Adeste12 domenica 22 marzo 2015

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"Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto." (Gv 12,24) *In sinergia con Fondazione Migrantes


ADESTE n°12/ ANNO 4°-22.03.2015

A Morire a se stessi moltiplica la vita

Vogliamo vedere Gesù. Grande domanda dei cercatori di sempre, domanda che sento mia. La risposta di Gesù dona occhi profondi: se volete capire me, guardate il chicco di grano; se volete vedermi, guardate la croce. Il chicco di grano e la croce, due immagini come sintesi ardente dell'evento Gesù. Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Una frase difficile e anche pericolosa se capita male, perché può legittimare una visione doloristica e infelice della religione. Un verbo balza subito in evidenza per la sua presa emotiva: morire, non morire. Ipotesi o necessità, pare oscurare tutto il resto, mentre invece è l'inganno di una lettura superficiale. L'azione principale, lo scopo verso cui tutto converge, il verbo che regge l'intera costruzione è «produrre»: il chicco produce molto frutto. L'accento non è sulla morte, ma sulla vita. Gloria di Dio non è il morire, ma il molto frutto buono.

generoso di te, di tempo cuore intelligenza; se ti dedichi, come un atleta, uno scienziato o un innamorato al tuo scopo, allora produci molto frutto. Se sei generoso, non perdi ma moltiplichi la vita.

La seconda icona è la croce, l'immagine più pura e più alta che Dio ha dato di se stesso. «Per sapere chi sia Dio devo solo inginocchiarmi ai piedi della Croce» (Karl Rahner). Dio entra nella morte perché là va ogni suo figlio. Ma dalla Osserviamo un granello di frumento, un morte risorge come un germe di vita inqualsiasi seme: nessun segno di vita, un gudistruttibile, e ci trascina fuori, in alto, scio spento e inerte, che in realtà è un forcon sé. Gesù è così: un chicco di grano, ziere, un piccolo vulcano di vita. Caduto in che si consuma e fiorisce; una croce, doterra, il seme muore alla sua forma ma rinave già respira la risurrezione. Io sono cristiano per sce in forma di germe, non uno che si sacrifica per l'altro - seme e germe non sono due cose diverse, sono attrazione: attirerò tutti a me. E la mia fede è contemplazione del volto del Dio la stessa cosa ma tutto trasformato in crocifisso. più vita: la gemma si muta in fiore, il fiore in frutto, il frutto in seme. Nel ciclo vitale come in quello spirituale «la vita non è tolta ma trasformata» (Liturgia dei defunti), non perdita ma espansione.

«La Croce non ci fu data per capirla ma perché ci aggrappassimo ad essa» (Bonhoeffer): attratto da qualcosa che non capisco ma che mi seduce, mi aggrappo alla sua Croce, cammino dietro a Cristo, morente in eterno, in eterno risorgente.

Ogni uomo e donna sono chicco di grano, seminato nei solchi della storia, della famiglia, dell'ambiente di lavoro e chiamato al molto frutto. Se sei

h t t p s : / / s i t e s . g o og l e. c o m / s i t e / a de s t e r o m a ni a c o m u ni t ai t al i a n a /

ADESTE COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIA

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ADESTE n°12/ ANNO 4°-22.03.2015

dalla fine del mondo al

Il 13 marzo 2013 Jorge Mario Bergoglio diventava Francesco, il primo pontefice con questo nome, latinoamericano, gesuita. Adesso è anche il Papa della misericordia, delle riforme e della tenerezza

in largo il mondo per annunciare il Vangelo; dopo Ratzinger, l'umile Papa teologo che ha cominciato - inascoltato - a predicare contro il dominio degli apparati ecclesiastici per ritornare all'essenziale e ha avuto il coraggio di affermare che la più grande persecuzione contro la Chiesa non viene dall'esterno ma dal peccato interno alla Chiesa stessa, è arrivato il Papa della misericordia e della tenerezza. Bergoglio è diventato successore di questi due grandi Pontefici avendo come orizzonte quello di un missionario consapevole della scristianizzazione in atto, che cerca di comunicare con la vicinanza, la testimonianza e la predicazione - quale sia la natura del cristianesimo. «La Chiesa non cresce per proselitismo, ma per attrazione», diceva Benedetto XVI. Questa frase è una delle più citate dal suo successore. Il modo migliore per arrivare ai lontani è andare loro incontro con la misericordia del padre che corre incontro al figliol prodigo e lo stringe a sé, prima ancora di ascoltare le sue spiegazioni. Una misericordia «sorprendente, imprevedibile, addirittura “ingiusta” secondo i criteri umani», ha detto il Papa sabato scorso. La strada della Chiesa, ha aggiunto, «è quella di non condannare eternamente nessuno; di effondere la misericordia di Dio a tutte le persone che la chiedono con cuore sincero; la strada della Chiesa è proprio quella di uscire dal proprio recinto per andare a cercare i lontani nelle “periferie” dell’esistenza; quella di adottare integralmente la logica di Dio».

Sono passati due anni dopo quel primo affaccio del Papa scelto «dalla fine del mondo» che rimase per un lungo minuto immobile e silenzioso davanti allo spettacolo della piazza San Pietro illuminata dai flash. La Curia romana è tutta un cantiere: prima la riforma - accelerata a causa delle inchieste della magistratura italiana delle strutture economico finanziarie, a partire dallo Ior. Poi la riforma dei dicasteri curiali, che sta prendendo forma e che dovrebbe portare a snellimenti, accorpamenti e semplificazioni. Poi ancora un doppio sinodo sulla famiglia che ha previsto il coinvolgimento delle chiese locali e delle parrocchie. E poi ancora i viaggi intorno al mondo, con una speciale predilezione dell'Asia. Il tutto accompagnato da uno stile papale nuovo, meno legato ai cerimoniali della corte. Eppure non è questo a definire ciò che questi primi due anni hanno provocato nella percezione della gente, fuori e dentro la Chiesa. Francesco viene considerato «il Papa della misericor- (A.Tornielli 13.3.2015 Vaticaninsider) dia». Lo si potrebbe anche definire «il Papa dei lontani». E questo non perché la sua testimonianza non sia di conforto a chi crede, ma perché la cifra, il cuore del suo messaggio è proprio quella del Vangelo della misericordia, una Chiesa che non ha paura di abbracciare la sofferenza nelle periferie, anche nelle periferie rappresentate da chi si è allontanato o non si è mai avvicinato alla fede. Dopo Wojtyla, il Papa guerriero che ha abbattuto i muri e ha girato in lungo e

centro del mondo

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Nel secondo anniversario della sua elezione, papa FranceANNO SANTO sco ha annunciato l'indizione di un Anno Santo della Misericordia. È stato il Papa stesso a comunicarlo, durante DELLA la liturgia penitenziale che ha presieduto venerdì pomeMISERICORDIA riggio nella basilica di San Pietro confessando alcuni fedeli. Questo Giubileo straordinario inizierà il prossimo 8 dicembre, nel cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II e durerà fino alla solennità di Cristo Re, il 20 novembre 2016

C

ari fratelli e sorelle, ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere tes mone della misericordia. E’ un cammino che inizia con una conversione spirituale; e dobbiamo fare questo cammino. Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Sarà un Anno Santo della Misericordia. Lo vogliamo vivere alla luce della parola del Signore: “Siate misericordiosi come il Padre” (cfr Lc 6,36). E questo specialmente per i confessori! Tanta misericordia! Questo Anno Santo inizierà nella prossima solennità dell’Immacolata Concezione e si concluderà il 20 novembre del 2016, Domenica di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo e volto vivo della misericordia del Padre. Affido l’organizzazione di questo Giubileo al Pon ficio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, perché possa animarlo come una nuova tappa del cammino della Chiesa nella sua missione di portare ad ogni persona il Vangelo della misericordia. Sono convinto che tu<a la Chiesa, che ha tanto bisogno di ricevere misericordia, perché siamo peccatori, potrà trovare in questo Giubileo la gioia per riscoprire e rendere feconda la misericordia di Dio, con la quale tu= siamo chiama a dare consolazione ad ogni uomo e ad ogni donna del nostro tempo. Non dimen chiamo che Dio perdona tu<o, e Dioperdonasempre. Non ci stanchiamo di chiedere perdono. Affidiamo fin d’ora questo Anno alla Madre della Misericordia, perché rivolga a noi il suo sguardo e vegli sul nostro cammino: il nostro cammino penitenziale, il nostro cammino con il cuore aperto, durante un anno, per ricevere l’indulgenza di Dio, per ricevere la misericordia di Dio

Giubileo, cos’è e cosa significa per la Chiesa. Numeri e precedenti Dante Alighieri rimase affascinato dalle folle ininterrotte di pellegrini. Martin Lutero, invece, si scagliò duramente contro la vendita delle indulgenze. Nella storia della Chiesa il Giubileo ha sempre affascinato i “cronisti” del momento e richiamato a Roma pellegrini da tutto il mondo. Dal primo Anno Santo del 1300 voluto da Bonifacio VIII, che Dante con!ina nell’Inferno, ai milioni ininterrotti di fedeli che con san Giovanni Paolo II nel 2000 hanno attraversato le porte giubilari delle quattro Basiliche Papali: San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le mura. Sarà cosı̀, stando alle previsioni, ancora una volta dall’8 dicembre 2015 !ino al 20 novembre 2016

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degli Anni Santi sono le indulgenze plenarie e le opequando Papa Francesco aprirà la porta santa della Basilica Vaticana e darà il via all’Anno Santo straordi- re di carità alle quali sono invitati i pellegrini. nario della misericordia. Quanto è standard e quanto è a discrezione del Papa del momento? Ogni Ponte!ice può convocare un GiuChe cos’è il Giubileo? Le sue origini risalgono al mondo ebraico quando esso era un anno, dichia- bileo straordinario, cioè senza attendere i 25 anni previsti tra un Anno Santo e l’altro. Benedetto XVI, rato santo, che cadeva ogni 50 anni, nel quale si doveva restituire l’uguaglianza a tutti i (igli d’Israele, che è stato eletto 5 anni dopo il Giubileo del 2000 e offrendo nuove possibilità alle famiglie che avevano ha terminato il suo ponti!icato il 28 febbraio 2013, ha perso le loro proprietà e per!ino la libertà persona- ritenuto di non dover indire nessun Anno Santo le. Ai ricchi, invece, l’anno giubilare ricordava che straordinario. Francesco, invece, appena 2 anni dopo la sua elezione, ha voluto subito aprire un Giusarebbe venuto il tempo in cui gli schiavi israeliti, divenuti nuovamente uguali a loro, avrebbero potuto bileo dedicato al tema della misericordia con 10 rivendicare i loro diritti. La Chiesa cattolica ha ini- anni di anticipo rispetto all’Anno Santo ordinario ziato la tradizione del Giubileo con Bonifacio VIII nel che si terrà nel 2025 secondo la prassi consolidata 1300. All’inizio la cadenza tra un Anno Santo e l’altro negli ultimi secoli di vita della Chiesa. era di 50 anni, ma poi fu dimezzata per consentire a I numeri dei precedenti. Quello che Bergoglio apriogni generazione di viverne almeno uno, a causa rà l’8 dicembre 2015 sarà il 29esimo Giubileo della dell’alto tasso di mortalità . storia della Chiesa cattolica. Tra essi 24 sono quelli Cosa signi(ica per la Chiesa? Esso è tra i momenti ordinari, ciò con cadenze !isse, prima ogni 50 anni e più importanti della vita della Chiesa, di livello infe- poi ogni 25 anni, come nel 1975 con il beato Paolo VI riore soltanto a un concilio, ma è anche di grande va- e nel 2000 con san Giovanni Paolo II. Gli altri cinque, lore storico e artistico. Per i pellegrini che vengono a invece, compreso quello del 2015, sono straordinari, ovvero convocati a discrezione del Papa regnante. I Roma il Giubileo è l’occasione per ricevere l’indulGiubilei ordinari si tennero inizialmente ogni 50 angenza plenaria, ovvero la cancellazione totale delle pene previste per i peccati commessi. Le condi- ni: 1300 con Bonifacio VIII; 1350 con Clemente VI; 1400 con Bonifacio IX. Ma a partire da Martino V, zioni sono essenzialmente quattro: attraversare alche ne indisse uno straordinario per il 1423, la periomeno una porta santa, confessarsi, comunicarsi e dicità scese a 25 anni come è attualmente oggi. Si cepregare secondo le intenzioni del Papa. lebrarono cosı̀ regolarmente i Giubilei del 1450, del Come si sviluppa? Da Bonifacio VIII a Francesco il 1475, !ino al 1775. Giubileo è stato ovviamente Non si tenne, invece, l’Ansoggetto a signi!icativi mutano Santo del 1800 per menti storici. Ciò che rimane le vicende napoleoniche: pressoché immutato in una Pio VI prigioniero in Franliturgia che attraversa i secoli, cia !ino alla morte nel le vicende storiche e arriva 1799, Pio VII eletto a Veaddirittura a contemplare la nezia nel marzo del 1800. nascita della televisione, priCosı̀ come saltò anche l’apma in bianco e nero e poi a puntamento del 1850 a colori, è l’apertura delle porte motivo della fuga di Pio IX sante. E8 il rito che segna l’inia Gaeta nel 1849, dopo zio dell’Anno Santo. Antical’assassinio a Roma del suo mente il Papa batteva 3 volte primo ministro Pellegrino sulla porta murata con un Rossi. Regolarmente si martelletto prezioso, ma fu svolsero tutte le altre celeWojtyla, nel Giubileo del 2000, brazioni venticinquennali a eliminare questo segno e ad !ino a quella del 2000 aprirla soltanto con le mani. con Wojtyla. Gli altri Nel corso dei secoli fedeli da quattro Anni Santi straorogni parte del mondo, ma dinari, invece, come quello anche milioni di turisti, semdel 2015, si sono svolti nel plici curiosi o seguaci di altre 1390, nel 1423, nel 1933 e confessioni religiose, hanno attraversato le quattro nel 1983. Quest’ultimo fu voluto da san Giovanni porte sante. Con l’arrivo della tv la liturgia di apertura e chiusura del Giubileo ha dovuto coniugarsi con Paolo II per i 1950 anni della redenzione, ovvero della resurrezione di Gesù. l’esigenze delle emittenti che rilanciano in tutto il mondo le immagini storiche. Altri elementi costanti Francesco Antonio Grana (Il fatto quotidiano 15.3.2015)

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CREDO IN DIO Molto dense sono le righe in cui mette a nudo la sua fede. Dell'Eucaristia, ad esempio, scrive: “Io quando ricevo la comunione sento di entrare in rapporto con Dio e trovo la pace nel cuore”. Sulla Passione di Cristo: “Gesù raggiunge ogni persona che soffre. E' lì vicino “Mi chiamo Federico, sono nato ama e soffre con noi. Ci è venuto a nel 1993 e mentre scrivo queste mancare nel nostro dolore”. E anrighe ho da poco compiuto cora: “Dio si fa trovare piano piano, vent’anni”. Federico soffre di da chi lo cerca sinceramente”. La autismo e non riesce a parlare. scelta, invece, di aprirsi alla vita All'età di un anno i genitori Pao- d'amore di Dio “è come udire una la e Oreste notano che quel loro musica e partecipare alla danza”. E poi c'è la riflessione su credenti e bellissimo figlio, vivace, e dai biondissimi capelli ricci comin- no: “Credo che la fede e l’ateismo cia a trapassarli con lo sguardo, siano due misteri complementari a rifiutare qualsiasi contatto e a della vita umana. Ma credenti o non voltarsi quando veniva chia- atei, siamo tutti in cammino lungo il sentiero della vita. Il fatto che ciamato. A tre anni la diagnosi: si tratta di “autismo”. Seguono poi scuno abbia il proprio personale e unico percorso da fare non impone anni e anni di terapie, con lui aggrappato all'amore saldo dei che non ci si possa sentire compagni di viaggio, anche tra atei e cregenitori e dei fratelli Arianna e denti, nella solidarietà ma anche Leonardo. nel pieno rispetto delle convinzioni degli altri”. L'inserimento a scuola è però un toccasana e a 8 anni comincia a NO A INUTILI PIETISMI E AI RUmuovere i primi passi nel tentativo MORI di comunicare attraverso il compu- Federico descrive ciò che prova un ter. Davanti a una tastiera la sua ragazzo nelle sue condizioni, così sindrome sembra, infatti, arretrare. che possiamo comprenderlo meSi apre uno spiraglio nella sua glio e cambiare il nostro approccio: “prigione”. Scrive con il solo indice “Se pensate che noi autistici siamo della mano destra. Inizia a dare for- degli handicappati, lama a parole, frasi, e poi a pensieri e sciateci stare, per favosentimenti conditi da una forte cari- re”. Se questo è la voca di ironia. Scopre l’amicizia, l’astra idea non perdete more, la fede. Nasce così la sua au- tempo, sembra insomtobiografia dal titolo “Quello che ma dire. “Non stressate non ho mai detto” (Edizioni San troppo le mie fini capaPaolo) ricca di osservazioni profon- cità percettive, quindi de, rare e preziose sulla sua sindro- odio gli ambienti rumome. rosi, con molte luci e molta gente che parla. LA GIOIA A LUNGO DESIDERA- Per una passeggiata TA preferisco le atmosfere “Oggi condivido con voi una gran- ovattate di un bosco de gioia – annota Federico –. Dopo che il caos di un centro vent'anni di silenzio, una vita senza commerciale. Datemi poter parlare, dodici anni di fatica un inpunt alla volta. per imparare a scrivere, è arrivato Posso capirvi ma comunelle librerie il mio libro, quello in nicate piano e con frasi cui racconto la mia storia, in cui semplici. Spiegatemi pacatamente spiego il mio autismo, in cui ho po- dove andiamo, a fare cosa e come. tuto finalmente dire come io vedo il Per voi sarà ovvio ma per me no”. mondo e ciò in cui credo. Dopo una vita passata in silenzio, comunicare STATE IN SILENZIO è finalmente conseguire una gioia a Gli bastano poche rapide frasi per lungo desiderata”. disarmare il lettore: “Penso che il mondo abbia un drammatico biso-

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gno di silenzio, sia individuale sia relazionale, per imparare a sentire le cose con il cuore. Invece cerca di esorcizzare questo bisogno facendo ancora più rumore. Io non so parlare, ma voi siete capaci di coltivare le relazioni anche stando in silenzio?”. Ci sono poi cose che noi “neurotipici” non sappiamo fare, ma Federico sì: “Anch'io, per esempio, so fare delle cose per voi difficili, come parlare e ascoltare allo stesso tempo o ascoltare e comprendere due persone che parlano contemporaneamente di cose diverse. In sintesi, la mia mente lavora in un modo diverso da quella degli altri e ciò mi mette in difficoltà”. PROGETTI PER IL FUTURO Oggi Federico studia percussioni, ha tanti amici, aiuta persone con autismo in famiglia ed accarezza molti progetti per il futuro: “Ora la mia vita ha trovato il suo corso – scrive – grazie agli operatori che mi hanno insegnato il metodo, ai miei genitori che con entusiasmo si sono lanciati in questa avventura io oggi sono felice della mia vita e il merito, in gran parte, è loro”. Il suo pensiero però corre anche agli altri: “Quanti autistici mentalmente perduti avrebbero potuto essere altri Federico se diagnosticati presto, ben supportati nell'età dello sviluppo e molto amati?”. Ma uno è il suo desiderio più forte: “Andrò in giro per il mondo a vedere donne incinte per capire se i loro bimbi sapranno parlare e curare l'autismo. Io giocherò con i loro bimbi per aiutarli a crescere a imparare a parlare. Quando un bambino avrà bisogno di me, io sarò lì ad aiutarlo”. “IO SOGNO SPESSO E TANTO” Ancora oggi Federico non dice nulla, anche se a volte gli sfugge una parola o borbotta tra sé, ma lettera dopo lettera riesce a dipingere il suo mondo interiore con impressionante profondità e lucidità. Continua a vivere a Roma. E sogna, “spesso e tanto”: “Un sogno ricorrente è una giornata di sole in cui i miei sentimenti e i miei pensieri si sciolgono in una sorgente di parole per tutti i miei amici. Che bello dev’essere poter parlare!”.


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VIAGGIATORI ROMENI

A

Prima parte

ll’inizio dell’Ottocento, lo spazio italiano non era ancora una meta preferita per i giovani romeni, interessati molto di più alla DELL’ OTTOCENTO Francia, paese che per molti si confondeva allora col nome di Napoleone e l’ideale di libertà desiderata in un periodo IN ITALIA politico particolare: i due principati, la Valacchia e la Moldavia, erano sotto il dominio turco e tutte le altre provincie storiche romene erano sotto il dominio austriaco o russo.È pur vero che una ben limitata parte del clero greco-cattolico romeno aveva studiato a Roma, taluni dei suoi rappresentanti rimanendo fino alla fine della loro vita nella capitale del mondo ecclesiastico, com’era successo con uno dei più insigni rappresentanti del movimento conosciuto col nome di Scuola Transilvana. Un caso interessante, però, con implicazioni profonde è quello in cui si trova un giovane moldavo, Gh. Asachi, figlio di un sacerdote ortodosso, il quale, dopo gli studi fatti a LembergLeopoli, studia polacco, tedesco e latino e si decide, per motivi di salute, a passare un periodo in Italia. Ed eccolo il giorno 13 aprile 1808 abbandonare Vienna, dove aveva già trascorso tre anni e valicare i territori del Carso, fermandosi a Trieste, Venezia, Padova, Ferrara, Bologna, Firenze, Barberino, Siena, Viterbo. Nei suoi manoscritti ci sono descrizioni rilevanti di tutte le meraviglie architettoniche incontrate, perché Asachi non si era laureato in filosofia, come aveva sperato agli inizi degli studi, ma in ingegneria e, dunque, aveva rivolto all’architettura una particolare attenzione. L’11 giugno del 1808 si trovava già alle porte di Roma. Sin da Baiano, ci informa il grande storico della letteratura romena G. Călinescu[1] - ex alunno dell’Accademia di Romania in Roma - era impaziente di vedere la città, considerata romanticamente la vera culla della nazione a cui apparteneva. Arrivato alle porte di Roma, il giovane studioso romeno tentò di vedere la cupola di San Pietro attraverso la porta della piazza del Popolo, difesa allora dalle truppe francesi! Se diamo credito al già citato Călinescu, Asachi credeva di essere il primo romeno in visita a Roma, città abbandonata dai suoi antenati 1800 anni fa!In compagnia di un abate e di un pittore si diresse verso la colonna traiana, meta obbligata anche per gli altri viaggiatori romeni: Ion Codru Drăguşanu, Badea Cârţan, Sextil Puşcariu e per una lunga serie di scrittori o di semplici viaggiatori che vedevano nella celebre colonna l’atto di nascita del popolo romeno. Poi, Asachi visita San Pietro, sale nella cupola e ammira il meraviglioso e indimenticabile panorama della città, visita il Pincio, che tanto attirava l’attenzione di un altro scrittore, Ion Păun, da spingerlo ad aggiungere al proprio nome anche l’appellativo di Pincio! Poi, desideroso di capire subito in che cosa stava la grandezza della città eterna, visita con la più grande attenzione la via Appia che gli lascia un’impressione indimenticabile e lo fa ripensare alla caducità della gloria. Il 18 agosto 1808 parte per Velletri e Terracina. Durante il viaggio ha il privilegio di incontrare la moglie di Murat, Charlotte. La permanenza napoletana gli permette di visitare le biblioteche, i musei, il teatro San Carlo, la chiesa di San Gennaro e, insieme ad un gruppo di quattro audaci, parte per Portici e Resina e sale sul Vesuvio, dove brucia una bandiera di carta dopo averla accesa con le fiamme del celebre vulcano! Non si lascia sfuggire Pompei e le considerazioni sulla vita dei suoi abitanti non mancheranno di trovare posto tra le sue carte. Di ritorno a Roma prende alloggio in via dei Condotti, presso la famiglia Picconi; qui si innamora di Teresina, la cognata del proprietario diventato amico, con il quale fa spesso battute di caccia e letture all’aria aperta nei pressi della città. Grazie alla moglie di Picconi, a quei tempi una celebre cantante, ha la possibilità di conoscere la principessa Ruspoli. È questo l’inizio del suo ingresso nell’alta società romana del tempo. In un negozio di Piazza di Spagna incontra Bianca Milesi, una pittrice milanese, grazie alle cui relazioni conosce Canova e altri scultori e pittori allora in voga. Bianca lo porterà un po’ dappertutto, gli fa studiare l’opera di Alfieri, lo introduce in casa della duchessa Odescalchi, dove conosce il generale francese Miollis, il comandante della guarnigione francese di stanza a Roma. Già nel 1809 comincia a verseggiare, scrivendo poesie che sanno di Petrarca e degli arcadici. Firma con il nome arcadico Alviro Dacico[2] molti sonetti scritti in italiano per Bianca Milesi; altrettanto fa anche lei, firmando le proprie rime con diversi nomi, tra cui Leuca e Cinzia. Asachi è assai impaziente di farsi accettare nella società romana e nel 1812 pubblica sul Giornale di Campidoglio un sonetto dedicato alla sig.ra Blanchard, dopo il suo secondo volo col pallone.

continua

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Rallégrati, o Piena di grazia! Ci torna spontaneo quest'oggi il ricordo del primo peccato. Facciamo memoria della triste situazione che ha coinvolto l'umanità intera, lontana da Dio e priva di grazia. Ci giunge come un annuncio di gioia il saluto che l'Angelo porge a Maria, lo sentiamo anche nostro. Una umile fanciulla viene finalmente definita «Piena di grazia». Fa parte anche lei della nostra povera umanità peccatrice, ma il Signore, l'ha purificata, prima del suo concepimento, con il suo amore e ha voluto che fosse immacolata, senza peccato. L'ha adombrata con la forza del suo Spirito. Così quel dialogo ininterrotto, con cui il Signore ha cercato, sin dalle nostre origini, di ristabilire invano una comunione, ora finalmente trova un cuore limpido, una vergine senza macchia, la nuova Eva, docile e pronta all'ascolto. Le parole dell'Angelo risuonano nei nostri cuori come preannuncio di redenzione e segno visibile della fedeltà di Dio; specchiàndoci in Maria riappare sulla nostra terra un'innocenza macchiata, uno splendore perduto, una bellezza antica ora meglio esaltata. Lei, l'umile ancella del Signore, sarà resa feconda dallo Spirito Santo e, restanANNUNCIAZIONE DEL do sempre vergine, diventerà la madre di Cristo, la madre di Dio, la madre nostra. Ciò che era stato promesso, ora si realizza in pienezza: il Verbo si fa carne e viene ad abitare in mezzo a noi. È un progetto di amore, pensato e voluto da Dio, ma affidato alla risposta di una donna. Dopo le parole rassicuranti dell'Angelo, ascoltiamo il "sì" di Maria, che si fonde con quello dello stesso Signore. Dopo il "no" del peccato, dopo i tanti no alle proposte divine di salvezza, finalmente l'umanità, per bocca di Maria, fa sentire pieno e gioioso il proprio assenso al Signore. Un sì che la legherà intimamente, con la forza dello Spirito, al Padre e al suo Figlio: Maria rifulge così nello splendore della Trinità beata. Un amore sponsale unisce Cielo e terra, è un amore fecondo, che sgorga dal cuore stesso di Dio, è un amore purissimo con cui la Vergine accoglie nel suo grembo il Figlio di Dio. Con lo stesso amore la Madre adempirà, fino ai piedi della croce, la sua missione e resterà fedele alla sua piena professione di completa disponibilità: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». L'ascolto, l'umiltà, la disponibilità senza riserve fino all'eroismo della croce, sono le virtù di Maria, per sua intercessione che siano anche nostre..

I SANTI DELLA SETTIMANA DOM.22

S. Lea

LUN. 23

S. Turibo de Mongrovejo

MART.24

S. Caterina di Svezia

MERC.25 Annunciazione del Signore GIOV.26

S. Emanuele

VEN. 27

S.Aimone

SAB. 28

S. Castore

Trasmessa in diretta su: http://www.ercis.ro/video/iasi.asp

*°* C6 7: Chiesa romano-cattolica dei PiaB

risti. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: veresstelian@yahoo.com Domenica alle ore 12,00

: Preasfantul Mantuitor

(Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balcescu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./ fax: 021-314.18.57, don Roberto Polimeni, Tel:0770953530

*°*

mail: polimeni.roberto@yahoo.com; polimeni.rober A69 I 6+ : Domenica ore 11:00 nella Chieto70@gmail.com; Tel 0040 756066967. Trasmessa sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don in diretta su www.telestartv.ro Horvath Istvan , tel 0745 020262 Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul *°* "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari. T+;+ < : Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi*°* na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. I +: Cattedrale "vecchia" Iaşi - Adormirea Maicii Domenica ore 18:00. Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: I-II-III Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Domenica del mese ore 11,00-IV Domenica Mail:parohiafabric@googlemail.com ore 9,30, Don Alessandro Lembo *°* Tel 0749469169 Mail: Alelembo73@gmail.com

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I

Letture: Ger 31,31-34 Sal 50 Eb 5,7-9 Gv 12,20-33

INTRODUZIONE C- Nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo C- La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. ATTO PENITENZIALE C- Nel giorno in cui celebriamo la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte, anche noi siamo chiamati a morire al peccato per risorgere alla vita nuova. Riconosciamoci bisognosi della misericordia del Padre. Breve pausa di riflessione Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro . C- Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. TAmen Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Signore, pietà.

COLLETTA C- Ascolta, o Padre, il grido del tuo Figlio che, per stabilire la nuova ed eterna alleanza, si è fatto obbediente fino alla morte di croce; fa' che nelle prove della vita partecipiamo intimamente alla sua passione redentrice, per avere la fecondità del seme che muore ed essere accolti come tua messe nel regno dei cieli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. TAmen LITURGIA DELLA PAROLA (

P./01 L2334.1 Dal Libro del Profeta Geremia

Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova. Non sarà come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore. Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni – oracolo del Signore –: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: «Conoscete il Signore», perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande – oracolo del Signore –, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato. Parola di Dio. TRendiamo grazie a Dio

Beati quelli che ascoltano la parola di Dio e la vivono ogni giorno. C- Il Signore sia con voi TE con il tuo Spirito!

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, SALMO RESPONSORIALE la conserverà per la vita eterna. Se R. R. Crea in me, o Dio, un uno mi vuole servire, mi segua, e cuore puro. dove sono io, là sarà anche il mio Pietà di me, o Dio, nel tuo servitore. Se uno serve me, il Padre amore; nella tua grande miserilo onorerà. Adesso l’anima mia è cordia cancella la mia iniquità. turbata; che cosa dirò? Padre, salvaLavami tutto dalla mia colpa, dal mi da quest’ora? Ma proprio per mio peccato rendimi puro. R/. questo sono giunto a quest’ora! PaCrea in me, o Dio, un cuore dre, glorifica il tuo nome». puro, rinnova in me uno spirito Venne allora una voce dal cielo: saldo. Non scacciarmi dalla tua «L’ho glorificato e lo glorificherò anpresenza e non privarmi del tuo cora!». santo spirito. R/. La folla, che era presente e aveva Rendimi la gioia della tua udito, diceva che era stato un tuono. salvezza, sostienimi con uno spiri- Altri dicevano: «Un angelo gli ha to generoso. Insegnerò ai ribelli parlato». Disse Gesù: «Questa voce le tue vie e i peccatori a te ritornon è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; neranno. R/. ora il principe di questo mondo sarà S267891 L2334.1 Dalla lettera agli Ebrei gettato fuori. E io, quando sarò innalCristo, nei giorni della sua vita zato da terra, attirerò tutti a me». Diterrena, offrì preghiere e suppli- ceva questo per indicare di quale che, con forti grida e lacrime, a morte doveva morire. Dio che poteva salvarlo da morte Parola del Signore. e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. OMELIA (seduti) Pur essendo Figlio, imparò l’obCREDO in un solo Dio, Padre onbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvez- nipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili za eterna per tutti coloro che gli e invisibili. Credo in un solo Siobbediscono. gnore, Gesù Cristo, unigenito Parola di Dio. Figlio di Dio, nato dal Padre priTRendiamo grazie a Dio. ma di tutti i secoli: Dio da Dio, CANTO AL VANGELO Luce da Luce, Dio vero da Dio Beati quelli che ascoltano la pa- vero, generato, non creato, della rola di Dio e la vivono ogni gior- stessa sostanza del Padre; per no. mezzo di lui tutte le cose sono Se uno mi vuole servire, mi sestate create. Per noi uomini e per gua, dice il Signore, e dove sono la nostra salvezza discese dal io, là sarà anche il mio servitore. . cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto

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ADESTE n°12/ ANNO 4°-22.03.2015

uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C- Fratelli e sorelle, uniamo le nostre voci nell'invocare la misericordia di Dio. In Cristo, con Lui e per Lui ci rivolgiamo con filiale fiducia al Padre, che solo può ascoltare ed esaudire le nostre suppliche. Preghiamo insieme e diciamo: Abbi pietà di noi, o Signore. 1. Quando la tristezza, la delusione e il dolore accecano la fede e rendono muta la preghiera...Abbi pietà di noi, o Signore. 2. Quando il lavoro frenetico, la corsa al successo, l'ansia di apparire ci fa smarrire il senso autentico della vita...Abbi pietà di noi, o Signore. 3. Quando incontriamo la sofferenza, la malattia, la morte e la nostra fede vacilla...Abbi pietà di noi, o Signore. 4. Quando il peccato appesantisce il nostro cuore e lo chiude alla speranza della misericordia...Abbi pietà di noi, o Signore. 5. Quando l'orgoglio acceca il nostro sguardo e impedisce di riconoscere i nostri errori.Abbi pietà di noi, o Signore. 6. Quando la paura ci spinge ad essere sordi di fronte ai problemi e ai dolori delle persone che ci passano accanto...Abbi pietà di noi, o Signore. 7. Quando impediamo alla nostra fede di provocare la nostra coscienza...Abbi pietà di noi, o Signore. C- Signore onnipotente, da te attendiamo il dono della piena risurrezione. Ascolta le preghiere che ti rivolgiamo in questa Pasqua ormai vicina e guidaci, nella speranza, verso la meta del nostro pellegrinaggio terreno. Per Cristo

nostro Signore. TAmen C- Pregate, fratelli e sorelle, perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio, Padre onnipotente. T- Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) C- Esaudisci, Signore, le nostre preghiere: tu che ci hai illuminati con gli insegnamenti della fede, trasformaci con la potenza di questo sacrificio. Per Cristo nostro Signore. TAmen PREGHIERA EUCARISTICA C- Il Signore sia con voi. TE con il tuo spirito. C- In alto i nostri cuori. TSono rivolti al Signore. C-Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. TÈ’ cosa buona e giusta. C- È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Ogni anno tu doni ai tuoi fedeli di prepararsi con gioia, purificati nello spirito alla celebrazione della Pasqua, perché, assidui nella preghiera e nella carità operosa, attingano ai misteri della redenzione la pienezza della vita nuova in Cristo tuo Figlio, nostro salvatore. E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli, ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti, proclamiamo con voce incessante l'inno della tua gloria: T- Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli. DOPO LA CONSACRAZIONE

CMistero della fede TAnnunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPOLAPREGHIERAEUCARISTICA C - Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. TAmen TP A D R E NO S T R O

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Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen. C- Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. T- Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C- Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli TAmen C - La pace del Signore sia sempre con voi. TE con il tuo spirito. C - Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. T - Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C - Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. T - O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C- Dio onnipotente, concedi a noi tuoi fedeli di essere sempre inseriti come membra vive nel Cristo poiché abbiamo comunicato al suo corpo e al suo sangue. Per Cristo nostro Signore. TAmen. C- Il Signore sia con voi. TE con il tuo spirito. C- Vi benedica Dio onnipotente, Padre,Figlio e Spirito Santo. TAmen. C- Nel nome del Signore: andate in pace. TRendiamo grazie a Dio


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