n°9 - Maggio 2022 - Anno II
Pizzica e Salento
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in COpertina
Il cuore del Salento batte al ritmo della pizzica La pizzica è molto più di una danza popolare: è la quintessenza, sotto forma di ballo, di una cultura folkloristica che caratterizza profondamente l’essenza di un popolo, quello salentino. Viaggio alla scoperta di una zona della Puglia che è diventata meta turistica per eccellenza di tanti vacanzieri sia italiani che stranieri
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Indice La Notte della Taranta
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Salento, il Sud da vivere tra “lu sule, lu mare, lu jentu”
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Lecce la barocca, cosa vedere e mangiare nella capitale del Salento
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Palazzo BN, da banca a hotel
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Mine & Yours Members Club Rifugio per gentlemen
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Primo Restaurant: la stella di Solaika Marrocco brilla sul Salento
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La cucina secondo i Bros'
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Tour in cantina per scoprire l’eccellenza dei vini Conti Zecca
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Valle Isarco: vigneti, ghiacciai e città da cartolina
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Non solo vino, da 880 anni l’Abbazia di Novacella scrigno d’arte e cultura
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Plunhof Hotel, un’estate di piccoli grandi piaceri in montagna
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JW Marriott Venice, cucina stellata e sport all'aria aperta
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Molino Stucky L'hotel di Venezia che piace a tutti
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Hotel Principe di Savoia, tante occasioni per gustare bollicine e piatti esclusivi
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Che suoni ha l’estate a Courmayeur?
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Enoturismo Sul sentiero del Pinot Nero
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Editoriale Dal Salento alla valle Isarco
Tanti eventi e proposte per goderci l’estate
S Alberto Lupini Direttore
arà perché l’uscita dalla pandemia si associa per molti alla voglia di libertà e di socialità. E d’estate questo è per sua natura associato al sole, al calore, alla musica e al ballo delle tante feste che animano la nostra penisola. Sta di fatto che fra i momenti magici delle estati italiane, tanto da diventare un mito, le notti delle pizzica o della taranta sono diventate appuntamenti cult da non perdere. Il tutto con il crescere dell’interesse verso il Salento, con le sue spiagge o i suoi centri storici che richiamano ogni anno sempre più turisti, soprattutto giovani, alla ricerca delle vacanze tipicamente mediterranee. Ed è proprio a questo territorio pugliese che vogliamo dedicare la copertina di Check-In come buon auspicio per tutta l’estate, con una specie di rito scaramantico, proprio come la pizzica esorcizzava il morso della tarantola, così finalmente possiamo festeggiare per liberarci dal Covid. E al ballo vogliamo associare alcune proposte per vivere la capitale del Salento, Lecce, con serenità e piacere, per poi proseguire con le località più balneari nel prossimo numero. E da Lecce e dalla taranta attraversiamo tutta la penisola per spostarci in valle Isarco, nel cuore dell’Alto Adige, con l’occasione degli 800 anni di vita dell’Abbazia di Novacella, meta a un tempo storico-artistica ed enogastronomica per la produzione di grandi vini. Il programma degli eventi per questa ricorrenza permette di sostare in hotel e ristoranti che abbiamo selezionato con l’obiettivo di offrire soluzioni per tutti all’insegna della tipica ospitalità sudtirolese.
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Il cuore del Salento batte al ritmo della
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pizzica
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utti conosciamo la pizzica salentina o, almeno, ne abbiamo sentito parlare una volta, se non altro per via del “concertone” che ogni anno, a maggio, porta in quell’angolo di Puglia fior di artisti italiani. Ma in pochi sanno cosa c’è davvero dietro a quella danza che definire semplicemente “spettacolo” o “show” è ampiamente riduttivo perché stiamo parlando di un ballo dalle radici molto antiche che ancora non tutti conoscono. O meglio, spesso se ne conosce solamente l’aspetto puramente estetico e visivo. Ma che cos’è dunque la
pizzica salentina, o pizzica taranta? Quali sono le sue radici? Quale storia ci racconta?
L’intima essenza del popolo salentino Partiamo col dire che la pizzica salentina è molto più di una danza popolare: è la quintessenza - sotto forma di ballo - di una cultura folkloristica che caratterizza profondamente l’intima essenza di un popolo, quello salentino. I suoi ritmi frenetici e i suoi movimenti sinuosi ci raccontano, infatti, una storia che affonda le sue radici in CHeck-in • maggio 2022
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ITO STORIA E M
Cosa narra la leggenda Come molte leggende popolari, anche questa storia parla di lavoro e di sudore, di fatica e di povertà. Parla di donne che lavoravano nei campi pugliesi, ore e ore sotto al sole cocente per raccogliere a volte pomodori, a volte tabacco. Caldo, sole, campi, uguale regno perfetto per la Tarantya, che spesso riusciva ad affondare il suo morso agli arti inferiori delle lavoratrici. Il veleno provocava nei loro corpi spasmi fisici simili ad una danza: salti e giravolte sincopati e compulsivi, molto simili a un ballo rituale di tipo magico. Di ritorno dai campi, ed accompagnate dal ritmo incessante dei tamburelli, queste donne danzavano con sempre maggiore insistenza e fervore, al fine di liberarsi dall’effetto nefasto del veleno. La danza è diventata così taumaturgica e terapeutica in un mondo in cui credenze popolari e folklore locale erano i veri protagonisti, capaci di curare non solo il morso di una tarantola, ma anche di trasmettere la vera essenza del popolo salentino.
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un tempo lontano. Un tempo in cui il Salento era totalmente al di fuori dalle logiche della globalizzazione che nell’arco di pochi decenni l’avrebbero reso meta turistica per eccellenza di gran parte di vacanzieri e viaggiatori tanto italiani quanto stranieri, attratti dalla moda delle vacanze in Puglia.
Nata per curare i morsi della tarantola Per entrare nel dettaglio, dunque, la pizzica salentina è un ballo popolare simile ad altri di altre regioni del meridione italiano che comunemente sono indicati con il nome di tarantelle. Ma qui, in Salento, la pizzica ha qualcosa in più, è intrisa di magia e di leggenda. Il termine “tarantella” deriva dal sostantivo “Taranta”, che a sua volta prende il nome da un ragno
velenoso che trova nel caldo secco il suo habitat naturale. La tarantola, appunto. Nel caso della pizzica salentina, il ballo è strettamente collegato a una danza esoterica nata con lo scopo di guarire le donne morse dall’artropode velenoso.
Le prime pizziche a Taranto A livello geografico, invece, pare che le prime manifestazioni di questo rituale abbiano avuto luogo a Taranto, antica città del Salento un tempo compreso nel vasto territorio della Magna Grecia. Non è un caso, infatti, se etimologicamente parlando “Tarentum” evoca a sua volta “Taranta”. Un cerchio che si chiude, insomma. Col tempo la danza si è sparsa in tutta la Puglia, finendo poi anche nella cultura
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popolare di diverse regioni del meridione, dalla Basilicata al Molise, dalla Calabria alla Sicilia. Le origini, però, sono puramente pugliesi: guai a sostenere il contrario.
Il pellegrinaggio a Galatina per la grazia Durante il tormento del veleno le donne si potevano permettere di tutto, anche di mimare amplessi in pubblico, fino a quando San Paolo a Galatina (Le), il protettore delle tarantole, non concedeva la grazia. Per ottenere la guarigione, poi, le lavoratrici morse dal ragno dovevano recarsi in pellegrinaggio a Galatina, alla Cappella di San Paolo, per bere l’acqua del pozzo ritenuta miracolosa. Il ragno rappresenta il simbolo della Madre Terra che riaffiora con i suoi istinti. All’origine di tutto ci sono quindi la terra e la taranta, il tamburello e la
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sua musica primordiale, che serve per guarire le pene della tarantanta. Lo scenario in cui il rito della danza si svolgeva era un ampio lenzuolo disteso su coperte che copriva il pavimento, e sul lenzuolo, in un angolo, un cestino per la raccolta per le offerte e le immagini dei Santi. Lo strumento utilizzato per accompagnare il rito del ballo era già ai tempi il tamburello che veniva suonato con una tecnica particolare, dando il ritmo di base, con la percussione, e un caos ordinato, con i sonagli. Oltre ai tamburelli si usavano anche violini, armoniche a bocca e altri strumenti musicali.
L’importanza sociale e culturale Il fenomeno della pizzica parte dalla riscoperta e dalla valorizzazione della musica popolare salentina, riuscendo a uscir
fuori da una ristretta cerchia di ascoltatori locali, grazie a suoni caldi e ritmici, che hanno dimostrato di avere alte qualità artistiche al pari degli altri generi musicali di larga diffusione. Le musiche “pizzicate” assumono per il Salento una grande importanza sociale e culturale, riuscendo a far radunare nelle piazze (o sulle spiagge) migliaia di persone trascinate dal suono del tamburello e ipnotizzate dal ritmo incalzante delle ballate.
Apertura e condivisione: la pizzica oggi La pizzica oggi rappresenta un momento per aprirsi verso il mondo, per riscoprire la bellezza delle piccole cose e dei semplici gesti, per vivere momenti di unione e per comunicare con gli altri in
modo istintivo, dimenticandosi dei problemi quotidiani e buttandosi alle spalle stress e preoccupazioni. Assume la forma di una valvola di sfogo, attraverso cui passano, sotto forma di danze e canti, tutte le frustrazioni accumulate durante la quotidianità. Attraverso la danza e la musica, due delle arti più antiche al mondo, due espressioni universali dell’uomo, quindi, il Salento riesce a parlare di sé e a farsi capire anche al di fuori dei suoi confini territoriali, riuscendo a coinvolgere genti venute da posti molto lontani. La pizzica esprime sentimenti universali di libertà e rispetto per le diversità culturali e umane e va contro qualsiasi forma di oppressione, è un linguaggio aperto in cui convergono e si attuano, in un piccolo microcosmo, i concetti fondamentali di pace e solidarietà.
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La Notte della Taranta
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er valorizzare la musica tradizionale salentina, per favorire la sua fusione con altri linguaggi musicali, per dare lustro al Salento. Nasce con que-
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sti obiettivi La Notte della Taranta, il più grande festival d'Italia e una delle più significative manifestazioni sulla cultura popolare in Europa. Nato nel 1998 su iniziativa dell’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina e dell’Istituto "Diego Carpitella", in
quindici anni il festival si è reso protagonista di una crescita straordinaria per dimensioni, affluenza e prestigio culturale. Oggi è considerato uno degli eventi più importati dell’anno non solo per la Puglia e per il Salento, ma anche per gli appassionati di musica di tutta Europa che percorrono migliaia di km ogni anno per assistere al grande spettacolo.
Dal 2000 il festival itinerante Diverse le tappe fondamentali che ne hanno scandito l’evoluzione: nel 2000 è nato il
Festival Itinerante, una rassegna dei gruppi più rappresentativi della scena della pizzica salentina, che oggi coinvolge quindici comuni (gli aderenti all’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina, più i centri di Lecce, Galatina, Alessano e Cursi) e richiama nel complesso quasi centomila spettatori, incarnando un grande viaggio di avvicinamento al Concertone principale; nel 2004, con Ambrogio Sparagna, è nata l’Orchestra Popolare "La Notte della Taranta", eclettico testimone culturale attivo tutto l'anno nel nostro Paese e nel mondo; dal 2010 l'organizzazione è a cura della Fondazione "La Notte della Taranta”. CHeck-in • maggio 2022
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Il Maestro Concertatore La formula del festival, che culmina nel Concertone finale di Melpignano, in provincia di Lecce - capace di coinvolgere da solo ormai circa centocinquantamila spettatori, e seguito da decine di migliaia di persone anche nella prova generale del giorno precedente - si caratterizza in maniera del tutto originale ed innovativa per la presenza di un Maestro Concertatore, invitato a reinterpretare i “classici” della tradizione musicale locale avvalendosi di un gruppo di circa trenta tra i migliori musicisti di riproposta del Salento, assieme ad ospiti eccezionali della scena nazionale e internazionale.
Da Einaudi a Carmen Consoli Questi i Maestri Concertatori che hanno contribuito alla crescita de "La Notte della Taranta", avvicendandosi nei primi quindici anni di Festival e continuando spesso a
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collaborare con l'Orchestra Popolare in occasione di concerti speciali in Italia e all'estero: Daniele Sepe (1998), Piero Milesi (1999 e 2001), Joe Zawinul (2000),Vittorio Cosma (2002), Stewart Copeland (2003), Ambrogio Sparagna (2004, 2005, 2006), Mauro Pagani (2007, 2008, 2009), Ludovico Einaudi (2010, 2011), Goran Bregovic (2012), Giovanni Sollima (2013, 2014), Phil Manzanera (2015), Carmen Consoli (2016), Raphael Gualazzi (2017), Andrea Mirò (2018), Fabio Mastrangelo (2019).
Quest’anno tocca a Dardust Sarà Dario Faini, conosciuto al mondo come Dardust, a svolgere il ruolo di Maestro Concertatore nella 25^ edizione della Notte della Taranta, in programma come al solito a Melpignano il 27 agosto prossimo. Il produttore, che ha curato eventi come il Superbowl nel 2018 e l’NBA All Star Game nel 2019, ha già incontrato i musicisti della manifestazione nel quartiere fieristico
CURIOSITÀ
La fondazione La Fondazione ha l’obiettivo di definire indirizzi e scelte strategiche e gestionali, promuovendo iniziative autonome e coordinando l’azione dei soci per la valorizzazione e la tutela del territorio salentino. In particolare, sostiene lo studio del patrimonio etnografico favorendo manifestazioni culturali, musicali, sociali e di comunicazione, e progetti di sostegno e sviluppo della ricerca sul fenomeno del tarantismo, delle tradizioni grike e salentine, con specifico riferimento alla musica popolare. Oggi la Fondazione cura l'organizzazione e la produzione del Festival "LA NOTTE DELLA TARANTA", l'attività dell'Orchestra Popolare "LA NOTTE DELLA TARANTA" ed è impegnata in diversi progetti, convegni e pubblicazioni condotti in sinergia con i centri di ricerca diffusi sul territorio salentino e le principali Università italiane e straniere (Università del Salento, IULM di Milano, Università di Ginevra, Università di Perugia, Università di Tours).
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di Bari per avviare la programmazione del Concertone. L’obiettivo quello di unire tre universi musicali differenti: la musica popolare, con la sua pizzica ancestrale, il piano solo e l’elettronica. Un compito stimolante che rappresenta la sua universalità artistica e che conferma il suo essere “mainstream”.
Tra leggenda e grande musica La Notte della Taranta, con il suo festival e con i suoi spettacoli in tour, esplora le verità nuove e impellenti della pizzica nell'inevita-
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bile flusso della musica. È storia e tradizione, leggenda e passato. Ma è anche grande musica. Non è un caso, infatti, se negli anni sul palco salentino sono passati tutti i più grandi nomi della musica italiana: De Gregori, Battiato, Ligabue, Caparezza, Capossela, Ranieri, Finardi, Gazzè, Vecchioni. Lo show, oltre a offrire un evento degno di nota, ha anche il grande obiettivo di mantenere viva una delle tradizioni popolari più antiche e affascinanti d’Italia, quella della pizzica. Un modo, oggi come ieri, per esorcizzare ballando i mali che la vita quotidiana ci mette di fronte. Foto del Servizio Fabio Serino, Sergio Bruno
Esperienza unica i n Va l p o l i c e l l a a p o c h i p a s s i d a Ve r o n a e dal Lago di Garda tra piaceri termali, v i g n e t i , b o t t i ,v i n i e sapori gourmet.
villaquaranta.com
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Salento
Il Sud da vivere tra “lu sule, lu mare, lu jentu”
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u Salentu: lu sule, lu mare, lu jentu. Ecco come i salentini definiscono la loro splendida terra, il Salento, sulla punta estrema della Puglia e dell’Italia. Un luogo unico nel suo genere dove si fanno scorpacciate di buon cibo e ci sono acque cristalline e spiagge dalla sabbia finissima, che nulla hanno da invidiare ai Caraibi, scorci suggestivi e inattesi, tanta arte e cultura, paesaggi di pura bellezza costellati di olivi e vigneti. Dall’entroterra alla costa, dalle città ai piccoli borghi, questo territorio (a solo un’ora e mezza di volo da Milano) non delude mai. E merita davvero di viverselo tutto.
Lecce, la Firenze del sud La prima tappa non può che essere la maestosa Lecce, la “Firenze del Sud”, una delle città più belle del mondo con il suo Barocco personalissimo che emerge in tutte le sue tortuose vie, nelle chiese, nei palazzi nobiliari, intarsiati nella tradizionale pietra giallo-rosacea di origine calcarea estratta dalle cave locali che con il sole regala sempre nuovi colori alla città. E poi via verso il mare, verso quei 300 km di costa che con la sua acqua, trasparente sulla sabbia finissima e verdissima nelle grotte carsiche, catapulta in altra dimensione. CHeck-in • maggio 2022
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Ostuni
Tanti luoghi in uno A dire il vero, il Salento non è “uno” ma diversi microcosmi in uno. Non solo perché è una penisola, che comprende le tre province più a sud della Puglia (Brindisi, sulla costa adriatica, Taranto, sulla costa ionica, e l’intera provincia di Lecce, che tocca entrambi i mari) e perché è diviso in tre zone (l’alto Salento, caratterizzato dal rilievo delle Murge, la Piana Messapica, dominata da vigneti e uliveti, e le Serre Salentine, area leggermente ondulata), ma perché racchiude già in sé ogni desiderio che un viaggiatore si accinga a fare.
Dalla cultura alla movida al ritmo di pizzica In ogni dove qui si respira cultura (dal Barocco alla civiltà messapica) per poi passare al divertimento più sfrenato nella movida che dai centri storici delle città si muove al ritmo incalzante della piz24
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zica (imperdibile il festival itinerante La Notte della Taranta, un mese di concerti sparsi in più comuni del Salento e dedicati alla riscoperta e alla valorizzazione della musica tradizionale salentina e alla sua fusione con altri linguaggi musicali) fino alle spiagge di Gallipoli, la regina delle notti salentine, una vera e propria Rimini del sud, passando per Porto Cesareo e Torre San Giovanni, sulla costa ionica, e Torre Sant’Andrea, con il Babilonia, la famosa discoteca affacciata sul mare, e Torre dell’Orso, su quella adriatica. Tutte queste località offrono numerose opzioni per il divertimento: dai bar sulla spiaggia ai locali per aperitivo, fino ai cocktail bar alla moda, concerti e discoteche in riva al mare. Affianco ai club e ai locali più modaioli, il Salento propone anche un calendario ricchissimo di eventi tradizionali imperdibili, come sagre, concerti e feste di paese che permettono di addentrarsi e assaporare l’atmosfera autentica di questo territorio. Da non perdere,
GEOGRAFIA
Dove si trova Il Salento è una penisola, che comprende le tre province più a sud della Puglia: Brindisi, sulla costa adriatica, Taranto, sulla costa ionica, e l’intera provincia di Lecce, che tocca entrambi i mari. Anche il territorio è diviso in tre zone: in alto Salento è caratterizzato dal rilievo delle Murge (brindisine a est e tarantine a nord ovest), al centro digrada gradualmente sul Tavoliere di Lecce, detto anche Piana Messapica e dominato da vigneti e uliveti, infine a sud risale sulle Serre Salentine, area leggermente ondulata (il punto più alto è nella Serra dei Cianci, a 196 metri) che a oriente arriva direttamente sul mare senza digradare lungo la costa, in particolare tra Otranto e Santa Maria di Leuca.
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Santa Maria di Leuca
oltre, appunto, al concerto della Notte della Taranta, la Festa te lu Mieru (in italiano del vino) a Carpignano salentino, uno storico evento con musica, buona cucina tipica e tanto vino paesano.
La costa adriatica E la scelta della costa è davvero ardua. Da una parte la costa adriatica, tra Lecce e Otranto, è un vero scrigno di biodiversità. Da Brindisi verso sud, si incontrano il Par-
Gallipoli
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co naturale regionale delle Saline di Punta della Contessa, il Parco naturale regionale Bosco e Paludi di Rauccio, ossia quel che resta dell’antica “foresta di Lecce”, un lecceto ricco di lentischi, mirto e caprifoglio mediterraneo, la Riserva naturale Le Cesine, oasi Wwf. A nord di Otranto c’è l’Oasi protetta dei Laghi Alimini, che con il suo ecosistema è uno dei luoghi naturali più importanti del Salento. Da non perdere, sulla costa, la Baia dei Turchi, dove secondo la leggenda sbarcarono i Saraceni re-
Nardò
sponsabili del massacro di Otranto, e, poco più su, la Grotta della Poesia, un complesso di caverne che si snoda nel sottosuolo nei pressi di una fonte di acqua dolce, con accessi da mare e da terra. In una di esse, la Poesia Piccola, si possono ammirare iscrizioni votive, databili fra il II millennio avanti Cristo e l’età romana repubblicana. Un must have della vacanza in Salento è la cava di bauxite di Otranto, da cui parte il mini-trekking vista mare per ammirare il “Lago di Bauxite”. Il paesaggio è davvero suggestivo con le rocce color rosso acceso della cava, il laghetto verde smeraldo in basso, il verde brillante della vegetazione e il blu del cielo sopra la testa. Altra tappa imprescindibile è il faro “Punta Palascia”, il punto più a est d’Italia. Non lasciate la costa senza aver salutato le “due sorelle”, i due faraglioni dell’omonima
spiaggia di Torre dell’Orso e il meraviglioso fiordo di Cala dell’Acquaviva.
La costa ionica Non da meno l’altro versante. Sabbia finissima, fondali bassi, acqua trasparente: così si presenta il mare di Gallipoli e di tutta la costa ionica, una volta superata la zona intorno a Santa Maria di Leuca. E passando per Torre dell’Inserraglio e il Parco naturale regionale di Porto Selvaggio e per Palude del Capitano, resta così fino a Porto Cesareo che è parte di una delle più grandi aree marine protette d’Italia. Tra le spiagge dorate da non perdere quella di Punta Prosciutto e di Porto Lapillo a Porto Cesareo, la Baia Verde e la bellissima spiaggia di Punta della Suina a Gallipoli. E a Marina di Pescoluse ci sono pure le Maldive… del Salento. CHeck-in • maggio 2022
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Regali enogastronomici
Le città da non perdere
Per godere di queste bellezze serve solo davvero il costume da bagno. Cosa positiva perché è bene avere con sé una grande valigia che al ritorno si riempirà di leccornie: dall’olio dei franti locali al vino (Primitivo e Negramaro, soprattutto), ai prodotti da forno (taralli, friseddhe di grano duro o saraceno), dai prodotti di pasticceria (come i biscotti cegliesi, a base di mandorle tostate e l’immancabile cotognata, marmellata “solida” di mele cotogne confezionata in panetti), alla pasta (in primis, le orecchiette di grano saraceno).
Brindisi L’Antica Brundisium romana era uno dei più fiorenti municipi dell’Impero. A farne la fortuna commerciale e culturale, la sua posizione geografica: porto naturale sull’Adriatico, la città era crocevia di tutto il Mediterraneo. Qui finivano le via consolari Appia e Traiana e da qui partivano le vie del mare per la Grecia, l’Egitto, l’Oriente.
Sapori unici che riportano a quel mondo antico che, ancora oggi, riemerge nelle masserie della zona, micromondi nati tra il XVI e il XVIII secolo e ora relais di charme e ristoranti chic, in cui, come suggerisce la canzone di Biagio Antonacci, concludere il cerchio perché “Con la vacanza in Salento ho fatto un giro dentro me”.
Baia di Torre Dell'Orso
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Ostuni A 42 km da Brindisi, su tre colli a 218 metri sul livello del mare, si erge Ostuni, la Città Bianca dove le case sono rivestite la pittura a calce. Perdersi nel suo dedalo di vicoli e viuzze brulicanti di ristoranti tipici e botteghe regala il fascino di essere finiti in un presepe vivente. La città vecchia di Ostuni è cinta dalle mura aragonesi al di là delle quali si stende l’agro di Ostuni, costellato da antiche masserie, riqualificate e trasformate in agriturismi e resort di lusso.
Otranto Dai tempi del Regno di Sicilia e fino agli anni ’20 del Novecento, il Salento era chiamato Terra d’Otranto e si estendeva otre gli attuali confini della penisola pugliese, comprendendo anche la Valle d’Itria. Otranto ne era il centro più importante, per la sua posizione geografica, su uno sperone roccioso a picco sul mare, che fin dall’epoca romana ne fece un ponte tra Oriente e Occidente. Il borgo antico di Otranto è stato riconosciuto dall’Unesco patrimonio culturale in quanto Sito messaggero di Pace. Santa Cesarea Terme Santa Cesarea Terme è un piccolo centro di tremila abitanti che sorge su una grande scogliera a strapiombo sul mare, affacciata sul Canale d’Otranto. Si trova a 48 km a sud di Lecce, a un’altezza di 56 metri circa sul livello del mare e comprende nel suo territorio le frazioni di Vitigliano e
Cerfignano. La sua fama è dovuta alle sue acque termali con proprietà salsoiodiche e sulfuree, che sgorgano da quattro cavità naturali ad una temperatura attorno ai 30 gradi. Santa Maria di Leuca A Santa Maria di Leuca, dove Adriatico e Ionio si incrociano, finisce la Puglia. Qui finisce anche l’Acquedotto Pugliese con una suggestiva cascata monumentale. Sul lungomare si susseguono splendide ville liberty e c’è porto turistico tra i più suggestivi del Salento da dove partono le gite alla scoperta delle grotte carsiche che si aprono lungo la costa: su tutte la Grotta Zinzulusa, con stalattiti e stalagmiti che sembrano stracci stesi ad asciugare (gli “zinzuli” in salentino). E poi la Grotta del Diavolo, la Grotta dei Giganti, che deve il suo nome al ritrovamento dei resti ossei di pachidermi, la bella Grotta degli Innamorati e la Grotta Verde di Marina di Andrano.
Santa Cesarea Terme
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Gallipoli Una delle perle del Salento è senza dubbio Gallipoli, con il suo mare cristallino e la sua vivace vita notturna, Il borgo antico, con le stradine lastricate mantiene ancora oggi il fascino dei tempi antichi. A dominare la città, il Castello Angioino, quasi totalmente circondato dal mare. Tappa d’obbligo uno dei tanti ristorantini di pesce dove gustare i celeberrimi gamberi rossi di Gallipoli. Nardò Nardò è uno scrigno di arte e cultura dove il Barocco è fiorito in tutta la sua eccezionale bellezza. Sono esempi della sua storia la Cattedrale di Santa Maria Assunta, monumento nazionale dal 1879, con il suo Crocifisso Nero, il tempietto seicentesco dell’Osanna all’ingresso del centro storico, la Chiesa di San Domenico e il Castello degli Acquaviva, eretto dopo le invasioni turche del 1480. Manduria Manduria è la città dei Messapi, centro alle falde della Murgia tarantina ancora oggi
Taranto
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circondato dalle antiche mura messapiche che fanno parte, con la necropoli che si estende al loro esterno, del Parco Archeologico delle Mura messapiche, uno dei siti archeologici più grandi e importanti di tutta Italia. Il borgo antico si dipana tra vicoli e piazzette di bacoli neri di pietra lavica, su cui si affacciano palazzi nobili e abitazioni più plebee e monumenti inaspettati. Da non perdere una visita nelle campagne circostanti ricoperte da filari di vigne di Primitivo del Salento. Taranto Taranto è stata una delle più importanti colonie della Magna Grecia, della quale, sotto il manto stradale, sono conservate ancora ipogei, necropoli, cripte. Le testimonianze di questo glorioso passato sono custodite nel MArTA, il Museo archeologico nazionale, dove è possibile ammirare i famosi “Ori di Taranto”, raffinate produzioni dell’arte orafa locale tra il IV e il II secolo a.C., oltre all’immensa raccolta di reperti archeologici provenienti da tutta la provincia ionica.
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Cosa vedere e mangiare nella capitale del Salento 32
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La bellezza della sua architettura, la ricchezza della sua cucina, in piena rivoluzione grazie a giovani intraprendenti e coraggiosi, e la possibilità di raggiungere da qui le più belle spiagge e località del Salento fanno di Lecce una delle città da visitare (e gustare) almeno una volta nella vita
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ensi a Lecce e pensi al Barocco e alla sua immensa cultura. Non a caso, Lecce è definita la “Firenze del sud” ed è considerata, a ragione, una delle città più belle del mondo (conferma che arriva anche dall’autorevole guida Lonely Planet che l’ha inserita tra le 10 città da visitare assolutamente almeno una volta nella vita). Lecce offre, infatti, scorci spettacolari tra piazze, eleganti vicoli, palazzi nobiliari e chiese. In qualunque punto si posa lo
sguardo si rimane colpiti dagli infiniti dettagli scolpiti in pietra leccese: un tripudio di capitelli, rosoni, ghirlande, stemmi e vivaci personaggi fantastici. Ma c’è un altro motivo, e non di certo di secondo piano, che spinge i viaggiatori ad arrivare fino a qui: la gola! Che qui viene soddisfatta a pieno a suon di pasticciotti, rustici, agnelli di pasta di mandorle e ricette che affondano le radici nelle cucine delle nonne e che riportano in auge la tradizione nuda e CHeck-in • maggio 2022
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cruda. Senza dimenticare la nuova ondata di millennial che questa tradizione, così come i suoi intoccabili ingredienti local, l’hanno spinta con coraggio dove nessuno aveva mai osato portando in città le prime vere e proprie esperienze di alta ristorazione e stelle Michelin. Che qui, potremmo dire, brillano al ritmo della pizzica.
La rivoluzione golosa in chiave salentina E tra questi millennial ruggenti pronti a tutto pur di scrivere il futuro, loro e della ristorazione leccese e salentina, come non pensare a Floriano Pellegrino e Isabella Potì del Bros’, il chiacchieratissimo ristorante una stella Michelin nel cuore della città che spacca i foodie in due, tra fan e detrattori.
Floriano Pellegrino e Isabella Potì
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O a Diego Melorio e Andrea Carlucci, che stanno alla mixology come i Bros' stanno alla cucina. Nel loro Quanto basta, localino nel centro storico della capitale salentina, esiste un solo credo: un’iperspecializzazione nel beverage e niente food. Un’idea coraggiosa che li ha portati alla ribalta nazionale anche per i cocktail sartoriali cuciti a misura della personalità, dell'umore e del desiderio dell'avventore. E se Bros' sta alla rivoluzione in cucina, Quanto basta sta a quella nella miscelazione, per la pizza c’è Andrea Godi con la sua 400 gradi in viale Porta d’Europa, vera mecca per i pizza lover che arrivano qui da ogni angolo di Puglia (e non solo) per affondare il morso nel Cono fritto o addentare una delle pizze in carta (una più sorprendente dell’altra).
Solaika Marrocco Poi c’è lei Solaika Marrocco capitana a capo della brigata di cucina del Primo Restaurant, una stella Michelin. Che a discapito della sua giovane età già incanta con una cucina di raffinata ed elegante semplicità, mai banale, dove del Salento e della Puglia si citano spesso alcuni ingredienti, nonché le ricette più antiche e tradizionali che lei si diverte a reinventare con uno stile decisamente contemporaneo e originale, se non addirittura audace. Altra donna, altra icona della cucina leccese: Alessandra Civilla che con il suo Alex è entrata a tutti gli effetti nel rinascimento gastronomico leccese portando in tavola “classiconi” di mare (col corredo di un servizio attento e veloce e la vista su piazza Sant’Oronzo e l’anfiteatro romano) che accontentano tutti. Chi invece divide (la sua cucina, che osa e diverte, può piacere moltissimo o
non piacere) è Fabiano Viva del Duo, ristorante gourmet al civico 11 di via Garibaldi perfetto per serate gourmet e romantiche a luce soffusa in cui lasciarci stupire da ricette, che pur partendo da ingredienti pugliesi, sono per prima cosa creative.
Il buongiorno della gola si vede dal mattino Ristoranti, certo, ma se il giro di perlustrazione tra i bei palazzi barocchi inizia di primo mattino la giornata tipica leccese non può non cominciare con il tradizionale pasticciotto leccese, che prima ammalia con il suo profumo e poi seduce con il suo ripieno di dolce crema: d’altronde per i leccesi il pasticciotto non ha eguali al mondo. Per gustarlo c’è l’imbarazzo della scelta ma due indirizzi must (e storici) da segnarsi sono senza dubbio il Caffè Alvino in Piazza Sant'Oronzo e la Cotognata Leccese, tra CHeck-in • maggio 2022
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Il pasticciotto l’altro il primo a lanciarsi nell'impresa di produrre la golosa confettura solida di mele cotogne, che ricorda ancora oggi l’abilità contadina di trasformare in prelibatezze i prodotti più poveri, in grande quantità ed esportarla in tutto il mondo. Ma non solo dolci, la Cotognata Leccese ha “cresciuto” anche un figlio d’arte: Davide De Matteis che con il suo curriculum da mixologist stellare e le grandi capacità imprenditoriali ha creato 300mila, in via 47 Reggimento Fanteria 5. Non un semplice bar ma un vero e proprio corner goloso aperto quasi H24 tra rustici, ricette light, pasticciotti, crudi di mare, cocktail da antologia e grandi bollicine a tutte le ore, oltre che una ragionata selezione di vini pugliesi.
no è già smaltita e inizia a farsi strada quel languorino che fa capire che non si riuscirà ad arrivare all’ora di pranzo. Un’ora prima che la voce del tenore Tito Schipa si diffonda da piazza Sant’Oronzo, per la precisione dal Palazzo Comunale (Palazzo Carafa), ricordando che è mezzogiorno, è il momento perfetto per il rito del rustico leccese: unico, inconfondibile (infatti, si può gustare solo alle latitudini salentine) sa viziare a dovere e sollevare adeguatamente dalle incombenze quotidiane. Questo disco di pasta sfoglia dorata, che nasconde un morbido ripieno di besciamel-
Il rustico alle 11 Pasticciotto del mattino, fatto! Ma per sentirsi leccese, anche solo per un giorno, è d’obbligo la pausa delle ore 11, quando la colazione del matti36
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Il rustico
la, pomodoro e mozzarella (un pizzico di pepe) è il cibo da strada leccese per eccellenza.
Alla ricerca della tradizione A mezzogiorno poi c’è l’imbarazzo della scelta. Tra ristoranti, bistrot, trattorie e locali di ogni tipo che propongono, in maniera classica o rivisitata, spesso come aperitivo, i piatti della tradizione: pittule, focacce, puccette, olive e tarallini. La cucina salentina da sempre riesce a valorizzare superbamente ortaggi e legumi. Da non perdere allora ciceri e tria, un comfort food irresistibile: una minestra di ceci e pasta fresca, in parte lessa e in parte fritta; le fave e cicorie, in dialetto fae e fogghie, una morbida crema di fave con cicorie spontanee generosamente irrorate di olio extravergine d’oliva a crudo; o ancora i muersi, piatto povero ma ricco di gusto con piselli secchi, verdure e pezzi di pane di grano fritto. E poi pomodori scattarisciati, paparine e sànapi: saranno serviti come antipasto o come contorno ai classici pezzetti di cavallo al sugo, gustosissimo spezzatino che risale al Medioevo, un tempo preparato nelle pignate di terracotta. Un po’
più difficili da trovare, invece, i triddhi, caposaldi della tradizione salentina, soprattutto dei giorni di festa, una pasta di minuscole dimensioni, da ordinare al volo se presenti in menu. Una vera tavola leccese non può dimenticare il sontuoso primo piatto della domenica: le sagne ‘ncannulate: ottime anche come gustoso souvenir da donare agli amici o per ricordare durante i grigi inverni il sapore e i colori della tavola leccese.
Immancabile street food Ma Lecce fa rima anche con street food. Da provare assolutamente il calzone fritto. Ma anche il pizzo e le pucce: basta entrare nei locali specializzati in prodotti da forno e difficilmente si riuscirà a resistere al loro profumo! Altro rito irrinunciabile è il caffè in ghiaccio col latte di mandorla: buono
I taralli CHeck-in • maggio 2022
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IVARE COME ARR In auto Per chi viene da nord il consiglio è di percorrere la A14 Bologna-Taranto o la A16 Napoli Canosa e arrivare a Bari. Da qui continuare sulla Strada statale 16 fino a Lecce. Per chi viene da sud la strada statale 106 Jonica fino a Taranto, da qui prendere la Strada statale 7 fino a Brindisi dove bisogna continuare sulla Strada statale 16 verso Lecce In treno Lecce è alla fine della linea adriatica principale ed è quindi ben collegata. Ci sono numerosi Eurostar, Intercity e treni espressi regionali dalle principali città del nord e del centro/sud (Roma, Milano, Bologna, Torino, Trieste, ecc..). Servizi regionali-espressi collegano Lecce con tutte le altre città della Puglia. I treni arrivano alla stazione di Lecce che si trova a 1 km dal centro della città. In aereo L’aeroporto più vicino a Lecce è quello di Brindisi - Casale (conosciuto anche come aeroporto del Salento). Brindisi dista da Lecce 50 km. Dall’aeroporto di Brindisi a Lecce ci vuole circa un’ora di auto, ma si può raggiungere il centro della città con uno degli autobus Sita che partono ogni giorno di fronte al terminal arrivi dell’aeroporto di Brindisi.
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a qualunque ora, non provate a chiederlo lontano da qui, non è la stessa cosa! Concedetevi, però, anche una pausa dal sapore d’altri tempi con lo spumone salentino. E che dire della frisa? Buonissima semplicemente con pomodoro, olio e sale, in realtà si presta ad essere condita con tutto ciò che regala la dispensa. Sbrigativa e gustosissima! Viene dal mare, invece, una specialità davvero unica: la scapece, di origini antichissime, è immancabile tra le bancarelle delle fiere patronali di tutto il Salento. A proposito di feste, a Lecce cercate tra le vie della festa dei Santi Patroni e fatevi guidare dal profumo di caramello, non sbaglierete: vi imbatterete in sua maestà la cupeta! Da assaggiare assolutamente anche i mustazzoli, biscotti duri la cui origine si perde nella notte dei tempi. A Natale e a Pasqua, invece, la tradizione prevede i dolci di pasta di mandorla; mentre nei (poco) lunghi inverni salentini qual è la coccola dolce per il palato? I fichi secchi con dentro la mandorla tostata: il gusto del Salento in un boccone.
COLARE? E L O M O E AL TRADIZION
Scegli il tuo bar Prohibition Una tappa d’obbligo per chi ama drink di qualità diversi dalle solite proposte. www.prohibitionlecce.com Laurus cocktail experience I must sono cocktail dimenticati, signature scenografici e una vasta scelta di distillati. www.facebook.com/lauruslecce Cotognata Leccese Punto di incontro per chi vuole regalarsi una golosa pausa durante la giornata e per chi ha bisogno di un buon caffè. www.cotognataleccese.com Caffè Alvino Con la sua una vista mozzafiato sulla centrale piazza Sant’Oronzo, il Caffè Alvino è da sempre il punto di ritrovo dei leccesi. www.catamo.shop/caffe-alvino Quarantacinque Il primo bar che ha portato a Lecce l’arte delle "alchimie molecolari". www.facebook.com/45cocktailBar
La Frisa
Quanto Basta Lo street bar di Lecce che in pochi anni è diventato un punto di riferimento per la città. www.facebook.com/quantobastalecce
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Tanti gusti, tanti bar Quando la sera cala sui palazzi barocchi, il divertimento e il gusto non vanno di certo a dormire subito. Tappa irrinunciabile uno dei tanti locali della movida. Ce ne è davvero per tutti i gusti: dallo speakeasy americano come il Prohibition (uno dei migliori drink bar non solo della città, ma di tutto il Salento) al “molecolare” come il Quarantacinque, all’elegante Laurus cocktail experience.
Dormire nel Barocco E quando, finalmente, a notte fonda il sonno chiama, l’esperienza leccese continua in uno degli splendidi alberghi della città che hanno fermato il tempo congelando la loro proverbiale bellezza. C’è un ex banca trasformata in un hotel (Palazzo Bn) con 13 appartamenti di
lusso e con un’offerta gastronomica declinata in tre ristoranti e un roof garden. Ci sono antichi palazzi riportati a nuova vita come il Patria Palace (splendido hotel 5 stelle), La Fiermontina (3 luoghi che celebrano un’armoniosa fusione tra arte e piacere di vivere) e il Risorgimento Hotel Resort (elegante 5 stelle con 47 camere e suite). C’è un ex conservatorio trasformato nel Palazzo Sant’Anna, il luxury boutique hotel olistico della città. E ancora il Mine & Yours Members Club Lecce un rifugio urbano raffinato ed elegante che comprende anche un barber shop e il rooftop con il frizzante cocktail bar. Senza dimenticare, per chiudere il cerchio, Arryvo l’hotel ispirato agli stili di vita dei globetrotter contemporanei e ai millenial. Proprio quei millenial che, come dicevamo, hanno in mano le chiavi della nuova Lecce… quella tutta da gustare.
Porta Napoli 40
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Lecce
Una storia antica L ecce è per antonomasia una delle capitali del Barocco. Un Barocco unico nel suo genere, definito “barocchetto” dagli storici dell’arte dell'Ottocento, i cui motivi decorativi sono i più diversi, i più fantasiosi e i più lontani rispetto ai canoni artistici tradizionali.
Oltre che per gli ingegnosi scultori locali e per i fantasiosi progettisti, lo splendore dei monumenti è dovuto soprattutto al particolare tipo di pietra, detta leccisu, che per la sua straordinaria lavorabi-
lità ha consentito la realizzazione dei più svariati e stravaganti motivi decorativi. Ma Lecce è anche città archeologica che restituisce tracce delle antiche popolazioni che si sono susseguite nel Salento: dalle mura agli ipogei della città messapica alle grandi opere romane come il teatro e l’anfiteatro in Piazza Sant’Oronzo. Dopo la caduta dell’Impero Romano la città subisce un lento declino, diventando Otranto la città più importante del Salento per tutta l’età bizantina. I Normanni da-
Anfiteatro romano L’anfiteatro romano di Lecce, si trova in corrispondenza di piazza Sant’Oronzo ed è stato ritrovato tra il 1904 e il 1938. Quello che possiamo vedere è soltanto la metà perché l’altra parte non è stata portata alla luce, in quanto su di essa sorgono importanti edifici storici della città. La sua costruzione risale al II secolo d.C. e, secondo alcuni calcoli, si ritiene che l’anfiteatro romano riuscisse a contenere quasi 25mila spettatori. In passato il parapetto era rivestito in marmo e su di esso vi erano rappresentate scene di caccia e animali feroci. CHeck-in • maggio 2022
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ranno nuovo lustro alla città con la costruzione di palazzi, complessi religiosi, come la Chiesa di San Giovanni Evangelista e il Complesso dei Santi Nicolò e Cataldo. Della dominazione sveva e angioina poche tracce sono rimaste, come la Torre del Parco e quella di Belloluogo. Dobbiamo arrivare al 1500 per ritrovare grandi monumenti di età rinascimentale. È in questo periodo che Carlo V fa ricostruire il Castello di Lecce e le mura di fortificazione e viene dato un nuovo impulso edilizio anche a livello religioso e residenziale con la costruzione di palazzi
Castello di Carlo V Sempre nei pressi di Piazza Sant’Oronzo, da non perdere il castello, fatto costruire da Carlo V nel 1539. Per realizzarlo l’architetto Gian Giacomo dell’Acaya dovette demolire la Cappella di Santa Trinità e il Monastero Celestino di Santa Croce a cui furono intitolati due dei torrioni. Costruito su una preesistente fortificazione realizzata tra il XIII e il XIV secolo, il castello presenta due strutture concentriche separate da un cortile intermedio, quattro bastioni angolari a punte lanceolate, mura possenti e un fossato colmato nel 1872. Per lungo tempo la fortificazione ha svolto funzioni di difesa del territorio, successivamente una delle sue sale fu adibita per ospitare spettacoli teatrali, in seguito funzionò come caserma e distretto militare. Oggi il castello, proprietà del Comune di Lecce, è sede dell’assessorato alla Cultura. 42
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Teatro romano A circa 300 metri dall’anfiteatro c’è l’altro grande lascito romano a Lecce: il teatro romano. Costruito nella stessa epoca dell’anfiteatro, fu scoperto per caso nel 1929, durante alcuni lavori nei giardini di due palazzi adiacenti. Ancora perfettamente visibile, il teatro poteva ospitare fino a 5mila spettatori.
Basilica di Santa Croce Uno tra i più significativi esempi di Barocco leccese è la Basilica di Santa Croce con l’attiguo Convento dei Celestini (ora Palazzo del Governo). Tra il XVI e XVII secolo, i più grandi architetti salentini (Riccardi, Penna e Zimbalo) coadiuvati da abilissimi maestri scalpellini e intagliatori, si avvicendarono nella realizzazione della grandiosa opera commissionata del ricco ordine religioso dei Celestini. Il risultato fu sorprendente: mai prima di allora elementi rinascimentali e ricercatezza barocca si erano fusi così armonicamente dando vita ad un monumento di così spettacolare bellezza.
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Duomo di Lecce Il cuore della vita religiosa della città è senza dubbio il Duomo di Lecce, nell’omonima piazza. Dedicata a Maria SS. Assunta, la cattedrale, costruita nel 1144, fu ristrutturata nel 1230 per essere poi completamente ricostruita nel 1659 da Giuseppe Zimbalo per volere del vescovo Luigi Pappacoda. Zimbalo realizzò anche il campanile a cinque piani, l’ultimo dei quali è sormontato da una cupola ottagonale sulla quale è posta una statua in ferro raffigurante Sant’Oronzo. L’interno barocco conserva pregevoli stucchi, pavimenti in marmo e altre numerose tele di grande valore artistico e ben dodici altari riccamente ornati.
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e chiese. La prima fase della Basilica di Santa Croce, gioiello del Barocco leccese, risale infatti, a questo periodo, così come la Chiesa di Sant’Irene.
Porta Rudiae
Ma è, appunto, con l’arrivo del Barocco leccese che la città assume un nuovo volto con i palazzi, le chiese e i conventi che vengono ricostruiti o rimodellarti secondo i nuovi canoni stilistici. Così Piazza Duomo viene totalmente rimodellata con la costruzione di una nuova cattedrale, del campanile e del palazzo del Seminario. Si continuerà nel Settecento quando viene ricostruito l’Episcopio e si dà, con i Propilei, un ingresso monumentale alla piazza. Sono di questo periodo anche la Chiesa di San Matteo, la Chiesta di Santa Chiara, la Chiesa del Rosario, la Chiesa di Sant’Anna e di Santa Teresa. Ed è nel 1600 che la Basilica di Santa Croce assume il meraviglioso aspetto che ha ancora oggi. Così come del resto la città, che per questo, appunto è una della più strabilianti capitali del Barocco.
Porta San Biagio
Porte Cittadine A Lecce ci sono tre porte monumentali. Porta Rudiae, costruita nel 1703, è sormontata dalla statua di Sant’Oronzo e dai busti dei fondatori della città. Porta Napoli fu eretta nel 1548 in previsione di una visita di stato di Carlo V su modello di un arco di trionfo romano. Al di là della porta si trova un obelisco commemorativo a ricordo del re spagnolo Ferdinando I. Porta San Biagio è forse la più elegante di tutte, con le sue colonne lisce e l’iscrizione latina. CHeck-in • maggio 2022
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Lecce sotterranea Ninfei, frantoi, cisterne, granai, strade romane e vie di fuga sono solo alcuni dei luoghi nascosti sotto le strade della città. Non tutti sanno, infatti, che esiste una Lecce sotterranea, formatasi nel corso dei secoli. Ma non solo: esiste un piccolo fiume, l’Idume, che scorre sotto il centro storico che, in parte, è possibile vederlo visitando alcuni palazzi. Come Palazzo Adorno che, voluto nel 1568 da Gabriele Adorno, generale genovese della Marina Imperiale di Carlo V, venne costruito proprio sopra il fiume, tanto che nei sotterranei si può osservare una falda acquifera formata grazie alle sue acque dolci. Le falde erano vere e proprie piscine di acqua limpida che molte famiglie locali utilizzavano per lavarsi mentre alcuni abitanti ebrei le usavano per purificarsi e svolgere i propri riti sacri. Il fiume è visibile anche all'interno del famoso Museo archeologico Faggiano, all'interno di un antico pozzo nel quale l'acqua si scorge con sorprendente facilità.
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I musei Alle magnifiche chiese, autentici capolavori non solo dell’arte barocca, agli edifici e ai monumenti delle varie epoche storiche, a Lecce si aggiungono anche diversi musei che custodiscono importanti pezzi della storia della città e del Salento, capolavori dell’arte pittorica e curiosità. La città vanta il più antico museo della Puglia, il Sigismondo Castromediano, con le sue collezioni che dalla preistoria arrivano sino al Novecento. Oltre alla più interessante panoramica sulla civiltà messapica nel Salento dal VII sec. a.C. e ai numerosi e antichissimi reperti archeologici, custodisce una notevole Pinacoteca con tele, ceramiche, vetri, tessuti, argenti dell’età barocca e opere dell’Otto e Novecento.
Il centro storico della città è un vero concentrato di musei: il palazzo storico-archeologico privato Museo Faggiano; il Must museo storico realizzato nell’ex Convento delle Clarisse; il Museo del teatro romano, adiacente all’importante monumento che risalirebbe al periodo augusteo; il Museo diocesano di arte sacra all’interno del Palazzo del Seminario in piazza Duomo, espone diversi dipinti, sculture, argenti e paramenti liturgici; il Museo Fantasy con le creazioni per il cinema e il teatro; il Museo della Cartapesta all’interno
del Castello Carlo V e il Museo Ebraico di Palazzo Taurino che sorge nel vecchio quartiere ebraico di Lecce. Fuori dal centro storico, si possono visitare la Pinacoteca d’Arte Francesca nel Convento di Sant’Antonio a Fulgenzio, nei pressi di piazza Mazzini, che custodisce pregevoli opere che vanno dal XV al XX secolo; i due musei archeologici Musa e Museo papirologico realizzati all’interno del complesso universitario Studium 2000 e il museo naturalistico dell’Orto botanico nato per opera dell’Università del Salento.
Ex Conservatorio di Sant’Anna Per chi è alla ricerca di qualcosa fuori dalle solite rotte turistiche, perfetta una visita all’ex Conservatorio di Sant’Anna. Attiguo all’omonima chiesa e costruito su un’antichissima area che si affaccia su Via Libertini, nei pressi di Porta Rudiae, questo conservatorio aveva l’obiettivo di ospitare le donne leccesi che si ritiravano a vita privata. Nel cortile si trova un ficus gigante di 500 anni: 18 metri di altezza, 800 centimetri di circonferenza. CHeck-in • maggio 2022
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Dove dormire e dove mangiare Gli indirizzi giusti per rendere il soggiorno a Lecce indimenticabile 400 Gradi
La Fiermontina
Uemé Duo
Arryvo Hotel
Patria Palace Hotel Palazzo BN
300mila
Risorgimento Resort Palazzo Sant'Anna
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Alex Ristorante Bros'
Primo Restaurant Mine & Yours
i l i b o N i n i g i r O
WWW.CANTINE-COLLALTO.IT CHeck-in • maggio 2022
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#LECCE
Palazzo BN Da banca a hotel A rilevare l’edificio è l’imprenditore italo-svizzero Renè De Picciotto, che lo ha trasformato in un hotel con 13 appartamenti di lusso e con un’offerta gastronomica declinata in tre ristoranti e un roof garden 50
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rendi un magnate che nella vita ha fatto il banchiere. Metti, poi, che nel suo girare tra il barocco leccese sia stato folgorato dall’eleganza e dalla maestosità di un palazzo abbandonato con una architettura tipica del ventennio fascista tra marmi e altezze. Metti che quel luogo abbandonato sia stata la storica e importante sede del Banco di Napoli, banca dove per anni si è “battuta moneta” così come avveniva per la Banca d’Italia. Metti che la storia e il sogno si siano ritrovati nell’idea visionaria di quest’uomo che decide di comprare l’ex banca e trasfor-
marla in uno degli hotel più prestigiosi di Lecce restituendo alla città pugliese un pezzo strategico della sua storia. Imponente, maestoso, elegante. Palazzo BN è la storia che si fa storia. Nuova, rinnovata, visionaria. È il progetto architettonico e leisure più interessante del sud Italia, firmato e voluto da Renè De Picciotto, ex banchiere italo-svizzero innamorato dell’Italia e della Puglia in particolare. Una banca che ha segnato la storia negli anni ’30 e che, grazie a una raffinata operazione di recupero e di restauro, è diventata un hotel con 13 appartamenti di lusso CHeck-in • maggio 2022
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e con un’offerta gastronomica declinata su tre ristoranti e un roof garden, una terrazza con il primo giardino pensile della città.
funzione di tribunale civile e penale nonché di carcere e posto di polizia urbana sino a essere adibito a caserma militare nel 1865 con la denominazione di Caserma San Martino.
Il glorioso passato Palazzo BN insiste su un’area di antica pertinenza militare. È dirimpetto al bastione nord-est del castello, oggi non visibile poiché inglobato nella costruzione del Teatro Politeama Greco. Nel XVI secolo il sito sembrò ottimale per la costruzione di un palazzo di giustizia e di una cappella dedicata a San Demetrio edificati a opera del famoso architetto militare Gian Giacomo dell’Acaya, cui si deve, com’è noto, la fabbrica del castello nonché l’edificazione della cinta muraria. Nel 1755 i resti dell’edificio preesistente con il caratteristico portale catalano-durazzesco - furono inglobati nella nuova costruzione eseguita ad opera dell’architetto Mauro Manieri che edificò il Palazzo della Regia Udienza avente inizialmente
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Si è sempre trattato di un palazzo caro ai leccesi tanto che alla fine dell’800, quando si paventò l’idea che potesse essere abbattuto, la cittadinanza organizzò una protesta per difendere quel pezzo importante di storia e di architettura. Nel 1902 il Consiglio di amministrazione del Banco di Napoli approvò la proposta di edificare una succursale importante in Puglia, a Lecce, e acquistò dal Comune con atto del 25 aprile 1903 - l’area affidando la costruzione del palazzo all’ingegner Pasquale Ruggeri persona nota e stimata in città per aver lavorato al progetto di realizzazione di una rete di comunicazione tranviaria elettrificata tra la città di Lecce e la marina di San Cataldo negli anni dell’amministrazione del sindaco Giovanni Pellegrino.
BN TERRAZZA
Il giardino pensile All’ultimo piano del palazzo troviamo Terrazza BN: il primo spettacolare giardino pensile della città con un lounge bar in collaborazione con Campari. Quest’area verde rappresenta un nuovo modo di vivere una pausa dalla frenesia cittadina con aperitivi al tramonto, eventi privati o una semplice passeggiata nel verde con vista dall’alto della città.
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Il palazzo, realizzato in linea con le costruzioni dell’epoca, in stile eclettico tardo ottocentesco, è composto di due piani fuori terra più un sotterraneo e occupava una superficie di 1250 mq di cui 412 mq relativi a giardini laterali il cui perimetro risulta ancora oggi identificabile sulla superficie dei marciapiedi laterali rispettivamente sulle vie San Trinchese e Dei Mocenigo per la presenza di una linea tratteggiata di tozzetti in marmo bianco.
La nuova vita dopo i sapienti restauri Grazie a un restauro conservativo oggi Palazzo Bn non tradisce la sua storia. Ogni elemento identificativo del passato è stato riutilizzato e valorizzato e fa parte di un racconto immersivo. Le casseforti sono elementi caratterizzanti dell’arredo; il bancone che ha visto passare la storia economica di Lecce oggi è 54
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stato riutilizzato per accogliere “Banco” un bar elegante e guidato da Mauro De Giosa, bartender dal grande carisma. Le grate dei vecchi impianti di condizionamento sono state riutilizzate per dar vita ad eleganti elementi architettonici. La cassaforte che dava accesso al vecchio caveau è oggi la porta d’ingresso per lo spogliatoio del più innovativo centro fitness. Allo stesso modo la stanza del direttore è oggi uno dei 13 appartamenti di lusso che nel dualismo design-storia hanno la massima espressione di una precisa volontà della proprietà di voler far rivivere un passato importante e caratterizzante della storia di Lecce.
Gli appartamenti al posto degli uffici Al primo e al secondo piano, negli spazi che un tempo ospitavano gli uffici ci
sono oggi 13 unità abitative: veri e propri appartamenti pensati per soggiorni di media lunghezza, o per chi desidera sentirsi come a casa, senza rinunciare ai servizi di un grande albergo. Gli appartamenti, tra i 40 e i 90 metri quadrati, sono tutti dotati di cucina e sono arricchiti da arredi di alta qualità e dal design unico. Tra i servizi: colazione internazionale servita in camera, pulizia giornaliera con servizio serale e accesso gratuito all’area fitness.
La food court Al piano terra, lì dov’era la monumentale hall con le vecchie casse dei bancari ora c’è un tempio della gastronomia guidato in sala da Giovanni Tortora e da Riccardo Chieppa e suddiviso in diverse proposte. Banco Lounge Bar è uno spazio aperto sin dal mattino per le colazioni con i dolci artigianali direttamente dalla CHeck-in • maggio 2022
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cucina del palazzo, fino all’aperitivo o al dopo cena per un cocktail, passando per la pausa di mezzogiorno o un break dal gusto mediterraneo con panzerotti, rustici leccesi, parmigiana di melanzane o deliziose pizze. Ammos Fish-bar racchiude la tradizione gastronomica di mare, il pesce fresco e nuove interpretazioni gastronomiche dello chef Simone De Siato. Nel menu proposte tradizionali e altre più creative: crudi di mare e tartare, in abbinamenti più o meno classici, come nello Speck di ricciola o nel Tagliolino di calamaro flambato a crudo e humus di ceci; si aggiungono una selezione di sandwich di mare e due intramontabili come la pasta con le vongole e il fritto misto. A chiudere, il pescato del giorno in diverse cotture: al sale, in guazzetto, alla plancia o al cartoccio. Da metà aprile fine settembre il menu può essere consumato anche nell’area esterna detta Il Cortile. 56
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Il ristorante Red è il fiore all’occhiello della food court, grazie a una cucina locale che valorizza le eccellenze del territorio, ma con un approccio contemporaneo. Il menu è un viaggio di gusto tra i mari e le terre della Puglia, dove i piatti affondano in un paniere tra i più ricchi d’Italia, sempre con sguardo attuale, senza tradire la tradizione locale.
Una singola analisi che permette di verificare lo stato di forza, equilibrio, resistenza, agilità e mobilità articolare attraverso cinque moduli di test (overhead squat, equilibrio, push up, squat jump, agility) e di monitorarlo verificando i progressi degli atleti nel tempo.
Nei vecchi caveaux l’area fitness L’area fitness, situata nei vecchi caveaux che conservano le tracce di quel che sono stati come il resto della struttura, non è semplicemente un luogo per chi ama allenarsi ma un vero e proprio tempio del benessere destinato anche a chi soffre di piccoli problemi motori e desidera tenersi in forma con esercizi personalizzati. Per il trainer il fitness test con D-wall permette di analizzare attentamente punti di forza e debolezza dei propri clienti sia in fase di stesura di schede specifiche sia in fase di recupero da infortuni e riatletizzazione.
Palazzo BN Via XXV luglio - 13/A Lecce Tel 0832 408721 www.palazzobn.com
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Risorgimento Resort #LECCE
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Quintessenza del Barocco leccese
Locanda nel 1400, albergo storico nel 1800, il Risorgimento Resort oggi è l'hotel cinque stelle lusso con 47 camere e suite in stile contemporaneo
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na città senza tempo, in cui perdersi fra i vicoli bianchi di antiche facciate e cieli taglienti di azzurro: perla del Barocco, Lecce stupisce per l’eleganza e la ricchezza. Qui nel
suo cuore più autentico, tra gli sfarzi di chiese e architetture, il prestigio dei palazzi nobiliari impreziositi da chiostri e giardini segreti, il fascino delle testimonianze romane e messapiche, sorge il Risorgimento Resort. Un’elegante dimora storica con 47 camere e suites. Locanda nel 1400, albergo nel 1800 e dal 2007 luxury resort 5 stelle, il RisorCHeck-in • maggio 2022
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gimento Resort offre agli ospiti una tradizionale accoglienza unita alla cura e alla ricchezza dei dettagli; senza perdere l’intimità di una storica dimora di lusso.
specialità gourmet proposte dallo chef Alessandro Cisternino e una wine cellar di oltre 200 etichette nazionali e internazionali.
Nelle sue 47 camere e suite il lusso, l’eleganza, il territorio e il comfort si incontrano. Finemente arredate con dettagli ispirati allo stile del Barocco leccese, le stanze sono caratterizzate da tonalità calde e rilassanti che richiamano al territorio salentino: dal beige della pietra leccese, al verde dell’ulivo sino al marrone delle vigne.
Le Quattro Spezierie Gorumet restaurant è un’alcova scavata nella pietra leccese dall’atmosfera morbida e altamente suggestiva. Ad attendervi le squisite suggestioni di Cisternino che porta in tavola un’esperienza che passa attraverso i sensi, una ricerca culinaria basata sui sapori autentici del Salento, ma arricchita da contaminazioni che provengono dalle cucine di tutto il mondo.
I ristoranti: un'alcova in pietra e roof garden Fiore all’occhiello del resort anche la cucina con i suoi ristoranti Le Quattro Spezierie Gourmet Restaurant e il Le Quattro Spezierie Roof Garden dove immergersi in ambienti ricercati, nelle
Alla guida della brigata de Le Quattro Spezierie dal 2018, Cisternino è nato e cresciuto a Lecce. Fortemente legato alla sua terra, lo chef ha dedicato la sua esperienza alla valorizzazione delle ricchezze enogastronomiche del Salento. Partendo da ingredienti stagionali e
Burrata biologica cinque santi su letto di meloncella e menta con ciliegia ferrovia, barbabietola e alici marinate
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Le Quattro Spezierie Gorumet restaurant dalla cucina povera, Cisternino rivisita i grandi classici della tradizione in chiave gourmet. Nel rooftop del Risorgimento Resort è custodito un giardino segreto, un’oasi di gusto nascosta tra le pietre bianche di Lecce. Con la stagione estiva apre, infatti, Le Quattro Spezierie Roof Garden. La location intima e romantica è un luogo unico per riscoprire la magia del Barocco leccese grazie alla vista suggestiva sui palazzi del centro storico e sul campanile del Duomo. L’esperienza è esaltata dalla selezione gourmet di food & beverage che Cisternino ha elaborato reinterpretando le specialità culinarie del Salento e i suoi sapori con prodotti tipici a km 0.
La spa Non manca la spa. L'ambiente intimo e raccolto offre un hammam calidarium con bagno turco, docce cromoterapiche e un'area relax. Completa il percorso una sala massaggi per trattamenti olistici viso - corpo purificanti, snellenti e anti-age.
Risorgimento Resort Via Augusto Imperatore 19 - 73100 Lecce T 0832 246311 www.risorgimentoresort.it CHeck-in • maggio 2022
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Palazzo Sant’Anna
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Boutique hotel olistico nel cuore di Lecce
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n posto che non è stato scelto ma che ha scelto e guidato nella sua rinascita come il secolare albero che ogni mattina dà il buongiorno agli ospiti: Palazzo Sant’Anna, il luxury boutique hotel de charme progettato dall’imprenditrice Beatrice Baldisser, ha aperto nel 2018 e dove, letteralmente, le lancette degli orologi sono ferme. «Ho "fatto yoga" alla mia casa, riportandola a nuova vita», dice la proprietaria Beatrice Baldisser che è l’esempio di un incrollabile forza di volontà. «Era un luogo di dolore per donne reiette, gli ho tolto la negatività». Il Palazzo, infatti, non è soltanto un albergo di lusso, ma è stato
restituito al centro storico di Lecce e ai viaggiatori che ne vivono l'atmosfera in tutta la sua bellezza di corpo dotato d'anima. «Queste mura hanno un cuore. Le accurate ricerche sui poli ionici hanno consentito di bonificarne il corpo murario e migliorare l'energia degli ambienti», spiega Beatrice Baldisser che si dichiara adepta del Vastu Shastra, architettura olistica di origine indiana, antica di 5mila anni, secondo la quale le leggi della natura influenzano le dimore umane.
Maison di charme ricca di vibrazioni positive E così oggi ci troviamo di fronte a questo palazzo olistico all’ombra di un ficus centenario situato nel cuore della parCHeck-in • maggio 2022
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te più antica della città. Un luogo accogliente in una dimensione quasi trascendentale, un luogo dove ritrovare sé stessi e la propria dimensione. Palazzo Sant’Anna, nell’ex conservatorio di Sant’Anna, ristrutturato secondo la filosofia architettonica Vastu Shastra, è una maison di charme ricca di vibrazioni positive dove tutto è studiato proprio per vibrare alle giuste energie. Dai materiali, come ad esempio i tavoli in legno di ulivo e tamarindo, ai pavimenti composti da micro particelle di ceramica provenienti dalla Nasa di Houston, alla canapa inserita nelle pareti. Le note di jazz, messe sul piatto del giradischi vintage, ondeggiano tra le suite dove gli orologi appesi al muro sono rigorosamente fermi a un orario che, per questa imprenditrice riveste un significato personale. «È un luogo che è rimasto chiuso per mezzo secolo dopo aver accolto a lungo donne nubili,
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mal maritate o vergini del patriziato salentino. Quando entrai, percepii un’energia negativa legata a quel passato triste e così, attraverso il Vastu, ho voluto rovesciare la nomea cupa, facendo di Sant’Anna uno dei primi palazzi completamente olistici del sud Italia. La lentezza dei movimenti di tutti noi in Palazzo Sant’Anna, l’armonia dei comportamenti, la gentilezza spontanea, l’alimentazione sana che proponiamo sono elementi spontanei della nostra accoglienza. Ogni suite è stata curata sino allo studio specifico di quei nodi d'acqua, ovvero i cosiddetti Nodi di Hartmann, che hanno un ruolo particolare nella scelta della posizione del letto in quanto causa di frequenze capaci di interferire con il benessere psico-fisico del dormiente. L'attenzione meticolosa riservata all'albergo ha consentito così di rilevare e mappare i nodi presenti e di scegliere conseguentemente una disposizione strategica degli arredi al fine
di eliminare ogni possibile disturbo notturno e perfezionare al massimo grado il concetto espresso dalla parola relax».
vaderà i palati con i piatti tipici della tradizione: “orecchiette & minchiareddhri” con polpettine, “sagne ncannulate” con ricotta “scante”, involtini della nonna leccese…
Tutti i sapori della Puglia A Palazzo Sant’Anna la mattina ci si sveglia con il profumo di dolci e pane appena sfornati e la colazione è un tour delle prelibatezze gourmet della Puglia. Tutto ovviamente homemade. Cura del dettaglio, ambienti ricercati e preziosi e un’esperienza personalizzata e su misura per ogni ospite. Poi, a pochi minuti dal Palazzo, troviamo il Bistrot Palazzo Sant’Anna, che offre ai propri ospiti piatti di raffinata cucina pugliese, con una grande ricerca e valorizzazione degli ingredienti e dei piatti tipici del territorio. La selezione della materia prima si basa su qualità, stagionalità e tipicità. L’esplosione di gusto in-
Palazzo Sant’Anna Vico del Pittaccio 4 - 73100 Lecce Tel 392 0177117 www.palazzosantannalecce.com
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Mine & Yours Members Club
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Rifugio per gentlemen
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ine & Yours Members Club Lecce è un rifugio urbano raffinato ed elegante. Incastonato all’interno delle imponenti porte di un palazzo storico dei primi del Novecento, è stato finemente restaurato da studi di architettura e interior designer di fama internazionale, che ne hanno curato impeccabilmente lo stile in ogni dettaglio. A firmare la progettazione degli ambienti è stato, infatti, l’olandese Eric Kuster, considerato da numerose riviste di settore uno dei migliori interior designer contemporanei al mondo nel segmento del metropolitan luxury, mentre l’ideatore del meraviglioso giardino verticale presente
nel patio interno, dove crescono ben 134 specie di piante differenti, è il noto biologo francese Patrick Blanc, l'inventore dei cosiddetti “muri vegetali”.
Nel quartiere più vivace della città Strategicamente posizionato nel quartiere più vivace della città, a due passi da piazza Mazzini, il Mine & Yours Members Club di Lecce è diventato in poco tempo un punto di riferimento non solo per la sua esclusività, ma anche per la poliedricità dei servizi proposti e le sue tante sfaccettature. Qui lusso, design e comfort si coniugano alla perfezione e ogni ambiente sorprende e regala attimi di benessere e relax. CHeck-in • maggio 2022
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CORNER 'S N E M E L GENT
My Barber I gentlemen che soggiornano al Mine & Yours Lecce ma anche il pubblico esterno, su prenotazione, possono rivolgersi per un taglio capelli o una barba a regola d'arte a My Barber, non un semplice barbiere, ma una vera e propria bottega del benessere dove vivere un'esperienza di rilassamento che coinvolge tutti i sensi. Un mix tra il concetto di barberia italiana in stile siciliano, con sedie vintage e ambiente raffinato, e un barber shop newyorkese. Insomma, il luogo perfetto per rinnovare il proprio stile, con un taglio classico o più moderno, o lasciarsi coccolare dal rituale della barba con panno caldo “all’italiana”, magari degustando un aperitivo gourmet.
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Più che un locale, un microcosmo La particolarità è che il Members Club, nato come location dal gusto metropolitano, che ha il merito di aver portato a Lecce un nuovo concept di accoglienza e ospitalità, è diventato con il tempo un luogo dal grande fascino aperto a chiunque abbia il piacere di frequentarlo. Entrare all'interno di questo microcosmo così dinamico e internazionale significa, infatti, condividere interessi e appartenenza ai valori globali del brand Mine & Yours, ampliare i propri orizzonti, instaurare legami e alimentare le proprie conoscenze.
Business lounge: tutto parte dall’accoglienza La business lounge non è altro che il preludio a un’esperienza immersiva di
relax e benessere. In questa stanza si viene accolti dopo un lungo viaggio, si sfoglia una rivista, si sorseggia un calice di vino o ci si relaziona con una community di persone che condividono la stessa passione per il lifestyle e per uno stile di vita più sofisticato.
Il rooftop con il frizzante cocktail bar Il Rooftop Lounge, con il suo frizzante cocktail bar, è un’oasi urbana en plein air, nel cuore della città ma lontana dal caos, dove darsi appuntamento per concedersi un break di relax, magari consumando una cena sotto le stelle a base di sushi e piatti mediterranei oppure sorseggiando un ottimo drink. Particolarmente gettonato anche il momento dell'aperitivo grazie a una proposta mixology, di stampo fusion e
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una drink list composta da cocktail, distillati e birre, con l'obiettivo di soddisfare al meglio il gusto di ogni singolo ospite. Al fianco dei classici internazionali, una serie di signature cocktail, appositamente creati con tecniche di lavorazione e miscelazione di altissimo livello e l'utilizzo di ingredienti alternativi, provenienti dall'Oriente e dall'America Latina.
Tra i servizi che contraddistinguono il Members Club non poteva mancare la conciergerie, disponibile fisicamente alla reception del Member Club e anche online attraverso canali digitali dedicati, che supporta gli ospiti della struttura in tutte le loro richieste.
Quattro le suite Per chi desidera soggiornare in loco non mancano 4 suite finemente arredate, anch’esse con un design elegante e cosmopolita, e dotate di ogni comfort affinché gli ospiti possano godere appieno dell’accoglienza riservata loro.
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Mine & Yours Members Club | Lecce Via 47 Reggimento Fanteria 28 - 73100 Lecce - Tel 0832 1563841 www.mineandyourslecce.com
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La Fiermontina Tra arte e ricordi di famiglia
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l cuore più autentico di Lecce batte dove c’è quello delle sue donne. Per questo la famiglia Fiermonte accoglie i suoi ospiti nelle sue “luxury homes”, tre luoghi che celebrano un’armoniosa fusione tra arte e piacere di vivere, la cui creazione è stata ispirata dalle figure della nonna dei proprietari Antonia-Yasmina e Fouad-Giacomo Filali, Antonia Fiermonte, e da suo fratello Enzo Fiermonte. Una storia di una donna del sud, uno spirito libero, un’avventura di migranti italiani che attraversa diverse culture. La Fiermontina è un viaggio sensoriale tra l’aroma dei vigneti, l’aria pura, un piatto delizioso, la quiete, uno scorcio tra i vicoli del Barocco. Un luogo magico dove lasciarsi alle spalle la routine quo-
tidiana per vivere autentiche esperienze, indelebili ricordi. Un incontro tra culture che diventa valore nel rispetto delle persone.
Antica masseria nel cuore di Lecce Questa antica masseria, situata nel cuore storico di Lecce e circondata dalle mura urbiche della città, è stata interamente restaurata con grande finezza per volere di Fouad-Giacomo Filali e trasformata in sontuosa dimora-albergo nel 2015, dove tradizione e modernità si fondono in perfetta armonia. Nel suo vasto giardino, al riparo delle mura, ulivi secolari e alberi d’arancio offrono ombra al bar, alla lineare piscina e alle sculture dei due artisti francesi, che amarono Antonia e furono da lei amaCHeck-in • maggio 2022
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ti, René Letourneur e Jacques Zwobada. Impreziosite dai soffitti a volta, dal colore mielato della pietra leccese e da opere d’arte, quindici ampie stanze - cui si sono aggiunte di recente tre suite à côté - accolgono gli ospiti in un’atmosfera di squisita eleganza.
Tra le mura del palazzo si respira l’arte che accompagna la storia della famiglia Fiermonte. Ogni suite racconta una storia, a partire dai due artisti Zwoboda e Letourneur di cui è possibile ammirarne le opere camminando per la struttura, per arrivare a Legèr e poi John Lennon e Yoko Ono, amica della madre dei proprietari.
Palazzo Bozzi Corso, scrigno d’arte
Uno stile inconfondibile, perfetto connubio tra classicità e design, con mobili su misura e pezzi d’arte di rilevanza: Sottsass, Gio Ponti, Mackintosh, Le Corbusier. Il Palazzo vanta un elegante rooftop con piscina e vista sui tetti e campanili di Lecce da cui è possibile ammirare fantastici scorci e godere di indimenticabili tramonti.
A pochi passi dalla Basilica di Santa Croce, sorge, invece, il lussuoso e affascinante Palazzo Bozzi Corso. Costruito nel 1775 è oggi dedicato alla memoria di Enzo Fiermonte, boxer di fama mondiale nonché zio degli attuali proprietari Antonia e Giacomo Filali. Situato in pieno centro, questo palazzo storico dispone di dici eleganti suite.
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Dispone inoltre al suo interno di una zona wellness con vasca idromassag-
FUSO MUSEO DIF
Mama family museum Pensato da Fouad-Giacomo e Antonia-Yasmina per celebrare la memoria, l’opera e l’eredità culturale della nonna, il Mama (Antonia Modern Art Museum) è un museo diffuso, che si propone quale trait d’union artistico fra la Fiermontina e Palazzo Bozzi Corso. Al Mama si ammirano opere di Antonia Fiermonte (acquerelli), degli scultori Jacques Zwobada e René Letourneur ispirati dalla loro bellissima musa Antonia Fiermonte (che entrambi sposarono) e di altri artisti (Frank Lucignolo, Chekos Art…). Il museo organizza anche mostre con artisti locali e internazionali. eventi tematici, degustazioni. Ripercorrendo i luoghi amati da Antonia Fiermonte la Family Collection si espande ad agosto 2021 e ritorna a Parigi, dove tutto ebbe inizio. In Place Vendome, una delle più importanti piazze al mondo, si trova un lussuoso appartamento a uso esclusivo, immerso in una galleria d’arte e circondato dalle più rinomate boutique di Parigi (Bvlgari, Cartier, Gucci, Dior..). Prossimamente la Family Collection aprirà le porte a un nuovo ambizioso progetto in Marocco, “Ocean” un resort luxury, dove il lusso incontrerà i valori e l’autenticità del territorio.
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gio in pietra, relaxarium e sala massaggi in cui è possibile usufruire di trattamenti personalizzati e svolgere attività dedicate al proprio benessere. All’interno della proprietà è inoltre possibile scoprire un bellissimo giardino privato dove gli ospiti solitamente gustano la colazione al mattino o un bicchiere di vino nel pomeriggio. Tutte le sistemazioni vantano interni minuziosamente arredati e sono dotate di ogni comfort, alcune hanno al loro interno una sauna e doccia emozionale. Due suite dispongono di terrazza privata condivisa e altre due suite hanno accesso diretto al rooftop. Ognuna di queste dieci eleganti suite è unica ed è stata intitolata ad un capitolo della storia della famiglia Fiermonte. I soffitti antichi e gli stucchi restaurati le-
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gano in modo armonioso dando risalto all’arredamento contemporaneo. Le opere d’arte sono state accuratamente scelte e distribuite in tutto il palazzo.
La Fiermontina - Luxury Home Piazzetta De Summa Scipione 4 - 73100 Lecce - Tel 0832 302481 www.lafiermontina.com Palazzo Bozzi Corso by La Fiermontina Via Umberto I 38 - 73100 Lecce www.palazzobozzicorso.com
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Patria Palace Viaggio nel tempo e nella bellezza
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immagine elegante e fiera del Patria Palace nasce nel ’700, quando i marchesi d'Anna Petrarolo, scelgono il centro di Lecce e lo stile di Mauro Manieri, tra gli architetti ad aver contribuito ad alcune delle più belle opere del Barocco in Puglia, per costruire la loro dimora gentilizia. Qui nasce il palazzo, nella Piazzetta Riccardi, dove si specchia nella più maestosa delle opere barocche della città, la Basilica di Santa Croce, e oggi splendido hotel 5 stelle. Dopo la morte dei proprietari il palazzo andò al comune e dopo varie vicissitudini venne donato a un ordine religioso che ne fece un orfanotrofio. Nel 1850 un imprenditore barese, Giacomo Gridi, acquistò il palazzo e ne fece una locanda, si
dice la prima della città. Nel 1861 il palazzo subì un notevole ampliamento, che lo portò all’attuale consistenza edilizia. Per volere della famiglia Gridi, infatti, venne costruito il secondo piano, che portò all’ampliamento del numero delle camere. Per suggellare quell’esaltante periodo storico dell’Unità d’Italia (1861) Gridi trasformò la “Locanda” nel primo albergo della città con il nome di Hotel Patria. In seguito, diventerà Patria Touring. Nel 1994 il palazzo venne acquisito da un imprenditore barese, Daniele De Gennaro. All’architetto barese Gaetano Mossa venne affidato il compito di ridisegnare il nuovo Patria Palace Hotel. Dopo tre anni di energici ma rispettosi interventi di restauro a opera di artisti e maestri artigiani, il Patria Palace riaprì i battenti nel 1997. L’hotel così rinnovato entrò nella prestigiosa catena CHeck-in • maggio 2022
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IN CUCINA
A tutto Salento
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Fiore all’occhiello anche la ristorazione. Qui, i sapori autentici della cucina salentina, reinterpretata con eleganza e creatività dallo chef Ivan Bruno, trova massima espressione nelle ricercate proposte del menu del ristorante Atenze. Le sere d’estate, Atenze si sposta in una riservata location sul rooftop, per offrire l’esperienza di cenare sotto le stelle, con vista su Santa Croce. Non manca il lounge bar interno, in cui concedersi una pausa veloce sorseggiando un tipico caffè leccese e perdendosi nello scorcio della Basilica offerto dall’affaccio diretto su Piazzetta Riccardi
Luxury Collection di Starwood Hotel and Resort, diventando così il primo 5 stelle di Puglia.
Un viaggio nel tempo e nell’arte Al suo interno il palazzo è arricchito di affreschi ed elementi decorativi in stile Art-déco. Entrarvi è come viaggiare nel tempo. I quadri, i fregi architettonici in pietra leccese e in legno e l’elaborato soffitto dipinto a mano - che ricorda il sontuoso soffitto a cassettoni della vicina basilica di S. Croce - contribuiscono a creare un’atmosfera elegante e accogliente in cui il classico e il moderno, si fondono con armonia e stile. Una scala marmorea, vincolata dalla soprintendenza, si arrampica al secondo piano illuminato da un bellissimo soffitto in vetro dipinto a mano con motivi floreali.
Ognuna delle camere e suite, ciascuna con le proprie specificità e tratti distintivi, è personalizzata da affreschi murali di John Duggan, artista e architetto americano, trasferitosi in Italia da oltre 30 anni e maestro della pittura murale trompe-l'oeil. In una delle sue visite a Lecce, se ne innamorò aprendo uno studio d’arte proprio nei pressi del Patria Palace Hotel.
La cura dei dettagli Dal 1994-97 ad oggi, le scelte d’intervento di rinnovo di spazi e interior al Patria Palace Hotel sono state concepite nel pieno rispetto dei valori storico-architettonici dell’immobile, e operate attraverso una rilettura e una reinvenzione dell’immagine del vecchio Hotel Patria, condotto sul filo della memoria tra passato e presente, CHeck-in • maggio 2022
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classicità e modernità e di una rigorosa essenzialità, suggerita dalla rassicurante geometricità Art déco, nella cifra distintiva che accompagna la scelta degli arredi. A seguito dell’ultimo restyling, curato dalla designer barese Mina Ignazi, l’eleganza originale del Palazzo viene valorizzata dal ricercato equilibrio estetico tra arredi di design del primo restyling (quello degli anni ’90) - come gli arredi Giorgetti, le lampade Ducale Parete in vetro di Murano disegnate da Giuseppe Righetto per Artemide e il lampadario Venini della lobby realizzato su progetto esclusivo per il Patria Palace Hotel affinché avesse due bracci in più di quello comunemente in commercio con elementi di design contemporaneo
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- come gli arredi Poliform e Rimadesio, le lampade Floss e le eleganti graniglie Mipa - e, ancora opere artistiche in fase di ultimazione che andranno ad arricchire la hall e realizzate in esclusiva per il Patria Palace Hotel dall’artista leccese Pierpaolo Gaballo.
Patria Palace Hotel Piazzetta Riccardi 13 - 73100 Lecce Tel 0832 245111 www.patriapalace.com
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Arryvo L’hotel perfetto per i giovani
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rryvo come la meta, la destinazione, il luogo dove approdare e da cui iniziare il viaggio alla scoperta di Lecce e del Salento. Arryvo come esclamazione entusiasta “Arrivo!”, con la sua idea di movimento, di urgenza, di aspettativa. Arryvo come lo “sbarco” sul territorio di un progetto di ospitalità completamente nuovo per il Sud Italia, risultato di un lungo lavoro di ricerca a livello internazionale e dall’analisi dei trend nel settore turistico e alberghiero. Arryvo con la y perché in qualunque lingua pronunci il nome, il suono non cambia. Arryvo, aperto ad agosto 2021, è l’hotel ispirato agli stili di vita dei globetrotter contemporanei e ai Millenials. Un luogo ideato per farsi amare sia dai turisti che dalla città. Arryvo è espressione di un’i-
nedita forma di hospitality, che rispecchia appieno i desideri e le aspettative di una società fluida, inclusiva e in continua evoluzione. Il target principale sono i giovani, non solo per età anagrafica, ma per spirito e attitudine: persone che amano location di design, funzionali e aggregative. L’hotel experience proposta da Arryvo è perfetta per viaggiatori dall’approccio informale, interessati alla socialità e a entrare in contatto con chi abita Lecce e il Salento.
Spazio al design e ai giovani di spirito Il cuore della location è l’ampio ambiente a pianoterra, aperto sia agli ospiti sia al pubblico cittadino. I toni di grigio, blu, ottanio sono dominanti e vestono le sedute, le pareti, i pavimenti; a illuminare e sorprendere sono detta-
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gli colorati, elementi decor decisamente inusuali e le opere dell’artista Vj’s Mind. Lo spazio è unico, ma modulato in modo da creare situazioni ben distinte. La reception c’è, ma defilata: la prima cosa che attira l’attenzione è il logo giallo al neon che “accende” il lungo bancone del bar, affacciato sull’area relax, con salotti, poltrone e tante piante, e sullo spazioso tavolo sociale, perfetto come working station per freelance e studenti. La vicina università lo rende accogliente luogo di studio per tanti ragazzi che si preparano agli esami, tra un caffè americano e una full immersion nei libri.
Il ristorante occupa un’ala del locale, mentre quella opposta è impegnata da una sala con un inaspettato tavolo da ping pong rosa e un grande televisore che, su prenotazione, diventa una area riservata per meeting di lavoro, con servizi dedicati. Lo spirito di Arryvo è informale, con tanta voglia di ironia e divertimento, come suggeriscono i due videogames per giocare, in attesa del check-in o del proprio cocktail, il corner per le performance di musica dal vivo e dj set e i tanti gadget multicolor brandizzati, come felpe, 86
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t-shirt, cappellini, borsoni, zaini, borracce termiche, matite, penne e mug. Chi entra da Arryvo comprende subito che qui potrà trascorrere bene il suo tempo, perché è un contenitore dove tutto è possibile: divertirsi, giocare, rilassarsi, ascoltare e fare musica, mangiare, studiare, lavorare, incontrarsi, in un clima stimolante e cosmopolita.
Caffetteria, ristorante e cocktail bar
inizia con la colazione, dolce e salata, e poi si prosegue con il brunch internazionale; a pranzo e a cena si possono assaggiare i piatti della tradizione locale, rivisitati in chiave contemporanea. Semplice e creativa la cucina non è mai ripetitiva, con quotidiani fuori menu, perfetta per il pubblico di Arryvo, curioso e sempre alla ricerca di novità. La formula del locale, lo rende perfetto per fermarsi per una pausa durante la giornata, che sia per un caffè, una cioccolata calda o un aperitivo con gli amici.
Caffetteria, ristorante e cocktail bar rappresentano delle eccellenze di Arryvo: il servizio è disponibile dalle sette del mattino all’una di notte, con un’offerta molto ampia, di alta qualità e dall’identità ben precisa. Ogni fascia oraria ha la sua proposta: la mattina si
L’accoglienza è coerente con la filosofia del luogo: il rapporto con gli ospiti è amichevole, ma anche professionale, perché chi entra da Arryvo deve essere accolto con il sorriso e sentirsi subito a proprio agio. La peculiarità è che quasi tutti i ragazzi che curano l’ospitalità e la
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OBIETTIVO
Rompere gli schemi I fratelli Marco e Luigi Cimmino, affiancati dal padre Giancarlo, hanno lavorato al progetto Arryvo con la convinzione che Lecce e il Salento avessero bisogno di un modello di ospitalità diverso da quello tradizionale, più vicino ai bisogni dei moderni viaggiatori e maggiormente connesso con il territorio. La gestione degli spazi, l’estetica accattivante e nel contempo razionale, l’accessibilità a ogni attività che si voglia svolgere all’interno di Arryvo - mangiare, divertirsi, studiare, lavorare, dormire, giocare sono tutti aspetti chiave della formula ideata dai fratelli Cimmino. Marco è già nome noto in città per essere il proprietario della dimora di charme Mantatelurè, aperta nel centro storico nel 2013, e per aver ideato e partecipato al lancio del format Pescheria con Cottura; Luigi è imprenditore nel settore immobiliare e ha portato la sua esperienza nella nuova attività di famiglia.
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ristorazione hanno talenti artistici: non è raro che nei momenti di pausa qualcuno imbracci la chitarra e si metta a suonare oppure afferri il microfono e canti una canzone. L’unicità di Arryvo passa anche qui.
Stanze minimal ma curate Ai due piani superiori ci sono 25 camere: stanze minimal, ma curate in ogni dettaglio, con elementi d’arredo di design. All’ospite è garantita massima pulizia degli ambienti, materasso e cuscino di altissima qualità e insonorizzazione. Nelle stanze il “Do not disturb”, il convenzionale cartellino da appendere fuori dalla porta, è sostituito dal simpatico Arryvo Bear, un orsetto in peluche con t-shirt brandizzata. Tutto rispecchia la filosofia dell’albergo! L’hotel dispone di una lavanderia a gettoni, con asciugatrice e kit per stirare.
Il magico roof top Il terrazzo è lo spazio all’aperto di Arryvo, con tanto verde, lucine colorate e comodi salotti: l’ultimo piano dello stabile è ideale da vivere di giorno e di sera. L’area, attrezzata con il bancone del bar e la postazione per dj set e musica dal vivo, rende il roof top perfetto per l’aperitivo, eventi, party, attività aziendali e feste private.
Arryvo Hotel Via Adua 24 - 73100 Lecce Tel 0832 183 0506 www.arryvo.com
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Primo Restaurant La stella di Solaika Marrocco brilla sul Salento
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Solaika Marrocco e Silvia Antonazzo
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iccolo è bello! Questa è l’immagine a colpo d’occhio che si percepisce entrando da Primo Restaurant, il ristorante una stella Michelin di Lecce: pochissimi tavoli in una sala altrettanto piccola e dal caratteristico soffitto a stella in pietra leccese, con la chicca del servizio all'aperto a lume di candela. Regina di questo luogo, e nuova promossa della cucina italiana, è Solaika Marrocco.
Giovane e talentuosa chef Classe 1995, nata nella non lontana Gallipoli, Solaika esprime la sua personalità di cuoca moderna in piatti belli per la vista, squisiti per il palato. A dispetto della giovanissima età, la chef regala, infatti, una cucina semplice, elegante e raffinata. Nei suoi piatti il Salento e la Puglia emergono in alcuni ingredienti chiave, così come le ricette più antiche e tradizionali, che però Solaika si
diverte a reinventare con uno stile decisamente contemporaneo e originale, se non addirittura audace.
In cucina dai 14 anni Un amore per la cucina iniziato quando era molto piccola, tra le mura di casa, guardando la madre che preparava da mangiare per tutta la famiglia: «Sono in cucina dall’età di quattordici anni», ci dice con soddisfazione Solaika.
Una cucina d’emozione Una passione che è cresciuta giorno dopo giorno e che ogni giorno le insegna: «Sono molto rispettosa dell’essenza stessa della materia prima, l’esaltazione delle caratteristiche dell’alimento è alla base di tutto per me - continua - Attraverso questo riesco a costruire armonia
Parmigiana di melanzane, besciamella di grano arso, velo di pomodoro CHeck-in • maggio 2022
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ed equilibrio nei miei piatti. La mia cucina è emozione, costruisco senza pormi limiti, ma partendo sicuramente da sapori autentici, che siano estremamente riconoscibili e identificativi di un luogo… per passare poi anche dalla gestualità e rituali che conosco da quando ero bambina, come ad esempio l’intingere un pane lievitato naturalmente nell’olio extra vergine o il fare la scarpetta». Tradizioni e movenze antiche e familiari che la chef porta avanti con orgoglio e che fa sue aggiungendo il suo tocco unico e creativo: «Cerco di inserire i prodotti e tradizioni tipiche della zona in un contesto come quello del mio ristorante intervenendo con la tecnica e il rispetto dell’ingrediente là dove nella tradizione viene a mancare, mantenendo intatti però i sapori originali il più possibile».
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Turcinieddhi glassati alla birra con marmellata di cipolla all'arancia critmi in tempura e infuso di luppolo
avanti un progetto che da luce e rappresenta il territorio fatto di costanza e serietà. La mia cucina e tutto il progetto Primo restaurant parla di Salento».
Nei piatti l’amore per la propria terra
I piatti icona
Un lavoro che non solo è stato premiato dalla tanto ambita stella Michelin, ma che le viene riconosciuto ogni giorno dai suoi ospiti: «Sento una forte responsabilità nei confronti del cliente come da sei anni a questa parte. La stella Michelin è arrivata perché abbiamo portato
E allora assaggiamo il Salento secondo Solaika nei piatti che più la rappresentano e che sono i signature dishes del Primo Restaurant. Si parte dalla Parmigiana, Animelle all’arancia e gambero di Gallipoli, Spaghettone Benedetto Cavalieri, datterino giallo e peperoncino
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caramellato e i Turcinieddhi glassati alla birra con marmellata di cipolla, critmi in tempura e infuso di luppolo.
Foto del servizio Autfotografia
E se dovessimo optare per il servizio all'aperto a lume di candela” la chef ci consiglia: «Sicuramente partiamo con un aperitivo con un calice di champagne. Proseguendo poi con menu con portate che abbiano un crescendo di sapori. Si parte quindi con piatti più delicati fino ad arrivare a quelli più strong, per concludere poi con un dessert che sia la ciliegina sulla torta finale». Giovane sì, ma solo sulla carta, perché Solaika di esperienza e talento ne ha già da vendere.
Primo restaurant Via 47 Reggimento Fanteria 7 - 73100 Lecce Tel 0832 243802 www.primorestaurant.it
Animella glassata all'arancia, gambero crudo di Gallipoli CHeck-in • maggio 2022
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La cucina secondo i Bros' #LECCE 94
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e dovessimo trovare solo una parola per definire il ristorante Bros' di Lecce, guidato da Floriano Pellegrino e Isabella Potì, uniti nel lavoro e nella vita, sarebbe senza dubbio “libero”. Il locale, che nel 2018 conquista la prima stella Michelin in Salento, è, infatti, il regno dell’avanguardia pura in cui i due cuochi esprimono tutto il loro estro creativo con l’obiettivo di creare stupore nell’ospite, senza paura e utilizzando accostamenti spesso estremi e taglienti, per aprire nuovi orizzonti di gusto.
Viaggio gastronomico E di creatività ed energia Floriano Pellegrino e Isabella Potì ne hanno da vendere e la usano al meglio. Qui tutto è volutamente “diverso”: non c'è più la carta ma due menu degustazione da 20 o 25 passi che portano in tavola un bel numero di assaggi innovativi e sorprendenti - parecchi dei quali rifiniti con teatralità direttamente in sala - sino alla conclusione del pasto con un dessert di altrettanto alto livello. Un viaggio, accompagnato anche da un sottofondo musicale ad hoc, che conduce i commensali nella mente e nel mondo gastronomico e personale dei due chef.
Maranciana, ciceru, limone mutu maturu
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Floriano Pellegrino, l’amore per il cibo iniziato da bambino Nato a Lecce nel 1990, Floriano Pellegrino è vissuto tra Trepuzzi (Le) e Scorrano (Le). Nel 2018 ha fondato la holding Pellegrino Brothers con la sua compagna Isabella Potì. L'azienda attualmente detiene i diritti del marchio Bros’, compreso il ristorante Bros’ e la trattoria Bros’ e Sista. Ha fondato anche il Bros’ Rugby, sempre gestito dalla holding, impegnato nel reinserimento di ragazzi delle periferie pu-
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gliesi in un circuito virtuoso, che tramite lo sport mira a coinvolgerli nel panorama professionale italiano e internazionale. La passione per la cucina è nata tra le mura di casa: la sua famiglia gestiva un agriturismo nel suo paese di nascita, Scorrano. Fin da piccolo dimostrava una spiccata predisposizione verso il cibo e la cucina in generale, tanto che era d’aiuto insieme ai suoi due fratelli nella gestione dell’attività familiare. Dopo aver terminato gli studi alberghieri, ha lavorato tutta l'estate in alberghi e ristoranti locali, e con l’età di 19 anni lascia il Salento e, nel suo viaggio in
Europa, è approdato nelle più grandi cucine stellate (Luis Andoni Aduriz, Eneko Atxa, Alexandre Gauthier, Rene Redzepi, Claude Bosi). Tra tutte le esperienze, quella alla corte dello chef Martin Berasategui ha segnato molto il suo percorso professionale e umano, restituendogli in termini di crescita l’attitudine necessaria a diventare in breve tempo un cuoco contemporaneo completo.
Isabella Potì, da sempre il sogno di essere chef Isabella Potì, nata a Roma nel 1995 da madre polacca e padre leccese, è una delle chef donne più famose d’Italia e non solo. Insieme al suo compagno, Floriano Pellegrino, condivide la passione per il lavoro e hanno fondato il ristorante Bros’. Sin dalla tenera età dimostra grande passione e attitudine per la cucina, non a caso da piccola sognava già di studiare nelle scuole di cucina più prestigiose. Dopo aver frequentato l’alberghiero di Lecce, la sua carriera prende il via da Londra a fianco del suo maestro Claude Bosi. Il suo talento la porterà poi in Spagna, dove studia con Paco Torreblanca e Berasategui, a Copenhagen da Geranium, e a Menton da Mirazur. «Quello che mi ha portato a diventare uno chef è un po' l'amore per questo lavoro, ma anche per il cibo in generale - racconta - Dato che non avevo un riferimento di prima mano, a causa del fatto che non vengo da una famiglia di ristoratori, non l'avevo mai visto da dentro. È stato solo quando l'ho provato che ho CHeck-in • maggio 2022
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capito veramente cosa significasse, cosa si intendesse. Uno dei miei maestri più importanti è proprio Floriano Pellegrino. Ci conosciamo da quando avevamo 18 anni, quando ho finito la scuola e volevo iniziare a lavorare nel mondo della ristorazione di alto livello. È stato lui che mi ha introdotto in questo mondo, che mi ha portato su questo percorso. A partire da lui, insieme abbiamo potuto "calcolare" tutti i diversi stage e lavori che abbiamo fatto all'estero, a Londra, in Spagna e in Francia. Tutte le cose che abbiamo fatto insieme e che ci hanno portato ad essere quello che siamo oggi».
Burru rancidutu gelatu, cera, frutta siccata
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Bros' Via degli Acaya 2 - 73100 Lecce Tel 351 6615513 www.pellegrinobrothers.it
L A N O ST RA C ASA Un lungo corridoio che sembra infinito, fatto di profumi e sapori sospesi nel tempo... Questa é la nostra casa. “Godete della lentezza e aprite le finestre” ci hanno insegnato fin da piccoli “solo così i prosciutti diventano buoni e profumati”. A noi sembrava una magia ma non l’abbiamo mai dimenticata e, oggi come ieri, manteniamo vivo l’incantesimo creando un cibo che non é solo prosciutto ma cultura, tradizione e amore.
DIETRO OGNI STORIA VERA SALU MIFICIO SAN MICHE L E S.P.A . | WWW.SAN-MICHELE.IT | INFO@SAN-MICHELE.IT
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Al Duo cucina creativa e sorprendente
#LECCE
Mare mio non ti conosco
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87373 di Carla Latini
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l timone del ristorante gastronomico “Duo”, nel centro storico della bellissima e barocca Lecce, c’è lo chef patron Fabiano Viva. Un cuoco “rockettaro” e un personaggio eclettico che ha vissuto molte esperienze. La sua vita in cucina inizia nei primi anni 2000. Ma prima? «Ero un personaggio molto noto, direi quasi vip nel mio Salento - racconta - conduttore radiofonico e televisivo, esperto di ogni tipo di musica, ho intervistato artisti da ogni parte del mondo, da Donna Summer a Vasco Rossi. Poi, come spesso succede nel mondo dello spettacolo, mi trovai ad aprire un ristorante-pizzeria, il Posto Divino a Felline (Le)».
Una nuova svolta Il locale va molto bene fino al 2011. Felline è un piccolo borgo che risale a prima del Medioevo. Il pubblico apprezza ma poi Fabiano intuisce che c’è bisogno di una svolta. Un giorno torna a casa con la certezza che l’indomani avrebbe chiuso. «Non conoscevo il mondo dell’alta gastronomia, il mondo delle guide, delle stelle. Non sapevo che ci fosse un concetto dietro la cucina. Ma volevo trovarlo, volevo scoprire la mia cucina sartoriale artigianale». La sua socia Paola comprende subito e si adegua. Fabiano è un fiume in piena. Un trascinatore, uno che non si ferma di fronte alle difficoltà iniziali. Ricominciano con un concetto più maturo e profondo mirato
Fabiano Viva a restituire il ruolo dimenticato ai prodotti locali e alle ricette.
Lo stage da Enrico Crippa Fabiano studia, ricerca approfondisce il passato per donare ai clienti stimoli gastronomici e mentali. Non contento di menzioni e soddisfazioni a livello di popolarità mediatica e dei tantissimi turisti italiani e stranieri che tornano al Duo vuole giocare quella che lui stesso definisce la CHeck-in • maggio 2022
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“Champions League”, inseguendo la profonda identità culturale della cucina. Grazie ai suoi tanti contatti prova a fare degli stage in ristoranti stellati. All’inizio riceve solo dei rifiuti, giustificati, a causa della sua non più giovane età. Un giorno, tramite un comune venditore, conosce Enrico Crippa. Fa uno stage da lui insieme a dei giovanissimi apprendisti. Un ruolo inusuale che diventa divertente per tutti.
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I due menu del Duo «Al Duo abbiamo due menu - spiega Viva - uno si chiama “I classici” e sono i miei cavalli di battaglia, quei piatti che non potresti mai togliere dal menu, come un dessert che inventai per Pasquale Torrente. Si tratta di una Mousse di limone spolverata con cappero disidratato e sopra c’è un disco di meringa impasta-
ta con acciughe sotto sale, zest di limone e foglie di basilico. Quattro gusti uniti dal soft del limone e dal croccante della meringa. Sempre ne “I classici” c’è un altro piatto che va molto forte, la Vellutata di patata dolce Galatina Dop con capocollo croccante e foglie di pane fritto. Voglio anche segnalare Mandorle di ricci, bellissimo piatto perché monocromo». «L’altro menu si chiama “Sospensione”, in bilico fra terra e mare. Molti attribuiscono al Salento una cucina di mare ma in fondo è una schietta cucina contadina. A breve “Sospensione” verrà sostituito con un menu dedicato a Lecce. Si intitolerà “Barocco”. Abbiamo studiato la cucina del ’700 e molte preparazioni, come agrodolce e carpione, fanno già parte di noi. Vi anticipo solo che il secondo antipasto sarà un omaggio visivo e gustativo al rosone di Santa Croce».
Duo Restaurant Via G. Garibaldi - 73100 Lecce Tel 0832 520956 www.ristoranteduo.it
Verza, latticello e caviale di aringa CHeck-in • maggio 2022
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Alex Ristorante Il Salento secondo Alessandra Civilla
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el cuore del centro storico di Lecce, attorniato dall’antico e immutato fascino dei palazzi antichi e a pochi passi dalla centrale piazza Sant’Oronzo, sorge l’Alex Ristorante, dove creatività e materie prime si rincorrono in una danza di emozioni nel piatto.
mensali con una cucina mediterranea e contemporanea che rispetta ed esalta le materie prime giocando con i contrasti e la fantasia. Oltre all’ampia sala, il ristorante dispone di uno spazio esterno perfetto per pranzare o cenare nelle belle serate primaverili ed estive godendo dell’armonia barocca del centro storico.
Il pesce protagonista del menu Un ambiente fine e accogliente, arricchito da un arredamento ricercato che conferisce all’atmosfera il giusto equilibrio tra calore e sobrietà. A fare la differenza sono, infatti, le portate preparate con maestria dalla cuoca Alessandra Civilla, salentina Doc, che stupisce i com-
Il risotto giallo Acquerello allo zafferano, battuto di manzo e parmigiano
La filosofia di cucina di Alessandra Civilla è racchiusa nel menu del ristorante che propone i capisaldi che hanno conquistato i palati di salentini e turisti da ogni dove.
Particolarmente legato alla stagionalità, il suo menu prettamente di pesce tende a coccolare il cliente con attenzioni e dettagli che esaltano l’estetica e denotano un genuino amore per la composizione dei piatti come nel caso della sua selezione di crudi nella quale troviamo scampi e gamberi di Gallipoli, scorfano, carpaccio di baccalà, orata, tonno, salmone Balik, palamita e sarago accompagnati da una selezione di sali dal mondo e una grande varietà di riduzioni ed emulsioni che seguono, come sempre, l’incedere delle stagioni, creando un piatto che soddisfa il palato e diverte anche i commensali.
Tra estetica e accostamenti L’accostamento di consistenze e temperature ricreano sensazioni uniche come nel tagliolino al limone caldo con stracciatella e tartare di gamberi e scampi crudi, uno dei capisaldi della sua proposta gastronomica proprio perché oltre alla bontà del piatto resta, in chi lo assaggia, l’emozione di aver provato qualcosa di nuovo, contrastante e inimitabile. Anche coi secondi piatti la cuoca gioca a ricreare sensazioni impreviste nel cliente come con la palamita a mezza
Cameriere, champagne.. Acquerello, champagne, caviale e crudo di baccalà 106
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cottura che possiede una temperatura interna di molto inferiore a quella esterna, quasi come una tagliata, e viene poi affumicata sul momento al legno di faggio permettendo di percepirne tutti i suoi profumi e aromi. Dopo il dessert, non manca mai uno speciale arrivederci della cuoca che decide di coccolare ulteriormente il cliente con delle piccole delicatezze, dei baci di dama, dei macaron e altre piccole leccornie che confezioneranno l’intera esperienza da Alex Ristorante.
Alex Ristorante Via Fazzi 15/23 - 73100 Lecce Tel 320 8034258 www.alexristorantelecce.it CHeck-in • maggio 2022
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#LECCE
300mila Hub gastronomico del Salento
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l 300mila a Lecce è un hub gastronomico che sfugge a ogni definizione: insieme caffetteria, pasticceria, ristorante, sushi, social & cocktail bar con emporio, è nato nel 2021 dall’evoluzione del 300mila Lounge Bar e del Nazionale Ristorante. Ideato da Davide De Matteis, imprenditore visionario, lungimirante e tenace, che ha respirato aria di cose buone fin da bambino, quando dopo la scuola andava dai genitori nella storica “Cotognata Leccese”, per preparare i dolci. La vita lo ha portato in giro per l’Italia e all’estero; a Monaco di Baviera è diventa-
to un bar manager di successo, per poi nel 2006 rientrare in Puglia e inaugurare a Lecce il 300mila Lounge Bar, un locale innovativo, più volte miglior bar d’Italia secondo la Guida del Gambero Rosso.
Uovo di Primavera
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IN CUCINA
Stefano Carcagni La cucina del nuovo executive chef, il giovane Stefano Carcagni, sorprende con piatti che si apprezzano per la freschezza degli ingredienti e la fantasia nella preparazione: ricciola con mango juice, coriandolo, passion fruit e il peperoncino jalapeño; uovo in primavera cotto a bassa temperatura su fonduta di caciocavallo e crema di fave e piselli con mandorle di Toritto e cialda di riso soffiato; polpo su purea di piselli e giardiniera fatta in casa, pomodorini confit e misticanza; risotto ai gamberi cotti e crudi con arancia sanguinella, estratto di limone e basilico; orecchiettine con vongole al Martini dry, patate e alghe di mare.
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Stile, professionalità e soprattutto eccellenza delle materie prime caratterizzano questo luogo di mille metri quadrati in continuo rinnovamento. Cura dei dettagli, dehors con giardino verticale, vetrine con migliaia di vini, bollicine e distillati (rum, whisky, cognac, vodka), provenienti da tutto il mondo, caratterizzano questo luogo in cui trovano spazio opere selezionate in collaborazione con gallerie d’arte contemporanea, vetrine con bottiglie storiche e una collezione di preziosi seltzer e shaker per cocktail unica e interessante.
Vasta l’offerta dolce e salata Lo staff è giovane e internazionale e l'offerta è vastissima, sia dolce che salata: cornetti, pasticciotti, sfogliatine, brioche, muffin, torte, pasticcini, frollini, sandwich, praline, dolci delle feste. Ottimi il caffè, le centrifughe, i cocktail, i sorbetti e i gelati. Dal 2006 propone sushi made in Puglia, arte appresa dai maestri giapponesi, preparato con prodotti di altissima qualità, per lo più del territorio, come l’uramaki con crema di caprino, gambero viola di Gallipoli e pomodoro semisecco di Torre Guaceto. Ot-
timi gli ultimi due nati: Felicity con gambero, basilico e avocado e Special in cui riso nero Venere e lattuga avvolgono una croccante coda di gambero. E poi tanti prodotti squisiti da acquistare nell’emporio: dal latte di mandorle alle confetture e marmellate, dalle fette biscottate alle conserve, con un bel progetto di inclusione alle spalle. Sono, infatti, preparati nel grande laboratorio Social Food Corporation, creato nell’ex carcere minorile, dove in accordo con il ministero della Giustizia lavorano alcuni detenuti della Casa circondariale di Borgo San Nicola di Lecce a fine pena.
300mila Via 47 Reggimento Fanteria 5 - Lecce Tel 0832 307448 www.300mila.it
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400 gradi
La vera pizza napoletana
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Andrea Godi
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a vera pizza napoletana a Lecce ha un nome. Anzi due: quelli di Andrea Godi, figlio d'arte cresciuto tra impasti e lievitazioni, e Francesco Cassiano, che hanno creato 400 Gradi - Pizzaioli Veraci con l’obiettivo di fondere esperienze, passione e tecniche sviluppate e maturate in questi anni per allargare l'offerta culinaria del mondo della pizza napoletana, appunto. Specie nel Salento e nel suo capoluogo Lecce, che scopre così un vero punto d'incontro per i veraci, gli appassionati e i golosi. 400 gradi è l'emblema di questo mondo, perché sta a indicare la temperatura interna ideale per il tipico forno napoletano. Una particolarità di rilievo per il locale è
la presenza di un forno a gas altamente innovativo, sviluppato di comune intento dallo staff di Valoriani Forni e dai più grandi maestri pizzaioli napoletani, e che ha conferito alla pizzeria un "titolo" di livello mondiale e il riconoscimento dell'Associazione Verace Pizza Napoletana.
Stile napoletano contemporaneo Il “marchio di fabbrica” della pizza di 400 gradi, in perfetto stile napoletano contemporaneo, sono biga, cornicione pronunciato, 24 ore di fermentazione, ingredienti di qualità, continua sperimentazione sulle farine e sugli impasti, con naturale preferenza farina di grano tenero tipo 1. Il menu pizza è strepitoso e c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Si va dalla tradizionale, e sempre amatis-
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sima, Margherita, con pomodoro San Marzano, mozzarella fior di latte, basilico fresco, olio evo, alla Caramellata con mozzarella fior di latte, stracciatella, salsiccia a punta di coltello artigianale, cipolla caramellata e senape; dalla Marinara “della casa” con pomodoro San Marzano, crema di pomodoro datterino, olive taggiasche, pesto di aglio, capperi, alici di Cetara alla Nduja con pomodoro San Marzano, mozzarella fior di latte, N’duja di Spilinga, tonno di torre Colimena, capperi, origano di Santa Cesarea terme. 114
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Non solo pizza: tra fritti e vere chicche In menu anche delle vere e proprie squisitezze e gli immancabili fritti a regola d’arte come il Cono fritto con crema di Grana Padano, pesto di rucola e olive celline disidratate o con stracciatella, olive nere e pomodori scattarisciati; gli Arancini; le Frittatine di pasta tradizionali con cotto, piselli e besciamella. Da provare le Montanarine in tre versioni: crema di agrumi e capocollo di
Martina Franca; sugo di pomodoro datterino e spolverata di Grana grattugiato e mortadella Igp, ricotta e pistacchio di Bronte. Ma non si può lasciare il locale senza aver anche assaggiato le polpettine fritte di manzo e di maiale, perfette anche in una bella pasta! Ottima e curata anche la carta dei vini e delle birre.
masseria", realizzato con il grano chiamato Tremminìa, che non è altro che la corrispondenza pugliese della Tumminìa siciliana. Non mancano focacce, pizze in teglia e le altre declinazioni della panificazione.
Il pane si compra da Fornoh Ma non è finita qui. Per chi vuole portare a casa le prelibatezze di Godi l’indirizzo da segnarsi è in viale Felice Cavallotti 23 dove il pizzaiolo ha aperto il suo panificio: Fornoh, con la "h" finale! Si tratta di una vera e propria bakery moderna in cui si producono pani da 1 kg in su, con impasti particolari a base di molti grani diversi. Uno su tutti: il "pane da
400 Gradi Viale Porta d'Europa 65 - 73100 Lecce Tel 391 3318359 www.pizzeria400gradi.it
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#LECCE
Uemé
Quando la pizza è un’opera da… maestro
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emé altro non è che un modo di dire prettamente usato nel Salento per chiamare-ottenere l'attenzione in particolare modo di un artigiano, un maestro nella sua professione, utilizzando il termine dialettale «Uè Mé» (in italiano, «Ehilà, Maestro»). Da qui nasce il nome del ristorante di Lecce Uemè che vuole mettere insieme le tre maestranze che si fondono nel concept: il Maestro pizzaiolo, il Maestro in cucina, ovvero il cuoco, e il Maestro al bar, per intenderci, il barman.
Quattro amici al… locale Forze che si uniscono come quelle di quattro amici, tutti pugliesi, con le loro storie professionali diverse, ma accomunati da una grandissima passione per il cibo, e naturalmente, per la Puglia, che hanno dato via al concept: c’è chi ha un background di consulenza aziendale, chi ha la passione per il marketing, c’è il cuoco e c’è il maestro pizzaiolo. A loro si sono uniti professionisti di alto livello: da una nota interior designer pugliese oltre che un consulente food e brand strategist di molti marchi. CHeck-in • maggio 2022
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«Siamo partiti da un'idea, girando molto per locali e sperimentando alcuni posti nello stivale - raccontano i soci, Francesco, Andrea, Stefano e Paolo - Il risultato è stato che ci piacciono le cose belle, e quindi fatte bene. Il nostro desiderio è stato da subito rendere felice il cliente che entra nel nostro mondo. Quindi abbiamo deciso di portare la pizza a Lecce a un livello superiore, sia in termini di qualità che di proposta nel suo insieme. Il nostro mood "tastexperience" vuol dire proprio questo».
La pizza a un altro livello Il mondo di Uemè ruota intorno al cibo, la pizza come vera protagonista, ma soprattutto all'esperienza che si crea con 118
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il prodotto, e con un ambiente davvero molto accogliente, a partire dalle proposte food. «Abbiamo portato il concetto di food-pairing nel mondo pizza, provando ad abbinare alle pizze un beverage di qualità altissima, da una selezione di birre artigianali italiane, ai cocktail appositamente studiati», continuano i soci. L'offerta di Uemè parte naturalmente dalla pizza. Ciò ha richiesto tanto studio da parte del pizzaiolo Paolo Bruno che, partendo da un'accurata ricerca e selezione di farine a basso contenuto di glutine e lievito madre naturale, ha ottenuto il blend di Uemé frutto di una sperimentazione continua: un prodotto ricco di fi-
bre e sali minerali, altamente digeribile e scioglievole. Per portare la pizza a un livello superiore, oltre alla figura del Maestro pizzaiolo, c’è, infatti, quella del cuoco: Alfredo De Luca. E così i due mondi, pizzeria e cucina, danno vita a una nuova interpretazione della pizza che si traduce in un menu originale e con proposte uniche.
Ad ogni pizza il giusto abbinamento nel bicchiere In menu anche una selezione di antipasti fritti, come gli arancini o le montanarine, per una degustazione prima delle portate principali, e una piccola carta dei dessert non banali ma ricercati. Alla parte food è stato unito, in modo non accessorio ma del tutto complementare, una carta drink davvero attenta, che
parte dalle birre artigianali (in quattro versioni alla spina, più otto etichette in bottiglia) scelte tra le migliori produzioni brassicole italiane di oggi; la lista mixology, con cocktail appositamente realizzati in combinazione alle pizze, secondo una scala gustativa ben bilanciata. Ed «è questa la vera scoperta per il nostro pubblico», assicurano i proprietari. E non ultima, la carta vini, con grandissime produzioni vinicole di aziende pugliesi, molto ricercate, per un bere di qualità insieme alla pizza. Non mancano anche due versioni di Champagne, per gli ospiti che desiderano associare insieme a una grande pizza anche bollicine importanti: «Vogliamo sfatare il luogo comune per cui con la pizza non sia necessario bere bene: per noi, una pizza di alta qualità merita sempre un beverage all'altezza», affermano i titolari.
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Il menu è "innovazione" A tutto ciò non mancano delle novità che di volta in volta vengono inserite in menu, come accadrà a breve con le nuove proposte di lievitati diversi dalla pizza tonda: «Il nostro menu ad oggi è un laboratorio di nuove idee perché la voglia di stupire e di sperimentare non ci manca, allo stesso tempo siamo felici di quanto fatto finora e lo siamo ancora di più vedendo le recensioni dei nostri clienti. Recensioni che ci hanno permesso dopo già due mesi dall'apertura di scalare la classifica dei siti di recensioni dei ristoranti presenti a Lecce e rimanere ai vertici seppur il periodo in cui questa avventura è iniziata non è stata affatto dei migliori per questo settore».
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Uemé Via Don Luigi Sturzo 28 - 73100 Lecce Tel 353 4235165 www.ueme.it
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Tour in cantina per scoprire l’eccellenza dei vini
Conti Zecca
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a cantina Conti Zecca è una delle più prestigiose realtà del vino nel Sud Italia, con una storia che affonda le radici nel XVI secolo, quando gli antenati degli attuali proprietari si trasferirono da Napoli nelle terre del Salento e iniziarono a coltivare i loro possedimenti. Col trascorrere dei decenni, le attività economiche della famiglia si concentrarono sulla coltivazione viticola e culminarono, negli anni ’30 del Novecento, nella costruzione di una moderna ed efficiente cantina a Leverano (Le). L’azienda è sempre stata gestita dalla famiglia Zecca che tuttora
segue con cura l’intero ciclo produttivo. I 320 ettari di vigneti di proprietà che si estendono tra Leverano e Salice Salentino, nella provincia di Lecce, si compongono di vari appezzamenti che si differenziano tra loro per le proprietà del terreno e le condizioni micro-climatiche: lo stesso varietale impiantato in zone diverse si esprimerà in altrettante sfaccettature a seconda delle particolari qualità del terroir. Sostenibilità in vigna e valorizzazione dei vitigni autoctoni sono i punti fondamentali della filosofia di un’azienda che, forte di una solida storia alle spalle, non manca di guardare al futuro e porsi obiettivi stimolanti per alzare sempre più l’asticella della
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qualità, rinnovandosi continuamente con nuovi progetti e proposte. Il lavoro certosino condotto in vigna e poi in cantina trova il suo seguito naturale anche dopo la commercializzazione del prodotto, in quanto il vino diventa un lettore della zona di provenienza e pertanto un mezzo di comunicazione non solo dell’azienda, ma di un intero territorio. Per questo motivo Conti Zecca si fa promotrice di eventi e attività collaterali che possano descrivere cos’è il Salento, strizzando l’occhio alle nuove forme e ai nuovi canali di comunicazione, come i social media, anche se il rapporto diretto con clienti e consumatori rimane il modo più efficace per raccontare, oltre ai vini, i valori, le radici e il futuro della storica azienda.
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Il Salento nel calice: la produzione Conti Zecca I “Vini Icona” e i “Vini del Territorio” rappresentano le linee destinate al canale Horeca che si distinguono dalle altre per la provenienza da specifici cru, individuati negli anni attraverso un lavoro di zonazione, che per particolari condizioni pedoclimatiche sono adatti alla produzione di vini dalle spiccate caratteristiche organolettiche, rendendoli unici e irriproducibili in altri terroir. Per questi vini la produzione di bottiglie è limitata e sono adottati particolari accorgimenti come la vendemmia manuale e un’ulteriore selezione delle uve in cantina, in modo da lavorare esclusivamente la materia prima più sana e integra.
Tra i varietali coltivati nelle tenute Conti Zecca troviamo innanzitutto Negroamaro e Primitivo, i vitigni a bacca nera che più rappresentano il Salento e che hanno guidato la rinascita e la riqualificazione enoica di una zona che sempre più sta dimostrando il suo potenziale. Anche l’Aglianico, nonostante sia più tipico di Campania e Basilicata, si esprime in questa zona in maniera eccellente. Malvasia bianca, Fiano e Vermentino sono invece i principali vitigni utilizzati per i vini bianchi. Tra i vini Conti Zecca più conosciuti c’è il pluripremiato e iconico “Nero”, felice connubio di Negroamaro e Cabernet Sauvignon, che circa 20 anni fa ha fatto conoscere la Puglia del vino al di fuori dei confini nazionali. Non manca la versione in purezza del Negroamaro con “Liranu”, dal nome dialettale di Leve-
rano, operoso borgo a pochi chilometri dalla costa ionica, dove è ubicata la cantina, famoso per la Torre Federiciana che svetta nel suo grazioso centro storico. Ancora il Negroamaro è il vitigno protagonista del rosato di punta dell’azienda, “Venus”, dall’accattivante freschezza e note fruttate che lo rendono un vino da bere non solo d’estate. Completano la gamma alcuni bianchi notevoli, come “Luna”, in cui Malvasia bianca e Chardonnay, impreziositi dall’affinamento in barrique di rovere, danno vita a un vino dalle note burrose e di frutta tropicale. Tutti i vini Conti Zecca raccontano di vigneti soleggiati, bianche masserie e mare cristallino: racchiudendo l’essenza del Salento ma con un respiro internazionale. CHeck-in • maggio 2022
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Tour in cantina con degustazione Sarebbe un lavoro incompiuto vendere una bottiglia senza raccontare tutto ciò che c’è dietro e dentro un calice di vino. Per questo Conti Zecca apre le sue porte all’enoturista, che sia un intenditore o semplice curioso, per offrire un’esperienza immersiva nella realtà della cantina. La visita guidata si snoda nei vari locali di vinificazione, attraverso cui vengono raccontate la storia dell’azienda e della famiglia, le fasi di vinificazione e le caratteristiche dei vini: dal nucleo centrale risalente agli anni ‘30, alle vasche di cemento degli anni ‘50, alla parte più moderna con il tavolo di cernita per la selezione manuale delle uve, fino ad arrivare nel cuore della cantina con la
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bottaia e la sala con oltre mille barrique che ospita alcune anfore di terracotta di recente adozione. Entrare nel vivo della produzione di un vino rende maggiormente consapevoli di tutta la cura, l’attenzione e il tempo che sono spesi per realizzare ogni singola bottiglia. La visita termina con la degustazione nell’apposita e accogliente sala all’interno del punto vendita, dove poter assaggiare i vini accompagnati da prodotti locali. L’enoteca è ovviamente a disposizione per gli acquisti: è il luogo ideale dove comprare una bottiglia per ogni occasione, dal vino da portare a una cena alle eleganti confezioni in legno per un regalo speciale.
Se si è impossibilitati ad acquistare in loco, si può usufruire del servizio di spedizione in Italia e nella maggior parte dei Paesi europei. I tour guidati vengono effettuati la mattina dal lunedì al sabato, su prenotazione, e durano all’incirca un’ora e mezza. La visita in cantina è adatta a tutti, dalla singola persona, alla famiglia o a gruppi di amici e rappresenta un momento di approfondimento non solo della produzione Conti Zecca ma del mondo enoico nel suo complesso, combinando l’aspetto più didattico a quello più leggero e conviviale, impreziosito dalla degustazione del prodotto nel luogo dove nasce, in modo da portare a casa un ricordo che potrà riemergere ogni volta che si berrà quel vino.
Conti Zecca via Cesarea - 73045 Leverano (Le) Tel 0832 925613 www.contizecca.it
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Valle Isarco Vigneti, ghiacciai e città da cartolina
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ai vigneti ai ghiacciai, con le Alpi Breonie che si uniscono alle Dolomiti e, nel mezzo, le cittadine di Chiusa (Bz), Bressanone (Bz) e Vipiteno (Bz): benvenuti in Valle Isarco, una delle splendide vallate dell’Alto Adige. La piccola città medievale di Vipiteno, la città più settentrionale d’Italia, è il centro della Wipptal, l'Alta Valle Isarco, come viene chiamata la zona lungo il corso superiore dell'Isarco che si estende fino nel Tirolo settentrionale. In estate, le profonde vallate e i monti assicurano refrigerio, mentre d'inverno le pareti ghiacciate del Tribulaun, in Val di Fleres, e del Monteneve, in Val Ridanna, sovrastano una zona ambita tra gli appassionati di escursioni sciistiche, fondisti e sciatori sul versante meridionale della Alpi Breonie.
Più a sud, accanto alla città vescovile di Bressanone, la valle si allarga: vigneti e frutteti coprono il fondovalle, sui pendii soleggiati maturano le castagne. La parte meridionale della Valle Isarco che, attraversando il bellissimo borgo di Chiusa, si estende fino alle porte di Bolzano, è una nota zona del Törggelen, come vengono chiamate le tipiche serate con le caldarroste e il vino nuovo. La Valle Isarco comprende, dunque, diverse aree: Vipiteno e le sue vallate, Rio Pusteria, Bressanone e dintorni, l’Altopiano delle mele Naz-Sciaves e la Val di Funes.
Le vallate di Vipiteno A pochi chilometri dal centro storico di Vipiteno si trova la stazione a valle del comprensorio escursionistico e sciistico di Monte Cavallo. Gli amanti della natura e delle attività all’aria aperta possono
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scoprire le bellissime vallate dei dintorni, la Val Racines, la Val Ridanna o la Val Giovo oppure le valli di Vizze e di Fleres e il paese di Colle Isarco con i numerosi sentieri che le caratterizzano.
tradizione e modernità si intrecciano ovunque, dall’architettura alla mentalità dei suoi abitanti. Lo spirito dei brissinesi si esprime nel panorama culturale vario e stimolante della città. Non mancano originali mostre e un vasto programma di visite guidate.
Rio Pusteria, tra malghe e rifugi L’area vacanze sci & malghe Rio Pusteria si trova nel punto di incontro tra la Valle Isarco e la Val Pusteria. È il luogo ideale per le famiglie e per gli escursionisti grazie ai prati verdi e alle vette alpine da cui si godono panorami incantevoli. Le numerose malghe tradizionali e i rifugi custoditi sparsi sul territorio completano questa splendida cornice. Tra le località di questa area segnaliamo Rio di Pusteria, Maranza, Valles, Rodengo, Spinga, Vandoeis, Fundres, Vallarga e Terento.
Bressanone, la città più antica del Tirolo Nella città più antica del Tirolo, Bressanone, tra edifici imponenti e ricchi di storia, 130
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Con un calice di vino bianco, degustato tra le vigne da cui nasce, si impara presto a conoscere e amare l’ospitalità altoatesina. E per sapere di più sulle tradizioni e sulle usanze del territorio, magari facendosi svelare anche qualche ricetta, non c’è niente di meglio che gustare un piatto di prelibatezze locali accompagnato da un buon bicchiere di Sylvaner in un’accogliente atmosfera. Tutt’intorno 427 km di sentieri escursionistici portano dalla città alle montagne.
Chiusa, la cittadina medioevale sull’Isarco Chiusa è una cittadina medioevale sull’Isarco, a pochi chilometri da Bressanone. Testimoni della sua storia sono i palazzi
VIPITENO
La città più a Nord d'Italia Il simbolo di Vipiteno (Bz), la città più a Nord d’Italia, è la Torre delle Dodici. La torre, alta 46 metri e situata al centro della città, divide dal 1472 la città vecchia da quella nuova. Le miniere d’argento della vicina Val Ridanna portarono a quel tempo grande ricchezza alla cittadina di Vipiteno, intere famiglie di imprenditori trasferirono la loro residenza n città. Ancora oggi gli splendidi palazzi del centro testimoniano la fortuna commerciale di Vipiteno all’inizio dell’epoca moderna. Il municipio con la sua sala consiliare gotica è stato costruito tra il 1468 e il 1473. Nel suo ampio cortile si trova una stele del dio Mitra e una pietra miliare romana. Testimoniano la grande importanza dell’antico insediamento romano di Vipitenum.
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NATURA
Tra i meleti di Naz-Sciaves L’Altopiano delle mele di Naz-Sciaves offre escursioni immersi nei meleti. Tra questi, il sentiero delle mele. Questo sentiero tematico, lungo 7,5 chilometri, conduce da Naz (889 m) fino a Rasa (820 m) e torna poi di nuovo al punto di partenza e offre una panoramica eccezionale di tutte le bellezze naturali della regione.
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medioevali, il centro storico e le mura di cinta, oltre al monastero benedettino di Sa-biona che troneggia su un’alta rupe sopra le mura.
Paesaggi da fiaba in Val di Funes Val di Funes con il suo parco naturale Puez-Odle che affascina con il suo paesaggio unico. In primo piano, un piccolo villaggio con la sua chiesetta, sullo sfondo le imponenti vette delle Odle: questo scorcio della Val di Funes molto noto è uno dei più famosi soggetti fotografici delle Dolomiti, patrimonio Unesco. Qui è nato Reinhold Messner, leggenda dell’alpinismo estremo. Questa è una valle dolomitica tradizionale dall’atmosfera
contemplativa: una scelta consapevole, dato che questa regione ha puntato sul turismo soft e sostenibile, entrando a far parte della rete “Alpine Pearls”. La Val di Funes ha un carattere agreste: le sue ripide pendici, sullo sfondo mozzafiato delle Dolomiti, sono costellate di masi contadini, mentre chiesette come la Parrocchiale di S. Pietro e Paolo caratterizzano il paesaggio. Da qui si accede al Parco naturale Puez-Odle. Per scoprire l’incontaminato scenario naturale non c’è nulla di meglio di un’escursione, un’arrampicata o una passeggiata con le ciaspole, meglio se abbinata a una piacevole sosta in un rifugio. Per informazioni: www.suedtirol.info CHeck-in • maggio 2022
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In ogni dove la Valle Isarco, detta anche Valle dei Sentieri, è ricca di bellezza e opportunità. Per questo, spesso, è difficile scegliere dove andare. Dall’Abbazia di Novacella a Varna, una delle più antiche cantine attive al mondo, ad alcuni tra gli hotel caratteristici, ognuno con la sua identità e storia, ecco i nostri consigli per la vacanza perfetta in questa valle da fiaba. Erlebnisort Gassenhof Hotel Plunhof Naturhotel Rainer
Hotel Valserhof
Tratterhof Hotel
Hotel Lärchenhof Hotel Seehof
Abbazia di Novacella
Hotel Lüsnerhof
Unterwirt Aktiv & Vitalhotel
Castel Steinbock
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BOLZANO
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Hotel Gnollhof
PLUNHOF HOTEL ****S Patria delle generazioni
ENGELS PARK Cuore felice
Obere Gasse, 7 | 39040 | Ridanna Alto Adige | Südtirol +39 0472 656247 | info@plunhof.it
Via della Commenda, 20 | 39049 | Vipiteno
plunhof.it
engelspark.it
Alto Adige | Südtirol +39 0472 765132 | info@engelspark.it
Non solo vino
Da 880 anni l’Abbazia di Novacella scrigno d’arte e cultura
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mmergersi tra le bellezze artistiche e i luoghi sacri di un’abbazia fondata nel 1142, visitare una delle più antiche cantine attive al mondo, passeggiare tra i filari dei vigneti che custodiscono un patrimonio di grande valore enologico e paesaggistico. L’Abbazia di Novacella a Varna (Bz) anche quest’anno è pronta ad accogliere con la consueta cura e il proverbiale senso di ospitalità i suoi tanti e affezionati visitatori ed enoturisti.
«L’arrivo del periodo primaverile coincide sempre per l’Abbazia di Novacella
con l’entrata nel vivo delle tante attività che animano il programma di eventi e manifestazioni che arricchiscono la sua offerta per i visitatori fino all’autunno - spiega Werner Waldboth, direttore vendite di Abbazia di Novacella - Il 2022 è, inoltre, un anno particolarmente importante per l’Abbazia, che celebra i suoi 880 anni di storia: la creazione di un vino celebrativo, il Sylvaner “Cor unum et anima una”, in vendita esclusivamente all’interno del negozio dell’Abbazia, ha dato il via a un periodo di festeggiamenti, ricco di moltissime iniziative». Il museo dell’Abbazia, rinnovato lo scorso anno e aperto al pubblico dal lunedì al sabato, dalle ore 10 alle ore 17, oltre a esporCHeck-in • maggio 2022
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LE VISITE
Cantina e vigneti L’offerta dell’Abbazia di Novacella annovera tra le sue classiche e storiche attività anche la visita in cantina e nei vigneti, che è possibile prenotare tutto l’anno, dal lunedì al venerdì alle ore 16 e il sabato alle ore 14:30. Nell’enoteca (aperta al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle ore 19, il sabato dalle ore 9 alle ore 18) sono in vendita tutti i vini dell’azienda e tante specialità prodotte nell’Abbazia e in Alto-Adige.
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re numerose opere d’arte, ospita mostre dedicate a svariate tematiche culturali e religiose. Fino alla fine di maggio è stata esposta la mostra “Ex Voto” dell’artista Lorenzo Brivio, con una serie di dipinti che affrontano in chiave contemporanea il tema tradizionale delle opere votive. Il 14 maggio, delle speciali visite guidate hanno consentito di poter ammirare il più grande dipinto barocco del Tirolo, in oc-
casione del 400° anniversario della nascita del pittore brissinese Stephan Kessler. Fino al 22 maggio la rassegna dal titolo Water Light Novacella ha messo in mostra a Castel Sant’Angelo le opere di Brigitte Kowanz, Keith Sonnier e James Turrell mentre la sera si sono svolte passeggiate nel complesso abbaziale all’interno di un percorso che ha consentito di incontrare l’acqua nella sua diversità e la luce come fonte di vita.
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Fino al 3 settembre una mostra celebra il fondatore dell’Abbazia di Novacella, Artmanno di Bressanone, e contemporaneamente sono esposti i dipinti del prevosto emerito Chrysostomus Giner. Dal mese di maggio è anche visitabile in autonomia, dal giovedì al sabato, il giardino storico dell’Abbazia, luogo di meditazione, incontro e rigenerazione per i Canonici.
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A luglio, dal 16 al 30, verrà allestito a Castel Sant’Angelo uno spazio a disposizione di pittori amatoriali di Novacella, mentre dal primo agosto sino al 6 settembre, sempre a Castel Sant’Angelo, verrà presentato il “fiat lux” di Albert Mellauner e del Gruppo artistico ladino. Dal 17 settembre, infine, una particolare mostra dedicata ai giochi e passatempi nel monastero arricchirà ancora una volta l’offerta del museo abbaziale.
Paradiso per gli enoturisti L’offerta dell’Abbazia di Novacella annovera tra le sue classiche e storiche attività anche la visita in cantina e presso i vigneti, che è possibile prenotare tutto l’anno, dal lunedì al venerdì alle ore 16 e il sabato alle ore 14:30. Nell’enoteca (aperta al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle ore 19, il sabato dalle ore 9 alle ore 18) sono in vendita tutti i vini dell’azienda e tante specialità prodotte nell’Abbazia e in Alto-Adige, come grappe, succhi di mele, tisana alle erbe, cosmetici e oltre 200 prodotti provenienti da monasteri ed Abbazie di tutta Europa. Nell’accogliente e tipica Stiftskeller (aperta al pubblico dal lunedì al sabato dalle ore 10 alle 19 e con 160 posti a sedere) invece, è possibile degustare i vini dell’Abbazia
in abbinamento a tipicità tirolesi a base di speck, formaggio, salcicce affumicate e Schüttelbrot.
Storia di una delle cantine più antiche del mondo Abbazia di Novacella è annoverata tra le cantine attive più antiche al mondo. Sin dalla sua fondazione nel 1142, infatti, il monastero ha potuto contare su svariati vigneti, oltre che masi agricoli e terreni, grazie alle generose donazioni di Regin-bert di Säben e di sua moglie Cristina che misero a disposizione del vescovo di Bressanone, il beato Hartmann, i loro averi per edificare il convento. Nel 1177 il pontefice Alessandro III riconobbe al monastero la proprietà di terreni CHeck-in • maggio 2022
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vello regionale e nazionale attraverso una propria rete di agenti, che all’estero con una serie di importatori in circa 40 paesi.
Novacella, patria di grandi vini bianchi Nella conca di Bressanone si trovano i vigneti posizionati più a nord d’Italia, posti ad altitudini che variano tra i 600 ai 900 metri sul livello del mare. Coltivare la vite in questa zona estrema è possibile soltanto nelle esposizioni migliori, ecco perché i vigneti che si trovano intorno a Novacella sono principalmente rivolti a sud e a sud-ovest, con una particolare attenzione all’armonizzazione tra le varietà che vengono qui allevate e precise micro esposizioni.
a vigneto situati nelle immediate vicinanze del complesso monastico. Oggi Abbazia di Novacella gestisce due aziende agricole: la prima si trova a Novacella e ha a disposizione 6 ettari di vigneti, 12 ettari di frutteti e 0,2 ettari di erbari; la seconda, sempre di proprietà del convento, la Tenuta Marklhof, si trova invece a Cornaiano e può contare su 22 ettari a vigneto, 13 ettari a frutteto e 24 ettari a bosco. All'Abbazia fanno inoltre capo 700 ettari di bosco e 400 ettari di pascoli d'altura destinati in parte a riserva di caccia. La produzione annua è di circa 800mila bottiglie - 70% vini bianchi e 30% rossi - e vengono venduti e distribuiti sia a li142
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Le forti escursioni termiche tra il giorno e la notte e la presenza di terreni particolarmente magri, ciottolosi e sabbiosi, morenici di origine glaciale, fanno sì che siano i vitigni a bacca bianca ad aver trovato habitat e terroir ideali per valorizzare le loro specifiche peculiarità. A Novacella vengono coltivati vitigni a bacca bianca: Sylvaner, Müller-Thurgau, Kerner, Grüner Veltliner, Pinot Grigio, Riesling, Gewürztraminer e Sauvignon Blanc.
Podere Maklhof, a Cornaiano e Bolzano la casa dei vini rossi Poiché la zona di Bressanone risulta troppo fredda per la coltivazione di uve
Werner Waldboth
a bacca rossa, l’Abbazia ha specializzato da tempo i vigneti che si trovano a Cornaiano e Bolzano con queste uve. La decisione di acquisire vigneti nella Conca di Bolzano, che ancor oggi sono di proprietà dell'Abbazia di Novacella, risale all'inizio del XVII secolo con il prevosto Markus Hauser. Una decisione, la sua, che si dimostrò sicuramente lungimirante, tanto quanto quella di acquisire la tenuta Marklhof a Cornaiano all'inizio del XX secolo. Quest’ultimo è situato su un colle a un’altitudine di 420 metri sul livello del mare: ben soleggiato e ventilato, con terreni di natura morenicoghiaiosa, è particolarmente adatto all’allevamento di varietà come Schiava, Pinot Nero e Moscato Rosa. Nella calda conca di Bolzano, invece, posta a 250 metri di altitudine, i terreni sabbioso-limosi sono la patria del Lagrein, storico vitigno autoctono altoatesino.
Abbazia di Novacella Via Abbazia 1 - 39040 Varna (Bz) Tel 0472 836189 www.kloster-neustift.it CHeck-in • maggio 2022
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Plunhof Hotel
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Un’estate di piccoli grandi piaceri in montagna
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orremmo limitarci all’ombra. Ma il sole filtra tra i rami con un’implacabile dolcezza». È con queste parole che lo scrittore francese Philippe Delerm descrive la meravigliosa sensazione di una passeggiata estiva lungo un sentiero nella natura nel suo libro “La prima sorsata di birra e altri piccoli piaceri della vita”. Un’estate al Plunhof Hotel di Racines (Bz), circondato da boschi, prati e dal magnifico panorama delle Alpi dello Stubai con i ghiacciai e le cime che sfiorano i 3mila metri, è un sogno a occhi aperti.
Il luogo ideale dove concedersi una vacanza costellata realmente da quei piccoli, insostituibili piaceri che la vita ci può regalare. Un tempo era un semplice maso, oggi è un tempio del benessere che guarda al futuro e che racchiude in un solo abbraccio una storia antica, un’architettura di design, un’accoglienza calorosa e raffinata, un’attenzione curata nei minimi dettagli alla sostenibilità, vissuta come eco-hotel certificato, e un concetto di benessere molto solido che conquista il corpo e l’anima. Le 67 camere e suite dal design raffinato e moderno, scaldato dalla tradizione, hanno come leitmotiv il calore
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del legno locale unito all’energia della pietra, per un soggiorno dove privacy, spazi e cura dei dettagli fanno la differenza.
Muoversi nella natura Siamo a Racines, punto di partenza perfetto per piacevoli passeggiate in compagnia del verde acceso, del cielo blu, della quiete dei boschi circondati da una vegetazione lussureggiante e da cime altissime. Qui l’aria pura della montagna stimola la circolazione e la respirazione, fa aumentare l’energia e il benessere, fisico e mentale. Grazie alle tre vallate che circondano
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la località, Val Giovo, Val Racines e Val Ridanna, è un paradiso escursionistico infinito, che si estende dalle Alpi dello Stubai fino alle Alpi Sarentine, con illimitate possibilità di passeggiate, escursioni e arrampicate, per tutti i livelli di difficoltà e con differenti profili di altitudine. Con la bella stagione, da non perdere una passeggiata fino alle Cascate di Stanghe, situate in una suggestiva gola di marmo bianco, con scalini e ponti di legno che conducono alla scoperta di questo spettacolo della natura, dove la forza dell’acqua è percepibile con tutti i sensi. Per chi ama le sfide, uno dei tour più gratificanti conduce fino al Rifugio Be-
cherhaus/Bicchiere, il più alto dell’Alto Adige (3.195 m di altezza) mentre chi predilige passeggiate più tranquille può optare per l’Alta Via di Ridanna, la salita al lago del Forno o l’affascinante giro dei Sette Laghi.
Spa, il piacere supremo Tra una passeggiata e l’altra, d’obbligo una sosta alla spa. Si richiama al passato della valle la Minera Acqua & Spa del Plunhof: 4mila metri quadrati di benessere per un’esperienza di relax che non ha eguali in Europa. Un connubio di design e tradizione in grado di regalare emozioni esclusi-
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PLUNHOF A S A C N I Y NEW ENTR
Hotel Engels Park Il nome suggerisce quello che promette: l’Hotel Engels Park - Cuore felice a Vipiteno (Bz) è un luogo magico e leggero come un battito di ali, un ambiente fatto di pace e di relax. Una vera e propria oasi urbana, circondata da un parco privato di 6mila metri quadrati costellato da i piccoli laghetti, raffinati archi di rose, un gazebo fiorito, varie isole di relax dove rifugiarsi in compagnia di un buon libro, i sassolini che massaggiano i piedi, le sedie a sdraio e i lettini, la sauna nella casetta di legno e molto altro ancora. Un sentiero attraversa il parco e invita a rasserenanti passeggiate. Il tutto, a pochi passi dal centro storico di Vipiteno, la città più settentrionale d'Italia con tanti negozi, boutique e ristoranti di pregio e da sempre porta d’accesso all’intera varietà dello stile di vita altoatesino. Da oltre 30 anni, Hotel Engels Park Cuore felice è un luogo permeato dallo spirito del tempo e caratterizzato da un'atmosfera personale, tradizionale e sostenibile al contempo. Un’oasi di gioia e libertà realizzata dalle sapienti mani di Fini Schafer, che nel 2022 ha passato il timone alla famiglia Volgger, albergatori altoatesini da generazioni e proprietari del Plunhof.
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ve che hanno valso alla Minera Acqua & Spa il riconoscimento Best Unique Experience Spa nella categoria Global Winner dei rinomati World Luxury Spa Award 2019. Un percorso che si snoda tra saune minerarie a 80-100°, bagno turco, biosauna, sauna a infrarossi, sauna con area relax panoramica sul roof, vasche Kneipp, il mondo delle grotte con un laghetto minerario, una piscina salata esterna con idromassaggio, una piscina esterna di acqua di fonte riscaldata e un mondo acquatico indoor con una vasca lunga 20 metri e una piscina relax. A completare il percorso di benessere ci sono i trattamenti proposti nella spa che sfruttano il potere energetico delle Alpi con rituali per il corpo e l’anima, trattamenti con i prodotti Biocosmetics Dottor Spiller e ancora Qms! Medicosmetics e Mary Cohr Paris.
Prezzi da 152 euro a notte a persona in camera doppia, con colazione e cena con menu di 4-5 portate.
Hotel Plunhof Via Obere Gasse 7 - 39040 Ridanna (Bz) Tel 0472 656247 www.plunhof.it
Hotel Engels Park - Cuore felice Via della Commenda 20 - 39049 Vipiteno (Bz) - Tel 0472 765132 www.engelspark.it
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Castel Steinbock
12 suite, 3 ristoranti e una tenuta del 1750
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È
la nascita di una dimora esclusiva, destinata a individual-edonisti. Con 12 suite di lusso Elisabeth Rabensteiner riapre la sua residenza agli ospiti.
In tempi passati si riteneva che, nel caso di grandi opere architettoniche, si dovesse sempre perseguire l’opulenza e la complessità del design. Elisabeth Rabensteiner, giovane proprietaria del Castel Steinbock di Villandro (Bz), sconfessa e supera questa concezione e ristruttura con amore e dedizione la tenuta storica di famiglia affermando che il miglior risultato, il vero
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84995 valore aggiunto, si ottiene ristrutturando un edificio ispirandosi al concetto dell’essenzialità di lusso. Primo passo: la riduzione delle sistemazioni da 21 a 12. E poiché l’intera storia s’impernia sul ristorante gourmet, Rabensteiner concentra la vera ragione per un soggiorno allo Steinbock su pochissimi elementi chiave, sviluppati alla perfezione: riposo eccellente e piaceri del palato eccezionali. CHeck-in • maggio 2022
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Nel centro geografico dell'Alto Adige Castel Steinbock si trova a Villandro, un suggestivo paese a 880 metri di quota a pochi minuti da Chiusa e a circa 30 minuti da Bolzano, sul versante orientale delle Alpi Sarentine e precisamente sotto l'Alpe di Villandro, il secondo alpeggio più grande d'Europa, situato a 2.509 m. Una curiosità: nel comune di Villandro si individua anche il centro geografico dell'Alto Adige.
Notti da fiaba Nelle 12 suite troviamo pareti intonacate in argilla, parquet centenari, mobili in legno di wengé arrotondati, pietra locale e luce soffusa, radiatori in ghisa realizzati appositamente per la tenuta dal grande fascino retrò unito ad un’inerzia termica e una diffusione
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IA LA FILOSOF
Qualità anziché quantità Diversamente dalla tipica, sconfinata proposta degli hotel di lusso, qui troviamo un concetto volutamente puristico di essenza del soggiorno e ridotto secondo la filosofia “qualità anziché quantità”. Le mura storiche sono intrise di calore, tanti angoli nascosti e le tre caratteristiche stube invitano a godersi momenti di tranquillità e piacere.
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Gastronomia premiata Due Stuben pensate per condividere l’amore per le specialità enogastronomiche, magistralmente orchestrate da Tomek Kinder, cuoco premiato con due toque Gault-Millau e spirito cosmopolita, che custodisce l’Alto Adige nel cuore proponendo una cucina casereccia, ispirata alle osterie, resa contemporanea, dove i gusti di una volta si fondono con tecniche ed esigenze attuali. del calore senza pari. L’immensa bellezza della semplicità come essenza per momenti di vita esclusivi rivive in ogni dettaglio, anche nell’Honesty-Bar, dove ogni ospite può servirsi come se fosse a casa sua. Infine, una sensualità allo stato puro pervade i momenti nelle saune private e negli eleganti bagni di Antonio Lupi. Ognuna delle 12 suite è un piccolo capolavoro unico e individuale.
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La Stube del Tribunale offre un’atmosfera serena, tipicamente autentica che rasserena cuore e spirito. La Stube del Tribunale accoglie gli ospiti della residenza in un ambiente contraddistinto dal calore e profumo del legno e dal panorama sul centro storico di Villandro per la prima colazione royale (fino alle ore 11) o una cena informale. La Stube Defregger con 8 tavoli, 300 anni di storia e una filosofia culinaria, è il fiore all’occhiello e la quintessenza di un affascinante viaggio gastronomico curato dallo chef Tomek Kinder. Le Stube Defregger accolgono il fine dining
di Castel Steinbock, dove è possibile scegliere uno dei menu di Tomek Kinder, di cui uno vegetariano, da comporre e mixare à la carte. Lo Stain, noto già nel 1750 come “Stainbock Wirtstafern”, è l’estensione informale per il pranzo del fine dining di Castel Steinbock. Il menu porta sempre la firma di Tomek Kinder ed è caratterizzato da pietanze ricercate della cucina dello Stain, premiata Gault Millau, a base di prodotti regionali dalle sfumature mediterranee e specialità stagionali che danno vita a emozionanti creazioni. Tariffe da 330 euro per suite/notte con la prima colazione royale, servita in suite senza supplemento o nella Stube del tribunale. Si cena e pranza à la carte.
Castel Steinbock Via Defregger 14 - 39040 Villandro (Bz) Tel 0472 843111 www.zumsteinbock.com
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Seehof Nature Retreat
Più che un hotel una casa sul lago CLICCA QUI PER L'ARTICOLO COMPLETO
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mmagina il luogo dove ambienteresti una fiaba, prova a tratteggiarlo nei tuoi pensieri. Probabilmente disegneresti con la fantasia l’immancabile bosco, un quieto laghetto, le montagne in lontananza e un’accogliente casa, fatta di legno e pietra, naturalmente. Questo luogo esiste, e la bellezza della realtà supera
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il sogno. Ci troviamo al Seehof Nature Retreat di Naz-Sciaves, in Val d’Isarco, vicino alla splendida città altoatesina di Bressanone (Bz).
La quiete regna sovrana Ogni sfumatura qui si fa vellutata, e il confine tra l’anelato e il tangibile diventa impalpabile: una favola che si realizza. L’atmosfera di tranquillità che si respira al
Seehof Nature Retreat riesce a rendere concreto uno dei più inseguiti tra i desideri impossibili, quello di rallentare lo scorrere del tempo. Per riprendere un ritmo in linea con le proprie emozioni, e rigenerarsi completamente.
Ogni dettaglio in armonia con la natura Ogni dettaglio del soggiorno si ispira alla filosofia del vivere in armonia con la natura, che d’altra parte è la vera protagonista della location, appena fuori dalle grandi finestre. I materiali utilizzati - all’interno e all’esterno - sono il legno, la pietra, il rame, in un’armonia cromatica pensata per fondersi con gli elementi del luogo.
Dal ristorante alla spa Il ristorante propone menu rigorosamente creati con prodotti di stagione, e in gran CHeck-in • maggio 2022
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parte di provenienza regionale, in un delicato mix di sapori mediterranei e suggestioni alpine. E la luminosa “La PrimaVera Spa”, con la sua sauna panoramica affacciata sul verde e i tanti trattamenti benessere tra cui scegliere, è in grado di riconnettere al proprio sé più autentico. La cura per i dettagli, volta a rendere perfetto il soggiorno - perché sia fatto di momenti di puro piacere - è nelle amorevoli mani di Tamaris e Andreas Auer, che gestiscono con autentica passione questo gioiello che unisce lusso raffinato e atmosfera familiare.
garantire il massimo della privacy e della serenità. La formula di soggiorno è all inclusive - con prima colazione, pranzo con un piatto caldo e buffet di antipasti, cena gourmet a 4 portate - su richiesta è possibile fruire della mezza pensione. Chi cerca una pausa dalla frenesia del quotidiano ha trovato il luogo giusto.
Resort adults only Seehof Nature Retreat, dalla struttura che appare come intagliata nel paesaggio, offre 40 camere, tra suite e matrimoniali, ed è un resort adults only. Gli ospiti sono accolti in raffinate camere di design con vista sul lago e sul giardino, e ogni ambiente comune è pensato per 158
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Seehof Nature Retreat Via Flötscher 2 - 39040 Bressanone (Bz) Tel 0472 412120 www.seehof.it
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La natura è protagonista CHeck-in • maggio 2022
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al 1888 il Gnollhof a Chiusa (Bz) è la meta d'elezione dei bon vivant che desiderano immergersi nella purezza della natura, rigenerare i sensi e l’anima in una spa dal panorama assoluto e gustando sapori e aromi autentici del territorio. L’imperativo qui è sciogliere lo stress nelle 54 camere e suite super-panoramiche, dedicarsi alle attività nel verde e rilassarsi in aree benessere circondate solo ed esclusivamente da boschi e da tinte verdi che non si perdono mai d’occhio.
Il Gnollhof è un luogo placido, scandito dal ritmo della natura e circondato da boschi intonsi a 1.160 m. s.l.m. Adagiato su un poggio panoramico che domina la valle d’Isarco, garantisce un’esperienza immersiva nel bosco, un’esperienza fatta di profumo di resina, silenzio assoluto, cucina tirolese d’eccellenza accompagnata dai vini (premiati con 3 bicchieri del Gambero Rosso) della propria tenuta Taschlerhof e, ovviamente relax. Coccolati dalle attenzioni di Margit e Peter Verginer, albergatori appassionati, attenti ma mai invadenti, si ha la possibilità di isolarsi dal turismo di massa, dalle folle e concedersi alla CHeck-in • maggio 2022
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terapia segreta degli alberi, al verde del bosco e al silenzio avvolgente. Già una semplice camminata nel cuore del bosco porta giovamento e lo dimostrano i tanti studi di psicologia ambientale che si sono moltiplicati negli ultimi anni e ci mettono in guardia, ricordandoci che se non ci impegniamo fin da subito a recuperare un contatto intimo con la natura, il rischio burnout sarà sempre più elevato. Il contatto con Madre Natura fa bene, sia a livello fisico, sia psicologico. Insomma: basta un bosco per essere felici. La struttura punta a immergere l'ospite in un ambiente naturalistico, essenziale e al contempo raffinato, davvero incontaminato con camere e suite, tutte rigorosamente vista bosco, arredate in modo essenziale con materiali naturali e selezionati da produttori strettamente locali. Invitano a rallentare i ritmi le terrazze e gli infiniti spazi relax, le piscine riscaldate di cui una panoramica esterna a sfioro, una interna e una 162
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nel giardino, sauna panoramica e alle erbe, Vitarium, un bagno turco classico e bagno turco salino, un campo da tennis immerso nel bosco. L’interior contemporaneo dall’ampio respiro e le vetrate a tutt'altezza permettono di godersi la vista sul verde da ogni angolo dell’hotel.
Meditare nel bosco Avvolti dal profumo del bosco basta lasciarsi andare per ritrovarsi. Il fruscio del vento tra le chiome degli alberi, i raggi del sole sulla pelle: basta un respiro profondo per percepire la fresca aria di montagna fluire nel proprio organismo. Qui è possibile praticare l’arte della meditazione nei vari angoli, più o meno nascosti, tutti da scoprire. La meditazione nel bosco rende più coscienti, sereni e concentrati; non occorre alcuna particolare capacità per dedicarsi a questa pratica spirituale. La quiete, il paesaggio, i materiali naturali assecondano
NOVITÀ
Trattamenti Comfort Zone La spa del Gnollhof è il posto perfetto per proseguire il proprio percorso di decelerazione. Novità dell’estate 2022 sono i trattamenti firmati Comfort Zone, brand italiano presente nelle migliori spa del mondo, che propone prodotti viso e corpo particolarmente ricchi di eccipienti naturali, prodotti negli stabilimenti del Davines Village di Parma. Comfort Zone crea formule sostenibili, efficaci e sensorialmente raffinate, che uniscono il meglio di scienza e natura per offrire esperienze uniche. Ne è un esempio il trattamento Tranquillity Tm, un rituale confortevole, che aiuta a rilasciare completamente le tensioni di corpo e mente. La sinergia preziosa di texture delicate senza siliconi e composte per il 96% da ingredienti di origine naturale con il blend aromatico Tranquillity Tm di esclusivi olii aromatici di legno di cedro e arancia dolce, sandalo e geranio, abbinati al potere del massaggio decontratturante, favorisce una sensazione di relax totale (50 minuti, 90 euro).
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le esigenze delle persone più affaticate e fanno sì che ogni tensione si allenti.
Vacanze dinamiche in estate A piedi o con le Mountain-Bike, le panoramiche vette intorno a Bressanone e Chiusa sono delle autentiche chicche per tutti gli amanti dello sport e della vita attiva. Dal Gnollhof si ha la possibilità di raggiungere i luoghi più suggestivi del territorio come, ad esempio, il rifugio di Santa Croce di Lazfons, la più alta meta di pel-
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legrinaggio d’Europa, o il pittoresco Lago Rodella, con l’omonimo rifugio con vista mozzafiato sulle Dolomiti, a 2.284 m slm. L’hotel dispone di una proposta di oltre 20 escursioni ben descritte e segnalate, in grado di soddisfare tutti i gusti e adatte a ogni grado di preparazione.
Esperienze sensoriali altoatesine ll segno distintivo della cucina del Gnollhof è l’armonia dei contrasti. In
una terra in cui la cultura enogastronomica italiana si fonde con quella alpina non può che emergere un trionfo di gusto e autenticità. La genuinità del maso incontra il gusto della tradizione. Invero, al Gnollhof si trovano solo prodotti e materie prime regionali o di provenienza nazionale. Tipiche specialità altoatesine si alternano, a specialità di altre regioni italiane. Un tripudio di aromi, dalla carne, al pesce alla pasta fatta in casa. Particolare attenzione va alla raffinata cantina a vista con una personale selezione di vini. All’appello non possono mancare quelli di Peter Wachtler, marito della padrona di casa Margit Verginer, proprietario e viticoltore del Taschlerhof. A 530 metri sul livello del mare, nella ventilata conca di Bressanone, i grappoli d’uva trovano una condizione climatica ideale per la loro maturazione. Grazie all’esposizione a sud-est i vigneti godono dei benefici raggi del sole e i caratteristici terreni montuosi di ardesia conferiscono a questi vini la loro tipica mineralità. Con i suoi quattro vini della Valle Isarco (Sylvaner, Kerner, Riesling e Gewürztraminer),
quella di Peter Wachtler è tra le aziende vinicole più apprezzate dagli amanti del vino. Fiore all’occhiello della cantina al Gnollhof, le etichette di Peter Wachtler si distinguono per il carattere unico, la buona conservazione e il particolare bouquet fruttato.
Hotel Gnollhof Gudon 81 - 39043 Chiusa (Bz) Tel 0472 847323 www.gnollhof.it
Margit e Peter Verginer
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Valle Isarco
Nei Vitalpina Hotels Südtirol
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ontagna è vita è lo slogan dei Vitalpina Hotels Südtirol/ Alto Adige. Una convinzione saldamente radicata nelle 31 strutture che vi appartengono. I Vitalpina Hotels non sono solo un punto di partenza da dove andare in autonomia alla scoperta della montagna o dello stile di vita alpino. Gli albergatori stessi sono amanti della montagna e spesso anche guide alpine o escursionistiche, che conoscono benissimo il territorio e amano condividere con i propri ospiti la passione per l’attività outdoor. Scopriamo i Vitalpina Hotels in Valle Isarco. Già da un anno le strutture aderenti al gruppo Vitalpina Hotels Südtirol sono
entrate a far parte del Patto per la neutralità climatica. Si tratta del primo gruppo alberghiero dell’Alto Adige che aderisce al progetto, impegnandosi in maniera vincolante per la tutela del clima. Un ulteriore plus dei Vitalpina Hotels a garanzia di una vacanza sostenibile e amica dell’ambiente. Natura e sostenibilità, rispetto dell’ambiente sono sempre stati punti cardine della filosofia dei Vitalpina Hotels. Oggi questa sensibilità si fa ancora più concreta grazie all’adesione del gruppo al Patto per la neutralità climatica. Non solo. Oltre alla riduzione delle emissioni di CO2, i Vitalpina Hotels si sono ripromessi di sostenere in misura ancora maggiore i circuiti locali, prendendosi l’impegno di avvalersi ancora di più dei piccoli produttori certificati del posto, sia per gli alimenti che per le bevande. Con l’adesione al Patto per la neutralità climaCHeck-in • maggio 2022
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NATURA
Il bagno nel bosco Una tradizione che viene dal Giappone, dove è diventata una pratica usuale per uno stile di vita sano. È il “Bagno nel bosco”, originariamente “Shinrin Yoku”. Il concetto che sta alla base di questa filosofia è semplice: respirando gli oli essenziali liberati nell’aria dagli alberi, il sistema immunitario si rinforza, la pressione arteriosa si abbassa e allo stesso tempo si riduce anche lo stress. Le strutture del gruppo Vitalpina permettono di vivere questa esperienza e imparare così un modo salutare per rilassarsi. Il percorso ha durata variabile, da un’ora a mezza giornata a seconda della struttura, e prevede una passeggiata nel bosco durante la quale si svolgono diversi esercizi sensoriali che aiutano a rivolgere la mente verso la natura e il tempo presente. Ad accompagnare gli ospiti nel bosco ci saranno guide esperte e in alcuni casi lo stesso titolare dell’hotel: è l’occasione per conoscersi e camminare insieme in piena sintonia. Durante la passeggiata la mente è concentrata unicamente sulle percezioni sensoriali, mentre la natura e il bosco agiscono attivamente sull’organismo per donare pace e tranquillità.
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tica, dal 2021 gli alberghi Vitalpina s’impegnano al rispetto di un programma triennale improntato alla neutralità climatica. Il piano prevede, tra le altre cose, misure di compensazione destinate a sostenere i progetti climatici curati dall’organizzazione svizzera “myclimate”. Obiettivi concreti che riguardano ad esempio l’approvvigionamento di acqua potabile in Uganda, la riforestazione in Nicaragua, il rimboschimento delle mangrovie in Myanmar.
In vacanza per… respirare Uno dei temi sviluppati dai Vitalpina Hotels Alto Adige/Südtirol è il “respiro”. Una respirazione consapevole caratterizza come un filo conduttore tutta la vacanza, dall’attività fisica alla cucina al benessere. Imparare a respirare camminando, eliminando il fiato corto ed effettuando, a seconda della necessità, esercizi respiratori energizzanti e vitalizzanti o calmanti e rilassanti. Godere del
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massaggio respiratorio e del massaggio respiratorio ritmato per raggiungere un piacevole stato di profondo rilassamento.
dopo la vacanza, grazie ai due opuscoli in regalo agli ospiti con tanti consigli pratici per rilassarsi anche a casa.
In questo senso il nuovo programma “Vitalpina Relax” è un vero e proprio training che permette di raggiungere la pace e l’equilibrio interiore. Creato ad hoc per chi in vacanza vuole prendersi una pausa dalla monotonia della routine e ricaricare le batterie, il programma “Vitalpina Relax” permette di regalarsi un po’ di tempo per sé in assoluto relax. Una boccata di ossigeno e di energia per ricaricare l’organismo che continua anche
Le strutture dei Vitalpina Hotels sono distribuite un po’ in tutto l’Alto Adige e sono ben sette quelle che si trovano in Valle Isarco. Nelle pagine seguenti presentiamo nel dettaglio tutti gli hotel.
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Erlebnisort Gassenhof L’Erlebnisort Gassenhof di Racines (Bz) organizza per i propri ospiti il giro dei 7 laghi in Val Ridanna. Si tratta di un’escursione lunga e piuttosto impegnativa, che richiede tra le otto e le nove ore. Presupposti necessari sono una buona forma fisica, esperienza di trekking in alta montagna e buone condizioni meteorologiche. Il sentiero permette di raggiungere, tra gli altri, il lago Moarer grande a 2.468 metri di altitudine, il Senner grande a 2.647 metri e il vasto Tru¨ber See a 2.344 metri. Un’altra esperienza da vivere a contatto con l’acqua all’Erlebnisort Gassenhof è il rafting: percorsi, a volte tranquilli altre adrenalinici, lungo le rapide dell’Isarco. Come quello che porta alla gola Pfeifer Huisele in fondo alla Valle di Racines, oppure attraverso la forra illuminata delle Cascate di Stanghe.
Erlebnisort Gassenhof Untere Gasse 13 - 39040 Racines (Bz) Tel 0472 656209 www.gassenhof.com CHeck-in • maggio 2022
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Hotel Natura Rainer Numerosi sono gli albergatori dei Vitalpina Hotels che, oltre a coltivare il proprio orto, allevano anche qualche animale da fattoria per avere sempre prodotti di provenienza certa e qualità per i propri ospiti. È il caso di Hannes Rainer, titolare dell’Hotel Natura Rainer di Racines (Bz), e della sua famiglia. In una vicina malga di proprietà, mucche, maiali, capre, pecore e altri animali rimangono liberi di pascolare per tutta l’estate, finché le temperature lo consentono. Il Rainer organizza delle visite guidate per i suoi ospiti, per vedere da vicino gli animali, aiutare con qualche piccolo lavoretto e alla fine godersi una buona grigliati in compagnia, la carne è naturalmente di casa e di eccellente qualità.
Hotel Natura Rainer Jaufental - Mittertal 48 - 39040 Racines (Bz) Tel 0472 765355 www.hotel-rainer.it 172
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Hotel Lärchenhof Il cielo azzurro e terso, la luce che penetra anche il fitto del bosco. Il sole illumina le giornate autunnali regalando ancora tanti momenti da vivere all’aria aperta, dall’alba al tramonto. A proposito di alba, un raggio impiega 8 minuti e 19 secondi per arrivare sulla terra e baciare un escursionista che assiste al sorgere del sole! Suggestiva ed emozionante, l’escursione all’alba è un’esperienza indimenticabile. L’Hotel Lärchenhof di Maranza (Bz) accompagna i suoi ospiti in un’escursione guidata all’alba al Monte Specie per godere dei primi raggi di sole che illuminano il paesaggio spettacolare delle Tre Cime di Lavaredo.
Hotel Lärchenhof Via dei Tigli 2 - 39037 Meranza (Bz) Tel 0472 520189 www.laerchenhof.it CHeck-in • maggio 2022
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Bergidyllhotel Tratterhof I benefici di una bella vacanza si sentono anche dopo il ritorno a casa. Immagini che ci tornano in mente, situazioni che ci fanno sorridere, panorami che al solo ricordo ci donano pace e serenità. È così che la vacanza si trasforma in un pieno di energia ed entusiasmo, a cui ricorrere nei mesi più grigi. Il Vitalpina- & Bergidyllhotel Tratterhof di Rio di Pusteria (Bz) in Valle Isarco propone ai suoi ospiti escursioni guidate, fitness e Nordic Walking, libero accesso alla Monte Silva Spa, Almencard+ per mezzi pubblici.
Tratterhof Mountain Sky Hotel Via Grossberg 6 - 39037 Rio di Pusteria (Bz) Tel 0472 520108 www.tratterhof.com 174
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Napule è mille culure Mille colori e mille sapori legano la storia di Napoli a quella del nostro Mulino. Una storia fatta di passione, generosità e rispetto della tradizione.
@mulinocaputo mulinocaputo.it
Il mulino di Napoli CHeck-in • maggio 2022
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Taubers Unterwirt Tra le strutture dei Vitalpina Hotels, il Montagna & Benessere Taubers Unterwirt di Velturno (Bz) ha messo al centro della sua offerta proprio la castagna. In primis in cucina, con piatti a base del frutto, come Zuppa di castagne con maggiorana, Spätzle alla farina di castagne, Tartina di castagne con frutta di stagione. E anche nel centro benessere Castanea dove si può provare la Sauna biologica "Keschtn" alle castagne dal gradevole aroma del legno di castagno, con effetto positivo sul benessere psicofisico e sullo spirito. Anche i trattamenti utilizzano il prezioso ingrediente naturale, dal massaggio al miele di castagno all’impacco al vino e alla castagna.
Montagna & Benessere Taubers Unterwirt Via Josef Telser 2 - 39040 Velturno (Bz) Tel 0472 855225 www.unterwirt.com 176
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Naturhotel Lüsnerhof Da anni le capre vengono allevate in Alto Adige, il loro latte, dall’aroma e sapore molto particolari, è ricco di calcio, fosforo, potassio e riboflavina, ha una ridotta quantità di lattosio ed è facilmente digeribile. Il Naturhotel Lüsnerhof di Luson (Bz) ha un rapporto speciale con l’allevatore Raimund Lamprecht del Blauschmiedhof. Qui vengono allevate una ventina di capre e, da vent’anni, due volte alla settimana Franz Hinteregger, il titolare del Lüsnerhof, fa rifornimento di caprino fresco e stagionato e di altri formaggi. Per gli ospiti vengono organizzate anche visite guidate per vedere le stalle, avvicinare le capre, conoscere le fasi di lavorazione del latte e naturalmente assaggiare gli eccellenti formaggi.
Naturhotel Lüsnerhof Via Rungg 20 - 39040 Luson (Bz) Tel 0472 413633 www.luesnerhof.it CHeck-in • maggio 2022
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Hotel Valserhof Il Vitalpina Hotel Valserhof di Valles (Bz) si trova a 80 metri dagli impianti di risalita dell’area di Rio Pusteria. Di design, l’hotel pone molta attenzione all’enogastronomia a base di prodotti locali e mette a disposizione degli ospiti il wellness alpino della spa per il relax dopo una giornata tra escursioni e attività sportive. Il Valserhof è, infatti, il paradiso degli amanti del nettare di Bacco che qui sperimentano degustazioni settimanali dei vini del Trentino Alto-Adige. In cucina Peter Leitner che, con un uso sapiente dei prodotti genuini della regione e un pizzico di erbe aromatiche delle Alpi, crea ricette gourmet moderne e gustose nelle quali il Mediterraneo si sposa con le montagne, e i sapori italiani incontrano la tradizione della cucina altoatesina.
Hotel Valserhof Pichlstrasse 24 - 39037 Rio di Pusteria (Bz) Tel 0472 547177 www.valserhof.com 178
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Parcheggio gratuito per i nostri clienti CHeck-in • maggio 2022
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Relax e natura
...ma anche buona cucina Ecco la nostra selezioni di ristoranti per godere al massimo dell'accoglienza della Valle Isarco
Kleine Flamme
Gourmetstube Einhorn
AO Restaurant Alpenrose
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Apostelstube
Unterwirt Walther von der Vogelweide
Gourmetstube Einhorn Quella che sul finire del XIII secolo era una stazione di posta si è trasformata oggi in un elegante hotel di charme. All'intimo ristorante gourmet, solo cinque tavoli nella romantica atmosfera di una stube in legno di origine medioevale. Si può scegliere l’intero menu degustazione di Peter Girtler, chef dell’Unicorno (Einhorn in tedesco), o una selezione di 4-6 portate. Piatti eterei ed evocatori, talvolta molto originali, per una delle cucine creative più interessanti della regione, con ricette leggere ed equilibrate che valorizzano le eccellenze e i produttori locali. Via libera, quindi, a carne e pesce, ma anche a tutti quei raccolti dell’orto pressoché dimenticati: acetosella, scorzanera, crescione d’acqua…
Gourmetstube Einhorn Via Mules 10 - 39040 Vipiteno (Bz) Tel 0472 771136 www.stafler.com
Apostelstube
Quella che sul finire del XIII secolo era una stazione di posta si è trasformata oggi in un elegante hotel di charme. All'intimo ristorante gourmet, solo cinque tavoli nella romantica atmosfera di una stube in legno di origine medioevale. Si può scegliere l’intero menu degustazione di Peter Girtler, chef dell’Unicorno (Einhorn in tedesco), o una selezione di 4-6 portate. Piatti eterei ed evocatori, talvolta molto originali, per una delle cucine creative più interessanti della regione, con ricette leggere ed equilibrate che valorizzano le eccellenze e i produttori locali. Via libera, quindi, a carne e pesce, ma anche a tutti quei raccolti dell’orto pressoché dimenticati: acetosella, scorzanera, crescione d’acqua… Apostelstube via Rio Bianco 4 - 39042 Bressanone (Bz) Tel 0472 832750 www.hotelelephant.com CHeck-in • maggio 2022
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Alpenrose Pietanze tipiche sudtirolesi abbinate a raffinate specialità mediterranee, preparate con i migliori ingredienti - carne, frutta o verdura - acquistati sul posto e scelti con cura. Tutte queste prelibatezze sono fatte in casa. Rigorosamente fresche e stagionali. Questa è la cucina del Ristorante Alpenrose. La posizione idilliaca sopra Bressanone e la Val d’Isarco offre la cornice perfetta per celebrare i momenti più importanti della vostra vita. Nelle nostre sale e sulla terrazza al sole potrete festeggiare le vostre ricorrenze insieme a complessivamente 150 persone. Comunicateci le vostre preferenze - saremo lieti di comporre un menu personalizzato per il vostro evento. Anche gli ambienti del nostro Alpenrose sapranno adattarsi perfettamente al vostro tipo di festa o ricorrenza.
Alpenrose località Pinzago 24 - 39042 Bressanone (Bz) Tel 0472 832191 www.alpenroses.com 182
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Kleine Flamme
Al ristorante gourmet “Kleine Flamme” a Vipiteno gli ospiti avranno l’opportunità d’intraprendere un favoloso viaggio gastronomico che li porterà ben oltre i confini nazionali. Il premiato chef Burkhard Bacher e sua moglie Annelies sono riusciti a trasformare il loro sogno di una vita in realtà – con il piccolo ed esclusivo ristorante a Vipiteno, completo di una cantina ben fornita. Le gustose creazioni servite al ristorante “Kleine Flamme” sono testimoni di un’arte culinaria d’altissimo livello ed entusiasmano ospiti, colleghi e critici gastronomici. Kleine Flamme via Cittanuova 31 – 39049 Vipiteno (Bz) Tel 0472 766065 www.kleineflamme.com
Bistro Jasmin l’Hotel Bischofhof Immersi nell'atmosfera accogliente, familiare e discreta del Bistro Jasmin, aperto esclusivamente per gli ospiti dell’hotel Bischofhof, potrete gustare assolute prelibatezze culinarie. La pluriennale esperienza in cucina, premiata negli anni dalle stelle Michelin dello chef de cuisine Martin Obermarzoner, unita alla sua creatività e alla continua ricerca e sperimentazione culinaria, vi assicureranno indimenticabili serate caratterizzate da puri momenti di piacere. La cucina non accetta compromessi perché punta da sempre su materie prime possibilmente a km zero, provenienti da aziende e allevamenti controllati, garantiti da fornitori affidabili e di riconosciuta competenza. Ma il vero fulcro della cucina sono i migliori prodotti di provenienza internazionale, perchè la fantasia e le varietà di prodotti
Bistro Jasmin Via Griesbruck 4 - 39042 Chiusa (Bz) Tel 0472 847448 www.bischofhof.it
AO Restaurant
Simon e Levin sono i maestri di cerimonia. Interpretano una sana cucina creativa basata su ingredienti selezionati con cura, onesti e sinceri, senza trucchi e senza inganni, in grado di soddisfare anche i palati più esigenti. I due sanno quello che fanno e quello che fanno è sempre delizioso. Uno stile di cucina moderno, che non dimentica mai la storia di piatti. Raramente si trovano solo 'classici', ma quando ma quando accade vengono incorporati nel menu in modo nuovo e semplice. Non manca l’ispirazione per nuove creazioni e per portare una nuova cucina altoatesina sulle tavole degli ospiti. Con nuovi modi di preparazione, la vicinanza e la storia dei produttori e un pasto sano. Haller Suites & AO Restaurant Via dei vigneti 68 - 39042 Bressanone (Bz) Tel 0472 834601 www.byhaller.com/it/ristorante-ao CHeck-in • maggio 2022
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Unterwirt Gufidaun Gudon
Walther von der Vogelweide
Se il tempo non consente di approfittare della gradevole terrazza, allora vi consigliamo di prenotare un tavolo nella stube del XIII secolo, una romantica culla di legno. Cucina creativa, carne e pesce, di grandi livelli, una gastronomia stagionale che é legata al territorio e alla cucina mediterranea. Le "Stuben" collegano lo stile sudtirolese con l'eleganza semplice. Nella stagione calda servono la cena anche sul terrazzo.
Archi a tutto sesto, antichi pavimenti in legno restaurati, piccoli dettagli che catturano lo sguardo e rimangono impressi nella memoria, prelibatezze regionali, specialità italiane e pizza. Il tutto accompagnato da un buon bicchiere di vino locale o una selezione dei migliori vini provenienti da tutto il mondo; o magari preferite una birra artigianale "Gassl"? Qui il gusto esulta ed è sempre ospite gradito: da mezzogiorno a sera. Cucina versatile come l'Alto Adige. Cucina italiana abbinata alla tradizione alpina. Specialità regionali e amore per i particolari. Grande varietà nei menu e tante prelibatezze gastronomiche. Dalle pizze classiche alle straordinarie pizze gourmet realizzate con i migliori ingredienti e gli abbinamenti più fantasiosi. Unterwirt Gufidaun - Gudon Via Gudon 45 - 39043 Chiusa (Bz) Tel 0472 844000 www.unterwirtgufidaun.com 184
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Walther von der Vogelweide Via Città Alta 66 - 39043 Chiusa (Bz) Tel 0472 847369 www.vogelweide.it
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JW Marriott Venice Cucina stellata e sport all'aria aperta
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86412 di Emanuela T. Cavalca
È
la più giovane delle isole della laguna veneziana. Sorta come isola artificiale di riporto (da qui il suo nome originario Sacca Sessola) grazie agli scavi per il porto commerciale, all’inizio venne destinata come deposito, poi area per coltivare orti e vigneti; infine, negli anni Trenta, grazie all’aria salubre dell’isola, sorse un ospedale per la cura delle malattie respiratorie. Proprio quest’atmosfera unica, data dall’incrocio delle correnti lagunari, è stato uno dei motivi, che ha spinto il Gruppo JW Marriott a rilevare l’Isola. Nel 2015 è nato dunque il JW Marriott Hotel Venezia, con il proposito di offrire alla clientela un luogo di soggiorno esperienziale e indimenticabile.
La splendida ristrutturazione del noto architetto Matteo Thun l’ha riportata a nuova vita: alcune strutture antiche sono state mantenute e ristrutturate: preziosi dettagli, che s’integrano perfettamente ai materiali naturali, come il legno, prodotti artigianali e tessuti veneziani. Nascono 266 stanze, suddivise tra residence, suite e maisonette, dall’arredamento raffinato, privo di eccessi, in linea con l’estetica del resort. Senza dimenticare il passato agricolo dell’isola, accanto ai cento ulivi numerati, è stato inserito un orto e un frutteto, dove oggi vengono coltivate diverse tipologie di frutta e verdura di stagione. È stata volutamente ribattezzata “Isola delle rose”, proprio perché in passato si coltivavano le rose, vicino alla villa “Rose” del primario, oggi una splendida villa ristrutturata, ideale per un soggiorno di una intera famiglia. «Proprio all’ingresso del Resort, nasce un meraviglioso roseto con venti CHeck-in • maggio 2022
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varietà diverse - racconta Alessandro Carosio, direttore marketing - Non solo, abbiamo già programmato di piantare un vigneto, così il vino bianco si aggiungerà ai 700 litri di olio di nostra produzione. Per godere a pieno della natura offriamo ai turisti di fare eleganti picnic nell’uliveto, i turisti stranieri ne sono entusiasti. Intorno alla piscina abbiamo un barbecue e alla sera giochi di luce illuminano tutta la struttura».
Paddle, yoga e cinema all'aperto Cristiano Cabutti, general manager del JW Marriott Venice, è entusiasta di annunciare le novità della stagione: «Insieme a tutto il team, sono felice di tornare ad accogliere la clientela. Siamo orgogliosi di presentare nel 2022 molte novità per accogliere gli ospiti: spazi rinnovati e studiati per far vivere un soggiorno indimenticabile». 188
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Si va dal nuovo campo da paddle, uno da bocce, il ristorante Giardino Grill, completamente ristrutturato, dove godersi un pranzo a bordo piscina, degustando un menu cucinato sul barbecue. A poca distanza è a disposizione un vero e proprio cinema all’aperto, dove, su uno schermo di oltre tre metri, saranno proiettati film per tutta la famiglia. Un resort che pensa anche alle famiglie: una serie di attività, che aiuteranno i genitori ad intrattenere i bambini, anche con spunti didattici. Un’altra novità della stagione 2022: la JW Venice Voga Academy, prima scuola sportiva del resort dedicata allo voga. Gli ospiti avranno la possibilità di frequentare lezioni di circa due ore al gior-
no che si svolgeranno sia sull’Isola delle Rose che a Venezia, per combinare attività sportiva e visita alla città, vivendo la laguna da protagonisti. La JW Venice Voga Academy è aperta a singoli individui, coppie, famiglie intere. Basta prenotare.
La cura del cibo: dal picnic allo stellato Facile da raggiungere, grazie a una navetta gratuita di fronte alla stazione dei treni, il JW Marriott Venice resort & spa è ideale per i viaggiatori più esigenti: rifugio perfetto, lontano dalla folla di turisti che popola le calli, soprattutto durante il clou delle vacanze.
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Qui il cliente ha la possibilità di scegliere tra 4 ristoranti, tra i quali figura il Fiola at Dopolavoro Venezia e quattro bar che offrono una cucina internazionale e locale. JW Venice Spa, la più grande spa di Venezia, una chiesa, club per bambini e attività per famiglie, sport acquatici, un lounge sul tetto con piscina e vista su Venezia e la Sapori Cooking Academy, per i buongustai che desiderano vivere un’atmosfera veneziana. Con l’arrivo della bella stagione, riapre il ristorante gourmet Fiola at Dopolavoro, guidato dal cuoco stellato Fabio Trabocchi, di origini marchigiane. «Il ristorante è aperto agli ospiti dell’hotel e clienti esterni, un molo dedicato consente l’attracco di barche private o taxi che in questo modo hanno accesso diretto alla magnifica struttura del Fiola al Dopolavoro e a un’esperienza culinaria unica», sottolinea Cristiano Cabutti. Il ristorante Fiola, come gli altri di Trabocchi a Washington (primo ristorante italiano negli Usa secondo 50 Top Italy) e Miami, deve il suo nome al termine fiola che, in dialetto marchigiano, significa “figlia.” Lo chef Trabocchi gestisce un ampio portfolio di ristoranti negli Stati Uniti insieme alla moglie Maria Font Trabocchi e ad alcuni soci. Tra i ristoranti figurano: Fiola DC, Fiola Miami, Fiola Mare, Sfoglina Pasta House e Del 190
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Mar. Il gruppo, in continua espansione, ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui una stella Michelin al Fiola DC, il suo ristorante di punta. Basta leggere il menu e l’occhio cade sulla la frase: “La semplicità è la massima forma di raffinatezza”. Continua, sottolineando come i piatti rispettino la stagionalità dei prodotti e la tradizione culinaria. Qualche esempio? Abbiamo provato in anteprima alcune proposte che consigliamo. Per allietare il palato, come entrée un “cappuccino” di crema di finocchio e rosmarino dell’orto; segue l'asparago bianco Igp di Bassano con condimento di mandorle e tamarindo. Interessante l’accostamento cotto e
IN CUCINA
Fabio Trabocchi «Venezia è indubbiamente una delle mie città italiane preferite. È per questo motivo che abbiamo aperto Fiola at Dopolavoro nel 2019. È qui che vengo a preparare alcuni dei miei piatti preferiti, realizzati con gli ingredienti genuini del nostro orto e dei mercati locali di questa magica città. Il nostro team abbraccia le tradizioni culinarie di Venezia e ama lavorare con gli ingredienti locali e incontaminati di questa terra»
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crudo dell’asparago bianco che esalta il sapore. Tra le proposte non si possono non citare i ravioli di astice con zenzero ed erba cipollina. È il classico piatto-signature dello chef, presente in tutti i Fiola: ottima la pasta fresca ripiena, arricchita di sapori primaverili. Saporito il branzino pescato all’amo, cucinato a basse temperature, e servito con uno zabaglione al prosecco con caviale italiano, al termine un sorbetto di fragole con camomilla che è stato abbinato al vino dolce Monticino rosso Albana di Romagna. Perfetto l’accostamento delle fragole con i profumi intensi e morbidi del passito romagnolo. 192
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JW Marriott Venice Resort & Spa Isola Delle Rose - 30133 Venezia Tel 041 8521300 www.marriott.com
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MADE IN ITALY CHeck-in • maggio 2022
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Molino Stucky
L'hotel di Venezia che piace a tutti, dalle famiglie ai businessman
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86166 di Alberto Lupini
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olto più di un albergo a cinque stelle, l’Hilton Venice Molino Stucky si erge sulle rive dell’Isola della Giudecca, una delle zone più autentiche di Venezia, a breve distanza dai luoghi di maggior interesse turistico, di fronte a Le Zattere e a San Marco. Sin dal suo arrivo in albergo, l’ospite percepisce di essere giunto in un luogo speciale: la maestosità e la bellezza architettonica dell’edificio si aprono in un interior design moderno e confortevole, e l’accoglienza impeccabile e cordiale del team sa fare di ogni soggiorno un’esperienza perfetta. È collocato in un edificio importante, un antico mulino finemente ristrutturato e divenuto una delle strutture iconi-
che e più significative dell’architettura di recupero post-industriale. La facciata in mattoncini rossi, l’imponente torre neogotica, la geometria dell’architettura hanno fatto sì che il Molino Stucky sia stato annoverato tra le 100 eccellenze italiane.
Bellezza e benessere a 360 gradi Con le 379 tra camere e suite, i ristoranti e bar, la meravigliosa spa, la piscina panoramica, il Molino Stucky è l'hotel ideale per scoprire o riscoprire l’essenza di una Venezia unica, in tutto il suo splendore, il suo inimitabile fascino e la sua immensa cultura. La terrazza sul rooftop, che si affaccia sulla laguna, offre un panorama inimitabile, sospeso tra mare, cielo e l’inconfondibile profilo dell’architettura della Serenissima. Il benessere psicofisico è assicurato nell’Eforea spa, il moderno centro beCHeck-in • maggio 2022
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nessere in cui rigenerarsi e trovare il perfetto equilibrio in una luminosa e spaziosa spa, protesa sull’oasi di verde del giardino del Molino Stucky. Fitness, trattamenti tecnologici e tradizionali, soluzioni personalizzate fanno della spa Eforea un’eccellenza della cura del sé.
Fiore all’occhiello la ristorazione Un soggiorno indimenticabile non può prescindere dall’esperienza culinaria, e Il Molino Stucky sa sorprendere i suoi ospiti con i suoi ristoranti e con i suoi bar. Il Ristorante Aromi, dove la tradizione mediterranea è interpretata dall’executive chef Luca Nania, propone una selezione di prodotti
semplici e di altissima qualità, da assaporare nell’accogliente sala decorata in stile marinaro o nel meraviglioso outdoor con la splendida vista sul canale della Giudecca e su tutta Venezia. Per chi preferisce un’esperienza più informale, il Rialto Bar & Lounge, dove la tradizione italiana incontra la cucina internazionale, è ideale per un drink, un pranzo o uno spuntino veloce, a qualunque ora e per tutti i gusti. A Il Molino si inizia bene la giornata, per una prima colazione all’insegna del gusto, della salubrità, in un’offerta declinata attraverso tradizioni e gusti differenti, legati insieme dal fil rouge della qualità.
Lombetto di Agnello, carote glassate e jus alla menta 196
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Infine, lo Skyline Rooftop Bar, il luogo più cool di Venezia dove assaporare un aperitivo con il più bel panorama davanti ai propri occhi, e un’affascinante Venezia millenaria e imponente ai propri piedi.
antica e cultura contemporanea, tradizione artigianale e scoperte tecnologiche, perché il fascino di Venezia va oltre i classici sentieri turistici, ma è un dedalo di piccole affascinanti realtà che solo chi la conosce a fondo può suggerire e selezionare.
Tra lavoro e piacere
«Offriamo un soggiorno tailor made, studiato in base alle esigenze dell’ospite - spiega il general manager dell'hotel, Massimiliano Perversi - Il gruppo Marseglia ha intenzione di continuare a investire nel rinnovamento dell’albergo: a partire dal 2023 si attueranno rinnovamenti negli outlet di ristorazione. Inoltre, è prevista la realizzazione di una copertura allo Skyline Bar, uno dei più famosi e frequentati di Venezia e non solo, in modo che possa essere fruibile indistintamente nella stagione estiva come in quella invernale».
Da non dimenticare la straordinaria efficienza del Centro Congressi del Molino Stucky, il più grande del Triveneto, con la sua sala plenaria in grado di ospitare oltre 100 persone e le ulteriori 14 sale meeting diverse per ampiezza e tipologia, i servizi tecnologici d’avanguardia che lo rendono la sede perfetta per eventi di ogni tipo. Infine, molte sono le esperienze uniche che il Molino Stucky ha selezionato per i propri ospiti, in un sapiente mix tra arte
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Aromi, la laguna nei piatti di Luca Nania Quando una strada è segnata e il destino ha deciso c’è poco da fare: quello dev’essere. Per Luca Nania quella della cucina è stata una scelta quasi obbligata, spinta da una necessità nata quasi per caso, quando era poco più che bambino. Un incontro casuale che ha dato vita a un grande amore, a una passione che è diventata vita professionale per lo chef siciliano che, dopo avere girato mezzo mondo, oggi guida Aromi restaurant, il ristorante moderno dell’Hilton Molino Stucky Venice alla Giudecca.
la motocross. Amavo quello sport ma quando mi sono reso conto di quanto costava praticarlo, ho capito che dovevo darmi da fare per potermelo permettere. Ricordo che avevo appena 12 anni quando ho deciso di dare una mano al proprietario della pista di motocross, una pista importante a livello nazionale, nella quale si allenavano molti campioni. Così ho iniziato a dare una mano in cucina: lavavo e tagliavo le verdure, qualche volta spadellavo, ogni tanto servivo anche i pasti ai piloti.
Insomma, per arrivare a guidare una delle strutture più grandi, frequentate e premiate d’Italia serve un’esperienza non indifferente. E fa sorridere pensare da dove è partito Nania prima di arrivare a Venezia: «In cucina mi ci sono trovato quasi per caso, per necessità - ci racconta -, poi è diventato un amore». E la passione la si trova nei piatti, dagli gnocchi con cicala di mare e scampi al lombetto di agnello. Piatti senza dubbio legati al gusto italiano, ma capaci di intercettare anche una clientela internazionale come quella dell'Hilton. E fra i piatti da non mancare certamente vanno ricordati i tortelli di baccalà mantecato, il rombo chiodato cotto nel burro di nocciola o la vicciola con midollo e senape (assolutamente da provare). Come è iniziato tutto? L’inizio è stato per colpa del198
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Luca Nania
Poi i viaggi all’estero l’hanBlack angus cotto a temperatura controllata, purea di topinambur e radicchio flambé no fatta diventare un cuoco vero America, Cina e Russia, ma anche tanta Italia. Ogni esperienza mi ha dato qualcosa, ogni avventura mi ha fatto crescere come uomo e come cuoco. Per un cuoco che ha viaggiato così tanto viene da pensare che il fusion sia il suo mondo. È così per lei? Più che di fusion mi piace parlare di contaminazione. Il fusion non è una cosa che mi appartiene ma forse se si intende come una tecnica culinaria diversa da quelnon escludo che se un domani dovessi la utilizzata in Italia allora sì, tecnica di trasferirmi in un’altra nazione, con un’alcottura, di essiccazione, di affumicatura tra cultura, cercherei io di adattarmi alla o di salagione, tutte tecniche che magari loro sapienza per poi dargli un’interprein Italia venivano usate ma che poi sono tazione mia. scomparse perché si modificano le pratiche di cucina, non solo i piatti. All’Hilton oggi servite qualcosa come 600 colazioni e oltre 100 coperti. Come si può E la cucina italiana cosa significa per lei? far funzionare sempre tutto così bene? Significa tutto, ed è giusto che sia così. Sicuramente la brigata è quella che ti Io sono cresciuto a pesce fresco, pastadà la sicurezza anche perché tu puoi sciutta. E oggi i risotti, amo cucinarli e essere attento a ogni particolare, ma amo mangiarli. Per me la cucina itanon puoi arrivare sempre da tutte le liana è sicuramente la priorità adesso parti. Quindi il segreto è avere a fianco che sono rientrato nel mio Paese, ma delle persone fidate, professionisti che CHeck-in • maggio 2022
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BACAROMI
Il bacaro contemporaneo Accanto all’Aromi Restaurant, c’è Bacaromi, il ristorante tipico che trae ispirazione da un bacaro veneziano. La selezione attenta delle materie prime e dei prodotti di prima scelta esaltano il “sàor” dell’arte culinaria veneziana. Il menu, curato da Nania, prevede l’abbinamento di una vasta scelta di vini in calice (ómbre o bianchéti) con piccoli cibi e spuntini (cichéti) in chiave contemporanea. Non solo - novità di quest’anno - è la ricca Grigliata mista di carne insieme ad una variegata scelta di preparazioni più complesse come il Risotto mantecato con secole, o altri piatti fortemente legati alla tradizione culinaria veneziana. Inoltre, l’offerta si è allargata anche con la Frittura di pesce misto con fantasia di verdure, il Trancio del pescatore al forno con pomodorini e olive taggiasche.
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sanno dove mettere le mani e intervenire quando qualcosa non va per il verso giusto. Venezia e la sua laguna quanto la ispirano? Tanto, tantissimo. Pensate che io e i miei collaboratori spesso facciamo riunioni all’aperto, guardando la Giudecca, piuttosto che in ufficio. La laguna non solo ci ispira ma ci influenza anche: cerchiamo di metterla sempre nei nostri piatti.
JW Marriott Venice Resort & Spa Isola Delle Rose - 30133 Venezia Tel 041 8521300 www.marriott.com
Gnocchi con cozze, cicala di mare e Bottarga di Muggine
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Hotel Principe di Savoia
Tante occasioni per gustare bollicine e piatti esclusivi
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izza e Champagne, il rito del tè pomeridiano, un aperitivo alla moda con cocktail e stuzzichini gourmet, oppure una cena con protagonisti caviale e bollicine della Franciacorta. Sono queste le principali proposte della stagione primavera-estate dell’Hotel Principe di Savoia di Milano.
Novità dolci e salate al Salotto Lobby Lounge Il Salotto, cuore pulsante dell’Hotel Principe di Savoia, si trasforma nel paradiso dei golosi con novità dolci e salate. A partire da maggio gli ospiti potranno farsi tentare dalla nuova proposta “Pizza and Bubbles” (45 euro a persona): il piatto italiano per eccellenza accompagnato da un calice di Champagne. Tre le tipologie di pizze pro-
poste, tutte rigorosamente gourmet e realizzate con prelibatezze italiane: polpo alla plancia, stracciatella, pomodori datterini e asparagi; pomodorini rossi, mozzarella bufala e dripping al basilico; fiori di zucca, fior di latte e alici di Cetara. La selezione di pizze speciali sarà accompagnata da un calice di bollicine firmate Ruinart. Per gli amanti della tradizione del tè del pomeriggio, l’appuntamento si trasforma in versione estiva. Un tripudio di delizie del Maître patissier come tartellette alle fragole, macarons al lampone, torta sbrisolona e una ricca selezione di finger sandwiches accompagnati da 2 flûte di Veuve Clicquot Ponsardin Brut e un’ottima tazza di tè in foglia firmato “La Via del Tè”. Il “Summer afternoon tea” viene proposto dalle 16 alle 19 e ha un costo di 49 euro per persona. Disponibile anche per asporto o delivery su Cosaporto.it. Per informazioni e prenotazioni: tel 02 62302081 salotto.hps@dorchestercollection.com CHeck-in • maggio 2022
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Aperitivo Glam, il nuovo appuntamento del Principe Bar L’aperitivo al Principe Bar è un appuntamento irrinunciabile e per onorare questa tradizione il bar manager Daniele Confalonieri e il suo team hanno pensato ad un concept tutto nuovo: l’Aperitivo Glam. Ogni giovedì fino alla fine di luglio, dalle 18.30 alle 21.30, potrete gustare due nuovi cocktail studiati ad hoc per questo momento di convivialità: “Italian Dream” con note più agrumate e “Italian Sunset” con note più dolci del liquore alla ciliegia; entrambi a base di rosolio Italicus, vengono serviti con una selezione di canapè gourmet sempre diversi e sfiziosi, realizzati dagli chef con le eccellenze gastronomiche made in Italy. La selezione di canapè varia ogni settimana e prevede, tra gli altri, gamberi rossi, lime e 204
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chips di riso soffiato o spiedini di polpo alla brace con peperone affumicato, o ancora sfera di pappa al pomodoro e terra di olive o cubo di tartare di filetto di Fassona, uovo mimosa e maionese alla senape. L’Aperitivo Glam è allietato dalle note del dj del Principe Bar: non solo delizia per il palato quindi, ma anche buona musica. Il giovedì del Principe Bar è accompagnato da sonorità melliflue e all’avanguardia, in un’atmosfera ovattata ed esclusiva come nessun’altro luogo a Milano. Aperitivo Glam è offerto a 65 euro a persona e include un cocktail a scelta o coppa di champagne Ruinart in abbinamento ad una selezione di canapè caldi e freddi. Per informazioni e prenotazioni: tel 02 62302081 bar.hps@dorchestercollection.com.
Cena gourmet al ristorante Acanto, con Calvisius e Bellavista A giugno si conclude la rassegna delle serate gourmet che vedono come protagonisti due eccellenze italiane: l’azienda Calvisius e la cantina Bellavista coi suoi Franciacorta; l’appuntamento è per mercoledì 15 giugno. Lo chef Alessandro Buffolino presenta un menu di quattro portate accompagnate dalle prestigiose etichette della cantina Bellavista. Per iniziare, uovo bio croccante con estratto di seppia e caviale “Traditional” Calvisius (abbinato a Bellavista Grande Cuvée Alma Rosé); a seguire tagliolino con crema d’ostriche, erba cipollina, limone e caviale (con Bellavista Teatro alla Scala Brut). La portata principale prevede triglia scottata con patate marinate all’aceto e caviale (con Bellavista Vittorio Moretti), e per concludere in dolcezza una tartelletta con mango, frutto della passione e cocco (con Bellavista Nectar). Il menu sarà proposto solo a cena il 15 giugno al costo di 120 euro a persona (vini in abbinamento, acqua e caffè inclusi). Per informazioni e prenotazioni: tel 02 62302026 acanto.hps@dorchestercollection.com
Hotel Principe di Savoia Piazza della Repubblica 17 - 20124 Milano Tel 02 6230 2026 www.dorchestercollection.com CHeck-in • maggio 2022
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Zanini
Soluzioni tagliafuoco e acustiche per l’Hotel Bulgari a Roma CLICCA QUI PER L'ARTICOLO COMPLETO
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anini offre un’ampia gamma di porte acustiche e tagliafuoco, con soluzioni calibrate sulle esigenze dell’hotellerie contemporanea. Le soluzioni ad alte prestazioni certificate e con un elevato grado di personalizzazione permettono di inserire perfettamente le porte di Zanini in ogni ambiente dell’hotel: dalle aree comuni alle camere e alle suites. Per le strutture di piccole di-
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mensioni, Zanini ampia il servizio proponendo elementi di arredo coordinati con le porte di ingresso e con le porte interne, conferendo agli ambienti carattere e personalità. Con il brand San.Co, Zanini affianca progettisti, contract e imprese nello sviluppo di progetti di altissimo livello: tra le realizzazioni nell’ambito dell’hotellerie di lusso, l’Hotel Milano Verticale del gruppo UNA, l’Hotel Eden di Roma (in foto) e gli hotel, ancora in fase di realizzazione, SixSenses di Roma e di Crans Montana.
In consegna nei prossimi mesi anche il nuovo Hotel Bulgari di Roma, un progetto complesso ed esteso che vede i prodotti e la professionalità di San. Co messi a sistema per intercettare le esigenze estetiche del progetto senza rinunciare alla sicurezza e all’affidabilità delle soluzioni impiegate. Per l’hotel extralusso di Piazza Augusto Imperatore, San.Co mette in campo le soluzioni tagliafuoco certificate EI’30, EI’60 cieche e vetrate, ad anta singola e con configurazioni complesse anche per uso esterno, con prestazioni di tenuta ai fumi e livelli di abbattimento acustico fino a 43 dB. Particolare attenzione è riservata alle tematiche green: tutti i prodotti di Zanini, sono realizzati con materiale certificato Fsc e a bassissima emissione di COV (composti organici volatili). Le soluzioni e le finiture sono state sviluppate gomito a gomito con i pro-
gettisti e in completa sinergia con le altre aziende presenti in cantiere, al fine di assicurare il massimo risultato sia in termini tecnici che estetici. L’intento di Jean-Christophe Babin, ceo del gruppo Bulgari, è quello di realizzare «l’hotel più bello della città», un progetto d’eccellenza che sta prendendo forma anche grazie al contributo del know-how di San.Co e all’esperienza di Zanini.
Zanini loc. Lorenzi - 37021 Bosco Chiesanuova (Vr) - Tel 045 7050988 www.zaniniitalia.com CHeck-in • maggio 2022
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Constance Ephelia Seychelles
Constance
Hotels & Resorts Vacanze eco-chic alle Seychelles
La vocazione green del gruppo Constance Hotels & Resorts è particolarmente evidente alle Seychelles, dove il Constance Lemuria e il Constance Ephelia sono casi virtuosi riconosciuti a livello mondiale 208
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Constance Lemuria Seychelles
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l gruppo Constance Hotels & Resorts si contraddistingue fin dalla sua nascita per l’impegno nell’ambito della sostenibilità, attraverso progetti sviluppati dai singoli hotel e linee guida comuni volte alla tutela dell’ambiente in termini di risparmio energetico, riciclo e pratiche anti-spreco, conservazione della natura e sostegno alle comunità locali. La vocazione green del gruppo è particolarmente evidente alle Seychelles, dove il Constance Lemuria e il Constance Ephelia sono casi virtuosi riconosciuti a livello mondiale.
Constance Lemuria: sotto il segno delle tartarughe Lo si intuisce già al check-in, quando si riceve il passaporto Lemuria con indicate le
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86119 specie vegetali e animali che si potranno avvistare durante il soggiorno, che il Constance Lemuria non è un hotel come tutti gli altri. L’energia del paradiso perduto è ovunque, forte e luminosa ed irradia le vacanze di chi ha scelto di trascorrere qualche giorno in uno dei luoghi più iconici di tutto l’Oceano Indiano. Inserito armoniosamente nel contesto naturale dell’isola, tra spiagge bianche, acque turchesi, palme e imperiose rocce granitiche, il Constance Lemuria è un hotel elegante con un cuore green, uno smeraldo puro e luccicante dedito alla tutela dell’ambiente. CHeck-in • maggio 2022
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Legend Golf Course, sede dell'MCB Tour Championship
Una visita all’Eco Kiosk situato sulla spiaggia di Grande Anse Kerlan è ad esempio un ottimo punto di partenza per saperne di più sulla flora e sulla fauna di Praslin e sulla millenaria tartaruga di Aldabra. Questo spazio, dedicato alla natura e alle iniziative ecosostenibili, esprime la filosofia “True by nature” del gruppo Constance Hotels & Resorts, invitando gli ospiti non solo ad apprezzare i panorami mozzafiato, ma soprattutto a rispettare le splendide creature che popolano le Seychelles, attraverso conoscenza e consapevolezza. Il resort organizza anche interessanti Eco-tour con Robert, il Turtle Manager che condivide la sua passione per la natura con gli ospiti. Le spiagge di Constance Lemuria sono importanti siti di nidificazione per le tartarughe hawks bill e green. Queste mae210
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stose creature tornano sulle stesse spiagge anno dopo anno tra ottobre e febbraio per deporre le uova. Ogni tartaruga femmina può deporre fino a mille uova a stagione. Sotto la supervisione del Turtle Manager, gli ospiti del Constance Lemuria possono sperimentare l’esperienza unica di osservare le femmine che depongono le uova, assistere alla nascita delle tartarughine e accompagnarle nella loro prima corsa verso il mare. Grazie al programma di tutela delle tartarughe, il numero dei nidi è in costante crescita. Il successo del programma dipende dal duro lavoro del Turtle Manager e del team del resort, dalla collaborazione con la Marine Conservation Society delle Seychelles e dal sostegno della comunità locale e degli ospiti dell’hotel.
Uno dei piatti presentati al Constance Festival Culinaire 2022
Constance Ephelia: Seychelles super green Il Constance Ephelia è il primo resort certificato Green Globe alle Seychelles dal 2014, insieme al Constance Lemuria. Inoltre, dal 2012 il resort è stato insignito con Seychelles Sustainable Tourism Label. Dall’energia rinnovabile alla riduzione della plastica, dal riutilizzo dell’acqua fino allo smaltimento dei rifiuti sono precisi e puntuali i protocolli applicati dal resort in materia di sostenibilità. Oltre alle pratiche quotidiane gestionali del resort, il Constance Ephelia coinvolge attivamente gli ospiti, avvicinandoli al mondo delle Seychelles, fatto di un patrimonio naturale inestimabile e di persone che traman-
dano anno dopo anno la cultura creola. Gli ospiti sono infatti invitati a sperimentare le tradizioni locali nelle serate a tema creolo che offrono un assaggio dell’autentica cucina delle Seychelles, musica dal vivo e la possibilità di gustare il rum di produzione locale (The Takamaka Bay). Il Constance Ephelia si prende cura del benessere e dello sviluppo delle comunità vicine al resort sostenendo economicamente, e non solo, progetti ambientali, attività sportive e di aggregazione, sanità e beni culturali. L’area di Port Launay, dove sorge il resort, costituisce l’habitat di mangrovie più incontaminato dell’arcipelago, inserito tra le zone umide di importanza interCHeck-in • maggio 2022
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nazionale nel 2004 (Convenzione di Ramsar). Questo prezioso ambiente è gestito congiuntamente dal Constance Ephelia, dal governo delle Seychelles e dalle Ong locali. Il Parco Marino di Port Launay ospita inoltre una grande varietà di vita marina, come coralli, spugne, granchi e pesci. Gli sport acquatici motorizzati sono vietati per la protezione della vita marina, ma gli ospiti del resort possono godersi una vacanza rilassante prendendo il sole, facendo snorkeling e immersioni intorno ai reef.
Constance Lemuria Praslin Seychelles Anse Kerlan Praslin - Seychelles Tel 00248 4281281 www.constancehotels.com
Constance Ephelia Mahé Seychelles Port Launay Rd, Mahé - Seychelles Tel 00248 4395000 www.constancehotels.com 212
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Hekfan La cucina di Hong Kong a Milano
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na vera e propria ambasciata della cucina di Hong Kong in Italia, con una serie di piatti che non solo segnano il debutto a Milano della cucina raffinata proveniente da quello specifico territorio asiatico, ma che allo stesso tempo intendono mettere sotto i riflettori la cultura e il forte simbolismo presente nella gastronomia hongkonghese. È con questo spirito che a Milano in via Formentini (zona Brera) ha appena aperto i battenti Hekfan, il ristorante gui-
dato da Kin Cheung, uno dei maggiori interpreti della cucina orientale nel nostro Paese. Pensato come l'evoluzione in chiave gourmet dei tre locali di street food Hekfanchai già presenti a Milano, sin dall'etimo del nome Hekfan richiama le sue ambizioni di porsi come un ristorante di alta cucina. Se in cinese Hek significa “mangiare” e Fan sta per “cibo”, infatti, l'assenza del suffisso Chai (“giovane”) sancisce l'adesione a un modello di ristorazione più complessa, raffinata e articolata.
Kin Cheung
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Punto forte di Hekfan è il menu Banquet, una serie di 10 piatti che squarciano il velo sulla cucina di Hong Kong, guidando i commensali in un viaggio gastronomico alla scoperta della tradizione e del simbolismo della cucina locale. Ne è un esempio la zuppa stile Duwn, realizzata secondo un complesso metodo di preparazione che prevede la cottura a sé dei singoli elementi - pollo, prosciutto, maiale, funghi - e poi la loro unione, seguita da diversi filtraggi per ottenere un brodo estremamente limpido. Oppure pensiamo al maiale Don Po, che completa l'ultima fase della sua cottura direttamente al tavolo. Per realizzarlo si utilizzano due calici di alcol, più un terzo che viene “acceso” davanti ai
IA PASTICCER
Hekfanchai Bakery Ha aperto nel cuore di via Paolo Sarpi anche Hekfanchai Bakery, un format inedito dedicato alla tradizionale pasticceria di Hong Kong. Dietro le quinte, l’ormai celebre team formato dal founder Eric Yip e lo chef King Cheung, tra i primissimi ambasciatori della cucina honkonghese in Italia. 216
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commensali per dare uno shock termico al piatto. La grappa di bambù usata per il flambage consente al maiale di assorbire la salsa e restare estremamente morbido. Il piatto combina la tradizione di Taiwan di cucinare usando due bicchieri di alcol in cottura e un terzo al tavolo, con quella cantonese di portare la ciotola, il “clay pot”, ad alta temperatura: così la pietanza continua a cuocere fino al suo arrivo al tavolo. Alla fine del pasto, invece, non è inusuale vedersi servita - insieme a del tè bianco, utile per la digestione - una zuppa dolce di fagioli rossi con petali di giglio. Al pari delle lenticchie nostrane, è considerato un augurio di fortuna
e successo economico, mentre il fiore è simbolo di armonia e cooperazione. Il menu di Hekfan passa da una serie di entrée tipicamente hongkonghesi a contaminazioni con una serie di materie prime premium occidentali (il tartufo italiano, il foie gras francese, il caviale russo, e altre prelibatezze) e cambia in base alle stagioni, pur mantenendo costanti la filosofia che ne è alla base e le preparazioni che lo contraddistinguono.
Hekfan Via Formentini 2 - 20121 Milano Tel 02 36593966 CHeck-in • maggio 2022
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Elegance Café Jazz Club CHeck-in • maggio 2022
Anche la Capitale ha il suo club della stessa forza che crea le suggestioni dei vecchi locali jazz, con qualcosa in più: si ascolta ottima musica deliziandosi con una selezione di piatti gustosissimi CLICCA QUI PER L'ARTICOLO COMPLETO
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osa facciamo questa sera? Andiamo a cena da…, sì, ma dopo? Dilemma amletico, almeno a Roma, perché dopo aver cenato, per finire la serata i locali giusti dove andare ad ascoltare della buona musica - e in particolare quella jazz con band qualificate e nomi importanti che suonano - si possono contare sulle dita di una mano. Non è come a New York, una delle patrie della musica jazz, dove c’è solo l’imbarazzo della scelta per fare un dinner e ascoltare un concerto jazz in uno degli storici locali come il Village Vanguard, il
Blue Note, l’Iridium, lo Zingo Bar, o nel monumento della vita notturna newyorkese: il Cotton Club. Ma New York è lontana e bisogna affrontare un lungo e costoso viaggio. Ma ora, anche Roma ha il suo tempio del jazz all’Elegance Café, un club della stessa forza che crea le suggestioni dei vecchi locali jazz, con qualcosa in più: la musica entra in cucina e finalmente si ha la possibilità di ascoltare del grande jazz deliziandosi con una selezione di piatti gustosissimi. Insomma, a dirle tutta, è la quadratura del cerchio con jazz in cucina. A Marco Roselli lo chef, chiedo: Come coniughi cibo e musica? Noi siamo un jazz club, perciò la base musicale deve essere al centro del progetto e seguire con la cucina le origini e le
Remo Proietto, Marco Roselli e Daria Venuto
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evoluzioni della musica jazz. Questo significa cercare la materia dei prodotti alimentari tipici delle zone di origine di queste musiche e portarli a una fusione con la cucina italiana, per creare sapori che accompagnano i ritmi della musica. Mi stai dicendo che sei riuscito a coniugare l’effetto della musica sui piatti, un trait d’union con la musica che si sta ascoltando? Sì, l’idea è stata proprio questa. Ho pensato di creare un cordone ombelicale tra gli alimenti, i sapori e le spezie in modo che ti riportino a quei paesi. Adesso ho un progetto per creare dei menu a tema con musica e menu che seguono lo stesso filo logico. Per esempio, in una serata di latin jazz o di bossa nova, creare un menu brasiliano che possa esprimere al meglio questo tipo di musica per farti sentire come a Rio de Janeiro.
Viaggio culinario Ma dalla cucina escono anche piatti come il “Tagliolino al granchio, zenzero, cipollotto e peperoncino” che, una volta in bocca, ti fa viaggiare alto per il diverso gusto creato dal peperoncino che ti infiamma e lo zenzero che lo placa con il suo profumo. Così come con il poco classico “Raviolo alla coda alla vaccinara” che ti conquista per la sua tradizionale romanità. Mentre con i secondi, il “Carré d’agnello in crosta di erbe, latte di cocco e patate dolci” siete in viaggio con il ritmo del bebob - le fantastiche note uscite dal sassofono del grande “Charlie” Parker. In una serata dedicata alla bossa nova cosa prepareresti? Una “Tarte tatin al mango”. È una preparazione di base francese ma il mango dà delle note marmoree, floreali che aiutano
Tagliolini granchio, zenzero e peperoncino
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molto con un ritmo più allegro come la bossa nova. Insieme con un gelato allo yogurt, poi, si ottiene questa spinta di acidità che tira su il palato.
Tempio romano del jazz Questa la cucina. Delle proposte musicali della settimana e della storia di questa importante fusion di musica e cibo ne parlo invece con Daria Venuto, grandissima esperta del settore che con Remo Proietto, il marito, sono i proprietari dell’Elegance Café. Daria mi dice subito che i programmi cambiano tutte le settimane e sono allineati su tutte le sfumature del jazz, proponendo progetti che vanno dai latin jazz, per gli appassionati di bossa nova e di samba, ai concerti di smooth jazz, allo swing.
Daria, hai un bellissimo locale in cui si ascolta una stupenda musica che si vive in allegria mangiando altrettanto bene. Come hai saputo creare questo mix veramente unico e come nasce questa idea? Il locale nasce nel 2013 in Via Veneto, ma poi abbiamo deciso di cercare un locale più grande e giusto per quello che volevamo realizzare. Il posto lo abbiamo trovato alla Piramide, in Via Ostiense: un ex teatro, il Fellini, e quando sono entrata ho sentito proprio che era questo il posto giusto per realizzare questo sogno. Aveva già una cucina predisposta - che naturalmente poi abbiamo modernizzato - e una bellissima sala con il palco e la balconata all’ingresso. L’esperta di musica sei tu. Da dove arriva questa esperienza? Ho cominciato da piccolissima, con la musica leggera cantautoriale e poi sono
Filetto di manzo, crub imperial e salsa olandese
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pianista, ho insegnato canto, ho avuto un’agenzia di booking management e ho ospitato anche Diodato, il cantautore che adesso sta avendo un grandissimo successo. Ho fatto tantissime serate, ho avuto io stessa varie band, e quindi l’esperienza l’ho fatta sul campo, un’esperienza quasi ventennale. Il jazz è arrivato più tardi con la maturità. Nella musica sei un’esperta e con il cibo come la metti? Per il cibo ho trovato il giusto partner, sia nella vita che nel lavoro: Remo, mio marito, faceva il ristoratore, veniva da una famiglia di ristoratori. Il problema è stato mettere insieme cibo e musica per farli esplodere. Per questo c’è Marco Roselli, lo chef che ha condiviso totalmente la nostra idea di musica e cucina ed è riuscito a far sposare i ritmi del jazz con i piatti proposti in carta. Il challenge è stato studiato bene e per questo ora abbiamo un bel riscontro anche con la vecchia clientela che ci conosceva solo per la musica e che ritorna portando amici e conoscenti. Qualche nome di band passata in questi ultimi tempi? Martha High, la corista di James Brown, e Fred Wesley, il suo trombonista, famosissimo. Poi, è passata Vanessa Haynes, che è la cantante degli Incognito, famosa band di smooth jazz londinese. Tra gli italiani, Roberto Gatto, Dado Moroni. 222
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Il tam-tam e passaparola di questa bellissima realtà musicale-gastronomica è partito velocemente. Anche se non si trova a Manhattan, una volta entrati, l’ambiente e l’atmosfera ti danno la sensazione di esserci. Invece no, siamo Roma, nella città eterna dove mancava un posto così.
Elegance Café Jazz Club Via Francesco Carletti 5 - 00154 Roma Tel 06 57284458 www.elegancecafe.it
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Vincenzo Capuano Pizza contemporanea con le farine Mulino Caputo
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Figlio d’arte, Vincenzo è cresciuto in una famiglia di pizzaioli da generazioni. È stato ambasciatore della Pizza Napoletana a Expo Milano 2015. Lavora un impasto super idratato e utilizza le farine di Mulino Caputo CLICCA QUI PER L'ARTICOLO COMPLETO
87175 di Giorgio Lazzari
«V
ivere di pizza è meraviglioso». È questo il motto di Vincenzo Capuano, tra i pizzaioli emergenti nel panorama internazionale. Capuano è nato a Napoli nel 1989, da mamma casalinga e papà pizzaiolo. La gioventù l’ha vissuta fra tanti sogni e altrettanti sacrifici. Dalla periferia nord di Napoli, famosa in particolare per la cronaca nera, Vincenzo riesce ad affermarsi, prima seguendo un percorso che prevede di giorno lo studio dell’informatica, «mentre la sera - racconta - mettevo l’arte da parte, come
ripeteva sempre nonna Adele. L’arte della pizza è nelle radici e nel Dna della mia famiglia. Più che un lavoro era semplice vita per me, una cosa normale. Nella mia famiglia sono tutti pizzaioli: il primo è mio nonno Vincenzo, soprannominato “o russ”, che nella sua vita ha formato più di 100 pizzaioli. Poi ci sono zio Lino, zio Antonio, zio Peppe, Sasà ed Enzino, rigorosamente accompagnati dalle donne che si occupano di friggere». Durante la crescita, Vincenzo Capuano si innamora sempre più di questo mondo, che diventa parte integrante delle sue giornate. «Pensate che la domenica - sorride - mio padre mi portava con lui non al parco, ma in pizzeria al Vomero. Lui impastava ed io lo guardavo incantato. Ricordo la delicatezza e la metodicità, ma
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pensavo che non avrei mai imparato. Però ho tenuto duro: sabato, domenica e festivi rimanevo rinchiuso in pizzeria e vi assicuro che a 12 anni preferire un panetto di pasta ad un pallone non è certo facile». Dopo tanta gavetta e molti sacrifici, Vincenzo diventa ambasciatore della Pizza Napoletana a Expo Milano 2015, l’evento mondiale sul cibo: «Ci sono arrivato - ricorda - dopo aver avviato più di 15 locali nel mondo con l’insegna Rossopomodoro. Clelia Martino, Franco Manna e Antonio Sorrentino hanno visto in me cose che nemmeno io credevo di poter avere. Mi hanno dato fiducia portandomi in alto a rappresentare la nostra terra in un piatto. Ora sono diventato campione mondiale di pizza napoletana (categoria Rossopomodoro, vice campione Stg, 3° classificato a Las Vegas), con importanti risultati conseguiti sul campo sia in Italia sia in America: così sono riuscito a ripagare sogni e sacrifici di tutte le persone che hanno creduto in me».
I menu che vengono serviti nei locali di Vincenzo Capuano prevedono antipasti, pizza contemporanea e della tradizione. «Uno degli elementi più identitari - spiega il pizzaiolo - è rappresentato dal fatto che tagliamo a tavola con forbici dorate le pizze davanti ai nostri commensali. Arrivano turisti da tutto il mondo per assistere a questo spettacolo e per assaggiare le nostre creazioni. Lavoriamo un impasto super idratato, grazie a tecniche particolari, e utilizziamo le farine del Mulino Caputo».
Le farine di altissima qualità di Mulino Caputo Dal 1924 Mulino Caputo produce farine di altissima qualità, con grano selezionato e nel pieno rispetto delle materie prime e della tradizione. La famiglia Caputo, che dal 1939 ha sede nel mulino di San Giovanni a Teduccio, l’ultimo rimasto nella città di Napoli, utilizza da tre generazioni un metodo a macinazione molto lenta, che permette di preservare al massimo la naturalità e le proprietà organolettiche. Per maggiori informazioni sui locali di Vincenzo Capuano si può visitare il sito www.capvin.com, oltre ai canali social. I locali napoletani gestiti da Vincenzo Capuano offrono anche servizio di delivery. Ecco dove si trovano: • Napoli Vomero, piazza degli Artisti 39 Tel 0813 793476 • Napoli Lungomare, piazza Vittoria 8 Tel 0811 8754037 • Pompei, via Roma 27 Tel 0814 243646 • Pozzuoli, via San Paolo 17-18-19 Tel 0811 8813050
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Una porta sulla storia del Lugana
Tenuta Roveglia Loc. Roveglia 1 | Pozzolengo (BS) | tel. +39 030 918663 | info@tenutaroveglia.it | www.tenutaroveglia.it
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Che suoni ha l’estate
a Courmayeur?
Max Casacci 228
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Ascolta la Traccia #1 Courmayeur sounds like… NATURE
CLICCA QUI PER L'ARTICOLO COMPLETO
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he cosa c’è di più bello della sensazione che anticipa il viaggio? Quest’anno Courmayeur sceglie di dare voce - e suoni - a una vacanza unica come quella che si può vivere ai piedi del Monte Bianco, e lo fa con una campagna sonora, riportando al primo posto il senso dell’udito, in un’epoca in cui dominano le immagini.
La firma sonora di Max Casacci dei Subsonica Il filo, anzi, la nota conduttrice della stagione 2022 è firmata da Max Casacci,
produttore, chitarrista e fondatore dei Subsonica. Vero artigiano e creatore di “ecosistemi sonori”, ha composto senza l’utilizzo di strumenti musicali una mini soundtrack con piccole tracce audio che ci portano alla scoperta della sinfonia della montagna, composta dal vento che fischia tra i rami, dal gorgoglio dei ruscelli, dai muggiti delle mucche negli alpeggi in quota, che si combinano con i suoni percussivi dei picchi e i campanacci delle capre.
I suoni della montagna Attraverso un Qr Code, le tracce stimolano l’immaginazione e ci permettono di vivere un’esperienza musicale inedita e unica, come è unica la vacanza a CourCHeck-in • maggio 2022
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mayeur: la musica ci ricorda la bellezza dei paesaggi e ci invita a sognare, anticipando la voglia di raggiungere le vette, di camminare sui sentieri, di pedalare tra boschi e laghetti alpini, di fare sport outdoor e godersi tutta la magia di Courmayeur in estate.
di Skyway Monte Bianco, ma i visitatori più audaci potranno raggiungere il Giardino anche a piedi, attraverso un sentiero di circa 2,5 km.
Il Giardino Botanico Saussurea
Duemila metri in quindici minuti, con gli occhi increduli per arrivare fino a Punta Helbronner, punto da cui ammirare le vette più alte d’Europa e assaporarne il silenzio. Anche il silenzio è un suono e dalla sommità di Skyway Monte Bianco si ascolta meglio, perdendosi tra gli elementi naturali che rendono questo luogo così unico e prezioso, da vivere e rispettare. Si parte dalla stazione di Courmayeur | The Valley a 1300 metri e per arrivare a Punta Helbronner | The Sky ne mancano 2166.
A 2.173 metri d’altitudine, raggiungibile con la funivia più alta d’Europa, c’è uno scrigno di piccole meraviglie che abitano la montagna: il Giardino botanico alpino Saussurea è un ecosistema unico, situato sulle pendici a sud del Monte Bianco. Nei suoi 7000 metri quadrati di superficie ospita più di 900 specie alpine provenienti da tutto il mondo. Dal 25 giugno i fiori del Monte Bianco daranno nuovamente il benvenuto agli ospiti sul promontorio glaciale del Pavillon du Mont Fréty, all’arrivo della prima stazione 230
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Ultimo passo verso il cielo con Skyway Monte Bianco
Tra le tante novità di Skyway Monte Bianco anche Ultimo passo verso il cielo, la nuova struttura sulla terrazza circolare
Ascolta la Traccia #2 Courmayeur sounds like… ACTIVE
di Punta Helbronner che vi permetterà di salire un po’ più in alto, di oltre un metro, per sentirvi ancora più vicini al cielo e alle montagne. Quel cielo che è un tutt’uno con questa stazione: dalla vertiginosa passerella trasparente dello SkyVertigo fino allo spettacolare Osservatorio 360°.
Natura anche di notte con le Outdoor Nights Ai piedi del Monte Bianco è possibile vivere anche di notte la magia della montagna: dopo il tramonto i suoni della natura diventano ancora più suggestivi, in un silenzio che è solo apparente, ed è composto dal sussurro dei boschi e dei prati. Per andare alla scoperta di un volto diverso della località, tornano le Courmayeur Outdoor Nights, una serie di appuntamenti che per tutta l’estate permetteranno ai visitatori di immergersi nello scenario del paesaggio addormentato: cene in baita e nei rifugi, raggiungibili attraverso i sentie-
ri da esplorare alla luce delle torce frontali, aperitivi al calar del sole nel contesto unico di Skyway Monte Bianco, osservazioni guidate delle stelle in compagnia degli esperti dell’Osservatorio astronomico della Regione Valle d’Aosta. Anche i più piccoli potranno dedicarsi alla scoperta di un volto diverso della località, con attività dedicate ai bambini, come l’adrenalinica carrucola sull’orrido, 130 metri di lunghezza e 188 metri di altezza, al Parco Avventura Mont Blanc.
Golf: panorami mozzafiato sul “green” Il Golf Club Courmayeur et Grandes Jorasses riapre i battenti con la bella stagione. Lontano dai ritmi frenetici della città, il circolo è un gioiello incastonato nel cuore della Val Ferret, a pochi km da Courmayeur, ed è perfetto sia per chi muove i primi passi sul green che per i più esperti. CHeck-in • maggio 2022
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NCO MONTE BIA
Il Tour du Mont Blanc Lungo 170 km, il Tour du Mont Blanc unisce sette valli, tre nazioni, e un solo massiccio, il Monte Bianco. Il percorso si può provare anche “solo” sul versante italiano, rimanendo sempre sui sentieri in quota e regalandosi il piacere di fare una sosta in uno dei tanti rifugi che si incontrano durante il cammino o nei campeggi della Val Ferret e della Val Veny. Si inanellano così punti panoramici e scorci di grande bellezza: in Val Veny si sale a Chécrouit e si percorre l’itinerario tra guglie e rocce maestose. Da qui si raggiunge il rifugio Elisabetta e si procede in direzione delle Pyramides Calcaires e del Col de la Seigne. Oppure si prende la direzione opposta, inoltrandosi nella Val Ferret, dal Villair al rifugio Bertone, per poi percorrere la “balconata” panoramica che conduce al rifugio Bonatti, attraversare la Val Ferret fino ad Arnouva e al rifugio Elena, sfiorando il confine svizzero al Gran Col Ferret. Sentieri e rifugi saranno inoltre raggiungibili anche con gli impianti, grazie all’apertura del comprensorio da sabato 2 luglio a domenica 28 agosto, che vedrà in funzione la telecabina Dolonne, la Funivia Val Veny (che aprirà in via eccezionale anche il 25 e 26 giugno in occasione del Green Weekend) e la seggiovia Maison Vieille.
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I golfisti di ogni livello possono migliorare la propria tecnica grazie ai professionisti dell’Edoardo Molinari Academy, mentre per i giovanissimi il Golf Club organizza un summer club estivo. Il nove buche si estende lungo gli argini della Dora di Val Ferret, attraversandolo in due punti, ed è dotato di doppie partenze, driving range, pitching green, putting green.
Sulle orme dei grandi runner: i trail In estate Courmayeur diventa protagonista assoluta di trail e ultra distanza, con celebri gare di corsa in alta montagna come il Gtc - Gran Trail Courmayeur, l’Utmb Mont Blanc e il Tor des Géants. Tra una sfida e l’altra, i sentieri di Courmayeur sono perfetti per allenarsi e per camminare sulle orme dei grandi runner. Sentieri impervi, scorci mozzafiato, natura incontaminata e aria pulita. Questi gli ingredienti che hanno fatto di Courmayeur un paradiso per appassionati e neofiti, che potranno trovare sentieri ed itinerari per tutti i livelli, dai
più estremi, come il percorso del Gran Trail Courmayeur che si snoda lungo i sentieri del territorio compreso tra Courmayeur, Pré-Saint-Didier e La Thuile, per una lunghezza totale di 100 km circa e un dislivello di 7900 m, agli allenamenti più brevi, come il percorso dell’Alta Via 1 che da Dolonne, passando per il centro di Courmayeur, si arrampica verso il rifugio Bertone per 11 km. Ci si può mettere alla prova con i tracciati dei Vertical Trail delle gare in programma il 30 luglio 2022: i percorsi partono da Courmayeur in direzione Val Veny fino al Pavillon del Mont Frety per 7 km e 900 metri di dislivello (VK1) e proseguono dal Pavillon lungo un sentiero prevalentemente roccioso, con un’impennata di oltre 1200 metri di dislivello, fino a Punta Helbronner a 3466 m (VK2). I ragazzi potranno invece ripercorrere le orme del Mini vertical - quest’anno in programma il 30 luglio per partecipanti fino a 17 anni di età - nell’ambiente alpino della stazione di Skyway - The Pavillon. Ancora più impegnativo, tra i percorsi dedicati alla corsa ad alta quota, è il Trail del Battaglione, che aggiunge le tappe di Les Suches, del-
Ascolta la Traccia #3 Courmayeur sounds like… WILD&LOCAL
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la dorsale del Mont Cormet, di Chambave e del rifugio Bertone, prima di scendere dal sentiero del Vertical Courmayeur Mont Blanc, con una picchiata di circa 800 metri.
La piscina alpina A Plan Chécrouit, a 1700 metri di altitudine, si trova un angolo blu immerso nel verde: la piscina alpina riscaldata più alta d’Europa è il fiore all’occhiello del comprensorio. Aperta dal 2 luglio al 28 agosto, è apprezzata per la temperatura dell’acqua, (tra i 28 e i 32 gradi), che favorisce il rilassamento, mentre lo sguardo abbraccia le vette. La vasca, lunga 18 metri e profonda 1,60, è attorniata da sauna, solarium, servizi e bar, con un’attenzione particolare per i bambini alle prese con i primi tuffi.
ma, in estate, in un grande parco divertimenti per i più piccoli. Nella quiete della Val Ferret il Golf Club Courmayeur et Grandes Jorasses organizza corsi per i giovanissimi di ogni livello: i maestri professionisti sono pronti ad accompagnarli alla scoperta di uno sport altamente formativo. Chi invece preferisce saltare in sella a una bici ed esplorare i sentieri può imparare a pedalare in sicurezza in montagna grazie ai bike camp organizzati per ragazzi dai 6 ai 12 anni con i maestri della Federazione ciclistica italiana. Non mancano poi i camp estivi e i corsi di tennis con Tennis Courmayeur, le lezioni individuali e i corsi con Skating Courmayeur al Courmayeur Sport Center, i corsi di arrampicata e di introduzione all’alta montagna con le Guide alpine.
Tra foraging e tradizione Kids & Junior L’amore per la natura si coltiva fin da bambini: il territorio di Courmayeur si trasfor-
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Non solo tradizione: il lato italiano del Monte Bianco esprime talenti, storie e visioni che si declinano al futuro, pur essendo comunque ancorate a un sapere tramandato
ONOMIA ENOGASTR
Food Market I Courmayeur Food Market sono l’occasione privilegiata per fare scorta di bontà: dieci selezionati agricoltori e allevatori locali portano i loro prodotti a Courmayeur, al Jardin de l’Ange. Un mercato di agricoltori a km0, dove fare scorta di insaccati, formaggi bovini e caprini – come le imperdibili fontine d’alpeggio – vini, frutta e verdura, miele, erbe officinali. I Courmayeur Food Market aprono il 19 luglio, il 26 luglio, il 2 agosto, il 9 agosto e il 16 agosto.
Ascolta la Traccia #4 Courmayeur sounds like… SUSTAINABILITY
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Ascolta la Traccia #5 Courmayeur sounds like… FUN
da generazioni. Una nuova generazione di chef si sta affermando: tutti partono dal territorio e dal suo patrimonio di sapori per esplorare nuove possibilità. Paolo Griffa, l’executive chef del Petit Royal, ristorante del Grand Hotel Royal & Golf Courmayeur, classe ’91, ha conquistato una Stella Michelin nel 2019 e i 4 cappelli dell’Espresso nel 2021 proponendo una versione 100% valdostana del foraging, che si accosta alla sua personale declinazione dell'alta cucina: la Cucina Ludica. La raccolta di erbe e fiori spontanei è un must specialmente in estate, e arricchisce i piatti di profumi e aromi inediti. All’Auberge de la Maison, invece, è lo chef Nicola Ricciardi a proporre la sua cucina di montagna, oltre ai corsi di panificazione per imparare a sfornare il pane nero valdostano.
sta, riuniti in un autentico mercato contadino nelle vie del centro. Durante lo Matsòn anche i bambini potranno scoprire le tradizioni gourmet locali, gli antichi mestieri del cibo, e i segreti della natura, grazie a laboratori creativi e attività organizzate per i più piccoli.
Stop alle auto, il Green Weekend apre le valli Nel suo percorso verso un modo più sostenibile di vivere il turismo e la montagna, Courmayeur presenta per il secondo anno consecutivo il Green Weekend, l’evento che apre la stagione estiva nel segno della sostenibilità, animando la Val Ferret il 25 giugno - e la Val Veny - il 26 giugno. Le due valli saranno chiuse al traffico e raggiungibili a piedi, in bicicletta o in navetta.
Lo Matsòn Appuntamento domenica 4 settembre per incontrare produttori da tutta la Valle d’Ao236
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In Val Ferret un evento food diffuso permetterà a grandi e piccini di gustare le specialità degli chef locali e pedalare alla sco-
IMPORT EXPORT INGROSSO ORTOFRUTTICOLO
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perta della valle toccando i vari punti di una mappa, mentre in Val Veny la giornata sarà dedicata alla musica, con l’appuntamento di Musicastelle con il cantautore Fulminacci, allo sport e alla degustazione di prodotti tipici, grazie alla presenza dei produttori e degli agricoltori protagonisti de Lo Matsòn.
Courmayeur in Danza Il ritmo e la danza sono fonte di gioia, come ben sanno gli appassionati ballerini che da anni partecipano a “Courmayeur in danza” (2 luglio – 9 luglio), organizzato dalla Freebody Danza di Vercelli. Aperto a varie età, lo stage estivo è un trampolino per il talento, guidato dai docenti interni della scuola e da professionisti di fama internazionale: tante le specialità, dal balletto classico al modern jazz, dal musical all’hip hop.
E BENESSER
Estate yoga Durante tutta l’estate sarà possibile sperimentare la pratica dello yoga a diretto contatto con la natura: tante le opportunità per gli amanti della disciplina, dallo Yoga Mountain Day, alle lezioni organizzate in occasione del Green Weekend, fino agli appuntamenti di Yoga Valle d’Aosta. 238
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ACourma La rassegna culturale di Courmayeur, in programma dal 22 al 24 luglio, è un invito ad ascoltare e partecipare a incontri e dibattiti dedicati all’attualità, nel solco di una tradizione di accoglienza molto viva nella località. La manifestazione apre le porte a scrittori, imprenditori, artisti, personaggi che hanno una storia da raccontare o un sogno da condividere.
Courmayeur Feeling Mountain La montagna si racconta attraverso i suoi protagonisti, persone che vivono la dimensione della verticalità con passione, per mestiere o per scelta esistenziale. Tra gli appuntamenti anche il tradizionale trekking letterario, che abbina il passo e la parola,
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RED&GO
AMBRANERA
PILS 2
SIDE B
REDVOLUTION
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Medaglia d’argento Categoria 4.10 Lager (Helles) Brussels Beer Challenge 2020
Medaglia d’oro Categoria 15A Irish Red Ale (Irish Beer) Barcelona Beer Challenge 2020
1a Classificata Categoria 21 (Porter, Stout) Associazione Unionbirrai Birra dell’Anno 2022
Medaglia d’oro Categoria 4.3 Lager (German-Style Pilsner) Brussels Beer Challenge 2021
Medaglia d’argento Categoria 24A Witbier (Belgian Ale) Barcelona Beer Challenge 2022
Medaglia d’argento Categoria 4.3 Lager (German-Style Pilsner) Brussels Beer Challenge 2020
Medaglia d’argento Categoria 29 (Belgian Wheat Beer) European Beer Star 2018
Medaglia di bronzo Categoria 6C Dunkles Bock (Amber Malty European Lager) Barcelona Beer Challenge 2022
Medaglia d’oro Categoria 4.5 German-Style Helles/Maibock/ Doppelbock Brussels Beer Challenge 2021
Medaglia d’oro Categoria 4A Munich Helles (Pale Malty European Lager) Barcelona Beer Challenge 2020
Medaglia d’argento Categoria 3.2 Red Ale (Irish Red Ale) Brussels Beer Challenge 2019
Birra Imperdibile Guida alle Birre d’Italia 2021 Slow Food Medaglia d’oro Categoria 5.4 Stout/Porter (Oatmeal Stout) Brussels Beer Challenge 2019 Medaglia di bronzo Categoria 41 (Stout) European Beer Star 2019 2a Classificata Categoria 19 (Stout) Associazione Unionbirrai Birra dell’Anno 2018
Medaglia di bronzo Categoria 2 (German-Style Pilsner) European Beer Star 2020 Certificato d’eccellenza Categoria 4.3 Lager (German-Style Pilsner) Brussels Beer Challenge 2019 3a Classificata Categoria 1 (German and Bohemian Pilsner) Associazione Unionbirrai Birra dell’Anno 2019
LE BIRRE DI OTUS VINCONO MEDAGLIE IN ITALIA E NEL MONDO Abbiamo sottoposto le nostre birre alla valutazione di giurie importanti. I successi ci stimolano a proseguire nella creazione di prodotti che uniscono carattere artigianale e capacità di soddisfare il gusto di un pubblico ampio. BIRRIFICIO OTUS Via Rumi, 7 - 24068 Seriate (Bergamo) Italia - birrificiootus.com
Birrificio
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il piacere dell’incontro e la suggestione delle vette.
Géofestival Géofestival propone una serie di incontri ed escursioni sul territorio dell’Alta Savoia, della Savoia e della Valle d’Aosta. In particolare, dal 31 luglio al 2 agosto, il focus è Courmayeur. Dopo la conferenza del 31 luglio al Jardin de l’Ange, dedicata alla storia delle Alpi, e accompagnata dalla musica di un pianista e compositore, il primo agosto si esplora l’alta Val Veny, esplorando il lago di Combal e le Pyramides Calcaires. Il 2 agosto si cambia scenario, visitando Mont de la Saxe, con il suo belvedere, la terrazza di Punta Helbronner.
Fondazione Courmayeur Mont Blanc Tra gli ospiti degli incontri di quest’estate, che si terranno nel mese di agosto, Giuseppe De Rita, presidente della Fondazione Censis e della Fondazione Courmayeur Mont Blanc, l’opinionista e professore emerito di Economia Internazionale nell’Università di Torino Mario Deaglio, il presidente Fondazione Luigi Einaudi Do-
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menico Siniscalco, il direttore de la Repubblica Maurizio Molinari e l’amministratore delegato e direttore generale di Banca Sella Holding Spa Pietro Sella, l’amministratore delegato e direttore generale di Banca del Piemonte Camillo Venesio e Annalisa Stupenengo, Chief Operations Officer di Iveco Group.
Vivo Verde La rassegna, organizzata dal direttore artistico Massimiliano Finazzer Flory, in programma il 16, 23 e 31 luglio e il 6 agosto, propone tra gli appuntamenti incontri ed esibizioni di artisti del calibro di Giovanni Allevi, Angelo Branduardi, il Coro degli Amici del Loggione del Teatro Alla Scala, l’interprete internazionale di fischio melodico Elena Somaré, collaboratrice di Pupi Avati.
Kids&Junior: Fiabe Remix La compagnia teatrale Palinodie con Fiabe Remix crea un universo di storie coinvolgente, trasformando i parchi di Courmayeur in un teatro. Gli appuntamenti sono il 14, 21, 28 luglio, l’11 agosto e il 1° settembre.
GTC - Gran Trail Courmayeur. Dall’8 al 10 inizia la stagione dei trail con una sfida ormai classica, il Gran Trail Courmayeur. La decima edizione della manifestazione propone tre diverse competizioni, sulla distanza di 30, 55 e 100 km, perfette per adattarsi alle capacità del singolo trailer. Tutto intorno, panorami mozzafiato: è una corsa molto tecnica che si sviluppa, nella sua versione più estesa, lungo la Val Veny e la Val Ferret, con un tempo massimo di 33 ore. La partenza e l’arrivo sono a Courmayeur.
UTMB e MINI UTMB Quattro delle gare partono da Courmayeur: la Tds (sur les Traces des Ducs de Savoie), la Ycc, dedicata ai giovanissimi, la novità del 2022, ovvero la Etc, Experience Trail Courmayeur, tutte il 23 agosto, e la Ccc (Courmayeur-Champex-Chamonix), del 26
agosto. Quest’anno torna anche l’appuntamento con il Mini-Utmb, legato all’epico Ultra-Trail du Mont Blanc: i giovanissimi sfidano sé stessi correndo attraverso scenari unici.
Torx: Tor des Géants, Tor des Glaciers, Tor Dret, Passage au Malatrà Dal 9 al 18 settembre non si parla d’altro che del leggendario Tor330 - Tor des Géants, storica gara che parte da Courmayeur, completa il giro in quota della Valle d’Aosta, e saluta le vette più iconiche come il Monte Bianco, il Gran Paradiso, il Monte Rosa e il Cervino, per tornare al punto di partenza, dopo 330 km o 450 km - nella versione più estesa della gara. Il Tor450 Tor des Glaciers, dal 9 al 17 settembre 2022, con partenza e attivo a Courmayeur, è una prova di resistenza riservata unicamente a duecento corridori: 450 chilometri lungo le CHeck-in • maggio 2022
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Alte Vie dimenticate 3 e 4, sfiorando creste in gran parte sconosciute e lambendo gli antichi ghiacciai, lontano dalle rotte abituali degli escursionisti. Più breve, ma sicuramente non meno impegnativo è il Tor130 - Tor Dret – Gressoney-Courmayeur, in programma dal 13 al 15 settembre: un assaggio degli ambienti magici del Tor des Géants e delle sue atmosfere non replicabili. 130 chilometri e 12 mila metri di dislivello positivo che parte da Gressoney e arriva a Courmayeur. Completa il Torx sabato 17 settembre il nuovo Passage Au Malatrà, una gara nuova di 30 chilometri dedicata agli specialisti ma anche a coloro che vogliono vivere le prime suggestioni delle corse in montagna. Foto del servizio Giacomo Buzio
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Courmayeur Mont Blanc Turismo Piazzale Monte Bianco 10 - 11013 Courmayeur (Ao) - Tel 0165 841612 www.courmayeurmontblanc.it
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Enoturismo
Sul sentiero del Pinot Nero
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Il Sentiero del Pinot Nero, tra i comuni di Ora, Montagna ed Egna, privo di pericoli, sicuro e adatto anche alle famiglie, è percorribile tutto l’anno. Lungo i suoi 14 chilometri tanti i punti di interesse CLICCA QUI PER L'ARTICOLO COMPLETO
86688 di Piera Genta
P
otremmo dire che sia un vero e proprio pellegrinaggio, quello che gli amanti del vino (e non solo) possono compiere sulla Strada del vino dell’Alto Adige: 150 chilometri con una superficie coltivata a vigneti di circa 4mila ettari che inizia a Nalles, in provincia di Bolzano e corre parallela alla valle dell’Adige, attraversa la Bassa Atesina fino a Salorno. Tra i vari percorsi imperdibile quello dedicato al Pinot nero che attraversa le zone più famose di coltivazione del vitigno. Il percorso, lungo 14 chilome-
tri, si trova nell’area del Parco naturale del Monte Corno e attraversa i comuni di Ora, Montagna ed Egna della Bassa Atesina alla scoperta delle migliori zone di coltivazione, Mazzon, Gleno e Pinzano. È possibile scegliere tra una gita di un giorno oppure tre escursioni di mezza giornata. Un percorso enodidattico alla portata di tutti, percorribile tutto l’anno, con splendidi punti panoramici suddiviso in 36 tappe.
L’intuizione di un arciduca Il Pinot nero è presente da quasi due secoli in Alto Adige grazie all’arciduca Giovanni d’Asburgo che fondò nei primi dell’800
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l’associazione agraria del Tirolo e Vorarlberg con lo scopo di diffondere qui ogni tipo di conoscenza agraria a favore della viticoltura, e a Bolzano creò un campo sperimentale con 20 varietà di viti di origine francese, tra cui il Pinot nero. Da qui il Pinot nero si diffuse nella tenuta agricola dell’erede dell’arciduca, il figlio Franz von Meran. Anche altri proprietari terrieri di Bolzano seguirono i consigli dell’arciduca e piantarono vari vitigni, tra cui il Pinot nero. Oggi la superficie è di circa 500 ettari e rappresenta quasi il 10% del vigneto altoatesino.
Mazzon la zona più vocata L’altopiano di Mazzon, frazione del comune di Egna, è una delle zone più vocate per il Pinot nero per il suo clima, la
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protezione dai venti freddi, l’intervento della brezza pomeridiana che soffia dal Garda e il terreno formato da rocce calcaree, con prevalenza di arenarie particolarmente adatto per un Pinot nero di grande qualità; mentre a Gleno, frazione del comune di Montagna adiacente a Mazzon, la produzione del Pinot nero è molto più recente e non ha la stessa fama internazionale. Per mettere in evidenza le peculiarità dei vini provenienti da diverse aree del territorio altoatesino, il Consorzio dei Vini Alto Adige sta pensando di intraprendere un processo di zonazione. Il lavoro si concluderà con l’introduzione di Menzioni geografiche aggiuntive, che potranno essere poi utilizzate per indicare in etichetta il luogo di produzione del vino.
LOW TURISMO S
A caccia di borghi da fiaba Tanti i tesori che si incontrano lungo questo sentiero. A partire dai piccoli borghi e dai paesaggi da fiaba nordica. Ne è un esempio Egna. La cittadina, inserita tra i borghi più belli d’Italia, di fondazione altomedioevale si trova ai piedi della collina di Castelfeder. Divenne un importante centro per gli scambi commerciali tra il nord e il sud, grazie alla sua posizione strategica lungo la Via Claudia Augusta e alla vicinanza del fiume Adige. Un borgo magico con il nucleo antico a portici, tutto estremamente curato. Alcune case hanno ancora i deliziosi erker, i tipici balconi chiusi che sporgono sulla strada e le fontane di pietra. Proprio in un’antica casa ha sede il Museo di cultura popolare, nato grazie alla passione di Anna Grandi Müller che dal secondo dopo guerra in poi, è riuscita a recuperare tantissimi oggetti di uso comune di molte famiglie altoatesine raccontando così un pezzo di storia popolare locale tra il 1815 e il 1950. In fondo ai portici si trova la chiesa parrocchiale di Egna, in stile gotico e dedicata a San Nicolò, patrono del paese. A sud, in frazione Laghetti, sorge uno dei pochi esempi in Europa di un ospizio per viandanti e pellegrini diretti in Terra Santa risalente al XIII secolo ancora completamente conservato. CHeck-in • maggio 2022
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Tra storia, giochi ed esperienze lungo il cammino Lungo la via si incontrano luoghi storici come il sito archeologico di Castelfeder, il tracciato della vecchia ferrovia della Val di Fiemme, la Chiesa di Santo Stefano a Pinzano con l’altare tardo-gotico a opera di Hans Klocker, la Chiesa di San Michele a Mazzon, le rovine di Castel Kaldiff o Castel d'Enna. Pannelloni informativi e diverse stazioni interattive comunicano la storia e le particolarità di questa zona vinicola.
Sul sentiero che va da Montagna a Castelfeder è possibile far suonare le botti usate per invecchiare il Pinot nero, oppure giocare con Memo, in cui bisogna scoprire le tessere a coppie. Sul sentiero della vecchia ferrovia di Montagna, una delle piste ciclabili più belle del panorama cicloturistico del Trentino Alto-Adige, si incontra la Ruota della fortuna dove riconoscere i vini partendo dalle loro caratteristiche olfattive e organolettiche. Ed incontrare il Saltner, il guardiano delle vigne, fino all’inizio del Novecento una professione, oggi una figura leggendaria.
Il vigneto didattico della Tenuta Pfitscher Nel percorso si passa vicino a numerose cantine, in cui sostare per una degustazione. Poco prima del centro storico di Montagna la Tenuta Pfitscher, la prima cantina in Italia a ottenere la certificazione CasaClima Wine che valuta la compatibilità ambientale dell’edificio e il comfort abitativo, il consumo di energia e acqua nella produzione dei vini, la scelta degli imballaggi ma anche le conseguenze del trasporto. Interessante il piccolo vigneto didattico dove si trovano alcuni filari con tutte le varietà di uva che si trovano sul territorio. Il Pinot nero Matan della zona di Glen è il biglietto da visita dell’azienda.
I tre cru della cantina Castelfeder Altra cantina: Castelfeder di Egna, con i suoi tre cru di Pinot nero, tra cui Buchholz, prodotto a un'altitudine compresa 248
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tra 440 e 500 metri sopra la cittadina di Salorno, nella parte più meridionale dell'Alto Adige. L’etichetta della bottiglia è dedicata al Nano Perkeo, ideale custode della botte di vino più grande del mondo. Il Pinot nero Glen porta, invece, sull’etichetta l’immagine della vecchia ferrovia della Val di Fiemme e Mazon il castello di Caldiff. I tre Pinot nero sono vinificati tutti allo stesso modo.
La centenaria Waldthaler Clemens Nel centro di Ora troviamo Waldthaler Clemens, azienda dalla storia centenaria: la struttura del maso attorno a cui si estendono i filari di vigneti risale addirittura al XIII-XIV secolo. L’azienda è gestita dalla settima generazione della famiglia. Il 70% dei 7 ettari di proprietà sono destinati a produrre vini rossi (Lagrein, Pinot nero, Merlot, Cabernet e Schiava) 250
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e solo il restante 30% è dedicato ai vini bianchi, a testimonianza di come da queste parti i vitigni che rendono al meglio sono proprio quelli a bacca nera.
Una giovane enologa per Tenuta Carlotto La Tenuta Carlotto a Ora è, invece, gestita dalla giovane enologa Michela Carlotto con il padre Ferruccio. Celebre il loro Pinot mero, Filari di Mazzon.
Luis Wine, tra i vigenti più antichi della zona Sempre a Ora troviamo Luis Wine, di proprietà di Luis Oberrauch: l’azienda di 4 ettari possiede i vigneti tra i più vecchi della zona (tra i 30-80 anni), tutti allevati a pergola su terreni dove la vite ha radici
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profonde e soffre difficilmente gli stress idrici causati dalle condizioni climatiche estreme. Cosi` come in cantina anche in vigna le lavorazioni vengono fatte per la maggior parte manualmente conoscendo cosi` le esigenze di ogni singola vite.
La tenuta sperimentale Happacherhof La tenuta sperimentale Happacherhof, una costruzione storica risalente al Seicento, ristrutturata di recente, ospita la Scuola superiore per l'agricoltura della Provincia autonoma di Bolzano gestita da docenti e dai loro studenti che qui hanno la possibilità di imparare le tecniche di coltivazione partendo da zero.
Kurtatsch, struttura moderna integrata con il territorio A Cortaccia merita una sosta la moderna struttura della Cantina Kurtatsch, storica realtà vitivinicola altoatesina, inaugu252
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rata nel 2020 e progettata dall’architetto Egon Kelderer. Il suo profilo riprende quello frastagliato della parete Milla, la spettacolare formazione dolomitica alta cinquanta metri che fa da cornice e garantisce le condizioni ideali per la barricaia. Il percorso di visita inizia dall’enoteca con una spettacolare terrazza, scendendo nei piani inferiori si trovano delle grafiche che illustrano le singole zone iniziando da quella più alta
(Graun a 900 metri) a quella più bassa, Brenntal. La cantina è stata fondata nel 1990 e oggi sono le 190 famiglie che coltivano i 190 ettari. Ne è presidente Andreas Kofler. Due sono le linee: "Selection" (prima selezione) e "Terroir" (etichette di spicco), la quale porta in prevalenza i nomi dei migliori terroir di Cortaccia.
A Castelfeder tra storia e leggende L’area di Castelfeder, una collina di porfido, è situata nella Bassa Atesina tra Ora e Montagna ed è un importante luogo sacro nella cultura precristiana. Si estende su diverse pianure con inconsuete formazioni di pietre e rocce formate dai ghiacciai durante la glaciazione con vegetazione submediterranea, protetta come biotopo. Riguardo la storia di Castelfeder, esistono numerosi leggende e
racconti. Della struttura originaria di Castelfeder si sono conservati tratti di una cerchia medievale, in origine pensate come mura di difesa e parti della cappella gotica di Santa Barbara, la cui origine è databile al VI secolo. Da non perdere lo scivolo della fertilità, uno scivolo di porfido ripido e liscio, considerato il fulcro di un antico culto della fertilità, su cui le donne desiderose di procreare scivolavano a pancia in giù.
Ora e il suo Rio Nero A nord della collina di Castelfeder sulla sinistra orografica dell’Adige, si trova Ora. Da non perdere la parte vecchia del paese per il dedalo di vicoli ben conservati e per la suggestiva cascata del Rio Nero. Ora è il punto di partenza ideale per gite in bicicletta ed escursioni, tra cui quella alla gola del Bletterbach, patrimonio umanità CHeck-in • maggio 2022
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dell’Unesco. Ai margini del paese si trova il Rio Nero. Il torrente nasce dal Corno Bianco e scende fino ad Ora. Per molto tempo è stato il principale motivo di preoccupazione e di pericolo per la popolazione, a causa delle numerose inondazioni avvenute nel corso dei secoli. Il rio è collegato con la cascata. Talvolta può anche essere asciutto, dato che l’acqua viene utilizzata per irrigare i frutteti. Durante la ripida salita della “Katzenleiter”, composta da 540 scalini di roccia, si può osservare molto bene la cascata. Tra i luoghi di interesse citiamo il Castello di Ora costruito attorno al 1200 come opera difensiva divenuto proprietà privata nel XIX secolo.
Il comune diffuso di Montagna Montagna è un comune diffuso che comprende oltre al centro principale cinque
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piccole frazioni. Dall’alto domina il Castel d’Enna, eretto intorno al XII secolo, ristrutturato e ampliato alcune volte, mentre nel XVII secolo fu infine venduto a un patrizio veneziano ed è ancora oggi di proprietà dei suoi discendenti. Per questo motivo il castello non è visitabile. Una volta all’anno (12 agosto) nel cortile interno del castello ha luogo il concerto della banda musicale di Montagna e ha ospitato la premiazione della 24° edizione delle Giornate del Pinot Nero. Interessante il sentiero “Vino, bosco, acqua” che poco prima di giungere al Castel d’Enna propone un percorso per le terapie basate sul metodo Kneipp. Per chi vuole affrontare un’escursione più lunga, di oltre 12 chilometri, altamente panoramica, una meta consigliata è Malga Cislon nel Parco naturale del Monte Corno, un’area protetta particolarmente apprezzata per i boschi, la flora, le torbiere, i laghetti e la sua fauna.
Dove dormire L’Hotel Das Alte Rathaus si trova nel centro del paese di Egna. Si tratta di un luogo storico del Settecento con una lunga storia iniziata nel 1586 con il nome di casa Valgoi. Nel 1910 è stato fatto un risanamento importante della struttura per fare spazio alla nuova
sede del municipio fino agli anni '40. Pochi anni dopo la costruzione è diventata sede distacca della scuola media tedesca e del Kvw ospitando anche una macelleria. Dal 2016 è un hotel con 13 camere, ristorante e cocktail bar. Nel 2019 è stato inaugurato il primo albergo diffuso, 17 camere distribuite in diverse locations del centro storico. CHeck-in • maggio 2022
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Cipolla Rossa di Tropea 256
Un’eccellenza da gustare tutto l’anno
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olcissima, croccante e rossa, sono queste le caratteristiche che rendono tanto desiderata e appetibile la “Cipolla Rossa di Tropea Calabria Igp”, definita per le sue qualità “Oro Rosso di Calabria”.
È presente da ottobre sino a luglio inoltrato come cipollotto o cipolla da consumo fresco (in questo caso si presenta con bulbo rosso-bianco e gambo verde) e da maggio sino a settembre come ci-
Il Consorzio di tutela della Cipolla Rossa di Tropea Calabria Igp Nasce nel 2008 per promuovere e valorizzazione un prodotto di altissima qualità garantito dal marchio Igp, la Cipolla Rossa di Tropea Calabria, che viene ancora lavorata esclusivamente con tecniche manuali.
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PERCHÉ
Scegliere la Cipolla Rossa di Tropea Igp Ingrediente chiave della dieta mediterranea, è sinonimo, più di ogni altro prodotto, di alimentazione sana e nutraceutica. Così dolce da poter essere consumata cruda, è ricca di quercetina, il più potente antiossidante appartenente alla famiglia dei flavonoidi. La Cipolla Rossa di Tropea Igp, ne consegue, è un alleato per la prevenzione del cancro, preserva dall’invecchiamento e migliora la performance sportiva.
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polla da serbo nelle versioni treccia o sgambata. Costituisce un’importante risorsa non solo economica ma anche sociale e culturale per lo stretto legame che essa ha con il territorio, la Calabria, una terra ricca di arte, natura, cultura, tradizione, bellezze paesaggistiche, panorami mozzafiato e borghi antichi. La produzione della Cipolla Rossa Tropea Calabria Igp è aumentata del 30% dal 2008 al 2021 raggiungendo i 300mila quintali raccolti su un territorio complessivo di 690 ettari coltivati. Attualmente le aziende che hanno la
EVENTI
La Tropea Experience, Festival della Cipolla Rossa Igp certificazione Igp sono 123 e nel 2021 il fatturato alla produzione è vicino ai 18 milioni di euro, contribuendo in modo significativo al Pil della Regione. La manodopera impiegata è poco sopra le 5mila unità lungo l’intero indotto. Nel 2022 l’export ha tenuto una quota del 20% della produzione complessiva. La Germania mantiene la leadership, seguita dalla Francia, dalla Svizzera, dall’Austria e dal Regno Unito; nel contempo, dagli Stati Uniti è in forte crescita la richiesta dei trasformati. Per informazioni: www.consorziocipollatropeaigp.com
Dal 29 aprile al 1° maggio scorsi si è svolta La Tropea Experience, una manifestazione per conoscere le grandi proprietà della cipolla rossa di Tropea Calabria Igp con la collaborazione di alcuni dei migliori chef del panorama nazionale tra cui Igles Corelli, Max Mariola, Hirohiko Shoda, Francesco Mazzei e Pierre Koffmann, i food blogger Federico Fusca e Francesca Gambacorta, oltre agli chef calabresi Giuseppe Romano, Ercole Villirillo, Enzo Barbieri, Gianfranco Condò e Alessio Sorce, che hanno contribuito a trasformare Tropea in un paradiso enogastronomico. Un appuntamento che ha coniugato cultura, enogastronomia, musica e spettacolo. CHeck-in • maggio 2022
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senza muoversi da casa: i coltelli Sanelli si acquistano online CHeck-in • maggio 2022
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pesso si afferma che “i tempi sono cambiati”. Non c’è dubbio che con il passare del tempo, in modo naturale o per impulso o volontà di qualcuno, tutte le cose si modificano e insieme a loro anche noi dobbiamo accettare e assecondare il cambiamento, nel bene e nel male. Se parliamo della distribuzione e commercializzazione dei prodotti casalinghi, il primo radicale cambiamento si verificò a partire dai primi anni ’80, quando prese piede un’importante rivoluzione nel sistema delle vendite al dettaglio, identificato anche con il termine “retail”. I negozi di vicinato presenti in quasi tutti i comuni e in numero maggiore nelle città, abituati ad accaparrarsi tutte le vendite fino a pochi anni prima, si trovarono
in competizione con la “grande distribuzione” che da diversi anni stava “mettendo le radici” con una copertura territoriale che fino ad oggi non ha mai visto rallentamenti o inversioni di tendenza. La Coltelleria Sanelli di Premana (Lc) forniva molti articoli ai negozi di vicinato, direttamente o tramite distributori all’ingrosso: confezioni regalo, ceppi di coltelli, accessori per la cucina, ecc. Non c’era casa dove non ci fosse un coltello Sanelli e ancora oggi capita di trovare dei “pezzi di antiquariato” conservati con cura, come se fossero appena acquistati. «Uno dopo l’altro, i negozi di vicinato si sono trovati a dover chiudere le saracinesche a discapito del settore che nel frattempo cresceva di anno in anno con percentuali a due o a tre cifre», racconta Livio Piffari, direttore commerciale
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Sanelli. «Ricordo i fatturati che la famosa “lista nozze” portava nelle casse dei negozianti: esistevano coppie di sposi che spendevano, anzi, che facevano spendere ai loro parenti e ai loro invitati, svariati milioni delle vecchie lire per avere nelle proprie case servizi di porcellana, calici in cristallo, posate in argento e oggetti da arredamento che oggi, nella maggioranza dei casi, si trovano in qualche soffitta o in qualche scantinato. Questo pensiero ancora mi emoziona».
Sanelli ha iniziato a rivolgersi all’Horeca, continuando a puntare sulla qualità dei prodotti «Ad ogni modo - precisa Piffari - non è corretto imputare alla Grande distribuzione tutta la responsabilità di questa “débâcle” dei negozi di vicinato, innanzi tutto perché la categoria dei negozianti non è esente
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da colpe e poi perché i cambiamenti sono parte della nostra vita e, nella maggioranza dei casi, sono inevitabili». Sanelli in quegli anni non ha seguito la tendenza generale di molti altri produttori che hanno cercato di vendere nel settore della Grande distribuzione prodotti che dovevano costare sempre meno, compromettendo a volte la qualità, ma si è rivolta con grande attenzione ed interesse al settore Horeca, che apprezzava e ricercava qualità e durata nel tempo, valori aggiunti che ancora oggi differenziano Sanelli da molti altri produttori.
Accettare i cambiamenti trovando le corrette soluzioni per crescere «Ricordo - aggiunge Piffari - il passaggio della “lista nozze” prima ai negozi di elettrodomestici per acquistare costosi
maxi-schermi e mega-stereo e poi alle agenzie turistiche per “finanziare” lussuosi e unici “viaggi di nozze”. Cosa dire poi dell’avvento dei cataloghi a premi e delle operazioni di “loyalty” che ancora oggi ottengono un grandissimo successo, sia per affiliazione dei clienti che per vendita dei premi (anche se a volte non ci si fa tanto caso, i “premi” vengono comunque pagati...). Sanelli anche in questo caso è stata in grado di entrare nel settore promozionale e delle loyalty dalla porta principale e con prodotti top di gamma, come la linea Ergoforge, rifiutando molte richieste di prodotti economici e di bassa qualità che avrebbero messo in discussione la garanzia del nome Sanelli. Direi che questo è segno di accettare i cambiamenti e di trovare le corrette soluzioni necessarie alla crescita».
La rivoluzione dell’e-commerce: visitare i negozi senza spostarsi da casa Negli ultimi anni si è assistito ad una vera e propria “rivoluzione commerciale” che rapidamente ha guadagnato quote di mercato, oscurando e mettendo in difficoltà molte altre realtà. Si tratta naturalmente dell’e-commerce, ovvero gli acquisti online. Se già da diversi anni questo mercato godeva di una crescita esponenziale, dall’inizio del 2020, in concomitanza con la chiusura di molti negozi e le restrizioni imposte dalla pandemia, gli acquisti sul web hanno subito un’accelerazione
straordinaria. Anche in questo caso non ci si può opporre al cambiamento, ma lo si deve accettare cercando e trovando soluzioni che portino benefici. «Sanelli - afferma Livio Piffari - ha analizzato anche questo cambiamento e si è adeguata offrendo al cliente online la stessa garanzia e le stesse opportunità ricercate e offerte in occasione dei cambiamenti precedenti. Oggi abbiamo un nostro sito web www.sanelli.com dove il cliente può trovare informazioni, curiosità, dati tecnici, certificazioni, assortimento sempre disponibile, velocità di consegna e garanzia di interloquire direttamente con il produttore. E non potevamo ignorare la realtà distributiva della più grande società di vendite online che può offrire opportunità al nuovo acquirente che in nessun caso comprerebbe CHeck-in • maggio 2022
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qualcosa fuori dal web. Collaboriamo inoltre con molti altri clienti che in questi anni hanno seguito il cambiamento, adeguandolo al loro lavoro e non facendo l’errore di opporvisi. Siamo sempre disponibili alla mail info@sanelli.com per inviare qualsiasi informazione utile per l’acquisto dei nostri prodotti alle migliori condizioni di acquisto». «Sanelli ha sempre cercato di rimanere al passo con i tempi e con i cambiamenti - conclude il direttore commerciale adattando politiche produttive e commerciali che ci hanno permesso di rimanere presenti nel mercato ad importanti livelli e con l’apprezzamento di tutti i nostri clienti».
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In vacanza con la bici elettrica
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l marchio Brinke sin dalle origini persegue l’obiettivo principale di favorire la migliore esperienza in sella a una bici, per un divertimento senza limiti… Coerentemente alla propria mission, l’azienda ha realizzato negli anni importanti investimenti per sviluppare mezzi di mobilità elettrica in grado di distinguersi sul mercato per prestazioni e design, nelle diverse categorie di ebike presenti nelle collezioni Brinke:
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Mtb, Trekking e City bike. Per il marchio la categoria Trekking eBike è da sempre distintiva, grazie alla capacità di Brinke di riconoscere sin dalle origini alla bici elettrica le molteplici potenzialità che nel tempo le sono state attribuite e che, soprattutto negli ultimi anni, hanno consentito una vera e propria crescita della richiesta di ebike anche in Italia. La bici elettrica, infatti, soprattutto se versatile e prestazionale come le Trekking Brinke, non solo favorisce la mobilità urbana ma incoraggia anche uno stile di vita più sostenibile e
attrattivo consentendo lo sviluppo del cicloturismo e del turismo di prossimità. Brinke ha sempre investito nello sviluppo tecnologico e numerico della categoria e per l’allestimento delle ebike la partnership con Shimano è un connubio molto importante sia in termini tecnici e di funzionalità innovativa, sia in termini strategici, vista la estrema coerenza di visione tra le due aziende.
La collaborazione con Shimano Brinke e Shimano, infatti, sono animati da valori aziendali comuni, riconoscendo nella sostenibilità una leva aziendale molto importante. Le due aziende condividono da tempo anche l’obiettivo di favorire una maggior conoscenza della bici elettrica sviluppando azioni sinergiche di comunicazione verso il mercato dei “nuovi pedalatori”.
In sella con Vero&Leo di Life in Travel In questo 2022 Brinke e Shimano hanno deciso di collaborare ancora una volta in un’attività di vera e propria sensibilizzazione al mercato per l’utilizzo dell’ebike, scegliendo come partner Life in Travel, nelle persone di Vero&Leo fondatori del progetto e “portatori a loro volta” di valori estremamente coerenti con il concept delle due aziende. Attraverso il sostegno di Brinke e Shimano i protagonisti di Lit, in sella alle Brinke Overland XT, raccontano il valore aggiunto dell’ebike, mediante lo sviluppo di un vero e proprio storytelling esperienziale che ci accompagna nel corso di questo 2022. Grazie alla sinergia con Lit fino ottobre sono raccontante le avventure che tutti possono vivere con l’ebike in ogni momento dell’anno; la bici elettrica, infatti, è un mezzo estremamente “democratico" che consente a tutti (anche ai meno allenati) di sperimentare l’emozione del viagCHeck-in • maggio 2022
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gio sulle due ruote, senza togliere il vero piacere di pedalare, grazie alla naturalità della pedalata che le ebike Brinke montate con sistema Shimano Steps sono in grado di offrire. La bici diventa il mezzo per esplorare il territorio, godere del proprio tempo libero, sia da soli sia in compagnia e ancora per migliorare la propria quotidianità godendo di tempo per sé anche nelle giornate in cui le incombenze si affollano.
gio e le importanti prestazioni delle ebike Brinke in termini non solo di naturalità di pedalata ma anche di “sostegno” nei tratti più difficili, di prestazioni e di comfort. Nelle prossime settimane nuovi importanti racconti ci aspettano, per ispirare e incuriosire tutti i follower di Vero&Leo e gli appassionati di cicloturismo o gli aspiranti tali.
L’ebike compagna di viaggio In occasione del Bike Festival di Riva del Garda è avvenuta l’attivazione di questa importante sinergia: Vero, Leo e la mascotte Nala hanno pedalato sulle Overland XT dall’headquarter Brinke fino al Truck Shimano esposto in fiera, raccontando sia sui social sia sul Blog Lit, le emozioni del viag-
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n°9 - maggio 2022 - Anno II - edizionE digitale Edizioni Contatto surl via Piatti, 51 · 24030 Mozzo (Bg) Direttore responsabile Alberto Lupini · alberto.lupini@italiaatavola.net Redazione Tel 035 460563 · 351 8391052 · Fax 02 700557702 · checkin@italiaatavola.net · redazione@italiaatavola.net Gabriele Ancona (vicedirettore) · gabriele.ancona@italiaatavola.net Lucio Tordini (coordinatore di redazione) · lucio.tordini@italiaatavola.net Piera Genta (inviata) · pieragenta@libero.it Jenny Maggioni (redattore) · jenny.maggioni@italiaatavola.net Martino Lorenzini (redattore) · martino.lorenzini@italiaatavola.net Gianluca Pirovano (redattore) · gianluca.pirovano@italiaatavola.net Elisabetta Passera (segreteria di redazione) · redazione@italiaatavola.net Brian Vavassori (segreteria di redazione) · brian.vavassori@italiaatavola.net Riccardo Melillo (grafica e impaginazione) · riccardo.melillo@italiaatavola.net Alessandro Venturini (Seo & Web manager) · alessandro.venturini@italiaatavola.net Matteo Scibilia (responsabile scientifico) · matteoscibilia2013@virgilio.it Editore Mariuccia Passera · mariuccia.passera@italiaatavola.net Amministrazione segreteria@italiaatavola.net Pubblicità, eventi e marketing Tel 035 615370 · 351 8391052 · Fax 02 700557702 · direzionecommerciale@italiaatavola.net Andrea Lupini (direttore commerciale e iniziative speciali) · andrea.lupini@italiaatavola.net Laura Miedico (responsabile direzione commerciale) · laura.miedico@italiaatavola.net Livia Gerosa · livia.gerosa@italiaatavola.net · Ivana Frosio · ivana.frosio@italiaatavola.net Corrispondenti di zona (per contatti telefonici consultare il sito) Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta Piera Genta · pieragenta@libero.it Lombardia orientale Renato Andreolassi · renato.andreolassi@alice.it Pavia-Piacenza Stefano Calvi · s.calvi@ilquattro.it Veneto Giulia Marruccelli · gmarruccelli@yahoo.it Belluno-Bolzano-Trento Lina Pison · linapison@gmail.com Friuli Venezia Giulia Liliana Savioli · lilli_sa@hotmail.com Emilia Romagna Giuseppe De Biasi · dbpino60@gmail.com Toscana e Umbria Alessandro Maurilli · a.maurilli@almapress.net Claudio Zeni · zeniclaudio@alice.it Lazio Mariella Morosi · mariellamorosi@hotmail.com Marche e Abruzzo Benedetta Gandini · b.gandini22@gmail.com Carla Latini · carla@carlalatini.com Campania e Molise Vincenzo D’Antonio · vincenzo.dantonio@italiaatavola.net Puglia Sandro Romano · sralessandroromano@gmail.com Calabria Tommaso Caporale · dodicialitro@gmail.com Sicilia Gianni Paternò · giopate@libero.it Piero Rotolo · pierotolo@tin.it Antonio Iacona · direttore@charmatmagazine.it Sardegna Roby Rossi · roberto-rossi@hotmail.it Svizzera (Canton Ticino) Rocco Lettieri · simpatico.melograno@tin.it Hanno collaborato anche:
Luca Bassi, Jerry Bortolan, Emanuela T. Cavalca, Giorgio Lazzari Registrazione del Tribunale di Bergamo 13/2021 del 7/6/2021 Iscrizione al Roc (Registro degli operatori di comunicazione) n.10548 Chiuso in redazione il 7 giugno 2022
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