sunto della chiamata – avremmo pensato a suo figlio per il campionato di Formula Tre del prossimo anno. Venga a Vicenza che ne parliamo”. I due fratelli avevano appena chiuso il rapporto con la March per puntare tutto sulla Chevron. Un salto mica da poco considerato che con la Casa fondata da Max Mosley e Robin Herd avevano colto vittorie e titoli con Gabriele Serblin, Carlo Giorgio e Paolo Bozzetto. «Con una macchina nuova non potevano sbagliare. Se al mio posto avessero preso un pilota già affermato, in caso di vittorie tutti avrebbero sostenuto che erano da attribuire all’esperienza del driver. Con me al volante, invece, ipotetici successi sarebbero assegnati alle performance della monoposto e non al piede del ragazzino inesperto.» Le credenziali della Chevron erano ottime, quelle di Riccardo, pur delineate, tutte da scoprire. Mercoledì 25 febbraio 1976, al Quo Vadis di Vicenza, il Trivellato Racing Team
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Riccardo Patrese al G.P. di Ungheria con la Williams
presentò ufficialmente piloti, macchine e programmi. A Patrese, iscritto al campionato europeo di F.3, toccò la Chevron B34 con motore Toyota Novamotor. Roberto Marazzi e Willy Lovato avrebbero invece corso in formula due con la Chevron B35. Pino e Francesco Trivellato avevano trovato anche lo sponsor per il ventunenne padovano, la Stebel produttrice di trombe acustiche per auto. SCOMMESSA VINTA CON IL MECCANICO DINO “VALVOLA”, IL DIESSE UGO KLODEN E IL DIRETTORE TECNICO PAUL OWENS Riccardo Patrese non deluse le aspettative. Già forte di suo trovò un ottimo affiatamento con la Chevron e la squadra che Pino e Francesco gli avevano affiancato: il meccanico Dino “Valvola”, il diesse Ugo kloden e il direttore tecnico Paul Owens inviato a Vicenza direttamente da Derek Bennett, fondatore della casa britannica. Pino naturalmente responsabile dell’area tecnica, Francesco attento ai conti e ai rapporti con lo sponsor. Il “rookie” fu velocissimo subito. «Vinsi cinque gare: Zandvoort, Pergusa, Monza, kassel e Magione e conquistai sia il titolo europeo sia quello tricolore. Quest’ultimo non era in bilancio perché il programma prevedeva solo il torneo continentale. Ormai a fine stagione e grazie ai successi ottenuti sulle piste italiane ero però in ben piazzato in classifica. Sarebbe stato un peccato non tentare in quanto la matematica mi concedeva una grossa chance. Nella casella mancava il quinto risultato utile.
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Così mi iscrissero alla gara finale di Magione. Il favorito era Piercarlo Ghinzani, che aveva puntato tutto sul campionato nazionale, ma il pilota non era convinto della sua March. A Vallelunga, dove mi aggiudicai matematicamente l’europeo, volle a tutti i costi acquistare dai Trivellato, grazie all’aiuto del suo sponsor Allegrini, la mia Chevron. Forse pensava che avesse chissà cosa di speciale.» A motore ancora caldo i meccanici vennero a prelevarla direttamente al box e la caricarono sul camion. «Mi ritrovai così alla vigilia della corsa decisiva senza monoposto.- sorride al ricordo Patrese - A Vicenza, però, non persero tempo e ne allestirono in fretta una per me. Il primo novembre in Umbria scesi in pista con la nuova macchina che non avevo avuto il tempo di provare. Era perfetta. Vinsi la gara davanti a Oscar Pedersoli e a Lamberto Leoni e feci mio anche il titolo italiano.» AL NURBURGRING SORPRESE CONQUISTANDO LA POLE POSITION CON TRE SECONDI DI VANTAGGIO SULL’AGGUERRITISSIMA CONCORRENZA Con una stagione andata oltre tutte le più rosee previsioni, imbastire il 1977 non fu difficile. Obiettivo il campionato di formula due. All’epoca la serie era combattutissima perché scendevano nell’agone anche molti piloti di formula uno, gente col pelo alto così sullo stomaco, poco propensa farsi mettere le ruote davanti dai novellini. «Ancora con Trivellato e con la Chevron – spiega Patrese - deciso a giocare sino in fondo le mie carte. L’affiatamen-
to con il team era ottimo e la Chevron una macchina affidabile. Solo che la concorrenza era molto più agguerrita e motivata. Per dire: c’erano personaggi come Clay Regazzoni, Renè Arnoux, Didier Pironi, Eddie Cheever, Jochen Mass. E poi ancora Bruno Giacomelli, col quale m’ero già misurato. Non ti risparmiavano nulla e quando s’accorgevano che l’ultimo entrato nel giro non tirava indietro il piede, beh, ricorrevano a tutte le astuzie del mestiere per metterlo in riga.» A ventitré anni appena compiuti, Patrese si prese una soddisfazione immensa. Primo maggio. Prove ufficiali sul tracciato eterno del Nurburgring. Il padovano, velocissimo e a proprio agio nel toboga di curve e controcurve, ferma i cronometri su un tempo che ha dell’incredibile e conquista la pole position con ben tre secondi di vantaggio su Mass e Regazzoni. In gara, purtroppo, fu costretto al ritiro mentre era al comando. La super prestazione non passò inosservata e gli valse il biglietto per la formula 1. A contattarlo furono i responsabili della Shadow. «Mi offrirono la possibilità di correre a Montecarlo con la DN8, due settimane dopo la Germania. Pino e Francesco mi diedero il benestare. Il sogno si stava per avverare. Accettai, consapevole che avevo tutto da imparare. Mi preparai scrupolosamente e in prova ottenni il 15° tempo assoluto. In gara feci ancora meglio: nono al traguardo finale. Se fosse accaduto in questi ultimi anni sarei andato subito a punti...» A punto ci andò comunque a fine stagione, sul circuito di Fuji in Giappone, sesto assoluto, nel G.P vinto da James
FORMULA 1 CONTRO I SUPERJET F 104 STARFIGHTER DELL’AVIAZIONE MILITARE
DEBUTTO CON LA BRABHAM SULLA PISTA DI... ISTRANA
Hunt (ultimo successo in carriera) davanti a Carlos Reutemann (Ferrari) e a Patrick Depailler (Tyrrell P34), sufficiente a non lasciare vuota la casella della classifica finale. Nel campionato di F. 2, invece, salì quattro volte sul secondo gradino del podio e alla fine del campionato si classificò quarto assoluto nell’europeo e primo nell’italiano. La corona fu conquistata da Renè Arnoux con la Martini Mk 19 Renault, davanti a Cheever (Ralt Bmw) e a Pironi (Martini Renault). Alle spalle di Patrese si piazzò Bruno Giacomelli con la March dell’Euroracing. «Grazie alla Formula due – aggiunge Patrese – entrai in contatto con Enzo Ferrari. Il Commendatore, durante il 1977, propose ai Trivellato il motore a sei cilindri e così andai sulla pista di Fiorano per effettuare una serie di test. Alla fine optammo per il motore Bmw ma fu un’esperienza importante. L’anno dopo, ormai entrato nel circus della F. 1, mi accordai con la Arrows, fondata da Rees, Oliver e Southgate. Sulla pista di kyalami, in Sudafrica, incredibilmente mi trovai in testa e mantenni il comando sino a quando fui costretto al ritiro per il cedimento del motore. Mancavano quindici tornate dalla bandierina a scacchi.» Alla Ferrari, nel frattempo, Gilles Villeneuve, pupillo del grande capo, non manteneva le promesse e il rinnovo del contratto per l’anno successivo venne messo in dubbio. «Ferrari, in quei giorni, mi convocò nel suo studio. Mi presentai da solo, avevo 23 anni, pieno di aspettative e timori. Era informatissimo sulla mia carriera. Dopo uno scambio di impressioni mi chiese se fossi già impegnato con altri
team. Gli risposi di no. Tirò fuori dal cassetto una lettera d’intenti, una opzione, e mi chiese di sottoscriverla: nel caso in cui Villeneuve non fosse stato confermato avrei preso il suo posto. Invece Gilles subito dopo vinse il Gran Premio del Canada e a Maranello si guardarono bene dal lasciarlo partire.» Anche Brabham e Alfa Romeo nel 1978 contattarono Patrese ma il padovano non cambiò casacca, tenendo sempre stretto il pre contratto con la Ferrari. Le porte della “Rossa” avrebbero potuto aprirsi nel 1981. Al ritorno del Gran Premio del Sudafrica, Ermanno Della Casa, meticoloso direttore amministrativo, fedelissimo di Enzo Ferrari, lo convocò a Maranello. «Pensavo fosse giunto il momento atteso. Invece mi gelò. Si ritenga libero – mi disse il dirigente – perché non intendiamo esercitare l’opzione. Ci rimasi male. Pensai che a non volermi in squadra fosse l’ing. Mauro Forghieri» «L’anno successivo – conclude il campione - ingaggiato alla Brabham da Bernie Ecclestone e compagno del campione del mondo Nelson Piquet, lo incrociai ai box e gli chiesi perché non mi avesse voluto alla Ferrari. Forghieri, sorpreso, mi spiegò che non era stato lui a scaricarmi ma Marco Piccinini, direttore sportivo del Cavallino. Al mio posto prese il francese Didier Pironi.» Le stagioni successive premiarono le doti del velocissimo pilota padovano. Ottenne sei vittorie e guidò, oltre alla Brabham, anche la Williams, con la quale si classificò secondo assoluto nel mondiale del 1992. Chiuse l’attività agonistica l’anno successivo correndo con la Benetton.
Il debutto di Patrese con la Brabham BT49 avvenne sulla pista di… Istrana. Era il 21 novembre del 1981 e Marcello Sabbatini, fondatore e direttore del settimanale Rombo, era riuscito a coinvolgere nientemeno che l’Aeronautica militare per dare vita ad una epica sfida tra monoposto di F.1 e i superjet F 104 Starfighter del 51° Stormo di base nell’aeroporto trevigiano. Davanti a più di centomila spettatori, Villeneuve, Giacomelli, Patrese e il neo campione del mondo Piquet si misurarono in una serie di emozionanti duelli di accelerazione contro i caccia pilotati da Santacroce, Martinelli, Tennerello, Bono, Da Pos e De Vincenti. Teatro della sfida un chilometro di pista lungo il quale gli aerei faticavano a tenere le ruote sull’asfalto perché la spinta dei motori a reazione era impressionante. Villeneuve, con la Ferrari 126 C alla quale aveva fatto togliere l’alettone posteriore, fu il più veloce di tutti, favorito anche dal primo motore turbo montato da una “Rossa”, alla media di oltre 217 chilometri all’ora. Pure Giacomelli, l’unico ad aver effettuato una serie di prove il giorno prima, e Piquet, rispettivamente al volante di una Alfa Romeo 179 F1 e di una Brabham BT 49, vinsero i rispettivi duelli. Patrese, invece, al primo “assaggio” della Brabham con la quale avrebbe corso la stagione successiva, fu battuto dal maggiore De Vincenti che si mise alla cloche dell’aereo equipaggiato con armamento leggero.
Riccardo Patrese pilota padovano
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REGOLARITÀ COLLI ISOLANI La gara rinviata per l’emergenza Coronavirus si svolgerà domenica 5 luglio con partenza ed arrivo a Isola Vicentina. Organizza Renzo De Tomasi Colli Isolani. Giacomo Turri con la sua Fiat 128 nel 2019
SI RIPARTE IL RALLY CLUB TEAM ISOLA VICENTINA IMPEGNATO PER AGEVOLARE IL RITORNO ALLA NORMALITÀ DOPO I MESI DI STOP FORZATO DEI MOTORI
Era stata una delle prime manifestazioni a subire il rinvio a causa del dilagare del Covid-19, visto che si doveva disputare il primo marzo, ed ora la regolarità dei Colli Isolani torna a calendario, con la volontà di dare il giusto impulso verso un ritorno alla normalità anche nel settore della regolarità. Un costante impegno da parte del Rally Club Team Isola Vicentina e del suo presidente Renzo De Tomasi che nonostante la difficile situazione, hanno lavorato per la ripartenza di questa tipologia di manifestazioni, seguendo le direttive della Federazione man mano che venivano perfezionate le nuove procedure. Questo ha permesso di individuare in domenica 5 luglio la data per lo svolgimento della gara con partenza ed arrivo ad Isola Vicentina, mantenendo il programma ed il percorso invariati come la formula "tutto in un giorno". Ammesse, saranno le vetture storiche costruite sino al 31 dicembre 1990 e le moderne dall'1 gennaio 1991 in poi. Le iscrizioni, aperte dal 7 giugno, si po-
tranno inviare sino alle 20 di domenica 28. In attesa dell'approvazione delle procedure per le verifiche sportive; la consegna del materiale i gara agli equipaggi sarà effettuata dalle 8 alle 10 al Bar Happy Days in via Vallorcola ad Isola Vicentina. Ad ospitare la partenza sarà piazza Marconi, con la prima vettura al via alle 11 per farvi ritorno alle 16.35 dopo aver affrontato i circa 150 i chilometri del percorso, lungo il quale sono previste 19 prove cronometrate al centesimo di secondo. Il programma si concluderà con la cerimonia delle premiazioni, prevista per le 18. Il "Colli Isolani", come ha confermato De Tomasi, darà anche il via all'edizione 2020 del Trofeo Tre Regioni Regolarità Turistica, visto che sono praticamente definite anche le date delle altre manifestazioni aderenti tra le quali il "ValposinaValdastico", la "Coppa dei Castelli" e il "Memorial Dal Grande" sempre organizzate dal Rally Club Team.
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Costenaro al Lessinia Rally
SALVO IL TROFEO RALLY IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE SPORTIVA DAL LUNGO E GLORIOSO PASSATO AGONISTICO È RIUSCITO A TENERE IN VITA IL CAMPIONATO APERTO A TUTTI I LICENZIATI VICENTINI
Rudy Dalpozzo
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di Rudy Dalpozzo nell’ambiente delle gare automobilistiL’elezione di Luigi Battistolli alla presiche. Nei rally dell’epoca d’oro della spedenza dell’Aci Vicenza ha rappresentato cialità, oltre che con Lucky, ho condiviso un momento di svolta per l’ente berico. l’abitacolo con nomi che fanno parte delLuigi Battistolli, “Lucky” sui campi di gala storia dei motori: Amilcare Ballestrieri, ra, ci ha messo tanto del suo, trasferenMiki Biasion, Tony do in Aci le Fassina, Federico Orcompetenze professionali e la sua attitumezzano, Maurizio dine alla gestione Verini, Chicco Svizzedelle risorse umane. ro, Bobo Cambiaghi e E direi che è stato fin vivo tuttora la mia da subito un apporto grande passione, divincente. ventata una profesIl nuovo presidente sione fin dall’inizio. ha rivitalizzato tutta Oltre che copilota, l’attività dell’automosono stato team mabile club andando, fra nager, direttore sporle altre cose, a "rispoltivo, organizzatore, verare" le commissioispettore per la Fedeni, precedentemente razione, ho lavorato messe da parte. Ne con Case ufficiali fra Eddie Sciessere e Flavio Zanella al Rally Day Citsono state ripristinare tà di Schio le quali General Moquattro: la commissiotors Italia (36 anni), ne sportiva, che è la Mg-Rover (7 anni) e più importante per gli appassionati di Peugeot (2 anni). La mia è insomma una motori e poi, ancora, la commissione momissione senza fine e, anche oggi, quanbilità e sicurezza, quella turistica e quella do rivolgo uno sguardo al passato, mi dedicata alle auto prettamente storirendo sempre più conto che da quasi 50 che». anni il mio mondo è quello dello sport Quindi ha proposto al consiglio, il quale motoristico, dei rally in particolare. ha accettato con entusiasmo, la mia noOggi, come presidente della commismina alla carica di presidente della Comsione sportiva, sto informandomi di quel missione Sportiva in virtù della nostra che resta dopo l’epidemia di Covid-19, per fraterna amicizia, della lunga condivisiovalutare come procedere. ne della squadra e dell’abitacolo in Opel Prima di tutto mi preme sottolineare (Ascona 400 e Manta 400) e della mia che, con la mia commissione, ho “salvagrande esperienza maturata nella quasi to” il Trofeo Rally Aci Vicenza, visto che il cinquantennale militanza, a 360 gradi, nuovo calendario prevede tre gare per le
TRE GARE MODERNE (SCORZÈ, BASSANO E SCHIO) E TRE RALLY STORICI (LESSINIA, SCORZÈ E BASSANO) VALIDI PER PER LE RISPETTIVE CLASSIFICHE
De Rossi Team Bassano con la A 112 Abarth al Rally Città di Scorzè
Zecchin spicca il volo al Città di Scorze Tolfo-Bordin Lancia 037
moderne ed altrettante per le storiche. Per le moderne saranno quindi ritenuti validi i rally di Scorzé, Bassano e Schio mentre per le storiche i rally di Lessinia (già disputato), Scorzé e Bassano. Non ci sarà scarto, saranno ritenuti validi tutti i risultati. Credo sia importante sottolineare un aspetto che rende l’Aci Vicenza uno dei club più blasonati: oltre a Miki Biasion che non ha certo bisogno di presentazioni, se teniamo in considerazione i piloti con la nostra licenza, fra i quali Alessandro Battaglin, Luigi Battistolli, Gianfranco Cunico, Fabrizia Pons, il compianto Gianmarino Zenere e il sottoscritto, non si riescee tenere il conto a quanto ammonti il totale dei titoli conquistati fra mondiali, europei, italiani e via dicendo. Poi ci sono tutti i campionati di altre categorie sportauto, i quali danno lustro al nostro ente che, se non è il più blasonato, è sicuramente tra quelli che possono vantare maggiori successi nel nostro paese. Inoltre, l’Aci Vicenza rilascia la licenza anche ad un numero importante di scuderie e di organizzatori di levatura nazionale. E si tratta di numeri in crescita: sia come licenze sia come tessere dei soci. Come presidente della commissione sportiva mi sono anche calato nel ruolo di mediatore, una parte che mi riesce bene, per mettere d’accordo le persone tra di loro. La commissione è formata da 15 membri in rappresentanza delle scuderie più importanti e altrettanto dicasi per quanto riguarda gli organizzatori. Nell’arco di 18 mesi ci siamo riuniti per ben 14 volte! Il dibattito è sempre aperto e sereno e si cerca di ovviare ad eventuali errori e di risolvere malumori a volte sopiti. Insom-
ma, ho voluto “armonizzare” i protagonisti della scena: c’erano casi di forte conflittualità, soprattutto tra scuderie, e devo dire che ora si è creato un clima decisamente costruttivo. Organizziamo periodicamente corsi per commissari, di prima licenza, per navigatori e siamo sempre a disposizione di tutti. Nella commissione c’è anche Gilberto Pozza, da anni impegnato con il progetto Mite, dedicato agli ipovedenti. A tal proposito abbiamo allestito delle serate molto interessanti. Ritornando alla pandemia, durante il lockdown, per tenere vivo l’interesse nei confronti della nostra specialità e coinvolgere anche i giovanissimi, abbiamo organizzato il Trofeo Virtuale Rally Aci Vicenza circoscritto ai Rally di Bassano e Città di Schio ed il successo è stato immediato! Vi hanno partecipato più di trecento ragazzi e, a fine stagione, si terranno le premiazioni. Inoltre, a luglio partirà un sondaggio tra tutti i nostri licenziati per capire le loro intenzioni dopo la pausa forzata, in relazione al rinnovo della licenza, alla loro partecipazione alle gare rimanenti in modo da fare delle proiezioni sull’attività nella seconda parte della stagione. Abbiamo molti progetti nel cassetto, ma al momento riteniamo che vada data priorità alla ripresa delle competizioni. Posso solo dire che la commissione e l’Aci guardano con particolare interesse al mondo dei giovanissimi, non ancora maggiorenni, che si impegnano nelle gare virtuali, una realtà in forte crescita. In questo momento la commissione lavora con la fiducia del presidente, del consiglio e del direttore di Aci Vicenza Gian Antonio Sinigaglia.
Bianco-Lamonato al Rally di Schio con una Skoda Fabia
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ACI VICENZA E DELEGAZIONI
ORARI PER IL PERIODO DI EMERGENZA SANITARIA
SEDE AUTOMOBILE CLUB VICENZA Via E.Fermi 233 – tel 0444-966046 Ingresso contingentato per tutti i servizi: Passaggi di proprietà, patenti su prenotazione 8.00-13.00 & 13.30-16.00 sabato chiuso
ARZIGNANO Corso Garibaldi 38 - tel. 0444.672142 Ingresso contingentato per tutti i servizi passaggi, patenti, bolli, tessere 8.30 -12.30 & 15.00 -19.00 bolli sono fino ore 17.00 - tasse 8.30 -12.30 sabato 8.30 – 12.00 escluse tasse ISOLA VICENTINA Via Arasella 23 - tel. 0444.977270 Ingresso contingentato per tutti i servizi Passaggi di Proprietà su appuntamento 9.00-12.00 & 15.30-18.30 escluso sabato Tasse automobilistiche fino alle 17.30 BASSANO CENTRO Via Del Mercato 23 - tel. 0424.523868 Tutti i servizi su prenotazione Bolli dal 18 maggio con ingresso contingentato 9.00-12.00 & 15.00-18.00 THIENE Via Marconi 42 b - tel. 0445.365708
Ingresso contingentato per tutti i servizi Passaggi di Proprietà su appuntamento 9.00-12.00 & 15.00-18.00 Mercoledì pomeriggio chiuso - Escluso sabato
LONIGO Via Ognibene 31 - tel 0444.830657 - cell. 346.3985277 Ingresso contingentato per tutti i servizi passaggi, patenti, tessere, bolli 9.00-12.00 & 16.00-19.00
SCHIO Via Marconi 6 - tel. 0445.635400 Passaggi di proprietà e pratiche auto su appuntamento mattina 9.00 - 12.30 e pomeriggio 15.30 - 18.00 Ingressi contingentati e bolli solo al mattino
ASIAGO Via San Carlo 8 - tel. 0424.63958 Passaggi di proprietà e pratiche auto su appuntamento
VALDAGNO Via Dalla Chiesa 39 - tel. 0445.404424 Passaggi di proprietà e pratiche auto su appuntamento mattina 9.00 - 12.30 E pomeriggio 15.30 - 18.00 Ingressi contingentati e bolli solo al mattino
BASSANO EST Via M. Sabotino 28 - tel. 0424.513659 Ingresso contingentato per tutti i servizi Passaggi di Proprietà su appuntamento 8.30-12.30 & 15.30 -18.30 Bolli solo al mattino e nei soli pomeriggi di lunedì e mercoledì dalle 15.30 alle 18.00 (sabato pomeriggio chiuso)
BASSANO DEL GRAPPA Via Ognissanti, 17/19 – tel. 0424.522533 e-mail ag5571@saraagenzie.it ACI POINT
via Pecori Giraldi, 1 36100 Vicenza Tel. 0444.571230 info@autoscuoleacivicenza.it
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NOVENTA VICENTINA Via Prolin 76 - tel. 0444.887251 Ingresso contingentato per tutti i servizi Tasse auto solo al mattino 9.00-12.30 & 15.00-18.00 sabato dalle 9.00 alle 12.30
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FONDAZIONE MACALUSO
INNOVAZIONE TECNOLOGICA E CULTURA UMANISTICA PER VALORIZZARE L’AUTOMOBILE
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È stata presentata la Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica. Fondata in memoria di Gino Macaluso, per volontà della moglie e della famiglia, la Fondazione ha lo scopo di valorizzare l’automobile come oggetto di culto, capace di coniugare innovazione tecnologica e cultura umanistica, tradizione artigianale e bellezza del design d’avanguardia, influenzando in maniera profonda i costumi e la società del XX Secolo. La Fondazione è un omaggio a Torino, città natale di Gino Macaluso, che è stato sportivo e campione Europeo di Rally nel 1972, poi architetto e designer, imprenditore e Cavaliere del Lavoro: pur avendo compiuto la gran parte della carriera e della vita lavorativa in Svizzera e nel mondo, Macaluso era molto legato alla città dell’automobile e dell’innovazione sperimentale. La nascita della Fondazione è segno dell’eredità che Gino Macaluso restituisce alla città, attraverso l’impegno verso i giovani e le nuove generazioni che si approcciano alla passione per l’automobile, lo sport motoristico, l’innovazione e il car design. “L’automobile è stata in tutte le sue declinazioni una grande passione di Gino Macaluso: la missione della Fondazione è rinnovare il suo sentimento per l’automobile, la velocità e la sua bellezza. L’auspicio è che la Fondazione Gino Macaluso contribuisca a fare partire da Torino un’estensione della Motor Valley italiana per disegnare una nuova geo-
grafia culturale dei motori. La collezione porterà Torino nel mondo, verso i maggiori musei e istituzioni che rinnoveranno la cultura dell’automobile Made in Italy” ha dichiarato Monica Mailander Macaluso, Presidente della Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica, che aggiunge “Nel decimo anniversario della scomparsa, Stefano, Massimo, Anna, Margherita ed io intendiamo realizzare il sogno di Gino e dedicare un tributo alla sua memoria”. La celebre collezione della Fondazione Gino Macaluso è un capitale di storia del rally, che racconta l’epopea delle gare leggendarie, dei grandi piloti, delle automobili più vincenti. La collezione, costruita da Gino Macaluso, è tra le più importanti al mondo ed unica nel suo genere per il palmares delle vetture, il prestigio e l’originalità dei suoi modelli: automobili storiche da gran turismo, da rally, da pista che ripercorrono il periodo dagli anni Sessanta e Novanta del design automobilistico e del motorsport, oltre ad aver preso parte ai più importanti eventi mondiali legati alle auto storiche, diventando un punto di riferimento per studiosi, collezionisti e appassionati. “La fondazione è una testimonianza della ricchezza del patrimonio dell’automobile italiano, che non ha eguali nel mondo per design, competitività, industria e storia. L’eredità di Gino Macaluso, attraverso la mentalità internazionale
che contraddistingue la sua biografia, contribuirà a promuovere questa ricchezza e l’immagine del nostro paese e dello sport italiano nel mondo, rinnovando la passione motoristica nelle nuove generazioni” ha dichiarato Angelo Sticchi Damiani, Presidente dell’ACIAutomobile Club d’Italia e membro dell’advisory board della Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica. Avvalendosi della collezione, la Fondazione intende dare seguito e corpo a quelli che erano il sogno e la passione di Gino Macaluso, che considerava l’automobile “la più intensa delle espressioni della creatività del ventesimo secolo”. Partendo dall’esperienza di Gino Macaluso nella professione di designer e della passione per gli oggetti d’arte, la Fondazione intende sviluppare un programma culturale capace di far dialogare il design automobilistico con le arti moderne e contemporanee. L’emergenza sanitaria ha imposto una riorganizzazione delle attività per il 2020; annullati gli appuntamenti all’estero e in Italia in primavera- estate, la Fondazione Gino Macaluso parteciperà ad alcuni tra i più importanti eventi automobilistici a partire dall’autunno: il Milano Monza Open Air show, in programma tra l’auto-
dromo di Monza e la metropoli lombarda dal 29 ottobre al 1 novembre, e Goodwood Festival of Speed a luglio 2021. A dicembre 2020, le automobili della Fondazione Gino Macaluso saranno protagoniste di “The Golden Age of Rally -
Le grandi sfide”, una grande mostra sulla storia dei campionati mondiali di rally, che inaugurerà a Torino al MAUTO- Museo Nazionale dell’Automobile (3 dicembre 2020 – 9 maggio 2021); a seguire l’esposizione si muoverà per un road show tra l’Europa, gli Stati Uniti e il Giappone. Le prime tappe previste sono al Louwman Museum a L’Aia e Autoworld a Bruxelles. Sempre in autunno, in occasione dei 10 anni della scomparsa di Gino Macaluso,
sarà pubblicato il volume “Mac-la Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica” dedicato all’uomo, al pilota e all’imprenditore, con tante testimonianze, edito da Rizzoli. La Fondazione ha inaugurato il rinnovato spazio alle porte di Torino: un’autentica wunderkammer, una “camera delle meraviglie” dedicata alla storia dell’automobile, dove sono conservati i gloriosi esemplari del motorsport, insieme all’officina per il restauro dell’auto storica, l’archivio e la biblioteca dell’automobile. La cerimonia di inaugurazione è stata celebrata con un dialogo online tra Monica Mailander Macaluso, presidente della Fondazione, insieme a Stefano, Massimo, Anna e Margherita Macaluso, figli di Gino Macaluso, connessi dalla rinnovata sede della Fondazione, e illustri ospiti del mondo dell’automobile: Lord Charles Richmond, Duca di Richmond e Gordon e promotore dei più importanti eventi di auto d’epoca al mondo, il presidente dell’ACI-Automobile Club d’Italia Angelo Sticchi Damiani, presidente Commissione Auto Storiche ACI e FIA, Stefano Domenicali, CEO Lamborghini e il campione del mondo di rally Miki Biasion.
La Lancia Stratos di Eric Comas alla Targa Florio
LA TARGA FLORIO RIMANE A PALERMO IL PRESIDENTE ANGELO STICCHI DAMIANI HA RASSICURATO IL SINDACO DI PALERMO, LEOLUCA ORLANDO, SULLA MANIFESTAZIONE CHE SI SVOLGERÀ IL 13 SETTEMBRE. L'OBIETTIVO È DI REPLICARE IN SICILIA L'ESPERIENZA DEL GRAN PREMIO D'ITALIA DI F1 E DEL RALLY ITALIA SARDEGNA NEL WRC, CON UN PROGETTO DI AMPIO RESPIRO CHE TUTELI IL FUTURO DELLA MANIFESTAZIONE SICILIANA. La Targa Florio è la più antica gara italiana. Nata come prova di velocità lungo il circuito stradale delle Madonie, è stata trasformata negli anni Settanta in rally. Gara dal fascino immutato, quest’anno ha corso il rischio, a causa della pandemia, di essere annullata. Invece, grazie agli sforzi di Aci Italia, è stata inserita nel calendario nazionale. Si svolgerà il 13 settembre e sarà valida per il Campionato italiano rally. Recentemente erano s’erano levate voci circa una “delocalizzazione” della manifestazione tanto che il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, aveva interpellato in proposito il presidente Angelo Sticchi Damiani. La risposta del primo rappresentante dell’Automobile Club d’Italia, non s’è fatta attendere. “Vorrei anticiparle– ha scritto Sticchi Damiani a Orlando – che non è assolutamente prevista nessuna delocalizzazione né del marchio né dell’evento Targa Florio, e che l’impianto
denominato ‘Floriopoli’ non è interessato alla vicenda”. Il Presidente Sticchi Damiani ha colto l’occasione per ricordare che, “da sette anni, l’Automobile Club d’Italia – in collaborazione con ACI Sport - sta sostenendo un grande sforzo, non solo organizzativo ma anche economico, per realizzare e promuovere sia il ‘Rally Targa Florio’ che la ‘Targa Classica’, manifestazioni formalmente organizzate dall’AC Palermo, che nel 2013 versavano in serie difficoltà”. “Il nostro obiettivo – ha concluso il presidente dell’ACI - è quello di replicare la ‘politica’ vincente, adottata per garantire un futuro, nei rispettivi Mondiali, al Gran Premio di Formula 1 di Monza e al Rally Italia Sardegna: uscire, cioè, dalla logica degli interventi anno per anno, per dar vita a un progetto di ampio respiro e di lungo termine, che permetta a una delle più belle manifestazioni dell’automobilismo sportivo mondiale di avere un futuro all’altezza del suo grande passato”.
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IL COMITATO ORGANIZZATORE HA INIZIATO I PREPARATIVI PER LO SVOLGIMENTO DELLA PROVA UMBRA DEL CAMPIONATO ITALIANO VELOCITÀ MONTAGNA IN PROGRAMMA A GUBBIO IL 21-23 AGOSTO NEL PIENO RISPETTO DELLE NORMATIVE ANTI COVID-19. CAMBIA LA ZONA PADDOCK
RITORNO IN… SALITA Saltata la gara del Costo che avrebbe dovuto aprire la serie delle prove in salita, a Gubbio sono iniziati i preparativi per lo svolgimento del 55° Trofeo Luigi Fagioli, una delle cronoscalate più belle e importanti del calendario nazionale. Il Comitato Eugubino Corse Automobilistiche ha ripreso l'attività dopo il forzato stop imposto dalle restrizioni legate alla diffusione del covid-19 ed è al lavoro sull'edizione 2020 della classica competizione umbra che ogni anno vede al via molti piloti veneti. Organizzata dal comitato presieduto da Luca Uccellani, sotto l'egida di ACI Sport e in collaborazione con il Comune di Gubbio, la gara è valida per il Campionato Italiano Velocità Montagna (CIVM) ed è in programma nel weekend del 21-23 agosto lungo il tracciato di 4150 metri che dalle porte della città medievale sale a Madonna della Cima attraverso la Gola del Bottaccione.
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Viste le disposizioni governative, il comitato organizzatore predisporrà quanto necessario affinché l'evento si tenga nel pieno rispetto delle normative anti covid-19 e dei protocolli sportivo-sanitari richiesti. Una delle più importanti variazioni riguarderà la collocazione del paddock, che sarà necessariamente spostato dall'usuale ubicazione della zona intorno al Teatro Romano a quella circostante lo stadio “Pietro Barbetti” per il fatto che dovrà essere un'area protetta e accessibile ai soli piloti e addetti ai lavori. Al momento la disputa delle manifestazioni sportive è prevista a porte chiuse e gli organizzatori della cronoscalata eugubina proseguiranno il confronto con istituzioni e federazione per adottare ed eventualmente aggiornare tutte le misure previste, con l'auspicio che la situazione sanitaria legata alla diffusione del covid-19 continui a migliorare.
PRATICHE AUTO
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Assistenza pratiche automobilistiche, Ufficio soci, Riscossione Tasse automobilistiche e Contenzioso Regione: ORARI DI APERTURA AL PUBBLICO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì
8.00 8.00 8.00 8.00 8.00
13.00 13.00 13.00 13.00 13.00
13.30 16.00 13.30 16.00 13.30 16.00
L'ufficio Tasse automobilistiche (bolli) rimane CHIUSO il sabato mattina
I protagonisti della gara di golf
in scena sul greenj dei Colli
Berici
I premi per i partec ipanti
lla uida de lli alla g Battisto
minicar
Osservatori inte ressati
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FERRARI… PIGLIATUTTO UNA GIORNATA DA COPERTINA HA FATTO DA SCENARIO ALLA TAPPA LOCALE DEL CAMPIONATO ITALIANO ACI GOLF 2020 SUL CAMPO DEL GOLF CLUB COLLI BERICI
Battistolli premia Ferrari
Il Golf Club Colli Berici ha ospitato nella prima domenica d’estate la tappa vicentina del Campionato italiano Aci Golf 2020: sole, cielo blu ed un panorama mozzafiato sono stati la cornice di una gara che, organizzata a tempo di record dopo il via libera alle competizioni agonistiche bloccate a lungo dall’emergenza Coronavirus, ha visto al via una quarantina di iscritti, tutti soci ACI. “Questo é un circuito importante – ha sottolineato il presidente del Golf Club Berici Alessandro Belluscio – che viene ospitato nei più importanti golf italiani”. “Ringrazio dell’ospitalità – ha aggiunto il presidente di ACI Vicenza Luigi Battistolli – in quella che é stata una giornata straordinaria. Credo che panorami come questo si vedano raramente. Ringrazio inoltre il nostro direttore Gian Antonio Sinigaglia che ha voluto fortemente questa manifestazione con mia grande soddisfazione e dei consiglieri qui presenti che con me sostengono l’Automobile Club, che è un grande valore anche per la comunità del Vicentino. E, naturalmente, complimenti ai vincitori, tra cui l’amico Alberto Ferrari.” Proprio Ferrari, prima delle premiazioni, ha condotto Battistolli in un “tour” del campo spiegandogli le difficoltà di un percorso fatto di saliscendi che mette alla prova anche i golfisti più bravi. “E poi insegna anche a guidare le golf car sulle stradine del nostro percorso” ha scherzato. Passando ai risultati in Prima categoria il successo é andato al... padrone di casa Alberto Ferrari, che ha preceduto Paolo Piana e Vittorio Caneva, entrambi del Golf club Colli Berici. Un’altra Ferrari, Marta, figlia di Alberto, si è aggiudicata invece il primo netto in Seconda categoria davanti a Fabio Bacchin e Massimiliano Floris (Ca’ della Nave). In Terza categoria ad imporsi è stato Alessandro Corredig (Udine): alle sue spalle Michele Sutto (Tourist Golf) e Paolo Fasano (Grado). Il 1° lordo l’ha ottenuto Mario Odinelli (Le Vigne) mentre i premi lady e gentlemen sono andati rispettivamente a Marina Zappettini (Le Vigne) e a Carlo Molon. Lo stesso Molon ha fatto registrare il “nearest to the pin” alla buca 9 sponsorizzato da Caffe del Doge mentre Marta Ferrari, sempre per il nearest to the pin, ma alla buca 11, ha vinto il premio messo in palio da Auricchio. Per i vincitori il “pass” per le finali del Campionato in programma a Tenerife dal 19 al 26 ottobre.
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SULLA PISTA DI ALBETTONE LE PRIME SGASATE PER GLI APPASSIONATI DELLE DUE RUOTE DOPO LO STOP IMPOSTO DAL CORONAVIRUS
FUORI LE MOTO
di Emiliano Barban - Delegato FMI-CONI Domenica 19 maggio 2020 sarà un giorno che tutti gli appassionati di motociclismo ricorderanno per aver potuto tirar fuori dai propri garage le moto e portarle finalmente, dopo mesi di chiusura forzata tra le pareti domestiche, in pista dove si sono potuti sfogare nei circuiti appositamente preparati per accogliere tantissimi appassionati, rispettando però le regole imposte. La pandemia aveva costretto tutti a rimanere con i propri mezzi relegati in casa lucidandoli e preparandoli, in funzione di questa riapertura. Questo importante risultato per cui lo sport motociclistico è stato uno dei primi ad essere riaperto è frutto delle continue ed importanti mozioni fatte dall'assessore regionale Gianpaolo Bottacin e dal consigliere regionale Joe Formaggio, ormai da più di un decennio impegnato e sempre vicino ai motociclisti, in special modo a quelli vicentini. E la settimana che ha preceduto il rombare dei motori è stata impegnativa per tutti i soci del motoclub Albettone nel preparare al meglio il circuito che, lo ricordiamo, ha ospitato negli anni '90 gare del mondiale motocross. La domenica mattina, uno in fila all'altro, camper, furgoni e auto con carrelli per trasportare le moto aspettavano di essere controllati dai ragazzi del motoclub: a tutti veniva misurata la temperatura e, dopo aver eseguita una prima sanificazione, armati di mascherina e guanti, venivano accompagnati nelle aree a loro assegnate affinché rimanessero lontani gli uni dagli altri per garantire la massima
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sicurezza. Bellissimo vedere da lontano la collina del circuito colorata dai molti mezzi arrivati per l'occasione. "Sono passati solo due mesi, ma sembrava un'eternità non poter correre": così hanno detto i piloti che hanno avuto la possibilità di correre per tutta la giornata dalle ore 10 alle 16, oltretutto assieme ad un grande campione del mondo, sebbene molto giovane, il vicentino Andrea Verona. Tutto si è svolto nel miglior dei modi e, sebbene la voglia fosse tanta, anche questa volta i motociclisti hanno dato segno di correttezza e del rispetto delle regole. Il delegato FMI Vicenza Emiliano Barban assieme ai presidenti dell'AICS Elio Rigotto ed al presidente CSEN motociclismo Francesco Meneghini, parte attiva della giornata e presenti per l'occasione, hanno voluto ringraziare il consigliere Joe Formaggio per il suo costante impegno e per il risultato ottenuto, con una menzione speciale per i ragazzi dell'Mc Albettone, dal presidente Valentino ai vari Claudio, Franco e ai tantissimi altri che hanno avuto parte attiva per il buon esito della giornata. I motociclisti, però, non si erano mai fermati: infatti parecchi, sia in città che in vari paesi vicentini, si sono adoperati, su invito del delegato provinciale, nel mettersi a disposizione della protezione civile, nell'aiutare persone anziane o malate, portando a casa la spesa oppure medicine oltre, a raccogliere fondi o viveri per consegnarli ai bisognosi che, ultimamente, a causa dell'emergenza Covid-19, sono diventati moltissimi.