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Più che un gufo è un avvoltoio TheFork spenna i ristoranti

THEFORK PAY Più che un gufo è un avvoltoio TheFork spenna i ristoranti

di Alberto Lupini

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Oggi il problema vero di bar e ristoranti sono le nuove restrizioni di orario imposte dall'ultimo Dpcm. Ma non è che sul cammino di una lenta e difficile ripresa non ci siano altre mine). Questa bomba però è made in Usa, anzi “made by TripAdvisor”, ed è una nuova gabella per i pubblici esercizi che utilizzano TheFork. A ben guardare, nemmeno Equitalia si è mai mostrata esosa come TheFork. Approfittando dello stato di crisi dell’intero comparto, e del fatto che le prenotazioni sono oggi quasi “obbligate” per lavorare con un minimo di garanzie, ecco che il portale controllato da TripAdvisor getta la maschera e svela il suo lato più autentico: imbrigliare i ristoranti e spremerli il più possibile. E lo fa proprio adesso che, causa Covid-19, le aziende sono più deboli, con scarsa liquidità e assenza di margini. Probabilmente pensa che sia meglio ottenere il più possibile adesso piuttosto che rischiare di perdere per strada questi “clienti-ristoranti”, visto che sul mercato si stanno organizzando nuove società pronte ad offrire anch’esse servizi di prenotazione online. Magari meno coinvolte coi pasticci e gli imbrogli sulle recensioni della casa madre TripAdvisor...

La reazione arrabbiata di centinaia di ristoratori è più che comprensibile. TheFork ha infatti introdotto un nuovo costo: il versamento di commissioni sui pagamenti che i clienti-consumatori dovrebbero fare online col cellulare, ma al portale e non al locale dove pranzano. Un salasso inaccettabile per molti gestori. TheFork ha tentato il colpaccio perché si sentiva forte e in grado di fare digerire anche “TheFork Pay”, il suo nuovo sistema di pagamento con un’app sul cellulare del

SPENNIAMOLO!

cliente. Questo perché forse pensava clausole contrattuali, ciò che stupisce è di contare sul sostegno e l’appoggio di come TheFork abbia deciso in autonoalcune importanti associazioni di ca- mia di sostituirsi alle banche nel gestitegoria, con le quali ha rapporti com- re i sistemi di pagamento imponendo merciali o di partnership, dalla Fipe a ciò al ristorante. Mentre fino ad oggi il Confesercenti, da Identità Golose ad pagamento del cliente viene infatti inApci e Guida Michelin. cassato direttamente dal ristorante (in

Ma forse non aveva considerato contanti o tramite Pos), dal 7 ottobre la che, tolto un comprensibile interesse società americana vorrebbe incameraa favorire l’am- re direttamente i modernamento TheFork e TripAdvisor soldi del conto e del sistema, non vogliono tenere sotto solo dopo qualche tutte le federazio- scacco i ristoratori. giorno, dopo esserni avrebbe potuto La piattaforma di si trattenuta una sostenere il grup- prenotazioni online di commissione mepo TripAdvisor proprietà del Gufo ha dia del 3% (molto in un’operazione tesa a speculare imposto infatti che i pagamenti avvengano tramite TheFork di più di quanto un locale paga per sui ristoranti oggi Pay. Un’operazione gestire carte di crein difficoltà. E in- tesa a speculare sui dito o bancomat), fatti, proprio la ristoranti oggi in girare l’incasso al più importante difficoltà, già provati ristorante. associazione na- dal calo drammatico Nel presentare zionale, la Fipe, è di clientela per effetto TheFork Pay a giuscesa in campo de- della pandemia gno, il portale Usa nunciando come spiegava ai risto“balzelli insostenibili” e “assolutamen- ratori che ci sarebbero stati vantaggi te irricevibili” le richieste di TheFork. E con questo sistema, ma i “Partner di che lo abbia fatto per bocca del vice- TheFork” si sono accorti che così non presidente Aldo Cursano, il dirigente è. Il portale insiste molto sulla conveche più di tutti si era speso per cercare nienza di adottare questo sistema, ma di migliorare e rendere più corrette le in verità a guadagnarci (sulla liquidipratiche del gruppo TripAdvisor, la tà che si trattiene e sulla commissione) dice lunga sul livello - altissimo - di ir- è solo TheFork che sostiene per parte ritazione della Fipe. Al punto che la fe- sua che così il locale risparmierebbe derazione si è già attivata per avviare anche sui costi del Pos. Una bugia coazioni legali a tutela dei soci. lossale visto che il Pos è obbligatorio

Ma qual è realmente la questio- per legge e ogni ristorante deve averlo, ne? Pur incassando i canoni pagati anche perché, per fortuna, solo una mensilmente dai locali che usano il minoranza dei consumatori utilizzesuo software di prenotazione (da 49 a rebbe TheFork Pay. 90 euro al mese) e la media di 2 euro C’è poi la pretesa di giustificare per ogni coperto prenotato e poi con- questa novità col fatto che il gestore fermato (spesso con sconti o offerte), risparmierebbe tempo (quello per inTheFork vuole ora guadagnare anche cassare) dedicandolo alla sala. Quasi sul pagamento che il cliente potrebbe che il contatto col cliente, anche in sede fare attraverso il cellulare. Al di là delle di pagamento, non sia un’occasione preziosa per confermare rapporti o acquisire informazioni poi utili al gestore. Non dimentichiamo infatti che oggi più che mai avere dettagli sui clienti, per realizzare una rubrica a cui inviare eventuali proposte, è fondamentale. E non a caso TheFork vorrebbe sottrarre questo rapporto al gestore, così da poterlo condizionare sempre di più.

C’è poi un’ultima cosa da non dimenticare. Forse la più importante, ed è quella sorta di ricatto morale, subdolo, che ha finora fatto la fortuna di TheFork: dietro il portale c’è TripAdvisor (oggi alleato con la guida Michelin). Chi paga per usufruire del servizio di prenotazione (che tanti altri portali oggi possono offrire) ha la quasi matematica certezza di non essere penalizzato nelle ricerche su TripAdvisor. È questo l’ulteriore elemento negativo del gruppo TripAdvisor, che anche con questi strumenti di fatto cerca di gestire un mercato violando la libera concorrenza, falsata da recensione tarocche e da classifiche farlocche. Oggi poi, col calo drammatico di clientela per effetto della pandemia, tutto diventa più difficile. E il portale americano, novello Dracula, cerca di approfittarsene. E lo potrà fare finché non ci sarà una società italiana capace di bonificare il mercato offrendo servizi di prenotazione a prezzi corretti, o magari anche in forma gratuita grazie ad accordi con il sistema bancario o con Nexi (la società che gestisce i Pos). Sarebbe il vero salto di qualità che serve al comparto e che libererebbe il mondo del turismo italiano dagli artigli ormai insopportabili del Gufo che ha speculato troppo sui ristoranti e gli alberghi italiani. Vogliamo essere ottimisti... è anche su questo piano che si gioca il futuro del nostro turismo, evitando di fare ulteriormente spennare ristoranti e hotel. �� ▶ cod 70125

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