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RIVISTA DELL'AUTOMOBILE CLUB DI VICENZA anno 7 - numero 3 - dicembre 2020 REG.TRIB VICENZA N. 1499/14 del 21/05/2014 www.vicenza.aci.it

Battaglin asso pigliatutto


GuidACI Guid ACI dicembre 2020

Per tornare a correre LUIGI BATTISTOLLI Ed eccoci qui a salutare un 2020 che, fuori da ogni dubbio, verrà ricordato come un “annus horribilis”. A dispetto di ciò l’ Automobile Club Vicenza ha sempre garantito la piena continuità dei servizi pur tra mille difficoltà. La prima… ondata ci ha sorpresi a Bassano del Grappa in occasione del Rally Meeting organizzato da Miki Biasion. Ma non ci siamo fermati e, nel contempo, ACI Vicenza non è venuto meno al suo ruolo sociale. Ha attivato l’iniziativa benefica “PensACI” a favore delle case di riposo i cui ospiti sono stati tra i più colpiti dal Covid-19: importante la risposta in termini di generosità di privati e associazioni con il ricavato distribuito secondo criteri rigorosamente oggettivi da U.R.I.P.A e dal suo presidente Roberto Volpe, amministratore della Fondazione Marzotto. Un pensiero agli anziani, ma lo sguardo rivolto anche ai giovani con la rinnovata adesione per l’anno scolastico 2020-21 al progetto “La Strada Giusta” che porta l’educazione e la sicurezza stradale all’interno delle scuole superiori di Vicenza e provincia. E non dimentichiamo certo i

soggetti più fragili: il 3 dicembre è ricorsa la “Giornata Mondiale delle persone con disabilità”, ma il nostro impegno è quotidiano per far sì che vengano eliminate le barriere e sia davvero consentita una circolazione accessibile a tutti. Non è mancato poi l’impegno dell’ente nello sport automobilistico. Pur tra mille difficoltà, cancellazioni e vincoli si è svolto regolarmente il 2° Campionato Rally ACI Vicenza grazie al supporto della Commissione sportiva dell’Automobile Club Vicenza presieduta da Roberto Dalpozzo. Un duplice ringraziamento si impone. Il primo agli organizzatori dei rally Città di Bassano e Città di Schio, capitani coraggiosi che hanno fatto prevalere il cuore sulla ragione. Il secondo grazie è per il Prefetto e gli enti locali che hanno consentito lo svolgimento delle gare automobilistiche del nostro territorio, un modo per testimoniare che, a dispetto dell’emergenza sanitaria, la vita va avanti. A nome mio personale e dell’Automobile Club Vicenza auguro a tutti, in particolare ai nostri soci, un Buon Natale e un 2021 che riporti la serenità.

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SOMMARIO ACI INFORMA 3 Editoriale 6 Elezioni ACI Angelo Sticchi Damiani 8 Strade Sicure

Monopattino in regola

20 Trofeo Rally ACI

Brindisi in "Coppa"

33 Trofeo A112 Abarth

Fucina di campioni

RALLY 10 Costa Smeralda

22 Città di Schio

Il grande ritorno

28 Città di Bassano

Undici volte Battaglin Premiata ditta Nerobutto L'esempio di Remigio

34 Coppa Colli Berici

Fabbri sale sicuro in vetta

42 Città di Scorzè

Rotto il... ghiaccio

43 Calendario

Auto moderne 2021

MOTO 36 Milano Taranto

Mi-Ta nel cuore L'ultima corsa

RUBRICHE 40 Proposte di lettura

Libri sotto l'albero

44 Servizi e sport

Il valore aggiunto

48 Lanciavamo

L'elefantino volante

46 Coppa Attilio Bettega

Su e giù per le Dolomiti

Lucky pigliatutto

14 Tuscan Rewind

Sinfonia tricolore

19 Calendario

Auto storiche 2021

Rivista fondata da ROBERTO CRISTIANO BAGGIO

segreteriavi@acivicenza.it Via Enrico Fermi 233, Vicenza Telefono 0444/568689


PRESIDENTE ACI

ANGELO STICCHI DAMIANI

Il presidente uscente riconfermato alla guida dell’Automobile Club d’Italia per il quadriennio 2021-2024 con oltre il 94 per cento dei voti

Occhio di riguardo per le competizioni automobilistiche: oltre 800 gare all’anno distribuite nelle varie discipline L’Assemblea dell’Automobile Club d’Italia ha confermato Angelo Sticchi Damiani presidente dell’ACI per il quadriennio 2021-2024, con oltre il 94 per cento dei voti. Leccese, coniugato, due figli, ingegnere civile e stimato progettista di infrastrutture stradali, Sticchi Damiani è al suo terzo mandato al vertice dell’associazione degli automobilisti italiani. DIGITALIZZAZIONE Sotto la sua presidenza, l’ACI ha “cambiato passo”, a partire dall’importante impulso alla digitalizzazione del PRA, oggi l’amministrazione pubblica più avanzata nella dematerializzazione dei documenti e nella semplificazione dei servizi a utenti privati e operatori professionali, con l’80 per cento delle operazioni richiedibili da remoto, via mail o Pec. Sforzo enorme che si affianca alla avanzata progressiva attuazione, 6

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in piena collaborazione con il MIT, del Documento unico che unifica la Carta di circolazione e il Certificato di proprietà. Digitali - tramite sito ACI o semplici App per smartphone – sono anche quasi tutti i servizi di ACI per l’automobilista, dal pagamento del bollo allo storico soccorso stradale, dall'avviso di annotazione sul proprio veicolo di un fermo amministrativo, all’avviso di scadenza della patente. SICUREZZA STRADALE Forte anche l’impegno della presidenza Sticchi Damiani sul fronte sicurezza stradale con ricerca, formazione e informazione, in particolare per la sicurezza dei pedoni e dei ciclisti, che sulla strada sono i più vulnerabili e ancora troppo spesso vittime. Un impulso concreto in questo senso è stato dato dalla creazione dei Centri di guida sicura, da periodiche campa-

gne nazionali di sensibilizzazione, dallo studio e proposta di soluzioni per ridurre l’incidentalità, dal costante contributo legislativo al Codice della strada, per improntare le norme al rispetto e alla responsabilità prima che alla sanzione, per sua natura successiva all’infrazione. AUTOMOBILISMO SPORTIVO È grazie alla passione e all’impegno di Sticchi Damiani se è stato possibile conservare in Italia le più importanti competizioni internazionali, a iniziare dal Gran premio di Monza di formula 1, potenziando, al contempo, il movimento sportivo di base: oltre 800 gare all’anno nelle diverse discipline, kart, rally, corse in salite, gare di regolarità. Uno sforzo non per pochi come si potrebbe pensare, anche perché le competizioni automobilistiche sono il principale vettore delle nuove tecnologie che ven-

gono poi applicate ai nostri veicoli, e concorrono anche al Pil del comparto turistico, portando nel mondo l’unicità dell’Italia, anche attraverso competizioni storiche come Mille Miglia o Targa Florio. MOBILITÀ DI DOMANI Ma il grande lavoro di questi ultimi anni, quello più impattante nella vita di ognuno, è l’impegno portato da ACI per comprendere, definire e attuare la mobilità di domani. Su questo punto il pensiero di Sticchi Damiani è chiarissimo: oggi non esiste qualità della vita senza una qualità della mobilità e le nuove tecnologie - auto elettriche, semi-elettriche, a guida autonoma, connesse – sono fondamentali per pensare

alla nuova mobilità ma da sole non bastano a ridurre l’inquinamento da traffico, ad aumentare la sicurezza e a migliorare la sostenibilità economica. Su questa base ACI, prima ad aver portato il car sharing in Italia e prima a realizzare una rete di ricarica per auto elettriche, è diventata centrale nella trasformazione della mobilità con l’obiettivo dichiarato di contribuire allo sviluppo del Paese e al benessere degli italiani. Una sfida dai tempi lunghi, che richiede nuove e diverse infrastrutture, un differente e diffuso approccio dei cittadini, una volontà concorde tra i diversi attori pubblici, a iniziare dai Comuni, e tra i protagonisti privati, a iniziare dai Costruttori.

Oggi non esiste qualità della vita senza una qualità della mobilità e le nuove tecnologie - auto elettriche, semielettriche, a guida autonoma, connesse – sono fondamentali per pensare alla nuova mobilità ma da sole non bastano a ridurre l’inquinamento da traffico, ad aumentare la sicurezza e a migliorare la sostenibilità economica. Su questa base ACI, prima ad aver portato il car sharing in Italia e prima a realizzare una rete di ricarica per auto elettriche, è diventata centrale nella trasformazione della mobilità con l’obiettivo dichiarato di contribuire allo sviluppo del Paese e al benessere degli italiani. Una sfida dai tempi lunghi, che richiede nuove e diverse infrastrutture, un differente e diffuso approccio dei cittadini, una volontà concorde tra i diversi attori pubblici, a iniziare dai Comuni, e tra i protagonisti privati, a iniziare dai Costruttori. La terzietà di ACI, l’essere un soggetto pubblico ma a base associativa dotato di competenza ed esperienza centenaria, la rende il soggetto ideale per dare ordine e impulso all’ammodernamento della mobilità italiana, individuale e collettiva, condivisa e delle merci, che è uno dei principali asset competitivi tra le economie nazionali. La vera sfida del XXI secolo, che certamente segnerà la prossima presidenza e i prossimi anni di attività dell’Automobile Club. dicembre 2020 | GuidACI

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STRADE SICURE

SERGIO MAISTRELLO

Monopattino in regola Il mezzo su due ruote rappresenta una rivoluzione nella mobilità urbana, ma attenzione ai pericoli Forse qualcuno potrebbe pensare che l’incremento dei monopattini circolanti sulle strade italiane sia dovuto agli incentivi del Governo per l’acquisito di questi veicoli. In realtà, nei primi nove mesi del 2019, secondo alcuni dati, sono state vendute 35mila mini-due ruote elettriche contro le 10mila (+250 per cento) dello stesso periodo dell'anno precedente. Ad esempio un modello della Segway è entrato nella top ten dei prodotti più comprati su Amazon Italia sia in occasione del “Black Friday” che del “Cyber-Monday”. Giovanni Testa, responsabile di Nilox, uno dei leader tricolori del settore, ha affermato sul tema: "Siamo all'inizio di una rivoluzione nella mobilità urbana. Primo passo: l'arrivo in tempi stretti nelle strade di 8

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molte città di grandi flotte a noleggio”. Negli Usa le corse in monopattino in affitto hanno superato, infatti, per la prima volta quelle delle bici con 34,5 milioni di viaggi nel 2018. A Los Angeles, capitale mondiale del settore, ne circolano 36mila. L'assalto a New York è stato stoppato dal veto del sindaco Bill De Blasio. Ma il virus ha iniziato a contagiare l'Europa. Sulle strade di Parigi (dove le "trottinettes" hanno tagliato di dieci minuti i tempi del pendolarismo) ci sono 22mila mezzi di 11 aziende differenti. Recentemente con la legge di Bilancio l’Italia ha equiparato i monopattini elettrici alle biciclette con tutti i pro e contro che ne derivano. E se è fuori dubbio che tale veicolo potrà portare ad una

diminuzione del traffico, è altrettanto evidente che molte sono le problematiche a cui si andrà incontro. Innanzitutto bisogna precisare che i mezzi in questione devono avere un motore elettrico di potenza non superiore a 500 watt; per la loro conduzione occorre avere compiuto i 14 anni; al di sotto dei 18 anni è obbligatorio il casco protettivo; bisogna ssere dotati di campanello acustico; da mezz’ora dopo il tramonto, durante tutto il periodo di oscurità, e di giorno, qualora le condizioni atmosferiche richiedano l’illuminazione, devono essere equipaggiati con luci bianche o gialle anteriori e con luci rosse e catadiottri rossi posteriori per le segnalazioni visive. In assenza di questi requisiti non vanno utilizzati, ma

solamente condotti a mano. Inoltre, non possono avere seggiolini per il conducente (altrimenti sono considerati ciclomotori); possono circolare sulle strade urbane con limite di 50 km/h e sulle strade extraurbane solo all'interno delle piste ciclabili; non possono superare i 25 km/h (6 km/h nelle aree pedonali); entrambe le mani devono essere libere e impugnare il manubrio; non possono trasportare niente e nessuno; non occorre alcuna patente di guida; non è obbligatorio assicurare il veicolo. Ad una prima lettura é già evidente che molte di queste regole sono palesemente disattese. Sono stati fermati conducenti di monopattini anche in… autostrada. Ho visto personalmente bambini al di sotto dei 14

anni alla guida di monopattini, come più volte ho visto genitori con a bordo in proprio figliolo. Mi soffermerei su un altro aspetto importante, la mancanza dell’obbligo assicurativo. Non voglio immaginare cosa possa succedere ad una famiglia nel caso in cui il proprio figlio causi un incidente provocando magari danni a cose o peggio ancora a persone. L’assicurazione del mezzo al momento non è ancora obbligatoria, ma la si può fare. Assicurare un monopattino è molto semplice e, nello stesso tempo, economico. Dal punto di vista del codice della strada, un conducente deve seguire tutte le regole che riguardano i motorini, tuttavia dal punto di vista assicurativo il proprietario

del monopattino ha notevoli sconti. Questo non solo è dovuto alla dimensione davvero piccola del motore, alla sua velocità massima raggiungibile bensì alla natura stessa del motore, essendo elettrico a batteria. E se conviene senza dubbio essere assicurati, bisogna tener conto che la guida di questo veicolo comporta dei pericoli. L’Italia ha avuto il suo primo morto in monopattino elettrico: un sessantenne di Selva Malvezzi investito mentre circolava col suo veicolo a due ruote all’interno di una rotatoria a Budrio (Bologna). Urtato da una Renault è caduto per terra sbattendo la testa. E allora bisogna fare una riflessione: é un mezzo utile per districarsi nel traffico, per il piacere di poter circolare anche nei centri storici, ma richiede destrezza, caratteristica tipica dei giovani e nel contempo estrema prudenza perché ha dei margini di insicurezza elevati. Il problema è che spesso il confine tra mobilità e divertimento è troppo labile. Vedo spesso dei comportamenti di guida che definirei… goliardici. Le regole del Codice della strada vanno osservate sempre. Occorrono messaggi chiari per chi usa questo veicolo, ma anche per chi lo incrocia sulle strade perché il monopattinista è un utente debole, che va rispettato sulla carreggiata stradale. dicembre 2020 | GuidACI

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RALLY COSTA SMERALDA

Lucky pigliatutto

Gigi Battistolli su Lancia Delta Integrale ha vinto la gara storica sarda in coppia con Fabrizia Pons e ha messo in bacheca un altro titolo tricolore

ROBERTO CRISTIANO BAGGIO

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In apertura: Il podio del Costa Smeralda storico da sinistra in alto: Matteo Luise e Melissa Ferro, Lo Presti con Lucia Zambiasi, La Delta di Lucky-Pons in basso da sinistra: Dino Tolfo con Giulia Paganoni, Lucky e Fabrizia Pons, La Porsche di Salvini-Salerno (foto Max Ponti)

Lucky trionfa nel Rally della Costa Smeralda e conquista un’altra corona tricolore. Il vicentino, coadiuvato da Fabrizia Pons, ha vinto la gara sarda, valida per il campionato italiano rally storici, mettendo così in bacheca l’ennesimo prestigioso trofeo. Al volante della Lancia Delta Integrale preparata dalla K-Sport, Lucky ha fatto sue cinque delle otto prove speciali in programma, tenendo sempre nel mirino gli avversari, tra tutti Da Zanche (Porsche) e Pierangioli (Sierra Cosworth 4x4), che hanno cercato di ostacolarlo nella corsa verso il titolo. La gara sarda, tuttavia, ha rischiato di trasformarsi in una trasferta amara. Poco prima del via, infatti una perdita di benzina dovuta alla rottura di un tubo ha pena12

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lizzato l’equipaggio. Fortunatamente l’inconveniente è stato risolto ma per Lucky e Fabrizia sono stati momenti drammatici. Pierangioli, con Celli sul sedile di destra, deciso, s’è’ preso subito la prima prova, imitato in quella successiva da Da Zanche, poi Lucky ne ha infilate due di fila, ristabilendo le gerarchie e prendendo il comando. Saltato Da Zanche, l’avversario toscano ha cercato in tutti i modi di rendergli la marcia difficile tanto che a due prove dalla fine è ritornato in testa. Il

campione vicentino, però, non gli ha concesso spazio e s’è ripreso la leadership. Prima dell’ultima prova tra i due c’erano appena quattro secondi di differenza e tutto in ballo. La speciale di Aglientu, però, che chiudeva le sfide, è stata fatale a Pierangioli, tradito dalla trasmissione della sua vettura. Lucky, firmata la piesse con la grinta che lo contraddistingue, ha concluso il Costa Smeralda alla grande, infliggendo distacchi pesantissimi a tutti gli altri avversari. Melli-Nobili, finiti alle sue

spalle, hanno concluso il rally a 2’23” mentre il marosticense Dino Tolfo, in coppia per la prima volta con Giulia Paganoni, ha portato la bellissima Lancia Stratos sul terzo gradino del podio a 2’49” dal vincitore, assicurandosi comunque il successo nel Secondo Raggruppamento. Salvini-Salerno hanno concluso al quarto posto con una Porsche 911 Rs a 3’34” mentre il bassanese Agostino Iccolti, con Flavio Zanella alle note, ha colto la quinta posizione con la sua Porsche 911 Rs precedendo di appe-

na un secondo i vincitori dello scorso anno, Luise-Ferro con la Fiat Ritmo 130 Tc. Beniamino Lo Presti e Lucia Zambiasi (Porsche 911) hanno vinto il Terzo Raggruppamento. Decima piazza, infine, per i bassanesi Bardini-Bogoni con la Peugeot 205 Rally. Il Team Bassano, calato in forze in Sardegna, ha vinto la speciale classifica riservata alle scuderie, intascando anche il titolo nazionale, il quinto della serie. Alle stelle, ovviamente, il capo del team, Mauro Valerio. GuidACI | dicembre 2020

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TUSCAN REWIND

Sinfonia tricolore ROBERTO CRISTIANO BAGGIO

Il bassanese Pietro Ometto ha vinto il titolo di campione italiano assoluto leggendo le note ad Andrea Crugnola. Decisivo il secondo posto conquistato sugli sterrati senesi 14

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C’è un bassanese sul podio più alto del campionato italiano rally. È Pietro Ometto, navigatore di Andrea Crugnola assieme al quale, sabato 21 novembre, ha conquistato il secondo posto assoluto nel Tuscan Rewind, ultima gara tricolore andata in scena sugli spettacolari sterrati senesi. I punti in palio in Toscana hanno permesso all’equipaggio di entrare nella hall of fame del massimo campionato rally nazionale. I due, con una Citroen C3 R5, hanno lottato dall’inizio alla fine con il boliviano Marquito Bulacia (Skoda Fabia R5), in Italia per preparare al meglio il rally mondiale di Monza. Solo 13”5 i secondi che li dividono in classifica, a con16

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ferma dell’incertezza che è regnata per tutta la competizione e delle capacità di Crugnola con il volante. Sorprendente, poi, il bronzo portato a casa da Alberto Battistolli, in coppia con Simone Scattolin. Il vicentino figlio d’arte è in crescita esponenziale e sulla terra esprime il meglio di sè, sfruttando al massimo le caratteristiche della Fabia R5, vettura con la quale ha sempre più feeling. Il terzo posto lo ha agguantato alla fine dell’ultima prova, complice il ritiro del campione italiano uscente Giandomenico Basso fino al quel momento in lotta con Crugnola per la corona tricolore. Alberto Battistolli ha stupito tutti per la facilità con la

quale entra in sintonia con le macchine che gli vengono affidate. Il navigatore Simone Scattolin, poi, lo sta guidando alla scoperta del campionato mondiale, dove ha già mosso i primi passi distinguendosi per la grinta e la determinazione con le quali affronta i più forti specialisti del controsterzo. Attardato da una foratura, il francese Franceschi (Fabia R5) s’è dovuto accontentare della quarta piazza mentre il marosticense Giacomo Costenaro (Justin Bardini coequipier), Skoda Fabia anche per lui, ha chiuso la top five con un distacco di 55”9 dal vincitore. Problemi di gomme lo hanno penalizzato all’inizio ma poi, grazie a scratch di valore assoluto,

Il boliviano Bulacia ha soffiato il titolo italiano rally su terra a Giacomo Costenaro penalizzato all’inizio da problemi di gomme

In apertura: I primi tre equipaggi della classifica in alto a sinistra: Giacomo Costenaro con Justin Bardini (Skoda Fabia) in alto a destra: Rachele Somaschini-Giulia Zanchetta in basso a destra: Alberto Battistolli e Simone Scattolin in chiusura Crugnola-Ometto con la Citroen

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ha recuperato alla grande fermando i cronometri su tempi di tutto rilievo. Purtroppo il boliviano Bulacia gli ha soffiato il campionato italiano su terra, obiettivo che era alla sua portata, preceduto nella classifica generale anche dal fuoriclasse Paolo Andreucci su Peugeot 208 R4. I vicentini Codato-Dinale, con la loro Citroen Ds3, sedicesimi nella generale, hanno invece vinto la Coppa N5 mentre il bassanese James Bardini, assieme a Barbara

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Bogoni (Mitsubishi Lancer Evo), ha messo le mani sulla Coppa N. Primo equipaggio femminile quello composto da Rachele Somaschini e dalla bassanese Giulia Zanchetta su Citroen C3, trentaseiesime. Rally da dimenticare, purtroppo, per il maladense Simone Romagna. Partito con ambizioni di classifica è incappato subito in una foratura che gli è costata sei minuti di ritardo e lo ha costretto ad abbandonare. Alle stelle, alla fine del rally,

Superiore ad ogni attesa Alberto Battistolli salito sul terzo gradino del podio con una Skoda Fabia R5 mettendo in riga i “manici” più forti della scuola italiana. Una foratura ha messo ko Simone Romagna 18

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Pietro Ometto, una carriera da coequipier in continua crescita. Dopo aver frequentato dieci anni fa il corso per navigatori organizzato dalla Bassano Rally Racing e aver ricevuto il diploma dalle mani del grande Sandro Munari, ha disputato una gara dietro all’altra, maturando una grande esperienza. Ha corso ovunque e con tutti i tipi di auto, dalle moderne alle storiche, distinguendosi sempre per la maturità, la precisione e il coraggio. Ha vinto diverse gare ed è diventato uno dei navigatori più ricercati d’Italia. Nel 2018 ha conquistato il Città di Bassano in coppia con Rossetti. Allori anche con Campedelli e Crugnola. Nipote dell’indimenticato musicista Guido Ometto, adora la “sinfonia” dei motori. È avviato sulla via del professionismo dopo aver avuto come esempi e maestri Tiziano Siviero e Lucio Baggio, dai quali ha appreso i trucchi del mestiere.

CALENDARIO RALLY

Ecco dove correranno le auto Storiche nel 2021 Data 08/04 - 10/04 07/05 - 08/05 28/05 - 29/05 19/06 - 20/06 22/07 - 23/07 21/08 - 22/08 23/09 - 26/09 30/10 - 31/10 28/03 - 28/03 24/04 - 25/04 25/06 - 27/06 31/07 - 01/08 11/09 - 12/09 06/11 - 07/11 27/11 - 28/11 27/11 - 28/11 12/03 - 13/03 10/04 - 11/04 08/05 - 09/05 12/02 - 14/02 09/10 - 10/10 23/10 - 24/10

CAMPIONATO ITALIANO RALLY ASFALTO STORICO Organizzatore Gara Automobile Club Del Ponente Ligure 36° Sanremo Rally Storico Ac Palermo Targa Florio Historic Rally Rally Club Teams.s.d.a R.l 16° Rally Storico Campagnolo Asd Veglio 4x4 10°Rally Lana Storico Scuderia Etruriasport Asd 11° Historic Rally Vallate Aretine Scuderia Friuli Acu A.s.d. 25° Rally Alpi Orientali Historic Ac Livorno Xxxiii Rally Elba Storico Automobile Club Sassari 4° Rally Storico Costa Smeralda CAMPIONATO ITALIANO RALLY TERRA STORICO Scuderia Radicofani Motorsport 3° Rally Storico Della Val D'orcia Prs Group Srl 3° Rally Storico Medio Adriatico Federazione Auto Sammarinese 6° Historic San Marino Rally A.s.d. Valtiberina Motorsport 4°Rally Storico Citta' Di Arezzo A.s.d. Rassinaby Racing Rally Historicu Del Vermentino Scuderia Livorno Rally 2° Liburna Terra Storica Eventstyle Srl 12° Tuscan Rewind Scuderia Etruria Sport Asd 1° Rally Del Brunello NON TITOLO ASFALTO Prealpi Master Show Asd Rally Del Bardolino Historic Aci Verona Sport A.s.d. 3° Benacvs Rally Historic Valpolicella Rally Club Asd 1 Rally Storico Della Valpolicella TROFEO RALLY DI ZONA Rally Club Valpantena 3° Lessinia Rally Historic Automobile Club Verona 16° Rally Due Valli Historic Bassano Rally 16° Rally Storico Citta' Di Bassano dicembre 2020 | GuidACI

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TROFEO RALLY ACI VICENZA

Brindisi in “Coppa”

Alessandro Battaglin e Selena Pagliarini che fanno coppia anche nella vita si sono aggiudicati il prestigioso campionato organizzato da Aci Vicenza e Scuderia Palladio Mancava solo la certezza matematica a proclamare i vincitori della seconda edizione del Trofeo Rally AC Vicenza per quanto riguarda le auto moderne; dopo le sei prove speciali del Rally Città di Schio, Alessandro Battaglin tra i piloti e Selena Pagliarini tra i navigatori si sono aggiudicati la vittoria, confermando le previsioni della vigilia di gara visto il notevole punteggio acquisito nei due precedenti rally. Secondi assoluti in gara alle spalle di Manuel Sossella, Battaglin e Pagliarini hanno chiuso una stagione di alto livello marcando le vittorie a Scorzè - con la Peugeot 298 R5 - e a Bassano su Hyundai 20

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WRC, che hanno permesso loro di costruire anche quella nel Trofeo dove già lo scorso anno stazionarono nelle zone alte delle classifiche. Tra i piloti, grazie anche al coefficiente 1,5 del Città di Schio, Sossella ha raccolto un gran bottino di punti e si è piazzato sul secondo gradino del podio anche se con sole due partecipazioni su tre gare, precedendo Andrea Dal Ponte, Andrea Sassolino ed Enrico Molo che completano la top five. Alle spalle di Pagliarini, tra i navigatori si sono messi in evidenza Mauro Cumerlato, secondo, Andrea Frigo terzo, e a seguire Enrico Sandri e Christian Ronzani.

Come previsto dal regolamento, per risultare classificati i conduttori dovevano aver preso il via in almeno due delle tre gare del calendario, rivisto a suo tempo dopo le variazioni dovute alla pandemia. Oltre alle classifiche assolute, sono state compilate e pubblicate anche quelle delle varie classi, sempre tenendo conto delle due

partecipazioni e quelle "speciali" dedicate ad "over 60", "under 25" e femminile. Tra i navigatori over ha vinto Piero Comellato, e tra gli under il già menzionato Ronzani. Selena Pagliarini ha realizzato il "triplete" primeggiando oltre che nell'assoluta, anche nella femminile e nella classe R5. Si è conclusa così la seconda edizione del Trofeo

promosso dall'Automobile Club Vicenza in collaborazione con la Scuderia Palladio Historic, che ha visto iscritti 87 conduttori e quattro rally disputati. La stagione era iniziata per i soli "storici" al Lessinia e ripartita poi con lo Scorzè moderno e storico, seguito dal Bassano sempre con la duplice gara e concluso per i

"moderni" a Schio. Nella categoria delle auto storiche che ha concluso il Trofeo a fine settembre, i vincitori assoluti sono stati Giorgio Costenaro e Lucia Zambiasi su Lancia Stratos; podio dei piloti completato da Gianluigi Baghin e Stefano Sbalchiero, mentre in quello dei navigatori ci salgono Matteo Valerio e Mirko Tinazzo. dicembre 2020 | GuidACI

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RALLY CITTĂ€ DI SCHIO

Il grande ritorno

Manuel Sossella in coppia con Giulio Nodari ha vinto la 29^ edizione della gara scledense al volante di una Skoda Fabia R5.

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Manuel Sossella e Giulio Nodari, con una Skoda Fabia R5, hanno vinto il 29° Rally Città di Schio, con sei prove speciali. Un grande ritorno sulle strade amiche. Ripartita dopo un anno di pausa grazie all’impegno del team Power Stage, la gara ha avuto ben 104 iscritti (101 i partenti), con tanta qualità sia di uomini che mezzi, quella qualità vincente che ha dimostrato appunto Sossella, che guidava la Fabia per la seconda volta, dopo anni di competizioni al volante di World Rally Car. La gara ha avuto un colpo di scena vincolante per la classifica: era partito ventre a terra il bassanese Paolo Oriella, in coppia con Sandra Tommasini alle note (Skoda Fabia R5); per tre prove ha guardato tutti dall’alto poi una “toccata”, con conseguente ruota posteriore sinistra danneggiata, lo ha costretto al ritiro. A quel punto il comando è passato nelle mani di Sossella che ha sfruttato la fase centrale del confronto per entrare in sintonia con la vettura. Trovatola, ha finito in crescendo, mettendo il sigillo sulla competizione scledense, dalla quale mancava da molti anni. Seconda piazza assoluta per Alessandro Battaglin, in coppia con Selena Pagliarini, su una Peugeot 208 T16. Indicato tra i favoriti, l’esperto pilota di Marostica ha insidiato la leadership del conterraneo, riuscendo a mettere le mani sull’argento ma non a 24

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In apertura: Manuel Sossella e Giulio Nodari in alto: Alessandro Battaglin, secondo assoluto con Selena Pagliarini in basso da sinistra: Giulio Nodari, Manuel Sossella e Oriella-Tommasini (foto Max Ponti)

puntare con convinzione alla vetta. Bravo, comunque, a rintuzzare gli attacchi ripetuti del bresciano Ilario Bondioni, in coppia con D’Ambrosio, alla prima esperienza al volante della Volkswagen Polo Gti R5, come anche nelle “piesse” scledensi. Una progressione di livello, quella del driver lombardo, che ha co-

stretto Battaglin a dare fondo a tutta la propria esperienza per non farsi soffiare il gradino di mezzo del podio. Un “bronzo” dunque d’effetto, quello di Bondioni, come di livello si è rivelata la prestazione del veronese Michele Griso, in coppia con Lucato, con una Ford Fiesta R5. Gara di carattere, quella dello scaligero, che lo ha porta-

to al quarto posto finale. Ha completato la top five l’attesissimo Efrem Bianco (recordman di vittorie a Schio), con Lamonato alle note, sull’ennesima Fabia R5. Una gara in chiaroscuro, quella dello scledense, teso all’inseguimento del sesto alloro. Non è mai entrato nel vivo del confronto, non riuscendo a trovare il bandolo con la millesei

boema turbocompressa. In tema di belle prestazioni non è passata inosservata quella del francese Cyril Audirac, non nuovo a prestazioni di spessore in Italia. Al debutto sulle strade vicentine, con la Renault Clio Super 1600 ha firmato la nona posizione assoluta, primo anche tra le due ruote motrici. Sempre in tema di presta-

zioni altisonanti, si segnala il duello tra lo sloveno Viliam Prodan e Marco Pellizzaro, il primo con la nuova Ford Festa Rally4 e l’altro al volante di una Peugeot 208 R2. Per l’intero arco della gara i due, meritevoli entrambi di ampio elogio, hanno battagliato con forza a suon di decimi di secondo con il driver d’oltralpe che ha poi vinto per l’inezia di 2”5. I due sono entrati di forza anche nei venti della generale. La gara si è esaurita senza difficoltà, tutti gli equipaggi partecipanti hanno espresso la loro soddisfazione per percorso, organizzazione e ospitalità, considerando le oggettive difficoltà date dalla pandemia. Il Rally Città di Schio, andato a buon fine in una stagione falcidiata da annullamenti e rinvii, pur anche con lo stop di una stagione (nel 2019 non si è corso), ha dunque ripreso il cammino sul solco di una lunga e apprezzata tradizione. Apprezzato, poi, l’appoggio dell’Amministrazione comunale, soddisfatta del positivo messaggio dato dall’evento in questo momento di incertezze e timori. GuidACI | dicembre 2020

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RALLY CITTÀ DI SCHIO

Esame superato per Power Stage La nuova struttura organizzativa ha ripreso in mano la competizione dopo un anno di pausa conducendola con sicurezza e capacità Soddisfatti gli uomini della Power Stage, la struttura organizzativa con Enrico Tessaro infaticabile motore, che ha preso in mano l’evento dopo un anno di pausa, con un’attenta valutazione di quello che è stato il rally non solo sul campo, ma anche nel “backstage”, dietro le quinte della gestione dell’evento, tornato in un’annata difficile, soprattutto per l’emergenza epidemiologica ancora in essere. «La gara, ha avuto il conforto di ben 104 iscritti e 101 partiti, con tanta qualità sia di uomini che mezzi, ed all’atto pratico ha espresso alta qualità tecnico-sportiva.sostengono i rappresentanti della Power Stage - La gara si è esaurita senza alcuna 26

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difficoltà, tutti gli equipaggi partecipanti hanno espresso la loro soddisfazione per quanto è stato loro offerto in termini di percorso, di organizzazione e di ospitalità, considerando le oggettive difficoltà date dalla pandemia.» «Il Rally Città di Schio, una delle poche che hanno potuto e saputo essere organizzate in un calendario falcidiato da annullamenti, pur anche con lo stop di una stagione ha dunque proseguito la propria tradizione. Grazie ad un lavoro di coloro che fanno parte della struttura organizzativa e grazie anche al forte stimolo dell’Amministrazione comunale, dichiaratasi soddisfatta del messaggio dato dall’evento

in questo momento di difficoltà. Il rally ha infatti portato una ventata di serenità, contribuendo a dare sollievo, per quanto possibile, al territorio. E proprio al territorio, in questo periodo non certo facile anche sotto l’aspetto economico, l’evento ha avuto effetti positivi sotto il profilo economico.» «Sono state circa un migliaio le persone che nel fine settimana del rally hanno gravitato sul territorio, tra piloti ed addetti ai lavori, numeri certamente sottodimensionati rispetto alla normalità, ma purtroppo dalla gara è mancata la cornice impor-

tante del pubblico, degli appassionati, per i quali non era prevista la presenza a bordo strada per il rispetto del distanziamento sociale al fine del contenimento del contagio da Covid-19.» La soddisfazione dell’organizzazione è ampia e di forte e sicuro stimolo per guardare all’edizione prossima, per la quale è ufficialmente partita la macchina organizzativa. «Power Stage ringrazia quanti hanno operato attivamente a Schio, da Walter Robassa direttore di gara, la cui esperienza è sempre un punto di riferimento importante, insieme ad Alberto Riva, a

Sara Vedana, segretaria di manifestazione, Daniele Codato in qualità di DAP (Delegato Allestimento del Percorso). Un grazie anche alla Croce rossa ed a tutti i medici disponibili. Il plauso va esteso a tutti i commissari di percorso, ai capo prova che hanno gestito le varie fasi di gara con professionalità. Grazie a Michele Ferrara, copilota di livello internazionale, coinvolto come supervisore federale, grazie ai cronometristi, alla RDS (il servizio di tracking per le vetture da corsa), ai servizi di assistenza meccanica, ad Achille Guerrera e Federico

Raffetti per la diretta streaming offerta sulla piattaforma facebook, a Veneto Radio per la diretta, agli apripista, a tutti i volontari che hanno allestito il percorso ed infine un grazie agli sponsor e ai partner, che nonostante la congiuntura sfavorevole non hanno mancato di dare sostegno all’evento.» «Sulla spinta di tutto questo – concludono i rappresentanti di Power Stage - il rally Città di Schio potrà festeggiare in grande un traguardo certamente significativo l’anno prossimo, quello dei trenta anni di matrimonio con lo sport.» GuidACI | dicembre 2020

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RALLY CITTÀ DI BASSANO

Undici volte Battaglin

Il pilota marosticense in coppia con Selena Pagliarini ha vinto la 37^ edizione della gara giallorossa

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Ancora lui! Alessandro Battaglin è ritornato sul podio più alto del rally “Città di Bassano”, cogliendo l’undicesimo successo ai piedi del Grappa, arricchendo così un palmares già stellare di suo. Una condotta di gara superba, senza sbavature, quella del marosticense, coadiuvato da Selena Pagliarini, precisa e sicura con le note. La Hyundai i20 Wrc messagli a disposizione HMI Italian rally team, ha poi fatto il resto, assecondandolo sui tornanti di Valstagna, corsa in notturna, resi viscidi dalla grandine e dalla pioggia cadute poche ore prima del via e lungo le curve insidiose di San Luca e del Cavalletto. Quattro prove su cinque vinte senza affanni, l’ultima lasciata a Manuel Sossella perchè non avrebbe avuto senso compromettere la vittoria a risultato in tasca. È ritornato il “piedone” che non concede nulla agli avversari. Buttata via la ruggine con il primo posto a Scorzè ad inizio agosto, il “rosso” è pronto per nuove imprese, caricato a mille. Obiettivo l’International Rally Cup, che mette in palio premi per oltre duecentomila euro. Sarà decisivo il Rally dell’Appennino Reggiano, rinviato causa Covid al prossimo anno ma dovrà fare i conti con Damiano De Tommaso, campione in carica, che sulle strade bassanesi lo ha seguito come un’ombra con Patrick Bernardi a destra. Una regolarità impressionante, quella del

varesino, sempre attaccato al leader pur avendo provato pochissimo e con una Skoda Fabia R5, di categoria diversa. De Tommaso ha fatto sua la piazza d’onore, difendendosi con bravura dagli assalti della Ford Fiesta Rs Wrc di Manuel Sossella (Gabriele Falzone alle note). Il pilota berico ha perso secondi preziosi sulla Valstagna-Foza per una scelta di gomme non proprio azzeccata ma ha saputo rifarsi ampiamente sul Cavalletto bis dove finalmente ha trovato la quadra marciando ad altissimi livelli. Sua la terza piazza a 6.5” da De Tommaso ma con un sicuro margine su Andrea Dal Ponte, quarto con Enrico Tessaro e la Skoda Fabia, in lotta per tutto il rally con la vettura gemella di Rovatti-Lombardi. Al di sotto delle attese Paolo Porro, mai entrato nella lotta per il vertice con la sua Fiesta Wrc, finito sesto. Il piazzamento non mette però in ombra le sue qualità: primeggiare a Bassano è un esercizio difficilissimo per tutti. «Sono felicissimo di questa vittoria – ha dichiarato Battaglin al traguardo – perchè cercata e inseguita a lungo. All’inizio di stagione, prima del lockdown, mi ero dato come obiettivo due vittorie. L’ho raggiunto con le prime due gare. Adesso ho in programma il rally delle Dolomiti, che affronterò con la Peugeot 208, e il Città di Schio prima della finalissima dell’Irc a Reggio Emilia. Sarà dura

battere De Tommaso ma ci proverò sino in fondo.» Quanto alla vettura, Battaglin ha solo parole di elogio: «Fantastica. Erano due anni che sognavo di portarla a Bassano. Ci sono riuscito nel migliore dei modi. Bisogna guidarla con l’occhio sempre rivolto al cruscotto e lanciarla in curva. M’è sembrato di tornare ai tempi in cui gareggiavo con la Toyota Celica. Ha un gran motore. Selena alle note è stata bravissima. Ha retto bene la tensione sino alla fine. Vincere a Bassano è sempre speciale!» Purtroppo, a causa di un paio di uscite di strada, del soccorso con ambulanza a una donna caduta da un muretto e dell’interruzione per lasciar transitare uno scuolabus, è saltata la ripetizione della prova di S. Luca, la più tecnica e difficile, togliendo così pepe al “Bassano” e causando due ore di ritardo rispetto alla tabella di marcia. Valter Gentilini e Giulia Zanchetta (Ford Fiesta Wrc) sono stati costretti al ritiro per un’uscita di strada quando ormai erano in vista del traguardo. Soddisfatti, invece, Piedomenico Fiorese e Francesco Zannoni che con la Mitsubishi Lancer Evo X hanno vinto la classe R4 classificandosi al 18° posto, battendo il tedesco Hermann Gassner. Primi del gruppo N Pasa-Lazzarotto con l’intramontabile Renault Clio Rs. Coppa scuderie alla Hawk Racing Club di Bassano. dicembre 2020 | GuidACI

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RALLY CITTÀ DI BASSANO

Premiata ditta Nerobutto Tiziano in coppia con la figlia Francesca ha vinto la 15° edizione della gara storica con l'Ascona 400 ROBERTO CRISTIANO BAGGIO Nel 15° rally Città di Bassano storico, fermatosi nel corso dell'ultima piesse Riccardo Bianco finito fuori strada nello stesso punto in cui era uscito Gentilini con la Ford Fiesta Wrc impegnato nel rally moderno, s’è imposto Tiziano Nerobutto (Ascona 400) davanti al siciliano Mimmo Guagliardo (Porsche 911 Sc) e al comasco Chicco Volpato (Ford Escort Mkii). Quattro prove speciali e quattro vincitori diversi (a Valstagna Volpato, a S. Luca Guagliardo, al Cavalletto Bianco e infine, sul secondo passaggio del Cavalletto, Nerobutto) a conferma dell'incertezza che è regnata dall'inizio alla fine delle ostilità. Tiziano ha corso assieme 30

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Classifica 15° rally Città di Bassano storico Nerobutto-Nerobutto (Opel ascona 400) 51’55”0 Guagliardo-Giannone (Porsche 911 Sc) a 15”2 Volpato-Sordelli (Escort Mkii) a 32”0 Zanin-Cerantola (Bmw M3) a 1’19”4 Costenaro-Zambiasi (L. Stratos) a 1’40”2

alla figlia Francesca e non ha mai mollato un metro, pestando a martello sull’acceleratore. Sembre a ridosso dei primi, ha approfittato dell’uscita di Bianco per prendere il largo e involarsi a Bassano da vincitore. Neanche con un aereo Guagliardo avrebbe potuto soffiargli l’oro, troppo il tempo perso a Valstagna per un’azzardata scelta di gomme poco consone al fondo bersagliato, tre ore prima dei passaggi, da

pioggia e grandine. Quarto posto per Zanin-Cerantola su Bmw M3 e quinta piazza per Giorgio Costenaro e Lucia Zambiasi su Lancia Stratos, soddisfatti del piazzamento perchè è valso loro anche il primo posto nel Secondo Raggruppamento. Purtroppo, a causa di un paio di uscite di strada, del soccorso con ambulanza a una donna caduta da un muretto e dell’interruzione per lasciar transitare uno scuolabus, è

saltata la ripetizione della prova di S. Luca, la più tecnica e difficile, togliendo così pepe al “Bassano” e causando due ore di ritardo rispetto alla tabella di marcia. Paolo e Giulio Nodari hanno dovuto battagliare per tutto il rally con l'impianto frenante della loro Porsche 911, accumulando ritardi pesantissimi. Un peccato, perchè dopo il successo al S. Martino di Castrozza, erano tra i favoriti della vigilia.

Penalizzato dalle bizze del cambio, invece, Dino Tolfo (Marsha Zanet alle note) passato dalla 037 alla Lancia Stratos. Con la seconda bloccata sulla prova di S. Luca ha dovuto rinunciare a lottare per la sesta vittoria storica, chiudendo addirittura 15° assoluto. Ritiro, invece, per il vicentino Pierluigi Zanetti, in coppia con Roberto Scalco, su Ford Sierra Cosworth 4x4 mentre lottava per il podio.

A traguardo anche Jacopo Biasion, figlio debuttante nei rally del due volte campione del mondo, che ha corso con una Opel Kadett Gte messa a punto da Toni Lentinu. A incoraggiarlo, alle note, un maestro navigatore del calibro di Gigi Cazzaro. L'obiettivo era divertirsi e, come ha confermato lo stesso Jacopo a papà Miki che era ad attenderlo al traguardo, è stato ampiamente raggiunto. dicembre 2020 | GuidACI

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RALLY CITTÀ DI BASSANO

ROBERTO CRISTIANO BAGGIO

L’esempio di Remigio Il giorno dopo il rally il popolare pilota di Stoccareddo ha ripulito il vialone dove sono dislocate le assistenze Incredibile Remigio Baù. Alle 7 in punto, alle prime luci del giorno dopo il rally bassanese, era già all'opera in via Colomba a Bassano con ramazza e sacco per i rifiuti. Puntuale, ogni anno, senza che nessuno glielo chieda, il pilota scende da Stoccareddo, dove vive, e si dedica alla pulizia di una prova speciale o del vialone che ospita il parco assistenza del Città di Bassano. Armato di scopa e tanta buona volontà Remigio ha pulito tutta la sede stradale raccogliendo cartacce, rifiuti, lattine e altre immondizie seminate lungo il nastro d'asfalto. Lo ha fatto in abito blu, camicia bianca e cravatta comprese, perché poco dopo avrebbe dovuto partecipare ad una cerimonia. "Prima il dovere - ha com32

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mentato con la saggezza e il senso di civiltà e rispetto che purtroppo mancano alla maggior parte dei giovani d'oggi - e poi il piacere. I mei vecchi mi hanno dato questo insegnamento!" Baù ha disputato tutte le edizioni del Città di Bassano,

tranne una, ed è sempre il primo a inviare agli organizzatori l'iscrizione alla gara. Quest’anno s'è classificato al 93° posto in coppia con l'amico Cerato al volante di una Peugeot 208. Remigio Baù, un esempio per tutti.

TROFEO A 112

Fucina di campioni Il Trofeo A112 Abarth riportato in vita dal Team Bassano s’è rivelato anche quest’anno un trampolino per tanti piloti. Vincitori assoluti Domenighini-Torricelli. È stata una fiera di Padova diversa dagli anni precedenti ad ospitare la cerimonia delle premiazioni del Trofeo A112 Abarth Yokohama 2020. Condizionata in parte dalle restrizioni e dalle normative per il contenimento del covid-19, Auto Moto d'Epoca ha comunque visto lo svolgersi puntuale dell'evento nello stand dell'Automobile Club d'Italia e ACI Storico, nel quale si sono ritrovati i conduttori invitati per la premiazioni. Dopo il riepilogo dell'andamento della stagione il presidente del Team Bassano Mauro Valerio – organizzatore del Tro-

feo – dopo aver ringraziato Yokohama Italia e Auto Moto d'Epoca ha consegnato una targa ricordo al vice presidente di AC Padova, Nicola Borotto, e al presidente AC Vicenza e componente della Commissione Auto Storiche Luigi Battistolli dalle mani del quale successivamente sono stati consegnati i premi ai conduttori. Il primo a salire in pedana è stato il mattatore della stagione Giacomo "Mimmo" Domenighini, che si è aggiudicato la classifica dei piloti "Over 60". A seguire, i terzi classificati dell'assoluta Marcogino Dall'Avo e Manuel Piras, seguiti da Ivo Droandi

e Carlo Fornasiero secondi e dai vincitori dell'undicesima edizione della Serie dedicata alle A112 Abarth, Giacomo Domenighini e Vincenzo Torricelli. Un ulteriore riconoscimento, offerto da AC Vicenza, è stato consegnato dal presidente Battistolli ai tre piloti che si sono aggiudicati le tre gare disputate nella stagione; ad Orazio Droandi per la vittoria al Vallate Aretine, a Domenighini, per quella ottenuta al Rallye Elba e ad Ivo Droandi per il recente successo al Costa Smeralda. Documenti e classifiche al sito web www.trofeoa112abarth.com dicembre 2020 | GuidACI

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RALLY COLLI BERICI

Fabbri sale sicuro in vetta In coppia con Elisabetta Russo ha vinto la prima edizione della gara di regolarità con partenza ed arrivo ad Albettone su Volvo Amazon organizzata dal Rally Club Team di Isola Vicentina Leonardo Fabbri è salito nuovamente sul gradino più alto del podio in una regolarità turistica organizzata dal Rally Club Team: lo fece lo scorso luglio aggiudicandosi il Colli Isolani che sancì la ripartenza dell'attività sportiva del settore e, sempre alla guida della Volvo Amazon in coppia con Elisabetta Russo, si è ripetuto alla prima edizione della Coppa dei Colli Berici svoltasi domenica 29 novembre con partenza ed arrivo ad Albettone (VI). I portacolori del Progetto M.I.T.E. hanno chiuso nel migliore dei modi la singolare annata 2020, portando un nuovo alloro all'associazione guidata da Gilberto Pozza e avendo la meglio sulla coppia formata da Luigino 34

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Gennaro e Marco Forese su Porsche 911, staccati di sole 4,21 penalità. A completare il podio grazie ad una brillante prestazione, sono stati Gianantonio Dalle Carbonare e Loredana Taurino su Fiat 124 Abarth con 99,91 punti di distacco. La quarta posizione assoluta è stata appannaggio della Innocenti Mini De Tomaso di Gianluca Maselli e Ottavio Luchini, seguiti da Aldo Candeo e Andrea Schiavon su Autobianchi A112 Abarth. Per onor di cronaca è doverosa la citazione per l'equipaggio che al termine delle sedici prove di precisione è stato quello ad aver realizzato il miglior risultato, ovvero quello formato da Andrea Giacoppo e Andrea Dal Maso

(A 112 ), ma che in virtù della classificazione "Top Driver" del pilota non compare in classifica come previsto dal regolamento della regolarità turistica. Eccellente la loro media: appena 2,94 penalità a prova. Dalle Carbonare e Taurino, oltre che per il terzo posto assoluto, si sono messi in evidenza anche per aver primeggiato nella particolare graduatoria riservata agli equipaggi che hanno utilizzato solo strumenti manuali; alle loro spalle si sono piazzati Fabio Sorgato e Monica Gianesini su Porsche 911 e Alberto Ferrara con Daniela Camporese su Opel Kadett GT/e. Alla Padova Autostoriche la vittoria tra le scuderie. Nella gara riservata alle auto

moderne costruite dopo il 1990, la vittoria è stata appannaggio di Maurizio Pozzan e Paolo Saletti su Fiat 500 Abarth che hanno avuto la meglio su Diego Verza ed Alessandro Timacchi su Volkswagen Polo, con Fabio Ulliana e Steve Dal Bo a completare il podio alla guida della Renault Clio 16V. Quarta posizione assoluta per la Fiat barchetta di Gianluigi Scarpari e Alda Tonon. Completano la top five Sabina Biasio e Anna Ravazzolo le quali, su Rover Mini, hanno conquistato la vetta della classifica femminile. Quella che si è svolta ad Albettone in una piacevole domenica di autunno inoltrato, è stata una manifestazione molto apprezzata dai qua-

rantatrè equipaggi che si sono presentati al via; oltre alla buona organizzazione e gestione della gara da parte dello staff del Rally Club Team guidato da Renzo De Tomasi, molto gradito è stato il divertente percorso lungo il quale erano sedici le prove di precisione in programma.

Fuori classifica Andrea Giacoppo con la A 112 nonostante il minor numero di penalità in quanto è un “top driver”

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MILANO TARANTO

Mi-Ta nel cuore

Solo virtuale la cavalcata in moto annullata a causa della pandemia ma a Breganze i piloti vicentini si sono ritrovati per rivivere le emozioni provate lungo le strade d’Italia

ROBERTO CRISTIANO BAGGIO

Quest’anno la Milano-Taranto, maratona per moto d’epoca che dal 1987 unisce il Nord al Sud lungo strade secondarie, non è andata in scena. Prevista tra il 5 e l’11 luglio, gli organizzatori sono stati costretti ad annullarla in seguito al Coronavirus. I centauri di tutta Italia, però non si sono persi d’animo e pur di rivivere le emozioni della gara, sollecitati da Na36

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talina, Lina e Claudia Sabatini, le tre sorelle umbre che hanno raccolto il testimone da papà Franco, ideatore della rievocazione storica, hanno deciso di inscenare la partenza dalle città che nel corso delle 33 edizioni finora disputate, hanno ospitato la carovana rombante. Breganze, sede d’arrivo di due tappe (2009 e 2019), ha risposto con entusiasmo

all’invito e Gianni Salin, coadiuvato da Icio Zorzo, Romano Cornale e gli amici del Moto Club Laverda, ha chiamato a raccolta i “tarantini” veneti per simulare la partenza virtuale della corsa. All’appello hanno risposto una trentina di motociclsti, la maggior parte in sella a moto Laverda, e sabato mattina, dalla piazza del paese, dopo le foto di rito, sono

scattati per un breve tour che li ha portati alla Birreria Cornale in Valbrenta. La “partenza” è stata seguita sui social da migliaia di appassionati e ha raccolto “like” lungo tutto lo Stivale. Molto belle e curate le moto: dalle Laverdine di 75 e 100 cc che nei primi anni Cinquanta hanno contribuito a motorizzare l’Italia grazie ai successi ottenuti proprio

alla Milano-Taranto (all’epoca era una gara di velocità pura che i piloti affrontavano in un’unica tirata) alle rombanti 500 e 750 SFC che, negli anni Settanta, hanno dato filo da torcere alle giapponesi, è stato un ripasso di storia, cultura e imprenditoria venete. Ma non sono mancati Guzzini (Max Nocent, più volte vincitore di categoria), Mv Agusta (Attilio Luc-

chi) e la splendida Triumph del 1942 customizzata di Sandro Zanollo. Una mattina all’insegna dell’amicizia e dello sport, con la complicità di uno splendido sole e l’accompagnamento “musicale” dei motori che hanno riaperto i magazzini dei ricordi. La Milano-Taranto in versione corsaiola ritornerà il prossimo anno. dicembre 2020 | GuidACI

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MILANO TARANTO

L’ultima corsa Antonio Zin e Franco Sabatini se ne sono andati alla fine di novembre. Uomini coraggiosi e forti che hanno lasciato un segno importante nel mondo delle due ruote ROBERTO CRISTIANO BAGGIO Se ne sono andati in punta di piedi, alla fine di novembre, com’è sempre stato nel loro stile. Uomini coraggiosi e forti, hanno lasciato un segno importante nella storia del motociclismo sportivo. A Vicenza, a 96 anni è mancato Antonio Zin, pilota ufficiale della Laverda negli anni Cinquanta e poi portacolori della Piaggio. Con la Vespa partecipò e vinse numerose competizioni. Con la Laverda sfiorò un clamoroso successo nella categoria più piccola nel 1955, giungendo alle spalle di Giovanni Larquier e Angelo Pastorelli. Ancora meglio fece l’anno successivo nell’ultima edizione della Mi-Ta andata in scena come gara di velocità pura: secondo assoluto nella classe 100 cc dietro al compagno Lino Marchi, staccato appena di 38

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un minuto e un secondo ad oltre 94 di media. Franco Sabatini, invece, ha avuto il merito di riproporre la Milano-Taranto sotto forma di rievocazione storica organizzando oltre trenta edizioni della cavalcata che unisce il Nord al Sud. Di poche parole, riservato, ma di ferrei principi Franco Sabatini ha saputo coniugare lo sport con la cultura tracciando ogni anno un percorso diverso, suddiviso in sei tappe, per duemila chilometri, tra Tirreno e Adriatico, la dorsale Appenninica come comun denominatore. Almeno duecento partecipanti ad ogni edizione, contengentati perchè difficilissimo, ai primi di luglio, trovare alberghi in grado di ospitare la variopinta carovana di centauri provenienti da tutto il mondo. Sabatini s’è spento

a S. Martino in Colle, un tiro da Perugia, il paese che tanto amava e dove aveva avviato la costruzione di bici da corsa marchiate Bartali. Gino era stato un suo grande amico ed estimatore. Aveva poi il culto della “Mondial”, casa motociclistica che negli anni Cinquanta e Sessanta scrisse pagine memorabili nel motomondiale. Aveva portato quattro volte la Milano-Taranto nel Vicentino. A Bassano nel 2008, a Breganze nel 2009 e 2019 e a Vicenza nel

2012. Si commosse quando presentò la manifestazione al sindaco Variati e all’assessore allo sport Niccolai: la sentiva come una creatura sua. Ha saputo trasmettere passione e competenze alle tre figlie, Lina, Natalina e Claudia, che hanno preso in mano la Milano-Taranto e continuano ad organizzarla con la stessa determinazione del padre. Toni Zin e Franco Sabatini mancheranno agli appassionati di motociclismo. GuidACI | dicembre 2020

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PROPOSTA LETTURA

GIANANTONIO SINIGAGLIA

Libri sotto l’albero

Tanti “amici” per trascorrere le festività assieme ai protagonisti dell’automobilismo vicentino. Idee regalo originali. Rally Avventure senza tempo Miki Biasion (Autore), Maurizio Ravaglia (a cura di), Rally Avventure senza tempo, Artioli Editore 1899, 2018 - Rilegatura: brossura in filo refe Fotografie (oltre 400 a colori e bianco/nero), pagg. 256 Testo anche in inglese. Uno dei piloti più amati nella storia dello sport automobilistico italiano, due volte campione del mondo rally e vincitore del leggendario Safari in Kenya, accompagna il lettore in un affascinante viaggio nella specialità delle grandi corse su strada, dai protagonisti di ieri e di oggi agli aspetti e sfaccettature meno conosciute, con competenza e tanta passione. Ideato e realizzato fotogramma dopo fotogramma come un documentario, il libro “Rally avventure senza tempo” assume quindi la particolarità di un originale ritratto, un’antologia davvero unica nel suo genere, delle competizioni automobilistiche più autentiche che esistano, dove l’uomo non si misura soltanto con gli avversari e il cronometro, ma sfida con coraggio e rispetto gli elementi della natura talvolta ostili. Le oltre 400 immagini di pregevole caratura artistica e storica del percorso iconografico cui è corredato il volume, scelte tra più di 3mila scatti, fanno rivivere al

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Cuore passione coraggio

Bracco, Tabacco Enciclopedia del motorismo, e Venere mobilità e ingegno veneto Roberto Cristiano Baggio, Bracco, Tabacco e Venere – Storie di auto e campioni – Edizioni BST Romano d’Ezzelino, 2014 - pagg. 103. Una carrellata rapida ma completa dello sport automobilistico vicentino (e veneto) che nel secondo dopo guerra ha saputo farsi onore in mille gare a livello nazionale ed internazionale. Scritto in occasione del 50° dalla fondazione della Scuderia Palladio, si rincorrono nomi ancora vividi: Giannino Marzotto, Girolamo “Momo” Capra, Angelino Lepri, Adartico Vudafieri, Tiziano Gecchele, Mauro Peruzzi. Una menzione particolare a Zeffirino “Ceo” Filippi, già Presidente dell’Automobile Club Vicenza e delegato regionale CSAI, che ricordiamo in questa sede come ideatore nel 1963 della scuderia Palladio. Info: c/o Aci Vicenza, via Fermi 233, Vicenza – tel. 0444 96604

Nino Balestra – Stefano Chiminelli - Carlo Alberto Gabellieri con Roberto Cristiano Baggio, Mario Donnini e Francesco Panarotto – Enciclopedia del motorismo, mobilità e ingegno veneto - Ed. C.V.A.E. – Museo “Vimar-Bonfanti”, Bassano del Grappa, 2012. Abbondantemente rivista ed integrata, questa seconda edizione dell’Enciclopedia è un prezioso e definitivo contributo per la conoscenza delle opere della creatività veneta in tutti i settori, soprattutto nel motorismo. Il testo riserva all’Automobile Club Vicenza una parte da prim’attore. Vi sono tracciate le storie di tutte le manifestazioni automobilistiche della Provincia, dei suoi campioni, preparatori, capitani d’aziende. Info: c/o Museo “Vimar-Bonfanti”, Romano d’Ezzelino, Via Torino 2 – tel. 0424 513690

Lucky 7.0

lettore il fascino senza tempo dei rally in una continua e suggestiva alternanza tra passato e presente. Argomento dopo argomento, Miki Biasion racconta, con abbondanza di particolari umani e sportivi, l’evoluzione dei rally e indica i personaggi e le macchine che hanno lasciato una traccia indelebile nel cuore degli appassionati. “Rally avventure senza tempo” diventa così anche l’omaggio che il grande campione italiano rende a una specialità che non ha eguali nel panorama dello sport automobilistico internazionale, e che non ha mai smesso di amare. (Testo editoriale di Artioli Editore 1899; fonti: on-line)

Roberto Cristiano Baggio, Rally Campagnolo – Cuore passione coraggio, Edizioni BST - Romano d’Ezzelino, 2017 - pagg. 159 Raccolta delle vicende, aneddoti e segreti delle cinque edizioni del rally campagnolo, dal 1973 al 1977. La storia è raccontata sui documenti ad archivio dell’Automobile Club Vicenza ed è arricchita da numerose foto a colori e in bianco e nero. E’ una testimonianza dell’atmosfera vissuta nei rally d’un tempo, ben sintetizzata nel sottotitolo “Cuore, passione, coraggio”. Il giornalista Roberto Cristiano Baggio, cantore delle imprese motoristiche vicentine sin da quegli anni 70, sa innestare storie dei campioni dell’epoca con episodi del backstage sul filo di un amarcord di nostalgia e di passione.

Antonio Biasioli, Lucky 7.0 Caleidoscopio di racconti ed immagini della storia sportiva di Luigi Battistolli, imprenditore e pilota vincente – Edizioni Elzeviro – Padova, 2019 - pagg. 188 Il volume, curato da Antonio Biasioli, raccoglie le memorie di persone vicine a Luigi Battistolli, che ne raccontano la carriera sportiva con – sullo sfondo – la vicenda umana. Lo pseudonimo di Battistolli, “Lucky”, è fin troppo generoso per le troppe volte in cui una banale rottura ha comportato una mancata vittoria che si stava profilando certa. Memorabile quella volta in cui Attilio Bettega, vincitore del Rally di Sardegna del 1979, invitò i giornalisti a complimentarsi non con lui ma con Lucky, arrivato secondo dopo una serie di vittorie nelle prove speciali, ma alla fine rallentato dai capricci di uno starter automatico.

ACI Auto Campioni Innovazione

Il libro parla, dunque, di una carriera, anzi di una vita, costruita con caparbietà e intelligenza. Pilota talentuoso, come conferma il suo prestigioso palmarès di successi, Battistolli è soprattutto un imprenditore di prima grandezza nel settore dei servizi della sicurezza. Info: c/o Aci Vicenza, via Fermi 233, Vicenza – tel. 0444 966046

Roberto Cristiano Baggio, ACI Auto Campioni Innovazione, Edizioni BST - Romano d’Ezzelino, 2012 (interviste al conte Giannino Marzotto e a Miki Biasion in dvd allegato) – pagg. 318 Dal motore progettato da Enrico Bernardi sino ai nostri giorni passando attraverso le imprese dei fratelli Marzotto e i titoli mondiali di Miki Biasion. Si ripercorre la storia dell’Automobile Club Vicenza e, in filigrana, dell’Italia e della provincia berica. La penna sciolta di Roberto Cristiano Baggio, già caposervizio del Giornale di Vicenza, nonché collaboratore delle più importanti testate motoristiche italiane, sa coniugare passione sportiva e conoscenza sia tecnica che storica. Info: c/o Aci Vicenza, via Fermi 233, Vicenza – tel. 0444 966046

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RALLY CITTÀ DI SCORZÈ

Rotto il… ghiaccio Sotto il sole di agosto Alessandro Battaglin ha vinto la gara veneziana regalando alla navigatrice il primo successo assoluto dopo una lotta serrata con Andrea Dal Ponte, penalizzato all’ultimo controllo Sul filo dei decimi tutta la gara. Al traguardo sono giunti appaiati, stesso tempo, ma l’ultimo controllo orario, a bottiglie stappate sul palco, è risultato fatale ad Andrea Dal Ponte. Alessandro Battaglin ad agosto è ritornato così sul podio più alto, vincendo il rally Città di Scorzè in coppia con la compagna Selena Pagliarini a bordo di una Peugeot 208 R5, gommata Pirelli, messagli a disposizione dalla MM Motorsport di Lucca, squadra che ha seguito ufficialmente il pluricampione italiano Paolo Andreucci nell’ultimo torneo tricolore. Una gara incerta, condizionata dal caldo e dalle disposizioni anti Covid, quella andata in scena tra i campi veneziani. Solo due le prove speciali, da ripetersi tre volte, ma ostiche e selettive perchè hanno costretto i 42

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concorrenti a staccate al limite, con bivi a novanta gradi e fossi su entrambi i lati: un errore e sarebbe stato ko. Al comando si sono alternati tre piloti, Callegaro, Versace e Dal Ponte, tutti su Skoda Fabia R5, ma Battaglin non è mai andato oltre la terza posizione, con un distacco massimo di tre secondi dal primo, a conferma di una regolarità impressionante e di doti di guida non comuni. Decisivi gli ultimi nove chilometri, alla fine dei quali è riuscito a recuperare i tre decimi che lo separavano da Dal Ponte-Tessaro e a pareggiare i conti. Sua la vittoria, in virtù della prova discriminante, pur avendo lo stesso tempo complessivo. Poi il pasticcio del controllo finale, costato a Dal Ponte 50” di penalità hanno relegato il thienese addirittura al

nono posto. Un peccato perchè il pilota, quattro vittorie a Scorzè, avrebbe meritato l’oro al pari del marosticense tanta è stata la grinta con la quale ha affrontato il rally. Alle spalle di Battaglin è così finito l’udinese Tomasso (Turati il navigatore) a 6”1 mentre Lovisetto ha conquistato la terza piazza con un ritardo di 6”6. Non avesse anticipato una partenza, costatagli dieci secondi di penalità, sul podio più alto sarebbe salito lui. «E’ stata una gara tiratissima – il commento di Battaglin – e mi spiace per Dal Ponte che avrebbe meritato quanto me. All’inizio ho faticato un po’ ma poi ho acquisito sicurezza e sull’ultima prova ho dato il massimo, rischiando. Selena, con le note, è stata bravissima e sono contento di averle regalato la prima vittoria assoluta.»

Calendario Rally Auto Moderne 2021 14 Marzo 11 Aprile 9 Maggio 27 Giugno 25 Luglio 5 Settembre 10 Ottobre 7 Novembre 25 aprile 6 giugno 27 giugno 1 agosto 12 settembre 7 novembre 18 aprile 16 maggio 13 giugno 11 luglio 22 agosto 19 settembre 24 ottobre 31 ottobre 11 aprile 9 maggio 11 luglio 19 settembre 10 ottobre 23 ottobre

Calendario Campionato Italiano Rally 2021 44° Rally Il Ciocco E Valle Del Serchio 68° Rally Sanremo Cir Junior 105^ Targa Florio 49° Rally San Marino | 1,5 Coeff. Cirt E Cir Junior 9° Rally Di Roma Capitale | 1,5 Coeff. Cir Junior 44° Rally 1000 Miglia Cir Junior 39° Rally Due Valli 12^ Liburna Terra | 1,5 Coeff. Cirt E Cir Junior Calendario Campionato Italiano Rally Terra 2021 28° Rally Adriatico Rally Italia-Sardegna 1^Tappa | Coefficiente 1.5 (Cir Junior) 49° Rally di San Marino Cir Junior 15° Rally Città di Arezzo Crete Senesi E Valtiberina 18° Rally Dei Nuraghi e del Vermentino 12^ Liburna Terra | Coefficiente 1.5 (Cir Junior) Calendario Campionato Italiano Wrc 2021 54° Rally Elba | Coefficiente 1,25 53° Rally del Salento | Coefficiente 1,75 15° Rally di Alba | Coefficiente 1,25 36° Rally Della Marca 56° Rally Del Friuli Venezia Giulia E Alpi Orientali 41° Rally San Martino di Castrozza E Primiero | Coefficiente 1,25 40° Rally Trofeo Aci Como | Coefficiente 1,75 Finale Nazionale Aci Sport Rally Cup Italia 2021 41° Rally Città di Modena Coppa Rally Di Zona 2021 Benacus Rally 1,5 18 aprile Rally del Bellunese Rally Valpolicella 23 maggio Dolomiti Rally Marca Trevigiana 27 giugno Rally Valli del Carnia Rally San Martino 1 agosto Rally di Scorzé Rally Due Valli 1,5 22 agosto Rally Alpi Orientali Rally Città di Bassano 13 novembre Rally Città di Schio dicembre 2020 | GuidACI

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ACI INFORMA

AVV. ANTONINO DE SILVESTRI

Il valore aggiunto

L'Automobile Club Italia tra servizi e sport Le origini ed il suo sviluppo Chi si reca agli sportelli dell’ACI per fruirne dei molteplici servizi, se non ha dimestichezza con la struttura organizzativa dello sport, ignora che l’ente sia anche una delle quarantacinque Federazioni sportive nazionali e, anche se lo sa, nemmeno immagina quali difficoltà abbia incontrato per essere un’ unica istituzione operante in due settori di diversa natura. Avendo l’articolo carattere meramente divulgativo, mi limiterò ad una esposizione quanto più possibile priva di tecnicismi, che renda comunque conto delle problematiche con le quali lo stesso si è dovuto confrontare nel corso della sua evoluzione storica e dei molteplici adeguamenti che ha dovuto apportare al proprio assetto giuridico per gestire le sue funzioni federali. La storia dell’ente risale al 1898, quando in occasione del secondo Salone Internazionale dell’Automobile fu istituito l’Automobile Club Torino, cui fece seguito la nascita di altri club cittadini (Firenze, Milano, Genova) i quali, nel 1904, confluirono tutti nell’ UAI (Unione Automobilistica Italiana) per poi assumere, nel 1905, la denominazione definitiva di Automobile Club Italia. Essendo all’epoca l’uso delle autovetture riservato a pochi eletti, persone nobili e assai ricche, quali appunto i suoi nove fondatori, l’ACI, oltre a proporsi la finalità di favorire lo sviluppo dell’automobilismo, si dedicò soprattutto all’organizzazione delle manifestazioni sportive che fecero seguito alle

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prime corse iniziate in Francia e, in Italia, (la Torino – Asti – Torino del 1895, cui presero parte cinque piloti). Particolarmente vocato all’organizzazione di gare sportive fu L’ACI Brescia, anche per la presenza sul suo territorio di più case costruttrici ed è infatti in quella città che, nel 1905, fu disputata la prima Coppa Florio, ed è sempre nella stessa che, nel 1927, nacque le Mille Miglia, all’epoca gara di velocità in linea con partenza e arrivo a Brescia, che prevedeva l’attraversamento sino a Roma di vari comuni, tra cui Vicenza, destinata a celebrare con orgoglio le vittorie del 1950 e del 1953 di Giannino Marzotto. L’altra parte della storia dell’automobilismo sportivo nazionale, in particolare della Formula 1, è collegata alla costruzione, nel 1922, dell’ Autodromo di Monza ad opera dell’ACI Milano, che riuscì a precedere i “cugini” francesi nella realizzazione, tre anni dopo, del circuito di Montlhéry. Nello stesso periodo, e segnatamente nel 1927, l’ACI entrò a far parte della FIA, che gli affidò il controllo delle gare sul territorio nazionale. La sua crescita, rallentata dalla prima guerra mondiale, riprese vigore subito dopo e, nel 1926, assunse la nuova denominazione di RACI (Reale Automobile Club d’Italia) e fu trasformato in ente morale, termine che indicava le persone giuridiche senza fini di lucro. Nello stesso anno, vantava già quasi 10.000 soci ed era strutturato in 50 sedi provinciali, tra cui quella di Vicenza, fondata nel 1928, la cui storia è

raccontata, con dovizia di particolari sino ai nostri giorni, nell’ottimo testo di Roberto Cristiano Baggio, dal titolo ACI (auto – campioni – innovazione), disponibile in sede. L’espansione crebbe in progressione geometrica negli anni successivi, in parallelo con la diffusione sempre maggiore dei veicoli a motore e dei problemi di sicurezza e di quelli organizzativi connessi, oltre che all’assistenza dei soci, anche ad esigenze di natura pubblica. Un anno dopo fu infatti istituito il PRA, che trasformò gli autoveicoli ed i motocicli, sino ad allora assimilati a beni mobili comuni in “mobili registrati”, allo scopo di evitare conflitti sulle proprietà e sui diritti reali di terzi e di consentire l’accertamento delle responsabilità (penali, civili, amministrative) derivanti da scorretta circolazione. L’ACI Federazione sportiva Sino alla seconda guerra mondiale, della parte sportiva dell’ente si è occupata la FASI (Federazione Automobilistica Sportiva Italiana) che, con l’entrata in vigore della legge n. 426/1942 istitutiva del CONI, era infatti menzionata tra le venticinque Federazioni allora riconosciute. Pochi mesi dopo, con il passaggio dalla monarchia alla Repubblica l’ACI che, mantenendo la qualifica di ente morale, aveva riacquistato nel 1946 il suo nome originario, nel 1950 fu riconosciuto dal CONI come Federazione per lo Sport Automobilistico al posto

della FASI. Divenuta la Federazione per l’automobilismo l’ACI, per l’espletamento delle funzioni sportive, istituì la CSAI, delegandole statutariamente, con piena autonomia normativa e finanziaria, l’esercizio del “potere sportivo”, aderendo quindi alla FIA con la nuova sigla di ACI – CSAI. Questa distinzione tra funzioni pubbliche e funzioni sportive rimase in vigore sino al 2012, nonostante l’assetto dell’intero ordinamento sportivo nazionale fosse stato profondamente modificato nel 1999 con l’emanazione del D.L. Melandri, integrato nel 2004 con il successivo decreto Pescante. Tale legislazione di riforma, che costituisce tuttora il referente dell’intero movimento sportivo nazionale, aveva infatti riconosciuto alle Federazioni sportive, non più “organi” dell’ente pubblico CONI, la natura di “associazioni con personalità giuridica di diritto privato” ed aveva altresì previsto che, nel rispetto del principio di democrazia interna, gli statuti delle stesse dovevano prevedere procedure elettorali tali da garantire negli organi direttivi la presenza, in misura non inferiore al 30 per cento, di atleti e tecnici sportivi. Il legislatore di riforma era ovviamente consapevole che l’ACI, quale ente pubblico, non poteva essere trasformato in un’associazione privata come le altre Federazioni, ed aveva perciò disposto che lo stesso, come le altre due che si trovavano nella medesima situazione, l’AeCI (Aereo Club d’Italia) e l’UITS (Unione Italiana Tiro a Segno), potevano mantenere la loro natura pubblica. Ha perciò precisato che tali enti avrebbero continuato a svolgere le loro attività federali “secondo la disciplina prevista dai rispettivi ordinamenti” senza però fornire ulteriori indicazioni. Era dunque scritto che, con la riforma, si sarebbero verificati problemi interpretativi sulle modalità di esercizio delle funzioni federali, anche perché lo statuto dell’ACI, e cioè l’ordinamento da assumere

come parametro di riferimento, riservava all’attività sportiva un altrettanto generico richiamo all’attività dell’ente come Federazione. L’attuale sdoppiamento di funzioni Nel 2005, una società affiliata e alcuni titolari di licenze hanno infatti proposto ricorso innanzi al TAR Lazio, lamentando che la CSAI non risultava titolare in proprio del “potere sportivo”, ma solo delegato, revocabile in qualsiasi momento dall’ACI, e che quindi la stessa si trovava in una posizione di precarietà, incompatibile con l’appartenenza all’ordinamento sportivo nazionale e internazionale perché potenzialmente elusiva delle norme che imprescindibilmente disciplinavano le Federazioni. Hanno inoltre rilevato che lo statuto dell’ente non rispettava il principio di democrazia interna per i titolari di tessere sportive, non rappresentati negli organi direttivi. Il TAR, interpretando in eccesso il predetto, equivoco inciso del legislatore di riforma, si è però spinto a ritenere illegittime non solo le procedure di nomina alle cariche federali, ma anche a quelle dell’ente pubblico non considerando che, allo stesso, non potevano essere estesi principi dettati esclusivamente per le Federazioni sportive, e ciò ha costretto l’ACI ad impugnare la sentenza innanzi al Consiglio di Stato. Nelle more tra il primo e il secondo grado di giudizio, l’ente ha però provveduto a modificare il proprio statuto, configurando la CSAI come proprio organo, e non più come mero delegato prescrivendo, inoltre, che nelle procedure di nomina alle cariche federali doveva essere garantita la presenza delle varie componenti di base e che il Presidente doveva essere eletto tra tre candidati di comprovata esperienza. La sentenza di secondo grado, emessa nel marzo 2012, nel ribadire la necessaria applicazione dei principi di democrazia interna, ha finalmente escluso che questi possano essere estesi anche all’ACI come ente pubblico.

Dopo la pubblicazione della sentenza, l’ACI ha definitivamente assunto l’attuale, articolata struttura la quale, oltre a rispondere alle proprie esigenze di ente pubblico, risulta al tempo stesso rispettosa dei requisiti prescritti dalla legge per le Federazioni sportive. Ha in particolare abolito la CSAI, costituendo l’ACI Sport, una società per azioni in house avente esso stesso come socio unico, per gestire gli aspetti commerciali e di comunicazione connessi alle attività sportive mentre, per lo svolgimento delle funzioni specifiche quale Federazione, ha creato nel suo interno un omonima Direzione, retta da un dirigente centrale a diretto contatto con la presidenza. Conclusivamente, l’attività federale dell’ACI è ora disciplinata da un apposito Regolamento di Organizzazione e Funzionamento delle Attività Sportive, incentrato su un organo deliberativo, il Consiglio Sportivo Nazionale, presieduto dal Presidente dell’ACI e su un organo gestionale, la Giunta Sportiva, composti entrambi, nel rispetto dei principi di democrazia interna, da membri eletti dalle componenti di base: conduttori, tecnici, scuderie, organizzatori, ufficiali di gara e Comitati ACI provinciali e locali. I contenziosi sportivi sono previsti dal Regolamento della Giustizia Sportiva, nel rispetto dell’unico modulo procedurale, imposto dal C.O.N.I. nel 2017 per tutte le Federazioni, e sono basati sulla distinzione tra “situazioni sportive” e “situazioni federali”. Attualmente l’ACI, con oltre un milione di soci, è un ente pubblico non economico a base federativa, in quanto riunisce tutte le sue articolazioni provinciali e zonali, qualificate anch’esse quali enti pubblici autonomi i cui soci sono automaticamente soci nazionali, collegato in vario modo con altri 240 Automobile Club di 144 Paesi del mondo rappresentanti 80 milioni di soci nonché la Federazione Nazionale dell’Automobilismo riconosciuta dal CONI.

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COPPA ATTILIO BETTEGA

Su e giù per le Dolomiti pensando al Montecarlo

C’è anche la mano di Maurizio Verini nella sesta edizione della gara di regolarità in calendario il 20 e 21 febbraio che da classica passa a media 46

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C’è anche la mano di Maurizio Verini nella sesta edizione della Coppa Bettega in calendario il 20 e 21 febbraio con partenza da Bassano del Grappa e arrivo a Fiera di Primiero. Ivo Strappazzon, a capo del Rally Club 70 che organizza la manifestazione, lo ha chiamato per curare i rilevamenti delle medie lungo le prove di abilità. La nuova edizione della Coppa Bettega, infatti, cambia registro e da regolarità classica diventa regolarità a media per dare modo a tutti di emergere anche se non sono specialisti maniacali del tic-tac. Cambiano i tempi, si evolve la cifra agonistica. I concorrenti ringraziano. Le richieste di adesione, nonostante non siano ancora state aperte le iscrizioni, sono già tante e da tutta Italia. D’altronde la Coppa dedicata al grande campione trentino ha un richiamo irresistibile sia per il percorso suggestivo e difficile, innevato e in parte sotto le stelle, sia per la cura che Strappazzon mette in ogni dettaglio. Al massimo saran-

no accettati novanta concorrenti. Maurizio Verini ha passato al setaccio il percorso, rimanendo sorpreso dalla varietà delle prove, molte delle quali le ha affrontate quando, pilota ufficiale Fiat o Alfa Romeo, disputava il rally di S. Martino di Castrozza disegnato dall’avvocato Luigi Stochino. Dieci i settori dove saranno rilevate le medie, con lunghezze che vanno dai 15 ai 25 chilometri. Obbligatorie le gomme chiodate e le catene a bordo. Partenza, come sempre, dall’imbocco del celebre Ponte degli Alpini di Bassano sabato 20 febbraio alle 13.30. Trenta giri di lancetta e subito la prima prova, S. Giovanni, da Campo Solagna a Lepre, sul massiccio del Grappa. Tre chilometri di trasferimento e sotto con la seconda asperità, da Ponte S. Lorenzo a oltre il Forcelletto, dopo aver scavalcato la montagna sacra alla Patria, lungo una strada bellissima tutta da guidare e dove neve e ghiaccio, nel periodo

invernale, la fanno da padroni. Passaggio successivo sul Col Perer e quindi la Val Malene, da Pradellano al Passo Brocon, e il Passo della Gobbera, da Canal S. Bovo a Imer. Percorso senza respiro, come ai tempi in cui Munari inanellava un successo dietro all’altro con la Fulvia HF. Alle 18, a Fiera di Primiero la fine della prima tappa. Tre quarti d’ora più avanti nuovo start e, sotto le stelle, via col Passo Cereda, il Passo Duran, Forcella Cibiana, il mitico Giau anticipato dalla passerella per l’elegante Cortina. Ultima asperità il Passo Valles, da Falcade al Rolle, in un continuo saliscendi e tornanti da perderci la trebisonda. Bandierina a scacchi dopo la mezzanotte a Fiera di Primiero dopo 350 chilometri a spasso per le montagne più belle del mondo, immersi in un mondo fiabesco. Parco chiuso alla Birreria Cornale di Piovega, con ristoro finale ed esposizione delle classifiche. Premiazioni, domenica 21 febbraio alle 10.30, all’Hotel Glamour di Bassano. dicembre 2020 | GuidACI

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L’elefantino volante Ben dieci Lambda al via della prima Mille-Miglia del 1927 con due vetture al quarto e al quinto posto finale. Successo sfiorato l’anno successivo da Gismondi al comando sino a pochi chilometri dalla bandierina a scacchi tradito da una uscita di strada Rubrica a cura di

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Lancia è sempre stata immagine e icona di vettura elegante e lussuosa oltre che sportivamente vincente. È praticamente sempre impegnata in competizioni perché l’agonismo ce l’ha da sempre nel Dna, forse forgiato da Vincenzo Lancia che è stato un ottimo pilota, collaudatore e costruttore. Merito forse anche della risonanza mediatica, le prime vittorie altisonanti della Lancia vengono affiancate alla Lancia Aurelia B20, ma prima ancora Lancia è protagonista di molte altre vittorie. La curiosità però è che queste vittorie arrivano per mano di corridori privati senza l’appoggio della Fabbrica Lancia.

Monsù Censin, infatti, non si vuole impegnare con l’attività delle corse perché, avendo avuto esperienze dirette con la Fiat ed avendo affrontato alcune gare con qualche sua vettura autoprodotta, è ben consapevole che lo sforzo economico sarebbe enorme e molto probabilmente andrebbe a discapito della qualità delle proprie vetture, caratteristica che, da sempre, è una sua priorità. Vincenzo Lancia abbandona un’idea appena sfiorata di gestire un ramo sportivo per dedicarsi completamente alla cura qualitativa della produzione con grande impegno tecnico e di continua innovazione. La sua ultima vittoria personale avviene nel 1910 a Modena per una prova di velocità sul miglio lanciato, a bordo della sua Lancia Delta, la quale realizza una media di 113km/h. Il pioniere di Fobello ritiene di non aver bisogno di affermazioni sportive per dimostrare che le sue automobili sono le migliori, gli basta la soddisfazione del cliente e del suo passaparola. La realtà è però differente! Seppur le sue vetture siano costruite con il fine di avere maggior confort e una più lunga durata rispetto alle dirette concorrenti, sono anche dannatamente veloci ed affidabili. Risulta quindi inevitabile che i possessori lancisti dall’animo sportivo finiscano per impiegare i loro gioielli nel campo delle competizioni. Con vetture di

serie registrano piazzamenti prestigiosi nei più importanti circuiti italiani e stranieri fin da subito, i quali provocano in Vincenzo Lancia un intimo godimento poiché, nonostante la casa madre non sia mai chiamata in causa, tutto questo successo va a beneficio dell’immagine della Lancia stessa. Nella gara di Savannah negli Stati Uniti vince la Lancia Alfa di Hilliard nel 1908 e l’anno successivo trionfa la Lancia di Knipper. Gerolamo Radice vince la sua categoria a Modena nel 1909 con una Lancia Alfa. Le Lancia sono protagoniste e vanno a podio anche nel 1911 con Cortese e nel 1912 con Garetto alla Targa Florio e nel 1914 con Battaglin al Circuito Toscano. Dopo la frenata causata dalla Prima Guerra Mondiale si rivedono ben dieci Lancia Lambda alla Mille Miglia del 1927 due delle quali si piazzano al quarto e al quinto posto. Nel 1928 la Lambda di Gismondi sfiora la vittoria in questa stessa gara, sfuggita non per problemi meccanici, ma per un banale incidente quasi al termine della gara mentre è al comando. L’anno successivo Mimy Ayhner vince la categoria femminile sulla Lambda alla Mille Miglia. I successi si susseguono negli anni e nel 1934 vediamo la Lancia Astura vincere la massacrante Liegi-Roma-Liegi con Van Naemen-Canciani. Al termine dei 5687 km del Giro d’Italia dello stesso anno vince l’Adicembre 2020 | GuidACI

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stura con Nardilli-Pintacuda, al secondo posto assoluto si trova un’altra Astura e nella categoria fino a 1500cc i primi 15 posti sono occupati tutti dalla piccola Lancia Augusta! Alla Targa Florio del 1936 viene calato il poker di Lancia Augusta, le quali occupano i primi quattro posti della classifica assoluta. La Lancia Aprilia segue i successi dell’Augusta vincendo numerose gare, una fra tutte il Rally del Sestriere nel 1950 ad opera di Christillin. Vincenzo però non vuole assolutamente saperne di aprire un reparto di assistenza per le vetture da corsa, arrivando addirittura a punire un concessionario che ha partecipato ad una gara con un’Aprilia revocandogli il mandato di vendita! Con l’improvvisa morte di Vincenzo Lancia avviene però una svolta. L’azienda passa in mano al figlio Gianni, più sanguigno e passionale, grande tecnico ma sicuramente con meno esperienza finanziaria. Il fascino delle corse lo ammalia. Quando prende le redini dell’azienda, le sue Aprilia sono assolute protagoniste nelle competizioni e vincono numerose gare in mano a piloti che sono anche stretti amici. Cerca di frenare la sua voglia di gettarsi nel mondo delle corse assecondando la politica del padre. Resiste con tutte le sue forse, ma si trova circondato da questi suoi amici piloti che sono stati vincenti con l’Aprila prima e 50

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NELLA SEDE DI VIA E. FERMI 233 E IN TUTTE LE DELEGAZIONI IN PROVINCIA

PRATICHE AUTO

In apertura: 1951 - Coppa d'Oro delle Dolomiti - Ippocampo (Umberto Castiglioni) su Aurelia B20 qui: 1929 Lambda in controsterzo alla Biella Oropa

SCONTATE PER I SOCI • Passaggi di proprietà • Rinnovo patenti con medico in sede tutti i giorni in orari dedicati • Radiazioni per esportazioni • Perdite di possesso • Immatricolazioni e reimmatricolazioni • Visure ed estratti cronologici • Aggiornamenti carta di circolazione • Pagamento bollo auto • Rinnovo tessera associativa • Rinnovo licenza sportiva

Nel 1910 a Modena conquista il record mondiale sul miglio lanciato a 113 chilometri orari lo sono ora con l’Aurelia B10 e che insistono perché fornisca loro delle vetture ancora più performanti e potenti. Non ce la fa a resistere e cede alle pressioni… nel 1951 produce l’Aurelia B21 sulle basi della B10, ma con motore a sei cilindri maggiorato a 1991cc. Quattro di queste vetture partecipano al Giro di Sicilia e si piazzano nei primi quattro posti in classifica generale davanti ad un’Alfa Romeo. Questa scintilla fa prendere fuoco alla passione di Gianni Lancia, passione

che divampa velocemente e con prepotenza. I suoi tecnici vengono spronati con sempre maggiore veemenza a trovare soluzioni tecniche ed innovative. La neonata Aurelia B20 Gran Turismo, prodotta e concepita senza intenti agonistici, dimostra una grande predisposizione per le corse, ancor maggiore della precedente berlina. Alla Mille Miglia dello stesso anno fa scalpore il secondo posto dell’Aurelia B20 guidata da Bracco e Maglioli, clamoroso è infatti il piazzamento considerando che arriva dopo la sola Ferrari di Villoresi-Cassani che dispone di una cilindrata oltre che doppia. Segue nel prossimo numero

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ORARI DEGLI SPORTELLI DELLA SEDE DI VIA E.FERMI 233 Assistenza pratiche automobilistiche, Ufficio soci, Riscossione Tasse automobilistiche e Contenzioso Regione: ORARI DI APERTURA AL PUBBLICO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato

8.00 8.00 8.00 8.00 8.00 8.30

13.00 13.00 13.00 13.00 13.00 11.30

13.30 16.00 13.30 16.00 13.30 16.00

L'ufficio Tasse automobilistiche (bolli) rimane CHIUSO il sabato mattina


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