n°4 - novembre 2021 - Anno I
in COpertina
Alla scoperta della nuova, eterna, Roma
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In copertina una visione virtuale di Roma che unisce arte, storia, senso dell’ospitalità e creatività in cucina. Come simbolo di novità, si vede in primo piano l’accoglienza che propone il ristorante All’Oro con una piccola sedia collocata sul tavolo.
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Indice Rome Cavalieri Waldorf Astoria
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Hotel Hassler
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Hotel Eden, l’ospitalità romana che sorprende
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Parco dei Principi Grand Hotel & Spa
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The H’All Tailor Suite
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Il Pagliaccio
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Idylio by Apreda
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Pipero, lo stellato che non ti aspetti
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TAORMINA
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Sicilia
Moma, quando l’arte sposa la cucina
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Dove mangiare la pizza a Roma?
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Feste regali al Principe di Savoia di Milano
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Hotel Gardena, aspettando il Natale a Ortisei
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I più bei mercatini di Natale 2021
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Pronti per sciare?
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Aqualux, relax e ambiente green
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Cosa fare in paradiso? Alla scoperta di Mauritius
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Vacanze di Natale nell’Oceano Idiano
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Editoriale Tante opportunità per visitare e gustare al meglio Roma
O Alberto Lupini Direttore
rmai è tempo di pensare ai mercatini di Natale o alle prime sciate, scegliendo fra le tante opportunità oggi disponibili grazie alla riapertura di molti alberghi e alla ripresa delle attività turistiche. Certo c’è il timore di una ripresa dei contagi o delle manifestazioni dei “no vax”, ma il senso di responsabilità finora dimostrato dalla maggioranza degli italiani ci dovrebbe permettere di guardare con serenità alle festività imminenti, e quindi programmare vacanze o comunque gite in alcune delle località che abbiamo selezionato per voi. Ma in attesa del Natale, un’opportunità importante è offerta dalle città d’arte italiane che si stanno riprendendo dopo le batoste subite per la pandemia. Abbiamo acceso i riflettori su Roma, da sempre simbolo del nostro turismo in tutto il mondo. Per fortuna, sia pure lentamente, stanno tornando gli stranieri, soprattutto americani e tedeschi, ma siamo ancora lontani dai livelli degli anni scorsi. E questo apre un’opportunità dato che in passato si potevano magari incontrare difficoltà a prenotare o a trovare soluzioni convenienti. Grazie ad un’intelligente politica di contenimento delle tariffe, oggi sono più accessibili anche alcuni dei locali più esclusivi della Capitale e per non perdere l’occasione abbiamo dedicato questo numero di CHECK-IN proprio agli hotel e ai ristoranti migliori di Roma, tracciando così una mappa ideale dei luoghi più interessanti per mangiare o dormire. Si tratta di luoghi in molti casi simbolo della città, dove magari si sono anche girati film o che sono frequentati da personaggi famosi e dove si può toccare con mano la qualità dell’accoglienza o dell’alta ristorazione. Non è ovviamente una guida esaustiva. Sono moltissimi i locali che per esigenze di spazio non abbiano potuto presentare, ma il nostro obiettivo è di stimolare la curiosità e la voglia di tornare a viaggiare, in tutta Italia o all’estero dove si può (come a Mauritius o negli Usa).
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Alla scoperta della nuova, eterna, Roma
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Una vacanza a Roma, seppure in formato weekend, conviene organizzarla al meglio: ecco la nostra selezione di alberghi, ristoranti e locali che capita giusta “come er cacio sui maccheroni” per rituffarci nella vita della Capitale come un vero romano
di Mariella Morosi
A
nche Roma si è svegliata, ancora convalescente da una pandemia in apparente regressione ma con tutto l'entusiasmo di chi riscopre una normalità perduta. È bastato poco per rimettere in moto una macchina costretta a un lungo innaturale letargo e la ristorazione e l'ospitalità romana hanno fatto il massimo per tornare a offrire la migliore accoglienza. Certo, sono tornati attuali anche i problemi, ma i cittadini della Caput Mundi da secoli hanno imparato a pazientare, sperando nella nuovissima amministrazione per risolverli almeno in parte. Fioccano le prenotazioni per gli alberghi, ma l'illusione del vero sold out è durata solo il tempo del recente vertice dei 20 Grandi quando in una città paralizzata e transennata hanno occupato ogni camera disponibile per il loro numeroso seguito. Sono tornati anche i turisti, ma meno del previsto, e soprattutto gli italici dialetti che si ascoltano fanno pensare a un fenomeno prevalentemente domestico. →
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Il commercio ha ripreso alla grande i suoi rituali di consumo anche in previsione del Natale che ha fatto accedere le luminarie in grande anticipo, così come la ristorazione anche richiamando i dipendenti dalla cassa integrazione. Ancora di più lavorano i locali che si sono adeguati ai nuovi stili di consumo con menu snelli e a disponibili a tutte le ore e anche gli chef degli alberghi fanno a gara per attrarre gli ospiti esterni nei loro ristoranti con vista. I numeri parlano chiaro: c'è sempre il segno più davanti a tutte le percentuali che indicano i consumi. Ne beneficia la trattoria sotto casa così come i ristoranti del centro storico, soprattutto negli orari in cui la Ztl (zona traffico limitato) è inattiva. Di nuovo affollati i wine bar all'ora canonica dell'aperitivo e pazienza se i prezzi sono aumentati, talvolta anche di molto. In compenso fioccano le "special offert", magari limitate a una fascia oraria. Per il meteo ormai imprevedibile, sono sempre meno affollati i dehors provvisori concessi dal comune ai locali pubblici, perché in fondo si teme più la pioggia che il contagio. Eppure secondo una ricerca dell’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio il 64% dei consumatori ha preferito mangiare all’aperto in questi mesi e il 56% intende continuare a farlo anche in pieno inverno. Restano tuttavia le cicatrici del Covid che ha fatto abbassare le serrande di tanti negozi e su cui sono stati messi cartelli con la scritta "vendesi o affittasi per cessazione attività" e in tanti che non riescono a riproporsi stanno cercando un lavoro, magari riciclandosi. Sono tornati in funzione i grandi box di cristallo per le info turistiche e il p.stop (punti informativi), installati nelle zone dei grandi monumenti e sono frequentatissimi i musei e le mostre - che i romani hanno imparato a prenotare - così come le visite guidate al Colosseo e ai Fori. La voglia di tornare a vivere ha fatto bene anche alla cultura con la rincorsa verso eventi in presenza, accantonando per un po' l'esperienza digitale. Ma c'è chi, nostalgico, rimpiange i momenti di austerità dell'isolamento perché in fondo è tutto come prima: traffico impazzito, strade colabrodo, monnezza, periferie degradate, attività a singhiozzo dei mezzi pubblici che consentono anche ai borseggiatori di riprendere il lavoro, autobus gremiti che non sfrecciano più nelle corsie preferenziali di nuovo invase dal traffico privato. E la sicurezza? C'è chi il green pass lo porta appeso al collo come un badge, chi considera un affronto mostrarlo e chi non ce l'ha proprio pur essendo in stretto contatto con gli altri: i controlli sono rari e a campione. Oltre che nelle promesse del nuovo inquilino del Campidoglio, i romani sperano ora nei fondi di intervento previsti nel piano di ripresa del governo. La città, e i suoi abitanti per primi, vogliono approfittare di questo 12
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momento per rinascere. Ma è stata appena resa nota la classifica delle città secondo la qualità della vita, stilata da Italia Oggi, in collaborazione dall'Università La Sapienza: la Caput Mundi è scesa dal 50° al 54° posto. La grande bellezza talvolta può essere anche più forte dei disservizi. E come godere appieno di questa bellezza? Abbiamo selezionato alcuni degli hotel e dei ristoranti migliori di Roma: dagli indirizzi iconici della Capitale alle novità più trendy, dalle pizzerie dove assaggiare la pizza romana alle osterie tipiche, senza dimenticarci di vere e proprie chicche per chi la città vuole “mangiarsela” come un vero romano!
ROMA Lazio
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Rome Cavalieri Waldorf Astoria l'arte dell'accoglienza, in tutti i sensi Costruito secondo modelli di ospitalità d'avanguardia, il Rome Cavalieri vanta una grande collezione d'arte: circa 10mila pezzi collocati nelle stanze e negli ambienti comuni. Con suite spettacolari e ristorante 3 stelle Michelin 14
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di Mariella Morosi
L'
Hotel Rome Cavalieri domina Roma dal colle di Monte Mario, abbracciando la città e tutta la sua bellezza. Svetta con i suoi sette piani sul clivo che segnava il punto d'arrivo della Via Francigena che partiva da Canterbury, nel luogo dove pellegrini e cavalieri si fermavano a riposare. Ed è in omaggio a questi impavidi viaggiatori del passato, giunti a Roma sfidando pericoli e fatica, che l’albergo si chiama “Cavalieri”. Ne è testimonianza, vicino all'hotel, un’antica fontana in marmo, abbeveratoio per i cavalli. Ancora oggi questo cinque stelle lusso è l'approdo di tanti visitatori di tutto il mondo e vanta una lunga storia di ospitalità. Fu il primo grande albergo moderno, l'ex Hilton, circondato da un parco di sei ettari con vegetazione mediterranea e olivi. Dalle terrazze del Roof Garden si gode un panorama unico su San Pietro e sui monumenti della città, che al tramonto si colora di toni caldi. Se c'è tramontana lo sguardo può arrivare fino al mare e ai Castelli Romani.
Ristorante da tre stelle Michelin Grazie al talento dello chef Heinz Beck il suo ristorante La Pergola è diventato un tempio della gastronomia internazionale, l'unico tre stelle
Michelin della città ma anche l'unico in Italia a rappresentare l’eccellenza e a esprimere i valori del brand Waldorf Astoria. In questa struttura anche chi arriva per business o per brevi soggiorni riesce a godere di un’esperienza speciale.
Le novità in tavola per le feste In un'atmosfera di scintillante allegria è stata presentata la nuova offerta enogastronomica della stagione e quella per le festività natalizie che quest'anno saranno ancora più sentite per l'auspicato ritorno alla convivialità. Protagonisti assoluti dei menu saranno i funghi, il tartufo e le castagne declinati in mille ricette. Sia Beck, pur impegnato al vertice della cucina di Dubai, che il suo collega Fabio Boschero, de L'Uliveto, l'altro ristorante del Rome Cavalieri, hanno predisposto con il loro team alcuni menu speciali e anche il pastry chef Dario Nuti proporrà tutta una serie di nuovi dessert, alcuni al confine tra dolce e salato come il Panettone alla carbonara. In programma tanti altri appuntamenti come il collaudato Brunch della domenica, o Sunday Brunch. Il benvenuto solenne all'inverno sarà dato il 5 dicembre con il Brunch Welcome Winter. Non mancheranno nuove proposte di mixology → CHeck-in • novembre 2021
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Vista dalla terrazza
d’eccellenza al Tiepolo Bar, tra i drink tradizionali e le nuove sperimentazioni di Angelo Severini e del suo team.
Eleganza in ogni dove e collezione d’arte Il Rome Cavalieri dispone di 370 ampie camere, di cui 25 Suite (tra gli 80 e 450 mq e tutte con balcone privato). In ogni sistemazione gli ambienti sono eleganti, con la tv a schermo piatto con canali satellitari e pay per view e i bagni sono arredati con marmi. Costruito secondo modelli di ospitalità d'avanguardia, il Rome Cavalieri vanta una grande collezione d'arte: circa 10mila pezzi collocati nelle stanze e negli ambienti comuni: una vera “living art gallery”. Ci sono dipinti, sculture, mobili pregiati d’epoca e arazzi della bottega Gobelin Beauvais. Un trittico di Giambattista Tiepolo è il fiore all’occhiello della collezione e tanti sono gli arredi preziosi, dai mobili di Boulè, alle sculture di Thorvaldsen fino alle
opere di artisti contemporanei come Andy Warhol, Mario Schifano, Roberto Crippa. Ammiratissimi i mobili francesi Luigi XV e Primo Impero, tra cui la commode datata 1745 appartenuta al Re di Polonia, passata poi alla famiglia Rothschild e infine all’attuale proprietà che nel corso degli anni ha acquistato opere da Christie’s e Sotheby’s. Sopra i banchi della reception e dei concierge si possono ammirare quattro dipinti del settecentesco paesaggista veneto Giuseppe Zais. Qui il concetto del lusso è il binomio tra arte e fruibilità.
Una notte in suite con “cielo stellato” Circondate da grandi terrazze sono la Suite Penthouse e la Planetarium, con i divani disegnati da Karl Lagerfeld. Un sofisticato sistema di fibre ottiche posizionato sul soffitto simula un cielo stellato, la sala da bagno è rivestita in marmo con intarsi in malachite e rubinetti in cristallo di Boemia La Pergola
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Suite Napoleone
Swarovski. La vasca idromassaggio, leggermente rialzata consente di godere di trattamenti di cromoterapia e aromaterapia guardando il panorama.
cavallo, come amava essere raffigurato. Importante la vasca da bagno in stile, citazione all’abitudine di Napoleone di prendere le sue importanti decisioni, tra cui la vendita della Louisiana e alcune di dichiarazioni di guerra, mentre si rilassava facendo il bagno. A godere dell'emozione di occuparla sono stati personaggi famosi, tra gli altri Penelope Cruz, John Travolta, Morgan Freeman, Celine Dion ed Henry Kissinger. Agli ospiti dell'hotel sono dedicati privilegi particolari come l'accesso alle Imperial Rooms e delle Suite con ascensore privato.
Il sogno di Napoleone Una nota a parte merita la Napoleon Suite che è più di una galleria d'arte. È tutta dedicata all'imperatore di Francia, che amava tanto Roma ma che non aveva mai visitata. È arredata con mobili originali impero, la corrente del Neoclassicismo che interessò l'architettura, l'arredamento, le arti decorative e le arti visive con l’obiettivo di celebrare la sua ascesa al potere.
All'esclusivo e riservato Imperial Club vengono offerti colazione, light lunch, tè pomeridiano. Gli ospiti possono comporre una personale cantina di vini al momento della prenotazione e le bottiglie, scelte tra le 55mila disponibili nella cantina, vengono poste nella suite alla temperatura ideale, insieme ad una selezione di sigari rari conservati in un umidificatore di radica.
Ci sono porcellane di Sèvres e un suo busto in marmo, opera di Buracchi, mentre due dipinti di Jean Louis Faure rappresentanti il Foro Romano e il Colosseo dialogano con stampe d’epoca che narrano le gesta dell’Imperatore e il suo ritratto a Heinz Beck
Dall’alta ristorazione al benessere sotto il segno del lusso Nelle sale del Ristorante La Pergola è esposta una collezione di vetri di Gallè e una toletta fermata da Charkles Topino, arredatore di fiducia di Maria Antonietta di Francia. Offerta gourmand ed eleganza di arredi anche a “L’Uliveto”, che si affaccia sul parco, in prossimità della piscina. Non manca l'attenzione al benessere, allo sport - con due campi da tennis conformi agli standard della Coppa Davisnonchè ai trattamenti estetici. Il Cavalieri Grand Spa Club è il più attrezzato d'Italia con 2200 mq e con la sicurezza della massima privacy. Ci sono vasche idromassaggio, un → CHeck-in • novembre 2021
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percorso calidarium e frigidarium e un “cammino giapponese” oltre a macchinari di avanguardia e trattamenti estetici con personale specializzato e uso di prodotti di qualità. Disponibili massaggi manuali, dall’ayurvedico allo shiatzu, dal linfodrenaggio estetico alla riflessologia plantare fino al defaticante per chi pratica molto sport. Le due saune, il bagno turco e la vasca idromassaggio aiutano a rilassarsi nell’area relax, in stile romano e con il servizio bar. A disposizione, a richiesta, un personal trainer.
tecnologia più avanzata. Il Salone può cambiare facilmente colore, proporzioni, atmosfera e destinazione d’uso: da sala per congressi a sontuoso salone per serate di gala, da teatro di posa o di set cinematografico a salone per sfilate di moda. Nessun limite alla creatività, nella funzionalità più facile e moderna, per realizzare ogni genere di evento.
Primato anche per i congressi Un altro primato assoluto del Rome Cavalieri è nel settore Congressi e convegni con ampi spazi meeting e moderne tecnologie. Il “Salone dei Cavalieri” può ospitare fino a 2100 persone. Qui, dopo il restyling ad opera dello Studio Giammetta e Giammetta, l’arte incontra la tecnologia. L'immenso open space di 2 mq, si presenta con rivoluzionarie novità. È una sala metamorfica ed eclettica, elegante e funzionale a tutte le esigenze e necessità. Un innovativo sistema di illuminazione ne esalta la bellezza artistica sottolineata dal contrasto con la
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ROMA Lazio 81194
Rome Cavalieri, A Waldorf Astoria Hotel Via Cadlolo Alberto 101, 00136 Roma Tel 06 35091 www.romecavalieri.com
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Hotel Hassler cucina stellata e ospitalità fra le più ricercate della Città eterna
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di Alberto Lupini
S
iamo nel cuore del centro storico di Roma, precisamente sulla sommità della scalinata di Trinità dei Monti. Qui l’Hotel Hassler, cinque stelle lusso della Capitale, è considerato a livello internazionale uno dei più attrattivi alberghi della città, specie per l’incantevole vista dalle sue terrazze panoramiche e per i servizi di alto livello che offre ai suoi ospiti, a cominciare dal ristorante panoramico Imàgo, 1 stella Michelin. Fondato nel 1893, l’hotel è gestito fin dagli anni ‘30 del Novecento dalla famiglia Wirth, che ne diventa l’unica proprietaria nel 1964. Oggi il proprietario e general manager della struttura è Roberto E. Wirth, con oltre 40 anni di esperienza come direttore d’albergo. La professionalità e l’esperienza del titolare, la posizione strategica, il servizio impeccabile: sono tanti i plus che fanno dell’Hassler non solo punto di riferimento per un’accoglienza di alto livello, ma anche una sorta di “seconda casa” per gli ospiti che lo scelgono. Tra questi negli anni si sono susseguiti reali di tutto il mondo, capi di Stato, scrittori, attori, musicisti. Qualche nome? Hugh Grant, George Clooney, Jennifer Lopez, Thomas Mann, Liza Minelli, Leonardo Di Caprio, Rita Levi Montalcini, Eleanor Roosevelt. Un tour virtuale dell’hotel non può che cominciare dal suo “punto di ritrovo”: è il Salone Eva, spazio ideale per una colazione di lavoro, un tea-time, uno spuntino. Si passa poi all’Hassler Bar, dove gustare → CHeck-in • novembre 2021
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ottimi cocktail in un ambiente rilassante e riservato. Fiore all’occhiello è il ristorante Imàgo, che si fregia di una stella Michelin dal 2009 (prima con Francesco Apreda, poi con Andrea Antonini). Qui, con una vista panoramica unica su tutta la città, viene proposta una cucina italiana contemporanea, di alto livello e di grande creatività. Spazio anche a riunioni, convegni, ricevimenti ed eventi: l’Hotel Hassler offre diverse soluzioni, dalle sale conferenze al giardino fino alla terrazza del settimo piano, location ideali per eventi privati.
Le stanze: dalla Classic Double Room alla suite con vista all’8° piano Con 87 camere, di cui 21 suite, l’Hassler offre un ambiente classico ed elegante, costellato da elementi contemporanei: un perfetto equilibro tra passato e presente. Le stanze sono tutte diverse tra loro, arredate per un soggiorno all’insegna del lusso e dell’eleganza, alcune con vista sulla città e sui monumenti, altre sul giardino circondato da antiche mura. I colori sono caldi, come il giallo, ma anche neutri come il beige e il grigio, con accenni di rosso, nero e bianco. Un alternarsi di elementi classici e moderni le caratterizza: da capolavori artistici e mobili d’epoca a oggetti di design contemporaneo. Si parte dalle tipologie Classic, Deluxe e Grand Deluxe per spingersi fino alle suite. Spicca tra tutte la Hassler Penthouse Suite, situata all’ottavo piano dell’Hotel. Si estende su 330 mq di superficie ed è 22
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stata decorata con una grande attenzione al dettaglio: dal marmo per la pavimentazione a tessuti pregiati. Due le camere principali della suite, un’area destinata a cocktail bar, una cucina e un ampio salone, poi due bagni principali con docce cromo-terapiche e viste panoramiche mozzafiato. Le terrazze panoramiche in travertino definiscono il perimetro: sono arredate con poltrone e tavoli per godersi pienamente la straordinaria vista che si estende su Piazza di Spagna, i giardini di Villa Borghese, San Pietro, il Pantheon e tutto il centro storico di Roma. Questa stessa vista domina anche l’area benessere dell’albergo, una vera e propria oasi di relax per mente e corpo. Siamo al terzo piano dell’hotel: qui l’Amorvero Spa offre ai suoi ospiti una sala fitness, un’area pesi, una magnifica terrazza, sauna e bagno turco. Non manca naturalmente la possibilità di usufruire di servizi massaggi e trattamenti, a disposizione di tutti gli ospiti.
Imàgo e Hassler Bistrot: cena fra le stelle e colazione da re Un petit déjeuner unico a Roma per stile e proposta gastronomica, il preferito da Tom Cruise durante le sue trasferte capitoline, curato con amore e buongusto dal resident chef Marcello Romano. Parliamo della colazione pluripremiata dell’Hassler Bistrot, che insieme all’Imàgo (1 stella Michelin), uno dei ristoranti più ricercati ristoranti della Capitale, fa dell’Hotel Hassler “anche” una delle mete preferite dai gourmand di tutto il mondo. Se il compito di Marcello Romano è quello di soddisfare tutte le esigenze degli ospiti dell’hotel, ad Andrea Antonini, e alla sua giovane brigata (tutti under 30!) è affidato quello di valorizzare anche per gli “esterni” uno dei luoghi più affascinanti della città: il ristorante al sesto piano e, d’estate, la terrazza al settimo, da cui si gode una vista mozzafiato sul centro della città eterna. E Imàgo (primo ristorante all’ultimo piano di un albergo dal 1956) lo fa puntando su una cucina creativa capace di stare alla pari con il panorama unico al mondo e il glamour che anima il locale. Non dimentichiamo che da qui in passato sono passati personaggi come John Fitzgerald Kennedy, Richard Nixon, Grace Kelly, Audrey Hepburn, Federico Fellini, Charlie Chaplin o Igor Straviskji. Raffinatezza, emozione e originalità sono del resto le caratteristiche del ristorante secondo le scelte del patron, Roberto Wirth, che dello stile ha sempre fatto la cifra della sua vita. E Antonini è perfettamente in linea con questi obiettivi, grazie anche al lavoro del sommelier Alessio Bricoli e del restaurant manager Marco Amato. E così, entrando da Imàgo, ti sembra di essere “dentro” una Roma che appare come neanche te la immagini. E intorno, la musica di sottofondo, gli arredi eleganti e i giochi di luce diversi fra giorno e notte creano un ambiente unico in cui solo una grande cucina può richiamare davvero l’attenzione. Ecco perché Imàgo (dal latino “immagine, visione e sogno”) lo è di nome e di fatto… → CHeck-in • novembre 2021
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Cotture espresse, prodotti di nicchia e purezza dei sapori Fin dalla riapertura estiva, l’Imàgo ha puntato sull’italianità con sapienti interpretazioni del territorio, anche della tradizione laziale. Cotture espresse, prodotti di nicchia e purezza dei sapori. «L’inizio e la fine sono i momenti più memorabili di un pasto - commenta Andrea Antonini - Per questo, avevo pensato all’amuse bouche come una vera e propria portata: in cucina abbiamo una partita dedicata solo a queste minuziose e ricercate preparazioni. Trovo che sia un biglietto da visita imprescindibile dell’abilità e della creatività di uno chef, un modo originale per ringraziare i commensali che siedono alla mia tavola». E in effetti non parliamo di curiosità, ma di piatti di grande qualità tipo Crudo misto di mare, Carciofo e animelle, Polpo alla luciana e Carne cruda alla pizzaiola, nocciole, capperi e salsa bernese. C’era molta grinta e voglia di cambiare dopo i mesi di chiusura forzata per il Covid e Antonini si era posto l’obiettivo «di fare godere tutti, passata la paura». Cancellata ogni ipotesi di “stupire per stupire” le sue proposte si sono concentrate «sulla qualità e sull’idea di cambiare la gran parte del menu almeno due volte l’anno, come una nuova serie tv». Ed è stato un successo e i suoi menu oggi sono “A cena fra le stelle, cucina italiana contemporanea”, dove la sottolineatura di “italiana” segna la svolta rispetto ad ogni moda e tendenza a cui troppi cuochi si sono abbandonati negli anni scorsi. Una prima scelta, fondamentale per una vera alta cucina, è stata quella di puntare sui fondi, a cui è destinato un cuoco della brigata ogni giorno. E da lì il passo per grandi piatti è facile. In carta si possono trovare misti di carne diverse come tagliolini di calamaro saltati con cacio e pepe invece che agnolotti al plin a tre ragù di pesce (triglia, scorfano e gallinella). E ancora, Pollo alla cacciatora o Rombo ai peperoni. Insomma, grandi classici mixati in modo assolutamente originale e gustoso. E il pane, anche nei formati più tradizionali entra con merito nelle proposte della cucina di Imàgo. Il tutto in assoluta coerenza con il concetto di cucina di Antonini che, dopo una gavetta nelle cucine più importanti d’Europa come quelle di Quique Dacosta e del Celler De Can Roca (entrambi 3 stelle Michelin), ha avuto l’esperienza italiana sempre tristellata con Enrico Crippa, scegliendo quindi l’originalità di una linea puramente italiana che mette al centro il miglior prodotto possibile e cotture unicamente espresse.
Hassler Bistrot, uno dei salotti più esclusivi di Roma Non meno interessante rispetto ad Imàgo è l’offerta dell’Hassler Bistrot, uno dei rifugi e salotti esclusivi preferiti dai romani e dagli ospiti dell’albergo. L’ampia scelta di cibo durante tutta la giornata: deliziosi menu per colazione, pranzo, tè pomeridiano e cena si 24
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alternano di stagione in stagione, grazie anche alla possibilità di abbinare ottimi vini al bicchiere, i migliori cocktail di Roma e spuntini dopo teatro accompagnati da musica dal vivo al pianoforte. Nella stagione invernale l’Hassler Bistrot accoglie gli ospiti nel rinomato Salone Eva con la sua atmosfera elegante e ricercata, mentre, durante la bella stagione, si trasferisce al Palm Court, l’incantevole giardino interno che offre una piacevole pausa dal caldo estivo romano, circondato com’è da antiche mura di pietra, fiori ed edera.
ROMA Lazio
81558
Hassler Roma Piazza Trinità dei Monti 6, 00187 Roma Tel 06 699340 www.hotelhasslerroma.com
Andrea Antonini e Roberto E. Wirth
La cucina è affidata a Marcello Romano, campano di nascita ma romano di adozione o vocazione come ama dire lui. La cucina per lui è proprio una vocazione, fin da piccolo insiste con la famiglia per frequentare l’istituto alberghiero arrivando quasi a metterli alle strette facendogli capire che era l’unica strada per la quale avrebbe continuato a studiare. E la cucina è stata la scelta della sua vita che per fortuna ha condiviso fin dall’inizio con la moglie «ha sempre saputo - dice - che la cucina per me era come una chiamata, una vocazione e che non ci sarebbero state feste comandate passate a casa o orari di lavoro d’ufficio ma tanta fatica, tante rinunce. Oggi abbiamo tre bellissime bambine, siamo felici». E come si era innamorato della cucina, così si è poi innamorato dell’Hassler, dove ha dato una svolta alla cucina di albergo puntando sulla qualità della materia prima che oggi ripropone nei suoi piatti grazie ad una brigata di 15 persone. La cucina dell’Hassler Bistrot è una cucina italiana di territorio con grandi piatti della cucina romana e prelibatezze di quella campana come, ad esempio, i pomodori del Piennolo, il Crudo di spigola, i Fiori di zucca alla romana, la Panzanella con la mozzarella di bufala, il Vitello tonnato o le Mezzemaniche all’Amatriciana.
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Hotel Eden
l’ospitalità romana che attira e sorprende
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L'
Hotel Eden è da sempre un punto di riferimento sicuro per l’accoglienza romana di alto livello. Le radici dell’iconica proprietà di Dorchester Collection risalgono alla fine del 1800, ma lo scopo dell’hotel - che da sempre accoglie capi di stato, esponenti di famiglie reali e le maggiori personalità del mondo scientifico, letterario, artistico e dello spettacolo - è sempre stato quello di proporre ai suoi ospiti «una struttura d’eccellenza che continui ad attirare e a sorprendere», come spiega Luca Virgilio, direttore generale della struttura. Un obiettivo rimarcato con la ristrutturazione di aprile 2017 e con la riapertura post emergenza Covid. L’Hotel Eden offre ai suoi ospiti un’autentica esperienza romana, a cominciare dal panorama spettacolare che si scorge dalle finestre delle 98 tra camere e suite - in precedenza erano 121, poi ridotte per garantire spazi più ampi e maggior relax agli ospiti. Tra i servizi, spicca un dinamico concept Food&Beverage, la prima spa urbana con blow dry bar, tre suite con rilassanti trattamenti e offerte benessere, oltre a duna spa suite manicure e pedicure.
Classic Suite
La struttura di lusso nel settembre 2013 entra a far parte di Dorchester Collection, conosciuta in tutto il mondo per la sua capacità di riflettere, nelle strutture affiliate, la cultura distintiva del territorio a cui esse appartengono. «In Dorchester Collection lavoriamo per investire in modo continuativo nelle nostre proprietà e per poter fornire agli ospiti un’esperienza memorabile grazie ad un servizio personalizzato e attento a ogni dettaglio. Con questi propositi, Hotel Eden mantiene la classica essenza romana della proprietà e al tempo stesso offre agli ospiti un’esperienza di lusso assoluto, con uno stile contemporaneo e servizi all’avanguardia», spiega Christopher Cowdray, amministratore delegato di Dorchester Collection.
Armonia tra classicismo e stile contemporaneo
Reception
Un mobilio e dettagli architettonici appartenenti a diverse epoche e stili caratterizzano la lobby, l’ingresso dell’hotel, regalando all’ospite, fin da subito, un’atmosfera calda con un perfetto equilibrio tra antico e contemporaneo. La stessa filosofia firmata Dorchester Collection rivive nelle camere, grazie al talento dell’architetto e designer Bruno Moinard. Uno stile contemporaneo si sposa armoniosamente con il fascino del classicismo romano. Sofisticate ed eleganti nel design, le camere e le suite offrono spazi luminosi e ariosi, alti soffitti e grandi finestre che incorniciano la bellezza di Roma. I bagni sono nuovi, eleganti nelle loro tonalità tra il bianco e l’oro e arredati da mosaici fatti a mano e preziosi marmi. Per chi cerca il massimo del comfort, l’hotel offre le Suite Classic e le Suite Prestige. Punta di diamante dell’ospitalità della struttura, la Suite Presidenziale Villa Medici (202 mq) e la Penthouse Suite Bellavista (202 mq) offrono una splendida vista sulla città. Tra gli ospiti che vi hanno soggiornato, rispettivamente Gabriele D’Annunzio e John F. Kennedy Jr. → CHeck-in • novembre 2021
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Con la ristrutturazione, l’albergo della Dorchester Collection ha realizzato anche una nuova spa urbana che offre esperienze di benessere olistiche e terapeutiche. Qui vengono praticati i rituali Mei: si tratta di un brand 100% italiano di prodotti aromatici naturali, creati con oli essenziali ricavati da piante selvatiche. La spa ospita anche un blow dry bar firmato dall’hair stylist Roberto D’Antonio, per una rapida messa in piega, e una Spa Suite manicure e pedicure con prodotti OPI.
Fabio Ciervo
Hotel Eden non è solo punto di partenza ideale per una vacanza di alto livello nella Capitale. Da sempre, infatti, è scelto anche per riunioni di lavoro ed eventi, forte delle sue tre sale riunioni. La Sala Borghese è la più spaziosa, può ospitare cene private fino a 60 persone o un cocktail meeting per massimo 100 ospiti. La sala Ludovisi è la seconda per grandezza, ideale per riunioni di affari, può accomodare fino a 12 ospiti. Per incontri e piccoli eventi la Sala Colonna è lo spazio ideale (21 mq).
Dalla cucina stellata alla tradizione romana
La Terrazza
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Se l’ospitalità già da sé è in grado di attirare ospiti da tutto il mondo, l’ambito Food & Beverage completa l’offerta di alto livello dell’Hotel Eden. Un’offerta firmata dall’executive chef Fabio Ciervo: «La mia filosofia di cucina si basa su una perfetta alchimia tra innovazione, benessere, ingredienti, gusto e arte, per creare una totale armonia tra esperienza gastronomica e stile di vita sano». Questa filosofia di cucina si concretizza nei piatti serviti a La Terrazza, fiore all’occhiello dell’Hotel. Situata all’ultimo piano, offre una cucina mediterranea stagionale, creativa ed innovativa. Una cucina che ad oggi vanta una stella della guida Michelin. Una cucina che non ha muri, ma spazia e raccoglie il meglio di tutte le tradizioni. Fabio Ciervo ha infatti appreso le virtù della cucina italiana, dall’Oriente invece ha imparato a prestare →
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particolare attenzione alla scelta e all’uso delle spezie, la Francia gli ha insegnato l’arte delle salse, di tradizione spagnola la capacità di utilizzare innovative tecniche culinarie. Una proposta meno sofisticata ma comunque di alto livello è quella offerta a Il Giardino Ristorante, un’oasi di tranquillità da cui ammirare il bello di Roma, magari al tramonto. Qui gli ospiti possono gustare tutto il giorno l’interpretazione moderna di Fabio Ciervo della classica cucina italiana e romana. Per chi invece volesse godere dello stesso panorama sorseggiando un buon cocktail, c’è il Giardino Bar, aperto tutti i giorni dalle 11 all’una di notte. L’Hotel Eden oggi è anche punto di riferimento per i turisti enogastronomici di tutto il mondo, con il suo ristorante La Terrazza, una stella Michelin. Dopo la riapertura, La Terrazza ha già fatto parlare molto di sé. È entrata in classificata al 14° posto tra i 50 migliori ristoranti di lusso secondo la 50 Top Italy Luxury 2022. E ancora, nel mese di ottobre l’executive chef Fabio Ciervo ha ospitato in cucina, per una serata eccezionale, il collega altoatesino Norbert Niederkofler, 3 stelle Michelin. Last but not least, La Terrazza è stata tra i ristoranti protagonisti dei pranzi del G20, dove Ciervo ha servito la sua Cacio e pepe, proposta con boccioli di rosa ed effetto scenografico di azoto aromatizzato. Già da queste occasioni si comprende l’importanza raggiunta da La Terrazza come uno dei locali simboli dell’alta cucina della capitale da quando nel 2010, il campano Ciervo, dopo esperienze con importanti tristellati in Europa, era rientrato nell’hotel romano dove aveva fatto in precedenza un periodo come sous chef, guadagnandosi nel 2012 (a soli 32 anni) la stella Michelin che poi si riconferma nel 2017, dopo che l’hotel era stato chiuso due anni per una profonda ristrutturazione che nel ha fatto una perla nella collezione del gruppo Dorchester, nonché uno dei primi 5 hotel ricercati dagli americani nella capitale.
Bellavista Penthouse Suite
Il Giardino Bar
The Eden Spa,double Suite
ROMA Lazio 81566
Hotel Eden via Ludovisi 49, 00187 Roma Tel 06 478121 www.dorchestercollection.com 30
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Hotel de Russie Il lusso e la storia C'
è la storia e c’è la modernità all’Hotel de Russie, una delle strutture più famose e prestigiose del centro di Roma, che deve il suo curioso nome alle frequentazioni dei rappresentanti della Casa Imperiale Russa e ai pittori Romantici russi che vi soggiornarono. Progettato da Giuseppe Valadier nel 1814, l’hotel è stato riaperto dopo un lungo restauro nel 2000 sotto il segno della Rocco Forte Hotels, tornando a essere uno degli alberghi più esclusivi della Città Eterna. Il compito di ridefinire gli interni dell’edificio antico è stato affidato all’Architetto Tommaso Ziffer (affiancato dal design director della Compagnia Olga Polizzi, sorella di Sir Rocco). Ziffer, su indicazioni della committenza, ha realizzato un interior design basato su uno stile eclettico che fondendo gli stili riporta quel “melting pot” tipico delle società più moderne ed avanzate.
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Nei salotti come nelle camere sono stati privilegiati tinte color pastello, estremamente delicate e riposanti, dal verde-azzurro al sabbia-avorio con sofisticate sfumature di color ametista. I mobili sono lineari, alcuni di ispirazione asiatica con preziose lacche color nero e arancio. Le camere e le suite hanno incantevoli affacci sul giardino, su Piazza del Popolo e sui famosi tetti di Roma e sono dotate di tutti i comfort più moderni. Oggi l’Hotel de Russie è uno di quei luoghi dove i romani esigenti si incontrano per sorseggiare un drink e pranzare nel giardino segreto. Anche quest’ultimo è stato disegnato da Valadier secondo la moda dell’epoca con vialetti e spazi di sosta e un percorso d’acqua che scende in tre ninfei. Proprio qui troviamo il ristorante Le Jardin de Russie, che nell’agosto del 2010 è stato rinnovato con un décor dalle tinte sobrie ed eleganti che richiamano i colori del giardino circostante.
A rendere speciale e unico questo ristorante c’è la mano dello chef Fulvio Pierangelini, uno dei cuochi più celebrati al mondo che in passato ha fatto grande il Gambero Rosso di San Vincenzo (Livorno). In circa trent’anni di carriera Pierangelini ha sperimentato varie mode culinarie, perseguendo sempre una sua personale filosofia che gli è valsa le due meritatissime stelle Michelin. Dal suo locale hanno preso il largo piatti come la Passatina di ceci e gamberi che vanta forse il primato dell’imitazione nella storia della cucina contemporanea. Pierangelini dal 2008 collabora con Le Jardin de Russie come supervisore creativo, affiancando lo chef Nazzareno Menghini per offrire ai clienti un servizio sempre più di livello ed una cucina sempre più raffinata. Nella bella stagione, il ristorante si apre all’esterno e apparecchia i suoi tavoli nel giardino segreto dell’hotel, regalando ai suoi ospiti una scenografia magnifica fatta di alberi antichi e roseti. Doverosa, infine, una sosta allo Stravinskij Bar, situato nella piazzetta Valadier, magnifico luogo d’incontro al centro di Roma, e all’esclusiva De Russie Spa dove una vasta gamma di trattamenti di benessere prolungano il piacere del soggiorno in questo splendido hotel.
ROMA Lazio
81413
Hotel de Russie Via del Babuino 9, 00187 Roma Tel 06 328881 www.roccofortehotels.com CHeck-in • novembre 2021
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La nuova era del St. Regis Rome La creatura del leggendario albergatore César Ritz è tornata a splendere nella Capitale dopo l’imponente ristrutturazione di tutte le aree comuni, come la lobby, il lounge bar e la library e tutte le 138 camere e 23 suite 34
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anno scelto di fare le cose in grande i vertici di St. Regis Hotels and Resorts per la ristrutturazione del St. Regis Rome, per il quale è stata investita la cifra da capogiro di 40 milioni di euro. Del resto stiamo parlando di una realtà nata nel 1894 dalla mente del leggendario albergatore César Ritz, una struttura considerata uno dei migliori esempi di ospitalità europea di alto livello, che gode di una posizione strategica nel cuore della Capitale tra piazza della Repubblica e il palazzo presidenziale del Quirinale. La ristrutturazione è stata affidata al celebre studio di interior design Pierre-Yves Rochon Inc. (Pyr) con sedi a Parigi e Chicago, e rende omaggio ai 125 anni di storia dell’albergo celebrando la suggestiva luce di Roma e reinterpretando in chiave contemporanea l'eleganza senza tempo dell’hotel. Tutte le aree comuni, come la lobby, il lounge bar e la library e tutte le 138 camere e 23 lussuose suite dell'hotel sono state completamente rinnovate. Tonalità pastello elegantemente alternate infondono nuova vita alle camere, mentre una palette regale di nero e oro caratterizza la lobby, in cui ricorrono forme geometriche, archi e colonne scanalate, con una importante componente di luce naturale che illumina i toni del crema, bianco e tortora che caratterizzano ulteriormente lo spazio. I materiali utilizzati nel restauro, come il travertino e il bronzo, rimandano al patrimonio architettonico ed archeologico della Città Eterna e alle tradizioni dell'artigianato locale. Maestosi busti scultorei, mosaici e oggetti d'arte sono esposti accanto a tessuti raffinati come i tappeti e i velluti delle sedute. I motivi delle decorazioni sono, pure loro, un richiamo alla tradizione romana e sono ulteriormente arricchiti da tocchi di giallo intenso, azzurro polvere e da uno scintillio di oro e argento. Lo splendore di questa struttura investe gli ospiti già al loro arrivo: l'imponente ingresso, infatti, trasmette immediatamente un senso di grandiosità e allo stesso tempo di grazia, dove lo splendore dell’antico si unisce ad uno stile sofisticato e moderno. Luce, riflessi e raffinatezza sono le parole chiave dello schema di progettazione, che si ritrovano nel foyer color tortora e nel grandioso lampadario di 5 metri di altezza in vetro soffiato di Murano arricchito da tocchi di blu. La moda e l'arte si fondono in una luminosa piazza interna ispirata alla Belle Époque, che rende omaggio al giardino d'inverno dell'hotel così come fu inaugurato da César Ritz. L’attento restauro e la metamorfosi del palazzo storico comprendono la lobby, il lounge bar, la library e il Salone Ritz.
Dal Bar Lumen alla Library come nella Belle Époque Pranzo, cena, aperitivi e serate si concentrano nel Lounge Bar Lumen, Exquisite Cocktails & Cuisine, il luogo in cui si celebra la ristorazione del S. Regis. A caratterizzare questa sala ci pensa un elegante bancone dai toni dell’oro e del nero, incorniciato da una bottigliera di vetro blu retroilluminata, dove trova spazio un’importante → CHeck-in • novembre 2021
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collezione di wines & spirits provenienti da tutto il mondo. Il Lounge Bar è direttamente collegato alla più intima Library color blu zaffiro, che costudisce una accurata collezione di libri. Rifugio ideale per conversare di cultura e arte durante l’ora del tè pomeridiano o per un bicchiere di buon vino, la Library incarna l'essenza del glamour moderno del marchio St. Regis, con i suoi lampadari in cristallo stile impero, lo specchio veneziano decorato e il camino in marmo nero. Il rinnovato splendore dell’hotel continua anche nella grande scalinata storica completamente restaurata che conduce gli ospiti dalla lobby ai piani superiori.
La sala da ballo, la prima pubblica di Roma La Ritz Ballroom, che prende il nome dal famoso albergatore César Ritz, fu inaugurata nel 1894 come la prima sala da ballo pubblica a Roma. Progettata dall'architetto romano Giulio Podesti e riccamente decorata con affreschi di Mario Spinetti, la sala ha subito un meticoloso restauro della durata di sei mesi, condotto da un team di abili artigiani e restauratori. Gli affreschi sono un brillante esempio di patrimonio preraffaellita romano, e sono perciò protetti dalla Sovrintendenza alle Belle Arti. Grazie a questo attento restauro, gli ospiti possono ora ammirare gli affreschi di Spinetti raffiguranti otto scene che rappresentano diversi momenti della vita rurale con cenni ai temi mitologici ad essi collegati. Al centro del soffitto affrescato volte dorate formano una griglia di diamante, con ghirlande e motivi floreali che incorniciano il tromp l’oeil con scorci di cielo, dando l'illusione di un'apertura verso l'esterno.
Camere e suite: la quintessenza dell’eleganza Ci sono poi le nuove camere e le nuove suite, spaziose e illuminate, pensate per gli ospiti sofisticati, colti e mondani. Ogni stanza si rifà ad uno dei due colori individuati da PYR: l’azzurro polvere del cielo della capitale o la calda terracotta delle mura romane al tramonto. Il designer ha anche selezionato una serie di sfarzosi tessuti, fresche 36
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lenzuola e specchi cesellati a mano per creare un senso di spazio, tranquillità e lusso. Il tutto ulteriormente accentuato dalla luce naturale del giorno e dalla calda illuminazione serale dei lampadari veneziani, anch’essi restaurati. Inoltre, una collezione di opere d'arte contemporanea e di antiquariato sono esposte in vari spazi dell'hotel, a ricordare il secolare ruolo di Roma come polo d’attrazione per artisti e collezionisti di tutto il mondo. Ispirandosi alle vicine e celebri Terme di Diocleziano, i bagni delle stanze con spaziose e accoglienti vasche sono stati rivestiti in travertino o in marmo nero Marquina e in molti casi arricchiti da pavimenti in terrazzo e inserti a mosaico. In tutte le rinnovate e luminose camere è stato creato un ambiente senza tempo in cui elementi storici e moderni si fondono perfettamente. Tecnologia all'avanguardia e dettagli contemporanei bilanciano squisiti arredi creati su misura, mentre la meticolosa attenzione ai dettagli e l'alta qualità dell'artigianato sono il fil rouge dell’intero progetto.
Affaccio meraviglioso dalla suite Bottega Veneta La rinnovata suite Bottega Veneta, anch’essa parte della totale ristrutturazione dell’albergo, vanta un meraviglioso affaccio su Piazza San Bernardo e sulle Terme di Diocleziano e riflette lo stile e il carattere distinto di una casa italiana e il nuovo spirito dell'hotel. La suite dispone di un foyer, un luminoso soggiorno con camino in marmo nero, tre eleganti camere da letto e un bagno in marmo. Pezzi iconici della nuova collezione Bottega Veneta Home Collection arricchiscono gli ambienti, in una gamma esclusiva di tonalità discrete ma calde come Espresso, Nero, Ash e Cigar. Nuovi materiali naturali come legno, pelle scamosciata e lana sono stati aggiunti e combinati ai pre-esistenti arredi in pelle e lino.
ROMA Lazio
81380
The St. Regis Rome Via Vittorio Orlando 3, 00185 Roma Tel 06 47091 www.stregisrome.com
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Parco dei Principi Grand Hotel & Spa
La natura in città Circondato da un lussureggiante giardino botanico, elegante, lussuoso e moderno, il Parco dei Principi è perfetto per vivere un soggiorno all’insegna del benessere e della buona cucina 38
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È
una delle oasi più prestigiose e ricercate di Roma: stiamo parlando del Parco dei Principi Grand Hotel & Spa, l’urban resort, come si definisce, nel cuore del quartiere Parioli, con una vista incantevole e privilegiata sul Parco di Villa Borghese. Circondato da un lussureggiante giardino botanico, elegante, lussuoso e moderno, il Parco dei Principi è perfetto per vivere un soggiorno all’insegna del benessere, caratteristica dei resort immersi nella natura, ma nel cuore della città. Senza, però, dimenticare i piaceri della tavola. Centosettantasette le camere e suite tra cui la Suite Presidenziale e la Royal Suite di 350 mq con vista mozzafiato sulla città, su Villa Borghese e sulla Cupola di San Pietro, arredate in stile classico con decorazioni barocche, stucchi, inserti in legno e tessuti pregiati. Ciliegina sulla torta il ristorante Pauline Borghese, un salotto incantevole affacciato su un giardino all’italiana. Elegante e ricercato, frizzante e verdeggiante nella bella stagione, è il setting ideale per un business lunch, un incontro tra amiche, un aperitivo di classe o una cena romantica in ogni momento dell’anno. → CHeck-in • novembre 2021
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Il servizio a cinque stelle, attento e premuroso, si unisce alla cucina dello chef Francesco Bonanni che riscopre i sapori italiani tradizionali e genuini, rielaborandoli in modo contemporaneo utilizzando solamente prodotti locali e stagionali per pietanze semplici ma di classe. Completa l’offerta una ricca e ricercata carta dei vini con bottiglie d’eccezione e una drink list accattivante elaborata dal talentuoso team di bartender guidato da Domenico Maura, in struttura dal 2019 e proveniente dall’Hotel Eden di Roma. Il giovane cuoco Bonanni si sta rivelando una novità interessante per il sempre più ricco panorama della ristorazione romana. Dopo esperienze in alberghi di Roma come Relais Le Jardin del Lord Byron, Elio Cabala, Hotel Mecenate, Ristorante Gusto, Bonanni è stato chef executive al Caffè Veneto, per poi passare alla Casina Valadier e poi all’Estrobar. Un percorso affiancato da esperienze di docente di scuola alberghiera e collaborazioni con case di moda che ne hanno probabilmente affinato il gusto estetico che si ritrova nei suoi piatti con molta sobrietà e senza eccessi da food design esasperati.
Dal relax al business con servizi al top Immersa in un’oasi lussureggiante, la piscina esterna riscaldata è il luogo ideale per momenti di relax durante le calde giornate estive. L’area piscina è allestita con chaise longues e 40
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ombrelloni, confortevoli gazebi ed è servita da un bar & grill. Il centro benessere Prince Spa, con i suoi 2mila mq, si compone di un’area beauty, zona umida con sauna, bagno turco, docce emozionali, fontane di ghiaccio e sala relax, una piscina interna semi-olimpionica igienizzata all’ozono e una moderna area fitness di 450 mq. Il Centro congressi, con 18 sale meeting, infine, è la location ideale per riunioni, eventi, congressi fino a 2mila delegati e ricevimenti.
ROMA Lazio
81607
Parco dei Principi Grand Hotel & Spa Via G. Frescobaldi 5 - 00198 Roma Tel 06 854421 www.robertonaldicollection.com
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Sofitel Villa Borghese CHeck-in • novembre 2021
Recentemente ristrutturato, l’hotel, ospitato in un palazzo del XIX secolo, è tornato a splendere con le sue 78 lussuose camere che rispecchiano il classicismo parigino e il Barocco e il ristorante rooftop Settimo
È
considerato un piccolo angolo di Francia nel cuore della Capitale il Sofitel Roma Villa Borghese. Non è un caso se l’ultimo architetto a metterci le mani è stato Jean Philippe Nuel, colui che ha guidato la recente ristrutturazione del palazzo del diciannovesimo secolo che ospita il Sofitel. La mano dell’interior designer Nuel oggi si vede eccome: il Sofitel, infatti, racconta la fusione tra cultura francese e italiana, più precisamente tra il classicismo parigino e l’opulenza del Barocco, ma anche l’unione tra la città e la natura circostante. Soggiornare al Sofitel significa immergersi nella tranquillità del parco di Villa Borghese restando comunque a due passi dalle principali attrazioni della Capitale, da piazza di Spagna alla Fontana di Trevi, dalla Scalinata di Trinità dei Monti alle più gettonate vie dello shopping.
Il boutique hotel, dai dettagli classici e di design, offre camere con arredi sontuosi e comfort esclusivi, come il Sofitel MyBed e il sistema di diffusione audio Bose, oltre a internet wireless ad alta velocità. 78 le camere in totale, di 7 sono Suite. Si può optare per le Classic (da 18 mq) con letto singolo o matrimoniale, o le Superior (da 25 mq, disponibili anche con letti separati). O ancora le Luxury (31 mq), per due o tre persone. Ognuna è arredata con toni chiari e luminosi, impreziosita dal soffitto finemente affrescato. Sofitel fa anche rima con business grazie alle quattro sale riunioni presenti all’interno dell’hotel, ideali per briefing di lavoro, meeting ed eventi aziendali. Ognuna può esser strutturata con un layout differente per adattarsi a ogni esigenza: a teatro, a ferro di cavallo o con tavolo imperiale, stile aula o banchetto. → CHeck-in • novembre 2021
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bellezza è a tutto tondo e fa da scenografia alla cucina sensibile e appetitosa dell’executive chef Giuseppe D’Alessio. Tra colori intensi e marmi policromi, la filosofia dello chef racconta l’intenso legame con la città, reso ancora più forte dalle sue esperienze di vita e dal suo amore per la tradizione gastronomica del territorio laziale. Declinata su menu stagionali e piatti realizzati con tecniche contemporanee, la cucina di D’Alessio racconta storie sempre nuove e fragranti come il suo pane fatto in casa o i suoi supplì, che filano bollenti. Il cocktail bar fa da compendio alla proposta gastronomica e offre una carta originale di signature drink secondo una mixology che esalta profumi e sapori delle spezie. Da Settimo, l’ospite è accolto con calore, proprio del carattere italiano, e diventa luogo di ritrovo ove condividere passioni, idee, socialità, cibo tra relax e gusto.
Piatti semplici e creativi
Settimo, giungla urbana con cucina top L’esperienza Sofitel raggiunge la sua massima esaltazione da Settimo Roman Cuisine & Terrace, il ristorante posto all’ultimo piano dell’hotel, un fantastico luogo dal design contemporaneo dove si intrecciano fresca esuberanza e “benessere” a tavola. Un’oasi urbana nata dal desiderio di ritrovare una socialità autentica, caratterizzata dall’essenzialità genuina e dalla morbidezza di colori e ambienti: l’aria che vi si respira è energica, nutrita da motivi tropicali e arborei, fantasie floreali che impreziosiscono tessuti e cuscini. Tavoli smaltati, lampade di ottone, preziosi velluti, confortevoli poltroncine colorate e una calda atmosfera, accolgono sapientemente ospiti romani e internazionali. Il desiderio di un rifugio dal caos metropolitano, circondati da una vegetazione mediterranea dal mood jungle, si concretizza in uno stile avvolgente in cui la natura è vera protagonista insieme alla vista emozionante e sconfinata dell’ampia terrazza: lo sguardo è libero di vagare tra cupole maestose e antichi palazzi e chiese, grazie alla struttura mobile di tetto e vetrate. La 44
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Territorialità e stagionalità sono le parole chiave della proposta gastronomica di Settimo. L’obiettivo dello chef Giuseppe D’Alessio e della sua brigata è quello di lasciare un ricordo indelebile nella memoria, raccontando Roma e il Lazio attraverso il cibo e le materie prime che sono altamente selezionate e controllate per offrire sapore ed eccellenza. I piatti in menu sono semplici e insieme creativi, realizzati con pochi ingredienti e senza lunghe preparazioni, in modo che il piatto ne esca valorizzato e riconoscibile. Profumi e sapori sono, infatti, sempre schietti e autentici, sapientemente uniti per valorizzare le proprietà e le caratteristiche di ciascun prodotto, rigorosamente fresco. «Il fornitore fa parte della brigata. Lo considero parte del team di cucina, per questo mi affido solamente a produttori selezionati: con loro deve esserci soprattutto fiducia, come con tutti i miei collaboratori», sottolinea lo chef.
La colazione da Settimo, rito anche per gli esterni Ma non solo cena! Tutti i giorni, dalle ore 6:30 alle ore 10:30, l’appuntamento per la colazione da Settimo è diventato un rito immancabile. Aperto sia agli ospiti dell’hotel sia al pubblico esterno che desidera salire sul rooftop per il pasto più importante della giornata, il servizio della
colazione è à la carte con una classica e variegata proposta di lievitati e dolci artigianali tra cui cornetti francesi, pasticceria italiana, crostata di marmellata, torta caprese e ciambellone, arricchita anche da una parte salata con mini baguette, pane casareccio e pizza romana. E ancora, golose crêpe, french toast o pancake, con topping di sciroppo d’acero o conserve di frutta, oltre a una selezione di yogurt da abbinare a cereali come corn-flakes, muesli, riso soffiato e fiochi d’avena. Golosa la sezione dedicata alle uova, che arrivano sempre di giornata, e sono disponibili strapazzate, fritte, alla coque, al piatto come omelette con prosciutto, formaggio, funghi e cipolle, solo su richiesta con salsicce di pollo o bacon. Inoltre, il menu è ampliato da contorni di stagione, formaggi italiani e francesi, salumi nostrani e salmone. A completare la ricca offerta, non mancano mai frutta e colorate macedonie, spremute espresse e centrifughe, tutta la caffetteria con espresso, caffè americano, cappuccino, tè e tisane. Su richiesta anche proposte per celiaci come pane e dolci monoporzione.
ROMA Lazio
81460
Sofitel Roma Villa Borghese Via Lombardia 47, 00187 Roma Tel 06 478021 www.all.accor.com CHeck-in • novembre 2021
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Splendide Royal
accoglienza di livello che fa sentire l’ospite a casa 46
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N
on lontano da Villa Borghese, l’Hotel Splendide Royal si presenta come meta ideale per un’esperienza innovativa all’insegna di un alto livello di comfort, coniugando antiche atmosfere con tecnologie moderne. Accanto ad un’accoglienza capace di soddisfare ogni esigenza e ad un team attento a far sentire l’ospite a casa, la struttura vanta servizi come il Mirabelle, ristorante stellato con vista suggestiva su Roma. L’edificio nel quale ha sede risale alla fine dell’800. Un palazzo ricco di storia, al tempo di proprietà delle famiglie nobiliari Ludovisi e Boncompagni. L’albergo si trova nella ex foresteria del palazzo, mentre la lobby era il rimessaggio delle carrozze. Aboliti i titoli nobiliari, diventa Monastero, finché nel 2001 non passa in mano al dottor Roberto Naldi, che lo trasformò in una struttura dedicata all’ospitalità, il nuovo Splendide Royal di Roma. Non stupiscono quindi, con una storia così ricca alle spalle, i diversi spunti di ispirazione artistica: elementi rococò come il soffitto a cassettoni, o gli arredi lignei d’epoca, culminando con le illuminazioni parigine in stile Luigi XVI. Dopo la recente ristrutturazione, si contano oggi 69 tra camere e suite originali. Un’offerta di livello valorizzata anche dall’aggiunta dello Splendide Boutique, un “hotel nell’hotel” situato in un’ala del palazzo, che racchiude altre 16 suite contraddistinte per il lusso contemporaneo e la riservatezza. Tutte le camere sono dotate di ogni comfort e si distinguono nelle categorie Superior, Prestige, Deluxe, Junion Suites, Suites e Signature Suites.
Uno spazio per meeting e riunioni di lavoro Comfort, relax e qualità dell’offerta rendono lo Splendide Royal meta ideale per i turisti più esigenti, ma anche per coloro che cercano luoghi dedicati a riunioni di lavoro. All’interno dell’hotel infatti si trovano tre aree meeting riservate a conferenze stampa, mostre, riunioni e convegni. Una è la Crystal Lounge, al 6° piano, con il suo terrazzo e l’ampia vetrata con vista su Roma; poi la storica Sala Barberini, con una struttura architettonica a salotto; infine la Sala Ludovisi, piccola ed elegante, perfetta per un evento più intimo. → CHeck-in • novembre 2021
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«Chi soggiorna allo Splendide Royal - dichiara Daniele Carta, general manager della struttura - trova un luogo in cui il massimo del comfort e del benessere si coniugano ad un’accoglienza calorosa e sincera per sentirsi a proprio agio. Il nostro obiettivo è trasmettere ad ognuno la percezione di trovarsi a casa anche se da casa si è lontani. Tutto questo grazie alla capacità del nostro team di intuire gusti ed esigenze, dando ad ogni ospite quella sensazione di nostalgia di quando si torna poi alla propria quotidianità». Splendide non è solo ospitalità, ma anche e soprattutto un’ampia offerta food&beverage. Un’offerta che spazia dalla mixology di alto livello alla cucina stellata. Chi volesse coccolarsi con una cena capace di esaltare il territorio, godendosi una serata con vista su Roma, potrà riservare un tavolo al ristorante Mirabelle, una stella Michelin. Qui scoprirà una cucina che sa di tradizione, con punte di innovazione, personalizzata dall’estro dello chef Stefano Marzetti. I piatti sono cucinati con passione, accompagnati da un servizio quasi danzante dall’armonia capace di trasmettere e dall’eleganza sofisticata del roof garden.
Mirabelle, la cucina stellata di Stefano Marzetti Sedersi ad un tavolo del Mirabelle significa perdersi con lo sguardo nel verde di Villa Borghese, spingendosi fino a Trinità dei Monti, San Pietro, il Parco di Monte Mario. Un vero palcoscenico sulla città. La musica al pianoforte in sottofondo, una mise en place elegante e un servizio impeccabile sono preludio di una serata di alto livello. La cucina è affidata a Stefano Marzetti, che guida la brigata da quasi un decennio. Il direttore del ristorante Luca Costanzi guida la sala con maestria ed esperienza. Il Mirabelle offre sia un break per il pranzo che un momento più ampio dedicato a sé alla cena, senza eccessive formalità però. La cucina è del territorio, fatta di prodotti romani e umbri, interpretati con tocchi innovativi. Un ristorante stella Michelin che ha saputo dimostrare resilienza in questo periodo pandemico, trasformando le criticità in opportunità. Sono state rinnovate le cucine durante il primo lockdown: questo ha permesso di realizzare una cucina al passo con i tempi e funzionale nelle sue parti. Riduzione dei 48
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Guancia di maiale Stefano Marzetti
consumi e spazi che permettono una maggior coordinazione. Per quanto riguarda l’offerta, «La cucina è un po’ come Roma, una continua sorpresa per me e per chi la assaggia. Il mio è uno dei lavori più belli al mondo - spiega Marzetti - faccio star bene le persone, regalo emozioni, momenti senza tempo». La cucina di Stefano Marzetti è una cucina soprattutto di ricerca delle materie prime, che si realizza attraverso un confronto con fornitori e piccoli produttori, per creare dei piatti con grandi esplosioni di gusto che coinvolgano ogni senso.
Adèle, la mixology no waste di Barbara Migliaccio Spina
è figlia dell’esperienza della barlady: «È tra suggestioni esotiche e fresche che ho composto questa nuova carta, una decina di drink inediti e signature, summa di incontri, scenari, esperienze con l’auspicio di riappropriarci della dimensione sociale che ci è mancata come l’aria». Non manca, da Adèle, il gioco di squadra tra Barbara e lo chef Stefano Marzetti, pronto ad accompagnare i cocktail in terrazza con una cucina rivisitata. La filosofia è quella del Mirabelle: stagionalità, materia prima made in Italy, tutto questo nei finger food di accompagnamento come l’Arancino, ripieno di sapori della tradizione gastronomica romana, o il Sushi, realizzato con pescato del giorno con l’aggiunta di frutta esotica.
Al termine della cena, non c’è miglior conclusione di un buon cocktail. Allo Splendide Royal il posto migliore dove sorseggiarlo è Adèle, sky bar con vista. Un salotto all’aria aperta, all’ottavo piano della struttura, dove trascorrere il dopo cena o, perché no, l’ora dell’aperitivo, in un’atmosfera decisamente elegante. Sulla terrazza ci si allontana dai rumori metropolitani per immergersi in un nuovo ambiente. Il tramonto del sole, la brillantezza delle stelle di notte. Il locale è guidato da Luca Costanzi, già direttore del Mirabelle, che ha fin da subito creduto nelle potenzialità della terrazza: «Adèle è stato ideato per dare alla città un luogo che mancava, un posto con un panorama incredibile, un’atmosfera trendy, accogliente e vitale, un servizio perfetto e anche una gastronomia ricercata ma sempre concreta». Qui sta dietro al bancone Barbara Migliaccio Spina, barlady arrivata da Parigi a firmare la carta dei cocktail e a interpretare il ruolo di cocktail training, con ingredienti originali e tecniche contemporanee. Nel bicchiere, oltre a gusto ed equilibrio, c’è molto della nuova tendenza no waste, reminiscenza dell’infanzia di Barbara: «A casa non si sprecava niente, tanto meno il pane. Oggi i crostoni li uso insieme a uno sciroppo di arance amare, zucchero e a un ingrediente segreto per ricreare il gusto del pane, burro e marmellata. Ho chiamato il drink Italian Breakfast, la mia versione di “madeleine”». Una ricerca nel tempo in cui il passato diventa presente grazie a un profumo. La nuova carta
ROMA Lazio
81570
Hotel Splendide Royal via di Porta Pinciana 14, 00187 Roma Tel 06 421689 www.splendideroyal.com CHeck-in • novembre 2021
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Palazzo Manfredi
riparte in simbiosi con Aroma Ristorante 50
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Grand View Gallery Suite Living Room
di Alberto Lupini
L'
ideale di “camera con vista” è Palazzo Manfredi a Roma. L’hotel cinque stelle lusso firmato Manfredi Fine Hotels Collection, affacciato sul Colosseo, ha ripreso la sua attività a pieno regime, insieme a quella parallela dell’Aroma Ristorante, una stella Michelin. «Un bellissimo palazzo - spiega lo chef di Aroma, Giuseppe Di Iorio - che prende il nome da colui che lo ha fondato, il Conte Manfredi». Palazzo Manfredi è un boutique hotel, conta in totale 14 camere e al momento segna «il 70-80% di occupazione. Siamo fortunati in questo senso, è un bel risultato». Essendo una struttura per lo più dedicata agli stranieri, capita spesso che l’ospite non si fermi per molto, «a volte viene anche solo per una notte». «Ecco perché lasciamo la sera, a cena da Aroma, almeno due o tre tavoli liberi per i clienti dell’hotel». Al momento per avere un tavolo da Aroma Ristorante la sera serve almeno un mese di preavviso, tuttavia «sarebbe assurdo che un ospite alloggi qui in hotel e poi non riesca a mangiare al ristorante». →
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L’ospitalità firmata Palazzo Manfredi e la ristorazione di Aroma Ristorante vanno a braccetto da sempre. «Oggi con un’occupazione al 70-80%, abbiamo ogni sera 6-8 persone che vengono a mangiare da Aroma e soggiornano in hotel». Una sinergia che si è dimostrata funzionale anche durante il lockdown più rigido: «Siamo stati bravi ad inventarci una formula per quel periodo. Il cliente veniva a cena e in cambio otteneva in omaggio la camera. Questo sistema soprattutto nel fine settimana ha funzionato».
Lo Small Luxury Hotel con posizione privilegiata nel centro di Roma
Grand View Gallery Suite Bedroom
Palazzo Manfredi è l’albergo della Capitale che può vantare una tra le posizioni più centrali in assoluto, in un’area di inestimabile valore storico-artistico. Sotto all’hotel si trova il Ludus Magnus, alloggio e palestra dei gladiatori che si esibivano al Colosseo; accanto si apre la Domus Aurea e il parco archeologico. A fare da cornice, eleganti palazzi ottocenteschi e il Parco del Colle Oppio. Affiliato a Small Luxury Hotels of the World e al network Virtuoso, oggi Palazzo Manfredi è una destinazione top per quei clienti che ricercano una sistemazione a cinque stelle lusso. Questo grazie anche alla collaborazione con grandi brand internazionali del settore arredamento. Da materiali come legno e marmo, armoniosamente combinati in un design moderno, a oggetti d’antiquariato e opere di artisti contemporanei.
Le 14 camere tra room e suite Vantaggi della struttura per gli ospiti sono la privacy degli spazi e la qualità dei servizi, rivolti sia alla clientela business che al turista più esigente. Cura dei dettagli e attenzione alle esigenze degli ospiti si percepiscono anche negli arredi delle camere, 14 tra room e suite divise per tipologia. A queste si aggiungono anche le 6 Grand View Colosseo Suite, ricavate nel palazzo adiacente al corpo principale di Palazzo Manfredi. The Court cocktail bar
Tra le camere più importanti, la Suite Colosseo: un open space di 60 mq caratterizzato da nuance tenui ispirate ad argento e bronzo. Poi arredi realizzati su misura e veri e propri pizzei di design. Da non dimenticare l’area wellness con doccia e hamman, al centro della quale spicca la vasca idromassaggio con vista sul Colosseo, un moderno tempio del benessere. La Suite Ludus Magnus, anch’essa di 60 mq, richiama lo sfarzo delle antiche dimore della Roma Imperiale; le tonalità di bronzo giocano con i colori dei tessuti e dei velluti, i marmi e i ventri richiamano la ritualità e il fasto dei bagni romani.
La ripartenza di Aroma Ristorante Una delle cucine con vista più accattivanti dell’offerta gastronomica romana, firmata dal Giuseppe Di Iorio (premiato come migliore chef Excellence 2021). Dal suo punto di vista, ad 52
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oggi le prospettive possono definirsi rosee: «Il peggio credo che ormai ce lo siamo lasciati alle spalle». Quel che resta del periodo di massima emergenza è la capacità che c’è stata, se non nel reinventarsi, almeno nell’apportare cambiamenti sostanziali nell’intera offerta del ristorante. «Non è un mio pensiero, sono i numeri che ci danno conforto. Le cose stanno andando bene dopo un’estate in costante crescita. Stanno ritornando gli stranieri, soprattutto gli americani. Loro, piuttosto che russi e orientali che usano Fiumicino come base per poi spostarsi in Europa, restano a Roma anche 2 o 3 giorni. Con gli stranieri e forti dei numeri che registriamo, siamo ripartiti.
Giuseppe Di Iorio
Oggi, venire a mangiare da Aroma significa prenotare con almeno un mese di preavviso». Una differenza sostanziale rispetto a quanto la ristorazione italiana in generale, ma soprattutto di alto livello, ha dovuto vivere 6-7 mesi fa. «Un incubo», lo definisce Di Iorio. «Quello che ci è successo è quasi surreale. La cosa che però più di tutte è mancata è la certezza. Nel nostro lavoro abbiamo bisogno di certezze, abbiamo bisogno di “stare sul pezzo”, di programmare. È stato devastante non poterlo fare». Una situazione che indubbiamente ha portato ad una forte crisi, a livello economico, sociale e personale. Ma anche un contesto dal quale le grandi menti della nostra ristorazione sono riuscite a prendere spunto per regalare ai propri ospiti, una volta riaperti, delle belle sorprese. «Non ci siamo reinventati, ma abbiamo apportato delle modifiche significative. Non possiamo ancora parlare ancora, con l’arrivo → CHeck-in • novembre 2021
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del freddo e con la questione vaccinale, di certezze. Quindi, la cosa più importante oggi è limitare i danni, vale a dire non sprecare. In quest’ottica, quello che insegno ai miei ragazzi è che ad oggi lo strumento più importante che abbiamo in cucina è la bilancia. Tutto va pesato, non possiamo più permetterci alcuno spreco». Una scelta che, seppur dovuta alle esigenze del caso, ben si allinea al felice trend della sostenibilità.
Ricciola marinata, avocado, mango e cipolla rossa di Tropea
Parallelamente, Aroma ha anche cambiato l’impostazione stessa della sua offerta: «Abbiamo creato dei menu ad hoc. Tre, chiamati con i nomi dei capitelli che si trovano anche sul Colosseo: Ionico, Dorico e Corinzio. Si tratta di tre percorsi da 4, 5 e 7 portate, che ci permettono di non avere più una carta troppo ampia con 20-21 piatti, ma di offrire 14-15 alternative disposte, che per il numero di persone in cucina vanno più che bene». Se infatti, alla chiusura del 9 marzo dell’anno passato, Aroma contava tra i fornelli 12 persone, ad oggi ce ne sono solo 8, attenti a servire con il massimo dell’attenzione i 30 coperti del ristorante. «Siamo aperti 7 giorni su 7. A pranzo, a cena, ma anche a colazione. Siamo anche una struttura ricettiva».
La cucina di Giuseppe Di Iorio
Sgombro scottato, sedano fermentato, purea di carote e salicornia
Qui, ad Aroma, la filosofia che vige nel menu, nonostante i cambiamenti dell’offerta, è sempre quella targata Giuseppe Di Iorio: «Non c’è innovazione senza tradizione. È il principio che da sempre guida la mia cucina. Il ruolo del cuoco è quello di un ricercatore, ma come possiamo stabilire che qualcosa è realmente nuovo senza la conoscenza del passato?». E nei suoi piatti si ritrova sempre questo studio che parte dalla tradizione. Ecco perché Di Iorio è molto legato al territorio e alla tradizione, due fattori imprescindibili, dai quali lo chef parte per realizzare il suo progetto di cucina innovativa. Piatti puliti, essenziali, di stampo mediterraneo, con la volontà prima di valorizzare la materia prima, senza mai fare compromessi. «Abbiamo il dovere di esaltare, con tecnica ed esperienza, i prodotti». Questa volontà ritorna completamente nei piatti che sono oggi in carta ad Aromi. A partire da quelli che rappresentano per Giuseppe Di Iorio la nuova stagione. «Un risotto con i funghi rivisitato, con quaglia e uovo fritto. È quasi un piatto unico, usiamo la coscetta della quaglia brasata e il petto arrostito; è un piatto stagionale, se pensiamo all’abbinamento fungo con carne bianca». Altra proposta significativa è il Filetto di baccalà affumicato: «Mi piace, essendo io Romano, riprendere la tradizione rivisitandola con una tecnica come l’affumicatura». «Non posso non menzionare la Carbonara shakerata, che ci dà tante soddisfazioni tra gli ospiti».
Riccioli al pomodoro, crema di zucchine e astice blu 54
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A tavola da Aroma si comincia con una amuse bouche, la Ricciola marinata, avocado, mango e cipolla rossa di Tropea. Poi uno Sgombro scottato, sedano fermentato, purea di carote e salicornia. Seguono i Riccioli al pomodoro, crema di zucchine e astice blu: «I
riccioli sono una tipologia di pasta che mi è tanto cara, perché fatta in casa; è un formato che non si trova da nessuna parte... Lo accompagno con un astice blu, su un letto di crema di zucchine romane, il tutto profumato da una patata all’erba cipollina», un piatto davvero equilibrato nel gusto. Poi il già citato Risotto con spugnole, quaglia scomposta col suo uovo, servito con una salsa di Parmigiano Reggiano stravecchio. Il Filetto di baccalà affumicato con erbe aromatiche, come rosmarino salvia e timo limonato, affumicato e impiattato al tavolo con condimenti come salicornia, cappero e una purea di olive taggiasche. Si conclude con Granita di pesca, sorbetto di lampone e fragola. Poi Variazione di cioccolato, crumble, cremoso, nocciole caramellate, gelato alla stracciatella e salsa di cioccolata.
Risotto con spungole, quaglia scomposta col suo uovo, servito con una salsa di Parmigiano Reggiano stravecchio
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Palazzo Manfredi via Labicana 125, 00184 Roma Tel 06 77591380 www.palazzomanfredi.com
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The H’All Tailor Suite
boutique hotel con l’alta cucina di Riccardo Di Giacinto Solo 14 stanze, per regalare all'ospite un'esperienza di livello contraddistinta dalla cura del dettaglio. «Dopo la riapertura, i numeri ci stanno dando buone speranze», ha detto lo chef patron Riccardo Di Giacinto
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di Alberto Lupini
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i chiama The H’All Tailor Suite. È il boutique hotel 5 stelle dello chef Riccardo Di Giacinto e della moglie Ramona Anello. Si trova a 500 metri da Piazza del Popolo e da via del Corso, nel cuore delle strade più glamour dello shopping romano. Una realtà dallo stile e dall’animo caldi, un progetto creato su misura per il cliente, che dopo la chiusura dovuta all’emergenza Covid-19 ha riaperto, pronto per rilanciare l’alta accoglienza romana. Una struttura strettamente collegata al ristorante All'Oro (1 stella Michelin) che si trova nello stesso edificio. «Non è stato facile - spiega Di Giacinto riferendosi alle difficoltà dovute all’emergenza sanitaria - Abbiamo aperto da pochi mesi. Piano piano ci stiamo riprendendo. Dopotutto è un’offerta principalmente dedicata agli stranieri. I numeri ci stanno dando buone speranze, ci fanno presagire una ripresa positiva seppur graduale. Speriamo vada sempre meglio».
14 suite, un'atmosfera su misura del cliente The H’All Tailor Suite conta 14 suite, tutte ricercate e disegnate pensando al cliente, con lo scopo di creare un’atmosfera intima e su misura, atta a soddisfare le esigenze di tutti - dalla PlayStation nelle Family Suite alla collezione di sigari nelle suite con terrazza fino al “menu dei cuscini”, una lista dalla quale il cliente può scegliere quello che preferisce. Parliamo di camere tutte personalizzate e arredate in modo diverso e originale.
Carbon'Air foto Alberto Blasetti
La cura dei dettagli è il must che contraddistingue il boutique hotel nato dalla passione di Riccardo Di Giacinto. Un’attenzione personalizzata, con lo scopo di far sentire l’ospite come a casa, ma con un servizio d’eccellenza.
The H'All: un nome, tanti significati Una filosofia che ben si spiega con la scelta del nome, ricco di significati diversi. “The Hall”, prima di tutto: rimanda al concetto di palazzetto; infatti, il boutique hotel si trova in una dimora storica romana di 900 mq distribuiti su tre piani, circondata da un verde giardino. “All” invece, preceduto dall’apostrofo, lega saldamente, con le tre lettere finali del nome H’All, questa realtà all’altra "creatura" di Di Giacinto, il ristorante All’Oro, 1 stella Michelin. Senza dimenticarsi che “All” significa anche tutto: quindi impegno, rispetto, creatività, lusso, calore, relax, benessere. Al The H’All Tailor Suite la volontà della coppia Riccardo e Ramona consiste nel dare attenzione ai dettagli di tutti gli aspetti, una filosofia che permette di poter regalare all’ospite un’esperienza di alto livello. → CHeck-in • novembre 2021
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I piatti da non perdere da All'Oro L’ospite di All’Oro riesce a distinguere la mano di Di Giacinto nel vasto panorama ristorativo romano grazie all’azzeccata sintesi della tradizione italiana riletta in chiave contemporanea e creativa. Una “sintesi” che oggi si concretizza in alcuni piatti dai quali il cuoco si ritrova rappresentato. «Penso all’Agnello in tegame con maritozzo farcito, spalla in umido e misticanza, un gioco di tecnica che valorizza i prodotti del territorio. O ancora la Terrina di coniglio e anguilla». Piatti assolutamente imperdibili per gusto e subito identificabile e per le idee innovative che non fanno certo rimpiangere quelli della tradizione a cui si sono magari ispirati. Anzi. I piatti cambiano con i prodotti disponibili e il menu è dinamico, «lo cambiamo spesso, ogni settimana un paio di piatti nuovi cerchiamo di inserirli sempre». Tutto questo sempre nel rispetto della stagionalità: al centro delle nuove creazioni non mancano certamente prodotti come funghi e tartufi. La cena da All'Oro stupisce per varietà di tradizioni e fantasia nelle reinterpretazioni, tutto costruito sulle fondamenta della qualità della materia prima. Si comincia dall'aperitivo, con un'Interpretazione liquida della panzanella romana. Liquida perché, all'interno del guscio di pane croccante, c'è un cuore liquido di pomodoro e cipolla - da mangiare in un sol boccone. Ci si sposta in Messico, con Tacos con salsa di guacamole e pomodoro fresco. Poi di nuovo a Roma, con una reinterpretazione dell'amatriciana: biscotto di pomodoro, panna cotta al pecorino e 58
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Aperitivo All'Oro foto Alberto Blasetti
Spaghetto alla tintura di cipolla e uova di salmone Balik - foto Andrea Di Lorenzo
guanciale croccante. Si torna bambini con le altre due entrée: una rivisitazione salata del famoso gelato Cucciolone - quindi biscotto al malto di birra, burro e alici all'interno, una panatura di erbe aromatiche lo circonda - e una finta mela ripiena di porchetta, mela e senape. Poi a concludere, la parte più fresca, il Negroni in osmosi con Negroni cocktail. C’è poi un piatto che da All'Oro non manca mai, «sono 14 anni che è sempre presente in tavola», viene spiegato in tavola dal maitre Achille Grande. Il piatto viene cucinato direttamente di fronte ai commensali, si tratta di Raviolini di pasta all'uovo ripieni di mascarpone, ragù di petto d'anatra, riduzione di vino rosso Barbera. Anche in questo caso si tratta di un'esperienza che coinvolge un po' tutti i sensi e rende davvero unico un piatto che ha fra l'altro il merito di valorizzare il lavoro della sala. Da non perdere. Un altro piatto di grande cucina è l'Agnello alla romana in due cotture. Le costolette vengono cotte in casseruola, mentre all'interno del maritozzo con cui si richiama la tradizione romana, si ha la spalla d'agnello sfilacciata in umido accompagnata da una purea di patate che va ad assimilare la crema del maritozzo classico, poi misticanza e maionese affumicata. Due i dolci da citare su tutti. Prima un Tiramisù: sopra una foglia di cioccolato fondente che ricorda un po' il simbolo del ristorante, la foglia d'alloro; sotto una semisfera di meringa con all'interno mascarpone e Pan di spagna bagnato al caffè. Accanto, un dessert che ricorda il film di Alberto Sordi "Un americano a Roma" e la sua celebre battuta sui maccheroni. Nel piatto Maccheroncini di pasta frolla con uovo di cioccolato bianco, che ha all'interno un tuorlo liquido di agrumi e passion fruit, una simulazione dell'uovo rotto di una Carbonara... E se si parla di Carbonara a Roma, come non concludere il piatto con una spolverata di pepe nero?
Riccardo Di Giacinto e Ramona Anello foto Andrea Di Lorenzo
Una ripresa tutta romana che si sta aprendo all'estero Una cucina per tutti i gusti, che ovviamente nelle prime fasi di riapertura è stata goduta per di più da una clientela tutta romana: «La ripresa l’abbiamo fatta con il cliente della città». Niente di nuovo per All’Oro: «Ringraziando Dio, siamo sempre stati molto legati anche alla clientela del posto». Ma le cose stanno cambiando: «Stanno ritornando gli stranieri, un po’ dall’America, un po’ dal Nord Europa. Speriamo si torni a breve alla normalità». La normalità del Ristorante All’Oro è un successo quotidiano testimoniato sia dal gradimento espresso dai clienti che dai numeri che ne contraddistinguono l'offerta: 4 differenti percorsi degustazione, oltre 100 nuovi piatti ogni anno. La cucina di Di Giacinto è un vero e proprio laboratorio che trasmette anche all’ospite una visione più stimolante e dinamica della → CHeck-in • novembre 2021
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tradizione italiana a tavola. Anche l’atmosfera non è da meno: originale e con l’intenzione di emozionare l’ospite. La zona bar ha un bancone di legno scuro, la sala presenta una grande cantina a vista con oltre 600 etichette.
Achille Grande, preparazione al tavolo dei Raviolini di mascarpone, ragu d'anatra, riduzione di vino rosso foto Andrea Di Lorenzo
Madeiterraneo e Up Sunset Bar, l'altra faccia dell'offerta firmata Riccardo Di Giacinto Una vena creativa, quella dello chef stellato, che appare versatile, poliedrica, in continua evoluzione. Grazie a questa forma mentis Riccardo Di Giacinto si è spinto oltre All’Oro - che comunque rimane la punta di diamante della sua offerta gastronomica dando vita ad altri format di successo, come “Madeiterraneo” e “Up Sunset Bar”, rispettivamente ristorante e bar situati al sesto e al settimo piano della Rinascente di Via del Tritone. Una cucina pensata in Italia con inflessioni del Sud del Mediterraneo e con l’attenzione, naturalmente, ad ogni dettaglio, ad ogni proposta gastronomica.
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The H’All Tailor Suite via Giuseppe Pisanelli 23/25, 00196 Roma Tel 06 32110128 www.thehallroma.com 60
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Aleph, dalla piscina
sul rooftop alla spa nei sotterranei
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di Mariella Morosi
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leph Rome Hotel è tra i grandi alberghi di alto livello (cinque stelle) che sta vivendo positivamente il periodo di riapertura dopo le chiusure imposte dall’emergenza Covid e il freno imposto al turismo, specialmente per le grandi città. Si è presentato alla clientela italiana e straniera fresco dell’importante e recente intervento di restauro (2017), oggi è parte del brand Curio Collection by Hilton, un portfolio mondiale di hotel e resort di lusso. Gli ospiti dell’hotel si trovano immersi in un contesto dal fascino romano coniugato ad uno spirito moderno: alti soffitti, pavimenti in marmo, arredi artigianali italiani sono affiancati a pezzi di design, il tutto calato in ampi spazi dalla sontuosa naturalezza e dal fascino contemporaneo. L’atmosfera, già di per sé sinonimo di un soggiorno di lusso, si accompagna ad una serie di servizi che l’hotel offre: eccellenza gourmet, mixology innovativa, posizione strategica e una spa moderna ed efficiente.
Carmine Buonanno
Sky Blu Terrace e Shisha Corner
Inaugurato negli anni ‘30, l’Aleph al tempo fu sede delle Casse di risparmio. Ecco perché, ancora oggi si nota, l’edificio si presenta con un aspetto imponente, rassicurante, ricco ma non sfarzoso. L’ingresso è importante: una scala in marmo bianco introduce nei due saloni principali, che presentano soffitti altissimi arricchiti da grandi pennelli di marmo cipollino originari dell’epoca. Questi marmi dialogano con i nuovi inserimenti, in un tutt’uno armonico e accogliente.
Salendo, troviamo modernità, funzionalità e tecnologia nel roof garden: qui una piscina riscaldata e una terrazza sono il comfort ideale, con affaccio sui tetti di Roma. Questa è la Sky Blu Terrace, la terrazza dell’Aleph Rome Hotel. La piscina a sfioro è di un azzurro che si confonde con il blu del cielo. Dopo una giornata passata nella frenesia della città, questo è il luogo ideale per rilassarsi, in una cornice moderna e scenografica. La piscina, inoltre, si apre (nel periodo caldo dell’anno) non solo agli ospiti dell’hotel, ma può essere frequentata su prenotazione anche dagli esterni.
Le camere, anch’esse con alti soffitti e pavimenti in marmo, soddisfano le esigenze di comfort, ariosità e contemporaneità degli ospiti. I colori chiari degli arredi conferiscono agli ambienti una brillante luminosità, esaltata dalla luce naturale che permea dalle ampie finestre.
Non solo relax, sul rooftop dell’Aleph. Per chi volesse vivere un’esperienza dal sapore mediorientale, irrinunciabile è lo Shisha corner. Si può vivere, qui, un’esperienza dai tratti innovativi, grazie ad una combinazione di frutta e alcol inseriti nel narghilè insieme alla miscela di tabacco, per sperimentare →
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un sapore unico. L’atmosfera della Sky Blu Terrace è ancor più accogliente grazie al bar e alla sua lounge, lo spazio perfetto per trascorrere con gli amici un pomeriggio di relax, sorseggiando cocktail innovativi accompagnati da una selezione di finger food, con musica lounge in sottofondo. Si capisce già dalla terrazza quanto ampia sia l’offerta food & beverage della struttura. Tra gli spazi dedicati, due ristoranti - lo Sky Blue e il 1930’s Coffee Break - oltre all’Onyx Bar e alla Cognac Lounge. Ad occuparsi di tutta questa variegata proposta enogastronomica è l’executive chef Carmine Buonanno, che ha portato all’Aleph l’amore per le materie prime e per quei sapori capaci di evocare antiche emozioni.
Sapori intensi e abbinamenti moderni Il nuovo menu dello Sky Blue comprende una serie di appuntamenti tematici - il primo dedicato al tartufo - e gli ospiti possono comporre la loro cena ideale, scegliendo all’interno del menu permanente e di quello tematico la combinazione di piatti a loro più congeniale. È sempre riconoscibile l’idea dello chef, basata sul rispetto della tradizione e sui suoi capisaldi, ma rielaborata secondo un suo personale percorso di ricerca e innovazione. Ne risultano sapori intensi, abbinamenti moderni ma con lo sguardo sempre rivolto al territorio e alla stagione. Ecco così delle novità tematiche come la Variazione di coniglio con castagne e melograno, il Carpione di ricciola, pistacchio e gelée di sedano e cardamomo, i Tortelli di genovese di manzo con salsa mozzarella e riduzione di Aglianico e il Pacchero di Gragnano con stracciatella di Andria e polvere di dragoncello. 64
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Tra gli antipasti del menu principale sono da provare come antipasti il Cono di pasta fillo, amatriciana, mouse di carbonara e chips di tapioca e l’Uovo croccante con spuma al parmigiano e tartufo nero, mentre tra primi meritano attenzione i Raviolini ripieni di patate e pistilli di zafferano. Tra i secondi lo chef propone il Filetto di manzo
al punto rosa come un saltimbocca alla romana, il Baccala, cavolfiori e lattuga di mare e, per finire, il dessert Limone yuzu e tea matcha o la Rivisitazione della ricotta e visciola, dolce tipico della cucina giudaico romanesca. Tutto rivela un percorso armonico tra i sapori della stagione, ricette tradizionali e abbinamenti inusuali. Una vera sorpresa sono i suoi bocconcini gourmet dolci e salati serviti al tea time all’Onyx Bar, famoso per la sua mixology d’avanguardia abbinata a finger food d’eccellenza.
con la sauna svedese e i trattamenti Elemis Biotec, un salto in Polinesia con il massaggio Maori ispirato alle tecniche degli sciamani neozelandesi; infine l’attenzione americana per il benessere psicofisico incarnata dal massaggio “Californiano”. La spa è aperta sia agli ospiti dell’albergo che ai visitatori esterni. L’offerta relax si completa con la piscina coperta con vasca idromassaggio, le docce cromatiche, le acque aromatizzate e una selezione di infusi e tisane per un momento dedicato esclusivamente alla cura di sé.
Da non perdere il Bun con foie gras e composta di mele con riduzione di vino, il Pane al vapore con gamberetto rosa e agrumi e il Panzerottino.
Cucina mediterranea con omaggio a Roma Carmine Buonanno ha portato un’aria nuova in cucina nell’elegante hotel a cinque stelle grazie anche alla sua solida formazione nella ristorazione di qualità, dopo che una passione nata in famiglia lo aveva indirizzato verso le vie del gusto. Con Alfonso Iaccarino, nel ristorante due stelle Michelin Don Alfonso, scopre il perfetto equilibrio tra qualità ed estetica dei piatti e dopo altre esperienze stellate diventa executive chef del Gran Melia Villa Agrippina di Roma. Se il focus è sulla cucina mediterranea nei suoi piatti c’è anche l’omaggio a Roma che lo ha accolto insieme a un’incancellabile presenza delle suggestioni della sua città d’origine, Benevento, e dell’entroterra campano. E il cibo - sostiene - oltre ad essere buono, deve anche essere sano e fonte di benessere.
ROMA Lazio
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Aleph Rome Hotel via di San Basilio 15, 00187 Roma Tel 06 4229001 www.alephrome.com
Le Caveau, la spa con esperienza mediorientale Da sopra a sotto: vale sicuramente la pena fare un salto anche nei sotterranei dell’hotel, oggi adibiti ad ospitare Le Caveau, la spa dell’Aleph Rome Hotel. Qui metodiche di benessere antiche provenienti dai 5 continenti vengono coniugate attraverso le tecniche più avanzate, per offrire sensazioni uniche. Un vero e proprio viaggio di benessere intorno al mondo: si comincia dall’esperienza mediorientale con il Gold Ritual Royal Hamman abbinato al massaggio con l’olio profumato Charme d’Orient, poi si torna in Europa CHeck-in • novembre 2021
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Palazzo Montemartini storia, rituali antichi e buon cibo
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Palazzo Montemartini, una chicca del mondo dell’ospitalità della Capitale. Un palazzo del 1881 dove elementi di design si susseguono in grande stile. Cucina italiana e mixologist al Senses Restaurant
È
stato ribattezzato un’oasi urbana nel centro di Roma, un piccolo paradiso attraversato dalle antiche Mura Serviane che, non a caso, è stato spesso utilizzato in passato per riprese di film e fiction. Stiamo parlando di Palazzo Montemartini, una chicca del mondo dell’ospitalità della Capitale. Un palazzo antico, costruito nel 1881, dove elementi di design contemporaneo si susseguono in grande stile, rifugio ideale per chi desidera trascorrere un soggiorno in città ma anche punto di riferimento per una pausa nell’arco della giornata, al bar, al ristorante, alla spa o anche per un’occasione speciale. La struttura è posta proprio accanto alle Terme di Diocleziano e alla Basilica di Santa Maria degli Angeli progettata da Michelangelo, con 82 camere e suite, il Senses Restaurant & Lounge Bar, con area anche all’aperto, la Spa Caschera, sale per riunioni ed eventi e la panoramica Terrazza Montemartini. Per stile e ambientazione, Palazzo Montemartini è unico e incarna l'essenza della Radisson Collection, combinando un design eccezionale con un sapore davvero autentico, un ambiente vibrante e una posizione unica. Palazzo Montemartini è stato, infatti, acquistato nel 2008 con l’obiettivo di trasformarlo in un lussuoso e contemporaneo hotel 5 stelle. Nel luglio 2009 sono iniziati i lavori di restauro, terminati a settembre del 2013. Palazzo Montemartini è l’unica struttura alberghiera di Roma attraversata da parte delle Mura Serviane, risalenti al VI secolo A.C. e costruite durante il regno dell’Imperatore Servio Tullio. La posizione strategica vicino alla stazione Termini ma anche a pochi passi dal cuore di Roma, ne fanno una destinazione ideale sia per i viaggiatori business sia per chi desidera scoprire e visitare la Città Eterna. Nel settembre del 2018 è entrato a far parte della Radisson Collection, la collezione premium di hotel eccezionali situati in luoghi unici.
Senses Restaurant & Lounge Bar, cucina italiana e mixologist Ospitalità d’eccellenza che fa rima con cucina d’eccellenza. Il Senses Restaurant & Lounge Bar è, infatti, il luogo privilegiato d’incontro → CHeck-in • novembre 2021
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per scoprire alcune delle più celebri ricette italiane, originali o rivisitate, come la carbonara con tonno e bottarga o l’arancino alle acciughe, con contorno di caponata siciliana e cipolle in agrodolce, a firma dello chef Alessandro Tognacci e di cocktail sorprendenti. L’angolo della Champagneria offre un’ampia carta delle bollicine con sfizi italiani, in un piacevole contesto circondati da colonne, marmi ed acqua e con una estensione all’aperto nel giardino accanto alle Mura Serviane.
Cocktail pluripremiati E proprio recentemente Riccardo Di Dio Masa, bar manager di Palazzo Montemartini è tornato sul podio con i suoi cocktail, aggiudicandosi per la quarta volta la testa della classifica nella gara di BarItalia e proseguendo poi nel percorso con la partecipazione ad altre competizioni, come la “110 e lode competition”, dedicata a barman di hotel 5 stelle lusso e altre in programma. Protagonista la sua ultima creazione “Wild Red Apple”, un cocktail creato con cordiale di mele rosse Pink Lady, soda alla vaniglia, whiskey Wild Turkey, servito in un highball (bicchiere a forma cilindrica) con blocco di ghiaccio, guarnizione di mela essiccata e vaporizzazione di crosta di pane, a breve nella drink list di Palazzo Montemartini Rome, A Radisson Collection Hotel. Tra i cocktail da provare anche: il Tobago Daiquiri Zen, (zucchero aromatizzato con cannella zenzero e lemon grass, basilico fresco, rum, succo di lime e angostura bitter) nato grazie alla collaborazione creativa con lo chef Donato Di Giuseppe 68
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ai tempi del Blue Note, che lo ha avvicinato al mondo delle spezie; il drink cosiddetto femminile “Absolutely Strawberry Passion” (vodka alla vaniglia, passion fruit fresco, fragole fresche, zucchero, lime, liquore al passion fruit) nato come analcolico e poi trasformato con l’aggiunta di un distillato apprezzato anche dalle donne; il “Wild Fennel” (finocchietto selvatico, rum, zucchero liquido allo zafferano, lamponi freschi non pestati, lime) nato in Sardegna alla ricerca di una spezia, un sapore tipico che non fosse il mirto.
I rituali dell’Antica Roma nella spa Ma Palazzo Montemartini, come detto, non è solo ospitalità e ristorazione, ma anche benessere. Per una pausa rigenerante, Caschera Spa (uno spazio invidiabile con jacuzzi, piscina idrotonica riscaldata, sale per trattamenti energizzanti, tra cui una salina dedicata, sauna e hammam, docce sensoriali e cromoterapiche e area relax e tisane) propone il suo “Roman Otium Caschera Signature Ritual” che nasce dalle battaglie dell’antica Roma, quando si usava spalmare sul corpo un unguento di olio e cera, per rendere la pelle più morbida. Su questo la sabbia a evitare che la presa dell’avversario scivolasse e alla fine dello scontro tutto veniva rimosso con la spatola di bronzo: con questa procedura, il rituale offre una pulizia del corpo seguita da un massaggio rilassante, con l’applicazione di cipria, così da sciogliere ogni tensione e lasciare la pelle morbida e setosa. Parte del gruppo Ragosta Hotels Collection - che include La Plage Resort Taormina, l’Hotel Raito Amalfi Coast e il Relais Paradiso a Vietri sul Mare in Costiera Amalfitana -, Palazzo Montemartini opera con Radisson Hospitality AB secondo il contratto di licenza internazionale con Ragosta Hotels Collection nella collezione premium di hotel eccezionali situati in luoghi unici.w
ROMA Lazio
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Palazzo Montemartini Rome Largo Giovanni Montemartini 20, 00185 Roma Tel 06 45661 www.palazzomontemartini.com CHeck-in • novembre 2021
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Quella terrazza mozzafiato dell’Hotel Atlante Star.. Pochi altri locali di Roma possono vantare la vista sulla Basilica di San Pietro e su Città del Vaticano. All’ultimo piano di questo albergo esclusivo si trova il ristorante Les Étoiles 70
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di Sabino Cirulli
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e ha fatta di strada l’Hotel Atlante Star da quando ha aperto i battenti. Allora era una pensione graziosa, un’oasi di serenità a due passi dalla Città del Vaticano e da tutte le sue bellezze. Oggi l’albergo, da due generazioni guidato dalla famiglia Mencucci (in particolare, ora, dai fratelli Federico, Roberta e Francesca) è un lussuoso 4 stelle che vanta 70 camere, 15 delle quali junior suite e due royal suite. Tutte sono decorate con gusto e attenzione ai dettagli, seguendo uno stile europeo contemporaneo. Dispongono di bagno privato e sono dotate di una vasca idromassaggio in marmo, mobili di altissimo livello estetico e funzionale e set di cortesia. Alloggiare all’Atlante Star significa anche piazzarsi a ridosso delle Mura Vaticane, che distano appena 500 metri: bastano meno di due isolati a piedi per raggiungere la maestosa Basilica di San Pietro.
Le camere (anche con vista su San Pietro) La camera superior matrimoniale - doppia con letti singoli - è elegantemente arredata, facendo attenzione al dettaglio e agli accessori: è dotata di accesso a internet disponibile anche con connessione wi-fi, aria condizionata, tv a schermo piatto con canali satellitari, mini-bar, asciugacapelli e telefono con linea diretta. C’è anche un deluxe double, recentemente ristrutturata e comprensiva di jacuzzi, che dispone di arredi eleganti e dettagli raffinati. Anche questa camera è dotata di accesso a Internet disponibile anche con connessione wi-fi, aria condizionata, tv a schermo piatto con canali satellitari, mini-bar, asciugacapelli e telefono con linea diretta. La junior suite, spaziosa ed elegante, è invece arredata con gusto e attenzione ai dettagli ed è realizzata in modo da garantire la massima comodità agli ospiti. Alcune junior suite offrono una splendida vista su San Pietro e un ambiente ricercato con pavimenti in parquet. La suite, invece, è progettata per soddisfare tutte le esigenze degli ospiti. Arredata con una particolare cura nei dettagli e negli accessori, la camera dispone di ampi spazi, splendida vista su San Pietro e maxi jacuzzi. Anche nelle suite è possibile trovare accesso a internet disponibile anche con connessione wi-fi, aria condizionata, tv a schermo piatto con canali satellitari, mini-bar, asciugacapelli e telefono con linea diretta. La sala riunioni e il centro business sono ambienti di alta classe, che permettono di organizzare corsi e incontri.
Il ristorante panoramico Il ristorante Les Étoiles sull’attico dell’Atlante Star Hotel oltre a un panorama mozzafiato coniuga la seducente cucina del cuoco William Anzidei, che ha fatto la storia dell’hotellerie capitolina. Un’offerta a tutto tondo, dall’aperitivo alla cena che ha rapidamente guadagnato il successo del pubblico. Sul momento pre-dinner non ha dubbi Riccardo Marinelli, curatore della parte mixology e beverage della → CHeck-in • novembre 2021
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terrazza, noto ai più per i trascorsi capitolini al Jerry Thomas Project: «Possiamo ritenerci fortunati. La stagione estiva appena conclusa ci ha regalato grandi soddisfazioni con 200 persone comodamente sedute e rigorosamente distanziate all’aperto ed un sold out non solo nei weekend ma in quasi tutte le sere. Merito da ascrivere non solo alla location ma anche alle proposte food che spaziano dal pesce ai fritti romani e alle focacce homemade e ad una carta dei cocktails che lavora molto con i classici cavalcando l’onda italiana, Americano, Negroni, Spritz, Garibaldi. La miscelazione italiana non delude mai ed è quella più richiesta. A breve introdurremo, per la stagione più fredda, un segmento di proposte nel solco dei drink storici dell’alta hotellerie. La nostra clientela è molto variegata. Se quella americana ha le idee molto chiare, sa esattamente cosa desidera quella italiana ed europea accoglie volentieri i nostri suggerimenti. Ad ognuno cerchiamo di offrire una personalizzazione, deve essere qualcosa di sartoriale, tagliato su misura». L'importante è comunque «non perdere il fil rouge con il tema del grande albergo, quella riconoscibilità di status che attende il nostro ospite e che lo fa sentire a casa in qualsiasi luogo del mondo. Il Covid ha anche cambiato la composizione della clientela, che nell’ultimo anno ha registrato la presenza di tantissimi italiani di cui molti romani e anche giovani. Impossibilitati forse a intraprendere grandi viaggi hanno scelto di scoprire e rivalutare le opportunità in casa e grazie ad un efficace passaparola li abbiamo rapidamente fidelizzati. Ritengo altresì che non si possa prescindere dall’accoglienza. Deve essere sempre di alto livello, e in questo sono molto old school. Il sorriso, la disponibilità, la pacca sulla spalla sono il miglior veicolo per creare il feeling e ricucirlo in questo periodo dove è necessario riscoprire la socialità perduta», ha aggiunto Marinelli.
A cena la cucina circolare di William Anzidei
William Anzidei Capasanta marinata al lime con mango arrostito al josper - foto AlbertoBlasetti
Dopo l’aperitivo, d’obbligo è la cena con le proposte di William Anzidei e la sua filosofia di cucina circolare dove l’ingrediente viene offerto in tutte le sue parti e lavorato secondo tecniche che lo esaltino in diverse consistenze. Il tutto alla luce di una grande semplicità che vuole ricercare la soddisfazione del commensale. I piatti non vogliono apparire inutilmente complicati ma istintivi, dove il sapore e la riconoscibilità degli ingredienti devono farla da padrone. «Per me una delle migliori cucine al mondo è quella italiana - ha spiegato Anzidei - in particolare quella regionale che riserva molte sorprese e non tutti conoscono. Abbiamo una straordinaria offerta territoriale di altissimo livello. Nel mio menu non mancano incursioni trasversali, da Nord a Sud, penso ad esempio al polpo alla siciliana o alla nostra carta dei dolci. Un elemento su cui non transigo è la stagionalità. È alla base del nostro lavoro, una sorta di stella polare da cui non ci si può allontanare, pena la perdita dell’alto livello delle preparazioni. Secondo assunto, la materia prima. Deve essere eccellente e lavorandoci poco possiamo trasformare prodotti poveri in ricchi. Alcuni tra i piatti che riscuotono →
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maggior successo seguono questi dettami, dal calamaro ripieno con ricotta alla spigola dell’Argentario, fornita direttamente da un piccolo pescatore cui mi approvvigiono o la pecora, preparata in vari modi. Semplicità anche nei piatti in vista del prossimo Natale. Cosa c’è di meglio dei tortellini in brodo di cappone per suggellare le feste?». Nel menu protagonista è il josper, un nuovo strumento che ha introdotto un tocco ancestrale e altamente riconoscibile donando una cottura e un sapore differente grazie ad una nota gradevole di affumicatura dovuta all’uso di un carbone altamente selezionato, nel caso specifico, cubano.
Dagli antipasti ai dolci, un menu ricco di reinterpretazioni Tra i piatti, ricca l’offerta degli antipasti, dalla Capasanta marinata al lime con mango arrostito al josper, alla Quaglia cotta ripiena di olive taggiasche e lardo di Colonnata, un antipasto che introduce all’autunno accompagnandosi con funghi chiodini, peperoni canditi e coscetta di quaglia fritta. Interessante anche la Selezione di crudi servita su una mattonella di sale rosa dell’Himalaya, che si avvale di un’accurata selezione di Ostriche Herve, gamberi di Mazara, caviale siberiano e tartare di salmone. Nei primi piatti spazio al Raviolone ripieno di coda alla vaccinara, con la sua salsa e fonduta di pecorino della Tuscia, al Risotto con bufala, alici di Sicilia ed essenza di limone, lo Spaghettone frutti di mare e petali di bottarga e alla Zuppetta di fregola con baccalà cotto a bassa temperatura e asparagi di mare e gli Gnocchi di patate a pasta gialla con scampetti e tartufo.
Raviolone ripieno di coda alla vaccinara, con la sua salsa e con fonduta di pecorino della Tuscia - foto AlbertoBlasetti
Nei secondi si segnalano lo Scamone di pecora cotto a bassa temperatura e finito al josper, con salsa al gorgonzola dolce e cavolfiore piastrato, che proviene da un piccolo allevamento di Magliano Sabina dove la selezione degli animali e la cura dell’allevamento garantiscono una carne che nonostante il carattere selvatico rimane delicata e non invasiva. Per gli amanti del pesce invece il Filetto di rombo cotto al josper su salsa marinara e spuma di patate, offre quel ricordo della cucina estiva che sa di mare e di un fuoco sulla spiaggia. Anche i dolci sono frutto di reinterpretazioni con varianti alle classiche ricette che donano nuove consistenze e sapori. Lo Scrigno di pasta frolla con mela caramellata, uvetta, cannella e cioccolato bianco, espressione del classico strudel e il Tiramisù al mandarino nutrono la curiosità verso sapori altrimenti consueti mentre il Savarin di babà accompagnato da mousse al gianduia e nocciola caramellata, inebria con la sua bagna a base di un rum macerato a base frutta, risultato di una personalissima ricetta. La carta dei vini infine offre oltre 130 etichette raccolte per tipologia, bollicine, bianchi, rossi e vini liquorosi. Non solo cantine blasonate ma anche prodotti di nicchia non banali con qualche gemma ancora troppo sottovalutata dal Lazio. 74
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ROMA Lazio 81416
Hotel Atlante Star Via Giovanni Vitelleschi 34, 00193 Roma Tel 06 686386 www.atlantehotels.com
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Il fascino senza tempo dei Bettoja Hotels di Luca Bassi
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in dal 1875, in pieno centro storico a Roma, la famiglia Bettoja accoglie ospiti da tutto il mondo nei suoi tre alberghi romani: il Massimo d’Azeglio, il Mediterraneo e l’Atlantico. Grandi e comode strutture, create tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento, che mantengono intatto il loro fascino originario e sono costantemente rinnovate. Una scelta d’eccellenza per soggiorni nel centro della Capitale, ideali sia per il turismo sia per viaggi d’affari. Fino a marzo 2022, agli ospiti viene proposta un’escursione che li porterà a scoprire la Roma meno in vista ma non per questo meno bella di quella che ogni turista è abituato a vedere. Una visita guidata vera e propria, inedita, per ammirare gli angoli più suggestivi e meno noti della Città
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Eterna. In altre parole, un’occasione in più per tornare a Roma anche se ci si è già stati, per scoprire nuove meraviglie d’Italia. Molto interessante il percorso proposto. Si parte dal Piazzale Garibaldi, il punto d’incontro dei due grandi viali alberati che costeggiano la Villa Aurelia, da cui si ammira uno dei panorami più suggestivi del centro storico di Roma. Scendendo dal colle del Gianicolo, è prevista la visita del gioiello architettonico di San Pietro in Montorio del Bramante, detto anche “Tempietto del Bramante”: è una piccola costruzione a pianta circolare locata al centro di uno dei cortili del Convento di San Pietro in Montorio e rappresenta uno degli esempi più significativi di architettura rinascimentale. La tappa successiva è Piazza Trilussa, nel cuore di Trastevere, tra il Lungotevere della Farnesina e il Lungotevere Raffaello Sanzio. Dedicata al noto
poeta romano, la piazza è caratterizzata dalla splendida fontana commissionata da Papa Paolo V Borghese agli architetti Jan Van Santen (noto come Giovanni Vasanzio) e Giovanni Fontana. Si passa in seguito nel rione Regola, per visitare la bellissima Piazza Farnese con la famosa Accademia di Francia, per arrivare nella celebre Piazza di Campo dei Fiori caratterizzata dal monumento dedicato a Giordano Bruno, collocato nel centro. Questo inedito percorso, che dura almeno 4 ore, prevede anche il pernottamento all’Hotel Mediterraneo con soggiorno minimo di 2 notti, upgrade, Early Check-in & Late Check-out, e il 10% di sconto in tutti i ristoranti e bar Bettoja Hotels. È possibile scegliere il giorno della visita di “Roma segreta” durante la fase di prenotazione del soggiorno.
Bettoja, un nome che ha fatto la storia dell’ospitalità a Roma Con i suoi tre palazzi, 493 camere complessive e un’offerta business che è un perfetto mix tra storia e modernità, il gruppo Bettoja è tutt’oggi uno tra i più vitali gruppi alberghieri capitolini. L’Hotel Massimo d’Azeglio è il primo della collezione, disegnato in pieno stile “Umbertino”, ed emana tutto il fascino del Risorgimento. Al suo interno l’antico Ristorante Massimo d’Azeglio, una preziosa cantina di vini pregiati (dove regna incontrastata l’incredibile atmosfera italiana di fine secolo) e 3 moderne sale riunioni che ospitano fino a 180 persone a platea.
completa il Polo Congressuale Bettoja. La posizione dell’Hotel Atlantico è imbattibile e offre una comoda sistemazione a pochi passi dalla Basilica di Santa Maria Maggiore, dal Museo Nazionale Romano e dal Teatro dell’Opera. Attigui all’antico quartiere Monti, ricco di bar e ristoranti, gli alberghi sono vicini al Colosseo e al Foro Romano e distano pochi minuti dalla Fontana di Trevi e da Piazza di Spagna.
81605 Tra i migliori esempi di Art Decò della Capitale, l’Hotel Mediterraneo si distingue per il suo lusso severo e monumentale, tipico degli anni Quaranta e dello stile dei “Telefoni bianchi”; gli interni sono dominati dal legno e dal marmo e il tema ricorrente del mare da cui trae il nome si nota nettamente in tutti i dettagli. Con le sue 9 sale riunioni che accolgono fino a 120 persone a platea, i due ristoranti e il Roof Garden che vanta una vista a 360° sulla Capitale, è l’edificio maggiore della collezione e tra i più alti di Roma. Proprio come i primi due hotel, collocato sull’Esquilino, il colle più alto di Roma, chiude la triade dei Bettoja Hotels l’Hotel Atlantico, che accoglie gli ospiti in un suggestivo palazzo del 1935. Con le sue 3 sale riunioni a luce naturale di capienza massima di 45 persone a platea,
Hotel Massimo d'Azeglio via Cavour 18, 00184 Roma Tel 06 4870270
Hotel Mediterraneo via Cavour 15, 00184 Roma Tel 06 4884051
Hotel Atlantico via Cavour 23, 00184 Roma Tel 06 485951 www.bettojahotels.it CHeck-in • novembre 2021
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Valentyne e Hi-Res un’esperienza a 360° nei ristoranti dell’Hotel Valadier
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di Sabino Cirulli
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n’atmosfera unica che ci rende subito protagonisti di un film. La pellicola ci catapulta negli anni 30, con tutti i topos della narrazione, dalla luce soffusa che illumina i lussuosi arredi impreziositi di dettagli old style all’elegante bancone arricchito di bottiglie di ricercati spirits dove campeggia un gigantesco blocco di ghiaccio da scalfire per raffreddare i cocktail. E come nella migliore tradizione, un pianoforte a coda nell’angolo e musica live di impronta jazz e swing. Come se il tempo si fosse fermato. Non siamo sul set del Grande Gatsby ma poco ci manca. Siamo nel cuore di Roma, per la precisione al Valentyne, il Restaurant & Club dell’Hotel Valadier che offre a un pubblico del jet set e ai residenti il fascino e le suggestioni glamour degli inizi del XX secolo.
Spiedini di calamari glassati, panella di ceci e pesto alla trapanese
Moscardini fritti con zucchine alla scapece e maionese all’arancia
Come spiega Daniele Lassalandra, l’ideatore del progetto Valentyne: «Questo è un salotto dall’atmosfera raccolta e sofisticata che punta su una proposta dall’allure internazionale e al tempo stessa ricercata e informale. Il Valentyne è un locale pieno di storia cui sono molto affezionato che ripercorre le orme del Valentino, un ristorante che ha segnato la scena della ricettività capitolina. Parliamo degli anni’90 e di tutto ciò che è legato a quell’epoca dal risotto al salto al filet mignon o chateaubriand. Ora invece con il rinnovato Valentyne abbiamo voluto cambiare prospettiva puntando in modo deciso su un livello di bevuta alta che potesse soddisfare le aspettative degli esperti di mixology. L’ambiente vuole ricreare un ambiente anni 30, sontuoso in alcuni suoi aspetti, penso alle lampade che sono in vetro di Murano firmate Seguso o al pavimento in legno che è uno strepitoso acero. Auspichiamo a una clientela che sposi appieno la nostra filosofia. Ovvero ascoltare dell’ottima e ricercata musica live degustando e scegliendo un cocktail dalla nostra carta dove si può sbizzarrire tra i classici e i signature e naturalmente poter mangiare un piatto che descrive alla perfezione questo ambiente».
Pochi piatti, ma ricercati Nel menu, pochi ma ricercati e selezionati piatti, dove protagonista è l’eccellenza delle materie prime. Ci si può lasciar sedurre da una tartare, di tonno su julienne di verdure marinate o, per gli amanti della carne, di manzo, creme fraiche, pomodori confit e gelato alla senape. Non mancano due grandi classici, quali il vitel tonnè e il pork belly con salsa barbeque. Ma ci si può anche togliere uno sfizio, ovvero quello di gustare a tarda sera un succulento hamburger rigorosamente di angus con cheddar, pomodori, lattuga, cetriolo marinato e cipolla rossa caramellata o un piatto iconico per quest’atmosfera, il club sandwich con pollo allevato all’aperto, bacon, lattuga, pomodori e uova. Nella carta presente anche un lobster sandwich con astice e julienne di verdure di stagione e le ostriche proposte in abbinata ai cocktail. Ricca l’offerta di dolci dove spiccano una deliziosa cheesecake alle castagne e mou, creme brulée e il tiramisù. In sala il servizio è coordinato dal valido maitre Marco Alessi. → CHeck-in • novembre 2021
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Paradiso della mixology Ma un locale di questo tipo è anche e soprattutto un tempio per gli amanti della mixology. E naturalmente un ampio spazio non poteva che essere riservato all’area bar con un bancone in legno lavorato in tridimensionale e un retrobanco in ottone scenograficamente illuminato. Questo è il regno del noto bar manager, Alessio Bragalone che propone sempre di cenare accompagnando le portate con cocktail, classici o signature: «Qui da noi si può vivere a pieno un’esperienza sensoriale, si può trovare un drink che affascina anche semplicemente per il ghiaccio che viene affettato sul momento o perché è proposto nelle versioni latte di cocco o tè matcha. Oltre ai classici che sono irrinunciabili e che hanno fatto la storia dei drink puntiamo molto sui signature cocktail come, ad esempio, l’apple jack che vien servito dentro ad una mela. Stiamo parlando sour mash whiskey del Tennessee, green chartreuse, polpa di mela verde granny smith, zucchero e limone per affinare i sapori e un profumo di abete rosso. I miei clienti si lasciano consigliare. Sta tutto nella nostra bravura, oggi come oggi non esistono cattivi prodotti, solo non compresi a fondo».
Ristorante o locale? Tutti e due! Tra i luoghi privilegiati dove poter vivere un’esperienza a 360° nella Città Eterna, abbracciando con lo sguardo uno skyline che va dal Pincio a Piazza del Popolo e oltre, passando per i tetti del tridente vi è l’l'Hi-Res (High Restaurant e Terrace lounge dell'Hotel Valadier). «Il nostro è un progetto di assoluta eccellenza in cui le materie prime del territorio sono esaltate dall'abbinamento con i cocktail e i vini della nostra cantina con più di 600 etichette - spiega Daniele Lassalandra, uno dei titolari di Groupe Valadier - L’Hi-Res è un ambiente molto variegato sia nella clientela che nell’offerta proposta. È come se ad ogni fascia oraria corrispondesse un pubblico e un’atmosfera differente, con anche una scenografia diversa, un alternarsi di quinte teatrali sullo sfondo meraviglioso di Roma. E a quest’altezza pare di essere immersi in un grande giardino, dall’alto si ha una prospettiva unica e si gode della bellezza capitolina in una maniera tutta particolare. L'aperitivo che parte al tramonto lascia poi spazio alla cena classica, per poi passare ad un dopocena frequentato da un pubblico eterogeneo che va da chi ha appena finito di assistere ad uno spettacolo e ha voglia di mangiare qualcosa di veloce ma gustoso a chi invece desidera concedersi un cocktail rinfrescato un piacevole venticello. Da noi si viene anche perché la cucina chiude alle 1.30».
Socialità e convivialità Una terrazza dove l’atmosfera è informale nonostante sia frequentata anche da attori e personaggi del mondo dello spettacolo, e si ha sempre l’impressione che accada qualcosa da un momento all’altro. Una situazione improntata alla socialità e alla convivialità con il pubblico che magari gira fra i tavoli salutandosi, un ristorante che camaleonticamente diventa anche un locale. 80
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Ristorante anche dei romani «Abbiamo lavorato molto per far conoscere il nostro ristorante anche ai romani che fino a poco tempo fa ne ignoravano quasi l’esistenza - evidenzia Lassalandra - D’altronde anche la pandemia, l’impossibilità di muoversi di fatto liberamente e a grande distanza come nell’era pre-Covid ci ha fatto riscoprire i luoghi sotto casa. Molti dei nostri frequentatori sono fidelizzati. Questo ci conforta ed è la conferma che lavoriamo bene. La nostra è una cucina che punta molto sulla qualità della materia prima e tutti i piatti prima di essere inseriti nel menu vengono rigorosamente testati da me e dal mio staff, anche se alla fine l’unico vero giudice è il cliente. È capitato infatti qualche volta che magari le nostre convinzioni non erano così solide e preparazioni che ci sembravano perfette per il nostro menu non hanno riscosso il successo della clientela. Così abbiamo cambiato. Adeguarci rapidamente d’altronde, oltre che sinonimo di intelligenza, è fondamentale per chi svolge la professione del ristoratore».
Stile informale e design contemporaneo
Fusilloro al ragù di Coda di Rospo, tarallo al pomodoro e finocchietto
L'ambiente ricercato e informale, lo stile contemporaneo del design con linee essenziali e colori neutri sono esaltati dalle trasparenze delle vetrate per un tocco etereo e molto raffinato. Una cucina di pesce tradizionale, ma rivisitata in chiave moderna e una nuova cocktail list emozionale rendono la location uno degli indirizzi più ricercati della capitale e punto di partenza ideale per scoprire Roma e le sue meraviglie.
Il nuovo menu: dai crudi alla Pavlova
ROMA Lazio
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Hotel Valadier via della Fontanella 15, 00187 Roma Tel 06 3610880 www.hotelvaladier.com
Nel nuovo menu, che si caratterizza per la qualità e stagionalità dei prodotti, i crudi di mare e gli spiedini di calamari glassati con panella di ceci e pesto trapanese fanno la parte del leone per gli antipasti dove spicca anche un roastbeef di tonno, tagliato finemente servito a mò di pastrami accompagnato da misticanza, pesche e mandorle e una maionese all’aglio nero. Per quanto riguarda i primi, spazio agli spaghettoni ai ricci e risotto alla puttanesca di polpo, oltre a uno spaghettone Cavalieri servito con gambero rosa di Porto S. Stefano, pomodoro datterino giallo e pistacchi. Trionfo di pescato freschissimo nei secondi con rana pescatrice, zucchine e fiori e rombo; fregola, asparagi e vongole e un polpo alla vignarola, ovvero un polpo precedentemente cotto a bassa temperatura e poi rosticciato servito su una vellutata di vignarola (fave, piselli e asparagi). Una irresistibile Pavlova alla camomilla e cioccolato, nocciola e caffè è l’ultima arrivata nella golosa e imperdibile proposta di dolci dello chef. Nella nuova drink list, 10 alcolici e 3 analcolici. Tra i signature cocktail del locale firmati dal bar manager, il "Valadier" con gin, bitter al cioccolato e il dannunziano sangue morlacco, il "Dark Hotel" con apricot brandy e bourbon, il "Flavour trip" con Montenegro e rosolio al bergamotto. CHeck-in • novembre 2021
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Il Pagliaccio esperienza gastronomica
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Un viaggio che parte dal cuore di Roma e passa attraverso i sapori e i profumi del mondo con i quattro menu degustazione al buio (è l'unico ristorante nella Capitale a proporli) di Anthony Genovese, due stelle Michelin Anthony Genovese di Jerry Bortolan
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gnuno di noi dà delle priorità ai piaceri della vita: un viaggio desiderato o una visita al museo per osservare una tela di Cézanne o di Picasso. Oppure ammirare semplicemente un tramonto che ci fa sognare, o ascoltare un brano musicale che rievoca ricordi struggenti. Ma è sempre la mente che sollecita le emozioni che lasciano tracce nella cineteca della memoria. Diverso è invece quando sono il palato e l’olfatto che suscitano emozioni e gusto, come in un ristorante dove la cucina è in mano a un altro tipo di artista che viene chiamato chef e che usa alimenti, pentole e fornelli al posto di pennelli e scalpelli per creare pietanze uniche per il piacere del palato. In questo momento, anzi da un po’ di tempo, la prima voce del piacere e divertimento mondiale sono i diversi percorsi gastronomici con eccellenze che - se vengono capite - regalano emozioni sostanziali con proposte impensabili per un viaggio di appagamento culinario e sensoriale. Come quello proposto da “Il Pagliaccio”, il ristorante con due stelle Michelin dello chef Anthony Genovese, l’unico a Roma a proporre quattro menu degustazione, da fare al buio: non si può néscegliere né ordinare.
Il pescato, lingua di vitello e radici
Una follia organizzata con un percorso gastronomico di altissimo livello. Si chiamano: Circus - un percorso di 10 portate che si sposta tra occidente e oriente; Orme - otto portate di sentimento, calore, un viaggio sulla via di casa che richiama i ricordi; Terrae - sei portate, la natura e rispetto dell’ingrediente; Intermezzo - un bivio essenziale, tappe elementari di esperienze. → CHeck-in • novembre 2021
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Un’esperienza unica: il menu Intermezzo Quest’ultimo è il menu che ho scelto: uno sconcertante e stimolante percorso sia per i più esperti gourmet sia per i nuovi adepti che cercano le nuove emozioni nell’alta cucina. Si parte con lo “Chawan Mushi” - un flan di uova e acqua di cannolicchi sopra vongole alla scapece, ceci neri sott’olio finito con olio all’erba cipollina e finocchietto, crema di limone arrosto; segue la “Sfogliata d’autunno”, sfogliata di verza, indivia, cavolo nero e radicchio di Castelfanco, arrosto con salsa di mango marinato con le spezie, fette sottili di avocado con jus di indivia, tartufo nero e polline. Non poteva mancare la pasta, ma che piatto questo che ha chiamato “Caput Mundi”! Un omaggio a Roma capitale con la cacio e pepe: spaghetti Gerardo di Nola mantecati con crema di cacio e pepe (con tre formaggi caprino, pecorino, parmigiano). Completa il piatto dashi vegetale, a base di rapa bianca, alghe, mirin, soia, pepe nero, pepe lungo e pepe Cambogia, grattugiata di manzo essiccato. Il penultimo piatto lo individuo dalle tre posate (forchetta, coltello da carne, cucchiaio). Infatti, arriva il “Maiale nero di Nebrodi” marinato con shio koji d’orzo, papaya, miso per 24 ore, laccato sul bbq con jus di maiale ridotto e pepe verde e foglie di radicchio rosso. Sul piatto composta di tamarillo e mostarda di Cremona, platano scottato con il burro in padella e ricoperto di fetta di rapa rossa e kimchi di rosa rossa. Per terminare, “Una idea di formaggio”, bavarese di latte caprino con composta di pere e zenzero, granita di vermut. 84
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Il coniglio e l'anemone
Una cucina capace di stupire Due ore di puro godimento il percorso di questo lunch che vale deviazioni da qualsiasi viaggio. La composizione dei piatti si racconta da sé perché entrano tutti nell’alta valutazione della perfezione. Fantastico Anthony! La sua è una cucina capace di stupire e, aggiungerei, laica, senza tabù, non classificabile in base agli schemi correnti. Come direbbe il grande Celentano, lui è rock, nel senso che nella sua creatività impone ritmo e sensualità, con giochi alternanti di tecnica, consistenza, acidità e gusto, con la certezza di regalare felicità a chi la prova. Come sia riuscito a creare queste perfette fusion lo deve alla sua formazione nelle grandi cucine e viaggiando a lungo. Ha respirato l’Oriente e l’ha riversato nei suoi piatti con contaminazioni armoniche. La sua cucina può non essere capita dai neofiti, ma non la dimenticheranno per le sue geniali provocazioni.
Perfetta anche la sala Una menzione speciale va fatta anche alla sala, attenta e esauriente nel raccontare i piatti, e al sommelier, per i suoi suggerimenti con l’abbinamento dei vini: impresa sempre molto complicata perché si mangia caldo e si beve freddo e, non ultimo, per le note grasse, dolci, complesse del cibo. Solo chi ha una grande cultura del vasto mondo dei vini non sbaglia. E non ha sbagliato suggerendomi vini come un grande Riesling della Mosella il Nik Weis e lo straordinario Pinot Noir Chambolle-Musign della Borgogna che mi hanno accompagnato nella degustazione. È con questa superba concentrazione di alta capacità professionale di un team fidelizzato che il ristorante Il Pagliaccio è stato premiato da 50 Top Italy per aver realizzato il miglior “Pranzo dell’Anno”, un riconoscimento unico a Roma, scalando anche la classifica dei migliori ristoranti italiani: è passato dalla 16ª alla 9ª posizione. Ridi Pagliaccio (per citare l'opera di Leoncavallo): il tuo amore per il food merita una visita per godere della tua cucina almeno una volta nella vita e merita una terza stella Michelin per il tuo costante impegno che non tradisce mai le aspettative del cliente.
ROMA Lazio 81611
Il Pagliaccio via dei Banchi Vecchi 129a, 00186 Roma Tel 06 68809595 www.ristoranteilpagliaccio.com CHeck-in • novembre 2021
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Idylio by Apreda
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di Alberto Lupini
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dylio by Apreda è il ristorante all'interno del The Pantheon Hotel a Roma, in pieno centro storico. Una stella Michelin, è guidato da Francesco Apreda, uno dei talenti più noti della Capitale: la sua cucina è figlia di anni di esperienze, l'ultima delle quali era all'Imàgo dell'Hotel Hassler, sempre a Roma. Una cucina che è estro, tecnica, equilibrio, radici italiane ed eleganti pennellate di Oriente; una cucina che è in grado di far riempire il locale, ogni sera, dall'apertura ad oggi. «Siamo sempre pieni e questo ci rende davvero felici. Abbiamo riaperto l'hotel il 20 maggio insieme alla terrazza. Per Idylio invece avevamodeciso di attendere un po', approfittando della chiusura anche per allargare il ristorante. Effettuando dei lavori, siamo infatti riusciti a ritagliare lo spazio anche per un piccolo privé da 8-10 posti, portando i coperti da 22 a 32 in tutto». Il che rende più completo uno dei locali certamente più raffinati e ricercati della capitale. Idylio ha ricominciato ad accogliere i suoi ospiti il 23 settembre e ad oggi fa sold out ogni sera. Lo fa dopo un periodo difficile dovuto alle chiusure imposte dall'emergenza Covid. Lo fa avendo trovato un equilibrio tra lavoro e offerta, a cominciare dal personale. «Prima della pandemia eravamo molti di più. Una situazione del genere obbliga a ridimensionarsi, a capire qual è la forza lavoro di cui puoi disporre. Non bisogna sempre, in ogni occasione, premere sull'acceleratore a mille, basta organizzarsi diversamente». → CHeck-in • novembre 2021
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E parallelamente a una brigata ridistribuita, anche l'offerta ha avuto una sua importante trasformazione. Con la riapertura, Idylio ha offerto inizialmente ai suoi ospiti due menu degustazione, recentemente divenuti tre. Una scelta dovuta a una semplice analisi della situazione, ribadisce Apreda: «Prima abbiamo aperto hotel e terrazza, poi il ristorante. È stata una scelta. Niente era facile, niente era scontato. Non potevamo sapere se saremmo ricaduti in una situazione anche peggiore di quella precedente. Ora possiamo dire, secondo me, che ci siamo lasciati il peggio alle spalle, e allora piano piano ricominciamo a programmare e riusciamo a fare quei passi in avanti» per tornare ad una situazione sempre più vicina alla normalità pre-Covid.
Dai classici alle novità: i menu degustazione Da questa filosofia mixata con la cucina firmata dallo chef stellato nascono menu degustazione come Sapidità Essenziali e Iconic Signature by Apreda. «Sapidità Essenziali è il risultato di un progetto partito prima della pandemia, quello appunto della sapidità essenziale: un menu senza aggiunta di sale, ma con un equilibrio trovato grazie a sapidità naturali, dagli ingredienti alle spezie. Giochiamo con la sapidità di alimenti come la colatura di alici, l'acqua delle ostriche, concentrazioni vegetali che facciamo noi con cotture al forno o al cartoccio. Inizialmente era quasi un gioco, avevamo inserito solo alcuni piatti in carta. Poi abbiamo avuto il tempo di analizzare bene il progetto e da lì abbiamo decido di dedicargli un intero menu. Lo cambieremo ogni stagione, mantenendo sempre la stessa impronta». Seppur un menu innovativo, non è difficile cogliere l'impronta di Apreda in ogni piatto. Una cucina che, pur variando le sue proposte, rimane legata ad un'identità chiara e costruita negli anni. «È uno dei complimenti che più apprezzo. Quando vieni a mangiare da me, riconosci dal piatto che dietro ai fornelli c'è Apreda. Ecco perché, accanto a Sapidità Essenziali, c'è il menu degustazione Iconic Signature by Apreda, quindi i sei piatti simbolo che hanno caratterizzato il mio percorso. È per quelli che un cliente ritorna, li apprezza... Penso alla Capasanta, al Capperotto... Il cliente torna per quelli, torna perché quel piatto ha contribuito a fargli passare una bella serata. Noi cogliamo l'occasione per fargli assaggiare qualcosa di nuovo».
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E per esempio di cosa offre l'alta cucina si può cominciare con un'intrigante Terra e iodio, una crema di patate viterbesi e alici, accompagnando il tutto con tre salse, una ai ricci di mare, una al nero di seppia, una a base di ostriche e barbabietola. Si aggiunge una pastina soffiata alla cucuma. Poi la Capasanta impanata con panko, cuore di mozzarella di bufala, tartufo nero e foglie di senape, servita con una maionese a [...] e funghi shitake. Altro piatto da non perdere è l'ottimo Pollo in due cotture sporzionato direttamente al tavolo (una vera esperienza). Viene marinato per 5 giorni in una salamoia fatta con peperoni arrosto. La cottura è a 65°C al cuore. Viene glassato con salsa teriyaki fatta con soia e peperoni arrosto. La cottura viene poi completata in forno per pochi minuti ad una temperatura di circa 350°C, per caramelizzare la parte esterna. Come predessert una finta Mozzarella di bufala - una sfera composta da yogurt, latte di bufala e cioccolato bianco, servita su di un crumble di lampone disidratato e una granita a base di cocco, mandorla e alici. A chiudere la Caprese di zucca speziata: al posto del cioccolato la zucca speziata, accompagnata con caramello salato, formaggio caprino, cialda di nocciola, polvere di caffè e gelato al caffè.
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ROMA Lazio
Idylio by Apreda Via di Santa Chiara 4/A, 00186 Roma Tel 06 87807070 www.thepantheonhotel.com
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Pipero lo stellato
che non ti aspetti 90
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Genovese Genovese di Polpo in Raviolo foto Andrea di Lorenzo
di Jerry Bortolan
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ccoglienza, 8; ambiente 8; servizio e presentazione piatti 9; cucina 8 - ½; atmosfera 8. Una scala reale vincente quella che ha messo in tavola Alessandro Pipero, nel suo “Pipero”, il ristorante stellato che si trova a Roma in Corso Vittorio Emanuele II, quartiere che fa da sponda al Vaticano. E sì, Alessandro Pipero non è uno chef, ma un imprenditore con solide competenze nel settore del food, per questo ha centrato quasi alla perfezione le aspettative del cliente che varca la soglia di un ristorante stellato Michelin, sia per la sua cucina che per il format elegante con un interno arioso e luminoso dato dalle ampie pareti a vetri. Un ristorante che è nello stesso tempo “decontratto” con un’accoglienza che ti mette a tuo agio.
Obiettivo: fare ridere il cliente!
Alessandro Pipero foto Riccardo Melillo
«Odio il finto buon senso, le regole obbligate, a volte professionalità fa rima con freddezza. Non amo i menu senza prezzo per le donne o per gli ospiti, sono stanco di servire a destra, sinistra, prima uno e poi un altro… io faccio a modo mio, ho solo un obiettivo: far ridere il cliente…». Questo il pensiero di benvenuto - un po’ dissacrante per i canoni dell’alta ristorazione - di Alessandro Pipero, che si legge aprendo la carta del menu. Ma non poteva che essere così visto il suo background nel mondo della ristorazione. Noi lo conosciamo bene da molti anni e lo abbiamo seguito nella sua lenta ma costante crescita, ha studiato tutte le mosse giuste fino ad arrivare al successo del suo “Pipero” che non a caso porta il suo nome. → CHeck-in • novembre 2021
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Ciro Scamardella foto Riccardo Melillo
Per sorprenderci… carta bianca allo chef Sicuramente era il suo sogno nel cassetto che si è avverato entrando nell’esclusivo club dell’alta ristorazione, visto i consensi e il successo della sua cucina. Per questo suggerisce e chiede ai clienti senza timore di sbagliare “Carta Bianca” per un menu degustazione a 130 euro, ma sempre dopo aver chiesto al cliente se ha intolleranze varie. Noi curiosi ci siamo affidati e pronti a criticarlo. Il tempo di sorseggiare un fantastico Champagne Billecart Salmon rosé con une entrée di foglie di scarola con alici e il “porco di Pipero”, un divertente gioco visivo con il profilo di un maialino, un petit morceaux fatto di sfoglia croccante ripieno di anduia. 92
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Se Alessandro Pipero è il patron, esperto sommelier e mattatore di sala, chi fa uscire le straordinarie creazioni dalla cucina è il suo braccio armato Ciro Scamardella, uno chef poliedrico che non teme di immergersi in avventure creative ma che siano anche concrete: dall’estetica e coreografia del piatto al contenuto che una volta in bocca deve spaziare per il gusto al punto di urlare un “wow” di piacere, come la bella e sofisticata terrina di Funghi, alici, foie-gras e mirtilli: a vederla sembra una tarte-tatin laccata, una gagliarda vista per i golosi. È servita volutamente fredda, una studiata e attenta provocazione perché poi una volta in bocca si riequilibra perfettamente con il caldo del palato, insomma un gradevole gioco di temperature perfette. Ma il piatto che esalta tutti per il suo godimento e vince sempre per la sua “semplice” complessità è il Risotto burro e alici e il perché me lo racconta Pipero: «Il piatto si presenta separatamente con tre interpretazioni delle alici: sotto sale, crude, e sotto forma di maionese. Il riso è cotto con un burro di grande qualità lavorato con il whiskey torbato. Si mette questo riso al burro affumicato sopra le alici e grazie al gioco di temperatura e di consistenza viene fuori un piatto che vince e non si dimentica».
Il menu non dimentica la tradizione romana e campana Scorrendo il menu si nota che c’è molta tradizione romana e campana elevata ad alta cucina, con proposte come la carbonara di Pipero, e la Genovese di polpo in raviolo. Ciro Scamardella, lo chef, azzarda anche con contaminazioni orientali come il Branzino in tempura in agrodolce realizzato con una pastella di farina di riso, infine irrorata da una salsa realizzata con un gioco di grande tecnica per integrare alla perfezione alimenti come il brodo di coppiette di salumi, anduia, pomodoro secco e aceto per le acidità e miele per equilibrarle. Immaginate il risultato una volta in bocca… I due gusti del dessert della “Carta Bianca” è pensato per chiudere il cerchio del buono infinito e che mette d’accordo tutti con lo Zabaione, granita d’arancio e brioscina calda.
La carbonara foto Andrea Moretti
foto Francesco Biondi
ROMA Lazio
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Pipero Corso Vittorio Emanuele II 250, 00186 Roma Tel 06 68139022 www.piperoroma.it CHeck-in • novembre 2021
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Moma
quando l’arte sposa la cucina Nel locale dei fratelli Pierini, ispirato al famoso museo di New York, splende la stella di Andrea Pasqualucci, giovane chef alla guida di uno staff giovanissimo tutto under 35. Un tuffo nei piatti della memoria
Animelle di vitello al fieno, agretti, bagna cauda e salsa cacciatora 94 CHeck-in • novembre 2021
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a cucina può essere considerata arte? Il dibattito è aperto da sempre e probabilmente non troverà mai un punto svolta. A Roma, però, i fratelli Gastone e Franco Pierini - nel mondo della ristorazione da 40 anni - hanno pochi dubbi sulla parte da prendere. Lo si capisce dal nome che hanno scelto per il loro locale, Moma, aperto nel 2002 nell’energetico quartiere degli affari romano, quello dal respiro più internazionale in città, proprio di fronte all’ambasciata americana, ispirato dal Museum of Modern Art di New York del quale hanno voluto riprodurre proprio il concetto di “contenitore di opere d’arte”. La parola d’ordine di Moma è “contemporaneità”, un concetto ben visibile nelle sculture, nei quadri, nelle fotografie e nei piatti.
con continuità, una filiera sostenibile ed etica in tutte le sue parti, e una squadra giovanissima (tutti i membri dello staff sono under 35) guidata dallo chef trentenne Andrea Pasqualucci.
Sapori contadini e piatti della memoria Tutte le sue preparazioni codificano sapori contadini della memoria, valorizzando spesso tagli poveri, come il quinto quarto e il pesce azzurro, conferendogli un carattere inconfondibile grazie al gusto affilato ed essenziale.
Concept gastronomico tra tradizione e modernità
Infatti, la costruzione dei suoi piatti conta pochi ingredienti di base, sempre riconoscibili, uniti a profumi, spezie o erbe che ne esaltano le caratteristiche, facendoli scoprire come fosse la prima volta.
Nel 2002, quando ha aperto i battenti, l’ambiziosa operazione si inserì come concept gastronomico nel solco della tradizione culinaria della città per proporre una visione alternativa e allora rivoluzionaria del cibo. Al centro del loro progetto due certezze: il rapporto costante con i piccoli produttori che permettono di portare nel piatto,
Dotato di una particolare sensibilità, Pasqualucci riesce a giocare con gli elementi creando un delicato equilibrio gustativo. Il grande bagaglio tecnico acquisito durante il corso degli anni gli permette di giocare con sapori fatti di contrasti. Amante delle note acide, i suoi piatti si contraddistinguono →
Andrea Pasqualucci e Gastone e Franco Pierini CHeck-in • novembre 2021
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Sgombro marinato, pomodoro alla brace e prezzemolo per picchi di sapore che sorprendono a ogni boccone nell’alternarsi di dolce, amaro, acido, sapido, tenue, aspro e pungente. Quasi maniacale nell’attenzione e nella cura della scelta della materia prima, ha selezionato i suoi fornitori garantendosi eccellenze che rispettano prossimità, filiera corta e dunque territorialità. La cucina che Pasqualucci esprime al Moma è riconoscibile, rispecchia lo chef nei gusti, nei sapori e nelle esperienze che ha vissuto. Costruita sulla base di un ricordo che lo ha cresciuto e sulla tradizione a lui ben nota, è una cucina che muta perché attenta alla cura del cliente e all’evoluzione dei gusti, pur rimanendo fedele alla propria linea. Una cucina non volutamente ma naturalmente adatta a tutti, personale ma non egocentrica, lontana da quella voglia di imporsi con prepotenza e noncuranza perché parla di ristorazione e cura del commensale.
Mise en place di grane fascino La ricerca dell’armonia e la delicatezza del suo muoversi all’interno delle cose si rivela anche nell’attenzione massima posta alla base della concezione del design del piatto: così, come Gastone Pierini ha realizzato Moma seguendo un’ideale architettonico e visuale, Andrea Pasqualucci compone il piatto secondo un’estetica precisa che, giocando con gli ingredienti con piglio e sapienza, realizza una mise en place di grande fascino visivo e cromatico. A rendere ancor più speciale la cucina c’è la grande attenzione verso la riduzione degli sprechi, valorizzando ogni singolo ingrediente 96
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e mettendo in bella luce i tanti piccoli produttori - sempre citati nella descrizione dei piatti in sala dagli attenti Federico Salvi e Federico Cucchiarelli che portano al Moma gli ingredienti, perlopiù locali, e sempre di stagione.
Fatevi guidare dallo chef Al Moma è possibile ordinare alla carta oppure optare per un menu degustazione chiamato “Cambiamenti”: cinque portate tutte scelte da Andrea Pasqualucci. Le origini romane, l’attenzione al commensale, non sempre favorevole o pronto a gusti complessi e pungenti come quelli del quinto quarto, insieme all’amore viscerale per queste parti dell’animale, fanno ricadere la scelta la proposta di questo taglio sulle più dolci e tenui “Animelle di vitello al fieno, agretti, bagna cauda e salsa cacciatora”. Cotte a bassa temperatura, panate e fritte in burro chiarificato e lavanda, umide all’interno e croccanti all’esterno, le animelle diventano lo strumento per fare una scarpetta con la bagna cauda e la salsa alla cacciatora che le irrora. Un antipasto reso fresco dalla lavanda e dagli agretti di stagione che concentra la passione per la romanità. Altri due antipasti simbolo del ristorante sono “Il nostro orto di stagione in giardiniera” in cui la croccantezza e i sapori delle verdure che l’Agro Pontino offre, risultato di una certosina selezione della materia prima, si rincorrono in un sapiente alternarsi di agro e dolce; le “Tagliatelle di seppia alla puttanesca” sono, invece, frutto di una particolare lavorazione di seppie locali che richiamano prepotentemente la tradizione. →
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Tra i primi la tradizione si rinnova nei “Bottoni di baccalà mantecato e guazzetto di pesce”, un altro tributo a un sapore della memoria, l’immancabile baccalà. Questa pasta ripiena di baccalà mantecato e zafferano, e finita davanti agli occhi del commensale con un estratto di pesce aromatizzato, anice stellato e coriandolo, dalle note fresche e pungenti, è un piatto dal sapore intenso e sapido in cui le forti aromatizzazioni giocano sul filo. Ancora, tra i primi lo “Spaghettino tiepido all’olio di Coratina, melassa di cipolle e caprino “Anarchico” uno spaghettino tiepido cotto in acqua di pomodoro, emulsionato a freddo con olio di Coratina, dal sapore pungente e amaro a ricordare una bruschetta, arricchito poi da un caprino a dare la nota acida e completato infine da una salsa molto ridotta di cipolla, quasi una melassa; e poi il must tra i primi del Moma rappresentato dal “Risotto alla camomilla, anguilla affumicata, miele e origano”. Figlio del desiderio di riproporre il risotto alla parmigiana, (riso, burro, olio, parmigiano e
Pescato croccante, salsa al burro acido, finocchio e peperoncino
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limone) anch’esso un vivido ricordo dell’infanzia. Il riso viene cotto bagnandolo con la camomilla ottenendo un sapore tenue che va a ravvivarsi man mano con l’aggiunta delle anguille di Oristano, più piccole delle comuni anguille e dalle carni tenere e meno tenaci, cotte a bassa temperatura affumicate e piastrate e comunque apportatrici di un ulteriore sapore delicato. Infine, il burro precedentemente tenuto in infusione a 60 C° per un’ora e mezza con i fiori della camomilla, a mantecare questo riso il cui sapore viene spinto dalla nota acida del limone che armonizza e vivacizza tutta la dolcezza e tenuità dei sapori. Carne e pesce ad arricchire l’offerta dei secondi. Non una semplice carne quella della “Costina di manzo Beneventano, scalogno in agrodolce, misticanza e liquirizia”. Allevato allo stato brado il manzo beneventano si contraddistingue per le sue carni molto marezzate e dolci. La cottura a 58 C° per due giorni con le spezie e la marinatura nel miso creano sapori molto intensi ammorbiditi da una misticanza dolce di Erba Regina condita →
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Costina di manzo “Beneventano”, scalogno in agrodolce, misticanza e liquirizia
con liquirizia, resi più leggeri da un battuto di scalogno in agrodolce con mostarda di frutta e rinfrescati infine dalla acidità di una salsa di ciliegie che conclude il rincorrersi dei sapori di questo piatto. Arrivano poi il “Pescato croccante, salsa al burro acido, finocchio e peperoncino…” dove i contrasti e le acidità vengono apportati dalla piccantezza del peperoncino e freschezza della salsa burro e lime con scalogno e Pernod, e il “Polpo verace alla piastra con radici e dragoncello messicano”, un piatto che cambia in base alle stagioni perché con esse mutano le radici: dalle rapette invernali ai ramoracci e alla scorzonera fritta. Il polpo quello non cambia, un polpo verace che proviene dalla Puglia. Cotto a bassa temperatura in modo da renderlo volutamente morbido all’interno e poi scottato sulla piastra per farlo risultare croccante fuori, è accompagnato da una maionese ottenuta dalla sua acqua con aggiunta di lime e aromatizzato con una nota di dragoncello e poi finito con una vinaigrette ottenuta con i pomodori gratinati sulla brace e 100 CHeck-in • novembre 2021
conditi con aceto balsamico e Xeres. Dopo questo excursus tra picchi di sapori, note acide e amare non si può che terminare esplorando il mondo dolce del Moma che vede tra gli altri il freschissimo “Mandorle, fragole, rabarbaro e basilico”: una gelatina rosa ricavata dall’estratto del rabarbaro, dal sapore aspro e amaro, profumata e addolcita dalle fragole di Terracina fresche che si uniscono alle mandorle di Noto sabbiate, una granita di fragole, del basilico alla cannella è completata da una immancabile nota grassa data da piccoli cubi di semifreddo di cioccolato bianco e rum e gelato di mandorle. Inutile dire che in un gioco di tradizione e memoria non possa mancare la “Chantilly alla ricotta di pecora, ciliegie torbate enocciola”. Quando possibile le ciliegie sono visciole che vengono sciroppate e macerate nel whisky torbato e a completare il dolce una ricotta di pecora aromatizzata con vaniglia e zucchero, una frolla, della mentuccia romana, un sorbetto alle visciole e una spugna di nocciola.
Tra friulani e francesi, anche la cantina parla del territorio La carta rappresenta le migliori zone vinicole italiane e, certamente, si concentra sui grandi classici, come i “Super Tuscan”, i rossi Piemontesi, i bianchi Friulani e i vini delle Isole, con una accurata selezione delle annate più importanti. Presenti anche alcune delle migliori bollicine italiane, Franciacorta in testa. Immancabile un giusto tributo ai rossi di Francia, con una selezione delle aree di eccellenza, come Borgogna, Bordeaux, Loira e Champagne. Uno spazio a parte è dedicato alle piccole produzioni artigianali, vini unici che raccontano i territori e il lavoro attento e meticoloso dei vignaioli, con alcune chicche del territorio laziale.
La formula bistrot Il Moma si sviluppa su due livelli: entrando, sulla sinistra una scala conduce gli ospiti nella parte superiore dedicata al ristorante “stellato”, mentre al piano terra c’è il bistrot con una proposta gastronomica semplice, eclettica e gustosa, che mantiene comunque alti livelli. L’arredamento è dominato da un mood minimal, dove il calore del legno wengé e della pelle gioca con il rigore dell’acciaio e dei cristalli delle grandi finestre. I toni avvolgenti del nocciola, del mogano e dell’écru sono impreziositi da arredi che esaltano il piacere della convivialità mentre il bicromatismo del locale è funzionale al design contemporaneo del locale, disegnato dagli stessi padroni di casa in sinergia con l’architetto Papiri, affinché anche l’ambiente concorra a interpretare il Manifesto culinario in cui l’ingrediente è assoluto protagonista. Moma si mostra accogliente anche all’esterno, con il gradevole dehors fruibile tutto l’anno grazie al mite clima romano e ai funghi che riscaldano lo spazio anche nei mesi più freddi, consentendo momenti di relax all’aria aperta all’insegna del gusto sin dalla prima colazione, come anche per il pranzo e per l’aperitivo pomeridiano.
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Ristorante Moma Via di San Basilio 42, 00187 Roma Tel 06 4201 1798 www.ristorantemoma.it
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Le Tamerici cucina romana, e non solo
Il ristorante si trova a pochi passi dalla famosa Fontana di Trevi, in un vicoletto tipico. Il menu vanta un forte legame con il patrimonio romano, riproponendone fedelmente le ricette. Non mancano proposte creative 102
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pochi passi dalla famosa Fontana di Trevi, in un vicoletto tipico del centro di Roma si trova Le Tamerici, un ristorante che da anni propone una cucina che parte dalla tradizione, coerente con il territorio e creativa al tempo stesso. Una boccata d’aria fresca tra le viuzze più turistiche della Capitale che, come in ogni città ad alta vocazione turistica è spesso invasa da tanti (anzi, troppi) ristoranti, tutti appiccicati, praticamente indistinguibili, con una sfilza infinita di piatti che fungono da esca per i turisti, italiani o stranieri che siano. Ma con Le Tamerici, che la Guida Michelin nella sua ultima edizione ha segnalato come destinazione consigliata, si ritorna all’autenticità di una cucina che ha tanto da insegnare.
Viaggio culinario tra passato e presente Il fondatore del ristorante, lo chef patron Giovanni Cappelli, socio Euro-Toques, accompagna con le sue creazioni i commensali in un viaggio culinario modernizzato, in un percorso gastronomico che unisce tradizione e contemporaneità con coerenza ed equilibrio. Un ristorante di livello dunque, ma dai prezzi accessibili e capace di proporre piatti evoluti ma che tengono i piedi ben saldi nella storia della cucina tipica romana come ama dire Cappelli. Il nome del locale ha un significato, e non ha niente a che fare con la famosa poesia di Gabriele D'Annunzio. La tamerice è infatti un arbusto spontaneo, a metà tra un'erba e un'alga, che cresce sui terreni lungo il mare e gli ruba il salmastro. → CHeck-in • novembre 2021
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Sono tante le proposte in carta e il menu è pensato con l'esperienza di chi conosce il cliente o di chi ritiene importante stabilire un rapporto che va oltre la materia nel piatto. Non a caso tra i tavoli spesso si creano dei cenacoli improvvisati e si finisce per brindare insieme tra sconosciuti, quando Giovanni Cappelli esce dalla cucina e propone la degustazione di un'etichetta particolare, ispirata dall'amico carissimo Alessandro Scorsone, un punto fermo della sua storia per competenza e disponibilità. Non è infrequente questa alchimia a Le Tamerici, e spesso arrivano colleghi chef per un drink e due chiacchiere, prima o dopo il servizio.
Fiore all’occhiello la composizione del menu Il menu vanta un forte legame con il patrimonio romano, partendo da un’attenta selezione degli ingredienti, per una cucina mediterranea dallo stile semplice ma creativo allo stesso tempo. Immersi nell’atmosfera romana e a pochi metri dai più importanti monumenti della Capitale, si possono assaggiare i piatti tipici romani, che lo chef definisce gli "intoccabili" perché la ricetta segue fedelmente quella tradizionale, come il maccheroncino cacio e pepe, i bombolotti all’Amatriciana o gli spaghetti alla carbonara, affiancati a ricette più moderne che rivisitano con coerenza le usanze locali. A tutto ciò si aggiungono ricette più creative, come Polpo pinzimonio, Gnocchetti di patate burro fuso, salvia porcini e latte di mandorla e Filetto di spigola, rocher di fegatini e frutto della passione.
Cuoco "autodidatta" Un indirizzo da non perdere non solo per i piatti ma anche per la bella storia del suo chef patron, che si definisce orgogliosamente autodidatta, ma che, in realtà, l'incontro appassionante con la cucina è stato casuale, quasi naturale, come quelli con tutte cose del mondo che lo hanno attratto. È stato lungo il percorso dalla natìa Calabria alla Capitale, attraversando il mondo del grande cinema e del teatro, ma facendo anche spettacoli sui trampoli e come mangiatore di fuoco. Ad ogni bivio che si presentava si lasciava guidare dall'istinto. Ma poi vinse l'interesse per la cucina e per un lungo periodo gestì contemporaneamente tre locali, di target diversi, sempre nel centro storico della città.
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Ristorante Le Tamerici vicolo Scavolino 79, 00187 Roma Tel 06 69200700 www.letamerici.com 104
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ROMA Lazio
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Il nobile e il popolano a cena insieme?
Succede da Il Marchese
Questo ristorante cosmopolita fonde il fascino della nobiltà e la veracità del popolo. Non ci sono orari per mangiare o per bere. In cucina Daniele Roppo, un cuoco, non uno chef, che si sporca le mani cucinando come le nonne 106
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n nobile e un popolano potrebbero mai andare a cena insieme? Da Il Marchese a Roma, certamente! In questo ristorante cosmopolita, nato dalla creatività e dalla determinazione di due amici imprenditori, Davide Solari e Lorenzo Renzi, che fonde l’eleganza e la bellezza si troviamo, infatti, in perfetto equilibrio il fascino della nobiltà e la veracità del popolo. Il Marchese è veracemente romano - prende il nome da quel marchese del Grillo simbolo dello spirito inimitabile della città - e quindi elegante, vero nobile ma sempre incline all’ironia, amante delle ricette di tradizione, ma anche facilmente comprensibile da chi proviene da diverse culture per la palpabile eleganza, la bellezza degli interni, il gusto travolgente dei suoi piatti. Fa da contraltare il Carbonaro, il popolano dell’epoca, cui è ispirata la ricerca sul territorio dei prodotti, il lavoro artigianale in cucina, lo spirito semplice.
Un’isola felice tra il caos della città Grazie alla cura dei proprietari, questo dehors urbano con vista sull'Ara Pacis sembra un'isola felice nel caos della città: posto alla fine di via Ripetta, si arriva qui passeggiando lungo il Tevere fino all’Altare della Pace della Pace di Augusto, tra l’azzurro del cielo e il dorato dei platani, volgendo verso il centro ed entrando nel cuore delle strade della Roma papalina. La casa nobiliare de Il Marchese si palesa al viandante con le sue ampie porte, spesso spalancate e, una volta entrati, comincia il viaggio. Qui, lo spettacolo della cucina e della artigianalità dei sapori e degli ingredienti, è il vero protagonista e, attraverso le grandi vetrate, viene mostrato in tutta la sua semplicità agli avventori. Al tramonto si unisce il racconto della mixology, avvolgendoli in tante piccole fascinazioni. Nei saloni finemente arredati della sua casa, ogni giorno da mezzogiorno a tarda notte viene accolto l’ospite, che sia romano o newyorchese, asiatico o sudamericano. I romani lo scelgono perché qui ritrovano la parte più genuina e vera della loro anima, tra i piatti di tradizione rinnovata e il legame con la terra, che è mantenuto → CHeck-in • novembre 2021
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saldo grazie al mercato e all’artigianato localizzato nella zona nel ristorante dedicata al carbonaro. Coloro che arrivano da lontano ne sono attratti perché qui ritrovano quella bellezza di una città a lungo vagheggiata e sognata, che prende vita e, senza orpelli inutili, seduce e conquista. Non ci sono orari per mangiare o per bere: ogni momento è buono per deliziarsi con le polpette di bollito fritte, un’amatriciana, un galletto farcito, per fermarsi al fresco del ponentino e mangiare un piatto di spaghetti al pomodoro.
Daniele Roppo: Sono un cuoco, non uno chef! Niente maschere, niente apparenze, nessuna sofisticazione per questo locale e per la sua cucina. Daniele Roppo è un cuoco, non uno chef di ispirazione francese, ma un uomo che orgogliosamente si sporca le mani cucinando come le nonne, per non dimenticare mai, anzi continuando a sviluppare con nuovi piatti, la profondità della cultura gastronomica italiana. Daniele ama stupire, infatti, non per complesse ricette, ma con la forza del prodotto e con la pulizia del sapore, affidandosi a piccoli produttori del territorio. «Ricordo che da piccolo - racconta il cuoco - a tavola mia nonna mi metteva davanti cervello e rognoni e mio nonno mi parlava del pesce e di come un buon prodotto non si veda solo dal costo ma soprattutto dal sapore. Il suo motto era: assaggia tutto ciò che credi valga la pena provare».
Cucina a vista e mix di stili Una filosofia che Roppo ha portato appieno da Il Marchese. Il locale sorge al piano terra di uno splendido palazzo settecentesco. Appena varcato l’ingresso, l’atmosfera delle antiche corti dei palazzi borghesi appaga la vista degli ospiti, catturati dagli incantevoli giochi di luci. Il richiamo alle due anime del locale si legge attraverso la perfetta scelta dell’arredamento studiato da D Factory Architecture & Design + Noses Architects. Se da una parte troviamo tavoli e sedie in legno, pareti antichizzate e banconi in marmo, dall’altra possiamo scorgere i materiali nobili, caldi ed eleganti, gli stucchi sfarzosi, le piante verdi e i grandi lampadari in ottone. → 108
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L’ambiente è reso particolare dall’imponente presenza del bancone bar con top in marmo di Carrara, con preziose decorazioni, circondato da sgabelli in legno e incorniciato da poltrone e divanetti color pastello. Il pavimento è stato realizzato con vecchie cementine a scacchi bianchi e neri. Al centro, il cuore pulsante del ristorante, la cucina a vista, sapientemente collegata al bancone bar da un’ampia vetrata.
Il Marchese (del Grillo)… Il nome de Il Marchese è liberamente ispirato al celebre film “Il Marchese del Grillo” di Alberto Sordi, con il desiderio di fondere insieme due anime molto diverse tra loro, per creare uno spazio unico. Quella del carbonaro, tipico popolano dell’epoca, appartenente al ceto povero della società e solito trascorrere il tempo nelle osterie dopo il lavoro, tra vino e cibo genuino, con i piatti della tradizione, semplici, dai sapori decisi preparati dalle massaie e quella del nobile, appartenente alla piccola realtà ricca in contrapposizione al popolo, che passava le sue giornate tra festeggiamenti nei salotti delle ville borghesi con lunghi e ricchi pranzi, sorseggiando grandi vini e liquori. Così da Il Marchese si trovano i piatti della tradizione realizzati con gli ingredienti migliori e la sofisticatezza di esclusivi cocktail.
… e il Carbonaro in cucina L’anima del carbonaro lascia la sua impronta soprattutto in cucina, dove la ricerca di prodotto è prioritaria: come nelle vecchie osterie, si tratta direttamente con i produttori, spesso piccole realtà a conduzione familiare, scegliendo l’ingrediente migliore. Così, ad esempio, il guanciale viene acquistato da Re Norcino, un produttore di Ascoli Piceno che ha vinto numerosi premi e che esiste da oltre 130 anni. Il pecorino lo fornisce Cibaria e racconta una storia di famiglia: prodotto in altura, è molto più dolce degli altri pecorini ma sempre saporito. Il baccalà viene pescato all’amo, cosa che lo preserva dagli ematomi tipici della pesca con la rete. I funghi porcini vengono forniti da un caro amico del cuoco Daniele, che ha un negozio di ortofrutta e che li seleziona personalmente dalle colline laziali. La lonza aromatizzata ai frutti di bosco proviene da una piccolissima realtà tra Lazio →
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Daniele Roppo
Davide Solari e Lorenzo Renzi
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e Toscana, dove non usano la corrente elettrica e fanno le cose come una volta, con le candele, il fieno e la paglia. Polpo, gamberi e calamaretti sono di Santo Spirito. E ancora, la mozzarella di bufala affumicata è stata selezionata da una piccola realtà produttiva della zona di Latina.
Il cocktail bar: omaggio all’aristocrazia francese Ma non di solo cibo vive Il Marchese! L’amaro e cocktail bar è un omaggio all’eleganza dell’aristocrazia francese dell’Ottocento, dove trovano spazio stucchi preziosi, carte da parati e velluti. I cocktail che troviamo sono ideali per un dopocena o come aperitivo. Ogni signature è creato con una grande selezione di ingredienti pregiati miscelati con maestria, texture diverse, composizioni straordinarie e differenti tra loro. Alla guida del cocktail bar c’è Fabrizio Valeriani, bartender con una solida esperienza alle spalle e diverse consulenze per start-up a tema mixology. Il cocktail bar de Il Marchese offre una miscelazione classica e sperimentale allo stesso tempo con accostamenti che si sposano con la cucina, usando anche prodotti insoliti nei cocktail come alcune verdure, una miscelazione d’avanguardia basata sul gusto. Il menu dei cocktail è interattivo e con qualche effetto speciale e stimola il cliente a giocare con i barman: l’ospite stesso potrà sperimentare un cocktail realizzato con ingredienti particolari che lui stesso avrà scelto, rimanendone sorpreso. La carta è divisa in tre capitoli: la parte dedicata agli Spritz, quella focalizzata sul Negroni e poi la raccolta di tutti i signature de Il Marchese. Ogni cocktail, infatti, non è solo alchimia ma un’esperienza, sempre diversa, un gioco di gusti che vuole far vivere un’emozione consapevole, stimolando il palato e la mente. La percezione non viene alterata con un alto grado alcolico ma piuttosto vengono proposti cocktail “low Abv” (a basso contenuto di alcol) con un grande sapore. Tutti i drink sono senza proteine animali all’interno, quindi non c’è il classico albume d’uovo ma un’acquafaba di ceci che ha lo stesso potere emulsionante; non ci sono latti vaccini ma solo vegetali come mandorla, cocco o avena. Inoltre, si cerca di fare un uso limitato della plastica, per avere un minor impatto ambientale. 112
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Il barmanager Fabrizio Valeriani
Grande importanza viene data all’ideazione e alla preparazione stessa di ciò che comporrà un cocktail come cordiali, sciroppi, infusioni, fake lime, tutti preparati in casa: ci vuole tanto tempo per arrivare a costruire un cocktail di grande gusto e poterlo offrire al cliente nel minor tempo possibile. Uno dei cocktail in carta, il “Battito d’Ali” è composto da tre soli ingredienti, due miscelati dal barman e uno aggiunto dal cliente per un effetto “wow!”. Troviamo poi drink con fermentato di ananas fatto in casa o un cordiale con la pastinaca e la lavanda, che ricorda il sapore di carota; un preparato con more, funghi e pompelmi lavorati con tecniche di cucina arrostendoli sui carboni per affumicarne la polpa. Miscelazioni che sembrano agli occhi e al naso diversi da come si prospettano al gusto: un gioco di sorprese svelate, basi semplici utilizzate con grande tecnica e creatività. Si consiglia di dare un’occhiata anche agli Special, ovvero dei Twist on classic fuori menu pensati proprio da Fabrizio. Tra questi c’è un Margarita dalle note leggermente piccanti con aggiunta di passion fruit e tabasco oppure il French75, a base di uno sciroppo di fiori homemade, lime, liquore ai fiori di sambuco, Gin e Franciacorta. Ma non solo! Il Marchese è il primo Amaro Bar in Europa e offre una carta con più di seicento etichette, italiane ed estere, dalle più blasonate e raffinate, quelle di nicchia e quelle vintage, piccolissime produzioni che valorizzano il nostro territorio. Che siate nobili o popolani, poco importa, entrate e sedete a tavola, Il Marchese è pronto ad accogliervi…
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Il Marchese Via di Ripetta 162, 00186 Roma Tel 06 9021 8872 www.ilmarcheseroma.it
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Ercoli 1928
il gusto in scena in un ex teatro romano di Mariella Morosi
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a scelto un ex teatro la gastronomia Ercoli 1928 per mettere in scena il gusto delle sue proposte enogastronomiche da consumare al ristorante o da portate a casa. Il Puff, dove recitava Lando Fiorini, ora è diventato il terzo locale romano del gruppo nato quasi cento anni fa in Prati come bottega di quartiere. Seguì 5 anni fa Ercoli Parioli e oggi approda a Trastevere con una proposta di alto livello e con tante novità. Appena inaugurata nei 700 mq dell'ex teatro trasteverino, ha tutte le carte in regola perconquistare
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vecchi e nuovi appassionati del buon cibo e del buon bere. Ripropone la formula ristorazione in un contesto architettonico senza barriere tra luogo di acquisto e quello di consumo, aperto a tutte le ore, dalla prima colazione a mezzanotte e mezza, con la chiusura della cucina. Ma l'accoglienza continua per l'asporto o per consumi informali fino all'1 della notte. Il ristorante ha 170 posti a sedere e altri 50 del dehors, ma si può anche mangiare al bancone o in una saletta col tavolo sociale per chi sceglie di vivere una convivialità discreta. È anche salumeria, formaggeria, gastronomia con un assortimento
di prodotti ittici. A tutto questo, 7 giorni su 7, si aggiungono i corner: la bakery con pani e pizze, la grande caffetteria con le diverse miscele, la drogheria con le spezie di tutto il mondo, i legumi e i cereali, e la cioccolateria. Gli scaffali, seguono e sottolineano il perimetro di tutta l’area: pasta, riso, olio, conserve, sott'oli, biscotti, caffè, vini, birre, cioccolata, liquori, thè, tisane e marmellate. Proprio dove era il palcoscenico, non toccato dal restauro e illuminato da un lucernario, c'è il cocktail bar con una platea di gradoni per sedersi. Obiettivo del format da sempre, è quello di offrire il meglio, l'ordinario e lo straordinario, grazie a una ricerca continua tra le piccole e grandi aziende italiane e anche straniere, garantendo la più ampia forbice di prodotti in vendita. Tutto ciò che è esposto negli scaffali o servito per una spesa di qualità si può anche gustare in loco. La sensazione è quella di entrare in un elegante mercato al coperto: tanti i banchi, disseminati nelle tre zone del locale, ognuno dei quali può offrire al cliente la professionalità di gastronomi, fornai, barman, salumieri e ovviamente cuochi.
In cucina Andrea Di Raimo e Luigi Ubertini Nella cucina a vista l'executive chef Andrea Di Raimo insieme a Luigi Ubertini coordina una brigata di 12 persone. La novità è uno speciale forno a carbone, il Josper, che assicura speciali cotture mantenendo alti i sapori, la qualità e la consistenza della materia, donandole in più un leggero gusto di affumicato. Irresistibile, all'ingresso del locale, il profumo del pane che vien sfornato a ritmo continuo insieme alle pizze alla pala, croissant, ciambelloni, plumcake, cookie e bagel.
caviale e di ostriche, tra cui le francesi Gillardeau e le Tarbouriech, e baccalà Attraversato un arco si entra nel mondo dei salumi. Ci sono tre tipi di Patanegra: Joselito Sanchez e Romero e un altro meno noto ma di grande qualità e dal costo più accessibile. Tre i prosciutti di maiale nero: quello dei Nebrodi, il Casertano e la Mora Romagnola. Un centinaio le referenze che comprendono salami, coppe, culatelli, mortadelle, bresaole, soppressate, salsicce e speck. Altrettanti i formaggi non solo nazionali e francesi ma anche inglesi e spagnoli. →
Il banco nero con marmo bianco annuncia la caffetteria, che mette a disposizione dei coffee lover le varie miscele provenienti da centro-sud America e Africa, con caratteristiche uniche e filiere orientate alla biodiversità e all’agricoltura biodinamica e solidale. Da provare tre monorigine (Guatemala, Etiopia e Messico) e un blend realizzato appositamente per caffè filtro e macinato al momento. Il corner dei prodotti ittici offre crudi, tartare, crostacei, alici del Cantabrico e salmoni selvaggi della Norvegia e dell'Alaska. Tre le tipologie di CHeck-in • novembre 2021
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Tante le proposte della carta del ristorante: Mezze maniche alla carbonara con guanciale di cinta senese e pecorino romano, Paccarielli freschi con crostacei e aglio nero, Spaghetti “Ercoli” con vongole veraci, pane profumato e bottarga di muggine, Linguine al burro di agrumi e caviale Osetra, Filetto di tonno rosso con gazpacho e le sue verdure, Stracciatella di burrata e gamberi rossi di Mazara del Vallo, Tartare di manzo alla piemontese con burrata e crispy di riso selvaggio,Tartare di dentice con melone, avocado e riduzione di vermouth. Dallo Josper arrivano bistecche Sashi e Hanami, Filetto canadese di manzo, Entrecote manzetta prussiana, Involtini dei Nebrodi, Cube roll e Tagliata danese. A tutte le ore si possono gustare taglieri e insalate.
Oltre 400 vini (anche da portar via) La carta dei vini comprende circa 400 etichette, anche da portar via: champagne, bollicine italiane, bianchi, rossi e rosé, con qualche interessante incursione nel panorama dei vini naturali e biodinamici. Una selezione di 15 tipologie viene servita al calice. La zona bar, un vero e proprio "drink teatre" è tra le novità di questa terza apertura Ercoli 1928. Mentre il bar del locale di Prati è un Charlie Bar dedicato allo Champagne e quello dei Parioli al Vermout in tutte le sue declinazioni, questo di Trastevere ruota attorno alla filosofia Tini, nata dalla consulenza del barman Federico Tomasselli che gioca sul Martini e tutti i suoi twister, le interpretazioni del mitico drink. Utilizza come distillati principali la vodka o il gin, ma propone anche inclusioni di frutta, spezie, caffè e cioccolato, come l’Amber Tini, miscelato con tequila, lime, liquore o l’Ancho Reyes, con sciroppo di agave, peperoncino habanero e liquirizia, o ancora il Coral Tini: vodka, amaro Jefferson, infuso di tè nero alla vaniglia, Campari e succo di limone.
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Ercoli Trastevere Via Giggi Zanazzo 4, 00153 Roma Tel 06 96527412 www.ercoli1928.com
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Sashimi Max
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Taki, l’essenza autentica del Giappone CHeck-in • novembre 2021
L'
eleganza del nero, la purezza delle orchidee, la perfezione dei giardini zen, il fruscio di un inchino: Konnichiwa, benvenuti da Taki. Non siamo a Kyoto, ma a Roma (piazza Cavour), ma l’atmosfera che ci accoglie e immerge in questo ristorate giapponese e quella di un raffinato locale dell’antica capitale del Giappone. E, tra le sale, piccole, per non distogliere il cliente dal momento di relax e disposte su più piani, dall’estetica minimale portata all’ennesima potenza, ci sembra, quasi, di poter scorgere il kimono di una geisha di passaggio… Vera o no, inseguiamo questa nostra visione e addentriamoci in questo ambiente mutevole, che segue il corso della natura, attraversiamo i piccoli giardini zen che ci trasportano dall’altra parte del mondo, facciamoci avvolgere dal perfetto equilibrio tra il nero che ricopre pavimenti, pareti e decorazioni, tavoli e sedie, e le luci soffuse, sediamoci ai tavoli, respiriamo e prepariamoci a viaggiare e immergerci in una cultura dove la perfezione è il mantra. → CHeck-in • novembre 2021
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Ma prima ancora uno sguardo intorno per godere della bellezza del dettaglio: dalla mise en place, con le tazze per il tè e per il sakè importate dall’Estremo Oriente, come alcuni dei piatti realizzati con la ceramica nipponica originale, all’hishaku, un mestolo di legno usato durante le cerimonie del tè verde giapponese; dalle botti di paglia per il sakè alle matrici originali delle cinture dei kimono, incorniciate in eleganti quadri sulle pareti. Se chiudiamo gli occhi sembra di sentire il fiume Kamo che scorre lento… un sogno che, per un attimo ci fa anche dimenticare tutta la bellezza di Roma che ci aspetta fuori dal locale.
Prodotti e ricette autentiche Ma non possiamo fermarci, il nostro viaggio deve continuare addentrandosi nell’autentica cucina giapponese che vede nel menu del Taki, sia piatto freddi sia caldi. Tutte le preparazioni sono eseguite dai cuochi giapponesi, anche le più lunghe che richiedono tempo e attenzione. Oltre alla proposta alla carta c’è sempre un menu legato alla stagione in cui i cuochi seguono alla lettera le ricette tradizionali portate in Italia da Yukari Ohashi, proprietaria insieme al marito Onorio Vitti. Per un pranzo veloce, da non perdere il Lunch Salmon, con zuppa di miso, insalata giapponese, riso al vapore, salmone in salsa teriyaki e dashimaki, o la versione con il pollo, il Lunch Chicken (entrambi a 15 euro). Ma per vivere l’esperienza autentica della cucina tradizionale giapponese, bisogna chiedere la Kaiseki (su prenotazione): un’usanza legata alla cerimonia del tè durante la quale si mettevano in tavola dei piccoli piatti gourmet preparati espressi con alimenti acquistati al mercato la mattina stessa.
Hida Wagyu, la carne migliore al mondo Il tuffo autentico nella cucina giapponese non può non concentrarsi anche sulla carne: da Taki si trova la Hida Wagyu Exclusive, considerata la più pregiata al mondo. Si tratta di una carne sceltissima di razza bovina, certificata e importata da Wagyu Italy direttamente da Hida, nella prefettura di Gifu, nelle Alpi centrali giapponesi. La particolarità di questo allevamento che dà vita alla Wagyu sta nell’offerta di una carne più ossigenata e di qualità superiore. Il miglior modo per assaporarla è alla griglia, con le venature che si sciolgono leggermente rendendo ogni boccone di una consistenza incomparabile. La peculiarità di questa carne è la marezzatura con massima qualità A5, con le sottili infiltrazioni di grasso insaturo tra le fibre muscolari, grazie alle quali è particolarmente morbida, dolce e succosa. Il colore rosa è dovuto alla presenza diffusa di grasso che non è confinato all’esterno del taglio ma penetra in profondità, fino anche al 50% del peso. Si tratta però di un tipo di grasso diverso rispetto a quello cui siamo abituati e, infatti, abbassa i livelli di colesterolo, essendo ricca di Omega3. Caratteristiche che derivano prima di tutto dalla razza, in aggiunta a un’alimentazione salubre e a base di sostanze
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Yukari Ohashi
Hida Wagyu
Ghindara Saikyo yaki
nutritive che favoriscono un naturale accrescimento dell’animale, senza uso di ormoni e sostanze chimiche. I manzi vengono allevati in montagna, secondo criteri molto precisi: al pascolo nei mesi più caldi, al chiuso nel periodo più freddo, con mangimi speciali a base di farina e paglia di riso, responsabili dell’accumulo di grasso dei bovini. Taki esalta la Wagyu proponendola in steak, cioè in pezzi interi arrostiti o nello Shabu Shabu, nel quale ci sono delle sottili fette di Wagyu Hida scottate al momento per pochi secondi in un brodo caldo di verdure miste. Si tratta di un piatto completo, leggero e nutriente e che, in estate, è stato anche proposto nella sua versione fredda: è il Rei Shabu, con le fettine passate nel ghiaccio e la zuppa fresca Yuzu Ponzu, con salsa di soia, aceto di riso e yuzu, il lime giapponese. Si può ordinare anche il Wagyudon, un piatto unico ideale per un “fast lunch” con Gohan, un riso bianco semplice, con sopra sottili fette di carne Wagyu e di cipolla cotte insieme nel brodo di tonno su una base di salsa di soia e sakè.
Sakè, tè e birre rigorosamente giapponesi Il sakè che, infatti, non può mancare, non solo nei piatti. Oltre alla carta dei vini con etichette italiane e internazionali, Taki ci sorprende con i suoi tanti Sakè, tutti diversi per gradazione e gusto, provenienti da varie parti del Giappone. In particolare, è da assaggiare assolutamente l’Hana-Fuga, un Sakè frizzante dal sapore dolce e fruttato, aromatizzato allo yuzu e con una bassa → CHeck-in • novembre 2021
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gradazione alcolica (5%), ideale per un aperitivo da accompagnare a Edamame o al Kushikatsu di formaggio o salmone, impanato e fritto. Ottimi anche il Karatanba Honjozo Namachozo, che proviene dalla Prefe ttura di Hyogo, caratterizzato dalla qualità Namachozo, servito anche con ghiaccio, e ideale per piatti crudi e cotti, e il Dassai, derivante dal territorio di Yamaguchi-ken, che vanta la qualità massima Junmai Daiginjo. Una varietà molto raffinata, in cui vengono usati solo i migliori chicchi di riso (il 23%), è il Dassai 2 Wari 3 Bu. Dal Sakè al tè che, come nella migliore tradizione del Giappone più autentico, non può mancare sulla tavola: da Taki troviamo i tè delle piantagioni del Sol Levante, che si trovano a Uji nel Sud di Kyoto e a Shizuoka, vicino allo spettacolare Monte Fuji e alla metropoli di Tokyo. Il protagonista assoluto, naturalmente, è il tè verde, che si beve come fanno le famiglie nipponiche al posto dell’acqua naturale. Su tutti, vale la pena provare il Gemmai Cha, a base di riso integrale tostato e tè verde, ideale per chi ordina carne alla griglia come il manzo Shioyaki. O anche l’Houji Cha, da abbinare alle portate di pesce come lo Shiromi Shioyaki (pesce bianco alla griglia al sale), a base di tè verde stufato e tostato. Ma Taki soddisfa anche gli amanti delle birre artigianali, con diverse opzioni rigorosamente giapponesi, che arrivano da Niigata. Come la Flying Pale Ale, una birra perfetta per coloro che preferiscono l’amarezza e la delicatezza in bocca, suggerita con piatti come lo Shake Yaki Udon, gli spaghetti di farina giapponese saltati con verdure e salmone, e con salsa di soya.
Katsu Don MinchiKatsu
Un viaggio sublime che, come una cascata (il significato del nome Taki) che nella filosofia orientale, simboleggia l’uomo immerso nella natura in un “tutto unitario”, dove la sua individualità si fonde con essa, come l’acqua in un fiume che scorre, ci porta completamente a sentirci là, in Giappone, una terra da amare con garbo ma con tutti noi stessi per quello che sa insegnare, primo fra tutti il rispetto della bellezza in ogni ambito.
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Taki • Ristorante giapponese Via Marianna Dionigi 56/60, 00193 Roma Tel 06 320 1750 www.taki.it 122
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livello 1
Il mare a Roma
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Livello 1 è il ristorante dedicato al pesce e al buon bere all’ombra dei pini di via del Serafico. In cucina Mirko Di Mattia. È anche pescheria freschissima del litorale e gastronomia giornaliera grazie a La Pescatoria
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are, profumo di mare… tra le vie di Roma. Dal caleidoscopio di colori che evoca i variopinti fondali dei paradisi tropicali ai sapori del Mediterraneo: siamo approdati a Livello 1, il ristorante dedicato al pesce e al buon bere all’ombra dei pini di via del Serafico. Emilia Branciani e Claudio Montingelli hanno racchiuso qui le loro ambizioni più belle, realizzando un luogo che fosse dedicato al mare a 360 gradi. Con loro a bordo lo chef Mirko Di Mattia. Ma attenzione meglio dirlo subito: Livello 1 non è solo un ristorante ma anche pescheria freschissima del litorale e gastronomia giornaliera grazie a La Pescatoria. Non ci resta che salpare. Entriamo e siamo accolti da un ambiente luminoso come se fossimo approdati sulle sabbie delle coste italiane, anzi la sensazione è quella di salire a bordo di un moderno yacht dotato di tutti i comfort, pronto a veleggiare verso lidi lontani e a far vivere un’esperienza autentica “al sapore di mare” che parte dalla cucina completamente a vista e arriva sulla tavola. La mise en place colorata, anche per i tavoli dei due dehors esterni, è un omaggio alle acque smeraldo o celesti, blu profonde o azzurrissime dei nostri mari. Il relax qui è totale, grazie al sapiente irraggiamento interno che rende il bianco dominante fra tutti, e che fa rifulgere il lineare design, opera della patron Emilia, a partire dal grande banco all’ingresso e dai tavoli, a cui fa da corollario il calore del legno dei tronchi di betulla sulle pareti. → CHeck-in • novembre 2021
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La cucina di Mirko Di Mattia tra divertimento ed eleganza Comodamente seduti, ci lasciamoci guidare dal capitano: Mirko Di Mattia. Occhi severi e curiosi, sembra ancora un ragazzo Mirko, il quale ha invece alle spalle già 25 anni di esperienza, vincitore del Premio “Chef de l’Avenir 2019” assegnato a livello mondiale dalla Accademia della Cucina Italiana in collaborazione con l’Accademia della Cucina di Francia. La sua cucina è insieme divertimento ed eleganza, in un gioco che unisce il pesce alla terra attraverso l’uso di tecniche diverse, ma rispettose della materia prima come le marinature liquide e a secco, cotture in acqua di mare, bassa temperatura, brace, piastra e fondi. Fondi di mare e vegetali sono usati come legante e per conferire freschezza ed equilibrio attraverso un’armonizzazione dei sapori e permettono di far sentire tutti i profumi più intensi del pescato e dei vegetali preservando la preziosità e la delicatezza della materia prima. Elementi distintivi di ogni piatto sono un eccellente pescato, le note acide ricercate nell’uso di aceti e frutta, elementi di croccantezza, offerti in chips o prodotti di pane, verdure e ottimo olio Evo.
Raffinato percorso tra mare e terra Lo chef Mirko Di Mattia ci prende per mano e ci guida in un raffinato percorso di mare e di terra. Si parte dagli antipasti con la Battuta di Gambero Rosso alla parmigiana che accosta lo strepitoso gambero di Mazara alla cremosità della burrata e alla morbidezza e dolcezza della melanzana che, affumicata con il suo stesso aroma, gioca con l’acidità del pomodoro arrostito e la freschezza del basilico. Golosissimo il Calamaro in tempura, yogurt, pepe nero e cipolla marinata. L’acidità dell’aceto di lamponi in cui è cotta la cipolla, la freschezza dell’estratto di cetriolo che si nasconde nella salsa allo yogurt e una particolarissima tecnica di panatura del calamaro rendono questo antipasto imperdibile per la sua paradossale leggerezza. Solo apparentemente più classico il Polpo e patate in consistenza. Lo stesso nome del piatto evidenzia il gioco dello chef che propone le patate in chips aromatizzate alla curcuma, in cubi affumicati e in crema. 126
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Emilia Branciani e Mirko Di Mattia
Passando ai primi qui l’attenzione per ogni materia prima si evidenzia. Non solo un grande pesce ma anche una rigorosa attenzione e selezione per i produttori di riso e di pasta. Il Risotto Cascina Oschiena, parmigiano, paprika affumicata e Triglia offre un riso coltivato in ambiente a biodiversità protetta, in una ricetta che lo vede cuocere nel latte e mantecare con una fonduta di parmigiano e sposarsi perfettamente, grazie a un gioco di sapori intensi e freschi di paprika affumicata e limone, con una triglia del nostro mare con squame soffiate. L’eccezionale Fusillone Felicetti è il cooprotagonista di un altro primo piatto il Fusillone pastificio Felicetti di Mare dove ritroviamo l’amore per i fondi. Un sapore concentrato, ricco, persistente, estratto da tutto ciò che le preparazioni degli altri piatti mettono a disposizione unito alla sapiente capacità di legare ogni sapore dà vita a una ricetta che è mare. Altra golosità le Pappardelle, burro acido, funghi cardoncelli, mandorle e Crostacei, un piatto fresco sebbene importante negli ingredienti. Infatti, la pappardella viene mantecata con burro acido che rende l’incontro tra la terra del fungo cardoncello con la sua polpa carnosa e la dolcezza dei crostacei, un frizzante connubio. Nei secondi ritroviamo l’anima laziale e la passione per la cucina romana e i suoi sapori decisi. Via allora con la Spigola croccante all’arrabbiata, cotta in forno ricoperta da un pane al pomodoro e peperoncino, aromatizzata con aglio nero e clorofilla di prezzemolo e un tocco di pomodoro infornato per mettere in campo tutti gli elementi del classico sugo. Per chi ama invece sapori più freschi ma ugualmente decisi, ecco il Rombo alla scapece. Qui il gioco è tra la preziosa e delicata carne del rombo ricoperto con finissimi filini di zucchine, cotto in forno, infine servito con crema di zucchine e croccanti zucchine fritte condite con la gustosissima salsa alla scapece: un piatto piacevole e fresco che porta in riva al mare. Per finire il Tonno alla brace, peperoni e ricci di mare: l’essenzialità di questo piatto sta nella freschezza degli ingredienti e nella capacità di giocare con la dolcezza delle uova di riccio e i peperoni che qui troviamo in una doppia veste, cotti in forno e cruschi. Il gioco di equilibri in una cucina che ricerca sapori intensi per esaltare una materia prima preziosa e delicata, come solo un grande pescato può essere, è di nuovo perfettamente riuscito. →
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Pesce freschissimo e non solo a La Pescatoria Pescato che non ritroviamo solo al ristorante ma anche da La Pescatoria, un punto di riferimento per il quartiere: ogni mattina, sul suo banco, trova collocazione una variegata offerta di pesce, il meglio di quel che propongono le storiche aste delle coste laziali. Ma non solo: l’ostrica non manca mai, e non sono da meno i crostacei e i tranci di salmone e tonno, o anche le ombrine, i branzini, le spigole e molto altro ancora. L’offerta è in grado di soddisfare, per qualità e quantità di prodotti, i romani alle prese con l’acquisto di una spesa ideale per un conviviale pasto in famiglia. Il personale della Pescatoria offre al cliente consigli e suggerimenti sul pescato del giorno o idee da mettere nel piatto, grazie anche alla disponibilità dello chef Di Mattia a svelare alcune delle sue fantastiche ricette. In questo spazio, accanto al ristorante, vengono serviti al bancone anche dei prelibati piatti da consumare al tavolo del dehors, una ventina di posti a sedere al riparo dalle intemperie. Qualche esempio per un pranzo leggero e semplice in un gustoso omaggio al Mar Mediterraneo? Si va dal Filetto di branzino in crosta di patate all’Insalata di cous cous o di riso venere con bocconcini di pesce, fino alla Catalana di baccalà, da applausi. Da provare anche il Pacchero “alla papà Franco”, ricetta del padre di Emilia, uno dei piatti “best seller” della Pescatoria. La formula del “light lunch” nel dehors a base di pescato locale e di stagione della Pescatoria, prevede un piatto unico, tra quelli disponibili, al costo di 10 euro, ma è possibile anche usufruire del servizio delivery (si ordina dalle ore 11 alle 18, con consegna fino alle 21) e da asporto (ordini e ritiri dalle ore 11 alle 14:30), facendosi preparare delle portate semplici di gastronomia. Non ci resta che… salpare!
ROMA Lazio
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Ristorante Livello 1 Via Duccio da Buoninsegna 25, 00144 Roma Tel 06 5033999 www.ercoli1928.com 128
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47 Circus Roof Garden la cucina di Antonio Gentile con uno sguardo sulla Roma imperiale di Mariella Morosi
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coprire dall'alto una Roma tutta nuova, disegnata dai suoi monumenti del passato, e immergersi in un'esperienza gustativa da ricordare. Accade, ed emoziona, al ristorante "47 Circus Roof Garden" del Boutique Hotel Fortyseven, al civico 47 di via Petroselli. L'affaccio è sul Circo Massimo, su Santa Maria in Cosmedin col il suo campanile romanico e la Bocca della Verità e sul Foro Boario con il Tempio di Ercole. Poco più in là
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la curva del Tevere abbraccia l'Isola Tiberina. È un luogo magico in cui Antonio Gentile, giovane chef di Ercolano (Na), propone intensi sapori mediterranei combinati in armonie inaspettate e una giovanissima barman, Beatrice Oliviero, presenta la sua linea ispirata alla sua più innovativa mixologia. Anche l'accoglienza garbata del maitre di sala, Giorgio Graziani, dà il via ad un'esperienza speciale, ora che possiamo mangiare anche sotto le stelle: una normalità che ancora stentiamo a non considerare un privilegio. Lo chef è sempre
sorridente, innamorato del suo lavoro e nella piena maturità stilistica. All'inizio la sua è stata una scelta casuale, anche se una mamma napoletana non può non averlo introdotto ai segreti del cibo. Ma niente scuola alberghiera nè velleità da spadellatori in tv. Cercava lavoro e ha cominciato come cameriere, prima di essere attratto dai profumi e dalle magie della cucina. È nato varcando quella porta, dalla sala alla cucina. Ma niente improvvisazione: dopo un corso con Antonio Sciullo, il mito della formazione, è passato a George's, poi allo stellato Faro di Capo d’Orso con Pierfranco Ferrara, all'Imàgo dell’Hotel Hassler e poi, dopo un ritorno in Costiera Amalfitana al Furore con Antonio Sorrentino, ecco la svolta internazionale: a Londra all'Apsleys con Heinz Beck. E' stata un'esperienza tra le più formative che gli ha permesso di sfrondare ogni eccesso e puntare all'essenza della materia. Seguono 5 anni al Red Fish di Ostia con le Due Forchette del Gambero Rosso, confermate subito anche al 47Circus Roof Garden. «Un periodo intenso, di crescita - dice lo chef dove mi sono confrontato con me stesso su quale fosse davvero la mia cucina. E questa al 47 Circus si sta rivelando la parte più sensazionale della mia vita». Carta bianca gli è stata data subito dal titolare dell'hotel, Luca Nicolotti, che ne ha intuito il talento.
Il progetto della terrazza «Mi ha chiesto di dare un’anima a questa terrazza - precisa Antonio Gentile - e non posso offrire nel piatto qualcosa che sia da meno della vista. Non
Antonio Gentile sono un estremista nei gusti, voglio solo che i miei piatti siano riconoscibili ed equilibrati». La sfida che lo appassiona, gli dà la carica e la vive come un gioco, possibile per uno chef solo se si è padroni della tecnica. Quando lo avvertono che ci sarà il tutto esaurito è l'entusiasmo a prevalere sulla prospettiva dell'overworking. Ma entriamo nel menu appena varato per l'estate, tutto mirato alla freschezza →
Tagliolini alle erbe
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con interpretazioni attente dei pesci e dei frutti di mare combinati con i sapori vegetali. Tanti i piccoli assaggi, per cominciare, che introducono ad uno stile personale tra tradizione e contemporaneità, con competenza tutta partenopea sulla materia condivisa con il suo secondo, Daniele Bonanni, anche lui di scuola “beckiana”. Il ristorante, soprattutto per venire incontro alla clientela internazionale, vanta anche la consulenza di Gabriele Enrico, formatosi con Alain Ducasse e Gualtiero Marchesi. Per Antonio Gentile ogni singolo ingrediente viene valorizzato e consistenze e abbinamenti non omologano le sensazioni al palato, come nei Tacos alla tartare di spigola e avogado, nella Spugna al prezzemolo con lupini di mare e crema di sedano, nel Polpo arrosto con pesto di olive e prezzemolo, limone candito e crema di impepata di cozze o nelle Praline di genovese, il suo amato piatto della memoria. Ma ci sono anche quelle al gambero rosso in cui la bisque è con estrazione a crudo e completata da melanzana fritta e burrata. Le paste sono fatte con grande cura, talmente sottili che hanno bisogno di qualche ora per consolidarsi e raggiungere l'elasticità giusta per unirsi al ripieno in una cottura uniforme, come nel caso dei Tortelli di genovese di manzo, brunoise di verdure, provolone del Monaco e gocce di prezzemolo. Più delicati sono i Tagliolini verdi alle erbe, lupini di mare, gambero bianco, mandorle e tartufo in cui la pasta è cotta in brodo di pollo, mantenendone tutta la sapidità. Da provare anche il Risotto, burro e alici marinate, agrumi e finocchietto e lo Spaghettone al ragù di gallinella, peperoni arrosto, maggiorana e salicornia dove il mare si impone. Variante vegetariana è il Raviolo di finto ragù ripieno di seitan, pomodoro e salsa al Parmigiano Reggiano. Tra i secondi è un must la Spigola al sale, spinaci, patate e crema di zafferano, cotta in un bauletto di pasta e sale che ne imprigiona il sapore fino all'apertura che ne fa sprigionare profumi e gusti assoluti. Di notevole intensità è anche il Rombo sfilettato, cotto sottovuoto con burro chiarificato e servito con una vignarola e un fondo di salsa alla mugnaia,quasi un esercizio di stile d'Oltralpe. Alternativa al pescato è il Filetto di manzo, lattuga alla senape e crema di topinambur mentre come 132
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Variazione di limone
piatto green c’è l’Uovo 63°, crema di piselli, menta e tartufo. Il gusto agrumato non può mancare e si impone prepotente anche nella Variazione di limone e zenzero con lemon curd, limone fermentato per 21 giorni in acqua e sale, zenzero disidradato, cioccolato bianco con mousse di limone e cialda di zucchero alla menta. Ma ci sono altri dessert come il Tiramisù 47 “passatopresente - futuro”, il Babà con crema al rum e gelato alle more, l’Éclair alla nocciola, grué di cacao e cardamomo. Il pane e la focaccia sono fatti in casa da Luca Venanzi e le erbe sono quelle dell'orto urbano in terrazza. Interessanti i due percorsi: "Ispirazione", con 4 portate per 65 euro, e "degustazione", con 6 portate a 85. Sobria ed elegante la mise en place: porcellana bianca e solide posate di alpaca che ricordano quelle delle navi da crociera di lusso
degli anni Quaranta. Il custode della cantina è Giorgio Graziani, già all’hotel Sheraton e al Bernini Bristol: un talento riconosciuto anche dal Gambero Rosso con il premio per la Migliore proposta al bicchiere nella Guida "I ristoranti di Roma 2021". Altri tempi da vivere su questa terrazza sono quello dell'aperitivo e del dopocena con i cocktails signature della barlady Beatrice Oliviero appassionata di Gin (ce ne sono 55 etichette) e di erbe officinali. Molto apprezzati sono il Passion sour, a base di gin London Dry e sciroppi fatti in casa di lampone e frutto della passione e l’Italian Fizz, con Vermouth e liquore di ciliegia. Il food pairing parte da 16 euro e prevede Focaccia con mortadella, Supplì cacio e pepe e Spugna al prezzemolo con maionese al wasabi e gambero. Altri bites sono i Bao al carpaccio di manzo, rucola e lamponi, i buns al vapore e un originale insaccato di mare, il Prosciutto di tonno marinato con aneto e finocchietto con bruschetta di pane integrale e burro salato di Normandia. «Il 47 Circus oggi è il risultato di un lungo percorso iniziato anni fa - dice il titolare del Boutique Hotel Luca Nicolotti - e non è solo cucina: l’esperienza è sinonimo di stupore, gaiezza e convivialità nel viaggio tra il gusto e la storia che questa terrazza verde offre». Di architettura razionalista, l'hotel è strutturato su 5 piani ognuno con camere arredate con temi e oggetti ispirati ai grandi maestri della fotografia, come Helmut Newton, Elliott Erwitt e Luca Campigotto, alle icone degli anni ’60 che hanno avuto un forte legame con Roma, da Muhammad Ali, che brillò alle Olimpiadi del 1960 a Pelè (c'è anche una sua maglia), a protagonisti dello spettacolo come Clint Eastwood, Audrey Hepburn, Marcello Mastroianni e Dustin Hoffman. Ma c'è anche l'omaggio alla conquista della Luna del 1969. Spazio anche ai grandi della moda, da Versace a Lagerfeld fino a Chanel. Nelle teche anche modellini di auto legate a nomi celebri, come la Citröen DS 19 che usava Audrey Hepburn a Roma, la Aston Martin di James Bond e la Ferrari 512 BB dedicata a Brigitte Bardot. Non mancano una sala biliardo, un’area relax con bagno turco, una palestra, una zona cinema/sala polivalente, un bar, una sala da tè e un bistrot.
ROMA Lazio 77619
47 Circus Roof Garden via Luigi Petroselli 47, 00186 Roma Tel 348 0162378 www.47circusroofgarden.com CHeck-in • novembre 2021
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La Rosetta diventa anche Café Oyster bar Il noto ristorante diventa La Rosetta Cafè Oyster Bar dalle 12 alle 16 dal martedì al venerdì, con un menu agile ma basato sulla tradizione costiera mediterranea, privilegiando l’utilizzo di pesci poveri di Mariella Morosi
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perto da Carmelo Riccioli nel 1966 nel cuore di Roma, al Pantheon, la Rosetta è sempre stato il tempio indiscusso del buon pesce. Fu una sfida dedicarsi soltanto alla cucina di mare, in tempi in cui le trattorie romane regnavano incontrastate. Eppure, dopo poco più di mezzo secolo La Rosetta è ancora riconosciuto come uno dei punti saldi della tradizione marinara della città, stando al passo dei tempi e rinnovandosi, ma restando sempre un caposaldo della ristorazione. Oggi lo chef-patron Massimo Riccioli propone, accanto al menu che privilegia la vera cucina di mare, una nuova formula agile e appagante per il pranzo di mezzogiorno. Un'idea - questa - ispirata dalle nuove tendenze e gli stili di consumo del dopo pandemia, basati su velocità, semplicità, leggerezza in tutti i sensi, anche quello economico, ma con un’offerta sempre di alta qualità.
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La Rosetta diventa quindi La Rosetta Cafè Oyster Bar dalle 12 alle 16 dal martedì al venerdì, con un menu agile ma basato sulla tradizione costiera mediterranea, privilegiando l’utilizzo di pesci poveri, quelli in genere trascurati dal mercato, che acquista personalmente tutti i giorni dai pescatori laziali quando la stagionalità del mare li mette a disposizione. Sono pesci a rischio di essere dimenticati che si ritrovano in tante ricette popolari, insieme a quelli più blasonati e richiesti dai gourmet. Ma come punto di riferimento da decenni, a La Rosetta ci sono anche branzini, gamberoni, aragoste e ostriche.
Menu agile e goloso
Massimo Riccioli
Proprio queste ultime, le Belle du Nordet di Normandia, aprono il nuovo menu agile del pranzo, insieme alla Ceviche di Baccalà, zenzero e lime, alla Tartare di gamberi al limone e yogurt con alghe, alle Sfoglie di Tracina all’arancia, alla Catalana di Gamberi bianchi con tabouleh al pomodoro ed erbe, ai Filetti di Alici con yogurt e cipollata agro dolce o al Fish and chips di zucca. Per chi non vuole rinunciare al primo piatto ecco i Tonnarelli alle Vongole, i Tagliolini alla Matriciana gialla di Ventresca di Tonno e - omaggio alla sua Sicilia - la Pasta allo Sarde con alga dulse. Tra i secondi la scelta è tra i Filetti di Muggine grigliato, salsa al lemon grass, senape e soya con porri glassati o il Palombo in guazzetto. Conclusione con il Misto formaggi Cacio e pere e - se si preferisce il dolce - la Crostata di cioccolato amaro e ricotta di pecora. Ottimi i crudi con gli arrivi del giorno, e declinazioni di freschezza nelle amatissime suggestioni japan come i vari Nigiri: Salmone, Tonno, Anguilla e pepe sancho, Mazzancolle, Capesante poi Hosomaki Salmone e avocado, Tonno e shiso, Ricciola ed erba cipollina, Avocado e cetrioli, Seppia panata nel panko home made, nero di seppia, erba cipollina, maionese giapponese, Uramaki Pesce bianco scottato con lime,tempura, ikura. Il menu del pranzo è corto, ma sempre in evoluzione, con una buona offerta di vini al calice e cocktails signature. Il locale poi, dalle 17 alle 22.45 ritorna ad essere La Rosetta Ristorante, sabato e festivi anche pranzo, per una proposta più rilassante e completa.
Ode ai pesci meno conosciuti ROMA Lazio
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Ristorante Café Oyster Bar La Rosetta Via della Rosetta 8, 00186 Roma Tel 06 6861002 www.larosetta.com
«Il mare ci dà tante risorse - dice Roscioli - che bisogna saper riconoscere ed apprezzare. Soprattutto non dobbiamo dimenticare tutta una serie di pesci meno apprezzati, che invece sono perfetti per tante ricette che si stanno perdendo. Ad esempio la sarda, difficile da pulire ma alla base di quel magnifico piatto che è la pasta con le sarde, o il palombo, pesce di profondità e quindi grasso. Offrono una varietà di sapori che vanno dal dolce al piccante fino allo speziato, ma sta al cuoco farne un grande piatto ampliando le loro potenzialità, magari abbinandoli al vino, all'aceto o alla freschezza di un pomodoro. Ogni pesce va trattato per le sue caratteristiche. La cucina creativa a tutti i costi può diventare un'arte senza senso. La vera cucina di mare si sta perdendo, bisogna recuperarla, e io sono per la tradizione, ma non per un fatto nostalgico, perché in cucina si ricomincia sempre, ogni giorno». CHeck-in • novembre 2021
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Michael Longo e Davide Cianetti
Numa la giostra gastronomica
di Davide Cianetti
di Jerry Bortolan
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il momento della riscossa della cucina romana, urlava allegramente il cuoco di un ristorante romano, portando in tavola il piatto con un “maialino da latte porchettato con le nostre spezie”. Naturalmente, aggiungevano alcuni clienti romani, perché la nostra cucina è tosta, forte, succulenta e, alla fine, è “gourmand”. Tra le cucine di tradizione regionale, quella romana è sicuramente la meno sofisticata - come direbbero i gourmet -, ma è concreta per i piatti realizzati con il “quinto quarto”, trippa, animelle, cervella, minestre e le tante verdure, come il broccolo e i carciofi alla romana, le puntarelle con le alici… Insomma, un must d’alta cucina regionale. In questo momento, poi, sta rallentando l’orientamento verso il “nuovo” da parte di molti cuochi a favore di un ritorno alle origini delle tradizioni culinarie italiane. Dopo le riaperture, molti ristoratori hanno annusato e capito che l’euforia per le cucine iper-creative della pre-pandemia (spesso non capite per la complessità) per il momento segnano il passo. La gente vuole ritrovare il concreto già metabolizzato dal palato e dalla memoria del gusto con i piatti delle tradizioni, che poi sono tanto buoni e accontentano tutti. È quello che ha pensato Davide Cianetti, il rubicondo e concreto chef del Numa, di ritorno in Italia dopo un’esperienza negativa americana causata dal Covid 19. Alla riapertura si è presentato con tutto il repertorio delle paste, dei secondi, riproposti con qualche accenno di reinterpretazione destrutturati del più per renderli più sani e ancora più gustosi, come le fettuccine con alici e friggitelli, o i paccheri all’amatriciana e i gustosissimi tranci di
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pizza ripieni di verdure e formaggi. E per essere ancora più verace, ha chiamato il suo ristorante con il nome del secondo Re di Roma: Numa Pompilio. Niente di più azzeccato vista la location: Viale Aventino, a fianco del Circo Massimo, con le imponenti mura del Foro romano, Caracalla e, poco più avanti, l’Arco di Costantino e il Colosseo; e, non ultima, come dirimpettaia la sede dell’Agenzia internazionale della Fao, dove all’interno si concentra la variegata umanità del globo che, una volta fuori il Numa è diventato il loro punto di riferimento enogastronomico. Il perché del successo e di come è composta la sua cucina me lo faccio raccontare da lui mentre testo la sua magnifica versione della “catalana di gamberoni”, perfetta per la temperatura mite, con una salsina leggera di olio evo che avvolge le verdure con la giusta armonia per esaltare il crostaceo.
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Numa al Circo Viale Aventino 20, 00153 Roma Tel 06 64420669 www.numaalcirco.it CHeck-in • novembre 2021
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Aventina Carne e Bottega
Oltre il negozio di quartiere di Mariella Morosi
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e migliori carni italiane e straniere e selezioni di salumi, formaggi, pane e vini: c'è davvero tutto da "Aventina - Carne e Bottega" per una spesa di altissima qualità con prodotti da portare a casa o da gustare ai tavoli del ristorante. Un ampio dehors consente di mangiare anche all'esterno, nel verde del Viale della Piramide Cestia, nel quartiere Ostiense. La proposta prende le distanze dalla grande distribuzione e si rivolge a un pubblico esigente che, nella spesa quotidiana, fa dell'eccellenza e dell'assortimento dei prodotti il primo requisito. Le referenze ai banchi di vendita sono le stesse che lo chef Matteo Militello e la sua brigata di cucina propongono nei piatti in menu con competenza e creatività, con un solido riferimento ai piatti delle tradizioni regionali, a cominciare da quella romana.
Oltre il negozio di prossimità Si possono gustare in totale relax non solo a pranzo o a cena ama anche in una sosta golosa, al di là degli orari convenzionali del pranzo e della cena. "Aventina" e stato pensato anche come un luogo in cui riscoprire il valore dell’artigianalità insieme a quello delle relazioni umane: il gastronomo che fa assaggiare il prosciutto più dolce, il macellaio che dà il giusto consiglio per il taglio dell’arrosto, il fornaio che fa ritrovare il profumo del pane croccante e ne spiega la lavorazione, il gastronomo che suggerisce la semisconosciuta etichetta di riso piemontese o il sommelier che indica il vino perfetto per ogni portata. 138
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La pandemia ha dimostrato il convinto ritorno agli acquisti di prossimità e certamente questo ha rafforzato il progetto del patron, Andrea Ceccarelli, imprenditore del settore immobiliare. Partner è il manager Francesco Rosati, rientrato dall’Olanda dopo esperienze pluriennali in prestigiose compagnie di settore come il member club Soho House.
Il segreto della carne perfetta Il format riunisce così sotto un'unica insegna un viaggio del gusto da declinare secondo il proprio desiderio, godendo della stessa calda accoglienza. L'assortimento dei prodotti è il vero vanto della proprietà che si è avvalsa dei migliori assaggiatori e professionisti del cibo. La carne, anzitutto, nei grandi frigoriferi a vista, è quella delle più apprezzate razze allevate nei pascoli del nostro territorio come Chianina, Fassona e Marchigiana, ma c'è anche qualche eccellenza estera come il Black Angus e il ricercato manzo di Wagyu-Kobe. Non mancano poi la Sashi finlandese e la spagnola Rubia Gallega. Tra le cotture in cui vien proposta la privilegiata è sempre alla griglia che è gestita dallo chef con un suo personale metodo con pietre ollari incandescenti: i succhi e i liquidi restano all’interno mentre la superficie resta croccante.
Girella di Giorgia, coniglio porchettato, senape italiana e melanzane alla brace
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La metodologia a bassa temperatura è invece adatta alle carni che necessitano di una cottura prolungata. Attenzione anche al filone degli animali da cortile cucinati alla vecchia maniera come il Coniglio alla cacciatora. È il Grigio di Carmagnola cotto a lungo secondo la ricetta di sua nonna, oppure nella ”Girella di Giorgia” ripiena di coniglio porchettato, senape e melanzane alla brace. Come antipasto si possono provare i prosciutti tagliati a mano, tra cui lo spagnolo Jamon Joselito, insieme e al capocollo di Martina Franca e ai salami d'autore, oppure si può cominciare con il Gazpacho di melanzane alla parmigiana o il Baccalà in acqua alle olive Leccino e chutney di fichi e ciliegia caramellata. Merita anche la Tartare di Fassona piemontese con giardiniera Gaia, foglie di capperi di nicchia e zabaione salato. Tra i primi, oltre alle varie paste fatte in casa è da provare il Croccante di riso, quaglia e salvia e anche l'assortimento dei secondi va incontro ad ogni gusto. Ottimi i Saltimbocca alla romana e le polpettine di verdure arrosto. Immancabile per concludere in dolcezza, un altro orgoglio del locale: il Cannolo siciliano di ricotta di Piana degli Albanesi.
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Aventina - Carne e Bottega Viale della Piramide Cestia 9, 00153 Roma Tel 06 66594151 www.aventinaroma.com
La cantina offre 250 etichette selezionate dal sommelier Gabriele Giannattasio. Non mancano birre artigianali e una ristretta selezione di gin, grappe, rum e amari italiani, tra i quali l’introvabile liquore al carciofo di Agnoni o i soft drink Südtirol. La formula di Aventina, già a pochi giorni dall'apertura, sembra aver suscitato apprezzamento non solo degli abitanti del quartiere ma di un pubblico sempre più consapevole e interessato alla qualità e all'artigianalità che caratterizza il nostro agroalimentare. CHeck-in • novembre 2021
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Fettuccine & company: ventata di nuovo da Alfredo Alla Scrofa con chef Sepe di Mariella Morosi
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uovo chef e nuovo menu da Alfredo alla Scrofa. Restano al top in menu, inamovibili e sontuose, le dorate Fettuccine alla Alfredo che da 107 anni e con la stessa formula deliziano i romani e che attraggono i visitatori di ogni parte del mondo al pari dei più famosi monumenti della città. Ora, al cambio di stagione, lo storico locale di Via della Scrofa affianca loro le creazioni d'autunno del nuovo menu, firmato da Massimiliano Sepe a cui è stata appena affidata la cucina, con tutti i profumi del bosco e della montagna: zucca, tartufo, funghi porcini, rapa rossa, noci e castagne.
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I titolari Mario Mozzetti e Veronica Salvatori hanno sempre puntato ad un locale al passo dei tempi rafforzando l’identità della cucina in veste contemporanea, senza mai perdere di vista la tradizione. Lo abbiamo visto anche durante il lockdown, quando non hanno mai smesso di onorare il ruolo del locale col delivery, l'asporto, la consegna a casa dei piatti e del kit con tutorial per fare alla perfezione quelle mitiche fettuccine, con il barattolino con la salsa segreta per condirle, talvolta inviando anche il "mantecatore" con tutta la sua gestualità per ottenere quella consistenza ricca e impalpabile. E dopo hanno inventato uno spazio che non c'era, un'isola verde nella piazzetta antistante per collocare i tavoli ben distanziati.
Nuova stagione con Massimiliano Sepe Ora, con lo chef Massimiliano Sepe si apre una nuova stagione invernale con un approccio ancora più dichiarato sulla sostenibilità, sulla territorialità dei prodotti e sul ritorno alle ricette della romanità. È una cucina "a sentimento" - come sostengono fatta con amore e che chiama a raccolta tutti i sensi, al centro di una filosofia intesa come condivisione di sapori, esperienze e soprattutto emozioni. E Massimiliano Sepe può bene interpretarla. Lo avevano conosciuto anni fa nel suo piccolissimo ristorante di Fondi, Casa Catullo, apprezzato per una cucina rigorosamente "autarchica". Legato alla terra e ai suoi valori, il nuovo chef risponde all'idea di cucina di Alfredo alla Scrofa che ha sempre respinto le suggestioni modaiole. «Vogliamo rendere forte l’identità del locale in veste contemporanea - dice Mario Mozzetti - senza tuttavia snaturarne le radici. La nostra cucina non si rivolge soltanto a una clientela internazionale. Abbiamo il forte desiderio di mantenere ben salda la tradizione traghettandola verso il futuro e rivolgendoci anche e soprattutto ai romani. La tradizione è da sempre un pilastro della cucina di Alfredo alla Scrofa, che va conciliata con una proposta rinnovata, attuale e che assecondi le stagioni, in un perfetto equilibrio tra radici e futuro».
Il nuovo menu Nel nuovo menu troviamo il Baccalà, ingrediente principe della cucina romana, che trionfa in versione Carpaccio con alici marinate a secco su parmentier e pomodorini. Il Crudo di porcini con fondo bruno e salsa di bufala, assieme alle Polpette di bollito di manzo fritte con patata agli agrumi e sottaceti impreziosisce invece l’offerta degli antipasti. Al piatto cult del menu, le Fettuccine Alfredo, e agli intramontabili, si aggiungono nuove creazioni pronte a deliziare il pubblico da ottobre a dicembre, quando si passerà a proposte più invernali. La Coda alla vaccinara e il Maialino al mirto addolcito da un fondo alla mela con patate e zucca al forno arricchiscono le proposte dei secondi, come anche le Costine di agnello fritte panate con zucca, cicoria e hummus di rapa rossa, un trionfo di colori e gusto deciso. Gli ingredienti dell’autunno ritornano nel Pollo ripieno con castagne, porcini e patata cacio e pepe, mentre il mare invade la cucina di Alfredo alla Scrofa con il Polpo stufato alla “Luciana” o con
Cappellacci ripieni cacio e pepe con burro, salvia e funghi porcini
la Spigola su piastra di sale e insalata di radici, da abbinare, come tutti i piatti del menu, a contorni di stagione. Per chi volesse gustare una selezione dei piatti più rappresentativi, può scegliere tra due menu degustazione: quello di carne con la Tartare di manzo con cipolla in agrodolce, salsa di aglio nero, senape e alici, mentre, nella proposta di pesce, il mare esplode nelle Linguine al biancoscoglio.
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Alfredo alla Scrofa Via della Scrofa 104/A, 00186 Roma Tel 06 68806163 www.alfredoallascrofa.com CHeck-in • novembre 2021
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Lux Restaurant
cucina di mare.. con vista
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di Sabino Cirulli
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egustare una raffinata cucina di pesce godendosi la brezza, cullati dal suono del mare. Il Lux Restaurant & Lounge nel porto turistico di Ostia è da pochi mesi il regno della executive chef Micaela Di Cola, in arte Mikychef, che in questo luogo suggestivo propone, in un’atmosfera marinara arabeggiante, la sua interpretazione di estate. «La mia è una cucina territoriale che parla di tradizione in chiave moderna, gourmet è un termine che non gradisco - spiega Di Cola - Secondo me si viene qui, in primis per godere di una scenografia magica, e per assaporare qualcosa che ormai nell’alta ristorazione sta sparendo. Io punto molto sul pescato locale e sui prodotti di eccellenza del territorio. Lavorati in una certa maniera. La tecnica di cottura è fondamentale perché serve a non snaturare la materia prima. Paradossalmente ritengo che ce ne voglia tanta per rispettarla al massimo. Credo che forse nel passato si fosse molto più aggressivi verso gli alimenti, parlo della cucina dei miei nonni. Se invece maneggio con gentilezza i prodotti, questi rendono al meglio».
Anna De Fazio, Micaela Di Cola, Silvia Leone
Cacio pepe e scampi
Il menu ideato da Micaela “pesca” nella tradizione e nei ricordi. Si parte con un’amuse bouche di Pane e olio, un benvenuto caloroso, che sa di buono e di casa, o con un Burro morbido salato alle alice del Cantabrico. Tra gli antipasti, sorprende il Tris di carpacci, con gamberi viola, ricciola e un’inaspettata carne di tracina, serviti con un aspic di frutta, una spugna al nero e una tuille che simula i coralli. Irresistibili, poi, le Alici fritte con una freschissima citronette al limone in abbinamento. Di grande impatto scenografico, la Tartare di salmone marinata agli agrumi per 72 ore e condita con una dadolata di finocchio e avocado, panna acida all’aneto e croccante di riso affumicato. Il piatto arriva al tavolo servito sotto una campana di vetro e scoperchiato, sprigiona tutti i profumi della sua affumicatura al legno di faggio. Nei primi piatti, tra i must, il Pacchero Lux, la massima espressione della territorialità, farcita con il pescato del giorno, tra cui mormora e sughero rosa, che si amalgama alla pasta cotta nello stesso fumetto di pesce e che già da sola profuma di mare. Il sugo è ottenuto da un pomodoro confit cotto per 5 ore a 50 gradi con timo e origano e in uscita → CHeck-in • novembre 2021
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si aggiunge la tartare di pesce che prende colore e si cuoce delicatamente nel piatto di portata, grazie al calore della pasta appena scolata. Rivisitazione creativa per un classico quale la Cacio e pepe che si sposa per l’occasione con gli scampi. Non può mancare il Risotto, un Riserva San Massimo con gambero rosso di Mazara, la sua bisque, ricotta di bufala e zest di lime candito. Poi c’è la Caprese che non ti aspetti, che è un po’ la sua madeleine dei ricordi: uno scrigno di pasta all’uovo fresca che racchiude un cuore di mozzarella di bufala, pomodoro in tre consistenze, acqua-polvere-confit, foglie di basilico fritto e scampo a crudo sopra. Memorabile lo Spaghetto al pomodoro, realizzato con sette ore di lavorazione e un pomodoro trattato in tre modi differenti: datterino, confit e un concassè ghiacciato. Nei secondi il filo conduttore è sempre una componente vegetale che completa il piatto, come nel Sandwich in cui le alici fanno da panino abbracciando un ripieno di scarola, patate e alici sott’olio, uno sformato completato con una spuma di finocchio sul lato, terra di olive e caramello salato all’arancia intorno. Altro piatto che traduce la cucina di Micaela, il Polpo Lux. Prima cotto a vapore, poi rosticciato in padella e infine adagiato su una crema di fagioli borlotti leggermente piccante Zuppetta di vongole e patate
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da assaggiare in combo con la granita di sedano servita a parte. Per gli amanti dello street food, la “Bomba”. Un maritozzo con carpaccio di tracina e caponata di melanzane. Il rapporto con gli ospiti è per Di Cola di primaria importanza: «Sicuramente tutti i format televisivi hanno inondato i ristoranti di clienti che approcciano la cucina in un modo differente rispetto ad un tempo. C’è più consapevolezza e cultura, ma penso che il consumatore vada comunque un po’ guidato perché per vari motivi, vuoi anche le mode imperanti, si corre il rischio che si fossilizzi solo su alcuni piatti non esplorando l’intera offerta. È importante osare. La riscoperta di alcuni piatti di una volta, come quelli che inserisco nel mio menu, fanno sì che le tradizioni non vadano disperse. Così ci si approccia con sapori che magari sono del tutto inediti o estranei alla massa». Lux Restaurant & Lounge è un progetto dall’imprenditore Alessandro Fraschetti che ha deciso di affidarsi ad una professionalità declinata tutta al femminile. Oltre a Micaela Di Cola, uno dei volti del talent show culinario “Top Chef Italia”, chef tutor di “Detto Fatto” su Rai2, al timone anche Silvia Leone, general manager del locale, e Anna De Fazio, responsabile eventi.
La Terrazza Extralux La terrazza panoramica Extralux, posta proprio sopra il ristorante, è un raffinato ed esclusivo salotto “open air” con affaccio sul mare. Una location esclusiva dove iniziare e finire una magica serata trascorsa ai tavoli del Lux, in cui sono protagonisti a partire dal tramonto - la musica, i drink e gli sfiziosi aperitivi firmati dalla chef Micaela Di Cola. Come le insalate e le pinse gourmet, da accompagnare ai cocktail signature (su tutti l’Hugo, un delicato Spritz con i fiori di sambuco), ma anche ai classici a base di frutta di stagione, tra pestati di fragole e di melone o, ancora, ai calici di bolle e vino. La proposta gastronomica, easy ma di grande qualità, prevede una formula a 25 euro a persona per un cocktail e un piatto a scelta firmato Mikychef: «Il menu dell’aperitivo strizza l’occhio a quello che si prepara nella cucina del ristorante e che si consuma in banchina. Le insalate e le pinse, quindi, si vestono anch’esse di ingredienti ricercati, dal pomodoro confit al trombolotto, dal salmone marinato alla tartare di tonno. Ma anche una semplice Margherita qui è “Regina” - così si chiama nella carta - grazie alla sofistica preparazione della sua versione gourmet, con i pomodori in tre consistenze», spiega la chef. Così pure la Capricciosa è con uovo sbriciolato e marinato, mentre la Bianca sfoggia verdure ed erbe aromatiche, per soddisfare un palato più femminile. La Terrazza è in perfetto stile yacht “ecochic”, con le sedute e i tavolini realizzati con materiali di recupero e delle morbide cuscinate bianche. A impreziosire l’atmosfera ci pensano invece le candele, le bowl di fiori e le lanterne pendenti e a terra, che scaldano l’ambiente rendendolo accogliente e intimo. L’open bar illuminato e, alle sue spalle, il grande videowall per una suggestiva proiezione dei momenti più spensierati vissuti dalla clientela all’Extralux, rendono magica ogni serata.
Spaghettone ai tre pomodori
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LIDO DI OSTIA Lazio
Lux Restaurant Lungomare Duca degli Abruzzi 84 00121 Lido di Ostia (Rm) - Tel 06 5674184 www.luxexperience.it CHeck-in • novembre 2021
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Carne e vino da Epos si punta su convivialità e materiE primE Il bistrot dell'azienda vitivinicola Poggio Le Volpi enfatizza il gusto della carne grazie a una frollatura attenta aiutata dalla tecnologia. In cucina, lo chef Dino De Bellis: «Voglio raccontare la tradizione» 146
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di Sabino Cirulli
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na vista unica che abbraccia la campagna romana e i suoi vigneti che producono vini sapientemente custoditi nella barricaia ma anche l’opportunità di gustare piatti gourmand e le migliori carni provenienti da ogni angolo del mondo. È la proposta di Epos, un hub del gusto a Monte Porzio Catone, nel cuore dei Castelli Romani a pochi minuti dalla capitale. Una cucina schietta e gustosa, con prodotti del territorio, legati alla stagionalità con qualche incursione dalla vicina Campania. Ma a farla da padrone, non solo scenograficamente parlando, è la grande griglia a vista dove provare i migliori tagli di carne sapientemente frollati. La brace è alimentata con legno di olivo, lo stesso che proviene dall’uliveto dell’azienda in cui viene prodotto il medesimo olio extra vergine di oliva servito anche a tavola: la peculiarità di questo legno è l’estrema delicatezza e la leggera fragranza che rilascia senza insaporire troppo le carni in cottura. A svelarci i segreti del bistrot dell’azienda vitivinicola Poggio Le Volpi è la vulcanica Rossella Macchia, general manager dell’azienda: «Noi abbiamo una oculata selezione ed accortezza nella proposta della carne. Siamo dotati di frigoriferi “dry aging” che garantiscono una perfetta frollatura e un ottimale controllo del grasso al fine di enfatizzare al massimo il gusto e la caratteristica del taglio stesso. Invogliamo a fare un giro del mondo attraverso la carne, molte sono di provenienza polacca perché lì ci sono grandi pascoli dove il bestiame si nutre di foraggio allo stato brado, ma abbiamo anche prelibatezze dalla Spagna come ad esempio la galiziana. Il nutrimento degli animali è fondamentale perché ne determina il sapore stesso che viene poi esaltato dalla frollatura. Ma non basta. Bisogna saperla servire. A tavola non utilizziamo il coltello a seghetto perché va a sfibrare la carne ma uno con lama bisturi. Non la presentiamo su pietre ollari ma su di una granitica che viene portata più o meno calda a seconda del desiderio del cliente. L’ospite da Epos si lascia molto guidare nelle scelte e questa è per me motivo di grande soddisfazione. Fondamentalmente si deve sentire come a casa propria».
Rossella Macchia
Tecnologia e tradizione L’estrema cura della qualità della materia prima è uno dei tratti distintivi di questo locale. «L’Italia ha un paniere di prodotti straordinari che vanno valorizzati nella cura per esaltarne le qualità organolettiche presentandoli al meglio al consumatore - prosegue Macchia - Da Epos abbiamo due celle dedicate alla stagionatura e affinamento di salumi e formaggi, programmate con Ph e temperature differenti. Solo così riusciamo a offrire stagionature per prosciutti addirittura di 48 mesi. Il nostro core business rimane però sempre il vino. Noi nasciamo vignaioli. Felice Mergè, enologo e patron dell’azienda rappresenta la terza generazione. Con Epos ha CHeck-in • novembre 2021
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voluto aprire una struttura ristorativa di condivisione perché a noi piace mangiare e bere bene. Il nostro progetto non è un ristorante per saziarsi, ma dedicato a chi vuole vivere una emozione ed esperienza enogastronomica a 360°. Attraverso il menu desideriamo evocare un ricordo, il vissuto e la rimembranza di alcuni sapori, la nostra filosofia, in ultima sintesi è valorizzare la ricchezza ampelografica del territorio che ci circonda. Per quanto riguarda il vino tra le etichette Poggio Le Volpi nel Lazio e Masca del Tacco in Puglia produciamo più di un milione di bottiglie distribuite ad enoteche e ristoranti mentre nel momento pre-Covid ci siamo interfacciati con la Gdo. Mercati diversi. Invece sul fronte dell’e-Commerce preferiamo appoggiarci a piattaforme già consolidate. Come comparto vinicolo laziale abbiamo ancora tanta strada da fare, enologicamente parlando. Rispetto a qualche tempo fa i vini regionali sono cresciuti come reputazione ma come cultura scontiamo un ritardo rispetto ad altre aree geografiche. A livello nazionale invece non riusciamo a far sistema in maniera adeguata. Si pensa e si agisce troppo individualmente, non mostriamo la compattezza dei francesi che aggrediscono i mercati tutti uniti».
Il menu di campagna dello chef Dino De Bellis Il menu di Epos oltre alla brace, sempre per rimanere in tema di carne propone una delicata tartare che rievoca il gusto della “fettina alla pizzaiola” attraverso l’accostamento di una salsa di pomodoro abbrustolito e una riduzione di aglio sbianchito, senza tralasciare le polpette di bollito con carne sfilettata dalle ossa non 148
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tritata, fritte con un pan grattato homemade accompagnate da un cavolo cappuccio rosso e dalla sua maionese ma anche filetto cotto a bassa temperatura. Non mancano in carta poi proposte di classici della tradizione locale quali tonnarello cacio e pepe, rigatoni alla carbonara o extra regione spaghetti alla Nerano. A raccontarci la filosofia di Epos lo chef Dino De Bellis arrivato di recente dopo i trascorsi all’Enoteca Regionale del Lazio, noto per il suo impegno in ambito didattico: «La mia è una cucina che nasce in campagna. Voglio raccontare la tradizione attraverso i piatti utilizzando la tecnica che rimane importante. Certo la materia prima eccellente è fondamentale ma ormai reperibile da chiunque, la tecnica è necessaria a renderla al meglio. Spesso si acquistano grandi prodotti che si rovinano se non trattati adeguatamente. Io punto sulla stagionalità, vengo da una famiglia contadina e il mio modus operandi è ecologico e rispettoso dei tempi del territorio. Non c’è un fuoristagione perché inseguirlo vuol dire abbassare la qualità e aumentare il prezzo. Al momento ho come must una gricia aromatica. O meglio una rivisitazione del celebre piatto, con pecorino, guanciale, cipolla rossa caramellata, origano, pomodoro confit e polvere di caffè utilizzato a mò di spezia. Un abbinamento ardito sulla carta ma che ha riscosso il gradimento del cliente. Mentre per quanto riguarda i secondi ho inserito nel menu, come omaggio a una tradizione non urbana, un coniglio ripieno con ciauscolo, olive e pane».
MONTE PORZIO CATONE Lazio
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Epos Bistrot Via Fontana Candida 3/C, 00078 Monte Porzio Catone (Rm) - Tel 06 9416641 www.eposbistrot.it CHeck-in • novembre 2021
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Dove mangiare la pizza a Roma?
Ecco cinque indirizzi da non perdere di Mariella Morosi
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on solo Napoli, anche Roma ha la sua pizza che con la sua tipica versione sottile e scrocchiarella è un piatto identitario. Una versione che per molti anni era stata lasciata un po’ da parte ma che, negli ultimi 20, è ritornata in auge dando vita a una vera e propria scuola che si è spinta in varie direzioni e che oggi convive felicemente con altri stili di pizza, dalla napoletana, appunto, a quella a degustazione fino ad arrivare ad altre versioni decisamente caratteristiche.
Ora la domanda sorge spontanea! Dove mangiare la pizza a Roma? Abbiamo scelto 5 tra i migliori indirizzi della città, con tutte le pizze (e non solo) imperdibili: dalla nuovissima versione della Pizza al volo (che non è una pizza al trancio!), tonda ripiegata più volte su sé stessa e farcita con ricette di cucina della romanità e che si acquista dalla finestra, alla pizza (ogni mese diversa) abbinata a un cocktail creato ad hoc, alle speciali dedicate alla città! 81385
l'Elementare - Trastevere Pizzeria Sant'Alberto I Quintili Furio Camillo
I Quintili Tor Bella Monica
Angelo Pezzella - Pizzeria con cucina
Stazione Mole Pizzeria 150
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Sant'Alberto: invito alla convivialità con fritti e pizze d'autore ~ via del Pigneto | Roma ~ È al Pigneto, quartiere trendy di Roma, e il suo nome, Sant’Alberto, celebra il Santo patrono dei pizzaioli. È una pizzeria legata alla tradizione ma attenta alle tecniche più contemporanee, alle cotture e alla ricerca verso ingredienti di prima qualità. La novità è che è il cliente a decidere quale tipo di impasto preferisce: napoletano, romano e pizza pane. La costante rotazione delle pizze in menu, inoltre, favorisce l’uso di materie prime stagionali. Dal forno escono pizze realizzate con impasti ad alta digeribilità, prodotti d’eccellenza e, sugli impasti, una proposta plurale: le pizze tradizionali del menu, rosse e bianche, possono essere infatti ordinate sia nella versione romana classica - bassa e croccante - che nella versione napoletana - con il cornicione alto e morbido. Ed è proprio nella stessa direzione, quella del gusto semplice e confortevole, che Sant’Alberto aggiunge alla lista anche la pizza pane, sofficissima, alta, avvolgente e golosa, particolarmente idratata, perfetta da accompagnare agli ingredienti scelti per esaltare le sue peculiarità.
Sant’Alberto Pizzeria - Liquoreria Via del Pigneto 46, 00186 Roma Tel 06 7013827 www.santalbertopizzeria.com CHeck-in • novembre 2021
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Stazione Mole: il gusto della pizza nel verde di un parco dei Castelli ~ via Mameli | Marino ~ Tradizione, convivialità e prodotti del territorio sono i punti di forza di una proposta incentrata su pizza, griglia e cucina. Nel cuore dei Castelli Romani, Stazione Mole vuole essere un punto di riferimento per un target giovane, come dimostra la cucina aperta fino a tardi, ma perfetto anche per le famiglie. Proprio in quest’ottica l’apertura a pranzo, prevista soltanto il sabato e la domenica, è stata pensata all’insegna dello spazio all’aperto, della scampagnata con gli amici (con l’area picnic), del buon cibo condiviso in famiglia e dei bambini. Griglia, pizza e cucina sono i tre capisaldi della proposta food. La griglia si connota con la spaderia, dove sfrigolano i lunghi spiedi composti da carni di diversi tagli guardano alla tradizione locale. In cucina spazio a ricette regionali e prodotti dall’orto coltivato nella tenuta. Un’importante selezione di salumi e formaggi laziali occupa una parte notevole del banco di preparazione, per un antipasto che esalta i sapori del territorio.
Stazione Mole Pizzeria - Ristorante - Griglia Via Goffredo Mameli 6, 00040 Marino (Rm) Tel 06 93548694 www.stazionemole.com 152
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L'Elementare Trastevere: la semplicità e la tradizione romana ~ Trastevere ~ Una ripartenza - quella di Mirko Rizzo dell’Elementare Trastevere - all’insegna della pizza romana, bassa e croccante, dei fritti e dei piccoli capolavori dello street food romano, tutto accompagnato da birre artigianali. È un attesissimo re-start che ha quasi il sapore di una nuova apertura, occasione per una nuova proposta che punta sulla semplicità alla romana, che vuol dire anche essenzialità e scelta precisa di liberare il menu dall’eccesso di informazioni. Semplicità e massima garanzia anche davanti al forno: a stendere gli impasti non c’è solo il mastro pizzaiolo “con la firma”; ma una squadra che a rotazione assicura un prodotto costante per resa e qualità grazie ad un lavoro di ricerca e formazione. A L’Elementare Trastevere la semplicità funziona, ed è diventata un format consolidato, così come all’altra pizzeria al Parco Appio che è anche trattoria. Un progetto nato per rimettere al centro la pizza (romana) come prodotto popolare e accessibile a tutti, perché in fondo è proprio questa la sua vera natura.
L’elementare - Trastevere via Benedetta 23, 00153 Roma Tel 065894016 www.facebook.com/elementaretrastevere CHeck-in • novembre 2021
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Gusto, leggerezza e fantasia nelle pizze di Marco Quintili ~ Furio Camillo | Tor Bella Monaca ~ Il pizzaiolo casertano Marco Quintili è apprezzato dagli appassionati e pluripremiato dalle guide di settore per la sua iconica pizza di straordinaria leggerezza e di gusto incisivo. I suoi due locali di Tor Bella Monaca e Furio Camillo sono indirizzi sicuri per chi vuole scoprire un percorso davvero ricco, fatto di pizze classiche e moderne, di golosi fritti e sapori sorprendenti e di dessert studiati per chiudere in dolcezza il pasto. È un successo meritato il suo, frutto di un lavoro fatto di passione, determinazione e programmazione, per offrire un prodotto unico: la grande conoscenza delle farine gli permette infatti di dar vita ad un soffice impasto. Il segreto è l’idratazione oltre alla miscela segreta di farine e alle 24 ore di lievitazione. Nasce così la base del top di materie prime cercate in maniera meticolosa, prodotti dal sapore autentico che consentono di mettere in menu proposte tradizionali con una veste personale e originale. In entrambi i locali i dehors hanno ampi spazi all’aperto, sedute comode e tavoli distanziati offrendo il relax giusto.
I Quintili Furio Camillo Via Eurialo, 7c, 00181 Roma Tel 06 80077157 www.facebook.com/iquintiliFurioCamillo 154
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I Quintili Tor Bella Monaca Via S. Biagio Platani 320, 00133 Roma Tel. 06 201 6003 www.www.facebook.com/Iquintili1
Selezionati e distribuiti da Pellegrini S.p.A. www.pellegrinispa.net - www.gramona.com Pellegrini Spa - pellegrinispa1904 - GRAMONA - gramona1881 BEVI RESPONSABILMENTE
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Nella pizzeria-ristorante Angelo Pezzella tutta l'anima napoletana ~ via Appia Nuova ~ La pizzeria di Angelo Pezzella non è nel bel centro storico ma in un’anonima periferia e per arrivarci, al 1095 di Via Appia Nuova, all’altezza dell’ippodromo delle Capanelle, bisogna mettere in conto gli imprevisti del traffico romano. Eppure il locale è sempre pieno: chi non è cliente affezionato lo diventa subito e si fa portavoce della qualità. L’insegna “Angelo Pezzella. Pizzeria con cucina” racchiude tutto l’orgoglio di chi ha scelto un percorso e lo ha fatto da solo, sostenuto dai familiari, altrettanto motivati, che ora si occupano dell’accoglienza e del servizio. Le sue pizze sono leggere, soffici anche se il cornicione napoletano c’è sempre, e con un equilibrato rapporto tra base e farcitura. Tutto comincia dalla scelta delle farine di grano 00 o integrale di tipo 1 e dalla lievitazione. Il menu del ristorante offre una selezione di piatti di terra e di mare ispirati alla cucina partenopea. Nel giardino è stato ricavato un grande dehors durante il tempo “fermo” del lockdown, che per Angelo Pezzella è stato tutt’altro che un tempo fermo!
Angelo Pezzella Pizzeria con cucina Via Appia Nuova, 1095, 00178 Roma Tel 06 7188560 www.angelopezzella.it 156
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Natale e feste regali al Principe di Savoia di Milano
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Il periodo più bello dell’anno è accolto dall'hotel in grande stile: dal ristorante Acanto all’esclusivo Principe Bar, a Il Salotto, tanti sono gli appuntamenti e le golosità (primi fra tutti il Panettone) per festeggiare
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l Natale a Milano è davvero qualcosa di magico. D’altronde è la città in cui nacque il Panettone, il lievitato più famoso al mondo e il simbolo incontrastato delle feste! E poi la caccia al regalo perfetto in centro, tra negozi griffati e veri e propri laboratori della Vecchia Milano; uno sguardo incantato allo scenografico albero in Piazza Dumo; una tappa a L’Artigiano in Fiera, vera e propria mecca per gli amanti dell’artigianato di tutto il mondo, e alla Fiera degli Oh Bej! Oh Bej! nella cornice del Castello sforzesco, tradizione che risale al XIII secolo e ancora oggi, molto sentita tra i milanesi, fino alla prima de La Scala il 7 dicembre (Sant’Ambrogio, patron della città). Senza dimenticare, dopo tutta questa meraviglia, la calda accoglienza, insieme alle golosità locali e non solo, che ci aspetta negli storici caffè del centro, nei locali più glamour e nei prestigiosi alberghi che racchiudono la quintessenza della milanesità. Uno tra questi è senza dubbio l' Hotel Principe di Savoia, l’emblema del lusso meneghino inserito nella Dorchester Collection. Affacciato su → CHeck-in • novembre 2021
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Piazza della Repubblica, dagli anni 20, questo palazzo neoclassico è la dimora dei viaggiatori internazionali e degli amanti del bien vivre. Soprattutto sotto le feste quando il Principe di Savoia splende in tutta la sua bellezza.
Al ristorante Acanto: i cenoni delle feste a 5 stelle Il periodo più bello e luccicante dell’anno è, infatti, preparato e accolto dal Principe di Savoia in grande stile e in ogni angolo del prestigioso hotel si respira la magica atmosfera: dal ristorante Acanto all’esclusivo Principe Bar, tempio al bere miscelato, a Il Salotto, in perfetto mood milanese, tanti sono gli appuntamenti e le golosità (primi fra tutti il Panettone, of course!) per festeggiare insieme all’insegna della vera cucina italiana delle festività. Con questo obiettivo, al ristorante Acanto (che nasconde un bellissimo giardino all’italiana), nella splendida cucina a vista (realizzata per la prima volta in Italia da Paul Valet, celebre firma dei più prestigiosi ristoranti del mondo), lo chef Alessandro Buffolino con la sua brigata prepareranno la cena della Viglia, il pranzo di 160
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Natale e il Cenone di Capodanno regalando agli ospiti un tuffo nelle ricette tradizionali in un mix tra sapori famigliari e alta cucina, con piatti come i Ravioli ripieni di scampi e dragoncello con consommé, la Costoletta di agnello in crosta di nocciole piemontesi, patate fondenti e jus al vino Erbaluce, il Raviolone ripieno al primosale con crema al sedano rapa e carpaccio di Chianina, solo per citarne alcuni tanto da farvi venire l’acquolina in bocca. Il tutto tra candele e musica dal vino, bollicine e l’immancabile Panettone che qui è il panettone del Principe, realizzato dal pasticcere Beniamino Passannante, in tre varianti: con frutta candida, goloso cioccolato o dolci marron glacé.
A Il Salotto Panettone artigianale e golosità pomeridiane Panettone che è anche il re dei pomeriggi dell’Avvento al Salotto, la lobby lounge dell’hotel, simbolo dell’italianità. Qui tra pareti rivestite in marmo e boiserie in legno intagliato, il monumentale dipinto di Luca Giordano affiancato al lampadario a 48 bracci in vetro di Murano realizzato da Barovier e Toso, ci si rilassa assaporando un dolce artigianale accompagnato da una tisana o da un bicchiere di Moscato o una flûte di Veuve Clicquot Ponsardin.
Alessandro Buffolino
Ma il must festivo del Salotto è il Chocolate Afternoon Tea tra raffinata pasticceria, torte appena sfornate e creazioni di cioccolato, il tutto accompagnato da tè e da un bicchiere di vino Marsala.
Domeniche di festa con il brunch Dai pomeriggi alle domeniche con il tradizionale brunch delle feste al ristorante Acanto per trascorrere piacevoli (e golose giornate) tra la ricercata cucina di Buffolino e un piacevole sottofondo di musica swing dal vivo sorseggiando una flûte di Veuve Clicquot Cuvée Saint-Pétersbourg.
L’ultima notte dell’anno al Principe Bar E così si arriva all’ultimo giorno dell’anno. Tra le location più ambite per la notte di Capodanno c’è il Principe Bar, reso ancora più vibrante → CHeck-in • novembre 2021
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Info e prezzi Panettone Principe a Il Salotto Fino al 6 gennaio, dalle 12 - 18 euro a persona con una bevanda calda inclusa; - 20 euro a persona con un bicchiere di Moscato incluso; - 30 euro a persona con una flûte di Veuve Clicquot Ponsardin. Chocolate Afternoon Tea Fino al 6 gennaio, dalle 15 alle 19 38 euro a persona (raffinata pasticceria e torte accompagnate da tè e da un bicchiere di vino Marsala). Per info e prenotazioni: Il Salotto tel 02 6230 2081 salotto.HPS@dorchestercollection.com Capodanno al Principe Bar 31 dicembre - 380 euro per tavolo con una bottiglia di Veuve Clicquot Cuvée Saint-Pétersbourg o di Veuve Clicquot Cuvée Brut Rosé; - 480 euro per tavolo, con una bottiglia di Dom Pérignon Vintage. È necessaria la prenotazione. Gli importi si riferiscono ad un tavolo fino a quattro persone. Per info e prenotazioni tel 02 62301 Brunch delle feste Tutte le domeniche di dicembre, dalle 12:30 alle 14:30 Prezzi: - 85 euro a persona con una flûte di Veuve Clicquot Cuvée Saint-Pétersbourg. Brunch di Capodanno 1° gennaio a partire dalle 13. 105 euro a persona con una flûte di Veuve Clicquot Cuvée Saint-Pétersbourg Per info e prenotazioni tel 02 6230 2026 Face and Body Cocoon Dal 1° al 31 dicembre, 60 minuti 140 euro a persona Per info e prenotazioni Tel 02 62304024 club10.hps@dorchestercollection.com
dal designer Thierry Despont. Qui citazioni di design italiano degli anni ’60-’70 si possono scorgere nelle trasparenze luminose della parete di cristallo che sovrasta il bancone del bar con la ricca bottiglieria a vista. Nella base del bancone, listelli di vetri di Murano dai forti colori in contrasto. Opere d’arte come i collage di Mimmo Rotella rimandano invece alle pellicole italiane La Dolce Vita e Matrimonio all’Italiana. Spettacolare è il lampadario realizzato in 3mila pezzi unici in 162
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vetro soffiato dai Maestri Vetrai di Murano su progetto di Robert du Grenier. Il centro della sala si focalizza nell’isola in velluto sagomata interamente attorno a un antico pianoforte a coda, che vela una consolle da dj e che sarà il centro della festa, tra musica e champagne. Allo scoccare della mezzanotte poi il tradizionale cotechino con lenticchie e il Panettone della casa, per una vera festa milanese. E il giorno dopo? Si continua con il brunch di Capodanno.
Post feste? Rituali cocoon Ma, visto che anche festeggiare stanca, tappa d’obbligo al Club 10 Fitness & Beauty Center, situato all’ultimo piano dell’albergo con una terrazza panoramica sulla città e tra le spa più esclusive di Milano. Qui per liberati del grigiore invernale c’è il trattamento Face and Body Cocoon. Un’ora di coccole pensate per lasciare viso e corpo meravigliosamente morbidi e radiosi grazie a un rituale che include un massaggio Comfort Zone con oli essenziali di arancia dolce, rosa damasca e legno di cedro, seguito da un trattamento viso con Sensai Ultimate, arricchito con la morbidezza della seta Koishimaru.
Soggiorno di charme tra suite e camere Anche se poi la magia del Principe non finisce con le feste. Soggiornare qui è concedersi un tuffo nell’essenza della più vera Milano. Con il suo ventaglio di camere (257) e suite (44) l’hotel offre, infatti, un esempio impareggiabile di lusso. Per le nove Principe Suite l’architetto Francesca Basu ha tratto ispirazione da un mix di moda, arte e architettura tutto milanese: ampi salotti con poltrone in velluto e mobili dal gusto etno-chic che celano il tv al plasma o il frigo-bar. La sala da bagno della Principe Suite vanta grandi lastre quadrate di marmo bianco Lasa; una parete a mosaico in vetro di Murano e madreperla arreda l’ampia cabina-doccia a vetrate di cristallo. La Royal Suite comprende due camere da letto e due bagni, un ingresso, e un salotto con boiserie in noce e parquet a intarsi in legno. Il restyling delle Imperial Suite, a cura di Celeste dell’Anna, ha saputo combinare elementi
classici e contemporanei nei 4 appartamenti, con ingresso, ampio soggiorno, camera da letto, cabina armadio e bagno. Nel soggiorno risaltano pezzi unici di alto artigianato, dalla consolle mini-bar allo scrittoio con il piano rivestito in pelle di coccodrillo. Protagonista della suite è la sala da bagno, dove tutto è avvolto dalla purezza del bianco marmo di Lasa: bagno turco dotato di sistema cromoterapia, doccia, vasca da bagno con schermo tv al plasma e consolle per il trucco. La Suite Presidenziale comprende tre sontuose camere da letto, soggiorno, sala da pranzo, piscina privata, il tutto impreziosito da un raffinato arredamento e una spettacolare vista sulla città.
MILANO
Lombardia 81794
Hotel Principe di Savoia Dorchester Collection Piazza della Repubblica 17, 20124 Milano Tel 02 91387010 www.dorchestercollection.com
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Hotel Gardena Aspettando il Natale a Ortisei
foto del servizio Fiorenzo Calosso
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edizione, passione e creatività, le parole chiave per descrivere il ristorante gourmet Anna Stuben, una stella Michelin e quattro cappelli Gault&Millau, capitanato dallo chef Reimon Brunner e racchiuso in una magnifica location, l’Hotel Gardena Grödnerhof di Ortisei (Bz). La struttura accoglie l’incantevole ristorante stellato, in un raffinato ambiente di charme e tradizione, con tipici arredi in legno e iconiche stufe in maiolica, rispecchiando la fusione tra tradizione e innovazione della cucina. A coronare l’incontro di sapori, gli abbinamenti consigliati dal sommelier e maître Egon Perathoner, conoscitore di vini di tutto il mondo ed esperto nel guidare anche i più esigenti verso un’esperienza unica ed esclusiva. L’offerta gastronomica si distingue per la sua attenzione ai prodotti locali e regionali di primissima qualità, esaltandone il sapore e il gusto, mantenendo intatti i loro principi nutritivi. Un’esperienza indimenticabile capace di soddisfare occhi e palato, seguendo un unico filo conduttore lungo tutto il menu. Dal connubio dei migliori prodotti del territorio e delle spezie, erbe e fiori di montagna la brigata si innova continuamente, creando sempre piatti creativi, alla scoperta di nuovi sapori.
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Lo charme alpino in beauty farm E se il ristorante gourmet è un tempio della gastronomia, la beauty farm Anais è il tempio del benessere e del relax. La filosofia della beauty farm si ispira anche alla tradizione indiana dell’Ayurveda secondo cui i trattamenti non si fermano all’esteriorità ma si concentrano sul benessere psicofisico globale instaurando una vera e propria connessione tra il corpo e le mani del professionista. Anais propone trattamenti estetici personalizzati, bagni e impacchi con prodotti naturali e tipici del territorio, massaggi rilassanti e rigeneranti, grazie alla professionalità dello staff dedicato. Per mantenere l’armonia di corpo, mente e anima, l’Hotel Gardena ha creato l’area Gardena Spa, il moderno regno delle acque e delle saune, dalla splendida piscina alla sauna finlandese, dal bagno di vapore aromatico alla biosauna, tutto incorniciato dal panorama mozzafiato delle Alpi e dal design contemporaneo.
L’incontro tra gusto e benessere L’Hotel Gardena offre un pacchetto davvero unico “In attesa del Natale al Gardena nelle Dolomiti”, disponibile dal 03.12.2021 al 23.12.2021, che unisce la gastronomia e il benessere, proponendo: un menu degustazione di 6 portate al ristorante gourmet Anna Stuben (una stella Michelin e quattro cappelli Gault&Millau), un programma beauty puro relax per ricaricare le energie sfruttando le aree spa&wellness dell’hotel, con trattamenti personalizzati, tra cui un massaggio rilassante o rigenerante, una maschera viso e un massaggio alle mani. Infine, viene proposto un programma giornaliero di fitness con i migliori professionisti. Il prezzo dell’offerta è di 230 euro per persona, prenotabile con un soggiorno minimo di 4 pernottamenti consecutivi (al prezzo del pacchetto va aggiunto il prezzo del soggiorno).
ORTISEI
Trentino Alto Adige 81610
Hotel Gardena Grödnerhof Via Vidalong 3, 39046 Ortisei (Bz) Tel 0471 796315 www.gardena.it CHeck-in • novembre 2021
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i più bei mercatini di Natale 2021 di Luca Bassi
S
aranno ancora più belli, quest’anno, i mercatini di Natale. Saranno più belli perché si respirerà un’aria di ripartenza, finalmente: non siamo ancora usciti dalla pandemia, è chiaro, ma almeno si può dire che stiamo pian piano tornando alla vita che avevamo lasciato prima di febbraio 2020. E il ritorno di tanti mercatini ne sono la testimonianza.
I mercatini di Natale sono l’inizio della magia che solo quella festività dicembrina può regalare: grazie al loro charme così particolare e al loro carico di tradizione, sono i veri protagonisti del periodo dell’Avvento. Tutto merito della loro storia antichissima: pare che la nascita dei mercatini di Natale, uno dei simboli per eccellenza delle festività, risalga addirittura al Medioevo, quando erano l’occasione per fare scorte di viveri per affrontare il lungo inverno.
Merano Bolzano
Oggi rappresentano un’opportunità unica di festa e di magia per grandi e piccini: grazie ai mercatini di Natale, infatti, l’atmosfera natalizia contagia inevitabilmente le persone ma anche i vicoli e le piazze con le luci magiche, gli omini di pan di zenzero, i biscotti alla cannella e la voglia di rallentare e di prendersi del tempo per godersi fino in fondo emozioni e sensazioni. 81534
Chiusa Ortisei Lago di Carezza Jesolo
Govone
Arezzo
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CHeck-in • novembre 2021
I mercatini di Merano il trionfo della tradizione ~ Merano (Bolzano) ~ In programma dal 25 novembre 2021 al 6 gennaio 2022, i mercatini di Natale di Merano da oltre un decennio avvolgono di calore e tradizione la passeggiata Lungopassirio con la loro anima romantica e fiabesca, zuccherata come i dolci fatti in casa a base di mele e cannella e calda come il vin brulè con cui è bello riscaldare corpo e anima. E rispondono perfettamente a tutte le suggestioni che appartengono all’immaginario collettivo nel periodo dell’anno che precede il Natale. Tra le numerose casette in legno si trovano tanti oggetti dell’artigianato locale fatti in tessuto, vetro, lana o legno, perfetti per i pensierini di Natale, ma anche tante sfiziosità da assaggiare, come i brezel in infinite varianti, i riggl tirolesi (panini con arrosto e pane di segale) o i deliziosi rösti di patate. E si può assistere anche all’arrivo di San Nicolò “che porta dolcetti e doni ai bimbi buoni” e alla grottesca sfilata dei Krampus per le vie del centro storico, con le loro maschere da diavolo e le bizzarre pellicce. Da non perdere il presepe in piazza Terme, ma anche il suggestivo albero di Natale, la pista di pattinaggio e la giostra con i cavalli.
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Presepi e non solo ai mercatini di Ortisei ~ Ortisei (Bolzano) ~ Ci sono il profumo delle spezie, il calore delle melodie natalizie e il sapore delle antiche tradizioni del posto a rendere unico il periodo delle festività a Ortisei (Bz). Durante l’Avvento, qui tutto si tinge di bianco e dei colori del Natale e come ogni anno Ortisei si trasforma nel “Paese di Natale” a partire dal 3 dicembre fino al 6 gennaio. Una fiaba in grado di unire le storiche tradizioni della Val Gardena, come le stupende corone dell’Avvento e il calendario dell’Avvento stesso, che addolcisce l’attesa per il 25 dicembre, con il fascino e l’esclusività dei prodotti proposti nelle casette di legno: sculture, candele e oggetti in vetro realizzati dai maestri artigiani ma anche liquori e i pregiati vini altoatesini. Per vivere il mercatino con tutti i cinque sensi, nelle “Lodenlounges”, le accoglienti casette gastronomiche, si possono degustare prodotti locali e squisite prelibatezze in un’atmosfera calda e romantica che profuma di dolci alla cannella, pan pepato e vin brulè. Nelle vie di Ortisei, imperdibile la mostra dei presepi esposti nelle originali casette-vetrina e come ogni anno verrà aggiunta un’ulteriore statua di legno a grandezza d’uomo .
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A Bolzano mercatini “green” ~ Bolzano ~ Ambiente al primo posto a Bolzano, dove le casette messe a disposizione per i mercatini di Natale hanno ottenuto la certificazione “Green Event”. La festa inizia domenica 25 novembre in piazza Walther, dove saranno accese le tradizionali luci alle strutture del mercatino di Natale: è l’evento che dà il benvenuto a ospiti e turisti. Da lì in avanti grandi e bambini potranno godersi gli chalet di legno e tutti i golosi prodotti tipici. Potranno ammirare il presepe all’interno di una vera stalla e l’albero alto 20 metri decorato dagli addobbi che riproducono i desideri dei bimbi in cura negli ospedali sostenuti dalla Fondazione Lene Thun. I bambini potranno divertirsi sulla giostra o sulla grande pista di pattinaggio in piazza Municipio. Ci sarà poi un concorso, anche quest’anno promosso dall’azienda Soggiorno e Turismo e dai musei di Bolzano, “Find & Win”: basterà trovare il QR-code nei musei che aderiscono all’iniziativa, scansionarlo e rispondere ai quiz per vincere uno dei tanti premi in palio.
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Atmosfera tirolese ad Arezzo ~ Arezzo ~ Il più grande Villaggio Tirolese d’Italia torna ad Arezzo da sabato 20 novembre a domenica 26 dicembre. Dopo un anno di stop imposto dalla pandemia, i Mercatini di piazza Grande riaccenderanno la magia del Natale con le inconfondibili casette disposte nel cuore del centro storico. Un’oasi di shopping e sorprese realizzata all’interno dello straordinario contenitore della Città del Natale con la regia operativa di Confcommercio e il patrocinio del Comune di Arezzo e della Fondazione Arezzo InTour. Fino a venerdì 26 dicembre i palazzi di piazza Grande riabbracceranno quindi le 32 casette di legno di oggetti e tipicità natalizie. Ci saranno espositori dal Tirolo, dalla Germania e dall’Austria, artigiani, intagliatori di legno, scultori ma anche ceramisti proporranno palle di Natale soffiate e dipinte a mano, piatti, oggettistica, tessuti, manufatti, statuine legate alla Natività, angeli, carillon e casette con paesaggi nordici. Nei weekend non mancheranno le dimostrazioni live, come quelle per la realizzazione di cesti e idee regalo intagliate a mano. A dare un tocco di verde allo scenario ci penserà il ”Christmas Gardenar”, l’area shopping dedicata agli abeti, piante e idee green per regali sostenibili.
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La fiaba dei mercatini sul lago di Carezza ~ Lago di Carezza (Bolzano) ~ I mercatini di Natale del lago di Carezza si possono tranquillamente definire unici. Sì, perché difficilmente si può trovare un evento simile che unisce la magia delle festività natalizie alla poesia del lago di Carezza (detto anche il lago dell’arcobaleno per i suoi incredibili colori), in Val d’Ega, a meno di 20 minuti di strada da Bolzano. In questo mercatino le casette di legno illuminate - che hanno la forma di grandi lanterne e che si trovano al cospetto delle Dolomiti del Latemar e del Catinaccio - propongono pezzi di artigianato locale e prodotti gastronomici tipici, ma si possono anche ammirare sculture di ghiaccio e un presepe a grandezza d’uomo, magari sorseggiando un profumato bicchiere di vin brulè o gustando dolci tipici altoatesini appena sfornati. Quando visitarli? Tutti i weekend, dal 27 novembre al 19 dicembre. Da non perdere la passeggiata ad anello attorno allo specchio d’acqua, per ammirare sia le vette sia il mercatino illuminato, in un’atmosfera da fiaba.
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Langhe-Monferrato-Roero una novità natalizia ~ Govone (Cuneo) ~ “Il Magico Paese di Natale”, la manifestazione dicembrina che è stata ospitata dal piccolo comune di Govone per 14 edizioni, in questo 2021 esce dalle mura del paesino e invade la città di Asti, i comprensori sciistici del cuneese e il pittoresco centro di San Damiano trasformandosi nel “Magico Paese di Natale nelle Terre Unesco”. Il mercatino di Natale è iniziato il 13 novembre scorso, con 120 casette che raccontano grandi eccellenze enogastronomiche e artigianali provenienti da tutta Italia. Govone invece si conferma il cuore tradizionale dell’evento con la Casa di Babbo Natale, il musical, l’intrattenimento per i più piccoli guidato dalla Regina Antea, la mostra “Natale a Casa Savoia” allestita nel Castello Reale, l’esposizione di bambinelli nella Cappella Reale e il gioco/ showcooking del Festival del Cibo. E non è finita qua: il regista Vincenzo Sant’Agata con la sua compagnia di attori replicherà uno speciale spettacolo per 32 volte al giorno, per un totale di 448 rappresentazioni nel corso dell’intera durata della manifestazione.
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A Benevento la magia del Natale nel borgo fantasma ~ Apice Vecchia (Benevento) ~ Il Natale a Benevento ha un fascino tutto suo grazie al borgo fantasma di Apice Vecchia che, come ogni anno da tre anni a questa parte, si accende tra novembre e dicembre con gli straordinari mercatini del Castello dell’Ettore. Per la terza edizione sono state pensate diverse novità: su tutte, le visite guidate nel borgo fantasma. L’imponente castello medievale aprirà le sue porte alla magia del Natale ospitando Babbo Natale e tanti i suoi elfi in questa incantevole dimora posta in cima alla maestosa torre. I mercatini si terranno a partire dal weekend del 27-28 novembre e poi negli altri weekend o giorni festivi del 4-5-811-12 e 18-19 dicembre dalle 10 alle 22 (tutti i sabati, le domeniche e i giorni festivi). All’interno del Castello dell’Ettore ci saranno decine di stand con prodotti artigianali e prodotti enogastronomici della zona, e non mancheranno spettacoli, musiche e atmosfera natalizia. Ci saranno anche espositori, degustazioni di prodotti tipici, botteghe degli artigiani. Da non perdere anche “Betlemme in corte - scene di vita quotidiana nell’antica Betlemme” e “Alice nel paese delle meraviglie”, un evento con i vari personaggi della fiaba, con una spettacolare scenografia per la gioia di grandi e piccoli.
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A Jesolo mercatini da record: sono i più lunghi d’Europa ~ Jesolo (Venezia) ~ A Jesolo (Ve) le festività natalizie sono da record: i mercatini di Natale allestiti nella cittadina veneta sono considerati i più lunghi d’Europa grazie alle oltre 100 casette ricche di oggettistica natalizia e food di qualità che si snodano per un chilometro e 300 metri da piazza Aurora, passando per via Trentin, piazza Mazzini e via Bafile, fino a largo Augustus, lungo un red carpet illuminato da un cielo rosso di luminarie natalizie. A completare il quadro festivo ci sono i due giganteschi alberi di Natale che fanno da sfondo a questa cornice incantata. Aperto da sabato 27 novembre fino a domenica 9 gennaio, Jesolo Christmas Village sarà una vera e propria esperienza emozionale, un’immersione nell’atmosfera del Natale proposta da Xmas Eventi. A rendere ancor più unico il quadro delle proposte, ecco il grande scivolo in piazza Aurora e la pista Jesolo On Ice con il luna park, previsti entrambi in piazza Mazzini. Non mancheranno tanti “punti selfie” per gli scatti da condividere sui propri profili Facebook e Instagram (taggando #Jesolo e #Jesolochristmasvillage).
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l’inverno al Plunhof Hotel I
l Plunhof a Ridanna (Bz) è un luogo speciale che racchiude una storia antica e autentica, un’architettura di design, un’accoglienza calorosa e raffinata, un’attenzione curata nei minimi dettagli con la sostenibilità e con un concetto di benessere molto solido che riesce a conquistare anima, mente e corpo. A una manciata di chilometri da Vipiteno, nel cuore dell’Alto Adige - Südtirol, il Plunhof Hotel (4 stelle superior) rapisce il cuore. Quello che ieri era un maso oggi si impegna a trattare anima e corpo con materie che possano essere recuperabili entro i 15 km di distanza dall’hotel. Gestito da mamma Paula e dai suoi otto figli, tutti impegnati in hotel e intenti a notare dettagli impercettibili, accogliere con il sorriso, curare e tutelare la privacy degli ospiti. Il Plunhof, con le sue 67 stanze e un centro benessere su 4mila mq, è un rifugio esclusivo di benessere ed eccellenza, che negli anni è stato insignito di premi importanti come Global Winner ai World Luxury Spa Awards 2019 come Best Unique Experience Spa. Eco-Hotel ultra-sostenibile, certificato Climahaus, ha saputo unire il lusso inaspettato a un nuovo
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concetto di benessere saldamente legato al territorio. I paesaggi boschivi innevati che circondano l’hotel comunicano pace, riducono l’ansia e riportano la pace interiore di cui sempre più persone lamentano l’assenza. «Il legame con la pietra e con le materie prime della valle è iscritto nel nostro dna. I miei nonni lavoravano in miniera e per questo motivo abbiamo voluto dedicare a loro il centro benessere Minera Acqua & Spa, che celebra la quarzite argentea e il mondo minerario», spiega fiero Thomas Volgger, uno dei proprietari del Plunhof. Il Plunhof Hotel è situato nel cuore della Val Ridanna, che un tempo era il regno delle miniere di Monteneve. Si richiama quindi fortemente al passato di questa valle la Minera Acqua & Spa, il luogo perfetto per ritrovare l’equilibrio di anima, corpo e mente. Fiore all’occhiello, qui si utilizzano pietre locali per ricordare quell’antica formula di benessere, tra questi il gioiello di famiglia che viene custodito con cura è il massaggio con quarzite argentea. Pietre antiche che provengono dal cuore della montagna circostante, un tempo scrigno di preziosi filoni d’argento, oggi avvolgono gli ospiti in un percorso di wellness totale che tocca l’anima.
Un percorso che si snoda tra saune minerarie a 80-100°, bagno turco, biosauna, sauna a infrarossi, sauna con area relax panoramica sul roof, vasche Kneipp, il mondo delle grotte con un laghetto minerario, una piscina salata esterna con idromassaggio, una piscina esterna di acqua di fonte riscaldata e un mondo acquatico indoor con una vasca lunga 20 metri e una piscina relax. Imperdibile nella stagione invernale è un bagno nel lago salato all’aperto. La temperatura di circa 38 gradi permette al corpo di assorbire gli oligoelementi e i minerali del sale alpino disciolto nell’acqua per un effetto super detossinante e rilassante. Sci e slittino al top Il Plunhof è anche un punto di partenza perfetto per raggiungere quota con la cabinovia panoramica Racines-Giovo e arrivare a 2.150 metri di altitudine. Da qui partono altri otto impianti che salgono ancora più in alto e che offrono uno spettacolo unico sulle cime circostanti. Boschi incantati di pini e abeti da attraversare sfrecciando su 25 chilometri di piste innevate. Il divertimento per chi ama le acrobazie è garantito allo Snowboard Funpark, un parco giochi a 2.150 m. s.l.m. raggiungibile con la cabinovia RacinesGiovo, perfetto per gli appassionati e completo anche di 3 piste da slittino, sempre ben battute per assicurare a grandi e piccini ore di spensieratezza. Chi ama lo slittino trova una pista di ben 9,6 km tra le più lunghe in Italia e illuminata in notturna. Gli appassionati dello sci di fondo, invece, possono godersi i 50 km su 3 anelli, ben preparati già alle prime luci dell’alba.
RIDANNA
La magia del Natale Il Plunhof sorge a 15 km da Vipiteno, che dal 26 novembre 2021 al 6 gennaio 2022 si trasforma in un’incantevole fiaba invernale grazie al Mercatino di Natale. Passeggiando per le antiche stradine di Vipiteno, assaporando l'atmosfera tutta particolare che circonda la città durante il periodo dell'Avvento, si possono ammirare presepi intagliati a mano e decori natalizi tradizionali Prezzi da 133 euro a notte a persona in camera doppia, con colazione e cena con menu di 4-5 portate. Stagione invernale dal 17/12/21.
Trentino Alto Adige
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Hotel Plunhof Obere Gasse 7, 39040 Ridanna Racines (Bz) Tel 0472 656247 www.plunhof.it CHeck-in • novembre 2021
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Pronti per sciare? Ecco gli hotel direttamente sulle piste
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eppur per una giusta causa, abbiamo dovuto aspettare troppo. E ora, giustamente, nessuno di noi vuole che la minima cosa si frapponga tra noi e lo sci! Quello che vogliamo è uscire dalla porta con gli scarponi calzati e ritrovarsi proiettati su bianchissime distese di neve. Un sogno facilmente realizzabile in diversi hotel con… pista sparsi sulle più belle montagne italiane. Dall’Alto Adige al Trentino, dalla Valle d’Aosta al Piemonte, dalla Lombardia al Veneto, abbiamo selezionato alcuni tra i migliori alberghi che rispondono alla giornata ideale dello sciatore: dopo una ricchissima prima colazione, si passa dal deposito sci e si esce dalla porta dell'hotel, per trovarsi direttamente sulle più belle piste. Anche il rientro non è da meno: ad attendere i patiti di bianche discese, spa che offrono trattamenti di benessere ad hoc per gli sciatori, piscine e idromassaggi caldi, saune e menu gourmet. E in alcuni anche vere e proprie chicche come, ad esempio, igloo bar di neve vera! E ancora ski room e ski concierge per avere tutte le informazioni su neve, piste, skipass e after ski! Allacciati gli scarponi?
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Partiamo dall’Alto Adige, uno dei regni per eccellenza degli amanti dello sci. Una vera e propria mecca anche per gli hotel su pista. Eccone alcuni divisi per valli!
Alta Val Badia Incorniciato dal Sassongher e dall'imponente Gruppo del Sella, il Romantik Hotel Cappella di Colfosco (Bz) - che fa parte del ristretto club del marchio di lusso Pearls by Romantik - offre un punto di vista privilegiato sulle Dolomiti, che si stagliano grandiose a pochi metri di distanza. L'hotel si è sottoposto a una grande opera di restyling che ha visto tutte le camere ingrandite, completamente rinnovate e dotate di grandi vetrate, alcune delle quali dotate di sauna privata a infrarossi e l’area relax esterna del centro benessere è stata ampliata di oltre 1.300 m². Ci sono anche il grande parcheggio interrato a più piani e una nuova saletta ristorante. Qui, si può sciare idealmente su 1.200 km di piste e 450 impianti di risalita con un unico skipass, sulle piste che partono appena fuori dalla porta dell'hotel, tra Valle Stella Alpina e Passo Gardena o sui tracciati della Sellaronda. A poca distanza, ai piedi delle cime del Conturines, c’è una pista di fondo di 27 km. Di ritorno dalle piste, lo spettacolo delle cime dolomitiche continua immersi nella piscina esterna riscaldata e nel centro benessere dotato di bagno turco, sauna e piscina coperta panoramica. Hotel Cappella | Via Pecei 17, Colfosco Corvara (Bz) | Tel. 0471 836183 | www.romantikhotels.com
Val Badia Collegato a oltre 1000 km di piste, l'Excelsior Dolomites Life Resort a San Vigilio di Marebbe (Bz), in Val Badia, è la top destination per lo sci grazie a speciali servizi e alla sua posizione unica. Tra le tante chicche dedicate ai patiti delle bianche discese, e sempre comprese nei soggiorni: la nuova ski room che gode dell'accesso diretto alle piste del Plan de Corones e della Sellaronda, deposito sci interno con scalda-scarponi, vendita skipass direttamente alla reception, maestro di sci in hotel, prenotazione di maestri/lezioni presso tutte le scuole del Plan de Corones, possibilità di assicurare l’attrezzatura da sci anche sulle piste, info e cartine e su richiesta viene procurata l’attrezzatura da sci. Ogni settimana si tengono 2 ciaspolate guidate, 1 gita con lo slittino e 1 ski safari guidati dai padroni di casa. A dare il benvenuto al rientro da una giornata sulla neve, un paradiso di 2500 metri quadrati di wellness. L’avveniristico Excelsior Dolomites Lodge vanta l’esclusiva Dolomites Sky Spa per adulti, dotata di infinity pool sul rooftop con vista impareggiabile sulle Dolomiti, raffinate aree relax e saune. Excelsior Dolomites Life Resort | Via Valiares 44, 39030 San Vigilio di Marebbe (Bz) | Tel. 0474 501036 | www.myexcelsior.com
Alta Val Pusteria A 200 metri dall’ingresso del Romantik Hotel Santer di Dobbiaco (Bz) si trova la stazione ferroviaria Versciaco/Dolomiti di Sesto con la fermata dello Sci Pustertal Express, che porta in pochi minuti ai vicini impianti delle Dolomiti Tre Cime (Monte Elmo e Croda Rossa) e a Perca al Plan de Corones. La struttura è in una posizione strategica per sciare in → CHeck-in • novembre 2021
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Val Pusteria ed è ideale per gli amanti del fondo. D’altronde, il Romantik Hotel Santer ha una storia speciale: è sulle piste dove le mitiche sorelle Santer, Nathalie, Saskia e Stephanie, ex atlete azzurre, si sono allenate per conquistare risultati importanti a livello internazionale nel biathlon e nel fondo. A disposizione l’Holidaypass con cui spostarsi gratuitamente sui mezzi pubblici (treni e pullman) dell’Alto Adige per tutta la durata del soggiorno. Romantik Hotel Santer | Via Alemagna 4, 39034 Dobbiaco (Bz) | Tel.: +39 0474 972142 | www.romantikhotels.com Altra struttura in Valle che sorge direttamente sulle piste da sci è l’Hotel Monte Croce di Sesto, immerso nel Parco Naturale Tre Cime. Stile autentico, gastronomia genuina, benessere naturale nell’Alpine Spa sono questi gli ingredienti che contraddistinguono l’hotel. L’architettura alpina e moderna si combina armonicamente, prediligendo materiali naturali, in particolare legno e cirmolo che regalano un’atmosfera calda e accogliente. Punto di forza è la posizione, a 1.636 m d’altitudine, lontano dal traffico e circondato dalla natura. A pochi passi inizia il divertimento sugli sci con skilift e scuola sci di proprietà dell’hotel. Le due piste omologate Fis “Monte Croce” e “Marc Girardelli” sono ideali per gli allenamenti. Il collegamento diretto al comprensorio Tre Cime offre 100 chilometri di piste e tanti percorsi per ciaspolate. Hannes Aichner, il più giovane della famiglia, è maestro di sci appassionato del suo lavoro, proprio come suo nonno, il leggendario Much Happacher. Insieme con gli altri maestri di sci certificati, Hannes accompagna gli ospiti e trasmette entusiasmo e professionalità per lo sci. Hotel Monte Croce | Passo Monte Croce, 39030 Sesto | Tel. 0474 710328 | www.kreuzbergpass.com All’imbocco della Val Fiscalina, sotto lo sguardo imponente delle Dolomiti di Sesto, sorge, invece, il Bad Moos - Dolomites Spa Resort. Perfettamente inserito nell’ambiente naturale circostante, il resort si presenta completamente rivestito in legno con grandi e possenti travi in larice. Appena fuori dall’hotel, gli impianti di risalita della Croda Rossa permettono di dedicarsi allo sci e agli altri sport invernali. Ma non è finita, direttamente dal Bad Moos parte lo Shuttle Tre Cime che porta al cospetto delle maestose montagne, tra i simboli più iconici delle Dolomiti. E dopo il divertimento sulle piste, coccole e relax nel regno del benessere della Spa Termesana, e charme e comfort da vivere nelle nuove suite, frutto dell’ultimo restyling del resort. Bad Moos | Via Val Fiscalina 27, 39030 Sesto Moso (Bz) | Tel. +39 0474 713 100 www.badmoos.it A Versciaco, nei pressi di San Candido e alle pendici del Monte, c’è il Post Alpina - Family Mountain Chalets. Soggiornando in una suite o in un appartamento degli chalet, è possibile partire direttamente con gli sci ai piedi e raggiungere l’area sciistica 3 Cime Dolomiti. Il comprensorio Monte Baranci offre alle famiglie la scelta tra piste blu e rosse, un corso di ski-cross per bambini, una pista da slittino e il percorso “Regno del Gigante Baranci”, un sentiero ad anello con postazioni fantastiche realizzate con materiali naturali che calano i bambini nella leggenda e nella vita del Gigante di questa montagna. A pochi chilometri, inoltre, 182
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è possibile visitare l’unico allevamento di renne di tutte le Alpi, sulla Croda Rossa di Sesto Pusteria, ma anche osservare i pupazzi di neve giganti e intraprendere una pista per slittino lunga 5 chilometri. Al Post Alpina, genitori e figli possono regalarsi tempo di relax insieme nel centro benessere con piscine e sauna, mentre spazi ad hoc come miniclub e teenieclub permettono di giocare e divertirsi in sicurezza quando i genitori si concedono un po’ di riposo nella Spa Vita Alpina. Post Alpina | Via Ombrosa 39038 Versciaco, San Candido (Bz) | Tel. +39 0474 913133 | www.posthotel.it
Val Gardena Altra valle ma il concetto non cambia! È il caso del Vitalpina Hotel Icaro dell’Alpe di Siusi, che dall’alto dei suoi 1910 metri sopra il livello del mare domina il paesaggio innevato e le ampie e assolate piste. Rinnovato di recente, l’hotel Icaro ha dato molto spazio al design, arte e architettura che sono protagonisti di camere e ambienti comuni. Il restyling gli ha permesso comunque di mantenere la sua filosofia originale: lo stretto legame con la natura e l’attenzione verso la sostenibilità. Dal 2010 è il primo hotel a impatto climatico zero nelle Dolomiti. Direttamente dall’hotel partono discese dolci ideali per i principianti che muovono i primi passi in questo sport, ma anche piste rosse e nere per i più esperti che cercano divertimento e adrenalina. L’Alpe di Siusi e la Val Gardena insieme mettono a disposizione un comprensorio sciistico che vanta 175 km di piste e 80 impianti di risalita. Icaro Hotel | Alpe Di Siusi, Piz 18/1 Alpe Di Siusi, 18/1, 39040 Castelrotto BZ | Tel. 0471 729900 | www.hotelicaro.com Anche il Dolomites Hotel Monte Pana, ai piedi del massiccio del Sassolungo, è la sistemazione perfetta per chi vuole scoprire tutto ciò che ha da offrire la Val Gardena in inverno. Dalla ski room dell’albergo (dove potrete lasciare senza pensieri gli sci e appoggiare scarponi sull’apposita parete con sostegni riscaldati) bastano, infatti, pochi metri, che si percorrono facilmente con gli sci ai piedi, per arrivare agli impianti di risalita che salgono verso il Mont de Seura. Da qui, in poco tempo si raggiunge il carosello sciistico Dolomiti Superski, che collega tra loro ben 12 stazioni sciistiche. Seguendolo si può attraversare, sci ai piedi tutta la valle e raggiungere anche quelle circostanti, senza sciare mai due volte sulla stessa pista. Ai bambini e principianti sono dedicate alcune piste più semplici, disegnate proprio davanti all’hotel. Monte Pana Dolomites Hotel | Str. Pana 45-1 | 39047 St. Cristina | Tel. 377 372 9144 | www.montepana.it L'Almhotel Col Raiser si trova, invece, direttamente in prossimità della stazione a monte del Col Raiser, da cui si diramano 500 km di piste. «Essendo una famiglia di appassionati sciatori conosciamo molto bene le piste gardenesi e non solo - spiega Hansi Schenk, proprietario ed ex istruttore federale sci - Volentieri vi consiglieremo sulle piste da fare, impianti da prendere e baite da visitare... Dopo la colazione allacciatevi gli scarponi e la vostra avventura sugli sci può partire». Almhotel Col Raiser | Ciaulonch 22, 39047 Santa Cristina | Tel. 0471 796302 | www.colraiser.com → CHeck-in • novembre 2021
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Trentino Passiamo ora al Trentino più precisamente in Val di Sole. Al Passo Tonale, storico confine tra Trentino e Lombardia, come hotel direttamente sulle piste spicca La Mirandola: una struttura con una storia antichissima e che sorge nel complesso dell’antico ospizio di San Bartolomeo, un tempo dimora di monaci e viandanti ed ora restaurata e riadattata (presente anche un piccolo centro benessere), senza però rinunciare al sapore dei tempi che furono. Non solo sci, dunque, ma, grazie alla certificazione di Osteria Tipica Trentina, l’hotel offre piatti cucinati usando solo prodotti e vini locali. Esattamente come un tempo, quando la gente viveva di ciò che veniva prodotto nella propria terra. E le camere che hanno ospitato fin dal 1100 sia monaci sia briganti sono ricche di storia. Fuori a pochi metri le piste dell’Adamello Ski area, in uno scenario naturale unico con vista sulla rocciosa Presanella. La Mirandola | Loc. Ospizio, 3 Passo del Tonale | Tel. 0364.903933 www.hotel-lamirandola.it
Piemonte In Piemonte abbiamo selezionato per voi tre realtà molto diverse fra loro. Le prime due vi catapulteranno nelle tradizioni montane di popoli d’altri tempi, l’altra, pur mantenendo il contato con la montagna più autentica strizza l’occhio a uno charme più moderno. Prima tappa alta Val Fornazza. Fuori dalla locanda dalla tipica architettura Walser parte una spettacolare pista da fondo di 12 chilometri che si snoda tra piccoli borghi incantati che sembrano presepi dighe e alte cime. Siamo a Riale, piccolo borgo a 1780 metri di altitudine in provincia di Verbania, ultimo lembo di terra del Piemonte prima del confine svizzero. Ma qui, oltre allo sci e alle cispole al chiaro di luna, si viene catapultati con piacere nelle tradizioni dei popoli che da secoli abitano queste valli. A partire dalla cucina come accade all’albergo-ristorante Aalts Dorf, tappa d’obbligo per provare i sapori della tradizione walser in chiave genuina e casalinga e per rifocillarsi dopo un’intensa giornata in montagna immersi in una piacevole atmosfera conviviale. Al piano terra è possibile il noleggio dell’attrezzatura per le attività sportive (sci di fondo, sci alpinismo, ciaspole in inverno, fat bike elettriche, mountain biketradizionali o assistite nelle stagioni più calde) e prenotare una guida per esplorare il territorio. Adiacente all’edificio si trova “Sapori Walser” un fornitissimo punto vendita con i prodotti tipici del territorio. Aalts Dorf | Frazione di Riale, Formazza (Vb) | Tel. 329 125 7417 | www. aaltsdorf.it Non da meno Walser Schtuba, albergo e locanda gourmet dove i piatti sono quelli della tradizione Walser, tramandati ancora oggi da Matteo Sormani, chef “illuminato” che sta recuperando le antiche ricette e le sperimenta in un perfetto connubio tra innovazione e tradizione. Per l’alta quota e l’isolamento in cui spesso si trova Riale nei mesi invernali, chef Sormani negli anni ha sviluppato una vera e propria politica di cucina “indipendente” capace cioè di essere autonoma → 184
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attraverso l’impiego delle moltissime specie vegetali autoctone (come, ad esempio, la walser hapfla e cioè la patata walser), ma anche autoproducendo cibi come il pane, la pizza e, a Natale, un panettone “di alta quota” (probabilmente uno dei panettoni più alti d’Italia). Locanda Walser | Località Riale 28863 Formazza (VB) | Tel. 339 366 3330 www.locandawalser.it Ora spostiamoci nel cuore del dorsale sud del monte Jafferau. Qui si erge il Savoia Mountain Resort a Bardonecchia (To). L’albergo si trova a 2000 metri, proprio all’interno del comprensorio sciistico del Jaffereau, con accesso diretto alla funivia e alle piste che sono utilizzate quasi unicamente dai clienti dell’albergo. Una pista da sci “quasi privata” sempre senza code o file! E per chi è alle prime armi, l’hotel dispone di una scuola sci, con noleggio. L’albergo ha anche un servizio di concierge service, per l’acquisto degli ski pass che viene fatto trovare direttamente in camera. Savoia Mountain Resort | Località Fregiusia Bardonecchia (To) | Tel. 331.1865176 | www. savoiaresort.com
Lombardia Se il vostro sogno è essere tra i primi a scendere su piste immacolate, anche il comprensorio di Bormio, in Valtellina ha due chicche perfette per voi. Dove però pensare solo allo sci è a dir poco riduttivo. Il primo indirizzo da segnare è il Sunny Valley Kelo Mountain Lodge, nella soleggiata Valle dell’Alpe, a 2.700 metri di altitudine tra S. Caterina Valfurva e la cima del monte Sobretta. Il lodge è visibile solo quando la cabinovia supera la cresta Sobretta e lo scenario che si apre davanti ai vostri occhi è mozzafiato: una valle tutta bianca d'inverno circondata da vette rocciose che si alternano ai ghiacci eterni che ne hanno disegnato le forme. La struttura, composta da 11 magnifiche suite, è immersa nel parco Nazionale dello Stelvio e circondata dalle catene montuose del gruppo Ortler-CevedaleAdamello. Si tratta di un vero e proprio tempio del benessere ad alta quota che comprende, tra le altre cose, un’originale sauna finlandese, custodita da una piccola baita immersa nel bianco. Ma anche l’after ski qui non poteva che essere spettacolare grazie a un bar del tutto insolito: un vero igloo Inuit, completamente realizzato con la neve e i cui interni sono curati nei minimi particolari. Sunny Valley | via De Simoni 29, 23032 Bormio (So) | Tel. 0342 935422 | www.sunnyvalley.it Ancora più in alto con lo Chalet Levissima 3000: il rifugio d’alta quota che si affaccia su Cima Piazzi, da cui sgorga l’acqua Levissima. Posizionato a oltre 3000 metri sopra la cittadina di Bormio, tra le montagne che si affacciano sul Parco Nazionale dello Stelvio, lo Chalet Levissima 3000 è un’esperienza senza eguali, un luogo dove riprendere contatto con sé stessi, rilassarsi e ritrovare la determinazione, ispirati dalla purezza della natura e dalla grandiosità della montagna. Ma anche divertirsi sui tracciati di Bormio Ski. È realizzato con materiali locali e sostenibili, studiato attentamente nelle forme e negli spazi per integrarsi con un ambiente montano unico → 186
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e permettere una totale immersione nello splendido paesaggio alpino circostante. A disposizione anche gli spazi del rifugio Heaven 3000, situato nelle vicinanze, che dispone di bar, ristorante panoramico aperto solo a pranzo e terrazza solarium.
Veneto Tocca ora al Veneto, con in prima fila la perla delle Dolomiti: Cortina! Qui come hotel con pista ce n’è davvero per tutti i gusti, ma per gli indecisi ecco due segnalazioni: un classico e una novità! Non dimentichiamoci anche che Cortina ospiterà la tappa di slalom gigante parallelo in Faloria il 18 dicembre e anche una tappa di Coppa del Mondo di snowboard cross il 29 gennaio 2022. Cominciamo con il classico! L’Hotel Villa Argentina, in zona Pocol, vicino alla nuova cabinovia Son dei Prade - Bai de Dones, dista solo 20 metri dalle piste più belle dell'area, dove gli appassionati di sci possono scatenarsi per oltre 100 km di discese. Infatti, l'hotel Villa Argentina durante la sua storia ha accolto i primi "sportivi" che si affacciavano sulle Dolomiti per le prime scalate in estate e le prime discese sugli sci quando ancora le piste non esistevano. Forte di questa tradizione l'Hotel Villa Argentina nel corso degli anni ha sviluppato il concetto di vacanza attiva dotandosi di molti servizi per gli appassionati di sport di montagna Sciare a Pocol e nelle Dolomiti è l’ideale per principianti e per sciatori esperti. All’interno dell’hotel è presente un fornitissimo noleggio. Gli ospiti hanno a disposizione un deposito sci e scarponi dotato di locker per ciascuna stanza. Hotel Villa Argentina | Loc. Pocol 32043 Cortina d'Ampezzo (Bl) | Tel. 0436 5641 | www.hotelargentinacortina.it E ora la novità: B&B Hotels, catena internazionale con più di 550 hotel in Europa e 43 in Italia, ha aperto B&B Hotel Passo Tre Croci Cortina. Posizione invidiabile (a 1.858 metri di quota), destinazione esclusiva, ottima per gli appassionati di sci, ciaspolate e trekking, il nuovo B&B Hotel Passo Tre Croci Cortina si trova tra le vette delle Alpi d’Ampezzo, vicino agli impianti di risalita, affacciato sulla pista di sci di fondo. La struttura dista solo 8 km dal centro di Cortina d’Ampezzo, 2 km dagli impianti di risalita di Rio Gere (Cristallo/Faloria), 4 km dal famoso lago di Misurina e dalle tre Cime di Lavaredo, 10 km da Auronzo di Cadore con l’omonimo lago. La chicca? Ogni stanza è fornita di una moderna e particolare linea dedicata che rende pratica e comoda la gestione di attrezzature e indumenti sportivi ingombranti. B&B Hotel Passo Tre Croci Cortina | 32043 Cortina d'Ampezzo | Tel. 0436 1996180 | www.hotel-bb.com/it/hotel/passo-tre-croci-cortina Da Cortina ad Arabba, dove, in particolare, segnaliamo due hotel che rispondono alla nostra richiesta. L’Hotel Boè, situato al Passo Campolongo, sulle piste da sci a 1875 metri di altitudine, permette a tutti gli sciatori di accedere alla Sellaronda, lo ski tour attorno al Massiccio del Sella di 40 chilometri, imperdibile per godere appieno dei magnifici paesaggi dolomitici. A completare le caratteristiche dell’hotel anche una sala fitness attrezzata, una piscina coperta panoramica e una 188
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sauna finlandese che permette di ammirare il panorama circostante. Hotel Boè | Passo Campolongo 19 32020 Arabba (Bl) | Tel. 0436 79144 | www.hotelboe.com Il secondo indirizzo da segnarsi è l’Albergo Ristoro Lezuo. Si trova a un’altitudine di 2139 metri, al Passo Pordoi, direttamente sulle piste da sci della Sellaronda, per dare ai propri ospiti la possibilità di essere i primi a percorrere uno degli ski tour più affascinanti delle Dolomiti, uscendo dall’albergo direttamente con gli sci ai piedi. Cosa chiedere di più? Albergo Ristoro Lezuo | Località La Pala, 1 - Passo Pordoi - 32020 Arabba (BL) | Tel. 043679131 | www.ristorolezuo.it
Valle d’Aosta Altra regione altre novità! Come in Valtournenche, in Valle d’Aosta. Nel febbraio 2020 ha, infatti, inaugurato il Bergman Mountain Hotel, albergo elegante a conduzione familiare, di ultima generazione e con una posizione esclusiva a 2120 metri di quota. Si tratta, infatti, di una struttura ski-in ski-out adiacente alla pista 3bis, che porta direttamente agli impianti di risalita che danno accesso a tutto il comprensorio di Cervinia, Valtournenche e Zermatt con 350 km di piste per tutti i livelli. E dopo lo sci, il relax in terrazza con vista panoramica o nella wellness lounge (sempre con vista) con sauna, bagno turco, piscina idromassaggio e idromassaggio esterno. Bergman Mountain Hotel | Via Giomein 53, 11028 | Breuil-Cervinia (Ao) | Tel. (0)166 948001 | www.bergman-hotel.com Da Cervina alle piste da sci di La Thuile. Qui c’è Re delle Alpi Resort, un'ex caserma militare costruita nel 1924 per le guardie di frontiera e che oggi rivive un nuovo splendore, accogliendo appassionati della montagna, amanti dello sport, del benessere e della cucina di qualità. D’inverno lo si può raggiungere con il gatto delle nevi o in motoslitta per poi esplorare con gli sci ai piedi il comprensorio dell’Espace San Bernardo con il collegamento internazionale che da La Thuile porta fino a La Rosiere, in Francia; mentre i non sciatori possono passeggiare con le ciaspole per incontrare volpi, camosci o caprioli. E dopo lo sci
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I mille modi per sciare!
In Engadina si combina anche con lo yoga
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uardare le piste innevate scintillare al sole e specchiarsi nei laghi dell’Engadina è per uno sciatore amore a prima vista. Salire in quota e lasciare la prima traccia sulla neve poi, è come volare a nozze. Per gustare in unica giornata le ottimali condizioni delle piste da sci e da competizione del Corvatsch, Corviglia e Diavolezza non c’è niente di meglio dello Snowsafari. Con partenza dalla stazione Sils-Furtschellas il tour raggiunge la cima del Corvatsch a 3.303 metri di quota, la vetta più alta della regione, da cui si scivola lungo i pendii fino alla leggendaria pista dell’Hahnensee, che scende con vista sui laghi verso St. Moritz per nove chilometri. Arrivati a valle si prende la funivia Bad Signal per risalire nel comprensorio del Corviglia, dove dalla cima Piz Nair si scende a Trais Fluors in direzione Marguns fino ad arrivare a Celerina dopo una lunga e mozzafiato discesa. Da qui gli skibus riportano al punto di partenza a Sils, oppure fino alla stazione a valle della Diavolezza (in circa 25- 30 minuti) per continuare lo Snowfari e completare il tour dei comprensori sciistici.
Corviglia: piste adrenaliniche e yoga sulla neve Oltre ai circa 160 chilometri di piste, gli sciatori sul Corviglia godono di varie offerte speciali. Audi Ski Run, Snowpark Crowland, Yoga sulla neve: ce n'è per tutti i gusti. Ma soprattutto, il comprensorio è un gioiello per l’alta qualità delle piste e per la splendida vista. Per scaldarsi e sentire l’adrenalina c’è la pista Fis n.5 Audi Ski Run Corviglia, dove ci si può sfidare in uno slalom gigante proprio come in Coppa del Mondo: un sistema di cronometraggio rileva il tempo di discesa mentre le telecamere a bordo pista filmano la performance dalla partenza al traguardo (i video sono scaricabili subito dopo la gara e condivisibili sui social network). La tecnologia è protagonista anche sulla pista ad alta velocità n° 7 del Corviglia Speed Check, dove un sofisticato impianto di misurazione micrometrico rileva il ritmo di discesa e fotografa al traguardo. Totalmente diversa la pista Paradiso, sempre a Corviglia, dove gli sciatori non si mettono a uovo per raggiungere più in fretta possibile il traguardo, ma praticano yoga per rilassarsi e vivere un’esperienza nuova in relazione con la montagna: l’Om, il Prana, il Saluto al sole o la Posizione del guerriero aiutano il corpo ad adattarsi alla natura alpina e ad entrare in una relazione nuova con essa. Lo yoga sulla neve a Corviglia, può essere praticato autonomamente sulla pista Paradiso o sotto la guida di esperti della Suvretta Snowsports School. Inoltre, altrettanto mistica ed energizzante è l’esperienza White Carpet, che permette un esordio rilassato in pista alle prime luci del mattino (ore 7:45/8:00). Ad attendere gli sciatori in cima a Piz Nair ci sono chilometri di piste di neve immacolata e appena battuta su cui lasciare la propria firma. L’area dedicata alle acrobazie è lo Snowpark Crowland Corviglia con un’offerta giusta per ogni livello di abilità. Divertimento, salti e gobbe sono garantiti. Sono presenti diversi kicker, ogni sorta di rail e box e molto altro ancora per regalare varietà e divertimento puro! Un’attrazione speciale che piace soprattutto → CHeck-in • novembre 2021
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ai giovani è la fun-slope, una combinazione di snowpark e pista da sci che garantisce divertimento e curve in velocità. Lo Snowpark è aperto da metà dicembre all'inizio di aprile (secondo l'innevamento).
Diavolezza: 10 km di pista sul ghiacciaio del Pers e del Morteratsch A differenza di altri comprensori sciistici sui ghiacciai, la discesa dal ghiacciaio di Pers e Morteratsch, praticabile nei mesi da gennaio a marzo (condizioni neve permettendo), non è preparata ma segue la lingua del ghiacciaio fino a raggiungere la terrazza del ristorante Morteratsch, situato a valle presso la stazione della Ferrovia retica omonima. La discesa che dura in media 45 minuti passa attraverso luoghi selvaggi coperti di neve e ghiaccio. La pista è segnalata da marcature in giallo su entrambi i lati e si raccomanda di non abbonarla in nessun caso per via del pericolo crepacci. Il grado di difficoltà è quello di una pista rossa ma un tratto di 300 m è da considerarsi pista nera.
Piste notturne e cena a 2900 metri Una discesa sugli sci è ancora più emozionante se c’è la luna piena che illumina le piste appena preparate. Questa avventura celestiale si chiama Glüna Plaina e si può vivere in cima alla Diavolezza nei giorni sabato 15.01.2022, domenica 13.02.2022, mercoledì 16.03.2022 e giovedì 14.04.2022. Dalle ore 19.30 si può scendere sulle piste che la luna piena ha trasformato in un paesaggio mistico. Un’esperienza unica resa ancora più speciale se accompagnata da una cena alla Berghaus Diavolezza, il ristorante albergo a 2900 metri, che offre ottime specialità regionali e una vista mozzafiato sul massiccio del Bernina. Tutti i venerdì sera dal 3 dicembre 2021 invece la pista da seguire è quella della Corvatsch Snow Night, aperta dalle ore 19 all’1. Tra una discesa e l’altra ci si può fermare al ristorante Murtèl presso la stazione intermedia, oppure al rifugio Alpetta lungo la pista o all’Hossa Bar.
Skipass in vendita online a prezzi dinamici La regione di Engadin St. Moritz è la prima destinazione sciistica nelle Alpi ad aver abbandonato il prezzo fisso degli skipass e le code in biglietteria. Dal 2018 ha adottato il nuovo sistema tariffario dinamico Snow Deal che offre grandi opportunità di risparmio agli sciatori e soprattutto alle famiglie. Lo Snow Deal si regge come per l’acquisto dei voli aerei sulla combinazione di tre fattori che determinano il costo dei biglietti: il periodo di bassa o alta stagione in cui si vuole sciare, l’ammontare della domanda già pervenuta per il giorno scelto di validità del biglietto e l’anticipo con cui si prenota. Sono accettati anche i pagamenti in bitcoin. Per acquistare gli skipass online e sciare a prezzi vantaggiosi in Alta Engadina visitare il sito www.snow-deal.ch. 81424 192
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Il regalo di Natale perfetto?
Emozioni da vivere per il mondo o a tavola
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anca ormai davvero poco al Natale e la ricerca del regalo perfetto da regalare ai propri cari si fa sempre più serrata. Cosa piacerà all’amico pazzo di MasterChef? Al fratello che conosce i vini come un sommelier? Al papà amante dei sapori autentici? O al collega appassionato di birre? La soluzione è più facile di quello che sembra regalando un’esperienza. Abbiamo selezionato per voi i migliori cofanetti regalo di Boscolo Gift e Smartbox… per tutti i gusti.
notti per 2 persone, 1 esperienza per 2 persone, 1 pranzo o una cena per 2 persone. Euro 890.
Boscolo Gift
Beer & Spirits - Preparatevi a scoprire i segreti e i sapori dei migliori birrifici artigianali e delle più prestigiose distillerie in Italia e in Europa. 2 notti, 1 esperienza per 2 persone. Euro 390. Storie di vino - Dalle cantine storiche alle realtà
A caccia di tartufi ad Alba - Per regalare e regalarsi un emozionante weekend nelle Langhe a caccia del prezioso “tesoro” dall’intenso e inconfondibile sapore. 2
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Assaggi gourmet - Un weekend dove il gusto è protagonista. Crudo di San Daniele, Pesto ligure, Aceto Balsamico di Modena, Parmigiano: questi sono alcuni dei prodotti del vastissimo patrimonio enogastronomico italiano, che ha raggiunto primati di qualità in tutto il mondo. 1 notte, 1 esperienza per 2 persone. Euro 229.
emergenti, preparatevi a degustare i migliori vini italiani e a scoprire grandi storie di passione e dedizione, attraverso la viva voce dei produttori. 1 notte, 1 esperienza per 2 persone. Euro 199. Sapori e tradizioni - L’Italia è una terra di sapori: scopriteli in un viaggio e una cena dedicati ai piaceri del palato tra i piatti della tradizione regionali e i segreti della cucina più raffinata in location suggestive. 2 notti, 1 esperienza per 2 persone. Euro 399. Rooftop & Lounge Bar - Se avete voglia di provare per l’aperitivo un’esperienza diversa, ricercata e raffinata Boscolo ha selezionato per voi una serie di offerte imperdibili. 1 esperienza per 2 persone. Euro 89.
emozioni pure e adrenaliniche come lasciarsi cullare dolcemente dal vento volando in parapendio, osservare il mondo fluttuando a bordo di una mongolfiera, sfrecciare in un’auto da corsa su uno storico circuito e molte altre avventure. Prezzo cofanetto: 199,90 euro. Oasi di relax e gusto - Quale migliore regalo per le persone per noi più importanti, di una giornata da vivere in uno degli esclusivi centri Qc Terme, i templi del benessere per eccellenza? Sarà possibile rigenerarsi e perdersi nel fascino della montagna come Bormio, le Dolomiti, il Monte Bianco o Chamonix o in quello di città ricche di storia a come Roma, Milano e Torino. Prezzo cofanetto: 199,90 euro.
Smartbox
Sapori gourmet - Una raccolta esclusiva di ristoranti prestigiosi o selezionati dalla celebre Guida Michelin, per una cena in cui lasciarsi deliziare dalle creazioni culinarie preparate da chef di fama internazionale. Un momento dal sapore impareggiabile, da condividere con un vero food lover. Più di 80 ristoranti gourmet, per due persone. Prezzo cofanetto: 149,90 euro.
Incantevole Europa - Per chi vuole concedersi una pausa più lunga, magari in occasione delle feste natalizie, questo cofanetto permette di vivere un magico soggiorno di tre notti per due persone in resort esclusivi, castelli fiabeschi e raffinati hotel in tutta Europa. Più di 500 soggiorni da scoprire, per due persone. Prezzo cofanetto: 449,90 euro.
Eccezionali evasioni - Grazie a questo cofanetto si potrà soggiornare in lussuosi hotel quattro e cinque stelle, incantevoli resort o dimore storiche che attendono gli amanti del relax e del gusto per offrire loro un soggiorno da sogno. Più di 100 soggiorni da scoprire, per due persone. Prezzo cofanetto: 499,90 euro.
Fine Dining - Una selezione di ristoranti raffinati e innovativi dove chef acclamati o giovani promesse propongono le loro creazioni di cucina gourmet. 1 esperienza per 2 persone. Euro 159.
Realizza un sogno - Natale è il momento di sognare e con Smartbox si può farlo in grande. Questo cofanetto raccoglie una serie di esperienze che faranno vivere
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Starhotels lancia le residenze di lusso con vista Duomo
di Elisabetta N. Paseggini
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tarhotels, annuncia l’apertura dei Duomo Luxury Apartments by Rosa Grand Milano, esclusive residenze di lusso che includono quattro spettacolari Penthouse con una vista impareggiabile sulle guglie del Duomo di Milano. Gli appartamenti, che hanno anche una lounge dedicata ed un accesso riservato per i propri ospiti, si trovano all’interno del Rosa Grand, nel cuore della capitale della moda e del design ed a pochi passi dalle principali attrazioni della città. Disegnati dall’Interior designer milanese Andrea Auletta, hanno arredi dai colori caldi e avvolgenti e da moderne cucine che si aprono sulla zona living, in perfetta armonia con le grandi vetrate e le ampie terrazze, permettendo così una nuova prospettiva e un’interazione davvero unica con la città. Immersi in un’atmosfera metropolitan chic, questi appartamenti sono delle vere e proprie “dreamhouse” milanesi, intime ed eleganti, che offrono ai loro ospiti un’esperienza unica e la possibilità di vivere la città in modo diverso. L’eleganza 100% italiana dello stile Starhotels crea un connubio perfetto con tutti i
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comfort e l’ospitalità di un albergo di lusso. Tra le Penthouse merita sicuramente una citazione particolare l’esclusiva Penthouse Duplex Duomo View: lussuoso appartamento di 150mq su due livelli, unito da un’iconica scala e da un ascensore privato, con ampie zone living, due camere da letto, due cucine e due bagni. Grandi vetrate a tutta altezza rendono protagonista la luce nei diversi momenti della giornata, mentre le terrazze panoramiche attrezzate di 100mq affacciate sul Duomo, (in primavera ci sarà anche un tripudio di piante mediterranee per accentuare la privacy) trasmettono una pace straordinaria e la rendono una location perfetta anche per occasioni ed eventi speciali. L’elegante Golden Lounge riservata permette agli ospiti un accesso diretto ed esclusivo agli appartamenti e offre diversi servizi dedicati tra cui: un Guest Relation Manager, la possibilità di effettuare il check-in ed il check-out in tutta tranquillità e riservatezza e la possibilità di scegliere tra un’ampia selezione ristorativa tutta da gustare durante i vari momenti della giornata. Altri servizi ed esperienze personalizzate possono essere realizzati su richiesta degli ospiti, come ad esempio la possibilità di avere uno chef dedicato per cene ed eventi privati sulla terrazza con vista Duomo. Lo staff è sempre disponibile per garantire agli ospiti un soggiorno memorabile, nel pieno comfort e nella sicurezza di un grande albergo. Gli ospiti avranno inoltre libero accesso a tutti gli altri servizi dell’hotel tra cui la zona wellness, bar, ristoranti, servizio in camera, housekeeping, lavanderia e meeting rooms.
MILANO
Lombardia 81065
Duomo Luxury Apartments Piazza Fontana 3, 20122 Milano Tel 02 88311 www.starhotelscollezione.com CHeck-in • novembre 2021
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Aqualux relax, ambiente green e ottima cucina da EVO
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qualux è uno dei luoghi più iconici del lago di Garda non solo perché a bordo delle sue piscine termali spesso vengono avvistati noti personaggi del mondo del cinema e della televisione, ma soprattutto perché è la destinazione ideale per vivere una vera e propria experience all’insegna del benessere e dell’armonia rigenerante. E fra le mete non può mancare l'ottima cucina proposta agli ospiti dell'hotel e a quelli del ristorante EVO, aperto anche al pubblico, sotto la guida di Simone Gottardello, socio Euro-Toques Italia. Come dire una vera e propria oasi in cui rifuguiarsi a bordo lago in questo inizio d'autunno per avere cura di se stessi. In questo design hotel dall’anima green è la natura a farla da padrona: ha infatti dettato le regole fin dalla costruzione della struttura in termini di scelta di materiali bio-compatibili, nell’impiego di energie rinnovabili e nell’utilizzo di software gestionali che controllano il risparmio energetico idrico e l’insonorizzazione naturale certificata. Le 125 camere - di cui 18 suite -, dallo stile moderno ed essenziale, sfruttano i principi dettati dall’eco climatizzazione per la veicolazione dell’energia naturale senza utilizzo di radiatori e condizionatori.
L'acqua al centro di ogni proposta L’elemento più importante di tutta la struttura è l’acqua, protagonista dell’AquaExperience una realtà impareggiabile con otto piscine interne ed esterne - 6 per adulti e 2 per bambini - con numerosi getti d’acqua, idromassaggi e aero massaggi: l’acqua termale scaturisce da una profondità di oltre 300 metri ed è ricca di calcio, magnesio e bicarbonati, apporta benefici alla pelle e dona una generale sensazione di benessere a tutto l’organismo.E in più ci sono i 1000 mq dell’AquaSpa&Wellness uno spazio dedicato alla bellezza con cabine per trattamenti, idroterapia e fangoterapia, una Private SPA, saune, una fontana di ghiaccio, un calidarium e un solarium e un’area riservata esclusivamente alle donne con sauna divano e bagno al vapore. Al momento sono chiusi (come in tutte le SPA) solo i bagni turchi per le disposizioni anticovid.
Oltre a piscine SPA c'è la cucina di EVO Se l'acqua è simbolo di benessere in assoluto, non da meno lo può essere la tavola, soprattutto se la proposta dei piatti è in linea con il luogo in cui ci si trova ed è all'insegna della cucina funzionale →
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dello chef Simone Gottardello che punta ad una corretta e migliore nutrizione in termini energetici e di equilibrio psicofisico. La cucina funzionale proposta da Aqualux agli ospiti dell'hotel è supportata da una filosofia olistica e si pone come obbiettivo quello di migliorare e preservare il benessere fisico e mentale attraverso una giusta formazione rispetto alla combinazione degli alimenti, che vengono cotti secondo particolari tecniche per favorirne la digeribilità, e trasmettere loro tutta una serie di informazioni utili per mettere in pratica buone abitudini alimentari. Per un viaggio nella tradizione italiana più autentica, ecco EVO Bardolino - pensato anche per chi non soggiorna in hotel - per una vera e propria ricerca gourmet condotta dall’executive chef Simone Gottardello all’insegna della qualità degli ingredienti e dell’originalità delle ricette di un menu à la carte che esalta i sapori e i profumi dei cicli naturali delle materie prime del territorio, per un’esperienza di gusto tra tradizione e creatività in un contesto raffinato e accogliente. I piatti sono inoltre esaltati dall’abbinamento a vini a base di uve autoctone - Soave, Valpolicella, Amarone, Bardolino - e al pregiato Olio EVO Viola. Le presentazioni, estremamente originali, sono il frutto della cura quasi maniacale che contraddistingue lo chef per il dettaglio e le piccole cose, appagano la vista degli ospiti predisponendoli ad una degustazione curiosa e vivace. 200 CHeck-in • novembre 2021
E poi ci sono i trattamenti da non perdere E dopo le piscine e la cucina, non dimentichiamo i numerosi trattamenti delle innovative proposte di “Benessere Sostenibile” di cui si è recentemente arricchito il menu della Bio Spa in linea con i principi che hanno a cuore l’ambiente e i cui rituali utilizzano selezionati ingredienti che il territorio adiacente il lago di Garda offre o che vengono prodotti dalle aziende agricole della zona senza ricorrere a fertilizzanti o pesticidi.
BARDOLINO
Veneto
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Aqualux Hotel Spa via Europa Unita 24/b, 37011 Bardolino (Vr) Tel 045 6229999 www.aqualuxhotel.com
Per una sferzata di energia niente di meglio che “Fiore di cappero” : alla base di questo prodotto tipico dell’area di Gargnano e Limone dove cresce spontaneamente a ridosso di limonaie e oliveti. Dopo un leggero scrub, si applica a viso e corpo una maschera a base di cappero, yogurt e vino rosso, per finire con un total massage dolce e lento che coinvolge anche il collo, per incanalare al meglio tutta l’energia sprigionata da questo super ingrediente e farne scorta per la stagione fredda. Per un’incisiva azione antiossidante ecco invece “Gold” a base del migliore olio di oliva del Garda Dop - quello della famiglia Viola, proprietaria di Aqualux Hotel, che fin dal 1950 si dedica ad uno dei prodotti simbolo di questo territorio, l’Olio Viola -. Il rituale inizia con uno scrub corpo a base di olio e zucchero di canna, e termina con un massaggio rilassante che alterna sfioramenti leggeri a tocchi più energici. Altrettanto imperdibili, i rituali con la preziosa acqua di olive dell’esclusiva linea Aquoleux.
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Borgo Pignano charme e relax tra le colline toscane
Il resort di lusso è stato realizzato nel pieno rispetto dell’ambiente e della comunità locale e l'offerta benessere e ristorativa rispecchia questa filosofia 202
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di Lucia Siliprandi
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a nota guida Condé Nast Johansens annovera tra le residenze di charme Borgo Pignano, una tenuta privata di circa 300 ettari nascosta tra le colline toscane. Il borgo di origine etrusca è situato a pochi chilometri da Volterra e San Gimignano, storiche città medievali patrimonio Unesco. Membro fondatore di Beyond Green, prestigioso marchio attribuito a quelle strutture che contribuiscono alla valorizzazione del territorio, il resort di lusso è stato realizzato nel pieno rispetto dell’ambiente e della comunità locale. Il corpo centrale, una villa del Settecento circondata da giardini all’inglese, le case coloniche - trasformate in appartamenti e atelier - e le maisonnettes sono stati restaurati con l’impiego di materiali ecocompatibili come ad esempio la pietra locale, l'ardesia di recupero e le vernici ecologiche. Pannelli solari offrono un’energia pulita e, per riscaldare le stanze, ceppi di legna - recuperati dai boschi circostanti - scoppiettano nei grandi camini, mentre la linea cortesia è a base di fiori e piante coltivate nella proprietà. Opere d’arte classica e contemporanea decorano con eleganza gli spazi della tenuta e giovani artisti sono ospitati nel Borgo grazie anche alla collaborazione con la Royal Drawing School di Londra, un’associazione benefica e di mecenatismo patrocinata da Sua Altezza Reale il Principe Carlo d’Inghilterra.
L'azienda agricola, un plus Fiore all’occhiello del Borgo l’azienda agricola biologica, anch’essa nata all’insegna della biodiversità e del risparmio energetico. Qui, infatti, i metodi di coltivazione rispettano i tempi scanditi dalla natura, i laghi naturali e artificiali forniscono l'irrigazione per i terreni agricoli mentre l’acqua piovana, raccolta e filtrata, innaffia i lussureggianti giardini. Uliveti, vigneti e frutteti punteggiano la tenuta, mentre dalle arnie di api domestiche, alla cui smielatura possono partecipare anche gli ospiti del resort, si ottiene un delizioso miele aromatizzato Millefiori.
Relax nella spa Situata all’interno dell’antico pozzo, dove nel Medioevo veniva raccolta l’acqua, la Spa del Borgo è un luogo di silenzio e di serenità per la rinascita del corpo e della mente. Sauna, bagno turco, rituali di benessere promettono una completa remise en forme. Sulla pelle composti naturali: l’erborista del borgo, infatti, seleziona i fiori e le erbe e li miscela con estratti vegetali, olii e miele rigorosamente biologici. Il Tuscany soul è il rituale total body che aiuta a rimuove le tossine e ad alleviare lo stress. Inizia con una manipolazione ai piedi, seguita da un’esfoliazione di tutto il corpo e dall’ applicazione di burro caldo. Continua con un massaggio al viso per sciogliere le piccole contrazioni poi una maschera purificante e, infine, un massaggio rilassante. →
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Restore yourself disintossica a fondo l’organismo: sul corpo un impacco di argilla, salvia e rosmarino; sul viso una maschera rinfrescante, seguita da un piacevole manipolazione del capo. Termina con un massaggio purificante con olio di vinaccioli per rendere la pelle più elastica. Si può scegliere l’aroma per l’effetto desiderato nel massaggio Aromaterapico di Pignano: composti di olii naturali ed erbe biologiche sono applicate sul corpo per rilassare in profondità o rivitalizzare i punti energetici. Benessere di coppia nel trattamento Dolce luna di miele: scrub corpo con miele e farro, massaggio rilassante con olio di lavanda, una maschera viso rigenerante e una coppa di bollicine “made in Italy”. Suggerita una sosta nell’area relax sorseggiando, magari, una tisana a base di erbe selvatiche raccolte nei campi di Pignano.
Ristorazione genuina basata sulla filiera corta Villa Pignano e Al Fresco, i due ristoranti della proprietà, offrono piatti sani e genuini, preparati con materie prime a filiera corta e in parte coltivate nell’azienda agricola del Borgo. Pane prodotto con lievito madre e anche con farine di grani antichi, pasta fresca home made, uova da galline ruspanti, carne proveniente da allevamenti locali, frutta e verdura di stagione, il tutto accompagnato da vini della maison. Passeggiate a cavallo, corsi di cucina e di pittura, pedalate in mountain bike e degustazioni di vini sono alcune delle proposte del Borgo. Da non perdere la caccia al tartufo all’interno della tenuta, guidata da un tartufaio esperto e dal suo fedelissimo cane.
VOLTERRA
Toscana 81296
Borgo Pignano Loc. Pignano 6, 56048 Volterra (Pi) Tel. 058835032 www.borgopignano.com 204 CHeck-in • novembre 2021
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Hotel Le Beaufort sull’incantevole spiaggia di Saint-Malo di Leonardo Felician
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aint-Malo: il solo nome fa sognare le sconfinate onde dell’Atlantico ai tempi dei grandi velieri che solcavano gli oceani sulla rotta aperta da Colombo per tornare in Europa carichi di ricchezze, ma anche l’epopea dei corsari come Robert Surcouf, nativo del luogo e qui immortalato in una statua carica di energia. Questa cittadina in splendida posizione sulle coste della Bretagna ha scritto alcune delle pagine più belle della storia marittima del continente. La ricchezza di questa eredità si percepisce anche nel museo di Capo Horn e nella casa dell’Armatore che conserva la struttura del palazzo mercantile d’epoca. Un giro di bastioni intatti e alti sulla spiaggia racchiude la cittadella storica chiamata Intra-Muros
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proprio perché contornata su tutti i lati da una possente muraglia: è possibile percorrerli quasi tutti ad accesso libero ed è uno spettacolo che cambia a seconda della luce e delle ore del giorno. Da qui Saint-Malo ha visto partire navigatori come Jacques Cartier, scopritore del Québec nel 1534, prosperare le fortune dei tanti armatori cittadini e crescere personaggi storici come Chateaubriand, una delle glorie degli scrittori di Francia. Durante tutto il corso dell’anno la città si anima con i suoi festival musicali e letterari e i suoi avvenimenti marittimi come la celebre via del rum. Le condizioni metereologiche e geografiche sono eccezionali, con un clima temperato tutto l’anno e un forte tenore di ossigeno. I venti che provengono dall’oceano creano un microclima di aria pura e priva di allergeni, carica di iodio, silicio, bromo e ioni negativi che fanno bene alle vie respiratorie.
È questa la meraviglia per chi alloggia fuori dalle mura, in una stanza fronte mare di uno degli alberghi allineati sulla lunga passeggiata che sembra un po’ una diga tant’è alta sulla spiaggia. L’Hotel Le Beaufort è un piccolo palazzo d’epoca, la cui prima pietra è stata posata nel lontano 1885. Arredato in stile un po’ Liberty, perché la proprietaria trova e acquista mobili d’epoca originali, questo piccolo albergo di charme dal gusto tipicamente francese ha solo 22 camere su tre
piani, l’ultimo dei quali è mansardato. La posizione a 10 minuti a piedi dal centro storico, direttamente sulla passeggiata e sulla spiaggia è certo un punto di forza, così come il luminoso e animato salone da tè al piano terra, dove al mattino si serve la prima colazione. Non c’è ristorante, ma durante il pomeriggio viene proposta qualche torta salata o un po’ di pasticceria dolce da accompagnare con il caffè o con una ricca selezione di tè pregiati scelti tra diversi fornitori, nonché caffè e pasticceria a prezzi ragionevoli.
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Hôtel "Le Beaufort" Saint Malo 25 Chau. du Sillon, 35400 Saint-Malo, Francia Tel. +33 299 409999 www.hotel-beaufort.com CHeck-in • novembre 2021
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Bolle
Il locale rappresenta l'espressione della filosofia di Pentole Agnelli: precisione, qualità, territorio ed evoluzione. In cucina il giovane bergamasco Marco Stagi
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entole Agnelli non ha certo bisogno di presentazioni, ma come si conviene ad ogni azienda di caratura internazionale la sua peculiarità è quella di non fermarsi mai ed evolvere. L’emblema di questo percorso in divenire continuo è rappresentato dal ristorante Bolle che l’azienda bergamasca, leader nel settore delle attrezzature professionali per la cucina, aveva aperto a Lallio (Bg) prima del Covid e che ora, con la ripresa delle attività di sta rivelando il salotto buono di casa Agnelli al pubblico. Uno spazio di grande classe dove rappresentare il valore dell'abbinamento fra tecniche di lavoro, tecnonologia di cottura e qualità delle materie primem sotto la brillante guida di un giocane e preparato chef bergamasco, Marco Stagi.
Sperimentare ed evolvere il concetto di cucina gourmet è la mission che si vuole perseguire grazie all’ausilio degli strumenti di cottura più appropriati, non tralasciando l’attenzione verso la materia prima, legata principalmente al territorio. Il nome del ristorante, “Bolle”, rappresenta e definisce al meglio il concetto di evoluzione proprio come fa l’acqua che bolle in pentola cambiando il suo stato in vapore, un richiamo al continuo movimento. E non caso il ristoranmte è prosto la primo piano dell'edificio dove al pian terreno c'è una esposozione di alcune delle produzioni Agnelli. Il concetto è un po' quello della pentola in ebollizione che genera "bolle" che al al piano di sopra sono rappresentate Risotto al pomo d'oro
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da 3 grandi cerchi bianchi che scandiscono gli spazi della sala ristorante. Il progetto parte da lontano e, grazie ad una avanzatissima cucina, si concretizza nella formula studiata per mettere in condizione gli chef di esprimere il loro gusto e la loro personalità nelle varie preparazioni.
Marco Stagi
Tra le peculiarità del ristorante, la territorialità che si nota nelle attrezzature e nel menu ovviamente, ma anche nelle radici dello chef. La cucina di Bolle Restaurant infatti è concepita e organizzata dalla giovane e ambiziosa brigata guidata dallo chef Marco Stagi, di origini bergamasche e legato profondamente al territorio. Marco Stagi, dopo il diploma conseguito all’Istituto Alberghiero di San Pellegrino, matura la sua esperienza nelle cucine del ristorante La Brughiera di Villa d’Almè (Bg), passando poi per Alba (Cn), nella brigata del ristorante tristellato Piazza Duomo dello chef Enrico Crippa, e successivamente da Hof Van Cleve, ristorante tristellato della haute cuisine belga, fino ad arrivare nel team di Giancarlo Perbellini.
LALLIO
La serata di degustazione Le sue doti le ha mostrate durante una serata di degustazione nel quale ha proposto sette portate: Cuore di Lattuga (assolutamente originale e oltre il concetto d insalata...); Astice confit con funghi porcini, rafano e pompelmo; Risotto al pomo d'oro, presentato in pentoline d'oro che valorizzano il riuscito equilibrio fra una leggera piccantezza e l'acidità dei pomodori (il tutto con riso cotto in acqua di pomodoro); ll pesce di fondale Morone presentato con la Belga; il Piccione (un grande e riuscito piatto con cui si misurano tutti i "grandi" cuochi, presentato ion tre cotture diverse, cosca petto e filetto). E per finire i dessert: Il fuoco e Mission To Mars. I vini in abbinamento sono : Gran Rosé 2015 di Villa Parens, Asprinio di Aversa Frizzante 2020 de I Borboni; Fiano di Avellino 2020 di Tenuta Madre; Riesling Alsazia 2017 di Domanine del l'Oriel; Viogner Ars magna 2016 di Omina Romana; Cesanese 2014 di Omina Romana; Vin Santo 2005 di Baldetti.
Lombardia 80946
Bolle Restaurant via Provinciale 30, Lallio (Bg) Tel 035 090 0208 www.bollerestaurant.com Cuore di Lattuga
Ricerca e passione, affiancate da un’atmosfera raffinata, attraverso un servizio discreto e accogliente, sono i punti forti del servizio in sala di Bolle Restaurant, dove gli ospiti vengono coccolati in un luogo intimo. Il piacere di intimità e riservatezza che ciascuno di noi desidera andando al ristorante, viene in questo modo espresso ai massimi livelli. CHeck-in • novembre 2021
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Rinasce il Saigon, elegante angolo di Vietnam a Milano G
razie all’ambiziosa visione di Luca Guelfi, professionista del settore ristorativo con più di 25 anni di esperienze internazionali, Milano, che sta ritornando a piccoli passi a ripartire in grande stile, potrà finalmente riassaporare la raffinata cultura culinaria del sud est-asiatico con la tanto attesa riapertura di Saigon, il nuovo angolo di Vietnam nel cuore della città. L’apprezzato ristorante vietnamita accoglierà, da lunedì 18 ottobre, gli amanti dei delicati sapori della cucina moderna vietnamita nella nuova location in via Archimede 14, a pochi passi dall’originario spazio, chiuso da febbraio 2020 all’inizio della pandemia. Situato nel cuore di quello che è il quartier generale del gruppo Luca Guelfi Company dove hanno sede gli altri locali - Canteen, Oyster Bar e l’ultimo nato Dal Milanese - il nuovo Saigon è uno spazio intimo e riservato con una capienza di 60 coperti e un accogliente dehors che può ospitare fino a 30 persone: un meraviglioso mondo asiatico e vietnamita pieno di sapori, colori e raffinate atmosfere esotiche. Lo spazio è arredato con oggetti originali importati dai luoghi più disparati del mondo, l’atmosfera interna si ispira sempre alla tendenza “Indochine Style” con un forte richiamo al periodo coloniale francese del 900: pavimento in legno Versailles, boiserie in paglia di Vienna, sedie e sgabelli in velluto rosso a nido d’ape, illuminazioni anni 30/40 dei maestri vetrai della storica azienda Venini e dipinti alle pareti di importanti pittori vietnamiti dell’epoca. Kenzie e banani ricreano inoltre un’ambientazione tropicale che ricorda una giungla vietnamita, rendendo nuovamente Saigon un luogo speciale e unico nel suo genere, un viaggio di gusto alla scoperta di quei luoghi lontani, perfetto per un’esperienza sensoriale memorabile. L’executive chef Emanuele Gasperini, già alla guida di “Dal Milanese” a Milano e “Big Sur” in Costa Smeralda, propone un menu ricco di sapori dei tipici piatti tradizionali vietnamiti,
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profumati e speziati, rivisitati da Saigon con contaminazioni internazionali, che esaudiranno i desideri dei palati più esigenti: ci saranno la tradizionale zuppa Pho Bo e i gamberi avvolti su bastoncini di canna da zucchero, non mancheranno i tipici Goi Cuon roll freschi in carta di riso, i Cha Gio involtini fritti cucinati nelle diverse versioni, le polpettine di granchio con spicy mayo, i noodles di riso saltati in padella e il filetto di manzo in salsa di ostriche. Alla cucina tradizionale vietnamita si affiancano specialità moderne, tra cui insalata di anatra glassata e il black cod marinato al miso su letto di Bok Choi. Al tropical bar, posizionato al piano superiore, sarà possibile degustare le straordinarie creazioni del giovane barman Andrea Fantauzzi: eccellenti cocktail con frutta esotica, una numerosa ma ricercata selezione di distillati speciali e signature cocktail Saigon come Indochine, per un connubio tra gusto esotico e contemporaneo a base di mezcal, menta, curry, latte di riso, pepe cayenna. Tra le mille candele accese che donano al locale uno charme ancora più esotico ed elegante, la selezione musicale che accompagnerà le serate di Saigon sarà eseguita esclusivamente da dj donne, capitanate dalla talentuosa Valentina Sartorio, molto conosciuta per le sue esplorazioni musicali tutte al femminile, al limite tra elettronica e classica. La direzione del locale è affidata a Yelco Rojas Medina, già alla guida del precedente ristorante e garanzia di ritrovare la stessa atmosfera raffinata ed esclusiva, di respiro internazionale che racconta l’essenza e la tradizione del Vietnam, lasciata 2 anni fa. (crediti foto: Renato Sobachi)
MILANO
Lombardia
80794
Saigon via Archimede 14, 20129 Milano Tel 02 55185947 www.lucaguelficompany.com CHeck-in • novembre 2021
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DaDa in Taverna Moriggi va in scena l’avanguardia
Tataki Laterale
di Gabriele Ancona
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el cuore di Milano, quello della Milano romana di via Morigi, ha ripreso a pulsare quello che oltre un secolo fa è stata prima un’osteria per mescita vino, poi, fino all’altro ieri, la Taverna Moriggi, oggi rinata sotto l’insegna DaDa in Taverna Moriggi. Un percorso in apparenza tortuoso, ma che forse è giunto a compimento. DaDa , un po’ stravagante, con quella sua anima naturalmente vintage, lo è sempre stato. Lo stile provocatorio degli artisti Dada inizia con il nome, che per una svista viene registrato con una doppia ‘g’, Moriggi, mentre la strada che lo identifica e lo accoglie ne ha solo una. Anche il giorno dell’inaugurazione, l’11 settembre 2021, suona come una spinta in avanti, un futurismo che trasuda dall’ambiente - soffitto a cassettoni, colonne, cotto, mattoni crudi, cucina a vista - dal bere miscelato e dalla linea di cucina. Insomma, un locale in equilibrio tra ieri, oggi e domani. DaDa, un doppio moto da luogo. All’ingresso un lungo banco bar, invitante. Alla sue destra la sala bistrot e di spalle quella ristorante. Al piano inferiore si
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apre la taverna che è sempre esistita, utilizzata in passato come cantina e magazzino. Volta a botte in mattoni con strati di epoca romana, accoglie un lungo tavolo di legno da 16-18 coperti, oggi solo dedicato a famiglie o a gruppi omogenei. In futuro, nel post pandemia, svelerà la sua essenza di desco sociale. La formula? Buona gastronomia e calore di famiglia. Intimità che già oggi si respira con il Pranzo della Domenica, non un brunch, ma menu fisso a 25 euro, bevande escluse. Acqua però compresa. Qui è gratis: offrirla agli ospiti è un concreto segno di accoglienza, oltre a essere un apprezzato guizzo dadaista.
Scamone di manzo cotto al sangue con salsa di spezzatino tradizionale, pomme soufflè e pisellini freschi
Oggi una settantina di coperti complessivi che, si spera a breve, a regime saranno circa centoventi. La filosofia della gastronomia è messa in pratica dai due soci Giuseppe Davide La Grotteria e Paolo Anzil, con alle spalle un’esperienza a Canneto sull’Oglio (Mn), Dal Pescatore, con la famiglia Santini. Menu stagionale per la cena e diverso ogni giorno a pranzo. Una linea che si ispira alla tradizione e la interpreta in libertà. Emblematico l’antipasto “Mi scusi Chef, le ho rubato il piatto” - Omaggio a Nadia Santini (terrina di pomodoro piccadilly e basilico, melanzane fritte e olio extravergine del Garda). Di rilievo anche “Milano anni ‘80” che inverte la struttura del riso ”giallo” con il Vialone Nano mantecato al beurre blanc di Champagne che sovrasta il fondo di zafferano ma ne è decorato dalle sue sfere, un biondo caviale. “Dada, voce del verbo ristorare”, come recita il biglietto da visita, è la declinazione di un food d’avanguardia, così come la lista dei cocktail , tutt’altro che piatta. Tra le proposte del barman Riccardo Campagna ecco Più Negroni (Beefeater Gin, Carpano Classico, Ramazzotti il Premio, Bitter Campari, Angostura Bitter) e il sintetico, futurista, Fernet & Soda.
Milano Anni '80
Mi scusi chef le ho rubato il piatto Omaggio a Nadia Santini
MILANO
Lombardia 80770
DaDa in Taverna Moriggi via Morigi 8 - 20123 Milano Tel 02 36755232 www.dadaintaverna.com CHeck-in • novembre 2021
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Limu Restaurant impreziosisce il gusto di Bagheria Nino Ferreri
di Gianni Paternò
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agheria è diventata la città col maggior fermento gastronomico in provincia di Palermo. Un ristorante stellato, osti che si convertono al gourmet, trattori che aprono anche ristoranti moderni, trattorie tradizionali, osterie popolari, specialità storiche come lo sfincione e la focaccia. Da poco si è aggiunto un nuovo ristorante con forti e reali ambizioni: Limu Restaurant. Un’antica torre di guardia del 1565 trasformata in un locale moderno ed elegante, uno chef-patron trentaduenne che farà parlare di sé. Nino Ferreri nasce nella zona, giovanissimo già innamorato della cucina lascia la Sicilia, magari non con la valigia di cartone, lavora ma specialmente impara in Italia e all’estero. Tante tappe, ciascuna lo arricchisce e lo forma, varie regioni, più nazioni, molta Francia, diversi maestri anche di fama. Ormai maturo, col suo bagaglio culturale ed esperienziale, torna nel 2019 in Sicilia come executive in un noto hotel ristorante. Infine pochi giorni fa, il 15 settembre, diventa lo chef, il capo, il padrone di questa nuova avventura.
Quattro "T" a guidare il locale Tradizione, Territorio, Tecnica, Talento. Queste le quattro T della cucina di Nino Ferreri: fresca, concreta e rispettosa della materia prima, che valorizza i prodotti del circondario. Una cucina sobria sia come numero di ingredienti sia nella tecnica di lavorazione dei prodotti selezionati. Nei suoi piatti traspaiono una grande tecnica, ricerca dei migliori ingredienti, fantasia estrosa, gusto 214
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deciso, cura dei particolari. Uno stile essenziale ma ricco di contenuti dove le materie prime vengono lavorate e i piatti progettati rispettando la massima capacità di espressione del gusto dei singoli ingredienti. Una cena non è di classe se non si svolge in un locale di classe e la ristrutturazione della torre ha portato alla scelta di arredi moderni, semplici, tecnologici, dove la nota di colore è data dalle tante bottiglie di vino in bella mostra, ambiente in penombra e tavoli ben illuminati per far godere la vista, due salette e una terrazza. Il menù, rigorosamente stagionale, viene cambiato ogni due mesi, fatta eccezione per alcuni piatti signature che ruotano in carta in base ai periodi. Tre sono i Menu Degustazione di 5, 7 e 9 portate, con una proposta à la carte divisa tra 4 antipasti, 4 primi, 4 secondi e 4 dessert. La carta dei vini presenta una selezione di etichette siciliane oltre che una proposta di vini nazionali ed esteri sempre in divenire grazie ad un lavoro attento sulla cantina.
Ala lunga
Nino sa che anche la squadra deve essere efficiente, ecco allora la moglie Maria Grazia in sala accompagnata da Giandomenico Gambino che cura anche i vini, Lorenzo Brancaleon sous chef con tanta formazione importante da poter essere ottimo executive.
Il totano BAGHERIA L'agnello
Sicilia
81143
Limu Restaurant via Ciro Scianna, 177, 90011 Bagheria (Pa) Tel 091 649 6288 www.limurestaurant.it CHeck-in • novembre 2021
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Cosa fare in paradiso? Alla scoperta di Mauritius, dove oltre la spiaggia c’è di più
Shandrani Resort & Spa è il punto di partenza per gli amanti dello sport e delle escursioni. Da qui si parte alla scoperta dei mille volti dell'isola: dalle cascate alle riserve naturali, dalle montagne alle piantagioni di tè 216
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on si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si ha mangiato bene”, diceva Virginia Woolf. E chi non è d’accordo con lei! Sembra una premessa strana accingendoci a raccontarvi di Mauritius, l’isola paradisiaca dell’Oceano Indiano che proprio recentemente si è aggiudicata il terzo posto tra le 10 Best Destination 2022 di Lonely Planet, ma in realtà ha molto senso. Anche perché, da buoni italiani, come potremmo godere appieno di una full immersion nella natura sorprendente e nell’intrigante mix culturale di quella che Mark Twain paragonò al paradiso, con la pancia vuota? Un problema che non si pone allo Shandrani Beachcomber Resort & Spa grazie a “Cucina d’autore... a Mauritius”, una settimana (dal 25 febbraio al 5 marzo 2022, con arrivo in Italia il 6 marzo), nata dalla collaborazione tra la rivista Check-In, Roncalli Viaggi e Beachcomber Resorts & Hotels, che unisce relax, sport, natura, mare, cultura ed enogastronomia. Il tutto grazie alla presenza di un ospite d’eccezione, Luca Marchini, membro di EuroToques Italia e cuoco del ristorante L’Erba del Re a Modena (1 stella Michelin), che insieme all’executive chef dello Shandrani Beachcomber, Mooroogun Coopen, (presidente Mauritian Chefs Association, Worldchefs Certified Executive chef e Worldchefs →
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Le Pouce Mountain - Trekking
Certified Master chef) daranno vita a un’esperienza culinaria unica nel suo genere, portando gli ospiti a navigare sull’onda del gusto di due cucine, quella italiana e quella mauriziana. Perfetto! E ora che il gusto è appagato possiamo partire alla scoperta di questo multiverso culturale e naturale circoscritto da un magnifico oceano che è l’isola di Mauritius.
Il viaggio del futuro è ora Escursioni in catamarano
Non solo spiagge bianche, ma tanti viaggi distinti, in un territorio poco più grande della città metropolitana di Milano e che è, allo stesso tempo, remota, ma anche esclusiva e sicura. In una parola? Il viaggio del prossimo futuro! E il perché è presto detto: Mauritius, da sempre, ha costruito la sua reputazione su una solida base di grandi bellezze naturali, eccellenti infrastrutture turistiche e un impegno per il turismo sostenibile: «Mauritius e Rodrigues sono tra i pochi posti sulla terra dove la tendenza è stata invertita per molte specie e per gli habitat più importanti - ha detto Vikash Tatayah, responsabile della tutela, Mauritian Wildlife Foundation - Molti dei nostri luoghi più belli oggi offrono ecotour ai visitatori». Scopriamo questi paradisi nel paradiso.
Il selvaggio sud Paradiso i cui colori primari sono il blu del mare e il verde, con tutte le sue vibrazioni, della foresta primaria. Ma prima fermiamoci ad 218
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ammirare la vista imponente dalla cima del vulcano spento di Trou aux Cerf e le cascate di Tamarin, per poi lasciarci avvolgere dalla spiritualità del lago di Grand Bassin, luogo sacro per eccellenza della comunità hindu: la leggenda racconta che questo piccolo specchio d’acqua sarebbe nato dalle gocce d’acqua cadute dal capo del dio Shiva, affascinato dalla bellezza di Mauritius, mentre volando trasportava il fiume Gange per impedire un’inondazione. Dall’elemento “acqua” al selvaggio tratto collinare su cui si estende il Parco Nazionale di Black River Gorges, un regno incontaminato per gli amanti del trekking. Passando per tutte le tonalità di arancio e rosso delle suggestive Terre Colorate di Chamarel. Qui da non perdere una tappa all’omonima Rhumerie, che distilla con metodi sostenibili, senza scarti produttivi, per scoprire tutti i segreti della produzione del rum.
Le cascate Chamarel
Nelle riserve naturali Il nostro viaggio continua on the road tra meravigliose riserve naturali. Prima tappa l’Ebony Forest Reserve, che oggi vanta 50 ettari di foresta, nel tempo recuperata inserendo specie di fauna e flora endemiche che qui hanno trovato una sorta di santuario dove potersi riprodurre allo stato originario. Ricordandoci, prima di andare, di piantare una pianta di ebano che porterà il nostro nome. Nell’Heritage Nature Reserve, incredibilmente ricca di biodiversità, invece si possono vivere tutta una serie di esperienze eco-oriented come il tuffo nello specchio d’acqua trasparente vicino alle cascate de L’Example con picnic vicino al fiume.
Percorsi sconosciuti e pranzo con i locali Ma per addentrarci, nel vero senso della parola, nel cuore di Mauritius, dobbiamo andare fuori dai soliti percorsi turistici e scoprirne di nuovi: da Rochester Falls, nell’entroterra a sud all’altezza della spiaggia di Gris Gris, a Crève Coeur a nord vicino a Pamplemousses alle Tamarind Falls a sud ovest, in fuoristrada lungo itinerari avvolti dalla foresta e a piedi per raggiungere luoghi incontaminati. Per poi chiudere l’avventura come ospiti di una famiglia mauriziana in uno dei tipici villaggi limitrofi.
Le Terre Colorate di Chamarel
La rotta del tè
Da sud a nord: mille cose da fare In ogni caso, sarà difficile scegliere, perché ogni angolo dell’isola racchiude infinite suggestioni e infinite possibilità, da nord a sud. Come, ad esempio, la Tea Route, la via del tè che passa attraverso Domaine des Aubineaux, dove la dimora coloniale è oggi utilizzata come distilleria di oli essenziali. Da qui si arriva a Bois Cheri, una piantagione di tè nata a fine Ottocento che oggi comprende circa 250 ettari, dove è possibile seguire le vari fasi della lavorazione e a conclusione della visita fare una degustazione delle diverse qualità di tè. → CHeck-in • novembre 2021
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Il mercato a Port Louis
O la tappa imperdibile del giardino botanico di Pamplemousses, il più antico dell’emisfero boreale. Perfetto equilibrio di rigoglio tropicale e rigore di un’impostazione occidentale con splendidi viali dove le palme sono cresciute così tanto da formare gallerie. Il giardino è una concentrazione di specie endemiche e provenienti dai più diversi angoli del pianeta. Il suo simbolo per eccellenza è la grande vasca delle ninfee giganti e lo splendido angolo con i fiori di loto. E ancora: Port Louis, simbolo dell’incredibile crocevia culturale, linguistico e commerciale dell’isola dove non perdere, oltre al colorato mercato locale e al waterfront, meta ideale per lo shopping, La Citadelle, unica fortezza sopravvissuta tra le innumerevoli fortificazioni costruite dagli Inglesi nel XIX secolo. Dalla città alla montagna con scalata a Le Morne Brabant (Sud Ovest), sito Patrimonio dell’Unesco, dalla cui cima si gode di un panorama mozzafiato. Scalate, escursioni, gite in fuoristrada, trekking, è proprio il caso di dire che “oltre la spiaggia c’è di più!”. Che dire ad esempio, dell’emozione di nuotare con i delfini grazie a un giro speed boat da Riviere Noire alla Penisola di Le Morne?
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Shandrani Resort & Spa, quintessenza dello charme Ora siete soddisfatti? Allora rientriamo, anche se le emozioni non finiranno di certo. Osservando la manciata di isolette, i cui nomi sembrano usciti da un poema (Ile aux Aigrettes, Ile de la Passe, Ile aux Flamand) sulla costa sud orientale di Mauritius, torniamo allo Shandrani Beachcomber Resort & Spa. Vi si giunge attraverso i campi infiniti di canna da zucchero, attraversando il suo parco centenario con il suo splendido viale di palme secolari. Il resort, che regna maestosamente tra il verde e il mare di una penisola di 50 ettari, ricca di spiagge, di cui una che sfiora il chilometro di lunghezza, è la quintessenza dello charme. La tentazione di fermarsi qui e crogiolarsi nel dolce far nulla è tanta, ma poi, al risveglio, ci tornano in mente le mille cose che ci aspettano là fuori dalla nostra camera oltre la maestosa piscina e, gustando una sontuosa colazione, distratti solo dalla brezza del mare e dal profumo unico degli alberi di frangipane, ci accorgiamo che siamo già pronti per il prossimo angolo di paradiso che Mauritius sta per donarci.
Mauritius
81280
Shandrani Beachcomber Blue Bay, Le Chaland 51510, Mauritius Tel (+230) 603 4100 www.beachcomber-hotels.com
PRENOTAZIONI ENTRO E NON OLTRE IL 23 DICEMBRE c/o Roncalli Viaggi - Tel 035 225501 - info@roncalliviaggi.it Quota per persona (adulto) “all inclusive” camera doppia: 2.290 € Assicurazione annullamento, incluso Covid: 90 € per persona Programma dettagliato al link: https://iat.pub/2YbuO8J
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Vacanze di Natale nell’Oceano Idiano tra natura e divertimento
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Profumi esotici e note speziate, spiagge infinite e mari dai colori cangianti, relax totale o sport: i consigli per le feste a Maldive, Seychelles, Mauritius dove c'è un Constance Hotels & Resorts per tutti i gusti
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acanze di Natale a… Come nei migliori cinepanettoni che per anni hanno accompagnato l’arrivo delle festività facendoci fantasticare su mete da sogno, vicine e lontane, vi portiamo alla scoperta di tre isole dell’Oceano Indiano. Parliamo di tre tra le mete turistiche più glamour del mondo: Maldive, Seychelles, Mauritius. Approdi dove trascorrere la vacanza della vita, in special modo sotto le feste, che permettono di capire (e godere appieno) quali meraviglie esistano nel nostro pianeta. E tra profumi esotici e note speziate, spiagge infinite e mari dai colori strepitosi, foreste vergini, resort di charme e culture lontane prepariamoci ad accogliere, nel migliore dei modi, l’anno che verrà! →
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Maldive Prima tappa le Maldive, arcipelago di 1.190 isole bagnate a sudovest dello Sri Lanka. Ma inutile e impossibile chiedersi quale sia la più bella: il paesaggio da sogno, con spiagge bianchissime, mare cristallino, pesci e coralli multicolori, si trova un po’ dappertutto. Fanno la differenza, invece, le infrastrutture, da scegliere accuratamente in base al proprio viaggio dei sogni: quale sport praticare, voglia di privacy o socializzazione, centri benessere…. Per tutti mille specie di pesci e molluschi che danno la sensazione di essere all’interno di un acquario. Il consiglio? Concedersi qui un vero e proprio digital detox senza cellulare e tv (lo spettacolo è fuori dalla finestra) restando sdraiati sotto una palma, mangiando cocco, nuotando insieme agli squaletti (innocui) e guardando un vero cielo stellato. E assaporare così la vera qualità delle Maldive: far sentire davvero fuori dal mondo.
Natale pied dans l'eau al Constance Halaveli, Maldive L’indirizzo perfetto per le prossime festività alle Maldive è il Constance Halaveli, 5 stelle lusso nell’atollo di Ari Nord, insignito del titolo di “Maldives Leading Villa Resort 2021’’ nell’ultima edizione dei World Travel Awards, i più prestigiosi premi internazionali del mondo del turismo. La promessa dell’hotel è allettante: Natale e Capodanno pied dans l’eau nella straordinaria natura maldiviana, tra acque cristalline, spiagge bianche, palme ondeggianti e tramonti infuocati. →
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Qui gli appassionati di snorkeling e immersioni potranno immergersi nelle acque dell’Oceano Indiano e fare la conoscenza degli abitanti del reef come pesci colorati, tartarughe, mante e (se fortunati) lo squalo balena. Diverse le attività sportive sia in acqua sia fuori, dal kite surf al paddle, dal tennis con istruttore privato alla palestra attrezzata. Chi invece predilige tranquillità e relax sarà in prima fila a una delle imperdibili lezioni di yoga all’alba o al tramonto, per una connessione mistica tra corpo, mente e natura. La Constance Spa, over water, propone inoltre, massaggi e rituali di puro benessere effettuati da terapisti esperti con prodotti naturali. Tra le novità l’inserimento di lussuosi trattamenti fito-aromatici firmati Sisley Paris e pensati per la cura del viso e del corpo, che uniscono rituali di massaggio esotici ispirati ad antiche tradizioni con il potere dell'aromaterapia. Grazie a questa collaborazione tra Constance e il celebre brand francese gli ospiti saranno trasportati in un mondo sensoriale esotico e seducente, nessuna miglior occasione per risvegliarsi dal torpore cittadino riscoprendo sé stessi. Ma il benessere al Constance Halaveli passa anche dalla cucina. Di recente è stato messo a punto un menu speciale healthy con piatti vegani e vegetariani, che si aggiunge alle proposte di smoothies e mocktails già presenti nei diversi ristoranti e bar. E per festeggiare: musica live, serate a tema, degustazioni in laguna, buffet speciali e fuochi d’artificio a illuminare il Capodanno. →
Constance Halaveli Halaveli Island, Maldive www.constancehotels.com 226
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Seychelles Dalle Maldive alla Seychelles ma la bellezza non cambia: una miriade di 115 piccole isole in un mare turchese costellato da barriere coralline fra le più belle al mondo e popolato da tartarughe e delfini. E ancora giganteschi blocchi granitici (per la gioia di chi ama il trekking) che si ergono dal mare, una vegetazione lussureggiante, coste di sabbia bianchissima e atolli che galleggiano come boschetti verdi sull’acqua trasparente delle lagune. Il consiglio? Fate almeno un’immersione subacquea: le basse profondità permettono, infatti, anche ai neofiti di incontrare una fauna marina variegata, composta da squali, murene, razze e le migliaia di specie di pesci colorati della barriera corallina. E dopo la fauna marina non vi resta che osservare anche le specie (terrestri) più rare al mondo come la tartaruga gigante. Senza dimenticare il tuffo nei sapori della cucina creola, frutto di due secoli di tradizioni e commistioni tra cuisine française, influenze indiane, cinesi e sapori africani.
Relax totale al Constance Ephelia, Seychelles Se il vostro sogno per le prossime vacanze è il relax totale e rigenerante e il contatto con la natura, l’indiritto da segnarsi è il Constance Ephelia, situato su due delle più belle spiagge dell'isola di Mahé, con vista sul parco nazionale marino di Port Launay. Molto più di un resort, è un piccolo mondo perfettamente integrato nella vibrante natura dell’isola, perfetto per le vacanze in famiglia e non solo. Il resort, certificato Green Globe, è da sempre riconosciuto per la sua vocazione ecosostenibile. Il Constance Ephelia è attivo nella tutela delle mangrovie con diverse attività, come, ad esempio, i tour di educazione ambientale per far conoscere principalmente agli studenti il contributo delle mangrovie nell'ecosistema globale, mentre piantano nuovi esemplari. Il resort dispone di una “nursery” per le mangrovie, dove tutti i semi piantati vengono monitorati in modo da favorire la diffusione e la rinascita delle sette diverse specie endemiche. Un nuovo sentiero escursionistico consente agli ospiti di immergersi nella natura, in un percorso panoramico che porta fino al punto di vista più alto del resort per ammirare paesaggi mozzafiato. Tra i punti di forza del resort c’è la spa, che con ben 5mila mq votati al relax, nel cuore del meraviglioso giardino tropicale della struttura, è la più grande dell’Oceano Indiano. Qui un team di professionisti si prende cura del benessere degli ospiti, 228
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ascoltandone le esigenze e valutando insieme i trattamenti più adeguati al raggiungimento dei loro obiettivi. In occasione delle festività, questa perla incastonata alle Seychelles, tra serate a tema e degustazioni, musica e relax, eccellenti cene e ricchi buffet, offre ai suoi ospiti attività ed emozioni indimenticabili per trascorrere con gli affetti più cari momenti spensierati ed emozionanti. →
Constance Ephelia Port Launay Rd, Mahé, Seychelles www.constancehotels.com
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Mauritius Ultima (ma non certo per bellezza) tappa le Mauritius. Di questa isola vulcanica (lunga solo 58 km e larga 47) Mark Twain scrisse «Dio creò prima Mauritius e poi il Paradiso terrestre». Ma qui la bellezza non è solo, oggettivamente e palesemente, nella natura ma anche nella miscellanea di religioni, idiomi, cultura e tradizioni: qui convivono, infatti, circa 40 diversi culti religiosi e 11 lingue in un’integrazione totale, nella quale si viene inglobati attraverso i sorrisi e la cortesia della popolazione. Il consiglio: visitare anche Rodrigues, seconda isola per grandezza che, insieme a quelle di Saint Brandon e Agalega, formano l’incantevole arcipelago della Repubblica di Mauritius. Splendide le sue spiagge e le coste ancora intatte. Qui si ritrova un’atmosfera autentica, conservata proprio grazie alla lontananza dalle rotte turistiche consuete.
Al C Mauritius 12 “cignatures” per le feste Divertimento e spensieratezza totale sono il vostro obiettivo per le feste di fine anno? Ci pensa il nuovo C Mauritius, primo luxury beach resort del brand lifestyle C Resorts, nato dal know how del gruppo Constance Hotels & Resorts e Indian Ocean's Leading Hotel Brand 2021 agli ultimi World travel Awards. Il resort ha, infatti, ideato 12 Cignatures (come i giorni che vanno da Natale all’Epifania): 12 esperienze, luoghi e attività, pensate per stupire ed emozionare gli ospiti.
Le 12 sorprendenti Cignatures sono: “Circuit” - Un percorso di fitness all'aperto con attrezzi realizzati con materiali naturali per ritrovare la serenità. "C Trek” - Escursioni guidate al Monte Le Pouce, per soddisfare il desiderio di scoperta di avventurieri ed esploratori. “Sessions by the C” - Serate di relax e divertimento sulla spiaggia sotto le stelle con musica e dj. "Cwing” - Altalene per lasciarsi dondolare tra le palme, ammirando la spettacolare laguna di Palmar. “Crustacea” - Esperienza culinaria su Sirius, la piroga dell'hotel, per assaporare tapas e prelibatezze di mare direttamente in barca, circondati dal blu dell’Oceano Indiano. "C-Picerie” - Lo spazio dei food lover lungo la spiaggia, dove ordinare un caffè, concedersi un croissant o rifornirsi di prodotti locali per un picnic... Lo spirito della Dolce Vita con un tocco esotico! “Cascade” - Una gigante doccia musicale perfetta per rinfrescarsi, cantare, ballare e divertirsi. “Charme” - I bambini all’arrivo al resort riceveranno un simpatico braccialetto artigianale, che sarà anche un invito a partecipare a una emozionante missione C volta a raccogliere più ciondoli 230
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possibili attraverso compiti appositamente assegnati. “Crossing” - Un ingresso “green” dove dominano la natura conduce l’ospite in un atrio pieno di fiori. Una transizione dal mondo esterno a un nuovo spazio immerso nella natura. “Concoctor” - Il resort ama sorprendere i propri ospiti: questo originale strumento produce cocktail di volta in volta diversi e personalizzati sulla base degli ingredienti inseriti dall’ospite. “Clustre” - Una galleria di immagini stampate è esposta sulle lampade a sospensione appese nella hall. Ciò che ne deriva è un'opera d'arte collettiva unica, diversa ogni settimana. “Club House” - Attività divertenti da svolgere sulla sabbia bianca per riscoprire la nostra infanzia. Durante le feste di Natale e Capodanno, le 12 “Cignatures” sono affiancate da un ricco programma di intrattenimento per celebrare l’arrivo del Natale e del nuovo anno. Ma non finisce qui: il C Mauritius ha in serbo diversi appuntamenti speciali, come una cena a base di aragosta al Chow & Carafe il 23 dicembre e un gustoso Christmas Eve Gala Buffet seguito da una serata di musica e intrattenimento al bar del resort il 24 dicembre. Natale al C Mauritius si apre con un appetitoso Brunch, prima di salutare Babbo Natale che arriverà dal mare con regali e doni per gli ospiti, pronto a posare con tutti sulla spiaggia per un simpatico selfie. Tra attività sportive, degustazioni esotiche e tanta musica ci si prepara ai festeggiamenti di fine anno: la sera del 31 dicembre si comincia con il Festive Cocktail Party al C Bar e si prosegue con il New Year Eve St. Sylvester Buffet per salutare il 2021 sulla spiaggia a pochi passi dalle acque cristalline dell’Oceano Indiano, con uno spettacolo di fuochi d’artificio ad accompagnare speranze e sogni per il 2022. Chi vuole iniziare l’anno sotto il segno del benessere può concedersi prima una rilassante sessione di yoga mattutina e poi dedicarsi ai circuiti di fitness all’aria aperta, nella straordinaria natura mauriziana.
C Mauritius Palmar, Poste de Flacq, Mauritius www.c-resorts.com 81579 CHeck-in • novembre 2021
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Comte de Montaigne
presenta i suoi Cavalieri
La Maison dell’autentico Champagne dell’Aube cresce in Italia e consolida la sua rete di collaborazioni con il mondo Horeca, puntando sul Club dei Cavalieri del Comte
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entellinare uno Champagne per coglierne l’unicità al palato richiede tempo. Lo stesso tempo che diventa essenziale per produrre bollicine di qualità, nel rispetto della natura e dei cicli di vinificazione. Golosità, complessità, ed eleganza diventano perfezione da degustare, fra profumi di burro, di crosta di pane e spezie che raccontano sapori dal profilo rotondo e fruttato. È così che l’arte si fa fluida. Ma forse non tutti sanno che lo Champagne autentico arriva da molto lontano. La tradizione racconta, infatti, che Comte de Champagne, di ritorno da una delle Crociate, nel XIII secolo, si trovasse a passare da Cipro e dal suo viaggio riportasse il primo ceppo di Chardonnay in Europa, che riportò e piantò nella Côte des Bar. Un’immagine epica, che compare anche su una delle vetrate della Chiesa di Santa Maddalena, a Troyes, capoluogo del Dipartimento dell’Aube. Lo stesso territorio dove oggi si trovano le vigne della Maison Comte de Montaigne, azienda produttrice che ha portato in Italia il vero Champagne delle origini.
Stéphane Revol 232
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«Il terroir della Côte des Bar rappresenta un forte tratto identitario delle nostre Cuvée - spiega Stéphane Revol, ceo della Maison - che si distinguono per golosità, complessità ed eleganza. Il nostro è uno Champagne che ha cuore per le persone che con tanta passione e tanto impegno seguono le fasi della lavorazione, dalla vigna alla cantina fino all’imbottigliamento. Ma anche perché nasce nel segno dell’autenticità e del rispetto dei tempi della natura, con un processo di vinificazione di 55 mesi, ben al di sopra della media di 19 mesi, per lasciare invecchiare le cuvée con pazienza e sapienza, lontano dalla logica del time-to-market».
Cuvée sempre più apprezzate sul mercato italiano Non sorprende, quindi, che il consumatore italiano dimostri di apprezzare le Cuvée della Maison: dal Brut (70% Pinot Noir e 30% Chardonnay), all’Extra Brut (70% Pinot Noir e 30% Chardonnay) e al Rosé (100% Pinot Noir), senza dimenticare il Blanc de Blancs (100% Chardonnay) e la Cuvée Speciale (100% Pinot Noir). E a premiare la qualità premium dello Champagne Comte de Montaigne sono soprattutto le vendite che, nonostante il lock down, hanno messo a segno una crescita del 45% negli ultimi due anni. Nel nostro Paese il Brut si conferma la firma della Maison in termine di volumi, mentre il Blanc de Blancs resta un best seller e vera icona dello Chardonnay, del quale esalta finezza ed eleganza. In crescita anche la popolarità di Rosé, Extra Brut e della Cuvée Spéciale.
Il Club dei Cavalieri del Comte rafforza il patrimonio associativo della Maison Alla luce di risultati in costante crescita, per l’azienda adesso il vero obiettivo è consolidare la brand identity e fidelizzare i clienti, anche grazie alle sinergie con le aziende del settore Horeca. E proprio ispirandosi a queste premesse, Stéphane Revol ha deciso di creare il Club dei Cavalieri del Comte, al quale possono accedere solo le aziende che hanno davvero lo stesso Dna di valori dell’azienda (cuore, autenticità e bon vivre) e dove non conta il numero di bottiglie o il valore degli ordini fatti. Ma non solo: fra le ambizioni del Club dei Cavalieri c’è anche quella di porsi come un vero e proprio laboratorio di idee e di confronto → CHeck-in • novembre 2021
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fra le diverse aziende, di osservatorio sui trend e sulle criticità dei diversi comparti del mondo Horeca. Un club pensato per “fare sistema” e unire le risorse per obiettivi comuni, primo fra tutti creare nuove opportunità di business e consolidare la relazione con il cliente. «Per rafforzare il patrimonio associativo della nostra Maison prosegue Revol - abbiamo coinvolto i nostri clienti in esperienze de-settorializzate, a forte impatto emozionale, organizzate in sinergia con i nostri Cavalieri del Comte. Ecco perché oggi Comte de Montaigne è sempre più sinonimo di esclusività, di autenticità e qualità. Tutti valori che posizionano la nostra azienda fra i principali Player del mercato degli Champagne Premium».
The Gritti Palace, punta di diamante dell’accoglienza italiana A far parte del Club dei Cavalieri del Comte sono alcune delle realtà di primo piano del mondo della ristorazione e dell’hotellerie, come The Gritti Palace, punta di diamante della ricettività del Belpaese rinomata in tutto il mondo, che è al fianco di Comte de Montaigne in una importante iniziativa benefica. L’azienda francese devolverà, infatti, i proventi della vendita di una bottiglia Mathusalem di Brut Grand Réserve da 6 litri autografata dalle star del jet-set internazionale ospiti dell’hotel all’Associazione “CAF - Centro di aiuto ai minori e alla famiglia in crisi” di Milano. Fra le esperienze memorabili rese possibili dal Club dei Cavalieri del Comte ci sono anche la sfilata esclusiva con Dolce&Gabbana per i più grandi clienti di un partner della Maison. E ancora: il corso di gemmologia alla Boutique di Cartier in Corso Montenapoleone, a Milano, riservato ad alcuni prestigiosi clienti di un altro membro del Club. Accade, poi, che siano gli stessi partner a creare occasioni speciali per coinvolgere la Maison. Ad esempio, quando un membro del Club ha chiesto all’azienda di poter organizzare un pranzo con un 2 stelle Michelin nella suggestiva cornice dei vitigni Comte de Montaigne, con degustazione di vecchie annate per i suoi migliori clienti.
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Comte de Montaigne Italia Molino delle Armi 7, 20123 Milano Tel 02 84928976 www.comtedemontaigne.com 234
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Paolo Lorenzoni, general manager The Gritti Palace, e Stéphane Revol, ceo Comte de Montaigne
Carpaccio di gambero rosso Ricetta di Daniele Turco, executive chef del Club del Doge, ristorante del prestigioso Gritti Palace Hotel, a Luxury Collection Hotel, a Venezia, da abbinare all'Extra Brut di Comte de Montaigne, uno Champagne dagli aromi fruttati, che regala un finale netto e una sensazione di grande purezza. Per lo zenzero marinato: pelare 500 g di zenzero accuratamente poi tagliarlo con l’apposita mandolina molto sottile, mescolare 50 g di sale e 50 g di zucchero e mescolare lo zenzero tagliato sottile, poi lasciarlo in infusione per 24 h. Dopo le 24 h risciacquarlo, e sbianchirlo per 3 volte in acqua partendo da acqua fredda. A parte preparare uno sciroppo di aceto di lamponi, con 500 g di aceto di lamponi e 200 g di zucchero. Fate raffreddare lo sciroppo poi mettete in infusione lo zenzero per almeno 24 h prima di servirlo. Per la gelatina di Campari: fate bollire il Campari e date fuoco e togliete tutta la parte alcolica. Fatelo raffreddare. Mettete in ammollo in acqua e ghiaccio ½ foglio di gelatina di pesce. Quando sarà ben morbida, fate riscaldare 100 g di base Campari senz’alcol, e mescolateli, mettete in un contenitore a fate gelificare in frigorifero. Per i finocchi in ghiaccio: mondare e lavare i finocchi, tagliarli con la mandolina e metterli
in acqua e ghiaccio per alcune ore. Il ghiaccio li renderà croccanti. Per il dressing al limone: mescolare 500 g di olio evo e 100 g di succo di limone fresco, con sale e pepe. Per il carpaccio di gambero rosso: per un carpaccio di gambero (calcolate almeno 6 gamberi di seconda misura per ogni carpaccio) sgusciare i gamberi rossi di Mazara, stendete sul tavolo un foglio di pellicola trasparente versate qualche goccia di olio evo e posizionate i gamberi rossi, poi coprite con un altro foglio di pellicola. Con il batticarne battete i gamberi fino ad appiattirli e date la forma con uno stampo circolare di 16 cm di diametro. Mettete i dischetti di gambero così ottenuti nell’abbattitore di temperatura -30°C per almeno 24 h. Assemblaggio: togliete il carpaccio dall’abbattitore, togliete la pellicola, e adagiate il carpaccio ancora congelato sul piatto. Emulsionate il dressing al limone e condite leggermente il carpaccio, con un cucchiaino da caffè raccogliete delle piccole quantità di gelatina e distribuite sulla superficie del carpaccio. Distribuite il finocchio, 5-6 fettine di zenzero, qualche pizzico di pepe rosa, e qualche ciuffetto di finocchio selvatico. Condite ancora con emulsione di olio e limone e sale di Maldon prima di servire. A quel punto saranno passati 2-3 minuti e il carpaccio sarà pronto da servire. CHeck-in • novembre 2021
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Caviar Giaveri
sostenibilità e grande amore per il territorio L
a sostenibilità assume molte facce. Ne è un valido esempio l’impianto di allevamento di storioni di Caviar Giaveri, nel comune di San Bartolomeo di Breda (Tv), a pochi chilometri da Venezia, che dispone di oltre 10 ettari protetti e controllati dove gli equilibri di ben 10 specie di storione sono rispettati. Le moderne tecnologie di acquacoltura permettono la sostenibilità degli impianti e la salvaguardia di quell’animale meraviglioso che è lo storione, dove gli esemplari vivono in modo molto simile a quello selvatico. Un’azienda come questa, che ha cicli produttivi lunghi decenni, deve fare i conti con la sostenibilità delle proprie scelte.
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Da sempre vi è un forte impegno a rendere il percorso produttivo più rispettoso per l’ambiente, risparmiando risorse energetiche e idriche: infatti, utilizzare energia certificata proveniente da fonti rinnovabili è un’importante scelta di responsabilità nei confronti del pianeta e delle generazioni future. La strada adottata rispetto ai principi di sostenibilità fa di Caviar Giaveri un’azienda “green” a 360°. L’attività è svolta nel rigoroso rispetto della natura, con una particolare attenzione all’integrità degli ambienti naturali, iniziata con il fondatore Rodolfo Giaveri e, portata avanti ancora oggi, con l’utilizzo di acqua che sgorga direttamente all’interno
della proprietà, per garantire il benessere degli storioni e la qualità organolettica dei prodotti. Una produzione complessa in cui gli equilibri devono essere rispettati rigidamente, se pensiamo che bisogna aspettare da 10 a 20 anni e oltre, a seconda della specie, perché una femmina arrivi alla maturazione e se ne possa quindi ricavare il famoso caviale. «Si tratta di avere amore, passione e pazienza quotidiane - afferma Giada Giaveri, oggi alla guida dell’azienda insieme alle sorelle Jenny e Joys - perché servono molti anni per la maturazione del pesce, che comporta un ciclo produttivo estremamente lungo: per il caviale Beluga, ad esempio, ci vogliono 30 anni».
Una specie a rischio, tutelata dalla Convenzione di Washington Lo storione è attualmente tra le specie in pericolo di estinzione. La Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione, indicata con l’acronimo Cites (Convention on international trade in endangered species of wild fauna and flora), venne firmata nel 1975 da numerosi Paesi con lo scopo di controllare il commercio degli animali e delle piante in quanto la cattura, sino ad allora indiscriminata, e lo sfruttamento commerciale sono, assieme alla distruzione degli ambienti naturali nei quali vivono, le principali cause dell’estinzione o rarefazione in natura di numerose specie. Essa è attualmente applicata da oltre 130 Stati. L’allevamento e la commercializzazione dello storione e del caviale sono tutelati dal Cites e Caviar Giaveri opera nel totale rispetto di tali norme per la completa salvaguardia delle specie. Acquistare il caviale proveniente da un allevamento autorizzato e dotato di idonea etichettatura rappresenta un valido impegno a sostenere chi contribuisce, legalmente, alla salvaguardia di questa straordinaria specie ittica. Scoraggiando il bracconaggio e la pesca barbarica dei pochi esemplari rimasti nel loro
ambiente naturale e segnalando i canali illegali di vendita, che spesso trattano il caviale prodotto in condizioni igienico sanitarie precarie, si aiuta la sopravvivenza di una specie che ha mantenuto per millenni le caratteristiche che aveva nella preistoria.
Beluga, il caviale più pregiato L’obiettivo di Caviar Giaveri è quello di produrre il miglior caviale al mondo. Merita una citazione il Limited Edition Beluga, il cui stile è riconoscibile come la qualità del caviale proposto. Lo storione Huso Huso, noto anche come storione Beluga o storione Ladano, è il più grande tra tutti e il più pregiato per quanto riguarda carne e caviale. Può raggiungere una lunghezza di 8 metri e pesare oltre 1,5 tonnellate. Originario del mar Nero, del mar Caspio e del mar d’Azov, era presente anche in Italia nell’Adriatico, nello Ionio e nei fiumi connessi a questi mari prima di estinguersi.
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Caviar Giaveri via Villanova 10, 31030 San Bartolomeo di Breda (Tv) - Tel 0422 686038 www.caviargiaveri.com CHeck-in • novembre 2021
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n°4 - novembre 2021 - Anno I - edizionE digitale Edizioni Contatto surl via Piatti, 51 · 24030 Mozzo (Bg) Direttore responsabile Alberto Lupini · alberto.lupini@italiaatavola.net Redazione Tel 035 460563 · 351 8391052 · Fax 02 700557702 · checkin@italiaatavola.net · redazione@italiaatavola.net Gabriele Ancona (vicedirettore) · gabriele.ancona@italiaatavola.net Lucio Tordini (coordinatore di redazione) · lucio.tordini@italiaatavola.net Piera Genta (inviata) · pieragenta@libero.it Federico Biffignandi (redattore) · federico.biffignandi@italiaatavola.net Nicola Grolla (redattore) · nicola.grolla@italiaatavola.net Jenny Maggioni (redattore) · jenny.maggioni@italiaatavola.net Elisabetta Passera (segreteria di redazione) · redazione@italiaatavola.net Brian Vavassori (segreteria di redazione) · brian.vavassori@italiaatavola.net Riccardo Melillo (grafica e impaginazione) · riccardo.melillo@italiaatavola.net Alessandro Venturini (Seo & Web manager) · alessandro.venturini@italiaatavola.net Matteo Scibilia (responsabile scientifico) · matteoscibilia2013@virgilio.it Editore Mariuccia Passera · mariuccia.passera@italiaatavola.net Amministrazione segreteria@italiaatavola.net Pubblicità, eventi e marketing Tel 035 615370 · 351 8391052 · Fax 02 700557702 · direzionecommerciale@italiaatavola.net Andrea Lupini (direttore commerciale e iniziative speciali) · andrea.lupini@italiaatavola.net Laura Miedico (responsabile direzione commerciale) · laura.miedico@italiaatavola.net Livia Gerosa · livia.gerosa@italiaatavola.net · Ivana Frosio · ivana.frosio@italiaatavola.net Corrispondenti di zona (per contatti telefonici consultare il sito) Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta Piera Genta · pieragenta@libero.it Lombardia orientale Renato Andreolassi · renato.andreolassi@alice.it Pavia-Piacenza Stefano Calvi · s.calvi@ilquattro.it Veneto Giulia Marruccelli · gmarruccelli@yahoo.it Belluno-Bolzano-Trento Lina Pison · linapison@gmail.com Friuli Venezia Giulia Liliana Savioli · lilli_sa@hotmail.com Emilia Romagna Giuseppe De Biasi · dbpino60@gmail.com Toscana e Umbria Alessandro Maurilli · a.maurilli@almapress.net Claudio Zeni · zeniclaudio@alice.it Lazio Mariella Morosi · mariellamorosi@hotmail.com Marche Benedetta Gandini · b.gandini22@gmail.com Carla Latini · carla@carlalatini.com Abruzzo Monica Di Pillo · monica.dipillo@yahoo.com Campania e Molise Vincenzo D’Antonio · vincenzo.dantonio@italiaatavola.net Puglia Sandro Romano · sralessandroromano@gmail.com Calabria Tommaso Caporale · dodicialitro@gmail.com Sicilia Gianni Paternò · giopate@libero.it Piero Rotolo · pierotolo@tin.it Antonio Iacona · direttore@charmatmagazine.it Svizzera (Canton Ticino) Rocco Lettieri · simpatico.melograno@tin.it Hanno collaborato anche:
Luca Bassi, Jerry Bortolan, Sabino Cirulli, Leonardo Felician, Elisabetta N. Paseggini, Lucia Siliprandi Registrazione del Tribunale di Bergamo 13/2021 del 7/6/2021 Iscrizione al Roc (Registro degli operatori di comunicazione) n.10548
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