ADESTE NR. 39 Domenica 29 Settembre 2019

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solo di migranti". Dunque, il Santo Padre continua: "L'atteggiamento nei loro confronti rappresenta un campanello di allarme che avvisa del declino morale a cui si va incontro se si continua a concedere terreno alla cultura dello scarto. Infatti, su questa via, ogni soggetto che non rientra nei canoni del benessere fisico, psichico e sociale diventa a rischio di emarginazione e di esclusione". E ancora: "Il mondo odierno è ogni giorno più elitista e crudele con gli esclusi. I Paesi in via di sviluppo continuano ad essere depauperati delle loro migliori risorse naturali e umane a beneficio di pochi mercati privilegiati. Le guerre interessano solo alcune regioni del mondo, ma le armi per farle vengono prodotte e vendute in altre regioni, le quali poi non vogliono farsi carico dei rifugiati prodotti da tali conflitti. Chi ne fa le spese sono sempre i piccoli, i poveri, i più vulnerabili, ai quali si impedisce di sedersi a tavola…". Papa Francesco, dunque, chiosa così: "Non si tratta solo di migranti: si tratta anche delle nostre paure. Le cattiverie e le brutture del nostro tempo accrescono il nostro timore verso gli altri, gli sconosciuti, gli emarginati, i forestieri. E questo si nota particolarmente oggi, di fronte all'arrivo di migranti e rifugiati che bussano alla nostra porta in cerca di protezione, di sicurezza e di un futuro migliore. È vero, il timore è legittimo, anche perché manca la preparazione a questo incontro. Il problema non è il fatto di avere dubbi e timori. Il problema è quando questi condizioscrive il Pontefice nel messaggio in occa- nano il nostro modo di pensare e di agire al sione Giornata Mondiale del Migrante e punto da renderci intolleranti, chiusi, forse del Rifugiato 2019, che si celebrerà il pros- anche - senza accorgersimo 29 settembre, sul tema "Non si tratta cene - razzisti" "Le società economicamente più avanzate sviluppano al proprio interno la tendenza a un accentuato individualismo che, unito alla mentalità utilitaristica e moltiplicato dalla rete mediatica, produce la globalizzazione dell'indifferenza. In questo scenario, i migranti, i rifugiati, gli sfollati e le vittime della tratta sono diventati emblema dell'esclusione perché, oltre ai disagi che la loro condizione di per sé comporta, sono spesso caricati di un giudizio negativo che li considera come causa dei mali sociali",


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valore inestimabile che questa figura così ivertenti, affettuosi, a volte pasticcioni, ma senza di loro amorevole e saggia aveva (ed ha ancora) nella società. non potremmo vivere…i

nonni! Il loro amore ci accompagna fin da

bambini, e ci protegge dalle ramanzine di mamma e papà, oltre che far chiudere un occhio sulle nostre birbonate. I nonni sanno regalarci sorrisi unici, e prepararci leccornie di ogni sorta. Un vecchio detto asserisce che i nipoti sono figli due volte, e a giudicare dall’operato di questi angeli custodi, ha proprio ragione. I nonni sono così importanti che si è voluto celebrare il loro affetto con una ricorrenza ufficiale, la Festa dei non-

ni!

Celebrata in Italia il 2 ottobre, la Festa dei nonni rappresenta un giorno davvero eccezionale. Quale scusa migliore per coccolare di più i nostri amati nonni, e per ricambiare con un bel regalo il loro affetto? Sebbene questa festa sia molto sentita in tutto il mondo, la sua origine è certificata Made in USA. Si, perché nel lontano 1978 l’allora presidente Jimmy Carter, decretò come nuova ricorrenza proprio la Festa dei nonni. La proposta giunse da una calorosa casalinga del Sud, Marian McQuade, all’epoca residente nella Virginia Occidentale. La donna aveva ben quindici figli, ed era lei stessa diventata nonna di quaranta nipoti. Chi meglio della signora McQuade sapeva cosa significasse essere nonna! Promosse l’iniziativa di una giornata nazionale dedicata ai nonni, con l’obiettivo di trasmettere il

Oggi negli Stati Uniti la Festa nazionale dei nonni viene celebrata la prima domenica di settembre, dopo il Labor Day. In Italia, invece, l’idea della Festa dei Nonni fu promulgata da Maria Zanni e Michele Armetta, fieri sostenitori dell’evento. In seguito Arturo Croci, Wim Van Meeuwen e Walter Pironi fondarono il comitato ufficiale della festa dei nonni, nel 1997. C’è persino una legge che istituisce la Festa dei nonni, e si tratta della legge n. 159 del 31 luglio 2005, la quale sancisce l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale. La medesima disposizione prevede anche un premio nazionale per il nonno e la nonna d’Italia, assegnato dal presidente della Repubblica. Non è un caso che sia stato scelto proprio il 2 ottobre, poiché questo è il giorno in cui si celebrano gli angeli custodi nel calendario dei Santi.

Nonno e nonna: dalla loro parte l’amore e…la pedagogia Ci stringono forte, ci riempiono di coccole, e ci amano senza riserve. I nonni meritano davvero una festa tutta per loro, non c’è alcun dubbio. La loro presenza nella nostra vita è fondamentale dal punto di vista emotivo, ma non solo. Attraverso il loro amore e i loro insegnamenti ci rendono persone più complete, perché accrescono il nostro sistema di valori, tramandandolo negli anni. Secondo la pedagogista Alice Moncelli, «tra nonni e nipoti, generalmente, si sviluppa una relazione unica, magica e speciale dove imparare a crescere e a confrontarsi con la vita. Un nonno o una nonna trasmettono non solo un senso di tradizione, ma anche di continuità tra i vecchi insegnamenti ed i nuovi, in una sorta di “patto educativo”. I nonni, inoltre, possono insegnare ad un nipote ad avere più pazienza e a rispettare i tempi di una persona “con una certa età”».


diverse occasioni Papa Francesco ha dedicato alcune delle sue riflessioni sull’importanza dell’Angelo Custode, la cui festa viene celebrata il 2 Ottobre in tutta la Chiesa Cattolica. Abbiamo raccolta 4 di queste riflessioni di Papa Francesco che posso servirci per migliorare il nostro rapporto con il nostro Angelo Custode. 1) L’Angelo Custode non è una dottrina fantasiosa Nel 2014, Papa Francesco, durante la consueta omelia a Santa Marta, ha affermato che l’Angelo Custode non è una dottrina fantasiosa ma un compagno che Dio ci ha posto accanto nel cammino della nostra vita. “Cacciare via il compagno di cammino è pericoloso, perché nessun uomo, nessuna donna può consigliare sé stesso. Io posso consigliare un altro, ma non consigliare me stesso. C’è lo Spirito Santo che mi consiglia, c’è l’angelo che mi consiglia. Per questo, abbiamo bisogno. Questa non è una dottrina sugli angeli un po’ fantasiosa: no, è realtà. Quello che Gesù, che Dio ha detto: ‘Io mando un angelo davanti a te per custodirti, per accompagnarti nel cammino, perché non sbagli’”. 2) Gli Angeli lottano contro il demonio Il 29 settembre del 2014, il Papa, parlando a Radio Vaticana ha detto che Satana ci presenta le cose come se fossero buone, ma la sua vera intenzione è quella di distruggere l’uomo; gli angeli sono quelli che lottano contro il demonio e che, quindi, ci difendono. “Gli angeli ci difendono: difendono l’uomo e difendono l’uomo-Dio, l’uomo superiore, Gesù Cristo, che è la perfezione dell’umanità, il più perfetto». È per questo che «la Chiesa onora gli angeli, perché sono quelli che saranno nella gloria di Dio — sono nella gloria di Dio — perché difendono il grande mistero nascosto di Dio, cioè che il Verbo è venuto in carne».” 3) Per poter ascoltare il nostro Angelo Custode dobbiamo essere docili Il 2 ottobre del 2015 Papa Francesco ha detto nella sua omelia alla Domus Santa Marta che “il cristiano deve essere docile allo Spirito Santo. La docilità allo Spirito Santo incomincia con questa docilità ai consigli di questo compagno di cammino”. Per essere docili, ha consigliato il Santo Padre, bisogna farsi piccoli, come bambini. “Chiediamo oggi al Signore la grazia di questa docilità, di ascoltare la voce di questo compagno, di questo ambasciatore di Dio che è accanto a noi nel nome Suo, che siamo sorretti dal suo aiuto.” 4) Bisogna rispettarlo e ascoltarlo Nella stessa omelia il Pontefice ha affermato che l’Angelo Custode “È sempre con noi!” e che il Signore ci consiglia di avere rispetto della sua presenza, di ascoltare la sua voce perché ci dà dei consigli. Quando sentiamo quell’ispirazione: ‘Ma fa questo… questo è meglio… questo non si deve fare…’. Ascolta! Non ribellarti a lui”. L’Angelo custode ci difende sempre e soprattutto dal male, assicura Francesco. Talvolta, osserva, “pensiamo che noi possiamo nascondere tante cose”, “cose brutte”, che alla fine verranno comunque alla luce. E l’Angelo, dice, è lì “per consigliarci”, per “coprirci”, esattamente come farebbe “un amico”. “Un amico che noi non vediamo, ma che sentiamo”. Un amico che un giorno “sarà con noi in Cielo, nella gioia eterna”


Per mesi il signor Romano Carletti, pensionato di 84 anni, ha accompagnato a scuola un bambino di sei anni suo vicino di casa, non vedente. Andata e ritorno per cinque giorni alla settimana, da Consuma (frazione di Montemignaio, a mille metri tra le province di Arezzo e Firenze) a Pelago, sessanta km tra curve e tornanti. Il bimbo non poteva salire a bordo dello scuolabus senza un accompagnatore. E visto che suo padre, taglialegna macedone, non poteva farlo, impegnato tutto il giorno con il lavoro, e la mamma non ha la patente, il piccolo aveva potuto frequentare le lezioni grazie a Carletti, che si era preso a cuore l’educazione del bimbo. Ora non c’è più bisogno di questo sforzo, perché il bambino ha ottenuto – come giusto – l’accompagnatore, e può viaggiare con i suoi compagni di scuola. Il bel gesto compiuto da Carletti non è passato inosservato. Il 2 ottobre, a Roma, Carletti riceverà il premio di “Nonno d’Italia”. Carletti non voleva che se ne parlasse

(“queste cose si fanno, non si dicono”). E quando la notizia era uscita, sul Corriere fiorentino, un po’ si era arrabbiato. Non gli interessava ricevere ringraziamenti, ma solo aiutare quel bambino. E per questo si era rivolto anche al Comune. Ma in attesa che la burocrazia si sbloccasse, si era rimboccato le maniche risolvendo il problema a modo suo. “Tutte le mattine, quando lo lascio a scuola, lo vedo avvicinarsi agli altri bambini, tocca i loro visi e li riconosce uno per uno. È una cosa stupenda”, aveva raccontato il “pensionatotassista”. Grande cuore il signor Carletti. Nonno adottivo, nonno d’Italia.


ndignazione di Greta Thinberg all'Onu: Ci state rubando il futuro, come osate? Ma il mondo si sta svegliando e il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no. (Discorso integrale) "Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre parole vuote, e io sono tra i più fortunati. Le persone stanno soffrendo, stanno morendo. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa. E tutto ciò di cui parlate sono soldi e favole di eterna crescita economica? Come osate?" ---------------------Il mio messaggio è che vi terremo d’occhio. È tutto sbagliato. Non dovrei essere qui, dovrei essere a scuola, dall’altro lato dell’Oceano. Eppure venite a chiedere la speranza a noi giovani? Come osate?. Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre parole vuote, e io sono tra i più fortunati. Le persone stanno soffrendo, stanno morendo. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa. E tutto ciò di cui parlate sono soldi e favole di eterna crescita economica? Come osate? Per oltre 30 anni la scienza è stata chiarissima. Come osate continuare guardare dall'altra parte e venire qui dicendo che state facendo abbastanza quando le politiche e le soluzioni necessarie non si vedono ancora. Dite di ascoltarci e che capite la nostra fretta. Ma non importa quanto io sia triste o arrabbiata, non voglio crederci. Perché se aveste davvero compreso la situazione e continuaste comunque a sbagliare, allora voi sareste il Male. E io non voglio crederlo. L'idea comune di dimezzare le emissioni in 10 anni ci offre solo il 50% di possibilità di rimanere sotto ai 1.5°C gradi e il rischio di innescare un'irreversibile catena di eventi che andranno oltre il controllo umano. Il 50% potrà essere accettabile per voi. Ma quei numeri non includono i punti di non ritorno, la maggior parte dei circoli di reazione, il riscaldamento aggiuntivo nascosto dall'inquinamento atmosferico tossico o aspetti di equità e giustizia climatica. Dunque il 50% di rischio non è semplicemente accettabile per noi, coloro che dovranno viverne le conseguenze. Per avere il 67% di probabilità di rimanere sotto all'aumento di temperatura di 1.5°C - che secondo l'IPCC [Intergovernmental Panel on Climate Change, n.d.r] è il miglior scenario possibile - il mondo aveva 420 gigatoni di CO2 da emettere entro il 1 gennaio 2018. Oggi quella stima è stata ridotta a 350 gigatoni. Come osate fingere che ciò si possa risolvere come al solito con alcune soluzione tecniche? Con gli attuali livelli di emissioni la restante riserva di CO2 sarà interamente perduta nel giro di otto anni e mezzo. Oggi non ci saranno soluzioni o piani in linea con queste stime, perché questi numeri sono troppo scomodi. E voi non siete ancora abbastanza maturi per dire le cose come stanno. Ci state deludendo, ma i giovani stanno iniziando a capire il vostro tradimento, gli occhi di tutte le generazioni future sono su di voi, e se sceglierete di fallire non vi perdoneremo mai Non vi permetteremo di gettare via tutto questo. Proprio qui, proprio ora noi tracciamo la strada. Il mondo si sta svegliando e il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no.



Michele

è uno dei tre Arcangeli della Bibbia. Oltre all'Ebraismo e al Cristianesimo, anche l'Islam ne fa oggetto di venerazione. Il nome Michele deriva dall'espressione "Mi-ka-El" che significa "chi è come Dio?". L'arcangelo Michele è ricordato per aver difeso la fede in Dio contro le orde di Satana. San Michele viene invocato per la buona morte ed è il santo protettore dei paracadutisti, commercianti, maestri d'arme, poliziotti, merciai, speziali, fabbricanti di bilance e schermidori. Si festeggia il 29 settembre con l'Arcangelo Gabriele e l'Arcangelo Raffaele. Michele è citato nella Bibbia, nel Libro di Daniele 12,1, come primo dei principi e custode del popolo di Israele. Nel Nuovo Testamento è definito come arcangelo nella Lettera di Giuda 9, mentre nell'Apocalisse di Giovanni 12,7-8 Michele è l'angelo che conduce gli angeli nella battaglia contro il drago, rappresentante il demonio, e lo sconfigge.

Gabriele

(Forza di Dio) è uno degli spiriti che stanno davanti a Dio (Lc 1, 19), rivela a Daniele i segreti del piano di Dio (Dn 8, 16; 9, 21-22), annunzia a Zaccaria la nascita di Giovanni Battista (Lc 1, 11-20) e a Maria quella di Gesù (Lc 1, 2638).

Raffaele (Dio ha guarito o Medicina di Dio), anch’egli fra i sette angeli che stanno davanti al trono di Dio (Tb 12, 15; cfr Ap 8, 2), accompagna e custodisce Tobia nelle peripezie del suo viaggio e gli guarisce il padre cieco. Secondo la rivelazione, gli angeli, che partecipano alla vita della Trinità nella luce della gloria, sono anche chiamati ad avere la loro parte nella storia nella salvezza degli uomini, nei momenti stabiliti dal disegno della divina Provvi-

denza. «Non sono essi tutti spiriti incaricati di un ministero inviati per servire coloro che devono entrare in possesso della salvezza?», domanda l'autore della lettera agli Ebrei (1,14). E questo crede e insegna la Chiesa, in base alla Sacra Scrittura dalla quale apprendiamo che compito degli angeli buoni è la protezione degli uomini e la sollecitudine per la loro salvezza. Troviamo queste espressioni in diversi passi della Sacra Scrittura, come ad esempio nel Salmo 90 già più volte citato: «Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede» (Sal 91,11-12). Gesù stesso, parlando dei bambini e ammonendo di non dar loro scandalo, si richiama ai «loro angeli» (Mt 18,10); attribuisce inoltre agli angeli la funzione di testimoni nel supremo giudizio divino sulla sorte di chi ha riconosciuto o ha rinnegato il Cristo: «Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio» (Lc 12,8-9). Queste parole sono significative perché se gli angeli prendono parte al giudizio di Dio, sono interessati alla vita dell'uomo. Interesse e partecipazione che sembrano ricevere una accentuazione nel discorso escatologico, nel quale Gesù fa intervenire gli


Oggi, in concomitanza con il giorno di San Francesco, è la Giornata Mondiale degli animali. La giornata si pone l'obiettivo di migliorare lo standard di benessere degli animali in tutto il mondo e creare consapevolezza ed educazione affinchè vengano considerati come esseri senzienti in tutto il mondo e di conseguenza si valorizzi la qualità della loro vita. La giornata è stata fondata nel 1925 dallo scrittore tedesco Heinrich Zimmerman a Berlino. Inizialmente seguita solo da Germania, Austria Svizzera e Cecoslovacchia, la giornata venne ufficializzata al Congresso Mondiale delle organizzazioni di protezione animali a Firenze nel 1931. Una bella occasione per tutti per stare ancora più vicini ai nostri amici a quattro zampe, che sono sempre di più nelle nostre vite. In Italia più del 50% delle famiglie infatti possiede un animale d'affezione.


Un pistolero dalla mira infallibile, stimato dagli indiani e in lotta contro l'ingiustizia, qualsiasi volto essa abbia. È il profilo di Tex Willer, protagonista dell'omonimo fumetto ideato da Giovanni Luigi Bonelli e Aurelio Galleppini e pubblicato a partire dal 30 settembre 1948. Fin dalla prima avventura, dal titolo "Il totem misterioso", teatro delle sue imprese sono i canyon dell'Arizona. Qui, per i bianchi, è un ranger che non sbaglia mai un colpo con la sua colt 45; per gli indiani Navajos è "Aquila della notte", che in sella al cavallo Dinamite piomba addosso a mercanti ed affaristi senza scrupoli. L'amico inseparabile è Kit Carson, mentre il cuore batte soltanto per la moglie Lilyth. Considerato un eroe in anticipo sui tempi - nei film degli anni Quaranta e Cinquanta si rappresentavano i bianchi come i buoni e gli indiani come i cattivi - il suo volto è stato via via modellato sui grandi nomi del cinema western, da Gary Cooper a Clint Eastwood, passando per John Wayne. Ma lo stesso Bonelli rivelerà di essersi maggiormente ispirato a Charlton Heston. Tuttora prodotto dalla Bonelli Editore, Tex è il più longevo personaggio del fumetto italiano e insieme con Superman e Batman è tra i più duraturi del fumetto mondiale.


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reddi, distanti o opportunisti. I gatti da sempre sono accusati di questo e altro, ma uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology rivela l’opposto: anche loro, come i cani e come i bambini, hanno capacità socio-cognitive e sanno affezionarsi a chi si prende cura di loro in un modo finora sottostimato. Il lavoro, svolto dai ricercatori dell’università Statale dell’Oregon, è coordinato da Kristyn Vitale: “Il nostro studio indica che quando i gatti vivono in uno stato di dipendenza con un essere umano il comportamento di attaccamento è flessibile e la maggior parte di loro usa l’uomo come fonte di comodità e di sicurezza in un nuovo ambiente”. Per dimostrarlo i ricercatori hanno condotto un test sull’attaccamento: un gatto adulto o cucciolo deve passare due minuti in una stanza nuova con il suo umano, e poi rimanerci da solo per altri due minuti. Dopo di che, la persona che si prende cura di lui torna dentro la stanza per due minuti. Lo stesso tipo di test è stato condotto sui bambini, sui cani e sui primati. Stando ai risultati dei test svolti con umani, il piccolo che sente un attaccamento sicuro a chi si prende cura di lui torna subito a un’esplorazione rilassata, mentre quelli insicuri si attaccano all’esemplare adulto in modo eccessivo o lo evitano. I gatti hanno dimostrato un attaccamento sorprendentemente simile a quello degli umani. “I gatti domestici, sia adulti che cuccioli, hanno dimostrato di avere anche loro un attaccamento sicuro al loro padrone nel 65 per cento dei casi” spiega Vitale: la stessa percentuale che riguarda gli umani. Gli esperimenti hanno inoltre mostrato che l’attaccamento di un gatto a un umano è stabile e dura anche quando il felino arriva all’età adulta. “I gatti insicuri possono invece correre e nascondersi, o agire in modo apparentemente distante – conclude Vitale – Un pregiudizio su di loro che dura da parecchio tempo”. Questa loro flessibilità sociale può essere stata alla base del loro successo con l’uomo.


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rima della cura del mondo da parte dell’uomo, vi è la cura instancabile che Dio usa nei confronti dell’uomo e del mondo. Tutto il Vangelo riflette questa inversione di prospettiva. Il peccatore Zaccheo sale su un albero perché vuole vedere Gesù, ma non sa che, molto prima, Dio si era messo in cerca di lui. Gesù, quando arriva, gli dice: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». E alla fine dichiara: «Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto» (Lc 19,5.10). Ecco la volontà di Dio, quella che noi preghiamo che sia fatta. Qual’è la volontà di Dio incarnata in Gesù? Cercare e salvare quello che è perduto. E noi, nella preghiera, chiediamo che la ricerca di Dio vada a buon fine, che il suo disegno universale di salvezza si compia, primo, in ognuno di noi e poi in tutto il mondo. Avete pensato che cosa significa che Dio sia alla ricerca di me? Ognuno di noi può dire: “Ma, Dio mi cerca?” - “Sì! Cerca te! Cerca me”: cerca ognuno, personalmente. Ma è grande Dio! Quanto amore c’è dietro tutto questo. Dio non è ambiguo, non si nasconde dietro ad enigmi, non ha pianificato l’avvenire del mondo in maniera indecifrabile. No, Lui è chiaro. Se non comprendiamo questo, rischiamo di non capire il senso della terza espressione del “Padre nostro”. Infatti, la Bibbia è piena di espressioni che ci raccontano la volontà positiva di Dio nei confronti del mondo. E nel Catechismo della Chiesa Cattolica troviamo una raccolta di citazioni che testimoniano questa fedele e paziente volontà divina (cfr nn. 2821-2827). E San Paolo, nella Prima Lettera a Timoteo, scrive: «Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità» (2,4). Questa, senza ombra di dubbio, è la volontà di Dio: la salvezza dell’uomo, degli uomini, di ognuno di noi. Dio con il suo amore bussa alla porta del nostro cuore. Perché? Per attirarci; per attirarci a Lui e portarci avanti nel cammino della salvezza. Dio è vicino ad ognuno di noi con il suo amore, per portarci per mano alla salvezza. Quanto amore c’è dietro di questo! Quindi, pregando “sia fatta la tua volontà”, non siamo invitati a piegare servilmente la testa, come se fossimo schiavi. No! Dio ci vuole liberi; è l’amore di Lui che ci libera. Il “Padre nostro”, infatti, è la preghiera dei figli, non degli schiavi; ma dei figli che conoscono il cuore del loro padre e sono certi del suo disegno di amore. Guai a noi se, pronunciando queste parole, alzassimo le spalle in segno di resa davanti a un destino che ci ripugna e che non riusciamo a cambiare. Al contrario, è una preghiera piena di ardente fiducia in Dio che vuole per noi il bene, la vita, la salvezza. Una preghiera coraggiosa, anche combattiva, perché nel mondo ci sono tante, troppe realtà che

non sono secondo il piano di Dio. Tutti le conosciamo. Parafrasando il profeta Isaia, potremmo dire: “Qui, Padre, c’è la guerra, la prevaricazione, lo sfruttamento; ma sappiamo che Tu vuoi il nostro bene, perciò ti supplichiamo: sia fatta la tua volontà! Signore, sovverti i piani del mondo, trasforma le spade in aratri e le lance in falci; che nessuno si eserciti più nell’arte della guerra!” (cfr 2,4). Dio vuole la pace. Il “Padre nostro” è una preghiera che accende in noi lo stesso amore di Gesù per la volontà del Padre, una fiamma che spinge a trasformare il mondo con l’amore. Il cristiano non crede in un “fato” ineluttabile. Non c’è nulla di aleatorio nella fede dei cristiani: c’è invece una salvezza che attende di manifestarsi nella vita di ogni uomo e donna e di compiersi nell’eternità. Se preghiamo è perché crediamo che Dio può e vuole trasformare la realtà vincendo il male con il bene. A questo Dio ha senso obbedire e abbandonarsi anche nell’ora della prova più dura. Così è stato per Gesù nel giardino del Getsemani, quando ha sperimentato l’angoscia e ha pregato: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà» (Lc 22,42). Gesù è schiacciato dal male del mondo, ma si abbandona fiducioso all’oceano dell’amore della volontà del Padre. Anche i martiri, nella loro prova, non ricercavano la morte, ricercavano il dopo morte, la risurrezione. Dio, per amore, può portarci a camminare su sentieri difficili, a sperimentare ferite e spine dolorose, ma non ci abbandonerà mai. Sempre sarà con noi, accanto a noi, dentro di noi. Per un credente questa, più che una speranza, è una certezza. Dio è con me. La stessa che ritroviamo in quella parabola del Vangelo di Luca dedicata alla necessità di pregare sempre. Dice Gesù: «Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente» (18,7-8). Così è il Signore, così ci ama, così ci vuole bene. Ma, io ho voglia di invitarvi, adesso, tutti insieme a pregare il Padre Nostro. E coloro di voi che non sanno l’italiano, lo preghino nella lingua propria. Preghiamo insieme.


na parabola dura e dolce, con la morte a fare da spartiacque tra due scene: nella prima il ricco e il povero sono contrapposti in un confronto impietoso; nella seconda, si intreccia, sopra il grande abisso, un dialogo mirabile tra il ricco e il padre Abramo. Prima scena: un personaggio avvolto di porpora, uno vestito di piaghe; il ricco banchetta a sazietà e spreca, Lazzaro guarda con occhi tristi e affamati, a gara con i cani, se sotto la tavola è caduta una briciola. Morì il povero e fu portato nel seno di Abramo, morì il ricco e fu sepolto nell’inferno. Una domanda si impone con forza a questo punto: perché il ricco è condannato nell’abisso di fuoco? Di quale peccato si è macchiato? Gesù non denuncia una mancanza specifica o qualche trasgressione di comandamenti o precetti. Mette in evidenza il nodo di fondo: un modo iniquo di abitare la terra, un modo profondamente ateo, anche se non trasgredisce nessuna legge. Un mondo così, dove uno vive da dio e uno da rifiuto, è quello sognato da Dio? È normale che una creatura sia ridotta in condizioni disumane per sopravvivere? Prima ancora che sui comandamenti, lo sguardo di Gesù si posa su di una realtà profondamente malata, da dove sale uno stridore, un conflitto, un orrore che avvolge tutta la scena. E che ci fa provare vergogna. Di quale peccato si tratta? «Se mi chiudo nel mio io, anche adorno di tutte le virtù, ma non partecipo all’esistenza degli altri, se non sono sensibile e non mi dischiudo agli altri, posso essere privo di peccati eppure vivo in una situazione di peccato» (Giovanni Vannucci). Doveva scavalcarlo sulla soglia ogni volta che entrava o usciva dalla sua villa, e, impassibile, neppure lo vedeva! Non gli ha fatto del male, no. Semplicemente Lazzaro non c’era, non esisteva, lo ha ridotto a un rifiuto, a nulla. Ora Lazzaro è portato in alto, accolto nel grembo di un Abramo più materno che paterno, che proclama il diritto di tutti i poveri ad essere trattati come figli. Ma “figlio” è chiamato anche il ricco, nonostante l’inferno, anche lui figlio per sempre di un Abramo dalla dolcezza di madre. Padre, una goccia d’acqua sopra l’abisso! Una parola sola per i miei cinque fratelli! E invece no, perché non è la morte che converte, ma la vita. Hanno Mosè e i profeti, hanno il grido dei poveri, che sono la voce e la carne di un Dio che si identifica con loro (ciò che avete fatto a uno di questi piccoli, è a me che l’avete fatto). Si tratta allora di prendere, come Gesù, il punto di vista dei poveri, di «scegliere sempre l’umano contro il disumano» (David Turoldo), con quel suo sguardo amoroso e forte davanti al quale ogni legge diventa piccina, perfino quella di Mosè (R. Virgili). Padre Ermes Ronchi


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*Foglietto preparato da Parrocchia Cattolica Italiana Virtuale Iasi

nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. T. E con il tuo spirito.

alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo, che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio, il beato e unico Sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità e abita una luce inaccessibile: nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo. A lui onore e potenza per sempre. Amen.

Dal libro del profeta Amos Guai agli spensierati di Sion e a quelli che si considerano sicuri sulla montagna di Samaria! ATTO PENITENZIALE Distesi su letti d’avorio e sdraiati C. Umili e pentiti come il pubsui loro divani mangiano gli agnelli Gesù Cristo da ricco blicano al tempio, accostiamoci al del gregge e i vitelli cresciuti nella che era, si è fatto povero per voi, Dio giusto e santo, perché abbia stalla. perché voi diventaste ricchi per pietà anche di noi peccatori. Canterellano al suono dell’arpa, mezzo della sua povertà. Breve pausa di riflessione personale come Davide improvvisano su struSignore, che ti sei fatto uomo menti musicali; bevono il vino in per salvarci, abbi pietà di noi. larghe coppe e si ungono con gli Signore, pietà. unguenti più raffinati, ma della roCristo, che sei morto in croce vina di Giuseppe non si preoccuper tutti gli uomini, abbi pietà di pano. noi. Cristo, pietà. Perciò ora andranno in esilio in teSignore, che ci hai riaperto la sta ai deportati e cesserà l’orgia quel tempo, Gesù disse ai via del cielo, abbi pietà di noi. dei dissoluti. farisei: Signore, pietà. «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finisR. Loda il Signore, anima simo, e ogni giorno si dava a lauti mia. banchetti. Un povero, di nome LazIl Signore rimane fedele per zaro, stava alla sua porta, coperto sempre, rende giustizia agli opdi piaghe, bramoso di sfamarsi con pressi, dà il pane agli affamati. Il quello che cadeva dalla tavola del Signore libera i prigionieri. R/. ricco; ma erano i cani che venivano Il Signore ridona la vista ai a leccare le sue piaghe. ciechi, il Signore rialza chi è cadu- Un giorno il povero morì e fu porto, il Signore ama i giusti, il Signo- tato dagli angeli accanto ad Abrare protegge i forestieri. R/. mo. Morì anche il ricco e fu sepolEgli sostiene l’orfano e la ve- to. Stando negli inferi fra i tormendova, ma sconvolge le vie dei mal- ti, alzò gli occhi e vide di lontano vagi. Il Signore regna per sempre, Abramo, e Lazzaro accanto a lui. il tuo Dio, o Sion, di generazione in Allora gridando disse: “Padre generazione. R/. Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la Dalla prima lettera di san Paolo punta del dito e a bagnarmi la linapostolo a Timoteo gua, perché soffro terribilmente in Tu, uomo di Dio, evita queste cose; questa fiamma”. tendi invece alla giustizia, alla pie- Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrtà, alla fede, alla carità, alla pazien- dati che, nella vita, tu hai ricevuto i za, alla mitezza. Combatti la buona tuoi beni, e battaglia della fede, cerca di rag- Lazzaro i suoi giungere la vita eterna alla quale mali; ma ora in O Dio, tu chiami sei stato chiamato e per la quale questo modo per nome i tuoi poveri, mentre non hai fatto la tua bella professione di lui è consolato, ha nome il ricco epulone; stabilisci fede davanti a molti testimoni. tu invece sei in con giustizia la sorte di tutti gli op- Davanti a Dio, che dà vita a tutte le mezzo ai torpressi, poni fine all'orgia degli cose, e a Gesù Cristo, che ha dato menti. Per di spensierati, e fa' che aderiamo in la sua bella testimonianza davanti a più, tra noi e tempo alla tua Parola, per credere Ponzio Pilato, ti ordino di conserva- voi è stato fische il tuo Cristo è risorto dai morti re senza macchia e in modo irresato un grande e ci accoglierà nel tuo regno. Per il prensibile il comandamento, fino abisso: coloro


che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

3. Perché riusciamo a essere all’altezza degli sforzi che richiediamo agli altri. Preghiamo. 4. Perché la nostra gioia non risieda nello sfuggire alla morte, ma in colui che vince la morte. Preghiamo. C. O Padre, ci chiedi di essere semplici e aperti verso il mondo. Aiutaci a non cercare sicurezza e conforto nelle cose che possediamo. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

C, Accogli, Padre misericordioso, i nostri doni, e da quest'offerta della tua Chiesa fa' scaturire per noi la sorgente di ogni benedizione. Per Cristo nostro Signore

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Abbiamo riconosciuto il segno della tua immensa gloria quando hai mandato tuo Figlio a prendere su di sé la nostra debolezza; in lui nuovo Adamo hai redento l'umanità decaduta e con la sua morte ci hai resi partecipi della vita immortale. Per mezzo di lui si allietano gli angeli e nell'eternità adorano la gloria del tuo volto. Al loro canto C. Il Signore desidera che non sprechiamo la vita nella dissolutez- concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di loza e nella dissipazione. de: Santo, Santo, Santo Preghiamo insieme e diciamo: Signore aiutaci a vivere in profondità di spirito. 1. Perché la Chiesa continui a vivere, annunciare e organizzare la carità. Preghiamo. 2. Perché la nostra coscienza sia sempre viva e attenta alle esigenze del vivere comune. Preghiamo.

Questo sacramento di vita eterna ci rinnovi, o Padre, nell'anima e nel corpo, perché, comunicando a questo memoriale della passione del tuo Figlio, diventiamo eredi con lui nella gloria. Per Cristo nostro Signore.


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