ADESTE NR. 02 Domenica 13 Gennaio 2019

Page 1


festeggiato in tutta Italia, da Nord a Sud, con la benedizione degli animali e l'accensione dei falò. In Sardegna segna l'inizio ufficiale del Carnevale. A Novoli, nel Salento, in suo onore arde la Fòcara, una pira alta 25 metri e con un diametro di 20. È la più grande d'Italia e del Mediterraneo. Attorno alla Fòcara per tutta la serata e la nottata del 16 gennaio, giorno della vigilia e dell'accensione ufficiale, si balla e si canta. Tutto in onore di sant'Antonio abate, uno dei più illustri eremiti della storia della Chiesa. Nato a Coma, nel cuore dell'Egitto, intorno al 250, a vent'anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una plaga deserta e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di 80 anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356. Già in vita accorrevano da lui, attratti dalla fama di santità, pellegrini e bisognosi di tutto l'Oriente. Anche l'imperatore Costantino e i suoi figli, pare, ne cercarono il consiglio. La sua vita è raccontata da un discepolo, sant'Atanasio, che contribuì a farne conoscere l'esempio in tutta la Chiesa. Per due volte lasciò il suo romitaggio. La prima per confortare i cristiani di Alessandria perseguitati da Massimino Daia. La seconda, su invito di Atanasio, per esortarli alla fedeltà verso il Concilio di Nicea. LA CONTESA COL DEMONIO PER LE ANIME DEI PECCATORI Nell'iconografia tradizionale è raffigurato circondato da donne procaci, simbolo delle tentazioni, come lo dipinge ad esempio Paul Cezanne, o animali domestici, come il maiale, di cui è popolare protettore. Il fuoco legato al suo culto ha a che fare con il racconto che vedeva il Santo addirittura recarsi all'inferno per contendere al demonio le anime dei peccatori. A Macerata Campania, in provincia di Caserta, il 17 gennaio viene riproposta l’antica tradizione delle Battuglie: botti, tini e falci vengono utilizzati come dei veri e propri strumenti musicali per produrre la caratteristica sonorità meceratese, denominata appunto Pastellessa (o Pastellesse). Molti gli artisti che l'hanno raffigurato, da Velazquez a Bosch, da Grunewald a Paul Cezanne. Un culto diffusissimo per uno che visse in preghiera da eremita per tutta la sua lunga vita.

PERCHÉ IL SUO CULTO È ASSOCIATO ALL'ALLEVAMENTO DEI MAIALI? I suoi discepoli tramandarono alla Chiesa la sua sapienza, raccolta in 120 detti e in 20 lettere; nella Lettera 8, Sant’Antonio scrisse ai suoi “Chiedete con cuore sincero quel grande Spirito di fuoco che io stesso ho ricevuto, ed esso vi sarà dato”. Nel 561 fu scoperto il suo sepolcro e le reliquie cominciarono un lungo viaggiare nel tempo, da Alessandria a Costantinopoli, fino in Francia nell’XI secolo a Motte-Saint-Didier, dove fu costruita una chiesa in suo onore. In questa chiesa a venerarne le reliquie, affluivano folle di malati, soprattutto di ergotismo canceroso, causato dall’avvelenamento di un fungo presente nella segala, usata per fare il pane. Il morbo era conosciuto sin dall’antichità come “ignis sacer” per il bruciore che provocava; per ospitare tutti gli ammalati che giungevano, si costruì un ospedale e una Confraternita di religiosi, l’antico Ordine ospedaliero degli “Antoniani”; il villaggio prese il nome di Saint-Antoine di Viennois. Il Papa accordò loro il privilegio di allevare maiali per uso proprio e a spese della comunità, per cui i porcellini potevano circolare liberamente fra cortili e strade, nessuno li toccava se portavano una campanella di riconoscimento. Il loro grasso veniva usato per curare l’ergotismo, che venne chiamato “il male di s. Antonio” e poi “fuoco di s. Antonio” (herpes zoster); per questo nella religiosità popolare, il maiale cominciò ad essere associato al grande eremita egiziano, poi fu considerato il santo patrono dei maiali e per estensione di tutti gli animali domestici e della stalla. Nella sua iconografia compare oltre al maialino con la campanella, anche il bastone degli eremiti a forma di T, la “tau” ultima lettera dell’alfabeto ebraico e quindi allusione alle cose ultime e al destino. Nel giorno della sua festa liturgica, si benedicono le stalle e si portano a benedire gli animali domestici; in alcuni paesi di origine celtica, Sant'Antonio assunse le funzioni della divinità della rinascita e della luce, LUG, il garante di nuova vita, a cui erano consacrati cinghiali e maiali, così s. Antonio venne rappresentato in varie opere d’arte con ai piedi un cinghiale.


siete mai chiesti chi sono i santi protettori degli animali? San Francesco d'Assisi e Sant'Antonio Abate li conosciamo tutti, tuttavia ci sono anche altri santi protettori degli animali. Il fatto che gli animali abbiamo dei santi patroni deriva dalle antiche tradizioni agro-pastorali, che fusero le loro usanze con quelle cristiane. Molti dei santi cattolici protettori degli animali hanno forti assonanze con l'animale protetto. Pensiamo, per esempio, a San Gallo, protettore dei gallinacei. Inoltre, in alcuni casi, il patronato dipende da leggende associate a quel determinato santo: Sant'Ambrogio è diventato il patrono delle api perché quando era neonato delle api gli si posarono sulle labbra.

Gli animali dei santi

Molti sono i santi e le sante che hanno come attributo iconografico un cane o un altro animale domestico: vediamone alcuni. · San Francesco d'Assisi e Sant'Antonio Abate: animali in generale · Santa Brigida d'Irlnda e Santa Farailde di Gand: animali da cortile · Sant'Ambrogio e San Bernardo da Chiaravalle: api · San Giobbe: bachi da seta · San Cornelio e San Colmano di Stockerau: bovini · San Vito e San Rocco: cani · San Marcello, San Martino di Tours, Sant'Antonio Abate, San Giorgio, Sant'Eligio, Sant'Alor di Quimper: cavalli · Santa Colomba: colombi · San Gallo e Santa Farailde di Gand: gallinacei · Santa Gertrude di Nivelles: gatti · San Gilda e Sant'Antonio Abate: maiali · San Gerardo Maiella: muli · San Martino di Tours: oche · San Biagio: uccelli

Santa Gertrude di Nivelles Protettrice dei gatti

I santi protettori dagli animali: chi sono?

Ci sono poi anche dei santi che ci proteggono da determinati animali o malattie degli animali: · · · · · · · ·

Santi Abdon e Sennen, Sant'Agostino, Santa Barbara, San Roberto di Matalana, Santi Orenzio e Pazienza di Huesca: animali nocivi San Magno di Fussen: animali nocivi per le coltivazioni San Defendente, Sant'Ignazio di Loyola, Santa Radegonda: lupi San Bovo di Voghera, San Colmano di Stockerau, Santa Berlinda di Meerbeke: malattie dei bovini San Colmano di Stockerau: malattie dei cavalli San Bellino di Padova, San Vito, Sant'Uberto, Sant'Eleuterio di Arce, San Donnino Martire: malattie dei cani San Domenico di Sora, San Foca di Sinope, Sant'Ilario, San Paolo, San Primino, Sant'Uberto, San Volfango, San Donnino Martire: morsi dei rettili Santa Gertrude di Nivelles, San Nicasio di Reims, San Martino di Porres, Sant'Ulrico: topi


·

San Maudeto di Bretagna: vermi

Perché San Francesco d'Assisi è il santo protettore degli animali?

Abbiamo già parlato in un articolo ad esso dedicato del perché San Francesco d'Assisi sia il santo protettore degli animali. Qui ricordiamo che la tradizione narra che San Francesco abbia sempre avuto un rapporto particolare con gli animali, soprattutto con gli uccelli. La vita di San Francesco è sempre trascorsa in armonia con la natura, rispettando ogni essere vivente. L'intera vita di San Francesco è stata dominata dall'amore per la natura, ivi inclusi gli animali. Numerose le leggende associate a San Francesco e al suo rapporto con gli animali. La più famosa è, senza ombra di dubbio, quella che lega San Francesco al lupo di Gubbio. Si racconta, infatti, che Gubbio fosse terrorizzata da un lupo ferocissimo. Ma San Francesco, parlando con il lupo, riuscì a placare la sua ferocia, in modo che la pace tornasse nel paese. Altre leggende narrano di San Francesco che salvava gli agnellini destinati al mercato (barattò il suo mantello per questi agnellini), che chiedeva ai pescatori di rigettare in acqua i pesci appena pescati, di una richiesta fatta a delle anatre affinché inseguisse un lupo che aveva rapito un bambino dalla madre, delle prediche fatte in un campo per gli uccelli e delle allodole che cantarono per l'ultima volta insieme a lui il Cantico delle Creature nel momento della sua morte (il 4 ottobre).

Perché Sant'Antonio Abate è il santo protettore degli animali? Anche Sant'Antonio Abate è considerato il santo protettore degli animali. In particolar modo, mentre San Francesco è considerato il santo patrono di tutti gli animali, Sant'Antonio Abate, solitamente, viene considerato il protettore degli animali domestici. Spesso viene raffigurato con accanto un maiale con un campanellino al collo. La festa di Sant'Antonio è il 17 gennaio e, secondo la tradizione, questa è la notte in cui gli animali possono parlare.

PREGHIAMO O Dio creatore fonte di ogni bene, che negli animali ci hai dato un segno della tua provvidenza e una compagnia nella fatica quotidiana, per intercessione di S. Antonio Abate fa' che in un armonioso rapporto con la creazione, impariamo a servire e amare te sopra ogni cosa. Per Cristo nostro Signore. R. Amen. Quindi il sacerdote asperge con l'acqua benedetta dicendo: Dio, che ha creato gli animali della terra come aiuto e sostegno nella nostra vita terrena, per intercessione di S. Antonio Abate, protettore degli animali domestici, Benedica queste sue creature (il sacerdote asperge +) e ci protegga e ci custodisca sempre. R. Amen.



-

-

-

-


Dal 31 maggio al 2 giugno Papa Francesco sarà in Romania. L'annuncio stamattina da parte della Sala Stampa vaticana

E' stata pubblicata stamattina la Dichiarazione del direttore “ad interim” della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti, in merito al prossimo viaggio di Papa Francesco in Romania. Ecco il testo: "Accogliendo l’invito del Presidente, delle Autorità dello Stato e della Chiesa Cattolica della Romania, Sua Santità Papa Francesco compirà un Viaggio Apostolico nel Paese dal 31 maggio al 2 giugno 2019, per visitare le città di Bucarest, Iaşi e Blaj e il Santuario mariano di Șumuleu Ciuc. Il programma del viaggio sarà pubblicato a suo tempo".

Il significato del logo Motto della visita del Papa è: "Camminiamo insieme"/ “Să mergem împreună”: azzurro, giallo e rosso i colori usati per il logo che richiamano quelli della bandiera nazionale. Il riferimento a Maria per significare che il popolo di Dio che si trova in Romania cammina sotto la protezione della Madonna. La Romania, infatti, viene spesso chiamata “giardino della Madre di Dio”, formula cara a tutti i fedeli e usata anche da San Giovanni Paolo II durante la sua visita del 1999.

Insieme sotto la protezione di Maria La visita di Papa Francesco riprende, nel motto scelto, questo accento mariano, invitando a unire tutte le forze sotto il mantello protettore della Madonna. Il Papa ha sempre esortato all’unione delle varie forze, al rifiuto degli egoismi e a dare un peso centrale al bene comune. Il Successore di Pietro andrà in Romania per invitare ancora una volta all’unità, per confermare nella fede.


ho ricevuto una telefonata da un

caro amico. Mi ha fatto molto piacere la sua telefonata e la prima cosa che mi ha chiesto è stata: “Come stai?” Non so perché gli ho risposto: “Mi sento molto solo” “Vuoi che parliamo?” Mi disse. Gli ho risposto di si, e mi ha subito detto: “Vuoi che venga a casa tua?” Io ho risposto di si. Depose la cornetta del telefono e in me...no di 15 minuti, lui stava già bussando alla mia porta. E così io gli ho parlato per molte ore di tutto, del mio lavoro, della mia famiglia, della mia fidanzata, dei miei dubbi e lui sempre attento mi ascoltava. E così si è fatto giorno, mi sentivo rilassato mentalmente, mi ha fatto bene la sua compagnia, soprattutto il suo ascolto, mi sono sentito sostenuto e mi ha fatto vedere i miei sbagli. Mi sentivo molto bene e quando lui si è accorto che mi sentivo meglio, mi ha detto: “Bene, ora me ne vado, perché devo andare al lavoro” Io mi sono sorpreso e gli ho detto: “Perché non mi hai avvisato che dovevi andare al lavoro? Guarda che ora è, non hai dormito niente, ti ho tolto tutto il tempo questa notte” Lui ha sorriso e mi disse: “Non c’è problema, per questo ci sono gli amici!” Mi sono sentito molto felice e orgoglioso di avere un amico così. L’ho accompagnato alla porta di casa e mentre lui camminava verso l’auto gli ho gridato da lontano: “Ora è tutto a posto, ma perché mi hai telefonato ieri sera così tardi?” Lui ritornò verso di me e mi disse a voce bassa che desiderava darmi una notizia, ed io gli ho chiesto: “Cos’è successo?” Mi rispose: “Sono andato dal dottore che mi ha detto di essere molto malato” Io rimasi muto …. ma lui mi sorrise e mi disse: “ Ne riparleremo, ti auguro una bella giornata”

Si è girato e se ne è andato. Mi è servito un po’ di tempo per rendermi conto della situazione e mi sono chiesto più volte: perché quando lui mi ha chiesto come stavo, io mi sono dimenticato di lui ed ho solo parlato di me? Come ha avuto la forza di sorridermi, di incoraggiarmi, di dirmi tutto quello che mi ha detto, stando in quella situazione? Questo è incredibile! …. Da quel momento la mia vita è cambiata. Ora sono meno drammatico con i miei problemi e godo di più per le cose belle della vita. Adesso dedico il giusto tempo alle persone a cui voglio bene …. Auguro loro che abbiano una bella giornata e ricordino che: “ Colui che non vive per servire … non serve per vivere …” La vita è come una scala, se tu guardi in alto, sarai sempre l’ultimo della fila, ma se tu guardi in basso, vedrai che ci sono molte persone che desidererebbero essere al tuo posto.


QUANDO NASCE? In realtà, la prima ipotesi di una preghiera per l’unità delle Chiese, antenata dell’odierna Settimana di preghiera, nasce in ambito protestante alla fine del XVIII secolo; e nella seconda metà dell’Ottocento comincia a diffondersi un’Unione di preghiera per l’unità sostenuta sia dalla prima Assemblea dei vescovi anglicani a Lambeth (1867) sia da papa Leone XIII (1894), che invita a inserirla nel contesto della festa di Pentecoste. Agli inizi del Novecento, poi, il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Joachim III scrive l’enciclica patriarcale e sinodale Lettera irenica (1902), in cui invita a pregare per l’unione dei credenti in Cristo. Sarà infine il reverendo Paul Wattson a proporre definitivamente la celebrazione dell’Ottavario che lo celebra per la prima volta a Graymoor (New York), dal 18 al 25 gennaio, auspicando che divenga pratica comune. Nel 1926 Il movimento Fede e Costituzione dà avvio alla pubblicazione dei Suggerimenti per l’Ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani (Suggestions for an Octave of Prayer for Christian Unity), mentre nel 1935 l’abate Paul Couturier, in Francia, promuove la Settimana universale di preghiera per l’unità dei cristiani, basata sulla preghiera per «l’unità voluta da Cristo, con i mezzi voluti da lui». Nel 1958 Il Centre Oecuménique Unité Chrétienne di Lione (Francia) inizia la preparazione del materiale per la Settimana di preghiera in collaborazione con la commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese. Nel 2008 viene celebrato solennemente, in tutto il mondo, con vari eventi, il primo centenario della Settimana di preghiera, il cui tema «Pregate continuamente!» (1Ts 5,17) manifestava la gioia per i cento anni di comune preghiera e per i risultati raggiunti.


vie di Parigi ha un fascino unico. Alla sera, quando il sole declina e la città si illumina di mille luci, l’atmosfera diventa speciale: dagli Champs Élysées alla Tour Eiffel lo scenario è davvero incantevole. Per questo Parigi è conosciuta in tutto il mondo con l’appellativo di «Ville Lumière», città della luce. Pochi sanno, però, che a renderla tale è stato un italiano, Fernand Jacopozzi (18771932), fiorentino emigrato in Francia. Fu sua l’idea di illuminare la Tour Eiffel, simbolo della capitale francese, per poi proseguire l’opera con la cattedrale di Notre-Dame, l’avenue des Champs Élysées, l’Opera, il Moulin Rouge e i grandi magazzini del centro. Sconosciuto in Italia e pressoché dimenticato in Francia, un recente libro ne celebra, a buon diritto, la grande genialità. Titolo del volume, scritto da Fabien Sabatès: Fernand Jacopozzi, le magicien de la lumière («il mago della luce»), edizioni Douin. «L’ho scritto – confida l’autore – dopo aver consultato i preziosi archivi storici custoditi dalla nipote di Fernand, Véronique Tessier Huort. Una ricca documentazione che mostra come il fiorentino emigrato a Parigi illuminò di mille luci una città all’epoca buia». Cresciuto a Firenze in una famiglia numerosa (undici figli), Jacopozzi, appena ventitreenne, lasciò la sua città per cercare fortuna oltralpe. Giunto a Parigi, cominciò a lavorare come decoratore di vetrine per le feste natalizie. Già si intravedeva la sua genialità. Sostituì, infatti, i consueti allestimenti floreali con delle ghirlande leggere e delle luci, animate sul principio dei carillon, che si accendevano e si spegnevano. Fu l’inizio di un’attività creativa che gli valse il soprannome di «mago della luce». Fu così che Jacopozzi arrivò a illuminare la Tour Eiffel, impresa ritenuta impossibile sul piano tecnico ed economico. Nel 1925 convinse gli eredi di Gustave Eiffel, l’architetto che l’aveva progettata, a realizzare l’intervento con il contributo della casa automobilistica Citroën. Due mesi di lavoro, con gabbieri della Marina e acrobati dei circhi arrampicati sull’enorme struttura, in bilico sui piloni metallici, mentre sotto di loro la città fremeva di vita. Un vero prodigio tecnico: 250 mila lampadine in 6 colori diversi, quasi 9 mila chilometri di cavi elettrici. L’inaugurazione avvenne il 4 luglio dello stesso anno, in occasione dell’Esposizione internazionale delle Arti decorative. Da qui gli altri interventi sui grandi siti e monumenti della capitale francesecon luce indiretta e diffusa. Un modello adottato, poi, in tutto il mondo. Il volume di Sabatès restituisce finalmente la memoria di un connazionale che ha fatto di Parigi la «Ville Lumière». Con una genialità tutta italiana.


13 gennaio 1915 alle 7.53 del mattino, un violento terremoto colpì l’Italia centrale, provocando danni gravissimi ad Avezzano, in tutta la Piana del Fucino e in numerose località della Valle Roveto e della media Valle del Liri. L’intensità macrosismica stimata sulla base della distribuzione dei danni fu dell’XI grado della scala MCS, la magnitudo (Mw) 7.0. Le vittime, secondo studi recenti, raggiunsero complessivamente il numero di 30.519. Il catastrofico terremoto della Marsica è uno dei disastri sismici più importanti e famosi della storia italiana, secondo solo, nel Novecento, al terremoto del 28 dicembre 1908: enormi distruzioni si ebbero in tutti i paesi della zona del Fucino, alcuni dei quali furono completamente rasi al suolo con un’altissima mortalità. Avezzano, principale centro amministrativo dell’area, perse più dell’80% dei suoi abitanti (10.700 morti su un totale di poco più di 13.000 residenti), Gioia dei Marsi il 78%, Albe il 72%, Ortucchio e Pescina il 47%. Gli effetti più distruttivi interessarono non solo l’area del Fucino ma anche la Val Roveto, il Cicolano e la zona di Sora, nel Frusinate. Danni di varia entità furono complessivamente riscontrati in circa 700 località sparse in un’area molto vasta, estesa a 6 regioni: Abruzzo, Lazio, Molise, Marche, Umbria e alcune località del Casertano, in Campania. Fra le città danneggiate anche Roma, dove decine di edifici e di chiese rimasero lesionati e ci furono alcuni crolli. La scossa principale fu avvertita in una vastissima area: fino al Veneto e alla Lombardia, verso nord, e fino alla Puglia e alla Basilicata verso sud. Come riporta il noto sismologo dell’epoca Alfonso Cavasino nel suo volume del 1935 sui terremoti d’Italia, il terremoto non fu preceduto da scosse premonitrici (o più correttamente in inglese “foreshock”) o altri segnali: “Sembra che la catastrofe sia avvenuta improvvisamente senza, cioè, alcun segno precursore, dappoiché, non solo non fu avvertita in precedenza la benché minima scossetta in tutta la zona mesosismica, ma nemmeno si scorge alcunché nei tracciati dei più delicati apparecchi sismici dei tre Osservatori più vicini”. Le repliche si susseguirono per 4 anni; solo nei primi sei mesi successivi al grande terremoto l’Osservatorio di Rocca di Papa registrò quasi 1300 scosse di varia intensità.


Don Orione sequestrò ( e poi donò) la macchina del Re

-


iene dopo di me colui che è più forte di me”. In che cosa consiste la forza di Gesù? Lui è il più forte perché parla al cuore. Tutte le altre sono voci che vengono da fuori, la sua è l’unica che suona in mezzo all’anima. E parla parole di vita. «Lui vi battezzerà…» La sua forza è battezzare, che significa immergere l’uomo nell’oceano dell’Assoluto, e che sia imbevuto di Dio, intriso del suo respiro, e diventi figlio: a quanti l’hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio (Gv 1,12). La sua è una forza generatrice («sono venuto perché abbiano la vita in pienezza», Gv 10,10), forza liberante e creativa, come un vento che gonfia le vele, un fuoco che dona un calore impensato. «Vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Il respiro vitale e il fuoco di Dio entrano dentro di me, a poco a poco mi modellano, trasformano pensieri, affetti, progetti, speranze, secondo la legge dolce, esigente e rasserenante del vero amore. E poi mi incalzano a passare nel mondo portando a mia volta vento e fuoco, portando libertà e calore, energia e luce. Gesù stava in preghiera ed ecco, il cielo si aprì. La bellezza di questo particolare: il cielo che si apre. La bellezza della speranza! E noi che pensiamo e agiamo come se i cieli si fossero rinchiusi di nuovo sulla nostra terra. Ma i cieli sono aperti, e possiamo comunicare con Dio: alzi gli occhi e puoi ascoltare, parli e sei ascoltato. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». La voce annuncia tre cose, dette per Gesù e per ciascuno di noi: “Figlio” è la prima parola: Dio è forza di generazione, che come ogni seme genera secondo la propria specie. Siamo tutti figli di Dio nel Figlio, frammenti di Dio nel mondo, specie della sua specie, abbiamo Dio nel sangue e nel respiro. “Amato” è la seconda parola. Prima che tu agisca, prima di ogni merito, che tu lo sappia o no, ogni giorno ad ogni risveglio, il tuo nome per Dio è “amato”. Immeritato amore, incondizionato, unilaterale, asimmetrico. Amore che anticipa e che prescinde da tutto. “Mio compiacimento” è la terza parola. Che nella sua radice contiene l’idea di una gioia, un piacere che Dio riceve dai suoi figli. Come se dicesse a ognuno: figlio mio, ti guardo e sono felice. Se ogni mattina potessi immaginare di nuovo questa scena: il cielo che si apre sopra di me come un abbraccio, un soffio di vita e un calore che mi raggiungono, il Padre che mi dice con tenerezza e forza: figlio, amore mio, mia gioia, sarei molto più sereno, sarei sicuro che la mia vita è al sicuro nelle sue mani, mi sentirei davvero figlio prezioso, che vive della stessa vita indistruttibile e generante.

p. Ermes Ronchi


-

-

– -

-


O Padre, il tuo unico Figlio si è manifestato nella nostra carne mortaC. Nel nome del Padre e del le, concedi a noi, che lo abbiamo Figlio e dello Spirito Santo. conosciuto come vero uomo, di esA. Amen. sere interiormente rinnovati a sua C. La grazia del Signore nostro immagine. Egli è Dio e vive e reGesù Cristo, l’amore di Dio Padre gna con te... A. Amen e la comunione dello Spirito Santo (seduti) siano con tutti voi. LITURGIA DELLA PAROLA A. E con il tuo spirito. Prima Lettura INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE Dal libro del profeta Isaia ATTO PENITENZIALE «Consolate, consolate il mio popoC. Il battesimo di Gesù è richiamo alla nostra vocazione di cristia- lo – dice il vostro Dio. Parlate al ni. Nel battesimo Dio ha manifesta- cuore di Gerusalemme e gridatele to la sua bontà offrendoci di vivere che la sua tribolazione è compiuta la sua colpa è scontata, perché ha da figli prediletti. La fragilità e la ricevuto dalla mano del Signore il debolezza, che segnano la nostra vita, rischiano di rendere ineffica- doppio per tutti i suoi peccati». Una voce grida: «Nel deserto prece questo dono. Oggi, in ricordo del battesimo, rinnoviamo la nostra parate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro fede e chiediamo perdono delle Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni nostre colpe. monte e ogni colle siano abbassati; Breve pausa di riflessione personale il terreno accidentato si trasformi Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto pecca- in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del to in pensieri, parole, opere e Signore e tutti gli uomini insieme la omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E vedranno, perché la bocca del Sisupplico la beata sempre vergi- gnore ha parlato». Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie ne Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a GerusaSignore Dio nostro. C. Dio Onnipotente abbia mise- lemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco ricordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eter- il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio na. A. Amen. esercita il dominio. Ecco, egli ha Signore, pietà. Signore, pietà. con sé il premio e la sua ricompenCristo, pietà. Cristo, pietà. sa lo precede. Come un pastore Signore, pietà. Signore, pietà. egli fa pascolare il gregge e con il GLORIA suo braccio lo raduna; porta gli Gloria a Dio nell'alto dei cieli e agnellini sul petto e conduce dolpace in terra agli uomini di buo- cemente le pecore madri». na volontà. Noi ti lodiamo, ti be- Parola di Dio. nediciamo, ti adoriamo, ti glori- A. Rendiamo grazie a Dio. fichiamo, ti rendiamo grazie per SALMO RESPONSORIALE la tua gloria immensa, Signore R. Benedici il Signore, anima mia. Dio, Re del Cielo, Dio Padre OnSei tanto grande, Signore, nipotente. Signore, Figlio unige- mio Dio! Sei rivestito di maestà e di nito, Gesù Cristo, Signore Dio, splendore, avvolto di luce come di Agnello di Dio, Figlio del Padre, un manto, tu che distendi i cieli cotu che togli i peccati del mondo, me una tenda. R/. abbi pietà di noi; tu che togli i Costruisci sulle acque le tue peccati del mondo, accogli la alte dimore, fai delle nubi il tuo nostra supplica; tu che siedi alla carro, cammini sulle ali del vento, destra del Padre, abbi pietà di fai dei venti i tuoi messaggeri e dei noi. Perché tu solo il Santo, tu fulmini i tuoi ministri. R/. solo il Signore, tu solo l'AltissiQuante sono le tue opere, mo, Gesù Cristo, con lo Spirito Signore! Le hai fatte tutte con sagSanto: nella gloria di Dio Padre. gezza; la terra è piena delle tue Amen. creature. Ecco il mare spazioso e vasto: là rettili e pesci senza numeCOLLETTA ro, animali piccoli e grandi. R/. Tutti da te aspettano che tu

+

SALUTO

dia loro cibo a tempo opportuno. Tu lo provvedi, essi lo raccolgono; apri la tua mano, si saziano di beni. R/. Nascondi il tuo volto: li assale il terrore; togli loro il respiro: muoiono, e ritornano nella loro polvere. Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra. R/.

Seconda Lettura

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone. Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio (in piedi)

Canto al Vangelo

ALLELUIA. ALLELUIA Viene colui che è più forte di me, disse Giovanni; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco ALLELUIA. C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo LUCA A. Gloria a te o Signore

VA N G E L O

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non so-


no degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». Parola del Signore. A. Lode a te, o Cristo. OMELIA ( Seduti) RINNOVO DELLE PROMESSE BATTESIMALI C. Fratelli carissimi, per mezzo del Battesimo siamo divenuti partecipi del mistero pasquale del Cristo, siamo stati sepolti insieme con lui nella morte, per risorgere con lui a vita nuova. Rinnoviamo le promesse del nostro Battesimo, con le quali un giorno abbiamo rinunziato a satana e alle sue opere e ci siamo impegnati a servire fedelmente Dio nella santa Chiesa cattolica. Rinunziate al peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio? Rinunzio. Rinunziate alle seduzioni del male, per non lasciarvi dominare dal peccato? Rinunzio. Rinunziate a satana, origine e causa di ogni peccato? Rinunzio. Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra? Credo. Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre? Credo. Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna? Credo. Questa è la nostra fede. Questa è la fede della Chiesa e noi ci gloriamo di professarla in Cristo Gesù, nostro Signore. Amen.

ne. Preghiamo. 3. Perché, come Giovanni, sappiamo riconoscere i limiti della nostra testimonianza e lasciare spazio a te. Preghiamo. 4. Perché la Tua incarnazione santifichi definitivamente, attraverso le nostre scelte, la vita dell’uomo. Preghiamo. C. O Padre, aiutaci a ricordare che nulla nel mondo dell’uomo è stato tanto spregevole da impedirti di mandarci il Tuo Figlio e che, col Tuo aiuto, tutto può essere trasformato. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore A. Amen

LITURGIA EUCARISTICA

C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi)

SULLE OFFERTE

C. Ricevi, o Padre, i doni che la Chiesa ti offre, celebrando la manifestazione del Cristo tuo diletto Figlio, e trasformali per noi nel sacrificio perfetto, che ha lavato il mondo da ogni colpa. Per Cristo nostro Signore. A. Amen.

sto, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A.

Amen

C. Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire:

PADRE NOSTRO

Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il Tuo nome venga il Tuo Regno sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli

R ITO DELLA PACE

C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi PREGHIERA EUCARISTICA e regni nei secoli dei secoli. Amen C. La pace del Signore sia sempre C. Il Signore sia con voi. con voi. A. E con il tuo spirito. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. C. Come figli del Dio della paA. Sono rivolti al Signore. ce, scambiatevi un gesto di coC. RendiamograziealSignorenostroDio. munione fraterna. A. È veramente cosa buona e Agnello di Dio, che togli i pecgiusta, nostro dovere e fonte di sal- A. cati del mondo, abbi pietà di noi.(2 vezza, rendere grazie sempre e in VOLTE) ogni luogo a te, Signore, Padre Agnello di Dio, che togli i pecsanto, Dio onnipotente ed eterno. cati del mondo, dona a noi la pace. Nel Battesimo di Cristo al Giordano C. Beati gli invitati alla cena del tu hai operato segni prodigiosi per Signore Ecco l’Agnello di Dio che tomanifestare il mistero del nuovo glie i peccati del mondo. lavacro: dal cielo hai fatto udire la A. O Signore, non sono degno tua voce, perché il mondo credes- di partecipare alla tua mensa: se che il tuo Verbo era in mezzo a ma di’ soltanto una parola e io noi; con lo Spirito che si posava su sarò salvato. di lui come colomba hai consacrato DOPO LA COMUNIONE il tuo Servo con unzione sacerdota- C. Dio misericordioso, che ci le, profetica e regale, perché gli hai nutriti alla tua mensa, concedi a uomini riconoscessero in lui il Mes- noi tuoi fedeli di ascoltare come sia, inviato a portare ai poveri il discepoli il tuo Cristo, per chiaPREGHIERA DEI FEDELI lieto annunzio. E noi, uniti alle po- marci ed essere realmente tuoi fiChiediamo al Signore di essere, tenze dei cieli, con voce incessante gli. Per Cristo nostro Signore. come Lui, capaci di essere nel proclamiamo la tua lode: Santo, .. A. Amen mondo senza essere del mondo. (In ginocchio) C. Il Signore sia con voi. Preghiamo insieme e diciamo: C. Mistero della fede A. E con il tuo spirito. Signore, facci partecipi del Tuo A. Annunciamo la tua morte, C. Vi benedica Dio onnipotente amore. Signore, proclamiamo la tua ri- Padre e Figlio e Spirito Santo 1. Perché ogni uomo si ricor- surrezione nell’attesa della tua A. Amen. di di essere pari ai suoi fratelli in venuta. C. Nel nome del Signore: andate quanto amato da Dio. Preghiamo. DOPOLA PREGHIERA EUCARISTICA in pace. 2. Perché il male non ci vinca C. Per Cristo, con Cristo e in CriA. Rendiamo grazie a Dio col disgusto, ma ci sproni all’azio-


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.