CHECK-IN 22 - Luglio/Agosto 2023

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REGNO UNITO

Viaggio nei luoghi di Re Carlo III

n°22 - luglio/ agosto 2023 - Anno III

COSTIERA AMALFITANA

In viaggio tra lusso, natura e gusto

SIENA E MONTEPULCIANO

Dal Palio all'eccellenza vinicola

Birra Imperdibile

Guida alle Birre d’Italia 2023

Slow Food

1a Classificata

Categoria 21 (Porter, Stout)

Associazione

Unionbirrai

Birra dell’Anno 2022

Birra Imperdibile Guida alle Birre d’Italia 2021

Slow Food

Medaglia d’oro

Categoria 5.4

Stout/Porter (Oatmeal Stout)

Brussels Beer

Challenge 2019

Medaglia di bronzo

Categoria 41 (Stout)

European Beer

Star 2019

2a Classificata

Categoria 19 (Stout)

Associazione Unionbirrai

Birra dell’Anno 2018

Birra Imperdibile Guida alle Birre d’Italia 2023

Slow Food

Medaglia d’oro

Categoria 4.3

Lager (German-Style Pilsner)

Brussels Beer Challenge 2021

Medaglia d’argento Categoria 4.3 Lager (German-Style Pilsner)

Brussels Beer Challenge 2020

Medaglia di bronzo Categoria 2 (German-Style Pilsner)

European Beer Star 2020

Certificato d’eccellenza Categoria 4.3 Lager (German-Style Pilsner)

Brussels Beer Challenge 2019

3a Classificata Categoria 1 (German and Bohemian Pilsner)

Associazione Unionbirrai

Birra dell’Anno 2019

3a Classificata Categoria 26 (Blanche, Witbier)

Associazione Unionbirrai Birra dell’Anno 2023

Medaglia d’argento Categoria 24A

Witbier (Belgian Ale)

Barcelona Beer Challenge 2022

Medaglia d’argento Categoria 29 (Belgian Wheat Beer)

European Beer Star 2018

Medaglia di bronzo

Categoria 47A (Traditional

German-Style Bock)

World Beer Cup 2023

Medaglia di bronzo

Categoria 6C

Dunkles Bock (Amber Malty

European Lager)

Barcelona Beer Challenge 2022

B5

Medaglia d’oro Categoria 4.5

German-Style Helles/Maibock/ Doppelbock

Brussels Beer Challenge 2021

Medaglia d’argento

Categoria 4.10

Lager (Helles)

Brussels Beer Challenge 2020

Medaglia d’oro Categoria 4A

Munich Helles (Pale Malty

European Lager)

Barcelona Beer Challenge 2020

Medaglia d’oro

Categoria 15A

Irish Red Ale (Irish Beer)

Barcelona Beer Challenge 2020

Medaglia d’argento

Categoria 3.2

Red Ale (Irish Red Ale)

Brussels Beer Challenge 2019

LE BIRRE DI OTUS VINCONO MEDAGLIE IN ITALIA E NEL MONDO

Abbiamo sottoposto le nostre birre alla valutazione di giurie importanti. I successi ci stimolano a proseguire nella creazione di prodotti che uniscono carattere artigianale e capacità di soddisfare il gusto di un pubblico ampio.

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Italia - birrificiootus.com

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SIDE B OS7 REDVOLUTION PILS 2
2023 2023
RED&GO AMBRANERA Birrificio
CHeck-in • luglio/agosto 2023 3 Una festa per i sensi avvolti in un’elegante atmosfera milanese. Ristorante Acanto, Hotel Principe di Savoia. PrincipeSavoia PrincipeDiSavoia PrincipeSavoia #DCmoments dorchestercollection.com

in COpertina

Un'estate tra Siena e Amalfi passando per le migliori spiagge d'Italia

Partendo dalla città del Palio, per proseguire a Montepulciano e alla Costiera amalfitana fino alle migliori località balneari del nostro Paese. E poi uno sguardo su Sicilia, Bergamo, Brescia e Repubblica Ceca

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CHeck-in • luglio/agosto 2023 5 48 38 24 34 10 Siena e il Palio, cultura, tradizione e patrimonio di un'intera città Ragosta Hotels Collection Vacanza a 5 stelle in Costiera Amalfitana Belmond Caruso, profumi e colori della Costiera con Armando Aristarco Alla scoperta di Ravello Costiera Amalfitana Tra lusso, natura e gusto Indice 66 Montepulciano Paradiso del vino e della cultura

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CHeck-in • luglio/agosto 2023 7 166 160 156 176 152 86 Karlovy Vary Gioiello termale della Repubblica Ceca Regno Unito Viaggio nei luoghi di Re Carlo III I Parchi regionali di Sicilia Meraviglia a cielo aperto BRESCIA | La Brescia Romana e il Bossolà BERGAMO | Val d'Astino e Polenta e osei Alla scoperta delle più belle spiagge italiane
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Editoriale

Un'estate tra Siena e Amalfi passando per le migliori spiagge d'Italia

Anni fa c'era una ministra del Turismo, oggi leader del movimento animalista, l’onorevole Vittoria Brambilla, che voleva eliminare il Palio perché esempio di crudeltà verso i cavalli. Per fortuna la manifestazione italiana più famosa al mondo ha superato indenne quella proposta che nega la storia e la cultura che sta dietro ad un evento che attraverso Siena accende i riflettori su tutta Italia. Ed è proprio a questo appuntamento, che celebra l’estate del turismo, che Check-In dedica uno dei suoi focus di questo numero. Ed insieme a Siena presentiamo anche un’altra delle città eccellenti di quella provincia, Montepulciano, famosa per il vino Nobile e per un’ospitalità che attira turisti tutto l’anno.

Sempre in tema di località celebrate in tutto il mondo proponiamo alcuni spunti per un viaggio fra lusso, fusto e natura da programmare in Costiera amalfitana, magari non ad agosto quando è ormai overbooking praticamente ovunque. Per chi è in giro per l’Italia alla ricerca di mare e belle spiagge offriamo una carrellata di alcuni dei posti più incantevoli facilmente raggiungibili e che in nessun caso possono deludere. Si tratta di un percorso ideale che tocca un po’ tutta l’Italia unendo idealmente via mare dalla Liguria alla Sardegna.

I parchi naturalisti della Sicilia, una vera chicca, come le offerte gastronomiche e artistiche della capitale della cultura Bergamo-Brescia sono altre proposte in Italia, mentre all’estero siamo andati alla ricerca dei luoghi, per lo più parchi e castelli, che piacciono a re Carlo III, e di una piccola gemma, Karlovy Vary, gioiello termale della Repubblica Ceca, elegante cittadina famosa, oltre che per le sue acque termali, per il festival del cinema, e per la Becherovka, liquore alle erbe.

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Costiera Amalfitana Tra naturalusso, e gusto

Positano

Ci sarà pure un senso se la Costiera

Amalfitana è così universalmente conosciuta ed apprezzata. Certo, la spiegazione è facile ed apodittica. La si riconduce a quanto vorremmo definire gli hard power che una natura generosa ha saputo e voluto elargire in questo lembo fatato del pianeta: la costa frastagliata, quando scogliera e quando spiaggia, i contrafforti montuosi, il mare sovente placido, gli agrumeti a dare colori e profumi,

i borghi deliziosi sedimentati dall’uomo nei secoli. Condizioni necessarie, certo, per rendere affascinante ed attrattivo un territorio. Ma condizioni che da sole non sarebbero comunque sufficienti a dare quell’unicità che la Divina Costiera detiene nel mondo. E allora, come lo si spiega?

Evidentemente, oltre all’hard power della natura generosa, vi è un cruciale soft power costituito dal genuino e schietto senso dell’ospitalità che è precipuo nella gente amalfitana. "Hospites sacri sunt" qui è prassi innata e non vuota locuzione del passato

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Da Positano a Vietri sul Mare, alcuni indirizzi da non perdere per chi vuole scoprire il volto più autentico di uno dei gioielli del Belpaese: hotel e ristoranti che mantengono fede alla tradizionale e sacra ospitalità campana
Vietri sul mare
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Anantara

Sensi Restaurant

Pasticceria Pansa

Santa Caterina Hotel

Borgo Santandrea

12 CHeck-in • luglio/agosto 2023
Pasticceria Sal De Riso Belmond Caruso Giardini del Fuenti Hotel Raito Relais Paradiso
SALERNO

C’è chi li definisce estremi, chi li chiama eroici, questi vini sono figli della fatica e del sudore dell’uomo.

Fiorduva, un vino prezioso, frutto del duro lavoro di uomini e donne che, per mancanza di spazio, sono costretti a coltivare con il sistema del “pergolato” che prevede una sorta di griglia dove, pali incassati direttamente nella roccia, sostengono vitigni cresciuti in fazzoletti di terra a strapiombo sul meraviglioso mare della costa amalfitana.

Cantine
Via G.B.
84010 Furore (Sa) CantineMarisaCuomo www.marisacuomo.com
Marisa Cuomo srl
Lama 16/18

Borgo Santandrea, cinque stelle a Positano

Si parte da Positano, sapendo così che il mare sarà sempre sulla nostra destra. Si attraversa Praiano e poi si transita sul fiordo di Furore. E si arriva al magico borgo di Conca dei Marini. Qui, a 90 metri a picco sul mare incantevole è la sosta al Borgo Santandrea, hotel cinque stelle Le camere sono 30 e le suite sono 19, tutte con vista mare. Il ristorante La Libreria è in riva al mare. Il Marinella Beach Club è la spiaggia privata a fruizione esclusiva degli ospiti di Borgo Santandrea. Qui, al tramonto, aperitivi con crudi, bollicine e signature drink. Arredi contemporanei nelle camere. I letti e i divani sono firmati

Tosconova. Le pavimentazioni geometriche bianche e blu dipinte a mano si ispirano alle geometrie classiche delle pavimentazioni delle ville di Ercolano e Pompei. Gli spazi sono intimi ma ariosi. La vista spazia verso il mare e verso l'antico borgo dei pescatori.

Per meditato shopping, c'è anche la nuova boutique: una cornocupia di tesori dove sono disponibili prodotti in ceramica realizzati da Marco Fusco, Lucio Liguori e Claudio Pulicati, celebri artigiani locali. L'executive chef è Crescenzo Scotti. Al ristorante Libreria Mare, menu degustazione e menu à la carte. Piccola flotta a disposizione degli ospiti dell'hotel per scoprire dal mare le meraviglie della Costiera.

Amalfi è vicinissima. La targa di marmo nel borgo, tutto svela di Amalfi: "Il giorno del giudizio, per gli amalfitani che andranno in paradiso, sarà un giorno come tutti gli altri”. Autore, il maremmano Renato Fucini. Amalfi fu Repubblica Marinara. Amalfi non è città di mare. Amalfi è il mare quando il mare diviene borgo, quando il borgo diviene snodo di traffici, quando i traffici si inoltrano nelle terre interne e raggiungono mete assai lontane.

Sosta all'Hotel Santa Caterina, cinque stelle lusso, tra gli alberghi più belli del mondo. L’Hotel Santa Caterina ha variegato offering per quanto concerne la ristorazione. Si cena al ristorante stellato Glicine, si pranza al ristorante Al Mare.

Qual è la distanza tra i due ristoranti? Possiamo misurarla in numero di gradini delle scalinate antiche che innervano l’albergo. Possiamo misurarla nei secondi che impiega l’ascensore. Possiamo misurarla nell’estro creativo, mai disgiunto dalla so-

Amalfi e l'Hotel Santa Caterina

lida competenza e dalle robuste tecniche dello chef poco più che quarantenne Giuseppe Stanzione. In tal caso, se è questa la misurazione della distanza, allora siamo in giunzione. Ed è al tavolo del ristorante Al Mare che ci si accomoda per pranzo che si rivelerà squisito.

Si principia con Provola agerolina affumicata cotta arrosto in foglia di limone. I limoni qui sono onnipresenti e la loro presenza si palesa non solo con la vista ma anche con l’olfatto. La provola vaccina è fatta ad Agerola, sui monti Lattari. Dalla vicina catena dei monti Lattari, al vicinissimo mare per altro antepasto: Code di gamberi rossi di Santa Maria profumati al limone con rucola selvatica e burrata.

Santa Maria di Castellabate è pittoresco

borgo cilentano. La carta dei vini saggiamente non è sterminata e, stante la clientela cosmopolita, non può certo esentarsi dal proporre i grandi classici del nostro made in Italy enoico. Negli appropriati calici, gli ottimi bianchi della Costiera. Ed eccoci al gradevolissimo primo: Chitarrina con Colatura di alici di Cetara Dop, pomodori canditi e latte di provola di bufala. A compimento di sì sontuoso pranzo il Babà napoletano al limone con limoncello. Può il ristorante Al Mare essere privo di banchina di attracco? Ovviamente no: i clienti arrivano anche dal mare!

Circa la sontuosa cena allo stellato "Glicine", si menziona, ancora commossi, un piatto tra i migliori in assoluto: Rombo con cavolo e zuppa thai di Tufo, bietola, tartufi di mare e tartufo nero. Armonia sublime di sapori di mare e di terra, di note amare e dolci, bilanciate e ricchissime di sapori. Di eccellente bontà anche il dolce: Bufala e lamponi, un dolce non dolce stante la spiccata acidità del lampone. La bufala qui si sostanzia in piccoli dischi di panna cotta di latte di bufala. Inusuale quanto gradito l'abbinamento con il cocktail a base di vodka Belvedere. Tra i menu proposti ci sono anche due grandi carte: una per gli ospiti vegetariani e l'altra per gli ospiti vegani.

L’Hotel Santa Caterina è cinque stelle L. La L significa lusso. Ma dove sta il lusso all’Hotel Santa Caterina? Sta nell’intangibile! Se lo si vedesse, se lo si toccasse, si chiamerebbe sfarzo, si chiamerebbe ostentazione. Qui il lusso è quello vero, è nell’understatement unito alla capacità innata di fare sentire immediatamente gli ospiti a casa loro. Perché... hospites sacri sunt!

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CHeck-in • luglio/agosto 2023 17 • Pronti all’uso o facili da ricettare con erbe e spezie • Ingredienti di qualità e autentici • Sapori di tendenza con un tocco di cremosità • Senza conservanti Condimenti di alta qualità che ti aiutano a personalizzare insalate classiche e di tendenza Scopri di più su ufs.com Per dare più gusto e rendere uniche le tue insalate

Anantara,

lusso su una scogliera

A breve distanza dal Santa Caterina, proseguendo verso il centro di Amalfi, troviamo l'Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel, cinque stelle Lusso, incastonato ad 80 metri di altezza sulla scogliera. L’articolato plesso nacque come Cenobio nel XIII secolo. Prima i monaci Cistercensi per circa tre secoli e poi nel XVI secolo il Convento venne affidato ai Frati Cappuccini che vi restarono per oltre due secoli. Meritoria, tra le altre, la loro preziosa attività amanuense.

Nel 1813, a seguito delle soppressioni dei beni ecclesiastici operate dopo l’occupazione napoleonica, i frati dovettero lasciare il Convento che fu destinato dall’Arcivescovo di Amalfi a locanda di alcuni privati. Nel 1885 il Convento venne utilizzato per la prima volta come albergo.

Il plesso è ora di proprietà comunale e la completa gestione alberghiera è del prestigioso gruppo mondiale Minor Hotels.

Suadente e garbato, spiccata ed evidente la professionalità, fa gli onori di casa il general manager Giacomo Sarnataro Il ristorante annesso, aperto anche agli esterni è il Ristorante Dei Cappuccini. Lo chef è Claudio Lanuto, appena quarantenne. Ambiente elegante, ampie finestre panoramiche e una terrazza all'aperto con vista estasiante sulla Costiera Amalfitana.

Primo piatto che senza esitazione definiamo un piccolo capolavoro: Linguine alla Nerano con battuto di scampi crudi e fiori di zucca. Trionfo di armonie con primo godimento policromo alla vista e poi gioia palatale. Di grande professionalità anche il servizio dei vini serviti al calice. Difatti, la magia delle Linguine alla Nerano è sta-

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ta resa tale anche dal sontuoso Greco di Tufo “Oltre” Docg 2017 fatto da Agricola Bellaria nell’areale particolarmente vocato di Prato di Principato di Ultra, ovviamente in Irpinia.

Discorso a sé per un signature dish dello chef che trae fattura da una emozionante storia vera. Sì, quella pasta cilindrica imbottita con carne macinata, ricotta e fiordilatte di Agerola, che poi prese il nome di “cannellone”, fu inventata ad Amalfi. Lo chef ne è interprete magistrale.

Novità di quest'anno La Locanda della Canonica by Gino Sorbillo, aperta lo scorso mese di giugno. Gino Sorbillo è ambasciatore della pizza italiana nel mondo. Ne La Locanda della Canonica, Gino Sorbillo fa le sue pizze prediligendo ingredienti freschi e locali: il menu è un omaggio ai sapori tipici della Costiera Amalfitana. Quattro signature pizze si

possono degustare scegliendo il menu "Un viaggio in Campania”, che inizia sui Monti Lattari ad Agerola, headquarter del Provolone del Monaco Dop. Il Provolone del Monaco Dop è ingrediente connotante la Margherita del Monaco. Si prosegue con la Pizza del Casaro, i cui ingredienti principali sono il Caprino, il Pecorino Bagnolese e il Fior di Latte. Ci si sposta sul mare e le triglie di Licosa sostanziano la Favorita del Priore; a compimento del percorso, ci si sposta a Cetara. Qui le alici di Cetara sono le protagoniste della Montanara Amalfitana.

La Locanda della Canonica Pizzeria by Gino Sorbillo è raggiungibile attraverso la Passeggiata dei Monaci, all'interno del lussuoso plesso alberghiero.

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Gino Sorbillo

Sensi, la stella di Alessandro Tormolino

Ad Amalfi altro ristorante di altissimo livello, stella Michelin, è Sensi, in esercizio dall'anno 2017. Alessandro Tormolino ne è socio fondatore ed executive chef. Esperienze valevoli e prestigiose con Gianfranco Vissani (quattro anni), con Alfonso Iaccarino (due anni) fino con Antonio Mellino ai Quattro Passi.

La cena si rivela una deliziosa esperienza. Imperdibile La Ricciola con melanzana grigliata, katsuobushi, frutto della passione e salsa alla senape. Qui la cottura a bassa temperatura preserva la pregevolezza della carne. Squisito, impeccabilmente eseguito, anche Il Risotto con scampi affumicati, curcuma, erbe del mediterraneo, caviale di colatura di alici e limone. Sorprendente per originalità e bontà il dessert: Lavanda e Piselli, cremoso di piselli con lavanda, lime e sorbetto vaniglia e fava di tonca.

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Alessandro Tormolino Ricciola con melanzana grigliata

Pansa a de Riso, la pasticceria d'eccellenza e non solo...

Non lasciamo Amalfi senza visitare la pasticceria Andrea Pansa, il locale storico incastonato ai piedi dell'imponente scalinata del Duomo. Santarose squisite; imperdibili le scorzette di agrumi dell’azienda agricola di famiglia laccate al cioccolato fondente. E sono il cioccolato e i gelati i due fulcri del nuovo locale posizionato dall’altra parte della storica piazza. Qui imperdibile, con il goloso rischio di diventarne dipendenti (!), la Stracciatella di latte nobile dell’Appennino campano, molisano e lucano. Altra chicca da non perdere è la Crema di nonna Adriana, realizzata con crema pasticcera. Tra i sorbetti, sontuoso ed accorato omaggio allo Sfusato di Amalfi.

Il nostro viaggio in Costiera Amalfitana prosegue e la prossima sosta è a Minori, da Salvatore de Riso, patron della Pasticceria Sal De Riso. Salvatore de Riso, il suo Cuore grande e la sua Mente fervida, testimoniano quanto un’intrapresa comincia con un piccolo passo e, da competenza e passione sospinta, disegna percorso vincente, a beneficio di tutti, competenti golosi clienti innanzitutto! Sal nacque a Minori, dove attualmente risiede, nel ventre della zona rivierasca della Costiera Amalfitana, nel non lontano anno 1966.

Ha inaugurato proprio accanto alla famosa pasticceria di Minori, il nuovo locale “Sal De Riso Gourmet”. Si tratta di un ristorante definito da una proposta gastronomica intimamente legata al territorio, in un ambiente caratterizzato da una spiccata luminosità e da colori brillanti, con una cucina a vista supportata dall’utilizzo di tecnologie all’avanguardia. Validamente e

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Da
Sal De Riso

affettuosamente in questa nuova intrapresa Sal è coadiuvato della moglie Anna De Nunzio. In cucina il giovane chef Giuseppe Cozzolino, che ha già maturato numerose esperienze in Italia e in Europa, coordina la brillante brigata. La sua è cucina gourmet: moderna e nel rispetto della tradizione.

Al governo della pizzeria il talentuoso maestro Giuseppe Giordano. Con una selezione di piatti straordinari, realizzati con tipici ingredienti La carta dei dolci, studiata appositamente per il ristorante, comprende specialità preparate al momento dal team di pasticceria, guidato dalla Pastry Chef Daniela Cioffi. A dirigere il locale, il direttore Enzo D’Amato e a dirigere la sala il maître Nicola Ferrigno

Giardini del Fuenti, una perla sul monte Falerio

Ultima sosta di questo viaggio lungo la Costiera Amalfitana al resort Giardini del Fuenti, subito dopo Cetara e subito prima di Vietri sul Mare. Sulle pendici del mon-

te Falerio, Giardini del Fuenti è una perla incastonata nella bellezza della Costiera Amalfitana all’interno di un’insenatura naturale. Giardini del Fuenti, va detto, è caso virtuoso di rivalorizzazione del territorio. A volere, a costruire, e a porsi a governo di tutto ciò sono i fratelli Alessandra e Pier Luigi De Flammineis.

Si cena al ristorante Il Volta del Fuenti, dove chef Michele De Blasio propone piatti frutto di meditate e ben riuscite spe-

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rimentazioni. Lo chef Michele De Blasio è qui dall'anno 2019. Non ancora quarantenne, è campano, di Sarno. Esperienze valevoli e preziose all'estero presso Alain Ducasse e con Pino Lavarra al Ritz Carlton di Hong Kong. Suoi maestri in Italia Riccardo Camanini e Alfonso Iaccarino. La sala de Il Volta del Fuenti è magicamente sospesa sulla costa, fiabesca la vista sul mare.

Duplice il benvenuto dalla cucina: filoscio con lardo e pepe; tartelletta con spuma di patata, capperi e ragù di totani. Il filoscio è una tipica frittatina napoletana. A seguire, Gamberi rosa di Massa Lubrense, bernese di midollo di vitello, erbe dei Giardini del Fuente, tapioca e 'nduja. Eccellente anche il sontuoso e sorprendente primo: Risotto napoletano, con alici, polvere di alghe e bergamotto. Attenzione, non c'è il

riso in questo risotto! È pasta cotta con la tecnica del risotto. Pasta risottata, adesso usa dire. Gradevolissimo il secondo: Rombo, spugnole, salsa porcini e granella di nocciole di Giffoni

Di grande impatto anche Riva del Fuenti, l’esclusivo beach club di Giardini del Fuenti. Riva del Fuenti è l’approdo ideale per le barche, che possono usufruire dei servizi del ristorante Riva del Fuenti direttamente a bordo, con menu di pesce, firmato dallo chef De Blasio.

Ancora un breve tratto, giungiamo a Vietri sul Mare, il gate sud della Costiera Amalfitana. Poi c'è Salerno. Ci verrà il desiderio di proseguire verso Sud, sempre con il mare sulla nostra destra. Certo che il desiderio ci verrà! Il bel lungomare di Salerno, e poi la Piana del Sele, i templi di Paestum, e poi il favoloso e affascinante Cilento.Ma adesso, lo confessiamo il desiderio impellente è... invertire la direzione di marcia e stare in Costiera Amalfitana ancora un po'!

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Michele De Blasio

Belmond Caruso

Profumi e colori della Costiera con Armando Aristarco

Armando Aristarco

Èun ritorno alle origini quello di Armando Aristarco al Caruso, A Belmond Hotel. Nella sua terra natale, la Campania, e nel posto dove ha iniziato a muovere i primi passi come chef de partie, il 5 stelle del gruppo Lvmh in uno dei punti più panoramici di Ravello.

Dallo scorso aprile Aristarco è il nuovo executive chef del Caruso e dalla sua cucina riesce quasi a toccare con mano le acque blu del Tirreno e il paesaggio verdissimo della Costiera: «Se ho bisogno di riflettere, mi affaccio un attimo a guardare questo spettacolo della natura e mi rigenero», racconta. Mare, colline, montagne, sono tutte a un passo: tanti microclimi, tanta biodiversità e quindi un’ampia varietà di prodotti di altissimo livello che arrivano in tavola dalla Costiera e dal vicino Cilento.

E sono proprio loro i grandi protagonisti del Ristorante Belvedere e del Caruso Grill, nel segno della dieta mediterranea (Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità Unesco) che è ricchezza culturale legata al territorio, convivialità, stile di vita sano e condivisione.

A tu per tu con Armando Aristarco

Da Torre del Greco, dove ha iniziato seguendo le orme del padre, all’hotellerie di lusso in giro per il mondo: Aristarco negli anni è stato a Roma all’Aldrovandi con Oliver Glowing, a Milano al Park Hyatt con Andrea Aprea, in Bahrain al Ritz Cartlon, a Singapore al St. Regis, a Dubai all’Address Dubai Mall, finché dalla scorsa primavera è tornato al Caruso come executive chef dividendosi tra il Caruso Grill (classici della cucina napoletana) e il Ristorante Belvedere (reinterpretazioni della gastronomia locale).

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«Qui vogliamo esaltare la dieta mediterranea nella sua semplicità che è sinonimo di qualità: non troverete schiume, sferificazioni o strade che osano. Puntiamo piuttosto a un approccio conservativo del prodotto facendo ricorso a essiccazione, sotto sale, sott’olio. Nel caso de L’Agnello dei Monti Lattari (pancia, coscia, polpetta, filetto e porchetta, serviti con melanzane e provola di bufala del Cilento) abbiamo optato per la cottura sotto vuoto per preservare la consistenza della carne. Insomma usiamo la tecnologia solo dove necessaria», spiega lo chef, che aggiunge: «Tantomeno vogliamo mettere i nostri clienti a disagio dal punto di vista pratico: del tipo, un piatto che non si accompagna al boccone, un percorso da cui non si sa dove iniziare, sapori troppo complessi».

Sono pochi gli ingredienti che compongono le creazioni di Aristarco, quattro o cinque, ad eccezione della coloratissima insalata Campo Fiorito: una trentina di elementi tra frutta

e verdura, cotte e crude, che arrivano dalle pendici del Vesuvio e dalle pianure limitrofe. «Con il Parco Nazionale del Cilento abbiamo instaurato una partnership nel segno della dieta mediterranea: da lì ci arrivano delle materie prime d’eccellenza che prima neanche si conoscevano perché rimaste nascoste. Per me parte tutto dalla loro analisi, la tecnica viene solo dopo e deve mettere quanto più in risalto le caratteristiche organolettiche», le parole di Aristarco.

Sarà anche e soprattutto per le sue radici, quello che lo chef confessa di aver finalmente ritrovato al Caruso è il senso di comunità e di territorio: «Qui ho un rapporto diretto con i produttori e mando spesso in giro i miei ragazzi per vedere da vicino cosa significa la fatica e l’amore verso la terra. A quel punto si è portati a rispettare ancora di più quello che si ha tra le

mani. Qualche esempio? Le conserve di Maida, i legumi di Michele Ferrante, l’olio bio di Marco Rizzo, gli yogurt di bufala di Dispensa San Salvatore. Dietro a prodotti di altissimo livello ci sono delle persone, e allora si instaura tutto un altro feeling. Fare un menu su un catalogo, come mi succedeva nelle precedenti esperienze, è facilissimo perché si ha sempre tutto a disposizione. Oggi invece il pesce mi arriva fresco direttamente dai pescatori locali: se un giorno c’è maltempo le barche non escono e va trovata un’alternativa. Assecondare il meteo e la stagionalità è una sfida che per me vale la pena».

Trionfo della dieta mediterranea

Vista, gusto, tatto e olfatto trovano la loro apoteosi al Ristorante Belvedere. Il primo

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impatto è per gli occhi: la posizione a picco sul mare regala un panorama che lascia senza fiato. Seguendo la linea della costa lo sguardo si posa prima sui piccoli borghi marinari di Maiori e Minori, poi una curva sinuosa, e si prosegue verso Salerno finché a un tratto il blu del mare e l’azzurro del cielo si mescolano insieme e non si riesce più a distinguere la linea dell’orizzonte. Una volta seduti attorno ai coloratissimi tavoli in ceramica vietrese inizia la festa per le papille.

Il piatto più rappresentativo dello chef, come da lui stesso rivelato, è Nu’ Burdèll… Pasta e pesce: un mischiato di pasta di Gragnano cotto nel ristretto di pesce con crudo e cotto di mare (cozze, vongole, scampi, scorfano). Nel segno della tradizionale pasta a zuppa napoletana. Altro omaggio a Napoli è ‘E Raviol: ravioli fatti in casa con genovese di maiale, Provolone del Monaco Dop e carote

E se alla base della piramide che rappresenta la dieta mediterranea ci sono pasta, pane e riso, ampio spazio non poteva che essere riservato al pesce: ecco allora che in menu ci sono il Filetto di merluzzo con patate viola e colatura di alici di Cetara, la Spigola con riduzione di acqua pazza, radici di prezzemolo e aglio dolce dell’Ufita e il San Pietro con carciofo bianco di Pertosa e prezzemolo. Per concludere in dolcezza, anche i dessert sono a base di prodotti che richiamano e omaggiano il territorio: le star sono la Nocciola di Giffoni Igp, una delle varietà italiane più pregiate, e la crema pasticcera ai Limoni di Amalfi.

Nella carta dei vini (composta da oltre 400 etichette, italiane e internazionali) c’è tanta Campania, compresi i caratteristici vigneti eroici della Costiera Amalfitana che contribuiscono a rendere unico il paesaggio: come quelli delle Cantine Marisa

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Cuomo a Furore, arrampicati su rocce a strapiombo sul mare.

L’hotel, la sua storia e la piscina a sfioro

Oltre trecento metri di altezza separano il Caruso dal livello del mare ma dalla sua bellissima piscina a sfioro la sensazione è quella di potersi quasi tuffare tra le onde del Tirreno o di essere sospesi tra le nubi che risalgono dal basso nelle giornate più umide. Un effetto ottico che regala anche il vicino Pool Bar, aperto dal pranzo all’aperitivo: l’ora del tramonto è forse quella più suggestiva ed è l’occasione per rilassarsi sorseggiando uno dei drink ideati dal bar manager Tommaso Mansi

Quest’anno il suo fiore all’occhiello è il cocktail chiamato Mediterraneo, un twist

sull’Americano a base di Italicus (liquore al bergamotto), bitter Campari, Amaro Montenegro, spuma di acqua di pomodoro San Marzano, basilico fresco e buccia di limone. Anche questo, neanche a dirlo, un omaggio ai colori, profumi e sapori della dieta mediterranea. E se dovesse sopraggiungere anche la fame, probabilmente sarà “colpa” del profumo di pizza cotta al forno a legna nella cucina a vista die-

tro al bancone: tanti i condimenti, anche se resistere ai classici è difficile quando di fronte si hanno prodotti come la bufala del Caseificio biologico Unica e le provole affumicate del Caseificio Aurora ottenute con latte di vacca di razza Jersey.

Le attività: dalla gita in gozzo alle cooking class

Se stare tutto il giorno stesi sul lettino in piscina o nella spiaggia privata dell’hotel (al Lido degli Artisti, poco dopo Amalfi, c’è una piattaforma riservata agli ospiti raggiungibile con il servizio navetta) non fa al caso vostro, sono tantissime le attività organizzate dal concierge.

Tra queste le uscite in barca a bordo di un nuovissimo gozzo cabinato, l’Apreamare 35. Non resta che scegliere la meta: il fiordo di Furore, Positano, gli isolotti di Li Galli (in passato di proprietà del ballerino russo Rudolf Nureyev che ne fece il suo buen ritiro), le baie dove si ergono le torri di Montalto e Campanella costruite nel Cinquecento a difesa della pirateria saracena. In circa 45 minuti di navigazione si può raggiungere anche la Baia di Ieranto, unica insenatura della penisola sorrentina (parte dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella, è un bene sotto tutela del FAI) con vista sui Faraglioni di Capri. Secondo Plinio il Vecchio, fu qui che Ulisse incontrò le sirene durante il suo ritorno verso Itaca.

Altra esperienza nel segno della dieta mediterranea (ad alto tasso di benefici polifenoli) sono le degustazioni di olio Evo insieme a Marco Rizzo, giovane olei-

coltore cilentano impegnato nel recupero di una dozzina di cultivar autoctone - tra cui Nostrale di Felitto, Carpellese, Rotondella - con le quali produce quattro tipi di olio extravergine di oliva biologico estratto a freddo nel comune di Felitto, proprio a ridosso delle Gole del Calore.

Nel giardino dell’hotel, tra profumi di gelsomino, rose e zagare, Rizzo spiega come imparare a nebulizzare bene in bocca le particelle e i giusti abbinamenti in base ai piatti: Incipit (premiato dal Gambero Rosso tra i migliori Oli d’Italia nel 2018) per esempio ben si sposa con i crudi di pesce grazie ai suoi rimandi alle erbette di campo e alle foglie di pomodoro.

In quella che prima era la sala da tè del palazzo lo chef Aristarco organizza invece cooking class per imparare a fare la pasta all’uovo, la pizza e gli gnocchi: la data da segnare è il prossimo 17 settembre quando il Caruso Grill ospiterà i pro-

tagonisti della cucina del Cilento per un viaggio nei sapori più veraci della Campania tra viticoltori, esperti di olio d’oliva e maestri casari.

Per i più sportivi c’è anche la possibilità di percorrere il Sentiero delle Formichelle, circa 6 chilometri da Tramonti a Minori passando per terrazzamenti panoramici e antiche mulattiere: il nome rimanda alle donne che nell’Ottocento percorrevano questo tracciato per portare a valle pesanti ceste colme di limoni.

Caruso, A Belmond Hotel �� 089858801 ��www.belmond.com

IMPORT EXPORT INGROSSO ORTOFRUTTICOLO

CHeck-in • luglio/agosto 2023 33

Alla scoperta di Ravello

Se Amalfi da sempre ebbe una forte vocazione commerciale, Ravello si distinse nei secoli per la sua impronta aristocratica: la posizione sopraelevata non solo la rendeva meno esposta agli attacchi nemici ma all’epoca era anche segno di prestigio. Quando però la Repubblica di Amalfi fu distrutta da quella di Pisa nel 1135, la nobiltà iniziò poco a poco a spostarsi verso Napoli e Salerno. Ma l’impressione di quanta ricchezza e prestigio ebbe Ravello durante la sua storia è ancora tangibile: lo si nota dal tanto marmo che si incontra in chiese, abitazioni, palazzi e giardini, proprio perché durante il periodo della Repubblica Marinara le navi di ritorno ad Amalfi facevano tappa in ex siti greci e romani depredandoli del pregiato materiale.

di Beatrice Tomasini

Oggi Ravello è conosciuta come la città della musica e nel belvedere di Villa Rufolo anche quest’anno si terrà il Ravello Festival, alla 71esima edizione con grandi concerti sinfonici in omaggio a Richard Wagner. Nel maggio 1880 il compositore tedesco raggiunse a dorso di mulo il borgo marinaro, le cui bellezze paesaggistiche - è un tripudio di macchia mediterranea tra arbusti tipici come erica e corbezzolo, carrubi, olivastri, lecci - gli furono di ispirazione per il Parsifal.

Che siano di ispirazione per gli ospiti anche i Limoni Costa d'Amalfi Igp che al Caruso fanno trovare sempre in camera? I cosiddetti “sfusati amalfitani” dall’inconfondibile forma affusolata: serviti affettati, si mangiano con tutta la buccia e un pizzico di sale. Profumo intenso, polpa succosa, tanta vitamina C e oli essenziali. Di per sé già una vera e propria opera d’arte.

INDIRIZZI UTILI

Camo Ravello Tel 089 857461

Pascal Ceramiche d’Arte Tel 089 858576

Bottega Eva Caruso

Olio Rizzo Tel 333 5772480

Maida Tel 0828 722975

Funicchito Opere dal Cilento Tel 338 3423077

Erbe Cilento Tel 338 2141657

La Dispensa San Salvatore Tel 0828 1998888

Michele Ferrante Tel 081 0121375

G.ioi Piccolo salumificio artigianale Tel 097 4991135

Unica caseificio biologico Tel 089 2095086

Cantine Marisa Cuomo Tel 089 830348

CHeck-in • luglio/agosto 2023 37 Esperienza unica in Valpolicella a pochi passi da Verona e dal Lago di Garda tra piaceri termali, vigneti, botti,vini e sapori gourmet. villaquaranta.com
Vacanza a 5 stelle in Costiera Amalfitana
Ragosta Hotels Collection

Tour tra i gioielli della Costiera

Amalfitana per un soggiorno da sogno, tra relax e benessere, nelle due strutture a 5 stelle del gruppo Ragosta: Hotel Raito e Paradiso Relais

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La Costiera Amalfitana è la meta ideale in qualsiasi momento della stagione. I suoi paesi magnifici, le sue eccellenze enogastronomiche, la sua storia, sono tutti elementi che ne dimostrano il valore. La Costiera, è anche, una destinazione di lusso, merito dell'altissima qualità della sua accoglienza.

Un esempio? L'Hotel Raito e il Paradiso Relais, i due cinque stelle di Ragosta Hotels Collection.

Hotel Raito, 5 stelle di vera classe

L’Hotel Raito è un hotel di lusso a 5 stelle, affacciato sulla Costiera Amalfitana (Patrimonio Unesco) a Vietri Sul Mare (Sa), che offre agli ospiti un’accoglienza esclusiva di

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di Davide Di Vito

prim’ordine in perfetta simbiosi tra l’azzurro del cielo e del mare ed i colori lussureggianti degli agrumeti e vigneti per ammirare uno dei panorami più suggestivi del mondo.

La struttura, costruita sui terrazzamenti di Raito (frazione di Vietri sul Mare), dallo stile elegante e linee moderne, vanta 76 camere e suite con balconi privati e terrazze che si affacciano sulla Costa. Un luogo ideale per trascorrere ore in tranquillità o per vivere eventi di ogni genere, in un’ambientazione curata ed internazionale con ogni supporto hi tech e con uno staff cordiale e competente. Sorseggiare un drink o fare un aperitivo al profumo di agrumi affacciati sulla maestosa bellezza del mare vale di per sé la visita.

L’Hotel Raito è facilmente raggiungibile da Salerno e si trova a pochi km da altre suggestive mete del turismo internazionale come Positano, Amalfi, Pompei ed Erco-

lano. Rientra nei quattro hotel del Gruppo Ragosta Hotels Collection unitamente a Palazzo Montemartini a Roma, Paradiso Relais sempre a Vietri sul Mare ed il Laplage Resort di Taormina.

La cucina affascinante di Francesco Russo

In cucina, ad affascinare i commensali, ci pensa l’executive chef Francesco Russo, nel ristorante “Il Golfo”, pronto sempre a preparare piatti unici e di grande cifra stilistica, da stella Michelin, con piatti della tradizione mediterranea. Piatti di notevole caratura gourmet come ad esempio: la tartare di gamberi rossi con brodo di prosciutto, crostini alla colatura di alici ed olio al pino oppure un tataki di tonno servito con kiwi, pane di limone Sfusato Igp e stracciata di bufala campana. Per non parlare del polpo laccato con miele e aceto, scapece di zuc-

chine e frutto della passione. Un mosaico culinario che convince i sensi.

La pizza del maestro Antonio Petagna

Una struttura, quella dell’Hotel Raito, che è molto apprezzata anche per la pizza gra-

zie alla maestria del pizzaiolo Antonio Petagna che nello spazio “Grill”, vicino alle due piscine, è capace di emozionare con diverse pizze dagli abbinamenti interessanti

Vale la pena sicuramente assaggiare pizze come la Margherita ai 3 pomodori realizzata con sugo di pomodoro cotto, pomodoro San Marzano a filetti, pomodorini essiccati, fior di latte, oppure una pizza “Raito” (parmigiana di melanzane, moscardini alla Luciana, provola affumicata), mentre la Diavola 2.0 è ottenuta con pomodoro, soppressata paesana, peperoncino. All'uscita stracciata di bufala e filetti di peperoncino).

L'area relax, un mondo di benessere

All’interno dell’Hotel Raito si trova una vera oasi di pace e tranquillità con un’area be-

Francesco Russo e Antonio Petagna

LE CERAMICHE DI VIETRI

Il maestro Luigi Del Forno

Il nostro viaggio prosegue facendo un giro nel centro storico dove si può apprezzare la preziosa cupola maiolicata della chiesa di San Giovanni Battista che risale al periodo tardo rinascimentale napoletano. Un vero gioiello artistico. Ma per apprezzare la bellezza e la preziosità della ceramica artistica basta fare una visita al laboratorio del maestro artigiano Luigi Del Forno che lavora la ceramica con passione e dedizione, unitamente alla sua famiglia, per una tradizione che esiste a Vietri sul Mare da millenni. Un’arte conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo che risponde alla parola “Vietri” stampigliata su ogni oggetto di ceramica artistica. Manufatti pensati, disegnati con cura e creatività che rappresentano un’eccellenza mondiale.

nessere, ottimamente organizzata con uno staff altamente qualificato, per rigenerarsi nell’ExPure Spa.

Tra i servizi anche l’idromassaggio, due piscine esterne, l’irrinunciabile bagno turco, solarium, lettini sensoriali e docce emozionali senza tralasciare le cabine massaggi per usufruire anche di trattamenti personalizzati.

L’evento di riferimento

perl'HORECA delTRIVENETO

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Paradiso... a cinque stelle

A pochi passi dall’Hotel Raito sorge il Paradiso Relais 5 stelle, in una struttura dal design contemporaneo dall’atmosfera più intima e ricercata.

Un luogo ideale per trascorre un soggiorno di vacanza in relax scegliendo tra le diverse tipologie di camere che in tutto sono 22: Suite, Junior Suite e Deluxe con i comfort che spaziano, in base alla camera, dai salottini interni alle whirlpool esterne su terrazzi privati.

Un luogo che è una casa vacanze, una pregevole residenza estiva e un albergo di lusso.

44 CHeck-in • luglio/agosto 2023

Il talento del giovane Andrea Apuzzo

La cucina dell’Executive Longue Restaurant

è affidata al talento del giovane chef emergente Andrea Apuzzo che, con la sua verve culinaria di qualità, ha conquistato tutti. Infatti è possibile degustare piatti di pregevole fattura come: un crudo di tonno, colatura, cetriolo e pane alle olive nere, o un tonno rosso crudo leggermente marinato in salsa ponzu, colatura di alici e scorza di limone e gel di sfusato amalfitano salato. Salsa al cetriolo al naturale e sfoglia di pane alle olive nere. Un trionfo di gusto.

Ma è doveroso assaggiare anche il risotto con frutti di mare (cozze vongole e taratufi), ragù di seppia, seppia marinata al te nero, in mantecatura kombucha alla menta. A finire il piatto estratto di prezzemolo e dressing di pomodoro e glassa di scampi. E il dulcis in fundo del creativo chef Apuzzo è rappresentato da un plumcake allo yogurt, crema di ricotta, vaniglia e sciroppo d’acero, composta di pere al vino bianco, caramella di latte e pere e insalata di pere.

Accoglienza, ospitalità, grande cucina, benessere e competenza dello staff sono gli ingredienti di un soggiorno di qualità sulla Costiera Amalfitana firmato Ragosta Hotels Collection.

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Andrea Apuzzo
#Mauritius #BeachcomberExperience

The Art of Beautiful

Benvenuti nel nostro paradiso dove la bellezza del luogo si ispira alla grazia del cuore. I nostri artigiani colgono ogni singola occasione per trasformarla in un momento di puro stupore.

www.beachcomber.com

Siena e il Palio

Cultura, tradizione e patrimonio di un'intera città

Il Palio di Siena non è una manifestazio ne riesumata ed organizzata a scopo turistico: esso fa parte integrante della storia cittadina e del popolo senese nei molteplici aspetti in cui si è diversificato durante i secoli. La parola palio deriva dal latino “pallium” - drappo, assegnato nel Medioevo come premio al vincitore di una corsa di cavalli disputata in occasione di una tradizionale tipica festa nei liberi co muni del Nord e Centro Italia.

A Siena la corsa di cavalli in onore della Vergine Assunta - venerata come regina della città - era la “festa nazionale” della Repubblica. Il Palio, infatti, era il momento culminante delle celebrazioni dell’Assunta in programma il 15 agosto, al termine del la cerimonia dell’offerta dei ceri alla Ma donna da parte delle città, terre e castelli sottomessi alla Repubblica di Siena.

Questa corsa detta “Palio alla lunga” si svolgeva su un tracciato lineare che par tiva da un luogo fuori le mura della città e arrivava davanti al Duomo, come testimonia il documento più antico risalente al 1239. I cavalli utilizzati nel Palio erano i cosiddetti “barberi” (cioè berberi), cavalli di razza che, soprattutto nel XV secolo, appartenevano ad eminenti signori e nobili di tutta Italia: di Cesare Borgia, degli Este, dei Malatesta, dei Gonzaga, dei Colonna e di Lorenzo il Magnifico.

Nel 1633, a causa della peste che imperversava nella Penisola, i signori italiani non inviarono, come era loro consuetudi-

ne i loro barberi a Siena per il tradizionale Palio dell’Assunta alla lunga. Pertanto la Balia, il principale organo di Governo indipendente della Repubblica di Siena decise, in sostituzione di quello, di far correre il 15 agosto un Palio alla tonda in Piazza del Campo dalle Contrade con i cavalli

Fu soltanto nel 1656, ma più correttamente nel 1659, stando a quanto riportato dal Collegio di Balia, che si decise con una delibera della Biccherna di accettare la proposta dei Deputati della Festa di Proven-

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zano di stabilire che il Palio venisse corso ogni anno, anche "in onore della Visitazione di Maria a S. Elisabetta", ovvero il 2 luglio, data nella quale si celebrava il miracolo della Madonna di Provenzano, alla quale era stata innalzata una magnifica basilica ed alla quale dedicare la corsa. In tale anno venne dunque istituzionalizzato il Palio del 2 luglio con la regola fondamentale che a vincere il Palio è il cavallo e non il fantino: “Che quel cavallo che sarà il primo a passare il palco dell’Illustrissimi

Signori Giudici doppo la terza girata della Piazza, quello s’intenda haver guadagnato e meritato il Palio”.

Per festeggiare la propria vittoria nel Palio del 2 luglio la Contrada dell’Oca nel 1701 decise di far “ricorrere” un Palio. Ottenuta l’autorizzazione, la corsa fu disputata

il 16 d’agosto, perché il giorno precedente - l’Assunzione della Vergine - si teneva ancora l’antico Palio alla lunga. L’esempio dell’Oca fu seguito immediatamente dalle altre Contrade, e già l’Onda nel 1703, “in dimostrazione d’allegrezza del Palio da essa vinto” di luglio, ottenne di far ricorrere un Palio il 16 agosto “ad effetto d’accompagnare la pubblica Festa della città che si celebra il giorno dell’Assunzione di Nostra Signora”. Il Palio d’agosto è dunque dedicato alla Madonna Assunta, ma si corre tradizionalmente il giorno 16 per i motivi suddetti.

Nello stesso anno venne abolita la “frusta di sovatto” - una sorta di gatto a nove code - in uso dai fantini fin dagli inizi e fu ammesso solo il nerbo (uno scudiscio ottenuto da un fallo di bue essiccato), quello

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Per gentile concessione del Consorzio per la Tutela del Palio di Siena foto Mauro Agnesoni

Per gentile concessione del Consorzio per la Tutela del Palio di Siena foto Mauro Agnesoni

che ancora oggi è lecito. Il primo Regolamento del Palio, in 16 articoli, fu quello emanato dalla Biccherna il 7 maggio 1721, mentre in precedenza ad ogni Palio veniva affisso un bando composto da cinque o sei punti che dettavano le norme da osservare di volta in volta. Il Regolamento si rese necessario principalmente per fissare il numero di Contrade partecipanti in dieci per volta, poiché si era “riconosciuto non esser praticabile far correre diciassette Contrade alla volta”. Si rese così necessario provvedere a stabilire le Contrade partecipanti mediante un’estrazione a sorte, che si cominciò a tenere per ogni Palio. Quelle “rimaste nel bossolo”, cioè non estratte, avrebbero potuto partecipare di diritto al Palio successivo, senza distinzione tra luglio, agosto o altra data eventuale. Da allora in avanti si procedette così fino

CURIOSITÀ

Nel 2011 Siena ricorda un Palio che non fu corso: quello del luglio 1848. I soldi per organizzare la corsa furono devoluti ai giovanissimi combattenti (65 studenti dell’Università senese) che, nel corso della Prima guerra di indipendenza, avevano partecipato, il 29 maggio, alla battaglia di Curtatone e Montanara, presso Mantova. Il professore che comandava i senesi dice che i suoi ragazzi non sapevano marciare, e si disperdevano a caccia di donne e conclude che non c’era ombra di disciplina per tenerli a freno. Eppure sul campo di battaglia si sarebbero comportati eroicamente, bloccando l’esercito del maresciallo Radetzky.

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Il palio non corso del 1848

al 1747, quando le Contrade partecipanti al Palio d’agosto furono estratte tutte e dieci a sorte. Quindi il meccanismo delle Contrade non sorteggiate che correvano di diritto il Palio successivo riguardò solo i Palii di luglio, mentre per quelli di agosto si continuò con l’estrazione di tutte e 10 le partecipanti. Fu solamente dal Palio d’agosto del 1805 che il metodo di estrazione a sorte delle Contrade seguì lo stesso di luglio e da quella data si è proceduto così fino ad oggi.

Ogni Contrada

è un territorio a sé

Il territorio della città di Siena è diviso tra le sue mura in Terzi: Città, San Martino e Camollia al cui interno vi sono diciassette Contrade con confini stabiliti nel 1729 dal "Bando di Beatrice Violante di Baviera" Governatrice della Città; tali confini sono tutt'ora vigenti e sono una delle basi della

legislazione contradaiola. Ogni Contrada è come un piccolo stato, retto da un Seggio direttivo presieduto da un Priore, che in una Contrada ha il titolo di Rettore e in un'altra quello di Governatore.

Entro il loro territorio le Contrade possiedono una chiesa e una sede storica dove viene custodito tutto il patrimonio storico-artistico e culturale pervenuto nei secoli: dai drappelloni conquistati ai dipinti e gli affreschi, dagli antichi costumi fino a quelli in uso odierno, le antiche bandiere, l'archivio documentale e tutto quanto concerne la vita della Contrada nella sua dimensione antropologica. A Siena il Palio si vive tutto l’anno trovando però il suo massimo momento di "vita" nei cosiddetti "giorni del Palio" a cominciare dalla mattina del 29 giugno (per il Palio di luglio) e quella del 13 agosto quando si procede alla "Tratta", cioè all'assegnazione per sorteggio dei cavalli alle dieci Contrade partecipanti al Palio.

Per gentile concessione del Consorzio per la Tutela del Palio di Siena foto Mauro Agnesoni

Dopo la "Tratta", viene effettuata nel pomeriggio la prima Prova, poi nei giorni a seguire verranno corse le ulteriori cinque Prove delle quali, quella serale della vigilia del Palio prende il nome di "Prova Generale" e l'ultima, corsa la mattina del Palio, viene detta "Provaccia".

La tradizione in Piazza del Campo

Il complesso meccanismo della festa raggiunge il suo culmine con lo scoppio del mortaretto che annuncia nella Piazza del Campo l'uscita dei cavalli dal Cortile del Podestà detto "Entrone", dove ad ogni fantino viene consegnato un nerbo di bue con il quale potrà incitare il cavallo oppure ostacolare gli avversari durante la corsa. Dopo il saluto al Palco delle Comparse, i fantini avvicinano i cavalli alla "Mossa", ossia il punto dove sono stati tesi due canapi all'interno dei quali saranno chiamate ad allinearsi le Contrade. L'ordine di entrata, mentre nella Piazza regna un assoluto silenzio in un'atmosfera surreale, è stabilito dalla sorte secondo un meccanismo di estrazione attuato segretamente all'ultimo minuto e letto ad alta voce dal "Mossiere"; la decima e ultima Contrada

entrerà "di rincorsa" quando lo riterrà più opportuno decidendo così il momento della partenza e l'abbassamento dei canapi. Se la Mossa è valida i cavalli dovranno compiere tre giri di Piazza (1000 metri circa) e solo al primo arrivato sarà riservata la gloria della vittoria. Chi vince è infatti il cavallo anche se conclude la carriera "scosso", cioè senza fantino perché è caduto.

A seguire i contradaioli in giubilo ricevono il Drappellone al grido di "daccelo!! daccelo!!" indirizzato al "cencio" come affettuosamente viene chiamato il Palio e con quello, il fantino in trionfo e il cavallo si recano alla Basilica di Provenzano per il Palio di luglio o al Duomo per quello di agosto, per cantare solennemente il "Maria Mater" di ringraziamento alla Madonna.

È uno spettacolo unico, da brivido, un caleidoscopio di colori, di bandiere, di tamburi rullanti con tutto il popolo della Contrada in festa.

Poi ogni occasione sarà buona per ricordare alla città la vittoria conquistata sul Campo, fino all'autunno quando nel rione vittorioso e addobbato a festa, si svolgerà la "Cena della Vittoria" alla quale parteciperanno migliaia di contradaioli e, al posto d'onore, il cavallo vittorioso, vero e proprio ammirato eroe

Il Palio è una parodia della vita, con le sue speranze le gioie e i suoi dolori, è una battaglia dove uno vince e festeggia ed è padrone della città e chi perde “va a letto” si dice a Siena, una celebrazione secolare alla quale partecipa tutto il popolo se-

frigo2000.it
Food is art. Respect it.

nese e che ogni anno attrae e affascina migliaia di visitatori e stranieri da tutto il mondo.

Da una lungimirante idea di Guido Iappini, allora Rettore del Magistrato delle Contrade, nel giugno 1981 è nato il Consorzio per la Tutela del Palio di Siena come società cooperativa a responsabilità limitata e quindi, tra l’altro, iscritto alla Camera di Commercio. La decisione, presa a seguito della manifestazione unanime delle Assemblee Generali dei Popoli delle 17 Contrade convocate in contemporanea, determinò la nascita di un soggetto autonomo qualificato a salvaguardare all’interno e all’esterno l’immagine e la dignità del Palio, capace giuridicamente di essere il “braccio operativo” del Magistrato ed in grado di operare anche finanziariamente.

Dove dormire e dove mangiare a Siena

La città del Palio è anche sinonimo di buona cucina ed ospitalità, ecco quindi 6 indirizzi per viverla al meglio e sfruttare appieno le gioie della cucina e dell'accoglienza...

Hotel NH Siena Hotel Athena Grand Hotel Continental SaporDivino Restaurant PIAZZA DEL CAMPO Mangia Restaurant Fonte Giusta Trattoria

Grand Hotel Continental

Nel Palazzo Gori Pannilini, edificato intorno al 1501 su edifici preesistenti e presumibilmente realizzato nella forma attuale da Papa Alessandro VII, membro della potente famiglia dei Chigi, come dono di nozze per sua nipote Olimpia e il nobile Giulio de’ Gori nel 1677, il Grand Hotel Continental è l'unico hotel 5 stelle nel centro storico di Siena. Lo splendore degli spazi interni, impreziositi da inestimabili oggetti di antiquariato e dai pavimenti in cotto, splendidamente segnati da 500 anni di aristocratico calpestio, lo rendono un luogo raffinato e lussuoso in cui soggiornare per scoprire i tesori di Siena. Ognuna delle 51 camere e suite è un capolavoro ispirato al gusto della nobiltà del Cinquecento, la cui eleganza è in grado di soddisfare le aspettative del viaggiatore moderno catapultandolo in una sontuosa residenza privata con i servizi di un hotel 5 stelle lusso. Al Grand Hotel Continental l'eleganza, l'arte e il fascino della storia si trovano anche ai tavoli del ristorante gourmet Sapordivino, del Lounge Bar by Sapordivino e dell'esclusiva Wine Cellar by Sapordivino.

58 CHeck-in • luglio/agosto 2023
Grand Hotel Continental �� 057756011 ��collezione.starhotels.com

Hotel Athena

Serena e Marco Bianciardi, sorella e fratello, sono orgogliosamente alla conduzione da oltre due generazioni dell’Hotel Athena, 4 stelle: una storia dove amore e legame territoriale si intrecciano per dar vita ad un servizio alberghiero esclusivo e curato nei minimi dettagli.

Pensato per ospitare gli studenti universitari, proprio come un ateneo ed è da questo che ha preso il nome l’Athena, l’Hotel ha sposato la filosofia della sostenibilità ambientale e del basso impatto energetico.

L’anima eco-friendly si colora anche con l’illuminazione di lampadine a basso consumo energetico a LED e di neon, oltre ad un’attenta raccolta differenziata.

CHeck-in • luglio/agosto 2023 59
Hotel Athena �� 0578 321546 ��www.hotelathena.com

Nh Hotel Siena

L'hotel Nh Siena, precedentemente Nh Excelsior, si trova in una posizione ideale per i turisti che con una breve passeggiata possono raggiungere il cuore della città, con la sua profusione di opere inconfondibili, architettura gotica e caffetterie con dehors. L'hotel dispone di 129 camere decorate con gusto e dotate di moquette o parquet. La vista più gradevole è quella offerta dalle camere dei piani più alti, con scorci sul centro storico o sulla basilica di San Domenico. L’Hotel è bike-friendly con strutture e servizi speciali per gli ospiti che portano la bicicletta. Disponibile anche il noleggio di biciclette, per visitare al meglio la città e i suoi dintorni. Premiato con la certificazione ISO 14001 per l'impegno nella salvaguardia nell'ambiente.

60 CHeck-in • luglio/agosto 2023
Nh Hotel Siena �� 0577382111 ��www.nh-hotels.it
cuore
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eccellenza italiana.
partenopeo.

Sapordivino

Situato nelle splendide Sale Gori all’interno Grand Hotel Continental, dove l'eleganza dell'arredo e l’eccellenza del servizio celebrano un'atmosfera raffinata, lo chef Luca Ciaffarafà interpreta la cucina toscana tradizionale in maniera molto personale, attraverso un menu stimolante che racconta la storia gastronomica della regione, antica e moderna allo stesso tempo. Il suo stile, semplice ma pur sempre ricercato, è fortemente influenzato dalla storia e dalla geografia. Le sue basi poggiano sui prodotti agricoli locali, tra cui le carni di razze autoctone e un eccezionale olio d’oliva.

62 CHeck-in • luglio/agosto 2023
Sapordivino �� 057756011 ��collezione.starhotels.com

Ristorante Mangia

Al Ristorante dell’Hotel Athena potrai sperimentare i sapori toscani in ogni loro declinazione, anche quella più vegetariana, con i piatti tipici come la Ribollita e la Pappa al Pomodoro.

Il menu spazia dai grandi classici della tradizione toscana ai piatti più estrosi e moderni, fatti solo con prodotti del luogo, naturali e biologici.

Ogni giorno lo chef prepara gnocchi, pici e ravioli freschi, serviti con ragù di cinghiale o tartufo, oltre a ricette per i più piccoli, per vegani, diabetici e celiaci.

CHeck-in • luglio/agosto 2023 63
�� 0577286313 ��www.hotelathena.com/ristorante.html
Mangia

Trattoria Fonte Giusta

Uno stile culinario legato al territorio, con una perfetta conoscenza delle materie prime, è quello che caratterizza Giuseppe Chiarelli, chef conosciuto da tutti come Pino, e titolare insieme alla moglie Angela Faccioli della Trattoria Fonte Giusta. Ubicato nel centro storico della città del palio, a soli circa 500 metri da piazza del Campo, il ristorante dispone di una grande sala arredata con semplicità, nel classico stile toscano, ma ricca di atmosfera, grazia e personalità. Sapori autentici, modi garbati, atmosfera familiare sono le caratteristiche che identificano il ristorante Fonte Giusta. Lo stile culinario di Pino è legato al territorio con una perfetta conoscenza delle materie prime. È lui stesso che le acquista la mattina presto, selezionandole tra ciò che di meglio offre il mercato; per questo motivo il menu offre sempre interessanti variazioni ispirate dalla freschezza e reperibilità dei prodotti. Tra i piatti più richiesti pici al ragù di cinghiale, tortelli di melanzane e formaggio di fossa, la classica e richiestissima fiorentina, maialino da latte con patate, cinghiale con polenta. Qui, dove il tempo sembra essersi fermato per dare spazio ai piaceri della tavola, l’amore per la cucina ed il cibo è sempre presente nei colori delle stagioni e nella varietà tradizionale.

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Trattoria Fonte Giusta �� 057740506 ��www.fontegiusta.com

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CHeck-in • luglio/agosto 2023 65
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MontepulcianoParadiso del vino e della cultura

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Perla del Rinascimento toscano, situato tra Valdichiana e Val d’Orcia, patria del poeta umanista Agnolo

Poliziano, Montepulciano (Si) e il suo Vino Nobile, Docg di qualità, è un connubio che ha profonde radici storiche in questa area del sud - est della Toscana, già caratterizzata dalla straordina-

ria ricchezza di un patrimonio artistico e paesaggistico in cui si incontrano e si fondono un bellissimo territorio ed una conformazione architettonica del centro abitato rimasta inalterata dal 1580, dove nasce un vino di eccezionale pregio che fa apparire questa terra quasi come “privilegiata”.

Nel suo centro storico, in Piazza Grande, si affacciano tre secoli di storia dell’arte: il ‘400 con il Palazzo Comunale e la sua

CHeck-in • luglio/agosto 2023 67
L’enoturismo è un’esperienza in cui la degustazione delle produzioni vinicole si abbina alla visita dei luoghi e dei territori di produzione, alla conoscenza della cultura, delle tradizioni e della gente che qui vive

torre, il ‘500 con il “Pozzo dei Grifi e dei Leoni” e i palazzi rinascimentali, il ‘600 con il Duomo e la sua facciata incompiuta. Il Museo Civico Pinacoteca Crociani espone capolavori di scultura e pittura, tra cui un ritratto attribuito al Caravaggio e alcune terrecotte di Andrea della Robbia, mentre al fresco delle mura delle cantine riposa il rubino di questa terra: il Vino Nobile di Montepulciano, primo rosso italiano a ottenere il sigillo di qualità Docg.

Il pozzo dei Grifi e dei Leoni di trova in Piazza Grande nel piccolo slargo tra il Palazzo dei Nobili Tarugi ed il Palazzo del Capitano del Popolo, fu disegnato da Antonio da Sangallo all'epoca della sua permanenza a Montepulciano.

Inoltre, dal 24 maggio del 2022 il Vino Nobile di Montepulciano è la prima denominazione vitivinicola italiana a potersi fregiare del marchio di certificazione di sostenibilità secondo lo standard Equalitas (la norma tra le più rilevanti del genere).

Questo traguardo, che non riguarda solo il vino, ma l’intero territorio compresi i cittadini che ci vivono, è stato raggiunto grazie a un percorso di lunga durata, cominciato tanti anni fa dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, in tempi non sospetti.

«Il turismo del vino è una voce sempre più importante per l’economia del nostro territorio e ormai è una delle attrazioni principali, specialmente durante il periodo della vendemmia - ricorda Andrea Rossi, presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano - le nostre aziende offrono non solo vini di eccellenza, ma quasi tutte hanno potenziato l’offerta di ospitalità in cantina che non si ferma più alla semplice degustazione. Inoltre, sono molti gli agriturismi o le residenze inserite all’interno dell’azienda, un modo unico per vivere la nostra campagna godendo di un paesaggio unico».

Tante sono le iniziative promosse dalle cantine di Montepulciano per vivere il territorio, dai corsi di cucina nei quali imparare a cucinare i pici (la tradizionale pasta fatta a mano) e i condimenti principali (sugo all’aglione o di carne Chianina) fino a scoprire il territorio attraverso delle vere e proprie visite guidate in vigna con l’enologo che spiega la differenza tra i vari vitigni, ma anche il “terroir” dove questi vengono coltivati. Non mancano poi le cantine che durante il periodo estivo propongono arte in cantina o concerti, degustando i vini già pronti o vecchie annate.

Per gli appassionati di bici e turismo all’aria aperta, inoltre, c’è anche la possibilità di arrivare in cantina seguendo i “Sentieri del

Nobile” grazie al progetto Nobile Biking Nato dalla collaborazione tra Urban Bikery, giovane startup toscana focalizzata sul noleggio di e-bike, ed il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Nobile Biking ha l’obiettivo di raccontare per la prima volta, in modo innovativo, il trinomio vino, bici e territorio utilizzando strumenti di realtà virtuale e tecnologici.

Enoturismo a Montepulciano: un'esperienza indimenticabile

L’enoturismo per Montepulciano è un indotto importante visto che ogni anno sono oltre 350 mila i visitatori che visitano almeno una cantina del comune senese. Un punto strategico è l’Enoliteca del Consorzio del Vino Nobile, situata all’interno dell’antica Fortezza, restaurata anche grazie al contributo dei produttori, dalla quale passano

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Un viaggio enogastronomico e ciclistico tra cantine e natura

L’ORIGINALE PINSA ROMANA

Elevata idratazione

Leggerezza estrema

Croccantezza unica

Massima digeribilità

Alta qualità per un successo genuino

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LE FARINE LE BASI

ogni anno circa 50 mila appassionati (i numeri sono in costante crescita dalla sua apertura nel 2017) trovando una vetrina esclusiva di tutte le etichette della denominazione.

Qui i wine lover arrivano ormai da tutto il mondo: tra le provenienze consolidate gli Stati Uniti, seguiti da tedeschi, olandesi ed italiani.

L’enoturismo è la formula che più piace ai visitatori da tutto il mondo, che scelgono la meta delle proprie vacanze in base all’offerta di prodotti tipici gastronomici e vinicoli. Certo è che, se il numero dei turisti attirati dal wine & food cresce, cresce anche di riflesso il numero di mete che

offrono delle vere “wine experience”. A guidare i food e wine lovers ci ha pensato il magazine economico Usa Forbes, che ha stilato una lista delle mete delle imperdibili dell’enoturismo.

Tra le location assolutamente da visitare inserite nella lista, che ha utilizzato come parametro il connubio di tre proprietà fondamentali: paesi, graziosi, paesaggi (con vigneti) mozzafiato e ottime annate di vini, più o meno famosi, vi è Montepulciano, unione perfetta di bellezza di borgo medievale, carico di storia e tradizione, e di cantine e wine bar, in cui degustare i suoi fiori all’occhiello, sia tra i vicoli del centro storico sia immersi nella natura e le colline

Montepulciano Gli indirizzi da non perdere

Villa Benefizio Albergo Duomo
Vecchia Cantina di Montepulciano
De' Ricci Cantine Storiche La Combarbia Talosa Osteria Del Conte Enoteca La Dolce Vita L'Altro Cantuccio Le Logge del Vignola

L'Altro Cantuccio, dove storia e modernità si incontrano a tavola

Ospitato nella parte più bassa di Montepulciano, il ristorante L'Altro Cantuccio è frutto di un accurato restauro con elementi che sanno di Toscana autentica intercalati da arredi e decori delicati e moderni. All’ingresso del ristorante il bancone del bar ricorda le tipiche osterie toscane mentre nella sala principale un antico caminetto fa da contrappunto a tavoli realizzati in pietra lavica e sedie Kartell. A completare lo spazio de L’Altro Cantuccio c'è la taverna, un ambiente più intimo con soffitto a botte e pochi coperti.

In questa accogliente location, i cui interni raccontano secoli di storia, Mattia Putzulu e la compagna Monica hanno dato vita, poco più di un lustro fa, ad un ristorante apertamente moderno, con necessari richiami alla cucina tradizionale, dividendosi i compiti nella gestione del locale, lui in cucina e lei in sala ad accogliere i clienti ed informarli sulle etichette presenti nella loro curata carta dei vini. Ad arricchire il menu, Mattia ha studiato anche una ricetta, un poema e gusto, diventata in breve tempo il titolo di un nuovo piatto signature del locale gli Spaghetti all'aglione nero, burrata, rafano e bottarga di Chianina.

74 CHeck-in • luglio/agosto 2023
L'Altro Cantuccio Ristorante �� 0578 758364 ��www.laltrocantuccio.it

Le Logge del Vignola: un'oasi gastronomica tra eleganza e creatività

Situato nel cuore del centro storico di Montepulciano, di fronte al noto loggiato attribuito al Vignola, il ristorante Le Logge del Vignola dispone di due accoglienti ed eleganti salette interne e di una terrazza dove poter gustare i piatti di una cucina toscana rivisitata con gusto dal giovane ma navigato chef Carlo Gutierrez, da oltre un lustro ai fornelli del locale. Insieme a lui, vi sono oggi anche due giovani sous chef Cristian e Mattia.

Una brigata formata con grande professionalità da Massimo Stella, patron delle Logge del Vignola, che come un bravo direttore d’orchestra detta i tempi per un perfetto coordinamento tra la sala e la cucina, grazie anche a Virginia, la giovane figlia di Massimo, che con cordialità e simpatia accoglie gli ospiti e li consiglia anche delle specialità fuori menu. La stagionalità delle materie prime è il punto di partenza della cucina, con prevalenza dei prodotti del territorio ai quali si aggiungono specialità extramoenia. Proposte gastronomiche piacevoli sia alla vista che al palato, come i Cannoli con tartare d’oca al Vinsanto, verdure, salsa verde, polvere di pelle arrosto.

CHeck-in • luglio/agosto 2023 75
Le Logge del Vignola �� 0578 717290 ��www.leloggedelvignola.com

Il piacere della cucina locale e dei vini selezionati a La Dolce Vita

Nata nel 2005 all'interno di un edificio storico di rara bellezza risalente al 1200 La Dolce Vita dispone di 160 mq espositivi di enoteca, dove troverete oltre 600 etichette del territorio, del panorama enologico italiano e non solo.

I tavoli collocati nel locale circondati dalle bottiglie e la saletta interna ricavata interamente nelle rocce tufacee, sanno regalare piacevoli emozioni agli ospiti che degustano i piatti della cucina con un buon bicchiere di vino, momenti romantici e di relax.

Piatti semplici ma fedeli alla cucina del territorio dove non mancano spunti di innovazione e fantasia da parte dei giovani cuochi. Ampia è la carta dei vini al bicchiere mentre quella dei vini in bottiglia è l’enoteca, dove l’ospite può scegliere il prodotto che vuole degustare al tavolo allo stesso prezzo dell'asporto.

76 CHeck-in • luglio/agosto 2023
Enoteca La Dolce Vita �� 0578 758760 ��www.enotecaladolcevita.it

Esperienze magiche nell'Osteria del Conte

Arrivare nel cuore di Montepulciano, città dalle sensazioni magiche, già di per sé rappresenta un viaggio attraverso i sensi. La vista, l’olfatto, l’udito. Dopo qualche serpentina in un’erta caratterizzata da un panorama mozzafiato che non nasconde certo il Tempio di San Biagio, capolavoro del Sangallo, ecco che passando da una porta, fiancheggiando la Fortezza di Montepulciano, baluardo della cittadina del Poliziano, si incontra l’Osteria del Conte. Qui, Lorena e il figlio Paolo, dopo tanti anni nel settore dell’enogastronomia e della ristorazione, hanno deciso di dare vita a questo piccolo e accogliente locale dove chi vi arriva può completare il viaggio dei sensi unendo ai precedenti tre il tatto e il gusto da ritrovare nei semplici, ma prelibati piatti della tradizione senese.

A caratterizzare la qualità dei piatti una scelta minuziosa delle materie prime rigorosamente del territorio, di stagione, così come di stagione sono i piatti serviti. Il tutto accompagnato da una selezionata scelta di vini, toscani per la quasi totalità, tra cui spicca il Nobile di Montepulciano.

CHeck-in • luglio/agosto 2023 77
Osteria Del Conte �� 0578 756062 ��www.osteriadelconte.it

Albergo Duomo: un'oasi di tranquillità nel cuore di Montepulciano

Ubicato nel centro storico di Montepulciano, a pochi passi da Piazza Grande, Albergo Duomo è un accogliente e piccolo albergo a gestione familiare, situato all’interno di un antico palazzo rinascimentale.

La caratteristica che lo contraddistingue ormai da molti anni è l’attenzione che viene riservata agli ospiti, che permette loro di soggiornare in un ambiente pervaso da un’atmosfera del tutto intima e rilassante.

Le camere, tutte arredate rispettando i principi dell’arte povera toscana, sono dotate in più di televisione satellitare, telefono, phon e frigobar, in modo da non rinunciare al comfort seppur immersi in un’atmosfera semplice e familiare.

78 CHeck-in • luglio/agosto 2023
Albergo Duomo �� 0578 757473 ��www.albergoduomomontepulciano.it

Villa Benefizio e il suo centro benessere esclusivo

Sulla sommità di una collina vicino a Montepulciano attorno ad una torre di guardia del XVI, che è ben visibile nelle strutture murarie del manufatto costruito nella sua parte più recente, nel XVII sec., sorge Villa Benefizio. Un recentissimo restauro di questa esclusiva residenza ha riportato alla luce le antiche strutture che oggi si integrano perfettamente con quanto di più moderno vi possa offrire un luogo dove imparare a riprendersi cura di sé stessi, del proprio corpo e della propria mente. Un ambiente raffinato ed esclusivo, in una zona panoramica a circa 3Km dal centro di Montepulciano, un luogo nel quale trascorrere un piacevole soggiorno di vacanza o di lavoro. Villa Benefizio è dotata di Centro Benessere privato, piscina panoramica e parco.

CHeck-in • luglio/agosto 2023 79
Villa Benefizio Resort �� 0578 321546 ��www.villabenefizio.com

La Cantina De’ Ricci: un tuffo nella storia del vino a Montepulciano

Palazzo Ricci, uno dei più bei palazzi rinascimentali della città poliziana, fu commissionato dal Cardinale Giovanni Ricci nel 1534 al miglior architetto del momento, il senese Baldassarre Peruzzi e fu finito di costruire nel 1562. La Cantina De' Ricci fu parte del progetto del Palazzo, realizzata su precedenti strutture medioevali; infatti, sono stati ritrovati documenti in cui si dice fosse costruita seguendo le antiche regole degli statuti di Montepulciano del 1337. Nel 1959 per volere del Marchese Giulio Ricci, la Cantina cambia nome e fino ad oggi era conosciuta come “Cantina Redi”. L’attuale proprietaria, la famiglia Trabalzini, ha scelto di ritornare alle origini e di far ricordare ancora oggi la Famiglia Ricci, che è stata una delle più rappresentative del paese, sia per quello che ha dato al vino, sia a Montepulciano.

80 CHeck-in • luglio/agosto 2023
De' Ricci Cantine Storiche �� 0578 757166 ��www.cantinadericci.it

Combarbia: la passione per il vino tramandata da generazioni

L'azienda agricola Combarbia nasce all’inizio degli anni Sessanta per iniziativa di Novilio Mariani, che, stabilitosi con la famiglia in località Cervognano di Montepulciano e precisamente in quella che nelle antiche mappe catastali è indicata come “Villa Elvira”, si dedicò per primo della sua famiglia, alla produzione del vino. Nel 2016 la passione per questa attività spinge il Gabriele Florio, nipote acquisito di Novilio, a prendere in mano l’azienda con il proposito di continuare l’attività del fondatore, ma anche quello di rinnovare: esempio la nuova sede della cantina, o il proposito di usufruire delle nuove e più moderne tecniche di coltivazione della vite e di vinificazione. Il nome dell’azienda “Combàrbia” è una parola che significa letteralmente un “crocicchio di strade”, un luogo dove più strade si riuniscono e dal quale si diramano, dando la possibilità a chi si trova in questa confluenza di scegliere il percorso da seguire.

CHeck-in • luglio/agosto 2023 81
La Combarbia �� 329 8216540 ��www.lacombarbia.it

Un tesoro sotterraneo: la bottaia della Vecchia Cantina di Montepulciano

Fondata nel 1937 su iniziativa di quattordici produttori pionieristici, la Vecchia Cantina di Montepulciano comincia la sua storia produttiva nel 1940 con il primo imbottigliamento. Superati i momenti difficili del secondo conflitto mondiale e la riorganizzazione della proprietà terriera degli anni ’50, nei due decenni successivi la Cantina assume il ruolo di vera e propria spinta propulsiva per l’intero territorio. Un ruolo che, per altro, mantiene ancora oggi. Ciò che ha maggiormente contribuito a rendere così importante questa cooperativa sono le persone che, pur nei grandi numeri, rispecchiano fedelmente la valenza umana di questo storico marchio. La sede della Vecchia Cantina di Montepulciano, costruita nel 1970, è situata alle porte della città e ospita uffici, magazzini, vasche per lo stoccaggio, linea di imbottigliamento, punto vendita e la splendida bottaia sotterranea di 2800 mq.

82 CHeck-in • luglio/agosto 2023
Vecchia Cantina di Montepulciano �� 0578 716092 ��vecchiacantinadimontepulciano.com

Talosa: tre generazioni di passione e dedizione

La famiglia Jacorossi è proprietaria di Talosa dal 1972 e da tre generazioni si impegna con amore, passione e dedizione a portare l’azienda ai vertici dell’enologia Italiana. Tutto è cominciato con Angelo Jacorossi, noto imprenditore romano, con un forte legame con la terra. Proprio questo legame lo spinse ad investire in questa attività e dopo lunghe riflessioni identificò in questo splendido territorio lo sfogo di questa passione. Ettari di vigneto in una tra le più belle zone di Montepulciano ad una altitudine di 350-400 mt s.l.m. che vengono coltivati con attenzione maniacale. Il centro di vinificazione si trova in prossimità dei vigneti perchè le operazioni di raccolta e lavorazione delle uve si possano svolgere in modo rapido e funzionale, mentre la principale cantina di affinamento in legno è situata nel centro storico di Montepulciano.

CHeck-in • luglio/agosto 2023 83
Talosa �� 0578 757929 ��www.talosa.it

Podere Casanova Wine Art Shop, dove vino e arte si incontrano

Né un’enoteca, né una tradizionale galleria artistica, ma un luogo d’incontro piacevole ed informale all’insegna del vino e dell’arte: è il Podere Casanova Wine Art Shop, che sorge nel centro storico di Montepulciano nella centralissima via di Gracciano del Corso. Nei lavori di ristrutturazione che hanno coinvolto il podere nulla è stato aggiunto, ma si è valorizzata la struttura originaria del posto, lunga e stretta, che dalla strada si insinua nel cuore della roccia su cui è costruita Montepulciano. Nella ristrutturazione i proprietari Susanna e Isodoro Rebatto (imprenditori veneti impegnati nel campo dell’energia pulita) hanno voluto riportare nel centro di Montepulciano l’atmosfera e lo stile di Podere Casanova, riprendendo materiali, colori, grafica che caratterizzano la cantina e la Wine Room di località Tre Berte, affacciata sui vigneti. Al Podere Casanova Wine Art Shop si degustano in relax le etichette della gamma aziendale mentre si ammirano i quadri esposti e ci si ferma per un gustoso break con taglieri di salumi e formaggi del territorio.

84 CHeck-in • luglio/agosto 2023 Pangiallo
Podere Casanova Wine Art Shop �� 335 5248000 ��www.poderecasanovavini.com

LA PESCA IN ALASKA È SEMPRE SOSTENIBILE

Tutto il pesce dell’Alaska è selvaggio, pescato in alto mare con le reti o con la lenza a seconda della specie e della zona. L’Alaska è l’unico stato la cui Costituzione dal 1959 detta le norme per una pesca responsabile e sostenibile. Una pesca sostenibile è una garanzia che vede coinvolti non solo i pescatori ma anche i trasformatori, gli scienziati e le forze dell’ordine. In questo modo vengono infatti tutelate le piccole imprese famigliari e tutti i lavoratori del settore che, con grande senso di responsabilità, operano per un buon andamento dell’economia e con un importante obiettivo, quello di evitare gli sprechi, garantendo la sopravvivenza delle specie e il benessere dell’ecosistema. In Alaska il futuro degli stock ittici e dell’ambiente sono più importanti delle opportunità immediate della pesca commerciale. Le zone di pesca sono gestite in modo da garantire una fornitura sostenibile dei prodotti ittici provenienti dalle acque dell’Alaska così come imposto dalla Costituzione dello Stato.

La pesca del salmone dell’Alaska è certificata da organismi indipendenti come pesca sostenibile sia dal Programma Responsabile della Pesca in Alaska, sia dal Marine Stewardship Counsil.

LE DIFFERENTI SPECIE DELL’ALASKA

La popolazione di salmoni selvaggi dell’Alaska è la più grande del mondo. Nelle acque dell’Alaska vivono cinque specie di salmone: reale, argentato, rosso, keta e rosa. Nessuna specie di Salmone in Alaska è in pericolo di estinzione.

Visitando www.alaskaseafood.it conoscerete tutte le informazioni sui pesci dell’Alaska, sui ristoranti italiani che lo cucinano, troverete ricette sulle varie preparazioni, e tante altre notizie.

WWW.ALASKASEAFOOD.IT
#fishingforthefuture #findyourfish #sostenibilità

Spiagge italiane

Stai pianificando una vacanza al mare?

Abbiamo selezionato per te 45 spiagge tra le più belle in Italia. Ce n'è per tutti i gusti:

lunghe distese di sabbia finissima, cale nascoste e isolate o luoghi iconici dove sfruttare al meglio la bellezza delle nostre coste

San Fruttuoso

Varigotti

Alassio

Baia di Paraggi

Baia del Silenzio

Versilia

Baratti

Bibione

Caorle

Jesolo

Cavallino-Treporti

Sottomarina

Baia di Portonovo

Numana

Due Sorelle

Spiaggia delle Ghiaie

Cala Violina

Cala del Gesso

Punta Aderci

Termoli

La Pelosa

Cala Mariolu

Cala Goloritzé

Porto Giunco

Ischia

Baia di Trentova

Baia delle Sirene

Positano

Marina di Camerota

Praia a Mare

Tropea

Torre dell'Orso

Baia dei Turchi

Porto Selvaggio

Punta della Suina

Scalea

Maldive del Salento

Caminia

Tuerredda

San Vito Lo Capo

Mondello

Scala dei Turchi

Spiaggia dei Conigli

Capo Vaticano

Isola Bella

Salento

1. Spiaggia di Punta della Suina

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2. La Baia dei Turchi

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3. Le Maldive del Salento

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4. Porto Selvaggio

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5. Torre dell'Orso

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Sicilia

1. San vito lo capo

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2. mondello

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3. Scala dei Turchi

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4. Isola bella

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5. Spiaggia dei Conigli

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Calabria

1. Tropea

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2. Capo vaticano

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3.Caminia

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4. Praia a Mare APPROFONDISCI

5. Scalea

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Liguria

1. Varigotti

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2.Baia di Paraggi

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3. Baia del Silenzio

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4. Alassio

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CHeck-in • luglio/agosto 2023 113

5. S an Fruttuoso

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I MAESTRI DEL DESSERT PRESENTANO

La Nonna 4.0

Sfoglia il nuovo catalogo Primavera Estate 2023.

Morbidi Pan Di Spagna profumati alla vaniglia si alternano a una golosa crema pasticcera ai limoni di Sicilia, panna fresca, un croccante crumble e pinoli tostati

Campania

1. Positano

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2. Baia delle Sirene

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3. Marina di Camerota

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4.Baia di Trentova

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5. ischia

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Toscana

1. Sp iaggia delle Ghiaie

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2. baratti

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CHeck-in • luglio/agosto 2023 125 DALLE ORE 10:00 ALLE ORE 20:00 Il servizio mescita terminerà alle ore 19:30 * * edizione INTERNAZIONALE a 16 I Grandi Vini d’Italia e del Mondo 16 e 17 SETTEMBRE 2023 VILLA FARSETTI SANTA MARIA DI SALA - VENEZIA 25 Paesi del Mondo Ospitati Espositori 141 Etichette di Vini 400 4 Master Class 8.000 Bottiglie da Stappare 70 Prelibatezze Gastronomiche CabernetSchraderCellars SassicaiaSauvignon 2018 Chateaud’Yquem 2015 ChampagneCristal Millèsimè2014 Sassicaia2019 ChâteauLéoville Barton2016 *Codice sconto 15% IAT2023

3. Cala Violina

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4. Versilia

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5. Cala del gesso

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Sardegna

1. l a pelosa

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2. Go loritzé

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3. Tuerredda

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4. Porto Giunco

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3. Cala Mariolu

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Veneto

1. Caorle

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2. sottomarina

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3. jesolo

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4. Bibione

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5. Cavallino Treporti

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Adriatico

1. Numana

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2. Punta Aderci

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CHeck-in • luglio/agosto 2023 145 www.vinidabruzzo.it
dispenser studio.it
Spumante d’Abruzzo DOC. Trabocco, le bollicine con il mare dentro.
“Attività realizzata con il contributo del MASAF, ai sensi del decreto direttoriale n. 553922 del 28 ottobre 2022 (cfr. par. 3.3 dell’allegato D al d.d. 302355 del 7 luglio 2022).

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venerdì Tutti i Mercati: dal lunedì al sabato.
anche dal lunedì al
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Benvenuti nel nostro paradiso dove la bellezza del luogo si ispira alla grazia del cuore. I nostri artigiani colgono ogni singola occasione per trasformarla in un momento di puro stupore.

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Val d'Astino e Polenta e osei BERGAMO

Prosegue la nostra rubrica Bergamo e Brescia tra storia e cibo, nata per celebrare le due città, le loro tradizioni e la loro cucina nell'anno della Capitale della Cultura.

Un excursus che lega un monumento storico di ognuna delle due città ad un piatto o un prodotto tipico andando a creare una sorta di fil rouge tra Cultura e Cucina perché, come diciamo da sempre, la Cucina con la C maiuscola è un aspetto fondamentale e fondante della Cultura di una città e del suo territorio, così come lo sono la storia e i monumenti che punteggiano e definiscono il tracciato urbano.

Questa volta è il turno, per Bergamo, di Val d'Astino e Polenta e osei

Il monastero, la chiesa e Napoleone

Non ci avevano visto male i monaci vallombrosani quando nel lontano 1107 hanno scelto la Val d’Astino, adagiata tra il bosco dell’Allegrezza e il colle della Benaglia, per costruire il loro monastero e la chiesa annessa, chiamata del Santo Sepolcro. Tra questi edifici religiosi e il territorio si è da subito creato un legame strettissimo, al punto che il nome Astino viene oggi usato indistintamente per indicare la valle o il complesso monumentale che vi sorge.

Il monastero di Astino nella seconda metà del Quattrocento acquisisce terreni in tutta la provincia. Nel 1170 viene consacrata la chiesa, che dal 1540 circa fino alla fine del secolo è ristrutturata e rinnovata: si completano l'ala est, le sale interne dell'ala sud e si costruisce il possente torrione an-

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golare di sud-ovest, che ancora oggi svetta alto in mezzo alla valle.

La chiesa annessa, del Santo Sepolcro, ha una particolare struttura a croce commissa (pianta con un’unica navata che termina nel transetto) modificata dall’aggiunta di un coro profondo durante il Rinascimento. Chi la visita vi può trovare non uno, ma ben tre altari: quello maggiore, in posizione leggermente sopraelevata, poi l’altare di San Martino e quello degli Evangelisti, entrambi anteriori al 1140.

La storia del complesso subisce una svolta con l'arrivo di Napoleone, nel 1797: viene soppresso e trasformato in manicomio prima e in azienda agricola poi; nel 1923 è infine venduto ai privati.

Nel 2007 viene acquistato dalla Congregazione della Misericordia Maggiore, che ha restaurato integralmente la chiesa nel

2013 e sta completando il ripristino del monastero, riportando alla luce la bellezza di molte sale conventuali e degli affreschi finora celati sotto uno spesso strato di intonaco bianco steso tra Otto e Novecento. Tra questi, la raffinata Ultima Cena, eseguita per il refettorio del monastero dal fiorentino Alessandro Allori. Nell’occasione della manifestazione di Expo 2015, il monastero è tornato un luogo vissuto e molto visitato: è stato infatti sede di numerosi eventi, mostre e iniziative legate al tema del cibo, del vino e della nutrizione in generale che hanno visto la partecipazione di tantissime persone

Gli ampi prati attorno agli edifici religiosi sono stati pacificamente invasi da chi voleva godersi l’incanto di questa valle, mentre i campi circostanti costituiscono un ottimo esempio di come la biodiversità possa essere una strada concretamente percorribile nell’agricoltura moderna.

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Polenta e osei, il territorio nel piatto

Polenta e osei è un piatto tipico della cucina bergamasca e bresciana. Con questo nome vengono denominate due preparazioni molto diverse tra loro. Infatti ne esiste sia una versione dolce che una salata. In questo articolo vi illustreremo la preparazione della seconda.

Questo piatto ha per protagonisti, da una parte la polenta preparata nel modo classico e dall'altra gli osei, ossia uccellini come allodole, beccafichi o tordi. Questi vengono cotti insieme in una casseruola con il burro (abbondante) e la salvia.

Una pietanza molto bella da vedere, tipica delle cene invernali, di solito presentata su un grande piatto di portata con al cen-

tro gli uccellini circondati dalla polenta. Per preparare la polenta e osei bastano pochi, selezionati ingredienti. Prima di tutto la farina di mais e l’acqua bollente (500 gr di farina per 2 litri di acqua), ai quali va aggiunto un cucchiaio raso di sale grosso.

Poi servirà procurarsi gli uccellini: allodole, beccafichi o tordi. Si possono trovare già pronti per la cottura, che dovrà avvenire in un bel tegame ampio con burro e salvia

Se le dimensioni degli uccellini non sono troppo grosse, dieci minuti a fuoco medio - girando e rigirando di tanto in tantobasteranno per portare a cottura la carne.

Il tutto andrà servito ben caldo, in un piatto comune

La Brescia Romana e il Bossolà

Bossolà

Ricetta realizzata da Carlo Bresciani dell'Antica Cascina San Zago di Salò (Bs)

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Ametà del cammino di Bergamo-Brescia, Capitale Italiana della Cultura non poteva mancare una dolce pausa in concomitanza con l’arrivo a Brescia, a metà luglio, dal Museo Archeologico di Roma, della splendida statua del "Pugile", che dialoga con l'impareggiabile "Vittoria Alata". Due bronzi, Patrimoni dell'Umanità, due capolavori assoluti dell'arte universale da non perdere lungo il corridoio Unesco che unisce idealmente, per un chilometro, il cuore storico longobardo-romano della Leonessa.

Si parte dal Capitolium, passando per il Teatro Romano, per raggiungere San Salvatore e Santa Giulia a breve distanza dalla Pinacoteca Tosio Martinengo. Nel mezzo, altre due originali chicche: "I Sogni di Gloria" di Davide Rivalta, 14 sculture monumentali nel parco del Castello, e le

video installazioni del pioniere della video arte, Fabrizio Plessi, che "Sposa Brixia".

Insomma, la Capitale non dà tregua nemmeno nei giorni del feroce caldo estivo. Giusto quindi fermarsi, anche per far godere il palato con il dolce Bossolà, che qualcuno, con reminiscenze antiche, insiste nel chiamare Bussolà.

Bossolà, il cuore dolce dei bresciani

Anzitutto un chiarimento per non confonderlo con altri dolci e versioni varie, si chiama Bossolà. Che, per essere sinceri e chiari, è una semplice e deliziosa "ciambellona" lievitata con un buco nel mezzo.

Ne parliamo prendendo spunto dal dettagliato volumetto di Giovanni Brondi e Marino Marini, "Bossolà di Brescia. Storia, futuro e realtà di un dolce d'eccellenza".

Da dove derivi questo nome con precisione non è chiaro. Il re dei pasticceri, il

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brescianissimo Iginio Massari, «insiste a sostenere - scrivono Brondi e Marini - l'origine celtica del nome citando un modo di dire bresciano bés embesolàt, che indica la posizione del serpente attorcigliato su se stesso. Massari cita altre denominazioni popolari riferibili al serpente: basilisco, bès galilì...».

Comunque sia, le origini risalgono alla notte dei tempi e la "ciambella" era diffusa tanto fra la gente comune quanto fra i nobili vista la semplicità degli ingredienti Se ne parla, con certezza, per la prima volta nel 1693. Cosimo III De Medici ringrazia il Conte Calini per alcune cose buone inviategli, fra cui, appunto, «la bottatrise, un dolce di straordinaria delicatezza»

Certo è che i bresciani, sostengono Brondi e Marini, stanno perdendo la tradizione di questo dolce, che si consuma solitamente nelle festività natalizie e in primavera. «Da una indagine - si legge nel volumetto - su un campione di 1000 persone, abbiamo scoperto che una persona su cinque non conosce il Bossolà (addirittura non conosce nemmeno la parola). Tra i giovani al di sotto dei 40 anni non lo conosce uno su tre e tra gli over 70 uno su otto». Verrebbe da dire: "Nemo propheta in patria!"

CHeck-in • luglio/agosto 2023 159 Un Lugana al femminile Tenuta Roveglia Loc. Roveglia 1 | Pozzolengo (BS) | tel. +39 030 918663 info@tenutaroveglia.it | www.tenutaroveglia.it

Sicilia

Parchi regionali Meraviglia a cielo aperto

Sono ben quattro: il Parco dell’Etna, quello delle Madonie, Nebrodi e il Fluviale dell’Alcantara. Un concentrato di vallate, colline, foreste, catene montuose e altri scenari di rara bellezza e di importanza geologica

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Parco dell'Etna

La Sicilia è un territorio completo. Certo, un’isola con spiagge e località balneari. Ma non solo. È molto di più. È ricca di storia, cultura, tradizioni e varietà naturali. Nelle sue zone interne si alternano vallate, colline, foreste, catene montuose e tanti altri scenari di rara bellezza e di incommensurabile importanza geologica.

Proprio per preservare la ricchezza e l’importanza di questi territori, nel corso degli anni sono stati istituiti i Parchi regionali naturali di Sicilia. Sono ben quattro: il Parco dell’Etna, il Parco delle Madonie, il Parco dei Nebrodi e il Parco Fluviale dell’Alcantara

Il Parco dell'Etna

Il Parco dell’Etna è stato il primo a essere istituito in Sicilia, nel 1987. L’Etna non è soltanto il vulcano attivo più alto d’Europa, ma una montagna dove sono presenti colate laviche recenti (in cui non si è ancora insediata alcuna forma di vita) e altre antichissime, su cui si trovano formazioni naturali di grande importanza. Per proteggere questo ambiente naturale unico e lo straordinario paesaggio circostante, marcato dalla presenza dell’uomo, il Parco dell’Etna, che si estende dalla vetta del vulcano sino alla cintura superiore dei paesi etnei, è stato diviso in due zone. Nella zona ‘A’, 19.000 ettari, quasi tutti di proprietà pubbli-

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Parco dell'Etna

ca, non ci sono insediamenti umani. È l’area dei grandi incontaminati, regno dei grandi rapaci tra cui l’Aquila Reale. In quest’area l’obiettivo del Parco è consentire alla natura di svolgere il suo corso limitando al minimo l’intervento umano.

La zona “B”, 26.000 ettari, è formata in parte da piccoli appezzamenti agricoli privati ed è contrassegnata da splendidi esempi di antiche case contadine, frugali ricoveri per animali, palmenti, austere case padronali, segno di una antica presenza umana che continua tutt’ora. In questa zona l’obiettivo del Parco è incoraggiare gli agricoltori, anche con sostegni finanziari, a continuare a svolgere le loro attività tradizionali e impedire che questo straordinario patrimonio culturale vada disperso sotto una colata di cemento e di seconde case. Oltre alle zone di Parco A e B, c’è un’area di pre-parco: 14.000 ettari per consentire anche eventuali insediamenti turistici sempre nel rispetto della

salvaguardia del paesaggio e della natura. Nel rispetto delle esigenze di conservazione dei valori naturali e delle attività di fruizione, in tutto il territorio del Parco è presente una fitta rete di sentieri che, attraverso una conoscenza dei valori naturalistici, scientifici e culturali, consente ai visitatori di comprendere la necessità di preservare ecosistemi ed habitat eccezionali anche attraverso attività ricreative, escursionistiche e di tempo libero.

Il Parco delle Madonie

Il Parco delle Madonie, istituito nel 1989, comprende parte del territorio di 15 comuni della provincia di Palermo. Ha un’estensione di quasi 40.000 ettari con un territorio che si presenta abbastanza vario ed articolato che va da pochi metri sul livello del mare fino a quasi 2000 metri di altitudine. Per l’elevata valenza geologica, con

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rocce di circa 220 milioni di anni, il parco fa anche parte, dal 2001, della rete Europea dei Geoparchi, anche rete Globale sostenuta dall’Unesco. Presenti, quindi, sentieri geologici, speleologici (grotte, abissi), sentieri geologici urbani, dove è possibile ammirare fossili di alghe, spugne e coralli, supportati anche da un museo geologico “Geopark” dove attraverso una serie di installazioni didattiche, immagini, plastici, campioni di rocce e di fossili, è possibile ripercorrere l’evoluzione degli ambienti madoniti lungo una storia di 220 milioni di anni.

Presenta un’elevata biodiversità, specialmente a livello floristico. Sono infatti presenti più di 1800 specie vegetali tra cui l’Abete delle Madonie la cui popolazione naturale è rappresentata da 30 piante uniche al mondo. Sono presenti, inoltre, più di 60 specie di orchidee spontanee e diversi esemplari arborei che per la loro dimensione, età o forma rappresentano dei veri e

propri monumenti naturali che raggiungono anche i mille anni di età.

Anche dal punto di vista faunistico è presente una elevata biodiversità: circa 130 specie di vertebrati terrestri, tra cui tutti i mammiferi che popolano la Sicilia, più di 90 specie di avifauna tra cui 4 coppie di Aquila Reale per la quali, nel sito di Piano Farina, è stato realizzato un apposito sentiero che consente di osservare una delle coppie nel proprio habitat di caccia e di nidificazione.

Il parco offre anche altre diverse attrazioni come l’osservatorio astronomico, i parchi avventura, la possibilità di percorrere in gommone dei fiumi come nelle gole di Tiberio e di Gazzara, maneggi ed agriturismi, dove assaggiare i piatti tipici realizzati con i prodotti del territorio, alcuni certificati e garantiti dal Parco con il proprio marchio “Paniere Natura” relativo a prodotti biologici realizzati nel rispetto dell’ambiente.

CHeck-in • luglio/agosto 2023 163 Parco delle Madonie

Il Parco dei Nebrodi

Istituito nel 1993, il Parco dei Nebrodi rappresenta l’area protetta più estesa della Sicilia e tra le più vaste a livello europeo Fanno parte dell’attuale perimetrazione i territori di 24 Comuni tra Messina, Catania ed Enna, con un’estensione complessiva di oltre 85.000 ettari. I monti da cui prende il nome si affacciano a nord sul Tirreno e a sud verso l’Etna.

La vegetazione è caratterizzata dalla tipica macchia mediterranea sempreverde. Oltre i 1200-1400 metri di altitudine si trovano poi le faggete, splendide formazioni boschive che coprono tutto il crinale dei Nebrodi. Tra le specie del sottobosco, oltre all’agrifoglio, al pungitopo, al biancospino e alla daphne, si riscontra il tasso, specie relitta assai longeva che sopravvive in condizioni microclimatiche molto localizzate. Di grande rilievo l’impegno del Parco dei Nebrodi, ente presente e ben radicato sul territorio, nel ruolo di catalizzatore delle politiche di sviluppo locale: l’obiettivo finale è quello di

assicurare la crescita economica e sociale delle popolazioni dei Nebrodi, nell’intento di valorizzare operatori e produttori locali rispettosi della sostenibilità ambientale. In tale ottica l’ente ha avviato una serie di progetti per valorizzare le produzioni locali, promuovere l’educazione all’ambiente e alla sostenibilità, sia con la partecipazione a fiere nazionali ed estere, che con una intensa azione presso gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, finalizzata a sostenere la coscienza civica e ambientale delle giovani generazioni.

Il Parco dell'Alcantara

Infine vi è il Parco dell’Alcantara, istituito nel 2001, che prende nome dall’omonimo fiume e si estende tra la provincia di Catania e quella di Messina. Un vero concentrato di ricchezze naturalistiche, geologiche e storiche, nonché di paesaggi mozzafiato che rendono l’intera area uno dei luoghi più affascinanti e spettacolari della Sicilia. Il fiume Alcantara (dall’arabo “Al quantarah”, ovvero

Parco dei Nebrodi

“il ponte”) nasce sui Monti Nebrodi e scorre per 57 km fino alla sua foce, che si trova a Capo Schisò. Esso dà il nome al territorio che lo ospita, il Parco Fluviale dell’Alcantara. Il Parco racchiude all’interno della sua area dodici comuni, tre appartenenti alla provincia di Catania e nove ricadenti nella provincia di Messina. Grazie alla particolare posizione geografica e alla conformazione del suo territorio, il Parco Fluviale dell’Alcantara ospita una fauna particolarmente ricca e interessante. Il fiume Alcantara conserva ancora lungo le rive ambienti naturali integri e diversi, nei quali vivono molte specie di interesse naturalistico. Tra i macroinvertebrati si riscontrano principalmente insetti, crostacei, molluschi e altri gruppi più rari.

Nelle acque rinveniamo varie specie di pesci, quali la tinca, la trota, la carpa e la gam-

busia, quest’ultima introdotta dall’uomo per la lotta biologica alla malaria. Nel tratto terminale del fiume s’incontra anche l’anguilla. La lucertola campestre, insieme alla lucertola muraiola, sono i rettili più comuni. Tra gli uccelli, si rilevano il falco pellegrino, l’aquila reale e la poiana, mentre fra i rapaci notturni si segnala la presenza del barbagianni e del gufo comune.

La vegetazione è rappresentata da una lussureggiante e rigogliosa flora mediterranea che si distingue per la bellezza delle sue tonalità e varietà botaniche diverse ma omogenee che si manifestano in tutte le stagioni. Presenze eccellenti, che vanno dai faggi alle querce centenarie, passando per pini, castagni, platani, cipressi, olmi, aceri e tante altre, fino ad arrivare, lungo il corso d’acqua, ai folti e verdeggianti tappeti di felci.

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INIZIATIVA PROMOSSA DA: Regione Siciliana Assessorato Regionale Territorio e Ambiente Regione Siciliana Assessorato Turismo Sport e Spettacolo
Parco delle Madonie Gole dell'Alcantara

Regno Unito

Viaggio nei luoghi di Re Carlo III

Dai Giardini di Highgrove a Sandringham, dal Castello di Balmoral all'Isola di Anglesey, fino al Sentiero della costa e dei castelli in Northumbria: tutti luoghi cari a Carlo III e alla famiglia reale

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Il Castello di Lindisfarne

Il Regno Unito ha dovuto fare i conti, nell'ultimo periodo, con dei cambiamenti storici. L'8 settembre 2022 si è, infatti, spenta all'età di 96 la Regina Elisabetta, che sedeva ininterrottamente sul trono dal 6 febbraio 1952. La casata reale ha, quindi, dovuto attraversare le diverse fasi imposte da un evento così epocale, che si sono concluse soltanto nel maggio scorso, quando, nell'Abbazia di Westminster, è stato incoronato Re Carlo III e con lui la moglie, la Regina Consorte Camilla

Una cosa che, di certo, avevano in comune la madre e il figlio è l'amore per i viaggi.

La Regina Elisabetta ha, infatti, nella sua lunga vita visitato 117 Paesi facendo, a livello di distanza percorsa, 42 volte il giro del mondo. Lo stesso, sicuramente, farà Carlo, sempre alla ricerca delle eccellenze gastronomiche mondiali e amante della buona cucina.

Se il mondo è stato e sicuramente sarà una parte importante della vita della famiglia reale britannica, questo non significa che Carlo e i suoi predecessori non abbiano avuto un occhio di riguardo per la propria terra. L'intera Gran Bretagna è puntellata di luoghi legati a doppio filo con la figura del nuovo re e, in generale, con la storia della famiglia reale. Scopriamoli insieme, con un occhio di riguardo anche ad hotel e ristoranti.

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Il Castello di Balmoral

I Giardini di Highgrove

La villa di Highgrove è stata una delle residenze principali di Re Carlo III quando ancora era principe. Si trova a Doughton, nel Gloucestershire, ed è una vera e propria oasi di tranquillità. Da quando è arrivato ad Highgrove nel 1980, Re Carlo III ha dedicato il suo pollice verde ai giardini della sua amata tenuta di campagna, che oggi sono considerati tra i più innovativi del Paese. Gli spazi sono stati ridisegnati proprio da Carlo secondo criteri di sostenibilità a lui molto cari e da quasi trent'anni la tenuta è anche un'azienda agricola biologica oltre che un allevamento di carni pregiate

Famoso è il miele biologico prodotto nei giardini, ma sono moltissime le proposte disponibili all'interno dello shop. L'intero ricavato delle vendite viene donato in be-

neficenza. Per i visitatori c'è la possibilità di visitare i Giardini tramite un tour guidato che si svolge tra aprile e settembre. Secondo quanto raccontato dal biografo della famiglia reale Brian Hoey, all'interno della villa si troverebbe una "stanza di ferro", una panic room di sei metri per sei in grado di rimanere intatta anche in caso di crollo o distruzione della struttura. Al suo interno ci sarebbe tutto il necessario per sopravvivere, dal cibo alle armi, dal bagno alle sacche di sangue.

Dove mangiare e dove dormire

Highgrove è immersa nella campagna inglese, con le città più vicine che sono Bristol e Swindon Chi va ad Highgrove, però, cerca la tranquillità e il verde, due caratteristiche che si sposano perfettamente

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con il Whatley Manor Hotel & Spa. Si tratta di una splendida villa di campagna che ospita ventitré lussuose stanze immerse nella natura. Alla magia dei suoi giardini, curati nei minimi dettagli, la struttura affianca una Spa di altissimo livello. L'Aquarias Spa è, infatti, un luogo ideale per trovare il massimo relax attraverso l'idroterapia, le docce di sale e, all'occo-

renza, uno dei numerosi trattamenti benessere offerti dalla struttura. In linea con quanto accade nella vicina Highgrove, poi, al Whatley Manor c'è una particolare attenzione all'ambiente: è scomparsa la plastica monouso, l'attenzione al riciclo è massima così come la formazione del personale sul tema.

E per mangiare? Non serve allontanarsi dall'hotel. Il Whatley Manor può, infatti, vantare al suo interno un ristorante una stella Michelin e stella verde: The Dining Room. Lo chef Ricki Weston offre un menu da sette portate, con la possibilità di scegliere anche proposte vegetariane e vegane. La proposta è moderna e gioca molto sui contrasti di consistenze e sapori. Ampia e variegata anche la proposta dei vini. La stella verde, infine, è frutto della già citata attenzione all'ambiente dell'hotel, ma anche del costante lavoro dello chef e della sua brigata. The Dining Room produce al suo interno frutta e miele e utilizza fornitori locali con i quali ha lavorato per ridurre gli imballaggi. Inoltre, con gli scarti della cucina produce energia.

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La tenuta di Sandringham

Con una superficie di oltre 600 acri, il Sandringham Royal Parkland offre una miriade di percorsi da esplorare a piedi o in bicicletta. Situato nella Norfolk Coast, il parco circonda la storica tenuta di Sandringham, che è la proprietà privata di campagna di Re Carlo III e della Regina Camilla, e tradizionalmente il luogo in cui la famiglia reale si riunisce ogni anno per celebrare il Natale. Sandringham è stato uno dei luoghi più amati dalla Regina Elisabetta, che spesso vi trascorreva tutto il periodo invernale.

La struttura attuale non è, però, quella originale. Nel 1865, infatti, Edoardo VI decise di abbattere l'immobile di allora e realizzarne uno più grande, che venne pronto cinque anni dopo. Aperto tutti i giorni dell'anno, i visitatori possono esplorare i due sentieri segnalati e molti altri non segnalati che si snodano tra i fitti boschi e il parco. Per chi vuole mettere alla prova le proprie abilità di navigazione, il Royal

Parkland offre anche un percorso di orientamento a 20 punti, sviluppato in collaborazione con il Norfolk Orienteering Club.

Dove mangiare

Partendo da Sandringham e muovendosi per dieci minuti di macchina in direzione nord si arriva a Snettisham, il villaggio che ospita il The Old Bank. Si tratta di un ristorante famigliare, gestisto da Aga e

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Lewis King. La coppia si divide i compiti: Aga lavora in sala e Lewis in cucina. Insieme offrono un menu molto bilanciato e di forte impronta stagionale, che varia ogni settimana e, all'occorenza, anche giornalmente. La proposta può essere gustata in una versione "corta" e in una versione "più lunga", in base al tempo e all'appetito. Molto bella anche la sala, elegante ma informale.

Il Castello di Balmoral

Il Castello di Balmoral è la residenza ufficiale scozzese della famiglia reale e i terreni e i giardini della storica tenuta sono aperti al pubblico tutti i giorni. Situato nell'Aberdeenshire, in Scozia, alle porte del più grande parco nazionale britannico, il Cairngorms, non è difficile capire perché Balmoral sia stato considerato da molti il rifugio estivo preferito della Regina Elisabetta II. La tenuta si estende su oltre 20mila acri e offre la possibilità di godere della natura e della bellezza della Scozia. Nata come residenza di caccia, fu la Regina Vittoria che per prima decise di passarci i mesi più caldi e volle il suo ampliamento. Balmoral, tra le al-

Dove dormire

Dopo aver camminato per ore nel parco di Sandringham ed aver approfittato dell'ottima cucina del The Old Bank, sarete sicuramente stanchi. Il consiglio, quindi, è di fermarvi direttamente a Snettisham, Dove? Al The Rose & Crown.

La stuttura mette a vostra disposizione sedici stanze, tutte ben arredate e soprattutto molto comode. Per proseguire nel vostro relax, potete riposarvi nella sala comune, magari sorseggiando un tè caldo, oppure bervi una birra nel pub della struttura.

tre cose, ha anche ospitato la luna di miele da Carlo, allora principe, e Diana. Si tratta di un luogo così importante per la Gran Bretagna da essere raffigurato sulla banconota da 100 sterline stampata dalla Royal Bank of Scotland.

I visitatori che desiderano esplorare i vasti terreni possono ripercorrere le orme dei reali e scoprire gli 11 storici cairn (piramidi votive fatte in pietra) nominati nella tenuta dalla Regina Vittoria e dal Principe Alberto lungo la Cairns Walk e la Albert's Pyramid Walk. In seguito, muovendosi leggermente più a sud è possibile godere delle impressionanti vedute di Loch Muick con un'escursione a circuito di 12,5 km intorno al lago, che si trova all'interno della tenuta di Balmoral e ai piedi del monte Lochnagar.

Dove mangiare e dove dormire

Per trovare un luogo speciale in cui cenare, basta guidare per meno di un quarto d'o-

ra lungo la Old Military Road, in direzione ovest. Lì si trova The Clunie Dining Room. In tavola, c'è la proposta dello chef Adam Maddock, che si concretizza sotto forma di una cucina scozzese moderna, con ingredienti del territorio e con una passione particolare per l'affumicatura. Lo spettacolo vero è, però, quello della elegantissima sala. The Clunie Dining è, infatti, stato trasformato dall'artista argentino Guillermo Kuitca, che ne ha dipinto le pareti nel suo stile cubista.

Lo spirito sospeso a metà tra il selvaggio e il Vittoriano che si respira al The Clunie Dining Room può essere prolungato, se si vuole. Il ristorante si trova, infatti, all'interno del The Fife Arms, splendido albergo a cinque stelle, inaugurato nel 2019 alla presenza dell'allora principe Carlo. Come per il ristorante, anche nelle 46 camere dell'hotel a fare la differenza sono i dettagli. Le stanze sono, infatti, ricche di decorazioni e oggetti e arredate in modo tale da catapultare l'ospite indietro nel tempo e farlo sentire parte della grande storia britannica e scozzese.

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The Fife Arms

Tra i castelli della Northumbria

Il viaggio sulle tracce della famiglia reale prosegue nella contea più settentrionale dell'Inghilterra. In Northumbria è possibile scoprire una costa punteggiata di castelli e percorrerla seguendo la Coast and Castles Cycling Route del Northumberland, lunga 85 miglia. Il viaggio inizia a Berwick-upon-Tweed, il paese inglese più settentrionale, a due passi dal confine con la Scozia: da lì si pedala verso sud fino all'Holy Island di Lindisfarne. Tagliata fuori due volte al giorno dal mondo esterno a causa delle maree oceaniche, la piccola isola di cinque chilometri quadrati ospita il Castello di Lindisfarne e il Priorato di Lindisfarne del XII secolo, oltre a una serie di caffè, pub e B&B. Proseguendo lungo la costa, si scoprono castelli millenari: dal Bamburgh Castle, risalente a 1.400 anni fa, che fu palazzo reale per diversi re, al Chillingham Castle, del

Bamburgh Castle Dunstanburgh Castle

XIII secolo, che si dice sia uno dei luoghi più infestati dai fantasmi del Paese. Tornando lungo la costa, merita una visita il remoto Castello di Dunstanburgh, risalente al XIV secolo, mentre la conclusione del viaggio è al Castello di Alnwick, il secondo castello abitato più grande della Gran Bretagna e sede dell'Alnwick Poison Garden.

Dove mangiare

Visto il fascino che emana, il luogo migliore per fermarsi a mangiare è senza dubbio l'Holy Island e, nella zona, la scelta migliore è il The Crown & Anchor, che offre all'occorrenza anche delle camere. Il fiore all'occhiello della struttura è, però, il ristorante. La proposta è molto semplice e tradizionale: il consiglio è di assaggiare il loro fish&chips, fatto con pescato locale. Il menu è stagionale e quindi variabile, ma garantisce sempre anche proposte vegetariane e vegane. Il pranzo viene servito da mezzogiorno alle due e non accettano prenotazioni.

Dove dormire

La zona è sì remota, ma anche turistica. Non mancano quindi le soluzioni per dormire, anche se in molti casi si tratta di B&B con qualche stanza. La nostra scelta per un viaggio tra i castelli della Northumbria è ricaduta sul The Bamburgh Castle Inn di Seahouses, a pochi chilometri dalla Holy Island. La forza di questo albergo è la vista di cui si può godere dalle sue camere, tutte molto luminose e con ampie finestre. Piacevole anche il giardino esterno, affacciato sull'oceano. Gli ospiti possono, inoltre, godere di una piscina, della Spa e di un centro fitness.

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The Crown & Anchor | Fish & Chips

L'Isola di Anglesey

L’isola di Anglesey si trova all’estremità nord-occidentale del Galles ed è separata dalla terraferma dallo stretto di Menai, attraversato da due ponti che uniscono Anglesey alla Gran Bretagna.

Re Carlo III e Camilla hanno vissuto i primi anni del loro matrimonio ad Anglesey e ancora oggi amano passarci i weekend. L'isola ha conservato nel tempo la sua anima rurale ed è un vero e proprio gioiello gallese, fatto di panorami mozzafiato e villaggi pittoreschi, in cui si ha la sensazione di un tempo sospeso, che regala relax e alleggerisce la mente. Lungo poco più di 200 chilometri, il Coastal Path (che fa parte del Wales Coast Path) è un percorso circolare che circonda l'intera isola di Anglesey e può essere suddiviso in sezioni, in modo da poterlo percorrere con

calma nell'arco di più giorni, perfetto per scoprire tutti i punti d'interesse dell'isola. Molti punti di Anglesey sono stati dichiarati Area di straordinaria bellezza naturale e bastano poche ore per comprendere l'amore del re per quest'angolo di Gran Bretagna.

Dove mangiare

Intimo, caldo e tradizionale: è Sosban, il ristorante una stella Michelin dello chef Stephen Stevens. Si trova proprio all'ingresso dell'isola di Anglesey, accanto al Menay bridge, uno dei due ponti che collegano Anglesey con la terraferma. Stevens offre piatti moderni, che dimostrano una grande capacità nell'utilizzo delle diverse tecniche di cottura. Nel piatto c'è tutta l'essenza del nord del Galles. Molto bella anche la location, all'interno di una ex macelleria.

Dove dormire

Nel cuore dell'isola, il Tre-Ysgawen Hall è un luogo ideale per soggiornare a Anglesey. Si tratta di una residenza di campagna costruita nel 1882 e che conserva il fascino e l'eleganza di allora, abbinati però al lusso e alle comodità di oggi. Le camere sono arredate in stile classico, senza particolari colpi di scena, ma la vera chicca è la vista sul verde e sulle montagne circostanti. Se il relax della natura non fosse sufficiente, c'è anche un'ottima Spa, recentemente rinnovata, con piscina, sauna, grotta del sale e docce esperienziali, oltre a diversi trattamenti di benessere offerti dalla struttura.

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Karlovy Vary

Gioiello termale della Repubblica Ceca

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di Gianluca Pirovano

La leggenda narra che la città venne fondata dal re di Boemia ed imperatore del Sacro Romano Impero Carlo IV nel XIV secolo. Durante una bat-

tuta di caccia un cervo, che stava provando a fuggire dai cani del re, venne colpito da un getto di acqua calda uscito dal terreno e vi rimase intrappolato.

Nacque così Karlovy Vary, letteralmente "acque bullicanti di Carlo", elegantissima città termale della Repubblica Ceca.

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Nei secoli Karlovy Vary si è trasformata in una vera e propria città termale, la cui fama ha presto superato i confini della Repubblica Ceca, giungendo in tutta Europa

Le sue acque hanno attirato nel tempo l'attenzione di grandi nomi, da Goethe a Beethoven, da Paganini a Mozart, e ancora capi di Stato e grandi attori. Questi ultimi soprattutto in tempi recenti, grazie alla fama del Festival cinematografico di Karlovy Vary, uno dei più importanti di tutto il Vecchio Continente e giunto ormai alla 57esima edizione

Questa fama, cresciuta negli anni, ha reso Karlovy Vary un posto unico, qualora ce ne fosse stato bisogno. Già di per sé, infatti, la città termale ceca si trova in un contesto naturale invidiabile. Ai piedi dei Monti Metalliferi, Karlovy Vary è circondata da foreste e sorge sulle due sponde del fiume Tepla, il "fiume caldo", che non ghiaccia nemmeno nei mesi invernali, quando le temperature scendono abbondantemente sotto lo zero. Detto della natura, Karlovy Vary può contare anche su un importante patrimonio artistico, frutto della sua già citata fama. Passeggiare per le sue vie significa incontrare edifici

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art nouveau e barocchi, spesso eccentrici e colorati. Il fascino acquisito nel tempo è rimasto indubbiamente intatto e, ancora oggi, si respira un'aria elegante e che riporta, nelle sensazioni, a tempi passati. Sensazioni che si rafforzano passeggiando, per esempio, sotto gli eleganti colonnati. L'austero “Mlýnská” (Colonnato del mulino) o l'affascinante “Tržní” (Colonnato del mercato), tutto in legno. Oppure godendosi una pausa all'ombra degli alberi del parco che sorge accanto a un altro colonnato, il Sadovà.

Un altro modo sicuramente affascinante per capire Karlovy Vary è, infine, vederla dall'alto. Il percorso più famoso (e anche più facile) in questo senso è quello che parte alle spalle del Grand Hotel Pupp e che sale per poco più di un chilometro fino alla torre panoramica Diana, attraversando i boschi che circondano la città. Per chi, comunque, non avesse voglia o modo di percorrere il tragitto a piedi, è attiva anche una funicolare che collega il centro con la parte alta.

Acqua termale da bere e cialde da mangiare

Sotto il Colonnato del mulino si trovano alcune fontanelle pubbliche dalle quali sgorga l'acqua termale. L'acqua esce a una temperatura molto alta ed ha un sapore fortemente solforoso, non facile quindi da bere. Per gli abitanti di Karlovy Vary, però, un bicchiere di acqua termale al giorno porta grandi benefici alla salute e, quindi, perché non fidarsi?

Per consumarla, però, esiste un vero e proprio rito. L'acqua va raccolta all'interno di una lázenský pohárek, una "tazza termale". In città le vendono praticamente dappertutto. Sono in ceramica, con una forma stretta e allungata. Si riempiono e poi si passeggia, sorseggiando lentamente l'acqua termale.

Come detto, però, il gusto dell'acqua che sgorga dalle sorgenti di Karlovy Vary non è così facile da farsi piacere. Cosa fare, allora? Alternare i sorsi con un mor-

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so di Karlovarské oplatky. Si tratta di cialde sottilissime, di forma rotonda, con un diametro di 19 centimetri.

La ricetta prevede che i due wafer vengano bagnati con acqua termale. Vengono poi scaldati e attaccati da uno strato interno di farina di nocciole, zucchero e nocciole tritate. Oggi, però, il ripieno può variare.

Nei negozi locali se ne trovano diverse versioni. Ciò che non è cambiata è la decorazione: sulle cialde vengono disegnati un ramo con piccole foglie e i simboli della città, da un lato il disegno della fonte termale, e dall’altro la rappresentazione del cervo, in ricordo di Carlo IV

La tradizione vuole che il gusto dolce dei Karlovarské oplatky spezzi quello solforoso delle acque termali. Inizialmente si trattava di un prodotto casalingo, oggi, invece, si trova in vendita in tutti i negozi del centro. Mercato, nella casa Alle Tre Allodole, appartenente al farmacista Josef Becher. Proprio nella sua farmacia nacque l’amicizia tra il medico inglese e il farmacista, amicizia che produsse l’innovativa ricetta del dottor Frobrig, da lui stesso definita come “l’elisir di lunga vita”, a base di venti erbe medicinali locali. Il dottor Frobig donò la ricetta all’amico.

Dopo due anni di prove e di miglioramenti, Josef Becher cominciò nel 1807 a produrre il liquore. Nel 1841 la ditta passò a suo figlio Jan, il quale fece brevettare la tipica bottiglia verde piatta e trasformò l’originaria produzione artigianale a livello industriale. La ricetta è, ancora oggi, segreta.

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ELISIR DI LUNGA VITA
Becherovka

Karlovy Vary, dove dormire

Se abitualmente scegliere l'hotel è un'operazione fondamentale per un vacanza di livello, per Karlovy Vary lo è ancor di più. Il motivo? Nonostante si tratti una delle stazioni termali più antiche d'Europa, non esistono terme pubbliche in città. Le cure termali sono affidate agli hotel, che offrono Spa e servizi di vario genere. Per questo motivo, nel caso vogliate vivere un'esperienza al 100%, è bene scegliere la migliore struttura, in grado di garantire anche spazi termali adeguati. Eccone alcune per voi.

Grand Hotel Pupp

Il Grand Hotel Pupp è, senza dubbio, l'hotel più conosciuto di Karlovy Vary e incarna appieno l'anima e lo stile della stazione

termale. Stiamo, infatti, parlando di una struttura imponente, molto elegante, costruita nel 1701. La sua posizione è perfetta, a due passi dal fiume e con alle spalle la rigogliosa natura che conduce alla torre panoramica Diana.

Gli interni hanno mantenuto intatto il fascino dei fasti antichi, integrati perfettamente con le più moderne tecnologie. Fiore all'occhiello di una struttura che non ha nulla da invidiare ai grandi alberghi delle città europee è la Spa. Si tratta di un'area privata, riservata ai soli ospiti dell'hotel, con una grande piscina, sauna, spazio fitness e una serie di trattamenti mirati. Un cinque stelle che negli anni ha ospitato numerosi volti noti, che è tra i centri nevralgici del Festival del cinema e che è apparso anche in James Bond Casino Royale.

Hotel Imperial

Karlovy Vary, l'avrete capito, è città elegante e di grande stile. Per questo le soluzioni di accoglienza ad alto livello non mancano. Un altro esempio di questa vocazione è l'Hotel Imperial, cinque stelle. Si tratta, anche in questo caso, di una struttura storica, tanto elegante quanto imponente.

L'attività dell'albergo è iniziata nel 1912 e da allora, tra le sale e le camere dell'Imperial, sono passati nobili e volti noti. Anche per questo motivo, camminarci oggi ha un fascino rimasto intatto, perfettamente in linea con Karlovy Vary.

L'Hotel Imperial è stato più volte premiato come miglior Spa in Repubblica Ceca e non a caso: l'offerta legata al benessere è veramente di altissimo livello, con spazi comuni e trattamenti specifici.

Carlsbad Plaza

Il Carlsbad Plaza Medical Spa & Wellness

Hotel è un cinque stelle superior che sorge all'interno di un palazzo storico del XVIII secolo, nel cuore di Karlovy Vary.

La struttura ospita 124 camere e 27 suite, ma il vero fiore all'occhiello dell'albergo è l'offerta legata al benessere.

A disposizione degli ospiti ci sono 3.500 metri quadrati di spazio in cui poter usufruire di cinque piscine, sette diverse saune e più di 250 tipi di trattamenti benessere.

Oltre alla parte Spa, il Carlsbad Plaza garantisce anche un supporto medico mirato per chi cerca cure termali specifiche.

Dove mangiare a Karlovy Vary

La proposta culinaria di Karlovy Vary è varia, ma forse non sempre all'altezza del lusso dei suoi alberghi. Proprio per questo, una delle soluzioni migliori resta quella di affidarsi ai ristoranti interni alle strutture. Ecco, quindi, dove mangiare in città.

Le Marché

Il ristorante Le Marché si trova ai margini del centro storico, poco distante dal Pupp, in una zona dove l'abitato lascia lentamente spazio alla foresta. Il locale è il regno dello chef Jan Krajc, classe 1966. A Le Marché, ogni giorno, viene proposto per pranzo un menu da tre portate: una zuppa, una portata principale (con tre piatti tra cui poter scegliere) e un dessert

A cena, oltre al menu da tre portate, è disponibile per i commensali anche quello da sei. Il menu non è mai uguale al giorno precedente e dipende dalla stagione e da ciò che offre il mercato. Cantina fornita, che punta soprattutto su vini locali e francesi.

Grandrestaurant Pupp

La splendida sala da pranzo che ospita il Grandrestaurant Pupp, all'interno dell'omonimo Grand hotel, vale di per sé il viaggio. Un salone che trasporta direttamente nel 1801, anno in cui il ristorante venne aperto, primo in assoluto a Karlovy Vary.

Anche per questo la cucina è ancora fortemente legata alla tradizione ceca, chiaramente riadattata al contesto e ai tempi moderni, grazie al lavoro di Ondrej Koráb, lo chef che si occupa di tutta la proposta

Le Marché

culinaria della struttura. Il fondatore del Grand hotel, Johann Georg Pupp, era un pasticciere e ancora oggi l'attenzione per la parte dolce è massima. Il simbolo, in questo senso, è la Pupp Cake, con panna montata, salsa di albicocche e scaglie di cocco.

Restaurant Embassy

Il Ristorante Embassy si trova all'interno dell'omonimo hotel, a due passi dal fiume. In estate, questo legame con l'acqua, è ancora più evidente: si può, infatti, mangiare su un ponticello all'esterno, che sovrasta il Tepla. Il fascino, però, secondo noi, è dato dalle sale interne.

Il ristorante è stato progettato nel 1938 dall'ingegner Mewes ed è composto da quattro diverse stanze: la grotta del drago, la stanza del falco, la stanza olandese e il nido del corvo.

Ognuno degli spazi ha una sua caratteristica e un'apposita mise en place, adattata al contesto. La cucina è tradizionale ceca e sembra piacere molto anche ai vip.

Il ristorante si vanta, infatti, di aver ospitato Michael Douglas, Gérard Depardieu, Antonio Banderas, René Zellweger, Jude Law, Robert de Niro, Morgan Freeman, Danny de Vito, John Malkovich, John Travolta, Mel Gibson e molti altri.

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Grandrestaurant Pupp Restaurant Embassy

Il senso dell’accoglienza di Kettmeir

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Immersa nei vigneti di Caldaro (Bz), sulla Strada del Vino, Kettmeir (Santa Margherita Gruppo Vinicolo) è una cantina altoatesina testimone della cultura vitivinicola di questa terra. Nello stesso tempo è un’azienda all’avanguardia sempre in cerca di nuovi scenari da esplorare. In due parole, la tradizione come valore da tramandare e il progresso da interpretare costantemente. In questo scenario nascono i vini Kettmeir, eleganti e identitari.

«Si parla tanto di territorio e allora noi vogliamo che si senta da quando si mette il naso nel bicchiere - ha dichiarato Josef Romen, l’enologo della cantina - Chi

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beve Kettmeir deve pensare: ecco l’Alto Adige».

Il binomio vino-territorio per Kettmeir è un punto fermo, un concetto da divulgare e trasformare in esperienza. Non a caso la cantina è aperta sette giorni su sette anche per le visite e le degustazioni. Uno spazio di aggregazione e promozione del territorio che oggi si traduce in una declinazione di moderna ospitalità.

Un ricco calendario di iniziative speciali

Ecco allora le iniziative speciali come il K-Pic Nic Sunset, tutti i giovedi dal 13 luglio al 3 agosto, che prevede aperitivo e pic nic al tramonto nel vigneto del Moscato Rosa con i vini classici Kettmeir e le specialità altoatesine. Medesima formula, ma mattutina, ogni domenica dal 9 al 30 luglio. Per la Notte di San Lorenzo, il 10 agosto, va in scena la K-Stars con visita guidata e degustazione itinerante e pic nic in notturna sotto le stelle cadenti. E poi i brunch, tutte le domeniche di ottobre con focus bollicine e accompagna-

mento musicale. L’ultimo, quello del 29, prevede una proposta food a tema Törggelen, la festa che celebra il nuovo vino a base di speck, canederli, caldarroste. Un forte impegno, quello di Kettmeir, per favorire la promozione del territorio all’insegna dell’aggregazione. Una missione che va anche oltre la cantina con un’ospitalità che prevede bevande alternative al vino. L’Alto Adige è aperto a tutti. Accoglienza allo stato puro.

Per info e prenotazioni: visit@kettmeir.com www.kettmeir.com/ospitalita

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La glacette da incasso che raffredda con un tocco

Un’idea davvero interessante, ricca di creatività e valore aggiunto. Stiamo parlando di Kaelo, l’innovativa glacette refrigerata da incasso che mantiene il vino perfettamente freddo una volta aperta la bottiglia. Si può installare ovunque, nel piano lavoro cucina, nel tavolo da pranzo, nel mobile della zona li-

ving, nelle sale riunioni, in quelle d’attesa, in case, barche, pubblici esercizi. E con l'apposita struttura può essere anche freestading.

Kaelo taglia un problema alla radice, quello delle bottiglie gocciolanti una volta estratte dal secchiello del ghiaccio. Dall’intuizione di Kevin Jabou di combinare tecnologia all’avanguardia con un bel

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Kaelo

design è nato Kaelo, progettato a Londra e costruito a mano nei Cotswolds da maestri artigiani che hanno oltre 150 anni di esperienza nell’ingegneria di precisione. Sette anni di lavoro e più di 300 prototipi prima di chiudere il cerchio.

Il sistema di raffreddamento brevettato Kryolux crea molto velocemente una camicia di aria fredda che avvolge la bottiglia, mantenendo il vino refrigerato e la bottiglia completamente asciutta, senza gas refrigerante. Mutuato dalla tecnologia medica e militare, questo sistema rende Kaelo molto efficiente: raffredda in pochi secondi con la potenza di una lampadina da 60 watt. Basta prendere una bottiglia fredda dal frigo, aprirla, inserirla nel Kaelo e toccare la corona. Kaelo manterrà il vino entro 1-2 °C dalla temperatura di apertura, dal primo all’ultimo bicchiere. Niente ghiaccio, niente gocce, niente ricariche e nessuna manutenzione, solo vino perfettamente refrigerato.

Tutto più semplice con la tecnologia smart touch

La tecnologia smart touch inserita nella corona permette, senza pulsanti e telecomandi, di accendere, spegnere o selezionare i colori della luce tramite dei semplici tocchi. Dalla lucidatura a mano della corona, dalla curva senza giunture, alla calibrazione della tenuta di ogni singola vite, Kaelo è costruito e testato secondo criteri rigorosi prima di essere firmato dal produttore, garantendo prestazioni e affidabilità perfette. La corona è in acciaio inossidabile, lucidata a mano

con una finitura a specchio o spazzolata. Sono disponibili 10 finiture diverse. Con la versione freestading è possibile inserirlo in qualsiasi ambiente, basta avere a disposizione una presa elettrica.

Kaelo vuole rivoluzionare il modo di servire le bevande, perché da sempre si studiano modi per mantenere a temperatura e refrigerare le bottiglie, ma una volta tolte dal frigorifero solo il primo sorso è perfettamente fresco. Da oggi ogni sorso è come se fosse il primo.

Per informazioni: www.frigo2000.it

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Farinata di Cipolla Rossa di Tropea Calabria Igp Piatto estivo adatto a tutti

Un’esplosione di sapori e gusto, leggera ed estiva, delicata e decisa, veloce da preparare. Un piatto democratico che si ispira alla semplicità della tradizione e, allo stesso tempo, si presta ad essere accolta anche dai palati esigenti, quelli esposti ad intolleranze alimentari. Parliamo della Farinata di Cipolla Rossa di Tropea Calabria Igp: una ricetta veg e glutenfree che non rinuncia a nulla. L’abbinamento pane e cipolla è un classico della cucina contadina calabrese. Le massaie

d’un tempo, ogni mattina, preparavano la vertula (il cestino della colazione) ai mariti che partivano per andare a lavorare. Avvolti in un grande panno di lino mettevano le rimanenze della cena del giorno prima e poi un immancabile tozzo di pane raffermo cosparso di Cipolla Rossa di Tropea a fette. Il perché fosse onnipresente e perché le donne raccomandassero all’uomo di mangiare pane e cipolla come ultimo pasto prima di rincasare è presto detto: quegli anelli di bulbo rosso così succulenti erano (e rimangono) l’innesco ideale della passione.

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La cipolla, infatti, assunta in dosi abbondanti rimane uno degli afrodisiaci più potenti che si trovi in natura. La Rossa di Tropea, dolcissima e croccantissima, come svelato da uno studio di Coldiretti, vanta un cospicuo contenuto di ossido nitroso, che poi è lo stesso principio attivo contenuto nel viagra. Già il poeta latino Ovidio celebrava gli effetti eccitanti della cipolla e consigliava di consumarla insieme al pane.

Infatti, per mettere in circolo il ci clone di passione racchiuso nel bulbo tropeano serve un corroborante, un carboidra to deciso. E l’unico alimento che chiama la cipolla come le ciliegie è proprio il pane. E chi il pane o altri derivati dai cereali non può assumerli, per via delle intolleranze? Nessun problema. Il più famoso tra i tuberi ovali, in grediente principe della cucina Mediterranea, icona dell’agro alimentare Made in Calabria anche uno degli elementi che in cucina si declina con tutto Anche con i ceci e i suoi derivati che diven tano, così, un’ottima alternativa al pane e alle farine. Da qui la Farinata di Cipolla ros sa di Tropea Calabria Igp.

Un tesoro organolettico e terapeutico

E questo, tra l’altro, rende la più famosa delle Igp calabresi nel mondo, uno dei prodotti più eclettici e adattabili della cucina. Va bene su tutto, caratterizzandolo e rendendolo unico. Si utilizza sia fresca o disidratata al sole che scollettata o intrecciata. E poi non si butta via niente. Persino i ciuffi del cipollotto fresco, possono essere utilizzati.

Afrodisiaca, dicevamo, ma anche armocromatica grazie al suo colore che va dal rosso porpora al viola scarlatto che trasmette allegria e buon umore. Dicevamo, già, delle straordinarie qualità organolettiche della Cipolla di Tropea che deve le sue sfumature al fatto che è ricca di antocianine (composti polifenolici solforati appartenenti alla famiglia dei flavonoidi). La Cipolla Rossa è anche antisettica, anestetica, diuretica, cura i reumatismi, il mal di testa, gli ascessi, le verruche, i foruncoli. È emolliente, antiasmatica, antisclerotica, regola il tasso di colesterolo nel sangue, contro il diabete e le punture di insetti, allontana il rischio tumorale e preserva dall’invecchiamento. Insomma, una farmacia naturale a portata di mano. Oltre alle proprietà antibiotiche e antiossidanti comuni alle altre varietà di cipolla, mangiare regolarmente la Cipolla di Tropea, previene infarti e malattie cardiovascolari. Contiene, infatti, i tioli, dei composti organici che contrastano in maniera efficace l’accumulo dei sedimenti grassi. In questo modo fa pulizia nel sangue impedendo che si induriscano le arterie.

Infine con solo 26 calorie ogni 100 grammi è perfetta nelle diete di coloro che hanno malattie cardiovascolari perché contrasta i radicali liberi e abbassa i livelli di colesterolo cattivo nel sangue.

Per informazioni:

www.consorziocipollatropeaigp.com

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n°22 - Luglio/agosto 2023 - Anno III - edizionE digitale

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