RIVISTA DELL'AUTOMOBILE CLUB DI VICENZA - anno 8 - numero 7 - 2021 REG.TRIB VICENZA N. 1499/14 del 21/05/2014 www.vicenza.aci.it
Al via il Città di Bassano Sabato 16 ottobre si vota per il rinnovo dell'ACI Vicenza
SOMMARIO ACI INFORMA
RALLY
4 Editoriale
16 Elba Salvini e Tagliaferri
6 Vicenza in bici
Parte il servizio e-bike
8 PUMS Mobilità sostenibile 10 Il triangolo
L'ultizzo del dispositivo
12 Trofeo Rally ACI
sul filo di lana
20 San Martino I Nodari sul podio
Successo per Pedersoli
24 Città di Bassano
Battaglin a caccia del "mundialito"
Bianco è il leader
14 Elezioni ACI
Si vota per il rinnovo
40 KART
Natalia Balbo
44 Andrea Zivian
E' sul tetto d'Europa
46 LanciaVamo
Voglia di corse
50 Museo GON di Mosca Cento anni di stile italiano 52 Il Preside Volante Addio a Vaccarella
Rivista fondata da ROBERTO CRISTIANO BAGGIO
segreteriavi@acivicenza.it Via Enrico Fermi 233, Vicenza Telefono 0444/568689
30 Resistenza Ancetres Nonnine pimpanti 34 Pedavena-C.d'Aune Basso vince tutto 36 Vermentino
Lucky vince il titolo
38 Valposina Ferrara d'un soffio
Tempo di bilanci e di programmi
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non è la causa primaria dell’inquinamento, bensì il bersaglio più facile con tutte le conseguenze per le famiglie ed imprese. Sicuramente vi è maggiore consapevolezza sulla necessità di interventi per ridurre la criticità ambientale sul nostro territorio che non ha ricambio d’aria. Forse anche grazie alle nostre prese di posizione, qualche buona iniziativa è stata presa: ad esempio il rifinanziamento regionale del fondo di 13.000.000 di euro per la rottamazione delle autovetture vecchie e l’istituzione dell’eco-bonus – per 40.000.000 di euro – da parte del Governo per l’acquisto di vetture usate a basse emissioni. Interventi di ben altra portata occorrerebbero, ma plaudo alla consapevolezza che queste iniziative sottendono, e cioè che il cambio auto è per tanti (troppi!) un lusso. Va detto che la rottamazione del-
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■ “Tempus fugit” e precipita l’ora, cantava il Poeta. Sembra ieri quando, nel novembre 2017, il Consiglio Direttivo dell’ACI Vicenza, appena insediato, mi onorò della sua fiducia eleggendomi Presidente. Quattro anni in cui ho maturato esperienza nella gestione di un ente pubblico cercando di evitare che il fisiologico appesantimento burocratico possa giustificare l’inerzia, ma anche mi sono calato in problematiche automobilistiche che prima, pur conoscendole, non avevano mai avuto il mio interesse: la mobilità rallentata per l’inadeguata rete viaria, l’inquinamento atmosferico con i blocchi del traffico, l’incidentalità e la necessità dell’educazione stradale … Il ruolo di Presidente dell’Automobile Club, dunque di rappresentante in certo qual modo degli automobilisti, mi ha indotto ad interventi continui sulla stampa, in televisione, sui sociale e in GuidACI, il nostro house-organ. Ora, a fine mandato, si impone un bilancio: non tutto ovviamente è andato secondo i nostri auspici, ma l’ACI Vicenza è stato in questi anni un interlocutore apprezzato da amministratori, stampa e opinione pubblica, soprattutto - ritengo - dai nostri 18.000 soci. Abbiamo partecipato ai tavoli che hanno definito i blocchi del traffico con la ragionevolezza che la situazione continua ad imporre. Sul punto ribadisco che l’automobile
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le auto vecchie (e inquinanti) è da almeno due decenni un cavallo di battaglia dell’ACI, anche per le implicanze di sicurezza. Quasi metà del mio mandato ha coinciso con la pandemia con i suoi portati: lockdown, blocco delle attività, criticità d’ogni tipo. L’ACI Vicenza ha voluto rimarcare il proprio carattere di ente pubblico con una iniziativa di cui personalmente vado fiero: “PensACI”, una raccolta fondi che ha toccato quasi gli 80.000 euro, organizzata nella tarda primavera del 2020, da destinare all’acquisto di mascherine per le RSA del nostro territorio. Questa impostazione sociale del nostro Sodalizio si è concretizzata anche quest’anno col finanziamento di una vettura per la scuola guida di persone diversamente abili. Si tratta di interventi nuovi rispetto al passato, che si sono affiancati ad iniziative più
tradizionali, come la partecipazione a “La Strada giusta”, programma di educazione stradale per le scuole secondarie della Provincia di cui è promotore il Prefetto di Vicenza. Alle spalle dell’Ente, per tali interventi, ci sono le Autoscuole Ready to Go, aderenti al network ACI, che sanno far convivere lo spirito di comunità con l’attività professionale. Rilevo con soddisfazione l’incremento della nostra rete di delegazioni di tre nuovi punti: Lonigo, Malo e Vicenza (in via Tornieri). Con le undici delegazioni ACI, vecchie e nuove, si è consolidato un rapporto di fiducia che si è sostanziato in novità importanti: l’introduzione del sistema PagoPA nel pagamento del bollo-auto (oggi tutti i punti ACI sono dotati di sistema di pagamento elettronico) e l’introduzione del Documento Unico dei mezzi di trasporto. Della
delegazione di via Tornieri, gestita direttamente dalla società in house dell’ACI Vicenza, conosco le fasi di gestazione e allestimento, in piena pandemia, nonché d’avvio: un’iniziativa di coraggio in una situazione che non lasciava spazio alla fiducia. Dopo la sospensione per il lockdown i nostri uffici di Via Fermi hanno riaperto il sabato mattina, venendo incontro nei servizi di assistenza amministrativa (pratiche auto e rinnovo patente) a molti automobilisti che ne facevano richiesta. La collaborazione è stata intensa anche con le Agenzia SARA che nel nostro territorio, proprio per la sinergia con ACI, continuano a trovare terreno fertile per lo sviluppo dei servizi assicurativi. Un pensiero lo dedico al motorsport che, pur gravemente segnato dal lockdown, si è ripreso non appena le condizioni lo hanno consentito
con la consueta vivacità: organizzazione di gare d’ogni categoria sul territorio: ricordo in primis il Rally Campagnolo e i Rally di Bassano e Schio, la Salita del Costo e mille altre corse di regolarità in cui la passione motoristica ha potuto esprimersi. ACI Vicenza, per parte sua, ha istituito il “Trofeo Rally ACI Vicenza”, giunto oramai alla terza edizione, organizzato corsi di prima licenza e corsi di Ufficiali di gara, allestito eventi in Fiera a Vicenza (come non ricordare Mondo Motori 2019 con la reunion degli ingegneri progettisti della Delta?) e a Bassano (con Rally Meeting 2020 con Miki Biasion). Lasciando agli altri il giudizio sulla mia presidenza, questa fase della mia corsa è terminata, ma confesso di avere ancora energia e volontà per continuarla, perché i problemi della mobilità richiedono conoscenza e passione che a questo punto non mi difettano. Per questo mi sono ricandidato ad un nuovo mandato con un Consiglio Direttivo con due nuove entrate, l’ing. Alberto Cuomo, uomo d’impresa che saprà dare un contributo prezioso alla gestione dell’Ente, che – sia detto per inciso – gode di eccellente salute, e il due volte Campione del Mondo Rally Miki Biasion, le cui origini bassanesi mi ricorderanno, semmai sarò eletto, che ACI Vicenza deve occuparsi della città capoluogo ma anche della sua Provincia. Propongo la conferma del Collegio dei Revisori dei Conti del quadriennio in scadenza il cui aiuto e supporto, pur nel rigore che il loro ruolo comporta, sono stati decisivi in questi anni. Last but not least, un ringraziamento ai dipendenti, donne e uomini, sempre efficienti e appassionati, con cui mi auguro vivamente di continuare la collaborazione. Invito dunque tutti i Soci a votare il prossimo 16 ottobre nel seggio che sarà istituito presso il Centro Congressi Confartigianato, a Vicenza Via Fermi, (vicinissimo all’ACI). Cordialmente, Luigi Battistolli
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Vicenza in… bicicletta Da settembre è in funzione un nuovo servizio di bike sharing con 70 nuove e-bike e 80 bici tradizionali per incentivare una mobilità urbana smart e sostenibile. Il tutto sarà gestibile grazie all’app RideMovi da scaricare sullo smartphone. ■ A Vicenza si gira in bicicletta! Già perchè da settembre sarà più facile spostarsi in città grazie a 70 nuove e-bike e ad altre 80 bici tradizionali, a pedalata muscolare, fino ad una dotazione complessiva di 350 mezzi disponibili entro il 2021. Con la messa a disposizione delle biciclette a pedalata assistita, azionabili tramite l'app RideMovi, il Comune di Vicenza ha dato ufficialmente il via al servizio di bike sharing che sarà fornito dall'azienda italiana RideMovi Spa. L’obiettivo è quello di incentivare una mobilità urbana, smart e sostenibile. A presentare la nuova iniziativa il sindaco Francesco Rucco, il vice sindaco con delega alla mobilità Matteo Celebron e Davide Lazzari, business development and public affair di RideMovi Spa. “Promuovere la mobilità sostenibile – ha sottolineato il primo cittadino – è un obiettivo del nostro mandato amministrativo. Mi auguro che cittadini e turisti apprezzino e utilizzino fin da subito que-
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sto nuovo servizio che permette di spostarsi in modo comodo e green in città”. “È un qualcosa di innovativo - ha aggiunto l'assessore Matteo Celebron – a servizio della città e del turismo utilizzabile su tutto il territorio comunale. Una vera e propria
rivoluzione per la mobilità sostenibile del centro città e dei quartieri di Vicenza. E devo dire che le risposte non potevano essere migliori perché il servizio sta funzionando molto bene e va incontro alle esigenze degli utenti”. In realtà era stata sollevata qual-
che perplessità sui costi, ritenuti eccessivamente cari: “A Padova, Mestre, Milano, solo per confrontarci con tre realtà diverse – prosegue Celebron – la tariffa è di 0,20 al minuto, vale a dire solo 5 centesimi in meno. Il prezzo, poi, è stato deciso non arbitrariamente, bensì in base ad un bando di gara. Se il servizio funziona come sembra dopo queste prime settimane potremo in un prossimo futuro anche calare i costi che, per le bici tradizionali, sono decisamente più bassi: 1 euro per 20 minuti, 5,40 al giorno, 13,50 mensile, 24,30 trimestrale, 43,20 semestrale e 76,5 per un anno intero”. Servizio Gli utenti, una volta registrati, potranno scegliere e prenotare il mezzo attraverso l'applicazione RideMovi che, scaricata gratuitamente sullo smartphone, consentirà di cercare il mezzo più vicino direttamente sulla mappa della città
e scansionare poi il codice QR sulla bici, sbloccando così il lucchetto e avviando la corsa. Giunto a destinazione, l'app guiderà l'utente anche sulle modalità e sulle aree di parcheggio. Sempre inquadrando il QR code sulla bici sarà possibile chiudere il noleggio. La tariffa per l'utilizzo dell'e-bike è di 0,25 euro al minuto. Saranno disponibili pacchetti minuti scontati: per mezz'ora il costo sarà di 6 euro (anziché 7,50) mentre per un'ora 11 euro (anziché 15). I pacchetti minuti potranno essere utilizzati in tutte le altre città in cui è presente il servizio come, ad esempio, Padova, Venezia, Bologna, Mantova e Firenze. La circolazione dei mezzi sarà possibile su tutto il territorio comunale. Per quanto riguarda le modalità di parcheggio, all'interno del centro storico la sosta potrà avvenire solo sulle aree evidenziate dall'icona P,
corrispondenti alle posizioni delle rastrelliere collocate in città, in modo da garantire un servizio efficiente ed ordinato. Nella restante parte del territorio comunale gli utenti potranno prendere le bici, usarle e lasciarle dove vogliono, in modalità free floating, senza doverle necessariamente riporre nelle rastrelliere. È prevista però una premialità di 30 centesimi per la riconsegna nei punti parcheggio indicati dall'icona P. Saranno presenti anche delle No parking area (ad esempio i parchi che chiudono durante la notte), nelle quali non potrà avvenire la sosta: qui in caso di parcheggio sarà applicata una sanzione di 10 euro. Sarà attivo, inoltre, un servizio operativo su strada incaricato di gestire guasti, atti vandalici, manutenzione ordinaria delle bici, controllo e riequilibrio della flotta di mezzi in funzione degli spostamenti effettuati dagli utenti. Caratteristiche tecniche Le RideMovi e-bike sono biciclette a pedalata assistita dotate di un motore elettrico in grado di raggiungere una velocità massima di 25 chilometri orari. Dotate di gps e tecnologia IoT (Internet of Things) con un lucchetto intelligente brevettato “smart lock”, che viene sbloccato e bloccato tramite scambio di informazioni tra la bicicletta e l’applicazione, i mezzi hanno un'autonomia di 70 chilometri e un sensore di coppia integrato che compensa fino al 95 per cento lo sforzo necessario per pedalare. Il tracciamento Gps consente al gestore di conoscere la posizione di ogni bicicletta e di attivarsi per il suo recupero in caso di furto o di prelievo improprio. RideMovi Community Il servizio RideMovi è presente con 30 mila mezzi in Italia e Spagna. In poco più di 3 anni 1,5 milioni di utenti hanno pedalato per quasi 20 milioni di chilometri, risparmiando tonnellate di C02.
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PUMS e mobilità sostenibile La quinta edizione del Festival Città della tecnologia per la mobilità sostenibile, co-organizzato da Confartigianato Imprese Vicenza e dal Comune di Vicenza, vedrà un’anteprima del piano urbano che, indicativamente, verrà approvato entro fine anno ■ Vicenza guarda avanti e lo anche sui temi della mobilità sostenibile, protagonista della quinta edizione di CI.TE.MO.S., il Festival Città della tecnologia per la mobilità sostenibile, co-organizzato da Confartigianato Imprese Vicenza e dal Comune di Vicenza che da più di un quadriennio analizza le novità e le variazioni sociali che la sostenibilità e la tecnologia stanno introducendo specialmente sui temi della viabilità. In particolar modo i riflettori si accenderanno sul PUMS, il piano che l’amministrazione sta definendo per delineare il futuro della mobilità urbana in chiave ambientale e sul progetto di restyling verde della zona industriale di Vicenza Ovest. Il festival si svolgerà a Vicenza il 4 e 5 novembre, con un’anteprima martedì 26 ottobre. “La mobilità sostenibile, tema di
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mandato della nostra amministrazione – ha sottolineato il sindaco Francesco Rucco – è diventata ormai il focus del modello della città contemporanea. Siamo chiamati sempre più, infatti, ad affrontare la duplice sfida di ridurre l'impatto ambientale dei trasporti rendendo,
al tempo stesso, più efficienti e veloci gli spostamenti”. “Prosegue la collaborazione tra Comune e Confartigianato – aggiunge il vicesindaco con delega alla mobilità Matteo Celebron – Quest'anno CI.TE.MO.S. ci parlerà del Pums fornendoci un contributo
fondamentale per redigere il piano che guarda alla Vicenza del 2030. Trasporti, gestione delle merci e mobilità urbana saranno i temi principali affrontati durante gli incontri organizzati all'interno dell'evento, divenuto, ormai, una positiva consuetudine per la città”. “Si tratta di un appuntamento importante per Vicenza – dichiara l'assessore alle infrastrutture Mattia Ierardi – uno stimolo ulteriore nell'investimento green per la città”. “Il nostro laboratorio principale sarà il P.U.M.S. (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) del Comune di Vicenza - spiega Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Imprese Vicenza - perché una parte del lavoro di molti nostri artigiani è legata alla mobilità nelle città e nelle aree produttive: pensiamo a tutti i servizi che richiedono spostamenti nella cintura urbana, ma anche alla mobilità delle persone e delle merci. Abbiamo bisogno di capire come migliorare, su quali leve possiamo agire ed inserire il nostro lavoro in un quadro di sostenibilità generale. Per questo abbiamo messo in atto una collaborazione con le università per studiare la situazione e collaborare con un documento, che sarà presentato nel corso di CI.TE.MO.S.,
alla realizzazione del PUMS”. Tra gli ospiti dell’edizione 2021 di CI.TEMO.S Marc Aguettaz, country manager Italia di GIPA: “Perché è importante conoscere bene il parco circolante del proprio territorio? Mentre il mondo si interroga su come ridurre le emissioni di gas clima alteranti ma anche di inquinanti, riuscire a capire come accelerare il rinnovo del parco più vecchio passa per la misura precisa dello sforzo economico che questo può rappresentare per le famiglie e come agevolare la sostituzione dei veicoli. Il 75% dei quali nella provincia di Vicenza è costituito da automobili, metà delle quali ha 10 anni e più. Per effetto del calo delle immatricolazioni avvenuta dal 2012 rispetto ai 15 anni precedenti, le vetture con meno di 5 anni sono solo il 28%. Le classi di emissione sono collegate agli anni di immatricolazioni: il 3% del parco è precedente alle regole sulle emissioni – definite Euro 0 - oppure Euro 1 o 2, quindi immatricolate prima del primo gennaio 2000. Il 15% è Euro 3, il 26% Euro 4, il 23% Euro 5. Una macchina su tre circolante in Provincia è Euro 6 (33%)”. Temi di grande attualità su cui ACI e ACI Vicenza hanno già focalizzato l’attenzione per arrivare ad un parco macchine più moderno e,
di conseguenza, sicuro, oltre che meno inquinante. Due saranno in particolare i momenti che caratterizzeranno il Festival: martedì 26 ottobre si terrà un convegno di carattere ambientale, realizzato congiuntamente con l’assessorato alle infrastrutture e verde pubblico dell’assessore Mattia Ierardi, avente come oggetto il “Restyling verde” della zona industriale di Vicenza Ovest. Giovedì 4 e venerdì 5 novembre si svilupperà un programma - in collaborazione con l’assessorato alla mobilità e trasporti del vicesindaco con delega alla mobilità Matteo Celebron - in cui si avrà un’anteprima del PUMS che, indicativamente, verrà approvato entro fine anno. Parallelamente avrà luogo la presentazione del “Documento complementare di stimolo e supporto al PUMS” che Confartigianato Vicenza sta realizzando grazie al supporto delle Università La Sapienza di Roma e Bicocca di Milano. Il documento si focalizzerà su: mobilità delle merci e persone; valutazione alla luce del PNRR 20212027 dei possibili spazi e opportunità di investimento e azione da parte delle imprese del territorio, in un’ottica di ricerca e sviluppo per la mobilità.
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Rubrica a cura delle Autoscuole Ready2Go
SERGIO MAISTRELLO
Il triangolo non l’avevo considerato Come cantava Renato Zero non tutti gli automobilisti hanno chiaro l’utilizzo di un dispositivo che è invece di fondamentale importanza in caso di guasti o di incidenti lungo le strade, soprattutto se extraurbane ■ Non tutti gli automobilisti hanno ben chiaro l’uso e l’utilizzo del triangolo, dispositivo che ricordiamo è dotazione obbligatoria per tutti i veicoli esclusi i velocipedi, i ciclomotori a due ruote e i motocicli. Normalmente viene tenuto nel portabagagli ed è opportuno, specialmente quando si affrontano dei viaggi, averlo a portata di mano in modo che nel caso debba essere utilizzato non si trovi magari al di sotto dei bagagli e non ci tocchi in questo caso scaricare valigie o altro. Il segnale mobile di pericolo è di forma triangolare, rivestito di materiale retroriflettente e munito di un apposito sostegno che ne consenta l'appoggio sul piano stradale in posizione pressochè verticale in modo da garantirne la visibilità. Il “triangolo” va posto in determinate situazioni previste dal codice della strada all’art. 162 e precisamente:
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a. di giorno, quando il veicolo o il carico non siano nettamente visibili a una distanza di 100 metri da parte del conducente di un veicolo sopraggiungente da tergo. b. di notte, per il veicolo, quando manchino o siano insufficien-
ti le luci posteriori di posizione o di emergenza, situate sul veicolo, ovvero in ogni caso di caduta del carico dal veicolo stesso. Nei due casi sopra citati in conducente deve porre il segnale sulla pavimentazione stradale, dietro
al veicolo o all'ostacolo da presegnalare, ad una distanza longitudinale di almeno 50 metri, tale che in ogni circostanza esso possa essere pienamente visibile, ad una distanza di 100 metri, dai conducenti dei veicoli che sopraggiungono.
Il segnale deve essere situato sulla corsia occupata dal veicolo fermo o dall'ostacolo ad una distanza non inferiore ad 1 metri dal bordo esterno della carreggiata con la superficie rifrangente rivolta verso i veicoli che sopraggiungono.
Sulle autostrade e strade extraurbane principali qualora sia impossibile spostare il veicolo sulla corsia per la sosta di emergenza o sulla piazzola d'emergenza, oppure allorchè il veicolo sia costretto a fermarsi su tratti privi di tali appositi spazi, il triangolo deve essere collocato posteriormente al veicolo e alla distanza di almeno 100 m dallo stesso. Lo stesso obbligo vale per il conducente durante la sosta sulla banchina di emergenza, di notte o in ogni altro caso di limitata visibilità, qualora siano insufficienti le luci di posizione Come si può notare, nei centri abitati non è obbligatorio l’uso del triangolo, ma è chiaro che non è neppure vietato. Quindi, se lo riteniamo utile, anche in base alla visibilità o alle condizioni atmosferiche metterlo comunque di certo male non fa. Durante le operazioni di presegnalazione con il segnale mobile di pericolo devono essere utilizzati dispositivi retroriflettenti di protezione individuale per rendere visibile il soggetto che opera. A decorrere dal 1° aprile 2004 è fatto divieto al conducente di scendere dal veicolo e circolare sulla strada senza avere indossato giubbotto o bretelle retroriflettenti ad alta visibilità. Tale obbligo sussiste anche se il veicolo si trova sulle corsie di emergenza o sulle piazzole di sosta. Un decreto ha poi stabilito le caratteristiche dei giubbotti e delle bretelle. L'utente deve aver cura di togliere il segnale al momento della cessazione della sosta o, comunque, dell'ingombro. Naturalmente il mancato rispetto delle regole sopra descritte comporta una sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 42,00 a euro 173,00.
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TROFEO RALLY ACI VICENZA
ANDREA ZANOVELLO
Bianco ancora leader dopo il San Martino
A sinistra: Giovanni Toffano (foto di ACTUALFOTO - Mario Leonelli) Qui: Riccardo Bianco al Campagnolo Sotto: Paolo Nodari balzato in seconda posizione dopo il rally trentino
Nodari vince la gara con la Subaru e sale in posizione d’onore assieme a Zanetti e alle spalle di Bianco che conduce tra i piloti dello storico. Il figlio Giulio passa al comando tra i navigatori ■ L’atteso terzo appuntamento per gli equipaggi delle auto storiche iscritti al Trofeo Rally ACI Vicenza, svoltosi a San Martino di Castrozza ha portato qualche variazione nelle classifiche, ma anche delle conferme come recita la classifica assoluta piloti che vede ancora al comando Riccardo Bianco grazie al quarto posto in gara, ma anche la novità di Paolo Nodari che, aggiudicandosi il rally trentino con la Subaru Legacy, con i 32 punti incassati va ad occupare il secondo gradino, in condivisione con un efficace Pierluigi Zanetti, terzo in gara con la Ford Sierra Cosworth. Gianluigi Baghin (Alfetta GTV) e Stefano Sbalchiero (Fiat 127) scendono dal provvisorio podio a causa del ritiro e si fa avanti Mario Mettifogo, sesto con l’A112 Abarth, ora marcato stretto da Lorenzo Scaffidi su Fiat Uno Turbo che, a sua volta, precede nell’ordine
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Alessandro Ferrari (Lancia Fulvia HF) e Daniele Danieli (Fiat Ritmo 130TC). Chiude la top ten Nicola Casa su Opel Corsa. Nessuna variazione di rilievo nelle classi tra i piloti mentre, passando ai copiloti, salta all’occhio il notevole balzo compiuto da Giulio Nodari che vola al comando con 54 pun-
ti e quasi doppia Federico Casa, che racimola il solo punto partenza e sale a quota 30. Gloria Florio resiste in terza posizione e si fa sotto Christian Ronzani che si tira nella scia di una manciata di punti Elisa Presa, Piero Comellato e Alberto Marcon. Risale anche Cristina Merco che va ad affiancar-
si a Natascia Freschi, assente al San Martino. Nelle classi esordisce al meglio Alberto Marcon che si porta al comando nella “oltre 2000” del 2° Raggruppamento e si preannuncia un vivace finale di stagione nella “2-1150” del 3° tra Casa e Florio. Nelle classifiche speciali, Zanetti
rafforza la leadership nella “over 60 piloti” con Mettifogo, terzo, che si avvicina a Baghin. Passo in avanti per Comellato tra i navigatori mentre molto vivaci ed interessanti si confermano la femminile e quelle dedicate agli “under 25”. Tra le dame conduce Gloria Florio con Elisa Presa a
poca distanza. Va precisato che alla navigatrice veronese a causa di un disguido non erano stati conteggiati i punti regolarmente acquisiti al Lessinia, ora sommati correttamente e che la portano in seconda piazza pure nella classifica dei giovani copiloti dove va a tallonare ad un solo punto il capoclassifica Ronzani. Dopo le prime tre gare diventano sempre più importanti i punti a coefficiente maggiorato che il Rally Storico Città di Bassano andrà ad assegnare ai conduttori delle storiche, mentre per quelli delle auto moderne avrà coefficiente 1. Il quarto appuntamento si svolgerà il 22 e 23 ottobre e si conferma che il quinto e decisivo Città di Schio viene posticipato di una settimana a seguito dell’assegnazione della validità per il Campionato del Mondo al Rally di Monza e si correrà il 26 e 27 novembre. Le classifiche aggiornate sono online dal sito web www.palladiohistoric.it e si rammenta ai conduttori interessati che eventuali refusi o richieste di chiarimenti vanno inoltrate entro quindici giorni dalla pubblicazione.
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Si terranno nella sede di Confartigianato le elezioni dei cinque componenti del Consiglio Direttivo e dei due Revisori dei Conti effettivi per il quadriennio
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Si vota per il rinnovo del consiglio direttivo ■ L’Automobile Club Vicenza indice le elezioni dei cinque componenti il Consiglio Direttivo e di due Revisori dei Conti effettivi per il quadriennio 2021/2025. Alle elezioni procederà l’Assemblea dei Soci, a tale scopo convocata il giorno 15 ottobre 2021 ore 9:30 o, per il caso in cui non possa deliberarsi per mancanza del numero legale, riunita in seconda convocazione il giorno 16 ottobre 2021 ore 9:30, qualunque sia il numero dei soci presenti. L’unico seggio elettorale è costituito nel luogo di prima convocazione dell’Assemblea, che richiede per la validità la presenza di metà dei soci più uno, il 15 ottobre 2021, presso la Sede Sociale dell’Automobile Club Vicenza in Via Fermi 233, Vicenza; oppure è costituito nel luogo di seconda convocazione dell’Assemblea, che sarà valida qualunque sia il numero dei soci presenti, il 16 ottobre 2021, presso la Sede del Centro Congressi Confartigianato Vicenza in Via Fermi
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Automobile Club Vicenza
Dal 11 gennaio, sino a revoca, si applicano le seguenti disposizioni per il collocamento della Regione Veneto in zona arancione Orari di apertura RINNOVO PATENTE Lunedì 8:00-13:00 Martedì 8:00-13:00 13:30-16:00 Sarà svolto su prenotazione Mercoledì 8:00-13:00 13:30-16:00 (tel. 0444/966046; mail: assistenza@vicenza.aci.it) Giovedì 8:00-13:00 13:30-16:00 Per gli orari consultare il sito www.vicenza.aci.it Venerdì 8:00-13:00 IMPORTANTE Per quanto riguarda le patenti scadute e da rinnovare, queste le nuove scadenze: 30 aprile 2021 per le patenti scadute tra il 31 gennaio 2020 e il 29 aprile 2021. CONSULENZA AUTOMOBILISTICA - PRATICHE AUTO Continuerà ad essere svolto su prenotazione con i consueti orari. BOLLO AUTO Il pagamento bollo avviene senza prenotazione. Si segnala che la regione del veneto ha disposto il rinvio al 30 giugno 2021 dei pagamenti dei bolli-auto, la cui scadenza ricade nel periodo compreso tra il 1° gennaio ed il 31 maggio 2021, senza che si incorra in sanzioni o applicazione di interessi.
UFFICIO SOCI Tel. 0444.966046 soci@vicenza.aci.it
• Emissione e rinnovo associazioni individuali e aziendali • Contratti per domiciliazione tassa auto • Rimborsi soccorsi stradali • Informazioni per assistenza per viaggi all’estero con emissione di carnet de passage en douane e vendita contrassegni Austria e Svizzera • Informazioni su servizi delle autoscuole aderenti al network ACI Ready To Go • Sportello riservato per riscossione tasse autoveicoli, motoveicoli e autocarri, riscossione della tassa di circolazione del ciclomotore, nonché gestione pratiche di precontenzioso tributario
• Riscossione tasse autoveicoli, motoveicoli e autocarri, UFFICIO TASSE riscossione della tassa di circolazione del ciclomotore, Tel. 0444.966046 nonché gestione pratiche di precontenzioso tributario tasse@vicenza.aci.it • Gestione pratiche di precontenzioso tributariorcolazione del ciclomotore, nonché gestione pratiche di precontenzioso tributario
134, Vicenza. L’apertura dell’unico seggio elettorale autorizzato sarà di 5 ore continuative dalle ore 10:00 alle ore 15:00. Sono ammessi a votare i soci che
risultino in possesso della tessera sociale al 30 luglio 2021, data della presente delibera di indizione, e conservino tale qualità alla data di convocazione dell’Assemblea.
SERVIZI DI ASSISTENZA AMMINISTRATIVA AI SOCI E ALL’UTENZA Tel. 0444.966046 • Duplicato della carta di circolazione assistenza@vicenza.aci.it • Cambio targa Tariffe con sconto fino al 20% per soci ACI • Radiazione per esportazione • Trasferimenti di proprietà • Rinnovo patenti • Cambio denominazione (per società) • Consulenza per visita presso • Perdite di possesso la Commissione Medica per rilascio patenti • Tagliando di classificazione di veicolo di interesse storico • Conversioni patenti militari USA/ estere • Cambio di residenza e sede (per società) • Visita per il rilascio del certificato medico • Prenotazione di collaudi e di revisioni ai fini del rilascio del porto d’armi
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ROBERTO CRISTIANO BAGGIO
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Salvini cala il poker Il pilota toscano con Davide Tagliaferri (Porsche 911 Rs) ha conquistato il quarto successo nella gara più bella, lunga e difficile del campionato italiano dopo un’avvincente lotta con l’elbano Andrea Volpi al volante della sua performante Lancia Delta Integrale ■ Il rally dell’Isola d’Elba continua a rimanere stregato per Lucky. Neanche quest’anno ce l’ha fatta a mettere in bacheca l’oro che spetta al vincitore. Tradito dalla Delta Integrale nelle battute iniziali della gara isolana, il vicentino è stato costretto a ritirarsi nel corso della terza prova speciale, la Bagnaia-Cavo, per problemi di pressione olio. Gara da dimenticare nonostante le premesse e la classifica aperta. Nella prima prova, Capoliveri, di 7,5 Km e in quella successiva, la Volterraio-Cavo di ben 27 Km, Lucky, affiancato come sempre da Fabrizia Pons, aveva fermato i cronometri rispettivamente sul quarto e quinto tempo assoluto accumulando un ritardo di 28” sul leader, Alberto Salvini, lanciatissimo nel rally che gli calza a meraviglia, come un abito di alta sartoria. La spia rossa accesa era un segnale d’allarme troppo importante per convincere Lucky a spremere il motore e così, correndo al “risparmio” in attesa dell’intervento dei meccanici della K-Sport,
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A sinistra: Salvini-Tagliaferri sul podio sopra: Salvini primo assoluto con Tagliaferri sotto: Volpi-Maffoni su Deltra Integrale
ha cercato di limitare i danni. Ma non c’è stato nulla da fare. Alla fine ha dovuto arrendersi e rinviare così ancora una volta l’appuntamento col podio più alto. Per Salvini, invece, coadiuvato alle note da Davide Tagliaferri, è girato tutto per il verso giusto e con quella colta all’Elba ha messo in carniere ben quattro vittorie sull’isola napoleonica, potendo contare sull’affidabilità della sua Porsche 911 RS. In pratica il pilota toscano, che difende i colori della scuderia Palladio di Vicenza, ha firmato le ultime tre edizioni della gara e, in precedenza, nel 2011. Ma non è stata una passeggiata anche se il filotto di scratch nella prima tappa (quattro
su quattro) lo aveva portato più in alto di tutti. La vittoria - più bella e lottata delle precedenti - si è concretizzata solo sull’ultima speciale dove Salvini e Andrea Volpi, con Michele Maffioni su una Lancia Delta 16V, si sono presentati divisi da appena 2 decimi. Aggredendo i quasi dieci chilometri della Perone, Salvini ha preceduto l’avversario di 3.5 secondi, assicurandosi l’oro. Volpi, che correva sulle strade di casa, è stato autore di una gara straordinaria e sino all’ultimo metro di asfalto ha sperato di sopravanzare con la sua Delta la verde Porsche di Salvini. Ha accarezzato il successo, mancato per soli 3”7, lasciandogli un po’ di amaro ma
anche tanta soddisfazione per aver tenuto testa al campione toscano. Dietro di loro il vuoto assoluto, con i terzi Marco Bertinotti e Andrea Rondi Porsche 911 Carrera RS, che hanno concluso a oltre 2’ dal primo, secondi del 2° raggruppamento. Quarto assoluto e primo del 4° raggruppamento si è piazzato Giovanni Costenaro con Matteo Gambasin, Ford Sierra Rs Cosworth. Il marosticense, che quest’anno ha aperto la stagione cogliendo tre successi assoluti sulle strade venete, è stato bravo a non mollare mai e a risalire poco alla volta le posizioni più prestigiose della classifica, sfruttando abilmente le caratteristiche della sua vettura. Una crescita costante, quella del più giovane dei Costenaro, concentrato ora sul Città di Bassano che il fratello Giacomo s’è aggiudicato nella gara riservata alle vetture moderne nel 2015 e papà Giorgio in quella aperta alle storiche nel 2007 e 2008. Dietro al prtacolori del Team Bassano hanno poi concluso Davide Negri e Roberto Coppa, su Porsche 911 RS sempre del “secondo”. Solamente al sesto posto ha terminato invece Salvatore Totò Riolo, insieme a Alessandro Floris, sulla Subaru Legacy Turbo. Il siciliano è stato a lungo in lotta per la vittoria, battagliando senza riserve con Salvini e Volpi, ma ha visto i
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A sinistra: Giovanni Costenaro con la Sierra 4x4 a destra: Lucky-Pons con la Delta sotto da sinistra: Bertinotti-Rondi, Negri-Coppa, Totò Riolo-Floris
Il marosticense Giovanni Costenaro, in coppia con Matteo Gambasin, ha fatto sua la quarta piazza con la Ford Sierra Cosworth 4x4 sogni svanire, quando l’aggancio alla vetta sembrava cosa fatta, a due prove dal termine, causa una foratura. Al settimo posto si sono piazzati Matteo Luise e Melissa Ferro, Fiat Ritmo 130 Abarth TC. I due polesani hanno sfruttato le caratteristiche della macchina, andando sempre a tutto con la consapevolezza che contro le cavallerie delle vetture che li precedervano sarebbe stata durissima. Bravi a crederci fino in fondo e a conquistare il settimo si-
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gillo nel rally più lungo e difficile del campionato italiano auto storiche. Luise ha preceduto sul traguardo finale Paolo Pasutti, Jean Campeis alle note, su Porsche 911 RS, Dino Vicario con Fausto Bondesan, Ford Escort Rs 1.6, noni, e Marco Frainer e Marco Comunello, Opel Kadett Gsi, sorprendentemente decimi. Undicesimi assoluti e primi del 3° raggruppamento italiano Mauro Lombardo con Rosario Merendino, Porsche 911 SC costantemente davanti ad un combattivo Adriano
Beschin con Federico Migliorini sempre su 911 SC. Il “primo” raggruppamento dell’Italiano è invece andato a Nicola Salin con Paolo Protta, Porsche 911 S in una avvincente lotta come sempre contro la vettura gemella di “Nello” Parisi e Giuseppe d’Angelo, primi dell’Europeo Rally. Tra le prove sfortunate, dopo i pesanti ritiri della prima tappa di Lucio Da Zanche, di “Lucky” e di “Zippo”, tra i big non hanno visto il traguardo Elia Bossalini, in cop-
Lucky-Pons costretti al ritiro nelle battute iniziali della gara per problemi alla pressione dell’olio della loro Delta Integrale
pia Sara Gerevini, BMW M3, fermati dalla rottura delle colonnette della ruota anteriore sinistra quando era in quinta posizione nell’assoluta, e Gabriele Noverasco-Giacomo Ciucci anche loro su una BMW M3, fermati dal cedimento della guarnizione della testata. Nell’ambito del Trofeo A112 Abarth, organizzato dal Team Bassano di Mauro Valerio, grande ritmo, in entrambe le tappe con il successo nel day 2 andato alla coppia FioraBeretta, vera rivelazione della com-
petizione elbana in ambito A112 dopo i ritiri dei protagonisti SisaniPollini e Baldo-Marcolini. Il Campionato Italiano Rally Auto Storiche 2021 è giunto all’atto finale. L’ultimo appuntamento stagionale sarà la 4°edizione del Rally Storico Costa Smeralda, a coefficiente 1.5, in programma a Porto Cervo il weekend del 29-30 ottobre, una settimana dopo il Città di Bassano. Ultime sfide prima di chiudere una stagione elettrizzante e ricca di colpi di scena.
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RALLY SAN MARTINO HISTORIQUE
ROBERTO CRISTIANO BAGGIO
Tra padre e figlio l’intesa è vincente
Paolo e Giulio Nodari hanno vinto la gara trentina con una Subaru Legacy Sedan dopo una lunga sfida con la Ascona 400 di Nerobutto-Battisti ■ Sono mancate le Stratos di Giorgio Costenaro e Dino Tolfo, tra le vetture più attese dagli appassionati, out dopo la prima scalata al mitico Manghen, ma la magica atmosfera dei rally d’antan c’era tutta al S. Martino Historique, gara che ha riportato in primo piano il sapore vero della specialità, quello che sa di traversi, rombi scoppiettanti e scarichi bollenti. Scattati in coda al rally moderno, vinto da Luca Pedersoli in coppia con Anna Tomasi su Citroen Ds3 Wrc, gli “storici” non si sono risparmiati, battagliando lungo le tre prove speciali da ripetersi due volte a viso aperto, senza tentennamenti, chiedendo tutto (o quasi) alle loro macchine che di anni, sulle ruote, ne hanno ormai parecchi, tirate tuttavia a lucido, agili e scattanti come e forse più di quando uscirono dalle officine. Giornata piena, e a parte qualche banco di nebbia sulla Val Malene con l’inversione di marcia al passo Brocon presidiato dagli appassionati, il ricordo è andato dritto dritto ai S. Martino nei quali timbravano, per dirla con Carlo Ragogna che del
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A sinistra: I trofei vinti da Paolo e Giulio Nodari qui: Paolo e Giulio Nodari in trasferimento sotto: Nerobutto secondo assoluto
Bronzo per Pierluigi Zanetti, coadiuvato da Carlo Vezzaro che ha ritrovato la grinta dei giorni migliori al volante di una Ford Sierra Cosworth 4x4 rally è l’addetto stampa, “Cavallari e Munari, Crosina e Maglioli, Pinto e Macaluso, Cella e Ramoino, quella vecchia volpe del Giorgio Taufer con il Toni Bond, manco avesse 007 sul sedile di destra. Il totem del San Martino era lì, alla partenza, a salutare i “giovani” che fanno la gara dei “vecchi”, tra sorrisi e pacche sulle spalle prima di accendere i motori e partire verso
il Manghen.” La lotta per la vittoria è stata subito accesissima e alla fine l’hanno spuntata Paolo e Giulio Nodari, padre e figlio, con una Subaru Legacy Sedan del 4° Raggruppamento. Con il successo i due di Gambugliano si sono portati a casa anche il Trofeo Aci Vicenza (istituito su suggerimento di Rudy Dalpozzo che dell’ente berico coordina le at-
tività sportive). Ma non è stata una passeggiata. Tiziano Nerobutto e Franco Battisti su Opel Ascona 400 del 3° Raggruppamento hanno fatto di tutto per “tagliare la strada” ai Nodari, rendendo l’esito finale incertissimo sino agli ultimi metri di corsa. I portacolori del Team Bassano Club hanno chiuso con un ritardo di 25’’2, dopo aver fermato il cronometro sul miglior tempo
assoluto nel primo passaggio sul Manghen che è valso loro il Trofeo La Sportiva messo in palio per gli equipaggi del 1°/2°/3° Raggruppamento, vetture costruite sino al 1981, con qualche ruga in più ma ancora tanta grinta sotto al cofano. Argento, come dodici mesi fa, che lascia un po’ d’amaro in bocca ai due trentini. Finalmente un risultato di prestigio
e all’altezza delle attese per Pierluigi Zanetti, un “piedone” che nei primi anni Ottanta lottava a tempi pari con un certo Miki Biasion. Coadiuvato da Carlo Vezzaro, il vicentino ha guidato in maniera impeccabile la sua Ford Sierra Cosworth del 4° Raggruppamento confermando tutto quello di buono che all’epoca aveva fatto vedere. Pur con un po’ di ruggine ancora da togliere e
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Terzo successo per Pedersoli Il bresciano in coppia con Anna Tomasi trionfa su Citroen DS3 Wrc Ferme dopo il primo passaggio sui tornanti del passo Manghen le attesissime Lancia Stratos di Giorgio Cpostenaro e Dino Tolfo. Lunga la lista dei ritirati
In alto a sinistra: Delladio-Ometto (Porsche 911 Rs Carrera) e Riccardo Bianco-Nicola Rutigliano sotto: Pierluigi Zanetti-Carlo Vezzaro (Sierra 4x4)
qualche problema iniziale con l’assetto, è riuscito a mantenere il distacco dai leader sotto il minuto e a difendersi egregiamente dagli attacchi di Riccardo Bianco e Nicola Rutigliano su vettura identica, avversati sin da prima del via da noie alla turbina. Quinta piazza, invece, per il bassanese Agostino Iccolti, ritornato al volante della Porsche 911 RS che tante soddisfazioni gli ha dato nelle stagioni passate, dopo gli incerti passi con la Sierra. Al suo fianco l’esperta Chiara Corso, navigatrice di rango.
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E di rango anche il coequipier che ha dettato le note a Lorenzo Delladio, quel Pietro Elia Ometto che di solito corre al fianco di Andrea Crugnola nel campionato italiano auto moderne. Con una Porsche 911 Carrera Rs hanno chiuso sesti assoluti a 2’39” da Nodari. Solo quattro decimi, invece, dividono Jagher-Fiorin (Bmw M3) e Ferrato-Marcon (Porsche 911 Rs) classificatisi nell’ordine, mentre Zanon-Crivellaro (Porsche 911 Rs) hanno firmato il nono posto. Roberto Naclerio, invece, in coppia
con Davide Moscheni, ha chiuso la top ten con la su Opel Ascona, assicurandosi la vittoria di classe. Tanti, purtroppo, i ritiri. Il primo a lasciare la compagnia è stato Giorgio Costenaro, in coppia con Lucia Zambiasi, tradito da un problema meccanico alla Stratos. Fuori anche Patuzzo, Simontacchi, Chiminelli e Franchini. Ritiro amaro per Dino Tolfo, Jacopo Rocchetto, Marzatico, Baghin e Cecini. Si è fermato pure Bonaso con la 037 Rally e così l’unica Lancia rimasta in gara è stata la
Fulvia Hf di Ferrari, ventesima. Nell’ultima prova, la Gobbera, Nerobutto ha perso definitivamente le speranze di superare i due di testa, cedendo qualcosa come 20’’4 a causa di una foratura. Sono spariti nel frattempo dai radar la Sierra di Bergamo e l’Honda Civic di Marangon, così a San Martino hanno fatto festa in 27, un po’ distanziati come vuole la legge del Covid. Nella speciale classifica riservata alle scuderie primo posto al Team Bassano di Mauro Valerio.
■ Il Rallye San Martino di Castrozza e Primiero si è trasformato in un trionfo per Luca Pedersoli ed Anna Tomasi, su Citroen DS3 WRC, vincitori del sesto round nel Campionato Italiano WRC. Terza vittoria nel tricolore e terzo successo consecutivo nella gara trentina, organizzata dalla San Martino Corse, che rilancia le ambizioni scudetto del driver bresciano in vista dell’ultimo e decisivo appuntamento nel Trofeo ACI Como, atteso per il 22 e 23 ottobre, in concomitanza con il rally Città di Bassano. Quattro scratch su sei prove speciali disputate, tra le quali la prima e più lunga prova sul leggendario “Manghen”, hanno permesso a Pedersoli di avere di nuovo la meglio nel faccia a faccia con Luca Ros-
setti. Il friulano navigato da Manuel Fenoli, su Hyundai i20 R5, si è imposto nelle altre due prove e ha rilanciato il duello fino all’ultimo crono sulla “Gobbera” (8 km), dove Pedersoli ha rispedito definitivamente l’attacco al mittente e chiuso il confronto con un distacco di 11.1’’ al traguardo finale. Sul podio anche Andrea Carella con Elia De Guio, su Skoda Fabia R5. Un risultato che concede al piacentino i punti utili per confermarsi leader del Campionato Italiano WRC in vista dell’ultimo rally. Conti alla mano, saranno proprio Carella (66,5 punti), Pedersoli (63,75 punti) e Rossetti (60,75 punti) a giocarsi lo scudetto a Como, ultimo round che offrirà un punteggio a coefficiente 1,75.
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RALLY CITTÀ DI BASSANO ROBERTO CRISTIANO BAGGIO
Battaglin a caccia del “mundialito”
Per ben undici volte il “Rosso volante” è salito sul podio più alto della gara giallorossa La corsa giunta alla 38^ edizione quest’anno si disputerà il 22 e 23 ottobre.
■ È in calendario il 22 e 23 ottobre la 38^ edizione del rally Città di Bassano, valido per l’International Rally Cup e la Mitropa Cup. Un mese più avanti rispetto alla canonica scadenza di fine settembre. Una decisione calata dall’alto, leggi Aci Sport, per non interferire con il S. Martino di Castrozza e il Due Valli di Verona, che però non ha disturbato più di tanto i vertici della Bassano Rally Racing, organizzatrice della gara. Il presidente Narciso Lino Paccagnella, coadiuvato da Paolo Grandesso e dai soci del sodalizio, non ha perso tempo nè entusiasmo, mettendosi all’opera per allestire anche quest’anno un rally all’altezza della prestigiosa tradizione. Il “Città di Bassano” avrà un prologo serale venerdì 22 ottobre, dopo le verifiche e lo shake down spostato sulle “Scalette” di Primolano, con la disputa della speciale di Rubbio, poco più di 7 chilometri, in grado di dare già un primo volto alla classifica. Sabato la gara si metterà in marcia il mattino con le tre prove, intervallate dal parco assistenza lungo viale Colombo, da ripetersi due volte, vale a dire Valstagna, Cavalletto e Rubbio per un totale di 92 chilometri cronometrati. Traguardo in piazza Libertà a partire dalle 18. Prime vetture a scattare dalla pedana di partenza ospitata, nell’autosalone Frattin di Cassola, saranno quelle storiche, in gara per la 16^ edizione riservata alle “nonnine”. Le moderne si metteranno in marcia subito dopo. Attesi anche quest’anno tanti partecipanti, tra i quali gli scalpitanti piloti locali che ritengono il “Bassano” una sorta di mundialito. Un quarto abbondante dei successi, ai piedi del Grappa, li ha colti il “Rosso volante” (ma ormai bassanese a tutti gli effetti) di Molvena. Alessandro Battaglin ha firmato lo scorso anno per l’undicesima volta il rally più amato del Nordest assicurandosi l’edizione numero 37 al volante di una Hyundai i20. Al suo
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Al via anche le auto storiche che apriranno la serie dalle partenze dall’autosalone Frattin di Cassola. Traguardo finale in piazza Libertà Da sinistra: Cresci-Ciabatti su Volkswagen Polo e Damiano De Tommaso-Patrick Bernardi (Fabia R5) sotto: Follador-Tessaro (Peugeot 208) e Bonini-Romei (Renault Clio)
fianco la compagna, non solo nello sport ma anche nella vita, Selena Pagliarini. Battaglin ha arricchito così un palmarès già stellare di suo. Una condotta di gara superba, senza sbavature. Quattro prove su cinque vinte senza affanni, l’ultima lasciata a Manuel Sossella perchè non avrebbe avuto senso compromettere la vittoria a risultato in tasca. Damiano De Tommaso sulle strade bassanesi lo ha seguito come un’ombra con Patrick Bernardi a destra. Una regolarità im-
pressionante, quella del varesino, sempre attaccato al leader con una Skoda Fabia R5. De Tommaso ha fatto suo l’argento, difendendosi con bravura dagli assalti della Ford Fiesta Rs Wrc di Manuel Sossella (Gabriele Falzone alle note). Quest’anno Battaglin tenterà di portare a casa la dodicesima “perla”. Il Città di Bassano è una delle gare più attese e amate dagli appassionati e dai piloti. Una sfida lungo prove speciali rese epiche dai
grandi "manici". Una storia tutta da raccontare. Il 1° gennaio del 1984 dall’idea di un gruppo di amici e dall’unione delle scuderie automobilistiche cittadine “Bassano Corse”, “Città di Bassano” e “Hawk Racing Club”, che si dividevano piloti, navigatori e tifosi, dando il “la” ad animate dispute, prese vita la Bassano Rally Racing. La passione era tanta, alimentata dalle prestazioni dei “piedoni” dell’epoca (Miki Biasion già en-
trato nell’orbita della Lancia, Paolo "Ciaccio" Baggio, Gigi Pellanda, Bepi Zarpellon, Ezio Facchinello, Giorgio Costenaro, Dino Tolfo, Gianni Torresan, Chiavacci, Giampaolo Basso, Carletto Tessarolo…) e i tempi ormai maturi per allestire qualcosa di grande. La volontà di organizzare un rally, che a Vicenza mancava ormai da diversi anni dopo le cinque edizioni del Campagnolo, troncate improvvisamente mentre la gara stava prendendo piede in ambito inter-
nazionale, prese così vigore. A gettare il seme furono Valter Bizzotto e i compianti Elio Nori, Renato Sonda, Loris Roggia e Alessandro Bordignon, via via affiancati da Narciso Paccagnella, Paolo Grandesso, Marco Castenetto, Moris e Fabrizio Alloro, Lino Fantinato, Tony Frigo, Valter Alessio "Caramea", Sergio Polato, Gigi Bariani, Gianfranco Menon, Francesco Cesa e tanti altri che nel corso degli anni entrarono a far parte del direttivo. Il primo comitato organizzatore, dopo la fusione dei team locali nella “Bassano Rally Racing”, fu presieduto da Renato Sonda, pilota ufficiale della Fiat negli anni Sessanta assieme a Pino Ceccato. Ad affiancarlo furono Elio Nori, Valter Bizzotto e Loris Roggia. Quest’ultimo, già navigatore di buona esperienza - professionale, attento e meticoloso – una sera si presentò ad una riunione della neonata scuderia con una carta geografica dettagliata e cominciò, sotto gli occhi increduli degli amici, a tracciare una prima bozza del percorso. Il rally prese spessore, riunione dopo riunione, grazie al sostegno dell’allora assessore allo sport di Bassano, Luigi D’Agrò, che mise a disposizione degli organizzatori il proprio ufficio di palazzo comunale. Ad affiancare gli organizzatori al debutto anche il giornalista Beppe Donazzan. I sopralluoghi lungo le stradine già teatro del S. Martino di Castrozza si susseguirono a ritmo sempre più frenetico, bruciando ettolitri di benzina e consumando interi treni
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Sopra: Gava-Dal Dosso (Mini Cooper S) sotto: Casa-Rutigliano su Peugeot 208. a destra: Gentilini-Zanchetta (Ford Fiesta Wrc)
di gomme. Sabato 15 settembre 1984, vinte non poche resistenze e superato il severo esame della commissione provinciale il “1° Rally Città di Bassano”, valido per il Campionato Triveneto di specialità, scattò dal Ponte degli Alpini. Apripista, con la Lancia 037 Totip del Jolly Club, i bassanesi Miki Biasion e Tiziano Siviero, laureatisi l'anno prima campioni europei ed italiani e pronti a spiccare il grande salto nel giro mondiale. La pioggia accompagnò per lunghi tratti la corsa e fu di buon auspicio. Il friulano Paolo Pasutti, con Trentin alle note, tagliò per primo il traguardo posto nel cuore di Bassano, portando sul podio la Ferrari 308 Gtb preparata da Giuliano Miche-
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lotto. Bizzotto e company non avrebbero potuto aspettarsi battesimo più bello e solenne. Con due padrini del calibro di Biasion e Siviero, primi e finora unici rallysti italiani a vincere due corone iridate, e una Ferrari al vertice della classifica, il Bassano si rivelò subito gara di carattere, grintosa e di alto rango. L'anno successivo, superato l'esame di ammissione col massimo dei voti e la lode, il rally entrò nella cerchia internazionale e fu inserito, sotto la spinta dell'avvocato Luigi Stochino, nel calendario delle gare valide per la Mitropa Cup. Arrivarono così ai piedi del Grappa numerosi equipaggi stranieri, provenienti da diversi Paesi europei,
tra i quali i portacolori ufficiali della Skoda e campioni del calibro di Armin Schwartz e Mattias Moosleitner. La Lancia 037 soffiò il primo posto alla Ferrari per tre edizioni di seguito (vittorie di Franco Ceccato, Lucky e Paolo Baggio). Poi fu la Bmw M3, con Dalla Pozza e due volte Lucky, ad insediarsi al vertice. Dal 1990 al 1994 il rally conquistò l'etichetta del campionato nazionale “Promozione” e vide vincitori ancora Lucky e poi Corradin, Longhi, Pasquali e Vicario. Negli anni successivi la gara, per precisa scelta degli organizzatori guidati da Valter Bizzotto, abbandonò il campionato Promozione passando alla formula internazionale non titolata che gli permise di mantenere la presenza di vet-
ture WRC ai nastri di partenza, a vantaggio della spettacolarità. La scelta si rivelò quanto mai azzeccata, premiata da un’invidiabile presenza di iscritti. L'elenco dei partenti s'infittì a tal punto da essere il primo rally in Italia per numero di partecipanti. In pochi anni ottenne così sul campo l’appellativo di “Mundialito del Nordest”, titolo mai messo in discussione. Gli anni Novanta e i primi del Duemila furono caratterizzati dalle vittorie a ripetizione di Alessandro Battaglin. Ben undici edizioni della gara – un record difficilmente battibile – portano la sua firma. E il "rosso volante" continua imperterrito ogni anno a presentarsi alla partenza, con la stessa grinta dimostrata al debutto. Solo noie
meccaniche gli impedirono di aggiungere l'ennesima perla al suo preziosissimo collier nell'edizione vinta da Paolo Oriella. Il 2012 e 2013 furono caratterizzati dalla titolazione IRCup Pirelli, manifestazione ideata da Loriano Norcini, che portò ai piedi del Monte Grappa numerosi piloti della scena nazionale ed internazionale: Fontana, Porro, Re, Sossella... Al fascino del Bassano non seppe resistere neppure un pilota di formula uno. In cerca di conferme, dopo il terribile incidente che gli interruppe una carriera agonistica ai massimi livelli, Robert Kubica si presentò a sorpresa nella sede della Bassano Rally Racing una settimana prima del via della 29^ edizione, per perfezionare l'iscrizione.
Il campione polacco onorò la partecipazione al rally con una prestazione superlativa: nel 2012 vinse la gara con un netto margine di vantaggio sul secondo. Al suo fianco il navigatore Emmanuele Inglesi, impressionato dalla rapidità con la quale Kubica s'impossessava dei segreti della specialità migliorando, ad ogni passaggio, i tempi nelle prove speciali. Dal 2014 il Città di Bassano è tornato ad essere rally nazionale, scelta effettuata sulla base delle nuove regolamentazioni e per andare incontro alla grave crisi economica del paese. Passaggio ancora una volta premiato con il record nazionale di iscritti, raggiunto pure nelle ultime edizioni. Nel 2018 ad imporsi è stato il friulano Luca Rossetti, col bassanese Pietro Elia Ometto al fianco. Una Citroen Ds 3 la vettura. L’anno dopo, invece, il primo a sfrecciare sotto lo striscione d’arrivo, fu Damiano De Tommaso, su Skoda Fabia R5, vincitore anche dell’Irc. Dodici mesi fa la nuova zampata di Battaglin. Alle undici simboliche medaglie d'oro conquistate dal “Rosso” si aggiungono le cinque appannaggio di Lucky, le due di Mauro Spagolla ed Eddie Sciessere e via via quelle di Pasutti, Ceccato, Baggio, Dalla Pozza, Corradin, Longhi, Pasquali, Vicario, Gasparotto, Soppa, Kubica, Fontana, Oriella, Costenaro. Michele Piccolotto finora è l'unico rallysta ad avere vinto il Città di Bassano sia in versione moderna (nel 2005 con Perin) sia in versione storica. Lancia e Ford sono le Case automobilistiche che si sono aggiudicate il maggior numero di successi: sette a testa. Toyota e Peugeot seguono con cinque primi posti. Quattro ori per la Citroen. A quota tre Subaru e Bmw. Una per la Ferrari, la più bella perchè inaspettata e prima della serie, per la Skoda e per la Hyundai.
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PROVA RESISTENZA ANCETRES
“Nonnine” pimpanti Sono tornate sulle strade venete le vetture ancetres ultracentenarie protagoniste della Prova di Resistenza organizzata dal Circolo Veneto automoto d’epoca ■ Sono tornati a calcare le strade del Veneto i veicoli ancetres ultracentenari protagonisti della Prova Resistenza. Dopo lo stop forzato del 2020 il Circolo Veneto Automoto d'Epoca ha dato vita alla seconda edizione di questo evento internazionale che intende rievocare la prima corsa automobilistica svoltasi interamente in territorio veneto nel lontano giugno 1899. Caratteristica della manifestazione la partecipazione di veicoli ante 1905 ed un percorso che in linea con quello originario attraversa le tre province venete di Padova, Vicenza e Treviso. Logicamente più ridotto il tragitto rispetto all'originale di 172 km, ma comunque una bella galoppata di oltre 80 km per le arzille ultracentenarie lungo strade secondarie attraverso Bassano del Grappa, Castelfranco Veneto e Cittadella. Il Museo dell'Automobile Bonfanti VIMAR ancora una volta è stata la sede di partenza di questa manifestazione con un'accoglienza festosa di un numeroso ed attento pubblico interessato e fortemente incuriosito da questi veicoli che normalmente si ammirano nelle sale museali ed in questa occa-
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A sinistra: l'arrivo a Bassano qui: aulino con la De Dion Bouton Type G del 1901 sotto a sinistra: Capricci subito dopo il via. In azione i meccanici sotto a destra: Umberto Voltolin con la ancetres a vapore
Al via le prime auto costruite ante 1905 che hanno affrontato un percorso tra le province di Vicenza, Treviso e Padova. Traguardo finale in piazza Libertà a Bassano
sione si possono invece vedere in movimento. La manifestazione ha tra l'altro dato l'avvio ai festeggiamenti previsti per il Museo Bonfanti VIMAR che ha raggiunto quest'anno trent'anni di vita. I colorati veicoli si allineano pian piano in attesa del via, pronti a scaricare i ben pochi cavalli a disposizione dei loro motori. È un continuo scambio di saluti e battute tra i vari protagonisti, attenti comunque ad effettuare tutte
le minuziose operazioni necessarie per avviare i motori. Si controllano l'acqua, i vari oliatori, ci si accerta di aver sufficiente carburante e si prendono accordi con gli “angeli custodi” dell'assistenza. Intanto mentre alcune signore sfoggiano abbigliamenti in linea con il periodo dei veicoli, si prova con successo ad avviare un fantastico triciclo Phebus del 1896 la cui musica è presto sovrastata dal rombo di una motocicletta da corsa J.Quentin del 1904.
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Ammiratissima la prima Isotta del 1901 della collezione Lopresto condotta dalle mani esperte di Fabio Verin
Qui: Greze con la Renault Type C Course del 1900 a destra: De Logu con la Peugeot Type 69 Bebè
Un emozionato Umberto Voltolin, presidente del Museo Bonfanti e organizzatore dell'evento, guardando l'ora sul suo orologio da taschino infine dà l'ordine perentorio: “Signori, alle macchine e si accendano i motori!” Si prepara quindi al via la magnifica Benz Velo del 1896 del simpatico collezionista tedesco Cristoph Schmidt, che con maestria ed ammirazione generale compie le manovre di accensione ed inizia l'avventura. A seguirlo l'importante cimelio dell'Aci di Torino, una De Dion Bouton Vis a Vis del 1898 con un raggiante Giorgio Ungaretti alla guida, dopo l'esperienza della London Brighton del 2017. È la volta poi di Fabrizio Rossi alla prima uscita della sua Clement Panhard VCP del 1900 presto seguito dall'incredibile Renault Type
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Ha aperto la serie la Velo Benz del 1896 condotta dal tedesco Cristoph Schmidt seguita dalla De Dion Bouton Vis a Vis del 1898 C da corsa del 1900, magistralmente condotta dall'esperto francese Jean Alain Greze, a suo agio al posto di guida che fu di Marcel e Louis Renault. Tocca quindi alla prima Isotta Fraschini del 1901 della collezione Lopresto, condotta dalle mani esperte di Fabio Verin mentre Antonio Cal-
leri segue con la splendida Renault type G del 1902. Elegantissima con la sua capote si avvia anche la Aster del 1902 di Franco Boero seguita dalla vettura americana Covert model A del 1903 del tedesco Wolfgang Presinger e dalla incredibile Leon Buat del 1903 dell'altro tedesco Wolfgang Kramer, entrambi importanti esponenti dell'Allgemeiner Schnauferl Club. Dall'Austria l'inarrestabile Oldsmobile Curved Dash del 1904 di Franz Hofer mentre Silvano Chesi cercava di domare la prestante motocicletta J. Quentin del 1904. A seguire il ventitreenne Giulio Delogu con la Peugeot 69 Bebè del 1905 e Raffaele Barbieri con una originalissima e conservata Adler 4/9 hp del 1907. A chiudere, dopo improvvisi imprevisti elettrici presto risolti, Luigi Baulino con una incredibilmente conservata De Dion
Bouton type G Vis a Vis del 1901, che si avvia agevolmente nonostante l'equipaggio di tre persone. Sotto l'arco del via, infine, anche Umberto Voltolin con l'inusuale Locomobile style 2 del 1900, vettura a vapore che il proprietario Piermario Cavallari ha voluto fare oggetto di donazione al Museo Bonfanti Vimar, andando così con questo prezioso cimelio ad arricchire l'importante collezione. Sbuffando, arrancando e rincorrendosi l'incredibile comitiva ha raggiunto la prima tappa nella pace meravigliosa del parco della cinquecentesca Villa Albrizzi Marini a San Zenone degli Ezzelini per una piacevole sosta per le vetture e gli arditi autieri! Difficile abbandonare la piacevole quiete del parco, ma il giro è ancora lungo e così si parte per raggiungere attraverso isolate strade di cam-
pagna la cittadina di Loria, festosamente accolti in Piazza da uno sbalordito pubblico e dalle autorità. E proprio un assessore si è reso autore di un gesto gradevolissimo. La motocicletta Quentin aveva infatti perso negli ultimi chilometri la pinza del freno e pertanto doveva dare necessariamente forfait. “Nessun problema ci penso io” ha detto l'assessore, lanciandosi subito nella ricerca del pezzo lungo il percorso. Dopo averlo miracolosamente trovato ha accompagnato il Chesi in officina per una immediata saldatura, consentendogli così di proseguire sino al traguardo. Dopo il pranzo al Ristorante San Piero e la visita alla stupenda collezione di trattori del proprietario, i veicoli hanno raggiunto i magnifici giardini delle mura di Castelfranco Veneto, sede a fine Ottocento del Café Chantant, dove i botti delle
bottiglie di prosecco hanno piacevolmente sostituito il teuf teuf dei piccoli motori. L'imponente cinta muraria medievale di Cittadella, esempio unico in Europa interamente percorribile sugli spalti, ha quindi stupito tutti i partecipanti accolti poi nella piazza centrale da un festoso e attonito pubblico. Dopo un gradevole rinfresco a base di frutta si riparte per raggiungere Nove, famosa per i suoi laboratori di ceramica, attraverso un piacevole tratto sterrato in grado effettivamente di far immaginare un salto nel tempo dove queste erano le strade migliori percorse da questi autentici gioielli. L'arrivo finale nel salotto buono di Bassano, una piazza Libertà gremita di gente che sino a mezzanotte ha continuato ad ammirare con attonito stupore questi mezzi normalmente ospitati nei musei e che hanno dimostrato invece di saper ben destreggiarsi negli oltre ottanta chilometri del percorso. Indubbiamente un successo questa seconda edizione della Prova Resistenza per il CVAE, che festeggia quest'anno i suoi 60 anni, ben assistito dal main sponsor INTERCOM che consentirà senz'altro un positivo sviluppo di questo evento, già ben conosciuto ed apprezzato all'estero, con una crescita della partecipazione quest'anno ancora penalizzata dalle problematiche del Covid. Appuntamento quindi nel 2022 per una nuova avventura, senz'altro “a tutto vapore” con la Locomobile del 1900 “star” del Museo Bonfanti Vimar.
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CRONOSCALATA PEDAVENA-CROCE D’AUNE ROBERTO CRISTIANO BAGGIO
Giampaolo Basso è il re della salita
Dopo 400 gare era stato tentato di ritirarsi Simone Faggioli vince nel moderno a suon di record Alessandro Battaglin è l'illustre apripista con la Bmw ■ Dopo 400 gare in oltre 40 anni di competizioni l’idea di appendere il casco al classico chiodo lo solleticava. Le ultime uscite erano state disastrose (ritiro al Campagnolo ad una manciata di chilometri da traguardo, out al Rally della Lessinia per la rottura del volano, “solo” secondo di classe e di gruppo al Costo per problemi meccanici…). L’intervento del navigatore Sergio Marchi e l’appoggio degli amici, uniti a una passione incrollabile, lo hanno convinto a ritentare. Così, ritirata la Porsche 911 Rsr dall’officina a poche ore dal via senza neppure metterla in moto, Giampaolo Basso si è presentato allo start della cronoscalata Pedavena-Croce d’Aune con la consapevolezza che se non sarebbe andata come voleva, beh, con le corse avrebbe chiuso. Contro due avversari di Raggruppamento del calibro di Toni Fassina e Dino Tolfo, entrambi su Lancia Stratos, e poi contro monoposto e sport, sapeva che sarebbe stata un’impresa spuntarla. Invece i riscontri del cronometro nella prima
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prova lo hanno confortato: quarto assoluto, staccato di appena 4”19 da Toni, subito dietro a Tolfo e alla Porsche 911 Sc di Gallusi ma davanti alla March F.2 di Aldo Bottura. Rinunciando alla seconda prova (primo Gallusi davanti ad Ambroso su Osella Pa 9/90, Fassina, Tolfo e Buttura), per paura che la vettura teutonica ancora una volta lo tradisse sul più bello, ha affrontato la gara concentratissimo. Nella prima manche il trentino Bottura, facendo valere i cavalli della sua monoposto, metteva tutti in riga, rifilando 7”44 a Gallusi e 14”42 al sorprendente Basso, terzo con 3” di van-
taggio su Toni Fassina e Ronconi, e con oltre 4” su Tolfo. Mentre s’avvicinava il momento del secondo, decisivo, start, ingombranti nuvoloni oscuravano il cielo lasciando cadere un’insidiosa pioggia. Frenetici, i meccanici cambiavano gomme montando le rain al posto delle slick. Basso, avvisato via radio sulle condizioni dell’asfalto dall’amico Alessandro Battaglin, salito come apripista (spettacolare con la Bmw!), optava per un treno di intermedie usate, le uniche che aveva a disposizione, affrontando coraggiosamente i quasi otto chilometri di
A sinistra: Giampaolo Basso sulla Porsche 911 Rsr qui: Simone Faggioli primo fra le moderne a Pedavena sotto: Giampaolo Basso tra Tolfo (a sx) e Toni Fassina
salita – pendenza media 7,81 per cento - con la grinta dei giorni migliori. Senza lasciarsi prendere dalla smania di pennellare curve e tornanti come solo i velocisti puri sanno fare, ha pescato nel suo repertorio di rallysta vecchio stampo e tra derapate e traversi il marosticense ha aggredito la strada con spavalderia, mancando il miglior scratch, appannaggio del concittadino Tolfo, per l’inezia di 75 centesimi. La somma dei tempi, però, lo ha premiato, portandolo al primo posto assoluto nella gara riservata alle auto storiche con 1”53 di vantaggio sulla Porsche di Gallusi.
Terzo Dino Tolfo, pilota con il quale Basso ha iniziato a gareggiare, con una Fiat 128 coupé, a metà degli anni Settanta facendogli da navigatore, a 3”72. Toni Fassina, rientrato in gara dopo aver sconfitto il Covid in primavera che lo aveva malignamente aggredito sino a portarlo in terapia intensiva, ha chiuso quarto assoluto, a 8’60” dal vincitore, confermando la piena ripresa dopo i giorni della paura e del dolore, precedendo il thienese Umberto Pizzato (Porsche 911 Rsr), Romoli (Sierra Cosworth) e Ronconi. Tre rallysti nei primi quattro
dell’assoluta confermano, se mai ce ne fosse bisogno, che l’arte della guida trova grandi interpreti in chi sa affrontare le corse con fantasia e coraggio, senza eccessive pignolerie e calcoli. D’altronde Toni Fassina la Pedavena-Croce d’Aune l’aveva vinta tre anni fa sempre con la Stratos messa impeccabilmente a punto, come quella di Tolfo, dai ragazzi della K-Sport. Basso, naturalmente, ha conquistato anche il successo nel Secondo raggruppamento davanti ai compagni di tante sfide sulle prove speciali. Nel Primo raggruppamento, invece, il bassanese Luigi Pellanda, inossidabile dopo 50 e più anni di competizioni, ha preceduto con la sua Bmw 2002 Ti Zampieri (Fulvia coupé) e Scarcella (Fiat 850 coupé). Gallusi ha preceduto Ronconi (Porsche 930) e Morandell (Fiat X 1/)) nel Terzo Raggruppamento. Quarto Raggruppamento, invece, appannaggio di Romoli (Sierra Cosworth) con 9”30 di vantaggio su Niederstaetter (Renault R5 Gt Turbo) e 20”68 Piffer (A.R. 33). Quinto raggruppamento, infine, per monoposto a Bottura davanti a Viali su Martini F. Mk 30. Felicissimo Basso sul podio: "Gara fantastica – ha commentato celando a fatica la commozione – La dedico agli amici, ai meccanici e agli sponsor che da sempre mi aiutano e sostengono. Se sono arrivato sin quassù lo devo soprattuto a loro!" Nella cronoscalata riservata alle auto moderne il fuoriclasse Simone Faggioli ha messo tutti d’accordo, con la sua Norma Bardhal M20 FC Zytec, precedendo il trentino Christian Merli (Osella Fa 30 Evo Zytec) e il ragusano Franco Caruso (Nova Proto N P01-2). Nuovo record per Faggioli sul tracciato nel corso della prima manche, in 3’16”67. Con il successo in terra veneta il campione toscano ha conquistato anche il titolo tricolore assoluto velocità in montagna.
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Alberto Battistolli subito dietro i big
RALLY VERMENTINO
ROBERTO CRISTIANO BAGGIO
In coppia con Simone Scattolin si è classificato quarto assoluto con una Skoda Fabia R5
Cin cin col Vermentino Luigi Lucky Battistolli ha conquistato l’ennesimo titolo tricolore della sua lunghissima carriera vincendo il rally sardo su terra con Fabrizia Pons ■ Un successo che vale il tricolore. Gigi “Lucky” Battistolli ha vinto il rally del Vermentino andato in scena sugli aspri sterrati sardi conquistando così l’ennesimo titolo italiano per auto storiche. Affiancato da Fabrizia Pons e al volante della Delta Integrale 16V preparata dalla K Sport, il presidente di Aci Vicenza ha dominato la gara mettendo fra sè e il secondo arrivato, il sanmarinese Pelliccioni su Ford Escort, ben 2’23”. Un distacco abissale che la dice lunga sulla forza del pilota. Seguito prova dopo prova dal diesse Rudy Dalpozzo, suo coequipier nei primi anni Ottanta quando difendeva i colori dei Opel Italia, Lucky ha corso “col braccio
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fuori dal finestrino”, tanta è stata la superiorità dimostrata sulle sette prove in terra anche se il primo rilevamento, preso trop-
po alla leggera, aveva premiato il rivale, miglior scratch con 4” di vantaggio. Il campione berico non ha impie-
gato troppo tempo, però, a recupare lo svantaggio iniziale e già nella seconda frazione imponeva il suo ritmo, incrementando via via i successi parziali e, con essi, anche la leadership. Un “atterraggio” non troppo morbido, dopo un salto spettacolare, ha provocato un buco sul radiatore della Delta Integrale quando alla fine mancavano due speciali. Fortunatamente sono stati sufficienti un paio di rabbocchi di liquido raffreddante per non creare ulteriori danni, anche se Lucky ha completato il rally con un po’ di apprensione. Pelliccioni-Cavalli si sono dovuti accontentare dell’argento mentre il bronzo è andato a TonelliDebbi, anche loro su Ford Escort Rs, giunti sul traguardo con un distacco di 4’25”. Solo quarto Bruno Bentivogli, pilota di razza, affiancato per l’occasione da Musselli. Il suo obiettivo era divertirsi e portare a casa intatta la Ford Sierra Cosworth. Quinta piazza, infine, per i sanmarinesi Costa-Mularoni con una Opel Corsa Gsi. Con il successo sardo Lucky e Fabrizia Pons si sono matematicamente assicurati il titolo di campioni italiani rally storici su terra Quarto Raggruppamento, ennesimo trofeo di una carriera ultraquarantennale costellata di allori mietuti in tutta Europa.
■ Mentre Lucky infilava l’ennesima preziosa perla nel lunghissimo palmarès, il figlio Alberto, coadiuvato alle note da Simone Scattolin, chiudeva al quarto posto assoluto nel rally dei Nuraghi e del Vermentino riservato alle vetture moderne e valido per il campionato italiano rally terra. Battistolli jr., al volante di una Skoda Fabia R5 della Delta Rally, è stato preceduto sul podio da Umberto Scandola-Danilo Fappani (Hyundai i20), Paolo Andreucci-Rudy Briani (Skoda Fabia R5) e Simone Campedelli-Gianfrancesco Rappa (Volkswagen Polo R5), tre equipaggi di grande esperienza e vittorie, ma ha saputo contenere l’assalto del boliviano Bruno Bulacia, navigato da Rogelio Penate, quinto assoluto con una Skoda Fabia.
All’ottavo posto ha concluso il maladense Simone Romagna con Addondi sul sedile di destra della Fabia Evo della Hawk Racing Club.
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VALPOSINA-VALDASTICO
Ferrara d’un soffio Il padovano in coppia con Daniela Camporese ha vinto la gara di regolarità riservata alle auto storiche con una Fiat 1100/103 precedendo Sartore su Bmw 318. Terzi assoluti Turri-Moscato con una Fiat 128. ■ Sono stati quarantanove gli equipaggi che hanno dato vita alla terza edizione dell’Historic ValposinaValdastico, gara di regolarità turistica per auto storiche e moderne, che si è disputata con partenza ed arrivo a Cogollo del Cengio, località vicentina dalla quale parte anche la celebre Salita del Costo. Valida per il Trofeo Tre Regioni regolarità turistica, la manifestazione, organizzata dal Rally Club Team, si è dipanata lungo sedici prove di precisione al termine delle quali è risultata vincitrice la Fiat 1100/103 dell’equipaggio formato dall’esperto Alberto Ferrara in coppia con Daniela Camporese, iscritti coi colori del Club 91 Squadra Corse. Con 93 penalità subite, la coppia patavina ha avuto la meglio per 7 lunghezze sul “solitario” Tomas Sartore secondo assoluto su BMW 318is; a completare il podio la Fiat 128 di Giacomo Turri ed Elisa Moscato, staccati di 19 punti dai vincitori seguiti a 4 dall’accoppiata Ennio Demarin e Roberto Ruzzier su Lancia Fulvia Coupè. Il quinto posto è stato appannaggio di Fabio Sorgato e Monica Giane-
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sini su Citroen AX. Alle loro spalle si sono classificati Maurizio Pozzan e Paolo Saletti su Volkswagen Porsche 914, tallonati dall’Autobianchi A112 Abarth di Aldo Candeo e Andrea Schiavon, settimi, i quali hanno preceduto di un solo punto Gianluca e Filippo Zago su Volkswagen Golf Gti, penalizzati da un errore di troppo che li ha allontanati dai vertici. La top ten è stata completata dal
nono posto di Mauro Balloni e Paolo Burgalassi su Fiat Ritmo 130 TC e dal decimo di Luca Fichera con Martina Bonvecchio su Fiat Uno 45. Sfortunati Antonio Faccin e Silvia Dal Santo su MG Midget, che hanno visto sfumare una sicura vittoria a causa di un errore che è costata loro un “300”, il massimo delle penalità. Hanno concluso in diciottesima posizione. La sfida
tra gli equipaggi femminili, tutta in casa Motori Storici asd, è stata vinta da Monica Cadan e Silvia Menesello, in gara su Fiat Uno che hanno avuto la meglio nei confronti di Viviana Masiero e Laura Brunello su Autobianchi A112. Il Rally Club Team si è imposto nella speciale classifica riservata alle scuderie. Grande suspense nella ValposinaValdastico per le quattordici auto moderne al via. Il testa a testa tra la Volkswagen Polo di Diego Verza e Luca Mattiello e la Fiat 500 Abarth di Ivano Ceci e Barbara Botti si è concluso con il sorpasso di quest’ultimi proprio all’ultima prova. Con una sola penalità di vantaggio, sono così saliti sul gradino più alto del podio portando il successo alla Scuderia Centro Nord. La terza posizione assoluta ha premiato Enrico Vianello e Giuseppe Corradazzi in gara con l’Abarth Grande Punto, seguiti a tre lunghezze dalla Fiat “barchetta” di Gianluigi Scarpari e Alda Tonon. Completano la top-five Lorenzo Franzoso e Marco Frascaroli su Subaru Impreza. Duplice festa per la Scuderia Centro Nord che, oltre alla vittoria assoluta, ha festeggiato anche quella per le scuderie.
Coppa dei Castelli con ben venti prove
La gara di regolarità turistica in calendario domenica 10 ottobre a Montecchio Maggiore
■ Il Rally Club Team è già al lavoro per la quinta edizione della Coppa dei Castelli, gara di regolarità turistica per auto storiche e moderne, in programma a Montecchio Maggiore domenica 10 ottobre. L’evento, cui sarà abbinato un autoraduno non competitivo, prevede l’oramai collaudata formula “tutto in una giornata” con le operazioni di accredito nella prima mattinata – dalle 8 alle 10 – al Castello della Bellaguardia. Dalla medesima località, alle 11 scatterà la prima vettura che affronterà un percorso di circa 144 chilometri lungo il quale sono previste venti prove di precisione al centesimo di secondo, con l’arrivo previsto per le 16 e, a seguire, la cerimonia delle premiazioni. Valevole quale penultimo appuntamento del Trofeo Tre Regioni, la
Coppa dei Castelli vedrà al via le auto storiche costruite fino al 31 dicembre 1990 e quelle moderne da primo gennaio 1991 ai giorni nostri. Le iscrizioni si potranno perfezionare entro le 20 di martedì 5 ottobre con la consueta procedura dal portale di ACI Sport. All’autoraduno non competitivo, saranno ammesse un numero ristretto di vetture di particolare interesse storico e sportivo selezionate dall’organizzatore.
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CAMPIONATO KZ2
Natalia Balbo a tutto kart La venticinquenne vicentina, campionessa italiana Rotax categoria DD2 nel 2015, è reduce dalla sua prima esperienza in Francia al volante di una Peugeot 208. In arrivo una laurea in ingegneria meccanica, ma il suo sogno resta una carriera di pilota
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■ Tutta colpa o, forse, merito delle macchine con cui giocava fin da piccola insieme con suo cugino. Quei modellini si sono trasformati presto in qualcosa di reale e, per la precisione, i kart con cui ha messo in mostra qualità non indifferenti. E che oggi potrebbero aprirle altre strade o, meglio, piste. Ma andiamo con ordine. Natalia Balbo, 25 anni, vicentina, ha iniziato a correre nel 2005, passando alle competizioni vere e proprie nella stagione 2007 – 2008. “In realtà non sono figlia d’arte né
ho piloti in famiglia: questa passione è nata da me – esordisce Spesso passavo davanti alla pista di kart a Tavernelle, magari quando mia mamma mi portava a fare shopping nei centri commerciali dei dintorni. Così ho voluto provare e ho iniziato da sola. E già la seconda volta sono finita fuori perché mi si era bloccato l’acceleratore: nessuna conseguenza, anzi, ho continuato spostandomi all’ ex Palladio Karting dove ho cominciato a prendere qualche lezione anche se la mia guida è piuttosto istintiva”.
Nel 2009 le prime gare a livello nazionale, un anno prima quelle a livello sociale. “Ero sempre l’eterna seconda – prosegue Natalia – anche se un po’ alla volta le soddisfazioni hanno cominciato ad arrivare e nel 2015 ho vinto il Campionato italiano Rotax categoria DD2. Poi sono passata al Campionato KZ2, partecipando sia a gare dell’Europeo che del Mondiale. E devo dire che ero quasi sempre l’unica donna o, comunque, una delle poche. Nel kart, infatti, non ci sono distinzioni con gli uomini”. - E come sono viste le donne al volante? “Ormai è una figura sdoganata, non ci sono pregiudizi e direi che non c’è neppure diffidenza nei nostri confronti. Ognuno va per la sua strada anche se ad un certo punto pensavo di essere stata un po’ presa di mira perché finivo costantemente fuori pista”. Natalia Balbo veste i colori della NGM Motorsport di Vedelago ormai da sei stagioni: “Partecipo al Campionato italiano e non ho mai mancato una finale europea anche se la concorrenza è agguerrita”.
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- Ma quali sono le sue qualità in pista? “Dicono che vado forte, ma ultimamente sono un po’ sfortunata e i risultati non arrivano come vorrei. Ci sono stati un paio di incidenti, il cambio dei materiali, però in tante gare sono stata protagonista di bei recuperi partendo da dietro”. Per gli allenamenti utilizza spesso la pista di Lonato, a Desenzano sul Garda, oppure quelle dove sono in programma le gare in calendario. Durante la settimana, però, la preparazione si alterna tra palestra e bici da corsa: “La palestra è essenziale in quanto il kart è un mezzo abbastanza fisico: poi a me piace andare in bici e così riesco a variare gli allenamenti anche perché in pista di solito provo due volte al mese”. In mezzo, non certo ultimi, ci sono gli studi: “Ho frequentato il Li-
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ceo scientifico Quadri, indirizzo di scienze applicate, e poi mi sono iscritta ad ingegneria meccanica all’università di Padova. Ormai mi mancano solo tre esami alla laurea. Sicuramente la mia facoltà mi aiuta anche nelle corse dal momento che è importantissimo il rapporto pilota-meccanico: comunque, già dalla guida si percepiscono le cose che a volte non funzionano bene”. E i kart hanno proiettato Natalia verso un’altra nuova esperienza, sul circuito francese di Anneau Du Rhin, in Alsazia, durante la nuova edizione della gara endurance, tutta in notturna, a bordo della Peugeot 208 di Invictus Corse. “Il venerdì abbiamo effettuato i test, sabato ci sono state le qualifiche e poi la corsa, in notturna, dalle otto di sera a mezzanotte inoltrata. Con me c’era Alberto Piccolo, mio com-
pagno di squadra e un altro pilota francese. E devo dire che non è andata affatto male trattandosi di una prima volta: la Peugeot 208 è una vettura piccola, facile da guidare e, alla fine, siamo riusciti a recuperare tre posizioni. In qualifica ho fatto registrare il miglior tempo del mio team riuscendo ad abbassare il crono di un secondo: sono rimasta davvero sorpresa e contenta del risultato. Ringrazio molto Automobiles Gelain per le sessioni al simulatore di giovedì sera, si sono rivelate fondamenti e mi hanno aiutata molto ad imparare la pista e ad abituarmi a tutto. Insomma, direi che mi è piaciuto e vorrei ripetere l’esperienza, magari in un’altra categoria”. Lo sguardo è già rivolto al futuro: “A novembre ci sarà l’ultima gara di kart a Lonato mentre con la macchina è un po’ un working progress. Di corse ce ne sarebbero tante, ma bisogna fare i conti con il budget a disposizione che arriva grazie agli sponsor. Certo, la mia famiglia mi supporta a distanza anche se all’inizio mio papà mi seguiva sempre. Lui e mia mamma hanno sempre assecondato la mia passione e non hanno paura quando corro”. - Il sogno nel cassetto? “Ottenere un risultato importante con il kart e continuare la mia vita nel mondo dei motori. Se si ha una passione credo che bisogna coltivarla e l’essere donna a volte può essere un valore anche in un mondo molto maschile come quello in cui gareggio. Con volontà e determinazione le difficoltà si superano”. - Non ha mai pensato di fare la navigatrice, magari di rally? “Me l’hanno chiesto, ma non credo faccia per me: io voglio avere il volante tra le mani. E poi i rally sono un contesto completamente diverso: io amo la pista”. - Un modello tra i grandi piloti? “In realtà ne ho più di uno: da Beistke Visser, pilota olandese, a Keke Rosberg anche se Michael Schumacher resta un’icona per tutti noi che corriamo e sogniamo un futuro in questo sport”.
FIA EUROPEAN HISTORIC RALLY
Andrea Zivian sul tetto d’Europa Con la vittoria nel Rally il pilota che corre con la licenza di ACI Vicenza ha conquistato il titolo continentale con tre gare di anticipo in una stagione che l’ha visto indiscusso protagonista sulla sua Audi quattro ■ Voleva a tutti i costi il titolo europeo e l’ha ottenuto, in anticipo e bruciando i tempi. Andrea Zivian, a bordo della sua Audi quattro, ha conquistato il titolo continentale del FIA European Historic Rally Championship 2021 con tre gare e due mesi di anticipo sulla fine del campionato con una vittoria nel rally delle Asturie portata a casa come ha ottenuto tutte le altre gare cui ha partecipato quest’anno. Vincendo alla grande, con tecnica, coraggio, capacità tattica, una tenacia infinita e la capacità, assieme al suo team, di risolvere i problemi e di superare qualsiasi ostacolo. E con un pizzico di “locura”, che da sempre dà il sale al talento dei grandi campioni. “E’ vero – conferma il neo campione europeo Andrea Zivian – ho vinto la classifica assoluta di una gara, il rally delle Asturie, nella quale potevo accontentarmi del successo di categoria. Una gara difficile, su percorsi molto veloci e tecnici, sui
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quali i piloti spagnoli si muovono a memoria. Per me invece era la prima volta e vincere in maniera così perentoria, pur potendo anche amministrare il vantaggio in classifica
generale, è stata una soddisfazione infinita”. Ed una grande impresa, al punto che i piloti spagnoli, che si sono dovuti accontentare degli altri due gradini del podio, gli hanno
detto, testualmente, “tu es loco!” che, tradotto, vuol dire matto. “Sì – ride Zivian – è stato un momento molto divertente, che non dimenticherò. I piloti iberici correvano in casa e mi hanno detto che mai nessuno aveva vinto alla sua prima partecipazione, come invece ho fatto io. Merito soprattutto della mia fantastica squadra: la macchina è stata perfetta per tutto il weekend”. Zivian, che lo ricordiamo ha la licenza di ACI Vicenza, si è laureato campione europeo con tre prove di anticipo, avendo vinto tutte e cinque le gare alle quali ha partecipato (ha saltato solo la lunga trasferta
in Finlandia!). Il regolamento, infatti, prevede che in classifica finale si possano contare solo i migliori cinque risultati su nove. Essendosi aggiudicato cinque prove, Zivian ha messo un distacco incolmabile tra sé e il rivale più pericoloso, quel Wagner che gli aveva soffiato il titolo due anni fa all’ultima prova a causa di una foratura che costrinse il nostro portacolor al ritiro mentre era ad un passo dal titolo. Ma, oltre al successo di categoria, Zivian ha anche la soddisfazione di aver portato a casa la vittoria assoluta in tre delle cinque gare cui ha partecipato, finendo terzo nella prova, quella di San Remo, stori-
camente non adatta alle caratteristiche della sua Audi quattro, e secondo in quella Austriaca, martoriata da una serie infinita di guai tecnici che non gli hanno impedito di conquistare il primato di categoria con una rimonta eccezionale che lo ha portato anche al secondo posto assoluto. Pur essendo ormai ininfluenti sul risultato finale, Zivian si prepara ora per i prossimi appuntamenti, con l’obiettivo di portare a casa anche il (simbolico) titolo assoluto. Nel frattempo, il pilota sta preparando i festeggiamenti per sponsor, collaboratori e media, a fine ottobre.
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Rubrica a cura di
Voglia di corse e competizione
Le vittorie assolute e gli importanti piazzamenti ottenuti dai privati convincono Gianni Lancia a costruire una vera e propria macchina da corsa, capace di battere anche il potente Cavallino di Maranello ■ La Lancia Aurelia miete successi e altisonanti piazzamenti. Quello di Bracco, arrivato secondo alla Mille Miglia del 1951 dietro alla potente Ferrari di Villoresi, è strepitoso perché la sua Aurelia da due litri è pressoché di serie. Un documento interno alla Sala Prova Esperienze dimostra in modo inconfutabile che la sua vettura è stata messa a punto dalla Lancia stessa prima della partenza e presa in carico dopo l’arrivo. Questo risulta essere il primo documento che, di fatto, attesta l’Aurelia di Bracco come la prima Lancia ufficiale. In questi documenti sono fissati i test eseguiti sul motore prima e dopo la lunga e prestigiosa competizione e dimostra con dati precisi e dettagliati la perdita di soli tre cavalli di potenza massima erogata. Seppure l’obiettivo ufficiale, fortemente ribadito da Lancia, sia quello di esaltare l’immagine delle sue vetture per raffinatezza ed eleganza, in realtà queste macchine da teatro vincono e convincono nelle gare. Il tarlo delle corse comincia a rodere e a sgretolare gli ultimi baluardi di resistenza che la tradizione di famiglia
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Con la serie D delle Lancia Sport la Casa torinese sfida i marchi più prestigiosi mietendo successi e piazzamenti prestigiosi. Il debutto alla Mille Miglia del 1953 con il terzo posto di Bonetto tiene fin da quando è nata la storia di Lancia Automobili. È sempre stato tassativo e bandito il mondo delle corse, consapevoli in regia degli enormi investimenti che questo potrebbe comportare. Ma Gianni Lancia cede a queste ammalianti ed eccitanti emozioni, vedere le sue macchine vincere lo esalta e la scarica di adrenalina, che ad ogni vittoria lo travolge, finisce per rapirlo irrimediabilmente. Le vittorie assolute e gli importanti
piazzamenti ottenuti dai privati (alcuni aiutati forse di nascosto dalla Lancia), convincono Gianni a costruire una vera e propria macchina da corsa, capace di battere anche il potente Cavallino di Maranello. Nel 1952 costituisce un gruppo di tecnici di altissimo valore per battezzare il progetto di una vettura da competizione che li terrà impegnati per degli anni: Vittorio Jano dirige lo sviluppo e coordina gli altri collaboratori, Ettore Zaccone Mina si occupa dello
sviluppo del motore con il sostegno di Francesco De Virgilio, Luigi Bosco ha il compito di sviluppare cambio e trasmissione, Francesco Faleo progetta autotelaio e sospensioni ed infine Giuseppe Gillio collauda la vettura. Nel frattempo la neonata Scuderia Lancia miete successi e fa esperienza in campo sportivo con l’affermata Aurelia B20. Bonetto alla Targa Florio del 1952 compie un’impresa eroica spingendo
la sua vettura per prima al traguardo, poiché rimasta a secco di benzina. Le vittorie di Valenzano e Paltrinieri, primi assoluti al Sestriere, e di Bracco con il Conte Lurani, primi di classe alla 24 ore di Le Mans, sono tonanti a livello mediatico. Umberto Maglioli conclude al quarto posto la massacrante Carrera Panamericana dimostrando affidabilità e velocità in una competizione durissima, snodatasi in oltre tremila chilometri dislocati ad altitudini e con temperature molto diverse fra di loro. La sua Aurelia, l’unica giunta al traguardo fra quelle iscritte dalla Lancia, è dotata di compressore volumetrico a lobi tipo Roots posizionato sopra il V dei cilindri. Con questa soluzione, ostinatamente e fortemente voluta da Vittorio Jano e studiata ed applicata da Francesco De Virgilio, riescono ad usufruire a pieno dei cavalli disponibili proprio in quelle situazioni ove un motore tradizionale ne perde molti, specialmente in alta quota. L’impiego del compressore volumetrico permette di raggiungere i 150 cv a 5500 giri con valori di coppia eccezionali anche a bassi regimi. Di
contro, però, il mantenimento della cilindrata base mette in crisi l’equilibrio termico del motore causato da carenze di sistemi di raffreddamento. Il quarto posto è comunque di buon auspicio per le prossime competizioni, considerato anche che il risultato è stato ottenuto dall’Aurelia che raggiunge al massimo la velocità di 215 km/h contro i 260km/h di molte altre vetture con essa in gara. Finalmente, all’inizio del 1953 debutta la D20 alla Mille Miglia. La creatura dal cuore sportivo voluta da Gianni Lancia, è dotata di motore 6 cilindri a V di 60° di quasi tre litri. L’opera è nata e creata grazie alle doti tecniche di De Virgilio per l’evoluzione sportiva dell’Aurelia il cui progetto del 6 cilindri a V, primo al mondo con questa configurazione, è base teorica e pratica di riferimento per il nuovo progetto, alle competenze di Zeccone Mina, Faleo e Bosco per lo sviluppo totale della serie D e alla messa a punto nei collaudi di Gillio che ha reso la potente vettura sportiva un’automobile docile, affidabile e facile da guidare. La carrozzeria in alluminio sottile (0,8 e 1,2mm) è verniciata con i
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Per le gare internazionali il colore impiegato è il rosso, così come da convenzione per indicare le vetture di nazionalità italiana, ma il rosso si distingue da quello di Ferrari e Alfa per una tonalità più scura colori della Scuderia Lancia, prevalentemente blu e color avorio sulla capotta fino alla coda e sulla parte centrale del cofano. Solo successivamente sarà adottato il color celeste abbinato a fasce su parafanghi e cofano di altro colore atto a distinguere le vetture in gara. Per le competizioni internazionali il colore impiegato è il rosso, così come da convenzione per indicare le vetture di nazionalità italiana, ma il rosso si distingue da quello di Ferrari e Alfa per una tonalità più scura, quasi amaranto. Il frontale disegnato da Pinin Farina è
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dotato di una presa d’aria per il radiatore a forma di scudetto squadrato ed ha un tono particolarmente aggressivo che contrasta piacevolmente con la linea elegante e filante della berlinetta rendendola nel complesso molto gradevole alla vista. Molto curiosa è la realizzazione attorno a un fanalino posteriore di una feritoia di scarico aria di raffreddamento del radiatore dell’olio posizionato sul parafango posteriore destro. Alla Mille Miglia vengono schierate tre D20, ma non sarà un esordio d’alloro
perché le vetture di Maglioli e Taruffi sono costrette al ritiro, Bonetto invece conquista un terzo posto che fa ben sperare. Maglioli vincerà poi in Sicilia, prima al Monte Pellegrino e poi alla Targa Florio. Quest’ultima è la prima importante affermazione in una prestigiosa competizione della vettura sportiva di casa Lancia. Alla 24 ore di Le Mans le D20 partecipanti adottano un compressore volumetrico adeguato con un miglior sistema di raffreddamento, così come imparato dalle esperienze acquisite con l’Aurelia B20.
Purtroppo i risultati non arrivano: tutte e quattro le vetture si ritirano e di Volumex non se ne parlerà più in Lancia per almeno trent’anni. Arriveranno altri successi a Monza con Bonetto e con Castellotti alla Catania Etna (vittoria assoluta) e alla Pontedecimo Giovi (vittoria di classe). A metà anno ’53 debutta l’evoluzione spider D23, creata sulla base di quattro delle otto D20 esistenti. Taruffi conquista il secondo posto assoluto alla Coppa delle Dolomiti dietro alla Ferrari di Marzotto. L’evoluzione risulta essere molto più com-
petitiva e affidabile in termini di tenuta di strada e frenatura rispetto alla D20. Questa nuova vettura parteciperà con successo a diverse altre competizioni. In estate, pochi mesi dopo, arriva anche la D24, nata da tre delle quattro D23 esistenti, che con i suoi 265cv eroga 50 cv più della D20. Sarà la vettura Sport più importante. Le D20 sono state prodotte in otto esemplari, solo quattro dei quali sono stati completati per le corse e uno impiegato come muletto. Le tre scocche rimanenti non sono mai state allestite
e sono state demolite e distrutte ancora intonse una volta abbandonati i progetti di partecipazione alle gare sport. Le quattro D20 complete e la vettura muletto sono state smantellate per creare le quattro D23. Di queste, tre sono state impiegate per la realizzazione della D24, la quarta è stata destinata al Museo Lancia fin dal 1955 ma poi verrà ceduta ad un collezionista. Nessuna delle D24 finì nel Museo Lancia, se ne interessò solo il Museo dell’Automobile di Torino. Veramente un peccato!
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MUSEO GON DI MOSCA
Mostra di design al museo Gon di Mosca dedicata alle vetture di Nuccio Bertone con la collaborazione del museo dell’automobile Bonfanti-Vimar
Cento Anni di Stile Italiano ■ Nel nuovo spazio del Museo GON di Mosca è stata aperta una mostra dedicata al design automobilistico italiano e uno dei suoi più brillanti rappresentanti: la carrozzeria Bertone. Il Museo GON è il più moderno museo automobilistico di Mosca, è stato inaugurato nel 2021. La mostra è un tributo al design automobilistico italiano attraverso uno dei più importanti artefici della storia del design dell’automotive iniziata nel lontano 1921. In oltre un secolo di attività la carrozzeria torinese Bertone ha firmato modelli entrati nella storia dell’automobile e del design, dagli albori delle prime vetture
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con Giovanni Bertone, fondatore della Bertone, alla storia dell’eccellenza, dell’esplorazione creativa e dell’evoluzione delle concept cars volute da Nuccio Bertone. Una'attività sempre caratterizzata da uno stile esclusivo e nuove tecnologie. Ogni esemplare è l’incarnazione dell’immaginazione e della libertà dei designer che hanno operato con Nuccio, liberi dalla contaminazione commerciale e dalla costrizione ingegneristica, ideando modelli che hanno identificato passaggi importanti nel concetto di automobile come oggetto particolare e affascinante, divenendone alcuni
modelli veri oggetti d’arte come è stato riconosciuto per prima alla Lamborghini Miura esposta al MOMA di New York. Nuccio Bertone e i suoi designer hanno saputo immaginare l’auto e la sua architettura attingendo come i grandi maestri scultori a linee, forme e volumi, un insieme perfetto che ha reso le loro creazioni destinate ad essere debitamente apprezzate non solo dagli esperti del settore, ma da chiunque sia ricettivo allo spirito della bellezza e dell’arte. La cultura italiana è inconcepibile senza questa nozione, l’aura di eccezionalità irradiata dall’arte italiana è divenuta parte integrante
del design industriale italiano. Marchi come Alfa Romeo, Ferrari, Lancia, Lamborghini e Maserati, sono sinonimo di gusto e stile impeccabili in tutto il mondo, alcuni di loro da più di un secolo. La mostra racconta la storia di quella che è stata una importante realtà creativa e industriale, attraverso un percorso che ha nel cuore dell’allestimento la presenza di alcuni modelli di coupè, realizzati tra gli anni 50 del secolo scorso e il 2012, anno del centenario della Bertone. Le coupè esposte, considerando gli anni in cui sono state ideate, hanno forme e linee inusuali e proiettate nel futuro, nelle quali c’è oltre la ricerca del nuovo un vero messaggio estetico, come ad esempio è stata l’Alfa Romeo Giulietta Sprint del 1954 disegnata da Mario Boano e Franco Scaglione, determinando il punto di partenza del design dell’auto coupè moderna negli anni della rinascita economica. Un rapporto di collaborazione quello tra Bertone e Alfa Romeo che ha prodotto alcune delle automobili coupè più interessanti ed emozionanti. Ne è testimone in mostra un altro modello, la Alfa Romeo Montreal disegnata da Marcello Gandini, presentata come dream car all’Esposizione Universale di Montreal del 1967, venendo definita “la massima aspirazione dell’uomo in campo automobilistico”. Un altro meraviglioso sodalizio è stato anche quello di Bertone con Lamborghini, una storia diventata leggenda di design e tecnica, con modelli che hanno
conquistato tutto il mondo. A testimonianza di questo particolare ingegno creativo, nel percorso espositivo troviamo la Lamborghini Espada, un altro progetto di Gandini del 1968, una interpretazione di stile molto particolare di una coupè dalle abbondanti dimensioni, ideata per trasportare con tutti i confort quattro persone che le riviste di moda dell’epoca definivano “un salotto di gran lusso che corre a 250 all’ora”. In mostra tra le vetture c’è anche un simbolo che rappresenta come si disegnavano e si realizzavano materialmente le forme delle carrozzerie, nel passaggio dal disegno alla lamiera che definiva i vari elementi esterni della carrozzeria. Si tratta del modello denominato in gergo “Mascherone”, utilizzato per la creazione della coupè Alfa Romeo Giulietta Sprint del 1953. Queste vetture caratterizzate da stile esclusivo e nuove tecnologie, per i tempi in cui furono progettate, rappresentano altrettanti concetti del design automobilistico, sia dal punto di vista estetico che da quello funzionale e tecnologico. Ciascuno di essi contiene infatti alcuni elementi che oggi troviamo persino nei modelli di serie, ma che all’epoca rappresentavano innovazioni visionarie. I modelli in mostra provengono dalle collezioni del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, altri veicoli dal Museo Bonfanti VIMAR di Bassano e dall’importante collezionista di autovetture, modelli unici Corrado Lo-
presto e altri collezionisti quali Livon e Vianello. Il percorso espositivo contempla e supporta la mostra con un’ampia raccolta di disegni e fotografie che permettono di ripercorrere l’impressionante viaggio del design automobilistico italiano compiuto dalla Bertone in oltre cento anni di attività. Completano questa superba esposizione alcuni disegni provenienti dall’Archivio di Stato italiano e facenti parte dello storico Archivio Bertone, come i “Figurini” che accompagnavano la presentazione dei nuovi modelli e i disegni di progettazione. Alcuni ricordi speciali legati alle gare automobilistiche, per le quali Bertone ha progettato modelli di grandissimo successo, primo fra tutti la mitica Lancia Stratos. Una segno importante che riporta il legame del design con l’arte è anche l’esposizione nel percorso della mostra, delle opere di pittura dell’artista italiano Enrico Ghinato, un grande ritrattista i cui soggetti non sono le persone ma le mitiche autovetture nelle superbe livree da gara o nelle loro eleganti cromature. Il design non si ferma solo alle silhouettes delle vetture ma è presente in molti settori, gli appassionati dello sport automobilistico avranno l’emozione di ammirare le tute con cui i celebri piloti Munari e Mannucci hanno trionfato nei rally di Montecarlo con la mitica Lancia Stratos disegnata da Gandini e la tuta di Giorgio Pianta vittorioso con la Fiat 131 Abarth (design Bertone).
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ACI INFORMA
ROBERTO CRISTIANO BAGGIO
Addio al Preside volante E’ mancato Nino Vaccarella un grande interprete della Targa Florio. Vinse anche la 24 Ore di Le Mans con una Ferrari 275 P in coppia con il francese Jean Guichet ■ Una triste notizia in un tranquillo giorno dei primi giorni d'autunno. Ninni Vaccarella, il "Preside Volante", ci ha lasciati terminando la sua corsa terrena nel modo più consono al suo vivere, in silenzio senza enfasi e lontano dai clamori. Automobile Club d’Italia, ha pensato di intitolare a lui l’edizione 2021 della grande corsa che lo ha visto sempre, in gare e fuori, protagonista assoluto e grande regista: “Un gesto minimo - ha commentato il presidente di Automobile club d’Italia- Angelo Sticchi Damiani – e solamente un primo modo di ricordare questo grande uomo, campione assoluto ma anche persona dallo stile inconfondibile e dalla intelligenza unica. La sua passione e la competenza sono sempre state al servizio dello sport, esemplare il suo entusiasmo, quanto le sue luminose vittorie e tutte le imprese che lo hanno visto protagonista”. Nino Vaccarella era nato a Palermo il 4 marzo del 1933, ha iniziato la sua carriera sportiva nel 1957 nella gara di casa Bellolampo - Passo di Rigano e da lì, il talento e la passione lo hanno portato fino alla guida ufficiale di Alfa Romeo e Ferrari. Detto anche il “Preside Volante” per la sua professione alla direzione di due istituti scolastici di famiglia, Vaccarella ha
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vinto tre volte la Targa Florio nel '65 con Lorenzo Bandini su Ferrari 275P, nel '71 con Toine Hezemans su Alfa Romeo 33/3 Sport Prototipo e nel '75 con Arturo Merzario su Alfa Romeo 33TT12 spider. Del 64 invece, il successo alla 24h di Le Mans nel 1964 con il francese Jean Guichet su Ferrari 275 P. Grazie a queste vittorie divenne una leggenda nella sua regione, alla quale è stato sempre molto legato e non vi rinunciò nemmeno per ingaggi esclusivi. Vinse con Lodovico Scarfiotti la 1000 Km del Nurburgring, nel 1970 firmò la 12 ore di Sebring con la Ferrari 512S con Ignazio Giunti e Mario Andretti. Fu protagonista, nelle corse su strada, in pista ed anche nella velocità salita. Immancabile ad ogni edizione della Targa Florio, di cui fu promo-
tore del passaggio alla versione Rally. Ha sempre messo a disposizione dello sport la sua esperienza ed è sempre stato generoso di aneddoti, ma ha sempre espresso il proprio parere in modo schietto e chiaro. Una leggenda che non si spegnerà, ma che continuerà sulle strade di quelle corse che lo hanno visto protagonista vincente con l’Italia e la Sicilia nel cuore. Una delle ultime uscite di Vaccarella è stata in Veneto, due anni fa, quando partecipò ad una serata in ricordo dell’amico Ignazio Giunti. Vividi anche i ricordi di Luigi Battistolli, presidente di Aci Vicenza, nell'incontro dedicato al motorsport sotto la regia di Ceo Filippi. “Un grande campione - aggiunge Battistolli - ed orgoglio della Sicilia e dello sport dell’automobile”.