Una data che non si può cancellare

Page 1

Franco Franceschi Una data che non si può cancellare 1492: la ‘scoperta’ Nella fortunatissima Times Complete History of the World di Richard Overy1 il 1492, inteso come l’anno in cui «Columbus discovers the New World, bringing the Americas into a global trading/cultural system», è solo una delle 50 date-chiave della storia dell’umanità, accanto all’invenzione della ruota e alla pubblicazione del Leviatano di Thomas Hobbes, alla battaglia di Maratona e alla messa a punto del microchip. Ma è certo che nella coscienza collettiva, almeno in quella degli europei, il 1492 appartiene al molto più ristretto novero dei riferimenti «che non si possono cancellare»2. Verso il 1490 un europeo poteva avere una nozione abbastanza corretta del suo continente e del mondo mediterraneo, mentre assai più vaghe dovevano essere le sue idee sulle restanti regioni dell’Asia e dell’Africa; sapeva che la terra era rotonda, ma non ne conosceva le esatte dimensioni; sognava di regioni fantastiche, ma non aveva ancora scoperto la totalità di cui faceva parte 3. Il viaggio di Cristoforo Colombo mise di colpo in comunicazione due porzioni del globo fino ad allora separate dall’Oceano rivelando all’Europa la sua reale dimensione geografica e ponendola di fronte alla più radicale delle alterità, quella con i ‘selvaggi’ delle Indie. E’ vero, inizialmente la notizia dell’impresa restò confinata ad una piccola cerchia di persone, che comunque non poteva ancora valutarne la portata, visto che lo stesso Colombo credeva di avere raggiunto l’Asia viaggiando verso Occidente, e più precisamente le isole dinanzi alle coste della Cina e del Giappone; senza contare che l’Ammiraglio toccò realmente il suolo del continente americano solo nel 1497, con il suo terzo viaggio, mentre nei due precedenti aveva girovagato fra le isole del Golfo del Messico. Ma nell’arco di una decina d’anni, innanzitutto grazie alle spedizioni effettuate da Amerigo Vespucci al servizio dei portoghesi, una verità molto più dirompente, amplificata e propagata per mezzo della stampa, venne alla luce. Edito per la prima volta nel 1503, il Mundus Novus, l’opuscolo ricco di annotazioni di carattere astronomico ed etnografico nel quale il navigatore fiorentino affermava con sicurezza di avere esplorato un continente fino ad allora sconosciuto, conobbe un successo straordinario4. Vi si raccontava di una natura lussureggiante come il paradiso terrestre, di popolazioni nude e gentili che non conoscevano la proprietà privata né il matrimonio, il commercio né la moneta, ma anche di pratiche di cannibalismo e di smodati appetiti sessuali, frutto della «scelerata libertà di vivere» 5 che imperava in quelle terre lontane. Erano contenuti forti, perfetti per suscitare la curiosità e la meraviglia dei lettori e nello stesso tempo adatti ad una rapida diffusione orale: come Bertolt Brecht fa dire a Galileo, allora «perfino i centenari» si facevano «gridare all’orecchio dai giovani le ultime scoperte»6. La ‘scoperta’, rapidamente trasformatasi in conquista, non solo conferì all’economia europea una dimensione planetaria, accelerò l’unificazione biologica, alimentare e ‘microbica’ del mondo e ridisegnò la stessa storia interna del Vecchio Continente, modificando i rapporti di potere fra le maggiori potenze, non solo pose la Cristianità dinanzi alla sconvolgente realtà dell’esistenza di genti mai raggiunte dal messaggio evangelico, ma aprì all’immaginario dell’uomo europeo un immenso spazio in cui le suggestioni provenienti dal Nuovo Mondo si incontravano con il patrimonio acquisito di sogni, di fantasie e di miti. 1

R. Overy, The Times Complete History of the World, London, Times Books, 20077. J. Le Goff, L’eredità del 1492 in Europa, in 1492. Un anno fra due ere, Firenze, Banca Toscana, 1992, pp. 11-39: p. 12. 3 T. Todorov, Viaggiatori e indigeni, in L’uomo del Rinascimento, a cura di E. Garin, Roma-Bari, Laterza, 1988, pp. 331-457: p. 331; Id., La conquista dell’America. Il problema dell’«altro», trad. it., Torino, Einaudi, 1992, p. 8. 4 F. Surdich, Verso il Nuovo Mondo. L’immaginario europeo e la scoperta dell’America, Firenze, Giunti, 2002 pp. 6667. 5 A. Vespucci, Mondo Nuovo, a cura di M. Pozzi, Milano, Serra e Riva, 1984, p. 103. 6 B. Brecht, Vita di Galileo, in I capolavori di Brecht, trad. it., Torino, Einaudi, 1963, pp. 3-132, I, p. 9. 2

1


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.