ADESTE NR. 16 Domenica 21 Aprile 2019

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“Commemorazione del santo ladrone che, avendo confessato Cristo sulla croce, meritò di sentirsi dire da lui: ‘Oggi sarai con me in Paradiso’”. Così leggiamo nell’elenco universale dei santi, il Martirologio romano, alla data del 25 marzo; e le Chiese orientali lo ricordano due giorni prima, il 23. È l’uomo che solitamente chiamiamo Buon Ladrone, e che si venera come santo. Un santo, possiamo anche dire, canonizzato per voce stessa di Gesù. Non conosciamo il suo nome con certezza. Lo si chiama Disma negli Atti di Pilato, che sono un testo non canonico, ossia non accolto dalla Chiesa fra le Scritture sacre. E nulla di certo sappiamo della sua vita, se non che per i suoi delitti è stato condannato a morte insieme a un altro. Entrambi, apprendiamo dai Vangeli, vengono messi in croce sul Calvario insieme con Gesù: uno alla sua destra, l’altro alla sua sinistra, come precisano Matteo, Marco e Luca. Quest’ultimo ci dà poi la narrazione più diffusa di quei momenti. IL BUON LADRONE FA UN ATTO DI FEDE DI FRONTE A GESÙ MORENTE Uno dei due condannati, dalla sua croce, si mette a gridare insulti contro Gesù, deridendolo come fanno anche i soldati carnefici: “Non sei il Cristo? Salva te stesso e anche noi!”. Ed ecco il rimprovero dell’altro condannato per quelle ingiurie: “Neanche tu hai timor di Dio, benché condannato alla stessa pena? Noi giustamente, poiché riceviamo il giusto per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male”. A questo punto l’uomo ha già meritato la qualifica di “buon ladrone”. È uno, infatti, che sa riconoscere di meritare per i suoi delitti la pena massima e infamante. Un pentito, insomma, ma che si pente espiando; non per scansare l’espiazione. Infine, un uomo che nel suo soffrire è anche capace di compassione per i dolori di Gesù, che è stato condannato pur essendo innocente. In genere l’attenzione per l’uomo si ferma qui. Ma lui parla ancora, rivolgendosi direttamente a Gesù: “Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. E questo è il suo tranquillo e totale “atto di fede” in Gesù, che in questo momento non sta compiendo miracoli come quelli che meravigliavano le folle e incoraggiavano i discepoli: ora Gesù pende agonizzante dalla croce, tra ingiurie e disprezzo. Ma lui gli parla come a un sovrano in trono. Lo riconosce Signore di un regno nel quale supplica di essere accolto, senza una parola di rimpianto per la sua vita terrena che sta finendo. Ha quella fede che Gesù si sforzava di instillare nei suoi discepoli, e che ora egli premia nel ladrone con la breve risposta: “Oggi sarai con me nel paradiso”. Nell’antichità cristiana si sono diffuse molte leggende sul Buon Ladrone. Secondo una di esse, egli avrebbe partecipato al sequestro di Maria e Giuseppe col piccolo Gesù, durante la loro fuga in Egitto. Anche queste narrazioni fantasiose confermano l’importanza che fin dai primissimi tempi il mondo cristiano gli ha attribuito, venerandolo subito come santo.




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revettata la Vespa: «Non è una motocicletta, ma piuttosto una piccola vettura a due ruote». E' solo uno dei tanti spot che accompagnò l'uscita del mezzo di trasporto, considerato un'icona dell'italianità dal Dopoguerra ad oggi. Con la Vespa nacque non solo un nuovo modo di vivere la strada ma un fenomeno di costume che varcò i confini nazionali, trovando spazio nel cinema di ogni tempo. Fondata a Genova nel 1884 come azienda attiva nell'arredamento navale, la Piaggio era passata in quarant'anni ad occuparsi di materiale ferroviario e di aeronautica, trasferendo i propri stabilimenti a Pontedera. Quest'ultimo settore fu conservato dai due figli del fondatore Renzo Piaggio, Enrico e Armando, al momento di ereditare il gruppo nel 1938. Tuttavia alla fine della Seconda guerra mondiale si avvertì la necessità di variare la produzione. Si decise di investire in un settore in crescita come quello motoristico, dove la concorrenza era forte per la presenza di case quali Moto Guzzi, Gilera e Bianchi. Del progetto venne incaricato l'ingegnere Renzo Spolti, che mise a punto un veicolo alto come una bicicletta da donna e rivestito completamente da una scocca, in modo da nascondere le parti meccaniche e proteggere dagli schizzi di fango. Il prototipo, denominato MP5 Paperino, non convinse Enrico Piaggio per via del tunnel centrale che rendeva tutt'altro che agevole il montare in sella. Accantonatane la produzione, il modello servì come punto di partenza per una versione ritoccata, cui fu messo a lavorare l'ingegner Corradino D'Ascanio, già noto come inventore del primo prototipo di elicottero moderno. Geniale intuizione, destinata a cambiare per sempre la storia degli scooter, fu di spostare il serbatoio nella parte posteriore, così da ricavare un ampio spazio per le gambe del guidatore. Altri aspetti: motore a due tempi, tre marce, accensione a volano magnete e velocità max di 60 km/h. Con queste caratteristiche, il 23 aprile del 1946, D'Ascanio depositò a Firenze il brevetto della Vespa 98 (dove il numero indicava i centimetri cubici). L'atto di nascita di un mito. Il curioso nome venne suggerito dal patron Enrico che, osservandone la linea larga al centro e stretta in vita, la paragonò a quella di una vespa. Presentata in 100 esemplari alla Fiera di Milano, la prima serie andò esaurita in poche settimane. Alla fine dell'anno ne furono venduti 2.181 esemplari, che divennero oltre 10.500 l'anno successivo. Un boom senza precedenti che si sarebbe verificato ancora soltanto con la Fiat 500 nel 1957. In tanti preferirono fare qualche sacrificio economico, reso più sopportabile dalla rateizzazione, pur di comprarsi una vespa al prezzo di 68.000 lire (sei volte la paga mensile di un operaio). A sette anni dalla nascita, la due ruote della Piaggio trovò la piena consacrazione entrando tra le star di Hollywood, grazie alla celebre scena di Vacanze romane (1953), in cui Gregory Peck e Audrey Hepburn girano in Vespa per le strade di Roma. Gli anni Sessanta videro la comparsa dei modelli nei tre classici livelli di cilindrata: 50 (destinati ai 14enni non patentati), 125 (che consentivano il trasporto di un passeggero) e 150 (con cui si poteva viaggiare in autostrada). Tra i modelli più popolari di sempre la 50 special, prodotta dal 1969 al 1983, e la PX, uscita nel 1977 e venduta in oltre 3 milioni di unità. Conservatasi nel tempo in molte delle sue peculiari caratteristiche tecniche, la Vespa è tra gli scooter più venduti della storia; recenti stime parlano di 17 milioni di esemplari venduti dal 1946 ad oggi!


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atalia Tulasiewicz nacque nel paese polacco di Rzeszów, nei pressi di Podkarpackie, il 9 aprile 1906. Insegnante laica nella città di Poznan, fu un’insolita animatrice dell’apostolato dei laici. Durante l’occupazione militare della sua patria da parte del regime nazista tedesco, questa coraggiosa donna partita liberamente per il Terzo Reich, insieme con le donne condannate ai lavori forzati, al fine di portare loro un sollievo spirituale. Quando nell’aprile 1944 la Gestapo scoprì la sua indesiderata presenza, la arrestò. Atrocemente torturata ed umiliata in pubblico, venne infine condannata a morte nel campo di Rawensbrück, nei pressi di Brandeburgo. Il Venerdì Santo, raccogliendo le poche forze rimastele, salì sulla panca della baracca e tenne alle prigioniere una conferenza sulla passione e risurrezione del Signore. Due giorni dopo, il 31 marzo 1945, venne trasportata nella camera a gas ove morì. Era il giorno di Pasqua. Papa Giovanni Paolo II l’13 giugno 1999 elevò agli onori degli altari ben 108 vittime della medesima persecuzione nazista, tra le quali la Beata Natalia Tulasiewicz, che viene commemorata dal Martyrologium Romanum in data 31 marzo.



. Bastano queste poche parole, dette da papa Francesco, per spronare ancora di più (se ce ne fosse bisogno) la sedicenne attivista svedese Greta Thunberg che ieri era in piazza San Pietro, a Roma. Al termine dell’udienza generale ha avuto l’occasione di scambiare un saluto con papa Francesco. Tra i due ci sono stati una calorosa stretta di mano e un breve scambio di battute. «Il Santo Padre ha ringraziato e incoraggiato Greta Thunberg per il suo impegno in difesa dell’ambiente, e a sua volta Greta, che aveva chiesto l’incontro, ha ringraziato il Santo Padre per il suo grande impegno in difesa del creato» ha riferito il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti. «È stato molto gentile – racconta Greta –. Ci ha detto che dovremmo continuare come facciamo ora. Sostiene il grande sciopero che ci sarà il 24 maggio che sarà anche la ricorrenza dell’anniversario della Laudato Si’». «Continueremo a lottare – aggiunge la giovane – fino a quando i politici non faranno qualcosa». Accompagnata dai suoi genitori, dalla sorella e da alcuni amici, da dietro la transenna, la ragazzina divenuta ormai icona globale per la sua lotta contro il surriscaldamento del pianeta, ha mostrato al Papa, molto sorridente, un cartello bianco con la scritta ' Join the climate strike'(Unitevi allo sciopero per il clima), con sotto la scritta "Celebrate Laudato si' on May 24" . Perché hai voluto vedere il Papa? Vedi in lui un alleato? Il Papa Francesco è il primo leader mondiale ad affrontare l’acuta crisi del clima. Questo è più che importante – rivela ad Avvenire, rispondendo ad alcune domande – Siamo naturalmente dalla stessa parte visto che condividiamo un obiettivo comune per proteggere il pianeta e il mondo naturale». Ogni venerdì dal 20 agosto e con un seguito sempre più importante di giovani in molte altre città di tutto il mondo Greta manifesta davanti al parlamento svedese per sensibilizzare il governo e lanciare l’accusa ai politici di non far nulla per fermare «la nostra casa che è in fiamme». È quello che ha detto, anche davanti agli europarlamentari, nella sua breve visita a Bruxelles, martedì, lungo il suo lungo viaggio verso l’Italia, rigorosamente in treno (Greta non usa l’ae-

reo perché inquina, ndr).Una popolarità divenuta sempre più grande, con il colpo di scena il mese scorso (alcuni giorni precedenti il primo sciopero globale per il clima che ha chiamato in piazza milioni di giovani da tutto il mondo) la candidatura al Nobel per la Pace, proposta da tre parlamentari norvegesi. Hai iniziato tutto da sola nell’agosto del 2018, ora ti seguono in tantissimi, molti studenti saltano le lezioni di scuola per protestare contro il cambiamento climatico. Che cosa provi? «Non me l’aspettavo. Non avevo alcuna aspettativa. Sono molto sorpresa. Dimostra che tutto può succedere». E succede ogni venerdì: il suo volto e le sue idee si rincorrono alle manifestazioni globali degli studenti, con eventi in migliaia città di tutto il mondo, in nome della lotta contro i cambiamenti climatici. Anche in Italia da gennaio in diverse città, da Nord a Sud si sono creati gruppi Facebook che si danno appuntamento in piazza. Davanti al comune o ai palazzi del governo. Il 15 marzo scorso, in occasione del primo sciopero globale, furono circa un milione i giovani italiani che occuparono le principali piazze di oltre 200 Comuni in Italia. Gli appuntamenti più partecipati a Roma e a Milano dove, secondo gli organizzatori, hanno manifestato centomila giovani. Ed è proprio, qui, in Italia, dove si è registrata questa importante partecipazione che Greta ha deciso di fissare in agenda una tappa del suo viaggio di 'propaganda' contro il surriscaldamento globale in giro per l’Europa. Ritieni che gli italiani abbiano colto in pieno la minaccia per il nostro pianeta? «Sì, mi dà molta speranza il fatto che il movimento stia crescendo così rapidamente in Italia. Non so perché sia così, ma è una grande cosa».


cicatrici sul capo narrano di una storia lontana e ingarbugliata: cinquant’anni di strade e orfanotrofi, di vita all’addiaccio e di speranze perdute. Di solitudine, disperazione e amarezze. L’incipit abita nelle prossimità di un cassonetto delle spazzature: a vincere il dramma di quell’abbandono furono i vagiti di quel bambino d’appena quindici giorni. Lasciato là, in balia del caso, della fortuna, dell’improvvisazione. Eppure nella strada c’è sempre un samaritano a disposizione, un cireneo capace d’addossarsi la croce e condividere una strada. Oggi quel bambino ha cinquant’anni e nella sua bisaccia tiene una storia da raccontare, una vita da condividere, un nome al quale dare un’altra chance. L’ennesima, forse la più gustosa stavolta. E’ capitato quasi per caso tra le maglie di una galera, fino a divenire lo scherno di molti: c’ha messo parecchio per raccattare la sua condanna, quasi non sapesse nemmeno rubare. Lui ch’è stato rubato alla morte proprio agli inizi. Tre anni fa il nostro incontro con lui: irascibile, scorbutico, ingestibile ma col cuore immenso ch’è connaturato ai semplici. Sapeva solo pregare: col rosario, con le orazioni consunte della vecchia catechesi, con quella pietà ch’è tipica di chi non ha mai toccato libri. Pur di star accanto al Cristo, s’è messo a completa disposizione: a lavare mattonelle in chiesa, a pulire i vetri con le inferriate, a fare di quella sala di galera la nostra piccola chiesa, che qui somiglia per davvero ad un “ospedale da campo dopo una battaglia”. Dopo un’infinità di battaglie. S’è messo, e da terra e riuscito pian piano a rialzarsi. Il suo cruccio era quella donna mai conosciuta e che mai chiamò “mamma”: la bestemmiava nelle sue preghiere, ne condannava quel gesto folle d’averlo abbandonato, le rimarcava la follia di quegli inizi. D’altronde anche nella Scrittura la ribellione anticipa la comprensione, le urla fanno da preludio ai canti, l’Egitto rimane la prefazione della Terra Promessa. L’abbiamo lasciato fare, dire, vociare: nemmeno in galera c’è gioia senza libertà. Somigliava ad un vecchio rudere di montagna: così prezioso da venir restaurato, avendo cura prima d’imbragarlo. Noi abbiamo costruito l’imbragatura, il resto fu opera di quella Grazia anche a guardarla da fuori

non sempre è comprensibile. Nel suo cuore al Dio minaccioso è ben presto subentrato il Dio della consolazione, quel raggio di luce che gli ha permesso di scandagliare l’abisso della sua umanità. E alla luce di quello sguardo, come un guaritore ferito ha tentato le altre due vette della riconciliazione: dopo quella con Dio, quella con i fratelli. Che per lui significava riconciliarsi col volto di quella madre mai conosciuta: dalla maledizione al silenzio attraverso le notti insonni e funeste che solo chi abita le celle sa tradurre. Un figlio che perdona la propria madre: “Oggi voglio pregare per mia madre. Chissà perchè ha fatto quel gesto”. Il perchè di un gesto, l’avventura più ostica da braccare tra il ferro e il cemento della galera. L’altro giorno è uscito dal carcere: fa il giardiniere in un’oasi di spiritualità e dimostra una spiccata sensibilità per il bello. Lui, che della vita ha conosciuto prima la bruttezza. Anche Maddalena è ripartita dal giardino d’Arimatea in quella prima Pasqua. In braccio teneva un sacco con le sue piccole reliquie di una vita e ha varcato la soglia della sua nuova dimora. Borbottando una frase: “Se mia mamma avesse abortito quella volta, oggi non sarei qui. Che spettacolo: grazie Dio!” Riconciliato con Dio, con la madre, con se stesso. Ai vecchi amici di galera, ha lasciato un biglietto sull’altare, come traccia di un triplice perdono: “Vivo per stupirmi ancora”. Ch’era l’augurio più bello per avvisare di un Dio che anche quest’anno ha deciso che farà la Pasqua da noi. (Don Marco Pozza)

(da Il Mattino di Padova, 20 aprile 2014)


Papa Francesco, il 2 Giugno 2019, nel corso della sua visita in Romania, beatificherà a Blaj i 7 Vescovi martiri

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acque il 4 dicembre 1907 a Blaj da una famiglia di preti greco-cattolici.. Buon amico di Tit Liviu Chinezu, studiarono insieme teologia a Roma presso il Collegio Greco. Preso il dottorato in teologia, dopo sei anni di studi presso l’Istituto Angelicum fu ordinato sacerdote il 29 novembre 1931. Fece dunque ritorno a Blaj per divenire professorre dell’Accademia di Teologia. Il 6 maggio 1940 fu nominato vescovo ausiliare di Oradea Mare, col titolo di Moglena-Slatina in Bulgaria, quale aiuto del vescovo Valeriu Traian Frentiu. L’ordinazione episcopale ebbe luogo il 22 luglio 1940. Il 29 agosto del 1941 fece il suo ingresso quale nuovo vescovo di Oradea il futuro cardinale Iuliu Hossu, del quale Iaon Suciu rimase ausiliare. Il vescovo Valeriu Traian Frentiu ritornò ad Oradea nel 1947, ma Ioan Suciu venne destinato all’Arcidiocesi di Alba-Iulia e Fagaras quale amministratore apostolico. Monsignor Suciu tenne una serie di conferenze nelle principali città del Paese, dichiarando l’impossibilità di un accordo fra il cristianesimo ed il materialismo ateo. Arrestato il 28 ottobre del 1948, venne portato a Dragoslavele e poi al Monastero Caldarusani. Nel maggio del 1950 fu portato al Ministero degli Interni e nell’ottobre dello stesso anno al penitenziario di Sighetul Marmatiei, dove soffrì fame, freddo, malattie e numerose torture. Ivi morì il 27 giugno 1953 nella cella numero 44. Fu sepolto nel cimitero dei poveri, cioè dei suicidi e dei vagabondi, e ad oggi non si è ancora venuti a conoscenza del luogo esatto ove riposino le sue spoglie mortali. In due lettere indirizzate ai suoi fedeli nell’ottobre 1948 affermava: “Per la Chiesa Romena Unita è arrivato il Venerdì Santo. Adesso, cari fedeli, abbiamo l’occasione di mostrare se apparteniamo a Cristo o se siamo della parte di Giuda, il traditore… Non lasciatevi ingannare da parole vane, dai comitati, da promesse, da menzogne, ma restate saldi nella fede per la quale i vostri genitori e i vostri avi hanno versato il loro sangue… Non possiamo vendere né Cristo né la Chiesa… Se prenderanno le vostre Chiese, pregate il Signore, come lo fecero i primi cristiani, quando gli imperatori pagani distruggevano i loro luoghi di preghiera e bruciavano i loro libri santi”.


● L’amore dei genitori è strumento dell’amore di Dio Padre che attende con tenerezza la nascita di ogni bambino, lo accetta senza condizioni e lo accoglie gratuitamente. ● Ad ogni donna in gravidanza desidero chiedere con affetto: abbi cura della tua gioia, che nulla ti tolga la gioia interiore della maternità. Quel bambino merita la tua gioia. Non permettere che le paure, le preoccupazioni, i commenti altrui o i problemi spengano la felicità di essere strumento di Dio per portare al mondo una nuova vita. ● Una coppia di sposi che sperimenta la forza dell’amore, sa che tale amore è chiamato a sanare le ferite degli abbandonati, a instaurare la cultura dell’incontro, a lottare per la giustizia. Dio ha affidato alla famiglia il progetto di rendere “domestico” il mondo. ● Con la testimonianza, e anche con la parola, le famiglie parlano di Gesù agli altri, trasmettono la fede, risvegliano il desiderio di Dio, e mostrano la bellezza del Vangelo e dello stile di vita che ci propone. Così i coniugi cristiani dipingono il grigio dello spazio pubblico riempiendolo con i colori della fraternità, della sensibilità sociale, della difesa delle persone fragili, della fede luminosa, della speranza attiva. La loro fecondità si allarga e si traduce in mille modi di rendere presente l’amore di Dio nella società. ● Molte volte sono i nonni che assicurano la trasmissione dei grandi valori ai loro nipoti e molte persone possono constatare che proprio ai nonni debbono la loro iniziazione alla vita cristiana. ● Ogni matrimonio è una “storia di salvezza”, e questo suppone che si parta da una fragilità che, grazie al dono di Dio e a una risposta creativa e generosa, via via lascia spazio a una realtà sempre più solida e preziosa. ● La trasmissione della fede presuppone che i genitori vivano l’esperienza reale di avere fiducia in Dio, di cercarlo, di averne bisogno, perché solo in questo modo “una generazione narra all’altra le tue opere, annuncia le tue imprese”. ● La presenza del Signore abita nella famiglia reale e concreta, con tutte le sue sofferenze, lotte, gioie e i suoi propositi quotidiani. Quando si vive in famiglia, lì è difficile fingere e mentire, non possiamo mostrare una maschera. Se l’amore anima questa autenticità, il Signore vi regna con la sua gioia e la sua pace. La spiritualità dell’amore familiare è fatta di migliaia di gesti reali e concreti. ● Se la famiglia riesce a concentrarsi in Cristo, Egli unifica e illumina tutta la vita familiare. I dolori e i problemi si sperimentano in comunione con la Croce del Signore, e l’abbraccio con Lui permette di sopportare i momenti peggiori. ● C’è un punto in cui l’amore della coppia raggiunge la massima liberazione e diventa uno spazio di sana autonomia: quando ognuno scopre che l’altro non è suo, ma ha un proprietario molto più importante, il suo unico Signore. ● E’ una profonda esperienza spirituale contemplare ogni persona cara con gli occhi di Dio e riconoscere Cristo in lei. Questo richiede una disponibilità gratuita che permetta di apprezzare la sua dignità.


el primo giorno della settimana, al mattino presto, le donne si recarono al sepolcro». Il loro amico e maestro, l’uomo amato che sapeva di cielo, che aveva spalancato per loro orizzonti infiniti, è chiuso in un buco nella roccia. Hanno visto la pietra rotolare. Tutto finito. Ma loro, Maria di Magdala, Giovanna e Maria di Giacomo e «le altre che erano con loro» (Lc 24,10), lo amano anche da morto, per loro il tempo dell’amore è più

lungo del tempo della vita. Vanno, piccolo gregge spaurito e coraggioso, a prendersi cura del corpo di Gesù, con ciò che hanno, come solo le donne sanno: hanno preparato, nel grande sabato, cerniera temporale tra la vita e la morte, gli aromi per la sepoltura. Ma il sepolcro è aperto, come un guscio di seme; vuoto e risplendente nell’alba, e fuori è primavera. Non capiscono. Ed ecco due angeli a rimettere in moto il racconto: «perché cercate tra i morti Colui che è vivo? Non è qui. È risorto». Che bello questo “non è qui”! Lui è, ma non qui; lui è, ma va cercato fuori, altrove; è in giro per le strade, è in mezzo ai viventi, è “colui che vive”, un Dio da sorprendere nella vita. È dovunque, eccetto che fra le cose morte. Si è svegliato, si è alzato, è vivo: è dentro i sogni di bellezza, in ogni scelta per un più grande amore, è nei gesti di pace, nel pane spezzato, negli abbracci degli amanti, nella fame di giustizia, nel grido vittorioso del bambino che nasce, nell’ultimo respiro del morente. E chi vive una vita come la sua avrà in dono la sua stessa vita indistruttibile. Ma non bastano angeli. Il segno che le farà credere è un altro: «Ricordatevi come parlò quando era in Galilea». Ed esse, con lui dalla prima ora (Lc 8,1-2), “si ricordarono delle sue parole” (v.8). E tutto esplode: le donne credono, perché ricordano. Credono per la parola di Gesù, non per quella degli angeli. Credono prima di vedere, come ogni discepolo. Hanno custodito le sue parole, perché le amano: in noi vive solo ciò che ci sta a cuore, vive a lungo ciò che è molto amato, vive per sempre ciò che vale più della vita. La fede delle donne diventa immediatamente “annuncio” (v.9) e “racconto” (v. 10) agli undici e a tutti gli altri. Straordinaria doppia missione delle discepole «annunciarono tutto questo»: è la buona notizia, Vangelo del Vangelo, kerigma cristiano agli apostoli increduli; e poi “raccontavano” queste cose ed è la trasmissione, la narrazione prolungata delle testimoni oculari dalle quali Luca ha attinto il suo vangelo (Lc 1,2) e ce l’ha trasmesso. Come per le donne nell’alba di Pasqua così anche per noi la memoria amorosa del Vangelo, amare molto la sua Parola, è il principio per ogni incontro con il Risorto. Padre Ermes Ronchi


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FOGLIETTO DOMENICALE

SALUTO

+Nel nome del Padre e del Figlio

e dello Spirito Santo. A. Amen. C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Signore, pietà.

GLORIA

Rit. Gloria! Gloria! in excelsis Deo! (bis) 1 E pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. (Rit.) 2 Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. (Rit.) 3 Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen. (Rit.)

dello Spirito Santo, per tutti i secoli to, allora anche voi apparirete con dei secoli. lui nella gloria. Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio A. Amen (seduti) (in piedi) LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura

Dagli Atti degli Apostoli In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

R. Alleluia, alleluia, alleluia. Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. Dica Israele: «Il suo amore è per sempre». R/. La destra del Signore si è innalzata, la destra del Signore ha fatto prodezze. Non morirò, ma resterò in vita e annuncerò le opere del Signore. R/. La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo. Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi. R/.

SEQUENZA

Alla vittima pasquale, / s'innalzi oggi il sacrificio di lode. / L'agnello ha redento il suo gregge, / l'Innocente ha riconciliato / noi peccatori col Padre. Morte e Vita si sono affrontate / in un prodigioso duello. / Il Signore della vita era morto; / ma ora, vivo, trionfa. «Raccontaci, Maria: / che hai visto sulla via?». / «La tomba del Cristo vivente, / la gloria del Cristo risorto, / e gli angeli suoi testimoni, / il sudario e le sue vesti. / Cristo, mia speranza, è risorto; / e vi precede in Galilea». Sì, ne siamo certi: / Cristo è davvero risorto. / Tu, Re vittorioso, / portaci la tua salvezza.

Canto al Vangelo

ALLELUIA Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato: facciamo festa nel Signore. ALLELUIA C. A. C. A.

VANGELO

Il Signore sia con voi E con il tuo spirito. Dal Vangelo secondo LUCA Gloria a te o Signore

primo giorno della settimana, al mattino presto [le donne] si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini Seconda Lettura Dalla lettera di san Paolo apostolo ai presentarsi a COLLETTA loro in abito Colossesi C. O Padre, che in questo giorsfolgorante. no, per mezzo del tuo unico Figlio, Fratelli, se siete risorti con Cristo, Le donne, imhai vinto la morte e ci hai aperto il cercate le cose di lassù, dove è paurite, tenepassaggio alla vita eterna, concedi Cristo, seduto alla destra di Dio; vano il volto chinato a terra, ma a noi, che celebriamo la Pasqua di rivolgete il pensiero alle cose di quelli dissero loro: «Perché cercarisurrezione, di essere rinnovati lassù, non a quelle della terra. Voi nel tuo Spirito, per rinascere nella infatti siete morti e la vostra vita è te tra i morti colui che è vivo? Non luce del Signore risorto. Egli è Dio, nascosta con Cristo in Dio! Quando è qui, è risorto. Ricordatevi come e vive e regna con te, nell’unità Cristo, vostra vita, sarà manifesta- vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio


dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto. Parola del Signore A. Lode a te o Cristo OMELIA ( Seduti) CREDO in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

PREGHIERA DEI FEDELI

C. Questo giorno ci ha liberati dalla schiavitù delle tenebre e del peccato. Ci ha riscattati dalla nostra impotenza. Sta a noi comprendere e scegliere liberamente di accogliere tutto ciò. Preghiamo insieme e diciamo: Cristo vita e resurrezione nostra, ascoltaci. 1. Perché ancora oggi siamo capaci di gioire nella semplicità di cuore della vita che ci hai donato. Preghiamo. 2. Perché crediamo veramente che

tu sei risorto per donarci il perdono dei peccati e la vita eterna. Preghiamo. 3. Perché la fede ci aiuti a superare l’angoscia della morte. Essa è vinta dalla Tua e dalla nostra resurrezione. Preghiamo. 4. Perché sappiamo vivere una vita all’altezza del Tuo dono d’amore. Preghiamo. C. O Padre, Tu ci hai dato tutto nel tuo unico Figlio Gesù Cristo. Donaci la forza di dedicarci completamente a Te. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.. . A. Amen

LITURGIA EUCARISTICA

C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi)

secoli. A. Amen C. Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire:

PADRE NOSTRO

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli

R ITO DELLA PACE

C. Signore Gesu’ che hai detto ai SULLE OFFERTE tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi C. Esultanti per la gioia pasquale ti do la mia pace” non guardare ai offriamo, Signore, questo sacrifinostri peccati ma alla fede della cio, nel quale mirabilmente nasce tua Chiesa, e donale unità e pace e si edifica sempre la tua Chiesa. secondo la tua volontà. Tu che vivi Per Cristo nostro Signore e regni nei secoli dei secoli. A. Amen. A. Amen PREGHIERA EUCARISTICA C. La pace del Signore sia sempre C. Il Signore sia con voi. con voi. A. E con il tuo spirito. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. C. Come figli del Dio della paA. Sono rivolti al Signore. ce, scambiatevi un gesto di coC. Rendiamo grazie al Signore munione fraterna. nostro Dio A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 .A. E’ cosa buona e giusta VOLTE) C. È veramente cosa buona e Agnello di Dio, che togli i pecgiusta, nostro dovere e fonte di salcati del mondo, dona a noi la pace. vezza, proclamare sempre la tua C. Beati gli invitati alla cena del gloria, o Signore, e soprattutto esaltarti in questo giorno nel quale Signore Ecco l’Agnello di Dio che Cristo, nostra Pasqua, si è immola- toglie i peccati del mondo. O Signore, non sono degno to. È lui il vero Agnello che ha tolto A. di partecipare alla tua mensa: i peccati del mondo, è lui che moma di’ soltanto una parola e io rendo ha distrutto la morte e risorsarò salvato. gendo ha ridato a noi la vita. Per DOPO LA COMUNIONE questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale, l'umanità esulta C. Preghiamo su tutta la terra, e con l'assemblea Proteggi sempre la tua Chiesa, Dio degli angeli e dei santi canta l'inno onnipotente, con l’inesauribile forza del tuo amore, perché, rinnovadella tua gloria. Santo, Santo, ... ta dai sacramenti pasquali, giunga (In ginocchio) alla gloria della risurrezione. Per C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Cristo nostro Signore. A. Amen Signore, proclamiamo la tua ri- C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. surrezione nell’attesa della tua C. Vi benedica Dio onnipotente venuta. Padre e Figlio e Spirito Santo DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA A. Amen. C. Per Cristo, con Cristo e in CriC. Nel nome del Signore: andate sto, a te Dio, Padre onnipotente, in pace. nell’unità dello Spirito Santo, ogni A. Rendiamo grazie a Dio onore e gloria, per tutti i secoli dei


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