autunno è la stagione che ci accompagna lentamente verso l’inverno e per molti è sinonimo di malinconia perché segna il ritorno delle piogge, le temperature inesorabilmente iniziano ad abbassarsi e le giornate si accorciano. Dopo l'equinozio d'autunno, infatti, le ore di luce nell'arco della giornata diventano inferiori alle ore di buio. Ma l’autunno non è solo un periodo di passaggio tra le calde giornate estive e i primi geli invernali, sa anche regalare paesaggi mozzafiato. La natura diventa variopinta e si tinge di giallo, arancione, rosso o marrone. Ma perché con l’arrivo dell’autunno il verde delle foglie degli alberi si trasforma e lascia il posto ad una esplosione di colori? Il colore verde delle piante è dato dalla clorofilla, una sostanza presente in grande quantità nelle foglie nel periodo primaverile ed estivo. La clorofilla è il pigmento più importante per la produzione degli zuccheri (glucosio) che alimentano e fanno crescere la pianta. La clorofilla ha infatti la capacità di assorbire la luce solare e di utilizzarla come energia per trasformare l’acqua della linfa e il carbonio che compone il biossido di carbonio (comunemente chiamato anidride carbonica) presente nell’atmosfera in glucosio e ossigeno. Non a caso questo importantissimo processo prende il nome di fotosintesi clorofilliana, una reazione chimica che tutti noi abbiamo studiato da piccoli a scuola perché ritenuta alla base non solo della vita vegetale ma anche, grazie all’ossigeno prodotto, della vita dell’uomo sulla Terra. Con l’arrivo dell’autunno le giornate si accorciano, il sole si abbassa sempre più nel cielo e così la temperatura e la radiazione solare diminuiscono gradualmente: la fotosintesi clorofilliana rallenta e le piante si adeguano producendo sempre meno clorofilla mentre quella già presente tende a decomporsi. La sua minore concentrazione permette agli altri pigmenti presenti nella foglia, ma fino ad allora mascherati dall’abbondanza della clorofilla, di finalmente manifestarsi. Ecco che le foglie iniziano a mostrare vivaci colorazioni gialle, arancioni, rosse o marroni. Ogni tipo di albero assumerà una colorazione propria in funzione dei pigmenti che contiene e in base al grado di diminuzione della clorofilla. Il colore arancione è dovuto al carotene (di cui le carote sono ricchissime), il giallo al pigmento xantofilla (tipico delle banane o del mais), il rosso scuro e il porpora all’antociano (presente nelle ciliegie, nell’uva matura e nelle prugne scure). E le piante sempreverdi? Pini e abeti ma anche molti arbusti hanno foglie rivestite da uno strato di cera e contenenti oli in grado di resistere al gelo e di proteggere la clorofilla.
L'equinozio d'autunno segna ufficialmente la fine dell'estate: ecco i dettagli sul fenomeno astronomico, sui suoi significati e le date 2019. ettembre segna ufficialmente il passaggio di testimone tra la più calda estate e il più mite autunno. Poco dopo la metà del mese, infatti, la bella stagione saluta definitivamente l’emisfero boreale del Pianeta e, accompagnato da giornate più corte e temperature più basse, inizia quel periodo di transizione che porterà pian piano verso l’inverno. Un’inevitabile rito di stagione che viene definito da un preciso fenomeno astronomico, quello dell’equinozio d’autunno: un momento da sempre vissuto con grande fascino dall’uomo, sin dagli albori delle civiltà. Ma in quale giorno cade l’equinozio d’autunno nell’emisfero settentrionale della Terra e, soprattutto, quali sono i significati che da sempre l’uomo associa a questo importante evento?
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Equinozio d’autunno: definizione e date 2019 on il termine equinozio si descrive un preciso fenomeno astronomico, dovuto al moto di rivoluzione della Terra, che porta il Sole ad apparire al suo zenit rispetto all’Equatore. Data la posizione assunta dall’astro in relazione al Pianeta, si viene a determinare una condizione davvero singolare: quella di un giorno e di una notte perfettamente identici nella loro durata. Non a caso, la parola equinozio deriva dal latino “aequa nox”, ovvero “notte uguale a”. Il fenomeno si verifica due volte l’anno: nel mese di marzo e a settembre, quindi in concomitanza all’arrivo della primavera e all’inizio dell’autunno. Poiché l’andamento delle stagioni è alternato a seconda si viva nell’emisfero boreale oppure in quello australe del globo – quando inizia l’autunno al di sopra della linea dell’Equatore, viene inaugurata la primavera nei continenti a Sud di quest’ultima – anche gli equinozi sono ugualmente alternati. Riferendosi unicamente all’emisfero boreale, nel 2019 l’equinozio d’autunno avverrà il 23 settembre alle 7.50 del fuso UTC, ovvero le 8.50 in Italia. È utile sottolineare come la data di questo fenomeno astronomico non sia ogni anno la stessa, ma può avvenire tra il 22 e il 23 di settembre. Questo perché l’anno solare è di qualche ora più lungo rispetto ai canonici
365 giorni e, per tale ragione, ogni quattro anni si adotta un calendario bisestile per compensare il divario accumulato.
Equinozio d’autunno: significati e tradizioni ome accennato in apertura, l’equinozio d’autunno ha sempre rappresentato un momento di passaggio di grande fascino per l’uomo. Dal punto di vista simbolico, infatti, per tutte le civiltà questo fenomeno astronomico indicava l’avvio di un periodo di eccezionale ricchezza, dove risultava possibile godere dei frutti del duro lavoro estivo nei campi. Le scorte ormai abbondanti, e gli alberi da frutto giunti a maturazione, permettevano di approfittare di un momento di calma e preparazione per il successivo inverno. Non a caso quasi tutti i popoli associano all’evento grandi celebrazioni e festeggiamenti, dove i temi della ricchezza, dell’abbondanza, della gioia e della gratitudine appaiono predominanti. Dal punto di vista storico, le più vive testimonianze dell’importanza dell’equinozio d’autunno giungono dai Paesi del Nord Europa, dove la tradizione è tutt’oggi fortemente radicata. Nelle cultura druidica, infatti, si era soliti ringraziare le divinità proprio nel mese di settembre, esprimendo riconoscenza per la bontà della mietitura e dei raccolti. È però la tradizione celtica a essere entrata maggiormente nell’immaginario comunque come la più efficace nel descrivere l’equinozio autunnale. Questi popoli erano soliti festeggiare l’arrivo di Mabon, il dio dei raccolti, pronto a sfoggiare una cornucopia senza fondo: da quest’ultima sgorgavano cibi di ogni varietà, per un ricchezza senza fine.
Equinozio d'autunno: nella tradizione antica inizio dell’autunno veniva festeggiato anche all’interno delle culture romane e greche, con numerose celebrazioni a tema. I romani, ad esempio, ricordavano la nascita dell’Imperatore Augusto, omaggiata dalla meridiana di Campo Marzio. Più agrodolce risultava invece la tradizione greca, dove all’abbondanza garantita dalla protettrice dei campi Demetra, si celebrava la discesa agli inferi di Persefone. Questo perché l’autunno, nonostante la sua ricchezza alimentare, sottolineava il sempre più vicino approdo della stagione invernale. L’eterna contrapposizione tra luce e tenebre, quindi, tanto da convincere l’antica Grecia a sospendere tutte le guerre in concomitanza con l’evento astronomico: a tutti dovevano infatti essere in grado di approfittare di una simile abbondanza. Alcun di queste tradizioni sono giunte sino ai giorni nostri, anche se l’evento non è più così sentito nell’immaginario comune. Nel Regno Unito, ad esempio, si organizzano delle giornate di piacevole convivio, nella successiva domenica di Luna Piena rispetto al fenomeno astronomico. I combattenti della Rivoluzione Francese, non ultimo, scelsero proprio l’equinozio come primo giorno dell’anno per il rinnovato calendario.
Come una piccola festa del santo patrono di Napoli è diventata il più grande festival della Grande Mela
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hiunque viva nella zona orientale degli Stati Uniti conosce la festa di San Gennaro a Little Italy, New York. La maggior parte di coloro che amano la Grande Mela sa infatti che questa occasione è diventata parte integrante della città quanto Times Square o l’Empire State Building. Ogni anno, più di un milione di persone affollano Mulberry Street per unirsi alla celebrazione e condividendo le tonnellate (in senso letterale!) di salsicce e peperoni, cannoli e zeppole mentre camminano pigramente lungo gli isolati di Little Italy al suono delle canzoni italiane e delle risate dei bambini. Se c’è una caratteristica di questa festa è la pura gioia. Tutto è iniziato qualche anno prima della Grande Depressione del 1926, quando un gruppetto di immigrati napoletani eresse un piccolo santuario su Mulberry Street per commemorare la festa dle santo, il 19 settembre. I commercianti locali portavano del cibo da condividere con i vicini, e ben presto la tradizione si è insediata. Da un incontro intorno un piccolo santuario a qualcosa che sembra una festa di quartiere, per arrivare poi a un evento che ora coinvolge quasi tutta Mulberry Street e dozzine di isolati circostanti! Il santo che dobbiamo ringraziare per questa celebrazione di massa è San Gennaro, vescovo di Napoli nel III secolo. Secondo la tradizione fu un grande difensore del suo popolo, e durante le brutali persecuzioni perpetrate dai Romani sotto Diocleziano fece di tutto per nasconderli e proteggerli, venendo per questo arrestato e decapitato. Al momento del suo martirio, una donna devota di nome Eusebia raccolse il suo sangue, che ancora oggi ha la capacità di liquefarsi il giorno della sua festa e in altre occasioni. L’atto eroico di San Gennaro di proteggere il gregge che gli era stato affidato al punto da dare la vita per lui lo ha fatto diventare il santo più amato di Napoli, com’è ampiamente dimostrato dalle commemorazioni che si svolgono in suo onore in tutto il mondo. La festa va dal 12 al 22 settembre, raggiungendo l’apice con la Messa solenne nel Santuario del Preziosissimo Sangue la sera del 19 settembre, seguita da una processione con le candele nel quartiere. Se non avete mai partecipato a questa celebrazione a Little Italy dovete sperimentare l’incredibile ricchezza culturale e le infinite delizie gastronomiche di questa festa. San Gennaro è il patrono di Napoli ma si è guadagnato un posto tra i santi onorari di New York, e come loro ha contribuito alla formazione dell’identità della città. San Gennaro, servo coraggioso di Cristo, prega per noi!
e una grinta da fare invidia agli atleti più giovani. È il caso di Giuseppe Ottaviani, che sabato 14 settembre ha preso parte ai Campionati Europei Master di Atletica a Jesolo (Venezia), vincendo la medaglia d’oro nella gara di salto in lungo, la sua specialità. «Peppe», come lo chiamano gli amici in paese, a Sant'Ippolito, nelle Marche, ha fatto un balzo di 66 centimetri. E ha vinto, dato che nella sua categoria — over 100 — non c'erano altri concorrenti. Medaglia d'oro nel salto in lungo, la sua specialità, dove è «rientrato» nelle gare dopo un infortunio. Al termine c'è stata l'ovazione del pubblico, che poi l'ha travolto con le richieste di selfie. Ottaviani ha inanellato dapprima tre nulli, poi il quarto salto è stato quello buono, 0.64 centimetri, corretto con un centimetro in più, 0.65, nel sesto e ultimo tentativo: «Sono contento per essere ancora qui - ha commentato Ottaviani - in mezzo agli amici. Lo sport è vita, fa bene alla salute e si può praticare a tutte le età». In gioventù non era uno sportivo. Ha cominciato con l'agonismo dopo i 70 anni, per sfuggire alla noia della pensione
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Fare una sensazionale scoperta in campo scientifico è sempre il risultato di un lungo e meticoloso lavoro di ricerca in laboratorio e di osservazione della natura. In molti casi, tuttavia, la fortuna, o il caso che dir si voglia, gioca un ruolo decisivo nel vedersi riconosciuta la paternità di un'intuizione prima di altri. Con la penicillina è andata così. Ufficialmente la scoperta viene attribuita al biologo scozzese Alexander Fleming, che la mattina del 28 settembre del 1928 (data da lui riportata in uno scritto), di ritorno dalle vacanze, si accorse che in una zona della capsula i batteri non erano proliferati per via della presenza di una muffa. Il caso aveva voluto che le sue colture di batteri venissero contaminate da un fungo, probabilmente propagatosi da un vicino laboratorio, ribattezzato Penicillium notatum e da cui riuscì a isolare la preziosa sostanza antibiotica, destinata a salvare milioni di vite. La scelta di darsi alla vita da marinaio, per dimenticare un amore contrastato, e il disinteresse della medicina ufficiale impedirono al ricercatore molisano Vincenzo Tiberio (originario di Sepino) di vedersi riconosciuto il primato della scoperta dell'antibiotico, osservato nelle muffe di un pozzo d'acqua nella sua dimora napoletana. Le conclusioni "Sugli estratti di alcune muffe" che ne ricavò, pubblicate negli Annali di Igiene Sperimentale, finirono nelle mani di altri studiosi, tra cui lo stesso Fleming. Quest'ultimo, insieme ai patologi Florey e Chain (i primi a testare positivamente l'antibiotico), ottenne nel 1945 il Nobel per la Medicina, «per la scoperta della penicillina e dei suoi effetti curativi in molte malattie infettive».
è una serie di diari pubblicati dal 1949 al 1980 dalla casa editrice cattolica AVE] e realizzati, fatto salve due edizioni, con illustrazioni, vignette e storie a fumetti di Jacovitti.
Origine e contenuti Il nome deriva dal titolo di un'altra pubblicazione della stessa casa editrice, Il Vittorioso (che dal 1967 cambierà anch'essa nome nel più sintetico "Vitt"), una rivista di fumetti per ragazzi che aveva in Jacovitti uno dei suoi principali autori. La pubblicazione del diario nasceva con l'intento della casa editrice (nata nel 1935 da una branca dell'Azione Cattolica) di fornire un compendio di testi e consigli finalizzati a educare gli studenti ai quali il diario era indirizzato. Inizialmente le illustrazioni sono a corredo dei testi ma con gli anni, nelle varie edizioni che si susseguono, diventano indipendenti da queste fino a occupare intere pagine, anche a colori, del diario[2] e la creatività di Jacovitti occupa uno spazio sempre maggiore, fino a diventarne unica protagonista. Nell'edizione del 1971-72, vi compare il primo fumetto con protagonisti Pippo, Pertica e Palla. Nel decennio fino al 1980, Jacovitti sarà protagonista assoluto di tutte le edizioni del diario il cui successo spingerà altri editori a dare alle stampe pubblicazioni analoghe basate su personaggi dei fumetti quali a esempio quelli della Disney, o dei fumetti pubblicati in Italia sulla rivista Linus, quali B.C. o Linus stesso e fino alle più recenti agende quali smemoranda e simili, Ne esisteva in commercio una versione economica chiamata Diario minor. Nei decenni degli anni Sessanta e Settanta, Jacovitti, nelle illustrazioni dei diari, fornisce un'istantanea del costume e della cultura italiani. Non si conoscono le motivazioni della sospensione della pubblicazione a partire dal 1980, tuttavia Goffredo Fofi, nel suo libro Gli anni d'oro del Diario Vitt, sostiene che la scelta di chiudere fu conseguente alla pubblicazione da parte di Jacovitti del suo Kamasultra, di tre anni prima. L'imbarazzo per la vicenda spinse la casa editrice dell'Azione cattolica a chiudere la collaborazione col disegnatore
Personaggi Sul diario hanno trovato spazio nel corso degli anni vignette e illustrazioni ma anche veri e propri fumetti con protagonisti personaggi creati da Jacovitti come Cocco Bill, Pippo, Pertica e Palla, Jak Mandolino e Cip l'arcipoliziotto. Pippo, Pertica e Palla, nel 1971 Jak Mandolino (e del suo maldestro consigliere, il malvagio Pop Corn), nel 1977 Cocco Bill (con un’avventura ambientata nel Far West intorno al milleottocentosessantaquindici), nel 1978
ruolo particolare hanno avuto i pittori italiani che si erano stabiliti nella capitale della Moldavia. Giovanni Schiavoni, nato a Trieste in una famiglia di pittori. Suo padre Natale ed il fratello Felice si erano affermati nella pittura del loro tempo. Giovanni aveva studiato a Vienna, a Milano e presso la famosa Accademia di Belle Arti di Venezia, dove era uno tra i migliori studenti ed aveva conseguito il primo premio per il disegno86. Nel 1834 viaggiava in Ungheria e Russia, arrivando sino ad Odessa. A Iasi arrivava nel 1837 e gli venivano affi dati i corsi della classe di pittura, creata presso l’Accademia Mihaileana.. Nel 1840 sposava la figlia di un rilegatore di libri austriaco di Iasi e partiva per Odessa, dimettendosi da docente. Tornò a Iasi e alla sua cattedra nel 1841, dove sarebbe rimasto sino al 1843. Ritornò a Venezia dove morì nel 1848, dopo aver contratto un raffredore durante le lotte rivoluzionarie. Nella capitale della Moldavia si è fatto notare come ritrattista e su commissione del metropolita Veniamin Costachi ha dipinto alcune icone per la Chiesa Metropolitana. A Iasi si ricorda anche Niccolò Livaditti, pittore. A Iasi il Teatro italiano ha riscosso un grande successo. Le compagnie teatrali italiane si fermavano nella capitale della Moldavia nel loro viaggio verso Odessa o Costantinopoli. Nel 1844 era attesa con impazienza l’Opera italiana di Odessa, diretta da Marini. La compagnia ha tenuto dieci spettacoli, tutti accolti con entusiasmo dal pubblico di Iasi. Erano tradotte in romeno le opere di Metastasio e di Vittorio Alfieri e, nel 1833, presso il teatro francese di Iasi i giovani italiani mettevano in scena spettacoli nella lingua di Dante. C’è stata anche un’iniziativa nel 1837 per organizzare una compagnia lirica italiana. Lo stesso anno veniva stipulato tra il governo della Moldavia e Domenico Castiglia un contratto che prevedeva: portare una compagnia di artisti drammatici italiani „in grado di rappresentare le opere più ricercate e più famose nei teatri dell’Europa”, la compagnia doveva essere assunta per tre anni, sei mesi all’anno, il governo si impegnava a concedere gratuitamente il locale del teatro ed una sovvenzione annua di 800 monete d’oro.
26 Settembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale degli amanti dei cani, un evento speciale dedicato a tutti coloro che amano i propri amici pelosi a quattro zampe ritenendoli parte integrante della propria famiglia. Ecco come è nata e come si svolge ! La Giornata mondiale degli amanti dei cani è un evento che ricorre il 26 settembre e come ogni anno, risulta particolarmente sentito in molte città del mondo: si tratta di un giorno di festa dedicato al “migliore amico dell’uomo” e a tutti coloro che considerano il proprio cane, parte integrante della famiglia. Da qualche anno anche la Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente e la World Dog Alliance propongono anche in Italia il Dog Lovers’ Day, esattamente come avviene a San Francisco, Washington, Londra e Hong Kong: ogni anno quindi, il 26 settembre è dedicato all’amicizia tra uomo e cane che va avanti da ormai 16 mila anni. E se è vero che un amico a quattro zampe può arricchire in maniera incommensurabile la nostra vita, riempiendola di amore e di fedeltà assoluta, è altrettanto vero che anche noi possiamo contribuire a rendere più bella la vita dei piccoli pelosi di casa, donando loro tutto il nostro amore, coccole a profusione, una ciotola piena di cibo e la certezza di vivere in una famiglia amorevole. In occasione della Giornata Mondiale degli amanti dei cani, non possiamo fare a meno di rivolgere un pensiero anche a tutti quei cani che purtroppo non hanno ancora una famiglia e che sperano sempre di poter trovare una persona abbia voglia di amarli donandogli la possibilità di una vita migliore all’insegna della serenità. Per questo motivo sarebbe importante dedicare un piccolo gesto anche a tutti i cani che sono meno fortunati, che spesso maltrattati vengono accolti nei rifugi in attesa di trovare un padrone amorevole e sensibile che possa accoglierlo in famiglia. Quale occasione migliore della Giornata Mondiale degli amanti dei cani per donare una carezza o un pasto ai pelosi meno fortunati del nostro?
COME FESTEGGIARE LA GIORNATA MONDIALE DEGLI AMANTI DEI CANI La Giornata Mondiale degli amanti dei cani prevede festeggiamenti in tutte le regioni d’Italia. Mostre, esposizioni canine amatoriali o semplicemente raduni nei parchi per trascorrere una giornata in compagnia del nostro amico a quattro zampe. E se ancora non avete un cane? Vi suggeriamo di visitare canili e rifugi e adottare un amico fedele in grado di cambiare la vostra vita in meglio. Sono tantissimi i cani che ogni anno sono vittime di maltrattamenti ed abbandoni, successivamente costretti a vivere spesso in spazi ristretti e per nulla confortevoli. Ecco perché è importante rivolgere un pensiero anche a loro, concretizzandolo in un’adozione. Un cane riempie la vita, rappresenta un impegno e una responsabilità ma in cambio sa donare amore incondizionato. Dona tantissimo e in cambio richiede solo amore, coccole e rispetto. Perché privarsene? Tuttavia è importante la consapevolezza che stiamo accogliendo in famiglia una creatura con una serie di necessità da assolvere quindi facciamolo si, ma solo se real-
ace e Speranza a voi tutte autorità, eletti e responsabili di questo Parlamento Europeo chiamati a svolgere un prezioso operato per il benessere della società e per i tanti bisogni dei cittadini. Portate avanti questo impegno con coerenza nella pace, nella verità e nella giustizia, siete chiamati a costruire un mondo migliore per il benessere di tutta l'umanità. Carissime autorità e noi tutti insieme dobbiamo impegnarci per contribuire e rafforzare sempre più l'Unione Europea soprattutto nella solidarietà, nell'ospitalità e nell'accoglienza. Una giusta e stabile società non può lasciare indietro i più deboli; è nostro dovere soccorrere chi si trova in difficoltà, attenzione! ogni autorità e ogni cittadino ha il dovere di soccorrere e di aiutare il suo simile "prossimo". Ogni uomo e donna è da rispettare, ha diritto di mangiare, di una casa, di un lavoro, vale per ogni emarginato, emigrante, immigrato, profugo. Dobbiamo comprendere che tutti loro sono frutto e parte di questa società, per questo è nostro dovere soccorrerli, aiutarli e rialzarli dalle loro sofferenze. Stiamo molto attenti perché una società che lascia indietro i più deboli non può essere una giusta e corretta società, prima o poi rischia la destabilizzazione, la crisi, il crollo. Ecco il motivo perché il mondo è fortemente in crisi ed è ad un bivio, per questo deve essere urgente il nostro impegno, operato aprendo il nostro cuore, porgendogli così la mano e aiutarlo. Ogni essere umano è nostro dovere aiutarlo senza fare distinzioni di colore, di nazione, di religione, di chi crede e di chi non crede, Attenzione che l'indifferenza emargina, uccide chiudere la porta produce maggiore povertà, disagio, violenza, destabilizzazione, ingiustizie e guerre. Invece L'accoglienza è integrazione, senza accoglienza non può esserci integrazione. La vera integrazione inizia dal sentirsi accolto ed amato poi, viene la formazione orale e la pratica. Ecco che dobbiamo dare loro la lenza per pescare, lo strumento per lavorare, solo così si potrà donare l'aiuto e la vera dignità alla persona umana. Si scopre che le varie cause e problematiche sociali di oggi hanno tutte un unico bisogno: ridare dignità e speranza ad ogni persona umana. Attenzione se non doniamo dignità e speranza non potrà mai esserci una giusta e corretta società. Ecco che abbiamo tutti il dovere di non alzare barriere, ancor peggio muri, noi non siamo fatti per dividere, separare le nazioni ma per unire. Apriamo al più presto il nostro cuore ad ogni persona umana, è tempo di ricostruire e di non calpestare più la verità, la vita, l'ambiente, i veri diritti umani, i veri valori, la vera pace e la vera speranza. Carissima e amata Unione Europea ricordiamoci che la storia ci insegna che siamo frutto di tanti popoli'; non possiamo permettere che vinca il male, l'ingiustizia ma rispondiamo al male con il bene, la giustizia mettendo in pratica al più presto la solidarietà nell'ospitalità. Grazie per avermi dato la possibilità di essere voce di chi non ha più speranza. Il Buon Dio benedica il vostro operato. Buona missione perché tutti abbiamo una missione da compiere per il bene di tutta l'umanità. Siete stati eletti, chiamati a governare questa sofferta Unione Europea Coraggio ce la faremo. Grazie e buon lavoro e buona Missione. Ogni uomo e ogni donna è nostro fratello e nostra sorella Fratel Biagio, piccolo servo inutile
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sorpresa: il padrone loda chi l’ha derubato. Il resto è storia di tutti i giorni e di tutti i luoghi, di furbi disonesti è pieno il mondo. Quanto devi al mio padrone? Cento? Prendi la ricevuta e scrivi cinquanta. La truffa continua, eppure sta accadendo qualcosa che cambia il colore del denaro, ne rovescia il significato: l’amministratore trasforma i beni materiali in strumento di amicizia, regala pane, olio – vita – ai debitori. Il benessere di solito chiude le case, tira su muri, inserisce allarmi, sbarra porte; ora invece il dono le apre: mi accoglieranno in casa loro. E il padrone lo loda. Non per la disonestà, ma per il capovolgimento: il denaro messo a servizio dell’amicizia. Ci sono famiglie che riceveranno cinquanta inattesi barili d’olio, venti insperate misure di farina… e il padrone vede la loro gioia, vede porte che si spalancano, e ne è contento. È bello questo padrone, non un ricco ma un signore, per il quale le persone contano più dell’olio e del grano. Gesù condensa la parabola in un detto finale: «Fatevi degli amici con la ricchezza», la più umana delle soluzioni, la più consolante. Fatevi degli amici donando ciò che potete e più di ciò che potete, ciò che è giusto e perfino ciò che non lo è! Non c’è comandamento più umano. Affinché questi amici vi accolgano nella casa del cielo. Essi apriranno le braccia, non Dio. Come se il cielo fosse casa loro, come se fossero loro a detenere le chiavi del paradiso. Come se ogni cosa fatta sulla terra degli uomini avesse la sua prosecuzione nel cielo di Dio. Perché io, amministratore poco onesto, che ho sprecato così tanti doni di Dio, dovrei essere accolto nella casa del cielo? Perché lo sguardo di Dio cerca in me non la zizzania ma la spiga di buon grano. Perché non guarderà a me, ma attorno a me: ai poveri aiutati, ai debitori perdonati, agli amici custoditi. Perché la domanda decisiva dell’ultimo giorno non sarà: vediamo quanto pulite sono le tue mani, o se la tua vita è stata senza macchie; ma sarà dettata da un altro cuore: hai lasciato dietro di te più vita di prima? Mi piace tanto questo Signore al quale la felicità dei figli importa più della loro fedeltà; che accoglierà me, fedele solo nel poco e solo di tanto in tanto, proprio con le braccia degli amici, di coloro cui avrò dato un po’ di pane, un sorriso, una rosa. Siate fedeli nel poco. Questa fedeltà nelle piccole cose è possibile a tutti, è l’insurrezione degli onesti, a partire da se stessi, dal mio lavoro, dai miei acquisti… Chi vince davvero, qui nel gioco della vita e poi nel gioco dell’eternità? Chi ha creato relazioni buone e non ricchezze, chi ha fatto di tutto ciò che possedeva un sacramento di comunione. Padre Ermes Ronchi
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Parrocchia Cattolica Italiana Virtuale Iasi
C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. T. E con il tuo spirito.
stra condizione umana; salvaci dalla cupidigia delle ricchezze, e fa' che alzando al cielo mani libere e pure, ti rendiamo gloria con tutta la nostra vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Dal libro del profeta Amos Il Signore mi disse: «Ascoltate questo, voi che calpestate il povero e sterminate gli umili del paese, voi ATTO PENITENZIALE che dite: “Quando sarà passato il C. Vogliamo rivedere davanti al novilunio e si potrà vendere il graSignore come amministriamo la no? E il sabato, perché si possa nostra vita, quali sono i conti che smerciare il frumento, diminuendo alla fine dei giorni o della settima- l’efa e aumentando il siclo e usanna ci troviamo tra le mani. Certado bilance false, per comprare con mente saremo in debito con lui, al denaro gli indigenti e il povero per di là dell’entità del debito di ciaun paio di sandali? Venderemo anscuno. Chiediamo perdono dei no- che lo scarto del grano”». Il Signostri peccati e imploriamo la conre lo giura per il vanto di Giacobversione del cuore. be: «Certo, non dimenticherò mai tutte le loro opere». Signore, che ci chiami ad essere amministratori fedeli nel tuo Regno, abbi pietà di noi. R. Benedetto il Signore Signore, pietà. che rialza il povero. Cristo, che ti prendi cura del Lodate, servi del Signore, lodate il povero e dell’indigente, abbi pietà nome del Signore. Sia benedetto il di noi. Cristo, pietà. nome del Signore, da ora e per Signore, che ascolti la nostra sempre. R/. preghiera e ci doni la pace, abbi Su tutte le genti eccelso è il Signopietà di noi. Signore, pietà. re, più alta dei cieli è la sua gloria. Chi è come il Signore, nostro Dio, che siede nell’alto e si china a guardare sui cieli e sulla terra? R/. Solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero, per farlo sedere tra i prìncipi, tra i prìncipi del suo popolo. R/. Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timoteo Figlio mio, raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se O Padre, che ci stesso in riscatto per tutti. Questa chiami ad amarti e servirti come testimonianza egli l’ha data nei unico Signore, abbi pietà della no- tempi stabiliti, e di essa io sono
stato fatto messaggero e apostolo – dico la verità, non mentisco –, maestro dei pagani nella fede e nella verità. Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo mani pure, senza collera e senza contese. Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’am-ministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fe-
dele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
dall’amore per chi è debole e mai dall’invidia per chi è potente. Preghiamo. 4. Perché sappiamo mettere ambizione e scaltrezza al servizio di misericordia e semplicità di cuore. Preghiamo. C. O Padre, ci chiedi di essere fedeli nell’amministrazione del poco per poterci affidare il molto. Aiutaci a gestire bene la nostra libertà. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
Accogli, o Padre, l'offerta del tuo popolo e donaci in questo sacramento di salvezza i beni nei quali crediamo e speriamo con amore di figli. Per Cristo nostro Signore.
Col divieto di idolatrare il denaro, al cristiano non è tolta la possibilità di essere pienamente felice. Dio ci conosce e sa che la nostra gioia non può risiedere nei soli beni materiali. Preghiamo insieme e diciamo: Signore aiutaci a valutare con saggezza. 1. Perché il potere sia sempre concepito come servizio. Preghiamo. 2. Perché di fronte all’affanno di dover accumulare oggetti ci accompagni sempre la consapevolezza che l’essenziale sei tu. Preghiamo. 3. Perché la nostra lotta contro le ingiustizie sia mossa sempre
È veramente cosa buona e giusta renderti grazie e innalzare a te l'inno di benedizione e di lode, Dio onnipotente ed eterno, dal quale tutto l'universo riceve esistenza, energia e vita. Ogni giorno del nostro pellegrinaggio sulla terra é un dono sempre nuovo del tuo amore per noi, e un pegno della vita immortale, poiché possediamo fin da ora le primizie del tuo Spirito, nel quale hai risuscitato Gesù Cristo dai morti e viviamo nell'attesa che si compia la beata speranza nella Pasqua eterna del tuo regno. Per questo mistero di salvezza, insieme agli angeli e ai santi, proclamiamo a una sola voce l'inno della tua gloria: Santo, Santo, Santo ...
Guida e sostieni, Signore, con il tuo continuo aiuto il popolo che hai nutrito con i tuoi sacramenti, perché la redenzione operata da questi misteri trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.