Adeste 43/2017 anno 6°
Quando nacquero come corpo dell’esercito? Gli alpini nacquero ufficialmente il 15 ottobre del 1872 come specialità dell’arma di fanteria destinata all’impiego nella difesa dei valichi alpini e nella guerra in montagna. Pochi mesi prima, il capitano Giuseppe Domenico Perrucchetti, ritenuto il «padre» del corpo, pubblicò uno studio in cui ribadiva come la difesa delle Alpi dovesse essere affidata alla gente di montagna. Quale fu la loro prima missione? Il «battesimo del fuoco» degli alpini avvenne durante la campagna d’Eritrea, quando il presidente del Consiglio Francesco Crispi spedì un contingente nell’inverno 1895/96 dopo gli insuccessi dell’Amba Alagi e di Macallé nel tentativo di riconquistare territori persi. Quanti furono gli alpini impiegati nella Grande Guerra? Il 24 maggio 1915 gli alpini occuparono i più importanti passi alpini, dallo Stelvio alle Alpi Giulie al Pasubio. Durante il conflitto le truppe alpine arrivarono a contare 88 battaglioni con 311 compagnie per un totale che sfiorava gli 88 mila uomini. Vanno aggiunti 67 gruppi di artiglieria da montagna con 175 batterie. Dei 61 battaglioni alpini esistenti nel novembre 1918, ne furono sciolti più della metà alla fine del 1919. Che ruolo ebbero invece nella Seconda guerra mondiale? Dalla battaglia delle Alpi alla ritirata sul Don, la Seconda guerra mondiale vide 315 mila alpini impegnati sul confine francese nella battaglia delle Alpi del giugno 1940. Due anni dopo venne inviato sul fronte russo un Corpo d’armata alpino – inquadrato nell’Armir – composto dalle Divisioni Cuneense, Tridentina e Julia. La poderosa offensiva sovietica dell’inverno 1942/43 ebbe conseguenze tragiche anche per le tre divisioni alpine attestate nella difesa del Don; i soldati italiani dovettero ripiegare con una lunga marcia nella steppa russa, finendo costrette alla resa, mentre i superstiti della divisione Tridentina riuscirono ad aprirsi la strada dopo una serie di disperati combattimenti. In Italia, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, migliaia di alpini aderirono alle formazioni partigiane, altri entrarono nella neonata Repubblica Sociale Italiana. Come sono organizzate le truppe degli alpini? Verso la metà degli anni Cinquanta le truppe alpine vennero riorganizzate in cinque brigate:
Taurinense, con il comando a Torino; Orobica, di stanza nell’Alto Adige occidentale, con il comando a Merano; Tridentina, di stanza in Alto Adige orientale, con il comando a Bressanone e i reparti in val Pusteria e valle Isarco; Cadore, operante in Veneto con il comando a Belluno e i reparti nel Cadore; Julia, di stanza in Friuli con il comando a Udine e i reparti in Carnia (più un battaglione L’Aquila distaccato in Abruzzo); bacino di reclutamento nella provincia di Treviso, in Friuli-Venezia Giulia, in Abruzzo e nella provincia di Isernia. Negli anni Cinquanta nacquero gli alpini paracadutisti Monte Cervino, specialità nella specialità, che tuttora rappresenta l’élite delle truppe alpine. Il reclutamento avveniva ancora su base regionale, così come nel 1872 aveva voluto il generale Perrucchetti. Oggi quante sono le brigate sopravvissute? Soltanto due. La Taurinense e la Julia, brigate formate da soldati professionisti, pronti all’impiego soprattutto nelle numerose missioni all’estero sotto l’egida della Nato e dell’Onu. Qual è l’emblema degli alpini? Senza dubbio il cappello. È composto da elementi che rappresentano il grado, il battaglione e la specialità di appartenenza. Il cappello ultima versione fu introdotto nel 1910. Sul lato sinistro è infilata la penna, leggermente inclinata all’indietro, di corvo nera per la truppa, di aquila marrone per i sottufficiali e gli ufficiali inferiori, di oca bianca per gli ufficiali superiori e i generali. Gli alpini sono impegnati anche in operazioni civili? Sì certo, e parecchi sono stati i riconoscimenti. Si comincia con la medaglia di bronzo al valor civile concessa al Battaglione Valle Stura intervenuto a spegnere un incendio in valle Stura di Demonte nel 1883. Ma gli Alpini si distinsero nelle operazioni di soccorso alle popolazioni colpite dal terremoto di Messina del 1908, nel disastro del Vajont nel 1963, nei terremoti del Friuli, dell’Irpinia e del Molise, nell’alluvione della Valtellina del luglio 1987, e ancora dopo nel sisma in Umbria e delle Marche del 1997 e nel recente terremoto dell’Aquila. Accanto ai militari in servizio, operano sempre di penne nere in congedo inquadrate nella Protezione civile organizzata dall’Ana, l’Associazione nazionale alpini, costituita a Milano l’8 luglio 1919 dagli alpini reduci dalla Grande Guerra.
2
Adeste 43/2017 anno 6°
-
3
Adeste 43/2017 anno 6°
-
-
4
Adeste 43/2017 anno 6°
14/10/2017 Il Premio “Cuore Amico 2017”, assegnato a Brescia durante il Festival della Missione, a Cristina Togni, missionaria laica del Pime in Cambogia, suor Giannantonia Comencini, ancora attiva a 97 anni in Eritrea e a don Tarcisio Moreschi, fidei donum in Tanzania dove si è dedicato a orfani e bambini disabili. In comune hanno la passione per l’umano. Una laica, una suora e un sacerdote Fidei donum. In tre luoghi del mondo annunciano il Vangelo e hanno trovato e testimoniato Cristo nell’uomo e nelle ferite inferte agli uomini. Cristina Togni, suor Giannantonia Comencini e don Tarcisio Moreschi. Sono i tre vincitori del Premio “Cuore Amico” 2017. La cerimonia di consegna si è svolta sabato a Brescia nel corso del Festival nazionale della missione alla presenza del cardinale Ernst Simoni, unico e ultimo sacerdote sopravvissuto alle persecuzioni del regime comunista in Albania. A presentare c’’era Licia Colò che ha evidenziato «la luce meravigliosa che brilla negli occhi di questi missionari». 5
Adeste 43/2017 anno 6°
L
–
-
6
–
Adeste 43/2017 anno 6° Pagina settimanale a cura del Parinte Valerian
7
Adeste 43/2017 anno 6°
Italiani nel Mondo, ecco i dati del Rapporto 2017 della Fondazione Migrantes Nel 2016 sono partiti per andare all’estero 124mila italiani. È quanto emerge dal Rapporto Italiani nel Mondo 2017 di Migrantes, la Fondazione della Conferenza episcopale italiana. Continua, dunque, la ricerca di lavoro degli italiani all'estero, in aumento del 15,4% rispetto al 2015; aumentano soprattutto i giovani: oltre il 39% di chi ha lasciato l'Italia nell'ultimo anno ha tra i 18 e i 34 anni (+23,3%). Il 9,7% ha tra 50 e 64 anni e sono i "disoccupati senza speranza" rimasti senza lavoro. Dal 2006 la mobilità italiana è aumentata del 60,1%. Dal Rapporto 2017, Europa e America centrale risultano le destinazioni preferite. Il Regno Unito registra un primato assoluto tra tutte le scelte, seguito da Germania, Svizzera, Francia, Brasile e Stati Uniti. Si evidenzia anche come tra le prime 15 destinazioni dell'ultimo anno ci siano Irlanda (+57,6%), Spagna (+31,6%) e Australia (+22,2%), e sono in diminuzione Argentina (-14,7%), Canada (-8,7%), Emirati Arabi (-6,7%) e Austria (-3,6%). La Lombardia, con quasi 23mila partenze, si conferma la prima regione da cui gli italiani hanno lasciato l'Italia alla volta dell'estero, seguita dal Veneto (11.611), dalla Sicilia (11.501), dal Lazio (11.114) e dal Piemonte (9.022). Da evidenziare l'unico contesto regionale che presenta un dato negativo ovvero il Friuli Venezia Giulia da cui nell'ultimo anno sono partite circa 300 persone in meno (-7,3%). Degli oltre 4,9 milioni di italiani residenti all'estero , sottolinea il rapporto Migrantes, “il 54,3% ha fatto effettivamente esperienza migratoria: detto in altri termini, sono quasi 2,6 milioni gli italiani iscritti all'Anagrafe Italiani residenti all'estero (A.I.R.E.) per espatrio o residenza all'estero”. Approfondimenti: su Fondazione Migrantes
8
Adeste 43/2017 anno 6°
A Cesare ciò che è di Cesare. E noi siamo del Signor
L
a trappola è ben congegnata: È lecito o no pagare il tributo a Roma? Stai con gli invasori o con la tua gente? Con qualsiasi risposta Gesù avrebbe rischiato la vita, o per la spada dei Romani, come istigatore alla rivolta, o per il pugnale degli Zeloti, come sostenitore degli occupanti. Erodiani e farisei, due facce note del pantheon del potere, pur essendo nemici giurati tra loro, in questo caso si accordano contro il giovane rabbi di cui temono le parole e vogliono stroncare la carriera. Ma Gesù non cade nella trappola, anzi: ipocriti, li chiama, cioè commedianti, la vostra esistenza è una recita. Mostratemi la moneta del tributo. Siamo a Gerusalemme, nell’area sacra del tempio, dove era proibito introdurre qualsiasi figura umana, anche se coniata sulle monete. Per questo c’erano i cambiavalute all’ingresso. I farisei, i puri, con la loro religiosità ostentata, portano dentro il luogo più sacro della nazione, la moneta pagana proibita con l’effigie dell’imperatore Tiberio. I commedianti sono smascherati: sono loro, gli osservanti, a violare la norma, mostrando di seguire la legge del denaro e non quella di Mosè.
IL GIORNO DEL SIGNORE
Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare. È lecito pagare? avevano chiesto. Gesù risponde impiegando un altro verbo, restituire, come per uno scambio: prima avete avuto, ora restituite. Lungo è l’elenco: ho ricevuto istruzione, sanità, giustizia, coesione sociale, servizi per i più fragili, cultura, assistenza… ora restituisco qualcosa. Rendete a Cesare, vale a dire pagate tutti le imposte per servizi che raggiungono tutti. Come non applicare questa chiarezza immediata di Gesù ai nostri giorni di faticose riflessioni su manovre finanziarie, tasse, fisco; ai farisei di oggi, per i quali evadere le imposte, cioè non restituire, trattenere, è normale? E aggiunge: Restituite a Dio quello che è di Dio. Di Dio è la terra e quanto contiene; l’uomo è cosa di Dio. Di Dio è la mia vita, che «lui ha fatto risplendere per mezzo del Vangelo» (2Tm 1,10). Neppure essa mi appartiene. Ogni uomo e ogni donna vengono al mondo come vite che risplendono, come talenti d’oro su cui è coniata l’immagine di Dio e l’iscrizione: tu appartieni alle sue cure, sei iscritto al suo Amore. Restituisci a Dio ciò che è di Dio, cioè te stesso. A Cesare le cose, a Dio le persone. A Cesare oro e argento, a Dio l’uomo. A me e ad ogni persona, Gesù ripete: tu non appartieni a nessun potere, resta libero da tutti, ribelle ad ogni tentazione di lasciarti asservire. Ad ogni potere umano il Vangelo dice: non appropriarti dell’uomo. Non violarlo, non umiliarlo: è cosa di Dio, ogni creatura è prodigio grande che ha il Creatore nel sangue e nel respiro. p. Ermes Ronchi
9
Adeste 43/2017 anno 6°
I
l 28 ottobre 1917: qui cominciava l’avventura del signor Bonaventura Il candido ed ingenuo “eroe per caso” nato dalla matita di Sergio Tofano, ed entrato – insieme al suo proverbiale Milione – nei cuori e nell’immaginario di generazioni di italiani, festeggia 100 anni di vita da… star del fumetto.
Queste rime introducono uno degli incipit più famosi della storia del fumetto italiano: il protagonista della sventura (o avventura, a seconda dei casi) di cui sopra è un simpatico omino in marsina e bombetta rossa, accompagnato da un bassotto giallo, che comparve per la prima volta sul Corriere dei Piccoli ben 100 anni fa. Risale infatti al 28 ottobre 1917 il debutto del personaggio disegnato da Sergio "Sto" Tofano in una tavola composta da otto vignette, corredate da didascalie rigorosamente in rima, che sarebbe poi diventata per quasi trent'anni un appuntamento settimanale fisso. Le rocambolesche peripezie del signor Bonaventura seguivano uno schema narrativo ben preciso, in cui ogni volta la sfortuna del protagonista assumeva un valore educativo e morale, finendo per essere di aiuto a qualcun altro: costui, immancabilmente, ricompensava Bonaventura con un enorme biglietto di banca del valore di Un Milione (Un Miliardo nelle storie più recenti) di Lire. La fortuna del personaggio non è scemata con il passare degli anni. Il signor Bonaventura infatti è entrato da subito nell'immaginario degli italiani, diventando protagonista di ben sei commedie musicali ed un film (Cenerentola ed il signor Bonaventura, uscito nel 1942 e diretto dallo stesso Tofano); inoltre, le sue avventure sono state riprese negli anni '80 dal disegnatore de Il Giornalino Carlo "Perogatt" Peroni e tra il 2000 e il 2002 sono approdate in tv grazie a due cortometraggi animati in 3D prodotti dalla Rai, che consacrano definitivamente il simpatico eroe vestito di rosso a vera e propria icona del fumetto italiano di tutti i tempi. 10
Adeste 43/2017 anno 6° C.
La
-
-
C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE ATTO PENITENZIALE C. All’inizio di questa celebrazione eucaristica, chiediamo la conversione del cuore, fonte di riconciliazione e di comunione con Dio e con i fratelli. Breve pausa di riflessione personale Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Signore, pietà. GLORIA Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen. COLLETTA C. O Padre, a te obbedisce ogni creatura nel misterioso intrecciarsi delle libere volontà degli uomini; fa' che nessuno di noi abusi del suo potere, ma ogni autorità serva al bene di tutti, secondo lo Spirito e la parola del tuo Figlio, e l'umanità intera riconosca te solo come uni-
co Dio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dal libro del profeta Isaia Dice il Signore del suo eletto, di Ciro: «Io l’ho preso per la destra, per abbattere davanti a lui le nazioni, per sciogliere le cinture ai fianchi dei re, per aprire davanti a lui i battenti delle porte e nessun portone rimarrà chiuso. Per amore di Giacobbe, mio servo, e d’Israele, mio eletto, io ti ho chiamato per nome, ti ho dato un titolo, sebbene tu non mi conosca. Io sono il Signore e non c’è alcun altro, fuori di me non c’è dio; ti renderò pronto all’azione, anche se tu non mi conosci, perché sappiano dall’oriente e dall’occidente che non c’è nulla fuori di me. Io sono il Signore, non ce n’è altri». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio. R.
SALMO RESPONSORIALE
Grande è il Signore e degno di ogni lode. Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore, uomini di tutta la terra. In mezzo alle genti narrate la sua gloria, a tutti i popoli dite le sue meraviglie. R/. Grande è il Signore e degno di ogni lode, terribile sopra tutti gli dèi. Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla, il Signore invece ha fatto i cieli. R/. Date al Signore, o famiglie dei popoli, date al Signore gloria e potenza, date al Signore la gloria del suo nome. Portate offerte ed entrate nei suoi atri. R/. Prostratevi al Signore nel suo atrio santo. Tremi davanti a lui tutta la terra. Dite tra le genti: «Il Signore regna!». Egli giudica i popoli con rettitudine. R/.
Seconda Lettura
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicési che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace. Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre
preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosi-tà della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro. Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio
Canto al Vangelo
ALLELUIA Risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita. ALLELUIA C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo MATTEO A. Gloria a te o Signore
I
VANGELO
n quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». Parola del Signore. A. Lode a te, o Cristo. OMELIA ( seduti) (C R E D O) Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di
Adeste 43/2017 anno 6° Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.
PREGHIERA DEI FEDELI C. O Padre, che guidi la storia per realizzare i tuoi disegni, rendici tuoi servi fedeli, perché possiamo realizzare quella missione che tu hai affidato a ciascuno di noi. Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore. 1. Perché la Chiesa sia segno e strumento dell’edificazione del Regno, indicando al mondo la via segnata da Dio per la salvezza e la piena liberazione dell’uomo. Preghiamo. 2. Perché coloro che hanno a che fare per lavoro con il denaro sappiano attribuire ad esso il giusto valore, senza lasciarsi corrompere dalla sete di ricchezza e di potere.Preghiamo. 3. Perché gli educatori aiutino i giovani a considerarsi membri attivi della società civile, soggetti di diritti e di doveri, parte di una nazione che ha bisogno anche del loro contributo per il bene comune.Preghiamo. 4. Perché le nostre menti non siano offuscate da ideologie o scelte politiche contrarie ai valori del vangelo.Preghiamo. 5. Perché Cristo che si sacrifica per noi in questa Eucaristia ci accompagni e ci sostenga nella vita
e nelle scelte quotidiane. Preghiamo. C. Ascolta, o Padre, le nostre preghiere, perché possiamo essere cittadini della terra e insieme membri del tuo Regno. Dacci la sapienza del cuore, perché possiamo corrispondere alla tua volontà. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. A. Amen LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Donaci, o Padre, di accostarci degnamente al tuo altare, perché il mistero che ci unisce al tuo Figlio sia per noi principio di vita nuova. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. RendiamograziealSignorenostroDio. A. E’ cosa buona e giusta È veramente giusto benedirti e ringraziarti, Padre santo, sorgente della verità e della vita perché in questo giorno di festa ci hai convocato nella tua casa. Oggi la tua famiglia, riunita nell'ascolto della parola e nella comunione dell'unico pane spezzato fa memoria del Signore risorto nell'attesa della domenica senza tramonto, quando l'umanità intera entrerà nel tuo riposo. Allora noi vedremo il tuo volto e loderemo senza fine la tua misericordia. Con questa gioiosa speranza, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo a una sola voce l'inno della tua gloria: Santo, Santo, Santo ……... C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPO LAPREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen
12
C.A. P A D R E NO S T R O Padre nostro che sei nei cieli, Sia santifcato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il notro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C. O Signore, questa celebrazione eucaristica, che ci ha fatto pregustare le realtà del cielo, ci ottenga i tuoi benefici nella vita presente e ci confermi nella speranza dei beni futuri. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipoten te, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: anda te in pace. A. Rendiamo grazie a Dio
Adeste 43/2017 anno 6°
Disfatta di Caporetto: Nella storia dell'esercito italiano è ricordata come la madre di tutte le sconfitte, assimilata nella lingua nazionale come sinonimo di "disastro" e "pesante sconfitta". L'episodio segnò una fase drammatica della Prima guerra mondiale, che vide prevalere temporaneamente le truppe austro-ungariche sulle potenze alleate (Francia, Gran Bretagna, Impero russo e Regno d'Italia). I fatti si svolsero lungo la valle dell'Isonzo, al confine con la Slovenia, teatro delle maggiori operazioni belliche dell'esercito guidato dal comandante Luigi Cadorna. Dopo undici scontri in quella stessa area, alle due di notte del 24 ottobre 1917 gli Austro-ungarici tentarono l'assalto al bunker di Caporetto, con un'astuta strategia. Distraendo gli avversari con l'artiglieria pesante, sfondarono a nord e a sud della linea difensiva italiana, piombando su Caporetto alle 3 del pomeriggio di quello stesso giorno. Il bilancio finale fu catastrofico per gli Italiani: 11mila morti, 30mila feriti e circa 300mila prigionieri. Numeri che spinsero il presidente del Consiglio dei Ministri, Vittorio Emanuele Orlando, a rimuovere Cadorna dall'incarico e a sostituirlo con il generale napoletano Armando Diaz. Fu quest'ultimo a guidare la storica resistenza lungo la linea del Piave e le altre vittoriose battaglie della Grande Guerra. 22
D O M E N IC A
s. Giovanni Paolo II papa
23
L UNEDÌ
s. Giovanni da Capestrano
24
M A R T E DÌ
s. Luigi Guanella
25
MERCOLEDÌ
Beato Carlo Gnocchi
26
G I O V E DÌ
s. Folco
27
VENERDÌ
s. Evaristo papa
28
SABATO
ss. Simone e Giuda ap.
–
–
13
-
–
-
–
-
-