ADESTE NR. 12 Domenica 24 Marzo 2019

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clima impazzito, certo. Il pianeta «che ha la febbre». Il consumismo vorace. I ghiacciai che si sciolgono. Ma cos’è che accomuna esattamente un popolo che più trasversale non si può? Risposta: Greta Thunberg, 16 anni, proposta per il Nobel per la pace. E papa Francesco, il Pontefice che ha preso il nome dal Poverello d’Assisi e a questi temi ha dedicato un’enciclica (laLaudato si’) e un Sinodo sulla deforestazione dell’Amazzonia (in programma a ottobre). ….Papa Francesco è stato il primo leader a rompere il silenzio su questi temi. È diventato un punto di riferimento anche per chi non è cattolico perché dice quello che gli altri tacciono: questo sistema economico va cambiato radicalmente». …..«Il Nobel a Greta? È come se la coscienza del pianeta oppresso finalmente avesse trovato una voce per farsi sentire. Papa Francesco è un tipo coraggioso. Nel mondo c’è lui, che mi dà speranza, e Trump, che invece è il buio» …..«Ha avuto coraggio a mettere insieme tante gente in ogni parte del mondo. A volte bastano piccole azioni per fare la differenza. Il Papa s’impegna, è un punto di riferimento importante, non solo per i cattolici». ….Greta è stata fantastica ma non va strumentalizzata dalle istituzioni che devono agire concretamente. Anche papa Francesco dice e fa cose molto importanti, noi musulmani lo ascoltiamo molto. Nell’Islam c’è un’etica dell’ambiente molto rigorosa, peccato che neanche gli stessi musulmani la conoscano molto». ….Ecco perché siamo in piazza oggi. Papa Francesco? Una persona eccezionale. Il nostro motto è molto francescano: “Nella semplicità c’è la saggezza”».

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Manifestazioni oceaniche in tutto il mondo per il clima: milioni di persone hanno sfilato da New York a Londra per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle conseguenze dei cambiamenti climatici. Sopratutto i giovani sono scesi in campo per supportare questa battaglia. Ben vengano iniziative su scala globale di questo genere, ma si può agire concretamente e nella direzione giusta già facendo le cose giuste nella propria quotidianità. E l’enciclica di Papa Francesco, Laudato Sii, offre dei suggerimenti efficaci e pratici. Eccone sette, rilanciati da Avvenire (15 marzo). 1) Differenziata e cultura dello scarto Differenziare umido, carta e cartone, plastica, alluminio, vetro, metalli ferrosi, significa prima di tutto diminuire l’estrazione delle corrispondenti materie prime e dei processi produttivi collegati: ciò che una volta si considerava scarto, insomma, oggi può diventare “materia prima seconda”. 2) Gli allevamenti e la cura degli essere viventi Trattare con cura gli altri esseri viventi, si legge nella Laudato sii. Gli allevamenti intensivi, fabbriche di carne dove gli animali sono tenuti in condizioni innaturali, sottoposti a privazioni e sofferenze, sono tra le attività che più contribuiscono al degrado del pianeta. Secondo la Fao l’impatto di queste strutture è insostenibile: sono responsabili del 14,5% della produzione globale di gas serra (Ghg). 3) I consumi dei condizionatori Un passaggio della Laudato si’, paragrafo 55, cita il crescente uso dei condizionatori d’aria come esempio di «abitudini nocive di consumo». Più che una condanna dell’oggetto è un esempio di come, nella ricerca di un «profitto immediato», i mercati stimolano la domanda di oggetti il cui abuso può far danni. Nel caso dei condizionatori le controindicazioni non sono poche. Un piccolo impianto produce il 40% delle emissioni domestiche di CO2 di un’abitazione in cui vive una sola persona. Anche considerando i modelli a basso consumo (a pompa di calore, con inverter) l’energia necessaria per abbassare la temperatura di un grado è fino a 4 volte superiore a quella che serve per alzarla di un grado.

4) Spegnere le luci Quante luci utilizziamo quando siamo a casa? È una delle domande che papa Francesco invita a porsi. Il tema è quello del risparmio energetico. Utilizzare solo la luce di cui abbiamo bisogno, e non sprecarla, significa infatti dover produrre meno energia, impiegare meno risorse energetiche e, siccome il mix energetico mondiale vede ancora una larga prevalenza delle fonti fossili, produrre meno emissioni di CO2. Non si tratta solo di spegnere lampade e lampadari quando si esce, ma di prendere quei piccoli accorgimenti che possono fare grandi differenze: l’utilizzo di lampadine a Led, che abbattono fino al 90% il consumo di energia. 5) Usare meno acqua L’acqua, ha sottolineato il Papa nell’enciclica, è un bene prezioso ma limitato e sempre più persone rischiano di non averne a sufficienza. Negli ultimi decenni i consumi mondiali di acqua sono aumentati di quasi dieci volte: il 70% è impiegata per l’uso agricolo, il 20% per l’industria, il 10% per usi domestici. Nei Paesi occidentali una persona utilizza 162 litri al giorno, di cui 80 per l’igiene personale e 24 per la nutrizione, quando secondo diversi studi ne basterebbero 50. 6) Carta e foreste Risparmiare sulla carta è un piccolo gesto che può produrre enormi benefici.Per ottenere una tonnellata di carta nuova servono infatti 15 alberi, 440mila litri d’acqua e 7.600 Kwh di energia elettrica. Un processo che comporta innanzitutto il disboscamento delle grandi foreste e quindi l’aumento delle emissioni inquinanti che queste sono capaci di assorbire. La produzione di carta riciclata invece, oltre a risparmiare la vita agli alberi, richiede il 60% in meno di energia e l’80% in meno d’acqua rispetto alla carta vergine, e genera il 95% in meno di inquinamento atmosferico. 7) Troppo cibo perduto Cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, come suggerisce Francesco, non è solo un modo per rispettare chi ha meno, ma per creare le condizioni perché gli alimenti possano entrare in un circolo di ridistribuzione. Ogni anno 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti, un terzo del cibo prodotto, va perduto o sprecato (stime Fao). La gran parte degli sprechi alimentari, oltre il 40%, avvengono tra le mura domestiche, il resto in fase di produzione o distribuzione. 3


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lcuni santi erano noti per il loro senso dell’umorismo. Filippo Neri, Francesco di Sales e Teresa d’Avila, tra gli altri, sono famosi non solo per la loro santità di vita, ma anche perché sapevano sicuramente come usare una storiella divertente per ottenere un buon effetto.

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apa Francesco arriva a New York e all’aeroporto lo aspetta una limousine. Essendosi abituato ai mezzi di trasporto pubblici negli anni in cui ha vissuto a Buenos Aires, guarda la limousine e dice all’autista: “Sa, non riesco mai a guidare. Non è che me la lascerebbe provare?” L’autista esita e risponde: “Sua Santità, sono veramente spiacente, ma non credo di poterlo fare”. Papa Francesco, però, non rinuncia facilmente, e insiste finché l’autista non cede. “Va bene, va bene. Immagino che non si possa dire di no al Papa…” Il Papa allora si mette al volante e dà gas, arrivando a 120 chilometri orari in una zona in cui dovrebbe andare a 60. In un attimo viene fermato la Polizia sulla Interstate 278. Il giovane poliziotto si avvicina alla macchina, e quando il Papa abbassa il finestrino non sa che fare. Sorpreso, chiede al Pontefice di aspettare un attimo, torna alla sua auto e chiama il capo. Poliziotto: Capo… Credo di avere un problema. Capo: Che tipo di problema? Poliziotto: Beh… Ho fermato un uomo perché aveva superato i limiti di velocità, ma… insomma, è davvero importante. Capo: Che intendi per “importante”? Importante come… il sindaco? Poliziotto: Oh, no… molto più importante del sindaco… Capo: Il governatore? Poliziotto: Mooooolto di più… Capo: Il Presidente? Poliziotto: No, molto di più. Capo: Chi può essere più importante del Presidente? Poliziotto: Non lo so, capo, ma il Papa sta guidando per lui!!!

Sorridere, un cristiano è sempre allegro! (Papa Francesco)

Al termine dell’udienza, in piazza San Pietro, Papa Francesco riserva uno dei suoi consueti fuori programma. A un gruppo di fedeli che lo saluta, Jorge Bergoglio racconta la devozione per Sant’Antonio delle “zitelle” argentine, particolarmente invocato da chi cerca marito. E lo fa raccontando una piccola barzelletta.

“A 20 anni la donna chiede: Sant’Antonio, mandami un uomo che venga, che tenga e che convenga”. “A 30 anni la donna chiede a Sant’Antonio: che venga e che tenga”. E a 40? A Sant’Antonio chiedono solo: “Che venga”. La barzelletta termina con una risata generale dei fedeli e la consueta raccomandazione del Pontefice: “Non dimenticate di pregare per me”. 4


(Ogni anno li riproponiamo)COME FARE UNA BUONA QUARESIMA. ...CONSIGLI DI VITA VALIDI PER TUTTI...

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apa Francesco propone 15 semplici atti di carità che egli ha citato come manifestazioni concrete d'amore: 1. Sorridere, un cristiano è sempre allegro! 2. Ringraziare (anche se non "devi" farlo). 3. Ricordare agli altri quanto li ami. 4. Salutare con gioia quelle persone che vedi ogni giorno. 5. Ascoltare la storia dell'altro, senza pregiudizi, con amore. 6. Fermarti per aiutare. Stare attento a chi ha bisogno di te. 7. Alzare gli animi a qualcuno. 8. Celebrare le qualità o successi di qualcun altro. 9. selezionare quello che non usi e donarlo a chi ne ha bisogno. 10. Aiutare quando serve perché l'altro si riposi. 11. Correggere con amore, non tacere per paura. 12. Avere buoni rapporti con quelli che sono vicino a te. 13. Pulire quello che uso in casa. 14. aiutare gli altri a superare gli ostacoli. 15. Telefonare ai tuoi genitori. Il miglior digiuno

Ti proponi di digiunare in questa quaresima? • Digiuna di parole offensive e trasmetti parole squisite • Digiuna di scontenti e riempiti di gratitudine • Digiuna di rabbia e riempiti di mitezza e di pazienza • Digiuna di pessimismo e riempiti di speranza e di ottimismo • Digiuna di preoccupazioni e riempiti di fiducia in Dio • Digiuna di lamenti

Riempiti di cose semplici della vita • Digiuna di pressioni e riempiti di preghiera • Digiuna di tristezza e amarezza, e riempiti il cuore di gioia • Digiuna di egoismo e riempiti di compassione per gli altri • Digiuna di mancanza di perdono e riempiti di atteggiamenti di riconciliazione • Digiuna di parole e riempiti di silenzio e di ascolto degli altri Se tutti praticheremo questo digiuno il quotidiano si riempirà di: Pace, fiducia, fiducia, gioia e vita

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Manuel Bortuzzo, il giovane nuotatore rimasto paralizzato da una pallottola questa cosa, dice. Non è che pensandola si possa tornare indietro. Qualcuno ha voluto aggiornarlo sui due malviventi, tuttavia, Manuel ne sembra sinceramente disinteressato. Quasi costretto a doversi giustificare arriva a dire: Vorrei che a loro capitasse quel che è capitato a me: solo perché capiscano bene le cose. Lo so, detta così suona male, quasi una vendetta: ma non c’è vendetta, né nel tono, né nello sguardo, né nelle parole che questo ragazzo riserva loro. In verità, è un modo brutale per fare loro un augurio stupendo: che abbiano un’esperienza traumatica e forte come la mia, se solo questo abbia anche solo una possibilità di costituire per loro un pungolo per cambiare la propria vita e darle il valore che merita. Tanti ragazzi sono “buttati in vasca” solo perché il nuoto è uno sport completo, perché aiuta uno sviluppo armonico del corpo, perché fa bene ala schiena; tanti, rinunciano appena i genitori gliene danno la possibilità. Altri però continuano, con passione ed entusiasmo. Come nel caso di Manuel, che ci ha tenuto, da subito, ad includere la piscina (per altro, molto spesso utilizzata in questo ambito) come parte integrante della sua riabilitazione. È dalla testa che parte tutto, e da qui è partito bene ci rassicura, con un sorriso più grande di lui, che gli consente di pensare «positivo». L’augurio sincero è che questa promessa del nuoto possa avverarsi e dare lustro al medagliere paralimpico, complice anche la giovane età e la grande “fame” di vittoria che alberga nei suoi occhi, per nulla rassegnati. I cattolici romani, questa domenica, hanno meditato il vangelo della Trasfigurazione; lo stesso, anche per quei cattolici ambrosiani che, partecipando alla Messa Prefestiva hanno sentito proclamare il medesimo brano all’iniziale Annuncio della Resurrezione. Alla luce – è proprio il caso di dirlo – della storia di Manuel, questo diventa un monito ed un invito, in questa Quaresima che ci conduce alla Pasqua. Cerchiamo storie di Resurrezione che ci ridonino vigore nel cammino e ci aiutino a non arrenderci nelle sfide quotidiane.. Basta una breccia di luce a squarciare la notte più cupa. Ed è subito Resurrezione.

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guardi e ti spiazza. Ha un sorriso contagioso, sincero, entusiasta. Un sorriso che non ti aspetteresti sul volto di un ragazzo, un atleta promettente, per di più, che, dal giorno alla notte, si è ritrovato su una sedia a rotelle. Per altro, non per colpa minimamente sua: non per un’imprudenza, non per una spavalderia, non per fare il gradasso, non perché non si era messo la cintura in auto o il casco in motorino, non perché guidava in stato di ebbrezza. Niente di tutto ciò. Semplicemente, si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato. Non si può rimproverare nulla, Manuel Bortuz-

zo. Infatti, sottolinea: Non ho mai maledetto quella notte. Ma aggiunge, provocando nuovi brividi al nostro “comune buon senso”: sono stato fortunato: a parte muovere le gambe, sono sempre io, con la fidanzata, con gli amici... Suona strano pensare che “muovere le gambe” sia quasi un dettaglio. La realtà è che Manuel, che ne ha perso l’uso perché colpito da un proiettile, sa che a seguito di una dinamica del genere, i postumi sono sempre, assolutamente, imprevedibile. Avrebbe potuto rimanere inchiodato in un letto d’ospedale. Non solo, con ironia d’atleta che solo chi ha praticato nuoto può capire, ride: tanto le gambe neanche prima le usavo… sì, perché questa è la critica che il 90% degli istruttori di nuoto fa agli atleti, anche a quelli ormai agonistici. Il cambiamento, anche solo logistico, è senz’altro d’impatto e forte, ma già vede spiragli nuovi, nonostante ammetta che, all’inizio, trovarsi in un lettino e non riuscirsi a girare lo aveva portato allo sconforto. Ciò che più stupisce è il rapporto che quest’uomo tanto giovane abbia saputo instaurare con quanto gli è capitato. Non bisogna dare valore a 6


Lo sapevate che esiste anche la “ Nazionale Italiana sacerdoti di Futsal? SACERDOTI ITALIA CALCIO· SCRIVONO COSI’ SULLA LORO FAGINA DI FACEBOOK La nostra associazione nasce ufficialmente il 15 dicembre 2016 a Brescia presso il centro Mater Divinae Gratiae. Scopo e finalità sono in primis la fraternità sacerdotale tra consacrati che vogliono annunciare il Vangelo ANCHE con la loro passione per il gioco del calcio e soprattutto poter aiutare attraverso i progetti annuali che di volta in volta si verranno a proporre. Partecipiamo anche ad eventi sportivi organizzati da altri enti o associazioni, ma che abbiano comunque un fine solidale. Non siamo interessati all’immagine fine a se stessa, ma che questa nostra immagine possa essere di stimolo e di aiuto a chi davvero ne ha bisogno. Nel febbraio 2018 abbiamo organizzato grazie all’aiuto di grandi sponsor e patrocini la XII edizione degli Europei riservati ai sacerdoti presso il centro san Filippo di Brescia, prima volta in Italia. Sempre pronti a testimoniare Cristo, il nostro motto è “Charitas Christi urget nos” L’amore di Cristo ci spinge...e se la barca è spinta dal soffio del Suo Spirito, non possiamo che essere certi di approdare in porti sicuri. Dal 2018 abbiamo ricevuto il riconoscimento ufficiale da parte del CSI del nostro ruolo di Nazionale Sacerdoti ufficialmente riconosciuta.

La squadra nazionale di calcio di Romania che ha partecopato al Campionato europeo di calcio dei preti cattolici tenutosi dal 25 Febbraio al 1 Marzo in Montenegro, si è classificata sesta. Questa era la tredicesima edizione ed aveva il motto "Mens sana in corpore sano" e riuniva 16 squadre nazionali di calcio. La nazionale rumena è composta da preti cattolici della diocesi di Iasi , della Diocesi cattolica di Timisoara, Diocesi di Satu Mare e greco-cattolica diocesi di Lugoj. C'erano un totale di 13 giocatori che hanno formato la delegazione rumena. La finale è stata giocata da squadre di Portogallo e Bosnia-Erzegovina partita in cui il Portogallo ha vinto per 3-0, vincendo così la 13 ° edizione del salone calcio campionato europeo. La prossima edizione del campionato europeo si terrà a Praga, nella Repubblica Ceca. Speriamo che questa volta avranno più successo! ( Ovviamente tutti giocano per scopi benefici!) 7


Anna Balbi ha 12 anni e vive a San Giovanni a Teduccio nella periferia di Napoli, quartiere problematico e degradato, spesso sotto la luce dei riflettori per episodi di criminalità organizzata. E’ stata insignita dal presidente Sergio Mattarella del titolo di Alfiere della Repubblica Italiana insieme ad altri 28 ragazzi italiani non ancora maggiorenni, che si sono distinti nel volontariato o in attività culturali, scientifiche, artistiche e sportive. Ragazzi giovanissimi che si danno da fare, che spendono tempo ed energie coltivando una passione o al servizio del prossimo. Proprio come Anna la più piccola di tre fratelli, figlia di una casalinga e di un panettiere, che frequenta la seconda media nell’istituto comprensivo scuola Sarria – Monti. “Anna come sono tante”, cantava Lucio Dalla e il verso calza a pennello perché Anna Balbi assomiglia a tutte le ragazzine della sua età: appassionata di serie tv fantasy, ascolta il cantante Ultimo e segue il duo Youtuber Valespo, ma c’è un aspetto che la rende speciale… “Con il mio oratorio facciamo molti progetti per i più poveri” “Con il mio oratorio facciamo molti progetti per i più poveri” afferma nel video di Sicomunicazione.net e l’oratorio è quello della chiesa di Santa Maria del Soccorso di don Carmine Autorino dove Anna con il suo gruppo si occupa della mensa dei poveri, degli anziani del quartiere, della distribuzione dei vestiti. Con Libera e il WWF si è adoperata nella pulizia delle spiagge di San Giovanni a Teduccio. Ma non solo! Poco tempo fa ha difeso pubblicamente un suo amico disabile. Vengo criticata dai miei coetanei perché non sto mai zitta di fronte alle ingiustizie Spesso vengo criticata dai miei coetanei perché non mi sto mai zitta (…) non posso vedere le ingiustizie. Mi hanno criticato anche quando ho difeso un bambino con difficoltà che veniva preso in giro. I bulli alla fine sono ragazzi più deboli perché non comprendendo il loro dolore e lo trasformano solo in rabbia. Invece il dolore è un’emozione da condividere con gli altri e non da accumulare. (Repubblica) Presidente Mattarella, aiutami a combattere! Vivere in un quartiere difficile ha fatto nascere nel cuore di Anna il desiderio di adoperarsi, di non restare a guardare: Presidente Mattarella, aiutami a combattere per portare l’istruzione nel mio quartiere a San Giovanni a Teduccio, vedo tanti ragazzini della mia età che non vanno a scuola. Dobbiamo impegnarci tutti per le periferie di Napoli. (Ibidem) Voglio fare la pediatra e curare gratis Anna sogna di diventare medico per curare gratis i bambini e le famiglie povere:Voglio fare il medico per i più piccoli e le famiglie di chi non ce la fa e a chi non potrà pagare, nel mio studio, offrirò cure gratis. La salute non è solo un diritto del cittadino come dice la Costituzione, io lo sento proprio come un dovere della collettività verso gli altri. Non voglio lasciare la città, come fanno tutti. Qui a Napoli siamo sottovalutati, è difficile che medici o ingegneri bravi e giovani scelgano di rimanere qui, si trasferiscono: così il Sud diventa più brutto. Della mia città mi piace la storia, la Napoli angioina, aragonese, i monumenti, ma non mi piace la mancanza di voglia delle persone di migliorare, la sporcizia nelle strade e le persone che scelgono una vita criminale, pericolosa, che poi sono quasi sempre non istruite e quindi non si sono potute scegliere il futuro. Dirò anche questo al Capo dello Stato. (Repubblica) Il desiderio di donare che Anna sente nel cuore mi ha fatto venire in mente un tweet dello scorso gennaio di Papa Francesco: “Ciò che resta davanti alla soglia dell’eternità non è quanto abbiamo guadagnato, ma quanto abbiamo donato”.Tanti auguri, piccola donna!. 8


Zia

Caterina, ovvero Caterina Bellandi, è nata a Prato il 6 marzo 1965. la sua storia è una storia d’amore, quella verso il suo compagno Stefano morto di cancro ai polmoni. Lui in realtà era il taxista di Milano25; lei ha ereditato il taxi come dono d’amore e lo ha voluto trasformare in un luogo magico, in una piccola oasi incantata che oltre a svolgere il normale servizio pubblico del taxi, effettu corse gratuite per l'ospedale a favore dei familiari e dei bambini malati di tumore, quelli che lei chiama i suoi SuperEroi, e che fa dipingere sul taxi, facendoli diventare dei personaggi da fumetto dotati ognuno di superpoteri che li rende invulnerabili. I SuperEroi di Zia Caterina sono ragazzi speciali, bambini e bambine straordinari che tutti i giorni sfidano mali crudeli e affrontano insopportabili dolori con la voglia di vivere e di vincere la loro battaglia. Tra le strade di Firenze sfreccia un taxi molto particolare. Lo guida Zia Caterina, una sorta di Mary Poppins all’italiana munita di occhiali sgargianti, cappello a falde e un mantello coloratissimo. L’abbigliamento suggerisce che non si tratta di un’autista qualunque. Anche il suo taxi, nel corso degli anni, ha radicalmente cambiato il suo aspetto. Dopo aver ricevuto in eredità auto e licenza dal proprio compagno, scomparso per un cancro, la zia più famosa di Firenze ha deciso di cambiare vita e abbracciare la carriera del compagno scomparso, ma con una marcia in più. Zia Caterina accompagna pazienti oncologici in tenera età da casa all’ospedale, ma anche solo a mangiare una pizza o a vedere un bel film al cinema a bordo di un taxi colorato, ricolmo di pupazzi, allegria e buon umore. Il servizio di zia Caterina è diventato così un vero e proprio punto di riferimento per i bambini che affrontano il difficile percorso terapeutico, un catalizzatore di forze per affrontare con la massima energia anche gli appuntamenti più estenuanti del cammino verso la guarigione. Ma il coloratissimo e simpatico taxi è un tonico anche per la sua proprietaria. Il veicolo, come dichiara con un’immancabile sorriso sul volto, è un vero e proprio tassì dispensa amore che ha convinto Caterina Bellandi – questo il vero nome della zia – a lasciare il proprio impiego in ufficio per abbracciare la missione al servizio dei più deboli. Non di rado spegne il tassametro quando accompagna i bambini all’ospedale Meyer di Firenze perché nel momento in cui un cliente entra in auto inizia uno scambio che dà forza alla vivace autista e trasmette gioia ai piccoli viaggiatori, per spezzare momenti di tristezza dal cuore dei piccoli supereroi di zia Caterina, che affrontano ogni giorno il proprio cammino con grande coraggio. Zia Caterina non ha superpoteri, ma un cuore ricolmo di energia e attenzioni per il prossimo che si tramutano in sorrisi pieni di speranza. 9


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onna Peppa compie 116 anni. Siamo a Poggio Imperiale, in Puglia. Si sta festeggiando alla grande, il compleanno di Maria Giuseppa Robucci (per tutti semplicemente “Peppa”), che proprio nella giornata di oggi spegne 116 candeline sulla sua speciale torta realizzata per l’occasione. Oltre alla gioia, anche un primato (più di uno!). Ed infatti è la più anziana donna in vita europea e la seconda al mondo. Ma i primati non finisco qui. È anche la terza persona più longeva di sempre nata in Italia (la quinta in Europa), dopo Emma Morano e Giuseppina Projetto. La super nonnina sprint è nata a Poggio Imperiale il 20 marzo 1903. Vedova ormai da moltissimo tempo, quando era più giovane gestiva il bar del paese, proprio al fianco del marito Nicola Nargiso, morto nel 1982. Ha avuto 5 figli: tre maschi e due femmine. Tra di loro anche suor Nicoletta delle Suore Sacramentine di Bergamo, che si è spostata presso la casa di riposo di San Severo per prestare assistenza alla madre, i 9 nipoti ed i 16 pronipoti. Maria Giuseppa Robucci detta Peppa, nel 2003 ha compiuto 100 anni e per l’occasione, era stata invitata perfino in diretta su Rai1, per prendere parte alla trasmissione TV La Vita in Diretta. Molto avanti con l’età, ha anche avuto due ricoveri in ospedale parecchio importanti: uno nel 2014 quando a 111 anni è stata operata al femore (che si era rotto dopo una brutta caduta) e l’altra nel 2017 per via di una operazione al seno. Dal 2017 è socia onoraria dell’Associazione Italiana Risparmiatori. Nel 2012 è stata nominata sindaco onorario del Comune di Poggio Imperiale. Con musica e balli popolari nella serata di ieri, martedì 19 marzo si è celebrata una doppia festa: quella dell’onomastico ed anche il compleanno che sul calendario, cade proprio oggi, mercoledì 20 marzo. Ad organizzare il compleanno ci hanno pensato i parenti che hanno postato su Facebook foto e video ricordo. Sul segreto indiscusso della sua longevità ha le idee chiare: “Mangiare poco e sano, mai un bicchiere di vino e mai una sigaretta in bocca”. La donna più longeva della storia: Jeanne Calment, muore a 122 anni nella cittadina francese di Arles. È suo il primato della donna più anziana di sempre, riconosciuto dal Gerontology Research Group. Sopravvissuta a tutta la sua famiglia, la simpatica supernonna francese, che fino a 100 anni è andata in bicicletta, rappresenta un caso straordinario di individuo ultracentenario per la medicina mondiale. Secondo i medici che l’hanno seguita fino agli ultimi istanti di vita, l'origine della sua longevità è da ricercare in fattori ereditari. Amica in gioventù del grande pittore Van Gogh, Jeanne ha vissuto un'epoca cruciale della storia della Francia e non solo: dall'avvento della Terza Repubblica alle guerre mondiali, dagli orrori del Nazismo alla caduta del muro di Berlino. 10


IL TEMPIO DELLA LINGUA ITALIANA

Da

oltre quattro secoli la massima istituzione linguistica italiana, ogni suo parere sulla grammatica e sul lessico della "lingua del sì" è vangelo!

Esempio di Nuove Parole “ certificate “

In principio fu solo un'allegra brigata di poeti e letterati, che tra il 1570 e il 1580 si riuniva a Firenze sfidandosi a colpi di cruscate, ossia di versi giocosi, nell'intento di fare il verso al tono pedante degli studiosi dell'Accademia Fiorentina. Su iniziativa del filologo e umanista Lionardo Salviati il gruppo si costituì in "accademia" il 24 marzo del 1585, dandosi un proprio statuto. Il riferimento alla "crusca" richiamava l'opera di pulizia e selezione che sta dietro la produzione del "fior fior della farina", metafora della minuziosa ricerca della forma linguistica più pura che si prefiggeva il nuovo organismo. Di qui la scelta di utilizzare come stemma un buratto (o "setaccio") utilizzato per raffinare la farina. Dal 1590 nello stemma venne inserito il motto ufficiale: «il più bel fior ne coglie», adattamento del verso petrarchesco «e ’l più bel fior ne colse»(Canz. LXXIII, 36). Pubblicato a partire dal 1612, il suo Vocabolario della lingua italiana, oltre a dare forma e regole alla lingua italiana, rappresentò un modello lessicografico per le lingue francese, spagnola, tedesca e inglese. Considerata la più antica accademia linguistica del mondo, la Crusca ha sede nella Villa medicea di Castello, che ospita una biblioteca con oltre 120mila volumi (tra cui manoscritti, incunaboli e cinquecentine). Gli studiosi ed esperti che vi lavorano continuano nella preziosa attività di conservazione e divulgazione dell'italiano, utilizzando anche il sito web per rispondere ai numerosi quesiti degli utenti.

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● Una testimonianza di cui i figli hanno bisogno da parte dei genitori è che non si lascino trasportare dall’ira. ● La famiglia è la prima scuola dei valori umani, dove si impara il buon uso della libertà. ● Quando i bambini o gli adolescenti non sono educati ad accettare che alcune cose devono aspettare, diventano prepotenti, sottomettono tutto alla soddisfazione delle proprie necessità immediate e crescono con il vizio del “tutto e subito”. Questo è un grande inganno che non favorisce la libertà, ma la intossica. ● La famiglia è l’ambito della socializzazione primaria, perché è il primo luogo in cui si impara a collocarsi di fronte all’altro, ad ascoltare, a condividere, a sopportare, a rispettare, ad aiutare, a convivere. ● È difficile pensare l’educazione sessuale in un’epoca in cui si tende a banalizzare e impoverire la sessualità. Si potrebbe intenderla solo nel quadro di una educazione all’amore, alla reciproca donazione. In tal modo il linguaggio della sessualità non si vede tristemente impoverito, ma illuminato. ● Un’educazione sessuale che custodisca un sano pudore ha un valore immenso, anche se oggi alcuni ritengono che sia una cosa di altri tempi. È una difesa naturale della persona che protegge la propria interiorità ed evita di trasformarsi in un puro oggetto. Senza il pudore, possiamo ridurre l’affetto e la sessualità a ossessioni che ci concentrano solo sulla genitalità, su morbosità che deformano la nostra capacità di amare e su diverse forme di violenza sessuale che ci portano ad essere trattati in modo inumano o a danneggiare gli altri. ● La famiglia deve continuare ad essere il luogo dove si insegna a cogliere le ragioni e la bellezza della fede, a pregare e a servire il prossimo. ● L’educazione alla fede sa adattarsi a ciascun figlio, perché gli strumenti già imparati o le ricette a volte non funzionano. ● È fondamentale che i figli vedano in maniera concreta che per i loro genitori la preghiera è realmente importante. ● Desidero esprimere in modo speciale la mia gratitudine a tutte le madri che pregano incessantemente, come faceva santa Monica, per i figli che si sono allontanati da Cristo. ● L’esercizio di trasmettere ai figli la fede, nel senso di facilitare la sua espressione e la sua crescita, permette che la famiglia diventi evangelizzatrice, e che spontaneamente inizi a trasmetterla a tutti coloro che le si accostano, anche al di fuori dello stesso ambiente familiare.

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he colpa avevano i diciotto morti sotto il crollo della torre di Siloe? E quelli colpiti da un terremoto, da un atto di terrorismo, da una malattia sono forse castigati da Dio? La risposta di Gesù è netta: non è Dio che fa cadere torri o aerei, non è la mano di Dio che architetta sventure. Ricordiamo l'episodio del "cieco nato": chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché nascesse così? Gesù allontana subito, immediatamente, questa visione: né lui, né i suoi genitori. Non è il peccato il perno della storia, l'asse attorno al quale ruota il mondo. Dio non spreca la sua eternità e potenza in castighi, lotta con noi contro ogni male, lui è mano viva che fa ripartire la vita. Infatti aggiunge: Se non vi convertirete, perirete tutti. Conversione è l'inversione di rotta della nave che, se continua così, va diritta sugli scogli. Non serve fare la conta dei buoni e dei cattivi, bisogna riconoscere che è tutto un mondo che deve cambiare direzione: nelle relazioni, nella politica, nella economia, nella ecologia. Mai come oggi sentiamo attuale questo appello accorato di Gesù. Mai come oggi capiamo che tutto nel Creato è in stretta connessione: se ci sono milioni di poveri senza dignità né istruzione, sarà tutto il mondo ad essere deprivato del loro contributo; se la natura è avvelenata, muore anche l'umanità; l'estinzione di una specie equivale a una mutilazione di tutti. Convertitevi alla parola compimento della legge: " tu amerai". Amatevi, altrimenti vi distruggerete. Il Vangelo è tutto qui. Alla gravità di queste parole fa da contrappunto la fiducia della piccola parabola del fico sterile: il padrone si è stancato, pretende frutti, farà tagliare l'albero. Invece il contadino sapiente, con il cuore nel futuro, dice: "ancora un anno di cure e gusteremo il frutto". Ancora un anno, ancora sole, pioggia e cure perché quest'albero, che sono io, è buono e darà frutto. Dio contadino, chino su di me, ortolano fiducioso di questo piccolo orto in cui ha seminato così tanto per tirar su così poco. Eppure continua a inviare germi vitali, sole, pioggia, fiducia. Lui crede in me prima ancora che io dica sì. Il suo scopo è lavorare per far fiorire la vita: il frutto dell'estate prossima vale più di tre anni di sterilità. E allora avvia processi, inizia percorsi, ci consegna un anticipo di fiducia. E non puoi sapere di quanta esposizione al sole di Dio avrà bisogno una creatura per giungere all'armonia e alla fioritura della sua vita. Perciò abbi fiducia, sii indulgente verso tutti, e anche verso te stesso. La primavera non si lascia sgomentare, né la Pasqua si arrende. La fiducia è una vela che sospinge la storia. E, vedrai, ciò che tarda verrà. Padre Ermes Ronchi


0749469169 Mail: Alelembo73@gmail.com

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B : Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balcescu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./fax: 021314.18.57, don Valeriano Giacomelli mail:valeriangiac@gmail.com Tel.: 0787 804666 –0039 3341335596 Trasmessa in diretta su www.telestartv.ro Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", b-dul. Eroilor 124-126 Voluntari.

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I /: Cappella dell’Istituto San Luigi Orione, Soș Rediu 22 Iasi: Domenica ore 11,00 Istituto S. Luigi Orione –Iasi, Don Alessandro Lembo Tel

C5 6: Chiesa romano-cattolica dei Piaristi. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: veresstelian@yahoo.com Domenica alle ore 12,00 *°*

A5; I 5/ :

Domenica ore 11:00 nella Chiesa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262

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T/=/ > : Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regina Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Mail:parohiafabric@googlemail.com


SALUTO

+Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. A. Amen. C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE

BENEDIZIONE DELL'ACQUA C. Fratelli e sorelle, preghiamo umilmente il Signore Dio nostro, perché benedica quest'acqua con la quale saremo aspersi noi e le nostre famiglie in ricordo del nostro Battesimo. Il Signore ci rinnovi interiormente, perché siamo sempre fedeli allo Spirito che ci è stato dato in dono. +Dio eterno e onnipotente, tu hai voluto che per mezzo dell'acqua, elemento di purificazione e sorgente di vita, anche l'anima venisse lavata e ricevesse il dono della vita eterna: benedici  quest'acqua, perché diventi segno della tua protezione in questo giorno a te consacrato. Rinnova in noi, Signore, la fonte viva della tua grazia e difendici da ogni male dell'anima e del corpo, perché veniamo a te con cuore puro. Per Cristo nostro Signore. A. Amen

ASPERSIONE DEI FEDELI C. Dio onnipotente ci purifichi dai peccati, e per questa celebrazione dell'Eucaristia ci renda degni di partecipare alla mensa del suo regno. A. Amen

COLLETTA C. Padre santo e misericordioso, che mai abbandoni i tuoi figli e riveli ad essi il tuo nome, infrangi la durezza della mente e del cuore, perché sappiamo accogliere con la semplicità dei fanciulli i tuoi insegnamenti, e portiamo frutti di vera e continua conversione. Per il nostro Signore…A. Amen (seduti)

ma quel roveto non si consumava. Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!». E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio. Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele». Mosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?”. E io che cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io Sono mi ha mandato a voi”». Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

R. Il Signore * ha pietà del suo popolo. Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici. R/. LITURGIA DELLA PAROLA Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva Prima Lettura dalla fossa la tua vita, ti circonda di Dal libro dell'Esodo In quei giorni, mentre Mosè stava bontà e misericordia. R/. pascolando il gregge di Ietro, suo Il Signore compie cose giuste, difende i diritti di tutti gli oppressi. suocero, sacerdote di Madian, Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie, condusse il bestiame oltre il le sue opere ai figli d’Israele. R/. deserto e arrivò al monte di Dio, Misericordioso e pietoso è il l’Oreb. L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal Signore, lento all’ira e grande mezzo di un roveto. Egli guardò ed nell’amore. Perché quanto il cielo ecco: il roveto ardeva per il fuoco, è alto sulla terra, così la sua 15

misericordia è potente su quelli che lo temono. R/.

Seconda Lettura Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Non voglio che ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nube, tutti attraversarono il mare, tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nube e nel mare, tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo. Ma la maggior parte di loro non fu gradita a Dio e perciò furono sterminati nel deserto. Ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo cose cattive, come essi le desiderarono. Non mormorate, come mormorarono alcuni di loro, e caddero vittime dello sterminatore. Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per nostro ammonimento, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi. Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere.Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio (in piedi)

Canto al Vangelo Lode a te, o Cristo,re di eterna gloria! Convertitevi, dice il Signore, * il regno dei cieli è vicino.Lode a te, o Cristo, …... C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo LUCA A. Gloria a te o Signore

VA N G E L O In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di


Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai». Parola del Signore. A. Lode a te, o Cristo. OMELIA ( Seduti) CREDO in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

3. Perché sappiamo che al di là del nostro rifiuto Tu rinnovi sempre la possibilità di migliorarci nel Tuo amore. Preghiamo. 4. Perché la profondità del Tuo essere susciti sempre in noi il desiderio di conoscerti e di entrare in relazione con Te. Preghiamo. C. O Padre, solo Tu hai parole di vita eterna. Solo Tu ci elevi alla nostra dignità di uomini e figli. Aiutaci a costruire la nostra vita al servizio di questa luminosa verità. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. A. Amen

LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi)

SULLE OFFERTE C. Per questo sacrificio di riconciliazione perdona, o Padre, i nostri debiti, e donaci la forza di perdonare ai nostri fratelli. Per Cristo nostro Signore. A. Amen.

PREGHIERA EUCARISTICA

Il Signore sia con voi. E con il tuo spirito. In alto i nostri cuori. Sono rivolti al Signore. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio .A. E’ cosa buona e giusta C. È veramente giusto renderti grazie, è bello cantare la tua gloria, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Tu hai stabilito per i tuoi figli un tempo di rinnovamento spirituale perché si convertano a te con tutto il cuore, e liberi dai fermenti del peccato vivano le vicende di questo mondo, sempre orientati verso i beni eterni. E noi, uniti agli Angeli e ai Santi, proclamiamo senza fine l'inno della tua lode: PREGHIERA DEI FEDELI C. Il nostro tempo su questa ter- Santo, Santo, Santo il Signore Dio ra è limitato, ma Gesù ci ha mostra- dell'universo. I cieli e la terra to che nulla della nostra vita è insi- sono pieni della tua gloria. gnificante se è vissuto in comunio- Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome ne con Dio. del Signore. Osanna nell'alto dei Preghiamo insieme e diciamo: cieli. (In ginocchio) Signore, convertici ad una vita C. Mistero della fede autentica. A. Annunciamo la tua morte, Si1. Perché non crediamo che ci siagnore, proclamiamo la tua risurreno vie intermedie tra una vita conzione nell’attesa della tua venuta. vertita al Vangelo e una vita non DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA convertita. Preghiamo. 2. Perché invece di lamentarci del C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, passato e di preoccuparci per il futuro ci catturi la bellezza di vive- nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei re il presente. Preghiamo. C. A. C. A. C.

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secoli. A. Amen C. Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire:

PADRE NOSTRO Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli

R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C. Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace.

C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato.

DOPO LA COMUNIONE C. Preghiamo O Dio, che ci nutri in questa vita con il pane del cielo, pegno della tua gloria, fa' che manifestiamo nelle nostre opere la realtà presente nel sacramento che celebriamo. Per Cristo nostro Signore. A. Amen C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A. Rendiamo grazie a Dio


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