Via! n°5 2019 AC Milano

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ANNO LXIII – N°5 – DICEMBRE 2019

ATTUALITA’

ARIA PULITA

INQUINAMENTO? ECCO I RIMEDI LA NUOVA E-BIKE

FANTIC ISSIMO TORNA IL MITO DEGLI ANNI ‘70, MA AD EMISSIONI ZERO

IL LONG TEST

DACIA DUSTER GPL UN SUV ECONOMICO NELL’ACQUISTO E NELLA GESTIONE Poste Italiane Spa – Spedizione in Abbonamento Postale – 70% - Milano Roserio – n.5/2019

BERLINA DA 260 KM/H

PORSCHE TAYCAN SI CHIAMA TURBO, ED HA PRESTAZIONI DA SUPER SPORTIVA


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DOSSI RALLENTATORI FUORI LEGGE I dossi rallentatori, per legge, devono essere collocati, su strade secondarie e residenziali. Molte amministrazioni pubbliche, però, sembra non lo sappiano

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TRAM MILANESI A NEW ORLEANS Una curiosa parentela accomuna i nostri vecchi tram e quelli della celebre città della Louisiana. Il più famoso di tutti è “Un tram chiamato desiderio”

KART IN PIAZZA A LODI Imparare la sicurezza stradale divertendosi. I primi rudimenti di guida e circolazione per bimbi e ragazzi grazie a “Lodi in Kart” organizzata da AC Milano

SOMMARIO 5

ANNO LXIII – N°5 – DICEMBRE 2019

EDITORIALE Geronimo La Russa, Presidente ACM

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ACI NEWS Fatti e notizie dal mondo ACI

ATTUALITA’

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RALLENTATORI STRADALI Spesso pericolosi e fuori luogo

1O RALLENTATORI STRADALI Cosa dice la legge

ARIA PULITA

12 INQUINAMENTO

INQUINAMENTO? ECCO I RIMEDI LA NUOVA E-BIKE

FANTIC ISSIMO TORNA IL MITO DEGLI ANNI ‘70, MA AD EMISSIONI ZERO

IL LONG TEST

DACIA DUSTER GPL UN SUV ECONOMICO NELL’ACQUISTO E NELLA GESTIONE

La parola agli esperti

BERLINA DA 260 KM/H

PORSCHE TAYCAN SI CHIAMA TURBO, ED HA PRESTAZIONI DA SUPER SPORTIVA

Poste Italiane Spa – Spedizione in Abbonamento Postale – 70% - Milano Roserio – n.5/2019

Emergenza inquinamento a livello mondiale e a livello locale. Cause, rimedi, interventi: gli esperti affrontano il problema in una tavola rotonda organizzata da AC Milano

18 LONG TEST Dacia Duster benzina/GPL

21 MONDO AUTO Fatti, notizie, curiosità

22 AUTONOVITÀ Nuova Mazda CX 30

25 AUTO IN VETRINA Novità e mini test

28 AUTO ELETTRICA Porsche Taycan Turbo

30 AUTO ELETTRICA Renault Zoe terza serie

32 E-BIKE Fantic Motor Issimo Editore e amministratore: ACM Services srl - Corso Venezia, 43 - 20121 Milano Direzione e redazione: Corso Venezia, 43 - 20121 Milano Tel. 02 7745239/320 - Fax 02 781 ufficio.stampa@acimi.it Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Milano al n. 4495 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - Aut. n° 31557499-001 - Stampe periodiche in regime libero.

Anno LXIII – N°5 DICEMBRE 2019

34 SCATOLA NERA Via libera a km limitati

36 TRAM A NEW ORLEANS “Desiderio”: un dramma… col trolley

38 GARE A MONZA I campioni GT Open e GT Sprint

41 SOLIDARIETA’ IN PISTA “Sei ruote di speranza” a Monza

43 KART IN PIAZZA A LODI Scuola guida speciale per i bimbi

45 QUESTIONI LEGALI Parcheggiare in cortile

46 AC MILANO Delegazioni, attività, iniziative

48 AC MILANO Sconti per i soci e orari di sportello

49 ARCHIVIO DI STATO Leonardo e gli studi su le “machine”

50 LETTURE Novità alla Libreria dell’Automobile

Direttore editoriale: Geronimo La Russa Direttore responsabile: Maurizio Gussoni Direttore tecnico scientifico: Paolo Redaelli Hanno collaborato: Valerio Boni, Simone Casadei, Davide Casati, Pietro Carlo Ferrario, Michele Giugliano, Guido Lanzani, Paolo Moroni, Simona Pisoni, Camillo Silibello, Cesare Stevan, Saverio Villa, Bruno Villavecchia Progetto grafico e impaginazione: Studio FP

Stampa: ROTOLITO S.p.A. – Pioltello (MI)

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EDITORIALE

MOVE-IN, LO STRUMENTO CHE AIUTA GLI AUTOMOBILISTI nche a Milano potrà essere attivata la ‘scatola nera MoveIn’ che permetterà di verificare in tempo reale il modo in cui viene utilizzata un’auto di ‘vecchia generazione’ (sino ad Euro 4, sigh!), considerata inquinante. La Regione Lombardia ed il Comune di Milano hanno infatti trovato un accordo che, a partire dal nuovo anno, consentirà, a chi installerà il dispositivo sulla propria vettura, di percorrere un certo numero di chilometri anche all’interno di Area B di Milano. Si tratta di una decisione importante, che noi dell’Automobile Club di Milano abbiamo fortemente caldeggiato fin dall’inizio, in quanto viene incontro alle fasce sociali deboli ed agli anziani, consentendo loro di continuare a poter usufruire del proprio mezzo di trasporto attraverso una spesa di importo contenuto. L’accordo raggiunto non equivale ad un arretramento rispetto all’esigenza di tutela dell’ambiente, ma rappresenta un giusto correttivo ad una normativa che rischiava di penalizzare oltremodo un numero elevato di nostri concittadini.

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GERONIMO LA RUSSA PRESIDENTE AUTOMOBILE CLUB MILANO DIRETTORE EDITORIALE

E’, tuttavia, corretto e doveroso guardare al futuro con un approccio tecnologicamente avanzato: e allora ben vengano, ad esempio, le proposte mirate a rinnovare il ‘parco veicoli’ che circola sul nostro territorio, con interessanti iniziative quali, ad esempio, il bando regionale ‘Rinnova Autovetture’, finalizzato ad incentivare (con un contributo variabile da un minimo di 2000 euro ad un massimo di 8000 euro) la sostituzione di autovetture inquinanti con veicoli a basse emissioni. Fin qui gli aspetti più formali e istituzionali, permettetemi, infine, in occasione delle festività natalizie di rivolgere a tutti Voi, anche a nome del Consiglio e di tutti coloro che quotidianamente lavorano e operano per la crescita dell’Automobile Club Milano, i più sentiti auguri per un Natale e un Nuovo Anno all’insegna della serenità e della buona salute. Con la speranza di valorizzare e rendere sempre più utile e propositivo il nostro sodalizio, ancora auguri ed arrivederci nel 2020! ■

AUGURI A TUTTI I SOCI DI BUONE FESTE E FELICE ANNO NUOVO!

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ACI NEWS “IO”: SCADENZE E PAGAMENTI VELOCI E SICURI. ANCHE IN ACI Con l’Applicazione nata per avvicinare Pubblica Amministrazione e cittadini

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utomobile Club d’Italia è parte del progetto di cittadinanza digitale “IO”, l’App dei servizi pubblici, sviluppata dal Governo, attraverso il Team per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la cui prima fase di sperimentazione ha interessato i Comuni di Milano, Torino e Ripalta Cremasca (CR). Grazie all’integrazione con le piattaforme pagoPA, ANPR e SPID, l’App “IO”

mette in condizione tutti i soggetti pubblici che erogano servizi digitali di interagire con i cittadini, in modo semplice e veloce, per informazioni, scadenze e pagamenti. ACI partecipa all’App “IO” con un messaggio di benvenuto, che evidenzia la posizione tributaria dei veicoli intestati (a chi non è intestatario di veicoli, vengono illustrati i servizi offerti dall’ACI), un avviso di scadenza del bollo auto

(inviato 15 giorni prima della scadenza), un avviso di bollo scaduto (se non pagato), con contestuale possibilità di pagamento tramite PagoPA, e la visualizzazione del Certificato di proprietà digitale del veicolo (CDPD). “L’Automobile Club d’Italia – ha dichiarato Vincenzo Pensa, Direttore Centrale Sistemi Informativi e Innovazione dell’ACI - è stata tra le primissime PA a manifestare una ‘vocazione

IL MONZA RALLY SHOW SEMPRE IN…. MOTO

Il Monza Eni Circuit presente all’EICMA anche quest’anno Nell’area MotoLive riservata alle prove dinamiche e sportive, le migliaia di visitatori della recente Esposizione Internazionale Ciclo e Motociclo (EICMA) di Fiera Milano-Rho non hanno potuto fare a meno di notare la vistosa torre di 13 metri recante il visual ufficiale del Monza Rally Show 2019 e, sotto ad essa, la moderna cupola geodetica trasparente che fungeva da “ufficio” del Monza Eni Circuit, all’interno della quale due simpati-

che signorine effettuavano la prevendita dei biglietti del tradizionale evento rallistico a prezzo fortemente scontato e omaggiando anche una maglia marcata “MRS”. Come di consueto infatti l’autodromo di Monza ha voluto presenziare alla importante manifestazione dedicata ai motocicli per pubblicizzare il suo Rally - che si svolge poche settimane dopo EICMA (quest’anno a cavallo di Sant’Ambrogio) - e stabilire un ponte sportivo tra le 2 e le 4 ruote.

digitale’, soprattutto per le tecnologie in grado di rendere sempre più facile, più chiaro, più veloce e più sicuro il rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione. Terminata la fase di sperimentazione l’ACI attiverà su App “IO” anche “AvvisACI”, un importante servizio che permetterà agli automobilisti di essere avvisati tramite email o SMS, ogni volta che viene trascritto al PRA un evento relativo ad un loro veicolo”.

VISTA: ESAMI IN SEDE Visite gratis all’ACM in corso Venezia Lo scorso ottobre è stato il Mese della vista e anche l’AC Milano ha voluto dare il proprio contributo offrendo ai visitatori della sede di corso Venezia esami optometrici gratuiti tenuti in collaborazione con Essilor (importante multinazionale produttrice di lenti da vista da oltre 170 anni) che collabora con la Federazione Internazionale dell’Auto in campo di sicurezza stradale. Grazie a due apparecchi specifici e al personale di Essilor, il 14 e 15 ottobre, nel salone della sede ACM, è stata misurata la vista di decine di persone segnalando eventuali difetti, valutando l’equilibrio del sistema visivo e consigliando eventuali correzioni con lenti apposite. I difetti della vista rappresentano l’inabilità più comune nel mondo. Un auto-motociclista su cinque non vede correttamente strada e segnali aumentando così i tempi di reazione. Ma gli esami della vista vengono assai spesso trascurati.

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DOSSIER: DOSSI RALLENTATORI

Per certi Enti... le norme sono optional Collocati alla rinfusa, spesso per inseguire il consenso, molti sono in abbandono e letteralmente a pezzi. Un pericolo micidiale per moto, auto ed ambulanze. E tutto in dispregio delle norme. Ma per i funzionari degli Enti possono arrivare cause e guai Testo di Maurizio Gussoni

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uanto prevede il regolamento del codice della strada, in materia di dossi rallentatori e similia, è chiaro. Ma è altrettanto chiaro che parecchie pubbliche amministrazioni tengono poco in conto le norme di legge, rincorrendo ragionamenti empirici e prese di posizione figlie di perbenismo e ricerca del consenso. Tali manufatti, escogitati per obbligare

i veicoli a diminuire la velocità in determinati punti, per legge devono essere posizionati solo su strade secondarie e residenziali. Quindi un deciso “niet” per i viali, ma anche per le normali vie di scorrimento. Invece se ne vedono ovunque, di varie foggie, spesso in totale abbandono. Quelli costruiti in plastica dura, con il passare di migliaia di veicoli, si sfaldano

e si appiattiscono al suolo, generando dei profili pericolosi. Così quelli in cemento che, nel tempo, si sgretolano e presentano insidiosi crepe e bordi dal filo appuntito e frastagliato. Se poi si pensa quanto possono essere pericolosi per il mondo delle due ruote e per i mezzi di soccorso, con speciale riferimento alle ambulanze ed ai carri dei Vigili del Fuoco, veicoli specificatamente citati dalla norma,

DOSSI ED AMBULANZE: L’INCOSCIENZA REGNA SOVRANA

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hi scrive, per oltre 15 anni e da volontario, è stato alla guida di un’ambulanza di soccorso. Un “mestiere” difficile, ma certamente molto appagante dal punto di vista dell’umanità. Però anche foriero di feroci arrabbiature quando si nota che le cose non girano per il verso giusto e che alcune pubbliche istituzioni, armate di burocratico menefreghismo, tengono in poco conto le problematiche che sorgono nel corso della guida. Come

le continue invasioni della corsia d’emergenza in autostrada (vedi tangenziale di Milano), la poca attenzione nel liberare la strada al suono della sirena ed i dossi rallentatori, vero tormento degli autisti. Infatti questi manufatti, specie quando piove, diventano autentiche insidie per la stabilità del retrotreno. Ma specialmente, in molte situazioni, obbligano a veri funambolismi ed a velocità ridottissime per non provocare danni al paziente traspor-

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Esempi da non imitare. In alto, le disastrose e pericolose condizioni del dosso. In basso, l’evidente violazione della salvaguardia per i mezzi di soccorso

non si comprende per quale motivo certi comuni si ostinino ad istallarli e le autorità preposte, prima di tutte la magistratura, ignorino il problema. Oltretutto, da un po’ di tempo, alcuni utenti hanno iniziato a chiamare in causa gli enti responsabili delle strade, chiedendo il risarcimento dei danni che hanno sopportato ai propri veicoli e, purtroppo, addirittura anche alle persone

a causa di incidenti provocati da dossi malmessi e maltenuti. Ma anche la scelta di questi strumenti dovrebbe, sempre di più, finire sotto la lente d’ingrandimento. Infatti il regolamento del Codice della Strada prevede delle caratteristiche tecniche e dimensionali estremamente precise, spesso però inosservate. Tanto è vero che, addirittura, il venditore telematico

tato. Sospette fratture di colonna, infarti ed altro richiedono non tanto la celerità di trasporto, quanto un andamento di guida omogeneo, con accelerazioni e decelerazioni ridotte al minimo, e privo, quanto più possibile, di scossoni. Per questo non è difficile imbattersi in ambulanze che, seppur con i segnali di emergenza attivati, procedono a velocità ridotta, anche se la strada è libera. Poi, però, arriva il dosso e, specialmente se è uno di quelli (troppi!) lasciati in abbandono e deformati a causa dei continui passaggi di veicoli, gli scos-

soni sono garantiti. E se, in movimento, si sta procedendo a manovre di rianimazione, quindi con gli operatori non affrancati ai sedili, i rischi aumentano sia per il paziente che per l’equipaggio. Fà rabbia vedere proliferare questi manufatti, spesso posizionati in modo illogico e demagogico o, addirittura, istallati contro le norme di legge. Fà ancora più rabbia stare alla guida di questi mezzi col cuore in gola, sempre torturati dal timore di aumentare i danni fisici a chi ne ha già a sufficienza dei propri!

Amazon li offre sul proprio sito. Una sorta di fai da te del rischio! Certo, in molti casi gli incidenti vengono causati dagli stessi utenti della strada che non osservano i mini-limiti imposti dalla presenza dei dossi e li affrontano in modo eccessivamente ardito, ma ormai le sentenze della Cassazione (vedi parere legale nelle pagine successive) vanno in unica direzione: se appare evidente il nesso causale tra il danno e la presenza del dosso, posizionato non secondo le regole, la condanna per l’ente proprietario della strada è garantita. Ma lo è anche l’eventuale richiesta di risarcimento verso il funzionario dell’ente che ha in capo la responsabilità del posizionamento e della manutenzione del manufatto. Per non parlare, poi, della chiamata in causa in sede penale. Infatti in caso di incidente con lesioni gravissime o addirittura morte di un utente, deve scattare immediatamente la denuncia penale per lesioni o per omicidio colposo. Insomma, ancora una volta, a causa dell’ignavia di alcuni enti ed in particolare di alcuni loro responsabili, gli utenti della strada vengono penalizzati o, addirittura, messi a rischio nella loro incolumità. E nel contempo anche il contenzioso, proprio a causa di questi atteggiamenti, continua ad aumentare sia nel numero che nella durata delle cause. Sarebbe più semplice, economico e comodo per tutti, che si mettesse, una volta per tutte, al lavoro chi è preposto a vigilare sull’applicazione delle norme di legge. Anche se, visto lo stato attuale del numero fantasmagorico di dossi esistenti sulle nostre strade e della loro - spesso - pessima manutenzione, mettersi al lavoro, quando i buoi sono scappati dalla stalla, è estremamente difficile e costoso. Infatti, buona parte di questi attrezzi, dovrebbero essere rimossi ed il fondo stradale ripristinato. ■

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LA PAROLA ALL’ESPERTO

I dossi? Ma la legge li vieta! Le disposizioni sono chiare: non vanno istallati sulle strade dove transitano i mezzi di soccorso e di emergenza. Ma molti Enti glissano sulle le loro evidenti responsabilità Testo di Avv. Dott. Ric. Pietro Carlo Ferrario

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alvolta uno strumento nato per la sicurezza si può rivelare pericoloso. E sovente avviene - specialmente per le moto e le autolettighe - nel caso dei cosiddetti dossi rallentatori per la loro mancata o non corretta segnalazione o per una cattiva installazione o manutenzione. Spetta, in caso di sinistro, un risarcimento? Ed a carico di chi? I dossi artificiali o dossi rallentatori o dissuasori di velocità (art. 179 Regolamento di attuazione del C.d.S. ed artt. 3 e 42 C.d.S.), finalizzati a ridurre la velocità, sono costituiti da bande trasversali ottenibili con zebrature gialle e nere parallele alla direzione di marcia e in combinazione con segnali verticali di presegnalazione (il segnale “dosso” e quello del limite massimo di velocità consentita) per essere visibili di giorno e di notte e con dimensioni rapportate ai limiti di velocità della strada interessata. In più debbono essere previsti da una ben dettagliata ordinanza dell’ente proprietario della strada, che disciplini il tipo e l’ubicazione ed, eventualmente, il limite di velocità, il numero ed i riferimenti all’omologazione. Ma, dato fondamentale, l’installazione deve avvenire

su strade residenziali o in parchi pubblici e privati, residences, ecc., dove vigano i seguenti limiti massimi di velocità: 50 km/h (dosso con larghezza non inferiore a 60 cm e altezza non superiore a 3 cm), 40 km/h (larghezza non inferiore a 90 cm e altezza non superiore a 5 cm), 30 km/h (larghezza non inferiore a 120 cm e altezza non superiore a 7 cm). Devono pure essere costituiti da elementi in rilievo prefabbricati (approvati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), da ondulazioni della pavimentazione a profilo convesso e di materiale antisdrucciolevole. L’istallazione prevede il solido ancoraggio dei prefabbricati (per evitare spostamenti o distacchi) ma che consenta la facile rimovibilità in caso di necessità e gli accorgimenti più opportuni per il deflusso delle acque. Inoltre, in caso di collocazione in serie, mantenendo, tra i rallentatori, una distanza compresa tra 20 e 100 m, secondo la sezione adottata ed i tipi di dossi, nonché apponendo specifica segnalazione verticale. In più le strade interessate non devono costituire itinerari preferenziali per i veicoli di soccorso o di pronto intervento. Nel caso di incidente causato da uno dei suddetti rallentatori, ed ipotizzando una condotta del danneggiato conforme alle norme di prudenza previste dal C.d.S., la risarcibilità dei danni andrebbe inquadrata nell’ambito dell’art. 2051 c.c., che disciplina la responsabilità tra chi abbia in custodia una cosa dalla quale è derivato un danno, non rilevando, fino a

prova contraria, la condotta del custode e l’osservanza o meno di un obbligo di vigilanza, né rilevando il grado di diligenza impiegato nella custodia” (Cass. Civ. n. 7403/07). Custode, che nel nostro caso, è il Comune, o, comunque, l’Ente Pubblico di riferimento. L’indirizzo giurisprudenziale maggioritario ritiene che la P.A. non possa sfruttare la natura giuridica di ciò che ha causato il danno per escludere la presunzione di responsabilità ex art. 2051 c.c. In particolare la Cassazione ha chiarito che il Giudice è tenuto ad accertare se ciò che ha prodotto il danno “era nella custodia dell’Ente Pubblico” (Cass. 7403/07). La responsabilità del gestore è, sostanzialmente, esclusa solo quando l’evento sia imputabile a situazioni create da terzi, non conoscibili, né eliminabili con immediatezza. Esiste, dunque, un obbligo per la P.A. di effettuare un controllo volto ad impedire l’insorgenza di pericoli per l’incolumità ed i beni degli utenti, prevenendo e segnalando qualsiasi situazione di pericolo o di insidia (Cass. 18325/18). Ma vi è pure l’obbligo di

istallare manufatti conformi alla normativa: come esempio si ricorda che la Sezione per il Veneto della Corte dei Conti, nel 2017, ha condannato un responsabile tecnico di un Comune a rifondere il danno causato all’amministrazione dall’aver autorizzato la colorazione verde del fondo per 55 passaggi pedonali. Questa impostazione trova riscontro nelle circolari e nei pareri amministrativi dei vari settori coinvolti, secondo i quali l’installazione di dossi artificiali o il loro permanere in luoghi non consentiti, in caso di incidenti riconducibili alla loro collocazione, può dar luogo a responsabilità civile e penale in capo a chi ne ha disposto la collocazione. E gli enti proprietari risponderanno (civilmente e penalmente) in caso di danni e lesioni derivanti dal loro permanere in opera (si ricordi la disciplina delle lesioni e dell’omicidio colposi stradali per la quale risponde qualunque soggetto che violi il C.d.S.). In pratica i dossi prefabbricati devono essere approvati e quelli collocati lungo le strade frequentemente percorse dai veicoli di soccorso o dalle linee di trasporto pubblico, devono ■ essere rimossi”.

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TAVOLA ROTONDA

Inquinamento: che fare? Cause, rimedi, interventi. Una parola chiarificatrice da parte di esperti e studiosi che si sono confrontati su un problema di grande attualità in un incontro tenuto presso la sede ACM e promosso dalla nostra Commissione Mobilità a cura di Paolo Redaelli

Interventi strutturali per tutto il bacino padano

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a necessità di non dar tregua alla lotta contro l’inquinamento atmosferico è presto detta: ampie zone del territorio italiano non rispettano i limiti di qualità dell’ aria, in particolare la Pianura Padana si contende con alcune aree del nord est europeo il non invidiabile primato di area più inquinata dell’Unione. Ma se i problemi di vaste aree della Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia derivano dal largo uso del carbone, il caso della Pianura Padana non è dovuto a controlli delle emissioni meno virtuosi rispetto a quello di altri Paesi, ma alla micidiale congiuntura, unica in Europa, di un territorio molto popolato, con attività industriali diffuse, agricoltura ed allevamenti intensivi, in un contesto meteorologico particolarmente sfavorevole alla dispersione degli inquinanti. Ma naturalmente l’handicap meteorologico non può essere in nessun caso un alibi, né può giustificare deroghe al rispetto dei limiti europei, per il semplice motivo che i danni per abitanti e ambiente sono commisurati esclusivamente ai livelli dell’esposizione e non dipendono certo dalle cause che li determinano. Si tratta quindi di fare di più rispetto ad altre aree che magari hanno lo stesso livello di

emissioni, con provvedimenti incisivi che agiscano sulla stessa scala del fenomeno. Nel caso della Pianura Padana, dove la fanno da padroni gli inquinanti secondari (particolato fine, biossido di azoto, ozono) che si formano in larga misura in atmosfera e tendono ad occupare aree vaste, interessando zone anche molto lontane dai punti di emissione dei precursori primari, è fondamentale agire con interventi strutturali su una scala spaziale che comprenda tutte le Regioni del bacino. Ben venga dunque il Tavolo Padano sul tema, da troppo lungo tempo auspicato, che muova in sinergia le amministrazioni di tutto il territorio, nell’attuazione di un piano di ampio e lungo respiro, al riparo da blocchi o stravolgimenti molto spesso indotti dai mutamenti politici. Del resto il rischio di aggiungere ai danni per la salute anche quelli economici è concreto, dal momento che sono in atto due procedure di infrazione alle leggi comunitarie, per i superamenti dei limiti di qualità dell’aria per PM10 e biossido di azoto. ■ Michele Giugliano Docente di Inquinamento atmosferico al Politecnico di Milano e componente della Commissione Mobilità AC Milano

GUIDO LANZANI

1 IL PIANO REGIONALE MIGLIORERÀ L’ARIA CHE RESPIRIAMO

Responsabile dell’Unità Operativa Qualità dell’Aria, Settore Monitoraggi Ambientali, Arpa Lombardia

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olta strada è stata fatta, molta strada è ancora da fare: niente di più vero se analizziamo lo stato della qualità dell’aria nel bacino padano ed in particolare nelle aree urbane. Le concentrazioni della gran parte degli inquinanti sono infatti oggi sicuramente molto più basse di quelle rilevate 20, 10 o anche solo 5 anni fa. Le caratteristiche della pianura padana, con la presenza delle montagne su tre lati, creano però condizioni meteorologiche spesso sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti. Così, ancora frequenti e diffusi sono i superamenti degli standard normativi per il PM10 e, localmente, per il biossido di azoto (NO2). Localizzate invece nelle aree ove più diffusa è la combustione della legna sono i superamenti dei target del Ben-

zo(a)pirene; quasi ubiquitaria e ampiamente oltre gli obiettivi la presenza dell’ozono. Ma chi è responsabile dell’emissione di questi inquinanti? Purtroppo, la risposta non è semplice, all’inquinamento contribuiscono davvero molte sorgenti. L’ozono si forma ad esempio in atmosfera, a partire composti organici voltatili e ossidi di azoto. Di questi ultimi, il traffico rimane sicuramente la sorgente più importante, in particolare nelle città: non a caso i massimi di NO2 si registrano nelle stazioni da traffico. Gli ossidi di azoto poi contribuiscono alla formazione di PM10 e PM2.5 in atmosfera (insieme all’ammoniaca che deriva principalmente ad oggi dal comparto agricolo). Il traffico

concorre però anche alle emissioni dirette di particolato, non solo dal tubo di scappamento ma anche da usura di freni, pneumatici e asfalto. La combustione della legna è però la prima sorgente di particolato primario e benzo(a)pirene in Lombardia. Oltre al già citato contributo dell’agricoltura non va infine dimenticato l’apporto emissivo delle attività produttive che – seppure diviso su più settori – rimane una fonte non trascurabile di inquinamento. In sintesi, il traffico rimane una delle sorgenti più importanti di inquinamento, a cui però contribuiscono tutti i settori: dal riscaldamento (in particolare a legna), all’agricoltura ed all’industria. Un’analisi più approfondita del contributo del traffico evidenzia come oltre alle emissioni in area urbana siano im-

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COMMISSIONE MOBILITÀ ACM

portanti quelle sulle strade extraurbane e autostrade, degli autoveicoli ma anche dei mezzi pesanti, che portano ad un aumento dei valori di fondo presenti nell’intero bacino padano. Ci sono però prospettive positive: grazie agli effetti delle normative europee, nazionali ed alla riduzione delle emissioni attesa dal PRIA, il piano regionale degli interventi per la qualità dell’aria, si prevede, fatta eccezione per l’ozono, un rientro completo negli standard di legge. Perché ciò avvenga è necessario però che i nuovi mezzi diesel abbiano realmente emissione coerenti con quanto registrato nelle prove di omologazione. La riduzione complessiva dei chilometri percorsi, uno stile di guida non aggressivo, la riduzione delle velocità massime sulle autostrade, le aree urbane a 30 km/h, la diffusione della motorizzazione elettrica possono sicuramente essere altri importanti tasselli in tale percorso. ■

FAQ Q

Le domande della Commissione Mobilità Le risposte dei relatori

È possibile stimare il rapporto fra emissioni e concentrazioni dei principali inquinanti a livello regionale e di citta’ di Milano? LANZANI: I dati dell’inventario delle emissioni e le molte informazioni derivanti, oltre che dalle centraline, da studi e progetti di approfondimento, con la ricerca di traccianti delle diverse sorgenti, confermano il ruolo primario del traffico, a cui si aggiungono i contributi del riscaldamento, in particolare della combustione della legna, dell’agricoltura e dell’industria sulle concentrazioni respirate dalla popolazione. VILLAVECCHIA*: Le emissioni atmosferiche di Milano contribuiscono per il 35% circa alle concentrazioni di particolato locale (di cui il 15% dovuto al traffico stradale) e per oltre il 60% alle concentrazioni di biossido d’azoto (per larga parte riconducibili al traffico stradale. I fenomeni appaiono quindi molto complessi… SILIBELLO: Non è possibile stabilire relazioni a priori tra gli inquinanti emessi e le concentrazioni in aria ambiente a seguito dei processi non lineari che avvengono in atmosfera. Ad esempio, nelle aree urbane si riscontra, durante il fine settimana, un aumento dei livelli di ozono rispetto a quelli rilevati durante i giorni lavorativi. VILLAVECCHIA: Per Milano si riesce a fotografare una realtà solo grazie ad una

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TAVOLA ROTONDA SIMONE CASADEI

2 DOPO DIESELGATE, NUOVI LIMITI E TEST

Responsabile Settore fonti mobili del Laboratorio Emissioni Area Combustibili, Innovhub SSI

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er quanto concerne il rispetto dei limiti sulle emissioni le difficoltà tecniche principali che incontrano i costruttori consistono nel contenimento degli ossidi di azoto (NOx) per le alimentazioni diesel e del numero di particelle (PN) per le alimentazioni a benzina a iniezione diretta (GDI). Sulla CO2, invece, il Regolamento 631/2019 introduce nuovi limiti sulla media di flotta di emissioni allo scarico di autovetture immatricolate pari a 81 g/km

al 2025 e 59 g/km al 2030 e per la prima volta cita lo studio del ciclo di vita LCA (Life Cycle Assessment) quale strumento importante di valutazione dell’impatto ambientale delle autovetture. Dunque i costruttori devono sviluppare e installare i dispositivi antinquinamento, interagire con l’industria oil&gas per migliorare la qualità dei combustibili fossili e utilizzare quelli alternativi e i biocombustibili di seconda e terza generazione, contemporane-

amente elettrificando la flotta con l’introduzione sul mercato di modelli ibridi ed elettrici. I piani industriali della maggior parte delle case automobilistiche, compresa FCA, nel loro complesso prevedono infatti l’introduzione di oltre 200 modelli di autovetture ibride plug-in ed elettriche sul mercato europeo entro il 2021. I limiti di omologazione sulle emissioni inquinanti hanno subito riduzioni anche superiori al 90% dai primi anni ’90 (standard Euro 1) al

All’inquinamento contribuiscono molte sorgenti. Il particolato da traffico deriva non solo dal tubo di scappamento ma anche da usura di freni, pneumatici e asfalto. Notevole il contributo della legna

CAMILLO SILIBELLO

3 MODELLI A SCALA URBANA E A MICRO-SCALA Project Manager Arianet Srl, Milano

C

laude Raffestin, professore di geografia umana all’Università di Ginevra, ha proposto la seguente definizione di modello: Un modello non è un doppione; è invece un sistema coerente di dimenticanze governato da un’intenzionalità. Se consideriamo la carta geografica come esempio di modello, risulta evidente il paradosso “della scala 1/1” ovvero della duplicazione. Tale scala darebbe luogo, come immaginabile, ad una carta di dimensioni enormi, irrealizzabile. Il modello opera quindi una semplificazione della realtà, ovvero effettua una selezione tra ciò che rimane coerentemente dentro di esso, che ne farà parte integrante perché importante e deci-

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2014 (standard Euro 6) su monossido di carbonio (CO), idrocarburi incombusti (HC), NOx e particolato. A partire dallo standard Euro 6 C (in vigore dal 1 settembre 2018) è stato introdotto in laboratorio un nuovo ciclo di guida, il WLTC (Worldwide harmonized Light vehicles Test Cycle) meglio rappresentativo di una guida reale su strada rispetto al vecchio ciclo di omologazione NEDC (New European Driving Cycle), introdotto nel 1991 e rimasto come riferimento fino allo standard Euro 6 B, la cui semplicità e riconoscibilità da parte delle centraline elettroniche degli autoveicoli ha favorito lo scandalo “Dieselgate” sulle emissioni di NOx. Inoltre, dallo standard Euro 6 D Temp (in vigore dal 1 settembre 2018 per l’omologazione dei nuovi modelli e dal 1 settembre 2019 tutte le autovetture) è stata introdotta la prova su strada da effettuare in condizioni di guida reale (RDE – Real Driving Emissions) tramite la strumentazione analitica PEMS (Portable Emissions Measurement System) direttamente collegata allo scarico del veicolo e installata on-board alla vettura. I limiti alle emissioni degli inquinanti sempre più restrittivi uniti a queste nuove modalità di testing, estremamente complesse e onerose, obbligano i costruttori ad installare sugli autoveicoli diesel, oltre all’EGR (Exhaust Gas Recirculation) per i NOx e al DPF (Diesel Particulate Filter) per il particolato e il PN (dispositivi introdotti rispettivamente con gli standard Euro 3 ed Euro 4/5), trappole specifiche (LNT Lean NOx Trap o NSC NOx Storage Converter) e catalizzatori SCR (Selective Catalytic Reduction) per la riduzione dei NOx, su quelli a benzina GDI il GPF (Gasoline Particulate Filter) per la riduzione del PN. ■

sivo per il fenomeno in studio, e ciò che invece verrà coscientemente escluso perché ritenuto non influente. La figura seguente mostra una rappresentazione dei livelli di PM10 in differenti situazioni ambientali e costituisce un efficace modello interpretativo della distribuzione spaziale di tale inquinante: da aree ad elevata densità di traffico veicolare (arterie principali, incroci) ad aree residenziali o a traffico limitato e infine ad aree non direttamente influenzate da sorgenti emissive (aree remote). Tale modello evidenzia inoltre l’esistenza di differenti scale spaziali associate ai fenomeni di inquinamento atmosferico: la microscala urbana (es. street canyon, dell’ordine della decina di metri), la scala urbana o locale (aree metropolitane e/o industriali con un raggio di 10-50 km) e la scala regionale (aree da alcune decine ad alcune centinaia di km). La capacità di simulare

FAQ Q

Le domande della Commissione Mobilità Le risposte dei relatori

struttura dedicata che elabora da molti anni dati multisettoriali consolidati e coerenti. Ciò ha consentito di elaborare fra l’altro il documento tecnico allegato alla delibera istitutiva di Area B, provvedimento da cui ci si attende una consistente diminuzione dei biossidi di azoto ed una significativa riduzione dei particolati più nocivi per la salute pubblica. Si possono pero’ delineare alcuni punti fermi GIUGLIANO: Il principale obiettivo perseguito da quasi tutti i Paesi della Comunità, nella prospettiva di rispettare i limiti di PM10, biossido di azoto e ozono, è la riduzione degli ossidi di azoto implicati nella formazione delle componenti secondarie di tutti e tre gli inquinanti. Negli ultimi anni ha raggiunto una consistenza significativa il particolato primario emesso dalla combustione della legna. Negli inventari di molte Regioni Italiane e Paesi europei, la combustione di biomasse è al primo posto per le emissioni di particolato primario. LANZANI: L’apporto dell’industria non si può comunque dimenticare, in particolare in relazione agli ossidi di azoto oltre che ad emissioni legate a specifiche attività, che possono avere un impatto maggiore in prossimità degli insediamenti produttivi. Quali sono le influenze del regime del traffico sull’inquinamento? CASADEI: Continui stop&go dei veicoli, spesso in condizioni di motore “freddo”, favoriscono l’emissione e l’esposizione dei cittadini ad inquinanti pericolosi quali HC, aldeidi, particolato ultrafine, etc. LANZANI: La riduzione dei flussi di traffico è comunque fondamentale sia per limitare le emissioni dirette che per migliorare i flussi, diminuendo accelerazioni e frenate. In Europa (soprattutto in Francia e in Olanda) buoni risultati vengono dalla progettazione di quartieri zone 30. LANZANI: In teoria, ridurre la velocità da 50 a 30 km/h può aumentare le emissioni dal tubo di scappamento, ma diverse sperimentazioni in Germania, Francia e Spagna, evidenziano in realtà un miglioramento, grazie alla diminuzione del risollevamento, alla fluidificazione dei flussi nonché alla diminuzione dei veicoli circolanti in quell’area. Rispetto alle responsabilita’ del riscaldamento domestico, cosa si puo’ fare per ridurle con le tecnologie attuali a costi ragionevoli? e questi interventi potrebbero essere significativi per la riduzione dell’inquinamento complessivo? VILLAVECCHIA: Particolare attenzione andrà riservata al teleriscaldamento che oggi a Milano soddisfa solo l’11% della domanda. E’ troppo poco rispetto alle potenzialità di questa fonte alternativa ai combustibili fossili, nonché alle caratteristiche del territorio e dell’urbanizzazione. Centinaia di unità immobiliari potrebbero esserne interessate. LANZANI: Anche se poco impatta complessivamente, l’eliminazione di vecchi impianti molto inquinanti può migliorare la qualità dell’aria locale, di microscala. GIUGLIANO: Una volta convertito tutto il parco caldaie a metano, possono contribuire al risparmio di combustibile la coibentazione degli edifici e l’inserimento di pompe di calore. Dove possibile il teleriscaldamento, con centrali di produzione del calore ben controllate è certamente l’intervento strutturale che apporta i benefici più sostanziosi. Ai fini della riduzione delle emissioni, possono essere decisivi cambiamenti negli stili di guida? LANZANI: Con i veicoli attualmente in circolazione, lo stile di guida è sicuramente importante. Evitare una guida nervosa può abbattere le emissioni fino al 30%.

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TAVOLA ROTONDA

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3 MODELLI A SCALA URBANA E A MICRO-SCALA correttamente la variabilità spaziale dei livelli di inquinamento è di particolare rilevanza per la valutazione di effetti sanitari cronici e acuti che si presentano a seguito dell’esposizione di lungo e di breve periodo. A tale scopo ARIANET Srl ha messo a punto modelli differenti per la simulazione dei fenomeni che interessano le differenti scale spaziali. In particolare, ha sviluppato il modello atmosferico di

trasporto e chimica FARM (Flexible Air quality Regional Model, www.farm-model.org), adatto per la simulazione dei processi chimico-fisici a scala regionale ed urbana, ed il sistema modellistico PMSS (Parallel Micro Swift Spray), in grado di considerare la morfologia urbana (disposizione e altezza edifici) ed i processi fisici associati e quindi idoneo per studi a microscala. Tali modelli, in uso presso diver-

se Agenzie Regionali di. Protezione Ambientale (ARPA) ed enti di ricerca (ENEA, CNR, Università), sono stati utilizzati nel progetto BEEP (Big data in Epidemiologia ambientale e occupazionale, https:// www.progettobeep.it/), finanziato da INAIL nell’ambito del Bando Ricerche in Collaborazione BRIC 2016-2018, al fine di stimare gli effetti sanitari dell’inquinamento atmosferico sulla salute della po-

PM10 media annua concentrazioni

NO2 concentrazione massima media annua

PM10 giorni superamento soglia 50 mg/m3

NO2 superamenti soglia orari 200 mg/m3

CONCLUSIONI

Emissioni: una attenta regia degli interventi

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l dibattito/confronto sviluppato a chiusura del corso “Qualità dell’aria e mobilità nelle aree urbane” ha permesso di meglio mettere a fuoco la finalità principale perseguita da ACI Milano nella sua azione informativa e formativa: la conoscenza e la conseguente consapevolezza della complessità dei problemi che riguardano l’inquinamento delle aree urbane e il ruolo e le responsabilità della mobilità pubblica e privata. Consci che il nostro tempo richiede sempre più di poter fruire di una mobilità libera e sostenibile da tutti i punti di vista (ambientale, territoriale, sociale ed economico), dopo anni di tentativi di organizzarla, di contenerla con limiti e divieti, di sconsigliarla con tassazioni e sanzioni, si è giunti a un punto critico e alla constatazione che l’insieme dei provvedimenti fin qui presi hanno contribuito a produrre una rivoluzione ampiamente in atto capace

come tutte le rivoluzioni di investire situazioni di equilibrio da tempo consolidate e tollerate e oggi non più riproponibili. Direzione e verso del cambiamento non consentono equivoci: dall’insieme degli interventi si evince che non va data tregua alla lotta contro l’inquinamento atmosferico e che per batterlo sono necessari (soprattutto nel caso di Milano e dell’area padana) interventi strutturali inseriti in un piano strategico che non insista solo sul ruolo della mobilità, ma riguardi contemporaneamente e con la stessa sollecitudine le attività produttive diffuse, l’agricoltura e l’allevamento intensivo, il riscaldamento domestico (fatto oggetto di un giusto, ma isolato provvedimento regionale sulla combustione della legna). Pur volendo correttamente riconoscere che una parte della strada è stata fatta e che le concentrazione degli

inquinanti sono oggi più basse che nel passato, la strada che resta da fare richiede una capacità/ volontà di accelerare il passo senza indulgere discrezionalmente sui tempi di adeguamento dei vari soggetti responsabili. Lo stesso Piano Regionale degli Interventi per la qualità dell’Aria evidenzia la possibilità di prospettive positive per il rientro negli standard di legge,ma tali possibilità non possono essere realizzate solo attraverso alcuni provvedimenti che riguardano il parco dei veicoli circolanti, l’estendersi della motorizzazione elettrica,l’affermarsi di comportamenti virtuosi dei cittadini nel campo della mobilità. Ai cittadini va dimostrato che l’inquinamento di cui soffrono le aree urbane è l’esito dell’azione di più fattori inquinanti e di emissioni rispetto alle quali si sta operando con la stessa attenzione riservata ai mezzi di trasporto. Solo la corretta impostazione

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polazione italiana considerando domini spaziali diversi: dall’intero territorio nazionale, a grandi aree urbanizzate, fino alla micro-scala urbana. L’effettiva integrazione dei risultati prodotti dai modelli di qualità dell’aria e delle informazioni fornite dalle reti di monitoraggio consente infine di migliorare la nostra comprensione dei fenomeni che determinano il degrado della qualità dell’aria ed in prospettiva di meglio individuare le più efficaci strategie di mitigazione e risanamento. ■

FAQ Q

Le domande della Commissione Mobilità Le risposte dei relatori

Il diesel rappresenta ormai il passato? CASADEI: La diffusione del diesel non ha portato alla riduzione attesa delle emissioni di CO2 per l’aumento negli anni di peso e potenza di veicoli e motori e le carenze normative hanno favorito pratiche scorrette (Dieselgate): ora la necessità di riduzione di NOx e di CO2 sta mandando fuori mercato i diesel medio-piccoli. GIUGLIANO: La prospettiva di uno scenario virtuoso potrebbe essere un parco veicoli con ampia quota di elettrico che si approvvigiona con energia in larga misura rinnovabile. La diffusione delle motorizzazioni elettriche presenta ancora molti problemi

PM10 E NO2 A MILANO DAL 2002 AL 2018 L’aria sta migliorando, ma l’obiettivo è ancora lontano

CASADEI: Gli ostacoli alla diffusione della mobilità elettrica sono la politica (la leva strategica del PNIEC al 2030 sono il biometano e i biocarburanti avanzati), il costo dei veicoli, i punti di ricarica, la futura domanda di potenza elettrica, la creazione di una filiera sostenibile, la riconversione dell’industria con salvaguardia dei posti di lavoro e riduzione dei costi sociali. Quali sono i tempi previsti dal piano di risanamento dell’aria di regione lombardia? LANZANI: I provvedimenti regionali sommati agli effetti delle norme europee e nazionali (nonché alla necessaria attuazione delle azioni a livello locale) potranno portare ad un completo rientro nei limiti di PM10 e NO2 entro il 2025 VILLAVECCHIA: Il Comune di Milano sta definendo una strategia ad ampio respiro, di cui Area B è parte integrante, per rientrare nei limiti anche prima, almeno per quanto riguarda il biossido d’azoto. E poi, potremo stare tranquilli? GIUGLIANO: Si prospetta una battaglia ancora più dura: l’OMS ammette un superamento per il PM10 di soli 3 giorni nell’anno, a fronte dell’attuale limite europeo che ne permette 35. ■ * Bruno Villavecchia, direttore Ambiente Energia Agenzia Mobilità Ambiente Territorio

e conoscenza del problema può motivare ad assumersi responsabilità e comportamenti virtuosi. In tal senso importanti passi avanti sono stati fatti con la realizzazione delle reti di monitoraggio sul territorio che alimentano modelli di lettura della qualità dell’aria a diverse scale da quella estesa alla dimensione regionale e della pianura padana alle microscale locali più facilmente riportabili agli effeti sanitari e di qualità della vita degli abitanti. In sintesi, non essendo possibile stabilire relazioni a priori tra gli inquinanti emessi e le concentrazioni in aria ambiente, a seguito di processi non lineari che avvengono in atmosfera, nel sottolineare il ruolo importante del traffico non è bene isolarlo sottovalutando l’azione sui contributi di altrettanto significative fonti di emissione. Il rispetto dei limiti sulle emissioni di inquinanti allo scarico degli autoveicoli e sui fattori legati alla loro manutenzione nel tempo, dopo le disavventure dei test “di laboratorio” e gli errori fatti nella promozione e diffusione dei

diesel hanno spinto gran parte delle case automobilistiche a raccogliere la sfida e ad imprimere una forte accelerazione alla modifica dei loro piani industriali prevedendo a breve una consistente produzione di nuovi veicoli (ibridi plug in, elettrici, ecc.) da immettere sul mercato europeo a breve scadenza. Questi piani industriali chiariscono che “indietro non si torna” e aver gettato il cuore oltre la siepe apre nuovi interessanti scenari di sviluppo. E’ evidente che la bicicletta (anche se assistita) non può sostituirsi all’aereo nel soddisfare le esigenze di mobilità del mondo contemporaneo, ma un nuovo modo di concepire la mobilità e le sue ricadute in termini di inquinamento e di qualità dell’aria e della vita urbana vale ormai per tutti. In questo senso a conclusione del dibattito, considerato che nel caso degli autoveicoli non tutto il male è venuto per nuocere, considerate le diffuse ed importanti emissioni dovute al riscaldamento domestico, considerato altresì

che si tratta di un settore caratterizzato dalla immobilità, facilmente censibile e operabile, ci si è chiesto perchè le aspettative legate al teleriscaldamento, all’utilizzo di fonti rinnovabili (foto voltaico, geotermico, pompe di calore) siano state soddisfatte in una percentuale che si aggira attorno al 15%. E’ questa una valutazione politica che lasciamo alla Regione Lombardia e in primis al Comune di Milano, al Sindaco della città e dell’area metropolitana che, in relazione alle strategie per rientrare nei limiti europei (altro capitolo che andrebbe subito aperto per i limiti posti dall’OMS, ben dieci volte superiori), valuti quale potrebbe essere lo sviluppo di un settore come quello del riscaldamento e del condizionamento domestico se si intervenisse sulle emissioni con gli stessi tempi, pesi e misure sanzionatorie utilizzati nel campo della mobilità. ■ Cesare Stevan Presidente della Commissione Mobilità AC Milano

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LONG TEST-DACIA DUSTER

GPL: il vero costo è nel pedaggio autostradale Economica nell’acquisto, spaziosa e ricca nelle dotazioni. La formula commerciale Dacia, con l’aggiunta dell’alimentazione a GPL, fa l’en plein nel risparmio. Ma qualche neo? Il servosterzo è un po’ troppo “invasivo” ed alcuni comandi non sono perfettamente a vista Testo di Maurizio Gussoni

Santa Maria Mater Domini a Pisignano (LE) del 1600, ha la facciata in pietra leccese e custodisce un’effigie del ‘500 della Vergine

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a quando Dacia, nel 1999, è stata acquisita dal gruppo Renault, la sua politica commerciale è stata semplice, ma anche assolutamente inderogabile. Dacia, da allora, lancia sul mercato dei prodotti di buona qualità, affidabili perché figli della tecnologia della casa francese, ma assolutamente concorrenziali dal punto di vista del prezzo di listino. È stato il cavallo vincente che ha permesso a Dacia e di diventare non una costola, ma un elemento fondamentale della strategia commerciale della Régie. Una regina, insomma, non per nulla il nome Dacia deriva proprio da quello di un antico

regno dell’Europa Centrale. Ed uno dei suoi modelli di punta è proprio la Duster, un suv di medie dimensioni, dotato di un’ottima abitabilità interna e con notevoli dotazioni di serie. In più, negli anni, il look un po’ spartano dell’inizio produzione si è molto affinato, sono arrivate dotazioni e optional che normalmente si vedono su auto ben più costose e, specialmente, non è mai stato abbandonato il dogma dell’economicità. Infatti, i prezzi di listino sono sempre ultra-concorrenziali e la possibilità di avere l’alimentazione a GPL è sempre un pezzo forte della casa. Per queste ragioni via! ha provato proprio

IN BREVE ALIMENTAZIONE:

benzina/GPL

CILINDRATA:

1.598 cc

POTENZA:

115 CV

COPPIA MASSIMA

156 NM

TRAZIONE: CAMBIO:

anteriore manuale 5 velocità

DIMENSIONI: 4.341x2.052x1.693 mm VELOCITÀ: ACCELERAZIONE 0/100:

169 km/h 12,6 sec

PREZZO VERSIONE PROVATA: 16.050 Euro (su strada)

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KM: 0.000 TOTALI, DI CUI 000 DI PERCORSO EXTRAURBANO

La Duster nella campagna salentina, vicino ad un tipico trullo, in marcia per le strade di Lecce e nel porto turistico di Gallipoli una Duster, con il motore 1.6 a benzina ed alimentazione a GPL. L’auto in prova era nell’allestimento Prestige SCe 115 cv, con trazione anteriore a due ruote motrici (è prevista anche la versione 4WD). Si tratta di un suv lungo solo 4,34 m e dotato di un nuovo look, per così dire, intraprendente. Infatti la linea presenta dei tratti muscolosi, sottilineati dai cerchi di grande diametro e da elementi stilistici, come le barre longitudinali sul tetto, i fari dallo sguardo “ammiccante” e la grande mascherina anteriore con il grosso scudo inferiore. Il tutto conferisce un senso di importanza e di dinamicità. In più Duster è capace di trasportare persone e cose in abbondanza, in ragione dell’attento studio sull’abitabilità interna. Questa versione, fra l’altro, pur costando, su strada, 16.050 Euro, offre allestimenti non da poco, come il climatizzatore automatico, il cruise-control, i fendinebbia, lo stereo con

Gli interni della Duster sono pratici e funzionali, ma il display del navigatore è posizionato un po’ troppo in basso. A sinistra, i comandi dei retrovisori e l’indicatore della quantità di GPL nella bombola, purtroppo coperto dalla corona del volante

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LONG TEST - DACIA DUSTER

La chiesa di San Sebastiano e San Rocco a Galatone (LE), iniziata nel 1500. Sopra e a destra, su strada e sotto un tipico ulivo pugliese

CONSUMI KM TOTALI AUTOSTRADA: 1.800 KM TOTALI CITTA E PROV’: TOTALE TEST KM:

280 2.080

CONSUMO MEDIO: 10,2 l/100 km

Sopra, la rinnovata linea di questo SUV è muscolosa e trasmette immediatamente un’impressione di solidità. A destra, i tappi per i rifornimenti di benzina e GPL, nascosti da un pratico coperchio a molla e trattenuti da una fascetta in plastica. navigatore GPS, presa USB e Bluetooth, il sensore automatico di attivazione luci e la telecamera di retromarcia. Gli interni hanno un design razionale, con poco spazio per gli (inutili) esibizionismi stilistici, ma qualche particolare pecca. Come la disposizione di alcuni comandi, vedi quelli dello stereo e del telefono, posti sulla destra del piantone del volante, parzialmente coperti dal volante stesso. Così pure per l’indicatore del GPL residuo che incorpora anche il deviatore di alimentazione gas/benzina. Ampiamente sufficiente, comunque, la qualità costruttiva dell’insieme. Duster è motorizzata da un propulsore quattro cilindri a benzina con 115 CV e con una coppia di 156 Nm. Un valore, quest’ultimo, certamente in grado di conferire una buona elasticità, quindi di evitare di ricorrere troppo al cambio

di velocità, specie sui percorsi misti. La potenza del motore, invece, e la sua non eccessiva brillantezza, non consentono di esibirsi nella guida sportiva o in sorpassi rapidi, ma garantiscono la regolarità di marcia: la vera natura di una vettura come questa. Buono il telaio, e di conseguenza la tenuta di strada, che si rivela sempre sicura e con pochi accenni al sovrasterzo. Qualche appunto per il servosterzo, efficace in città ed in manovra, ma anche troppo leggero quando la velocità supera i 100 km/h. Un particolare che, specie in autostrada, obbliga il pilota a frequenti correzioni di traiettoria. Il rapporto finale al ponte è piuttosto lungo, infatti in quinta la velocità è di 40 all’ora per ogni 1.000 giri. Ma questo, alla resa dei conti, non permette di spuntare dei consumi da record. Infatti, percorrendo tutto il

tragitto a GPL, i nostri oltre 2.000 km (prevalentemente autostradali) hanno posizionato l’asticella a circa 10 km per ogni litro di gas, con punte a 12 ma anche a 8,5 km/litro. Un valore non eccezionale e sicuramente influenzato da un corpo vettura che non è una piuma, ma alla fine economico con la complicità del ridotto costo del GPL (circa 0,680 Euro/litro). Inoltre, nel corso dell’intero test, abbiamo accusato un ridotto consumo di benzina (circa 2 litri), dovuto esclusivamente alle accensione a freddo del motore che, automaticamente, si avvia a benzina. In conclusione: Duster è l’auto di famiglia per antonomasia. E’ una vettura per bene, comoda in ogni situazione e sicuramente affidabile. In più non massacra il conto in banca, spesso maltrattato per seguire l’ottusa religione degli status-symbol e non i veri contenuti. ■

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MONDO AUTO LA NUOVA GENERAZIONE DELLA GOLF È IN RAMPA DI LANCIO

STESSA FACCIA, DIVERSA RAZZA La Golf VIII arriverà sul mercato entro la fine dell’anno. La base è sempre la piattaforma MQB quindi lo stile non è stravolto rispetto alla Golf VII. La vettura, però, sarà molto evoluta nella connettività, nella possibilità di aggiornare online le sue funzioni e nei sistemi di ausilio alla guida. Le dimensioni esterne cambiano poco: cresce di soli 3 cm in lunghezza e 4 in altezza, mentre la larghezza non cambia. La mascherina

STATISTICHE ACI

NOVE MORTI AL GIORNO NEL 2018

diventa una sottile fascia orizzontale che unisce i gruppi ottici a LED. Cambia anche il portellone che nella parte bassa si allarga. La plancia rappresenta poi un mondo nuovo grazie

a due grandi schermi digitali. La gamma motori avrà già in partenza numerose soluzioni ibride e ibride plug-in, mentre l’alimentazione a metano arriverà solo in un secondo momento.

CADILLAC XT4

AUTOSTRADA BREBEMI

ARRIVA IL MITO AMERICANO

È IL MOMENTO DEL GAS

In primavera andrà in vendita la Cadillac XT4, un suv di dimensioni medie (4,6 metri di lunghezza) con allestimenti lussuosi, cambio automatico a 9 marce e un turbodiesel di 2 litri da 174 CV progettato nel centro tecnico di Torino della General Motors. L’importazione sarà curata dalla Cavauto di Monza. Prezzi da 45 mila euro.

A poco a poco il tratto autostradale A35, che collega Milano a Brescia, in alternativa alla più trafficata A4, sviluppa le sue strutture dopo l’inaugurazione avvenuta nel luglio del 2014. Alla fine di settembre sono stati inaugurati i distributori di Gpl e di Metano nelle aree di servizio Adda Nord e Adda Sud a Caravaggio.

In Italia nel 2018 si sono registrati 172.553 incidenti con lesioni a persone, che hanno causato 3.334 decessi e 242.919 feriti. Cole dire: 472 incidenti, 9 morti e 665 feriti, in media, ogni giorno. Le province più sicure sono quelle di Modena e Foggia. AUTO “GREEN”

A MILANO CE NE SONO DI PIÙ Nonostante si parli molto di mobilità sostenibile, in Italia la diffusione di auto “green” è ancora marginale. Secondo l’analisi di Facile.it le auto elettriche e ibride immatricolate in Italia nel 2018 sono state circa 256.000 unità, vale a dire solo lo 0,66% del totale. A Milano la penetrazione, però, ha raggiunto l’1,2%.

MINI JOHN COOPER WORKS GP

RICERCA ACI/BOSCH

306 CV IN TIRATURA LIMITATA

MAI PIÙ SENZA GLI ADAS

La BMW ha presentato al Los Angeles Auto Show una versione super della Mini hatchback a tre porte. Si chiama John Cooper Works GP, ha un look corsaiolo, numerosi particolari della carrozzeria in carbonio e un 2 litri turbobenzina da ben 306 CV. Sarà prodotta in tiratura limitata (3.000 pezzi) e in Italia costerà 45.900 euro.

Bosch e ACI hanno presentato uno studio sull’efficacia dei sistemi di assistenza alla guida (ADAS). La ricerca, basata sui dati di 1,5 milioni di veicoli nel 2017 e 1,8 milioni nel 2018, ha evidenziato che un veicolo di 15 anni ha il 50% di probabilità in più di essere coinvolto in un incidente grave rispetto a uno di 2 anni. I modelli da

oltre 30.000 euro, dotati di più ADAS, sono coinvolti in incidenti 5,7 volte ogni milione di km, contro le 15 volte/milione dio km dei modelli sotto i 15 mila euro.

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TEST MAZDA CX-30 SKYACTIV-X EXECUTIVE

Sport utility con doppia anima

La versione più prestigiosa della nuova suv coupé giapponese monta un motore a benzina di nuova concezione che si ispira al sistema di accensione dei propulsori a gasolio con l’obiettivo di contenere i consumi e le emissioni. Non costa poco ma è costruita con cura ed è molto confortevole. Testo di Saverio Villa

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a Mazda è l’unica tra le grandi Case generaliste a non far parte, almeno per il momento, di un grande gruppo o una grande alleanza ma produce, da sola, auto ben fatte e tecnologicamente avanzate. Non solo: le vende anche a prezzi concorrenziali rispetto a chi, invece, può contare su ampie economie di scala. Prendete, ad esempio, la nuova CX-30. Possiamo considerarla una variante coupé della sport utility CX-3 che va ad inserirsi in una famiglia già di per sé strana, perché annovera tre suv (CX-3,

CX-30 e CX-5) in un ventaglio di soli 27 cm di lunghezza. Ha un aspetto personale e difficilmente confondibile. Potremmo anche definirla accattivante senza timore di essere smentiti. È costruita, rifinita e equipaggiata con cura e affronta il mercato anche con un’offerta completa, perché tutte le tre motorizzazioni previste possono essere abbinate sia alla trazione integrale, sia al cambio automatico. Una varietà non certo usuale nella categoria. E nell’ultima tornata di crash-test

organizzati dal consorzio Euro NCAP, che è patrocinato anche dall’Automobile Club d’Italia, ha ottenuto le ambite “cinque stelle” raggiungendo l’eccellenza nella protezione degli occupanti adulti. La 2 litri a benzina Skyactiv-G con 122 CV (da 24.750 euro) e la 1.8 turbodiesel Skyactiv-D con 116 CV (da 26.950 euro), che andranno per la maggiore sul nostro mercato in virtù dei loro listini più invitanti, non sono esattamente dei fulmini di guerra su strada. Però offrono fluidità, confort, relax di guida.

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La linea della CX-30 è molto più fluente di quella della sorella CX-3 e appare quasi sportiva. Specialmente nella vista posteriore ha un’aggressività insolita rispetto alla media delle concorrenti.

Dal punto dei vista meccanico, però, è certamente più interessante la versione Skyactiv-X, perché monta un motore unico nel suo genere. Viene alimentata a benzina ma, come spieghiamo nel riquadrato nell’ultima pagina di questo servizio, in certi frangenti il sistema di accensione della miscela si ispira a quello di un motore diesel. In aggiunta c’è un sistema mild-hybrid, basato su un generatore/motorino d’avviamento collegato al motore con una cinghia e alimentato da una batteria agli ioni di litio da 24V. Non è

dimensionato per consentire di muoversi solo a “emissioni zero”, però aiuta anch’esso a risparmiare carburante riutilizzando l’energia recuperata nelle decelerazioni e, in più, fluidifica l’erogazione. Ma, a fronte di tutto questo, come si comporta quest’auto su strada? La CX-30 Skyactiv-X va guidata un po’ alla vecchia maniera. Per ottenere il meglio, cioè, bisogna far lavorare il motore prevalentemente ai medi e alti regimi (ma, dopotutto, arriva senza ritrosie fino a 6500 giri), dove diventa

più vivace ed energico. In basso spinge con regolarità e energia sufficiente ma l’assenza del turbo, ormai presente su quasi tutte le concorrenti, si sente. In ogni caso, 180 CV e 224 Nm sono valori di tutto rispetto per un 2 litri aspirato. L’assetto è regolato per il confort e in curva si avverte un po’ di rollio, però l’avantreno è preciso nelle fasi di inserimento, lo sterzo è discretamente comunicativo e il retrotreno si appoggia correttamente quando la vettura è in traiettoria.

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TEST MAZDA CX-30 SKYACTIV -X EXECUTIVE

IN BREVE ALIMENTAZIONE:

benzina

CILINDRATA:

1.998 cc

POTENZA:

180 CV

COPPIA MASSIMA

220 NM

TRAZIONE: CAMBIO:

anteriore manuale a 6 velocità

DIMENSIONI: 4.395x1.795x1.540 mm VELOCITÀ: ACCELERAZIONE 0/100:

204 km/h 8,5 sec

PREZZO VERSIONE PROVATA: 29.350 Euro (su strada)

La plancia ha un aspetto classico e il display non è di tipo “touch”. Nella zona posteriore alloggiano comodamente due adulti, con tanto spazio per la testa nonostante l’andamento spiovente del tetto

Quindi, oltre a dare una sensazione di compostezza, governabilità e sicurezza, questa CX-30 non si tira indietro neppure quando la si guida in modo un po’ aggressivo. In questo hanno la loro parte di merito anche la bontà del cambio manuale a sei marce, che è veloce e ben rapportato (abbiamo provato anche la trasmissione automatica a sei rapporti, che è più pacata nonostante i comandi al volante), e il posto guida avvolgente che crea un atmosfera quasi sportiva rispetto alla media delle vetture di questo genere. La Skyactiv-X, però, non costa poco: 29.350 euro. Che arrivano a oltre 38 mila nel caso della versione più accessoriata Exclusive con trazione integrale e cambio automatico. Però, già l’entry level Executive ha di serie cerchi in lega da 18”, sensori di parcheggio, videocamera posteriore, portellone elettrico, head-up display, cruise control adattivo, sistema di aiuto al mantenimento della carreggiata, navigatore, radio digitale, Android Auto e Apple Car Play. A titolo di cronaca, per il cambio automatico servono 2000 euro in più, mentre per la trazione ■ integrale ne occorrono altri 2200.

SKYACTIV-X: UN MOTORE A BENZINA CHE SI CREDE UN DIESEL Nel motore Skyactiv-X, quando la richiesta di potenza è bassa, la miscela aria/benzina si accende per compressione come nei diesel (anche se con un aiuto delle candele, che controllano la combustione in una piccola zona delle camere di scoppio) grazie a un rapporto di compressione elevato: 16,3:1 contro 13:1 del motore Skyactiv-G. All’avviamento e ai carichi alti, invece, torna a funzionare nel classico ciclo Otto. Il vantaggio è che nelle fasi di funzionamento “misto” si può utilizzare una miscela di 2/3 volte più magra della norma. E consumi ed emissioni se ne avvantaggiano: per la Skyactiv-X con trazione anteriore e cambio manuale la Mazda dichiara una percorrenza di 16,9 km/litro ed emissioni di 133 g/km di CO2 nel ciclo combinato.

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MONDO AUTO QUATTRO MINITEST DELLE NOVITÀ PIÙ INTERESSANTI CHE HANNO MOVIMENTATO IL PANORAMA AUTOMOBILISTICO NELLE ULTIME SETTIMANE

DS 3 CROSSBACK E-TENSE GIÀ IN VENDITA ANCHE LA VARIANTE ELETTRICA

FIAT 500X SPORT CON L’ASSETTO RIBASSATO DIVERTE DI PIÙ

FORD RANGER RAPTOR PER FARSI NOTARE NON C’È NIENTE DI MEGLIO

KIA XCEED UNA CROSSOVER CHE VUOL FARE LA COUPÉ

L

a versione elettrica della crossover francese non cambia nell’estetica rispetto alle altre sorelle. E l’abitacolo offre un ottimo colpo d’occhio perché è spazioso, tecnologico e di bell’aspetto, anche se ci sono parecchi elementi in plastica rigida. Il bagagliaio, però, non ha una capacità sensazionale (350/1050 litri) e la forma è un po’ irregolare. Le prestazioni sono superiori a quello che ci si immagina pensando ai 100 kW (136 CV) dichiarati. Specialmente in città la vettura è scattante e maneggevole, mentre fuori

I

l nuovo allestimento Sport prevede all’esterno minigonne e parafanghi in tinta, paraurti con inserti grigi, finto estrattore posteriore, doppio terminale di scarico e anche un nuovo colore rosso specifico. Dentro ci sono particolari aggressivi come rivestimenti in Alcantara, cuciture rosse e pedaliera in alluminio. La novità, però, è l’assetto ribassato di 13 mm, che dà alla vettura maggiore reattività e aumenta il divertimento di guida. Senza però ridurre il confort in maniera apprezzabile. Ovviamente

C

con la versione incattivita del pick-up Ford non si passa certo inosservati: Più largo e lungo, con grafiche vistose, pneumatici enormi e tassellati e una maggiore escursione delle sospensioni, questo mezzo è imponente e aggressivo. Il 2.000 biturbodiesel da 213 CV gli garantisce prestazioni notevoli che, su strada, vanno gestite con un po’ di attenzione. Fuoristrada la trazione integrale (inseribile, perché normalmente sono solo le ruote posteriori a spingere) e l’incredibile cambio automatico a 10

L

a versione crossover della Ceed, approccia questa formula in modo più sportivo, almeno dal punto di vista estetico, grazie a una linea più bassa e filante rispetto alla maggior parte delle concorrenti. Questo penalizza un po’ il bagagliaio (426/1.378 litri) e la visibilità posteriore. L’abitacolo è curato e gli allestimenti sono generosi in rapporto al prezzo. I motori sono per ora tutti convenzionali (gli ibridi arriveranno nel 2020) e, dato il tipo di vettura, il 1600 turbodiesel da 116 o 136 CV - pronto e

offre un confort notevole. L’autonomia dichiarata è di 320 km. Secondo la Casa, con un wallbox servono 7,5 ore per la ricarica completa, mentre in mezz’ora si ripristina l’80% dell’autonomia con una colonnina da 100 kW.

IN BREVE MOTORE DIMENSIONI PREZZI

ELETTRICO 412/180/153 CM 39.600/43.100 EURO

questa caratteristica emerge soprattutto con il 1.300 turbobenzina da 150 CV che è molto pronto in basso e allunga anche bene. Però viene abbinato solo al cambio a 6 rapporti con doppia frizione che non è rapidissimo.

IN BREVE MOTORE DIMENSIONI PREZZI

1.0/1.3 (BZ), 1.3/1.6 (D) 438/183/145 CM 24.500/28.750 EURO

rapporti (e 10 ridotte) gli permettono di andare dovunque le sue dimensioni lo consentono. L’abitacolo offre cinque posti e un confort quasi automobilistico. La dotazione è completa e degna di una berlina di prestigio.

IN BREVE MOTORE DIMENSIONI PREZZI

2.0 (D) 540/203/187 CM 62.850 EURO

silenzioso ma non proprio sportivo - è il più adatto. Il temperamento generale è improntato al confort e a una guida rilassata. La trazione è solo anteriore ma l’altezza da terra di 18 cm permette anche un moderato fuoristrada.

IN BREVE MOTORE DIMENSIONI PREZZI

1.0/1.4/1.6 (BZ), 1.6 (D) 440/183/148 CM 22.750/32.750 EURO

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Piazza Fiera

26ª edizione – 23 novembre 2019 – 6 gennaio 2020 IlILMercatino festeggiaFESTEGGIA la sua 26ª edizione MERCATINO LA SUA 26ª EDIZIONE Dal 23 novembre 2019 al 2020, le storiche piazzapiazza Fiera eFiera Dal 23 novembre 2019 6algennaio 6 gennaio 2020, le storiche piazza Battisti ospiteranno più di 90 casette di legno dove potrete e piazza Battisti ospiteranno più di 90 casette di legno dovetrovare potrete iltrovare meglio ildell’artigianato alpino e della tradizionale locale. meglio dell’artigianato alpino e dellaenogastronomia tradizionale enogastronomia locale. Nel periodo natalizio il meglio di Nel periodo natalizio Trento dà il meglio di séTrento e, comedàincastonata in sé un e, come incastonata in un presepe, diventaLeper “Città del grande presepe, diventa pergrande tutti la “Città del Natale”. lucitutti e glilaaddobbi Natale”. Le lucigrandi e gli eaddobbi grandi e piccini in un’ataccompagnano piccini inaccompagnano un’atmosfera unica attraverso il ricco mosfera unica attraverso il ricco programma di eventi e animazioni programma di eventi e animazioni organizzato dall’amministrazione organizzato dall’amministrazione comunale. Durante i fine settimana, comunale. Durante i fine settimana, sotto il tradizionale albero illuminato, sotto il tradizionale albero illuminato, i bambini possono visitare la i bambini possono visitare la casa di Babbo Natale e ricevere un piccolo

regalo, una caramella o un libricino. Oppure partecipare ad una delle tante divertenti attivitàNatale educative che si svolgono nellaregalo, “Casettauna degli Elfi”: da casa di Babbo e ricevere un piccolo caramella quelle legate alle fattorie didattiche trentine, alle attività manuali e grafiche o un libricino. Oppure partecipare ad una delle tante divertenti attività che sensibilizzati si svolgonogiocando nella “Casetta da in cui ieducative bimbi vengono sui temidegli dellaElfi”: solidarietà quelle legateEalle fattorie didattiche trentine, alle attività e del riciclo. poi tutti in carrozza sul trenino di Babbo Natale,manuali oppure a epasseggio grafiche in i bimbi vengono sui musica temi fracui le tradizionali casette,sensibilizzati in un percorsogiocando allietato dalla della solidarietà e del riciclo. E poi tutti in carrozza sul trenino dei concerti itineranti o dal canto dei cori di montagna. di Babbo Natale, oppure a passeggio fra le tradizionali casette, in un percorso allietato dalla musica dei concerti itineranti o dal Il Mercatino di Natale di Trento in camper canto dei cori di montagna.

Presso l’area di sosta videosorvegliata di via Fersina Nord

Crediti: Archivio APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi – foto R. Magrone, D. Mosna, D. Panato, A. Toller


Accoglienza camper a cura del CamperDEI ClubBAMBINI Trentino LA PIAZZA dal 4 all’8 dicembre Piazza Santa Maria Maggiore sarà dediAnche Campercon ClublaTrencata allaquest’anno Piazza dei ilBambini, Catino collabora con l’Amministrazione setta di Babbo Natale, una piccola fattoria comunale di Trento per l’ACCOGLIENZA didattica e la vendita di prodotti dedicati CAMPER DAL 4 ALL’8 DICEMBRE in Via aiRagazzi bambinidel e alle loro famiglie. ricco 99, presso l’area Un sosta alventaglio di attività di laboratori legati al lestita nella zona e sportiva a Trento Sud. A tuttiagricolo i partecipanti è garantito un asmondo e alla tradizione trentina, del di tradizionale “VineBrulè” e in lasaggio presenza Babbo Natale altre figuparticolare sabato 7 dicembre è previsto re di fantasia accompagneranno grandi e l’arrivo di Babbo Natale. La sosta è grapiccini ad assaporare la magica atmosfera tuita ed è garantito il servizio navetta da del Natale in un’atmosfera calda ed accoe per il centro storico con orario contigliente. Info: ore www.comune.trento.it nuato dalle 08.00 alle 23.00.

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TEST PORSCHE TAYCAN TURBO

Spaventosa, alla faccia delle batterie Nonostante un peso gravato da 650 kg supplementari di accumulatori, la berlina tedesca ha prestazioni in accelerazione e ripresa che lasciano senza fiato. E anche in fatto di maneggevolezza diventa il nuovo termine di riferimento per le auto a “emissioni zero” Testo di Saverio Villa La Taycan è disponibile in tre versioni: 4S, Turbo e Turbo S, con prezzi da 109 e 191 mila euro. La denominazione Turbo è impropria per un’auto elettrica, ma in Casa Porsche è una tradizione imprescindibile.

U

na Porsche a batteria? Fino a non molto tempo fa sarebbe sembrata un’eresia. Oggi, invece, esiste davvero, si chiama Taycan ed è già in vendita, anche se le consegne ai clienti cominceranno solo all’inizio del 2020. Che la propulsione elettrica permetta grandi prestazioni è risaputo: dopotutto la prima auto della storia ad abbattere il muro dei 100 km/h, esattamente 120 anni fa, era elettrica. Così come i treni di oggi che, in certi casi, superano addirittura i 400 km/h. Ma se non si può attingere alla corrente all’esterno, come i treni, servono batterie pesantissime che mal si conciliano con le esigenze di una vettura realmente sportiva, che deve

La strumentazione è virtuale ma nel layout richiama quella classica delle Porsche. Il posto di guida è molto sportivo, l’abitabilità posteriore non è sensazionale.

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IN BREVE ALIMENTAZIONE:

elettrica

MOTORI:

sincroni

BATTERIA: POTENZA MAX:

93,4 kWh 500 kW (680 CV)

COPPIA MAX:

850 NM

TRAZIONE

integrale

DIMENSIONI: 4.963x1.966x1.381 mm VELOCITÀ:

260 km/h

ACCELERAZIONE 0/100: 3,2 secondi AUTONOMIA (WLTP): PREZZO VERSIONE PROVATA:

I due motori, uno anteriore e uno posteriore, ne fanno una 4x4 a tutti gli effetti. Sono stati sviluppati dalla Magneti Marelli. Secondo la capacità delle batterie installate la potenza totale va da 530 a 761 CV e l’autonomia da 407 a 590 km. essere anche maneggevole, fulminea nei cambi di direzione e deve poter contare su una frenata al di sopra di ogni sospetto. Che, a conti fatti. è esattamente l’identikit delle Porsche nell’immaginario collettivo. La Taycan intercetta tutte queste esigenze? Scendiamo nei dettagli. Nonostante una progettazione attenta al risparmio di peso, con un uso ampio di materiali leggeri come carbonio

e alluminio, con l’equipaggio al completo arriva a pesare quasi 2,9 tonnellate, che sono tante. Però le batterie, che da sole contribuiscono per circa 650 kg, sono sotto l’abitacolo e questo abbassa il baricentro a un livello molto vantaggioso. In più ha sospensioni elettroniche intelligenti che minimizzano i trasferimenti di carico e superfreni (ma questo è da sempre un fiore all’occhiello delle Porsche).

381÷450 km 159.338 Euro

Il risultato qual è? Le prestazioni in accelerazione sono spaventose e incollano gli occupanti (4 al massimo) ai sedili come se fossero a bordo di un jet. La velocità massima è degna di una granturismo di gran lignaggio e la maneggevolezza è superiore a quello che ci si aspetta da una vettura così pesante e a quella della Tesla S, ovvero l’elettrica prestazionale oggi di riferimento. E gli ingombri ridotti della meccanica hanno permesso ai designer di definire una linea straordinariamente filante e con diversi stilemi tipici della Casa di Weissach. Nel complesso, più che una sportiva estrema è una straordinaria granturismo, prestazionale a livelli che sorprendono e decisamente divertente. Quindi la risposta alla domanda se è una vera Porsche è “sì” se si prendono come termini di riferimento Panamera e Cayenne, mentre il gusto e la partecipazione di guida che offrono una 718 o una 911 non sono ancora alla sua portata. ■

SI RICARICA IN “UN ATTIMO”, MA SERVE UNA COLONNINA MOLTO SPECIALE

L

a Taycan adotta un sistema di ricarica a 800 volt, contro i 400 delle elettriche più evolute viste finora, che, se si utilizza un supercharger da 350 kW del circuito Ionity (istituito da un consorzio che vede coinvolte anche Audi, Mercedes, BMW e Ford), permette di passare dal 5% all’80% di carica in poco più di 20 minuti. O, se preferite, consente di guadagnare 100 km di autonomia ogni 5 minuti di collegamento al “distributore”. In Italia, però, per ora, esistono solo due stazioni Ionity a Carpi (6 colonnine) e Valdichiana (4). Con il sistema domestico Porsche Mobile Charger Connect da 11 kW, invece, per il “pieno” occorre mettere in preventivo circa 9 ore. La stessa piattaforma della Taycan verrà utilizzata anche dall’Audi etron GT, che avrà prestazioni analoghe a quelle della Porsche e debutterà verso la fine del 2020.

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TEST RENAULT ZOE

Adesso l’autonomia non fa più paura La terza generazione dell’elettrica francese porta in dote una batteria da 52 kWh che rende possibile percorrenze fino a 395 km e più soluzioni di ricarica. Ma ci sono anche nuovi interni in materiali riciclati e un motore da 100 kW che si affianca a quello da 80 Testo di Valerio Boni

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ono trascorsi sette anni dal lancio della prima Zoe, l’auto che ha proiettato Renault ai vertici delle vendite di modelli elettrici in Europa e in Italia, e che oggi appare come un ricordo lontano. Arriva infatti in questi giorni la terza generazione, che introduce una serie di novità importanti, che vanno ben oltre il semplice restyling concentrato soprattutto nella zona anteriore con linee più decise e nei gruppi ottici posteriori che fanno apparire la coda più larga. La compatta elettrica al 100 per cento, omologata per cinque persone, mira a diventare sempre più un riferimento in questo campo, ampliando la lista di particolari realizzati in materiali riciclati, offrendo tra l’altro interni realizzati con un tessuto recuperando vecchie cinture di

Rispetto alla precedente generazione, la nuova Zoe è stata ridisegnata nel frontale e nella coda. A livello estetico si aggiungono elementi cromati, un parabrezza ad alto livello di insonorizzazione e la possibilità di scegliere vari tipi di ruote

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Sotto, gli interni hanno un aspetto hi-tech, sottolineato dalla presenza del grande schermo centrale. Sopra a destra, la presa di corrente posizionata dietro la losanga Renault sul frontale consente il collegamento a più sorgenti di energia

IN BREVE ALIMENTAZIONE: POTENZA:

elettrica 136 CV

COPPIA MASSIMA TRAZIONE:

245 NM anteriore

CAMBIO:

automatico

DIMENSIONI: 4.080x1.730x1.560 mm VELOCITÀ:

140 km/h

AUTONOMIA: RICARICA:

386 km 4 possibilità AC-DC

ACCELERAZIONE 0/100: 9,5 secondi PREZZO VERSIONE PROVATA:

sicurezza e bottiglie in plastica. Tuttavia l’evoluzione più sostanziale e sostanziosa è concentrata nel cuore più tecnologico della vettura. Innanzitutto c’è una batteria con una capacità di 52 kW, che fa crescere sensibilmente l’autonomia, prossima ormai ai 400 km reali, con un balzo in avanti del 25 per cento rispetto alla serie precedente e proiettando nella preistoria la prima Zoe del 2012, che si fermava a non più di 150. Tra le particolarità della batteria c’è anche un innovativo sistema di ricarica misto, che rende possibile quattro diverse soluzioni, utilizzando corrente continua o alternata. Nella pratica questa tecnologia consente

di effettuare la ricarica in una notte utilizzando la rete di casa, ma anche di fare un “rabbocco” di 150 km in mezz’ora a una colonnina rapida da 50 kW. L’ultima novità introdotta dai francesi è un motore da 100 kW (136 cavalli), che si affianca a quello da 80 che resta disponibile. Ne beneficiano chiaramente le prestazioni, soprattutto l’elasticità e lo spunto in partenza e la guida nel totale silenzio risulta ancora più piacevole. Grazie anche alla presenza del rinnovato cambio che alla classica funzione di guida Drive affianca un B Mode che amplifica l’effetto di freno motore e il recupero di energia.

29.300 Euro

Una soluzione che, non solo in città, rende possibile la guida gestendo unicamente il pedale dell’acceleratore, dimenticando di fatto di utilizzare quello del freno, che risulta superfluo. I prezzi partono da 25.900 euro, con la possibilità di scegliere due configurazioni di motore, da 80 e 100 kW, e tre livelli di allestimento, aiquali se ne aggiunge uno particolarmente ricco solo per la fase di lancio. Come tutti i veicoli elettrici, anche la nuova Zoe beneficia di interessanti incentivo all’acquisto, che ragguingono livelli particolarmente favorevoli per gli automobilisti lombardi. Nel caso si possa rottamare un’auto di una generazione particolarmente datata, si può ottenere uno sconto di 6.000 euro dallo Stato e uno di 8.000 dalla Regione. Di conseguenza la soglia di accesso scende a 11.900 euro un prezzo che, bisogna sottolinearlo, non tiene conto delle batterie. A quell’importo bisogna infatti aggiungere un canone mensile a partire da 74 euro se si sceglie la soluzione del noleggio, o di 8.200 se si preferisce optare per la formula dell’acquisto. ■

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PROVA - FANTIC ISSIMO

Addio cinquantino, ecco l’ibrido per tutti Quarant’anni dopo, ecco l’erede del motorino che sfidò il mitico Ciao. Oggi non è più un ciclomotore a pedali, ma una e-bike moderna che propone soluzioni inedite Testo di Valerio Boni

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opo avere raggiunto il successo alla fine degli anni Sessanta con il Caballero, il “cinquantino da cross” più amato dai quattordicenni dell’epoca, Fantic Motor partì alla conquista del mercato dei ciclomotori a pedali, sfidando miti come il Ciao di Piaggio e il Garelli Gulp. Nel 1978 lanciarono l’Issimo, che ottenne un discreto successo, fino a quando il segmento si sgonfiò, portando l’azienda che aveva la sede a Barzago, in Brianza, fu costretta a chiudere. Oggi la Fantic è rinata in Veneto, ha ricominciato a produrre un Caballero “2.0”, con motore a quattro tempi e cilindrata fino a 500 cc, e il rilancio passa anche attraverso la

rinascita del caro vecchio Issimo. Anche in questo caso si tratta di un progetto al passo con i tempi, senza alcuna velleità di riportare in vita uno schema che non funziona più. L’Issimo del 2019 è quindi una e-bike, una bicicletta a pedalata assistita che introduce concetti innovativi rispetto alla media dei modelli in commercio. Lo si capisce già a prima vista, vedendo la struttura portante, un telaio a traliccio pressofuso in lega di alluminio a elevata resistenza che può rimanere così, al naturale, oppure competato con una coppia di gusci disponibili in vari colori, che trasferiscono nel settore delle due ruote il concetto delle cover di personalizzazione

tipico degli smartphone. E sotto la sella si inserisce la batteria a ioni di litio da 630Wh,che consente di disporre di un’autonomia che varia dai 70 ai 120 km, in funzione dell’aiuto che si richiede quando si pedala. IN DUE VERSIONI Bisogna infatti sottolineare che le e-bike sono equipaggiate con un motore elettrico che non può funzionare autonomamente, interviene solo se i pedali sono in movimento. E lo fa solo fino a una velocità di 25 km/h; in rrealtà si può anche andare oltre, ma solo contando sulle gambe di chi guida. Ma grazie a questa particolarità è a tutti gli

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IN BREVE MOTORE:

elettrico 36V

POTENZA MAX:

250 W

COPPIA MAX:

80 Nm

BATTERIA:

630 Wh

CAMBIO:

Shimano Nexus

TELAIO:

a traliccio

PNEUMATICI:

20” x 4.0

PESO:

30 kg

PREZZO:

da 2.990 euro

L’equipaggiamento standard prevede il telaio a traliccio a vista, un dettaglio hi-tech che prevede il possibile montaggio di cover colorate, nella foto sotto a sinistra

effetti una bicicletta, che si guida senza casco, bollo e assicurazione. Il nuovo Issimo ha un’efficace sospensione anteriore, freni a disco, un cambio a cinque marce ed è disponibile in due varianti: Urban e Fun. La prima è chiaramente votata all’uso in città, ha pneumatici adatti all’asfalto ed è dotata di un parafango posteriore lungo predisposto per il montaggio di una borsa e per ospitare una batteria di scorta per raddoppiare l’autonomia. Fun è invece la versione pensata per un impiego a 360 gradi, anche più avventuroso su percorsi sterrati, come

Qui sopra a sinistra, il parafango della versione Urban è un portapacchi dotato di un vano per riporre una seconda batteria. Qui a destra, il mozzo con il cambio epicicloidale a cinque marce integrato e in secondo piano il freno a disco

dimostrano le coperture più tassellate. Facile da usare, basta inserire il contatto e iniziare a pedalare, ha un livello di comfort elevato tra le insidie tipiche delle strade milanesi e una frenata potente e sicura. Il cambio è inserito nel mozzo e la sua funzione si combina che i vari livelli di assistenza selezionabili, regalando un funzionamento simile a quello di un veicolo con cambio sequenziale. La struttura appare dimensionata per sopportare prestazioni ben superiori, per questo motivo nel prossimo futuro Fantic ha previsto di affiancare all’Issimo da 25 km/h una versione più performante, in grado di raggiungere velocità fino a 45 km/h. ■

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IL FERMO AUTO IN AREA B

Ti blocco, ma non proprio! Arriva a Milano il Move-in Il draconiano divieto per le auto diesel fino all’Euro 4, subisce un assestamento al ribasso. Il Comune di Milano ha accettato, con l’applicazione della “scatola nera” sulla vettura, i suggerimenti di ACM a favore degli automobilisti più vulnerabili Testo di Maurizio Gussoni

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decisione del Comune di Milano di bloccare la circolazione nell’Area B, ha fatto certamente rumore. Felici gli ambientalisti e gli omnipresenti demagoghi della materia. Meno contenti molti tecnici che, per l’abbattimento dell’inquinamento, hanno valutato poco influente la scelta. Furibondi molti proprietari di vetture diesel (non di ultima generazione) che, d’improvviso, dovevano cambiare la propria auto. Infatti il Comune di Milano, dal 1 ottobre del 2019, ha bloccato le vetture diesel, anche con FAP, sino all’Euro 4. Ma sarebbe d’obbligo il condizionale, infatti nella delibera il blocco era a carico dei diesel Euro 3 e 4, muniti di filtro FAP, con emissioni superiori ai 0,0045 gr/km (dato che si desume facilmente nella posizione V.5 del libretto di circolazione). Quindi non tutte queste vetture erano oggetto di divieto, anche se la massiccia informazione del Comune... non evidenziava questo piccolo particolare. E così, a Milano e province limitrofe, è esploso il delirio. Il valore delle permute delle diesel è crollato ed i concessionari hanno dovuto svendere un usato, diventato impossibile, al centro e sud Italia. Ma il provvedimento ha colpito

le fasce più deboli e degli automobilisti, quelli che usano l’auto per piccoli percorsi e che si sono trovati a doverla sostituire, con un valore da rottame dell’usato, senza che la loro economia familiare lo prevedesse. Ma alla fine, seppur con grave ritardo, e dopo molti acquisti inutili, il “macchine indietro” del Comune è arrivato. La soluzione ha visto l’importante intervento di Automobile Club Milano, con il suo presidente Geronimo La Russa. Il quale ha suggerito e coltivato ciò che poteva riportare un po’ di giustizia agli utenti più deboli: il Movein, un’apparecchio, familiarmente chiamato “scatola nera”, che terrà conto degli spostamenti chilometrici della vettura, il cui proprietario avrà disposizione, annualmente, un certo numero di chilometri per poter girare per Milano. Superato il limite, scatterà la sanzione. La soglia prevista, per le diesel, sarà intorno ai 2.000 km (sei al giorno). Sufficiente per minimi

spostamenti o piccole commissioni (sono anche previste soglie diverse per le auto più vetuste). Insomma una scelta, suggerita da Geronimo La Russa, che ha dichiarato: “Sono soddisfatto perché è stata accolta la nostra proposta di allargare l’utilizzo di questo apparecchio anche all’interno di Area B. A chi sostiene che ha vinto la Regione e a chi controbatte che è passata la linea del Comune noi rispondiamo che è stata assunta la scelta migliore. Con buon senso anche gli automobilisti vengono rispettati. Viene rivolta attenzione nei confronti di quelle fasce deboli, soprattutto anziani, che non possono permettersi di sostituire l’auto e che utilizzano le loro vetture per spostamenti limitati”. Il Move-in entrerà in funzione il primo gennaio del 2020 ed a carico degli utenti sono previsti dei minimi costi di istallazione del dispositivo. Per info: http://www.movein.regione. lombardia.it/ ■

La “scatola nera” del Move-in, un esempio nell’immagine, sarà istallata in modo non invasivo sulla vettura e funzionerà autonomamente per registrare i dati

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NEL MONDO

Un tram chiamato Desiderio New Orleans e Milano “quasi parenti” per via di uno streetcar (tram) italo-americano “quasi protagonista” di un celebre dramma teatrale degli anni 40 poi diventato un film Testo e foto di Paolo Moroni

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utte le cose speciali hanno qualcosa da raccontare. Anche un umile tram. Non si tratta di una favola, ma di una storia in cui si intrecciano cose e fatti reali, ovvero una linea di trasporto pubblico, un tram rimbalzato in vario modo dagli Stati Uniti a Milano e ritorno, un celebre dramma teatrale poi diventato un ancor più famoso film: la storia di “Un tram chiamato Desiderio” che, come molti ricorderanno, è il titolo della pièce scritta nel 1947 da Tennessee Williams. Epicentro del fenomeno è New Orleans, l’affascinante città della Louisiana dal cuore francese dove il grande scrittore americano ambientò un dramma personale e familiare giocato su passione e sentimento, sesso e moralismo, libertà e

perdizione, per il quale vinse un Premio Pulitzer e dal quale pochi anni dopo venne tratto l’omonimo film - che a sua volta conquistò 4 Oscar - con Marlon Brando e Vivien Leigh (sì, proprio la Miss Rossella di “Via col Vento”) e firmato dal regista Elia Kazan. Ma questa è un’ altra storia. Quel che a noi interessa è che l’autore del dramma fu ispirato da uno Streetcar (come oltreoceano chiamano i tram) che sul fronte portava il nome di uno dei suoi capolinea, “Desiderio”, e che fermava anche nei pressi dell’abitazione dei protagonisti sul viale dei Campi Elisi, quella specie di Paradiso mitologico dove riposano gli amati dagli Dei. Insomma, un tram elevato a metafora di vita.

Ma ancor più curioso è il fatto che un milanese che si trovi a passare sulla centrale Canal Street o nei pressi del caratteristico Carré - l’antico Quartiere francese, nucleo originario della città potrebbe pensare di trovarsi sulla Cerchia dei Bastioni, storica linea del “29-30”, oppure a Lambrate dove arriva il “19”. E non oggi, ma almeno nei primi anni 70 quando nella nostra città circolavano ancora i tram detti “Carrello”- serie 1500, dipinti in verde bitono e con la famosa “perteghèta” (l’asta di captazione). La parentela italo-americana, e quindi la somiglianza, è dovuta al fatto che quei longevi tram milanesi, entrati in servizio verso la fine degli anni 20 erano tecnicamente ispirati a quelli progettati

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Nell’altra pagina lo streetcar Riverfront che fiancheggia il Mississippi. Sopra, da sinistra in senso orario, una carrozza su Canal street, il lungo viale che attraversa New Orleans, e tre immagini del tram della linea St. Charles, la più antica ancora in uso

a Cleveland-Ohio un decennio prima dall’ingegnere Peter Witt (che passò loro il suo nome) e poi “copiati” un po’ tutto il mondo, oltre che diffusisi in numerose città americane. I più giovani che non possono ricordare i nostri “carrello” verdi possono farsi un’idea del loro look (solo esterno perchè l’allestimento interno è stato aggiornato) quando vedono passare le carrozze giallo/crema che ancora circolano in città. TRAM D’EPOCA PER TURISTI E non finisce qui. Qualche decennio fa è scoppiata negli States la moda dei Vintage Trolley (altro nome dei tram) e alcune città degli USA hanno rimesso sui binari carrozze restaurate (come quella

utilizzata nel film del 1951) o ricostruite come repliche. Noto è, ad esempio, che a San Francisco circolino attualmente varie vetture della serie 1500 acquistate direttamente all’ATM, mentre nella città del Jazz (Luis Armstrong nacque proprio a New Orleans), del Mardì Gras e dei Cocktail sono stati importati dall’Italia motori e materiale rotabile per varare la piccola flotta in stile d’epoca che trasporta circa 22 mila passeggeri al giorno. C’è comunque qualche differenza con i nostri vecchi tram come l’aria condizionata (senza la quale gli americani non possono vivere), le dimensioni delle carrozze e lo scartamento leggermente maggiori, il posto di guida “aperto”, il pagamento automatizzato che non dà resto (ma credito per altri viaggi), la disposizione delle panche, e la curiosa ma pratica cordicella con la quale si può prenotare la fermata da ogni posto a sedere. In livrea “Verde Milano” o “Rosso Cleveland” essi servono la quotidianità dei cittadini, ma sono anche un azzeccato richiamo turistico. Non è una scoperta infatti che il mezzo pubblico rappresenti

il modo più economico e comodo per “vedere” una città. A NOLA (New Orleans più la sigla dello Stato, LA) bastano 3 dollari per un pass giornaliero, 9 dollari per tre giorni e 55 per un mese, a fronte del costo di 1,25 dollari per una singola corsa. Inaugurata nel 1835 con il servizio a cavalli e poi elettrificata nel 1893, la rete su binario è stata in buona parte riconvertita in linee su gomma col passare del tempo. Tuttavia oggi sono ancora attive 5 linee (alcune addirittura ripristinate) per un totale di 36 chilometri e ogni linea ha il suo “perché” turistico. Quella da non perdere assolutamente? La Riverfront che costeggia il colossale Mississippi su cui naviga placido il battello a vapore dalla grande ruota, il Natchez (anch’esso vintage). Con questo Streetcar si lambisce il Carrè coi suoi mille locali dove si suona tutti i giorni dal tardo pomeriggio fino a notte fonda, il folkloristico French Market colmo di souvenir e l’Acquario, fino a Canal Place, per lo shopping di lusso, e al mega outlet Riverwalk Collection. Tre chilometri tutti da gustare. ■

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GARE A MONZA

GT Open: Costa e Altoé campioni senza podio La coppia italo-iberica conquista il titolo nella prova finale grazie a 2 quarti posti. Nell’Euroformula Open il Rookie Trophy a Liam Lawson. Josh Files ottiene la coppa del TCR Europe Velocità. Grande spettacolo con dodici gare di sei campionati A cura di Davide Casati e Paolo Moroni

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on un quarto posto sia in Gara 1 che in Gara 2, lo spagnolo Albert Costa e l’italiano Giacomo Altoè, con una Lamborghini Huracan GT3 Evo, hanno conquistato il 13 ottobre nel Tempio della Velocità il titolo di Campioni dell’International GT Open 2019 per piloti. Un successo ottenuto in extremis, nell’ultima prova stagionale a disposizione. Il duo ha inoltre assicurato alla scuderia svizzera Emil Frey Racing che cura la loro vettura la prima posizione nella classifica dei team. La Gara 1 di sabato 12 ottobre ha portato sul podio, nell’ordine, le Mercedes AMG di Ramos e Crestani (SPS Automotive Performance) e della coppia SpinelliAgostini (Antonelli Motorsport). Al terzo posto Wilkinson e Turner (Optimum Motorsport) con Aston Martin. Domenica. in Gara 2 hanno prevalso gli equipaggi Teo Martin Motorsport di Kodric-Chaves e Rueda -Saravia su McLaren 720s. Terza la coppia Siedler-Grenier su Lamborghini. Il trofeo Rookie della Euroformula Open è stato assegnato a Liam Lawson del Team Motopark. Il pilota neozelandese, dopo una prova da dimenticare sabato, si è riscattato in Gara 2 arrivando primo

sotto la bandiera a scacchi. Il podio di Gara 1 è invece stato dominato da piloti giapponesi: Sato ha ribadito la sua supremazia da campione in carica, anticipando Natori e il compagno Tsunoda. Questi ultimi due piloti, dietro il vincitore Lawson, hanno invertito le posizioni di arrivo nella competizione di domenica. In Gara 2 Jack Doohan, figlio di Mick cinque volte campione del mondo di MotoGP, è stato protagonista di un pauroso ribaltamento, fortunatamente senza conseguenze. In pista era presente

Sul tetto della loro Huracan (sopra in testa al gruppo), Albert Costa e Giacomo Altoé festeggiano il titolo piloti e scuderie del GT Open

anche Billy Monger, il 20enne inglese che in F.4 a Donington nel 2017, subì l’amputazione di entrambe le gambe a causa di un terribile incidente. Non ha mandato in fumo la vittoria nonostante le fiamme alla sua Lamborghini, Hans-Peter Koller, primo campione della GT Cup Open Europe che si è assicurato il titolo, concludendo Gara 2 con il retro della Huracan a fuoco. Nella gara di sabato il podio è stato formato da Mauro-Toni, Leutwiler e Font. Domenica hanno invece festeggiato i due Curti, poi De Filgencio-Vivacqua e quindi Mauro-Toni. L’inglese Josh Files (Target Competition) è il nuovo campione TCR Europe. Il successo è arrivato con la vittoria in Gara 2 quando, con la sua Hyundai i30 N, ha prevalso su Briché e Lloyd. Il neo campione è stato anche protagonista in Gara 1 di una rimonta dalla nona posizione al terzo gradino del podio, dietro solo a Briché e Comte, entrambi con Peugeot 308 TCR. Nella Kia Platinum Cup, Gara 1 è stata vinta da Nikodem Wierzbicky; al secondo posto Bernula e al terzo Borek. In Gara 2 primo Borek davanti a Vogel ■ e Wierzbicki

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Porsche,Audi,Mercedes e Lamborgini in Prima Variante dopo la partenza. Sotto col tricolore i neocampioni Rovera e Agostini sul podi di Monza

GT Sprint: Agostini e Rovera a sorpresa e in extremis Con la vittoria nell’ultima gara superarano gli avversari e conquistano il tricolore. Due vittorie su tre gare di Fraga in F. Regional e tre su tre di Hauger in F.4. Finali ACI Sport sotto la pioggia nell’ACI Racing WE del 19 e 20 ottobre n una Serie GT Sprint combattuta fino all’ultimo giro, Monza ha premiato come campione italiano 2019 il duo formato da Riccardo Agostini e Alessio Rovera che hanno annullato sul filo di lana il vantaggio del duo PostiglioneMul (Lamborghini Huracan - Imperiale Racing) n testa alla classifica fino alla vigilia della corsa finale. Gara 1. Sul primo gradino del podio il duo Abe-Colombo con la Ferrari 488 GT3 di AF Corse. Il team piacentino ha sfruttato l’ingresso di due safety car per staccare gli inseguitori, fermi ai box per il cambio pilota. Il Cavallino rampante ha occupato anche la seconda posizione con Veglia-Crestani di Easy Race che hanno anticipato Comandini-Johansson su BMW M5. Gara 2. L’equipaggio della BMW M5 sale al secondo posto davanti a FuocoHudspeth del team AF Corse. Ma a fare notizia è la vittoria di Agostini e Rovera, con la Mercedes AMG GT3 di Antonelli Motorsport, che sono riusciti così a conquistare i punti necessari per raggiungere la vetta della classifica e conquistare il titolo. Terzi FuocoHudspeth del team AF Corse.

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F. Regional Euro Championship Igor Fraga si è dimostrato a suo agio sul bagnato, vincendo due gare su tre. Nella prima sfida, il brasiliano ha anticipato il campione Vesti e Guzman che si sono poi scambiati le posizioni in gara-2, vinta sempre da Fraga. Infine doppietta Prema Powerteam con Vesti e Fittipaldi sui primi due gradini del podio. Terzo Fraga. Italian F4 by Abarth Il campione Dennis Hauger si è confermato anche a Monza, segnando una tripletta di vittorie. Il norvegese ha preceduto in Gara 1 Belov e Rasmussen; Belov e Aron in Gara 2; Stanek e Rasmussen in Gara 3. Il Rookie Trophy assegnato a Paul Aron. TCR Italy Dopo la conquista del titolo di Tavano (Seat Cupra) a Vallelunga, Matteo Greco ha ottenuto il titolo di vicecampione nell’ultima data di campionato. In Gara 1 sono saliti sul podio, nell’ordine, Pellegrini con Hyundai i30, Bettera e Guidetti, entrambi con Audi RS3. In Gara 2 ha invece prevalso la Cupra di Greco. Secondo, Guidetti e terzo Scalvini che ha completato un podio formato da soli piloti Under 25.

Porsche Carrera Cup Italia Titolo 2019 assegnato a Simone Iaquinta della Ghinzani Arco Motorsport che ha vinto Gara 1. Dietro di lui, i compagni di squadra Cerqui e Conwright. In Gara 2 prima posizione per Laurini, seguito da Bertonelli e Quaresmini. Mini Challenge Gustavo Sandrucci si è confermato primo in classifica dominando entrambe le gare e conquistando il titolo. Gagliardini fa il secondo sia in Gara 1 che 2. Terzi rispettivamente Alcidi e Zanin. Caterham Cup Vittorie di Frayssinet in Gara 1 e Wehrlen in Gara 2. Infine nel revival di F1 e F2 le March 761 del ‘76 e 732 del ‘73 pilotate da Farneti e ■ Giacomelli

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SEI RUOTE DI SPERANZA

La solidarietà... va in pista Oltre 100 proprietari e le loro supercar in circuito a Monza con più di mille disabili Testo di Maurizio Gussoni

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erti sorrisi valgono il doppio di altri. Come quelli visti all’Autodromo di Monza, quando è andata in scena la manifestazione Sei Ruote di Speranza, organizzata dall’associazione UILDM (Unione Italiana Lotta Distrofia Muscolare), in collaborazione con UNITALSI, Croce Rossa Italiana, Carabinieri e Alpini. Il menù della giornata ha richiesto un enorme sforzo organizzativo, infatti oltre cento proprietari di supercar, berline sportive e veicoli d’epoca hanno messo a disposizione la propria vettura (e sé stessi) per far passare una bella giornata ad un migliaio di disabili, molti di loro in sedia a rotelle. Tutti hanno avuto la possibilità di fare qualche giro sulla pista più famosa del mondo, vivendo un’emozione davvero unica. E i conducenti non si sono risparmiati. Hanno badato più al divertimento dei passeggeri che a cautelare sia i motori che le gomme, impegnate in accelerazioni e frenate al limite. E se qualcuno pensa che i più scatenati siano stati i giovani,

PATRIZIA LOSTAGLIO (Mercedes AMG): per me è stata un’esperienza tutta nuova, specialmente per le velocità raggiunte. Tanto è vero che ho chiesto io al pilota di “schiacciare” al massimo! Tornerò certamente l’anno prossimo.

si sbaglia di grosso. Infatti non mancavano persone di mezza età e parecchi minorenni (ovviamente con il consenso dei genitori. Nel pieno della mattinata, poi, si è creata una autentica atmosfera da GP. I box erano pieni di gente e le auto entravano in corsia di decelerazione, con l’aiuto dei volontari facevano scendere il passeggero, poi facevano salire l’altro. Pareva quasi il cambio piloti della 24 Ore di Le Mans. Quindi una forte accelerata per impegnare la pista e la prima variante, per poi transitare su rettilineo delle Tribune a velocità spesso superiori ai 250 km all’ora. D’altra

ADILLA MANFRIN (Porsche 911): sono venuta anche un anno fa ed ho ancora provato un grande senso di soddisfazione e libertà. D’altra parte sono una tifosa ed ho molto ammirato piloti come Senna, Shumacher e Villeneuve.

parte Lamborghini, Ferrari e Porsche (GT3 RS compresa), sanno come farsi notare! Per non parlare dei suoni dei motori, che eccitavano tutto l’ambiente, specie i 10 e 12 cilindri quando passavano in

rettilineo a pieni giri. Inoltre tutti i presenti, nel paddock, hanno potuto ammirare vari tipi di veicoli esposti e, addirittura, un simulatore di volo del cacciabombardiere Tornando nel quale, a turno, tutti potevano sedersi e “pilotare” con il sistema in funzione. Insomma, una giornata spesa per la solidarietà. Solidarietà verso chi difficilmente potrebbe passare delle ore in questo modo, ma che, proprio grazie al grande cuore delle associazioni e dei privati intervenuti con le proprie auto, alla fine questa giornata si è rivelata un sogno... poi diventato ■ dolcissima realtà.

Nella foto Gabriella Rossi, presidente UILDM Monza, organizzatrice dell’evento, ed i responsabili UNITALSI: Elena De Silvestri (Pres. Sottosezione Milano), Marco Maggi (Cons, Sez. Lombardia) e Gisella Molina (Cons. Naz.)

SAMUELE RILLI (Porsche 911): non sono un tifoso di auto, ma è stata una bella esperienza. Mi è piaciuta l’alta velocità sul rettifilo e la sensazione che ho avuto in Parabolica. Di certo non mi farò più scappare queste giornate.

DAVIDE TOSONI (Mercedes AMG): l’ebbrezza della velocità mi ha molto divertito e questa, per me, è stata una splendida giornata. Però non sono ancora del tutto contento, infatti ho chiesto di salire nuovamente in auto... su una Ferrari!

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EDUCAZIONE STRADALE

Giocando si impara Kart in piazza per insegnare ai bambini la sicurezza stradale divertendosi Testo e foto di Paolo Moroni

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rimo giorno di scuola per i bambini di Lodi: scuola guida in kart. Sabato 26 ottobre, sotto il sole di una splendida coda d’estate, l’area pedonale della centrale piazza Matteotti è stata teatro di “Lodi in kart –

Primo contatto “morbido”con la guida a bordo di Kart adatti ai bambini, sotto la supervisione di istruttori qualificati

Sport e Sicurezza” una manifestazione dedicata alla cultura della sicurezza stradale per bimbi e ragazzi, ideata e organizzata dalla Commissione Sportiva di Automobile Club Milano con il sostegno di SARA Assicurazioni e il patrocinio di Regione Lombardia e Comune di Lodi. Un modo divertente e piacevole per accompagnare i più giovani nel momento del loro debutto nell’insidioso mondo della strada, ma anche nello sport dell’auto perché come ha detto il presidente di AC Milano Geronimo La

Russa: ”Giocando si impara e tra le ‘mission’ della nostra associazione c’è anche quella di avvicinare e far conoscere ai più giovani il mondo motoristico e le sue regole, sia nella versione stradale, sia nella versione sportiva per renderli in futuro automobilisti più consapevoli e rispettosi del Codice della strada”. Su un percorso protetto che simulava il tracciato di una mini pista, circa 200 bimbi dai 5 ai 10 anni - naturalmente con casco e velocità “passo d’uomo”- si sono cimentati alla guida di 6 kart mini omologati

della Karting School by Sabino De Castro, sotto la supervisione di un istruttore qualificato di ACI Sport. Attentissimi, i piccoli piloti hanno imparato a governare volante, acceleratore e freni, a guardare la strada senza distrarsi, a rispettare i compagni e ad ascoltare le direttive. Quanto basta per capire da subito che anche quando ci si diverte bisogna rispettare le regole. I ragazzi più grandi, una sessantina dagli 11 ai 18 anni, si sono invece sfidati virtualmente “a bordo” di due simulatori professionali

che proponevano un giro record sulla pista di Monza. Al vincitore due biglietti per assistere al Monza Rally Show che si è svolto a cavallo di Sant’Ambrogio. “Siamo molto contenti di come si è svolta la giornata – ha detto il vice presidente di ACM Pietro Meda – anche perché si è dimostrato che se si seguono tutte le precauzioni del caso, guidare i kart non è affatto pericoloso”. Sponsor dell’evento, che potrebbe avere delle repliche diventando un format, “BCC Laudense Lodi” e “Lazzari ■ Group”.

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ANCHE L’AUTO HA I SUOI DIRITTI

Non mi fai parcheggiare in cortile? Allora ti faccio causa Controversa e spinosa, la materia dei parcheggi negli spazi comuni crea liti al calor bianco. Ma la giurisprudenza è ricca di sentenze della Cassazione che affrontano varie situazioni. E tre avvocatesse milanesi hanno deciso di sfruttarle fino in fondo Testo di Maurizio Gussoni

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ià la parola condominio, come la si pronuncia, sembra il sinonimo di liti ed attriti. Ed uno dei vari (e variegati) motivi che portano i condomini a non salutarsi più neanche quando si incrociano per le scale, è l’utilizzo degli spazi comuni del cortile per parcheggiare auto, moto e biciclette. Per questo tre avvocatesse di Milano, città nota per essere ricca di cortili, nati da un’edilizia che si è sviluppata sulla tipica conformazione della casa di ringhiera intorno ad un cortile, si sono specializzate proprio in questa materia. Difatti, oltre al Codice Civile che regola il tutto, dispongono di una banca dati particolarmente dettagliata di sentenze della Cassazione. Organo che è stato più volte chiamato a dirimere il contenzioso tra condomini. Un contenzioso complesso, ricco di pronuncie che, di volta in volta, sono autentiche novità. Qualche esempio? Per affittare gli spazi condominiali a terzi occorre l’unanimità, è nulla

la compravendita che esclude la possibilità di utilizzare l’area condominiale come parcheggio, il furto di beni avvenuto nel parcheggio condominiale è assimilato a quello in abitazione, è impossibie chiedere il risarcimento del danno morale per il mancato utilizzo del bene comune, vige il principio di solidarietà tra condomini per l’utilizzo degli spazi di sosta, non è possibile escludere alcuni condomini dall’assegnazione degli spazi, è vietato derogare (anche se ratificata con atto privato) l’assegnazione degli spazi a parcheggio già decisa dall’assemblea oppure occupare uno spazio comune per lunghi periodi di tempo. Ma pure esistono il diritto dei condomini al turn-over degli spazi di parcheggio e quello di utilizzo di uno spazio non occupato dall’assegnatario per sua prolungata assenza. E per l’uso esclusivo del parcheggio è necessaria l’unanimità dei condomini. Situazione molto particolare,

Laura Billardello, Sivia Baresi ed Anna Baresi Salvia. Le tre avvocatesse specializzate in materia di sosta condominiale. poi, è il divieto di vendita di un immobile quando il venditore si vuole riservare il successivo utilizzo del parcheggio (legato all’appartamento venduto). Insomma, una casistica talmente vasta da fare girare la testa e che, fra l’altro, in caso di mancato accordo può addirittura trovare soluzione con una decisione assunta dal giudice in sede di causa. In forza di legge

ed indipendentemente dal volere dei condomini. E l’usucapione? Cioè il diritto di diventare proprietari dopo un utilizzo costante di vent’anni. Viene a cadere proprio per l’insorgere di liti nel corso dei vent’anni (atto interruttivo). Per quesiti e delucidazioni, la mail, per contattare le avvocatesse, che si trovano a Milano, è: studiolegale.bsbb@ gmail.com. ■

Nelle foto, alcuni spazi condominiali, a Milano nel quartiere Isola, sfruttati per alleviare il cronico problema della sosta

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PER I SOCI DELEGAZIONE ACM DI DESIO

INAUGURATA LA NUOVA SEDE Numerosi ospiti per festeggiare la Delegata Carla Galliani

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Così si presenta la nuova sede della Delegazione di Desio in corso Italia 78

Emozionata e orgogliosa, la signora Carla, che iniziò l’attività nel ‘69 a Seregno e acquisì lo sportello di Desio nel ‘76, mostra la targa-premio “alla carriera” consegnatale dal presidente La Russa

opo oltre 40 anni di “onorato servizio” (è il caso di dirlo) la Delegazione AC Milano di Desio si è spostata dalla vecchia sede di via Roggia Traversi 8 a quella nuova di corso Italia 78 e per l’occasione - con gli auspici e la benedizione di monsignor Gianni Cesena, prevosto della Comunità desiana dei Santi Siro e Materno – è stata organizzata un’inaugurazione in grande stile a cui hanno partecipato, oltre a don Gianni, il sindaco di Desio dottor Roberto Conti, autorità cittadine e i vertici dirigenziali di ACM , tra cui il presidente, avvocato Geronimo La Russa; i membri del Consiglio Direttivo; il già consigliere Bruno Longoni; il direttore del nostro sodalizio dottor Alberto Ansaldi e alcuni ex direttori. A fare gli onori di casa, festeggiatissima da numerosi ospiti, è stata la signora Carla Galliani, storica delegata ACM, che da mezzo secolo fornisce assistenza agli automobilisti del territorio e oggi gestisce assieme ai suoi familiari altre cinque Delegazioni: oltre alle due di Milano (in corso Sempione 63 e in via Adda 11/13) anche quelle di Carate (via F. Cusani 38), Seregno (via Magenta 25)

e Meda (via Indipendenza 78). “Il nostro spostamento di sede – ha detto la vulcanica delegata prima del sontuoso rinfresco – è stato di poche centinaia di metri, ma è stato un grande passo avanti, dettato da una forte motivazione di rinnovamento: una nuova sede più moderna e funzionale che risponde alle esigenze dei tempi, dei nostri soci e di tutti gli automobilisti che si rivolgono a noi per le loro pratiche, ai quali va il mio più grande ringraziamento er la fedeltà dimostrata in tanti anni di attività”. ■

Da sinistra, l’ex direttore Giuseppe Mercuri; Claudio Antolini, figlio dell’ex direttore Fabiano; l’attuale direttore Ansaldi; la signora Galliani; il sindaco Conti; il presidente La Russa; l’ufficiale della Polizia Locale Rosalba Cassano in rappresentanza del comandante Di Mauro; don Cesena; l’ex direttore Michele Nappi. All’inaugurazione era presente anche Marisa Tedesco, vedova dell’ex dirigente Antonino

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ISCRIZIONI Iscrizioni a coppie, entro il 24 novembre 2019. Costo 50€ a persona (40€ soci ACI) La serata contribuirà a supportare le attività di soccorso di Croce Rossa Italiana.

SEDE DI GARA Automobile Club Milano, Corso Venezia n° 43 Per informazioni e iscrizioni: ufficio.sportivo@acimi.it / tel. 02 7745254

Come segnalato a suo tempo su vari social network, lo scorso 28 novembre nel salone della sede dell’Automobile Club Milano in corso Venezia 43 a Milano si è svolta la prima edizione di “Burraco Race”, un torneo benefico a favore delle iniziative della Croce Rossa Italiana dedicato al popolare gioco di carte e aperto ai soci ACI e ai loro amici (per i non soci, nella quota di iscrizione al torneo era compresa, come benvenuto, una tessera associativa all’ACI). Ai primi 10 classificati sono stati riservati premi consistenti in biglietti di ospitalità nel Club House ACI al GP d’Italia di F1 a Monza del 2020, ingressi gratuiti al Monza Rally Show di quest’anno, oltre a tessere ACI Gold in omaggio. Si è trattato di una simpatica ed elegante serata iniziata alle ore 19 con un piacevole apericena e proseguita ai tavoli con la formula “2 turni Mitchell – 1 turno Danese”, secondo il regolamento della Federazione Italiana Burraco. Visto il successo dell’iniziativa, molto probabilmente essa verrà prossimamente ripetuta. Di essa daremo tempestiva notizia ai soci su questo giornale oltre che sui “social”. Info: ufficio.sportivo@acimi.it (tel. 02.7745254).

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SISTEMA

GOLD

Iniziativa valida fino al 31/12/2019 per le nuove associazioni

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PER I SOCI NELLA SEDE DI CORSO VENEZIA 43 E IN TUTTE LE DELEGAZIONI DI MILANO, MONZA, LODI E PROVINCIE

PRATICHE AUTO SCONTATE PER I SOCI Assistenza completa per il disbrigo di qualsiasi pratica

• Passaggi di proprietà • Rinnovo patenti con medico in sede • Radiazioni per esportazioni • Perdite di possesso • Immatricolazioni e reimmatricolazioni • • • •

Visure ed Estratti cronologici Aggiornamenti carta di circolazione Pagamento Bollo Auto Rinnovo tessera associativa

• Rinnovo licenza sportiva PER I SOCI UNO SCONTO DEL 20% SUI DIRITTI D’AGENZIA

ORARI DELLA SEDE DI CORSO VENEZIA Assistenza pratiche automobilistiche, Ufficio soci, Riscossione tasse automobilistiche Da lunedì a venerdì: 8.30 - 12.50 / 13.30 - 17.00 Sabato 8.30 - 12.30 Visita medica per il rinnovo della patente E’ necessaria la prenotazione della visita medica, telefonando al numero 0277451 oppure scrivendo all’indirizzo mail : infopratiche@acimi.it specificando: Cognome, Nome, nr. patente, recapito telefonico. Il medico è presente in sede nei seguenti orari: Da lunedì a venerdì: 11.00 – 12.00 / 15.30 – 16.30 Sabato alle 9.00 su prenotazione

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STUDI LEONARDESCHI

Archivio di Stato di Milano: è qui la firma del Maestro “Chi ha provato il volo camminerà guardando il cielo, perché là è stato e là vuole tornare.” Parole di Leonardo, grande precursore della mobilità dell’uomo. Come risulta da un documento notarile che si riferisce ai suoi studi sulle “machine” Testo di Maurizio Gussoni efinire Leonardo da Vinci un genio assoluto, in fondo, appare una banalità. Infatti questo Maestro ha spaziato praticamente tra tutte le attività della conoscenza umana, dall’arte all’architettura, dall’ingegneria alle scienze naturali. Ma Leonardo si è anche impegnato - e non poco - nel concetto della mobilità dell’essere umano. Come nel caso dei suoi progetti di macchine da guerra e delle macchine volanti, che definire come innovativi corrisponde ad essere ancora cauti con gli aggettivi. A Milano, presso l’Archivio di Stato, è conservato un documento che testimonia proprio l’interesse del grande genio per la mobilità, un concetto che lui forse vedeva anche come liberazione dell’uomo, non necessariamente ancorato alle piccole cose della quotidianità, ma proiettato verso mete ben più alte. E la traccia alla quale ci riferiamo è molto di più di un indizio, è una prova. Addirittura notarile. Infatti il documento - del quale pubblichiamo l’immagine - è il verbale, redatto da un notaio, della donazione alla Biblioteca Ambrosiana, effettuata da parte di Galeazzo Arconati, di vari libri e manoscritti prodotti da Leonardo da Vinci e nella descrizione di uno di essi infatti si parla di “disegni di machine“. Ma solo il fatto che un documento ufficiale indichi questo interesse di Leonardo, è già un chiarissimo segno di quanto fosse al centro dei suoi pensieri la possibilità di fare spostare l’uomo. E non solo facendo conto delle proprie gambe. Per celebrare il grande genio toscano, l’Archivio di Stato di Milano, ha organizzato (a partire dal 16 gennaio e fino al 28 marzo 2020) “Nero su bianco. Carte d’archivio raccontano Leonardo”un’importantissima mostra su Leonardo: , nella quale sarà anche esposto un documento unico ed eccezionale: un contratto con il quale si conferiva all’artista l’incarico per la realizzazione del famoso dipinto della “Vergine delle Rocce”, esposto al museo parigino del

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A sinistra, il documento notarile che attesta l’esistenza degli studi di Leonardo sulle macchine. A destra, la pagina del contratto con la sua firma autografa Louvre. Si tratta dell’unico documento esistente, o quanto meno conosciuto, con la firma autografa del Maestro, datato 25 aprile 1483 e stipulato tra la Scuola della Concezione, posta nella chiesa di San Francesco Grande a Milano, in porta Vercellina, dell’Ordine dei frati Minori, e l’artista. Questo importante documento, prima dell’esposizione alla mostra, sta facendo un “giro” a Firenze, presso l’Opificio delle Pietre Dure, per essere sottoposto ad un restauro digitale, una

tecnica in grado di mettere evidenza anche i più nascosti particolari. Poi rientrerà nella sua residenza abituale, l’Archivio di Stato di Milano. E, forse, anche in onore dell’interesse del genio fiorentino per il mondo della mobilità, il trasporto è stato speciale: è avvenuto a bordo di un furgone appositamente attrezzato e, niente meno, scortato da una pattuglia di Carabinieri. Un minimo omaggio a chi, forse per primo, ha pensato alle “machine” che corrono in aiuto dell’uomo. ■

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LETTURE

Motori in libreria Le ultime novita per gli appasionati delle due e delle quattro ruote. Libri in vendita alla Libreria dell’Automobile di corso Venezia 45. Sconti per i Soci-www.libreriadellautomobile.it RONNIE PETERSON

LANCIA DELTA

VIGNALE

QUELL’ULTIMO RETTILINEO di Diego Alverà Giorgio Nada Editore

LE VETTURE CHE HANNO FATTO LA STORIA di Francesco Patti Giorgio Nada Editore

MASTERPIECES OF STYLE di Luciano Greggio Giorgio Nada Editore

Formato: cm 14x22 Pagine: 240 Foto: a colori e in B/n Copertina: brossura Testo: italiano Prezzo € 20,00

Un romanzo, un racconto da leggere tutto d’un fiato che ripercorre la vita e la carriera di Ronnie Peterson, fra i piloti più famosi e amati degli anni Settanta, 10 Gran Premi vinti e due volte vicecampione del mondo. Il racconto prende le mosse da quella fatidica e “sbagliata” (non dall’incolpevole pilota svedese) partenza del GP d’Italia a Monza nel 1978 dove, a 34 anni, si concluse la sua esistenza. Diego Alverà riscrive questa storia con il piglio del grande narratore di teatro, dando vita ad un affresco di straordinaria suggestione sull’uomo e, più in generale, su quelle indimenticabili stagioni della Formula 1. Un libro scritto con passione e competenza, assolutamente da non perdere, non solo per gli appassionati di settore ma anche per tutti gli amanti della buona lettura e delle grandi storie.

Formato: cm 24x27 Pagine: 128 Foto: a colori e in B/n Copertina: brossura Testo: italiano Prezzo € 28,00

Più di un’automobile, un’autentica icona delle quattro ruote, apparsa nel 1979 dal genio di Giorgetto Giugiaro, e declinata in un’articolata serie di versioni sino agli inizi degli anni Novanta quando apparve la seconda serie. Nella collana “Le vetture che hanno fatto la storia” non poteva mancare un titolo dedicato a questa grande classica di Casa Lancia, una vettura completa e sobriamente elegante, adatta alla famiglia, al lavoro e al tempo libero. Ma anche un’automobile che, negli anni, ha saputo trasformarsi in un’autentica icona nel mondo rallistico a suon di vittorie e di titoli iridati conquistati con grandi campioni. Modello dopo modello, versione dopo versione, tutta la storia della Delta, oggi più che mai, vettura ricercata dai collezionisti o dai semplici “nostalgici” degli indimenticabili anni Ottanta.

CALENDARIO 2020 FERRARI F1 Giorgio Nada Editore Prezzo € 12,90

Formato: cm 24x27 Pagine: 208 Foto: a colori e in B/n Copertina: rilegata Testo: inglese Prezzo € 48,00

Nella collana dedicata ai grandi carrozzieri italiani non poteva mancare un titolo sull’atelier torinese fondato nel 1946 da Alfredo Vignale, il carrozziere delle prime indimenticabili Ferrari degli anni 50 come le 166 e 212 Inter, 250, 340 MM. La narrazione è fatta attraverso rare immagini, per lo più inedite, poste a corredo di un testo rigoroso e puntuale nella ricostruzione storica. Il volume ripercorre, modello dopo modello, tutta la produzione del celebre Marchio che conobbe il suo massimo fulgore negli anni Cinquanta e Sessanta quando, grazie in particolare alla straordinaria matita di Giovanni Michelotti, diede vita a numerosi allestimenti su meccanica Ferrari, ma anche a svariate Fiat con le versioni speciali della 500 e della 600, senza tralasciare diverse Lancia come l’Appia o la Flavia Convertibile senza dimenticare la collaborazione con la Triumph.

Le monoposto Ferrari di Formula 1 dal 2010 al 2020, quelle dell’era post Schumacher, sono le protagoniste - insieme a piloti come Kimi Raikkonen, Felipe Massa, Fernando Alonso e Sebastian Vettel - di questo calendario. Immagini di grande fascino e suggestione, realizzate da “maestri” della fotografia sportiva automobilistica, ritraggono vetture indimenticabili, grandi campioni, corse memorabili, per un anno da vivere a tutto gas. Un autentico “pezzo” da collezione per tutti i cultori del Cavallino. Una simpatica strenna natalizia per i tifosi della Rossa e per gli appassionati di Formula 1. Le immagini pubblicate in questo calendario provengono da archivi di proprietà della Casa editrice e possono essere acquistate, sia per uso editoriale che per uso privato, scrivendo a: info@ giorgionadaeditore.it

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