Italia a Tavola 164 Luglio/Agosto 2008

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Luglio/Agosto 2008 - anno XX n. 164

Lombardia e Veneto nuovi assessori all’Agricoltura

piace la sua rinuncia alle stelle

Marchesi

Uomini e Macchine per la pasta di tutti i giorni


www.ruggeri.it

Segni distintivi.



Sommario 10

Profumato e delicato il Chiaretto Civielle da gustare con il tipico coregone di lago

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Trionfo dei tre prodotti “originali” altoatesini: mele, speck e vino

Acqua minerale: una vera ossessione per gli italiani e un business in crescita Grazie a Francoli è disponibile la storia di grappa e distillazione

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Selezione di Sindaco: un’edizione innovativa e di promozione territoriale

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Estate, tempo di Garda classico Polpenazze elegge i vini top

Lo schiaffo di Gualtieri Marchesi: d’ora in poi solo commenti, non punteggi

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Cartoni per la pizza: quando e come usarli Attenzione e consigli per i pizzaioli

Eismann, lo specialista del freddo, che si affida all’efficienza della tecnologia

In cucina dalla A alla Z: questo offrono le macchine per la pasta firmate LB Italia. Attrezzature sicure, funzionali, prodotte interamente in inox, ideali per un risultato professionale davvero di qualità. (servizio a pagina 72)

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“Italia a Tavola network” (con l’edizione regionale Lombardia a Tavola) è una rivista di aggiornamento professionale, di cultura enogastronomica e turismo per l’Horeca. Si rivolge ad alberghi, ristoranti, trattorie, pizzerie, bar, cuochi, barman, sommelier, luoghi di ritrovo, enti, aziende e associazioni del settore, per un totale di oltre 60.000 aziende o professionisti su tutto il territorio nazionale. Azienda associata A.N.E.S. - Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento C.S.S.T.

Certificazione Stampa Specializzata Tecnica

Per il periodo 1/1/2007 - 31/12/2007: società di Revisione BDO Sala Scelsi Farina Certificato CSST n. 2007-1560 del 27/2/08

Tiratura media 2007 per numero: 46.861 Diffusione media 2007 per numero: 46.849

Ha aperto Devero Hotel, un 4 stelle con la cucina de “La Lucanda”

Seguendo la Strada del vino si scopre un Alto Adige pieno di tesori

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Vaccarini contesta il concorso Wsa: il miglior sommelier è solo Asi

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in copertina

Da 20 anni un fresco fruttato Parliamo della Doc Ruchè del Monferrato Anticipazioni dal Forum Spumanti Sempre più destagionalizzato

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Approfondimenti dei servizi pubblicati e aggiornamenti quotidiani su www.italiaatavola.net

Diffusione di questo numero: 53.100 COPIE

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Stampa: TI.BE.R. Spa, via della Volta,179 - 25124 Brescia - Registrazione del Tribunale di Bergamo n. 39 del 21/11/88 - Iscrizione al Roc (Registro degli operatori di comunicazione) n.10548. Chiuso in tipografia il 26 giugno 2008


il direttore Brunellopoli, troppe ombre Il Made in Italy a Tavola rischia

S

Per fortuna che a vigiliare sui colpi di mano dei furbetti del quartierino c’è il ministro Zaia. I truffatori cercano capri espiatori nella stampa libera. Dal Governo altri segnali positivi: il ministro Bondi è interessato alle poposte di “Italia a Tavola” e promette atti concreti a breve per una tutela della ristorazione

arà per il caldo, o forse semplicemente per il peso delle sponsorizzazioni, fatto sta che è davvero poco chiara la difesa d’ufficio che non pochi giornali stanno facendo in questo periodo nei confronti dei “poveri” produttori di Brunello sotto inchiesta della magistratura per truffa ai danni dei consumatori e dell’erario (italiano e comunitario). A leggere fra le righe, sembrerebbe che i colpevoli siano quei giornalisti che hanno osato denunciare che il “re è nudo”. Quasi che il richiamare al rispetto di disciplinari liberamente adottati dagli stessi produttori (e sulla base dei quali sono valutati i vini…) sia una sorta di delitto di lesa maestà. A guidare questa sorta di caccia all’untore (ma sarà un caso?) è l’Unione Vini (la Confindustria dei produttori) che sulle pagine web di Focus Wine ha attaccato i “terroir”-isti della stampa (e della produzione) con un editoriale di Marco Mancini (il direttore dell’autorevole “Corriere Vinicolo”) nel quale si difende nella sostanza l’operato di chi ha intrallazzo (dovevano vendere del vino, è la tesi…) accusando di interferenza indebita chi ne ha scritto… Tesi ridicole, se non fosse che dietro quelle posizioni di retroguardia da furbetti del quartierino c’è chi si muove per puntare al cambio delle regole e a una via italiana al vino globalizzato. Per quanto ci riguarda, con buona pace di Focus Wine e di altri schiavetti, ricordiamo che “Italia a Tavola” resta in prima linea nella denuncia di Brunellopoli. La difesa della qualità del prodotto del Made in Italy a Tavola (a partire dal vino) vale per noi ben più degli interessi dei vari Frescobaldi o Antinori, che pure tanto hanno dato alla crescita di immagine del comparto, ma che ora rischiano di trascinare nella loro caduta anche i produttori in regola. Eravamo fra i pochissimi che fin dal primo giorno dello scandalo hanno chiesto una ventata di pulizia e il commissariamento del consorzio del Brunello. Abbiamo puntato per questo sul ministro Luca Zaia e siamo felici di averlo fatto visto il rigore che ha finora dimostrato. Cosa da far impallidire schiere di predecessori. Proprio a Zaia abbiamo fatto presente quelle che riteniamo essere le aspettative del mondo della ristorazione e della filiera agroalimentare, e il ministro ha probabilmente ascoltato anche la nostra voce, dimostrandosi un uomo di governo affidabile e un interlocutore serio. E come lui si sta dimostrando tale anche il ministro Sandro Bondi che ci ha garantito un concreto intervento a breve per rispondere alla lettera aperta con cui nel numero di giugno ”Italia a Tavola” gli aveva chiesto di tutelare il valore culturale della ristorazione e della cucina italiana. Per l’originalità e la concretezza della sua decisione manteniamo un riserbo per permettergli di completare un iter che, almeno nel mondo della ristorazione, potrebbe lasciare un segno. Alberto Lupini alberto.lupini@italiaatavola.net ITALIA A TAVOLA NETWORK - luglio/agosto 2008


La nostra squadra Edizioni Contatto srl Via Piatti, 51 - 24030 Mozzo (Bg) Tel 035 615370 - Fax 02 700557702 Amministratore: Mariuccia Passera - segreteria@italiaatavola.net

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Direttore responsabile: Alberto Lupini - alberto.lupini@italiaatavola.net Redazione: Via Piatti, 51 - 24030 Mozzo (Bg)

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Hanno collaborato a questo numero: Marinella Argentieri, Enrico Artifoni, Bruno Federico, Susy Grossi, Salvatore Longo, Giuseppe Mariggiò, Sergio Mei, Mariella Morosi, Rosanna Ojetti, Sergio Pezzotta, Claudio Riolo, Enrico Rota, Ginevra Savino, Matteo Scibilia, Lucia Siliprandi, Cinzia Tosetti, Cristina Viggè

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il commento di Roberto Vitali

Il prosecchino... del sommelier asino

M

i è successo ad un aperitivo che precedeva la cena. Centinaia di invitati e affollamento ai tavoli per una tartina o una pizzetta. Mi avvicino al tavolo dove viene servito da bere e sento il cameriere (non voglio chiamarlo sommelier, anche se il suo compito era semplicemente quello di versare del vino) che dice, rivolgendosi al signore davanti a me: «Scusi, gradisce un prosecchino...?». Guardo il cestello del ghiaccio e la bottiglia e vedo trattarsi di un rispettabilissimo spumante metodo Classico prodotto in Lombardia. Non posso tacere di fronte a questo oltraggio al vino e apostrofo l’ignorante cameriere: «Mi scusi, ma lei sa cosa sta servendo? Con tutto il rispetto per le bollicine venete, questo non è un Prosecco o, come dice lei sminuendolo, un prosecchino...Questo è un metodo Classico lombardo e lei dovrebbe leggere almeno l’etichetta prima di fare questo lavoro e non dare informazioni sbagliate». Il cameriere mi guarda meravigliato e bisbiglia: «Quante cose sa lei, dottore». Immagino che quel signore, non giovanissimo, messo lì dal direttore del catering a servire il vino, non sapesse nemmeno la differenza tra il metodo Classico e quello di rifermentazione in autoclave del Prosecco. Questo episodio conferma quanta strada ancora dobbiamo percorrere prima di arrivare a quella “civiltà del bere e della tavola” per la quale questa rivista è nata 20 anni fa. Sappiamo che nei grandi banchetti viene assoldato anche personale che svolge altre professioni, non legate all’enogastronomia. Quello che però un responsabile di catering è tenuto a fare è accertarsi che il personale da lui scelto sia istruito e disposto a far bene quello che deve fare. Nel caso che mi è capitato - non così raro - il finto sommelier rende un pessimo servizio al vino. Quanto ancora dobbiamo predicare nel deserto?


agricoltura del lombardo veneto

PRIMO PIANO

Turnover a Milano e Venezia Ferrazzi e Manzato nuovi assessori C

ambi al vertice al Pirellone e avvicendamento anche a Venezia. È tempo di dimissioni per i consiglieri che sono stati eletti in Parlamento e di nuovi volti in Regione Lombardia e Regione Veneto. L’avvio è stato dato dalla giunta di Giancarlo Galan che ha nominato il leghista Franco Manzato, esponente della Lega Nord e già capogruppo in consiglio regionale, in sostituzione del neoministro Luca Zaia in qualità di assessore all’Agricoltuta e al Turismo. A Milano, invece, la poltrona di Viviana Beccalossi (An)

per l’assessorato all’Agricoltura è passata al compagno di partito varesino Luca Ferrazzi, già membro attivo della politica lombarda. Romano La Russa (An) è andato all’Industria al posto del neoparlamentare Masimo Corsaro e Giulio Boscagli (Fi) alla Famiglia ha sostituito Giancarlo Abelli. Le nuove nomine hanno rispecchiato una sostanziale continuità politica. L’avvicendamento, tuttavia, ha visto la perdita dell’unico assessore donna nella giunta Formigoni.

franco manzato Franco Manzato, nato il 19 maggio 1966 a Oderzo (Tv), laureato in filosofia, è stato eletto in Consiglio regionale nel 2000 nelle liste della Lega Nord. Dal 2002 al 2005 è stato capogruppo della Lega, subentrando al collega Flavio Tosi, incarico rivestito fino a poche setimane fa anche nella successiva legislatura. In Regione Veneto è membro anche

delle Commissioni: I (Programmazione, bilancio, enti locali, affari istituzionali e generali), IV (Agricoltura, caccia e pesca, bonifica), Commissione speciale per i rapporti comunitari. Oltre che vicepresidente della giunta regionale ha le seguenti deleghe: Politiche dell’agricoltura e zootecnia, Piano di sviluppo rurale, Programma comunitario LEADER, Economia e sviluppo montano, Turismo, Attività promozionali e commercio estero, Identità veneta.

luca daniel ferrazzi Luca Daniel Ferrazzi è nato a Gallarate il 18 agosto del 1968. Tributarista con studio a Gallarate, dove risiede, nel 1995 è stato eletto consigliere regionale nel collegio di Varese e nella VI Legislatura è stato vice presidente della V Commissione consiliare permanente (Territorio, lavori pubblici e protezione civile, trasporti e viabilità, urbanistica ed edilizia residenziale). Dal 2004 è presidente del gruppo regionale di Alleanza Nazionale. In Alleanza Nazionale è entrato giovanissimo ricoprendo importanti incarichi, prima all’interno del Fronte della Gioventù e poi all’interno dell’esecutivo di AN arrivando nel 1995 alla Presidenza provinciale, incarico che ricopre attualmente. Dal 1997 è componente della Segreteria regionale lombarda di AN. Nell’Aprile del 2002 viene eletto dal Congresso nazionale di Bologna componente dell’Assemblea nazionale del partito. È socio Unuci. Nell’aprile del 2005 viene rieletto consigliere regionale nel collegio di Varese con 5.519 preferenze. Il 6 giugno viene eletto consigliere segretario dell’ufficio di presidenza del Consiglio regionale. Nell’attuale legislatura è componente delle Commissioni consiliari V (Territorio) e VI (Ambiente e protezione civile).

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primo piano

informazione fra carta & web

Rivista, portale e newsletter sempre più aggiornati con Italia a Tavola U

il nostro portale o che ne fanno la n crescente numero di lettori loro pagina iniziale per gli accessi sta decretando il successo sul web. del network costituito da Italia a Per favorire ancor meglio i Tavola nel settore dell’informazione livelli di aggiornamento e fare da per l’enogastronomia e il turismo. ponte fra le notizie quotidiane sul Alla base ci sono oggi le nuove opportunità di aggiornamento grazie portale e quelle più meditate della rivista, abbiamo attivato anche alla stretta integrazione fra la realtà una newsletter settimanale nella storica della rivista su carta (leader quale presentiamo alcune delle nazionale per diffusione certificata principali notizie pubblicate sul nel mondo della ristorazione con portale nel corso della settimana. 52mila copie mensili) e il portale Per ricevere gratuitamente questo www.italiaatavola.net, un vero e agile strumento di aggiornamento proprio quotidiano on line che ha settimanale basta iscriversi allargato e reso più tempestive le nell’apposita sezione “newsletter” occasioni di aggiornamento dei sulla home page del nostro portale nostri lettori. www.italiaatavola.net. Quello che offriamo è un servizio sempre più di utilità ai lettori. Oltre a leggere le notizie che come al solito presentiamo in formato sintetico e di facile lettura sulla rivista, sugli stessi temi si possono trovare degli approfondimenti o delle schede tecniche consultando il portale. Il simbolo presente alla fine di un articolo sulla rivista indica in particolare quando è possibile avere più informazioni sul nostro sito web. Ma il portale non si presenta solo come un più ampio data base (uno degli archivi più ricchi a livello nazionale). www. italiaatavola.net è a tutti gli effetti anche l’unico quotidiano on line sui temi dell’enogastronomia, dell’ospitalità e del turismo. Le notizie pubblicate giornalmente permettono di seguire con più immediatezza tutto ciò che succede, dalle tendenze del mercato alle novità legislative. Da questo punto di vista per i lettori di Italia a Tavola si sono aperte importanti newsletter settimanale opportunità e ciò spiega perché ogni giorno cresce il numero dei lettori che consultano

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informazione fra carta & web

PRIMO PIANO

rivista mensile

La presenza di questo simbolo alla fine di un articolo indica che sul portale www.italiaatavola.net sono presenti versioni pi첫 ampie del testo oppure approfondimenti e schede collegate.

quotidiano on line

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alimenti

abbinamenti

Il delicato Chiaretto Civielle si serve con il coregone del Lido

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rofuma di lago, di acqua e di semplicità l’abbinamento che proponiamo per questi mesi estivi. Ma non di un lago qualunque, del noto e prosperoso lago di Garda, ricco di prodotti e di una natura sorprendente. Particolare prodotto

dell’enologia della zona è il Chiaretto Garda classico, che in questo caso porta l’etichetta di Civielle, una delle più note cantine della zona. In abbinamento una prelibatezza offerta da un tipico ristorante locale, il “Lido”. Si tratta di un piccolo ristorante a conduzione famigliare che si affaccia sulla sponda occidentale del lago di Garda ed esattamente a Villa di Gargnano, dove il lago è forse più tipico. Così come tipica è la sua cucina, fatta di piatti semplici e di cucina espressa. Adriano e la mamma Maria propongono prodotti freschi e per la maggior parte dei casi di derivazione locale, come il pesce che viene rigorosamente pescato a

il sommelier consiglia

Chiaretto Garda Classico Doc Pergola di Civielle Tipologia vino: Chiaretto Garda Classico Doc Etichetta: Pergola Uvaggio: 60% Groppello, 20% Marzemino, 10% Sangiovese, 10% Barbera Vinificazione: fermentazione sulle bucce a contatto col mosto con svinatura “alla levata di cappello” Affinamento: in botti d’acciaio; 45 gg di riposo in bottiglia dopo il riempimento Colore: petali di rosa con riflessi rubini Profumo: fine, delicato con sentori floreali e fruttati Sapore: di pesca e frutti di bosco, fresco, sapido, ammandorlato Longevità: 24-36 mesi con variazione di sapori e profumi dopo i primi 12 mesi Gradi: 13% Temperatura di servizio: 8-10°C Acidità totale: 6 g/l Abbinamenti: pesce di lago, carni bianche, primi piatti, antipasti, formaggi di media stagionatura e salumi Civielle - Cantine della Valtenesi e della Lugana sac via Pergola 21, 25080 Moniga del Garda (Bs) Tel 0365 502002 - Fax 0365 5033424 www.civielle.com - info@civielle.com

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Gargnano. In un tempo dove si usano spesso termini come “biologico” o “biodinamico”, farà piacere sapere che non vi è nulla di più genuino. Una delle specialità del ristorante è il “coregone” che viene preparato alla griglia e che alla fine è servito condito con poco prezzemolo aglio e olio dopo avere attentamente tolto le lische. Un pesce caratteristico del lago di Garda, dalla carne bianca e saporita che il ristorante abbina volentieri con il chiaretto, vino esclusivo di questo lago, e in particolare con il “Chiaretto la Pergola”, che viene prodotto nella Valtenesi dalle cantine Civielle di Moniga del Garda (Bs), un vino color petali di rosa, dal gusto delicato ma deciso e sapido al punto giusto. Civielle - Cantine della Valtènesi e della Lugana è dal 1979 la piccola e unica cooperativa di 50 viticoltori della “Riviera del Garda Classico”, la sponda lombarda del Lago di Garda, tra Sirmione e Salò. Passione, esperienza e tecnologia non sono dettagli nei vini di Civielle, per la quale il vino è espressione dell’ingegno dell’uomo, complemento che dà gusto alla vita. L’azienda coltiva 50 ettari (50% con il metodo dell’agricoltura biologica) produce 250.000 bottiglie di cui attualmente 50.000 sono certificate da agricoltura biologica. Per quanto riguarda il nostro vino, il Chiaretto Pergola 2007 Garda Classico, è importante sottolineare che la recente medaglia d’argento conseguita al concorso internazionale Vinitaly 2008 non è che il coronamento di anni di ricerca costellati da vari riconoscimenti internazionali. Un vino a cui “manca la parola” e che si sposa perfettamente con il coregone. dove si trova Ristorante Lido via Colletta 61 25084 Villa di Gargnano (Bs) Tel 0365 791042


pesce

alimenti sullo stretto, marchio di riconoscimento per il pesce spada

Blocco del tonno rosso

Emergenza pesca nel Mediterraneo

I

l blocco della pesce del tonno da parte della Commissione europea ha scatenato non poche polemiche e ha richiesto l’intervento del ministro Luca Zaia, che ha subito contestato la decisione del blocco. L’emergenza pesce, in senso più generale, attanaglia il settore che vive una forte crisi e dal ministero sono giunte soluzioni per i pescatori: fermo temporaneo d’emergenza con modalità da definire con ulteriore decreto di applicazione, ricorso alla cassa integrazione, avvio del bando per l’arresto definitivo con modalità che non consentano l’accesso al premio di fermo di emergenza a chi beneficerà del premio di arresto, sospensione degli studi di settore, intervento sulle blue box. Tornando al tonno rosso Zaia ha manifestato al commissario europeo alla Pesca Joe Borg tutta la preoccupazione del Governo per un provvedimento, quello della

chiusura “anticipata e frettolosa” della pesca del tonno rosso. «È inaccettabile - ha spiegato Zaia - che si assuma un provvedimento così importante sulla pesca nel Mediterraneo senza essere sostenuti da dati e da numeri incontrovertibili. Il fatto è che i dati e i numeri incontrovertibili li abbiamo noi: barca per barca. È inequivocabile il fatto che per arrivare alla quota fissata, alla flotta italiana manca circa il 50%». Quindi è attesa la massima precisione sulle cifre e sulla procedura che, secondo il ministro, dovrebbe portare a un risarcimento congruo per gli operatori del settore.

Da quest’anno i consumatori di pesce spada e gli amanti dei prodotti ittici dello Stretto di Messina avranno un nuovo strumento per riconoscerlo tra i banchi di vendita. Si tratta di un timbro, depositato lo scorso 14 maggio e custodito dalla Coop “A fulua”, che è stato presento di recente nella piazza di Torre Faro. Il marchio è applicato con inchiostro rosso alimentare sugli esemplari di pesce catturato dai pescatori della cooperativa, in particolare sugli esemplari di pesce spada, tonno e aguglia imperiale pescati dalle feluche nelle “poste” dello Stretto di Messina. Il suo utilizzo verrà esteso a tutte le imbarcazioni iscritte alle Capitanerie di porto di Messina e Reggio Calabria che ne faranno richiesta e accetteranno il regolamento d’uso stabilito dalla cooperativa. Alla presentazione partecipano il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Cipe, Gianfranco Miccichè, il presidente nazionale dell’Unci pesca, Antonio Fronzuti, e il presidente provinciale di Adiconsum, Giuseppe Abate. Un traguardo importante, quello raggiunto, per un prodotto così delicato e oggetto, recentemente, di controlli sulla reale freschezza e qualità del prodotto commercializzato. Alcuni casi sospetti di prodotto decongelato, spacciato per fresco, rischiano di rovinare l’immagine dello spada ma azioni come il marchio ne rivalutano la sicurezza.

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alimenti

agroalimentare

“Originali” altoatesini Mele, speck e vino: un piacere unico Garantito anche per gusto e tradizione di Ginevra Savino

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3.000 anni di viticoltura Con 5.100 ettari circa adibiti alla viticoltura e poco meno dell’1% della produzione vinicola nazionale, l’Alto Adige è uno dei territori viticoli più piccoli d’Italia e, con il conferimento della Doc al 98,8% dei propri vini, punta decisamente sulla qualità. Qui si producono ogni anno 325.500 ettolitri (circa 44 milioni di bottiglie). Il 35% della produzione è destinato all’esportazione, per la quale la Germania rappresenta il mercato principale. I diversi tipi di terreno e quasi 20 vitigni consentono di produrre una gamma di vini di punta tra i migliori d’Europa. Oltre ai vitigni internazionali come il Merlot, il Pinot Nero, lo Chardonnay o il Sauvignon, si coltivano anche vitigni autoctoni, tra cui spiccano l’Alto Adige Schiava, il Lagrein e il Gewürztraminer. Ogni anno si producono inoltre 150.000 bottiglie di spumante secondo il metodo Classico. Poiché i vigneti si trovano ad un’altitudine compresa tra 200 e 1.000 m slm, i viticoltori hanno a disposizione un’ampia varietà climatica. 300 giorni di sole l’anno e precipitazioni comprese tra i 500 e gli 800 m sono condizioni ideali per la coltivazione della vite. Le circa 160 aziende vinicole sono organizzate in 4 associazioni di produttori: Consorzio Cantine Produttori Alto Adige, Le tenute dell’Alto Adige, Vignaioli dell’Alto Adige, Associazione Spumante metodo classico Alto Adige.

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unto d’incontro tra due realtà differenti, l’Alto Adige è caratterizzato da tre culture: tedesca, italiana e ladina. Gli stili di vita diversi, da quello alpino a quello mediterraneo, influenzano da sempre questa terra, protagonista di simbiotici contrasti. Ma al tempo stesso è un territorio dove si ha il tempo di godersi la vita. Dal punto di vista culinario, ad esempio, questa terra da gourmet dal carattere alpino-mediterraneo si muove tra due poli opposti: da un lato le mele croccanti e succose, lo speck dolcemente affumicato e gli ottimi vini, e dall’altro la cucina creativa e autenticamente regionale, dall’accento mediterraneo. è qui che nascono i tre prodotti “originali” altoatesini: mele, speck e vini. Il gusto saporito dello Speck Alto Adige Igp è perfetto per una merenda sostanziosa, un’insalata o una minestra. La Mela Alto Adige Igp, utilizzata, come da tradizione, per la preparazione dello strudel di mele o delle tipiche frittelle di mele, trova una grande varietà di impieghi: come “chutney” per accompagnare gli arrosti, come ingrediente di minestre e salse o come dessert in versione sorbetto. Questo frutto, noto per le sue proprietà benefiche per la salute, è assurto alle più alte sfere dell’arte culinaria. Dal punto di vista enologico, la gastronomia altoatesina può affidarsi totalmente alle aziende vinicole regionali. I vini Doc Alto Adige hanno una reputazione straordinaria e al 98,8% è stato conferito il marchio Doc. Cooperative vinicole creative, vigne gestite in modo dinamico e viticoltori appassionati producono un’ampia gamma di prodotti, caratterizzati da unicità e qualità, che vanno dal vino semplice e “beverino” al complesso “vino da tre bicchieri”.Il tris di prodotti unici è tutelato dal marchio di qualità,

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quindi i metodi di coltivazione e di preparazione tramandati di generazione in generazione, unitamente alle condizioni geografiche e climatiche particolari, garantiscono una qualità che si può percepire al gusto. Proprio in un’epoca dominata dai cibi pronti e massificati, gli alimenti tipici regionali assumono un valore particolare. Il marchio di qualità europea

tra mare e montagna Lo speck è una specialità altoatesina strettamente legata alla sua regione di appartenenza. Solo qui, in una terra che è il punto d’incontro tra la cultura mediterranea e quella mitteleuropea, poteva nascere questo metodo speciale di conservazione della carne suina. Nel 2007 i 28 produttori riconosciuti di Speck Alto Adige Igp hanno prodotto circa 2,3 milioni di baffe (una baffa pesa circa 4,5 kg). Il 60% circa è stato venduto in Italia e il 30 per cento in Germania, dove lo Speck Alto Adige Igp è il principale prosciutto crudo d’importazione. L’importanza dell’origine è riconosciuta da tempo: già nel 1976 fu emanata una legge regionale volta a tutelare l’origine geografica del prodotto. Un’ulteriore tutela per il prodotto di qualità dell’Alto Adige fu il conferimento dell’Igp da parte della Commissione europea nel 1996.


agroalimentare

alimenti mela Alto Adige Igp le 11 varietà Braeburn - scoperta nel 1952. Gusto: croccante, sapore dolceasprigno, con polpa soda Elstar - incrocio tra Golden Delicious e Ingrid Marie - nata nel 1955. Gusto: dolce-asprigno, succoso, molto aromatico Fuji - incrocio tra Rall`s Janet e Golden Delicious - nata nel 1939. Gusto: dolce e succoso, molto aromatico Gala - incrocio tra Kidd`s Orange e Golden Delicious - nata nel 1960. Gusto: croccante, succoso, dolce, poco acidulo

garantisce la sicurezza alimentare e la tutela del consumatore attraverso il controllo di tutte le fasi della filiera produttiva, eliminando così possibili contraffazioni. In questo senso, ciò che contraddistingue la Mela, lo Speck e i Vini Alto Adige sono la genuinità, la ricchezza delle varietà e una qualità garantita dai severi controlli di produzione a cui sono sottoposti. Da circa tre anni i consorzi rappresentativi dei nobili prodotti altoatesini hanno messo in atto una sfida: diffondere la conoscenza dei marchi di qualità europea presso i consumatori e le categorie professionali dell’importazione e della distribuzione alimentare. Questa promessa di sicurezza e qualità è fra l’altro garantita a livello europeo proprio dai marchi Igp e Doc. Per diffondere la conoscenza dei

marchi di qualità i prodouttori altoatesini hanno lanciato da Milano il programma “La nuova sicurezza alimentare europea”. A presentare gli obiettivi Paul Zandanel (nella foto accanto), membro del consiglio di amministrazione del Consorzio Mela Alto Adige, Franz J. Mitterrutzner (nella foto sotto), amministratore delegato del Consorzio Speck Alto Adige, e Helmuth Zanotti (nella foto a sinistra), direttore del Consorzio Cantine Produttori Alto Adige. I consumatori, i commercianti e i produttori saranno informati, in Italia e all’estero, dei vantaggi dell’utilizzo di prodotti con marchi di qualità, mele, vini o Speck che siano. Il progetto, che durerà fino a ottobre 2010, è finanziato dall’Unione europea (per 4 milioni di euro, di cui il 30% da spendere in Italia), dallo Stato italiano, e dai tre consorzi altoatesini.

Golden Delicious - varietà principale dell’Alto Adige - scoperta nel 1890 - Gusto: succoso, dolce e aromatico, con una leggera acidità Granny Smith - scoperta nel 1868. Gusto: succoso e fresco, leggermente acidulo, polpa molto soda Idared - incrocio tra Jonathan e Wagner - nata nel 1935. Gusto: leggermente acidulo, fresco e croccante Jonagold - incrocio tra Jonathan e Golden Delicious - nata nel 1953. Gusto: aroma dolce e leggermente acidulo Morgenduft - scoperta nel 1816. Gusto: aroma fresco e leggermente acidulo, polpa compatta Red Delicious anche nota come Stark Delicious - scoperta nel 1921. Gusto: dolce, aromatico, polpa soda Winesap - scoperta nel 1875. Gusto: polpa soda, aroma dolceacidulo

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alimenti

carne e salumi

Arriva in tavola la Subalpina d’o.c. Dopo il Novillo, Latitudine 38 presenta un degno “commensale” dei più esigenti gourmet

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atitudine 38 ha presentato La Subalpina d’o.c., un degno “commensale” dei più esigenti gourmet. Un evento dedicato ne ha illustrato caratteristiche e qualità. Latitudine 38, dopo aver portato sulle tavole italiane le carni della pregiata razza bovina Novillo, si presenta ora al mercato della ristorazione con un prodotto di pari levatura. In questo caso, l’azienda ha cercato volutamente un prodotto italiano, capace di esprimere l’eccellenza della tradizione nostrana nell’allevamento bovino. Lo ha individuato ai piedi delle Alpi, dove sono presenti allevamenti che applicano le logiche della filiera

corta e che rispondono a quei criteri di tracciabilità essenziali per garantire sicurezza al consumatore finale. Si tratta di bovini esclusivamente di sesso femminile, allevati con metodi tradizionali che mirano a ottenere il massimo in termini di qualità e sapore, offrendo una carne italiana di altissimo livello. È nato così il marchio La Subalpina d’o.c. Il prodotto è stato presentato il 23 giugno presso il ristorante “La Dispensa Pani e Vini” di Torbiato di Adro (Bs) con un evento dal titolo “Eccellenza delle Carni e Allevamento d’o.c.”. Alessandro Giletta, uno dei soci di Latitudine 38, ha illustrato contenuti e finalità del Progetto. Carlo Sgoifo Rossi, professore di nutrizione

No al pollo al cloro

L’Europa dei 27 ha chiuso le frontiere al prodotto Usa, non idoneo ai parametri

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l Comitato dei 27 Paesi Ue ha votato contro la proposta della Commissione Ue di riaprire le frontiere alla carne di pollo Usa alla varechina. Molte le reazioni positive da parte di organizzazioni che valutano importante la sonora bocciatura di 26 membri, compresa l’Italia, per evitare che questa preoccupante novità arrivi sul mercato comunitario senza che imprese e consumatori ne sentano il bisogno. Dopo il pressing esercitato dagli Stati Uniti (vedi “Italia a tavola” n 163 ndr), la Commissione europea aveva adottato una proposta che prevedeva una durata di due anni con l’apertura delle frontiere europee condizionata: all’uso di una sola sostanza chimica a base di cloro, tra le quattro utilizzate comunemente per disinfettare le carni, proibendo così l’uso di cocktail di sostanze; al

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lavaggio con acqua potabile; all’uso di etichette in cui si espliciti che il prodotto è stato decontaminato con il cloro; e alla fornitura di dati da parte delle autorità americane sulla possibile resistenza agli antibiotici che questi trattamenti potrebbero provocare. Una decisione che si allinea alla politica della qualità di cui l’Italia è portavoce in prima linea.

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animale presso l’Università di medicina veterinaria di Milano e partner di Latitudine 38, è intervenuto sul tema dell’allevamento d’o.c, illustrandone i capisaldi. Lo chef del ristorante, Vittorio Fusari, ha descritto il contributo che l’allevamento d’o. c. dà all’alta cucina e ha allestito un percorso sensoriale con La Subalpina d’o.c. Lo scorso 13 giugno, era toccato al Novillo salire agli onori della cronaca durante una serata dedicata ai Sapori Latini al Gallo Wine Gallery di La Morra (Cn).

Co.Ge.A srl via Merlo 35 , 12045 Fossano (Cn) Tel 0172 637254 - Fax 0172 630091 www.latitudine38.com

mortadella bologna: veroni al vertice Francesco Veroni riconfermato all’unanimità alla presidenza del Consorzio Mortadella Bologna in occasione dell’assemblea di approvazione del bilancio 2007. Nominato anche il nuovo Consiglio d’amministrazione, che è composto da: Sergio Bolzani (Sal. Mec Palmieri srl); Celestino Cavalieri (Villani Spa); Massimo Guidetti (Vismara Spa); Daria Levoni (Levoni Spa); Francesco Negroni (Negroni Spa); Filippo Piraeno (Grandi salumifici italiani Spa); Emanuela Raimondi (Felsineo Spa); Marco Riva (Sal. F.lli Beretta Spa); Alessandro Siccardi (Cesare Fiorucci Spa); Francesco Veroni (F.lli Veroni fu Angelo Spa). L’assemblea ha inoltre deciso di destinare circa 1 milione e 500mila euro per le attività promozionali e di valorizzazione della Mortadella Bologna, proseguendo un’azione che ha già avuto successo in questi anni.


formaggi

alimenti

Si veste di bianco l’artistica Thiene A settembre arriva Caseus Veneti A

utunno è sinonimo di Caseus Veneti, ovvero l’appuntamento con i formaggi del Veneto, i loro produttori e le istituzioni che li tutelano. Caseus Veneti è prima di tutto un concorso, una sfida fra le eccellenze casearie del territorio, in cui i produttori di formaggi veneti, siano essi caseifici privati o cooperative, piccole aziende di trasformazione o malghe, stagionatori o affinatori, si confrontano tra loro e mettono in gara le loro produzioni, alla ricerca costante della qualità, nel rispetto delle tradizioni e delle ricette casearie regionali. L’evento, fortemente voluto

concessa la dop a casatella trevigiana «Dopo un lunghissimo percorso, finalmente la Casatella trevigiana è Dop. Con il riconoscimento concesso a questo prodotto simbolo del trevigiano, possiamo dire di essere riusciti a tutelare un’altra tipicità del nostro territorio». Il ministro Luca Zaia ha espresso la sua soddisfazione per l’iscrizione ufficiale del formaggio nel registro delle Dop. Si tratta di un riconoscimento importante che premia la produzione lattiero-casearia della provincia di Treviso che da sempre è in prima fila nella realizzazione di prodotti di qualità. La Casatella racchiude in sé la tradizione e l’innovazione ed è oggi apprezzata per la sua freschezza e per le sue doti nutrizionali.

dalla Regione Veneto e organizzato dall’Associazione Regionale Produttori Latte del Veneto (A.Pro.La.V.) con la collaborazione dei Consorzi di tutela dei formaggi Dop del Veneto, sarà ospite il 20 e 21 settembre della città di Thiene (Vi), presso il Castello Porto-Colleoni. In occasione di Caseus il mondo dei formaggi, infatti, associato a paesaggi bucolici o montani, ogni anno si incontra con alcune delle più interessanti realtà architettoniche della regione, scegliendo come location le sale sfarzose di ville e castelli: un binomio, prodotti di qualità e opere d’arte, all’insegna dell’unione tra

cultura, territorio, storia e tradizioni delle nostre genti. L’anno scorso la prestigiosa Villa Contarini Fondazione G.E. Ghirardi a Piazzola sul Brenta aveva ospitato 250 formaggi in gara. Quest’anno viene offerta così, al visitatore/turista, l’opportunità di abbinare alla passione per le bellezze artistiche del territorio anche un’escursione gastronomica sulla realtà casearia regionale. A corredo una ricca e articolata serie di eventi e di iniziative, come degustazioni guidate, laboratori didattici e il frequentatissimo mercato “Caseus Veneti Shop”. Per info www. caseusveneti.it Su www.italiaatavola.net le versioni più ampie dei servizi di questa pagina

Franciacorta in Bianco è di scena il formaggio di qualità

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rriveranno dalle regioni di tutta Italia per una straordinaria manifestazione all’insegna del sapore, ma anche della tradizione e della cultura: stiamo parlando dei formaggi che faranno di Castegnato la capitale nazionale dell’arte casearia. Come consuetudine, la piccola cittadina bresciana ospiterà dal 10 al 12 ottobre “Franciacorta in Bianco”, la più conosciuta e importante vetrina nazionale dei prodotti lattiero-caseari realizzati con latte vaccino, caprino, ovino e latte crudo. Un intero fine settimana in cui sarà di scena un mix irresistibile di formaggi provenienti da ogni regione d’Italia che potranno usufruire di un palcoscenico d’eccellenza. L’appuntamento di Castegnato intende valorizzare le migliori produzioni dei formaggi: qui ci sono le regioni d’Italia, ci sono formaggi selezionatissimi e, soprattutto, c’è la loro storia. Che racconta spesso di

prodotti caseari ottenuti col sacrificio e la passione di agricoltori che con coraggio hanno lavorato nelle condizioni climatiche ed ambientali più disparate. Dove i foraggi e i ritmi del lavoro hanno consentito di ottenere prodotti sicuramente diversi tra di loro. E proprio la diversità agroalimentare diventa dunque il filo conduttore di Franciacorta in Bianco.

sangiovanni alla guida del consorzio taleggio Il Consiglio di amministrazione del Consorzio per la tutela del Taleggio sceglie la strada della continuità, riconfermando Lorenzo Sangiovanni alla presidenza del consorzio bergamasco: una grande dimostrazione di fiducia da parte degli amministratori, a cui Sangiovanni esprime tutta la sua soddisfazione.

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alimenti

dolci

Oltolini e le 8 regole per valutare il gelato T

ra i prodotti di eccellenza del nostro Paese noti a livello internazionale un posto di rilievo spetta, sicuramente, al gelato. Si afferma che quello italiano sia uno dei migliori al mondo, ma come è possibile verificare tale affermazione? La degustazione del gelato, al pari di quella del vino, ha determinate regole e modalità sconosciute, però, ai più.Paradossalmente, le statistiche lo indicano come uno degli alimenti più apprezzati, consumato da ben il 97% della popolazione della penisola. Le modalità per degustare al meglio un gelato sono state illustrate da un collaboratore di “Italia a Tavola”, il critico enogastronomico ed esperto

di degustazione Davide Oltolini (nella foto) durante “l’Atelier del gelato” tenutosi nella splendida Villa San Carlo Borromeo di Senago (Mi). La struttura, circondata da un immenso parco, ospita al suo interno il prestigioso ristorante “The city”. 8 i principali parametri da valutare per individuare un gelato di eccellenza: la struttura (ovvero il “corpo”) della preparazione, il grado di dolcezza, la cremosità (riferibile alla quantità di grassi), l’acidità (per le preparazioni alla frutta), la “resistenza allo sgocciolamento”, la “pastosità” (dovuta al livello di aria inglobata), ovviamente la gradevolezza al “gusto”, nonché, tra le accezioni negative, l’eventuale untuosità.

Pregiati cioccolatini dietetici in esclusiva a milano da catinari Roberto Catinari, il grande cioccolatiere toscano, ha creato, in esclusiva per il suo negozio di Milano, una linea di cioccolatini dietetici al fruttosio che saranno in vendita dai primi di settembre. Non saranno cioccolatini “tristi e punitivi”, ma gli stessi della sua vastissima produzione variati al fruttosio per restare fedele alla genuinità e alla naturalezza. Faranno la gioia di tutti gli irriducibili golosi che per motivi di salute o di linea non possono gustare appieno il mondo del cioccolato d’autore. Il maestro li presenterà il giorno 18 settembre in un open day presso “Arte del Cioccolato” di viale Monte Nero, 73 a Milano. Su www.italiaatavola.net le versioni più ampie dei servizi di questa pagina

Dolce ciclismo a Varese Per i Campionati del mondo 2008

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La Cinzianella, il bel locale a pochi metri dal lago di Corgeno di Vergiate (Va), che Maurizio Gnocchi conduce con grande entusiasmo, si respira aria di ciclismo. Solo un appassionato come lo chef poteva pensare di creare un dolce per i “Campionati del mondo” che torneranno dopo molti anni sulle belle strade varesine. Per Gnocchi “la cucina si fa con il cuore prima che con la mente”. Non quindi effetti speciali per le guide, ma piatti che interpretino i prodotti locali e riprendano le tradizioni. La cena di presentazione del progetto di metà giugno ne è stata conferma: dall’antipasto imperniato sullo splendido e poco conosciuto lardo lonzato Monterosa al persico iridato. La ricetta prevedeva cinque filetti di questo protagonista della tradizionale gastronomia di lago cucinati in modo da riproporre i

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cinque colori della maglia iridata: verde, giallo, nero, rosso e viola, ciascuno ottenuto da una o più verdure di stagione. I fortunati commensali sono stati gli unici ad averlo degustato, essendo terminata la stagione di alcune verdure (ad esempio gli asparagi). La “Cima Coppi” della serata è stata La Cassata di Varese Mondiale 2008 con le salse dell’iride, cui era dedicato l’evento. Anche la creazione di questo dessert ha comportato un lungo periodo di ricerca e preparazione ed è l’omaggio alla propria terra da parte di chi l’ama profondamente: infatti il dolce verrà proposto fuori carta fino a domenica 28 settembre, data della competizione. La Cassata nasce dall’idea di fare un dolce molto leggero e delicato, risultato ottenuto realizzando una meringa a caldo cui si aggiungono lo zucchero e

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successivamente la panna montata e per ultimi i canditi precedentemente lavorati (macerati per almeno 24 ore in un liquore all’arancia). Infine il preparato viene sottoposto ad abbattimento di temperatura fino a 25° nel cuore del prodotto in modo da farlo risultare setoso e molto gradito al palato per finezza e leggerezza. Il dolce viene tagliato in spicchi triangolari posti con la punta verso l’alto per simboleggiare le vette del ciclismo. Ai piedi le 5 salse con i colori dell’iride e due ruote di cioccolato fondente. (S.L.)


frutta di stagione

alimenti

Ristora e nutre con gusto tropicale Il cocco è il principe dell’estate L

a palma da cocco (Cocos nucifera) è una pianta originaria dell’arcipelago indonesiano, diffusasi in tutta l’area del Pacifico con numerose varietà. Rappresenta una vera e propria risorsa per molti Paesi tropicali: è infatti utilizzata per la produzione di noci di cocco, che viene consumato fresco o trasformato. Gli impieghi sono molteplici: dalla produzione di una fibra detta “coir” utilizzata per lavori di intreccio, tappeti, cordami, alla produzione di vino, aceto, zucchero e acquavite di palma. Le giovani gemme possono essere usate a fini alimentari (i cavoli o cuori di palma), mentre il legno è impiegato come materiale da costruzione e le fronde come fibre per intrecciare cappelli, stuoie e tetti. La noce di cocco rappresenta il seme della pianta. La parte commestibile è la polpa che aderisce alla parete interna del guscio. Inizialmente è morbida e umida, con il passare del tempo diventa sempre più asciutta e fibrosa. La polpa del cocco contiene molti grassi, la maggior parte dei quali saturi, anche se a catena media e corta e dunque meno pericolosi rispetto al burro e agli altri grassi animali per il sistema

cardiovascolare. La polpa si mangia fresca, oppure può essere essiccata prendendo il nome di “copra” da cui si ricavano il cocco essiccato in scaglie e i preparati solubili per latte di cocco. In particolare il latte di cocco è preparato aggiungendo acqua calda o latte alla polpa macinata; contiene

tutte le sostanze nutritive della polpa, dunque è molto calorico. La crema di cocco non è altro che latte di cocco con una bassa percentuale di acqua. Infine, l’acqua di cocco è un liquido contenuto nella noce di cocco giovane, è ricca di carboidrati e povera di grassi. Contiene vitamine, minerali, antiossidanti, e ha meno di 20 kcal per 100 g. Ai Tropici le noci di cocco si consumano come bevanda. Dalla polla si ricava il prezioso burro di cocco, un’olio vegetale usato in molti prodotti industriali. (G.N.)

IDEE SFIZIOSE pudding di riso al cocco guarnito con fragole e rabarbaro Ingredienti: 100 g di riso Arborio, 2 tazze di latte di cocco, 2 cucchiai di zucchero di canna, 3 cucchiai di noci spezzettate, 2 cucchiai di pistacchi a pezzettini, 2 stecche di rabarbaro, 250 g di fragole, 1/3 di tazza di zucchero di canna, cannella, 4 baccelli di cardamomo, vaniglia qb, 2 cucchiai d’acqua Preparazione: pulire la frutta, sciogliere 1/3 di tazza di zucchero con 2 cucchiai d’acqua, aggiungendo le fragole e il rabarbaro con la cannella e la vaniglia. Lasciar riposare per 15 minuti, separare la vaniglia e riporre in frigo il tutto distribuito in 4 bicchieri. Nel frattempo far cuocere il riso. Scaldare il latte di cocco con il baccello di cardamomo, portare a ebollizione e poi aggiungere al riso e

mescolare. Far cuocere per 25 minuti finché il liquido non è stato assorbito dal riso. Separare il baccello di cardamomo e aggiungere i 2 cucchiai di zucchero. Mixare. Infine servire il tutto con guarnizione di fragole intere, pistacchi e noci.

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alimenti

info food

Inaugurati i 6 Circuiti del biologico dall’Oltrepò pavese al Garda

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ei itinerari turistici enogastronomici corrispondenti a sei territori della Lombardia, ognuno dei quali contraddistinto da particolari tradizioni agricole, retaggi storico-culturali e caratteristiche morfologiche: Parco del Ticino, Lomellina e Oltrepò pavese, Adda e Chiese, Mincio, Mantova e Terre di Virgilio, Garda tra Valtènesi e Valsabbia, Franciacorta, Valcamonica e Valtrompia, Bergamo, Brianza e

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Hinterland milanese. Sono i Circuiti del biologico in Lombardia presentati dalla Regione e da tre associazioni lombarde del Bio, tra cui Alabio La Buona Terra, durante il 16° Congresso mondiale Ifoam dell’Agricoltura Biologica, svoltosi a Modena tra il 18 e il 20 giugno. Il progetto, che coinvolge 54 aziende agricole lombarde, si propone di far conoscere le aziende bio e le loro produzioni ai diversi fruitori. A tal scopo, il 17 giugno è stato organizzato per gli operatori della comunicazione un educational tour attraverso 4 delle 6 zone. Tra le aziende coinvolte nel progetto, è presente la cooperativa di viticoltori del Garda lombardo Civielle (Cantine della Valtenesi e della Lugana) di Moniga del Garda (Bs). «Quella del biologico è una realtà in forte crescita in Lombardia - afferma Sante Bonomo, presidente di

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Civielle e consigliere d’amministrazione dell’associazione La Buona Terra. Per quanto riguarda il vino, circa il 25% del Garda Classico è coltivato con metodi biologici, evi si ritrovano anche blasonate aziende biodinamiche, ma non basta. La nostra azienda è impegnata a contribuire alla crescita del biologico in tutto il territorio lombardo ed in particolare nella zona della Valtènesi - Garda Classico, il cui Consorzio di tutela ha avviato un progetto pluriennale di riqualificazione e riposizionamento strategico che prevede tra i valori da comunicare anche la “naturalità”, caratteristica accentuata dalla pratica di agricoltura biologica, circuiti, sono presentati con un fascicolo e descritti in un cd, dove sono presenti tutte le aziende bio lombarde,presto saranno disponibili su www.buonalombardia.it».


info food

Zaia e il riso italiano

Fuori dalla lista dei tropicali Un grande traguardo per le produzioni

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l neoministro Zaia è soddisfatto per l’eliminazione del riso dalla lista dei prodotti tropicali. «A seguito del mio intervento a sostegno della risicoltura italiana, gli esperti del negoziato multilaterale riuniti a Ginevra hanno proceduto alla revisione della lista dei prodotti tropicali escludendo il riso (in tutti i suoi stadi di lavorazione, dal risone al lavorato, alle altre tipologie disponibili) dalla lista dei prodotti tropicali. Questo prodotto non verrà quindi assoggettato alla riduzione tariffaria dell’85%, come invece sarebbe accaduto con la sua presenza nella lista stessa». È

questa la dichiarazione rilasciata dal ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia (nella foto). «Ovviamente si tratta di un primo successo. Il lavoro infatti non è terminato: la lista dei prodotti tropicali è molto lunga e sarà necessario approfondire tecnicamente l’esame di ogni singolo prodotto». Non solo: «sarà necessario progredire - ha aggiunto Zaia anche su altre tematiche che restano prioritarie per l’Italia, quali l’estensione della protezione delle indicazioni geografiche e l’avvio del Registro multilaterale dei vini». Un percorso lungo ma certamente utile e soddisfacente.

Il tartufo cerca casa Concorso di idee per valorizzarlo

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l tartufo, uno degli ambasciatori del Piemonte agroalimentare in Italia e nel mondo, è tutt’oggi commercializzato senza un’adeguata confezione che ne protegga le delicate caratteristiche organolettiche e che ne esprima la preziosità. «Esiste un’assoluta sproporzione tra il livello di suggestione che dovrebbe rappresentare un prodotto così prezioso e la confezione

cena fuori addio, colpa del carovita Andare a cena fuori per molti italiani è diventato un vero lusso e una famiglia media (composta da quattro persone) prima di affrontare una spesa di circa 120 euro, ci pensa bene, anzi benissimo. Il carovita, insomma, sta cambiando le abitudini delle famiglie che, alle prese con rate da pagare, mutui e bollette sempre più salate, preferiscono cenare a casa e non

mai dedicata e molto spesso troppo banale per il prodotto che stiamo acquistando. Di qui l’idea di lavorare a livello istituzionale promuovendo un concorso internazionale per lo studio di un packaging per il tartufo bianco» dice Mauro Carbone, direttore nazionale del Centro studi Tartufo. A breve l’impegno sarà concretizzato in un’operazione regionale.

affrontare una spesa diventata ormai sempre più pesante per il proprio budget. Tutto questo ha pesato sul settore della ristorazione che a maggio ha registrato un calo dei ricavi pari al 10%, mentre il maltempo ha fatto calare le presenze negli esercizi di ristorazione situati in località balneari del 15-20%. «Nel solo mese di maggio - ha spiegato all’Agi il presidente di Assoristoranti Nazareno Sacchi - abbiamo registrato ricavi inferiori del 10% rispetto allo stesso mese

alimenti superfino carnaroli jada, un “signor riso” Ancora una volta Jada propone una specialità delle Venezie coltivata in terreni vocati la cui storia risale al 1500. Si tratta di un riso Carnaroli di grande personalità, coltivato in un’antica e suggestiva risaia del Cinquecento della Serenissima Repubblica di Venezia, situata nella zona di Grumolo delle Abbadesse. Il Riso Superfino Carnaroli Jada è un riso di grande personalità. I chicchi, con perla di amido, sono grandi, allungati, compatti e ben sgranati. Dopo la cottura offrono al naso una grande ricchezza aromatica con note di fiori bianchi e al palato si presentano con un’eccellente consistenza.

pomodoro riciclato sbarca in canada A Toronto arriva il pomodoro “riciclato” ottenuto dagli scarti industriali derivanti dalla lavorazione del pomodoro, applicato all’Istituto di Chimica biomolecolare (Icb) del Cnr in collaborazione con l’Istituto di chimica e tecnologie dei polimeri (Ictp) di Pozzuoli (Na). Lo studio sta mettendo a punto metodi rapidi di estrazione di polisaccaridi a basso impatto ambientale, con alte rese.

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del 2007 e anche nei primi 15 giorni di giugno il trend non cambia». Le cause scatenanti del fenomeno sono note: quella principale riguarda gli aumenti dei prezzi generalizzati che hanno colpito in particolare tutti ibeni di prima necessità. L’effetto è scontato e inesorabile: se devono risparmiare, gli italiani, lo fanno tagliando le spese superflue o almeno non di prima necessità, come appunto il pranzo “fuori porta’” della domenica o la cena con gli amici al ristorante e in pizzeria.

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beverage

birra

Pils, regina del mercato, ottima anche da sola di Enrico Rota

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a regina delle birre rimane senza dubbio la Pils. Le Pils (o Pilsner o Pilsener) sono birre prodotte a bassa fermentazione, appartengono alla famiglia delle birre Lager e dominano il mercato mondiale della birra. Questo stile nasce nel 1842 per opera di un mastro birraio tedesco che ideò, nella città di Pilsen (da qui il nome), una tecnologia che permise di utilizzare il calore indiretto per tostare il malto e enrico rota, far precipitare i resp. Vendite 4R lieviti. Il risultato fu di torre de’roveri (BG) ci guida quello di ottenere nel mondo una birra leggera, della birra dal gusto pulito e amarognolo, incredibilmente bionda e chiara (fino a quel momento tutte le birre Lager erano torbide a causa dei lieviti in sospensione). Le Pils più famose sono quelle tedesche che ancora oggi si rifanno al celebre Reinheitsgebot (l’editto della purezza) che obbliga il birraio a utilizzare solo acqua, malto d’orzo La Quattroerre srl organizza corsi di spinatura di un giorno riservati ai gestori di pubblici esercizi. Il costo del corso è di 120 euro. Per info: Tel 035 580701 enrico@quattroerre.com

e luppolo (e lievito). Con questo editto era stato decretato che la birra consumata in Germania doveva essere fatta solo con orzo, luppolo e acqua. A quel tempo (1516) la natura dei lieviti era sconosciuta e si aggiunse il lievito al canone del Reinheitsgebot. Similmente, anche “orzo” venne sostituito da “malto d’orzo” e forzatamente “malto di frumento”. Spezie, frutta e altri cereali non nobili sono esclusi. Questa legge sulla purezza ha prevalso in Germania per 476 anni, sino al 1992, quando l’Europa costrinse la Germania ad adeguarsi alle normative comunitarie che imposero l’import di qualsiasi tipo di birra. Il bicchiere idoneo per queste birre è a forma di “calice a chiudere”: calice sottile e liscio dalla forma rastremata. Questa forma permette di accentuare la schiuma senza farla traboccare ed il vetro sottile e liscio favorisce la formazione di condensa. Le Pils hanno l’aroma del malto, accompagnato da note floreali e dal profumo erbaceo del luppolo, il suo gusto è unico: un mix di amaro e di dolce con finale fresco e leggermente astringente. Queste fondamentali caratteristiche la rendono universale a tavola. Tra alcuni piatti consiglio carne affumicata e salumi anche se suggerisco di gustarla da sola.

Record di produzione per SabMiller Superato il colosso belga Inbev

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a multinazionale delle bevande SabMiller ha superato nei volumi di birra il gruppo belga Inbev, finora considerato il più grande produttore di birra al mondo. Il sorpasso è dovuto a una forte crescita di SabMiller in Cina e al suo recente acquisto della olandese Grolsch. Secondo le stime provvisorie della Plato Logic, nel 2007

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SabMiller (titolare dei marchi strategici Peroni Nastro Azzurro, Pilsner Urquell e Miller G.D.) avrebbe raggiunto 231,7 milioni di hl di produzione birraria, per una quota pari al 13,1% del totale mondiale, mentre il gruppo belga Inbev avrebbe chiuso il 2007 con 225,6 milioni di ettolitri di birra, pari ad una quota del 12,8%.

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peroni cavalca l’onda nastro azzurro A fronte di un mercato interno che è cresciuto del 3% in quantità, la Spa Peroni ha messo a segno un aumento delle vendite del 5%, con tassi ancora più consistenti per le due marche principali: Peroni (+7%) e Nastro Azzurro (+8). Il marchio Peroni Nastro Azzurro è diventato uno dei tre principali marchi internazionali della multinazionale e sta cogliendo lusinghiere affermazioni in molti mercati esteri. In Italia, Birra Peroni è stato il gruppo birrario con più rapida crescita, dovuta soprattutto all’incremento delle vendite nel canale Horeca nel nord Italia.

messina firma i nuovi volti della siciliana “Birra del Sole” e “Patruni e Sutta”: i veri sapori della tradizione siciliana. Sono questi i due nuovi marchi di birra che saranno prodotti dalla nuova Triscele della famiglia Faranda, che cinque mesi fa ha riacquisito lo storico stabilimento della birra Messina - in passato ceduto alla Heineken Italia spa. I Faranda ripercorrono il sentiero del successo con il ritorno di un marchio storico per la città.

1789, un omaggio all’arte birraria Documenti ufficiali indicano un certo Baldassarre Ketter come il primo a produrre birra in Italia. Il 22 maggio 1789 gli fu concesso dallo Stato Sabaudo il privilegio per la fabbricazione della birra nella città di Nizza Marittima. Ed ora, in ricordo di questo pioniere, è stato inaugurato a Buttigliera d’Asti (At) un microbirrificio denominato “Birra 1789”, con lo scopo di riprendere lo spirito e la pura artigianalità sviluppata da Ketter per realizzare birre con la purezza e genuinità di una volta. Il progetto “Birra 1789” è nato da un’analisi fatta sul campo, parlando con i gestori indipendenti che vedono come la birra artigianale italiana stia destando grande curiosità e interesse. Approfondimenti su www.italiaatavola.net


beverage

acqua

la minerale in italia

12,3

miliardi di litri prodotti

99%

consumi italiani di acque italiane

0,21

euro prezzo medio per una bottiglia da 1 litro e mezzo

325

etichette provenienti da 192 fonti sul territorio

Un’ossessione tutta italiana, l’acqua minerale che fa gola a tanti O

ro blu. Non è un caso se con questo sinonimo si indica l’acqua. Il prodotto più prezioso della Terra e l’elemento fondamentale per la vita. Un prodotto che sempre più fa parlare e che sta assumendo un ruolo centrale all’interno del mercato globale. L’acqua è business, soprattutto se è minerale e soprattutto se a berla sono gli italiani. Con 12,3 miliardi di litri prodotti all’anno l’Italia si colloca al secondo posto in Europa. A superarla la Germania con i suoi 13 miliardi. Ma un altro record vede il Belpaese ai vertici: gli italiani sono i principali consumatori di acqua nel mondo. Sulla tavola dell’italiano medio

non possono mancare una bottiglia di vino e una di acqua, rigorosamente minerale. La “paura” o la diffidenza del rubinetto, ha “contagiato”, negli ultimi trent’anni, l’inconscio del consumatore. E il mercato sale del 30% ogni anno. Tra giochi di potere, alleanze tra colossi multinazionali e abili campagne mediatiche per sviluppare il concetto di “lusso a tavola” l’acqua minerale sale, cresce, diventa glamour. E siamo fortunati, perchè in Italia il prezzo medio di una bottiglia da 1 litro e mezzo è di 0,21 euro a fronte degli 0,48 in Usa. “Uno stato mentale tipico degli italiani”:

così lo definisce il sito ambientalista EcoWorldly, che, dedicando un interessante approfondimento all’argomento, dipinge un quadro mondiale poco rassicurante. E non servono certo indagini di mercato per capire quali possono essere le reali conseguenze di questo grande business. Dall’inquinamento ambientale al problema dello smaltimento, a quello del trasporto e del consumo. Sarebbe importante capire in quale modo il consumo dell’acqua minerale possa giovare alla salute, all’alimentazione o alla vita. Quali siano le reali differenze con “l’acqua del rubinetto”, i surplus, le motivazioni che spingono al consumo con la massima trasparenza di informazione. In questo senso qualcosa si è mosso, come rivelano le parole del presidente di Norda Spa, Carlo Pessina: «è inutile dire che un’acqua fa dimagrire. Spieghiamo piuttosto quanto è più o meno adatta all’alimentazione quotidiana». Anche se non risolverà il problema, centrale, dell’inquinamento, almeno servirà a guidare una scelta responsabile. (G.N.)

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beverage

distillati

Viaggio nel mondo del whisky Imparare a leggerlo I

l termine “whisky” dovrebbe contraddistinguere solo il distillato scozzese, mentre negli altri Paesi del Nord Europa la definizione da utilizzare è “whiskey”. Ma in pochi seguono questa normativa. Nel Sudest asiatico il whisky viene chiamato “Arrack” o “Arrak”, definendo un distillato in genere. Ecco alcune indicazioni per leggere correttamente le etichette esistenti sul mercato.

Scozia Malt whisky Ingredienti: 100% orzo maltato, acqua e lieviti. L’orzo maltato può essere essiccato con fuoco di torba, l’intensità del fumo renderà il whisky più o meno torbato. Distillazione in alambicchi tradizionali di rame con duplice distillazione. In etichetta è indicata l’età minima di invecchiamento che avviene in barili di rovere che hanno contenuto sherry o bourbon. “Single malt whisky” - la maltazione dell’orzo è stata eseguita nella stessa distilleria. Sull’etichetta è riportata anche la zona di origine: Low Land (terre basse), Highland (terre alte), Spey Side (all’interno delle Highland), Island (con la specifica dell’isola di origine), Islay (isola di Islay). “Pure malt whisky” - l’orzo maltato è stato acquistato da un fornitore esterno che rifornisce varie distillerie.

“Vatted malt whisky” - indica l’assemblaggio di vari whisky di malto provenienti da diverse distillerie. Grain whisky Whisky prodotto con vari cereali come frumento, segale e granaglie in genere. Non è torbato. Distillato in colonna continua. La maggior produzione viene utilizzata per creare la miscela del “blended whisky”. “Single grain whisky” - indica normalmente l’età in etichetta. Blended scotch whisky Il primo scotch whisky che si è conosciuto sul mercato italiano e mondiale. Si ottiene per miscelazione di uno o più “grain whisky” (al massimo 3) e uno o più “malt whisky” (fino a 15-20). Il Blended Scotch Whisky non riporta l’anno di produzione. Per legge deve invecchiare minimo 30 mesi. “Blended scotch whisky” - l’anno è sempre riferito al distillato più giovane che fa parte della miscela. “De luxe blended whisky / Reserve / Premium blended whisky” sottintendono una percentuale più elevata di malto nella miscela. irlanda Irish whiskey Prodotto con vari tipi di cereali, principalmente con orzo. Si utilizzano sia gli alambicchi tradizionali sia il distillatore a colonna per produrre un whisky molto “pulito” con

in canada e giappone Il classico metodo di produzione del Canadian whisky è la distillazione separata di un distillato composto da segale e altri cereali in alambicco tradizionale unito ad alcol agricolo. Il blending può avvenire con molte qualità di whisky. I produttori seguono la stessa procedura degli scozzesi e producono sia il blended che il single malt. Il whisky giapponese, invece, è meno torbato rispetto alla produzione scozzese.

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caratteristiche finali pari ad una triplice distillazione. Di norma non utilizza la torba salvo poche eccezioni. Invecchia per almeno 5 anni in barili di rovere di origine americana e spagnola già utilizzati nei Paesi d’origine. stati uniti Bourbon whiskey Prodotto quasi sempre con distillatore a colonna utilizzando cereali quali mais (almeno il 51%), orzo maltato e non, segale. Matura in barili nuovi di rovere americana. Tennessee whiskey Differisce dal bourbon per operazioni supplementari quali il Sour Mash, recupero della “massa acida”dei lieviti esausti per innescare una nuova fermentazione e il Charcoal Mellowing “gusto di affumicato” dovuto alla filtrazione del distillato su uno strato di circa 7 mt di carbone di acero, prima dell’invecchiamento in barili nuovi. Rye whiskey (segale) Prodotto come il bourbon con una sola variante: l’utilizzo di almeno il 51% di segale. Il resto è composto dagli altri cereali citati sopra. Anche in questo caso si utilizzano barili nuovi. Per maggiori informazioni www. accademiadelbere.it


distillati

beverage

L’arte della grappa per Francoli Grazie all’azienda è possibile conoscere la suggestiva storia della distillazione

D

a questa specie di avamposto in val Chiavenna a pochi chilometri dallo Spluga sono partiti nel secolo scorso centinaia di “grappatt” che hanno dato vita a distillerie in tutta Italia, dai Della Morte ai Francoli, dai Levi ai Vener, dai Gadola agli Scaramellini. Da Vener di Parma alla Scaramellini di Verona, da Romano Levi di Neive (Cn) a Luigi Francoli. Una sorta di alternativa all’emigrazione all’estero per chi non riusciva a sbarcare il lunario, che in molti casi si è trasformata di una florida attività. Come dire che non si può parlare di grappa senza fare riferimento a Campodolcino (So), comune oggi florido grazie al turismo, ma che un tempo nell’arte povera della distillazione trovava il modo di superare in qualche modo le difficoltà dell’inverno in montagna. Un luogo simbolo per chi oggi parla di aromi, retrogusto e alcolicità, senza sapere dove e come sia nata l’arte della distillazione. Su queste basi è facile capire perché Alessandro Francoli (nella foto) abbia voluto scegliere proprio questo paesino (dove ha le radici la sua famiglia) per presentare i primi due volumi de “L’Arte della Distillazione”, un’opera un’unica al mondo che rappresenta una sorta di omaggio alle fatiche e ai sacrifici delle generazioni passate. Curata dal professor Gorgias Gambacorta, che ha coordinato il lavoro serio e puntuale di diversi studiosi, l’opera, che proseguirà con un nuovo volume sulla realtà attuale (per lo più

scritto da Francesco Francoli), ha lo scopo di sgombrare il campo dalle tante imprecisioni che, nel tempo, si sono accumulate, cercando di basare le proprie colte affermazioni su basi storiche e scientifiche. Dai Greci dell’età classica all’età moderna, i due primi volumi ripercorrono una storia affascinante che fra tentativi, innovazioni e fallimenti ha portato all’attuale realtà della grappa e dei distillati, facendo chiarezza in un mondo che, per troppo tempo, si è lasciato cullare da miti e leggende. Nell’affascinante cornice del Mu.Vi.S. (il Museo della Via Spluga e della Val San Giacomo), curata rappresentazione delle arti e dei mestieri di quest’angolo di Valchiavenna, Alessandro Francoli, sponsor e autore, e Paolo Raineri, appassionato presidente dell’istituzione museale, hanno accompagnato Gambacorta nella presentazione dell’opera, squarciando un velo e fornendo, finalmente, gli elementi di base per una corretta conoscenza di questa, oggi nobile, arte.

I primi 2 volumi partono quindi dalle origini e, attraverso l’importante capitolo dedicato alla distillazione araba, giungono al rinascimento e si avvicinano all’età contemporanea; appuntamento, dunque, alla prossima primavera per la conclusione di questa fatica, con la presentazione del terzo volume che porterà nuovi contributi fino ai giorni nostri.

Alcol ed Ebrezza Fra le tante curiosità del volume si può ricordare come i distillati in qualche modo siano stati spesso associati all’ebbrezza. Ne è un esempio la stampa sopra del 1513 in cui alcuni frati di Lucerna usano un alcol per intontire un confratello e poter così procedere all’applicazione di acidi su mani e piedi con cui simulare stimmate per incassare elemosine...

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beverage

distillati

In ottobre con Grapperie Aperte

Torna la 5a edizione della manifestazione nazionale dedicata alla grappa. Attesa una forte presenza femminile

I

l 5 ottobre prossimo torna la giornata nazionale di “Grapperie Aperte 2008”. Come da tradizione molte delle distillerie associate all’Istituto nazionale grappa apriranno le porte ai visitatori. Gli appassionati e i curiosi potranno così vedere

gli alambicchi in piena attività e osservare la produzione della grappa da vicino: dal caricamento della vinaccia fresca negli alambicchi di rame, alla cotta, all’uscita della grappa a pieno grado fino allo scarico della vinaccia esausta e fumante. Numerosi i momenti di intrattenimento: dall’abbinamento con la pasticceria locale al menu a base di grappa, dal balletto classico alla mostra fotografica. Non mancheranno anche iniziative rivolte alle signore, che nel

classica o trendy, grappa olivetto veste di nuovo l’estate Chi pensa alla grappa come a un distillato adatto alla stagione invernale forse non conosce la versatilità di Olivetto. Olivetto è la grappa alle olive che l’azienda PMP Pallua di Malcesine (Vr) produce recuperando integralmente un’antica tradizione che combinava le proprietà digestive della grappa con quelle salutari e benefiche dell’oliva. In una grappa prodotta con vinacce fresche di altissima qualità vengono lasciate in infusione le olive maturate lentamente sui colli del Garda: da questo incontro sinergico nasce un distillato dal profumo armonico e intenso, dal sapore morbido e persistente, piacevole al gusto, ma anche alla vista nei suoi riflessi ambrati. Qualità che fanno di Olivetto un ottimo sostituto dei classici brandy e rum nella preparazione di cocktail internazionali come Mohito, Bloody Mary, Daiquiri. Ma anche un ingrediente capace di dare, con una sola spruzzata, una sfumatura nuova e trendy ai cocktail salutistici a base di verdura e frutta, come i Frozen e gli Smoothies, ispirati ai principi dell’aromaterapia e della cromoterapia. In particolare la linea “Olivetto Frozen e Smoothies” propone la versione Orange (reidratante), Yellow (depurativo) e Bacio (energetico), molto indicati per l’estate.

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2007 hanno rappresentato più di un terzo dei visitatori. Anche quest’anno un occhio particolare alla sicurezza con le distillerie che inviteranno chi deve guidare a non assaggiare. Ma chi sono i turisti della grappa? La “Seconda ricerca sul turista della grappa”, svolta nell’edizione 2007, ha evidenziato due diverse tipologie di visitatore. Il 45% tra i visitatori del Sud Italia ha rivelato che a portarli tra gli alambicchi è la curiosità, mentre al contrario il 41% dei visitatori del Centro-Nord hanno visitato le distillerie perché si considerano consumatori attenti. Diverso anche l’approccio: al CentroNord è considerata un digestivo solamente dal 13% degli intervistati, mentre per il 45% è un piacere per i sensi. Nel Meridione la situazione è invece invertita.

Adid: nuove delegazioni in Puglia, Toscana, Veneto

P

rosegue l’espansione di Adid, Associazione degustatori italiani distillati, in Italia. Lo scorso febbraio Italico Sana, vicepresidente nazionale, ha inaugurato la delegazione di Lecce dando l’avvio al corso di Patente per degustatore di distillati che poi è proseguito con la presidente di delegazione Giorgia Benvenuto. A maggio Antenore Toscani ha dato inizio ad Asiago al corso di Patente a cui ha fatto seguito la costituzione della delegazione di Asiago (Vi) con presidente Mirko Rigoni. La delegazione di Bergamo ha portato a conclusione il corso di Patente con 12 nuove patenti. Lo scorso giugno è terminato il corso di analisi sensoriale di Arezzo e altri corsi sono partiti in Puglia, a Trani e Andria, con 40 soci. Presidente della nuova delegazione è Enzo Scivetti, impegnato a promuovere nuovi corsi sia a Bari che a Foggia. Va poi detto che in occasione de congresso Oiv a Verona, l’Adid ha avuto l’incarico dall’Istituto nazionale grappa da Assodistill di gestire lo “Stratus tasting”, banco di esposizione ed assaggio con compilazione di scheda di giudizio da parte degli assaggiatori di ben 60 distillati, messi a disposizione per l’evento.


caffè

beverage

Trismoka porta l’Italia a Siviglia Testimone d’eccellenza bresciana I

l caffè della torrefazione bresciana Trismoka di Paratico è considerato a tutti gli effetti un prodotto di grande qualità e quindi espressione della migliore imprenditoria bresciana, per cui non sorprende il fatto che la Provincia di Brescia abbia scelto confezioni della Trismoka da portare in Spagna nell’ambito di una missione economica nella provincia di Siviglia

che si è svolta a fine giugno. Guidata dall’assessore al Turismo della Provincia, Riccardo Minini, la delegazione ha fatto conoscere a tour operator, agenti di viaggio, operatori commerciali e giornalisti le caratteristiche del territorio bresciano e alcuni prodotti agroalimentari di cui Brescia è fiera. Tra questi appunto il caffè della Trismoka che è stato molto apprezzato in degustazione e poi regalato in confezioni con il nuovo logo e la nuova veste grafica dell’azienda della famiglia Uberti (nella foto Paolo Uberti). Continuano intanto nella sede ampliata di Paratico i corsi per la formazione degli operatori professionali nei bar-caffetterie,

illyquore: aroma di caffè, cuore di campari

Cappuccino certificato

Intenso, ricco, avvolgente e appagante: nasce ILLYQUORE, lo spirito dell’autentico gusto 100% di pura Arabica illy, frutto della collaborazione tra illycaffè e Gruppo Campari. «Il prodotto che oggi vede insieme illycaffè e Gruppo Campari - sostiene Andrea Illy, presidente e amministratore delegato illycaffè - è una ricetta italiana di liquore al caffè, rivisitata e resa unica grazie alla firma di due marchi simbolo del Made in Italy, garanzia di eccellenza in tutto il mondo. Questa partnership esclusiva di alta gamma alimentare permette agli amanti del gusto illy di poterlo assaporare e incontrare una volta di più, in sintesi perfetta con lo stile e la passione Campari». L’incontro di Campari con illycaffè è il connubio perfetto tra due grandi aziende italiane, unite in una proposta accattivante.

grazie all’accordo sottoscritto con il Centro formativo Giuseppe Zanardelli dell’Amministrazione provinciale di Brescia (che raccoglie i nove centri di formazione professionale pubblici nel territorio bresciano): il Cfp fornisce le competenze che lo caratterizzano nell’ambito della formazione e delle metodologie didattiche; Trismoka fornisce le materie prime ed i macchinari da utilizzare durante le ore di esercitazione pratica dei corsi. Al tempo stesso Trismoka ha sottoscritto una convenzione anche con la Fiepet Confesercenti di Brescia per far conoscere i corsi per baristi che si tengono nella sede di Paratico. Ai soci Confesercenti viene riconosciuto uno sconto del 10% per la partecipazione ai corsi.

Le regole italiane d’oro sono Inei

S

econdo l’Istituto nazionale espresso italiano il cappuccino di qualità e rispettoso della tradizione è composto da 25 ml di caffè (preparato secondo le regole dell’Espresso italiano certificato) e 100 ml di latte freddo (3-5°C) montato con vapore fino al raggiungimento di un volume pari a 125 ml e una temperatura di circa 55°C. Dalle sperimentazioni condotte dall’Inei emerge che il latte del “Cappuccino italiano certificato” dev’essere vaccino e fresco, con un contenuto di proteine minimo del 3,2% e di grassi del 3,5%. Dal punto di vista sensoriale il Cappuccino italiano

certificato ha colore bianco, ornato da un bordo tra marrone e nocciola. L’aroma è intenso, con sentori di fiori e frutta a cui si aggiungono quelli più prestanti di latte, caramello, cioccolato e frutta secca. La tazza ideale per il cappuccino è di porcellana feldspatica bianca, con una capienza di 160 ml. Anche la geometria è importante, perché è proprio durante la caduta del latte montato che si ha l’ingolbamento del caffè e la creazione di quell’anello perfetto che orna la superficie del cappuccino. Il fondo dev’essere dunque ellittico, a spessore differenziato. La preparazione dev’essere affidata a un Espresso italiano specialist.

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enonews

concorsi

Altoatesini i top Pinot nero Alla ribalta toscani e lombardi

U

na classifica del 7º Concorso nazionale del Pinot nero d’Italia, dedicato alla produzione dell’annata 2005, che vede ancora una volta i vini altoatesini nelle prime posizioni ma riserva piacevoli sorprese con Pinot nero toscani e dell’Oltrepò pavese nelle posizioni di rincalzo. La settima edizione del Concorso nazionale del Pinot nero d’Italia si è conclusa con la proclamazione dei vincitori alla presenza di stampa e autorità, quali il presidente della Provincia di Bolzano Luis Durnwalder, il vicesindaco di Egna (Bz( e il sindaco di Montagna (Bz) e naturalmente gli esponenti del comitato organizzatore. La prima posizione della classifica è stata conquistata, ex-aequo con 82/100 punti, dal Südtiroler Blauburgunder di Franz

Haas e dal Südt. Blaub. Riserva “Abtei Muri” Tenuta/Cantina MuriGries di Bolzano. Il primo è un Pinot nero proveniente dalle classiche zone di elezione del vitigno in Alto Adige, i pendii di Pinzano e Gleno nel comune di Montagna e l’Altopiano di Mazzon a Egna, che viene vinificato con particolari accorgimenti elaborati in azienda. Il secondo nasce da giovani viti di otto/nove anni coltivate ad Appiano Monte, zona che si sta confermando vocata, soprattutto nei terreni alle quote più elevate (ca. 550 mt.) dedicati esclusivamente a questo esigente vitigno. La seconda piazza è stata appannaggio di ben quattro produttori con 80/100 punti: Cantina Kossler con il Südt. Blaub. “Herr von Zobel”, Cantina

Il podio del Concorso Rango

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Punti Azienda e denominazione vino

1

82

Franz Haas Südt. Blauburgunder 2005

1

82

Muri-Gries - Weingut/Klosterkellerei Südt. Blauburgunder Riserva “Abtei Muri” 2005

2

80

Kellerei Kössler Südt. Blauburgunder “Herr von Zobel” 2005

2

80

Kellerei Nals Margreid Südt. Blauburgunder “Mazzon” 2005

2

80

Podere Fortuna Igt Toscana Fortuni 2005

2

80

Kellerei St. Pauls Südt. Blauburgunder “Luziafeld” 2005

3

79

Kellerei Bozen Südt. Blauburgunder Riserva 2005

3

79

Tiefenbrunner - Schlosskellerei Turmhof Südt. Blauburgunder Riserva “Linticlarus” 2005

3

79

Maso Poli Trentino Superiore Pinot Nero 2005

3

79

Tenuta Mazzolino Oltrepò Pavese Pinot Nero “Noir” 2005

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Nals Margreid con il Südt. Blaub. “Mazzon”, Cantina St. Pauls con il Südt. Blaub. “Luziafeld” e infine Podere Fortuna con l’Igt Toscana Fortuni. Il Pinot nero di questa giovane azienda, che ha certamente rappresentato una delle sorprese del Concorso riuscendo a competere con la riconosciuta qualità dei vini altoatesini giunti ex-

(elenco completo su www.italiaatavola.net)


concorsi aequo, proviene da vigneti piantati sulle pendici degli Appennini in uno dei poderi appartenenti al Castello di Cafaggiolo, nucleo storico delle proprietà della famiglia de’ Medici sulle colline del Mugello (Fi), ora di proprietà di Alessandro Brogi. Infine il terzo premio, con 79/100 punti, è andato a due importanti nomi della viticoltura altoatesina quali la Cantina di Bolzano con il Südt. Blaub. Riserva e Tiefenbrunner con il Südt. Blaub. Riserva “Linticlarus”, inoltre a Maso Poli con il Trentino Superiore Pinot nero e a una piacevole novità, la Tenuta Mazzolino con l’Oltrepò Pavese Pinot Nero “Noir”. L’intensa giornata iniziale delle “Giornate altoatesine del Pinot nero” è proseguita nel pomeriggio, ad Egna, con l’apertura dei banchi d’assaggio rivolti al pubblico, un seminario di degustazione e, in serata, con la verticale di dieci annate del “Pinot nero Barthenau Vigna S.Urbano” della Tenuta J. Hofstätter guidata dal titolare Martin Foradori. Il programma è stato replicato nel comune di Montagna

e si è concluso con una festa finale sotto i portici del piccolo ma suggestivo centro storico di Egna, durante la quale i Pinot nero in concorso sono stati apprezzati in abbinamento ai prodotti tipici della Bassa Atesina. La splendida cornice di Castel d’Enna, storico maniero che sovrasta il paese di Montagna, e la calda ospitalità del proprietario, Barone Ernesto Rubin de Cervin Albrizzi, hanno creato l’atmosfera perfetta per celebrare il decennale di una manifestazione che ha saputo ricavarsi in questi anni uno spazio unico nel panorama del mondo del vino italiano. È già pronta la 4a edizione delle “Giornate del Riesling Alto Adige” a Naturno (Bz), che dal 7 al 9 novembre 2008 offriranno a tutti gli appassionati la possibilità di degustare ai banchi d’assaggio un centinaio di Riesling provenienti da tutto il mondo.

ENONEWS Trentino superiore Pinot nero Doc Pinot nero superiore di Maso poli Tipologia: Trentino superiore Pinot nero Doc Etichetta: Pinot Nero superiore Uvaggio: 100% Pinot nero Vinificazione: in rosso, 15 giorni di fermentazione Invecchiamento: in barriques francesi per 16 mesi Affinamento: in bottiglia per 6 mesi Colore: rubino tenue Profumo: dolce e fruttato di amarena, ribes e cannella Sapore: delicato e avvolgente Longevità: 10 anni Gradi: 13% vol. Acidità totale: 5,40 g/l Abbinamenti: carni grigliate o allo spiedo 3° classificato

Su www.italiaatavola.net la versione più ampia di questo servizio

Azienda agricola Maso Poli Strada del Vino 33, 38015 Pressano di Lavis - Lavis (Tn) - Tel 0461 871519 - Fax 0461 658587 - www.masopoli.com

Alto Adige Pinot nero Pinot nero 2005 di franz haas

Alto Adige Blauburgunder/Pinot nero riserva Abtei Muri Doc di Muri Gries

Pinot nero Toscana Igt fortuni 2005 di aziena agricola fortuna

Tipologia: Alto Adige Pinot nero Etichetta: Pinot nero 2005 Uvaggio: 100% Pinot nero Vinificazione: macerazione e frequenti follature Invecchiamento: piccole botti di rovere per circa 1 anno Affinamento: in bottiglia per 5-10 mesi Colore: rosso rubino abbastanza carico Profumo: lampone, marasche e frutti di bosco Sapore: tannino contenuto che esalta la morbidezza Longevità: 4-5 anni Gradi: 13% vol. Servire a: 18°C Acidità totale: 5,55 g/l Abbinamenti: pollame nobile, carni rosse delicate

Tipologia: Alto Adige Blauburgunder/ Pinot nero Riserva Etichetta: Abtei Muri Doc Uvaggio: 100% Blauburgunder/Pinot nero Vinificazione: in acciaio Invecchiamento: 14 mesi in barrique Colore: rosso rubino con riflessi color rosso mattone dopo lungo invecchiamento Profumo: gradevole, intenso, verso frutti di bosco Sapore: pieno, secco e persistente Longevità: 4 anni Gradi: 13% vol. Servire a: 16°C Acidità totale: 5,07 g/l Abbinamenti: selvaggina, volatili, carni rosse e formaggio stagionato

Tipologia: Pinot nero Toscana Igt Etichetta: Fortuni 2005 Uvaggio: 100% Pinot nero Igt Toscana Vinificazione: in tini aperti di rovere francese a temperatura controllata per 15 gg, senza lieviti aggiunti Invecchiamento e Affinamento: 12 mesi in barrique di rovere francese, 6 mesi in tini di cemento e 12 mesi in bottiglia Colore: rosso rubino di media intensità e riflessi porpora Profumo: fruttato di ciliegia, lampone e cassis, seguono liquirizia, caffè, cuoio e spezie Sapore: morbido e di buona grassezza, equilibrato con tannini 2° classificato integrati; finale lungo

1° classificato

Franz Haas via Villa 6, 39040 Montagna (Bz) Tel 0471 812280 - Fax 0471 820283 www.franz-haas.it

1° classificato

Tenuta/Cantina Convento Muri-Gries piazza Gries 21, 39100 Bolzano (Bz) Tel 0471 282287 - Fax 0471 273448 www.muri-gries.com

Azienda agricola Fortuna srl via San Giusto a Fortuna 7, 50037 San Piero a Sieve (Fi) - Tel 055 8487214 Fax 055 84874398 www.poderefortuna.com

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enonews

concorsi

La disfida dei vini Doc A “Colli Berici” dodici vincitori C

ento calici. Tutti diversi, tutti vini accomunati dalla Doc dei Colli Berici: una scelta impegnativa che alla fine ha visto un solo trionfatore per ogni categoria. Un’attenta giuria di esperti, appassionati e giornalisti ha infine designato i vincitori della rassegna enologica itinerante. Sul podio ci sono Tai Rosso 2007 di Cavazza, Barbarano 2006 di Faccin Dino e Lorenzo, Tai Rosso Invecchiato “Colpizzarda” 2006, Merlot Dal Maso, Cabernet Riserva di Vini Cris tra i rossi, e ancora Garganega “Ego”, Pinot

bianco della Cantina Mattiello Natalino, Chardonnay Ca’ Grande di Gianesini fra i bianchi. Poi è toccato agli appassionati assaggiare e scegliere i “propri” vincitori: domenica 25 maggio infatti, a Barbarano, Palazzo dei Canonici ha aperto le porte per la degustazione collettiva. Undici “Numeri Uno” fra i vini dei Colli valutati quest’anno. Le produzioni enologiche sono state degustate da una giuria di esperti (enologi, giornalisti del settore, esperti degustatori della Camera di commercio) che si sono confrontati

i primi premi assegnati per tipologia Tipologia Garganega

Ego

Chardonnay

2007

Azienda agricola Costalunga di Castegnero (Vi)

2007

Cantina Mattiello Natalino di Longare (Vi)

2007 Azienda Agricola Cà Grande di Gianesini Livio di Mossano (Vi)

Sauvignon

2006 Azienda Agricola Marcato di Roncà (Vr) Casara Roveri

Tai rosso

2007 Azienda agricola Dal Maso di Montebello Vicentino (Vi) 2007 Azienda agricola Cavazza cav. Domenico e F.lli di Montebello (Vr)

Colpizzarda 2006 Azienda agricola Dal Maso di Montebello Vicentino

Barbarano

2006 Faccin Dino e Lorenzo di Barbarano Vicentino (Vi)

Merlot

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(elenco completo su www.italiaatavola.net)

Etichetta Anno Azienda

Pinot bianco

Tocai rosso

per individuare il vincitore per ogni tipologia di vino in classifica. Si è trattato di un vero e proprio concorso enologico, quindi con regolamento di partecipazione, iscrizione, prelievo dei campioni di vino, anonimizzazione delle bottiglie ed esame delle commissioni di degustazione. Infine si sono redatte le classifiche distinte per tipologia di vino Doc. Fra i bianchi, nella categoria Garganega è risultata trionfatrice l’etichetta “Ego” 2007 dell’Azienda agricola Costalunga, subito seguita dal Garganega 2007 dell’azienda

2005 Azienda agricola Dal Maso di Montebello Vicentino

Cabernet 2007

Sisto Rosso

Cabernet 2006

Vigneto Pozzare

Cabernet Riserva

da Cabernet sauvignon

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2007 Azienda agricola Cà Rovere di Alonte (Vi) 2006 Conte Alessandro Piovene Porto Godi di Toara di Villaga (Vi) 2004

Vini Cris azienda agricola Cristoferi di Lonigo (Vi)


concorsi

Ca’ Basso; il Pinot Bianco ha invece visto sul podio l’etichetta 2007 prodotta da Mattiello Natalino, seguita dal Dal Maso 2007, dal terzo classificato “Nani” 2007 del Vigneto Nespolaro, dal “Ca’ Basso” del 2007 e dal “Pegoraro” 2007. Fra gli Chardonnay vincitrice è risultata l’annata 2007 del Ca’ Grande di Gianesini, mentre nella categoria Sauvignon ha vinto il prodotto di Marcato 2006 a pari merito con il Dal Maso “Casara

Roveri” 2006, seguiti dall’etichetta di “Cantine dei Colli Berici”. Il 2007 è stata la prima annata del Tai Rosso, precedentemente denominato Tocai Rosso. I primi tre posti, nell’ordine, se li sono aggiudicati le aziende Cavazza, Costalunga Gheorgos e Piovene Porto Godi. La categoria Invecchiati di Tai Rosso ha visto al primo posto il Dal Maso “Colpizzarda” 2006, seguito da Cavazza con “Corallo” 2006 e “Le Pignole Torengo” 2006.

ENONEWS Per la denominazione Barbarano, che individua la zona “classica”, il primo posto sul podio è stato appannaggio dell’azienda Faccin Dino e Lorenzo del 2006. Per il Merlot il vincitore è stato il “Dal Maso” 2005, mentre nel Cabernet 2007 la scelta è stata davvero difficile: primo il Ca’ Rovere con il “Sisto Rosso”, seguito nell’ordine da Vini Cris con “Vigna Castel Bricon”, “Cielo e Terra Defrà”, “Montagna”, “Vini Cris Principio” e “Rosso del Campo Carraro Colle di Bugano”, “Mattiello Natalino” e infine ottavo “Muraro Severino”. È stata sfida anche fra i Cabernet 2006, competizione vinta dall’etichetta di Piovene Porto Godi “Vigneto Pozzare” subito seguita da Cantine dei Colli Berici Belvedere, “Costozza Conti Da Schio”, “Chiesa Vecchia Cabernet della Chiesa” e da Cavazza con “Cicogna”. Per chiudere alla grande con la categoria Cabernet Riserva: vincitrice, incontrastata, l’etichetta di Vini Cris da Cabernet Sauvignon del 2004.

Tai rosso Doc Colli Berici Colpizzarda 2006 di dal maso Tipologia: Tai rosso Doc Colli Berici Etichetta: Colpizzarda 2006 Uvaggio: 100% Tai rosso (Tocai rosso) Invecchiamento: circa 12 mesi in barrique Affinamento: 6 mesi in bottiglia Colore: rosso rubino intenso Profumo: varietale con sentori di piccola frutta rossa, vaniglia, pepe bianco Sapore: elegante, fine e persistente Longevità: 10 anni Gradi: 14% vol. Servire a: 16-18°C Acidità totale: 5,8 g/l

1° classificato

Dal Maso via Selva 62, 36054 Montebello (Vi) Tel 0444 649104 - Fax 0444 440099 www.dalmasovini.com ITALIA A TAVOLA NETWORK - luglio/agosto 2008

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concorsi

Selezione del Sindaco 2008 Vince il marketing territoriale I

l “miglior vino d’Italia” è il frutto dell’alleanza tra l’azienda e il Comune per la salvaguardia del patrimonio vitivinicolo italiano e la promozione del proprio territorio, una piccola produzione d’eccellenza “raccomandata” dai sindaci di tutta Italia. Il neo-eletto vinosimbolo delle Città del Vino è il Vigna Petrussa Colli Orientali del Friuli Picolit 2005 del Comune di Prepotto (Ud) che si è aggiudicato la Gran medaglia d’oro con tanto di “fascia tricolore” al Concorso enologico internazionale “La Selezione del Sindaco 2008”, l’unica rassegna vitivinicola che prevede la partecipazione congiunta dell’azienda che produce il vino e del Comune in cui sono localizzati i vigneti,

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riservata ai vini Docg, Doc e Igt il cui quantitativo di produzione è compreso tra le 1.000 e le 50.000 bottiglie. «Una formula di marketing territoriale dal successo crescente ha sottolineato il presidente delle Città del Vino Valentino Valentini - che per l’edizione 2008 ha raggiunto il record degli oltre 1.000 campioni “candidati” in gara, e che si presenta come il frutto dell’alleanza tra l’azienda e il Comune per la salvaguardia del patrimonio vitivinicolo italiano e la promozione del proprio territorio.» «Un’occasione speciale - ha continuato il presidente - per richiamare l’attenzione nella “capitale” delle Città del Vino sulle tematiche più calde che dal nord al sud del Bel

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Paese ruotano intorno al mondo del turismo del vino, dell’enogastronomia tipica e del patrimonio rurale». Ecco allora la top ten dei vini che, sottoposti ad una degustazione sensoriale, nel rispetto dei parametri Oiv, effettuata da enologici, enotecnici, assaggiatori, sommeliers e giornalisti del settore di livello internazionale, lo scorso 30-31 maggio e 1° giugno a Cividale del Friuli (Ud), hanno ottenuto il punteggio più elevato: il neo-eletto vincitore dell’edizione n.7 è il Vigna Petrussa Colli Orientali del Friuli Picolit 2005 di Prepotto (Ud) che ha ottenuto la Gran medaglia d’oro - un’eccezione perché non sempre assegnata - e che festeggia così il recente ottenimento della Docg, seguito da un’altra Medaglia d’oro, il Corteforte Amarone della Valpolicella Vigneti di Osan 1998 di Fumane (Vr). Tra le ben 51 Medaglie d’oro che sono


concorsi state assegnate spiccano ai primi posti il Franco Pasetti Montepulciano d’Abruzzo Harimann 2002 prodotto a Francavilla al Mare (Ch) e un “candidato” internazionale: l’Hans und Christine Nittnaus Burgenland Tba Premium 2005 del Comune di Gold in Austria; il successo del Picolit Colli Orientali del Friuli prosegue con il il Rocca Bernarda Castello di Magione 2005 di Premariacco (Ud) e il Valentino Butussi 2006 di Corno di Rosazzo (Ud), cui segue la Sicilia con il Cantine Mothia Vendemmia Tardiva Mulsum 2006 di Marsala (Tp), il Case di Pietra Moscato Nikà 2006 e Passito Nikà di Pantelleria 2004 e il Donnafugata Passito di Pantelleria Ben Ryé 2006. Al Veneto e alla Sicilia vanno circa il 50% delle Medaglie d’oro, e sempre al Veneto, ma stavolta con l’Emilia Romagna, il primato tra i 229 Argenti assegnati. Le Città del Vino con più medaglie assegnate sono Castelvetro di Modena e Mazara del Vallo per gli ori, e Valdobbiadene e Marsala per gli argenti. La premiazione è avvenuta lo scorso 26 giugno in Campidoglio.

edizione lungimirante «Un’occasione speciale - ha detto il presidente Valentino Valentini - per richiamare l’attenzione nella “capitale” delle Città del Vino sulle tematiche discusse da tutti i Comuni associati riuniti per la prima Convention dell’anno in Calabria: dal turismo enogastronomico con l’80% delle sue potenzialità inespresse, a una comune strategia politica per la cultura, l’agricoltura e il turismo, la tutela del patrimonio rurale italiano e degli eco-sistemi locali, l’innovazione tecnologica e l’impianto di nuove reti di comunicazione, le attività di formazione da parte delle imprese agricole per gli abitanti e di fronte alla crescente percentuale di integrazione sociale, di pari passo con campagne di educazione al gusto per i consumatori più giovani, fino al rifinanziamento della legge sulle 140 Strade del Vino e dei Sapori (268/99) e alle necessarie modifiche alla legge che tutela il ruolo delle Denominazioni di origine (194/92), in vista della nuova Ocm vino e dell’approvazione del bag in box».

ENONEWS Valdobbiadene prosecco doc millesimato 2007 di col vetoraz Tipologia: Valdobbiadene Prosecco Doc Millesimato 2007 Uvaggio: 100% Prosecco Vinificazione: in acciaio Colore: giallo paglierino scarico Profumo: intenso, fruttato con note floreali Sapore: elegante, aromatico e di struttura rotonda Longevità: 1 anno Gradi: 11,5% vol. Servire a: 8-10°C Acidità totale: 5,80 g/l Abbinamenti: ottimo con Parmigiano, prosciutto di Parma e dessert di vario tipo

oro

Col Vetoraz Spumanti srl strada delle Treziese 1, 31040 S. Stefano di Valdobbiadene (Tv) - Tel 0423 975291 Fax 0423 975571 www.colvetoraz.it

Soave superiore Docg montecletha di cantina di montecchia

Valcalepio rosso Riserva Doc messernero di le corne

Valcalepio rosso Riserva Doc fedrigo di le corne

Tipologia: Soave superiore Docg Etichetta: Montecletha Uvaggio: 100% Garganega Vinificazione: macerazione a freddo, fermentazione al 10% in barriques 1° passaggio Invecchiamento: 10% barriques rovere, resto acciaio Affinamento: 3 mesi in bottiglia Uvag Colore: giallo paglierino tenue con riflessi verdognoli Profumo: intenso, di mela e agrumi maturi Sapore: sapido, persistente e rotondo Longevità: 3 anni Gradi: 13,5% vol. Servire a: 12°C Acidità totale: 5,5 g/l Abbinamenti: piatti di mare, crostacei, carni bianche e formaggi argento erborinati

Tipologia: Valcalepio rosso Riserva Doc Etichetta: Messernero Uvaggio: 60% Cabernet Savignon, 40% Merlot Vinificazione: macerazione sulle bucce per 10-12 gg a 28-32°C; poi vintage Invecchiamento: in piccole botti di legno per almeno 24 mesi Affinamento: in bottiglia per circa 6 mesi Colore: rubino carico tendente al granato Profumo: intenso, speziato con note di frutti di bosco e confettura Sapore: morbido, equilibrato e persistente Gradi: 13% vol. Servire a: 18-20°C Acidità totale: 5,0 g/l Abbinamenti: primi piatti, formaggi stagionati, arrosti, argento stufati e selvaggina

Tipologia: Valcalepio rosso Riserva Doc Etichetta: Fedrigo Uvaggio: 40% Cabernet Sauvignon, 40% Merlot, 20% Cabernet Franc Vinificazione: macerazione sulle bucce per oltre 15 gg a 28-32°C; poi vintage Invecchiamento: in barriques nuove per almeno 30 mesi Affinamento: in bottiglia per 6 mesi Colore: rosso rubino tendente al granato Profumo: intenso, con note di marasca e frutti di bosco Sapore: intenso, asciutto, tannico e armonico Gradi: 13,5% vol. Servire a: 18-20°C Acidità totale: 5,0 g/l Abbinamenti: primi, formaggi stagionati, argento arrosti e stufati

Cantina di Montecchia scarl via Alpone 53, 37030 Montecchia di Crosara (Vr) Tel 0457 450094 - Fax 0456 544154 www.cantinadimontecchia.com

Società agricola Le Corne srl località Corne 4, 24064 Grumello del Monte (Bg) - Tel 035 830215 Fax 035 4420345 - www.lecorne.it

Società agricola Le Corne srl località Corne 4, 24064 Grumello del Monte (Bg) - Tel 035 830215 Fax 035 4420345 - www.lecorne.it ITALIA A TAVOLA NETWORK - luglio/agosto 2008

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enonews

concorsi

gli ori del sindaco punti vino

tipo

96,5 Picolit 2005

dolci

Doc-Docg-Igt vitigno gran medaglia d’oro Colli orientali del Friuli Picolit

95,33 Amarone Vigneti di Osan 1998

rossi

Amarone della Valpolicella Corvina

azienda Azienda agricola Vigna Petrussa di Hilde Petrussa Mechia di Prepotto (Ud) Azienda agricola Corteforte di Fumane (Vr)

94,5 Harimann 2002

rossi

93,75 Tba Premium 2005

dolci

93,5 Picolit 2006

dolci

93,5 Picolit 2005

dolci

93,25 Mulsum 2006

dolci

medaglia d’oro Montepulciano d’Abruzzo Montepulciano Società agricola Franco Pasetti ss di D. Pasetti di Francavilla al Mare (Ch) Burgenland Chardonnay Hans und Christine Nittnaus di Gols (Austria) Colli orientali del Friuli Picolit Azienda agricola Valentino Butussi di Corno di Rosazzo (Ud) Colli orientali del Friuli Picolit Castello di Magione s.agri.v.it. Rocca Bernarda srl di Premariacco (Ud) Sicilia Grillo Cantine Mothia di Marsala (Tp)

92,25 Moscato Nikà di Pantelleria 2006 91,75 Passito Nikà di Pantelleria 2004 91,25 Ben Ryé 2006

dolci

Moscato di Pantelleria

Zibibbo

Case di Pietra srl di Pantelleria (Tp)

dolci

Passito di Pantelleria

Zibibbo

Case di Pietra srl di Pantelleria (Tp)

91

Passito di Refrontolo 2003 91 Lambrusco Grasparossa amabile 2007 90,75 La Breccia Marche Igt Sauvignon 2007 90,75 Castel Verdino 2004 90,5 Recioto di Soave “San Zeno” 2005 90,5 Moscato di Noto 2006 90,33 L’Acino 2007

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(elenco completo su www.italiaatavola.net)

dolci

Passito di Pantelleria

Zibibbo

Donnafugata srl di Pantelleria (Tp)

dolci

Colli di Conegliano

Marzemino

Azienda agricola Vincenzo Toffoli di Refrontolo (Tv) Azienda agricola Vandelli Celso di Castelvetro di Modena (Mo) Montecappone srl di Jesi (An)

frizzanti bianchi rossi dolci dolci

Lambrusco Grasparossa di Lambrusco Castelvetro Grasparossa Marche Sauvignon

Montepulciano d’Abruzzo Montepulciano Madonna dei Miracoli società cooperativa agricola di Casalbordino (Ch) Recioto di Soave Garganega Azienda agricola Fasoli Gino di Colognola ai Colli (Vr) Moscato di Noto Moscato bianco Roselle srl di Ispica (Rg)

rossi

Corte Manzini dei f.lli Manzini società agricola di Castelvetro di Modena (Mo) Colli di Luni rosso Sangiovese Cantine Lunae Bosoni srl di Ortonovo (Sp) Sicilia Grillo Tenuta Gorghi Tondi sas di Tumbarello D. di Mazara del Vallo (Tp) Coteaux du Languedocla Syrah Grenache Mas du Soleilla di Narbonne Clape (Francia) Cantina Valpolicella Negrar sca Amarone cl. della Corvina di Negrar (Vr) Valpolicella Montepulciano d’Abruzzo Montepulciano Spinelli srl di Atessa (Ch)

rossi

Sicilia

frizzanti

90,25 Niccolò V Riserva 2003

rossi

89,75 Oro di Dora 2006

dolci

89,75 Les Bartelles 2006

rossi

89,67 Amarone “Vigneti di Jago” 2003 89,5 Tatone Montepulciano d’Abruzzo 2005 89,33 Buceci 2005

rossi

Lambrusco Grasparossa di Lambrusco Castelvetro Grasparossa

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Nero d’Avola Merlot

Buceci Vini di Calderone Francesco di Misilmeri (Pa)


concorsi punti vino 89,33 Manzoni bianco barrique 2006 89,33 Rivo di Liandro 2004

tipo bianchi

dolci

Colli Euganei Fior d’Arancio Sicilia

Chardonnay

azienda Azienda agricola Forniz William & Giambattista ss di Ormelle (Tv) Cooperativa prod. agricoli sca di San Pancrazio Salentino (Br) Weingut Werner Anselmann di Edesheim (Germania) Col Vetroaz Spumanti srl di Valdobbiadene (Tv) Azienda agricola Pucciarella srl di Magione (Pg) Torraccia di Presura società agricola srl di Greve in Chianti (Fi) Tenuta Gorghi Tondi sas di Tumbarello D. di Mazara del Vallo (Tp) Fattoria Monte Fasolo srl di Cinto Euganeo (Pd) Fina Vini srl di Marsala (Tp)

89,25 Riesling Eiswein 2007

rossi

Umbria

Sangiovese

Il Toppello srl di Corciano (Pg)

88,75 Tegolaro 2005

rossi

Umbria

Merlot

88,75 Recioto di Soave classico Sigillo 2005

dolci

Recioto di Soave

Garganega

88,75 Caminada 2006

dolci

Veneto

88,5 Moscato passito 2006 Prieurà 2006 88,5 Battareo 2005

dolci

Valle d’Aosta

Incrocio Manzoni 6.0.13 Moscato bianco

rossi

Rubicone

88,33 Amarone Campedel 2004 88,33 Terre di Ginestra 651 Nero d’Avola Syrah 2005 88,25 Niccolò V 2005

rossi

Cabernet Sauvignon Amarone della Valpolicella Corvina

rossi

Sicilia

rossi

Colli di Luni rosso

rossi

Aamarone della Valpolicella Sicilia

Azienda agricola Carlo e Marco Carini di Perugia Cantina sociale di Monteforte d’Alpone sca di Monteforte d’Alpone (Vr) Antonio Facchin & figli ss società agricola di San Polo di Piave (Tv) La Crotta di Vegneron di Chambave (Ao) Azienda agricola Santini di Coriano (Rn) Azienda agricola Gambagnirega di Marano di Valpolicella (Vr) Casa vinicola Calatrasi Spa di San Cipirello (Pa) Cantine Lunae Bosoni srl di Ortonovo (Sp) Azienda agricola Corteforte di Fumane (Vr) Tenuta Gorghi Tondi sas di Tumbarello D. di Mazara del Vallo (Tp) Azienda vitivinicola Strappelli Guido di Torano Nuovo (Te) Cantina Colli Euganei sca di Vo (Pd) Azienda agricola Malibran di Susegana (Tv) Torre Rosazza Genagricola spa di Manzano (Ud) Antica azienda agraria avv. G. Curto di Ispica (Rg) Agricola Goretti Produzione Vini srl di Perugia Fattoria Monte Fasolo srl di Cinto Euganeo (Pd) Conte Ferdinando Guicciardini Castello di Poppiano di Montespertoli (Fi) Azienda vitivinicola Fattoria Moretto di Altariva F. di Castelvetro di Modena (Mo) Torraccia di Presura società agricola srl di Greve in Chianti (Fi)

89,25 Millesimato 2007 89,25 Vin Santo Pucciarella 2003 89,25 Arcante 2004 89

Rajah 2007

89

Fior d’Arancio passito Solone 2005 89 El Aziz vendemmia tardiva 2006 88,75 Selciaio 2001

Doc-Docg-Igt Marca Trevigiana

vitigno Manzoni

rossi

Salice salentino rosso

Negroamaro

dolci

Pfalz Edesheimer

Riesling

ENONEWS

spumanti Prosecco di Valdobbiadene dolci Colli del Trasimeno rossi bianchi dolci

Colli della Toscana centrale Sicilia

Prosecco Malvasia Sangiovese Zibibbo Moscato Giallo

Nero d’Avola Syrah Sangiovese Merlot Corvina

88,25 Amarone Vigneti di Osan 2001 88 Kheirè 2007

bianchi

88

Celibe 2004

rossi

88 88

Moscato Palazzo del Principe 2006 Gorio 2007

88

Picolit 2004

88

Curto Fontanelle 2004

rossi

Eloro Nero d’Avola

Nero d’Avola

88

L’Arringatore 2004

rossi

Colli perugini rosso

Sangiovese

88

Podere le Tavole 2005

rossi

Colli euganei Cabernet

88

Tricorno 2005

rossi

Toscana

Cabernet Sauvignon Cabernet

88

Monovitigno 2007

88

Lucciolaio 2004

bianchi

Montepulciano d’Abruzzo Montepulciano Colline teramane Veneto Moscato bianco

spumanti Prosecco di Valdobbiadene dolci Colli orientali del Friuli

frizzanti rossi

Grillo

Prosecco Picolit

Lambrusco Grasparossa di Lambrusco Castelvetro Grasparossa Colli della Toscana centrale

Sangiovese

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enonews

case history - la selezione del sindaco

Cascina I Carpini, quando il vino è un’arte che asseconda la natura L

a Cascina I Carpini di Pozzol Groppo (Al), nel cuore della Doc Colli Tortonesi, è una realtà giovane del panorama enologico piemontese. Fondata 10 anni fa dalla Famiglia Ghislandi, è dimensionata per una produzione potenziale di circa 30.000 bottiglie l’anno, suddivise in 8 etichette (di cui 4 Barbera e 1 Base Cortese) e si è imposta all’attenzione della critica con alcuni vini di forte personalità. I due Colli Tortonesi Doc Superiore Barbera “Bruma d’Autunno 2004” e “Falò d’Ottobre 2005”, pur essendo

Una realtà in crescita, due rossi all’orizzonte La proposta enologica di Cascina I Carpini si arricchirà presto di due nuovi rossi, uno dei quali sarà disponibile a novembre 2008, il secondo nel corso del 2009. L’azienda sta inoltre sperimentando un nuovo clone, Alba Rossa, un incrocio tra Nebbiolo e Barbera, che richiederà almeno un paio di anni, e sta poi investendo su quello che Ghislandi ritiene il vino del futuro, il Timorasso, un bianco longevissimo (invecchiamento fino a 15 anni). Un altro obiettivo dell’azienda è il potenziamento della coltura biocompatibile, in parte già avviata, con l’introduzione nei vigneti di predatori naturali dei parassiti della vite. Da non trascurare il fatto che i prodotti di Cascina I Carpini stiano varcando i confini regionali per essere presenti al più presto anche in Lombardia, Veneto, Emilia, Toscana e Lazio.

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vini ancora giovani, si sono aggiudicati nel 2008 due Medaglie d’argento alla Selezione del Sindaco 2008, dopo aver ottenuto due Diplomi di merito al 28° Concorso enologico città di Acqui Terme. Le motivazioni di questo successo sono riconducibili non solo alla specificità del territorio in cui ha luogo la produzione, ma soprattutto alla scelta di Paolo Carlo Ghislandi (nella foto) di produrre i vini seguendo un processo naturale che unisce la tradizione alla tecnica attraverso il rispetto della terra e della vite. La storia di Cascina I Carpini ha inizio nel 1998, quando i componenti della famiglia, provenienti da esperienze professionali diverse, ma tutti accumunati dalla passione per l’enologia, acquistano nella frazione di San Lorenzo un terreno vergine, incontaminato, dove cresce erba da foraggio, e vi impiantano la vigna partendo da zero, adottando la logica del cru. Solo varietà autoctone, tra cui viene privilegiata la Barbera sia per rispetto della secolare vocazione dei terreni per questo vitigno sia per una questione di “affinità caratteriale”. Per i Ghislandi fare vino è innanzitutto un’arte con le sue regole, da esercitare nel pieno rispetto della natura. La prima regola è assecondare la vocazione di un territorio, poi far sì che il vino esprima appieno le proprie potenzialità naturali determinate dal legame con quel terroir. Nella prassi, tutto ciò è supportato da operazioni tecniche rigorose: selezione in loco dei grappoli, vendemmia manuale alle prime ore dell’alba, a uva fredda, per evitare la fermentazione tumultuosa e favorire la permanenza

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di profumi e polifenoli. Poi, la scelta di produzioni contenute, per garantire un’alta qualità. Cosa significa fare vino per Cascina I Carpini? «La nostra azienda nasce dal desiderio di ritrovare nel vino delle emozioni che non siano effimere, ma reali, espressione di un luogo, di un vissuto. Un vino che non soddisfi solo il corpo, ma nutra anche l’anima», dice Ghislandi.


case history - la selezione del sindaco Qual è la vostra filosofia produttiva? «Tutto parte dalla scelta della logica del cru, il cui vantaggio è quello di legare un vino al suo territorio. Scegliendo il cru, il vino è progettato a monte, si decide cioè sin dall’inizio come vinificarlo, privilegiando quindi la naturalità del processo produttivo ed evitando interventi in cantina. Ciò è tanto più importante se si considera che la nostra è una microzona all’interno della Doc Colli Tortonesi. La cui unicità è determinata dalla somma di tre caratteristiche: falde acquifere termali nel sottosuolo che influenzano la mineralità del terreno ed equalizzano le diverse condizioni meteorologiche; l’esposizione prevalente a sud-est e l’altitudine dei vigneti, posti a 360-420 m s.l.m. La somma di questi fattori conferisce al vino ampiezza di profumi, buona struttura, tannini morbidi ed equilibrio». Perché avete scelto la Barbera? «Perché è un vitigno che nei Colli Tortonesi ha una tradizione antichissima. Inoltre la Barbera è un vino vigoroso e onesto, che ha la rara virtù di risultare sempre piacevole anche quando è prodotto in quantità

industriali. In passato era il classico vino da osteria. Nobile e popolare al tempo stesso. Noi però abbiamo voluto fare una Barbera con la stessa cura che si riserva a un Nebbiolo». Un vino che è l’espressione compiuta di un territorio? «Certo. La regola aurea è fare in modo che il vino esprima la propria indole determinata dal legame con il territorio in cui nasce, senza farsi tentare dalle mode e dalla omologazione del gusto imposte dal mercato, ma proponendo un prodotto che sappia allenare il palato a ritrovare sapori perduti. Qui interviene la sensibilità del vignaiolo che deve capire quali caratteristiche un vino possiede e creare le condizioni perché esso possa esprimerle al meglio, decidendo se e quanto a lungo dovrà fare l’affinamento in vasca d’acciaio, in tonneau, in barrique».

Cascina I Carpini Frazione S. Lorenzo sp 105 1, 15050 Pozzol Groppo (Al) - Tel e Fax 0131 800117 www.cascinacarpini.it

ENONEWS Colli Tortonesi Barbera Doc Superiore bruma d’autunno 2004 Tipologia: Colli Tortonesi Barbera Doc Superiore Etichetta: Bruma d’Autunno 2004 Uvaggio: 100% Barbera Vinificazione: fermentazione in acciaio, maturazione in acciaio sulle fecce fini, elevazione parziale in tonneaux di rovere per 14 mesi Invecchiamento: in acciaio Affinamento: 12 mesi in bottiglia Colore: rosso granato con riflessi aranciati Profumo: molto fine, di ottima intensità, complesso con note di confettura e spezie Sapore: caldo, strutturato, equilibrato Longevità: 10-12 anni Gradi: 13,50% vol. Servire a: 18-20°C Abbinamenti: piatti argento di carne e formaggi stagionati

Colli Tortonesi Barbera Doc Superiore falò d’ottobre 2005

i numeri dell’azienda 30.000 bottiglie di produzione annua

6 ettari di superficie vitata, di cui 4 in produzione (si

prevede di arrivare a circa 10 ha tra 3/5 anni)

8 etichette prodotte Barbera e Cortese le tipologie prodotte

Tipologia: Colli Tortonesi Barbera Doc Superiore Etichetta: Falò d’Ottobre 2005 Uvaggio: 85% Barbera, 10% Freisa di Chieri, 5% Cabernet Sauvignon Vinificazione: fermentazione in acciaio, maturazione sulle fecce fini, elevazione parziale in tonneaux di rovere per 8 mesi Invecchiamento: in acciaio Affinamento: 4 mesi in bottiglia Colore: rosso rubino intenso con riflessi violacei e aranciati Profumo: fine, intenso, con note floreali Sapore: corposo, equilibrato, sapido, morbido e aromatico Longevità: 8-10 anni Gradi: 13% vol. argento Servire a: 18-20°C Abbinamenti: primi piatti con sughi di carne, bolliti, stufati

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enonews

case history - la selezione del sindaco

Valdobbiadene Doc spumante dry superiore di cartizze Tipologia: Valdobbiadene Doc Etichetta: Valdobbiadene Prosecco dry superiore di Cartizze Uvaggio: 100% Prosecco Vinificazione: in bianco a pressatura soffice Colore: giallo paglierino con perlage minuto e continuo Profumo: intenso, persistente, fresco e dolce con sentori vegetali e fruttati Sapore: fresco e dolce, cremoso ed equilibrato nel suo rapporto tra note acide e morbide Longevità: 24 mesi Gradi: 11,50% vol. Servire a: 8°C Acidità totale: 6,1 g/l Abbinamenti: molto indicato con una sogliola alla mugnaia con salsa argento di arancia

Ricco bottino alla Selezione del Sindaco per i tre ottimi prosecchi dell’azienda

D

ifficile tenere il conto dei premi e dei riconoscimenti che la Bortolin Angelo Spumanti di Guia di Valdobbiadene (Tv) va incamerando di concorso in concorso, nazionale o internazionale che sia. È dall’inizio dell’anno che l’azienda trevigiana inanella successi ovunque si presenti. Un tributo all’indiscutibile qualità dei suoi prosecchi, ma anche all’immagine dell’azienda a conduzione familiare che sta guadagnando sempre maggiore visibilità. Last but not least, ecco arrivare le tre Medaglie d’argento alla “Selezione del Sindaco” assegnate al Valdobbiadene Prosecco Dry Superiore di Cartizze, all’immancabile e super blasonato Valdobbiadene Prosecco Extra Dry, cavallo di battaglia dell’azienda,

Valdobbiadene Doc spumante dry “desiderio”

Valdobbiadene Doc spumante extra dry

Tipologia: Valdobbiadene Doc Etichetta: Valdobbiadene Prosecco Dry “Desiderio” Uvaggio: 100% Prosecco Vinificazione: in bianco a pressatura soffice Colore: giallo paglierino con riflessi verdolini Profumo: fresco e dolce, con una nota vegetale di felce e sentori di fiori e di frutta Sapore: morbido e fresco, cremoso ed equilibrato Longevità: 18 mesi Gradi: 11,50% vol. Servire a: 8°C Acidità totale: 6,0 g/l Abbinamenti: interessante abbinarlo ad una mozzarella in carrozza

Tipologia: Valdobbiadene Doc Etichetta: Valdobbiadene Prosecco Extra Dry Uvaggio: 100% Prosecco Vinificazione: in bianco a pressatura soffice Colore: paglierino brillante ravvivato dal perlage Profumo: profumi più ricchi di sentori agrumati e vegatali, note di croste di pane e con una buona energia gustativa Sapore: morbido, fresco ed equilibrato Longevità: 18 mesi Gradi: 11,5% vol. Servire a: 8°C Acidità totale: 6,2 g/l Abbinamenti: ideale con un fritto di calamari e gamberi, in generi con pesce e verdure oppure a argento tutto pasto

argento

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Bortolin, tris d’argento

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e al Valdobbiadene Prosecco Dry “Desiderio”. Capitanata con mano sicura dai figli di Angelo Bortolin, Desiderio, direttore generale, Cristina, responsabile di produzione, e Paola, direttore amministrativo, l’azienda sta vivendo una fase di espansione anche al di fuori dei confini nazionali. «Ma sempre nel rispetto della qualità, di fronte alla quale non siamo disposti in alcun modo a transigere - così commenta i recenti successi Desiderio Bortolin. Anzi è proprio questa il punto di forza che ci ha consentito di affermare il nostro marchio anche all’estero. Dopo Germania, Austria, Svizzera e Gran Bretagna, stiamo ora puntando al mercato Usa, dove abbiamo partecipato a una manifestazione organizzata dal nostro consorzio a New York e San Francisco, ottenendo il riconoscimento di prodotto di nicchia di qualità». In onore di papà Angelo, che ha dato vita all’attività della famiglia trasferendo con passione il suo sapere alle nuove generazioni, i figli hanno recentemente inserito nel range di prodotti un distillato d’uva, elegante e delicato, denominato “1938”, dall’anno di nascita del padre.

Spumanti Bortolin Angelo snc via Prade 6, 31049 Guia di Valdobbiadene (Tv) Tel 0423 900125 - Fax 0423 901015 www.spumantibortolin.com


ENONEWS

concorsi

Ravenna premia il Tribuno 28 le eccellenze romagnole U

na cinquantina di vini tra Docg, Doc e Igt presentati da aziende romagnole: questi i protagonisti assoluti dell’edizione 2008 del Concorso “Vino del Tribuno”, assaggiati alla cieca a Bagnacavallo (Ra) da apposite commissioni composte da enologi, sommelier, tribuni esperti di vino e giornalisti. Nell’importante cornice dell’Enoteca Cà de Vèn di Ravenna sono stati decretati i prestigiosi vincitori. Il concorso, organizzato e promosso dal Tribunato di Romagna con la collaborazione del Consorzio vini di Romagna, ha lo scopo di

i diplomi di gran merito

evidenziare, anno dopo anno, la migliore produzione enologica del territorio emiliano facendola conoscere ai consumatori e agli operatori, di presentare al pubblico le tipologie dei vini più caratteristici, di premiare e stimolare lo sforzo delle aziende vinicole al continuo miglioramento qualitativo dei loro prodotti. Hanno conquistato il Diploma di Gran merito i vini che hanno raggiunto il punteggio più alto nelle diverse categorie, mentre sono stati premiati ex-aequo con Diploma di Merito i vini che hanno ottenuto un

TARGA TRIBUNATO Punteggio assoluto più alto 83,8 Caviro società cooperativa agricola di Faenza (Ra) Sangiovese di Romagna Superiore Riserva “Terragens” 83,8 Gestione agricola Colonna Giovanni

di Savignano sul Rubicone (Fc) Sangiovese di Romagna Superiore Riserva “Villa Rasponi”

TARGA TRIBUNATO Somma dei punteggi più alti (almeno tre vini premiati)

Gestione agricola Colonna Giovanni di Savignano sul Rubicone (Fc) Cantina Forlì - Predappio società cooperativa agricola di Forlì (Fc)

punteggio non inferiore agli 80/100 (in base al metodo di valutazione dell’Unione internazionale degli enologi). La prestigiosa “Targa del Tribunato” è infine stata conferita al vino che ha ottenuto il punteggio assoluto più alto, al produttore singolo e a quello associato che hanno avuto la somma dei punteggi più alti sommando almeno tre vini. A conferire i prestigiosi riconoscimenti ai produttori della Romagna sono stati, fra gli altri, il primo tribuno Lorenzo Cappelli e il presidente del Consorzio vini di Romagna, Giordano Zinzani. Su www.italiaatavola.net la versione più ampia di questo servizio

(elenco completo su www.italiaatavola.net)

Igt Secchi e Tranquilli (bianchi e rossi) Gestione agricola Colonna Giovanni di Savignano sul Rubicone (Fc) Igt Cabernet Rubicone “Monaco di Ribano” - bottiglie n. 2.557 Trebbiano di Romagna Doc Tre Monti srl di Imola (Bo) Trebiano di Romagna “Vigna del rio” - bottiglie n. 10.000 Sangiovese di Romagna Doc Azienda agricola Rocca le Caminate di Meldola (Fc) Sangiovese di Romagna “Vitignano” - bottiglie n. 2.900 Sangiovese di Romagna Superiore Doc Cantina Braschi di Mercato Saraceno (Fc) Sangiovese di Romagna “Il Gelso” - bottiglie n. 5.280 Casa Zanni srl di Verucchio (Rn) Sangiovese di Romagna Superiore “Rocca Mastino” - bottiglie n. 6.600 Sangiovese di Romagna Riserva Doc Caviro società cooperativa agricola di Faenza (Ra) Sangiovese di Romagna Superiore Riserva “Terragens” - bottiglie n. 2.388 Gestione agricola Colonna Giovanni di Savignano sul Rubicone (Fc) Sangiovese di Romagna Superiore Riserva “Villa Rasponi” - bottiglie n. 4.791 Colli d’Imola bianchi e rossi Doc Tre Monti srl di Imola (Bo) Colli d’Imola bianco “Thea” - bottiglie n. 7.173 Colli di Rimini bianchi e rossi Doc Azienda agricola Valle delle Lepri di Coriano (Rn) Colli di Rimini Cabernet Sauvignon “Lepos” - bottiglie n. 3.600 ITALIA A TAVOLA NETWORK - luglio/agosto 2008

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enonews

concorsi

Polpenazze elegge i migliori vini del Garda Classico L

a Fiera del vino Garda Classico Doc di Polpenazze del Garda (Bs), la più antica (la prima edizione si tenne nel 1947) e conosciuta vetrina della produzione vitivinicola della riviera bresciana del lago di Garda, ha chiuso i battenti decretando le etichette vincitrici del Concorso enologico, che hanno ottenuto la qualifica di “Vino Eccellente”. Anche quest’anno la Fiera si è configurata come un vero e proprio circuito del gusto, articolato in due itinerari trasversali. Novità di quest’edizione, La Piazzetta del Biologico, uno spazio dedicato ai sempre più numerosi produttori che hanno scelto il bio come alternativa in una terra dove è già biologico il 25% del vigneto iscritto all’albo. In cartellone c’era anche La Corte degli Assaggi, che ha ospitato degustazioni

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guidate e comparate. Le produzioni Doc del Garda Classico sono state protagoniste della 3a edizione del Concorso enologico nazionale, istituito nel 2006 dal ministero per le Politiche Agricole. Sono stati più di 80 i vini presentati in concorso da oltre 30 aziende del comprensorio: sono state premiate le etichette che hanno ottenuto dalle commissioni di degustazione la qualifica di “Vino Eccellente”. Assegnati anche i premi per il concorso Selezioni oli Dop e Salame Doc. La Fiera di Polpenazze ha chiuso sotto il segno del “torcol”: all’antico strumento di lavoro dei vignaioli è infatti dedicato il premio giornalistico lanciato dall’amministrazione comunale e dal Comitato fiera. La seconda edizione del premio, che vuole

diventare appuntamento fisso per tutti gli operatori dell’informazione specializzata enogastronomica, è stata attribuita a Gianmichele Portieri, professionista che da oltre trent’anni racconta ai bresciani dalle colonne del “Giornale di Brescia” i fatti, le dinamiche, ma anche i sapori e i

Groppello riserva vigneto Arzane di pasini azienda agricola s. giovanni

Garda classico Rosso le sincette rosso di Cascina la Pertica

giovanni avanzi Chiaretto Garda classico Doc 2007 di cantine avanzi

Tipologia: Groppello riserva Etichetta: Vigneto Arzane Uvaggio: 100% Groppello Invecchiamento: 2 anni in botti di rovere da 26 hl Affinamento: 1 anno in bottiglia Colore: rosso rubino con riflessi porpora Profumo: mandorla tostata e piccoli frutti rossi con eleganti note balsamiche Sapore: sapido ed elegante, struttura equilibrata tra alcol, acidità e tannini Longevità: 10 anni almeno Gradi: 13% vol. Servire a: 18°C Acidità totale: 5,75 g/l Abbinamenti: carni rosse, spiedini, eccellente formaggi stagionati

Tipologia: Garda classico Rosso Etichetta: Le Sincette Rosso Vinificazione: secondo disciplinare Invecchiamento: in botti di legno Affinamento: in bottiglia per 6 mesi Colore: rosso rubino intenso Profumo: di frutti rossi e confettura di amarene su fondo leggermente speziato Sapore: morbido con buona acidità, finale persistente Longevità: 10 anni Gradi: 13% vol. Servire a: 18°C Acidità totale: 5,60 g/l Abbinamenti: piatti a base di carne e cacciagione

Tipologia: Chiaretto Garda classico Etichetta: Giovanni Avanzi Chiaretto Garda classico Doc 2007 Uvaggio: 60% Groppello, 10% Barbera, 15% Marzemino, 15% Sangiovese Vinificazione: pigiadiraspatura soffice, breve contatto del mosto con le bucce; svinatura al colore rosato Affinamento: in vasca per 4 mesi Colore: rosa con riflessi purpurei Profumo: note di fragola, ciliegia e frutti rossi Sapore: sapido, fresco e di leggera acidità Longevità: fino a dicembre dell’anno successivo alla vendemmia Gradi: 12% vol. Servire a: 12°C Acidità totale: 5,80 g/l Abbinamenti: pesce, eccellente verdure, salumi e pizza

Pasini - Azienda agricola San Giovanni via Videlle 2, 25080 Raffa di Puegnago (Bs) Tel 0365 651419 - Fax 0365 5550810 www.pasiniproduttori.it

Cascina La Pertica di Brunori Spa via Rosario 44, 25080 Picedo - Polpenazze dal Garda (Bs) - Tel 0365 651471 - Fax 0365 651991 www.cascinalapertica.it

eccellente

ITALIA A TAVOLA NETWORK - luglio/agosto 2008

Cantine Avanzi via Trevisago 19, 25080 Manerba del Garda (Vr) - Tel e Fax 0365 551013 www.avanzi.net


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concorsi prodotti dell’agricoltura bresciana. Il tutto con grande puntualità e rigore, ma anche con uno spirito critico costruttivo e sincero che sicuramente negli anni ha offerto numerosi spunti di riflessione e opportunità di crescita al territorio. Il premio è stato assegnato a coronamento della fiera, nel corso della presentazione del nuovo progetto di comunicazione e pianificazione integrata adottato dal Consorzio Garda Classico: una nuova, importante opportunità di crescita per l’intero territorio sulla quale si sono confrontati Gianmichele Portieri, il presidente del Garda Classico, Sante Bonomo, il giornalista enogastronomico Angelo Peretti, il presidente dell’Associazione Bresciana Albergatori Paolo Rossi, il delegato Ais della provincia di Brescia Emilio Zanola, il sindaco di Polpenazze Giuseppe Turrina e altri professionisti,

giornalisti, addetti ai lavori e autorità presenti all’evento a Villa Avanzi. Tutti d’accordo sul fatto che c’è ancora tanto lavoro da fare ma il successo della Fiera del Garda Classico di Polpenazze, che ha superato la soglia delle 20mila presenze nonostante l’incertezza delle condizioni meteo, dimostra che il Garda Classico sta già cominciando a vedere i primi frutti di una politica di riposizionamento ambiziosa.

Al chiaretto di Turina il 15° trofeo Molmenti Resta sul territorio comunale il Trofeo Molmenti. Giunto alla 15a edizione, il premio 2008 del Comune di Moniga (Bs) al miglior Chiaretto del Garda Classico dell’anno è stato vinto dalla Cantina Fratelli Turina, vino che già era stato segnalato fra gli eccellenti al concorso di Polpenazze (Bs). Fra i sei Chiaretti giunti alla selezione finale della giuria (composta da giornalisti e sommelier) ben 3 (Turina, Avanzi e il Roccolo) erano stati segnalati anche a Polpenazze. Sul concorso e la manifestazione collegata, “Italia in rosa”, si vedano approfondimenti sul prossimo numero e su www. italiaatavola.net.

gli “eccellente” al 3° Concorso enologico Azienda

Vini

Civielle Cantine della Valtenesi e della Lugana (Moniga del Garda)

• Bianco

Azienda agricola Pietta Stefano e Renato (Muscoline)

• Bianco

Azienda agricola Averoldi Francesco (Bedizzole)

• Chiaretto

Azienda agricola “L’Ulif” di Delai Silvano (Polpenazze del Garda)

• Chiaretto

Azienda agricola Vedrine di Ferrarini Dario (Polpenazze del Garda)

• Chiaretto

Azienda agricola Ridon Pietro (Puegnago del Garda)

• Chiaretto

Azienda agricola Rosini di Zerbio Pietro e Mario ss (Desenzano del Garda) • Rosso 2007 Azienda agricola Pasini Giuseppe e Maurizio (Bedizzole)

• Groppello 2007

Azienda agricola Bottarelli Franco e Valerio ss (Polpenazze del Garda)

• Groppello 2007

Cantine Berardi Angelo e F.lli snc (Molinetto)

• Groppello 2006

Azienda agricola Redaelli de Zinis (Calvagese della Riviera)

• Groppello 2006

Cantine Scolari (Puegnago)

• Groppello Riserva 2005

Azienda agricola San Giovanni srl (Puegnago)

• Groppello Riserva 2004

Cascina La Pertica (Polpenazze del Garda)

• Rosso 2004 • Groppello 2007

Cantine Franzosi Bruno (Puegnago)

• Rosso 2007 • Groppello 2007

Società agricola F.lli Bergognini (Polpenazze del Garda)

• Chiaretto • Groppello 2007

Azienda agricola “Il Roccolo” di Bertazzi Andrea (Polpenazze del Garda)

• Chiaretto • Groppello 2007

Azienda agricola Delai di Delai Sergio (Puegnago)

• Chiaretto • Rosso 2007

Azienda agricola “Le Gaine” di Cottini Paolo e Giovanni ss (Bedizzole)

• Bianco • Groppello 2006

Azienda agricola Monte Cicogna di Materossi (Moniga del Garda)

• Bianco • Rosso Superiore 2005

Azienda agricola Masserino di Pancera Emilio (Puegnago)

• Bianco • Groppello 2007

Cantine Avanzi (Manerba del Garda)

• Chiaretto • Rosso Superiore 2006

Azienda agricola Feliciana di Sbruzzi Massimo (Brescia)

• Chiaretto • Rosso 2006

Azienda agricola La Basia di Parona Elena (Puegnago)

• Rosso Superiore “Predefitte” 2004 • Rosso Superiore “Martì” 2004 • Groppello 2006

Cantina F.lli Turina (Moniga del Garda)

• Chiaretto • Groppello 2007 • Groppello Riserva 2005

Azienda agricola Provenza W. Contato ss (Desenzano del Garda)

• Chiaretto • Rosso 2007 • Rosso 2006 • Rosso 2005 • Groppello 2007 ITALIA A TAVOLA NETWORK - luglio/agosto 2008

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territorio

La Doc Ruché del Monferrato Un fresco fruttato da 20 anni

di Lucio Tordini

I

l Piemonte, terra di eccellenza enologica, possiede una invidiabile varietà di vitigni autoctoni e tra questi il Ruchè, che si sta facendo conoscere nel mercato enologico. Oggi chiunque arrivi nei comuni del Ruchè (nel Moferrato astigiano) può godere di un paesaggio suggestivo, tranquillo e silenzioso, dove l’occhio si perde in colori che cambiano ad ogni stagione. Proprio da queste colline proviene la vera e propria risorsa del territorio, che basa la propria economia sulle aziende agricole, sulle cantine e sul turismo enogastronomico. Il frutto

del territorio è un vino dal profumo intenso, leggermente aromatico, fruttato, con varianze secche o amabili, ma comunque armonico e talvolta leggermente tannico, come nella media dei vini piemontesi. Vitigno singolare, con una vegetazione molto rigogliosa e difficile da gestire, produce una grande quantità di germogli secondari, le cosiddette femminelle. Per generazioni è stato relegato a produzione secondaria nell’azienda agricola dove la Barbera e il Grignolino costituivano la produzione più importante. Quando il vino era la bevanda tradizionale del pasto di persone, contadini e

operai, impegnate in pesanti fatiche fisiche, il Ruchè, con il suo grado alcolico elevato e la sua morbidezza, poteva solo essere il vino della domenica e della conversazione, non certo il vino dell’intermezzo quotidiano. Anche se coltivato e vinificato da generazioni di produttori, solo recentemente si è scoperto che il Ruchè ha caratteristiche sensoriali intense e particolari, caratteristiche che, fra i vitigni autoctoni, immediatamente piacciono al consumatore. Fu il compianto parroco di Castagnole Monferrato (At), don Giacomo Cauda, insieme con alcuni produttori di Castagnole Monferrato, a credere nel successo di questo vino: circa 25 anni fa ne diffusero la produzione, confortati dalla richiesta di mercato. Da allora i numeri sono stati in crescita costante, comprovati dai dati produttivi della Camera di commercio di Asti che registra le produzioni dei vini Doc. I dati produttivi, che registrano crescite di tutto rispetto, mostrano appieno le potenzialità di questo nobile vino. Infatti, si è passati dalle poche migliaia di bottiglie di vent’anni fa alle attuali 400mila bottiglie/anno, con una previsione di 700mila pezzi circa a partire dalla vendemmia 2010. Cifre piuttosto esigue se rapportate ai volumi produttivi di tanti altri vini o alla produzione di molte aziende vitivinicole di

Scheda tecnica Onav: Ruché Zona di produzione: i comuni di Castagnole Monferrato, Grana, Montemagno, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi, tutti in provincia di Asti. Sporadicamente in aree confinanti della provincia di Alessandria. Alla vista: rosso rubino non troppo carico con lievi riflessi generalmente violacei, aranciati con l’invecchiamento. Al naso: intenso, fruttato e delicato con sentori di rosa e fragoline di bosco, percepibili note speziate. In bocca: morbido, di discreta freschezza, gradevole, abbastanza armonico, di buona struttura e tannicità limitata. Resa: max 9 t/ha. Titolo alcolometrico: 12% vol. Epoca migliore per il consumo: in media tra 2 e 4 anni.

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Temperatura di servizio: 16-18°C. Vitigni: Ruché, ammessa un’aggiunta massima del 10% di Barbera e/o Brachetto. Tipologia: secco fermo. Altre tipologie: dolce o abboccato piacevolmente aromatico con note di rosa e piccoli frutti. Abbinamenti: piatti della cucina tradizionale piemontese a base di carni rosse e bianche, bagna cauda, finanziera, agnolotti, selvaggina, cotechino e formaggi di media stagionatura come il Castelmagno. Nella versione amabile consigliabile con i dessert e come vino da meditazione. Riconoscimento della Doc: D.P.R. 22 ottobre 1987.


ENONEWS

territorio Ruchè di Castagnole Monferrato bric d’bianc 2007 di luca ferraris

Ruchè di Castagnole Monferrato 9.99 di cantine sant’agata

Tipologia: Ruchè di Castagnole Monferrato Etichetta: Bric D’Bianc 2007 Uvaggio: 100% Ruchè Vinificazione: raccolta manuale in cassetta; fermentazione a temp. controllata in acciaio per 20 gg Affinamento: 6 mesi in tini di rovere da 54 hl e 3 mesi in bottiglia Colore: rosso rubino con accentuate sfumature di porpora Profumo: elegante, floreale con note di frutti di bosco Sapore: fine, persistente, intenso, complesso e lievemente aromatico Longevità: fino a 5 anni Gradi: 14,5% vol. Servire a: 18°C Acidità totale: 5,14 g/l Abbinamenti: formaggi stagionati, primi piatti e cucina asiatica

Tipologia: Ruchè di Castagnole Monferrato Etichetta: “9.99” Uvaggio: 100% Ruchè Vinificazione: in acciaio Colore: rosso rubino intenso con riflessi violacei Profumo: spezie orientali, cumino, cardamomo e pepe Sapore: equilibrato, morbido e di persistenza aromatica Longevità: 4-6 anni Gradi: 13% vol. Servire a: 16-18°C Abbinamenti: selvaggina, animali da cortile, brasati e cibi asiatici

Azienda agricola Luca Ferraris via Al Castello 14, Castagnole Monferrato (At) Tel 0141 292202 - Fax 0141 292935 www.lucaferraris.it

Cantine Sant’Agata snc Regione Mezzena 19, 14030 Scurzolengo (At) Tel 0141 203186 - Fax 0141 203900 www.santagata.com

media grandezza, ma interessanti se pensiamo alle dimensioni estremamente ridotte della maggior parte delle aziende agricole di queste zone, gestite principalmente a livello familiare. Ma sono molte le bottiglie che rappresentano l’eccellenza della zona di produzione del Ruchè, poiché diversi produttori hanno creduto in questo prodotto e ne hanno fatto la produzione di punta della loro azienda vitivinicola. In rapporto all’area circostante, la zona della Doc Ruchè di Castagnole Monferrato (che aderisce al Consorzio di tutela dei vini d’Asti e del Monferrato) ha nettamente una maggiore incidenza di aziende con giovani imprenditori. Oggi questo vino ha raggiunto ormai le più importanti e ambite vetrine del mondo, da Milano a New York, da Londra a Tokyo, passando per Roma, Parigi, Berlino ed altre innumerevoli città. Su www.italiaatavola.net la versione più ampia di questo servizio

Un vino incerto fra acciaio e legno

F

Ruchè di Castagnole Monferrato na vota di cantine sant’agata Tipologia: Ruchè di Castagnole Monferrato Etichetta: “Na Vota” Uvaggio: 100% Ruchè Vinificazione: in vasche di acciaio Invecchiamento: in bottiglia Affinamento: in bottiglia Colore: rosso rubino Profumo: violetta, fieno e vaniglia; speziato Sapore: caldo di corpo al palato, equilibrato, morbido e di persistenza aromatica Longevità: 4-6 anni Gradi: 13% vol. Servire a: 16-18°C Abbinamenti: selvaggina, brasati, animali da cortile, dolci senza creme

ra i vini certamente più interessanti ed intriganti del Piemonte, con leggero sentore di ciliegia, prugna e pepe e con un naturale sfondo di dolcezza appenna accennata, il Ruchè, ancorchè solo alla soglia dei 20 anni di vita, ha davanti a sè interessanti prospettive di crescita. La genuinità e l’attaccamento al territorio dei produttori (una delle zone più interessanti del Monferrato), nonché piacevolezza ed immediatezza del prodotto base, fanno di questo vino - anche per la bassa produzione attuale - un prodotto che non può certo avere una grossa fetta di mercato: la domanda non può che essere superiore all’offerta. Nell’aumento dei volumi di produzione prevista i produttori devono solo evitare un errore: restare fedeli all’identità base del vino ed evitare pericolose fughe che potrebbero snaturare il valore natrale di questo prodotto per molti versi unico. Già oggi ci sono dei segnali su cui si dovrebbe riflettere: ha senso spingere verso l’invecchiamento un vino naturalmente beverino e piacevole con bassa acidità? E ancora: nelle sperimentazioni finora fatte non è il caso di scegliere con decisione (compito del Consorzio) che tipo di affinamento effettuare? Acciaio o barrique danno due risultati diversi e per 400mila bottiglie forse una strada di maggiore identificazione del prodotto non sarebbe male... A costo di rinunciare a qualche aggiunta di indubbia eleganza, forse l’acciaio rende al meglio l’anima fragrante di questo vino vellutato. (A.L.)

Cantine Sant’Agata snc Regione Mezzena 19, 14030 Scurzolengo (At) Tel 0141 203186 - Fax 0141 203900 www.santagata.com ITALIA A TAVOLA NETWORK - luglio/agosto 2008

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enonews

territorio

Lazio, realtà enologica in forte crescita C

i sono diversi motivi alla base del crescente successo e dei riconoscimenti che hanno contraddistinto l’ultimo triennio del Lazio nel comparto vitivinicolo. Due su tutti. Il primo si basa su ragioni del tutto naturali per il miglioramento della qualità offerta e il secondo sul ruolo svolto da Regione e Arsial. Il Lazio sembra rappresentare una sorta di terra promessa per la viticoltura.

Fisionomia vitivinicola 2008 200.000 euro

Valore della vitivinicoltura in euro

9% Peso della vitivinicoltura sul comparto agricolo

38.000 ettari a vigneto di cui 70% uve bianche e 30% uve rosse

78 q/hl

Produzione media di uva

2.950.000 q

Produzione di uva

2.950.000 hl

Produzione di vino, di cui 70% bianco, 30% rosso

1.145.000 hl

Vino Doc, di cui 80% bianco, 20% rosso

285.000 hl

Vini Igt (potenziali)

9.100 Addetti al settore (tempo

pieno)

20 Cantine sociali 1.700.000 hl

Totale vino imbottigliato

24.000.000

Bottiglie da 0,75 litri

40 Aziende esportatrici (stima) 600.000 hl

Totale vino esportato

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Chilometri di costa, con il mare a mitigare il clima. Alte montagne che proteggono dai venti. Una base collinare perfetta per la crescita della vite. E poi un terreno spesso vulcanico, talvolta argilloso. Il secondo motivo ha poco a che vedere con il fattore casuale di un felice posizionamento e si basa su una buona sinergia tra le realtà produttive e quelle istituzionali. Assessorato all’Agricoltura e Arsial, infatti, hanno ben operato all’interno di un comparto, quello vitivinicolo, che rappresenta una voce importante nel bilancio regionale. Operazioni intelligenti e un costante confronto con il mondo della produzione che non ha fatto mancare la sua necessaria collaborazione. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il Lazio rappresenta non solo una delle regioni più importanti dal punto

mille ristoranti ambasciatori dei vini Trovare una buona scelta di vini locali nei ristoranti di Roma e provincia è ancora difficile, nonostante che l’ultima edizione del Vinitaly e le guide enologiche abbiano confermato la crescita qualitativa del Vigneto Lazio. E proprio per garantire ad enoappassionati e turisti una presenza più incisiva di etichette “made in Lazio” nei pubblici esercizi e negli hotel della capitale e del territorio regionale, l’assessore all’Agricoltura Daniela Valentini e l’Arsial lanciano un progetto che mira a far diventare, entro dicembre, mille ristoranti “ambasciatori dei vini del Lazio”. Si tratta, ha precisato l’assessore regionale alla presentazione del quarto concorso “La selezione dei vini del Lazio”, di promuovere la vendita dei nostri vini attraverso la creazione di una piattaforma logistica

ITALIA A TAVOLA NETWORK - luglio/agosto 2008

di vista quantitativo ma continua a scalare i gradini di un’ideale classifica di qualità che, solo alcuni anni fa, la vedeva ancora relegata nelle posizioni di rincalzo. Basti pensare che nell’ultimo triennio il numero di etichette laziali che hanno ottenuto importanti riconoscimenti da parte delle più importanti guide del settore è salito dalle 847 del 2006 alle 1.024 attuali. Un incremento di circa il 20%. E ancora un +15% di vendite presso la ristorazione romana, un valore di 200 milioni di euro. Un’ulteriore dimostrazione di volontà di crescita e di qualità che è il frutto più importante della collaborazione tra viticoltori, Assessorato e Arsial.

distributiva che stoccherà le bottiglie garantendo consegne in 24 ore. «E saranno proprio i 30 vini meritevoli del massimo riconoscimento della Selezione, il Calix Aureus, a debuttare per primi - ha sottolineato il commissario straordinario di Arsial, Fabio Massimo Pallottini - sulle tavole di ristoranti e alberghi. A testimonianza della concretezza commerciale di un concorso da cui ci aspettiamo sia new entry nell’Olimpo dei vini nazionali che conferme». Oltre alla piattaforma, il progetto prevede corsi per il personale alberghiero e dei locali. «Non tutti i ristoranti possono permettersi un sommelier - ha osservato infine l’assessore Daniela Valentini (nella foto) - ma tutti devono avere personale in grado di raccontare con passione il proprio territorio. E saranno più cultura, identità territoriale condivisa, un logo e investimenti pubblicitari a creare sbocchi di mercato e riconoscimento sociale per i produttori laziali».


territorio

Franciacorta in Festival La tre giorni settembrina apre le porte dell’eccellenza agli eno-professionisti

U

n appuntamento particolarmente atteso per il grande fascino e richiamo che uno dei territori d’eccellenza della produzione enologica italiana, la Franciacorta, esercita su appassionati e professionisti del mondo del vino. Tre giorni (20-22 settembre) da trascorrere sul suo territorio a sud del Lago d’Iseo, in provincia di Brescia. Il grande “Festival del Franciacorta” è organizzato dal Consorzio per la tutela del Franciacorta per presentare i produttori del territorio che, con la cultura dei loro vigneti, la conoscenza delle più moderne tecniche di cantina e la forte volontà di realizzare un prodotto dalla qualità eccellente,

si rendono disponibili per i tre giorni di una delle più interessanti occasioni di incontro e degustazione. Quest’anno saranno 56 le cantine presenti per un totale di ben 120 etichette. Momento fondamentale del Festival, i banchi d’Assaggio, dove si potranno degustare nella giusta atmosfera, i Franciacorta dai Brut e Satèn senza annata dagli irripetibili Millesimati, ai Non Dosati e ai Rosé, sotto la guida attenta e disponibile di enologi e produttori. Ad ospitare l’evento sarà la cinquecentesca Villa Lechi di Erbusco, una delle più scenografiche del territorio.

I vignaioli storici maceratesi

Q

ualcuno penserà a un discorso sorpassato, ma sembra facile dimostrare che una parte dell’aristocrazia italiana ha saputo cogliere spunti di grande senso civile, assumendo posizioni innovative e favorevoli per il benessere politico e sociale. Agli albori del Regno Italiano, 150 anni fa, numerosi nobili, tra cui il marchese Massimo d’Azeglio, criticarono l’Unità ottenuta con l’occupazione militare e vagheggiarono, d’accordo con intellettuali come Carlo Cattaneo, uno schema federalista che avrebbe evitato tante miserie future. Con un lungo balzo nel tempo arriviamo agli anni ‘80 del ‘900 quando le famiglie nobili proprietarie di aziende agricole si ribellarono all’omologazione di un malinteso senso del progresso industriale; basti citare le cisterne che dal Sud portavano vino al Nord, che poi cambiava nome nei classici toscani, veneti e piemontesi. Famiglie con nomi allora poco noti nell’economia ma che ben presto divennero abituali, valorizzarono le vigne, investirono nella produzione, seguirono il commercio e oggi possiamo contare su una specialità

ENONEWS in romagna arrivano le sottozone Sono in arrivo le “sottozone” per il Sangiovese di Romagna. Una decisione cruciale per lo sviluppo dell’enologia romagnola, che viene salutata con particolare entusiasmo dall’Associazione per la promozione del Sangiovese di Predappio e territori limitrofi. «Dopo lunghi preliminari, durati un paio d’anni, il Consorzio vini di Romagna è riuscito nell’arduo intento di sanare le discordie esistenti fra le “zone” prescelte», commenta Giuseppe Nicolucci, presidente dell’Associazione. «A breve si andrà a formalizzare ufficialmente la nascita delle sottozone per il Sangiovese di Romagna con gli enti preposti: Camera di commercio, Province, Consorzio di tutela». La nascita delle sottozone permetterà di individuare 5 zone altamente vocate alla produzione di Sangiovese, che esprimono il meglio dell’enologia romagnola: Predappio, Bertinoro, Faenza, Imola e Alto Riminese.

Italia che bontà agricola unica, il vino italiano, conosciuto nel mondo come tale e con migliaia di declinazioni e etichette. Un bell’esempio di quello che gli esperti chiamano massa critica, pur mantenendo la differenziazione e la personalità delle zone d’origine per conquistare fasce di consumatori. Questo pensavo a Villa Forano, Appignano (Mc) mentre ascoltavo il patriarca della famiglia Lucangeli, il conte Giovanni Battista, attorniato dalla moglie Carla, dai figli Chiara, Benedetta, Francesco, Camilla e dai numerosi intervenuti al compleanno dell’azienda vitivinicola. I figlioli, poco più ragazzi, erano indaffarati per i preparativi, intimiditi dagli ospiti ma sorridenti, ospitali e imperturbabili. Seguono l’azienda, gli impegni commerciali, la ricezione, le pubbliche relazioni, gli può capitare di far quasi mattina offendo grappa a un importatore dall’estero. Producono ottimi vini che fanno grande l’azienda e contribuiscono al benessere nazionale; hanno rinnovato le case coloniche offrendo ospitalità di buon tono e favorendo il turismo a Macerata, un gioiello dell’arte e cultura; valorizzano l’antico artigianato delle ceramiche di Appignano, difendono la campagna dall’aggressione del cemento. Merita segnalare l’inconfondibile disegno della villa che adorna le classiche e sobrie etichette dei vini. Ricordano la raccomandazione di Fred Plotkin, giornalista di New York: “Mettete in etichetta le vostre ville, le chiesette di campagna, le antiche torri e tutto il mondo conoscerà il vostro splendido Paese”. Come dire: arte, artigianato, agricoltura. Claudio Riolo Approfondimenti su www.riquadro.com ITALIA A TAVOLA NETWORK - luglio/agosto 2008

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enonews assovini sicilia planeta presidente Diego Planeta è il nuovo presidente di Assovini Sicilia, l’associazione che dal 1998 rappresenta le maggiori imprese del comparto vitivinicolo isolano. Lo ha eletto all’unanimità il consiglio d’amministrazione, appena nominato dall’assemblea dei soci. Diego Planeta dal 1972 è presidente delle Cantine Settesoli e dal 1985 per 7 anni ha presieduto l’Istituto regionale della vite e del vino. Planeta ha rilevato che occorre «un lavoro di programmazione ed innovazione lavorando, soprattutto, sulle sperimentazioni».Vicepresidenti sono stati nominati Antonio Rallo e Giuseppe Benanti. Riconfermato il consigliere delegato Elio Marzullo.

manestrini, il volto in rosa del garda Dopo un anno di presidenza protempore, è stata confermata la presidenza di Nicoletta Manestrini (nella foto), del Frantoio Manestrini di Soiano del Lago, per i prossimi 3 anni, alla guida della Strada dei Vini e dei Sapori del Garda. La Manestrini è pronta a proseguire la missione iniziata nel settembre 2006.

maculan al vertice di strada torcolato La Strada del Torcolato ha un nuovo Cda con nove componenti. Sette i breganzesi: i soci del Consorzio Fausto Maculan dell’Azienda agricola Maculan (con la carica di presidente); Franca Miotti dell’azienda Firmino Miotti; Innocente Dalla Valle della Cà Biasi; Girolamo Lievore presidente del Consorzio vini Doc Breganze; Elvio Forato ed Enrico Azzolin della Csbb; Ausonio Zanazzo, sindaco di Breganze. Fanno parte del Cda anche Luigino Vascon per conto dell’amministrazione provinciale di Vicenza e Nazzareno Leonardi, presidente dell’associazione Pedemontana.

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territorio

Biondi Santi è Brunello A giugno rivive il rito della Ricolmatura 14 le vendemmie di quest’anno

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l primo sabato di giugno è una data che gli enoappassionati si segnano in agenda di anno in anno: l’appuntamento al Greppo per la Ricolmatura delle Riserve Biondi Santi. Quel giorno Franco Biondi Santi fa rivivere il rito che suo padre Tancredi ha ideato nel 1927 per prolungare la vita delle Riserve di Brunello Biondi Santi. Quest’anno è stata la volta delle vendemmie 1945, 1955, 1961, 1964, 1968, 1969, 1970, 1971, 1975, 1977, 1981, 1982, 1983 e 1985. Il Brunello di Montalcino Riserva Biondi Santi ha nella longevità una delle caratteristiche di spicco tanto da essere considerato il vino più longevo al mondo; proprio per questo motivo è molto importante la cura e l’attenzione dedicata a queste Riserve, anche quando escono dalla cantina del Greppo. I tappi usati sono composti da sughero della migliore qualità ma che inevitabilmente, con il passare del tempo, può perdere elasticità, asciugarsi e non chiudere più perfettamente la bottiglia, indebolendo la stabilità del vino. La Ricolmatura, oltre ad essere un rito carico di fascino, è anche un’esigenza tecnica necessaria per conservare al meglio le bottiglie secolari a beneficio dei collezionisti e

500 milioni di lambruschi Cinquecento milioni. Tante sono state le bottiglie di Lambruschi Doc Modenesi che dal 1970 - anno di inizio dell’attività istituzionale dell’attuale Consorzio Marchio Storico - ad oggi si sono potute fregiare del “bollino a spalla”. Quel famoso bollino rosso, recante il simbolo del rosone del Duomo di Modena, che ha rappresentato il primo elemento distintivo utilizzato dal Consorzio per affermare l’avvenuto

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dei grandi degustatori e non si limita alla semplice sostituzione del tappo. Franco Biondi Santi nella sua cantina, alla luce di una candela e con la perizia di un certosino, analizza una per una le bottiglie da ricolmare per verificarne le condizioni generali e il livello, asporta il leggero strato di cera che copre il tappo e lo toglie delicatamente per procedere all’esame visivo, olfattivo e gustativo (expertise). Con l’aiuto di una lunga pipetta di vetro (chiamata “ladra”) ricolma le bottiglie con vino coetaneo e le ritappa con sugheri marcati Biondi Santi. Ognuna di queste Riserve lascerà la cantina con la certificazione attestante tutta l’operazione. Questa procedura, nata per le bottiglie conservate nella cantina del Greppo, è stata estesa nel 1990 anche alle bottiglie di proprietà dei clienti secondo una cerimonia definita da un Bando di Ricolmatura e dal relativo Regolamento. Nei 17 bandi annuali di Ricolmatura sono state espertizzate ben 2.860 bottiglie di proprietà dei clienti e 337 non hanno superato l’esame. L’azienda, che cura gli aspetti commerciali della Biondi Santi Tenuta Greppo e di Villa Poggio Salvi, mette a disposizione degli appassionati di tutto il mondo i vini delle due aziende.

controllo organolettico. Si tratta di un importante traguardo operativo per una produzione originata da una superficie vitata di 5.200 ettari iscritti nell’albo dei vigneti Doc. A tal proposito, un dato rilevante è il trend di crescita: le confezioni controllate dal Consorzio sono passate dai 10 milioni dei primi anni ai 24 milioni del 2007. D’altro canto, il conseguimento di tali traguardi quantitativi significa che il “sistema Lambrusco” regge e si consolida: fattore ancor più decisivo nel moderno mondo del vino.


territorio

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Accento sul territorio Nasce Sistema Oltrepò S

i chiama “Oltrepò, l’accento sul territorio” il progetto integrato di promozione del sistema vitivinicolo dell’Oltrepò pavese. Il progetto, unico nel suo genere e presentato presso la Camera di commercio di Pavia, ha la finalità di «valorizzare le occasioni di promozione dell’Oltrepò, attraverso una gestione programmata e unitaria degli eventi», come ha sottolineato Piero Mossi, presidente della Cciaa. Ed è stata quest’ultima a coordinare, nel corso dell’ultimo anno, una serie di incontri fra enti territoriali al fine di raggiungere l’accordo programmatico che punta sulla comunicazione integrata per valorizzare in modo sinergico la promozione vitivinicola dell’Oltrepò. L’accordo raggiunto vede coinvolti la Provincia di Pavia, in

particolare l’assessorato all’Agricoltura, il comune di Broni, il comune di Casteggio, il comune di Stradella, il Consorzio tutela vini Oltrepò Pavese e Casteggio servizi srl. A ufficializzare questo progetto erano presenti, oltre al presidente Mossi, anche l’assessore all’Agricoltura della Provincia di Pavia Mario Anselmi, il presidente del Consorzio tutela vini Oltrepò pavese Vittorio Ruffinazzi con il direttore Carlo Alberto Panont, il sindaco di Broni Luigi Paroni, il sindaco di Stradella Pierangelo Lombardi, l’assessore all’Agricoltura del Comune di Casteggio Michele Rossetti in rappresentanza del sindaco Michele Manfra, e Cinzia Montagna, consigliere d’amministrazione di Casteggio servizi srl in rappresentanza

del presidente Piero Bonferoni. È intervenuto anche il senatore Daniele Bosone, evidenziando come l’accordo raggiunto sia «la prima, straordinaria concretizzazione dell’idea del sistema Oltrepò», con l’auspicio che «il progetto varato per il settore vitivinicolo sia un inizio per aprire all’intero sistema della ruralità». Concetto ricorrente nei vari interventi quello del ruolo essenziale del Tavolo verde, di tutti gli enti e le realtà di indirizzo, e l’apertura nei confronti degli altri comuni.

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aziende

80 anni di Quistello e un logo celebrativo L

a Cantina di Quistello, fondata nel 1928, celebra quest’anno gli 80 anni di attività e nell’ambito della “Fiera del Lambrusco e dei Sapori d’Italia” svoltasi presso i padiglioni della Fiera Millenaria di Gonzaga (Mn), la cantina, in presenza delle massime autorità locali e del noto giornalista enogastronomico Paolo Massobrio (si veda foto), ha presentato il logo celebrativo dell’ottantesimo della fondazione e un nuovo Lambrusco: “80 Vendemmie”. A produzione limitata, è ottenuto con una fermentazione naturale di uve Lambrusco Ruberti tipiche della zona quistellese, ha un profumo fragrante e fruttato e un colore rosso rubino brillante. Da sempre la Cantina di Quistello è

impegnata nella ricerca e nella valorizzazione delle uve, proponendo nuovi vini che possano accogliere il gradimento dei consumatori.

Cantina Sociale cooperativa di Quistello Via Roma 46, 46026 Quistello (Mn) Tel 0376 618118 - Fax 0376 619772 www.cantinasocialequistello.it

Serata d’oro per Desmorosso

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Monte Zovo nuove sfide

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5 ettari di proprietà, 500mila bottiglie prodotte: sono questi i numeri dell’Azienda agricola Monte Zovo, emergente realtà vitivinicola di Caprino Veronese (Vr). Nella zona della Valpolicella, tra colline e vigneti minuziosamente ordinati e microclimi ideali, nascono le uve dell’azienda. La cantina, con annessa tenuta adagiata sulle pendici del Monte Baldo, che domina il lago di Garda, è situata in una delle aree più vocate della zona. Il cardine di questa moderna realtà produttiva è la famiglia Cottini, che per decenni ha collaborato con le più blasonate aziende della zona.

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l mito Ducati “scende in pista” nel mondo del vino con un progetto originale e accattivante, presentato al “Gold” di Milano, l’esclusivo ristorante ideato da Dolce & Gabbana. Si tratta di una linea di vini prodotti con la stessa passione, filosofia e professionalità che hanno da sempre distinto la Ducati. Grazie all’accordo tra la famosa casa motociclistica, JPBari e l’azienda vitivinicola Le Pignole di Brendola (Vi) nasce così il primo vino del progetto DesmoRosso, un taglio bordolese a Igt Veneto, proveniente dalla zona dei Colli Berici. Cabernet Sauvignon per il 70% al quale si aggiunge Merlot per il 20% e Carmenère per la piccola parte restante, affinati per 14 mesi in legno e successivamente messi a riposo in bottiglia per altri due mesi, danno vita al DesmoRosso 2006.

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vino in pillole • Il Ristorante Porta Osio celebra le selezioni di Livio Felluga La storia dell’azienda friulana Livio Felluga e del suo vino si intreccia con la storia di quella particolare terra che circonda l’estremo nord est dell’Adriatico. Settant’anni or sono Livio Felluga, il “patriarca” della vitienologia friulana, primogenito della quarta generazione, trasferì l’attività in Friuli. Oggi l’azienda vanta un’estensione collinare nel Collio e nei Colli Orientali del Friuli di oltre 160 ettari di proprietà, di cui 135 a vigneto. Il Ristorante Porta Osio di Bergamo ha ospitato alcune eccellenti selezioni dell’azienda in una serata-degustazione a tema. Protagonisti il Friulano 2007 (tai), il Rosenplatz 2006 (Chardonnay, Sauvignon e Pinot bianco), l’elegante Terre Alte 2006 (Friulano, Pinot bianco e Sauvignon) e il Refosco 2005 (rosso storico). • Tai rosso, aziende unite per fare sistema Le Pignole, Piovene Porto Godi e Dal Maso si uniscono per promuovere il Tocai/Tai rosso “di qualità”. I tre principali produttori di Tocai rosso dei Colli Berici (o Tai, secondo la nuova denominazione) nella versione più strutturata e longeva si sono riuniti per dare avvio a un percorso comune. Nicola Dal Maso dell’azienda Luigino Dal Maso, Tommaso Piovene della Piovene Porto Godi e Paolo Padrin de Le Pignole hanno costituito un tavolo di confronto per individuare un marchio unitario per i loro Tocai/Tai rosso e a breve sottoscriveranno un protocollo d’intesa che fisserà le caratteristiche peculiari del loro modo di intendere il Tocai rosso. • Tra i Vini da Pesce spicca il Prosecco di Althe’a Alla nona Selezione nazionale dei Vini da pesce è stato premiato con la medaglia d’argento ex-aequo il Prosecco di Valdobbiadene Doc Spumante Brut 2007 dell’Azienda agricola Althe’a di Drusian Marika. Nella categoria Vini spumanti bianchi metodo Charmat con residuo zuccherino non superiore a 20 g/l sono stati premiate numerose eccellenze di Valdobbiadene, tra cui appunto il Prosecco citato.


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Ruggeri, artigiano delle bollicine

Una sfida che si ripete per l’obiettivo qualità

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a famiglia Bisol vanta una secolare tradizione nonché profonde radici nella cultura vitivinicola del territorio di Valdobbiadene. Le prime tracce documentate risalgono al ‘500. La storia recente ci dice che Eliseo Bisol fu proprietario di vigneti e distillatore nella seconda metà dell’800. Suo figlio Luigi, enologo, ebbe una cantina fin dal 1920. Infine nel 1950 Giustino Bisol fonda in S. Stefano di Valdobbiadene (Tv) la cantina Ruggeri, sorta per valorizzare, con la spumantizzazione, le migliori uve delle colline. L’idea di fondo della cantina è l’ottenimento della migliore qualità possibile e del suo mantenimento lungo tutto l’arco dell’anno. Per raggiungere questo obiettivo nulla viene dato per scontato, nulla viene ripetuto in maniera automatica. Ogni operazione di cantina viene decisa caso per caso, per ottenere il meglio, sotto l’occhio esperto di Paolo Bisol e dall’agronomo della cantina. Tutto secondo l’antico metodo del “conferimento sull’onore”. Questo sta a significare che il prezzo delle uve sarà deciso dopo la vendemmia, generalmente in novembre, sulla base dell’andamento del mercato e della qualità delle uve. Nel rapporto con gli agricoltori prevale la conoscenza e la fiducia. La Ruggeri possiede anche un piccolo vigneto di Cartizze e 21 ettari nel vicino Montello, 12 dei quali vitati. Circa un ettaro è dedicato al recupero di antichi vitigni autoctoni in collaborazione con

l’Istituto sperimentale per la viticoltura di Conegliano. Tuttavia la maggior parte delle uve viene acquistata da un centinaio di conferenti del comune di Valdobbiadene, dove si trovano le zone più pregiate. Da circa vent’anni la produzione dell’azienda si è stabilmente attestata intorno a 1.000.000 bottiglie. Obiettivo futuro è mantenere una qualità eccellente anche a discapito di un incremento ulteriore della produzione. I prodotti dell’azienda vengono distribuiti per il 70% in Italia e per il 30% in ben 25 Paesi.

vecchie viti, omaggio alla storia «Un omaggio all’intero territorio di Valdobbiadene, poiché queste viti sono sparse in tutto il Comune, e agli uomini e alle donne che con le loro mani e il loro cuore resero questa terra unica e feconda». Sono le parole con cui Paolo Bisol descrive il Valdobbiadene Doc Brut, prodotto con uve prosecco (90%), verdiso (6%), bianchetta (2%) e perera (2%). Si tratta di circa 2.000 viti di età compresa tra gli 80 e i 100 anni provenienti da vigneti diversi: 5.800 chilogrammi di uva. è da poco uscita la vendemmia 2007 di circa 4.800 bottiglie. ITALIA A TAVOLA NETWORK - luglio/agosto 2008

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Lantieri, scala reale di Franciacorta P

iù che tipici esempi di un ottimo Franciacorta Docg e al contempo assolutamente pieni di personalità e capaci di essere riconoscibili senza problemi. Così si potrebbe definire le 5 nuove produzioni di bollicine, una vera scala reale, di un’azienda storica come la Lantieri de Paratico di Capriolo (Bs), recentemente presentate a ristoratori e struttura commerciale dell’azienda (che si appoggia al gruppo Classica di Montepulciano) insieme ad

Arcadia 2004 (30% di Pinot nero e 36 mesi sui lieviti, quintessenza di profumi ed eleganza) le scelte della clientela più esigente. Un po’ più elevato di acidità, all’insegna della freschezza e con uno spiccato color oro è poi l’extra brut. E abbinamenti gastronomici curati da Paolo Borghesi, cuoco dell’agriturismo a proposito di colore e profumi una citazione aziendale. a parte la merita un I vini di oggi sono il frutto delle iniziative partite in maniera pionieristica equilibratissimo Rosè (60% di Pinot nero e 24 nel ’73 con l’enologo Cesare Ferrari, ore sulle bucce a bassa che oggi raccoglie con soddisfazione temperatura) che ha il frutto di un successo che per un gemello (ma fermo) Fabio Lantieri rappresenta il giusto nell’intrigante rosato coronamento di una storia di famiglia (100% Sangiovese che col vino ha a che fare da molte generazioni. Un impegno sintetizzabile con 5% di residuo zuccherino) di Casal di in circa 120mila bottiglie di bollicine, il 60% delle quali rappresentate dal Brut, Pari, l’azienda toscana dei Lantieri in zona Montecucco. (A.L.) il prodotto più opulento, realizzato col 90% di Chardonnay, un 10% di Pinot nero ed una liqueure con 8 grammi di zucchero per litro. Decisamente più Azienda agricola Lantieri cremoso, con una pressione inferiore via Videtti (ingresso da via 2 Agosto), 25031 in bottiglia ed un vago ricordo di Capriolo (Bs) - Tel 030 736151 - Fax 030 7465770 - www.lantierideparatico.it legno è invece il Satèn che si spartirà con un eccezionale Millesimato

11 annate superstar

Grande prova del Millesimato Mirabella

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a prova è stata vinta alla grande. La degustazione in verticale di 11 annate di Millesimato Franciacorta Docg della Cantina Mirabella di Rodengo Saiano (Bs), svoltasi al ristorante Antica Osteria del Ponte a Brescia, ha in particolare offerto una dimostrazione più che eccellente dalla capacità di questo prodotto di superare la prova del tempo e di confermarsi al top della categoria bollicine. Un evento particolarmente atteso e non a caso organizzato d’intesa con il Consorzio Franciacorta, che sta lavorando sul progetto di una Riserva che si basa proprio su risultati di questo genere.

Le 11 annate sottoposte al giudizio di esperti per valutarne il grado di evoluzione e la capacità di durare nel tempo andavano dal ‘90 al 2000. E con giudizio pressoché unanime, la più grande emozione di questa verticale è stata assicurata proprio dal Millesimato Mirabella della vendemmia ‘90 che, nonostante ben 12 anni dalla sboccatura, si presentava ancora piacevole e capace di competere coi “fratelli” più giovani. Tutto ciò nonostante le profonde trasformazioni che hanno accompagnato questo vino, passato dall’assenza di pressature separate dei primi anni, alla progressiva sostituzione del Pinot nero a quello bianco negli uvaggi con Chardonnay, fino alla unica presenza di quest’ultimo vitigno a partire dal 2000. E proprio il vino della vendemmia del Millennio

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è risultato l’altro grande vino apprezzato per freschezza e i nuovi livelli di aromaticità. In mezzo, assolutamente interessanti, anche le annate ‘94 e ‘99, in una media in ogni caso di grande equilibrio e con un’incredibile uniformità di colori. (A.L.)

Mirabella via Cantarane 2 - 25050 Rodengo Saiano (Bs) Tel. 030 611197 Fax 030 611388 www.mirabellavini.it - info@mirabellavini.it


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Castello delle Regine Suggestione e qualità

che qui - come previsto dagli studi preliminari - riescono a dare vini soprendenti per rotondità e longevità, origine del nome è avvolta nel con particolari sentori metallici. mistero, ma è facile credere E così incominciano ad arrivare i che qualche regina abbia sostato in questa dimora sulle splendide colline primi riconoscimenti per i prodotti migliori: la “Selezione del Fondatore”, del territorio di Amelia, nell’Umbria (Sangiovese grosso in purezza dai meridionale meno conosciuta ma vigneti storici), il Merlot in purezza e il non per questo meno affascinante, Princeps (60% Cabernet Sauvignon, tra borghi antichi arroccati, vigneti e 20% Sangiovese e 20% Merlot). oliveti a perdita d’occhio. Gli ettari vitati arrivano ora a “Castello delle Regine” è una firma abbastanza giovane tra le grandi sfiorare il centinaio, nascono la nuova cantina di vinificazione e la barricaia, etichette italiane ma è sempre più ma non solo. Le facile, e giusto, piante di olivo trovare i suoi vini alcune secolari e oli nei migliori sono circa 8mila ristoranti italiani. e sulle tavole L’avventura arrivano due oli - oggi diventata selezionati: un una bella realtà Umbria Dop e il - è iniziata nel monovarietale 1985 quando un “Moraiolo”, noto avvocato per intenditori. lombardo, Paolo Nodari, appassionato di cavalli, L’allevamento bovino di razza chianina viene potenziato ed oggi i acquista in questo angolo di Umbria capi sono oltre 300: grazie all’accordo una proprietà agricola vasta ben con un macellatore e distributore 400 ettari, con vigneti, oliveti, casali, locale questa carne pregiata arriva boschi e allevamento bovino. ora in tutta Italia. C’erano poi i casali La vinificazione inizia verso preesistenti da ristrutturare ed ecco il 1990 con l’arrivo dell’enologo nascere “Podernovo House & Country Franco Bernabei, che ha ampia Residence”, agriturismo di lusso libertà di programmare lo sviluppo suddiviso in cinque corpi di fabbrica e la caratterizzazione dell’azienda. sparsi nella tenuta per un totale di 19 Si punta sui vitigni a bacca rossa, appartamenti, con tre piscine e un in particolare il Sangiovese grosso, ristorante sempre aperto, anche per il Merlot, il Cabernet Sauvignon,

di Roberto Vitali

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eventi, con una cucina raffinata dove dominano i piatti locali e ovviamente la carne di chianina. L’avvocato Paolo Nodari si divide tra il suo studio di Milano e l’Umbria, ama seguire personalmente anche il “Castello delle Regine”, circondato da collaboratori capaci e molto attivi, a cominciare dal direttore generale Maurizio Ghiori e dal responsabile clienti Italia, Renzo Merli, pavese di Retorbido, una esperienza di 35 anni alla Martini & Rossi dove si occupava dei clienti vip. «Il futuro dell’azienda afferma Ghiori - punta a consolidare l’esistente, facendosi largo tra i grandi vini italiani, come pensiamo di meritare». Parole giuste, che avranno sicuramente il conforto dei fatti. Intanto, in un angolo della vasta tenuta sono stati inseriti alcuni capi di cinta senese, antica e pregiata razza suina. Che incominci un nuovo capitolo per il “Castello delle Regine”?

Castello delle Regine Azienda agricola strada di Castelluccio Amerino - località Le Regine, 05022 Amelia (Tr) - Tel 0744 702005 www.castellodelleregine.com

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Brunello in attesa

Dopo la nomina dei tre garanti si attendono le garanzie verso gli Usa

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on sono bastati gli interventi tempestivi del Consorzio e in primis del ministro Luca Zaia per sbloccare in tempi rapidi la situazione che ha “sconvolto” il mondo del Brunello negli ultimi mesi. Non è bastata la dimissione repentina dell’ex presidente del Consorzio del Brunello, Francesco Marone Cinzano, a smuovere le acque e non è bastata l’istituzione, davvero unica, da parte del ministro Zaia di un Comitato di Garanzia per coordinare e provvedere alle attività di controllo sulla produzione del vino Brunello di Montalcino. Tre i membri garanti: Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc, Vasco Boatto, docente di Economia agraria

anche il nobile nell’occhio del ciclone Nobile di Montepulciano nel mirino. La Finanza di Siena e la magistratura di Montepulciano hanno sequestrato circa 120mila ettolitri di vino della Cooperaviva Vecchia Cantina. L’ipotesi è che il vino sia stato tagliato con altri vini del centro-nord. Un avviso di garanzia era stato dato a Luca Gattavecchi, ex presidente del Consorzio del Nobile.

meno vino, colpa dell’etilometro Prosegue la tendenza al minor consumo della bevanda alcolica durante i pranzi e le cene nei locali italiani. Lo rivela un’indagine della Fipe, dalla quale emerge che ben il 60,3% di riduzione dei consumi di vino nei ristoranti è dovuto al codice della strada; il 25% al salutismo, e solo il 14,2% alla minore capacità di spesa degli italiani. La paura dell’etilometro, il test utilizzato dalle forze dell’ordine per determinare

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all’Universitàtdi Padova e direttore del corso di Enologia, e Fulvio Mattivi, responsabile del laboratorio di analisi dell’Istituto di San Michele all’Adige (Tn). Con questa azione si intendeva garantire i consumatori di Brunello di tutto il mondo e salvaguardare l’immagine della più nota produzione d’eccellenza nazionale. Tutti gesti nobili e apprezzati ma ancora non sufficienti per dipanare la matassa e sbloccare la situazione soprattutto nei confronti del mercato americano. E adesso non resta che aspettare le decisioni del Governo sulla certificazione del Brunello. Da un lato gli Usa sembrano avere allentato le maglie: il vino che è già in dogana per essere commercializzato ha comunque bisogno del certificato governativo. Tutto ciò si desume da una circolare del Ttb che ha fissato una nuova procedura per l’ingresso del Brunello negli Usa. Il vino non verrà più bloccato alla frontiera se l’importatore non presenterà in dogana l’attestato firmato dal Governo italiano. Il vino

il valore dell’alcol contenuto nel sangue, ha avuto l’effetto di ridurre in parte i consumi di vino. Dalla stessa indagine si ricava che l’Italia brinda al vino italiano: finita quindi la moda dei vini stranieri e dei rosati. È questa la nuova tendenza emersa a “Vini nel mondo 2008”, indagine del Centro Studi Fipe, condotta su un campione rappresentativo di 350 ristoranti italiani che decreta anche che le aree vitivinicole a maggiore potenzialità di crescita nei ristoranti sono: Sicilia, Lazio, Abruzzo, Alto Adige e Piemonte.

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cencioni neopresidente Eletto con voto unanime dal Consorzio del Brunello, Patrizio Cencioni (nella foto) è il nuovo presidente del consorzio. «Uno dei miei primi obiettivi - ha dichiarato il neopresidente - è quello di mantenere l’unità dei produttori per sostenere e ribadire la notorietà e la reputazione che il nostro rinomato vino si è conquistata in Italia e nel mondo negli ultimi decenni».

entra comunque, mentre starà all’importatore essersi procurato nel frattempo il certificato di garanzia. Così recita poi la seconda circolare Ttb, in cui si afferma che l’importatore non dovrà più esibire nulla al Customs border protection, l’ente che controlla le frontiere, bensì limitarsi a conservare l’attestato del Governo come prova di aver fatto le cose in regola in caso di eventuale controllo del Ttb, sia nei magazzini dell’importatore, sia nei punti vendita. In caso di irregolarità o di mancanza dell’attestato, si applicherà come pena la sospensione o la revoca della licenza. Tutta da chiarire è la posizione del Governo italiano che deve assumersi la responsabilità di tutto quello che verrà inviato in America. E lo deve fare nero su bianco, in una dichiarazione scritta su carta intestata firmata da un ufficiale di un’agenzia governativa, in cui si attesterà che il prodotto in oggetto (annata, brand, nome e indirizzo del produttore e rispetto del disciplinare) sia vendibile come tale in Italia. E come detto, il nodo da sciogliere adesso è chi materialmente verrà incaricato dal Governo italiano di prendersi la responsabilità di sottoscrivere l’attestato. A oggi il ministero non si è espresso. E intanto anche un altro simbolo della tradizione enologica è finito nel mirino della magistratura: il Nobile di alcune aziende è sotto inchiesta, ma ancora le acque non sono in tempesta.


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Prende quota l’italiano in Corea del Sud di Andrea Carpi

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on una popolazione di oltre 46 milioni di abitanti e 793 miliardi di dollari di reddito nazionale la Corea del Sud è la decima economia mondiale. è un Paese tecnologicamente avanzato e ha un livello medio di istruzione molto Andrea carpi, elevato. Dal 1999 ad titolare di A.C. oggi il mercato del Marketing & TRADE, illustra vino è in crescita, il trend del vino grazie al fenomeno internazionale del “WellBeing” (benessere); in particolare, grazie a un programma televisivo il consumo di vino rosso è aumentato in modo significativo tra le donne sopra i 40

anni. Inizialmente consumato solo da persone ricche, oggi le vendite di vino negli ipermercati, supermercati e convenient store ha superato quella di ristoranti e alberghi: il vino quindi viene bevuto maggiormente a casa. Il 77% del consumo totale interessa Seoul e se si considera che il consumo annuo di vino in Corea è di 0,59 litri pro capite si evince che ci sono ancora ampi margini di sviluppo. Nel primo semestre del 2007 l’Italia si è posizionata al terzo posto tra i fornitori della Corea, con una quota di mercato del 12,6% dopo Francia (37,6%) e Cile (17,3%) ma prima degli Stati Uniti (12,1%). Mentre per quanto concerne il tasso di crescita dei primi cinque paesi fornitori l’Italia è prima con 112,8%, seguita da Francia (88%), Australia

(84,6%), Cile (74,6%) e Usa (32,3%). Questo incremento significativo rispetto agli altri paesi è da imputarsi alla presenza in Italia di molti vitigni autoctoni, inoltre i vini italiani si contraddistinguono per un buon rapporto qualità-prezzo. In Corea la fascia di prezzi più applicata negli ipermercati è di 10-30 euro, nei wine bar 70-90, 80-100 al ristorante. I coreani preferiscono i vini rossi che rappresentano il 79% del totale consumato ed il consumo di vino in Corea aumenta sensibilmente nel periodo delle feste quando viene utilizzato come dono. Fondamentale il ruolo dei media e della carta stampata nel Paese per le vendite di vino: dai libri a tema ai numerosi articoli che vengono pubblicati quasi ogni giorno sui quotidiani.

Export italiano in frenata nel primo trimestre 2008

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econdo i dati preliminari diffusi dall’Istat, nel primo trimestre 2008 l’Italia ha spedito nel mondo 3,9 milioni di ettolitri di vino, il 9,1% in meno rispetto al corrispondente periodo dell’anno scorso. Sono cresciuti invece i valori, pari a 798 milioni di euro (+7,7%), trainati da un prezzo medio in salita del 18,6%, a 2,02 euro al litro. A livello di macroaree, l’Unione europea ha segnato una performance negativa in volumi (-12%), ma positiva in valori (+8,4%), mentre è stabile l’export verso i Paesi terzi, fermi a +0,5% in volumi. I cali più consistenti in termini di volumi si segnalano in Germania (-12%), Francia (-26%) e Regno Unito (-9%). In calo anche l’Austria, la Repubblica Ceca e l’Est europeo in generale, con il mercato russo che segna una forte battuta d’arresto: -63% in volume e -26% in valore. In leggera crescita invece gli Usa (+2,3% e +3,2 a volumi e valori), mentre vanno bene Canada (+6% e +12%), Giappone (+7,6 e +12%) e Svizzera (+1,6% e +11%). Buone notizie dall’Oriente, trainato da Corea del Sud, Hong Kong, Cina e India, e dal Centro e Sudamerica, dove crescono ancora Brasile e Messico.

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Il Forum Spumanti ha una marcia in più “D

estagionalizzati per darsi un piacere tutto l’anno”. è questa la sentenza del mercato degli spumanti che diventa il leit motiv del Forum Spumanti 2008, giunto alla sua 4a edizione. Molte le novità in cantiere della prossima edizione che si svolgerà, dal 6 all’8 settembre, in Villa dei Cedri e nelle principali vie e piazze di Valdobbiadene, in provincia di Treviso. Gli obiettivi del direttore Giampietro Comolli sono quelli di spingere l’acceleratore sugli aspetti della cultura del bere e dell’attenzione verso il consumatore. «Un forum sempre più osservatorio di mercato e dei consumi, sempre più impegnato a far conoscere le differenze fra uno spumante Docg e uno Doc, fra un metodo classico e un metodo charmat - spiega il direttore Comolli. Il Forum diventa,

concorso e premiazioni Venerdì 5 settembre saranno consegnati i Nastri d’argento, di Bronzo e i Diplomi di merito ai migliori spumanti d’Italia 2008 del VII° Concorso enologico curato da Assoenologi. Durante la serata conferimento anche del premio Forum per il concorso delle “Bollicine d’artista” , bando stilato annualmente e giunto alla 6°edizione con la Scuola internazionale dell’immagine di Sarmede. Si conferma per il secondo anno il premio “Bollicine in…vetrina” curato da Luigi Modolo dello studio Leonardo di Treviso, laboratorio di scuola dell’arte vetrinistica e visual merchandising con l’Ascom di Valdobbiadene con l’allestimento di 30 negozi con gli elementi base di “a tavola con gli spumanti”. Premiazione domenica 7 settembre dei 3 vincitori.

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inoltre, sempre più istituzione super partes grazie alla collaborazione con il ministero delle Politiche agricole - Dipartimento sviluppo informazione e tutela del consumatore. In cantiere ci sono parecchie novità che non mancheranno di stupire e portare nuovi proseliti ad interessarsi del favoloso mondo delle bollicine». Il mercato, intanto, fa registrare una spinta alla destagionalizzazione degli spumanti. Negli ultimi 5 anni le bottiglie spedite sono passate da 230 milioni a 300 milioni (da 16 milioni a 22 milioni quelle a metodo classico) come conseguenza dell’evoluzione della cultura del consumo dello spumante a tutto pasto. Numerose saranno le anime dell’edizione 2008 del Forum a partire dal binomio “arte e cucina”. Si alterneranno ai fornelli i giovani cuochi di scuole italiane e nomi noti per presentare abbinamenti audaci e attraenti e creativi. Il pubblico potrà prenotarsi per le Officine dei sapori. diversi sono i ristoranti partecipanti e i momenti di “deabbinamento”. Slow Food cura due Officine Sapori&Spumanti, mentre l’Università di Padova con la Scuola di scienze gastronomiche organizza un convegno sui “distretti cibospumanti” italiani e parteciperà alle attività di cucina e di servizio con le classi di studenti. Già certa la presenza di ristoratori piemontesi, romagnoli ed emiliani che interverranno come ospiti e come artefici di alcuni piatti tipici di territorio; i ristoratori trevigiani e di Intavolando aprono la kermesse culinaria con

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la cena di benvenuto di venerdì 5 settembre con le premiazioni del 7° Concorso enologico nazionale. Altra perla sarà il “Bubble’s Club” per onorare la qualità dello Spumante contro il generico termine abusato di “sparkling wine”. Omaggio rivolto al gran numero di giornalisti e conoscitori stranieri e marchio internazionale del Forum. Diminuiti gli spazi per le degustazioni libere, si punta su esclusivi Bubble winetasting delle singole case spumantistiche con massimo 45 tavoli-postazioni di lavoro esclusivi governati dai sommelier Ais e dagli stessi titolari delle aziende. Disponibili 350 etichette provenienti da tutta Italia.



salute

alimentazione & WELLNESS

Godersi tutta l’estate

Con frutta e verdura per combattere la calura e restare in forma

C

arote, spinaci e albicocche salgono sul podio degli abbronzanti naturali in grado di “catturare” i raggi del sole e garantire una tintarella della salute che rende “belli dentro e fuori”. Ecco stilata con l’arrivo dell’estate la speciale classifica della frutta e verdura che abbronza sulla base del contenuto in Vitamina A dei diversi alimenti che favorisce la produzione nell’epidermide del pigmento melanina per donare la classica tintarella alla pelle. Consumare carote, insalate, cicoria, lattughe, meloni, peperoni, pomodori, albicocche, fragole o ciliegie serve dunque a stare in salute, combattere l’obesità e le altre malattie dell’alimentazione, ma anche a preparare l’abbronzatura estiva. Il primo posto è conquistato indiscutibilmente dalle carote che

top ten vitamina a(*) 1 Carote 2 Spinaci e radicchi 3 Albicocche 4 Cicorie e lattughe 5 Meloni gialli 6 Sedano 7 Peperoni 8 Pomodori 9 Pesche 10 Cocomeri e ciliegie

1200 500-600 350-500 220-260 200 200 100-150 50-100 100 20-40

(*) in microgrammi di Vitamina A o in quantità di caroteni per 100 grammi

contengono ben 1200 microgrammi di Vitamina A o quantità equivalenti di caroteni per 100 grammi di parte edibile. Al posto d’onore salgono gli spinaci che ne hanno circa la metà, a pari merito con il radicchio, mentre al terzo si posizionano le albicocche seguite da cicoria, lattuga, melone giallo e sedano, peperoni, pomodori, pesche gialle, cocomeri, fragole e ciliege che presentano comunque contenuti elevati di vitamina A o caroteni. Questi alimenti, preziosi per la salute, contengono molta vitamina A che è utile a difende l’organismo dai raggi solari e favorire la produzione nell’epidermide del pigmento melanina che dona il classico colore ambrato alla pelle. Oltre ai consueti suggerimenti relativi alla prudenza (non troppe ore di sole, evitare le ore più calde, idratarsi frequentemente ecc.), ed alle precauzioni da adottare (creme protettive, protezioni per la vista ecc.), si raccomanda dunque con l’arrivo del caldo estivo di consumare frutta e verdura fresca, fonte di vitamine, sali minerali e liquidi preziosi per mantenere il nostro organismo in efficienza e per combattere i radicali liberi prodotti come conseguenza dell’esposizione solare. Antiossidanti “naturali” sono

Arriva il testo unico sulla sicurezza

S

arà varato «nel tempo più breve possibile» un Testo unico sulla Sicurezza alimentare, che uniformi le molteplici normative esistenti e snellisca le procedure. Lo ha annunciato il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini. Tra le ipotesi allo studio, all’insegna della semplificazione normativa, una forma di autogestione dei controlli veterinari per le aziende avicole,

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che prevederebbe «un veterinario interno super partes in grado di assumere responsabilità civili su qualità e appropriatezza dei percorsi di controllo, in collaborazione con i veterinari pubblici - ha spiegato Martini. Pensiamo a un innalzamento culturale che ci permetta di collaborare con i settori produttivi più maturi per l’autogestione dei processi di controllo».

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infatti le vitamine A, C ed E che sono contenute in abbondanza in frutta e verdura fresca. Questi vegetali sono dunque alimenti che soddisfano molteplici esigenze del corpo: nutrono, dissetano, reintegrano i sali minerali persi con il sudore, riforniscono di vitamine, mantengono in efficienza l’apparato intestinale con il loro apporto di fibre e si oppongono all’azione dei radicali liberi prodotti nell’organismo dall’esposizione al sole, nel modo più naturale ed appetitoso possibile.

stile sano giova ai geni Uno stile di vita sano non solo fa bene al corpo e alla mente, ma anche ai geni. Lo hanno scoperto i ricercatori del Preventive medicine research institute di Sausalito, in California, con uno studio pubblicato da Proceedings of the National academy of science (Pnas), secondo cui dieta e movimento fisico sono in grado di spegnere più di 450 geni “cattivi” e ad accenderne di buoni. Indicata una dieta ricca di verdura e legumi, una passeggiata di un’ora e mezza al giorno e un’ora al giorno di meditazione antistress.

montezuma addio... Ogni anno un esercito silenzioso di viaggiatori che si recano in paesi esotici incappa in fastidiosi problemi intestinali, diarrea, disidratazione. La classica “vendetta di Montezuma” colpisce almeno un milione di italiani ogni anno. Contro questo disturbo dovrebbe arrivare una soluzione semplice: un vaccino-cerotto da applicare sulla cute, almeno secondo i dati della rivista The Lancet.


salute

alimentazione & WELLNESS

Anche gli chef fanno i conti con la celiachia D

a minoranza emarginata a business. Il mercato dei celiaci, cioè le persone intolleranti al glutine, adesso comincia a far gola anche ai grandi chef dei ristoranti pluristellati. A Rimini, a “Squisito”, la rassegna internazionale del gusto, si scopre che se fino adesso i celiaci potevano al massimo ordinare un risotto in bianco nella trattoria fidata, adesso anche l’alta cucina si sta spremendo le meningi per attirarli nei ristoranti extralusso. Qualcuno ha chiesto addirittura aiuto alla sensitiva per capire se un piatto possa funzionare o no. Lui è Igles Corelli (nella foto), estroso chef della “Locanda delle Tamerici” a Ostellato

(Fe). Confessa: «Ho studiato i miei nuovi piatti per celiaci insieme a un gruppo di esperti; c’era anche una sensitiva, insieme a un cieco, una nutrizionista e una ragazza celiaca». Il risultato? Al posto del classico primo piatto ecco una zuppa di miglio con un soufflè di rombo e crema acida. Dei cuochi ce n’è un altro che invece è venuto in contatto con il mondo dei celiaci dopo che gli sono nati due bimbi intolleranti. «Finchè non ti capita un caso in famiglia non ci pensi», ha confessato Massimo Sola, che conduce insieme alla moglie belga Chistine il locale dei “Quattro Mori”, una stella Michelin. Sola mette in tavola i leggerissimi Gnocchetti verdi della Padania conditi

che cos’è la celiachia La celiachia, o intolleranza al glutine (componente basilare di frumento, segale, avena, orzo e loro derivati), è una delle patologie più diffuse. Solo in Italia si stima che le persone affette siano più di 500mila. Allergie e intolleranze alimentari sono in aumento. In cucina bisogna cucinare in pentole e cestelli separati. Il marchio degli alimenti per celiaci è una spiga sbarrata (si veda foto). con aria di Grana Padano, basilico pastorizzato. «Quando ho scoperto che i miei figli di 4 e 9 anni erano celiaci, mi si è aperto un nuovo mondo, adesso sto cercando di convincere i miei colleghi». Da Gianluca Fusto a Bruno Barbieri, da Emanuele Scarello, a Moreno Cedroni, una nuova era gluten free. Su www.italiaatavola.net le versioni più ampie dei servizi di questa pagina

Vino e benessere all’Antica posta

Il vino bianco previene l’infarto

er inaugurare il primo di una serie di laboratori dedicati al rapporto vino, cibo, corpo umano, salute e benessere è stato scelto un luogo molto originale: “L’antica stazione di posta” di Corsico (Mi), una vecchia stazione nel Parco agricolo Sud Milano. Ad affrontare il tema “Vino e benessere”, ad esempio, sono stati chiamati alcuni esperti del settore (tra cui Slow food Lombardia), nutrizionisti, produttori, medici e consumatori. Incombente la necessità di una “degustazione consapevole”, che vada a fondo del prodotto singolo o del piatto che si propone al palato.

uò il vino bianco proteggere dall’infarto? La risposta è sì, almeno in un modello animale che simula questa patologia. In uno studio coordinato da Nilanjana Maulik del Molecular cardiology and angiogenesis laboratory presso l’Università del Connecticut, la somministrazione preventiva di vino bianco Soave negli animali da esperimento ne ha preservato in maniera sorprendente le funzioni cardiache. Questa una delle notizie che sintetizzano le nuove ricerche sul tema vino bianco e salute emerse al primo congresso internazionale “White wine and health congress”, svoltosi a Soave (Vr), dove sono stati resi noti i primi risultati di uno studio commissionato dal Consorzio tutela vini di Soave. Dai dati presentati è emerso che un consumo moderato e costante di vino bianco, durante i pasti e in soggetti sani, ha effetti benefici e preventivi per la salute.

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antistress per lo studio Via libera a piatti a base di pasta, riso, frutta e verdura, mentre vanno abolite le sostanze eccitanti come il caffè, che tradizionalmente accompagna le notti prima degli esami. Queste le linee generali della dieta antistress elaborata da Coldiretti per gli esami di maturità, che provocano ansia e insonnia nel circa mezzo milione di studenti. Preoccupazioni che è possibile vincere con alimenti ricchi di sostanze rilassanti a tavola, dove non devono mancare pane, pasta o riso, lattuga, radicchio, cipolla, formaggi freschi, yogurt, uova bollite, latte, frutta dolce e infusi al miele, che favoriscono il sonno e aiutano l’organismo a rilassarsi.

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AGGIORNAMENTI

cuochi

Gualtiero Marchesi: d’ora in poi solo commenti, non punteggi “Marchesino”, e la domanda che più insistentemente mi è stata rivolta dalla stampa è se punto a una ell’incontro dell’11 giugno scorso dei Relais & Chateaux stella Michelin. Ho aperto il locale soprattutto per me stesso, per italiani con la stampa americana Milano e perché Milano e l’Italia nel avevo promesso che, appena mondo sono La Scala. Una volta il rientrato a Milano, avrei indetto una maestro Arthur Rubinstein, che ha conferenza stampa per spiegare continuato a fare concerti fino all’età i motivi per cui non intendo più di novant’anni, disse che non capiva accettare di essere messo ai voti più la musica classica di oggi. in funzione del gusto attuale che, Forse a me sta capitando una cosa in questo momento, non è più il del genere. Io credo di non capire mio. D’ora in poi accetterò solo più la cucina di oggi anche perché commenti e non punteggi». Così è è stata contaminata da usanze iniziato al Circolo della stampa di di altri continenti. Sono del 1930 Milano, sei giorni dopo, l’affollato e credo d’essere stato un uomo incontro con Gualtiero Marchesi d’avanguardia e di rottura». (nella foto a destra), al quale non è «Vivendo a Milano - ha mancato il coraggio di presentarsi continuato Marchesi - ho sempre da solo. frequentato un ambiente ricco «Da un mese ho aperto di intelligenze artistiche: Mirò, il ristorante Teatro alla Scala, il

di Marino Fioramonti

«N

Kandisky, Klee per la pittura, Stravinsky e Bartòk per la musica. La cucina è paragonabile all’arte? Se sì, allora nessuna arte può essere valutata con un punteggio pena l’atrofia e la morte della stessa. Trovo

Lo schiaffo di Marchesi alla “rossa” e la parabola delle stelle cadenti di Alberto Lupini

L

e motivazioni le ha espresse con chiarezza: «Non voglio più essere giudicato dalle guide, restituisco le stelle Michelin, i cappelli, le forchette». Dall’alto dei suoi 78 anni, il Divino Gualtiero si è rivolto al mondo delle guide e, senza mezzi termini, ha detto quello che da tempo confidava agli amici e che, in fondo, trova il consenso della maggioranza dei cuochi italiani: «Non accetto più i vostri voti, se qualcuno vuole scrivere di quello che preparo, ben venga. Ma saranno i clienti l’unico mio metro di giudizio». Con la grinta di sempre, pur col peso dei suoi 78 anni che finora non gli hanno certo impedito di continuare in quella creatività che ha ridato luce e smalto alla cucina italiana negli ultimi 30 anni, il primo 3 stelle tricolore (mantenute dall’86

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al ’97 e poi ridotta a due “per il trasferimento” da Milano a Erbusco...) ha detto addio a quella che ormai giudica (e noi con lui) una sorta di pagellina compilata spesso da esaminatori non all’altezza o con pregiudizi. Nel suo «nessuno mi può giudicare» non si può leggere arroganza o superbia, come lasciano intendere a denti stretti alcuni degli estensori di quei bugiardini della cucina che sulla sua persona si sono magari divertiti negli ultimi anni a togliergli mezzo punto per edizioni, quasi a segnalare una parabola discendente che in realtà è solo nei loro pensieri. Anzi, ad avercene di menti lucide e fantasiose come quella di Gualtiero Marchesi, non a caso Rettore di Alma. Una difesa d’ufficio della libertà di pensiero delle guide Certo non si può non essere

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d’accordo con Fausto Arrighi, direttore della Michelin, che con diplomazia respinge la critica: «Non è il ristoratore che sceglie se avere o no la stella. Quanto a Marchesi, sono ancora commosso per la sua grande cucina e per la sua attività di maestro insuperabile, ma noi continueremo a giudicarlo insieme ai nostri clienti». Ma ciò detto, va sottolineato che se non può essere il cuoco che si attribuisce dei punteggi, è anche vero che chi distribuisce queste medaglie-patacca dovrebbe avere credibilità, coerenza e senso del limite. Cosa su cui, francamente, sarebbero pochi quelli pronti a giurare… E ciò non vale solo per la Michelin, ma un po’ per molte guide italiane, tanto che i loro responsabili fanno ovviamente quadrato con la “rossa”. «Irricevibile» la richiesta di Marchesi per Enzo Vizzari, direttore


cuochi ingiusto pensare che un giovane cuoco metta in gioco sé stesso e il suo futuro per accondiscendere un giudizio positivo o meno. Semplicemente deve tentare di esprimere ciò che ha dentro. Solo chi sta nel mestiere ne conosce tutte le implicazioni e solo chi resta libero può interpretare la cucina in modo personale. Libere le Guide di citare i miei ristoranti, libero io di non

della Guida dell’Espresso, che senza mezzi termini ribatte: «chi sta sul mercato può essere verificato da tutti». E ugualmente dice Marco Bolasco, direttore della Guida del Gambero Rosso: «Ricevo molte richieste di ristoratori che vogliono essere recensiti. Ma giudichiamo noi in redazione, di volta in volta: lo ricordo con il massimo rispetto a Gualtiero Marchesi, perché le guide gastronomiche non sono uno scambio con nessuno». Un po’ più originale, ma sempre negativa, anche la posizione di Arturo Rota, curatore della Guida oro I ristoranti di Veronelli: «La sua posizione non è nuova, nuova è la modalità: è curioso che l’abbia fatto ricorrendo all’uso di quegli stessi mezzi di comunicazione a cui (oggi) non riconosce più, seppur in una sola delle sue espressioni (il giudizio critico appunto), totale legittimità d’operato».

riconoscere l’ineluttabilità dei loro giudizi. L’unico a cui tengo è quello di chi si siede a tavola senza preconcetti, solo per gustare un piatto». «All’Albereta di Erbusco da più di due anni chiedo ai miei clienti di scrivere su un libro il loro giudizio e la stessa cosa faccio a Milano. Conosco ristoranti che hanno ricevuto l’ambito riconoscimento e che restano misteriosamente semivuoti. Forse la continua pressione a inventare qualcosa di nuovo, di inedito o di eccezionale ha offuscato la vera prospettiva che è quella di fare una cucina dove la bravura si sposi con la finezza intellettuale ma, soprattutto, con la conoscenza profonda delle materie prime. Questo è quello che insegno ai giovani chef dell’Alma di Colorno (Pr), di cui sono il rettore».

Un sistema che non sa più rappresentare la cucina italiana Il problema è che, come “Italia a Tavola” va scrivendo da tempo, il sistema delle stelle, dei cappelli o delle forchette non vale più da tempo come metro di giudizio obiettivo e capace di descrivere la realtà della ristorzione italiana, cresciuta negli anni a tutti livelli e non certo ritrovabile solo in quello che si trova in questi bigini spesso fatti col sistema del copia e incolla anno dopo anno. Per la Michelin siamo addirittura in presenza di una vera e propria fase di stelle cadenti perché non sa più, non vuole o “non può” rappresentare la realtà della cucina italiana. Davvero, a parte la discutibile assenza di Marchesi, in Italia ci possono essere solo 5 ristoranti da 3 stelle? Davvero non c’è qualche strategia transalpina (la Michelin è pur sempre francese…) per tenere ai bassi livelli l’immagine della cucina italiana e del nostro Made in Italy a tavola? Qualcosa non va da tempo nella “rossa” e Gualtiero Marchesi che non può certo essere

aggiornamenti Al termine dell’incontro lo abbiamo avvicinato per domandargli come mai, per il suo ripensamento, è passato tanto tempo dall’uscita della “rossa” che, tra l’altro, ha smentito il suo prossimo declassamento a una stella. «Non si tratta di una critica polemica con la Michelin - ha sottolineato - ma di un confronto aperto di liberalismo. È da tempo che pensavo di intervenire in questo senso ma gli impegni non me lo avevano permesso». Gli è stato poi domandato se pensasse che la sua iniziativa darà uno scossone e aprirà nuove prospettive anche ad altre guide. «Lo escludo - ha risposto - e le dirò che non mi interessa. Quello che faccio ora è il frutto di un lungo percorso. È il movimento stesso della cucina che mi interessa, il suo farsi quotidiano e imprevedibile».

tacciato di essere alla ricerca di notorietà o nuovi riconoscimenti ha avuto il coraggio di rompere un tabù. Altro che stellette, Gualtiero merita un cavalierato del lavoro E proprio questo coraggio, che alla fine è un atto di amore verso la cucina italiana che in tanti vorrebbero tutelata come patrimonio dell’umanità, dovrebbe garantire a Marchesi ben più di 3 stelline più o meno luminose. Per un uomo della sua esperienza che ha brillato per anni come un piccolo sole nel panorama dell’enogastronomia tricolore, arricchendola di contenuti e cultura, potrebbero valere anche riconoscimenti ben più importanti come un Cavalierato del lavoro (ci pensi per le prossima edizione il ministro Zaia...) o, perché no, un seggio da senatore a vita. In tempi di vacche magre e di taroccamenti vari (dal Brunello all’extravergine) non sarebbe male avere un simbolo riconosciuto dal sistema Paese. E poco importa cosa ne possono pensare alcuni critici del settore.

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AGGIORNAMENTI

@

cuochi

Spazio ai lettori

Un talento come Marchesi fa bene a togliersi i sassolini dalle scarpe

C

aro direttore, condivido quanto detto nel suo articolo su www.italiaatavola.net. E vorrei aggiungere: 1- Marchesi è sprecato per i palati italiani, ormai qui nessuno o quasi ne capisce più niente di cucina; 2- quindi consiglierei a Gualtiero di cercarsi un posto nel mondo per vivere...e non per solo lavorare, come sta facendo tuttora; 3- A 35 anni un calciatore, un campione, è vecchio. A 70 anni un avvocato è all’apice delle sue capacità. A 78 anni anche un Maestro deve godersi qualcosa di più, che non vuol dire riposo, ma togliersi tanti sassolini dalle scarpe. Nella corsa quotidiana della vita occidentale, dove automobili, cellulari e moda sono al primo posto, un talento come Marchesi dovrebbe star qui a combattere con ignoranti, clienti o guidaioli che siano? Ma come fare per farglielo capire?

Le Stelle Michelin Francia

Italia

Germania

Giappone

Spagna

Gran Bretagna

Stati Uniti

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26 68 435

529

5 29 216

279

9 15 187

244

8 25 117

Angelo Dal Bon Ristorante “Tre Galline” di Todos Santos (Bassa California)

è rispettoso rinunciare alle stelle?

E

gregio direttore, mi trovo spesso d’accordo con le sue posizioni, ma stavolta mi chiedo se il suo ultimo commento su www.italiaatavola.net non sia un po’ troppo a favore di Gualtiero Marchesi. Il Nostro è senza dubbio uno dei colleghi che maggiormente hanno contribuito alla crescita della nostra cucina negli anni scorsi, ma oggi, per fortuna per lui, la ristorazione italiana può proseguire anche senza la sua presenza. E senza mancargli di rispetto aggiungerei che può magari anche fare dei nuovi miglioramenti senza Marchesi. Dico questo perché alla fine il punteggio che può avere o meno Marchesi dalle guide è irrilevante (per lui, per noi e per i suoi clienti), ma non so quanto sia rispettoso del lavoro di altri (in questo caso i critici) il sottrarsi a un giudizio (che può essere sgradito) dopo per anni avere magari goduto del consenso e delle lodi di quegli stessi giornalisti che ne hanno costruito il mito... Mario Tagliarini cuoco a Milano

all’estero, hanno perso credibilità. Se le guide italiane facessero un po’ meglio il loro lavoro sarebbe meglio per tutti, anche per i ristoranti italiani all’estero. E alla faccia della Michelin Vincenzo cuoco a New York

Ci vuole coraggio a mettere al bando la rossa

C

aro direttore sono d’accordo con voi. Non è male sollevare un po’ di polemica intelligente. Non si capisce perché debba essere un gruppo francese a giudicare i ristoranti nel mondo. Noi le nostre guide ce le abbiamo, storte o bistratte che siano, ma purtroppo non valgono granchè e non considerano la cucina italiana nel mondo. Non so però quanti come Marchesi saranno pronti a girare le spalle alla guida...io ci sto.

Mettiamo al bando la Michelin 191

6 10 109

147

3 11 103

134

8 18 72

132

C

hapeau a Marchesi! La guida Michelin dovrebbe essere bandita a priori. Perchè dobbiamo essere giudicati da gente che assomiglia più a usurai che a gastronomi? Ma perchè dobbiamo fare il loro gioco? La storia è molto chiara, se non ci fosse stata la de’ Medici, i cari francesi starebbero ancora dormendo, l’unica cosa che sanno fare (a parte farsi propri molti piatti italiani) è saper vendere la loro cucina. Ma questo fino a qualche anno fa, ora basta vedere come vanno i ristoranti francesi

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Donato Buenos Aires

Ma Marchesi non fa solo un’operazione di marketing?

E

gr. direttore, leggendo quanto da lei scritto su www.italiaatavola.net mi chedevo se, fra le altre motivazioni di Marchesi, non ci fosse anche quella di riaccendere su di sé un po’ di riflettori e fare in sostanza una riuscita operazione di marketing?


cuochi

aggiornamenti

E dico ciò senza nulla togliere al valore del grande cuoco, anzi... Mario Carlini ristoratore a Bologna

Non prendetevela solo con la Michelin

S

ignor direttore, trovo le sue argomentazioni fondate... ma io andrei anche oltre. Non è solo la Michelin ad avere prodotto dei guasti. Ci sono anche altre Guide italiane che non sono state fin qui capaci di rappresentare al meglio la ristorazione italiana. In concorrenza fra loro hanno scimmiottato i criteri di giudizi dei francesi, senza osare andare oltre: sarà per provincialismo o mancanza di professionalità, fatto sta che alla cucina è mancato quello scatto in più che l’editoria di settore aveve invece offerto (in passato) ai vini. Carla De Rossi sommelier a Torino

S

ono numerose le lettere e le telefonate che abbiamo ricevuto dopo la nostra presa di posizione pubblicata su www.italiaatavola.net Nel riportarne alcune delle più significative, anche per la loro provenienza, sintetizziamo la risposta vista anche la sostanziale convergenza con le nostre idee. Per quanto mi riguarda il punto non è la quantità di lodi o meno che spettano a Marchesi. Quello che Gualtiero ha fatto fa parte della storia del costume del nostro Paese e non può certo essere mezza forchetta o una stellina in più o in meno a cambiarlo. La sua vicenda è invece emblematica di come il sistema Guide cominci a non rappresentare più la realtà della ristorazione. Vorrei essere ancor più chiaro: Marchesi vale “almeno” quanto i cinque 3 stelle che la Michelin si degna di attribuire al nostro Paese. Non si può certo dire che la sua cucina o i suoi locali non siano di valore. Ma di Marchesi, in realtà, in Italia ce ne sono almeno 20-25 (e molti al sud) che per serietà

e impegno meriterebbero quello che un tempo era considerato il massimo riconoscimento nel settore. E tanti altri all’estero. A meno che si pensi che lo stile francese sia in assoluto il meglio: un sistema dove fino allo scorso dicembre si poteva fumare anche nei 3 stelle.... Su queste basi bene ha fatto Marchesi a rinunciare ai punteggi. Quando si raggiunge il massimo di una valutazione, è davvero rispettoso del lavoro di anni e del sacrificio di tanti collaboratori togliere dei

punteggi o abbassare le valutazioni senza motivazioni serissime? Ed era serio dire che cambiare sede giustifica il cambio di valutazione? Di locali che si trasferiscono ce ne sono tanti, ma ricordo che fra i pochi a cui la “rossa” tolse una stella c’era proprio quello di Marchesi. Eppure l’Albereta è un pezzo più bella della vecchia sede di Milano. In ogni caso rinvio alle motivazioni autografe di Marchesi pubblicate in una lettera su www.italiaatavola.net a.l.

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AGGIORNAMENTI

cuochi

Lasciare spazio alla fantasia è l’imperativo del genio di Alajmo di Sergio Mei

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assimiliano Alajmo (nella foto insieme alla madre Rita Chimetto), chef del ristorante “Le Calandre” a Sarmeola di Rubano (Pd), dice di andar fiero del baccalà mantecato, la ricetta ereditata dal nonno Vittorio. Prepararla è una faccenda lunga: dopo essere stato scottato in acqua bollente, spellato e diliscato, il prelibato merluzzo viene sminuzzato in piccole scaglie che vanno sbattute col mestolo di legno aggiungendo via via olio d’oliva. Ed eccolo “montare” come uno zabaione, trasformandosi in una soffice spuma che andrà messa sul fuoco in modo da diventare perfettamente fluida e omogenea. Il suo miglior sergio mei, accoppiamento executive è la polenta, che chef del four seasons di può essere a fette milano, presenta abbrustolita o, i suoi colleghi nella versione alla vicentina, ben calda, morbida e appena fatta. Ma Alajmo, detentore da alcuni anni di ben tre stelle Michelin, il massimo riconoscimento dell’enogastronomia internazionale, e che in gioventù ha giocato nella squadra di pallacanestro Virtus di Padova, è futurista nell’anima prima che in cucina. A lui piace ancora giocare e sorprendere lasciando briglie sciolte alla fantasia. Nel piatto e nei nomi. Qualche esempio: “sembra pasta” (broccoli, acciughe, bottarga di muggine) o “gioccadele”, cioè dessert di cioccolato dedicato alla sua bambina che con il fratello Raffaele, ironico mattatore in sala e in cantina, è una delle clienti più difficili da soddisfare. «La cucina - dice Massimiliano - è paragonabile

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all’arte, riflette il periodo che stiamo attraversando e le esigenze del nostro tempo. Ciò che cambiamo sono le “forme”, la sostanza rimane la stessa nel corso degli anni». La lista dei piatti a base di riso è lunghissima in Veneto, la più lunga che in ogni altra regione italiana. Giacomo Tassoni Gradenigo, accademico della cucina ed esperto del “mangiar venezian”, ricordava una volta che i piatti che si preparavano in casa erano sempre a base di riso.

C’era il “desfritto” (in brodo, con verdure soffritte), c’erano i “risi e bisi” (i piselli) e il “riso e fasoi” (famosi quelli di Lamon, in provincia di Belluno, ma ottimi in tutto il Veneto). La “covatura” (cioè la lunga cottura della materia prima) costituisce la tecnica magistrale di uno dei piatti più prelibati: la “sopa coada”, una zuppa che alterna fette di pane intriso nel brodo e piccione disossato ad arte. Un noto ristorante veronese propone questo piatto nobilitandolo col nome di “zuppa scaligera”.

Le Ricette di Sergio Mei Torta Gianduia con salsa di cioccolato Ingredienti g 200 di burro, g 120 di zucchero semolato, g 150 di tuorli d’uovo, g 150 di copertura di cioccolato fondente, g 170 di albume, g 150 di zucchero, g 150 di farina di nocciole, g 80 di farina bianca Preparazione Per la torta montare in una planetaria il burro con 120 g di zucchero, unire i tuorli d’uovo a filo e unire la copertura di cioccolato fondente fuso a 40 gradi. Montare a neve gli albumi con i 150 g di zucchero. Incorporare gli albumi al burro montato e unire le farine setacciate amalgamandole. Imburrare una tortiera e passarla nella farina di nocciole, versare il tutto e cuocerlo in forno a 165° per una trentina di minuti. Per la presentazione: servire la torta tagliata a fette con la salsa di cioccolato a parte.

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cuochi

aggiornamenti

Una cartolina da Praga In occasione del Food Festival anche all’estero la qualità è italian

di Matteo Scibilia

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oglio raccontare l’esperienza, a dir poco entusiasmante, che ho vissuto a Praga recentemente, per coinvolgere con questo resoconto, che certamente potrà essere di esempio e di stupore, chi non c’era. Per il secondo anno a Praga si è svolto il “Praga Food Festival”, un congresso di cucina unico per tutta l’area dell’ex Europa dell’est. L’idea di questo congresso è nata da un giornalista enogastronomico, Pavel Maurer, che ha realizzato la prima guida ceca di ristoranti (Grand Restaurant) con la classifica realizzata dalle critiche dei clienti. Per questa seconda edizione l’organizzazione ha voluto selezionare due chef italiani, che comunicassero la cucina tradizionale (con il supporto tecnico di Pasta Latini e di Makro/ Metro Repubblica Ceca). Oltre al sottoscritto in rappresentanza della cucina di Milano ha partecipato anche

Fabio Baldassare in rappresentanza di Roma. La città si è rivelata a dir poco stupenda, ricca di storia, viva, dinamica, piena di turisti, pulita e con poco traffico. A testimonianza che noi italiani siamo i migliori quando possiamo esprimere le nostre qualità, ecco che i migliori imprenditori sono appunto italiani: “La Fattoria” distribuisce le più importanti aziende vinicole italiane con Sassicaia, Ornellaia e San Valentin in testa; l’acqua minerale leader “Mattoni” è di un italiano; si trovano anche piccoli distributori di pesce fresco, di pasta e di altri prodotti di nicchia che tutte le settimane partono dall’Italia per rifornire i migliori ristoranti italiani a Praga. Numerosi sono i cuochi italiani, molto bravi. Due su tutti: Andrea Accordi, chef del Four Seasons, (primo ed unico stellato di tutta l’ex Europa dell’est) e Riccardo Lucque, da 18 anni a Praga, del ristorante Aromi. Inutile dire che ci rappresentano con grande forza e capacità professionale. In occasione del Festival ho realizzato un piatto composto da Spaghetti senatore cappelli di Latini con pesto di pomodoro, baccalà mantecato e olio al basilico. Praticamente tre spunti di cucina italiana: la pasta al pomodoro fatta con pomodorini freschi, il baccalà con

riferimento al Veneto e il basilico ligure; il tutto presentato con i tipici colori italiani. Fabio Baldassare ha presentato invece Canelloni fatti con l’ostia ripieni di ragù di capretto su letto matteo scibilia, di crema di cicerchia buona condotta e gamberi saltati. di ornago, segretario udirtà, Anche Fabio, con un affronta i temi pizzico di creatività, della ristorazione ha realizzato un piatto con i sapori del Lazio (capretto, gamberi e cicerchie). Siamo stati tra i più applauditi e ci hanno già prenotato per la prossima edizione. Una menzione particolare va al presidente di Makro CZ, Andrea Colombo, che è il leader dei prodotti italiani in tutta la Repubblica Ceca, con un incredibile assortimento realizzato appunto nei magazzini Metro/Makro. Per chiudere un pensiero: ho recentemente ricevuto dallo stellato Massimiliano Alajmo una lettera (pubblicata sul numero 163 di “Italia a Tavola”, ndr) in cui si dice disposto a proseguire questa nostra “battaglia” per la salvaguardia della nostra cucina. Per me si tratta di un grande traguardo, un successo, anche mio, perché se qualcuno dei nostri grandi chef è disposto a “sporcarsi le mani” per questo progetto, forse ce la potremmo fare.

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AGGIORNAMENTI

cuochi

Alma Viva Awards Sono 10 i finalisti S

champagne e cucina regionale: 1a torino Venti classici della cucina italiana reinventati e abbinati ad altrettanti Champagne. È il Piemonte ad aggiudicarsi quest’anno il primo premio del concorso “Champagne e cucina regionale italiana” rivolto alle scuole alberghiere di tutta Italia e indetto dal Centro informazioni Champagne per l’Italia. Una commissione di esperti, chiamata a giudicare le decine di proposte, ha scelto di premiare il menu presentato dall’Istituto “Giolitti” di Torino, che ha così bissato il successo ottenuto nel 2006. I venti studenti vincitori saranno invitati a partecipare a un viaggio di formazione in Champagne in novembre. Sarà l’occasione per conoscere da vicino il più celebre dei vini, grazie a cene nei raffinati ristoranti di Reims ed Epernay.

salvi e colombu accoppiata di gusto La professionalità ai fornelli di Cristiano Salvi e Daniele Colombu ha fatto coppia con i vini della Cantina produttori San Paolo di Appiano (Bz). I profumi e la piacevolezza dei vini altoatesini (Lagrein Rosé, Gewurtztraminer, Blauburgunder e Alea Passito) ben si sono abbinati con i piatti frutto di fantasia e abilità. La cena svoltasi al ristorante “Anno 2007” di Alzano Lombardo (Bg), si è aperta con una terrina di caprino, spinaci e tartufo estivo, aromatizzata al balsamico stravecchio. È seguito un delizioso raviolo aperto con animelle fois gras e asparagi, quindi la sella di coniglio in porchetta con blinis di mais e cipollotti in agrodolce. Per finire con una superlativa meringata ai frutti di bosco con crema pasticcera e croccante.

arà una sfida all’ultima pasta quella che dovranno affrontare i partecipanti alla prossima edizione degli Alma Viva Awards, uno dei più importanti concorsi di alta cucina italiana, dedicato ai giovani cuochi di età compresa tra i 25 e i 35 anni. La fase finale della manifestazione, giunta alla sua terza edizione, si svolgerà ad Alma il 6 ottobre all’interno di Alma Viva, la manifestazione organizzata dalla Scuola internazionale di Cucina Italiana che anche quest’anno riunirà a Colorno (Pr) nomi importanti del mondo della ristorazione e del giornalismo enogastronomico. Tra

Il Panino d’autore conquista tutti 5 stellati alle prese coi salumi

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l panino, un classico piatto italiano, fatto di tanti ingredienti e di una storia molto lunga. Da semplice “spuntino veloce” sembra destinato a vivere una seconda, lussuosa giovinezza. Oggi i consumatori cercano soprattutto gusto, qualità della materia prima, abbinamenti nuovi e divertenti: 1 italiano su 4 si dichiara soddisfatto della qualità di ciò che mangia. Considera però “perfetto” il panino con i migliori salumi di qualità (ma anche con verdure e formaggi) e si dichiara entusiasta all’idea dei nuovi panini gourmet dei grandi chef, di moda all’estero (soprattutto in Francia e in

Approfondimenti su www.italiaatavola.net

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tutte le ricette che perverranno alla segreteria di Alma entro il 25 agosto, la Scuola sceglierà le dieci proposte che si contenderanno i primi premi nella gara finale del 6 ottobre. I dieci finalisti del concorso dovranno presentare le ricette di pasta secca (lunga o corta) che saranno giudicate da una giuria, presieduta dal rettore di Alma Gualtiero Marchesi, che selezionerà i primi tre classificati: a loro andranno in premio rispettivamente 10.000, 5.000 e 3.000 euro, messi a disposizione dagli sponsor della manifestazione. Inoltre fra i finalisti verrà assegnato il premio speciale “Talento d’oro”.

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Spagna): il 65% degli italiani non vede l’ora di provarli…Non a caso i grandi cuochi italiani stanno iniziando a proporre panini “deluxe”, preparati con un mix di nuovi ingredienti e con la maestria che impiegano nella preparazione dei loro piatti migliori. “Panino d’autore. Piacere quotidiano, gusto straordinario”, iniziativa organizzata con la collaborazione di Marco Bolasco, direttore della guida “I ristoranti d’Italia” del Gambero Rosso, ha visto cinque prestigiosi chef (Bruno Barbieri, Marco Bistarelli, Moreno Cedroni, Davide Oldani e Salvatore Tassa) all’opera con cinque panini speciali, “d’autore” appunto, realizzati con le varie tipologie di salumi Negroni. Prosciutto crudo e cotto, pancetta, Culatello e coppa.


cuochi

aggiornamenti

Nomi che contano Il Premio Piazza de’ chavoli onora l’enogastronomia

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ono stati proclamati a Pisa i vincitori del Premio enogastronomico internazionale “Piazza de’ chavoli”, giunto alla sua 8a edizione, indetto e organizzato dall’Associazione cuochi pisani, con il patrocinio della Federeazione italiana cuochi. La “Categoria cuoco” ha visto premiato Fabio Tacchella, medaglia d’oro alle Olimpiadi dei cuochi di Francoforte. Riconoscimento che gli ha permesso di diventare il capitano della Nazionale Fic e attualmente è il patron chef e responsabile dei servizi di banqueting dell’Antica Pesa a Stallavena (Ve), mentre la “Categoria ristoratore” ha premiato Gian Paolo Belloni, che conduce il noto ristorante “Zeffirino” di Genova, uno dei migliori ristoranti d’Italia (che il padre creò nel 1939 dandogli il proprio nome), unitamente a tre dei cinque fratelli (gli altri due gestiscono ristoranti a Las Vegas e ad Honk Kong). Nella “Categoria viticultore” è stato premiato Roberto Conterno dell’Azienda vitivinicola Giacomo Conterno, la più antica azienda vinicola d’Italia (fondata nel 1770). La “Categoria storico enogastronomico” ha visto brillare il nome di Riccardo Lagorio, massimo esperto italiano di “Denominazioni comunali” che si è dedicato alla cultura delle risorse agroalimentari nazionali, in via d’estinzione, mentre la “Categoria giornalista” ha premiato Franco Maria Ricci, editore e giornalista che nel 1998 ha fondato Bibenda Editore, casa editrice specializzata in pubblicazioni enogastronomiche estremamente eleganti e di grande raffinatezza, nonchè direttore di Duemilavini. Infine la “Categoria personaggio” ha consacrato Valentino Valentini, sindaco di Montefalco (Pg) che presiede le “Città del Vino”, associazione che riunisce 553 comuni e 30 tra province, comunità montane, strade del vino e parchi. Ha sottoposto all’attenzione del presidente della Repubblica, le problematiche per lo sviluppo socioeconomico dei territori del vino e ha chiesto il suo interessamento presso l’Ue affinché il 2009 sia dichiarato “Anno del turismo del vino”.

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AGGIORNAMENTI

oroscopo a tavola

Gli opposti sotto il sole

Se il Leone ama gli eccessi del gusto, il desco della Venere è tutto naturale di Susy Grossi

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sigente e goloso il primo, salutista e vegetariano il secondo: stiamo parlando dei due segni più estivi dell’anno, il Leone e la Vergine. Il temperamento energico dei nati sotto il segno del “re della Savana” si ripresenta anche in tavola dove dominano i cibi ricercati e gustosi. Spesso, però, la presenza dei condimenti e la ricchezza degli ingredienti possono dare adito a problemi di colesterolo ed eccesso di grassi. Tutta un’altra musica per i nati della Vergine, salutisti convinti, amanti della frutta e della verdura. Nei cibi ricercano la genuinità, senza disdegnare il piacere: yogurt, fibre, cereali, latticini e verdure crude o cotte dominano le loro scelte.

TORTINO DI ZUCCHINE INGREDIENTI per 6 persone 800 g di zucchine, 1 uovo e 1 tuorlo, 50 g di farina, 1 carota, 1 cipolla, 3 dl di latte, 50 g di parmigiano, 4 cucchiai di olio extravergine, qualche foglia di basilico, prezzemolo, timo, sale e pepe. PROCEDIMENTO Dopo aver spuntato, lavato e tagliato le zucchine a rondelle, unirle (tenendone una da parte) alla cipolla precedentemente affettata e lasciare rosolare nell’olio per circa 20 minuti. Aggiungere, se serve, un poco d’acqua. Nel frattempo, tostare la farina, poi toglierla dal fuoco e versare lentamente il latte, mescolando continuamente. Rimettere sul fuoco

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e portare a ebollizione. Proseguire la cottura per un paio di minuti, poi togliere dal fuoco. Unire quindi al composto le uova sbattute con una forchetta e, mescolando delicatamente, aggiungere le zucchine, il formaggio e le erbe aromatiche. Con la zucchina rimasta, già tagliata a rondelle, foderare il fondo di uno stampo da plum cake e aggiungere alcune fettine di carota. Versare il composto e lasciare cuocere a bagnomaria in forno preriscaldato a 180° C per circa un’ora.

CANNOLINI A SORPRESA INGREDIENTI per 4 persone Una confezione di pasta sfoglia surgelata di 400 g, 4 uova, burro, grana grattugiato, 50 g di fontina tagliata a macchina, olio, sale. PROCEDIMENTO Fate scongelare la pasta sfoglia, quindi stendetela a 3 mm di spessore. Tagliatela a strisce larghe 1 cm e lunghe 10 cm. Ungete di burro gli appositi cilindri per cannoli (oppure dei grossi grissini - ricoperti di carta d’alluminio), arrotolate intorno ad ognuno una striscia di pasta, iniziando dalla punta e procedendo a spirale. Bagnate leggermente la superficie della pasta e cuocete in forno caldo a 200° C per 20 minuti circa. Dopodiché sgusciate le uova in una terrina, aggiungete 2 cucchiai di grana e una presa di sale e sbattete bene. Fate sciogliere 10 g di burro con 2 cucchiai di olio in una padella, versatevi le uova e strapazzatele. Riempite con queste i cannoli, chiudete le aperture.

E LE RICETTACO I D O DELLO Z

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GRATIN DI PATATE AL ROSMARINO INGREDIENTI per 6 persone 1 kg di patate, 60 g di prosciutto crudo, aglio, rosmarino, parmigiano grattugiato, burro, olio d’oliva, sale e pepe PROCEDIMENTO Lessate le patate con la buccia, mettendole in abbondante acqua fredda non salata. Scolatele quando saranno ancora al dente, pelatele e, calde, schiacciatele grossolanamente con il dorso di un cucchiaio, L’astrologa quindi insaporitele con susy grossi sale, pepe e con un abbina zodiaco ed enogastronomia battuto di prosciutto, per i cuochi aglio, foglioline di e i gourmet rosmarino, il tutto soffritto in poco olio. Trasferite in una teglia abbondantemente imburrata il composto, che dovrà risultare piuttosto sgranato, cospargetelo con 2 cucchiai di parmigiano e passatelo in forno a gratinare.

UOVA VERDI INGREDIENTI per 4 persone 4 uova, mezzo kg di spinaci, olio, uno spicchio di aglio, parmigiano grattugiato PROCEDIMENTO Fate lessare gli spinaci, dopo averli ben puliti, e poi fateli assaporare in olio e aglio e disponeteli in uno strato in una pirofila. Praticherete quindi negli spinaci 4 fossette, ognuna delle quali conterrà un uovo. Coprite tutto di formaggio grattugiato e passate in forno già caldo quel tanto che occorre perché la chiara delle uova si rapprenda un poco.


pizzaioli

Forni Ceky in Europa

La presenza costante alle manifestazioni di settore è garanzia di miglioramento

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ono due gli appuntamenti di rilievo fieristici che vedranno la Forni Ceky protagonista, come sempre in prima linea: Hostelco in programma a Barcellona (Spagna) dal 17 al 21 ottobre e Pabogel presso il nuovo quartiere fieristico di Roma (25-28 ottobre). L’azienda bresciana, da anni, partecipa a molte fiere internazionali e locali poiché questa è la sua filosofia commerciale. La vendita diretta, il contatto con chi acquista è il metodo che fa capire l’esigenza del cliente e che mette in evidenza la qualità del prodotto. Ecco perché la Forni Ceky è sempre presente nelle manifestazioni fieristiche settoriali. Pur essendo sul mercato da moltissimi anni per la produzione di forni artigianali a legna o a gas fatti interamente a mano da sapienti artigiani, l’azienda non dispone di agenti o rivenditori ma vende direttamente ai pizzaioli.

Per questo la strategia commerciale è legata alla partecipazione a un fitto calendario di fiere nazionali e internazionali che avranno inizio in autunno e dove i professionisti della ristorazione potranno toccare e visionare il prodotto direttamente, verificare la qualità dei materiali ed ammirare le caratteristiche e le particolarità dei forni. È un’azienda di famiglia la Forni Ceky, una bella e affiatata famiglia che ogni giorno si impegna per migliorare sempre di più il proprio prodotto e per soddisfare le esigenze di tutti i suoi clienti.

Forni Ceky via Industriale 21/23, 25030 Lograto (Bs) Tel 030 9972249 - Fax 030 9972818 www.ceky.it - info@ceky.it

aggiornamenti pizzaioli d’italia chiamati al nazionale Il Campionato nazionale “Pizzaioli d’Italia” si svolgerà a Scalea (Cs) il 30 settembre e il 1° ottobre 2008 nella splendida cornice dell’hotel Parco dei Principi dove i pizzaioli di tutta Italia si contenderanno il titolo di “Pizzaiolo campione d’Italia” nelle varie specialità: gastronomiche e di abilità. La manifestazione sarà l’opportunità per tutti i pizzaioli per mettersi in competizione e per crescere osservando il lavoro dei colleghi, in un ambiente allegro, gioioso e divertente. A sfidarsi ci saranno le classi Emergenti, Campioni, Libera e Acrobatica.

in estate la marinara è la regina in tavola Quando arriva l’estate, prima ancora di pensare a come contrastare l’innalzamento delle temperature, si pensa alla linea. Così arrivano anche i primi consigli degli esperti, che, puntuali come ogni anno, dispensano le proprie “formule magiche” per contrastare il caldo e le calorie. Oltre a frutta e verdura, ricche di sali minerali e a basso contenuto calorico, anche la pizza è promossa, sebbene a determinate condizioni: se la pizza margherita contiene addirittura 650 calorie e quindi non è consigliata, la marinara è la pizza ideale. La sola presenza di pomodoro e acciughe permette di “risparmiare” ben 200 calorie e di ingerire il pomodoro che, cotto, protegge la pelle. Se poi non si mangia la crosta, l’apporto calorico diminuisce di altre 100 calorie.

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AGGIORNAMENTI

pizzaioli

Cartoni da asporto, guida al consumo etico di Greta Nicoletti

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l pizzaiolo di fiducia sforna una bella margherita, una capricciosa o una marinara. Poi, ancora fumante, la ripone nel cartone per l’asporto, spesso decorato con stampe colorate ed evocative della tradizione nazionale. Richiude il cartone e via. La maggior parte delle volte la pizza viene consumata direttamente nel cartone oppure riscaldata nel forno (se il tragitto dalla pizzeria a casa è lungo). La fine del cartone è scontata: dritto nei rifiuti solidi tra carta e cartone. Quella della pizza anche! Nessun problema, quindi. Fino a che

conoscere in sicurezza Il primo passo che il pizzaiolo deve compiere per avere la certezza che i cartoni che utilizza per le sue pizze da asporto siano a norma è la lettura approfondita dei codici, dei simboli e delle diciture legali stampate sul retro del cartone. Consultando direttamente la sua azienda fornitrice o un consulente legale. Anche il prezzo può essere un buon rivelatore di qualità: se è troppo “stracciato” è meglio alzare il livello di attenzione. In caso non ci sia nessuna dicitura stampata, sorge il dubbio che il cartone non sia “sicuro al 100%”. Per rispondere alle domande di un cliente troppo scrupoloso o “impaurito” dai vari allarmi sui cartoni si possono sfruttare piccoli accorgimenti che tendono a rassicurare e a rafforzare il rapporto diretto. Il pizzaiolo può suggerire di evitare di mettere la pizza in forno con tutto il cartone per riscaldarla; oppure evitare di mangiarla direttamente nel cartone. In casi di zelo estremo lo stesso pizzaiolo potrebbe premurarsi di avvolgere la pizza appena sfornata con della carta oleosa bianca prima di riporla nel cartone.

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non si mette in dubbio la sicurezza dei cartoni per la pizza. Nel 1994 si parlava di cartoni per pizza “tossici” (realizzati con materiali non adatti, rifiuti cartacei, sostanze impure). Nel 2006 si è tornato a parlare di imballaggi non perfettamente a norma, rischiosi durante il trasporto e il contatto con l’alimento. Ed eccoci al 2008: a risollevare il problema è arrivata un’indagine realizzata dall’Unione nazionale consumatori, secondo cui il 90% dei produttori utilizzerebbe come materia prima cartoni che hanno un contenuto di macero mai inferiore al 20%. Nonostante per legge i contenitori per pizza debbano “essere prodotti esclusivamente con carte di pura cellulosa e senza contenuti di macero” (Decreto ministeriale 21/3/1973), l’Unione denuncia che viaggiano in cartoni non a norma oltre 2 milioni di pizze da asporto, con effetti che potrebbero ripercuotersi anche sulla salute dei consumatori. Analisi effettuate su alcuni campioni hanno rilevato la presenza dell’ormai noto DIPB (diisobutiliftalato), un solvente utilizzato nel riciclaggio della carta per togliere inchiostri e coloranti, nocivo e facilmente trasferibile sulla pizza. Senza lasciarsi andare a giudizi sommari, è interessante analizzare il decreto, da una parte, e dall’altra capire come si muovono alcune grandi aziende produttrici di imballaggi in Italia. L’obiettivo è di creare coscienza in primo luogo nel pizzaiolo che si trova a scegliere un fornitore piuttosto che un altro e poi nel cliente-consumatore. Secondo l’articolo 6 del Decreto ministeriale 21/3/1973 “le imprese che producono oggetti destinati a venire in contatto con sostanze alimentari sono tenute a controllarne la rispondenza alle norme ad essi applicabili e a dimostrare in ogni momento di aver adeguatamente provveduto

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ai controlli ed accertamenti necessari”. Perciò“le indicazioni previste devono essere scritte in modo visibile, chiaramente leggibile ed indelebile: a) al momento della vendita al consumatore, sui materiali e sugli oggetti o sugli imballaggi oppure su etichette apposte sui materiali e sugli oggetti o sui loro imballaggi, oppure su cartelli indicatori chiaramente visibili ai clienti, posti nelle immediate vicinanze dei materiali e degli oggetti”. La legge sembra tutelare la trasparenza. Ma, come denuncia l’Unione consumatori, ci sono aziende che non seguono le regole e producono cartoni non certificati e rintracciabili. Questo fenomeno è frequente soprattutto per i produttori esteri, per cui la legge italiana non è obbligatoria; per quelle aziende italiane che comprano la materia prima da terzi e non rispettano i controlli a vantaggio di maggiori guadagni, oppure per quelle aziende italiane che esportando anche all’estero cercano di arrotondare sul prezzo e sulla qualità anche sul territorio nazionale. Ma è altrettanto vero che ci sono aziende che queste regole le seguono e che fanno della sicurezza un punto di riferimento che gli permette di emergere sul mercato e di continuare a


pizzaioli con cui sono realizzati i cartoni per pizza. Come richiede la legge». La Lombardia è ricca di aziende di questo settore. Alessandro Maiolo, responsabile commerciale della World Box di Rivolta d’Adda (Cr) ci ha dato qualche informaziome tecnica. «Il prodotto di qualità è crescere. realizzato solo con carta vegetale Il motto sia per la microonda esterna che per della Paper Mill la copertina interna del cartone. La di Seggiano di Pioltello nostra carta è alimentare, garantita, (Mi), ad esempio, è che e riportiamo sul retro del cartone «dipende tutto dall’imballaggio». tutte le diciture obbligatorie per legge Da 21 anni e per una produzione (numero Comieco in primis)». Per di 320mila cartoni al giorno. Luana capire come mai esistono aziende Nervo, titolare, conferma che: che operano diversamente, Maiolo «tutta la produzione dell’azienda è realizzata con carta 100% alimentare, risponde che «la concorrenza sul mercato italiano è alta, ci sono certificata Iso e Cee, rintracciabile attraverso il numero di Lotto riportato aziende che producono e vendono a prezzi davvero inferiori. Ma in World all’esterno della confezione». Per Box non vogliamo essere penalizzati rispondere al fatto che non c’è o fuori legge, quindi puntiamo alla abbastanza trasparenza in questo qualità, proponendo il prodotto finale settore e che ci si trova davanti a un prezzo leggermente più alto». spesso a materiali scadenti la Nervo Anche se nei Paesi esteri i risponde che «ogni consumatore controlli sono più blandi e il rischio può, attraverso il numero di Lotto, di trovare cartoni “contaminati” è più risalire a chi produce la carta e alto «la World Box esporta il prodotto verificare la sicurezza e il rigore

aggiornamenti

certificato anche all’estero, ma è un iter raro». Il quadro che si dipinge è complesso, fatto di cavilli legali. Gli esempi riportati rivelano comunque una certa attenzione da parte delle aziende. Dalla parte di chi i cartoni “li usa” e non “li fa” non guasterebbe cominciare da una lettura approfondita del cartone, del retro e della composizione della carta. A partire dal pizzaiolo. Come si dice, la conoscenza è il miglior strumento di marketing e di sicurezza.

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AGGIORNAMENTI

sommelier

Vaccarini contesta il concorso Wsa: il miglior sommelier è solo Asi C

ome era prevedibile, non si è fatta attendere la risposta dell’Asi (l’Associazione internazionale della sommellerie) a seguito della “provocazione” del concorso organizzato a maggio a Roma dal Wsa (l’associazione creata dall’Ais, l’ex organizzazionefiliale dell’Asi in Italia, dopo la rottura fra questa e la casamadre) per il titolo di miglior sommelier del mondo. Concorso, va ricordato, che da sempre contraddistingue l’attività internazionale dell’Asi e che per la prossima edizione sarà organizzato in Cile nel 2010 e che l’associazione rivendica come suo, anche solo per la forza del numero dei partecipanti. A scendere in campo è stata l’Aspi (l’associazione professionale dei sommelier italiani), presieduta da Giuseppe Vaccarini (nella foto in alto), già presidente dell’Ais e dell’Asi, nonché miglior sommelier del mondo nell’87, che si pone oggi in netta alternativa all’Ais guidata da Terenzio Medri e Franco Maria Ricci

Albo d’oro dei migliori sommelier del mondo Asi 1969 - Armand Melkonian 1971 - Piero Sattanino 1978 - Giuseppe Vaccarini 1983 - Jean Luc Pouteau 1986 - Jean Claude Jambon 1989 - Serge Dubs 1992 - Philippe Faure-Brac 1995 - Shinya Tasaki 1998 - Markus del Monego 2000 - Olivier Poussier 2004 - Enrico Bernardo 2007 - Andreas Larsson 68

(nella foto a destra) e costituisce l’organizzazione in Italia dell’Asi. E la contestazione di Vaccarini parte non a caso da una ricostruzione della recente storia delle associazioni dei sommelier: «Nel 2007 due associazioni di sommelier - si legge in una nota dell’Aspi - si sono dimesse dall’Asi, l’Association de la sommellerie internationale, membro associato dell’Oiv (Organisation de la vigne et du vin), che dal 1969 federa le associazioni dei sommelier professionisti, mentre una terza associazione era stata precedentemente radiata. Queste tre associazioni “fuoriuscite” dall’Asi hanno creato un’associazione denominata Wsa (Worldwide sommelier association), composta per lo più da italiani residenti all’estero), con l’intento di organizzare nel mondo eventi finalizzati a promuovere il settore agroalimentare italiano - e quindi dell’olio - diffondere la conoscenza e la cultura dei migliori prodotti tipici del cibo made in Italy, realizzare corsi per sommelier, nonché organizzare anche concorsi internazionali di sommellerie destinati ai giovani, al fine di eleggere annualmente il Best world sommelier». Ricordando come l’organizzazione internazionale Asi «crede nei valori dei concorsi internazionali, in quanto sono tappe importanti nella formazione della professione del sommelier e di tutti quelli che vivono il mondo della sommellerie», la nota dell’Aspi aggiunge poi che «per questo l’Asi vuole assicurarsi che tutti gli attori del vino, dell’ospitalità e della ristorazione siano consapevoli che non c’è nessun legame tra i 12 vincitori del titolo di “Miglior sommelier del mondo”, vincitori dei concorsi organizzati

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dall’Asi dal 1969 fino al 2007 in Grecia, e l’associazione Wsa, che ha organizzato recentemente un suo concorso a Roma». Ricordiamo che lo scorso 19 maggio, l’Asi ha organizzato il “Miglior sommelier d’Europa” a Sofia, in Bulgaria, con la partecipazione di 30 candidati in rappresentanza dei 36 paesi europei membri dell’Asi. Il sommelier professionista turco Isa Bal ha vinto, mentre il candidato svizzero Paolo Basso e il candidato francese Eric Zwiebel si sono classificati al secondo e al terzo posto. Su queste basi in Aspi ci si chiede «come si può paragonare il concorso “mondiale” della Wsa con solo 14 candidati con i concorsi, cronologicamente anteriori e per la loro legittima rappresentatività conferita dai “Migliori sommelier del mondo” e “Migliori sommelier d’Europa”, dei professionisti che lavorano tutti i giorni nella promozione dell’eccellenza a fianco dei grandi chef e dei migliori produttori di vino dell’intero pianeta?». Sempre in chiave polemica la nota dell’Aspi si chiude con una dichiarazione: «Noi dobbiamo ringraziare le generazioni di sommelier che ci hanno guidato, grazie alla loro passione, e ai giovani sommelier delle 45 associazioni membri effettivi e membri osservatori che hanno il sogno di seguire le orme di Enrico Bernardo e di Andreas Larsson, i Migliori sommelier del mondo Asi 2004 e 2007». Per maggiori informazioni visita www.sommellerieinternationale.com


Sommelier

L’autunno dell’Onav

Settembre, tempo di raccolta dei frutti La Douja d’or apre le danze

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el mondo del vino settembre apre la stagione più bella e affascinante: quella della vendemmia con i suoi colori, le sue speranze e i suoi riti antichi come l’uomo e la vite. A settembre ricominciano mostre e concorsi legati ai grandi vini e alle antiche tradizioni. L’Onav sarà protagonista ovunque vi sia da sostenere la causa del buon vino o promuoverne e diffonderne la cultura. Fra i tanti appuntamenti in cui l’Onav è protagonista con i suoi assaggiatori la Douja d’or (Asti, 12-28 settembre) si distingue per storia e per importanza. Questo evento vive nelle strade e nei cortili degli storici palazzi di Asti e rappresenta un esame importante per centinaia di vini provenienti da tutta Italia. Le bottiglie anonime devono affrontare il giudizio della vista, dell’olfatto e del gusto degli assaggiatori Onav e raggiungere il punteggio minimo di 85/100 (90/100 per gli Oscar della Douja). La Douja nasce negli anni Sessanta da un’intuizione di Giovanni Borello, presidente della Cciaa di Asti, e della presidenza dell’Onav per rilanciare l’immagine del vino e della Barbera astigiana. Fu un enorme successo e l’embrione di quella che in pochi anni sarebbe divenuta una manifestazione importante anche a livello internazionale. Il simbolo apparve nel 1968, prima edizione in cui la Douja d’or si svolse nei giardini pubblici del centro di Asti. Dai 37 produttori e dalle 12mila bottiglie vendute il primo anno si passò alle 70 aziende e alle 50mila bottiglie del 1968, e da allora fu un successo crescente fino ai 1.192 vini di 21 regioni dell’edizione 2007. Fu rilanciato il Concorso enologico che

in breve divenne un must. Dal 2000 al vino si è affiancata la gastronomia di qualità proposta da grandi chef. L’edizione 2008 occuperà diverse sedi: Palazzo del Collegio in cui verranno esposti i vini premiati al concorso enologico, Palazzo Ottolenghi con la Douja della Barbera e Palazzo Alfieri con la Docg Asti Spumante e una sezione di grappe. Presso il Palazzo del Collegio si svolgeranno inoltre serate di assaggi, degustazioni, spettacoli musicali e grande gastronomia. Per quest’ultima il programma prevede dal 12 al 21 settembre menu tipici con i Piatti d’autore e dal 22 al 28 “Grandi chef per grandi Barbera”: piatti tradizionali di Paesi esteri abbinati alle grandi Barbera del territorio. A Palazzo Michelerio: la Cioccolata del Conte con vini pregiati in abbinamento al cioccolato e arricchiti dalla suggestione di letture tratte dall’Alfieri, e sulla Torre Troyana alta 38 m si potrà brindare alla Douja tra le rondini. Novità 2008 sarà un week end dedicato alla “Rassegna di prodotti tipici del territorio” abbinati ai vini premiati al Concorso Douja d’or che sarà ospitato nella nuova struttura Enofila. Da non perdere per la suggestiva sfilata di oltre 3.000 figuranti in costume e 250 carri il Festival delle Sagre (domenica 14 settembre) e in Piazza del Campo piatti tipici per i turisti che vogliono riscoprire sapori e profumi del passato. Altro importante evento che vedrà gli assaggiatori Onav protagonisti sarà a ottobre il Concorso internazionale del Barbera organizzato dalla Camera di commercio di Alessandria. (S.L.)

aggiornamenti Lombardia, calendario Autunno - Inverno 2008 • Porto Mantovano (Mn) 25 settembre 2008 Sala Unione del Commercio di Mantova Via Londra, 1 mantova@onav.it • Como 29 settembre Hotel Cruise Via Carducci Montano Lucino (Co) - como@ onav.it • Sondrio 30 settembre Itinerante nelle cantine della Valtellina (da Sondrio a Tirano) sondrio@onav.it • Milano 6 ottobre Sede Regionale “E. Cernuschi” Via Termopili, 12 - milano@onav.it • Pavia 07 ottobre Collegio Cardano - Viale Lungoticino ang. Viale Resistenza - pavia@onav.it • Saronno (Va) 14 ottobre Sede da definire - varese@onav.it • Monza 28 ottobre Sala Eden American Bar Via Borgazzi, 147 Monza - monza@ onav.it • Bergamo 30 ottobre Sala Bar Mensa Creberg - Via Paleocapa, 1 - bergamo@onav.it • Crema (Cr) 05 novembre C/o Self Restaurant La Siesta - Via Olivetti, 17 Area Ex Olivetti - cremona@onav.it • Varese 12 novembre Sede da definire - varese@onav.it • Brescia 13 novembre Cast Aliment Via Serenissima brescia@onav.it • Lodi 26 novembre Club Wasken Boys Piazzale degli Sports, 1 - lodi@onav.it • San Pantaleone (Bg) 04 febbraio 2009 Sala Consiliare e lezioni itineranti in alcune cantine della Valcalepio - bergamo@onav.it • Treviglio (Bg) 12 febbraio 2009 Hotel La Lepre Via Caravaggio, 34 - bergamo@onav.it • Malgrate (Lc) 24 febbraio 2009 Hotel Promessi Sposi Via Italia, 4 - lecco@onav.it

Per informazioni: Onav Lombardia - Sede regionale Via Termopili 12 - Milano Tel. 335 8149320 www.onav.it lombardia@onav.it

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AGGIORNAMENTI

sommelier

Miglior sommelier piemontese Fisar La corona 2008 è di Piera Genta P

rima su tutti si è imposta la sommelier Piera Genta della delegazione di Torino, piazzandosi davanti al vercellese Ennio Pillone e al torinese Vincenzo Fragomeni che si classificavano rispettivamente al secondo e terzo posto (nella foto, da sinistra: Vincenzo Fragomeni, Piera Genta ed Ennio Pillone). La giornata iniziava con un dibattito sul tema “Cultura del bere per il rispetto della vita” per poi proseguire - davanti ad un folto pubblico di enoappassionati e con la presenza del consigliere nazionale Fisar Luigi Terzago, dei delegati di Torino, Vercelli, Asti e Alessandria e del direttore del Museo del gusto Ezio Giaj - con la gara per il Miglior sommelier piemontese 2008, gara valevole per la selezione al Concorso nazionale sommelier dell’anno Fisar. La fase finale del concorso vedeva cimentarsi

8 sommelier in rappresentanza delle Delegazioni di Torino, Vercelli, Alessandria e Asti. La gara verteva su una prova scritta di cultura enoica generale, una prova di degustazione e scelta dei bicchieri e la consueta prova di tecnica di servizio. Il presidente della giuria era il sommelier Claudio Genova, già campione piemontese degli scorsi anni. La giornata si è conclusa con alcune degustazioni di formaggi e di vini del pinerolese con la presenza dei produttori. Piera Genta è una giornalista ed è responsabile per il

i nuovi corsi per sommelier ais emilia romagna e lombardia A partire da settembre Ais Emilia Romagna darà il via a due corsi di 1° livello: a Parma (dal 29 settembre al 25 novembre 2008) e a Modena (dal 7 ottobre 2008 al 10 febbraio 2009). Sempre a Modena si terrà un corso di 2° livello, dal 18 settembre 2008 al 29 gennaio 2009, mentre Piacenza ospiterà quello di 3° livello, dal 15 settembre 2008 all’8 gennaio 2009. Anche Ais Lombardia ripropone i corsi per sommelier di 1° (“La formazione del sommelier, le tecniche di servizio, la degustazione”), 2° (“La tecnica della degustazione, l’enografia italiana e internazionale”) e 3° livello (“La tecnica dell’abbinamento cibo-vino”). I corsi di 1° livello si svolgeranno a: Morbegno (So), dall’8 settembre al 27 ottobre 2008; Milano, dal 1° ottobre al 19 novembre; Varese, dal 6 ottobre al 1° dicembre. Ospiteranno i corsi di 2° livello le città di: Milano, 9 settembre al 28 ottobre, e Lecco, dal 6 ottobre al 24 novembre. Infine, i corsi per sommelier di 3° livello si terranno a: Crema (Cr), dal 9 settembre al 28 ottobre; Milano, dal 10 settembre al 6 novembre; Mantova, dal 15 settembre 2008 al 26 gennaio 2009; Como, dal 18 settembre al 29 ottobre; Gallarate (Va), dal 24 settembre al 10 novembre 2008.

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Piemonte, della Valle d’Aosta e della Liguria dell’Associazione stampa agroalimentare italiana. Collabora con molte testate giornalistiche di settore, tra le quali “Italia a Tavola”, e con la rivista “Il Sommelier”. Di cittadinanza italo-americana da molti anni è impegnata nella promozione e comunicazione delle eccellenze agroalimentari nazionali. Sommelier professionista della delegazione di Torino, svolge la sua attività per aziende enologiche come degustatrice e divulgatrice e cura una rubrica all’interno del programma “Rosso di sera” in onda su Primantenna Tv.

Il concorso Ais Charme da quest’anno è nazionale

N

el 2007 Marco Visentin e Serena Capuzzo (nella foto a destra) sono stati eletti sommelier più charmant del Veneto. A settembre “Charme sommelier 2008”, diventato concorso Ais nazionale, premierà quei sommelier nostrani che sapranno stregare con la potenza del proprio charme il palcoscenico del gusto. «Il concorso Charme sommelier nasce proprio dalla mia esperienza di produttore di vino e di gourmet che ha frequentato centinaia di ristoranti nel mondo, notando quanto lo stile e la cortesia del sommelier siano importanti nella qualità complessiva del locale» commenta Gianluca Bisol, direttore generale della storica azienda di S. Stefano di Valdobbiadene (Tv), spiegando la nascita del concorso. Da quest’anno diventerà un appuntamento riconosciuto dall’Ais nazionale e sarà sostenuto da 8 grandi famiglie del vino unite dal marchio Grandi vini. Le selezioni verranno effettuate in 3 grandi città, Roma, Palermo e Milano. Solo 20 sommelier parteciperanno alla finalissima che si terrà nell’incantevole cornice del Relais Duca di Dolle. Il vincitore otterrà il titolo di Charme sommelier 2008.


barman

A Bergamo con Artway Otto locali e barman coinvolti nell’evento che ha movimentato la città

S

fida tra i barman che hanno creato l’aperitivo analcolico per “Artway 2008 - Arte in movimento nei locali di Bergamo”. L’appuntamento ha animato il centro di Bergamo, coinvolgendo ben otto locali della città (Velvet, Caffè Letterario, American bar Le Iris, Rossoantico Cafè, Circolino Basso, Maguire’s Pub, Druso Cafè e Bopo) e uno spazio gestito dall’Associazione Mellow Mood Sunset al parco Sud di Redona. Per tutta la durata della kermesse (13 maggio-12 giugno) i locali aderenti hanno proposto una bevanda analcolica creata appositamente per la manifestazione e offerta al prezzo di 4 euro e hanno ospitato giovani artisti del mondo

musicale e culturale. L’obiettivo era quello di offrire ai giovani occasioni culturali e al contempo proporre cocktail analcolici come iniziativa di sensibilizzazione contro l’abuso di sostanze alcoliche. Per nove serate, il martedì e il giovedì, sono stati presentati all’interno dei nove locali concerti di musica dal vivo, dj set, rappresentazioni teatrali, esposizioni di opere artistiche e iniziative di impegno sociale, come la presentazione della sezione bergamasca di Medici Senza Frontiere e un progetto volto all’informatizzazione della Biblioteca scientifica di Mann, in Costa d’Avorio. Un’iniziativa che ha riscosso successo, da ripetere.

aggiornamenti aibes marche ed emilia: premiate le stelle Premiazioni in forti tinte rosa per il Concorso regionale della sezione Marche-Abruzzo e Molise dell’Aibes. Ad aggiudicarsi il podio nelle categorie Pre dinner e Long drink, sono state rispettivamente Loria De Santis e Ursula Chioma. Mentre il Premio Nando Pucci, categoria Frozen, ha premiato Simone di Leonardo. La barlady Ursula Chioma ha fatto man bassa di premi, aggiudicandosi anche il Premio “Metha Hotel” e il secondo posto per la Miglior decorazione. Tempo di regionali anche in Emilia Romagna-Repubblica di San Marino che hanno visto al primo posto nel Pre dinner Gianni Mingotti, nei Long drink Gionata Repetti, per il Frozen Marco Pasquarella, che si è aggiudicato anche il premio “Metha Hotel”. Sta volgendo al termine la sessione consueta di Concorsi regionali Aibes che troverà il suo epilogo a settembre in Lombardia.

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news

tecno how

LB Italia, macchine per la pasta dalla A alla Z in cucina L

B Italia srl da oltre 20 anni costruisce impianti completi e macchine per la produzione di pasta fresca (ravioli, tortellini, gnocchi) ed essiccatoi. Le attrezzature prodotte sono interamente fabbricate in acciaio inox, progettate e realizzate con particolare cura nella scelta del materiale e nelle rifiniture, e tutti i sistemi di sicurezza sono a norma. Le caratteristiche delle macchine firmate LB Italia le rendono ideali per svariati settori produttivi, dal mondo della ristorazione, dove costituiscono spesso un aiuto indispensabile in cucina, fino ai laboratori di pasta fresca e alla produzione industriale continua. La chiave di lettura del crescente successo di LB Italia è l’armonia che contraddistingue lo staff dirigenziale, dinamico e creativo, che lavora in perfetta sintonia avvalendosi di un gruppo giovane e motivato, anticipando le tendenze e scoprendo nuovi mercati. La vasta esperienza acquisita a contatto con il cliente è stata condensata in una ricca scelta di macchine per pasta in grado di offrire, per qualsiasi tipo di produzione, il miglior rapporto fra prestazioni e prezzo.

Con una gamma completa di attrezzature e impianti per pastifici artigianali e semindustriali, LB Italia, grazie al solido “know how” acquisito nel settore, permette di studiare soluzioni personalizzate per qualsiasi dimensionamento e fornire tutta l’impiantistica necessaria per il ciclo produttivo completo. L’azienda opera nei cinque continenti attraverso una rete di circa 30 importatori ufficiali e rivenditori nelle diverse aree del mondo. L’esperienza raggiunta ha consentito all’azienda un solido posizionamento sul mercato e la certezza di una grande competitività e funzionalità. I prodotti distribuiti da LB Italia comprendono: macchine per ravioli e cappelletti, macchine per ravioli a doppia sfoglia, macchine combinate automatiche, sfogliatrici automatiche, presse per pasta estrusa, macchine per gnocchi, trabatti, pastorizzatori, impastatrici continue, essiccatoi, sfogliatrici da banco, accessori per laboratorio, attrezzature complementari. Insomma LB Italia si occupa di pasta “dalla A alla Z”, con un occhio attentissimo al budget, alla qualità e alle necessità del cliente.

LB Italia via Al Corbè 45, 22076 Mozzate (Co) Tel 0331 833872 - Fax 0331 833955 www.lbitalia.it - info@lbitalia.it

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MACCHINA SEMIAUTOMATICA COMBINATA MODELLO FUTURINA Macchina combinata per pasta fresca destinata a ristoratori, gastronomie, panificatori e molti altri operatori professionali che intendono produrre un’ampia varietà di tipi e formati di pasta in spazi limitati e con un investimento contenuto.

Macchina semiautomatica combinata Modello Futurina con estrusore La Futurina con estrusore produce paste lunghe, corte, sfoglia per lasagne, ravioli di diversi formati, gnocchi e chicche. MACCHINA COMBINATA MODELLO FUTURA EVOLUTION 120–160 Macchina superautomatica, brevettata per la produzione di qualsiasi tipo di pasta: estrusa, ravioli, tagliatelle. Adatta per negozi di pasta, laboratori, ristoranti, hotels, supermercati, ecc. Costruita con materiali di altissima qualità, cambiando gli stampi è possibile produrre innumerevoli tipi di pasta. La semplicità costruttiva permette lo smontaggio delle parti, per una facile e completa pulizia. Tutte le parti a contatto con la pasta e ripieno sono costruite in acciaio inox e materiali idonei per alimenti.



news

tecno how

Multicooking day Vittorio Arpini presenta dal vivo il variegato mondo di Angelo Po

V

ittorio Arpini è un’azienda operante dal 1964 nel settore dei grandi impianti e attrezzature per ristoranti, alberghi, residence, comunità e case di riposo, a cui offre una vasta scelta di soluzioni personalizzate per la cottura, refrigerazione, lavaggio, arredi commerciali. In particolare, l’azienda si occupa della progettazione personalizzata, della vendita e del servizio post-vendita di cucine e apparecchiature per la ristorazione professionale, forte dell’elevato contenuto tecnologico dei prodotti Angelo Po, di cui è agenzia ufficiale per le zone di Cremona e Lodi. In questo ambito,

Vittorio Arpini promuove iniziative atte a far conoscere agli utenti gli strumenti di cottura e conservazione di ultima generazione. Si tratta di macchine dotate di un elevato grado di automazione, in grado di ottimizzare la produzione riducendo drasticamente tempi e costi di gestione. Per dare a cuochi e chef l’opportunità di conoscere “dal vivo” le nuove apparecchiature di Angelo Po, utilizzate da oltre 200.000 chef in tutto il mondo, Vittorio Arpini ha lanciato recentemente un’importante iniziativa: il Multicooking Day. Una giornata in cui uno chef fa sperimentare direttamente all’utente le modalità di utilizzo e tutti i vantaggi

delle nuove tecnologie del forno misto Combistar, degli abbattitori e macchine sottovuoto, coinvolgendolo nella preparazione di un menu. Multicooking Day è iniziato il 24 giugno e sarà replicato una volta al mese da luglio fino a dicembre secondo il seguente calendario: 28 luglio, 15 settembre, 20 ottobre, 24 novembre, 9 dicembre 2008. Gli incontri si svolgono presso la sede di Vittorio Arpini, in via Milano, 33 a Crema, a partire dalle ore 15. Per iscriversi al Multicooking Day, bisogna prenotarsi, telefonando al numero 0373 202917.

pi carré è il food & Mood di villeroy “Food & Mood” è il nome del concetto di successo con cui la Hotel & Restaurant Division di Villeroy & Boch ha rivoluzionato la presentazione delle creazioni culinarie. Per “Food & Mood” sono state infatti sviluppate stoviglie nuove e innovative che si contraddistinguono per l’elevata qualità del design senza perdere di vista la funzionalità. Tapas, antipasti o Fingerfood - il concetto di stoviglie Pi Carré apre ai gastronomi e agli albergatori possibilità di messa in scena innovative per le proprie creazioni culinarie. Traendo ispirazione dal mondo delle formule matematiche e della “quadratura del cerchio”, per Pi Carré, infatti, sono state realizzate le nuovissime forme geometriche triangolo, quadrato, rettangolo ed esagono con 20 diversi elementi in preziosa Fine China. Agli articoli Pi Carré già esistenti realizzati in porcellana per hotel Villeroy & Boch bianca particolarmente forte e resistente, si aggiungono ora piatti, ciotole e piatti da portata in vetro trasparente che garantiscono maggiori possibilità di allestimento in tavola o nei buffet. Sono disponibili una ciotola quadrata piana e una fonda, un piatto rettangolare piano e una ciotola rettangolare piana. Un piatto quadrato con 4 sezioni e una ciotola rettangolare suddivisa in 3 completano i nuovi elementi in vetro.

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tecno how

news

La magia delle porcellane per un arredo da tavola raffinato

di Sergio Pezzotta

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nche sulla tavola è importante avere a disposizione oggetti e arredi di qualità, finalizzati a un servizio impeccabile e gradevole esteticamente. In particolare i complementi per uso professionale devono soddisfare tutte quelle

esigenze che la ristorazione richiede: che rispettino soprattutto la funzionalità e la versatilità. Gli articoli in porcellana hanno sempre il loro fascino, soprattutto se il materiale ha buone finiture e una base solida di progettazione. è questo il caso della Manifattura Porcellane Saronno, una compagnia specializzata nella produzione di un vasto range (circa 1.000 differenti forme) di articoli in porcellana ad uso professionale. Tutti i processi di produzione dell’azienda sono automatizzati, la

preparazione della materia prima è seguita passo passo fino alla realizzazione di articoli funzionali, eleganti e resistenti. Tutti gli articoli in porcellana sono controllati durante le fasi di produzione: dalla smaltatura all’essiccazione, alla monocottura; sono esenti da piombo e sergio pezzotta, soddisfano elevati a.d. ros spa, standard di qualità. presenta le nuove tendenze nella Per ottimizzare gestione dei la resistenza dei locali prodotti ed evitare spiacevoli sorprese si consiglia di non sottoporre le porcellane a elevati sbalzi termici o portare a contatto con materie troppo calde e troppo fredde.

Cifa è garanzia

Prodotti che durano a vita

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più scettici potrebbero storcere il naso. Ma basta dimenticare le solite garanzie di uno o cinque anni. Cifa, da venticinque anni esclusivista della porcellana inglese “Dudson Duraline”, ha lanciato una garanzia a vita contro le sempre più frequenti sbeccature, sia sulla collezione “Fine China” sia sulla linea “Finest Vitrified”. Il segretissimo connubio tra la qualità ISO9001 e il Kitemark BS4034 ha permesso alla casa britannica un successo senza eguali nella storia della porcellana. Basta pensare che dall’inizio del nuovo anno sono stati distribuiti in Italia circa 600.000 prodotti marchiati Dudson. Un certo e sicuro investimento per operatori e amanti della ristorazione sempre più stanchi di piatti lacerati dai continui urti. In più è importante sapere che la porcellana inglese Dudson è l’unica al mondo ad essere garantita a vita contro le sbeccature.

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news manager sul “green”

Golf, affari e tavola

information technology & HORECA

Lo specialista del freddo

Eismann, leader nei surgelati di qualità, sceglie l’efficienza di Numero 10 e HP di Giuseppe Mariggiò

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I

manager preferiscono il golf. Più della vela, del tennis e delle corse. La ragione non è chiara. Perché passare 5 lunghe ore sul “green” con indosso imbarazzanti pantaloni scozzesi e un ferro nove in mano nel tentativo di mandare una pallina con fossette aerodinamiche in buca? Se credete che l’unica ragione plausibile siano le tartine al formaggio e lo scotch invecchiato 18 anni offerti a fine partita, vi sbagliate di grosso. Che la parola golf sia l’acronimo di “Gentlemen Only Ladies Forbidden” è solo una leggenda, visto che proprio le donne sono tra i campioni di questo sport. Se la competitività fosse un campo da gioco, forse sarebbe proprio un campo da golf. Nel gioco “a buche” sia in quello “a colpi” esistono molte analogie con il mondo degli affari. L’importanza delle regole è una di queste. Ce lo spiega Emilio Barlocco (nella foto), imprenditore del nord-ovest, presidente e amministratore delegato di IFM Infomaster Spa (www.ifminfomaster. com) e discreto giocatore di golf. Non è difficile incontrarlo sui campi dell’ottocentesca Villa Carolina a Capriata d’Orba (Al) dove si allena. «Il golf è probabilmente l’unico sport in cui ognuno è arbitro di sé stesso, e quindi onestà, rispetto reciproco e un certo senso dell’etichetta devono far parte del bagaglio di ogni giocatore». Ma non è tutto. «Per un buon colpo - racconta Barlocco - ci vuole equilibrio e capacità di visualizzare mentalmente la buca. Il cattivo gioco deriva da una cattiva testa. Se vuoi capire veramente chi hai davanti, niente di meglio di una partita di golf». Alla passione per il “green” Barlocco accompagna l’amore per la cucina: chef e gourmet. Tra i suoi piatti forti vanta i risotti, le zuppe come la tradizionale “Buridda” e l’immancabile pesto. Tra i vini predilige i bianchi, come quello di Coronata reso immortale da Stendhal nel suo Viaggio in Italia.

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ondata in Germania nel 1964, Eismann (www.eismann.it) è una delle realtà europee più dinamiche nella vendita a domicilio di alimenti surgelati sia per un target consumer, sia professionale. Con più di 250 sedi in Europa e un giro d’affari complessivo di 500 milioni di euro, Eismann è presente nel nostro Paese dal 1987. Negli ultimi dieci anni, l’attività in Italia è cresciuta in maniera esponenziale, tanto da contare oggi 42 filiali, 2 centri logistici per lo smistamento della merce sul territorio, 3 concessionari e una flotta di circa 700 camioncini. L’efficienza logistica è il punto chiave dell’organizzazione in modo da garantire al cliente la perfetta conservazione degli alimenti nell’assoluto rispetto della catena del freddo, costantemente sotto ai -18°C. La mole di dati relativa alla clientela, ai prodotti e alle movimentazioni di magazzino risultava difficile da gestire e da mettere in sicurezza proprio perché decentralizzata. Per questa ragione Eismann, grazie alla consulenza e al supporto di Numero 10 (www.numero10.it), HP Preferred Partner, ha messo a punto un progetto di ottimizzazione e protezione del proprio patrimonio informativo. «Numero 10 è per noi più che un fornitore di soluzioni, un vero e proprio partner tecnologico, quasi un’estensione della nostra azienda.

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Nel momento in cui abbiamo avuto la necessità di integrare i dati della rete di vendita, è stato naturale coinvolgere il nostro partner di sempre», afferma Marco Varagnolo, responsabile It di Eismann Italia. Il progetto ha permesso di implementare l’applicativo verticale Nx-Ice di Numero 10 che gestisce l’attività delle filiali, dei magazzini viaggianti, della flotta automezzi e della forza vendita. La soluzione è stata integrata con SAP, il gestionale utilizzato dalla casa madre di Eismann su cui risiede la contabilità, mentre tutta la gestione legata a vendite, magazzini, clienti, scontrini, incidenti, manutenzione è gestita dall’applicativo in ambiente Microsoft. Net. «Insieme a Numero 10, abbiamo integrato e consolidato il giuseppe mariggiò nostro patrimonio giornalista informativo, di “data manager” ci aggiorna scegliendo la sul mondo dell’ICT tecnologia HP (www. per l’horeca hp.com/it) per rinnovare il parco server, storage e stampanti», sottolinea Varagnolo. L’integrazione on-line delle filiali e la disponibilità di dati aggiornati in tempo reale ha permesso a Eismann di ridurre i tempi decisionali, ha migliorato lo scambio di informazioni e aumentato il controllo.


motori

Caddy, il best seller “da leggere” su 4 ruote di Enrico Artifoni

seconda. Ma non solo: dello spazio in più ha beneficiato anche la capacità di carico, che va da un minimo di 380 est seller dei veicoli commerciali litri con tutti i sedili in posizione a 1.350 leggeri di Volkswagen, in libera circolazione da 5 lustri esatti e rivisitato smontando quelli della terza fila e allo stratosferico volume di 3.700 litri l’ultima volta nel 2003, nella nuova ripiegando e ribaltando le due sezioni versione Maxi Life a 7 posti il Caddy asimmetriche del divano in seconda ribadisce da un lato la sua missione fila. Ampie porte posteriori scorrevoli professionale e dall’altro prende per su entrambi i lati facilitano, inoltre, tempo le misure alle multispazio di la salita e la discesa. Gli interni sono seconda generazione, soprattutto molto curati e la dotazione non fa francesi, che nei prossimi mesi rimpiangere quella delle berline. Sono cercheranno di attirare con la loro versatilità di utilizzo e prezzi contenuti i di serie, fra l’altro, gli airbag frontali, i clienti di station wagon e monovolume. fendinebbia, la radio con lettore di cd e il climatizzatore semi-automatico. Chi pensa più in piccolo, può sempre Il sedile del guidatore è regolabile in rivolgersi al Caddy Life “normale” a altezza e il volante anche in profondità. 5 posti o a quest’ultimo nell’originale Ai numerosi vani portaoggetti si versione Tramper, pensata per le possono aggiungere a richiesta esigenze di sportivi e viaggiatori che uno spazioso cassetto ricavato trovano il camper un po’ esagerato. nella base del sedile del guidatore Per rendere Maxi il Caddy e un ampio ripostiglio posto al di Life sono stati allungati il passo (di sopra del parabrezza. In opzione si 32 cm) e lo sbalzo posteriore (di 15 possono avere inoltre il climatizzatore cm). La lunghezza totale di 4,88 metri automatico, il riscaldamento dei sedili e ha permesso di ottenere sette posti un sistema di navigazione con display veri, distribuiti su tre file di sedili, con a colori. la seconda disposta leggermente più Tre i motori disponibili al in alto della prima e la terza più della

B

news

debutto: un benzina 1.6 da 102 CV e due turbodiesel TDI, 1.9 da 105 CV (con o senza filtro antiparticolato) e 2.0 da 140 CV e 320 Nm di coppia massima con filtro DPF di serie. I cambi sono manuali a cinque o sei rapporti (solo per il 2.0 diesel). In abbinamento con il motore 1.9 si può avere in alternativa l’automatizzato a doppiafrizione DSG. I quasi cinque metri di lunghezza si avvertono guardando il Caddy Maxi Life dall’esterno, ma una volta alla guida, complice una piacevole insonorizzazione ed un’ottima agilità in manovra, le misure tornano ad essere un semplice dato numerico. Il collaudatissimo motore 1.9 TDI basta a portare in giro la mole: non esagera nello spunto e consuma lo stretto necessario. Chi pretende comunque un po’ di brio può sempre optare per il 2.0 TDI, in grado di spingere il Caddy Maxi Life fino alla velocità massima di 186 km/h. Il listino parte dai 19.249 euro richiesti per la versione entry level 1.6 benzina, sale a 20.272 per l’1.9 TDI e a 22.823 euro per il 2.0 DPF.

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LOCALI nuove aperture e cambi gestione

tendenze

I passatelli del Soldato Il borgo di Gradara ospita lo storico ristorante della famiglia Bertolino di Marinella Argentieri

• Apre la location spezzina di Pane, Vino e San Daniele Ha inaugurato a La Spezia l’osteria “Pane, Vino e San Daniele”. Al momento, le osterie sono in tutta Italia una ventina. Nascono dalla felice intuizione della famiglia Fantinel, proprietari di una prestigiosa azienda vinicola friulana, che ha voluto abbinare i propri vini con il miglior prosciutto di San Daniele (prodotto dal prosciuttificio Testa & Molinaro di proprietà dei Fantinel) per creare un format che punta sulla esclusività dei prodotti. L’osteria propone un gustoso menu con i vini dell’Azienda Fantinel e della Tenuta La Roncaia. • è di scena il Filodendro A Pinerolo (To) ha aperto di recente “Filodendro”, il nuovo ristorantepizzeria di Laura e Marco Bonomi, imprenditore noto per la ricetta delle pizze napoletane, ma anche per l’attenzione al design dei suoi locali. Così dopo il “Sicomoro” di Torino e l’“Opificio” di Rivoli (To), il nuovo locale di Pinerolo abbina un contesto elegante e di grande innovazione a sapori della tradizione partenopea, semplici e basati su una selezione accurata delle materie prime. • Disponibile un ristorante con dehors a Iseo A Iseo si sta concretizzando un’interessante vendita di un’attività. Si tratta di un ristorante bello e caratteristico che accoglie circa 50 posti suddivisi in 2 salette; sono da aggiungere altri 15 posti nel dehors esterno. Gli attuali proprietari fanno sapere che il contratto d’affitto è appena stato rinnovato, c’è un buon lavoro in crescita. In più il ristorante ricopre il ruolo di “locale guida ufficiale” a livello di informazione e proposte sulla cucina senza glutine. Chi fosse interessato può chiamare il numero 340/8333426.

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na carriera iniziata dalla “gavetta” quella di Claudio Bertolino patron del “Soldato di Ventura”, piccolo, accogliente ristorante ubicato a Gradara (Pu), famoso centro marchigiano affacciato sulla riviera romagnola. La posizione strategica del borgo, sovrastato dall’omonimo castello, arroccato su una collina che domina la pianura, lo ha visto nei suoi 900 anni di storia protagonista di armi e di amori. Capitale del Medioevo, con Federico di Montefeltro, è stato teatro della passione di Paolo e Francesca, ricordata nel V canto dell’Inferno dantesco. La fortezza malatestiana si mostra intatta e riporta in modo suggestivo ai secoli trascorsi;

vignali approda alla “sosta del gusto” Parte dal ristorante La sosta del Gusto di S. Brigida la nuova avventura dello chef Claudio Vignali. A due passi da Firenze, il ristorante è inserito tra i 350 ettari di vigneto della Tenuta del Castello del Trebbio. Claudio Vignali, dopo un’esperienza di 16 anni al Villa Pitiana, approda alla Sosta del Gusto insieme al sommelier Federico Fametti. L’idea è di coniugare alta cucina e grandi vini in un’offerta di qualità e ad un prezzo equo. Con una spesa tra i 30 e i 45 euro (vini inclusi) sarà possibile degustare alcuni dei cavalli di battaglia di Vignali: dal petto di faraona farcito al vinsanto allo straccio verde con ragù di cinghiale in bianco.

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accanto a una porta d’ingresso della cinta muraria ci accoglie il locale della famiglia Bertolino. Claudio arriva a Gradara nel 1968, poco più che ventenne come “uomo di fiducia“ di Adriano Rossi imprenditore pesarese; rimane accanto al suo maestro in un locale da “dolce vita” per più di trent’anni, da lui apprende l’arte dell’accoglienza e le ricette della tradizione; alla sua scomparsa apre il Soldato di Ventura con l’aiuto della moglie Silvana e dei figli Claudia e Andrea. La terra e il mare sono presenti nel menu del ristorante, che offre: gli gnocchi di patate all’anitra germano, una superba pasta e fagioli, la punta di vitello porchettata ed anche i tagliolini (fatti in casa) all’astice, ricche grigliate di pesce e i passatelli in brodo di rombo, ricetta che ben esprime la cultura gastronomica di questa parte d’Italia. I passatelli, realizzati con un impasto di pane e parmigiano grattugiati legati con uovo e insaporiti con noce moscata e scorza di limone, cotti in brodo di cappone o di manzo, sono il piatto cucinato nella confinante Emilia, per ospiti e occasioni importanti; in terra marchigiana il Soldato di Ventura li propone in brodo di rombo, pesce eccellente dell’Adriatico, e aggiunge raffinatezza al gusto. Il locale è associato al Gruppo ristoranti regionali - Cucina Doc.


TENDENZE

LOCALI

Specialità trentine fatte in casa alla Baita Santa Lucia C

laudio Pregl, giovane chef dalle idee molto chiare e dalla mano benedetta conduce l’Antica trattoria “Baita Santa Lucia da Fritz” nella omonima piana di Santa Lucia in valle di Ledro (comune di Bezzecca). Locale storico fondato da nonno Friederich Pregl originario della Carinzia e da nonna Anita e poi seguito da papà Guido nella preparazione di tipiche specialità trentine. Un punto di riferimento per tanti viandatnti buongustai. Claudio continua nella tradizione e nella preparazione degli stessi piatti iniziati dagli illustri nonni.

Gli strozzapreti fatti in casa e conditi solo con lo speciale burro fuso di malga delicato e invitante, oppure con un succulento sugo di selvaggina. Intriganti i tradizionali canaderli conditi secondo le disponibilità di stagione con i funghi porcini o con i tradizionalissimi radicchi rossi. Spettacolare la minestra d’orzo ed unica la zuppa di gulash. Anche nei secondi Claudio dimostra tutta l’esperienza di famiglia. Ottima la carne salada fatta in casa senza alcun conservante servita cotta con fagioli alla maniera classica, coi radicchi alla piastra, e molto

Grand Hotel Savoia rchitetture e arredamento diventano il mezzo più efficace per consegnare al presente tutta la storia che dal 1907 il Grand Hotel Savoia porta con sé insieme alla città di Genova. Così l’architetto Sofia Gioia Vedani - appartenente a una nota famiglia di imprenditori metallurgici milanesi che oggi gestisce la dinamica Grand Hotel Savoiacatena alberghiera Planetaria Hotels - ha sottolineato alla presentazione del rinnovato hotel presso l’Enterprise di Milano. I materiali pregiati, le ricche stoffe e le suggestive immagini alle pareti racchiudono un patrimonio storico-culturale di grande fascino. Le 116 camere, di cui 9 suite, ridanno vita ad un’atmosfera e una tavolozza pittorica che si ispirano al mare, all’aria, alla sabbia, al sole e al fuoco, inserite come sono nel panorama del golfo. In tutte le

Baita Santa Lucia via Santa Lucia 4, 38060 Bezzecca (Tn) Tel 0464 591290 www.baita-santalucia.it - baita@email.it

Locali storici d’Italia

A Genova rivive il gioiello del golfo

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interessante cruda BRUNO FEDERICO, in carpaccio con CHEF E SOMMELIER DE LA CAPRESE scaglie di formaggio DI MOZZO (BG), stagionato e fettine CI PRESENTA I SUOI COLLEGHI di mele verdi. Ma il piatto clou è il cervo fresco insieme alla carne salada e al rardicchio alla piastra, piatto che lo ha consacrato vincitore del Premio in Istria per il miglior piatto alla selvaggina. Anche la cantina è di pari alla cucina mettendo in mostra il meglio dei trentini. Locale caldo e accogliente, cucina ottima e buona cantina, ne fanno tappa obbligata. (B.F.)

tipologie sono rappresentate vere e proprie opere d’arte: i carruggi (antichi vicoli genovesi), paesaggi marittimi, antiche carte nautiche. All’interno delle camere vecchi bauli ai piedi del letto e preziosi cimeli di terre lontane riportano all’epoca che ricorda i lussuosi transatlantici di inizio secolo scorso con testate del letto in legno massello, noce anticata ed eco-pelle trapuntata, pavimenti in rovere posato, lampadari in vetro di Murano. Il ristorante “Novecento”, aperto a tutti i palati incuriositi e raffinati, si propone come un raffinato punto d’incontro per un pubblico esigente ed attento che ricerca un connubio tra l’arte dell’alta cucina e un’ambientazione elegante e di classe nella quale gustare piatti della tradizione culinaria italiana e internazionale. (M.F.)

• I caffè più grandi Il Caffè Pedrocchi di Padova, vero e proprio complesso monumentale, e il Caffè Meletti di Ascoli Piceno, delicata palazzina sulla piazza del Popolo. • Il più vandalizzato Il Caffè Zucca in Galleria Vittorio Emanuele, a Milano, dal 1867 ha registrato ben 87 rotture di vetrine da parte dei dimostranti politici che facevano scorribande in Galleria. • I più copiati nel mondo Il Caffè Florian di Venezia, il Caffè Greco di Roma, il Caffè Cova di Milano: a suon di brevetti internazionali, cercano di difendersi sempre di più. • I più archeologici La Taberna Ulpia di Roma sorge sui mercati di Traiano; il Ristorante Checchino di Roma su Monte Testaccio, formato nei secoli da miliardi di cocci di anfore romane; il Ristorante Nettuno di Paestum è immerso negli scavi archeologici di fronte al Tempio di Nettuno.

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LOCALI fiera milano è cool con shanghai garden L’estate milanese potrà contare quest’anno su un nuovo locale. Dal 12 giugno a fine settembre il grande giardino pensile delle terrazze del padiglione 3 di fieramilanocity diventa infatti un “roof bar”, aperto giovedì e domenica dalle 19.30 sino alle 2 di notte, mentre venerdì e sabato dalle 22.30 alle 2. “Shanghai garden” è il club inedito per aperitivi e after hours, dove trascorrere qualche ora di relax, accompagnati da selezionata musica lounge, revival e R&B, e immersi in un vero e proprio giardino. «Con l’apertura del primo locale estivo sulle terrazze dei padiglioni di fieramilanocity raggiungiamo un obbiettivo a lungo perseguito:», spiega Giulio Gallera, presidente di Fiera Milano food system. «Il nostro scopo è quello di mettere sempre di più la Fiera al servizio di Milano e dei milanesi non solo come centro del business ma anche come luogo di divertimento aperto a tutti».

tendenze

Net Hotel a Padova

Tecnologia e arte si fondono per un concetto nuovo di ospitalità

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l Net Hotel di Padova è la sintesi perfetta fra tecnologia, stile e arte dell’ospitalità che da sempre caratterizza il gruppo Boscolo, composto dai quattro fratelli Angelo, Giorgio, Rossano e Romano, che opera nell’industria alberghiera in importanti città italiane ed europee attraverso hotel di prestigio che puntano sull’alta qualità dei servizi e sulla massima efficienza e flessibilità. Prestigiosa la sede che ospita l’albergo, l’altissima North East Tower di Padova est: 84 metri di acciaio, ferro e vetro in una struttura architettonica d’avanguardia ideata, tra gli altri, dallo studio Marco Piva,

che sale avvitandosi su sé stessa protetta da rosse paratie frangisole. Le stanze sono solo 135, di cui 97 standard, 8 junior suite e 2 suite più ampie, luminose e accoglienti e, soprattutto, forte elemento di innovazione sono le camere a tema arricchite da attrezzature e tecnologie personalizzate a seconda delle esigenze di chi la stanza la vive davvero. La camera Lady per la donna manager, la stanza Family per le coppie coi bimbi, la camera Romantic e la camera Gourmet per gli ospiti buongustai, la camera Fitness per gli amanti del wellness. Nel ristorante al piano terra dell’hotel si può gustare un ottimo pesce fresco che viene portato ogni giorno da Chioggia. (M.F.)

Milano eat and drink Sfumature in Controluce

Nella terra del Cactus I due massicci tavoloni al centro della sala invitano a cenare in compagnia. In maniera informale, accomodati su aranciati sgabelloni. La parte soppalcata, invece, con sedute in cavallino, si rivela più intima e raccolta. Al Cactus Juice Café (via Fantoli 7, Milano - Tel. 02 5060407), le ampie volumetrie creano ambienti differenti, in un su e giù scandito da cristina viggè, soffitti rossi e violetti, acqua che scorre sotto cronista del una pedana e zampilla dalla fontana in pietra, gusto, indaga sui nuovi trend totem in legno, colorate stampe messicane e dei locali comodi divani a profilare le pareti. All’esterno, a milano c’è un arioso dehors, ideale per assaporare un aperitivo oppure per cenare nelle calde sere d’estate. In menu, ricette tex-mex (pure in versione vegetariana), tenero manzo argentino e freschissimi cocktail, come la Margarita alla fragola, servita nella caraffa dell’amicizia. Poi musica, tanta musica, e il giovedì, grigliata party: buffet di antipasti, verdure, frutta e dolci e carne a volontà.

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Lei non giunge mai diretta. Ma saetta dal pavimento al soffitto, e viceversa, generata da faretti che vanno a creare diagonali nelle tonalità dell’indaco, dell’azzurro e dell’arancio. La luce, qui, gioca sempre a nascondino, ed esce quasi all’improvviso andando ad accarezzare la lucidità dell’acciaio, la solidità del cemento e la naturalezza del legno. Sia nelle tre sale del ristorante che nell’aera dedicata all’aperitivo, in cui è il design il vero protagonista, fra tavolini alti e bassi, sgabelli, pouf e lampadari in alluminio lavorati al laser. Un posto, il Controluce (via Santa Caterina 1-4, Brugherio, Milano - Tel. 039 2878501), ideale per un pranzo o un aperitivo, una cena o un dopocena, da vivere anche open air, visto che la zona esterna è ampia e spaziosa, con tanto di chiringuito e salottino in midollino bianco. Per un drink sotto le stelle. Da assaggiare, invece, piatti dal chiaro piglio mediterraneo, filetti e tagliate in multiversione, insalatone, pizze e focacce cotte nel forno a legna e deliziosi dessert. Cristina Viggè


TENDENZE

Termemilano, in città è aperto il paradiso di Lucia Siliprandi

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acchiusa all’interno delle mura spagnole, in un silenzio irreale, nel pieno centro cittadino di Milano è una vera e propria Spa (salus per aquam). Nata sul concetto di terme storiche di romana memoria, dove l’acqua è fonte di benessere e di piacere mondano. L’edificio d’inizio ‘900 è uno splendido esempio di restauro conservativo. Prima ricovero carrozze, poi rimessa dei tram conserva l’atmosfera Liberty. Come nella scelta dei marmi: i pavimenti della Lucia siliprandi lobby sono in pietra ci guida beola grigia di origine nel mondo dell’ospitalità lombarda, mentre le all’insegna marmette di graniglia del benessere rivestono il lungo corridoio che conduce alla Sala dei Cavalli, oggi sosta buffet. Un benessere alternato tra percorsi d’acqua, eventi programmati e pause relax con un’offerta che supera i trenta itinerari. Tanta acqua nelle cascate rivitalizzanti e nelle

cascatelle, indicate per il massaggio cranio-sacrale, nel percorso kneipp, nell’idromassaggio a seduta, nella vasca con idrogetto a geyser (lo spruzzo è da terra) e nel set per il pediluvio. E poi l’evento beauty: sulla pelle viene passato un candido scrub di bicarbonato e lavanda. è il momento di una “doccia di luce” nella sala acqua dove su materassi ad acqua riscaldati il corpo fluttua e la mente, guidata da un’esperta terapista, raggiunge lo stato di vigile sonno. Oppure una doccia di sole naturale nel giardino spagnolo a ridosso delle mura con le grandi vasche idrominerali. Il centro massaggi completa l’offerta. E se languore ci coglie, niente paura. Nell’ampio salone adibito a buffet: frutta fresca, yogurt alla vaniglia e non, tisane, snack ipocalorici.

Termemilano piazza Medaglie d’Oro 2, angolo viale Filippetti - Milano - Tel 02 55199367 www.termemilano.com Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 22

sironi e la raffinata cucina del bulgari Ispirato alla tradizione italiana, fondata sulla concretezza dei sapori e sulla consistenza dei piatti, il ristorante del Bulgari Hotel di Milano ne propone una singolare interpretazione in chiave contemporanea. Qualità assoluta degli ingredienti, uso delle migliori tecniche di cottura, presentazioni raffinate ed essenziali dei piatti, coniugate a una ricerca attenta e continua, sono gli elementi

chiave della cucina curata dallo chef Elio Sironi. L’atmosfera esclusiva del ristorante dell’hotel e l’approccio informale del servizio creano una piacevole cornice ai profumi e ai sapori della cucina di Sironi, improntata alla stessa ricerca di eccellenza che contraddistingue da sempre tutte le creazioni Bulgari. Il ristorante, capace di ospitare fino a 65 persone, offre un menu vario ed originale, dove le scelte gastronomiche dello chef privilegiano la solarità e l’intensità degli aromi e dei sapori della cucina mediterranea.

LOCALI lefay resort, lo stile italiano del benessere Recupero delle energie e opportunità di effettuare vacanze brevi: nasce da queste premesse il progetto Lefay Resort con l’obiettivo di essere il brand italiano di riferimento sul mercato internazionale di una vacanza benessere di qualità all’insegna dell’italian style. La prima realizzazione sarà il Lefay Resort & SPA Lago di Garda a Gargnano (Bs) nel cuore della Riviera dei Limoni. Il Resort - ideato dall’architetto Hugo Demetz - sorge in un parco di 11 ettari con vista lago ed è realizzato tenendo in considerazione tutte le esigenze della sostenibilità ambientale e dell’utilizzo di energie alternative. Caratteristiche saranno le tre aree “Acqua e Fuoco’” con piscine, saune e laghetti, “Natura e Fitness” con le palestre e “Nel Silenzio e fra le Stelle’” con aree esterne per lo sport. Una grande attenzione verrà riservata all’enogastronomia per la quale è stato creato il marchio Lefay Vital Gourmet valorizzando la dieta mediterranea e i sapori del territorio. L’interpretazione nei due i ristoranti (“Bistrot La Vigna” e “La Grande Limonaia”) è stata affidata allo chef Herbert Hinter. (S.L.)

apre road trip, viaggio lungo la val tidone Al confine delle province di Milano e Pavia, sulla strada statale 412 “Val Tidone”, a Torrevecchia Pia, ha aperto Road Trip: un nuovo punto di riferimento per i pranzi veloci, per una sosta leggera per “ricaricarsi”, per gli happy hours. Un luogo d’approdo, non un semplice bar, con due angoli salotto ad avvolgere e a dare il benvenuto alle compagnie di amici. Dietro il banco ci sono Giuseppe Marolda e Matteo Boari che propongono le loro specialità.

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LOCALI

tendenze

Al meranese Romantik il Premio alla Cultura S

arà per le rose che ne costituiscono l’abito prezioso. Sarà per l’oro che ne riveste il tetto, sarà per la tradizione che lo rende testimone di una storia antica. Ma dal Romantik Hotel Oberwirt di Marlengo (Bz) ci si aspetta sempre qualcosa di straordinario. Si finisce in alcuni casi per attendere con ansia il momento in cui un riconoscimento arriva a sancire l’unicità di un albergo Famiglia Waldner che da sempre si distingue per stile, eleganza ed ospitalità. Il fatto che la Mostra dei vini di Bolzano abbia voluto conferire all’hotel che profuma di rose il “Premio alla Cultura Enogastronomica dell’Alto Adige

- edizione 2008” può allora sembrare la giusta dichiarazione di collettivo apprezzamento. In realtà, il riconoscimento in questione sottolinea la particolare sfumatura che l’hotel ha saputo mettere in risalto nel proprio modo di intendere il vino, facendone mistero e passione. «La carta dei vini», recita la motivazione, «è molto ricca e il servizio impeccabile offerto da due esperti sommelier facilita la scelta dei vini da parte degli ospiti. Durante le degustazioni, all’interno della romantica cantina Vinarium, si possono provare, fra i tanti vini altoatesini, anche due cuvée di produzione propria».

Osteria L’Oliveta: sapori antichi sposati alla passione moderna

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steria: in questo termine è racchiusa la vocazione di un ristorantino arroccato in collina, un paesaggio incantevole dove i dolci pendii delle colline di Massarosa (Lu) si inseriscono nella piana del lago di Massaciuccoli. L’Oliveta è gestita da Andrea Lucchesi con la moglie Cristina. La cucina è semplice, fatta di prodotti genuini, sapori naturali e

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abbinamenti essenziali. Le specialità derivano da un’attenta combinazione di tradizione e modernità. Lo chef Alessio Codecasa rivisita i piatti tipici della cucina toscana valorizzandoli con aromi, sapori e abbinamenti originali. Per offrire ai propri ospiti momenti piacevoli e coinvolgenti, l’Oliveta organizza periodicamente degustazioni e serate a tema.

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le terre del verde è affari e relax L’hotel agriturismo Le Terre del Verde di Gualdo Tadino (Pg) offre un habitat naturale di straordinaria varietà: boschi, radure, corsi d’acqua, aree attrezzate ed altre remote ed inaccessibili. Di particolare valore il centro congressi di cui dispone. I 550 ettari del complesso, con i suoi 40 chilometri di percorsi e sentieri e gli oltre 20 edifici storici presenti, sono pronti per ospitare i più avanzati corsi di formazione.

il mondo del business sceglie roma eventi Il Centro congressi Roma Eventi appartiene a Palenca Luxury Hotels, il gruppo privato romano che ha già l’Empire Palace Hotel, l’Hotel Art e il Castello della Castelluccia e che ha recentemente acquisito il Grand Hotel Europa a Innsbruck. Fa parte del circuito per turismo d’affari www. internationalctguide.net

a manhattan spopola prosecco lounge bar Belle sorprese per i produttori del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene: la più curiosa è stata la scoperta che a New York esiste un locale trendy, il bar del noto albergo Benjamin nel cuore di Manhattan, divenuto famoso per il “Prosecco Night”. Questo appuntamento è un vero aperitivo all’italiana dove sono presenti una selezione di prosecchi del territorio. L’iniziativa ha subito riscosso un ampio successo tanto che il locale cambierà nome in “Prosecco lounge bar” .


TENDENZE

Al Biondo Tevere da quasi un secolo

Panino Giusto a Malpensa

L’

area partenze della Malpensa ospita il primo locale Panino Giusto Express. Finalmente una risposta “giusta” alle esigenze di quei viaggiatori che, attenti al proprio benessere, non si accontentano di nutrirsi con cibo anonimo di dubbia qualità, ma desiderano gratificarsi con un panino buono e sostanzioso, farcito con materie prime di alta qualità, selezionate fra quanto di meglio offre il mercato italiano e garantite da un marchio noto a livello internazionale. Un nuovo servizio a misura di viaggiatore italiano.

Gusto sorrentino a Tortona

A

Tortona (Al) in via Calvino 4 ha aperto il ristorante che mancava. Gabriella Cuniolo, interior designer, con charme e indiscussa ricercatezza propone il Ristorante Sangiacomo. Nel centro storico, il Caffè si presenta con piccole salette interne e una serra arredate con mobili da giardino che Gabriella Cuniolo vende nei suoi negozi. Con Giuseppe D’Anna, il giovane chef che realizza il ristorante che Gabriella Cuniolo ha voluto per la sua città, un pezzo di Sorrento si trasferisce nella cittadina tortonese. Porta in tavola una cucina mediterranea con piatti campani, dove il pesce è protagonista, ma anche della cucina tortonese, con alimenti che giungono freschi da selezionate aziende agricole e artigiane delle zone di origine. Su www.italiaatavola.net le versioni più ampie dei servizi di queste pagine

Su questa terrazza che si affaccia sul Tevere Elsa Morante e Moravia tra un piatto e l’altro prendevano appunti per i loro romanzi e sul prato che degrada verso la sponda del Tevere Anna Magnani, nel film “Bellissima”, respingeva le goffe avances di Walter Chiari. Sono passati in tanti in questa antica trattoria sul fiume amata da Pasolini, Gassman e tanti altri. Ne ha da raccontare la signora Giuseppina, decana della famiglia Panzironi, ostinata custode della cucina romana verace, in questo locale con grandi terrazze sull’ansa del Tevere, a due passi dalla Basilica di San Paolo. Da quasi un secolo quattro generazioni della stessa famiglia, originaria di Zagarolo, servono tonnarelli alla gricia e all’amatriciana, spaghetti cacio e pepe e alla carbonara, abbacchio scottadito, filetti di baccalà e frittura di paranza. Tutto espresso, fatto al momento, acquistato giorno per giorno al vicino mercato di Testaccio. Il vino è del vigneto di famiglia nei Castelli Romani. Ancora oggi in cucina lavorano le donne di casa, coordinate dall’inflessibile Giuseppina, e ai tavoli consiglia e prende le comande il paziente Lorenzo.

il cuore di genova ospita il 5 stelle bentley hotel Bentley Hotel è il nuovo e originale hotel 5 stelle di Genova, situato nell’elegante quartiere residenziale di Carignano. Il palazzo fu realizzato nel 1929 da Giuseppe Crosa di Vergagni, architetto genovese di nobili origini. Classico e imponente all’esterno, moderno ed elegante negli arredi, il Bentley Hotel di Genova è la location ideale per chi viaggia per affari e per

LOCALI

Roma eat and drink

Very food Ansuini Norcineria storica Era una norcineria famosa, dove papà Fulvio Ansuini custodiva tutti i segreti della lavorazione del maiale. Da pochi mesi con una avveniristica ristrutturazione è divenuto anche un locale per spuntini di qualità, a non più di cento passi dalla Stazione Termini. Accanto al tradizionale bancone della salumeria, è stata allestita una sala accogliente e luminosa per degustazioni e soste golose. Il “Very Food” è stato pensato e realizzato dal figlio Paolo, giovane intraprendente e attento alle tendenze emergenti, ma rigoroso come il padre nella scelta di materie prime di qualità. Famosi i suoi taglieri di salumi, quasi pezzi unici e il vassoio dei “12 formaggi 12” da abbinare alle oltre 100 etichette della cantina in cui finalmente appaiono numerosi vini del Lazio. Ma non solo: dietro una grande vetrata tutte le mattine si può vedere Mastro Cappa, anziano fornaio che impasta, mariella morosi, lavora e cuoce in un ci guida forno a vista. E dopo su novità pranzo si può sempre e mode della ristorazione fare la spesa da portare della capitale a casa. Mariella Morosi

soggiorni e brevi vacanze, anche in famiglia. L’atmosfera luminosa e fresca delle 99 camere esalta l’eleganza dei materiali e i dettagli di lusso, in una sapiente armonia con i colori caldi dei tessuti. Inoltre, il ristorante “Grace” accoglie gli ospiti dell’hotel in un ambiente raffinato, con arredi esclusivi; in più è aperto anche alla città e a tutti i visitatori della città di mare. La cucina unisce i sapori e gli aromi della Liguria ai piaceri della cucina internazionale.

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LOCALI

tendenze

Apre L’Involt in Valchiavenna un po’ dispensa, un po’ cantina A

Verceia, in Valchiavenna, è nato “L’Involt”, tipica espressione dialettale della Valtellina, che definisce quel locale che è un po’ dispensa e un po’ cantina finalizzato alla riqualificazione e alla vendita di prodotti tipici gastronomici. Una “Cantina di un tempo che fu” di oltre 130 mq, ricca di muri a secco e grezzi soffitti

all’interno dei quali scorre una vena d’acqua freschissima che funge da condizionatore naturale costante. Un locale nel quale si avrà l’opportunità di degustare salumi, formaggi, miele, marmellate, biscotti ma, soprattutto, etichette vinicole selezionate valtellinesi e non. La carta dei vini comprende oltre 3.000 bottiglie fra le più rinomate qualità di vino provenienti da variegati Paesi: dallo Sfurzàt allo Champagne, dall’Inferno al Barolo, dal Sassella allo Chardonnay, dal Grumello al Morellino di Scansano, dalle bollicine ai distillati. I vini si potranno ordinare anche al bicchiere

conti di saluzzo è alta cucina a buon prezzo Siamo nel centro di Torino, nel quartiere chiamato San Salvario. Qui, in via Saluzzo, andiamo a conoscere il nostro ristorante che, anche nel nome, non ha voluto tradire l’importanza e il valore della sua ristorazione: i “Conti di Saluzzo”. L’ingresso è sontuoso e accogliente, mentre le sale sono luminose, elegantemente arredate e ricercate anche nei piccoli particolari. Arianna e Renzo Zancaro (nella foto) da anni si occupano di ristorazione: chef lui, dedita all’accoglienza lei. Il ristorante “Conti di Saluzzo”, con ingredienti semplici della cucina tradizionale, esprime una delle migliori ristorazioni piemontesi. Piatti d’eccellenza escono dalle cucine, come l’Insalata di carne cruda alla piemontese, un semplice piatto che concentra il suo valore nell’arte della battitura col coltello della carne e nel regale

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componimento di Arianna che compone, dinanzi all’ospite, la portata. E poi l’insalata di carne cruda all’Albese (nella foto sotto), il vitello tonnato e, quando è stagione, l’Insalata di funghi porcini e l’Insalata di carciofi con parmigiano. Dai primi ai secondi di carne o pesce vale una proposta originale che, facendo risparmiare il ristoratore, fa risparmiare anche il consumatore. Di qui la proposta di applicare un rilevante sconto a coloro che ordinano almeno due porzioni dello stesso piatto. Un’idea interessante. Cinzia Tosetti

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accompagnati da appétizer tipici. L’iniziativa, nata dall’accordo di programma per lo sviluppo economico e la competitività del sistema lombardo promosso dalla Camera di commercio di Sondrio e la Regione Lombardia, prevede la concessione di contributi e l’erogazione di attività formativa finalizzati a riqualificare e rafforzare la rete distributiva del commercio agroalimentare di qualità capace, in parole povere, di coinvolgere l’offerta turistica e l’artigianato tipico tradizionale. “L’Involt” sorge accanto al ristorante “La Trela” dell’Hotel Saligari, dove nascerà un Museo del formaggio, in mezzo a un piccolo giardino dove le rocce, il sasso e il legno la fanno da padrone e ne sono gli elementi dominanti. L’inaugurazione è avvenuta mercoledì 25 giugno alla presenza del titolare Mario Saligari, del sindaco di Verceia, dell’addetto stampa Roberto Carena, degli amministratori comunali della zona, dei produttori e commercianti del territorio. (M.F.)

Hotel Saligari via M.Copes 29, Verceia (So) Tel. 0343 39100 www.hotelsaligari.com


TENDENZE

LOCALI

Devero, 4 stelle (+ una) da business A

Milano Linate e quello di Bergamo Orio al Serio, avendo per riferimento uno dei territori economicamente più dinamici d’Italia. Primo hotel della Devero Costruzioni, società fondata nel 1993 da Roberto Verderio e Mauro De Nardi (fra le maggiori realtà dell’edilizia italiana), l’albergo è innovativo per ospitalità, comfort e servizi progettati, anche su indicazione del direttore Roberto Martini, per soddisfare le esigenze del viaggiatore moderno. Si va da un menu con 5 cuscini a scelta alla ristorazione aperta dalle 12 alle 24 La Lucanda (vedi scheda), dai bagni turchi alle Di cambiamento cromoterapie in c’è solo il contorno: mollte camere non più un locale a (75 camere, 2 suite conduzione familiare e 6 loft a due piani con poche camere di a cui si aggiungerà alloggi, ma una delle a breve una più avanzate strutture alberghiere in Italia. Per il resto lo nuova torre con stile e le sensazioni sono ancora tutte quelle, inconfondili, della “sua” Lucanda che da Osio sotto (Bg) si è trasferita a altre 56 camere), Cavenago (Mi). In più Luca Brasi (nella foto) può contare da un centro sullo stesso staff di sempre (a partire dalla moglie Cinzia) congressi da 400 e su una delle più avanzate cucine realizzate in Italia. Anzi persone a 150 4 cucine (quella comune di preparazione, quella della pasticceria, quello del ristorante stellato e quella del locale dell’hotel…). Il tutto per favorire la ricerca e la creatività, le vere motivazione che hanno portato lo chef bergamasco ad abbandonare l’attività di lavoratore autonomo per passare a “dipendente” di un gruppo che ha deciso di investire proprio sulla sua persona, mettendolo al riparo dalle incombenze di tipo amministrativo. A Luca Brasi la proprietà ha in particolare affidato la gestione di tutta risorazione della struttura, da “La Lucanda” a Il Dodoci/24 (quick restaurant dinamico e informale, con una cucina leggera e gustosa, con un servizio continuativo da mezzogiorno a mezzanotte), dal servizio di Banqueting fino a 300 persone al sofisticato Lounge bar.

ffari e piacere. Lusso controllato, servizi, tecnologia e alta cucina. Sta in queste sintesi la carta d’identità del nuovo quattro stelle executive, il Deverohotel di Cavenago Brianza (Mi), che si presenta come uno dei più innovativi alberghi per il business e fa da nuova cornice a “La Lucanda”, il rinomato ristorante stellato Michelin guidato dallo chef Luca Brasi. All’uscita dal casello dell’A4 (da cui sembra lontana anni luce per una perfetta insonorizzazione), la struttura è situata tra l’aeroporto di

posti auto e box blindati. A tutto ciò si aggiunge un ristorante stellato del calibro de “La Lucanda”, che fa salire a 5 le stelle della struttura. Stelle che in realtà potrebbero salire a 6 considerando la chicca dello straordinario bordolese Donna Marta, della cantina Le Mojole di Marta Mondonico, moglie di Roberto Verderio, non a caso nella ricercata carta dei vini proposti da Luca Brasi. (A.L.)

Devero Hotel srl - La Lucanda largo Kennedy 1, Cavenago Brianza (Mi) Tel 02 95335412 - 02 95335268 www.deverohotel.it - info@deverohotel.it

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APPUNTAMENTI

fiere e concorsi

TriestEspresso 2008 La città pronta per la kermesse che riunisce i volti dell’oro nero

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rieste è sinonimo di caffè dal 13 al 15 novembre 2008: ritorna infatti “TriestEspresso Expo”, il più importante evento B2B sulla filiera dell’industria del caffè espresso. La fiera specializzata biennale, che Fiera Trieste Spa in collaborazione con l’Associazione caffè Trieste organizza nel comprensorio fieristico di Trieste, sta per registrare il tutto esaurito. L’appuntamento, ormai diventato punto di riferimento mondiale per tutti i soggetti della filiera e che ha ricevuto la qualifica di Internazionale, è momento imperdibile di incontro per i maggiori produttori europei che hanno già occupato gli oltre 5.500 mq dei piani terra dei padiglioni fieristici (il totale delle aree è di 8.000 mq). Non è un caso che nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia

si sia sviluppato questo settore. Nel solo territorio provinciale il comparto fattura quasi 500 milioni di euro. A Trieste sono insediate 54 unità locali che danno lavoro ad oltre 800 persone. Il porto è il primo scalo del Mediterraneo con un traffico di caffè che comprende ben il 15% dell’intera filiera nazionale. Proprio Trieste ospita il Distretto del Caffè che, grazie alla sua vetrina più illustre rappresentata dal “TriestEspresso Expo”, vuole far conoscere i propri obiettivi che si concretizzano con la collaborazione tra caffè e ricerca, nel portare avanti progetti innovativi con l’Università di Trieste e le diverse realtà scientifiche giuliane e nel contribuire a sviluppare gli aspetti legati alla logistica e ai

prodotto del sottobosco e conta su oltre 15.000 presenze certificate. Nel tempo ha raggiunto un forte risalto nazionale, puntando su una programmazione originale degli eventi correlati e sull’offerta di produzioni di alta qualità.

al sial un’italia forte

a corte di re porcino Profumo di funghi e d’autunno ad Albareto (Pr)! Torna la Fiera nazionale del Fungo Porcino, in programma dall’11 al 14 settembre. Per quattro giorni consecutivi, il fungo acquista il carattere di evento in sé, festeggiato ma anche festa di sapori in un luogo che considera il porcino una parte importante della propria storia, specialmente da quando ha ottenuto la certificazione Igp. Giunta alla sua tredicesima edizione, la Fiera di Albareto è oggi considerata la più importante manifestazione dedicata al prezioso

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L’Italia è il Paese, dopo la Francia, maggiormente rappresentato al Sial, il Salone internazionale dell’alimentazione che si svolgerà dal 19 al 23 ottobre presso il quartiere fieristico di Paris Nord Villepint. Nel 2006 i nostri espositori all’evento biennale sono stati 730 e i visitatori 4.801, cioè il 9% di quelli provenienti dall’Europa. Chi sono gli espositori italiani del 2008? I 28 nuovi nostri espositori rappresentano bevande, conserve, gourmet, alimentari, ingredienti biologici, dietetici, lattiero-caseari, dolciari, surgelati, gastronomici, vini, pollame e selvaggina. Per la prima volta parteciperà anche il “Consorzio Italia del gusto” che raggruppa una ventina di aziende private alimentari. (M.F.)

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traffici portuali. L’edizione 2008 del “TriestEspresso Expo”, non a caso, si aprirà il 12 novembre alla Stazione Marittima con un convegno sul tema “Il mercato mondiale ed il futuro della produzione caffeicola”, che vedrà la partecipazione dei più importanti produttori di caffè verde e illustri relatori. Nel 2007 le importazioni italiane di caffè sono ammontate a 7.402.301 sacchi, con un incremento del 6,78% rispetto all’anno precedente. Sempre nell’anno scorso le esportazioni di caffè tostato sono state di 1.935.035 sacchi con un incremento dell’11,23% sull’anno precedente. Se si considera che nell’anno 2000 le esportazioni di tostato erano di 987.000 sacchi circa, si è registrato un raddoppio in soli sette anni. Sempre nel 2007, per quanto riguarda gli sdoganamenti del chicco nero, il porto di Trieste è risultato il primo tra gli scali italiani con il 27,16%, seguito da Savona con il 25,67% e quindi da Genova con il 14,84%.

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APPUNTAMENTI

FIERE E CONCORSI

Turismo goloso, asso nella manica svizzera L

a propensione dell’Italia verso il turismo enogastronomico è giustificata oltre che dall’unicità dei paesaggi e delle città d’arte, anche da un’efficiente offerta di strutture ricettive nonché da una notevole varietà e qualità delle produzioni tipiche. Un nuovo modo di viaggiare che sta conquistando un numero sempre crescente di turisti. Da queste premesse, il Comitato organizzatore ha deciso di invitare al prossimo Salone internazionale Svizzero IViaggiatori (30 ottobre-2 novembre) i rappresentanti della filiera enogastronomica italiana, da anni protagonisti indiscussi della

manifestazione. L’Osservatorio internazionale del Turismo enogastronomico rileva che il cosidetto “shopping del gusto” pesa sulla scelta della destinazione per circa 2/3 dei turisti sia italiani che internazionali. Il giro d’affari si aggira intorno ai 2,5 miliardi di euro, coinvolgendo circa 338mila vacanzieri con un aumento del 30% rispetto al 2006. Dati incoraggianti dunque, supportati anche dal forte interesse del mercato svizzero verso l’Italia. Al Salone quindi vedremo aziende agricole, consorzi, cantine vitivinicole e altre realtà produttive.

calendario completo su www.italiaatavola.net

5-8 settembre Milano Macef Salone internazionale della casa www.macef.it 6-8 settembre Villa dei CedriValdobbiadene (Tv) Enoteca&Mostra Benvenuto&Buongusto Forum Spumanti d’Italia www. forumspumantiditalia.it 7-9 settembre Londra (Uk) Speciality Fine Food Fair Salone internazionale del food&beverage 9-12 settembre Parigi (Francia) Space

AGENDA

Salone europeo dell’allevamento www.space.fr 11-14 settembre Bologna Sana Salone internazionale di alimentazione naturale, salute e ambiente www.sana.it 14 giugno-14 settembre Saragozza (Spagna) Expoagua Esposizione internazionale di acqua e ambiente www.expozaragoza2008.es 11-15 settembre Pavia Autunno Pavese Doc Mostra mercato alimentare www.autunnopavesedoc.it

sigep, un dolce spettacolo da 30 anni Per festeggiare al meglio il prestigioso traguardo dei 30 anni, Rimini Fiera sta impegnando risorse importanti per la prossima edizione del Sigep (17-21 gennaio 2009). Molto interessante l’evento “Il Gelato in Tavola’”, concorso internazionale a squadre che assegnerà il Premio Enzo Vannozzi. Sono previste 8 nazioni in gara e ogni squadra sarà composta da un capitano, un gelatiere artigiano e uno chef di cucina. Il goloso evento si svolgerà nelle giornate di domenica 18 e lunedì 19 gennaio.

settembre - ottobre

13-21 settembre Bari Agrimed Salone specializzato dell’agricoltura www.fieradellevante.it 23-26 settembre Mosca (Russia) The Royal Show Salone internazionale del food www.worldfood-moscow. com

Hogatec Salone di sistemi e attrezzature per l’hotellerie www. hogatec.de 3 ottobre Brescia Salami e Salumi Rassegna nazionale dei salami e salumi italiani www.mantovaexpo.it 3-5 ottobre Mantova Borsa dei laghi Rassegna internazionale dei laghi d’Italia www.borsalaghi.it

23-28 settembre San Vito Lo Capo CousCous Fest Rassegna internazionale di cultura ed enogastronomia 10-12 ottobre del Mediterraneo Castegnato (Bs) www.coucousfest.it Franciacorta in Bianco Rassegna nazionale 28 settembre-1 ottobre lattiero-casearia Düsseldorf (Germania) www.franciacortainbianco.it ITALIA A TAVOLA NETWORK - luglio/agosto 2008

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APPUNTAMENTI

fiere e concorsi

Il Bontà fa il pieno di novità A novembre eccellenze in mostra C

resce l’attesa per la quinta edizione de Il BonTà, il Salone delle eccellenze enogastronomiche artigianali (8-11 novembre 2008), e cresce soprattutto da parte di ristoratori e distributori, che quest’anno si troveranno di fronte ad oltre 250 espositori selezionati tra i migliori produttori italiani. Molte le novità, a partire dal terzo appuntamento con il “Cheese of the year”, il campionato mondiale di formaggi che ha già visto sfilare in passerella le specialità di Francia, Svizzera, Spagna, Grecia, Messico, Repubblica Slovacca, Croazia e naturalmente Italia. Una sfida molto sentita dalle aziende, perché riuscire a trionfare a Cremona significa mettere

i propri prodotti sotto i riflettori in una manifestazione che vede la partecipazione di migliaia di ristoratori e distributori in cerca di novità. Questo è l’obiettivo principale della fiera: mettere in contatto le piccole e medie aziende dell’agroalimentare nazionale con la ristorazione e la distribuzione italiana ed estera per percorrere nuove strade commerciali con le proprie produzioni. L’altra grande novità è l’ampliamento della sezione espositiva dedicata alle attrezzature professionali per la ristorazione lanciata l’anno scorso e subito molto apprezzata dagli operatori del comparto, che scoprono a Cremona tutte le novità del mercato,

dal pentolame alle affettatrici, dall’abbigliamento ai forni e robot e alle cucine professionali. Secondo dati AssofoodtecAnima, le previsioni per il 2008 delle attrezzature sono in forte crescita: per le affettatrici e i tritacarne professionali, per esempio, è prevista una produzione in aumento del 9,4% per un valore di 245 milioni di euro, mentre per le macchine da caffè che troviamo in ogni bar e ristorante si annuncia un aumento della produzione dell’8% per un valore di 360 milioni di euro. Senza contare pentole e padelle. Ogni piatto, infatti, deve essere preparato con gli strumenti più adatti alle caratteristiche degli ingredienti e al metodo di cucina, e a Il BonTà gli chef potranno trovare tutto ciò che non deve mancare in una cucina moderna e funzionale.

ricca tavola di eventi Questo è il segreto del successo de Il BonTà: aver saputo riunire in una formula fieristica originale e innovativa sia gli operatori professionali sia i gourmet, entrambi coinvolti da un’esposizione di tutto il meglio dell’agroalimentare nazionale ma anche da una serie di eventi che si arricchiscono di anno in anno; concorsi, presentazioni, seminari e oltre 10 ore di degustazioni guidate al giorno.

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FIERE E CONCORSI

Hotel in ottima forma Per l’edizione 2008 si prospettano nuove idee per un successo dinamico

H

otel 08, fiera internazionale specializzata per alberghi e gastronomia, sarà nuovamente in scena a Bolzano dal 20 al 23 ottobre. Oltre il 90% della superficie espositiva a disposizione è già occupata. Molti gli espositori che, soddisfatti del successo riscosso dall’edizione 2007, visitata da 17.200 operatori, hanno rinnovato la loro presenza anche per l’autunno 2008. Tra questi, Renato Dalla Zanna, amministratore delegato della Enoelite, che, soddisfatto, afferma: «Hotel è la vetrina di prodotti e competenze del settore e svolge un ruolo sempre più significativo anche per le aziende espositrici.

La fiera specializzata bolzanina riveste sempre maggior importanza, poiché permette di avviare nuovi contatti commerciali e di convincere in loco il cliente della qualità di un determinato prodotto». All’edizione 2008 parteciperanno le scuole di formazione per l’attività alberghiera e presenteranno la loro vasta offerta formativa in questo settore in Alto Adige. Consolidata anche la collaborazione con le associazioni alberghiere, in particolare con l’Unione albergatori e pubblici esercenti. Anche quest’anno,si ripete il connubio con “Autochtona”, il forum dei vini autoctoni.

APPUNTAMENTI vinalia a benevento Dal 4 al 10 agosto, nel centro storico e nel castello medievale di Guardia Sanframondi (Bn), torna Vinalia, la rassegna enogastronomica promossa dal Circolo Viticoltori ed organizzata dal Comitato Vinalia e tesa alla promozione dei prodotti tipici ed alla valorizzazione del territorio. L’iniziativa taglia il quindicesimo traguardo e mette in vetrina una trentina d’aziende, in buona parte del comparto vitivinicolo, ma non mancano quelle che presentano salumi, biscotti, oli, formaggi, funghi, miele, marmellate e gastronomia. Per un momento che non riguarda solo un’offerta variegata e di qualità, ma soprattutto idonea a far incontrare cultori, interessati e anche semplici curiosi con i produttori. Per questo Vinalia nel tempo ha consolidato la caratteristica di appuntamento proficuo non solo per degustare, ma anche per creare un contatto diretto con chi ogni giorno impegna energie in questa attività.

Gusti di frontiera Gorizia chiama Italia

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lla nuova edizione dei “Gusti di frontiera”, la manifestazione dedicata alle contaminazioni della tavola, sbarca il meglio della tradizione culinaria italiana. Forte del consenso e del riscontro in termini di pubblico gradimento, quest’anno Gusti di frontiera, manifestazione che trasforma Gorizia in un ponte tra le culture a tavola, non pone limite alla contaminazione, invitando tutte le tradizioni culinarie d’Europa e aprendo le porte alla più prestigiosa delle debuttanti: il meglio della produzione delle venti regioni italiane in tutta la loro straordinaria varietà. Da venerdì 26 a domenica 28 settembre la città si inebria di profumi e colori: ancora una volta ci saranno vini, bevande e cibi tradizionali provenienti dall’Italia (e in particolare dal Friuli Venezia Giulia), dall’Austria, dalla Germania, dai Paesi balcanici, dalla Slovenia, dall’Ungheria; di nuovo dalla Francia e anche dalla Spagna. Da quest’anno “Gusti di frontiera” comincia la prestigiosa collaborazione con l’Unione dei ristoranti del Buon Ricordo, il “must” della ristorazione nazionale.

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turismo

I territori si organizzano il paradiso al weinegg

Seguendo la Strada

si trovano i tesori dell’Alto Adige

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a Strada del vino dell’Alto Adige è la più antica d’Italia, inaugurata nel 1964, e attraversa i comuni di Nalles, Andriano, Terlano, Bolzano, Appiano, Caldaro, Termeno, Coprtcaccia, Magrè, Cortina, Salorno, Egna, Ora, Montagna e Vadena. Numerose sono le emozioni

15 comuni in festa Un evento eccezionale quello che ha interessato 15 comuni vitivinicoli della Strada del vino, che per la prima volta e per un mese intero sono divenuti teatro di appuntamenti. “Vino in Festa 2008” si è concluso poi con una speciale Notte delle Cantine, lo scorso 14 giugno. 35 tra le più storiche cantine hanno aperto le loro porte, visitabili grazie a un organizzato servizio di trasporto attivo tutta la serata. Un inebriante tour da Bolzano ad Appiano, da Magrè a Terlano, a Caldaro e così via. Affascinanti, per citarne alcune, le visite al lume di candela al Vigneto Stroblhof, alla tenuta di Dominikus Morandell, all’Enoteca di Peter Solva e al Vigneto Clemens.

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che regalano i paesaggi, i vigneti, i profumi e i vini dell’area turistica di Bolzano e dintorni. Regine incontrastate di questa zona sono le varietà enologiche autoctone: dal Gewürztraminer di Termeno allo Schiava del lago di Caldaro, dal Lagrein al Santa Maddalena, dal Pinot bianco al Riesling al Müller Thurgau. Di conseguenza è ricchissima la presenza di cantine e di sentieri del vino. Ma la Strada del vino (www. stradelvino.info) significa non solo buona cucina e ottimo vino ma anche natura splendida e accogliente per tutti gli amanti dello sport e dell’attività all’aria aperta. Non si contano le attività da poter svolgere sia per gli sportivi che per chi preferisce escursioni più rilassanti. In bicicletta, a piedi praticando il nordic walking, in moto, al galoppo, sott’acqua: sono queste ed altre le mille forme per godersi il paesaggio e la terra che si percorre lungo la Strada. Mete di particolare attrazione sono certamente il lago di Caldaro con la sua estensione di 1,55 kmq e la sua profondità di appena 4 metri e il suo nuovo lido tutto da vivere, e

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I meravigliosi vigneti altoatesini le danno il nome. Al Wellness Hotel Weinegg (5 stelle) si trovano riposo ed esperienze che meritano di essere vissute ed amate, come la cucina squisita del Ristorante L’Arena o la calorosa ospitalità. A Cornaiano, nel cuore della Strada del vino, la deliziosa struttura è dotata di un Centro Benessere davvero speciale: Wellviva è un mondo di trattamenti realx, saune, piscine e massaggi. Fuori, un panorama mozzafiato e un giardino in cui perdersi. www. weinegg.com

ancora il lago di Monticolo (grande e piccolo), oppure Terlano con la sua natura in equilibrio tra avventura e divertimento. Infinite e ben praticabili sono anche le piste ciclabili che, come una matassa, si “srotolano” lungo tutta la Strada e persino nei centri abitati metropolitani come Bolzano stessa. Non si contano poi le aree verdi e i parchi dove sostare, riposare e divertirsi. Per chi ama l’arte è imperdibile una visita (di almeno una giornata!) al nuovo “Museion” di Arte Moderna e Contemporanea di Bolzano, un vero capolavoro di architettura, di ecosostenibilità e di aggregazione che diventa un “contenitore” immenso di stimoli creativi e strumenti di lettura del nostro presente. (G.N.)


i territori si organizzano

Carpi Grand Gourmet Cena per palati fini I

l 26 settembre torna Carpi Grand Gourmet, cena evento dedicata ai turisti dal palato fine e agli appassionati gourmet, che si svolge nella suggestiva cornice di Piazza Martiri, una delle più belle piazze d’Italia, all’ombra dell’originale Porticolungo che delimita la piazza, vero cuore e salotto di Carpi. La quarta edizione di Carpi Grand Gourmet (che ogni anno vede protagonisti, a vario titolo, diversi tra i più noti e qualificati personaggi dell’enogastronomia del

nostro Paese) proporrà un menu realizzato dai fratelli Marcello e Gianluca Leoni, coadiuvati da alcuni tra i più qualificati ristoratori locali: i titolari del ristorante “Il Sole” di Trebbo di Reno (Bo) saranno chiamati a ideare e realizzare piatti all’insegna della rivisitazione della tradizione del territorio e di cui saranno protagonisti il Parmigiano reggiano, l’Aceto balsamico tradizionale, il Lambrusco, il maiale, le paste ripiene. Promossa dall’assessorato all’Economia del Comune, realizzata con il patrocinio della Fondazione Cassa di risparmio di Carpi e con il contributo di Angelo Po, Italcarni, Gruppo ArgentaDorando, Radio Bruno, l’evento avrà tra l’altro come ospiti d’onore ben 70 membri dell’Associazione professionale cuochi italiani provenienti da tutta Italia.

turismo chiara soldati ancora alla guida del vino piemontese Il Movimento turismo del vino Piemonte ha rinnovato le cariche sociali per il triennio 20082011 presso l’antica Tenuta Marchesi di Barolo. Al termine dell’assemblea si è svolta l’elezione dei consiglieri. Poi, all’unanimità, il consiglio ha riconfermato nel ruolo di presidente Chiara Soldati che ha così commentato la sua rielezione: «Sono particolarmente grata dell’apprezzamento che mi hanno dimostrato gli associati. Questa mia rielezione e’ per me un ulteriore stimolo nel proseguire il cammino intrappreso nel precedente mandato. Auspico per il futuro la nascita di nuove sinergie che possano portare alla collaborazione territoriale e regionale dei molteplici soggetti che operano nel settore enoturistico».

Città più vivibili

Copenhagen in, Italia out

È

Copenhagen la città più vivibile al mondo, secondo una classifica stilata dal mensile britannico “Monocle”. Al secondo posto c’é Monaco di Baviera, al terzo Tokyo. Nessuna città italiana figura nella lista di 25 nomi: Genova è la prima delle non elette. La classifica riguarda le città dove si vive meglio da residenti, indipendentemente dal fascino storico, culturale o turistico. Copenhagen guida la classifica per la qualità di trasporti, scuole, ospedali, cultura e ristoranti e per la bassa criminalità. Monaco di Baviera (in testa l’anno scorso) secondo Monocle dovrebbe avere un collegamento più rapido con l’aeroporto. Tokyo rimane la megalopoli più vivibile al mondo, dove tutto funziona alla perfezione. Seguono in classifica Zurigo (4), Helsinki (5), Vienna (6), Stoccolma (7), Vancouver (8), Melbourne (9), Parigi (10), Sidney (11), Honolulu (12), Madrid (13), Berlino (14), Barcellona (15), Montreal (16), Fukuoka (Giappone) (17), Amsterdam (18), Minneapolis (19), Kyoto (20), Amburgo (21), Singapore (22), Ginevra (23), Lisbona (24), Portland (Oregon, Usa) (25). Mancano dalla classifica New York e Londra, ritenute troppo caotiche e costose, e mancano del tutto città italiane.

la senesità dimora anche a tavola Un’indagine a tutto tondo quella condotta dall’Assessorato al turismo di Siena. E rivela una cucina che punta molto sui sapori della tradizione ma che cerca di rinnovarsi per qualificare l’offerta turistica, analizzando i ristoranti che propongono menu tipici senesi. L’indagine, partita a fine settembre 2007 e conclusa nel marzo 2008, ha coinvolto 104 attività delle 138 contattate di cui il 78% ubicato nel centro storico. «Una ricerca che cerca di entrare più a fondo nella ristorazione tipica senese e va a cogliere i lati più umani di un’attività che spesso coinvolge interi nuclei familiari» commenta il sindaco di Siena Maurizio Cenni. «I dati sono raccolti nella brochure “A tavola nei ristoranti di Siena” ed anticipa l’uscita del ricettario sulla cucina senese realizzato con la collaborazione degli chef dei ristoranti» dice l’assessore al Turismo Donatella Cinelli Colombini. ITALIA A TAVOLA NETWORK - luglio/agosto 2008

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turismo

I territori si organizzano

Andar in Terre di Faenza

Una gustosa Strada del Sangiovese da percorrere e scoprire in tanti eventi

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ungo la Strada del Sangiovese alla scoperta dei tanti eventi enogastronomici: Calici di Stelle (10 agosto), il Palio della Botte (2931 agosto), la Sagra Provinciale dell’Uva (18-21 settembre), la Fiera Enologica e del Prodotto Tipico (21-23 novembre). Le strade che attraversano le “Terre di Faenza” sono armoniose e panoramiche, in un continuo saliscendi tra viti e ulivi. Ottime per escursioni a piedi, in bicicletta, a cavallo o in motocicletta alla ricerca di scorci e bellezza architettoniche e naturalistiche. Fra queste strade panoramiche ve ne è una più “gustosa” delle altre: è la “Strada del Sangiovese”, Strada dei vini e dei sapori delle Colline di

Notte bianca a Cavriana In piazza, nel castello e nel bosco

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estate di Cavriana (Mn) si illumina di un grande evento: la Notte Bianca del 12 luglio, memorabile, dedicata all’arte, alla musica, al teatro, alla cultura, alla poesia. In una magica atmosfera, il paese diventerà palcoscenico naturale per una serie di spettacoli gratuiti per tutti, giovani e giovanissimi, ma anche per le famiglie. Sarà la musica ad aprire la serata: musica sinfonica e musica sacra. Ecco che il parco intorno al castello diventa, per una notte, un bosco incantato; le antiche mura del castello sono un grande palcoscenico per uno spettacolo teatrale; il giardino di Villa Mirra è un salotto dove si diffondono frizzanti note di musica swing. Anche la Pieve farà da sfondo ad un importante spettacolo di prosa. Antico e moderno si fondono in piazza San Sebastiano, dove la piccola chiesetta fa da cornice. Un

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programma ricco e variegato, in cui trovano posto anche la commedia dialettale, la cultura grazie all’apertura straordinaria notturna dei musei e l’arte, con una mostra collettiva di opere contemporanee, commentate dagli stessi artisti, che si snoderà per le vie del paese. Il culmine al rivellino del castello, aspettando l’alba con la musica d’autore. Tanto spettacolo che si arricchisce di magie ed emozioni, di entusiasmo e di antiche suggestioni. Un’emozione da ricordare.

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Faenza. Percorrendo questa strada del gusto fra agosto e novembre sono molteplici gli appuntamenti enogastronomici. La Strada dei vini e dei sapori delle Colline di Faenza è entrata a far parte di Romagna Terra del Sangiovese, che riunisce quattro Strade dei vini e dei sapori delle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e del circondario di Imola. La Strada riunisce una settantina di produttori di vino, ristoranti, agriturismi e alberghi e interessa i comuni di Faenza, Brisighella, Casola Valsenio, Riolo Terme e Castelbolognese, intersecando in successione le valli dei fiumi Marzeno, Lamone, Senio, fino ai confini con la Romagna-Toscana (il versante romagnolo del Mugello).

sardegna e corsica unite le isole dei tesori Sardegna e Corsica, due bandiere e due popoli separati dalle Bocche di Bonifacio, si offrono al turismo internazionale insieme. Le province di Nuoro e di Bastia hanno infatti trovato un’intesa comune per governare la modernità del turismo di qualità offrendo ciò che di comune hanno le due isole, dal mare di cristallo ai paesaggi mediterranei fino alle eccellenze enogastronomiche. Nasce così un’articolata operazione comune che coinvolge hotel, strutture ricettive, ristoranti tipici e compagnie marittime delle due isole “sorelle”. Già attivo un collegamento Bastia-Olbia e viceversa, operato da CorsicaSardinia Ferries. L’intero bacino corso-sardo offrirà il prodottomare, terre aspre e affascinanti, siti archeologici. Molto comuni anche le ritualità legate ai cibi. Basti pensare alla lavorazione dei formaggi di pecora e di capra, alla cottura della selvaggina e del pesce, all’uso della ricotta e del miele nei dolci. (M.M.)



CIRCOLI

ESPERTI E APPASSIONATI

Franciacorta in bollicine 31 confraternite riunite S

ono stati quasi duecento, per un totale di 31 confraternite rappresentate, i partecipanti alla 17a edizione di “Le bollicine in Franciacorta”, il raduno interregionale organizzato ogni anno dal Circolo enogastronomico La Franciacorta con sede a Rovato (Bs). Da programma il trasferimento alla sede della Cantina Bosio a Nigoline di Cortefranca: una cantina che richiama le vecchie case di campagna, ma che è stata studiata

Clusane. Nel menu non è mancato il tipico filetto di tinca al forno con polenta. Al termine è stata donata a tutti i partecipanti una bottiglia di Franciacorta Docg. Soddisfatti, dando il saluto conclusivo, il presidente nazionale della Federazione circoli enogastronomici Mario Santagiuliana (nella foto terzo da destra) il presidente del Circolo La Franciacorta Francesco Maffezzoli, la segretaria Ada Castellani e il vicesindaco di Rovato Eligio Costanzi (nella foto a sinistra). (R.V.)

Maggio rhodense Un cena medevale da gustare al massimo

XI Capitolo Acquavitieri

S

L’

i è ripetuto il successo della cena medievale che conclude in festa le manifestazioni del “Maggio Rhodense”. Nata da una idea del Club “Rho a tavola”, tre anni fa, e realizzata con la determinante collaborazione della Famiglia Rhodense, la cena è già entrata nella tradizione della città con una sempre ampia partecipazione di cittadini. Erano infatti oltre 150 i cittadini che hanno riempito l’ampio salone della “Cascina al Pozzo” accogliente, prestigioso ed esclusivo circondato dal verde, con caratteristico cortile e pozzo, sito in via Leopardi. La serata è stata aperta dalla sfilata dei componenti della Famiglia rhodense, nei loro sfavillanti costumi che hanno riempito di colore il cortile , arricchito anche dai paludamenti dei componenti del Club Rho a tavola e dell’Accademia dei “Bruscitt”, circolo enogastronomico di Busto Arsizio.

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in tutti i particolari tecnici per una ottimale vinificazione e conservazione delle bottiglie. Poco più di venti gli ettari vitati in proprietà e per ora centomila le bottiglie vinificate, l’80% Franciacorta Docg nelle tipologie Brut, Satèn, Extra Brut e Rosé. Il Franciacorta Brut Docg Bosio è piaciuto molto, così come il rosso Zenighe, un cru Terre di Franciacorta Rosso Doc affinato in barrique. Durante la sosta alla cantina Bosio i buongustai hanno potuto apprezzare anche i salumi della Cascina Baitone con sede a Zocco di Erbusco e le marmellate, le salse e la celebre cotognata di Roberto Andrini con sede a Cottolengo, che presto aprirà un punto vendita a Brescia in via Contrada Cavalletto. Il pranzo sociale si è svolto sulle rive del lago d’Iseo, al ristorante “Aquarium” di

Stile, gusto e tecnologie i temi clou undicesimo Capitolo della Corporazione Acquavitieri Italiani guidato dal gran maestro Gianfranco Berta ha ammesso altri 17 cavalieri nel corso di una cerimonia resa spettacolare dagli sbandieratori del Palio di Asti e dalla coreografia della cantina a Casalotto di Mombaruzzo

in 200 per la patata Oltre 200 presenze per la serata dedicata alla Patata di Bologna promossa dall’Emerita Confraternita. L’evento, organizzato nell’Anno Internazionale della Patata indetto dalla Fao, ha visto il presidente Giovanni Leporati consegnare il titolo di soci onorari a personalità di spicco: Giancarlo Mazzuca, Gian Carlo Sangalli, Virginiangelo Marabini, Tiberio Rabboni, Luciano Torreggiani, Ennio Pizzoli.

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dove si stagionano le grappe dei fratelli Berta. Tra i nuovi cavalieri Vittorio Missoni, contitolare della casa di moda di famiglia, Giuseppe Sbalchiero, Mariano Frey e Francesco Micheli. Il primo giapponese ad entrare nella corporazione è Toyoo Tamamura. Altri nuovi cavalieri sono il produttore di Passito a Pantelleria Calogero Mannino, Vanni Cornero, Carlo De Martini, il ristoratore Mauro Frediani e l’enotecaro Giorgio Cotti, Bruno Libralon vice-presidente dell’Icif.


ESPERTI E APPASSIONATI spiedi & grigliate alla cantalupa per i buongustai di bg La cena ideale in una calda serata estiva, a base di carni di ottima scelta fatte alla griglia, a bordo di una fresca piscina. Questo lo scenario che ha accompagnatao la cena a tema “Spiedi & Grigliate” al ristorante “Cantalupa da Vittorio” a Brusaporto (Bg) per il Club dei Buongustai di Bergamo. Vitello, manzo, pollame e maiale sono stati serviti al fresco del giardino del ristorante, preceduti da un gran buffet all’italiana. A chiusura, frutta e dolci al cucchiaio. Il tutto abbinato alla birra alla spina “Chouffe”, ovvero la Rolls-Royce delle birre.

CIRCOLI

Cenacolo pavese in tour Protagonista di una visita gustosa al Castello delle Regine in Umbria

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ondato nel 1972, il “Cenacolo pavese del vino” (presidente Toto Molina), è un’associazione enogastronomica che riunisce esperti ed appassionati di buoni cibi abbinati a ottimi vini. Nel corso di un recente viaggio culturale in Umbria, i soci del Cenacolo, una trentina in tutto, hanno potuto visitare numerose località turistiche (Orvieto, Spoleto, Foligno, Bevagna, Greccio, Cascata delle Marmore), ma hanno potuto anche conoscere una delle più rappresentative aziende vitivinicole dell’Umbria, il Castello delle Regine, nel territorio di Amelia (Tr).

Qui hanno visitato l’impianto di vinificazione, la barricaia, l’allevamento delle chianine, vigneti ed oliveti, l’agriturismo, finendo la giornata nel ristorante Podernovo, dove i cibi sono stati accompagnati dai vini dell’azienda. Hanno molto ben impressionato soprattutto il Merlot Igt 2004 in purezza e il rosso Selezione del fondatore 2002, da uve Sangiovese grosso con maturazione in barriques, di grande equilibrio e promettente longevità. Hanno illustrato l’azienda e i vini il direttore generale Maurizio Ghiori e Renzo Merli, pavese, responsabile clienti Italia. (R.V.)

Via dei sapori

Il Friuli apre il suo scrigno

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iaggio goloso attraverso il Friuli-Venezia Giulia, la cui cucina è forse il più complesso e antico melting pot culinario italiano frutto dell’intreccio e della sovrapposizione delle tradizioni gastronomiche mitteleuropea, slava, latina, veneta, friulana, che si è tenuto a Palazzo Castiglioni e nella sede del Circolo del commercio di Milano. Portabandiera del livello di eccellenza dell’enogastronomia regionale è “Friuli-Venezia Giulia Via dei sapori”, che dai monti della Carnia al mare di Muggia, Trieste e Grado propone quanto di meglio offre questa terra, da sempre punto d’incontro e scambio fra civiltà e culture mediterranee e centroeuropee. Venti ristoranti affiancati da altrettanti vignaioli e altre otto eccellenze che comprendono il San Daniele, il Montasio di Codroipo, le mele del Friuli, i salumi d’oca, i distillati della Nonino, i caffè, oltre agli artigiani specialisti nel fuoco a legna e nei coltelli di Maniago, sono stati presentati dal presidente di “FVG Via dei sapori” Walter Filiputti e dal friulano doc Bruno Pizzul. Novità: una Card per aprire lo scrigno del gusto, che agevola i fruitori nella scelta dei prodotti e nelle visite guidate sul territorio. (M.F.)

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libri

GolaGustando “mangia” l’Italia Marco Marucelli è il curatore della Guida “GolaGustando” edizione 2008. Tra le principali novità di questa edizione, che ha un costo di copertina di 12 euro, si evidenzia l’arricchimento di immagini e di colore per renderla ancora più pratica e di immediata consultazione. L’innovativa presentazione delle regioni propone le aree regionali italiane partendo dalle isole per risalire al nord e raggiungere la Valle d’Aosta; l’arricchimento delle pagine contenenti la segnalazione delle principali manifestazioni folcloristiche ed enogastronomiche a cadenza annuale di ogni regione suddivise per provincia; interessanti nominativi di ristoranti che, per motivi di tempo, non sono stati ancora sufficientemente valutati per essere inseriti con una migliore descrizione tra le eccellenze/emergenze ristorative della guida.

Bon ton, a portata di lettura e gusto A tutti i lettori curiosi di riscoprire le classiche norme di comportamento che da sempre sono indice di bon ton, il volume “Il bon ton in 4e4’otto” edito da L’Airone (128 pagine, 7 euro) offre una serie di indicazioni chiare e puntuali: presentazioni e saluti, visite di cortesia e feste, cene al ristorante e viaggi, luoghi di lavoro e di intrattenimento, occasioni informali e cerimonie. Un libro istruttivo e interessante.

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carta & web

Elogio delle frattaglie le ricette lombarde 3

50 ricette di Roberta Schira e Franco Cazzamali per cucinare le frattaglie, il “quinto quarto” ancora troppo spesso misconosciuto. Le frattaglie, il cosiddetto “quinto quarto”, termine che indica tutte le parti che non derivano dai tagli di carne più diffusi, non godono di grandissima reputazione in cucina; si dice siano grasse e indigeste, ma la realtà è ben diversa. Si tratta invece di un mondo ricco di sapori e varietà, che consente la preparazione di decine e decine di ricette. Ed ecco che Roberta Schira, scrittrice e appassionata gourmet, insieme a Franco Cazzamali, considerato il re dei macellai padani, hanno raccolto in un volume 350 ricette scelte fra quelle tradizionali e quelle d’autore. Certo, alcune ricette hanno nomi che possono lasciare perplessi: lingua alla scarlatta, sangue

Dolce tradizione tutta napoletana

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l babà, la pastiera, la sfogliatella, e poi le zeppole, la zuppetta, gli struffoli, i susamielli, i rococò: attorno ai grandi classici della pasticceria napoletana, il libro scritto da Luciano Pignataro, “I Dolci Napoletani”, edito da Newton Compton (419 pagine, 19,90 euro), esplora il gusto dolcissimo della città e della regione. Una tradizione straordinaria nella quale si coniugano la millenaria eredità greca e mediterranea tramandata nei giorni delle feste contadine in campagna e gli aristocratici dell’Ottocento. Queste le radici profonde della scuola dolciaria partenopea, tra le più importanti al mondo, aggiornata dallo sviluppo dell’alta ristorazione e dall’inesauribile fantasia dei napoletani. Ecco allora 300 ricette tra le più famose accanto a quelle scoperte per caso; dagli agriturismi ai grandi chef, dalla memoria familiare alle invenzioni più recenti.

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di pollo in padella, testicoli di toro in salsa speziata…ma «la nostra è una provocazione gastronomica - spiega la Schira. Non è giusto considerare le frattaglie poco più di uno scarto alimentare quando in realtà sono un cibo sano, pulito e buonissimo». Nella collana “Il lettore goloso” di Editrice Ponte alle Grazie non poteva dunque mancare un libro sulle frattaglie; il motto della collana recita infatti “per una vera cultura della cucina”, «e continua l’autrice - in ogni cultura che si rispetti deve trovare espressione la minoranza, bisogna dar voce alla provocazione, a ciò che sembra non incontrare il favore dei più». Il libro delle frattaglie - storia, scienza e cucina - Editrice Ponte alle Grazie Roberta Schira - Franco Cazzamali Euro 18,00

ultimissime da l’airone “Pesci e crostacei. Ricette e consigli” Questa guida analizza ben 50 specie diverse di pesci e crostacei, delle quali vengono prese in considerazione modalità di impiego in cucina, famiglia di appartenenza, sostanze contenute, tipologia disponibile sul mercato e altre caratteristiche (128 pagine, 7 euro). “Sempre in forma. L’abc del fitness e del benessere psicofisico” Il vademecum tascabile, procedendo in ordine alfabetico, suggerisce esercizi e test per monitorare e migliorare il proprio grado di fitness. Dalla “a” di antiossidanti alla “z” zinco e zucchero, questo agile volume si rivelerà un vero alleato del benessere, nel corpo come nella mente.


spazio ai lettori

lettere & mail La forza della ristorazione con “Italia a Tavola”

che ogni giorno ci viene manifestato ormai in un po’ tutta Italia.

tanto tempo assiduo commentatore e suggeritore di tendenze e condizioni di lavoro. Ancora una oglio fare i complimenti a a.l. volta dimostri buon senso e sono certo che ciò sarà apprezzato dai “Italia a Tavola”, portale molto nostri lettori che da Italia a Tavola interessante, mi ha fatto molto si aspettano proprio con confronto piacere leggere l’articolo scritto Il rispetto del cliente, con piccoli che può mostrare loro l’altra faccia da Matteo Scibilla. Purtroppo una accorgimenti “tattici” di una professione fatta di sacrifici e grossa verità è che noi ristoratori soddisfazioni, ma dove, comunque, siamo sempre presenti e disponibili, aro Alberto al centro c’è sempre il cliente. per accogliere e celebrare ogni ho letto con molto interesse la persona che fa del turismo in lettera firmata Logaritmo apparsa a.l. italia cercando di accoglierla al sull’ultimo numero di “Italia a meglio, con grande professionalità Tavola”. I casi descritti dal ristoratore e tradizione (made in Italy). La sono frequenti non solo per lui ma politica invece di tutelarci e per tutto il mondo della ristorazione. L’autolesionismo degli operatori, sostenerci ci mette in difficoltà con Ci si può tutelare minimizzando bel tema da trattare leggi e tasse che ci complicano i danni ma non si può evitare il la vita, veniamo catalogati come fenomeno. Quindi che fare? aro direttore, commercianti, ma la nostra attività La regola dovrebbe essere ho letto con interesse la non è un commercio bensì un sempre buon senso e nervi saldi per vostra nuova rubrica nella sezione arte che va tutelata, sostenuta, i seguenti motivi: il ristoratore è un Turismo dedicata all’autolesionismo abbiamo un patrimonio di cultura privilegiato rispetto ad altre categorie a volte esplicito degli operatori enogastronomia che la Francia si commerciali, quando il cliente arriva della ristorazione e del turismo. sogna, siamo la nazione che ha ha già speso tempo e denaro. Inutile Mi sembra uno specchio realista più prodotti tutelati, dichiarati dalla criticarlo o contestargli il fatto. e concreto di come tante volte ci Comunità europea e facciamo fatica Le prenotazioni telefoniche si perda in un bicchiere d’acqua a far crescere le giovani leve perché andrebbero accettate con la a livello di organizzazione. L’Italia dobbiamo intervenire nello staff, per conferma di un numero telefonico, dispone di tanti posti incantevoli, mantenere stabili i costi e ridurre il numero che andrebbe subito peccato limitare il turismo personale. riverificato. Un minimo di tolleranza e la libertà dei visitatori con L’unica cosa che dovremmo per chi è sulla strada ci vuole, azioni assurde o provvedimenti fare è unire tutte le associazioni 15/20 minuti se prima delle 21, poi dequalificanti. Tenere sott’occhio i enogastronomiche e farci sentire, il tavolo deve essere libero. In linea casi limite e denunciare gli sbagli obbligando ad ascoltarci. di massima meglio non accettare non può che giovare al sistema L’unione fa la forza e l’insistenza prenotazioni dopo le 21 perché se turistico italiano. prima o poi paga. Ringrazio il salta la prenotazione il tavolo sarà direttore Lupini che dà sempre difficile riassegnarlo. Comunque, N.F. da Milano spazio a questioni importanti. teniamo presente che le disdette dei Distinti saluti clienti hanno un lato positivo: sono aro lettore, nuove opportunità per clienti nuovi. non posso che essere contento Ruggero Bonometti Un cordiale saluto e un augurio a te dell’utilità di questo intervento Vice segretario Arthob Brescia e a tutto il tuo staff. che abbiamo riservato a un professionista come Andreolassi. Donato Losa Far luce sulle pecche o sulle aro Bonometti, La sua lettera ci fa piacere Cartemani ristrettezze che rendono difficile perché conferma la validità della una visita o un soggiorno è segno di linea editoriale che da anni stiamo crescita e coscienza, indispensabili aro Donato, seguendo per rappresentare al per migliorare. grazie di un intervento con cui meglio e tutelare il settore della torni a confermare la tua attenzione ristorazione italiana, e al tempo a.l. ad un settore che ti ha visto per stesso ci attesta di una crescente credibilità nei confronti delle associazioni di categoria e delle Vuoi contattare istituzioni. Si tratta di un impegno e di la nostra redazionE? una responsabilità che, grazie anche Per scrivere o contattare la redazione, per inviare a professionisti come Matteo Scibilia lettere al direttore o chiedere consulenza su alcuni e ai molti che come lei condividono argomenti trattati sulla rivista scrivere a le nostre posizioni, vogliamo redazione@italiaatavola.net proseguire con più decisione oppure mandare un fax proprio grazie a questo consenso al numero 02 700557702

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