ADESTE nr. 33 Domenica 18 Agosto 2019

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molte persone che vivono all’estero, le vacanze estive coincidono con il momento del ritorno a "casa", ovvero al paese d'origine. Non sempre si riesce a trascorrere le ferie o, più in generale, le vacanze nei luoghi in cui ancora vivono i propri familiari, i genitori più o meno anziani e i parenti, vuoi per motivi legati al lavoro, o per questioni economiche, vuoi per il poco tempo a disposizione, oppure perché si ha voglia di fare una vacanza vera, da turista a tutti gli effetti. Per un emigrato, il ritorno a casa è spesso un’esperienza che racchiude molti significati, simbolici e non: da un lato, c'è una buona dose di eccitazione al pensiero di rivedere le persone care e riabbracciarle. Si percepisce con tutto il corpo la vicinanza affettiva (non sempre facile da tollerare quando si vive da tanto tempo lontani). D'altro canto, si esperisce anche un po’ di ansia, perché le mille incombenze che attendono l'emigrato nel paese natale spesso si accumulano nei mesi in cui si vive altrove; si è consci del fatto che parte del tempo libero dovrà essere dedicato agli impegni. Da una attenta analisi dei blog dedicati al tema, sappiamo che gli emigrati vivono le vacanze in patria come un'esperienza “al contrario”, non scevra di elementi stressanti; tuttavia, il ritorno a casa ha ben poco a che fare con il concetto tradizionale di vacanza. Le vacanze intese nel senso classico per un emigrato, forse, non esistono più. Se dici “vacanza”, spesso la prima cosa che viene in mente a coloro che per lavoro o per altre motivazioni vivono in un paese diverso da quello d’origine (e noi pensiamo per forza di cose all’Italia), è il biglietto per la penisola italiana. Oltre ai luoghi cari da riscoprire, quelli in cui si è vissuti da bambini e da ragazzi, ci sono i parenti, con momenti familiari e storie da condividere. Poi c’è il cibo, un elemento con il quale esiste un legame profondo, e che è parte integrante della vita quotidiana. Soprattutto per chi vive all'estero, gli alimenti tipici di un paese sono parte della storia che viene narrata per far capire agli altri (e ricordare a se stessi) da dove si viene e dove si è andati. Per chi si è trasferito in paesi climaticamente molto differenti dall’Italia, anche gli aspetti meteorologici si tingono di tonalità affettive. Le temperature, la presenza o meno del sole, a volte il mare o la montagna, gli odori della terra: tutte queste cose sono legate a ricordi, sentimenti e a vivide sensazioni. Alcuni emigrati raccontano che tornare a casa per le vacanze è come fare un viaggio nel tempo, un tempo cui tutto si è fermato e conservato. Un momento in cui la nostalgia si tinge di romanticismo, ed è un periodo da vivere con consapevolezza, molto importante per ricordare a ogni individuo chi è e da dove viene. Spesso però capita di dover fare i conti con il tempo che passa. I ritmi di un emigrato cambiano e anche le abitudini del passato, nei cui ricordi ci si culla quando si è lontani, possono trasformarsi in qualcosa che nel momento presente va stretto e che fa sentire, a volte, “estranei in casa propria”. Le persone care crescono o invecchiano, e ci si sente come storditi nel guardare quel mondo che,


pur essendo molto simile a quello dei propri ricordi, non è più lo stesso. Una frase di una blogger emigrato descrive in maniera molto chiara questa sensazione: “Nonostante la gioia di ritrovare luoghi e persone a volte guardi tutto come da un oblò e con la sensazione di non essere mai pienamente presente, mai completamente dentro a quello che stai vivendo”. Chi parte è abituato a pensare la vita nella propria terra come un mondo immutabile in perenne attesa del nostro ritorno, ma, più passa il tempo, più si rende conto che non è così. Mentre l’emigrato ha cominciato a muoversi nel suo nuovo territorio e a stringere amicizie con i vicini di casa o i colleghi di lavoro, i suoi amici e parenti facevano lo stesso; nel paese natale si creavano nuove famiglie e relazioni. Anche la città d’origine muta il proprio volto. I negozi cambiano nome e gestione, le case cambiano colore, forma e arredamento. Insomma, la vita va avanti. E’ un turbinio di sensazioni che pervade chi rientra per limitati periodi di tempo. Raccogliamo emozioni e riflessioni nelle parole dei pazienti e ritroviamo le stesse tonalità affettive dense di malinconia quando leggiamo o ascoltiamo esperienze di un emigrato. Tutto questo a volte disorienta e scompiglia alcuni punti fermi, il modo in cui tutti giorni un emigrato vede se stesso e le sue molteplici appartenenze, il modo con cui si racconta agli altri. La fase del ritorno è un momento molto importante del viaggio perché permette di guardare da un’altra prospettiva l'esperienza della partenza. Se, da un lato, crea delle fratture e delle incongruenze nelle memorie, dall’altro permette di esercitare una forma di controllo all’interno della disgregazione apportata dal percorso di espatrio. Permette di chiudere definitivamente alcune cose rimaste in sospeso proiettando le energie verso il futuro e il nuovo mondo. Favorisce l’accettazione delle scelte legate alla partenza, anche da parte di coloro che sono rimasti al paese d'origine, e permette di osservare da vicino come l’assenza abbia il doppio valore di mancanza ma anche di possibilità. Certo la voglia di sentirsi veramente in vacanza rimane. Tornare in Italia non sarà mai come scegliere un viaggio per diletto; tuttavia, il ritorno è una parte estremamente importante dell'esperienza dell’emigrato, densa di significati di per sé, perché, attraverso tutto ciò che viene percepito come elemento di rottura, divide il mondo del prima e il mondo del dopo essere partiti. Da un altro lato unisce i due contesti, che sono a volte anche molto differenti, sintetizzandoli e traducendoli in quella che di fatto è la storia della propria vita. Per capire la portata emotiva e cognitiva che il tema del ritorno ha sugli emigrati basta citare il testo “Third Culture Kids”. Nella ricerca sui bambini emigrati, tra gli altri argomenti vengono analizzati gli effetti del ritorno a casa per le vacanze. Gli emigrati che curano blog e siti riportano in diversi scritti le forti emozioni legate alle aspettative del ritorno. L'accumularsi di telefonate da fare... Al fine di rivedere tutti e non fare torti a nessuno, le mille diatribe familiari in cui vengono inevitabilmente proiettati... Tuttavia, il ritorno è parte integrante della partenza, e riuscire a convivere anche con questo aspetto della propria esistenza permetterà a chi sceglie di intraprendere questo percorso di godere con maggiore libertà e maggiore serenità il viaggio della vita da "emigrato".


1. Argentina. La comunità italiana all’estero più grande si trova in Argentina, dove vivono oltre 800mila cittadini italiani, pari al 16.03% del totale. Sebbene non si tratti di immigrazione recente, l’Argentina rimane un paese in cui gli italiani si sentono ancora facilmente a casa, magari per trascorrere gli anni della pensione affrontando il futuro con ottimismo in una nazione ricca di tradizioni, natura e buoni sapori. Il tutto a costi contenuti. In Argentina un italiano con mille euro di pensione al mese può vivere davvero bene, concedersi qualche sfizio e rilassarsi su una spiaggia bianca, godendosi finalmente il meritato riposo. Le nostre 500 euro, infatti, corrispondono più o meno a 4500 pesos e con una cifra così le cose da fare sono davvero molte. Una casa con vista sull’oceano viene a costare circa 2000 pesos (220 euro) e l’energia elettrica totale di un mese non supera i 100 pesos, per non parlare del gas (12 pesos). 2. Germania. Nella vicina Repubblica tedesca vivono ben 743mila italiani. Anche in questo caso si tratta di una migrazione che affonda le sue radici nel passato. In Germania l’immigrazione italiana è iniziata decenni fa e non si è mai fermata. Negli ultimi anni è tornata ad intensificarsi, anche se il paese non offre più ai migranti il benessere concesso in passato. Ma per chi emigra da situazioni di disoccupazione e assenza assoluta di prospettive, è tutt’oggi la terra promessa. 3. Svizzera. In terza posizione la vicina ma piccola Svizzera, dove gli italiani sono 614mila. La vita qui è molto cara, ma in compenso gli stipendi sono davvero altissimi. Possibilità di trovare un lavoro e stile di vita tra i migliori al mondo fanno della Repubblica Elvetica, ancora oggi, una delle mete preferite dagli expat italiani. 4. Brasile. Se andate a Rio de Janeiro in vacanza non sarà difficile trovare qualche nostro connazionale. Oggi il Paese sudamericano conta ben 415mila italiani espatriati. In particolare è San Paolo, lo stato più popoloso del Brasile, ad avere la più grande popolazione di origini italiane. Qui gli oriundi italiani sono il 38% della popolazione. 5. Francia. La Repubblica francese si piazza al quinto posto, con 411mila italiani residenti. Vicinissimo all’Italia, da sempre il Paese attira molti dei nostri connazionali che vi si trasferiscono per lavoro, studio, per investire o per trascorrere gli anni della pensione in una delle tante località della Provenza o della bellissima costa francese. Oltre a Parigi, infatti, sono molti coloro che hanno deciso di trasferirsi in Bretagna piuttosto che a Montecarlo, a Bordeaux e in Corsica. 6. Regno Unito. Con 300mila italiani registrati all’Aire il regno di Elisabetta II piace soprattutto ai giovani. Al di là dei dati ufficiali, sembra però, che siano molti di più i connazionali presenti in Inghilterra. Si parla di quasi mezzo milione tanto che la nostra immigrazione sparsa per il Regno Unito è stata paragonata alla quinta città italiana


dopo Roma, Milano, Napoli e Torino: una Little Italy per niente piccola. Nonostante la Brexit, il Regno Unito continua dunque a essere meta privilegiata di giovani e adulti in cerca di lavoro e di una vita migliore. Tra i motivi principali troviamo lo studio, il lavoro, la possibilità di crescita professionale e un Paese che offre tutto: dai servizi alle infrastrutture fino ai divertimenti. E poi è vicino all’Italia, aspetto non da poco. 7. Belgio. Il piccolo Belgio vanta una comunità italiana di 268mila persone. Ogni anno attira tantissimi connazionali che qui decidono di trasferirsi per motivi di studio e di lavoro. Giovani e adulti, soprattutto, che a un certo punto della loro vita mollano tutto e puntano sul Paese dell’Europa occidentale e sede delle Commissioni Europee. Il Belgio piace per il suo essere multiculturale grazie a una mentalità aperta, un maggior pragmatismo nel lavoro, minori complessità anche nella vita di tutti i giorni. 8. Stati Uniti. Ottava posizione della classifica per gli USA, che ospitano 265mila cittadini italiani. Meta di emigrazione italiana soprattutto nel corso del Novecento, gli Stati Uniti sono ancora oggi scelti da migliaia di nostri connazionali che decidono di trasferirsi negli States alla ricerca di nuove opportunità di carriera, occasioni e meritocrazia. Non mancano quelli che investono in nuove imprese, realizzando così il loro sogno americano. 9. Spagna. È stato da poco incoronato come il Paese dove si vive più a lungo e più sano al mondo. Sarà per questo che oltre 164mila italiani hanno spostato la residenza nella Penisola Iberica. Vicina, mediterranea e molto simile all’Italia, la Spagna piace a tutti: a studenti che voglio proseguire gli studi universitari, ai laureati e adulti in cerca di opportunità occupazionali, ai pensionati che scelgono una delle sue meravigliose isole come buen retiro. 10. Australia. Con 147mila italiani residenti la comunità italiana in Australia è molto numerosa. La qualità della vita è ottima, ma viverci è costoso e soprattutto inizialmente, mentre si cerca lavoro, occorre avere da parte una discreta somma di denaro che permetta di far fronte alle spese di vitto e alloggio. Gli stipendi in compenso sono alti e il tasso di disoccupazione molto basso. Economia in crescita e mercato del lavoro flessibile permettono di trovare un impiego facilmente. Esiste, in più, un’elevata possibilità di far carriera. Non stupisce, insomma, perché molti italiani abbiano deciso – in passato ma anche adesso – di stabilirsi in Australia. 11. Canada. Sono 140mila gli italiani in Canada, di cui 65mila pensionati. In generale si calcola che ogni anno arrivino qui circa 25 mila persone. D’altronde il Paese dell’America del Nord offre diverse possibilità anche ai giovani che lo scelgono per studiare, per trovare lavoro e cambiare vita. Si tratta di una destinazione trasversale per chi decide di rimettersi in gioco, di godersi gli anni della pensione, di cercare lavoro e fare quel cambiamento che ha sempre sognato ma non ha mai avuto il coraggio di rendere reale. 12. Venezuela. Qui si trovano 118mila expat italiani. Si tratta soprattutto di connazionali arrivati in Venezuela nel ‘900 e di figli di emigrati. 13 Uruguay. Più sicuro rispetto ad altri stati dell’America Latina, l’Uruguay vanta un livello di criminalità basso e una qualità della vita buona. Abitare a Montevideo, la capitale, è paragonabile a vivere in una bella città europea tanto che l’Uruguay è spesso paragonato a una piccola Svizzera del Sudamerica. Sono 98mila gli italiani che hanno scelto questo piccolo paese come nuova patria. 14. Cile. Presenti fin dal XIX secolo, gli italiani in Cile sono circa 58 mila. Numero che è stato raggiunto soprattutto nel secolo scorso.


stai per intraprendere un lungo viaggio, pieno di ostacoli e di pericoli. Ringrazia Dio per averti concesso il privilegio di avere la pelle nera e di averti reso così bello. Devi esserne orgoglioso. Ma se un giorno incontrerai dei bambini bianchi, non vantartene. Anch’essi sono felici di essere come sono. Forse ti invidieranno un po’, e allora può darsi che ti dicano le parole cattive che insegnano loro i grandi perché sono infelici, insicuri e dunque pieni di rancore con gli altri. Cerca di capirli, non arrabbiarti. Se vorranno farti del male, non devi ricambiare, ma non devi nemmeno accettarlo. La tua vita è preziosa come quella di tutti coloro che sono capaci di provare emozioni e sentimenti, gioia e tristezza, felicità e dolore. Dunque, difendi la tua integrità sempre e dappertutto. Conserva i ricordi della tua infanzia tra le persone che ti hanno voluto bene, quelli delle tradizioni con cui sei cresciuto, quelli delle fatiche che ti hanno messo alla prova rendendoti più forte e coraggioso, più pronto ad affrontare la vita senza rinunciare a essere umano con chiunque ti trovi al fianco. Ecco perché sono sicura che se dovrai soffrire la sete e la fame, non cederai subito alla disperazione, se incontrerai la paura saprai tenerla a bada con la speranza, come ti abbiamo insegnato in questi anni. Ma se arriverai al termine del viaggio e la sorte ti sarà benigna, non lasciarti frenare dai ricordi o irretire dalla nostalgia. Sii curioso come sei sempre stato, cerca di conoscere a fondo il mondo nuovo nel quale per necessità sarai stato catapultato. Dappertutto si può fare amicizia, si può amare ed essere amati. Il confronto tra il mondo che hai lasciato e quello che ti accingi ad incontrare ti renderà più umano, più ricco, più forte. Io proverò ad immaginare le strade che dovrai percorrere, le mete nuove cui aspirerai, i sogni che ti faranno battere il cuore. Il sole ti riscalderà con lo stesso conforto, anche se le albe e i tramonti cui hai assistito nella tua infanzia non avranno gli stessi colori e l’aria non avrà la stessa trasparenza. Porta il meglio di te dovunque ti fermerai, raccogli il meglio da quelli che ti verranno incontro con il sorriso e le braccia aperte. Il bene avrà sempre la meglio anche quando molti cercheranno di calpestarlo. Ci sarà sempre qualcuno che lo rimetterà in piedi. Promettimi che tu sarai uno di questi coraggiosi che salveranno il mondo dal male e dall’odio. Buon viaggio, Karim.


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conoscevo personalmente Nadia Toffa, né ero uno spettatore del programma televisivo in cui lavorava. Eppure sono legato a lei. Ci unisce un fatto piccolo, da niente si direbbe, di quelli che di solito si dimenticano. Un incontro casuale. Ma di piccolo, negli incontri, c’è sempre poco, spesso la realtà parla una lingua che noi umani capiamo dopo parecchio tempo. Ho incontrato Nadia Toffa nel vagone ristorante di un Frecciarossa, al bancone del bar, in attesa, tutti e due, di un caffè. Abbiamo scambiato qualche parola, nulla d’importante, poi siamo rimasti in silenzio, ognuno alle prese con il suo bicchierino bollente da bere. Gli incontri, molte volte, non hanno bisogno di parole, basta lo sguardo e una curiosità viva. Basta vivere l’altro da noi per quello che è: una scoperta smisurata. Una cosa m’impressionò di Nadia, in ogni suo gesto, nella luce dei suoi occhi, c’era una sicurezza per me sconosciuta, emanava una forza da invidiare. Avevo accanto una creatura consapevole della sua vita, il suo sorriso era la conferma di una gioia sincera, vissuta senza vergogna come sempre si dovrebbe. La bizzarria di questo incontro, diciamo così, è che io non sapevo che la ragazza che avevo a fianco non era una qualsiasi. Era una presentatrice televisiva. Era Nadia Toffa. Me lo comunicò mia moglie in un orecchio mentre io e lei ci salutavamo, ognuno diretto al suo vagone, al suo posto assegnato. Devo dire la verità: il suo nome e il suo lavoro non aggiunsero granché rispetto all’incontro, la bellezza stava altrove, nella forza che si portava dentro quella ragazza simpatica. La notizia della malattia ha mutato lo scenario, ha fatto scattare in me i soliti sbigottiti interrogativi che mi prendono di fronte all’esercizio del destino. Perché lei? Entro quale disegno si colloca la sua malattia? Le risposte non ci appartengono, come

non ci appartiene l’enorme arazzo tratteggiato dal Mistero. Quello che ho potuto è sentirmi vicino a Nadia, di una vicinanza profonda e silenziosa, perché per essere accanto al destino di un altro essere umano non servono risposte, tantomeno palesarci attraverso una presenza scritta ed esibita. La mia umanità non passa attraverso un post, o un tweet, semmai si porta nel petto con le parole della preghiera, almeno ci prova. Attraverso i media, nel corso dei mesi ho visto Nadia sfiorire, come accade a chi è provato dalla malattia, ma quella luce di gioia sincera e spavalda è rimasta integra nei suoi occhi di giovane donna. Quel giorno di qualche anno fa, su un Frecciarossa in viaggio, io non ho riconosciuto una presentatrice televisiva, ma ho semplicemente incontrato una ragazza della mia età abbracciata alla sua vita. Vita che, oggi, in maniera prematura e dolorosa, Nadia non vive più su questa terra. Come gli uomini di tutti i secoli passati e futuri, ora Nadia ci guarda dalla riva opposta, e ci sorride, in attesa del giorno in cui tutti torneremo a essere Uno.


Sacco e Vanzetti condannati a morte: Dician-

nove minuti dopo la mezzanotte, nella prigione di Charlestown (vicino Boston), Nicola Sacco viene giustiziato sulla sedia elettrica. Sette minuti dopo, la stessa sorte tocca al suo amico Bartolomeo Vanzetti. Alla notizia dell’esecuzione, per le strade di mezzo mondo si scatenano le proteste di migliaia di persone, che hanno seguito l’intera vicenda dei due immigrati italiani, sperando in un epilogo diverso. Un processo, fortemente condizionato dal clima politico dell’epoca, ha dipinto come due spietati assassini e terroristi, un ciabattino originario di Torremaggiore (provincia di Foggia), Sacco, e un pescivendolo nativo del cuneese (Villafalletto). Tutto ha inizio con una serie di attentati di matrice anarchica, contro cui l’amministrazione guidata dal Presidente Wilson risponde con una dura politica di repressione nei confronti della cosiddetta “sovversione”, in cui vengono mischiati indistintamente anarchici, operai, sindacalisti e le masse di popolo desiderose da tempo di un riscatto sociale. Nick e Bart, come li chiamano gli yankee, finiscono vittime di questo clima per le loro frequentazioni anarchiche. Il 5 maggio 1920 vengono arrestati e accusati della rapina al calzaturificio "Slater and Morril", nel corso della quale rimangono uccisi a colpi di pistola il cassiere e una guardia giurata. Nel corso dei tre processi, su di loro si riversa il pregiudizio politico dell’epoca nei confronti degli immigrati, tant'è che verranno definiti dal giudice «due anarchici bastardi». La confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros, che li scagiona totalmente, non eviterà la sentenza di condanna e a nulla serviranno le iniziative del governo italiano e gli appelli di famosi intellettuali (su tutti Albert Einstein e George Bernard Show) per fermare la condanna. La vicenda ispirerà un omonimo film diretto da Giuliano Montaldo, passato alla storia del cinema soprattutto per la colonna sonora firmata da Ennio Morricone e da Joan Baez, la cui Here’s to you diverrà un inno generazionale.


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Sono venuto a portare il fuoco sulla terra. E come vorrei che divampasse. È stato detto che la religione era l’oppio dei popoli, ottundimento e illusione. Nell’intenzione di Gesù il Vangelo è invece «l’adrenalina dei popoli» (B. Borsato), porta «il morso del più» (L. Ciotti), più visione, più coraggio, più creatività, più fuoco. Pensate che io sia venuto a portare la pace? No, vi dico, ma la divisione. Dio non è neutrale: vittime o carnefici non sono la stessa cosa davanti a lui, tra ricchi e poveri ha delle preferenze e si schiera. Il Dio biblico non porta la falsa pace della neutralità o dell’inerzia, ma «ascolta il gemito» e prende posizione contro i faraoni di sempre. La divisione che porta evoca il coraggio di esporsi e lottare contro il male. «Perché si uccide anche stando alla finestra» (L. Ciotti), muti davanti al grido dei poveri e di madre terra, mentre soffiano i veleni degli odi, si chiudono approdi, si alzano muri, avanza la corruzione. Non si può restarsene inerti a contemplare lo spettacolo della vita che ci scorre a fianco, senza alzarsi a lottare contro la morte, ogni forma di morte. Altrimenti il male si fa sempre più arrogante e legittimato. Sono venuto a portare il fuoco, l’alta temperatura morale in cui soltanto avvengono le trasformazioni positive del cuore e della storia. E come vorrei che divampasse! Come quella fiammella che a Pentecoste si è posata sul capo di ogni discepolo e ha sposato una originalità propria, ha illuminato una genialità diversa per ciascuno. Abbiamo bisogno estremo di discepoli geniali, con fuoco. La Evangelii gaudium invita i credenti a essere creativi, nella missione, nella pastorale, nel linguaggio. Propone instancabilmente non l’omologazione, ma la creatività; invoca non l’obbedienza ma l’originalità dei cristiani. Fino a suggerire di non temere eventuali conflitti che ne possono seguire (Eg 226), perché senza conflitto non c’è passione. Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto? Un invito pieno di energia, rivolto alla folla cioè a tutti: non seguite il pensiero dominante, non accodatevi alla maggioranza o ai sondaggi d’opinione. Giudicate da voi stessi, intelligenti e liberi, svegli e sognatori, andando oltre la buccia delle cose: «La differenza decisiva non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi pensa e chi non pensa» (C.M. Martini). Tra chi si domanda che cosa c’è di buono o di sbagliato in ciò che accade, e chi non si domanda più niente. Giudicate da voi… Siate profeti – invito forte e quante volte disatteso! – siate profeti anche scomodi, dice il Signore Gesù, facendo divampare quella goccia di fuoco che lo Spirito ha seminato in ogni vivente.


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Parrocchia Cattolica Italiana Virtuale Iasi

SALUTO +Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. T. Amen. C. Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi. T. E con il tuo spirito. INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE

ATTO PENITENZIALE

C. Accogliamo con docilità la Parola del Signore che oggi ci chiama ad esaminare con maggior responsabilità la nostra coscienza, per scoprire le tante infedeltà che abitano la nostra vita, e chiederne perdono. E con il suo perdono, chiediamo anche a Dio di aiutarci ad essere sempre suoi fedeli testimoni. Breve pausa di riflessione personale Signore Gesù, che sei venuto a portare il fuoco sulla terra, perdona la nostra tiepidezza e abbi pietà di noi. Signore, pietà. Cristo Gesù, che ci inviti a vivere alla luce della tua Parola, perdona quando fuggiamo la verità e abbi pietà di noi. Cristo, pietà. Signore Gesù, che hai sopportato per noi l’umiliazione della croce, perdona le nostre mancanze di fede e abbi pietà di noi. Signore, pietà. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. T. Amen.

GLORIA

Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre.

Amen.

me ha cura il Signore. Tu sei mio aiuto e mio liberatore: mio Dio, non tardare. R/. Seconda Lettura Dalla lettera agli Ebrei Fratelli, anche noi, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose LITURGIA DELLA PAROLA alla croce, disprezzando il disonoPrima Lettura re, e siede alla destra del trono di Dal libro del profeta Geremìa In quei giorni, i capi dissero al re: Dio. Pensate attentamente a colui «Si metta a morte Geremìa, appun- che ha sopportato contro di sé una to perché egli scoraggia i guerrieri così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdenche sono rimasti in questa città e dovi d’animo. Non avete ancora scoraggia tutto il popolo dicendo loro simili parole, poiché quest’uo- resistito fino al sangue nella lotta mo non cerca il benessere del po- contro il peccato. Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio. polo, ma il male». Il re Sedecìa ri- T. (in piedi) spose: «Ecco, egli è nelle vostre Canto al Vangelo mani; il re infatti non ha poteri contro di voi». Essi allora presero Ge- ALLELUIA! Le mie pecore ascoltaremìa e lo gettarono nella cisterna no la mia voce, dice il Signore, e io di Malchìa, un figlio del re, la quale le conosco ed esse mi seguono. si trovava nell’atrio della prigione. ALLELUIA Calarono Geremìa con corde. NelVANGELO la cisterna non c’era acqua ma fan- C. Il Signore sia con voi go, e così Geremìa affondò nel fan- T. E con il tuo spirito. go. Ebed-Mèlec uscì dalla reggia e C. Dal Vangelo secondo LUCA disse al re: «O re, mio signore, T. Gloria a te o Signore quegli uomini hanno agito male In quel tempo, Gesù disse ai suoi facendo quanto hanno fatto al pro- discepoli: «Sono venuto a gettare feta Geremìa, gettandolo nella ci- fuoco sulla terra, e quanto vorrei sterna. Egli morirà di fame là den- che fosse già acceso! Ho un battetro, perché non c’è più pane nella simo nel quale sarò battezzato, e città». Allora il re diede quest’ordi- come sono angosciane a Ebed-Mèlec, l’Etiope: «Prendi to finché non sia con te tre uomini di qui e tira su il compiuto! profeta Geremìa dalla cisterna pri- Pensate che io sia ma che muoia». Parola di Dio. venuto a portare paT. Rendiamo grazie a Dio. ce sulla terra? No, io SALMO RESPONSORIALE vi dico, ma divisioR. Signore, vieni presto in mio ne. D’ora innanzi, se aiuto. in una famiglia vi sono cinque perHo sperato, ho sperato nel Signore, sone, saranno divisi tre contro due ed egli su di me si è chinato, ha e due contro tre; si divideranno dato ascolto al mio grido. R/. padre contro figlio e figlio contro Mi ha tratto da un pozzo di acque padre, madre contro figlia e figlia tumultuose, dal fango della palude; contro madre, suocera contro nuoha stabilito i miei piedi sulla rocra e nuora contro suocera». cia, ha reso sicuri i miei passi. R/. Parola del Signore. Mi ha messo sulla bocca un canto T. Lode a te o Cristo nuovo, una lode al nostro Dio. MolOMELIA ( Seduti) ti vedranno e avranno timore e CREDO in un solo Dio, Padre onconfideranno nel Signore. R/. nipotente, creatore del cielo e Ma io sono povero e bisognoso: di della terra, di tutte le cose visibiCOLLETTA C.Preghiamo O Dio, che nella croce del tuo Figlio, segno di contraddizione, riveli i segreti dei cuori, fa’ che l’umanità non ripeta il tragico rifiuto della verità e della grazia, ma sappia discernere i segni dei tempi per essere salva nel tuo nome. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. T. Amen (seduti)


li e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C Gesù ci ha avvertiti sul pericolo che corriamo di non comprenderlo, e di dividerci fra noi. Nella Preghiera dei fedeli chiediamo al Padre che ci renda capaci di accogliere con gioia il suo Figlio Gesù, e di condividere tutti insieme la sua forte amicizia. Preghiamo insieme e diciamo: Fa' di noi, o Padre, veri discepoli del Cristo. 1. Preghiamo per la santa Chiesa di Dio, nata dal fuoco che Gesù ci ha portato nella Pentecoste. Suo compito è di annunciare il Vangelo a tutti, anche tra le incomprensioni e contraddizioni della storia. Perché animata dallo Spirito Santo, la Chiesa sappia testimoniare agli uomini l'amore indefettibile del Padre per tutte le sue creature, preghiamo. 2. Per i cristiani, chiamati a scegliere per la loro esistenza quel modello, a volte scomodo, quale appunto si presenta a noi Gesù. Perché con la fedeltà al Vangelo portino chi è accanto a loro a scoprire la fede in Cristo, e a crescere nella solidarietà e nell'amore, preghiamo. 3. Per tutte le famiglie, che nel difficile contesto sociale di oggi rischiano di vivere divise - come diceva Gesù - «tre contro due e due

contro tre». Perché trovino nel nostro Salvatore non motivi di contrapposizione, ma lo stimolo a diventare più unite, nella concordia e nella pace, preghiamo. 4. Per la nostra comunità (parrocchiale). Se vogliamo uscire dal «tirar a campare» di tutti i giorni, dobbiamo anche noi imparare a leggere i segni dei tempi. Perché come ci chiede Gesù - diventiamo capaci di comprendere le situazioni e i problemi di chi ci vive accanto, e operiamo con efficacia evangelica in mezzo a loro, preghiamo. C. O Dio nostro Padre, concedi a noi tuoi figli - che abbiamo conosciuto in Gesù il modello difficile della coerenza - la grazia della perseveranza cristiana nel compiere il bene. Per Cristo nostro Signore T. Amen LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. T. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Accogli i nostri doni, Signore, in questo misterioso incontro tra la nostra povertà e la tua grandezza; noi ti offriamo le cose che ci hai dato, e tu donaci in cambio te stesso. Per Cristo nostro Signore. T. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. T. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. T. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio T. E’ cosa buona e giusta C. È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Con il sangue del tuo Figlio e la potenza dello Spirito tu hai ricostituito l'unità della famiglia umana disgregata dal peccato perché il tuo popolo, radunato nel vincolo di amore della Trinità a lode e gloria della tua multiforme sapienza, formi la Chiesa, corpo del Cristo e tempio vivo dello Spirito. Per questo mistero di salvezza, uniti ai cori degli angeli, proclamiamo esultanti la tua lode:...Santo, …………... (In ginocchio) CONSACRAZIONE

C. Mistero della fede T. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. T. Amen C. Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire:

PADRE NOSTRO

C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. T. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli RITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. T. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. T. E con il tuo spirito. C. Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. T. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. T. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C. Preghiamo O Dio, che in questo sacramento ci hai fatti partecipi della vita del Cristo, trasformaci a immagine del tuo Figlio, perché diventiamo coeredi della sua gloria nel cielo. Per Cristo nostro Signore.T. Amen C. Il Signore sia con voi. T. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo T. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. T. Rendiamo grazie a Dio


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