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REB Councours
from GuidAci numero 6 anno 2022
by ACI
Una Porsche vicentina tra le 70 bellezze a Villa Fiorano a Roma
Presente Roberto Bruttomesso con la sua 356 cabrio del 1963. La passione per i motori è nata da bambino lungo la Salita del Costo seguendo il papà commissario sportivo e coltivata negli anni frequentando le fiere del settore in Italia e all’estero
■ La splendida cornice della Villa di Fiorano a Roma ha ospitato la terza edizione del The Reb Concours (Rome Eternal Beauties). All’evento hanno partecipato ben 70 vetture, prodotte tra gli inizi del Novecento fino alle più recenti youngtimer. In gara sono state presentate importanti auto storiche suddivise in sei categorie differenti: italiane, americane, Jaguar (categoria che ha voluto celebrare i cento anni del marchio), youngtimer, sport ed open. E proprio nella categoria open ha tenuto alti i colori di ACI Vicenza la bellissima Porsche 356 cabrio del 1963 di Roberto Bruttomesso, presidente onorario di Boschetti & Stefani srl dell’agenzia Sara assicurazioni Vicenza ovest. Fuori concorso altre nove automobili, due motociclette e quattro sidecar. Tra gli illustri ospiti dell'evento il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, presidente della Giuria del "Roma Eternal Beauties” – the Reb Concours. “ACI Storico promuove con decisione ed entusiasmo il REB Concours - Roma Eternal Beauties e di conseguenza non poteva mancare all’edizione 2022” - ha dichiarato il presidente dell’Automobile Club d'Italia Angelo Sticchi Damiani, presente al concorso - Questa manifestazione, che parla di storia e di bellezza nel campo del motorismo storico, rappresenta ormai un appuntamento imperdibile per appassionati e cultori della materia, ma anche per tutti coloro che si avvicinano a questo mondo con meno esperienza ma con grande curiosità ed attenzione". “Posso dire che al REB si è creato davvero un clima particolare e unico – gli fa eco Roberto Bruttomesso – Merito delle splendide auto
Manifestazione promossa da ACI Storico per esaltare la bellezza delle auto d'epoca
e dei personaggi prestigiosi del mondo dello spettacolo, dei media e delle istituzioni presenti: troppo lungo elencarli tutti, ma penso ad esempio a Tomaso Trussardi, Giusy Versace, ai giornalisti RAI e Mediaset, a David Giudici direttore di Ruoteclassiche, Andrea Biondetti nipote del famoso pilota Clemente Biondetti oltre naturalmente al ministro Enrico Giovannini e al presidente dell’Automobile Club d’Italia Angelo Sticchi Damiani che si è complimentato con il nostro presidente Luigi Battistolli per il recente raduno di auto storiche organizzato a Vicenza. Ma il clima umano era “speciale” anche e soprattutto perché i presenti erano di fatto esclusivamente i proprietari e i collezionisti di queste auto meravigliose, facilitando, di fatto, i contatti tra le
persone. Tutti avevano la stessa sensibilità, gli stessi interessi. Dovunque ci si fermasse si sentivano raccontare storie di auto, di motori, di ritrovamenti, di restauri, storie di uomini e donne accomunati da un unico grande amore”. E la passione, accompagnata dalle emozioni, era anche il filo conduttore del concorso: “Non si trattava di un concorso “classico” – spiega Bruttomesso - in cui veniva valutata la rispondenza all’originalità di ogni componente della vettura, la fedeltà del restauro o della conservazione. I giurati, infatti, sceglievano piuttosto in base all’emozione che l’auto suscitava in loro. Del resto, anche io provo qualcosa di assolutamente speciale non solo quando guardo la mia vettura, ma ogni volta che mi metto alla guida. Mi sembra di tornare indietro nel tempo, di vivere come per magia nel passato”. Un passato che diventa presente non senza un nostalgico amarcord: “La mia passione per le auto d’epoca nasce proprio dall’emozione che mi suscitano. Le vetture di oggi, infatti, tendono ad omologarsi. E’ difficile distinguere un’autovettura tedesca da una giapponese o una francese. Tutte ricercano l’aerodinamica e l’ergonomia. Invece, come capita alla Fiera di Padova, scopri auto che hanno ciascuna un design e una personalità definita e diversa da tutte le altre. Sono le auto della storia no-
Oltre 70 macchine presenti, suddivise in sei categorie, hanno emozionato gli ospiti affascinati dalla magia e dall'originalità del passato
stra e delle nostre famiglie, le auto sulle quali abbiamo imparato a guidare o che da ragazzi sognavamo un giorno di possedere: la Citroen DS ci faceva venire in mente uno squalo, la Renault R4 su cui fantasticavo di partecipare alle prime Parigi-Dakar, la Bianchina come quella di mia madre su cui imparai a guidare e via via fino alle sportive. La Fiat 124 Spider, l’Alfa 1300 GT Junior, la Renault Alpine e le Porsche che si davano battaglia alla Salita del Costo a cui assistevo giovanissimo accompagnato da mio padre che era commissario sportivo di ACI Vicenza”. Una passione nata da bambino e che poi Roberto Bruttomesso ha coltivato diventando grande: “Negli anni ho sempre visitato la Fiera di Padova, ma anche più volte quella di Essen e e di Stoccarda. Ho letto la storia della famiglia Porsche, un “romanzo” che narra di questi uomini che, nel dopoguerra, realizzano in un fienile di Gmuend in Austria un’auto sportiva che inizierà a vincere tutte le competizioni nella sua categoria e diverrà il marchio che ad oggi più di ogni altro ha collezionato successi nel mondo automobilistico. Ho frequentato l’interessante corso di restauro per auto d’epoca di quel “piccolo” grande Museo dell’auto che è il Bonfanti-Vimar di Romano d’Ezzelino. L’allora suo presidente, il grande ed autorevole Nino Balestra, ha incoraggiato e fatto crescere la mia passione”. Al Reb Concours era presente con la sua Porsche gialla: “La “356” con cui sono andato a Roma, dandomi il cambio con il mio navigatore Mauro Moro di Officina Classica, è l’anello di congiunzione tra la Porsche degli esordi e l’eterna 911, il design più longevo nella storia dell’automobile". Per la cronaca il premio nella categoria “open” (scoperte), quella in cui gareggiavo, è andato sempre ad una Porsche, la nobile 356 Speddster, bellissima. Ma mai come questa volta l’importante era partecipare”.