ono un ragazzo italiano nato e cresciuto a Milano, da madre sarda e padre egiziano. Ma sono italiano al 100%». Alessandro Mahmoud, in arte Mahmood, vincitore del 69° Festival di Sanremo con Soldi, ha sempre risposto con naturalezza così, quasi sorprendendosi della domanda sulle sue origini, anche quando lo incontrammo a Sanremo Giovani nel 2015 e nell’edizione dello scorso dicembre (che vinse con Einar accedendo tra Big del Festival 2019). Oggi che Mahmood ha vinto il Festival della Canzone Italiana con un brano “Marocco-pop” come lo definisce, sul difficile rapporto col padre però, la sua vittoria si è trasformata in un caso politico. Complice anche l’infelice tweet a caldo di Salvini («La canzone italiana più bella? Mah!»). E a poco è servito che il ministro abbia poi telefonato al cantante complimentandosi con lui, dopo aver capito di avere fatto una gaffe con un milanese doc. Oramai Mahmood, ragazzo dai modi gentili nonché autore di classe (è fra gli autori ad esempio di Hola di Marco Mengoni che spopola in radio), sta spaccando involontariamente l’Italia in due fra chi lo vede come simbolo dell’integrazione e chi grida al “complotto” contro le politiche migratorie del Ministro dell’interno, evidenziando, come hanno detto Salvini e Di Maio, la distanza tra il popolo e l’élite. E soffia sul fuoco pure Ultimo, arrivato secondo, che ha pure insultato i giornalisti in conferenza stampa. Ma cosa dovrebbe dire una signora della canzone come Loredana Bertè, fuori dal podio per un soffio nonostante un brano fortissimo, che ha provocato la rivolta del pubblico dell’Ariston? Il presidente della giuria d’onore, il musicista Mauro Pagani replica a Ultimo: «Macché, abbiamo votato Mahmood perché il brano era più innovativo». Dalla sua parte anche il rapper Rancore, padre croato e madre egiziana, che ha duettato con Silvestri: «Unire culture diverse fa crescere la musica. E la musica stessa è unione». Mahmood ha vinto anche il Premio Enzo Jannacci del Nuovo Imaie «per aver affrontato con coraggio e sensibilità un tema non semplice, come la religione islamica di un padre distante e troppo legato alle sue tradizioni» recita la motivazione. Non dimentichiamo, poi, i premi di qualità assegnati a Daniele Silvestri (Premio della Critica “Mia Martini” e della Sala Stampa “Lucio Dalla”) e a Simone Cristicchi per il testo e l’interpretazione. Nel mirino delle critiche la Giuria d’onore e quella della Sala Stampa, rei di avere scalzato dal primo posto Ultimo, premiato con il 48,80% delle preferenze al televoto sulla terna di finalisti, surclassando Il Volo e Mahmood. ….L’outsider Mahmood, cresciuto nel difficile quartiere di Gratosoglio, tirato su dalla mamma abbandonata dal padre, in Egitto c’è stato solo due volte anche se ama molto quella terra. È uno che si è tirato subito su le maniche lavorando in un bar per potersi permettere il sogno di studiare musica, sviluppando un genere originale, grazie anche a una vocalità soul contemporanea affinata fra lezioni di canto e pianoforte. «Sono cresciuto con mia madre che ascoltava Battisti e con mio padre che in macchina mi metteva su le canzoni arabe – spiega l’artista –. Ho deciso di fare musica a 16 anni dopo avere ascoltato un live di Paolo Conte». Frequenta dal 2012 al 2014 Il Cpm Music Institute di Franco Mussuida, ex chitarrista della Pfm, a Milano e nel 2015 vince il concorso Area Sanremo, con cui si guadagna l’accesso alla sezione “Nuove Proposte”. «Lui è persona tranquilla, naturalmente gentile che vive con totale dedizione la musica – conferma Mussida –. Ha una grande musicalità, un elemento musicale che unisce tutti i Paesi del Mediterraneo, la sua nota distintiva. Il caso politico? La musica tanto meno la si tira per la giacca meglio è. Dal punto di vista musicale il suo è un incontro di culture pulito che non va contro nessuno. Gli auguro un gran bel futuro. Se lo merita».
Toto Cotugno cantava "Lasciatemi cantare Perché ne sono fiero Sono l'italiano L'italiano vero". a chi è l'italiano vero? Fatta l'Italia
non son mai stati fatti gli italiani e mai potranno essere fatti, perchè l'italiano vero non esiste, così come esiste solo nell'immaginario della finzione letteraria l'isola che non c'è. Bennato cantava " Son d'accordo con voi non esiste una terra dove non ci son santi né eroi e se non ci son ladri se non c'è mai la guerra forse è proprio l'isola che non c'è, che non c'è". L'italiano vero può esistere solo se esiste l'isola che non c'è. L'Italia ha il suo nome grazie alla Calabria precisamente il nome deriva da una zona del catanzarese a significare "abitanti della terra dei vitelli". Italia significa abitante della terra dei vitelli. Ovvero siamo nella terra dei vitelli. Forse un tempo, non più oggi. Anche se a volte ci si comporta peggio dei vitelli o peggio ancora crediamo di essere dei vitelli d'oro ignorando poi la fine che fece l'idolo fabbricato da Aronne al ritorno di Mosè. E' solo un processo di omologazione, di mera forzatura, di astrazione assoluta che può spingere l'individuo ad esternare in una sintesi la rappresentazione dell'italiano attraverso un concetto arcaico e fuorviante quale quello di italiano vero. Siamo quelli che siamo, abbiamo le nostre origini, le nostre identità, le nostre specificità. Per qualcuno l'italiano vero è colui che ha la fede nel credere, obbedire e combattere, ma ciò significherebbe solamente insultare l'italiano, per altri può essere quello che ha dato la propria vita per l'idea della nazione, a prescindere dalle alleanze sostenute, ma significa limitare l'italiano e ricondurlo nei meandri di quell'eroismo iene da sorridere a leggere l’elenco cutugnano delle pecu- e nazionalismo che stona proprio con la storia vera d'Italia, per altri liarità del vero italiano: un sorriso pieno di simpatia per il presidente Pertini, un sorriso più perplesso per le donne meno ancora può essere quello che ha suore e le bandiere in tintoria, un sorriso crepuscolare per la lottato nella resistenza, forse quello crema da barba alla menta o la 600 FIAT sgan- è stato l'unico momento di riscatto gherata. Ma forse qualunque elenco sarebbe per l'Italia e l'italiano in quanto inaltrettanto risibile, probabilmente perché la dividuo ma non parlerei neanche domanda stessa, “chi è un italiano vero?”, è in quel caso di italiano vero, perinsensata e non ammetterebbe che risposte chè gli ideali inseguiti erano così banali, nella peggiore delle ipotesi stereotialti, così profondi e concreti che pate, oppure fondate soltanto su una narrazio- andavano ben oltre l'astrazione del ne che vuole costruire un’identità che esiste concetto dell'italiano vero, per arriperò solo in quel racconto…….. vare poi ai costumi, agli usi, agli spaghetti, che oramai si mangiano in ogni angolo del mondo, alla pizza, al gelato, al vino, all'arte, e chissà cosa ancora. Insomma, parlare di italiano vero, è come credere, da adulti, ancora nell'esistenza di babbo natale. Perché siamo una moltitudine di italiani, di identità, di soggettività, con percorsi diversi, storie diverse, identità diverse, perchè non esiste una sola Italia ma tanti piccoli e connessi frammenti di un Paese tanto giovane, quanto eterno per la sua storia che nella loro interazione costituiscono l'Italia, nel loro insieme formano l'Italia, ma andando oltre l'armatura arrugginita dell'italiano vero. Marco Barone
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Il Festival segnato dalle canzoni di Daniele Silvestri, di Irama e dei Negrita che, con accenti diversi, si sono occupati della difficoltà di comunicazione tra genitori e figli, ieri sera si è arricchito di un nuovo capitolo: il monologo recitato da Claudio Bisio, tratto dallo spettacolo teatrale "Father and son" a sua volta ispirato al libro Gli sdraiati di Michele Serra, a cui è seguito la "risposta" affidata al giovane rapper vincitore di X Factor Anastasio. Ecco alcuni stralci del monologo:
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papa Francesco negli Emirati Arabi Uniti -
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L’amore
(Da Raixe Venete 17.10.2004)
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essere umano è un mendicante di felicità, ad essa soltanto vorrebbe obbedire. Gesù lo sa, incontra il nostro desiderio più profondo e risponde. Per quattro volte annuncia: beati voi, e significa: in piedi voi che piangete, avanti, in cammino, non lasciatevi cadere le braccia, siete la carovana di Dio. Nella Bibbia Dio conosce solo uomini in cammino: verso terra nuova e cieli nuovi, verso un altro modo di essere liberi, cittadini di un regno che viene. Gli uomini e le donne delle beatitudini sono le feritoie per cui passa il mondo nuovo. Beati voi, poveri! Certo, il pensiero dubita. Beati voi che avete fame, ma nessuna garanzia ci è data. Beati voi che ora piangete, e non sono lacrime di gioia, ma gocce di dolore. Beati quelli che sentono come ferita il disamore del mondo. Beati, perché? Perché povero è bello, perché è buona cosa soffrire? No, ma per un altro motivo, per la risposta di Dio. La bella notizia è che Dio ha un debole per i deboli, li raccoglie dal fossato della vita, si prende cura di loro, fa avanzare la storia non con la forza, la ricchezza, la sazietà, ma per seminagioni di giustizia e condivisione, per raccolti di pace e lacrime asciugate. E ci saremmo aspettati: beati perché ci sarà un capovolgimento, una alternanza, perché i poveri diventeranno ricchi. No. Il progetto di Dio è più profondo e più delicato. Beati voi, poveri, perché vostro è il Regno, qui e adesso, perché avete più spazio per Dio, perché avete il cuore libero, al di là delle cose, affamato di un oltre, perché c’è più futuro in voi. I poveri sono il grembo dove è in gestazione il Regno di Dio, non una categoria assistenziale, ma il laboratorio dove si plasma una nuova architettura del mondo e dei rapporti umani, una categoria generativa e rivelativa. Beati i poveri, che di nulla sono proprietari se non del cuore, che non avendo cose da donare hanno se stessi da dare, che sono al tempo stesso mano protesa che chiede, e mano tesa che dona, che tutto ricevono e tutto donano. Ci sorprende forse il guai. Ma Dio non maledice, Dio è incapace di augurare il male o di desiderarlo. Si tratta non di una minaccia, ma di un avvertimento: se ti riempi di cose, se sazi tutti gli appetiti, se cerchi applausi e il consenso, non sarai mai felice. I guai sono un lamento, anzi il compianto di Gesù su quelli che confondono superfluo ed essenziale, che sono pieni di sé, che si aggrappano alle cose, e non c’è spazio per l’eterno e per l’infinito, non hanno strade nel cuore, come fossero già morti. Le beatitudini sono la bella notizia che Dio regala vita a chi produce amore, che se uno si fa carico della felicità di qualcuno il Padre si fa carico della sua felicità. p. Ermes Ronchi
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terra: spezza il giogo della violenza e dell'egoismo che ci rende estraSALUTO nei gli uni agli altri, e fa' che accogliendoci a vicenda come fratelli Nel nome del Padre e del Figlio diventiamo segno dell'umanità rine dello Spirito Santo. novata nel tuo amore. Per il nostro A. Amen. Signore Gesù... C. La grazia del Signore nostro A. Amen (seduti) Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre LITURGIA DELLA PAROLA e la comunione dello Spirito Santo Prima Lettura siano con tutti voi. Dal libro del profeta Geremia A. E con il tuo spirito. INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE Così dice il Signore: «Maledetto ATTO PENITENZIALE l’uomo che confida nell’uomo, e C. Dio vuole che gli uomini sia- pone nella carne il suo sostegno, no “Beati”. Egli ci ha fatti per la allontanando il suo cuore dal Sigioia; ha immesso nel nostro cuore gnore. Sarà come un tamarisco nella bontà. Questo è quanto Gesù ci la steppa; non vedrà venire il beripete nel Vangelo. Attraverso l’Eucaristia facciamo nostra l’espe- ne, dimorerà in luoghi aridi nel derienza pasquale vivendo il suo pro- serto, in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere. Benedetto clama di salvezza, le beatitudini. Breve pausa di riflessione personale l’uomo che confida nel Signore e il Signore, perdona la nostra Signore è la sua fiducia. È come un indifferenza nei confronti dei pove- albero piantato lungo un corso ri e degli oppressi: d’acqua, verso la corrente stende Signore, pietà. le radici; non teme quando viene il Cristo, perdona il nostro egoismo che ci rende estranei gli caldo, le sue foglie rimangono verdi, nell’anno della siccità non si dà uni agli altri: Cristo, pietà. Signore, perdona le nostre pena, non smette di produrre frut“speranze a raggio corto”: ti». Parola di Dio. Signore, pietà. A. Rendiamo grazie a Dio. C. Dio Onnipotente abbia miseSALMO RESPONSORIALE ricordia di noi, perdoni i nostri R. Beato l’uomo che confida peccati e ci conduca alla vita eternel Signore. na. A. Amen. Beato l’uomo che non entra GLORIA nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte. R/. È come albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene. R/. Non così, non così i malvagi, ma come pula che il vento disperde; poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti, mentre la via dei malvagi va in rovina. R/.
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Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. Perciò anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini. Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio (in piedi)
Canto al Vangelo
ALLELUIA. ALLELUIA Rallegratevi ed esultate, dice il Signore, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. ALLRLUIA C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo LUCA A. Gloria a te o Signore
VA N G E L O
, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne. Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la Seconda Lettura vostra ricompensa è grande nel Dalla prima lettera di san Paolo COLLETTA cielo. Allo stesso modo infatti agiapostolo ai Corinzi C. Preghiamo vano i loro padri con i profeti. Ma O Dio, che respingi i superbi e do- Fratelli, se si annuncia che Cristo è guai a voi, ricchi, perché avete già ni la tua grazia agli umili, ascolta il risorto dai morti, come possono ricevuto la vostra consolazione. grido dei poveri e degli oppressi dire alcuni tra voi che non vi è riGuai a voi, che ora siete sazi, perche si leva a te da ogni parte della surrezione dei morti?
ché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti». Parola del Signore. A. Lode a te, o Cristo. OMELIA ( Seduti) CREDO in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.
PREGHIERA DEI FEDELI
C. Gesù non ci propone un pensiero consolatorio o una buona filosofia di vita. Egli parla di ciò che il nostro cuore ha sempre cercato: una speranza autentica che non muore. Preghiamo insieme e diciamo: Signore rendici beati in te. 1. Perché, consci di non essere salvi grazie a noi stessi bensì per dono di Dio, non condanniamo mai gli altri col nostro giudizio. Preghiamo. 2. Perché la nostra ricchezza sia sempre al servizio della povertà. Preghiamo. 3. Perché capiamo che il significato più autentico dell’essere uomini e l’orizzonte più ampio cui possiamo aspirare consistono nel ricercare te. Preghiamo. 4. Perché sappiamo accogliere pienamente la realtà della morte, senza ricercare la fuga della disperazione. Preghiamo.
C. O Padre, tu sei la luce che illumina ogni momento della nostra vita: aiutaci a non avanzare in essa come dei ciechi che non sanno andare al di là della loro oscurità. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. A. Amen
secoli. A.
Amen
C. Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire:
PADRE NOSTRO
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il LITURGIA EUCARISTICA tuo regno, sia fatta la tua volontà C. Pregate, fratelli e sorelle, come in cielo così in terra. Dacci perché portando all’altare la gioia oggi il nostro pane quotidiano e e la fatica di ogni giorno, ci dispo- rimetti a noi i nostri debiti come niamo a offrire il sacrificio gradito noi li rimettiamo ai nostri debia Dio Padre onnipotente. tori e non ci indurre in tentazioA. Il Signore riceva dalle tue ne ma liberaci dal male. mani questo sacrificio a lode e C. Liberaci, o Signore, da tutti i gloria del suo nome, per il bene mali, concedi la pace ai nostri giornostro e di tutta la sua santa ni, e con l'aiuto della tua misericorChiesa. (in piedi) dia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, SULLE OFFERTE nell'attesa che si compia la beata C. Preghiamo speranza e venga il nostro salvatoQuesta nostra offerta, Signore, ci re Gesù Cristo. purifichi e ci rinnovi, e ottenga a A. Tuo è il regno, tua la potenchi è fedele alla tua volontà la riza e la gloria nei secoli compensa eterna. Per Cristo nostro R ITO DELLA PACE Signore. C. Signore Gesu’ che hai detto ai A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai C. Il Signore sia con voi. nostri peccati ma alla fede della A. E con il tuo spirito. tua Chiesa, e donale unità e pace C. In alto i nostri cuori. secondo la tua volontà. Tu che vivi A. Sono rivolti al Signore. e regni nei secoli dei secoli. C. Rendiamo grazie al Signore A. Amen nostro Dio C. La pace del Signore sia sempre .A. E’ cosa buona e giusta C. È veramente giusto benedirti con voi. E con il tuo spirito. e ringraziarti, Padre santo, sorgen- A. C. Come figli del Dio della pate della verità e della vita perché in questo giorno di festa ci hai con- ce, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. vocato nella tua casa. Oggi la tua A. Agnello di Dio, che togli i pecfamiglia, riunita nell'ascolto della parola e nella comunione dell'uni- cati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) co pane spezzato fa memoria del Agnello di Dio, che togli i pecSignore risorto nell'attesa della do- cati del mondo, dona a noi la pace. menica senza tramonto, quando C. Beati gli invitati alla cena del l'umanità intera entrerà nel tuo ri- Signore Ecco l’Agnello di Dio che toposo. Allora noi vedremo il tuo vol- glie i peccati del mondo. to e loderemo senza fine la tua mi- A. O Signore, non sono degno sericordia. Con questa gioiosa di partecipare alla tua mensa: ma speranza, uniti agli angeli e ai san- di’ soltanto una parola e io sarò ti, proclamiamo a una sola voce salvato. l'inno della tua gloria: Santo, DOPO LA COMUNIONE Santo, Santo il Signore Dio dell'u- C, Preghiamo niverso. I cieli e la terra sono Signore, che ci hai nutriti al convito pieni della tua gloria. Osanna eucaristico, fa' che ricerchiamo nell'alto dei cieli. Benedetto colui sempre quei beni che ci danno la che viene nel nome del Signore. vera vita. Per Cristo nostro SignoOsanna nell'alto dei cieli. re. (In ginocchio) A. Amen C. Mistero della fede C. Il Signore sia con voi. A. Annunciamo la tua morte, Si- A. E con il tuo spirito. gnore, proclamiamo la tua risurre- C. Vi benedica Dio onnipotente zione nell’attesa della tua venuta. Padre e Figlio e Spirito Santo DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA A. Amen. C. Per Cristo, con Cristo e in CriC. Nel nome del Signore: andate sto, a te Dio, Padre onnipotente, in pace. nell’unità dello Spirito Santo, ogni A. Rendiamo grazie a Dio onore e gloria, per tutti i secoli dei