Via! - AC Milano - Anno LXVIII - N. 2 - Settembre 2024
MOBILITA’ GREEN
GARAGE DELLE NAZIONI
Una mobilità alternativa oltre l’auto elettrica. Meno carburanti fossili e più biocarburanti, carburanti sintetici e idrogeno. Ne ha parlato l’assessore regionale Guido Guidesi in convegno svoltosi all’AC Milano
IN RICORDO DELL’ INGEGNER CHITI Il mondo dell’automobilismo sportivo ha reso omaggio alla figura dell’ingegner Carlo Chiti a 100 anni dalla nascita. Una serata-tributo presso l’AC Milano per un personaggio che ha fatto storia nella F1, nelle Sport e non solo 15 16 41
Mette a disposizione circa 800 posti in pieno centro ed ha un valore architettonico riconosciuto. Tuttavia il Garage delle Nazioni di Porta Romana potrebbe essere abbattuto per far posto ad un hotel di lusso
SOMMARIO
Appuntamento da non perdere sulla pista tutta nuova dell’Autodromo di Monza nel week end tra agosto e settembre. Va in scena il 95° Gran Premio d’Italia di F1. Grande appuntamento di sport e di pubblico
5 EDITORIALE
Geronimo La Russa, Presidente ACM
6 ACM NEWS
Vita sociale, notizie, novità
8 GPI MONZA F1
Questa corsa s’ha da fare!
11 GPI MONZA F1
In attesa di Lewis
12 GPI MONZA F1
Una pista tutta nuova
15 NON SOLO ELETTRICO
Transizione “green”: sì, ma ragionata
16 GARAGE DELLE NAZIONI
Un bene a rischio
18 SUPERCAR
La nuova Ferrari 12 cilindri
22 AUTOTEST
Porsche 911 GTS Hybrid
25 DOSSIER MOBILITÀ
Ricordo del professor Cesare Stevan
30 SUPERCAR
Lamborghini Huracan Sterrato
34 AUTOTEST
Alfa Romeo Junior
36 AUTOTEST
Lancia Ypsilon 1.2 Hybrid
38 AUTOTEST
Toyota Yaris Cross
40 MEETING
Ci vediamo a Portofino
41 ANNIVERSARIO
Cent’anni fa nasceva l’ingegner Chiti
42 LIBRI
Le novità della Libreria dell’automobile
43 VELISTA DOC
Ruggero Tita col vento in poppa
44 DUE RUOTE BMW
Nuovo scooter elettrico per la città
46 FISIOTERAPIA
Benessere al volante
48 SOCI NEWS
Notiziario sociale
50 ACM SUL TERRITORIO Oltre 50 sportelli a Milano, Monza e Lodi
GERONIMO LA RUSSA
PRESIDENTE
AUTOMOBILE CLUB
MILANO
DIRETTORE EDITORIALE
MILANO È LEGATA A DOPPIO FILO CON IL MONDO DELL’AUTO E DEL MOTORSPORT
Risultato raggiunto! I lavori di ammodernamento e di riqualificazione dell’Autodromo di Monza sono stati realizzati in tempo per consentire lo svolgimento del 95° Gran Premio d’Italia di Formula 1.
Non è stato semplice, anche per le condizioni meteorologiche avverse di questa primavera. Ma, grazie all’impegno encomiabile di tutti, Pubbliche Autorità – Responsabili tecnici – Operai le difficoltà sono state superate.
Così il 1° settembre sul circuito brianzolo, da noi costruito nel lontano 1922, si correrà per l’ennesima volta il maggior evento motoristico mondiale in programma nel nostro Paese. Per la gioia di tutti i tifosi e di tutti gli appassionati.
Come Italiani avremo gli occhi puntati sulla Rossa, sperando che si ripetano i risultati del week end monegasco e, allargando il discorso alle gare di durata, di Le Mans. Come Italiani quest’anno vogliamo poi ricordare un’importante ricorrenza: i cento anni dalla vittoria di Antonio Ascari. Nel 1924 fu un trionfo Alfa Romeo: corse con quattro vetture che al termine occuparono i primi quattro posti. Un successo che anticipò quelli del figlio Alberto che si impose poi tre volte a Monza, conquistando due volte il titolo mondiale.
Piloti a noi tanto cari, gli Ascari, a cui abbiamo dedicato un monumento offerto alla città, ulteriore testimonianza di luoghi e persone legati all’automobile presenti nel nostro territorio. Milano e la sua area, lo si voglia
o no, sono infatti patria di motori: lo testimoniano la loro storia economica, sociale e sportiva. E noi, da oltre 120 anni, ne rappresentiamo un fondamentale punto di riferimento. Sul fronte sportivo siamo orgogliosi dei nostri piloti e dei nostri commissari che si fanno valere sui circuiti nazionali e internazionali; inoltre il logo ACM campeggia sulle varie vetture in gara, i nostri social riportano i risultati raggiunti ed è stato istituito uno speciale trofeo sociale dedicato alla pista. Nella nostra sede si susseguono eventi in cui vengono presentati modelli di auto storiche e di nuova produzione, raccontate vicende sportive, ricordati piloti e progettisti (recentemente l’ing. Carlo Chiti a 100 anni dalla nascita), delineate le prospettive delle presenti e future motorizzazioni - sottolineando l’importanza della neutralità tecnologica - analizzate le tendenze della mobilità.
Tutto questo è frutto del lavoro della nostra struttura, dei nostri associati, delle nostre Commissioni di Studio.
Una grande Famiglia, la nostra, sempre molto attiva. Che in questi giorni purtroppo piange la scomparsa del prof. Cesare Stevan, per tantissimi anni presidente della Commissione mobilità e trasporti. Lo ringraziamo sentitamente per il fondamentale apporto fornito all’attività dell’Ente e lo ricordiamo nelle pagine centrali di questo numero ripercorrendo alcune fra le principali tappe di questo lungo periodo.
NACQUE NEL 1954. AC MILANO NE CELEBRA L’ANNIVERSARIO
LA GIULIETTA FA I 70
TI 1.3 “Pechino - Parigi”, “Sebring” Sport Car Club, “Sprint Veloce” stradale. Tre iconici modelli del Biscione esposti nel salone di corso Venezia. Gran pubblico di appassionati e curiosi
L’Alfa Romeo Giulietta, la “fidanzata d’Italia”, spegne quest’anno 70 candeline. Fu infatti presentata nell’aprile 1954 al Salone dell’Auto di Torino, nella versione coupè. Per celebrare l’importante anniversario AC Milano ha ospitato nello scorso giugno tre blasonati esemplari della Scuderia del Portello: una TI 1.3 costruita nel 1957 che per il suo cin-
quantenario, nel 2007, ripercorse la Pechino-Parigi sulle orme della Italia guidata da Scipione Borghese cent’anni prima, nel 1907; la Giulietta spider monoposto “Sebring” del Museo Dinamico Alfa Romeo storiche da competizione della Scuderia del Portello che gareggiò con successo negli anni 50 e 60 tra le Sport Car Club americane e infine una Giulietta
JUNIOR AL DEBUTTO
Alfa Romeo ancora protagonista nella prestigiosa sede dell’Automobile Club Milano scelta in virtù di uno storico legame con il nostro club, per il debutto dell’ultima nata del Biscione ovvero la Junior, crossover compatto, ibrido o elettrico, a trazione anche integrale che riprende il nome di un grande successo della Casa degli anni 60/70 e ne ripropone lo spirito e la guida sportivi. Per il piacere di una eccellente guida e dinamica. Più di 590 km in città. Meno di 30 minuti per ricaricarsi dal 20% all’80%. Bagagliaio da 400 litri.
Sprint Veloce stradale del 1960 che, pur essendo una stradale, manteneva spiccate caratteristiche corsaiole per l’impiego in gara. Per ammirarle numerosissimi appassionati hanno visitato il salone di AC Milano che ha ringraziato per la collaborazione il Presidente della Scuderia del Portello, Marco Cajani e il Vicepresidente della Commissione
sportiva di AC Milano, Marco Coldani. “Alfa Romeo è un marchio che ancora oggi appassiona e Giulietta è una vettura che sin da subito ha coniugato lo stile con il dna sportivo e il piacere della guida – ha detto Geronimo la Russa, presidente di Automobile Club Milano - questo modello ha lasciato il segno nella storia del design e fa parte del vissuto del nostro Paese”.
L’TROFEO AC MILANO
VELOCITA’ SU PISTA 2024
Per tutti i soci con licenza sportiva di conduttore
Automobile Club Milano ha istituto per il 2024 il “Trofeo Velocità su pista” a cui possono partecipare di diritto tutti i soci con licenza sportiva di conduttore.
TITOLI. Il Trofeo prevede l’assegnazione dei titoli di Campione assoluto ACM per i primi tre classificati; Campione ACM femminile per la prima classificata; Campione ACM under 25 per il primo classificato.
GARE. Le manifestazioni valide per il titolo sono l’ACI Racing Week End all’Autodromo di Monza (sprint) del 5/6 ottobre e l’ACI Racing Week End all’Autodromo di Monza (Endurance) del 26/27 ottobre.
PUNTEGGI. Ai primi 10 assoluti di ciascuna gara verrà assegnato un punteggio individuale a scalare da 30 a 2 punti a cui verrà aggiunto un ulteriore punteggio di classe variabile in funzione dei partecipanti.
E’ inoltre previsto un punteggio social aggiuntivo “fan boost” che verrà assegnato direttamente dai tifosi sulla pagina Facebook verificata ACM e sul profilo Instagram @automobileclubmilanoaci.
CLASSIFICHE. Le classifiche del Trofeo saranno aggiornate periodicamente sul sito www.milano.aci.it in forma provvisoria fino alla loro ufficializzazione.
PREMI. A ciascun vincitore di ogni classifica saranno assegnati premi consistenti in coppe, targhe, medaglie o attestati nel corso di una cerimonia al termine dell’ultima gara in calendario. Coppe d’onore sono previste per i primi tre classificati assoluti; per la prima classificata della categoria femminile; per il primo/a classifica under 25. Ulteriori premi verranno assegnati nel corso della manifestazione sociale annuale che si terrà come di consueto presso la sede di AC Milano di corso Venezia.
Info: Segreteria del Trofeo: tel. 02 7745254/260
IL MADE IN ITALY SBARCA IN CALIFORNIA
Auto, moto e motori rigorosamente made in Italy, ma anche tutti gli altri elementi fondanti della cultura italiana, dal design alla moda, dalla musica all’arte e alla cucina, spiccano nel “Concorso Italiano”, elegante cuore tricolore della 39° edizione della grande e celebre rassegna Monterey Car Week in programma dal 17 agosto prossimo nella celebre località californiana. “Concorso Italiano” ha vissuto la sua anteprima italiana nello scorso giugno presso l’AC Milano con il benvenuto del suo presidente Geronimo La Russa. Pur con un rinnovato format e con un nuovo presidente - l’appassionato collezionista, imprenditore e mecenate Richard De Andrade - Concorso Italiano sarà ancora una volta un avamposto dell’Italia della “Dolce vita” dove gli ospiti potranno incontrare il meglio dell’”italian way of life” tanto amato nel mondo a partire dal mondo dei motori senza dimenticare la collaborazione con organizzazioni di beneficenza. Special event dedicati al marchio Pininfarina e all’atelier De Silva.
Test Driver; Richard De Andrade, Presidente Concorso Italiano; Giuseppe Bonollo, Pininfarina Senior Vice President Sales & Marketing; Alexandre De Silva, Automotive Business Development Manager di W. De Silva Automotive
Il Centro di Guida Sicura Aci-Sara di Lainate (Milano) è una struttura qualificata e d’avanguardia per la formazione di conducenti di ogni tipo di veicolo a motore. L’impianto è composto da quattro aree nelle quali è possibile riprodurre tutte le situazioni di pericolo grazie ai materiali e alle tecnologie più evolute. I corsi si rivolgono a tutti i guidatori, con particolare attenzione ai neo-patentati e ai guidatori professionali. Questa struttura è in grado di allestire aree speciali attrezzate per lo svolgimento di corsi presso il cliente in piazze pubbliche, aree private oppure in autodromi o mini impianti. Si può partecipare ai corsi utilizzando i mezzi del Centro oppure i mezzi propri. Call Center 02 21072901.
Nella foto da sinistra: Geronimo La Russa, Presidente AC Milano; Jean-Philippe Imparato, CEO Alfa Romeo; Beppe Sala, Sindaco di Milano; Carlos Tavares, Amministratore delegato di Stellantis.
Da sinistra nella foto: Valentino Balboni, Lamborghini
Auto e non solo al “Concorso italiano”della Monterey Car Week
CORSI DI GUIDA SICURA ACI
Questa corsa s’ha da fare!
La parafrasi manzoniana (al contrario) accompagna positivamente l’attesissimo appuntamento mondiale di Monza. Tutti in pista il primo settembre per la 95° edizione del “Gipi” con l’entusiasmo della “prima volta”
Testo di Matteo Losa
Quel nastro nero d’asfalto che si allunga nella verde Brianza per 5.793 metri, un po’ come “Quel ramo del Lago di Como” di manzoniana memoria. Per alcuni solo una pista o uno specchio d’acqua, per molti, invece, è pura passione. Così, come Renzo e Lucia, con passione e superando le avversità riuscirono a celebrare il loro matrimonio, Monza, nonostante i tempi stretti, le calamità, gli agenti atmosferici e una serie di “gufi” che come l’Innominato speravano in un “Questo Gran Premio non s’ha da fare” è pronta ad ospitare la 95esima edizione del Gran Premio d’Italia.
Primo settembre: una prima assoluta per Monza che mai ha ospitato il GP nel primo giorno del mese.
Sarà nuovamente una prima volta come per Montoya nel 2001, Vettel nel 2008 o Gasly nel 2020? O sarà il “bravo” Max Verstappen a riuscire nell’impresa della
Causa lavori sulla pista il Gran Premio di F1 sarà la prima corsa monzese di quest’anno. Inedita anche la data del 1° settembre nelle 94 edizioni disputate dal 1921.
terza di seguito? Solo Juan Manuel Fangio ci riuscì tra il 1953 e il 1955, ma l’olandese ha tutte le carte in regola per strappare l’ennesimo record della sua straordinaria carriera. “Innominato”, o meglio “Innominabile” fino a qualche mese fa, Sir. Lewis Hamilton è divenuto un altro serio candidato alla vittoria dopo il successo nel Gran Premio di
casa a Silverstone. Ancora in abito scuro, ma pronto ad indossare il Rosso Ferrari, il baronetto di Sua Maestà ha un obiettivo ben chiaro davanti ai propri occhi: diventare il pilota con più vittorie nel Tempio della Velocità. Sono 5 i successi di Hamilton a Monza, così come quelli di Michael Schumacher, tutti ottenuti sulla Rossa di Maranello.
LA SPERANZA DEI FERRARISTI E la speranza di tutti i Tifosi del Cavallino Rampante è quella di vedere una Ferrari competitiva a Monza, pronta a lottare per la vittoria, magari proprio con Charles Leclerc, che con quella faccia da bravo ragazzo potrebbe essere proprio il nostro Renzo Tramaglino che, sull’altare, scusate sul podio di Monza, sposa la sua Lucia Mondella, o meglio il suo pubblico, giurando amore eterno alla Ferrari.
La verve del monegasco, così come quella del protagonista del romanzo manzoniano, è quella di cacciarsi un po’ nei guai, salvo poi riuscire sempre a trovare la soluzione. Speriamo che anche questa volta ci sia un Fra Cristoforo, o un Carlos Sainz, pronto ad agevolare la “fuga” per la vittoria.
E se così non sarà, il “Romanticismo” del Formula 1 Pirelli Gran Premio d’Italia, non mancherà ugualmente, perché sotto a quel podio sospeso nel vuoto, su quel nastro d’asfalto che non “volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti” sarà comunque festa grande, sarà comunque passione, sarà comunque l’amore per lo sport, per i motori e per quel nastro nero che vede sfrecciare 20 eroi su bolidi colorati.
G RAN PREMIO D’ITALIA
In attesa di Lewis
L’anno prossimo Hamilton guiderà la Ferrari. Per il tifo rosso è già “uno di noi”
Testo di Umberto Zapelloni
Per Lewis Hamilton non sarà un Gran premio d’Italia come i 17 che ha già corso a Monza. Anche se questa è già un po’ casa sua per il record di vittorie (5) che condivide con un altro padrone di casa, Michael Schumacher. In più Lewis ha anche il record assoluto (7) e quello dei giri veloci (7). È vero che a Monza non vince più dal 2018, ma questa volta più che una questione di numeri, è una questione di cuore e di sentimenti. Sarà il suo primo Gran Premio d’Italia da quando ha firmato per la Ferrari e un assaggio
dell’accoglienza che gli ha già riservato il Popolo Rosso l’abbiamo vista a Imola. L’Italia non lo ha mai considerato un avversario da odiare, se mai un rivale da battere come quando nel 2019 ha fatto tutta la gara negli specchietti di un Leclerc scatenato. Certo ci sono stati nei suoi confronti anche dei fischi e qualche becero coro razzista come nel 2015, quando precedette Vettel che era al suo debutto monzese con la tuta Ferrari, ma sono stati una minoranza. Sommersa dal resto del pubblico.
Ci sono piuttosto immagini di Monza in cui Lewis fa surfing sul mare di tifosi
I ferraristi non hanno mai considerato Lewis Hamilton un “nemico”, ma un rispettabile avversario
come una rockstar ad un concerto. Immaginatevi che cosa accadrà adesso che è un promesso sposo ferrarista. Questa volta non ci sarà bisogno di conversioni del tifo come accadde con Prost al quale prima tirarono le pietre (quando era in lotta con Alboreto) e dopo lanciarono solo rose senza spine. Tanto che Alain regalò la sua coppa della vittoria ai tifosi nel 1989, quando vinse il Gran Premio
d’Italia pochi giorni dopo aver ufficializzato il suo passaggio alla Ferrari di Cesare Fiorio. Fu un gesto che fece andare su tutte le furie Ron Dennis, il team principal della McLaren che conservava in sede tutti i trofei conquistati dal team. Joe Ramirez dovette adoperarsi per averne una copia. Ma Prost con quel gesto aveva già conquistato i suoi futuri tifosi. Hamilton non avrà bisogno di fare regali. Non gli serve
“arruffianarsi” il tifo perché Monza e l’Italia già lo amano e lo rispettano anche se è l’uomo che può battere definitivamente i record di Michael Schumacher, uno che dal cuore dei tifosi Ferrari non se ne andrà mai. Sarà comunque curioso vederlo entrare in Autodromo con uno dei suoi abiti particolari. Chissà se, come a Imola,sceglierà una firma italiana…
Una pista tutta nuova
Ampio restyling tecnico per un tracciato più performante, sicuro e sostenibile.
Aggiornate anche le strutture dell’Autodromo. La pista più “antica” della F1 è ora tra le più moderne ed efficienti
Testo di Andrea Cremonesi
L’Autodromo
Nazionale Monza ha raccolto il guanto di sfida della Formula 1 che chiede, a chi intende restare nell’esclusivo club degli organizzatori del Mondiale, impianti con alti livelli qualitativi, fissando target impegnativi, difficili da raggiungere per chiunque, tanto più da chi ha alle spalle una storia ultracentenaria e che opera, come nel caso dell’autodromo lombardo, in un territorio protetto e sottoposto a vincoli rigidi come un parco.
Automobile Club d’Italia e Sias, la società che gestisce l’Autodromo, nell’intento di mantenere la Formula 1 sui 5,9 km del tracciato stradale ancora per lungo tempo, hanno studiato un piano di interventi spalmato su almeno
tre anni. D’altronde il giro d’affari che il Gran Premio d’Italia genera, giustifica un tale sforzo logistico ed economico: secondo una ricerca del Censis il valore totale prodotto dai tre giorni di presenza della Formula 1 in Brianza è pari a 473 milioni di euro, 143 di ricadute immediate sul territorio, 80 sul sistema produttivo italiano, 50 il valore del brand territoriale, 200 milioni il valore mediatico.
Il primo lotto di lavori è terminato in tempo per la 95esima edizione del Formula 1 Pirelli Gran Premio d’Italia che andrà in scena tra pochi giorni e ha costretto la pista a una lunga inattività. Iniziati l’8 gennaio alla presenza del Vice Presidente del Consiglio e Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture,
Matteo Salvini, del presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, del presidente della Regione, Attilio Fontana, del sindaco di Monza, Paolo Pilotto e in collegamento da Londra, di Stefano Domenicali, presidente e amministratore delegato di Formula 1, i lavori, pur ostacolati dal maltempo, che ha imperversato sulla Brianza tra primavera ed estate, si sono conclusi a metà luglio.
Grazie al restyling il circuito più antico, prestigioso e veloce del mondo, è diventato più moderno, performante, sicuro, confortevole e sostenibile. Un obiettivo, quest’ultimo, ottenuto grazie all’utilizzo di materiali derivati da materie prime rigenerate e rigenerabili, che ha comportato lo
La ristrutturazione dell’autodromo, rallentata dal maltempo, è durata circa sei mesi. L’asfalto è di nuovo tipo e tra le altre cose favorirà le prestazioni delle auto
scarso sfruttamento di risorse vergini, con un impatto minimo sull’ambiente naturale del parco e che ha consentito la riduzione sia dell’inquinamento atmosferico sia di quello acustico.
ASFALTO E NON SOLO
Due gli interventi principali che hanno riguardato la pista e i sottopassi. La prima è stata inizialmente fresata e scavata da 40 a 70 cm (la profondità variava a seconda della consistenza del terreno) in modo tale da consentire il rifacimento del sistema di raccolta delle acque e di drenaggio. Un intervento resosi necessario dopo aver constatato che i cambiamenti climatici stanno rendendo sempre più frequenti eventi atmosferici estremi come era accaduto nell’estate 2023 con l’abbattimento violento e contemporaneo di migliaia di alberi. L’asfalto è stato rifatto con una pavimentazione flessibile di nuova concezione, che renderà il tracciato
più performante, in termini di velocità e di resistenza; i cordoli sono stati sostituiti. Il rifacimento del tracciato ha implicato anche un allargamento della sede stradale all’altezza della Prima Variante, allo scopo di consentire a due monoposto di procedere appaiate durante l’intera percorrenza della curva, come richiesto espressamente da Formula 1. Questi lavori sono inoltre serviti per adeguare le pendenze trasversali delle curve alla normativa della Fia.
L’altro importante intervento ha riguardato la demolizione e ricostruzione di tre sottopassi (quello all’ingresso Santa Maria alle Selve a Biassono e i due che raggiungono viale Mirabello, passando sotto il rettifilo compreso tra variante Ascari e curva Parabolica-Alboreto) e la realizzazione di uno nuovo che collega Porta Vedano alla zona interna della Curva Parabolica. Tutti e quattro sono stati realizzati con l’obiettivo di separare il traffico veicolare dai pedoni. Inoltre la realizzazione del nuovo sottopasso ha consentito un nuovo accesso, funzionale e sicuro, per i mezzi pesanti. Una corsa contro il tempo ma me valeva la pena per garantire all’Autodromo Nazionale un futuro degno del suo passato.
M OBILITA’ GREEN
Non solo elettrico
Verso una mobilità sostenibile multitecnologica allargata a biocarburanti, veicoli ibridi e a idrogeno alternativi ai combutibili fossili. Per una transizione graduale attenta anche ai costi. Se ne è parlato in una tavola rotonda patrocinata da AC Milano
Dopo le elezioni dell’Unione Europea dello scorso giugno, La Lombardia - prima regione manifatturiera d’Italia e tra le prime in Europa - ha assunto la guida dell’Alleanza Europea delle Regioni Automotive al cui vertice è Guido Guidesi, Assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia.Nel momento in cui è in corso un ripensamento generale sulle decisioni ideologiche prese a suo tempo e che hanno dato vita al piano “Fit for 55”, il fatto che sarà la Lombardia a guidare l’Alleanza, determinerà un ulteriore impulso verso le alternative green alla sola auto elettrica, cioè i biocarburanti - dove l’Italia primeggia - i carburanti sintetici e l’idrogeno.
Dell’Alleanza fanno parte 34 Regioni del Vecchio Continente che rappresentano il 31 per cento del prodotto interno lordo.
Formatasi nel 2022, l’Alleanza ha avuto un ruolo determinante nel palesare gli impatti negativi della transizione verso la sola mobilità elettrica, dal 2035, sull’occupazione e l’industria Automotive. Da
qui l’importanza di stabilire le strategie del nuovo percorso dell’Alleanza.
PRESENTE E FUTURO DELLA SOSTENIBILITÀ
Il convegno, moderato da Pierluigi Bonora, Direttore di ACI Radio, è stato organizzato per capire il presente e il futuro delle motorizzazioni sostenibili. Occorre insomma esaminare la necessità di ridurre le emissioni, l’evoluzione di veicoli e carburanti, le prestazioni dei motori, gli assetti normativi. E anche i rischi di discriminazione sociale causati dai costi ancora eccessivi dell’elettrico. Una mobilità caratterizzata
Da sinistra, il moderatore, Pierluigi Bonora, direttore di ACI
Geronimo La Russa, presidente di AC Milano; Guido Guidesi, assesore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia
da motori a combustione interna alimentati da low carbon fuels può invece affiancare la mobilità elettrica nel trasporto stradale in modo efficace, garantendo soluzioni accessibili a tutti i cittadini. Attraverso i biocarburanti, che già oggi rappresentano il 10 per cento di energia rinnovabile sulla domanda totale di energia nei trasporti, sarebbe quindi possibile ridurre con effetto immediato la carbon intensity dei combustibili liquidi. Alla tavola rotonda sono intervenuti Guido Guidesi, Assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia; Geronimo La Russa, Presidente di Automobile Club Milano; Mariarosa Baroni, Presidente di NGV Italy; Simonpaolo Buongiardino, Presidente Federmotorizzazione; Marco D’Aloisi, Responsabile Comunicazione e Stampa UNEM; Saverio Gaboardi, Presidente CLM - Cluster Lombardo della Mobilità; Francesco Giunti, Responsabile iniziative integrate e attività regolatorie Eni; Massimo Tentori, Delegato per i Veicoli Industriali Federauto; Fabrizia Vigo, Responsabile Area Relazioni Istituzionali ANFIA.
L’assessore regionale Guido Guidesi ha sottolineato che l’intento è di arrivare alla piena neutralità tecnologica.
“In che modo? Con una pluralità di trazioni per la mobilità che ci possa consentire di avere una mobilità a impatto zero, senza subire conseguenze devastanti dal punto di vista sia economico sia sociale. Quello che dicevamo due anni e mezzo fa purtroppo si sta verificando. Quindi è necessario convincere coloro i quali in questo tentativo di transizione hanno commesso degli errori, che si può arrivare all’obiettivo attraverso una pluralità di trazioni, compreso il motore endotermico. Tutto questo attraverso l’innovazione, la ricerca e ciò che mettono le nostre aziende sono capaci di mettere in campo”.
“La promozione della mobilità green tramite la neutralità tecnologica e l’uso dei biocarburanti sono componenti cruciali per una transizione verso un sistema di trasporto più sostenibile”, ha affermato Geronimo La Russa, presidente di AC Milano. “I biocarburanti offrono un’alternativa rinnovabile ai combustibili fossili, contribuendo a ridurre le emissioni di gas serra e a mitigare l’impatto ambientale del settore dei trasporti. Inoltre, la neutralità tecnologica permette di esplorare e adottare una varietà di soluzioni, come veicoli elettrici, ibridi, a idrogeno e a biocarburanti, garantendo flessibilità e adattabilità alle diverse esigenze e condizioni locali. Questo approccio favorisce una transizione graduale promuovendo allo stesso tempo l’innovazione e lo sviluppo tecnologico” ha concluso La Russa.
Radio;
Un bene a rischio
Ha un valore architettonico riconosciuto e offre alla città 800 posti auto in centro. Ma potrebbe essere abbattuto per far posto a un Hotel di lusso
Tra via Lentasio e via Calderon de la Barca, zona Porta Romana, esiste uno dei parcheggi storici della città, ormai “il” parcheggio storico di Milano, un edificio progettato negli anni Cinquanta da uno dei più autorevoli architetti milanesi che ha firmato e seguito tante realizzazioni nella nostra città: Antonio Cassi Ramelli. Oltre a rappresentare un bene da tutelare da un punto di vista architettonico, questo impianto ha svolto e svolge un’importante funzione per la mobilità cittadina con i suoi 800 posti auto.
Siamo nella città del secondo Dopoguerra, nella Milano che risorge dalle sue macerie e che si rimette in moto.
L’automobile privata è al centro e il volano di questa rinascita che coinvolge il settore industriale e le abitudini di tutti i cittadini. Fra i molti, nomi gloriosi come Alfa Romeo, Innocenti, Pirelli, Bianchi, ecc., scrivono pagine fondamentali dell’economia nazionale. Il problema del traffico cittadino, con il parco circolante che riprende rapidamente ad aumentare dopo una flessione rispetto
alla fine degli anni Trenta, si fa sempre più pressante. A metà anni Cinquanta vi sono in Milano più di centomila auto. Servono adeguamenti normativi, servizi a supporto degli automobilisti (venne creato nel 1953 da Automobile Club Milano il distributore di carburante di via Marina premiato dal Comune di Milano come “bottega storica”) e molteplici interventi relativi alla viabilità. Il dibattito per il rifacimento della rete stradale, per fronteggiare il crescente numero di incidenti stradali, per regolare la circolazione, per realizzare spazi e strutture che favoriscano lo stazionamento delle auto, trova nelle assise organizzata da Acm luogo di confronto e di proposta. Già nei primi anni Cinquanta alla Conferenza di Stresa, mentre si chiedeva il potenziamento dei mezzi collettivi, si lamentava, ad esempio, la scarsità dei parcheggi in città. Importante è la realizzazione in città di alcuni autosilo con cui, fra l’altro, Automobile Club Milano prende accordi per la sosta gratuita dei propri soci. Uno
Ramelli tra il 1953 e il 1956, rappresenta ancora oggi un’architettura insuperata, in cui il linguaggio essenziale e dichiarato riassume in chiave espressiva il tema dell’edificio per autorimesse. Percorrendo gli spazi del garage si ha la percezione di come gli aspetti tecnici del progetto abbiano contribuito a nobilitare la composizione architettonica dell’insieme: l’esibizione della pura struttura, l’elegante sinuosità delle forme, l’apertura verso il cielo e il rapporto tra il vuoto centrale e l’involucro edilizio sono gli elementi chiave che definiscono l’immagine e il significato dell’edificio”. Dopo averne sottolineato anche le caratteristiche della pavimentazione, delle vetrate, dell’illuminazione, dei serramenti, ecc., la scheda pubblicata si conclude evidenziando come “il garage, che può ospitare 800 automobili, si trova in uno stato di conservazione eccellente e, pur con gli inevitabili adeguamenti normativi, risponde fedelmente nella funzionalità e nell’immagine complessiva al progetto degli anni Cinquanta”.
La recente cronaca, ahimè, ci racconta della volontà della proprietà di abbatterlo per realizzare un complesso alberghiero e residenziale di lusso con due torri di 14 e 9 piani. Tutto ciò a dispetto dell’indubbio valore architettonico da tutti riconosciuto, “uno dei più raffinati esempi di architettura dei servizi per l’automobile”, e delle esigenze dei residenti di poter avere a disposizione gli 800 posti auto
di questi, dal 1957, è proprio il Garage delle Nazioni.
Questo impianto è quindi emblema di uno specifico periodo storico in cui le città si trasformano sviluppando il concetto delle autorimesse multipiano ripreso dagli anni Trenta. Una visione anti auto che oggi spesso condiziona le scelte che concernono la mobilità, oltre a non considerare le esigenze della vita cittadina, non tiene in questo caso nemmeno conto del valore storico e architettonico dell’opera.
Il Garage delle Nazioni, infatti, è un parcheggio di quattro piani fuori terra e una terrazza sul tetto inserita da tempo sia nel censimento dei beni architettonici della Regione Lombardia, sia nel censimento delle architetture contemporanee del Ministero della Cultura.
Viene infatti così descritto: “Per le sue qualità estetico-rappresentative e per la riuscita sintesi tra le esigenze formali e quelle funzionali il Garage delle Nazioni, realizzato su progetto di Antonio Cassi
(tolti quelli ad uso dell’albergo e delle nuove residenze previste, ne rimarrebbero solo poco più di 200 da convenzionare con il Comune). Oltre a quanto prevede il Piano Aria Clima favorevole ai parcheggi in elevazione nel centro ad uso esclusivo delle auto elettriche.
La Soprintendenza aveva confermato il vincolo di interesse culturale, il Tar lo nega con una sentenza sostenendo che il Garage non rappresenta una testimonianza “particolarmente importante” della fase storica corrispondente al boom economico e all’avvento dell’automobile di massa, tanto più che “non ogni segno tangibile risalente a tale periodo può assurgere a
ARCHITETTO CASSI RAMELLI
UNA CARRIERA PRESTIGIOSA
L’archistar degli immobili per le auto
Nato a Milano nel 1905 e laureatosi in Architettura al Politecnico nel 1927, Antonio Cassi Ramelli affianca subito all’attività professionale quella di pubblicista con articoli e libri di settore. Membro della commissione edilizia del Comune di Milano fin dagli anni 30, riceve la medaglia d’oro per l’arredamento alla Triennale di Milano del 1936 e l’anno seguente ottiene la cattedra di architettura al Politecnico. Nel 1938, su incarico del Comune, è responsabile della ricostruzione del Teatro Lirico, andato distrutto in un incendio. Dopo la guerra riprende un’intensa attività di progettazione pubblica e privata ispirata a una sorta di “modernità moderata” ricca di contaminazioni e di valori del classicismo. Si dedica anche al design di mobili, all’allestimento di interni, alla pittura, all’attività di critico e studioso, entrando anche nel Consiglio degli architetti. Negli anni della rinascita progetta il Centro Direzionale Alfa Romeo di Arese, Palazzo Perego, sede dell’AEM, i punti vendita dell’Alemagna e alcuni saloni dell’Andrea Doria. A lui si devono la ricostruzione della Galleria Vittorio Emanuele e la sistemazione dell’omonimo corso, di piazza Fontana, della fontana di piazza Castello.Viene quindi cooptato nel Consiglio della Fabbrica del Duomo, partecipa alla progettazione del Garage delle Nazioni, della nuova sede della Facoltà di Architettura ed è impegnato nei progetti del cimitero di Bruzzano e della sede milanese delle Assicurazioni Generali, il tutto mentre crescono gli incarichi universitari che però abbandona volontariamente nel 1964. Scompare nell’agosto 1980.
bene di rilievo culturale”. Il presidente di Automobile Club Milano, Geronimo La Russa, segue con preoccupazione questa vicenda. Sia perché minaccia uno dei luoghi più iconici nella storia della città, “di cui l’auto è parte fondamentale e incancellabile”. Sia perché significherebbe eliminare numeri importanti data la ben risaputa carenza di parcheggi, basti ricordare la stima emersa da un recente studio di Assimpredil Ance che quantifica in 90 mila posti auto la mancanza nelle ore diurne e in 34.500 posti auto quella nelle ore notturne in Milano. “Per colpa di scelte scellerate che negli ultimi anni non hanno previsto un’adeguata offerta di parcheggi (ricordiamo la revoca del relativo piano) per residenti e per pendolari e che non hanno pianificato un’adeguata politica della sosta, Milano ha auto ovunque in sosta irregolare e disordinata. Questa decisione peggiorerebbe ulteriormente la situazione. I milanesi hanno bisogno delle auto e di stalli dove ricoverarle. Per molti di loro è impossibile fare a meno dell’auto anche se non la usano in città, se non raramente: persone che hanno parenti o che lavorano in altri comuni della Lombardia e oltre (e sono sempre di più), in luoghi non tutti raggiungibili con il trasporto pubblico locale o con tempi troppo lunghi. Vi sono poi lavoratori che devono raggiungere molte destinazioni, artigiani e professionisti vari. E potrei fare mille altri esempi. Ignorare queste esigenze significa non considerare le reali esigenze dei cittadini. E quanto si ipotizza per Il Garage delle Nazioni ne è l’ennesima dimostrazione. Se vogliono far fuggire tanti cittadini da Milano questa è purtroppo la strada”.
Testo di Paolo Redaelli, segretario Commissione Mobilità ACM
F ERRARI 12CILINDRI COUPÉ E SPIDER
Enzo l’avrebbe voluta proprio così
Niente turbocompressori, niente elettrificazione: a spingere il nuovo “cavallino” è il leggendario 12 cilindri nella sua forma più pura e evoluta, capace di girare a regimi pazzeschi. Ha prezzi stellari e verrà prodotta col contagocce.
Testo di Saverio Villa
AMaranello si sono sforzati molto per disegnarla e per sviluppare ancora di più il loro V12 ma molto meno per trovarle un nome, visto che la nuova berlinetta Ferrari, che va a prendere il posto della 812, si chiama semplicemente 12Cilindri.
Ma non c’è da stupirsi. Come si dice: un nome, una garanzia. Dopotutto questo frazionamento del motore caratterizzata tutte le Ferrari più leggendarie fin dal 1947, quindi i fan più sfegatati e più abbienti del Cavallino Rampante non hanno bisogno di altri stimoli per correre a prenotarne una.
Ma sarà il caso che si affrettino. È vero che la versione berlinetta, da 395 mila euro al netto delle possibili personalizzazioni è ormai in procinto di essere consegnata. E che la Spider, per la quale servono 40 mila euro in più, comunque, arriverà sul mercato all’inizio del 2025. Ma è anche vero che,
siccome le 12Cilindri verranno prodotte col contagocce, si ripeterà il caso della suv Purosangue, per la quale sono stati sospesi gli ordini per eccesso di richiesta rispetto all’offerta. Insomma, chi non sarà abbastanza lesto a ordinarne una corre il rischio di doverla attendere un paio d’anni, se non di più Il motore Ferrari a 12 cilindri di 6,5 litri anche in questa ultima reinterpretazione, rimane nella sua forma più pura, senza turbocompressore ne alcuna forma di elettrificazione. Ma rispetto alle edizioni precedenti è stato sottoposto a un profondo lavoro di alleggerimento delle masse in movimento e questo gli
La plancia, come quella delle Ferrari più recenti, prevede il doppio cockpit: uno per il conducente e uno per il passeggero anteriore. Il motivo “a delta” della coda della coupé, sotto,”rende la parte posteriore molto distintiva.
permette addirittura di raggiungere i 9.500 giri. I suoi 830 CV di potenza massima vengono però erogati un po’ più in basso, “solo” a 9250 giri, che comunque è un regime pazzesco per un motore di questa cilindrata. Ma anche le rotazioni in gioco sono degne di un propulsore da competizione, l’ottimizzazione dei sistemi di iniezione e di aspirazione permette alla 12Cilindri anche di avere l’80% della coppia massima, che è di 678 Nm, già a 2500 giri Il cambio a doppia frizione ha adesso otto rapporti, mentre sulla 812 erano sette ed erano anche più lunghi del 5%. Di conseguenza dal nuovo modello è lecito aspettarsi un temperamento ancora più rabbioso.
FERRARI 12CILINDRI COUPÉ E SPIDER
La parte sospensiva prevede ammortizzatori regolabili a controllo elettromagnetico ma l’assetto non è attivo come quello sofisticatissimo della Purosangue (che infatti ha doti stradali incredibilmente elevate per una crossover con un peso e dimensioni così abbondanti) perché i tecnici di Maranello hanno ritenuto che questa soluzione sarebbe stata superflua su una supercar dall’impostazione più tradizionale come la 12Cilindri, che ha meno kg e meno cm da tenere a bada. Però ci sono le quattro ruote sterzanti, con quelle posteriori che, in base ai calcoli della centralina che governa il sistema, possono addirittura assumere
ALIMENTAZIONE: benzina
CILINDRATA: 6.496 cc
POTENZA MASSIMA: 830 CV
COPPIA MASSIMA: 678 NM
CAMBIO: aut. doppia frizione 8 rapp.
TRAZIONE: posteriore
DIMENSIONI: 4.733x2.176x1.292 mm
VELOCITÀ: > 340 km/h
ACCELERAZIONE 0/100: 2,9 sec.
ACCELERAZIONE 0/200: <7,9 sec
PREZZO: 395.000/433.000 Euro
Il V12 aspirato è analogo a quello della Purosangue, rispetto al quale ha oltre 100 CV in più. È stato rivisto completamente nei sistemi di aspirazione e di iniezione. E sono state alleggerite le masse per migliorare il rendimento ai regimi elevati.
angoli diversi tra loro
Tutto questo si traduce, secondo i dati ufficiali, in oltre 340 km/h di velocità massima, 2,9 secondi da 0 a 100 km/h e meno di 7,9 secondi arrivare ai 200
La linea, anche in questo caso, è frutto del centro stile interno diretto da Flavio Manzoni ed è una miscela straordinaria di suggestioni e proporzioni classiche, come nel caso del muso, che è ispirato a quello della 365 GTB/4 del 1968,
attentissimo dei percorsi dell’aria sopra e sotto la carrozzeria e il fondo quasi completamente carenato.
L’abitacolo riprende i temi già espressi dalla Roma e dalla Purosangue, con il doppio cockpit che abbraccia separatamente i due occupanti, ciascuno di quali ha a disposizione una strumentazione dedicata. Quella del conducente è ricavata da un display da 15,6 pollici, mentre quello del passeggero, da 8,8 pollici, è ovviamente più sottile. A differenza della Purosangue, però, sulla 12Cilindri compare anche il più tradizionale touchscreen centrale che, nel caso specifico, è da 10,25 pollici. Volante e strumenti, poi, derivano da quelli della SF90 Stradale.
Insomma, in questo momento storico in
meglio conosciuta come Daytona, e di soluzioni innovative, come il design del lunotto della coupé “a delta”, rigorosamente nero. Mentre la Spider ha una zona posteriore più istituzionale che integra il tetto rigido retrattile. L’aerodinamica è ovviamente molto sofisticata, come dimostrano i due profili alari posteriori (che si alzano automaticamente e simultaneamente tra i 60 e i 300 km/h), lo studio
cui tutti i costruttori di auto di prestigio stanno adottando motori sempre meno frazionati per ridurre costi ed emissioni, è bello vedere che la Ferrari continua a puntare sul suo 12 cilindri. Certo non è la sola a credere in questa soluzione, sulla quale persevera anche qualcun altro. Ma la Lamborghini, per la nuova Revuelto, ha dovuto cedere alla tentazione dell’ibrido, mentre per l’Aston Martin è stato necessario passare alla sovralimentazione.
La nuova rossa, invece, resta così –incontaminata – proprio come Enzo Ferrari l’avrebbe voluta
La 12Cilindri Spider costa 40 mila euro in più rispetto alla coupé e arriverà nel 2025. La parte posteriore ha un aspetto un po’ più tradizionale. La capote è rigida e ad azionamento elettrico.
IN BREVE
Non temete: è elettrica ma solamente un po’
Era inevitabile che, prima o poi, anche la Porsche più famosa dovesse evolversi in questa direzione, ma le (grandi) modifiche lasciano invariato il suo carattere straordinario.
T
ra le grandi case automobilistiche la Porsche è tra quelle che fin qui si è spinta più in avanti sulla strada della conversione all’elettrico ma finora si era ben guardata di elettrificare, anche solo parzialmente, il suo modello simbolo, cioè l’inossidabile 911
Però anche per lei è arrivato il momento di un’evoluzione in questo senso. Non si parla di un modello totalmente a batterie, ovviamente, per il quale la clientela della 911 – conservatrice come nessun’altra – non è ancora pronta. E neppure di un ibrido plugin, che avrebbe avuto bisogno di una ricarica esterna per garantire le massime prestazioni e avrebbe fatto segnare un importante aumento di peso, quindi sarebbe stato in conflitto con lo spirito originario della 911, che è per definizione semplice, pratica e
Grazie al sistema mild-hybrid la 911 GTS è più scattante ma, soprattutto, più facile da sfruttare, perché è stato completamente eliminato il “turbolag”.
E nonostante tutte le modifiche meccaniche, il peso è aumentato di poco.
sfruttabile sempre al massimo Il sistema della nuova GTS, battezzato T-Hybrid, comporta l’aggiunta di un motore elettrico da 54 CV e 150 Nm, inserito nella scatola del cambio a doppia frizione con 8 rapporti, che viene alimentato da una batteria di trazione a 400 volt da 1,9 kWh. Ma ci sono anche tante altre differenze rispetto al sei cilindri boxer della Carrera standard, perché la cilindrata passa da 3 a 3,6 litri e, soprattutto, al posto dei due turbo tradizionali ce n’è uno solo elettrificato. Cioè con un motorino elettrico integrato che mette in rotazione più velocemente il compressore quando i gas di scarico non sono ancora alla velocità ottimale. Questo comporta risposte più rapide e una gestione più precisa della pressione di sovralimentazione ma rappresenta anche un’ulteriore fonte di energia, perché il motore elettrico del turbocompressore, quando non è alimentato, si trasforma in
IN BREVE
un generatore supplementare che contribuisce a ricaricare la batteria. Complessivamente, rispetto alla GTS precedente, la nuova versione passa da 480 a 541 CV e da 570 a 610 Nm e guadagna 4 decimi nel passaggio da 0 a 100, che adesso viene coperto in 3 secondi netti. Mentre la velocità massima cresce solo – si fa per dire – da 311 a 312 km/h.
Si tratta di un sistema mild-hybrid, quindi questa 911 non può muoversi solo a “emissioni zero”. In compenso il motore elettrico fornisce una spinta supplementare molto più energica che è avvertibile soprattutto negli spunti brevi, ma l’aspetto più piacevole è l’immediatezza di risposta all’acceleratore, alla quale contribuisce in modo determinante il compressore ad azionamento elettrico, che effettivamente annulla del tutto il cosiddetto “turbolag” Così il comportamento stradale della 911 diventa ancora più entusiasmante,
autom
anche perché – e di questo bisogna dare atto alla Porsche – nonostante la maggiore complessità meccanica, l’aumento di peso è stato solo di una cinquantina di kg. Che non incidono minimamente sulla dinamica dell’auto nelle curve e sono ampiamente compensati dall’aumento di potenza. E, per chi è sensibile all’argomento, anche il consumo si riduce leggermente La nuova GTS presenta anche alcune modifiche nell’allestimento, che però riguardano anche le altre versioni della 911: dentro c’è una nuova strumentazione completamente digitale da 12,6 pollici con sette opzioni di visualizzazione, tra le quali anche una grafica che si ispira a quella delle Porsche classiche. E l’avviamento è ora a pulsante e non più a chiave ma, come da tradizione, è collocato a sinistra del volante. Fuori ci sono prese d’aria anteriori più grandi, nuovi paraurti, fari Matrix di serie e, dietro, una fascia luminosa e una griglia ridisegnate. La GTS T-Hybrid comincerà ad essere consegnata verso la fine dell’anno, in versione coupé, Targa e Cabriolet, sia con trazione posteriore sia integrale. I prezzi GTS partono dai 177.518 euro della coupé a trazione posteriore e arrivano ai 202.853 delle Cabriolet e Targa a trazione integrale. ALIMENTAZIONE:
Testo di Saverio Villa
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DOSSIER MOBILITA’ 1991 - 2024
GRAZIE CESARE
Ci ha lasciato il prof. Cesare Stevan. Per 33 anni, fino agli ultimi giorni della sua vita, ha coordinato le attività delle Commissioni di studio dell’Ente in tema di mobilità e trasporti. Con sapienza, intelligenza, lungimiranza, coerenza e garbo. Fra i massimi esperti di architettura sociale, il prof. Cesare Stevan ha legato il proprio nome per buona parte della sua vita professionale al Politecnico di Milano. Di cui divenne professore emerito dopo aver ricoperto per 20 anni il ruolo di preside della facoltà di Architettura e poi essere stato fondatore e prorettore del Polo regionale di Mantova. Nel 1991 fu nominato presidente della Commissione Traffico e Circolazione dell’Automobile Club Milano, trasformata nel 2015 in Commissione Mobilità. Ripercorriamo alcuni fra i molti momenti salienti di questo lungo periodo. Evidenziando i temi trattati con il suo rigoroso e sempre coerente metodo di lavoro
Soccorso stradale: raggio d’azione del traino gratuito del soccorso stradale a 35 km.
Copertura: relativa al soccorso stradale anche alle biciclette (elettriche e non).
Fix or Repair”: copertura dei costi di manodopera per riparazione auto associata fino ad un massimale annuo di €650, 2 volte l’anno.
Assistenza medica: video consulto medico.
Assistenza legale plus: copertura fino a €14.000, 2 eventi indennizzabili per anno associativo, estensione anche a biciclette, monopattini e mobilità pedonale.
LE PRESTAZIONI E I MASSIMALI OFFERTI DALLE TESSERE ACI
Le prestazioni: fino a quante volte
Assistenza sanitaria prestazioni di invio medico, assistenza pediatrica, ambulanza a disposizione, autista a disposizione, assistenza cardiologica, prelievo campioni e consegna esiti, infermiere a domicilio ( 6 volte l’anno Premium/Sistema/Storico Aderente, 0 volte Club).
Auto a casa/rimpatrio del veicolo ( 2 volte l’anno Premium/Sistema, 0 volte Club/Storico Aderente).
Invio elettricista/fabbro/idraulico ( 2 volte l’anno Premium, 0 volte Sistema/Club/Storico Aderente).
Soccorso stradale all’estero ( 3 volte l’anno Premium/Sistema, 0 volte Club/Storico Aderente).
Traino compreso nella copertura associativa fino a 35 km per singolo intervento per Premium, fino a 25 Km per Sistema/Club, fino a 50 Km per Storico Aderente
DAL POLITECNICO IN CORSO VENEZIA
Auto sostitutiva la disponibilità in caso di guasto o incidente ( 3 volte per eventi diversi per Premium/Sistema, 0 volte per Club/Storico Aderente) 44 giorni la disponibilità in caso di furto per Premium/Sistema, 0 per Club/Storico Aderente.
I massimali: fino a quale importo
fino a € 50 di servizio taxi per fermo in notturna (dalle h 22 alle h 7) ( Premium /Sistema /Storico Aderente - Club).
fino a € 95 il massimale taxi, in abbinamento alla fruizione di auto sostitutiva, auto a casa, rientro/proseguimento del viaggio, sistemazione in albergo ( Premium /Sistema - noStorico Aderente/Club).
fino a € 200 per spese di disinfezione/ lavaggio del veicolo a seguito di furto o incidente ( Premium/Sistema/Storico Aderente - noClub).
fino a € 500 per ripristino dotazioni di sicurezza del veicolo a seguito di incidente ( Premium/Sistema / Storico Aderente - noClub).
fino a € 50 per rimborso spese amministrative per demolizione in caso di incidente/guasto del veicolo ( Premium /Sistema /Storico Aderente - noClub).
fino a € 200 per emergenze domestiche Premium).
fino a € 250 e € 500 rimborso parziale o totale dei corsi di recupero punti patente ( Premium/Sistema/ Club/Storico Aderente).
fino a € 14.000 massimale Tutela Legale ( Premium), (fino a 10.000 Sistema/Club/Storico Aderente).
Il prof. Stevan si avvicina all’Automobile Club Milano all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso. In quel periodo molto stretti erano i legami fra il Politecnico di Milano, in cui le tematiche relative alla mobilità delle persone e delle merci sono da sempre state oggetto di studi sperimentazioni e progetti, e l’Automobile Club Milano che sugli stessi temi era molto attivo. ACM aveva creato numerose società impegnate nel miglioramento delle condizioni del traffico e della sosta, con cui collaboravano numerosi docenti del Politecnico, e organizzava l’annuale Conferenza del Traffico e della Circolazione.
Introdotto in corso Venezia proprio dal presidente del Comitato esecutivo della Conferenza, nonché direttore dell’allora Istituto di Vie e Trasporti del Politecnico di Milano, il prof. Claudio Podestà, Stevan trova “un ambiente
fertile di idee e di iniziative grazie all’impegno dell’allora presidente, l’ing. Piero Stucchi Prinetti”. Il legame fra i due è molto stretto: “Aveva dato una decisa svolta all’Ente: ACM moltiplicò iniziative e progetti, soprattutto si batté per una nuova cultura della mobilità”. Si era recuperato infatti lo spirito di servizio per la città e per tutti i cittadini, chiedendo e sostenendo ad esempio lo sviluppo del trasporto pubblico quale risposta alla congestione soprattutto in ambito urbano. “In quel momento, si cambiò decisamente rotta. Superato un mero sindacalismo automobilistico, l’obiettivo diventò il diritto alla mobilità dei cittadini con l’utilizzo di tutte le modalità di trasporto disponibili fra loro interconnesse. Al tempo stesso si incentivò la sperimentazione e l’introduzione di tutti gli strumenti tecnologici e tariffari in grado di fluidificare la circolazione, governare la sosta e migliorare la qualità dell’ambiente urbano”.
La Commissione, sotto la guida di Stevan,
cerca sempre all’interno una sintesi fra le competenze universitarie e quelle di esperti provenienti da enti, Forze dell’Ordine e associazioni fornendo prezioso supporto alle attività. Le tematiche affrontate – oggetto di tanti studi, articoli, seminari e convegni pubblici – sono molte: dalla pianificazione delle infrastrutture alla gestione della sosta, dall’impiego di tecnologie innovative (con numerosi corsi di aggiornamento per responsabili e tecnici della Pubblica Amministrazione organizzati congiuntamente al Politecnico) alle politiche per innalzare i livelli di sicurezza stradale, dalle modalità per migliorare il servizio di trasporto pubblico e l’interscambio con il trasporto privato alle politiche per monitorare e migliorare la qualità ambientale.
Emblematico in questa direzione il piano di lavoro dei primi anni della Presidenza Stevan dedicato alla massimizzazione degli effetti positivi sul traffico derivanti dall’apertura del Passante ferroviario, ai
Testo di Paolo Redaelli, Segretario Commissione Mobilità AC Milano
SISTEMA
servizi necessari all’integrazione fra le varie modalità di trasporto, agli strumenti e alle infrastrutture necessarie per migliorare la gestione della sosta “uno dei problemi cruciali del traffico urbano”, al rapporto fra funzionalità viaria e decoro urbano.
DALLA COMMISSIONE TRAFFICO ALLA
COMMISSIONE
MOBILITA’: UNA
PIU’ AMPIA
CONSAPEVOLEZZA
La volontà di trattare i vari aspetti della mobilità in un quadro più ampio fa sì che la Commissione Traffico e Circolazione crei negli anni sempre più frequenti e intense sinergie con le altre Commissioni dell’Ente e organizzi eventi pubblici congiunti su temi di comune interesse quali la qualità ambientale, la sicurezza stradale, la sosta, la distribuzione delle merci, le riforme del codice della strada, ecc. Infatti pare a tutti chiaro che i vari temi chiedono di essere affrontati con un approccio multidisciplinare. Stevan è il promotore e il coordinatore di questa azione diventando più avanti la naturale guida dell’attuale Commissione Mobilità, sorta fra il 2015 e il 2016, dopo un attento lavoro di rimaglio, che segue un periodo di sospensione delle attività, “non previsto né auspicato”.
Grazie ad un nucleo centrale di esperti delle precedenti Commissioni, si avvia così un nuovo programma di lavoro che coinvolge ulteriori esperti in gruppi creati ad hoc che operano felicemente negli importanti studi e progetti i cui risultati trovano fra l’altro spazio nello speciale quartino centrale di questa rivista.
L’obiettivo dichiarato del nuovo programma di attività è quello di “favorire una più ampia consapevolezza in tema di mobilità”. Vengono richiamate
tutte le questioni e le priorità care a Stevan, a partire dalla valorizzazione della “rilevante funzione sociale ed economica dell’automobile in un sistema in cui vengano promossi lo sviluppo e l’integrazione fra tutti i mezzi di trasporto”, la riqualificazione della rete stradale ad ogni livello per ottenere un soddisfacente effetto sistema, la promozione di un efficace contrasto dei comportamenti scorretti di tutti gli utenti della strada.
Si avvia un percorso caratterizzato, da un lavoro in Commissione sempre improntato alla coralità, fondato sull’approfondimento dei temi “quale principale garanzia di giungere a proposte che assommino possibili convergenze, a volte partendo da impostazioni e punti di vista anche fra loro diverse e distanti”.
Tutte le riunioni, sia plenarie sia dei sottogruppi, sono preparate e seguite, direttamente o indirettamente, da attente valutazioni e analisi condotte dal Presidente insieme al suo segretario di Commissione: chi scrive può testimoniare che ciò ha riguardato tutti gli oltre 1.000 incontri, stimati sicuramente in difetto, svolti in tanti anni.
Mentre nei confronti dei pubblici decisori vi è incessante la richiesta di “evitare l’improvvisazione nella scelta dei provvedimenti che riguardano la mobilità, il più delle volte modesti e sbagliati, mal correlati l’uno all’altro e privi di una dimensione strategica”.
Stevan lamenta pericolose fughe in avanti, spesso dettate dalla ricerca del facile consenso, che piegano atti di programmazione e di pianificazione a scelte day by day.
La stesura di leggi e norme è spesso approssimativa per non essere “ostacolo alla rapidità del fare” ispirata da una leggerezza che, in realtà, è il “maggior ostacolo che si pone al loro rispetto e alla possibile efficacia”. La pianificazione deve essere sì dinamica ma le relative
norme devono sempre “essere rese facilmente comprensibili, rispettabili e fatte rispettare”.
LE PAROLE D’ORDINE DELLA COMMISSIONE STEVAN
Il comunicato stampa diffuso in occasione di un evento pubblico tenutosi presso la sede ACM a fine giugno 2023, frutto di un lungo lavoro di cesello, ben sintetizzano i capisaldi dell’attività e del pensiero della Commissione a guida Stevan dell’ultimo periodo:
Dare priorità alla CITTA’ METROPOLITANA, alle sue esigenze e al valore di area vasta, abbandonando i provvedimenti di carattere difensivo Milano centrici che limitano l’accessibilità al capoluogo penalizzandone la vita economica e sociale.
Dare importanza ad un PIANO TERRITORIALE che punti a una Città metropolitana policentrica con minore carico antropico capace di distribuire le funzioni primarie in poli urbani esterni.
Valorizzare IL RUOLO DELLA RETE FERROVIARIA REGIONALE: il trasporto pubblico su ferro è fondamentale per i pendolari e potrebbe giovarsi di stazioni principali attrezzate con centri direzionali, uffici, alberghi, residenze temporanee, spazi di co working, servizi pubblici, il tutto garantito da un interscambio tra diverse modalità di trasporto.
Sfruttare appieno le LINEE DI TRASPORTO PUBBLICO, incentivando l’uso del Passante ferroviario da parte dei residenti milanesi e procedendo alla realizzazione del secondo Passante ferroviario e al completamento delle reti metropolitane; in particolare la nuova M6 va collocata nell’ipotesi nord – sud che può convogliare grandi masse di mobilità dall’area urbana circostante a Milano. Impostare la LOTTA ALLA CONGESTIONE sulla realizzazione
In questa e nelle altre pagine alcune fra le più significative attività promosse dalla Commissione guidata dal prof. Cesare Stevan
di adeguate corsie/piste ciclabili, non inserendole, pericolosamente, nella viabilità principale bensì in quella residenziale e dotandole di semaforizzazioni dedicate agli incroci.
L’AUTO E’ INDISPENSABILE: chi pensa ad una città senza auto non pensa agli anziani, ai professionisti, agli artigiani, ai medici, agli infermieri, ai milanesi che lavorano in centri sparsi per l’area metropolitana poco raggiunti dal trasporto pubblico, ecc.: tutte categorie per le quali l’auto rimane indispensabile. Ipotizzare il dimezzamento delle auto private entro il 2030 è provvedimento socialmente iniquo.
Concepire un TRASPORTO PUBBLICO CORRETTAMENTE
RAPPORTATO ALLA DOMANDA
DEI CITTADINI DELL’INTERA AREA
METROPOLITANA, guidandone lo sviluppo anche attraverso una reale concorrenza, non solo formale, che possa garantire servizi migliori e tariffe inferiori, stimolando anche l’innovazione tecnologica.
Non ostacolare la COSTRUZIONE DI NUOVI PARCHEGGI: Milano ne ha bisogno sia per i residenti, favorendo così anche di liberare le strade per una migliore vivibilità, sia per quanti vengono a Milano in quanto centro di un policentrismo urbano che è costituito essenzialmente da relazioni di scambio (lavorativo, di studio, culturale, ecc.).
Favorire i sistemi di DISTRIBUZIONE
DELLE MERCI: è necessario sviluppare i centri di distribuzione urbana e periurbana e organizzare transhipment point e locker per l’ultimo miglio e i colli di piccole dimensioni dell’e commerce.
SICUREZZA STRADALE E CONTROLLI: sorpassi spericolati per evitare le code, cicli e monopattini sui marciapiedi per autodifesa, pedoni espropriati dai marciapiedi, semafori e segnaletica ignorati, parcheggi selvaggi: l’indisciplina domina la città. Oltre ad una nuova organizzazione della circolazione,
è necessario un sanzionamento – oggi irrilevante – dei comportamenti scorretti di tutti gli utenti della strada.
SICUREZZA STRADALE, CONSAPEVOLEZZA E FORMAZIONE: in ottica preventiva gli utenti devono essere consapevoli dei rischi che comporta la circolazione stradale; hanno pertanto necessità, ad ogni età, di essere informati e formati. In questa direzione Aci, con Regione Lombardia e Inail Lombardia, sta sviluppando da anni un’esperienza fondamentale nei confronti dei lavoratori per sensibilizzarli sui rischi degli spostamenti.
SICUREZZA STRADALE E NUOVA
SEGNALETICA: indagini di Ac Milano hanno dimostrato che vi è molta approssimazione da parte di numerosi enti proprietari di strade nell’apposizione della segnaletica stradale: vanno realizzati catasti e piani per indirizzare più efficacemente e in sicurezza gli automobilisti.
I LAVORI A LIVELLO REGIONALE E NAZIONALE
Nel corso degli anni la volontà di creare sempre nuove sinergie e di proiettare l’esame delle problematiche oltre i confini provinciali ha portato in primo luogo ad importanti contributi delle Commissioni guidate da Stevan all’assise della Conferenza del Traffico e della Circolazione, prima a Stresa poi a Riva del Garda, e ad alcune attività dell’Automobile Club d’Italia. Particolare impegno viene dedicato nei numerosi progetti sulla mobilità regionale che coinvolgono tutti gli Automobile Club provinciali lombardi. Presiede nel 1995 il convegno che illustra il lavoro condotto dall’ing. Fabio Semenza “Mobilità in Lombardia. Trasporti nel XXI secolo” sottolineando l’importanza di progetti unitari in grado realmente di migliorare le infrastrutture lombarde
indispensabili per inserire l’Italia nel processo di integrazione con l’Europa. In quella sede chiede a gran voce che dalle grandi enunciazioni si potesse passare a rapide realizzazioni con beneficio di tutti lamentando che “da un lato abbiamo le intelligenze, la professionalità, le competenze che producono progetti anche di grande valore, dall’altro abbiamo un sistema politico di gestione che, anche ove non perpetra coscientemente la dissipazione, sembra incapace di svolgere adeguatamente il proprio compito”. Apprezza molto l’interlocuzione con tutti gli Automobile Club di Lombardia, di cui vengono recepite le istanze riportate entro un progetto unitario non campanilistico o particolare.
La collaborazione con gli Automobile Club provinciali e il Comitato Regionale degli AC della Lombardia si ripete nel decennio successivo con due studi elaborati dalla Commissione e realizzati dal Centro Studi Pim. Per le due iniziative su “Infrastrutture e Mobilità in Lombardia” Stevan sceglie due titoli emblematici: “I nodi da sciogliere” nel 2005 e “ma quanto resta da fare” nel 2008. Viene messa in evidenza l’assoluta necessità di intervenire in tempi rapidi per realizzare quelle opere ritenute fondamentali per lo sviluppo economico e sociale della nostra regione. La fotografia dello stato delle infrastrutture evidenzia che finalmente qualcosa si era messo in moto e che alcune delle grandi opere attese da anni, o addirittura da decenni, avevano fatto qualche significativo passo in avanti. Si offrono occasioni di riflessione su vari nodi: dei finanziamenti, della credibilità dei progetti, dell’accessibilità ai nodi metropolitani, dell’importanza della viabilità secondaria troppo spesso trascurata, dell’integrazione delle infrastrutture con il territorio e la sua valorizzazione.
Si cerca una posizione condivisa degli AC provinciali nei confronti degli enti preposti alla programmazione di settore, resa ancor
più necessaria dalla aggiudicazione a Milano dell’organizzazione di Expo 2015. E’ questo un ulteriore momento di riflessione e di proposta per la Commissione, che approfondisce dettagliatamente le esigenze derivanti dalla gestione di un grande evento, precedente il più recente dossier, presentato a fine 2022, “Analisi e valutazione sulle strategie e sulle previsioni di intervento in tema di mobilità e trasporti in Lombardia”. Questa nuova collaborazione fra Comitato regionale lombardo, AC provinciali, Commissione Mobilità e Centro studi Pim nasce in vista dell’appuntamento Olimpico di Milano – Cortina del 2026. Un’iniziativa che, secondo le parole di Stevan, vede “in gioco entrambi i settori di interesse su cui si concentra l’impegno dei Club, ossia quello sportivo e quello più ampiamente sociale” e che “si colloca nella giusta linea di valorizzazione dell’azione dei Club sul territorio.”
La presentazione si conclude con un auspicio sul ruolo dei Club: “Il radicamento territoriale esistente da tempo, che si è mostrato in grado di produrre conoscenze, approfondimenti e proposte in occasioni che potremmo definire eccezionali, potrebbe e dovrebbe (viste le esigenze di favorire una mobilità consapevole, sostenibile, in un momento difficile di transizione della nostra società), assumere un carattere di continuità con uno sguardo critico sulla programmazione e realizzazione delle opere infrastrutturali non meno che sulla gestione intelligente dell’esistente (infrastrutture sociali, informazione e comunicazione)”.
L’APPORTO DELLA COMMISSIONE: OSSERVAZIONI, COMUNICAZIONE E FORMAZIONE
Automobile Club Milano sin dalla sua fondazione è sempre stato molto attento, e propositivo, nei rapporti con le varie Istituzioni e con i vari settori della comunicazione.
Anche la Commissione ha indirizzato la propria attività in queste direzioni. Prendendo come riferimento solo gli ultimi anni, si ricordano ad esempio i contributi ai tavoli di lavoro di Regione Lombardia sulla qualità dell’aria e del Comune di Milano sulla distribuzione delle merci in ambito urbano. Inoltre meritano una citazione le Osservazioni indirizzate al Comune di Milano in merito al Piano Aria Clima. Sono state quest’ultima ulteriore occasione per
INFRASTRUTTURE E MOBILITÀIN LOMBARDIA:
I NODI DA SCIOGLIERE
elettriche, la ricerca per combustibili alternativi. Parimenti attenzione è riservata alla logistica, alla sosta, al trasporto pubblico locale, ai fenomeni che caratterizzano la mobilità in ambito urbano e metropolitano, alle modifiche al Codice della strada, all’omicidio stradale, all’utilizzo della scatola nera a bordo dei veicoli e, più in generale, ai vari aspetti che coinvolgono la sicurezza stradale. Al riguardo di grande rilievo sono state le indagini svolte sugli incidenti mortali che hanno coinvolto i pedoni nella città di Milano, le indagini sullo stato della segnaletica stradale in tutti i comuni delle province di Milano, Monza Brianza e Lodi e la partecipazione, fortemente caldeggiata da Stevan, di molti componenti della Commissione ai progetti di formazione e informazione che Automobile Club conduce da oltre dieci anni - unitamente a Regione Lombardia e Inail Lombardia -raggiungendo oltre 15.000 lavoratori su tutto il territorio regionale allo scopo di ridurre l’incidentalità stradale nelle attività professionali e negli itinerari casa – lavoro.
GRAZIE CESARE
ricordare come AC Milano si muova sempre senza mai perdere di vista il contesto generale “nella convinzione che la migliore difesa degli automobilisti è quella che passa attraverso il miglioramento generale delle condizioni di mobilità e della qualità dei servizi che la corredano”.
In questo contesto viene ribadito il no alla inutile e illogica demonizzazione dell’auto a livello locale invocando “un sistema di azioni che per essere efficaci devono coinvolgere tutto l’esteso territorio padano o, quantomeno, l’intera area metropolitana”. Tali azioni devono riguardare nel complesso l’assetto del territorio, i suoi insediamenti e il sistema dei trasporti, e non devono mai pregiudicare i prioritari criteri di inclusione sociale e di tutela delle fasce deboli.
Ai temi ambientali vengono dedicati numerosi incontri formativi rivolti ai giornalisti e ai tecnici comunali, in collaborazione con l’Ordine professionale e con Città metropolitana di Milano: sono approfonditi, in particolare, il quadro reale delle cause dell’inquinamento atmosferico, lo sviluppo dell’auto green non limitandosi alle motorizzazioni
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E proprio la presentazione su via! di uno di questi progetti avvenuta nelle più buie settimane pandemiche dell’anno 2020 ci ha offerto ancora una volta, in modo emblematico, le caratteristiche peculiari del Presidente di cui abbiamo potuto fare tesoro in tanti anni.
Nelle giornate incerte e difficili del lockdown, minacciati dal “trionfo della morte” portato da “un virus devastante ancora in parte sconosciuto”, senza indugi Stevan ragionava su cosa fare nel presente e quando saremmo usciti dal tunnel, spronando tutti a ricordare che “ci sono cose che da sempre sappiamo si possono e, oggi più che mai, si devono fare per aumentare la sicurezza sulle nostre strade. E’ questa l’occasione per non abbassare la guardia e, se possibile, continuare con maggiore impegno. Grande è lo spazio che si apre alla consapevolezza e al trionfo della vita attraverso una continua, positiva e intelligente informazione e a processi formativi di nuovi comportamenti. Colmare questo spazio vuol dire rendere credibile la possibilità di una mobilità libera e sicura, proprio come quella delle più accattivanti pubblicità televisive”. Ci mancherà questo suo spirito. Ci mancherà questo suo continuo sprone per una maggiore consapevolezza e per un pronto ragionato agire. Grazie Cesare per quanto ci hai trasmesso e insegnato, incessantemente, con mirabile coerenza, fino agli ultimi giorni della tua vita.
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Ma chi ha mai visto un toro così?
Prendi una supercar fatta per andare in pista e trasformala in una quasi fuoristrada: la Lamborghini ha fatto questa follia ottenendo un risultato sensazionale e inatteso
Testo di Saverio Villa - Foto Roberto Zamponi/L’Automobile - Aci Editore
La Sterrato è un’auto apparentemente senza senso e, proprio per questo, è straordinariamente affascinante Riassumendo: di base si tratta di una Huracán, cioè di una supercoupé dalla prestazioni assolutamente estreme, fatta per muoversi con la massima rapidità su superfici lisce come biliardi
e, preferibilmente, su una pista. Tanto è vero che è il cavallo di battaglia della Lamborghini nelle gare per vetture granturismo.
Ma a Sant’Agata Bolognese cosa hanno fatto? Hanno preso la versione a trazione integrale e l’hanno fatta diventare una fuoristrada. Tra l’altro apportando
IN BREVE
ALIMENTAZIONE: benzina
CILINDRATA: 5.204 cc
POTENZA MASSIMA: 610 CV
COPPIA MASSIMA: 560 Nm
TRAZIONE: integrale
CAMBIO: aut. doppia frizione 7 rapp.
DIMENSIONI: 4.530x1.960x1.250 mm
VELOCITÀ: 260 km/h
ACCELERAZIONE 0/100: 3,4 sec.
ACCELERAZIONE 0/200: 9,8 sec
PREZZI: 269.300 Euro
una serie di modifiche – inevitabili per consentirle di abbandonare il “comodo” asfalto senza troppi patemi d’animo –che ne hanno limitato le prestazioni Ad esempio, a parte l’aumento di peso di circa 100 kg causato dai rinforzi della scocca, sono stati montati pneumatici specifici per l’offroad che
Alle modalità di guida della Huracán normali si aggiunge quella denominata “Rally” che rende più divertente e spettacolare la guida sulle superfici a bassa aderenza favorendo il sovrasterzo in ingresso e in uscita dalle curve.
strutturalmente non possono reggere le velocità alla portata delle altre Huracán (largamente superiori ai 300 all’ora), di conseguenza questa versione fuori dagli schemi è limitata a 260 km/h per motivi di sicurezza. L’accelerazione, in compenso, resta quella furibonda che conosciamo – 3,4 secondi da 0 a 100 km/h, quindi solo 2 decimi in più rispetto a quella della “normale” Huracán Tecnica – ma, del resto, per arginare i 610 CV e i 560 Nm del V10 ci sarebbe voluto ben altro. Scendiamo nei dettagli. Rispetto alla Huracán normale l’escursione degli ammortizzatori è aumentata di 44 mm, per arrivare a un’altezza del pianale dal suolo di 16 cm, cioè una quota quasi da suv. I pneumatici, studiati appositamente dalla Bridgestone, sono del tipo “quattro stagioni”. Sotto la scocca ci sono rinforzi in alluminio, sono stati aggiunti passaruota muscolosi in
Le caratterizzazioni esterne della Sterrato sono poche ma incisive: assetto rialzato, proiettori supplementari, passaruota allargati e, sopra il tetto, una presa d’aria aggiuntiva per far respirare il motore anche quando le ruote alzano tanta polvere.
plastica e kevlar e il tocco aggressivo finale viene dalla bella fanaleria supplementare che decora il frontale. Dal punto di vista meccanico la trazione è integrale, ma il sistema è regolato per assicurare una guida quasi da trazione posteriore. Lo straordinario V10 aspirato qui è in una delle sue ultime applicazioni perché, per motivi legati alle emissioni, presto dovrà fare spazio a un nuovo V8 biturbo ibrido da 800 CV. Ma anche se si tratta di un’unità non più nuova è ancora capace di eccitare chi sta dentro l’auto con una sonorità tagliente e con un’erogazione da brivido
E soprattutto ha una gestibilità molto maggiore di quella di un turbo.
Ma se la voce del motore è invadente dai regimi bassi e, a maggior ragione, fino agli 8.500 giri ai quali questo V10 può spingersi, è sorprendente constatare che la Sterrato, a suo modo, è un’auto confortevole le sospensioni, che hanno un’escursione maggiore rispetto a quelle delle altre Huracán e anche una regolazione meno granitica, essendo pensate per affrontare ostacoli di una certa entità rendono meno traumatico il passaggio sulle imperfezioni dell’asfalto normale e non mettono a dura prova la schiena di chi sta a bordo come fanno invece (anche eccedendo)
Gli interni non cambiano rispetto a quelli delle altre Huracán. L’assetto rialzato, però, oltre a migliorare la capacità di assorbimento delle sospensioni (che sulle versioni stradali è davvero limitata) migliora la visibilità per chi guida. Anche per questo, a dispetto di quanto si potrebbe pensare, la Sterrato si rivela la versione più usabile della famiglia.
le altre versioni della baby Lambo. L’assetto rialzato, poi, fa sì che la Sterrato, pur mantenendo un carattere sportivissimo, abbia anche un po’ di rollio e di beccheggio in più e questo permette di “sentire” meglio quando l’auto si avvicina al limite di tenuta, che comunque rimane elevatissimo. A questo effetto contribuiscono gli stessi pneumatici che, oltre ad avere
un battistrada più scolpito sono anche leggermente più stretti e hanno la spalla più consistente. Anche su strada normale e asciutta, questa Lamborghini sente maggiormente le variazioni dell’acceleratore ma, nel contempo, ha reazioni più facilmente interpretabili quando si va forte. E, ci scuseranno i puristi, alla fine risulta anche più divertente.
In aggiunta a tutto questo c’è una modalità di guida aggiuntiva denominata “Rally” da utilizzare sui fondi a bassa aderenza che, oltre a mandare tanta coppia al retrotreno per favorire un sovrasterzo molto controllabile in accelerazione (se si va decisi sul gas può capitare perfino quando si è in quarta marcia), sposta anche il bilanciamento della frenata verso le ruote posteriori così da velocizzare l’ingresso di curva “di traverso”, con risultati che si rivelano davvero incredibili dal punto di vista del divertimento di chi guida ed effetti spettacolari e gratificanti anche per chi, magari, non è esattamente un fenomeno del “drifting”. Ah, un’ultima informazione: i piani di produzione annunciati già al lancio della Sterrato prevedono la costruzione solo di 1.499 Sterrato per tutto il mondo che, ovviamente, sono già stati tutte prenotate. A circa 270 mila euro l’una, al netto delle infinite e costose personalizzazioni alle quali indulge abitualmente il cliente medio Lamborghini. Quindi potete solo sperare di trovare un buon usato. Oppure, in alternativa, ripiegate su uno dei modelli più “cavallati” di Jeep o Land Rover. Ma non sarà certo la stessa cosa
Sarà anche elettrica però è una vera Alfa
La più sportiva della gamma Junior è a batterie. Ma, a cominciare dal differenziale Torsen, ha tutto quello che serve per far godere gli appassionati del Marchio
Della nuova Alfa ormai si sa parecchio, a cominciare dai prezzi che, al netto degli incentivi, partono da 29.900 per l’ibrida e da 39.500 per l’elettrica con motorizzazione normale.
Ma quello che interessa davvero agli “Alfisti” è sapere come va la versione più sportiva, che, tanto per non lasciare dubbi, l’Alfa ha fatto provare sulla pista storica del Biscione, quella di Balocco. Ed è elettrica, ma prima di storcere il naso leggete quanto segue.
Intanto si chiama Veloce e, a differenza dalla Junior a batterie standard, qui i cavalli sono 280 anziché 156 CV
La potenza quindi è tanta, come è tanta la coppia massima, di 345 Nm. Di conseguenza non deve stupire se questa Alfa va molto forte. La scheda tecnica ufficiale parla di oltre 200 all’ora di velocità massima (cioè ben più di quanto solitamente promettono le full electric di questa categoria) ma, soprattutto, annuncia meno di 6 secondi per accelerare da o a 100 km/h.
Ma se al grande spunto delle auto
elettriche ormai siamo abituati, quello che stupisce della Junior Veloce è il suo temperamento complessivo che, possiamo dire senza timore di essere smentiti, è quello di una vera Alfa Romeo. E il merito va soprattutto all’adozione del differenziale autobloccante meccanico tipo Torsen. Grazie a questa soluzione, la Veloce riesce sempre a scaricare a terra tutta la coppia,
il cui valore massimo è disponibile appena si preme l’acceleratore e quindi, su un ‘auto a trazione anteriore potrebbe provocare pattinamenti, perdite di aderenza e sottosterzo.
Su questa Junior, al contrario, l’effetto che si ottiene quando si preme a fondo in curva è una netta tendenza del muso a chiudere la traiettoria, permettendo velocità di percorrenza sorprendenti.
ALIMENTAZIONE: elettrica
POTENZA MASSIMA: 280 CV
MASSIMA:
La Veloce ha finiture interne specifiche, ma plancia e strumentazione sono sostanzialmente le stesse delle Junior normali, motorizzate con un 1200 mild-hybrid da 136 CV o, in alternativa, con un elettrico da 156 CV.
E siccome il differenziale ha lo scorrimento limitato anche in fase di rilascio, viene facilitata e velocizzata anche la fase di ingresso in traiettoria
Ma le specificità della Veloce sono anche altre: lo sterzo è il più diretto della categoria con un’efficacia non così diversa da quelle di Giulia e Stelvio, che sono due riferimenti assoluti.
L’assetto è ribassato di 25 mm rispetto a quello delle altre Junior e le barre antirollio hanno una taratura più sportiva e danno il loro contributo a migliorare ancora la rapidità di risposta.
Ma aggiungiamoci anche i freni a disco anteriori da ben 380 mm, i pneumatci
Michelin Pilot Sport EV specifici per auto elettriche ad alte prestazioni montati
su cerchi da 20 pollici e, non da ultimo, un peso di 1.590 kg: non sono pochi in assoluto, ma in questa classe non c’è nessuno che fa meglio
Insomma la Junior Veloce è un’auto che sorprende per le sue caratteristiche. Poi naturalmente ci sono anche aspetti meno entusiasmanti: la mancanza delle leve al volante per regolare il recupero di energia, che aiuterebbero nelle staccate; un’autonomia destinata a ridursi molto rispetto ai 410 km dichiarati se si guida quest’auto come merita e, non da ultimo, il prezzo: ben 48.500 euro. Destinato oltretutto a crescere con optional imperdibili come i meravigliosi sedili anteriori della Sabelt, che sono compresi nel Pack Sport e si pagano a parte.
Testo di Saverio Villa
È diventata grande e l’ibrido le fa bene
Non è più la supercompatta di una volta e i prezzi sono da auto premium, ma è ben equipaggiata, tecnicamente aggiornata e la versione termica e è brillante e divertente.
Testo di Saverio Villa
Vista dal vivo la nuova Ypsilon tradisce poche somiglianze con gli altri modelli del gruppo Stellantis nati sulla stessa piattaforma. Ha una fisionomia ben definita, determinata non solo dal muso e dalla coda, ma anche dall’andamento della fiancata più sagomato Rispetto alla vecchia generazione, che è rimasta in produzione addirittura per 13 anni, il nuovo modello è nettamente più
lungo e largo. È difficile considerarla ancora un’auto piccola, però continua a prestarsi bene all’uso cittadino. Anche dentro le analogie con le cugine francesi (Peugeot 208) e tedesche (Opel Corsa) sono limitate ad alcuni dettagli come i selettori della trasmissione e delle modalità di guida. E si respira un’aria specifica, per molti elementi di design, per l’andamento delle linee e le grafiche della
plancia e per i rivestimenti dei sedili che richiamano il cosiddetto “panno Lancia” di alcuni modelli storici. È curata perfino la trama dei tappetini.
Su tutte le versioni, poi, c’è il tavolinetto che fuoriesce dalla plancia e può integrare il vano per la ricarica a induzione per lo smartphone. È una soluzione originale, anche se lo si percepisce un po’ rigido quando ci
autom. 6 rapporti
DIMENSIONI: 4.080X1.760X1.440 mm VELOCITÀ: 190 km/h
La versione LX costa 3000 euro più della normale, ma ha una dotazione più generosa in termini sistemi di ausilio alla guida, rivestimenti e accessori. Però, nonostante il prezzo impegnativo è destinata ad essere la preferita sul nostro mercato.
si appoggia con la gamba destra per ancorarsi nelle curve.
Già l’allestimento di ingresso offre due grandi display in formato 16:9 da 12,3 pollici, per strumentazione e multimedialità, con una grafica attraente (però quello che fa da cruscotto non è configurabile).
Poi è sempre di serie il sistema S.a.l.a (Sound Air Light Augmentation) per regolare le caratteristiche ambientali
dell’abitacolo. E per fortuna restano alcuni comandi fisici per gestire le funzioni di uso più frequente Le plastiche sono ben trattate e gradevoli da vedere, anche se non sempre morbide. Purtroppo, però, è un po’ limitata l’accessibilità al divano, perché le porte posteriori sono piuttosto strette. E questo è un difetto condiviso con Corsa e 208. Rispetto a queste ultime, però, cambia il comportamento stradale, perché la
Con la nuova Ypsilon la Lancia tornerà anche a competere ufficialmente nei rally nel 2025. La Rally 4 HF, monterà un 1200 turbo da oltre 200 cv e contribuirà a un programma finalizzato alla crescita dei piloti emergenti.
Ypsilon ha carreggiate più larghe e una regolazione diversa di sterzo e sospensioni. Le capacità di assorbimento sono molto buone, ma è anche ben piantata a terra e abbastanza reattiva nelle correzioni. Anche se la versione elettrica è nettamente più potente – 156 cv anziché 100 – e questo, nell’uso normale le permette di neutralizzare i tre quintali in più di peso, è la versione 1.200 mild-hybrid a stupire. Distinguibile da quella “green” soprattutto per le prese d’aria aperte sul muso, è quasi altrettanto silenziosa ai regimi bassi e spinge bene da subito grazie al motore elettrico aggiuntivo, che in città permette accelerazioni e riprese vivaci. Il comando dello sterzo è più consistente e il cambio automatico a doppia frizione con sei rapporti, di serie e pilotabile anche con le leve al volante, è ben sintonizzato con il motore. Coerentemente con la sua immagine premium la nuova Ypsilon è piuttosto cara. L’ibrida, al netto degli incentivi che possono incidere sensibilmente, parte da 24.900 Euro. Per quella elettrica al 100%, invece, ne servono almeno 34.900.
IN BREVE
Il nuovo motore è una bella sorpresa
Si tratta sempre di un sistema full-hybrid. La potenza disponibile aumenta ma, oltre alle prestazioni, ne guadagna anche il confort di marcia
I l segmento B suv è il più importante per il mercato italiano e la Yaris Cross, insieme con Jeep Avenger, Renault Captur e Volkswagen T-Roc ne è una delle regine indiscusse
Ma la Toyota ha provveduto lo stesso ad aggiornare quello che è suo modello più venduto. Non possiamo parlare di un vero restyling e del resto non ce ne sarebbe stato bisogno, però viene introdotto un nuovo motore da 131 CV che va ad affiancare quello già esistente da 116 CV. Ovviamente stiamo parlando di unità full-hybrid. All’esterno c’è poco da segnalare. Dentro invece qualcosa cambia: la strumentazione ora è completamente digitale – da 7 o da 12,3” secondo dell’allestimento – e c’è anche un nuovo schermo centrale da 10,5”. Ma per fortuna restano i pratici comandi fisici per regolare la climatizzazione. Il software e la grafica dell’infotainment sono stati aggiornati, l’assistente vocale
La Yaris Cross del servizio è nell’allestimento più completo Premiere, che è una sorta di serie speciale destinata a restare in listino un solo anno.
comunque rimane in listino. E la maggiore coppia di matrice elettrica mette effettivamente il cambio automatico in condizione di funzionare in modo più disinvolto ed efficace
La nuova unità ibrida può contare su una maggiore potenza della parte elettrica. La marcia diventa più fluida e i consumi sono molto bassi.
è più efficiente ed è anche possibile aprire e chiudere la vettura e metterla in moto utilizzando lo smartphone. La connessione con Android Auto e Apple CarPlay è wireless e tutto il sistema è aggiornabile in tempo reale via web. Nell’abitacolo si notano anche un uso più esteso di materiali morbidi al tatto e la presenza di inserti che riprendono il colore della carrozzeria, mentre abitabilità e capacità del bagagliaio sono invariate. La base della nuova unità da 131 CV è sempre costituita da un 1500 a benzina a tre cilindri da 92 CV, però il motore elettrico diventa più performante
e adesso può erogare fino a 84 CV e 185 Nm. Il cambio automatico a variazione continua e controllo elettronico è stato ritoccato per ridurre l’effetto trascinamento che contraddistingue, a vari livelli, un po’ gli ibridi di Toyota. Come in passato, poi, resta disponibile anche la trazione integrale, ottenuta con l’aggiunta di un motore elettrico posteriore che, però, non modifica la quantità di potenza massima di sistema disponibile.
In movimento si nota subito la maggiore prontezza del nuovo motore rispetto a quella dell’unità da 116 CV, che
La Yaris Cross, comunque, continua ad essere una regina della città, perché ha dimensioni abbastanza raccolte, è agile, ha un raggio di sterzata favorevole e offre una buona visibilità (specialmente davanti). E l’assetto assorbe bene dossi rallentatori, binari del tram e tutte le irregolarità dei percorsi urbani, ma in velocità rimane composto. Con gli aggiornamenti è cresciuta anche la dotazione di adas, che già prima era piuttosto generosa per la categoria della Yaris Cross, e hanno interventi calibrati. Specialmente il cruise control adattivo. Anche l’insonorizzazione è più curata ed effettivamente – quando non si richiedono al motore le massime accelerazioni e se, in autostrada, si sta entro i limiti di velocità consentiti – il confort acustico è ineccepibile. La Yaris Cross è sempre piuttosto cara, ma questo non le ha impedito di ottenere un ottimo riscontro di mercato grazie ai suoi contenuti e ai consumi ridotti. Per un esemplare con il nuovo motore, al netto degli incentivi, servono almeno 33.400 Euro, ma l’entry level della gamma è a quota 28.650 Euro.
ALIMENTAZIONE: benzina full-hybrid
CILINDRATA: 1.490 cc
POTENZA: 131 CV
COPPIA MASSIMA: 120 Nm
TRAZIONE: anteriore
CAMBIO: automatico cvt
DIMENSIONI: 4180X1.770X1.600 mm
VELOCITÀ: 170 km/h
ACCELERAZIONE 0/100: 10,7 secondi
PREZZO VERSIONE PROVATA: 37.400 Euro
IN BREVE
Testo di Saverio Villa
Sulla piazzetta con tanta classe
Sarà anche partita timidamente, ma questa iniziativa aveva già tutti i presupposti per diventare un successo. Così è stato per la Milano Portofino, un’affascinante kermesse dedicata alle auto storiche, ormai appartenente al gotha degli eventi e che, di anno in anno, si arricchisce di nuovi itinerari e tappe culturali. Naturalmente, viste le città di partenza e di arrivo,
tutto non poteva che essere improntato all’eleganza ed alla classe. Infatti il primo concentramento delle vetture e degli equipaggi è stato nello storico cortile del palazzo del Senato a Milano, per poi dirigersi in Corso Venezia alla sede dell’A.C.I. Milano, dove è stato dato il via ai 24 equipaggi che si sono poi diretti al Grand Hotel et de Milan (dove dimorava Giuseppe Verdi) per la cena
di gala. Quindi, la mattina dopo, è iniziato il tour de force che ha messo a dura prova le vetture. La prima tappa è stata Calvignano, sulle alture dell’oltrepò Pavese, un luogo ricco di vigneti collocato proprio sull’antichissima via del sale che scavalca le montagne e porta a Genova. E alla fine le auto sono arrivate sulla piazzetta di Portofino, l’antico borgo di
Carlo Chiti 100
Ricordo di un grande protagonista del Motor Sport italiano a cent’anni dalla nascita
Un carattere fumantino, ma profondamente umano. Un omone grande e grosso le cui memorabili sfuriate finivano con una pacca sulle spalle due minuti dopo. Toscano verace, l’ingegner Carlo Chiti fu un vero personaggio, diretto e simpatico, innamorato del suo lavoro, portato avanti con inesauribile energia, competenza e coraggio, e anche dei cani, specialmente i randagini che egli raccoglieva e soccorreva.
Note personali, queste, che danno colore ad un indimenticabile protagonista dell’automobilismo sportivo dagli Anni 50 in poi. Oltre al “colore” c’è però anche la (tanta) “sostanza” di uno dei tecnici-progettisti di maggiore spessore del mondo delle corse nell’epoca in cui il successo era frutto di genialità, intuito e sperimentazione, prima dell’elettronica, del digitale, degli algoritmi. A lui il Motor Sport deve molto in quanto seppe sviluppare nuovi capitoli di ingegneria motoristica e aerodinamica. Di Carlo Chiti si ricorda quest’anno il centenario della nascita.
1975: si festeggia la conquista del Mondiale Marche con l’Alfa 33TT12. Carlo Chiti tra meccanici e piloti, Pescarolo e Bell a sinistra, Merzario e Brambilla a destra
pescatori, oggi diventato uno dei punti di riferimento del jet set internazionale. Ma tutto era iniziato un giorno prima, con il programma “Tribute Youngtimer e Supercar” che si è svolto in uno splendido castello del ‘600 nel Monferrato, dove è stata effettuata una prova di abilità all’interno della corte. Aspettiamo dunque le novità dell’edizione del 2025!’
Originario di Pistoia, Carlo Chiti si laurea in Ingegneria aeronautica all’Università di Pisa, e inizia la sua carriera di progettista in Alfa Romeo, passando nel 1952 al reparto Corse del Biscione. Nel 1957
lo chiama Enzo Ferrari che si vale dei suoi progetti per le monoposto che vinsero i mondiali di F1 nel 1958, con il pilota Mike Hawthorn e nel 1961 con la rivoluzionaria F156 a motore posteriore pilotata da Phil Hill. Subito dopo, con altri transfughi dalla Ferrari fonda la ATS (Automobili Turismo Sport) che ebbe scarsa fortuna e nel 1966 torna all’Alfa Romeo come Direttore Generale dell’Autodelta, la squadra corse della casa milanese, che con la 33TT12 vince il “Mondiale Marche” nel 1975 e nel 1977. Quindi il ritorno in F1 con la BrabhamAlfa Romeo BT 46/B che viene
Il promotore della serata, Fulvio Maria Ballabio, fondatore di Montecarlo Motorsport, estimatore e amico di Carlo Chiti, nonché suo ultimo pilota, a fianco della “MCM - CC - 133 Pista”, erede della Centenaire. Realizzata interamente in carbonio, è l’unica sportiva al mondo alimentata a GPL
ricordata quasi solo per il successo nel GP di Svezia del ’78 con Niki Lauda, grazie al geniale “ventilatore” a effetto suolo subito però osteggiato dall’autorità sportiva. Furono anni difficili, segnati da un non convinto supporto della Casa madre e da cambi di regolamento penalizzanti. Lasciato il reparto Corse, Chiti fonda nel 1985 la Motori Moderni, costruttrice di propulsori da corsa che equipaggiarono principalmente Minardi e Subaru. Gli anni 80 sono dedicati alla “Centenaire”, sua ultima creatura e prima sportiva stradale al mondo con telaio in carbonio, realizzata da Montecarlo Automobile. Carlo Chiti è morto nel 1994 a Milano.
Doveva compiere 70 anni.
Alla presenza di un folto pubblico di invitati, la serata commemorativa si è svolta in maggio nel Salone della sede di AC Milano con la promozione di Montecarlo Motorsport, Alfa Racing Club e Scuderia Sant Ambroeus. Dopo i saluti di Geronimo La Russa, presidente di AC Milano, il giornalista Mario Fontana ha dialogato con i numero-
si intervenuti: i figli di Carlo Chiti, Olga e Arturo, il giornalista Pino Allievi, Marco Galassi della Scuderia Sant’Ambroeus, Aron Baghetti figlio del pilota e giornalista Giancarlo, il pilota di F1 Bruno Giacomelli e il suo ingegnere Maurizio Colombo, Carlo Facetti e Mario Casoni, Nini Vaccarella, Lucien Bianchi e Nanni Galli suo pilota ed ami-
co, lo scrittore Danilo Castellarin, Vittorio Cocito e Paolo Pinto, dirigente e direttore di AC Novara. Il tutto è stato intervallato dalla narrazione in voce e immagini della “Chiti story” da parte dell’attore Davide da Fidel. In sala erano esposte la nuova CC 133 Pista, e una Montecarlo Centenaire V12, l’ultima auto realizzata da Carlo Chiti.
Edizione 2024 della manifestazione milanese con tante novità ed una prova di abilità
Testo di Paolo Moroni
Testo di Maurizio Gussoni
L ETTURE
Motori in libreria
U N CAMPIONE COL VENTO IN POPPA
Ruggero Tita, un velista dolomitico
Le ultime novita per gli appasionati delle due e delle quattro ruote. Libri in vendita alla Libreria dell’Automobile di corso Venezia 45. Sconti per i Soci-www.libreriadellautomobile.it
FERRARI 288 GTO
di Gaetano Derosa
Giorgio Nada Editore
Formato: cm. 24x27
Pagine: 168
Foto: oltre 200 a colori e B/n
Copertina: rilegato
Testo: italiano/inglese
Prezzo € 44,00
Se il 1984 è un anno non facile per la Casa di Maranello in Formula 1 non si può dire lo stesso per le stradali, con il prepotente ritorno di due sigle fra le più iconiche e suggestive del Cavallino: Testarossa e GTO, la nuova granturismo Ferrari, frutto più maturo delle gloriose 8 cilindri, apparsa al Salone di Ginevra di quell’anno. La 288 GTO – questa la denominazione completa del nuovo modello – è figlia legittima del prototipo 308 GTB Speciale allestito da Pininfarina nel 1977, una 308 “vitaminizzata” ancor più grintosa e spinta da un 8 cilindri a V di 2,8 litri capace di rendere circa 400 CV per una velocità poco superiore ai 300 km/h. Dopo F40 e Testarossa, un’altra supercar del Cavallino entra in questa monografia che ne ripercorre la genesi tecnica e stilistica anche attraverso alcuni dei suoi artefici.
LANCIA THEMA BERLINA, STATION WAGON E 8.32
di Marco Visani
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Formato: cm. 24x27
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Copertina: brossura
Testo: italiano
Prezzo € 35,00
Con un’intervista a GIORGETTO GIUGIARO
Assieme alla prima Delta, il miglior prodotto della gestione Fiat, è stata proprio la Thema, l’ultima vera ammiraglia della Lancia. Uno stile impattante, opera della Italdesign, un’immagine capace di imporre un prodotto italiano di prima grandezza in un settore dominato dalle marche estere, le tedesche in particolare, e una gamma estesa come mai si era vista prima su una grande Lancia: berlina, limousine, station wagon; motori a quattro, sei e otto cilindri, benzina e turboDiesel. Menzione d’onore per la 8.32, la celeberrima “ThemaFerrari” che ha fatto (e fa tuttora) sognare. Il volume ripercorre la genesi stilistica delle diverse versioni e le vicende storico-industriali dell’ammiraglia di Casa Lancia, con schede tecniche e gli immancabili consigli per il restauro.
TUTTO SENNA
di Enrico Mapelli
Giorgio Nada Editore
Formato: cm. 16x21
Pagine: 256
Foto: oltre 300 a colori e B/n
Copertina: brossura
Testo: italiano
Prezzo € 24,00
Prefazione di IVAN CAPELLI
A 30 anni dalla scomparsa, l’uomo, il pilota, il campione. Tre facce di un personaggio che rappresenta ancora un idolo mondiale. Questo libro ripercorre la sua vicenda umana e agonistica attraverso una serie di capitoli dedicati: dal legame con alcune piste come Monte Carlo e Monza allo storico “dualismo” con Alain Prost; dal rapporto con i suoi compagni di squadra alle diverse fasi della sua straordinaria carriera iniziata in Toleman e finita, tragicamente, con la Williams. Una parte significativa è dedicata alla rassegna le undici stagioni di Ayrton in Formula 1, gara per gara. Un volume prezioso destinato a chi, all’epoca, ebbe modo di vivere questa lunga quanto affascinante storia così come a chi si avvicina per la prima volta a questo immenso campione. Copia firmata dall’autore
VESPA. GUIDA
ILLUSTRATA
ALL’IDENTIFICAZIONE
di Alessandro Pozzi
Giorgio Nada Editore
Formato: cm. 25x24
Pagine: 240
Foto: oltre 1.100 a colori
Copertina: brossura
Testo: italiano/inglese
Prezzo € 49,00
Un volume indispensabile e prezioso per tutti i vespisti che intendono conoscere nei minimi dettagli l’evoluzione dell’iconico scooter Piaggio. Una guida definitiva grazie alla moltitudine di informazioni acquisite negli anni dall’autore che ha studiato con attenzione tutti i modelli e raccolto migliaia di fotografie delle Vespa prodotte a Pontedera dal 1946 al 1983. Il libro censisce e documenta ogni più piccola variazione apportata ai diversi modelli creati per il mercato italiano. Proprio grazie alle foto e alla relativa didascalia è possibile sapere quando una particolare modifica è stata introdotta nella produzione di ogni modello. Il libro è arricchito da decine di riproduzioni di pubblicità dell’epoca e riporta tutti i dati matricolari di produzione e i codici dei colori utilizzati anno per anno. Copia firmata dall’autore
Grandi sfide quest’anno per il medagliatissimo timoniere trentino. Dopo la conquista del suo quarto titolo mondiale nella classe olimpica Nacra 17, del secondo posto con AC40 conquistato a Gedda e la partecipazione olimpica a Paris 2024 è ora anche atteso alla 37° America’s Cup 2024 a Barcellona
Testo di Alberto Ansaldi
Ruggero Tita, a destra, e Marco Gradoni timonieri a Gedda dell’AC40. La AC 40 in azione
Un anno impegnativo e denso di appuntamenti top questo 2024 per il 32enne timoniere Ruggero Tita: Olimpiadi a Parigi e 37^ America’s Cup a Barcellona. Una passione innata per le sfide, quella del velista trentino, una costante rincorsa a mettersi in gioco. Dopo aver riportato in Italia, dopo oltre vent’anni, l’oro Olimpico conquistato a Tokyo 2020 sul Nacra 17, il catamarano misto acrobatico e volante sui foil, Tita ha portato la vela italiana sul tetto del mondo, con risultati al top del ranking mondiale tra i quali, primo fra tutti, il suo quarto campionato del mondo di quest’anno (il terzo consecutivo).
E non solo il Nacra 17, ma anche l’appartenenza al team di Luna Rossa Prada Pirelli, impegnano quotidianamente il timoniere di Rovereto in vista di queste regate mondiali. Assieme al team di progettisti, ingegneri, designers, Ruggero ha
contribuito alla preparazione dell’AC 75, che scenderà in acqua nella competizione in programma a Barcellona per due mesi, a partire dalla fine di agosto e fino ad ottobre. È sempre grande l’attesa per la prestigiosa competizione velica che da 175 anni è tra i più seguiti eventi sportivi al mondo e che vale per la conquista dell’ambita “vecchia brocca”, oggi saldamente in mano neozelandese. Al campione trentino viene spesso chiesto come faccia a conciliare due impegni così importanti ed impegnativi per la mente e per il fisico. Ruggero confessa che la sua tecnica consiste nello sfrondare il contorno, minimizzare gli aspetti della vita privata, lo svago, le amicizie, gli altri sport, nel circondarsi di poche persone fidate che gli consentono di sfruttare al massimo ogni singolo minuto e ricondurre quindi ai due focus principali la suddivisione del tempo.
Tita su Moth 8
L’obiettivo è dedicare tutto sè stesso a migliorare ogni giorno preparazione, competenze, tecnica e metodo.
L’attività sul catamarano olimpico consente, in ogni giornata di allenamento o regata, di confrontarsi al massimo livello con i più forti velisti del mondo. Questa è una grande opportunità
che permette di affinare le tecniche di conduzione dell’imbarcazione in acqua. Allenamenti intensi su imbarcazioni diverse migliorano la capacità di reagire con immediatezza alle tattiche altrui e il confronto diretto consente di non perdere di vista eventuali nuove pratiche. Grande attenzione quindi al lavoro nel team di Luna Rossa Prada Pirelli e alla Campagna Olimpica. Infatti nel Nacra 17, il perfezionamento della parte tecnica è costante e progressivo, mentre su Luna Rossa, giunta alla terza generazione di AC 75, le barche hanno performance simili a quelle della precedente edizione e quindi saranno gli equipaggi a fare la differenza. Luna Rossa Prada Pirelli, l’imbarcazione rivoluzionaria recentemente varata, ha un potenziale importante di performance, un team di alto livello e serie possibilità di vittoria. Quindi Buon vento!
Ruggero
Lo scooter elettrico coniato in stile e-parkour
Con la sua estetica minimalista e funzionalità avanzate, ridefinisce la mobilità elettrica urbana, rendendola dinamica e accessibile. Con due livelli di potenza
Testo di Valerio Boni
L e vendite di ciclomotori sono da anni in costante calo, ma BMW ha deciso di lanciare il CE 02, un veicolo elettrico da 45 km/h, che rappresenta una scelta audace nel panorama delle due ruote. Non è infatti uno scooter classico, e si distingue per un design unico, minimalista e futuristico, con un telaio in acciaio a vista e sovrastrutture ridotte ai minimi termini. Che i tedeschi hanno scelto di definire e-parkourer, una definizione che è la sintesi dei concetti di elettrico e di parkour, la una disciplina sportiva che prevede di affrontare percorsi urbani superando qualsiasi genere di ostacolo in modo veloce e spettacolare. È disponibile in due versioni: una da 6 kW per i quattordicenni con patente AM, e una da 11 kW, guidabile con patente A2 o B. Pesa 119 kg, raggiunge
e
è
i 45 km/h e ha un’autonomia di 45 km, mentre quello da 11 kW, con una velocità massima di 95 km/h e un peso di 132 kg,può percorrere fino a 90 km con una carica. La differenza di peso è dovuta alla seconda batteria. La sella è una fascia imbottita che consente diverse posizioni di seduta, mentre le pedane avanzate o arretrate permettono di personalizzare l’assetto in base alle preferenze di guida.
In città il CE 02 si dimostra agile e reattivo, grazie alle ruote di grande sezione da 14 pollici che resistono bene alle irregolarità del pavé e alle buche di medie tipiche delle strade milanesi. La guida è piacevole e confortevole, con una postura che può essere costruita su misura su una sella che a prima vista può apparire rigida, ma in realtà è molto confortevole. Per quanto
Il CE 02 è dotato di uno schermo da 3,5 pollici, a sinistra, che indica lo stato della batteria, i dati di marcia, la modalità di guida scelta e lo stato dell’ABS, disinseribile sulla ruota posteriore. Si connette allo smartphone via Bluetooth
riguarda l’ergonomia, l’unico appunto va allo spigolo che sporge sul lato destro, appena sotto la sella, che può entrare in contatto con la coscia di chi guida, soprattutto in fase di manovra. Le modalità di guida sono tre: Flow, ideale per una guida rilassata e con consumi contenuti, Surf, che consente ripartenze più dinamiche al semaforo, e Flash, disponibile con il pacchetto Highline, che permette di raggiungere i 50 km/h in tre secondi. Oltre alle differenti erogazioni della coppia, i riding mode hanno anche diverse tarature del sistema di recupero dell’energia in frenata. L’effetto più evidente è assicurato dalla funzione più sportiva, che di fatto rende possibile una guida gestita unicamente dall’acceleratore, con i freni da utilizzare solo per i rallentamenti
più decisi. Con la modalità Flow il recupero è più modesto, mentre la Surf permette di “veleggiare” quando si chiude il gas. Per quanto riguarda il caricabatterie ingombrante, BMW propone uno zaino impermeabile opzionale poiché non è previsto un alloggiamento dedicato. Un’altra curiosità è rappresentata dai cerchi in alluminio “pieni”, che non solo aggiungono un tocco di stile, ma migliorano anche la stabilità del veicolo.
Il prezzo del CE 02 parte da 7.750 euro per la versione da 6 kW (riducibili a 4), che possono scendere a circa 5.900 euro per chi può usufruire degli incentivi, mentre quella da 11 kW costa 8.750 euro, che possono scendere a circa 6.650 euro. Il pacchetto Highline, che costa 930 euro, aggiunge finiture colorate, forcella in tinta oro, modalità di marcia Flash, manopole riscaldabili e supporto per lo smartphone.
DIMENSIONI:
AUTONOMIA: fino a 90 km
119 (132) kg
PREZZO: DA 7.750 EURO
IN BREVE
MOTORE: elettrico sincrono raffreddato ad aria 6 kW, o 11 kW
lungh. 1.970 mm, alt. sella 750 mm, peso
Il design del CE 02, non è quello classico da scooter,
un mix di minimalismo
futurismo, e si distingue per il telaio in acciaio con tubi a vista e linee pulite
B ENESSERE IN VIAGGIO
Comodi... ma in salute
I consigli di una nota fisioterapista per mantenere una perfetta forma fisica alla guida di un’auto nei lunghi viaggi. Ne va della salute e della sicurezza di marcia.
Testo di Maurizio Gussoni
Achi non è capitato, dopo un lungo percorso in auto, di fermarsi e sentirsi un po’ a pezzi? Magari con qualche parte del corpo anchilosata? Sembrano fenomeni trascurabili ma, nei fatti, rendono più difficili e lenti i movimenti, quindi meno sicura la guida. Abbiamo chiesto lumi ad un’esperta del settore, nota per le sue attività di fisioterapia nel mondo sportivo. È la dottoressa Marta Maria Magda, una professionista che esercita a Milano e che ci ha indicato semplici esercizi da eseguire nell’area di servizio, almeno ogni 1/2 ore di guida. Nei riquadri i sei esercizi che cambieranno completamente la vostra situazione fisica in auto. Ma via! ha fatto di più: ha utilizzato
due vetture, una Porsche 911 ed una Range Rover, chiedendo alla nostra esperta di indicare la posizione corretta da assumere al volante. Tenendo ovviamente presente che la prima è una vettura sportiva, quindi indirizzata verso una guida in posizione sdraiata, la seconda un suv che richiede una guida più… verticale.
“Per mantenere una postura corretta durante la guida - ha affermato la dottoressa Magda - e prevenire dolori alla schiena occorre seguire alcuni consigli. Prima di tutto il sedile deve essere in posizione ergonomica, l’altezza regolata in modo che il bacino sia leggermente più in alto delle ginocchia, per favorire la diminuzione della pressione sulla parte bassa della schiena. L’inclinazione dello schienale deve essere compresa tra i 100° ed i 110° per mantenere la schiena dritta e ridurre lo stress sulla colonna vertebrale. La
AFFONDI FRONTALI Fermarsi ed allungare la coscia anteriore con le mani sul bacino. Mantenere la posizione per 30 secondi ed eseguire per due volte per parte l’esercizio.
STETCHING POSTURALE Stendere le braccia all’indietro simulando dei cerchietti nell’aria ed aprire bene il torace. Le scapole devono rimanere chiuse e l’addome compatto.
distanza tra il sedile e la frizione, deve permettere di premere il pedale fino in fondo, senza sforzo e senza dover spingere le spalle o il bacino contro il sedile. Il cavo popliteo non deve essere compromesso, occorre stare più avanti rispetto al sedile ed i fianchi devono rimanere sempre appoggiati. Posizionare il supporto lombare (se non
AFFONDI LATERALI Spostare il peso da una gamba all’altra. Eseguire due serie da 10 ripetizioni e mantenere lo stretching della parte interna della coscia per 30 secondi per ogni parte.
TORSIONI DEL BUSTO Eseguire le torsioni del tronco nelle due direzioni portando anche lo sguardo all’indietro. Tenere le scapole chiuse ed il petto all’infuori. Due serie da 10 ripetizioni.
è già presente aggiungere un cuscino) in modo da sostenere la curva lordotica della colonna vertebrale. Questo è indispensabile per prevenire eventuali ernie, protrusioni o discopatie. Importante il posizionamento del volante: deve essere regolato in altezza e profondità in modo da non dover estendere eccessivamente le braccia; i
per la maggioranza delle auto, come suv e berline. Come si nota la posizione si sviluppa in verticale.
STRETCHING DEL COLLO Avvicinare l’orecchio la spalla e con l’altra mano spingere verso il basso. Mantenere lo stretching per 20 secondi e per cinque ripetizioni dell’esercizio per parte.
ESTENSIONI IN PIEDI Eseguire le estensioni della colonna portando anche lo sguardo all’indietro. Mantenere lo stretching per 10 secondi e ripetere il tutto per 5 volte.
gomiti devono rimanere leggermente flessi, formando un arco di circa 120°. I poggiatesta devono essere posizionati all’altezza della parte centrale della testa, per prevenire rischi di lesioni in caso di impatto. I piedi devono appoggiarsi comodamente sui pedali, con i talloni a contatto con il pavimento. Le ginocchia devono essere leggermente piegate, con uno spazio libero ed adeguato per poter evitare compressioni dei vasi sanguigni. Durante lunghi tragitti è importante sostare almeno ogni 1 o 2 ore per camminare e fare esercizi di stretching, per contrastare la rigidità muscolarearticolare e migliorare la circolazione (vedi riquadri). Tutto questo aiuterà a prevenire i dolori alla schiena, aumenterà anche il comfort e naturalmente la sicurezza di guida.
(Dott.ssa Marta Maria Magda, FisioSportLife, Milano. Marta.Magda@fisiosportlife.it)
Nelle sportive la posizione è molto più “sdraiata” che sulle altre auto. Mai tenere le gambe dritte e parallele al pavimento, dare sempre un po’ di angolazione.
Ecco, in pratica, la posizione corretta da assumere alla guida
Marta Magda con i titolari dell’Autosalone Valentino di Milano. L’azienda ha messo a disposizione di via! la Porsche e la Range Rover usate per il servizio.
VIAGGIO-AVVENTURA DI TRE NOSTRI SOCI
DA MILANO ALLA MONGOLIA
CON UNA VECCHIA FIAT 127 E IL SUPPORTO DI AC MILANO
Da Milano a Ulaanbaatar, capitale della Mongolia, con una valorosa Fiat 127 del 1979 chiamata a coprire 13 mila chilometri in sei settimane da metà luglio a fine agosto su strade di ogni tipo. Questa è “Mongol Rally” la sfida
Il team ”Tirami Tu” con il vicepresidente ACM Paolo Longoni (a destra) e il direttore Paolo Roggero
trio dei nostri soci ritratti con “Vincenzina”
non competitiva che si svolge dal 2004 e che vede al via numerose vetture anche curiose. Quest’anno vi parteciperano tre nostri giovani soci per il gusto dell’avventura, ma anche per raccogliere fondi a favore di “Cool
Earth” - un’organizzazione che protegge la Foresta Amazzonica - e “Un Mondo di Amici”, una onlus che aiuta un ospedale pediatrico in Congo. Il team “Tirami Tu”, ovvero Carlo Sucameli di Muggiò, Andrea Tarantino e Fabio Dell’Acqua
di Milano, trentenni senza paura, sono stati salutati al “Via!” da Paolo Longoni e Paolo Roggero, vicepresidente e direttore di AC Milano, che hanno consegnato loro il Carnet de Passage e gli adesivi “ACM Squadra Corse” da apporre sulla vettura, affettuosamente chiamata “Vincenzina”. “Siamo orgogliosi di supportare i nostri soci in questa prova che promuove iniziative benefiche importanti”, ha dichiarato Paolo Longoni, vicepresidente di ACM. “Il nostro sostegno al team riflette i valori di ACM: avventura, solidarietà e spirito di comunità. Seguiremo con entusiasmo il loro viaggio” ha affermato Paolo Roggero, direttore di AC Milano.
PER LA SALVAGUARDIA DEI VEICOLI STORICI
Nata dal lavoro di ACI Storico e di un Gruppo di esperti del settore, è stata recentemente varata la “Carta dei Principi del Restauro, della Conservazione e della Tutela dell’Automobile” Ecco il decalogo del capitolato:
1 Pianificazione approfondita valutazione dello stato dell’auto, da eseguire con la massima precisione, per identificare le parti che necessitano di intervento e scegliere le modalità più rispettose della storia del veicolo, secondo un approccio conservativo.
2 Rispetto di storia e autenticità - Ricerca approfondita per acquisire informazioni dettagliate su storia e caratteristiche dell’auto, per determinare modello, allestimento, dati di produzione, eventuale vernice originale, ed eventi di rilievo ai quali l’auto ha partecipato.
3 Utilizzo di componenti originali o fedeli all’originale - Individuare e utilizzare componenti originali o equivalenti all’originale, per garantire l’autenticità dell’automobile.
4 Smontaggio attento e documentato - Disassemblaggio documentando fotograficamente ogni fase ed etichettando ciascun
componente per il successivo rimontaggio.
5 Tecniche tradizionali e abilità artigianaliCompetenze artigianali di altissimo livello e tecniche di lavorazione tradizionali, risalenti all’epoca di produzione dell’auto contribuiscono a preservare l’autenticità estetica e tecnica del veicolo.
6 Rispetto delle specifiche originali - Conformità alle specifiche originali del produttore, fondamentale sia nella scelta di parti e componenti che nella corretta applicazione di colori, materiali e finiture in linea con le specifiche del modello e dell’anno di produzione nel rispetto delle normative vigenti.
7 Equilibrio tra autenticità e funzionalitàGarantire sicurezza e affidabilità dell’auto, aggiornando componenti critici (freni, sospensioni, impianto elettrico...) e bilanciando, con attenzione, la conservazione dell’originale con l’adattamento alle normative e alle esigenze d’utilizzo contemporaneo.
8 Controllo qualità e prova su strada e approfondito controllo di qualità - per verificare la corretta installazione e funzionalità di ogni componente – e prova su strada finale,
per valutare l’efficacia degli interventi e le prestazioni complessive dell’auto.
9 Manutenzione continua e conservazione - Guida dettagliata sulla manutenzione programmata dopo il restauro per un corretto mantenimento, tutelando l’automobile dagli effetti del tempo e dell’utilizzo e pratiche di conservazione adeguata come ambiente di stoccaggio e uso corretto essenziali per evitare danni futuri all’auto.
10 Comunicazione trasparente con il proprietario - Trasparenza nella comunicazione con il proprietario e/o comitato. La consultazione regolare, la condivisione delle decisioni chiave e la partecipazione attiva del proprietario alle fasi decisionali contribuiscono a garantire che il restauro rispecchi appieno sia i requisiti di autenticità e originalità sia le aspettative del cliente.
Al termine dei lavori, verrà rilasciato al cliente un dossier che raccoglie tutte le informazioni e i processi utilizzati nel corso del restauro. Ogni restauratore, infine, dovrà conservare una copia del dossier delle automobili sulle quali è intervenuto.
AVVISO DI INDIZIONE
DELLE ELEZIONI E AVVISO DI CONVOCAZIONE
DELL’ASSEMBLEA
L’Automobile Club Milano informa che nella seduta del 28 maggio 2024 ha deliberato di procedere alla convocazione dell’Assemblea dei Soci in data 6 settembre 2024 alle ore 08.30 presso la sede sociale dell’Ente, in Corso Venezia, 43 Milano. Qualora non si raggiunga il numero legale, l’Assemblea si terrà in seconda convocazione il giorno 9 settembre 2024 alle ore 10,00 presso la sede sociale dell’Ente, in Corso Venezia, 43 Milano con il seguente ordine del giorno:
elezione di due componenti effettivi del Collegio dei revisori dei conti dell’Automobile Club Milano per il quadriennio 2024/2028.
Sono ammessi alla votazione i Soci che risultino tali alla data del 28 maggio 2024 e che mantengano la qualità di Socio alla data di svolgimento dell’Assemblea stessa. E’ necessario esibire la tessera sociale in corso di validità ovvero altro documento equipollente ed un documento di identità. Non sono ammesse deleghe.
Il Consiglio ha inoltre deliberato:
1) di stabilire che il seggio elettorale, unico, rimanga aperto dalle ore 10.30 alle ore 14.30 del giorno fissato per l’Assemblea e che, chiuse le votazioni, si dia luogo allo spoglio delle schede votate;
2) di stabilire il giorno 08 luglio 2024, entro le ore 12,00, quale termine ultimo per la presentazione di liste orientative di candidati per l’elezione dei componenti del Collegio dei Revisori dei conti da parte di Soci presentatori, nel rispetto delle regole previste dallo “Statuto” e dal “Regolamento”;
3) di rendere nota la presente deliberazione di indizione delle elezioni, ai sensi dell’art. 12 del Regolamento, mediante affissione nell’albo sociale e pubblicazione per estratto su un quotidiano a diffusione locale; 4) di dare pubblicità alla presente convocazione, ai sensi dell’art. 48 dello Statuto, mediante avviso esposto all’albo sociale e mediante pubblicazione dello stesso su un quotidiano a diffusione locale, almeno 15 giorni prima della data di convocazione dell’Assemblea.
PREMIATI I SOCI SPORTIVI LOMBARDI CAMPIONATI 2023
Il gruppo dei soci sportivi premiati con il vice presidente vicario, Paolo Longoni, e il presidente ACM Geronimo La Russa
Un folto pubblico di appassionati, Soci, addetti ai lavori e giornalisti ha preso parte nello scorso maggio alla cerimonia di assegnazione dei premi ai piloti che corrono con Licenza Sportiva rilasciata dagli AC della Lombardia. Nella sede di AC Milano in Corso Venezia, i presidenti del Comitato regionale degli Automobile Club della Lombardia hanno celebrato vittorie, piazzamenti e meriti agonistici degli associati che si sono particolarmente nella scorsa stagione agonistica. 126 i premiati per i successi in varie categorie: Velocità in circuito e in montagna, Rally, Karting, auto storiche.
SOCIO FORTUNATO
La manifestazione, in cui è intervenuto il Direttore del Compartimento Nord di ACI, Fabrizio Turci, è stata introdotta dalla presentazione del libro del giornalista Umberto Zapelloni dal titolo “Senna e Prost” (66thand2nd editore), pubblicato in occasione del trentesimo anniversario dalla scomparsa del pilota brasiliano.
“Con grande piacere abbiamo organizzato questa manifestazione – ha sottolineato Geronimo La Russa, presidente del Comitato regionale degli AC della Lombardia – che evidenzia come la promozione e la valorizzazione dello sport automobilistico siano attività fondamentali dei nostri enti”
Un “Apple IPhone 14” da 128 giga. Questo il premio messo in palio dal concorso “Campagna di Incentivazione Rete Aci 2023” e vinto, nell’ultima estrazione, dal fortunato socio Guido Grassi grazie alla sua fidelizzazione associativa all’ACI Club.
Nella foto, la signora Carla Aluffo ritira il premio per conto del marito tra Pietro Meda (a sinistra) e Paolo Longoni rispettivamente vicepresidente e vicepresidente vicario di AC Milano.
L’avventuroso
LINEE GUIDA DI ACI
INDIRIZZI E RECAPITI DEGLI UFFICI DI MILANO, MONZA, LODI E PROVINCE OLTRE LA SEDE DI CORSO VENEZIA
LE DELEGAZIONI AC MILANO
SUL
TERRITORIO
MILANO
Automobile Club Milano
Sede Corso Venezia 43
Tel. 02 77451
Email: mi002@delegazioni.aci.it
Via Adda, 11/13
Tel. 02 6704950
Email: mi081@delegazioni.aci.it
Piazza Bacone, 7
Tel. 02 2049410
Email: mi010@delegazioni.aci.it
Via Cabella, 2 - Tel. 02 48910834
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Via Cardinale Mezzofanti, 29 Tel. 02 7384571
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Via Cassinis, 55 - Tel. 02 55212288
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Viale Coni Zugna, 37
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Via D’Alviano, 1
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Viale Espinasse, 137 Tel. 02 3086690
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Piazzale Maciachini, 10 Tel. 02 6884682
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Viale Monza, 235 Tel. 02 09994740
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Viale Ortles, 81 Tel. 02 5397046
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Via Padova, 95 - Tel. 02 2825956
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Via Pellegrino Rossi, 91 Tel. 02 48676815
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Viale Sarca, 90 Tel. 02 6432142
Email: mi023@delegazioni.aci.it
Corso Sempione, 65 Tel. 02 316513
Email: mi134@delegazioni.aci.it
Via Silva, 10 - Tel. 02 463557
Email: mi129@delegazioni.aci.it
ABBIATEGRASSO - Corso S. Martino 55 –Tel.0294967478.
Email: mi132@delegazioni.aci.it
ARCORE - Via Casati, 143 Tel. 039 617240
Email: mi028@delegazioni.aci.it
BINASCO - Via Matteotti 3 Tel. 02 9055320
Email: mi116@delegazioni.aci.it
BOLLATE - Via Caduti Bollatesi 10, Tel. 02 3590322
Email: mi087@delegazioni.aci.it
BRUGHERIO - Via Manin 47 Tel. 0392876152
Email: mi130@delegazioni.aci.it
CARATE BRIANZA Via Francesco Cusani 38, Tel. 0363 361066
Email: mi136@delegazioni.aci.it
CASSANO D’ADDA Via Mazzini 6/8, Tel. 0363 361066
Email: mi136@delegazioni.aci.it
CERNUSCO SUL NAVIGLIO Piazzale Vecchia Filanda 25 Tel. 02 9244550
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CESANO MADERNO - Via Dante 32 Tel. 0362 501961
Email: mi036@delegazioni.aci.it
CINISELLO BALSAMO - Via Garibaldi 95/97 – Tel. 0238248099