Adeste nr 50 domenica 10 dicembre 2017c

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DA 151 ANNI GLI HOHENZOLLERN DI ROMANIA Il 10 maggio 1866 il principe Karl di Hohenzollern – Sigmaringen prestava giuramento come re di Romania assumendo il nome di Carol I. Questa dinastia tedesca trapiantata nei Balcani è rimasta sul trono, pur con alterne vicende, fino al 1947 e ha dato alla nazione quattro sovrani e un paio di regine molto significative. Carol I e la moglie Maria di Wied, famosa poetessa e scrittrice, nota con lo pseudonimo di Carmen Sylva, la coppia non ha figli e quindi adotta il nipote di lui, Ferdinando che sposa la bellissima Maria di Edimburgo, figlia di Alfredo e nipote della regina Vittoria. Il loro primogenito è un altro Carol un uomo difficile e dalla personalità contorta il quale prima abdica ai suoi diritti dinastici per sposare la donna che ama, lasciando il trono al figlio Michele – Mihai (avuto dallo sfortunato e brevissimo matrimonio con Elena di Grecia) per poi tornare sui propri passi. Carol II viene estromesso definitivamente nel 1940 dal dittatore Antonescu e infine nelo 1947 i sovietici costringono Mihai ad abdicare. Nel giugno del 1948 Mihai sposa Anna di Borbone – Parma (che aveva incontrato al matrimonio della principessa Elisabetta con Filippo di Grecia) dalla quale ha cinque figlie; l’ex sovrano vive quasi tutta la sua vita in esilio in Svizzera lavorando come pilota di linee commerciali ed esperto di aviazione civile. Mihai torna per la prima volta in Romania nel dicembre del 1990, cioè un anno dopo la rivoluzione del 1989, ma il governo, temendo che la presenza dell’ex sovrano possa essere utilizzata per chiedere una restaurazione della monarchia, decide di espellerlo. Nel 1992 il presidente Iliescu permette all’ex re di tornare per la Pasqua, ma il successo della visita e la folla festante che lo accoglie ovunque convince il governo che è meglio allontanarlo ancora una volta. Passando altri cinque anni e finalmente il presidente Emil Costantinescu ridà a Mihai la cittadinanza romena e gli permette di vivere in Romania nel palazzo Elisabetta che gli viene messo a disposizione come ex capo dello Stato. Da allora l’ex sovrano ha svolto per diversi anni un ruolo quasi ufficiale specie nel settore della diplomazia, ad esempio nel 1997 ha fatto il giro dei paesi europei per sostenere l’ingresso della Romania nell’unione europea. L’ex sovrano è piuttosto popolare in Romania e nel 2011, in occasione del 90mo compleanno, Mihai è stato invitato a pronunciare un discorso davanti al parlamento, ma negli ultimi anni la sua salute è peggiorata e nel marzo del 2016 ha comunicato il suo ritiro dalla vita pubblica. L’erede di Mihai è la figlia primogenita – che oggi usa il titolo di “custode della Corona” – sposata con Radu Duda creato dal suocero principe Radu di Hohenzollern-Sigmaringer; la coppia non ha figli e attualmente (archiviata la controversa vicenda del nipote Nicolas) la questione della successione degli Hohenzollern di Romania è aperta. 6


Adeste 50/2017 anno 6° Èlena regina di Romania. - Figlia (Atene 1896 - Losanna 1982) di Costantino I, re di Grecia, e della regina Sofia, il 10 marzo 1921 andò sposa a Carlo principe ereditario di Romania, con cui ebbe il figlio Michele (1921) e dal quale divorziò nel gennaio 1926. Fu sovrana reggente nel 1924-30 e assistente al trono di re Michele nel 1940-47.

..In questa giornata non si può dimenticare e non ricordare la figura di

Elena di Grecia e Danimarca, Principessa di Parma e Regina di Romania .

Terzogenita del Re Costantino I di Garcia e di Sofia di Prussia . Il 10 Marzo 1921 sposò Carlo futuro Re di Romania, da questa unione nacque Michele I lo scomparso capo della casa reale romena . La Regina Elena fu reggente al trono romeno dal 1927 al 1930 e successivamente sempre accanto al figlio Michele quando quest’ultimo ascese al trono e fino al 31 Dicembre 1947 quando, dopo una umiliante perquisizione, la famiglia reale fu costretta a lasciare il suolo romeno per l’esilio. Un episodio che dimostra la particolare umanità di questa donna è anche legato alla storia italiana e alla tragica sorte di Mafalda di Savoia. Infatti, nel settembre del 1943, alla firma dell'armistizio con gli alleati, i tedeschi organizzarono il disarmo delle truppe italiane. Badoglio e il Re Vittorio Emanuele III ripararono al Sud, ma Mafalda , partita per Sofia per assistere la sorella Giovanna, il cui marito Boris III di Bulgaria era in fin di vita , non venne messa al corrente dei pericoli che poteva incorrere una volta rientrata in Italia. Durante il viaggio di ritorno verso l’Italia, la Regina Elena di Romania fece fermare appositamente il convoglio reale per offrire protezione a Mafalda di Savoia cercando di farla desistere dal rientare in Patria. Mafalda decide di non accettare l’offerta e volle proseguire per la penisola e per il suo triste destino. Non di meno fu il suo atteggiamento nei confronti della comunità ebraica romena , negli difficili del regime di Antonescu, si aderò per la salvezza di migliaia di ebrei in particolar modo assieme al sindaco di Cernăuți (oggi Chernivtsi in Ucraina) la deportazione della locale comunità ebraica e protesse anche coloro che erano stati deportati dal regime nella Trasnistria Per questo comportamento nel 1993 , undici anni dopo la morte, la Regina Madre di Romania, Elena di Grecia è stata insignita del titolo di “Giusta fra i popoli “ dallo Stato di Israele e il suo nome figura nel monumentale Yad Vashem di Gerusalemme assieme agli altri 60 Romeni che si adoperarono per salvare gli ebrei negli anni bui dell’odio antisemita (Dott. Marco Baratto Associazione Culturale Euromediterranea ) VILLA SPARTA in comune di Fiesole ( Firenze ) dove visse per 30 anni la regina Elena, madre del defunto re Mihai di Romania, dopo il divorzio dal marito Carlo II. 7


Adeste 50/2017 anno 6° Pagina settimanale a cura del Parinte Valerian

' necessario studiare da vicino la parola "vegliare"; bisogna studiarla perché il suo significato non è così evidente come si potrebbe credere a prima vista e perché la Scrittura la adopera con insistenza. Dobbiamo non soltanto credere, ma vegliare; non soltanto amare, ma vegliare; non soltanto obbedire, ma vegliare.

stia facendo in quel momento e se stia bene? Sapete cosa significa vivere per qualcuno che è vicino a voi a tal punto che i vostri occhi seguono i suoi, che leggete nella sua anima, che vedete tutti i mutamenti della sua fisionomia, che prevedete i suoi desideri, che sorridete del suo sorriso e vi rattristate della sua tristezza, che siete abbattuti quando egli è preoccupato e che vi rallegrate per i suoi successi?

Vegliare perché? Per questo grande evento: la venuta di Cristo.

Vegliare nell'attesa di Cristo è un sentimento di rassomiglianza a questo, per quel tanto che i sentimenti di questo mondo sono in grado di raffigurare quelli dell'altro mondo.

Cos'è dunque vegliare? Credo lo si possa spiegare così. Voi sapete cosa significa attendere un amico, attendere che arrivi e vederlo tardare? Sapete cosa significa essere in compagnia di gente che trovate sgradevole e desiderare che il tempo passi e scocchi l'ora in cui potrete riprendere la vostra libertà? Sapete cosa significa essere nell'ansia per una cosa che potrebbe accadere e non accade; o di essere nell'attesa di qualche evento importante che vi fa battere il cuore quando ve lo ricordano e al quale pensate fin dal momento in cui aprite gli occhi?

Veglia con Cristo chi non perde di vista il passato mentre sta guardando all'avvenire, e completando ciò che il suo Salvatore gli ha acquistato, non dimentica ciò che egli ha sofferto per lui. Veglia con Cristo chi fa memoria e rinnova ancora nella sua persona la croce e l'agonia di Cristo, e riveste con gioia questo mantello di afflizione che il Cristo ha portato quaggiù e ha lasciato dietro a sé quando è salito al cielo.

Sapete cosa significa avere un amico lontano, attendere sue notizie e domandarvi giorno dopo giorno cosa 8


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114 anni fa, un emigrante italiano, brevetta il Cono Gelato Ricorre l’anniversario del deposito del brevetto dello stampo per realizzare i coni per gelati, avvenuto il 13 dicembre 1903, all’ufficio brevetti degli Stati Unti di Washington, a cura di un italiano, Italo Marchioni. Come riportava il 16 agosto 1956, il periodico “Il Cadore”, Italo Marchioni nacque a Peaio di Vodo di Cadore 21 dicembre 1868 (…. e non di origini marchigiane come qualcuno continua ad affermare) vi abitò fino ai vent’anni, dopo di che lasciò il suo paese per emigrare in America: prima a New York, poi a Philadelphia, nella Pennsylvania dove fece per breve tempo il commesso in un mercato di frutta e dove concepì l’idea di metter su un ristorante. Qualche anno dopo possedeva nella metropoli tre avviatissimi locali. L’intraprendenza di Marchioni gli giocò un brutto tiro. Decise di vendere i tre ristoranti e con il ricavato acquistò le azioni di una miniera d’oro in Canada, che risultò poi essere solo nella fantasia dell’imbroglione che gliela aveva venduta. Trovatosi di punto in bianco sprovvisto di denaro, ma con la volontà di riuscire a qualunque costo a farsi strada, Marchioni si diede da fare per trovare il modo dì produrre qualche cosa di meglio dei piattini per sorbire il gelato. Riuscito a portare a grado dì perfezione i suoi esperimenti, iniziò la produzione di certe coppe commestibili fatte con pasta dolce iniettata ed a forma di cono. La sua fama venne ribadita, al momento della morte (28 luglio 1954) dal New York Herald Tribune con un articolo a lui dedicato che riportava: “ Italo Marchiony di ottantasei anni, ideatore del cono gelato e produttore di canditi, è morto ieri nella sua abitazione al 332 Adolpfus Ave” . A Vodo di Cadore qualche anno fa, a ricordo dell’illustre concittadino è stata realizzata una scultura di un cono in ferro battuto. Recentemente, all’ingresso del paese, è stata posta anche una cartellonistica che ricorda Italo Marchioni. Al di la di tutto questo, su chi abbia effettivamente inventato il cono gelato non ci sono certezze assolute in quanto diversi autori riportano casi in cui questo tipo di “contenitore” sembra venisse utilzzato anche molti anni prima. In ogni caso il brevetto di Italo Marchioni rimane un punto fermo e certo. 9


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Lucia nacque a Siracusa nell'anno 281 da nobilissima e ricchissima famiglia. Rimasta orfana di padre sll'età di cinque anni venne educata nella religione cristiana dalla pia e saggia Eutichia, sua madre. Fatta grandicella e accesa di puro amore di Dio, decise all'insaputa della madre di mantenere perpetua verginità. Ignorando questo segreto la buona Eutichia, come allora usavasi universalmente, non tardò d interessarsi per trovare alla figliuola uno sposo che convenisse. Era questi un giovane nobile, ricco e di uone qualità, però non cristiano. Lucia si turbò: ma non volendo manifestare il suo segreto alla madre, cercò pretesti per tramandare le nozze; ed intanto confidava nella preghiera e nella grazia. Ed ecco quanto avvenne: Eutichia fu presa da una grave malattia, per cui non bastando né medici nè medicine, pér consiglio di Lucia, mamma e figlia decisero di portarsi in pellegrinaggio a Catania, alla tomba di S. Agata, per ottenere la guarigione. Giunte a Catania, e prostratesi in preghiera presso quelle sacre reliquie, Agata fece intendere a Lucia di rimanere fedele al voto fatto e di contenere, se necessario, anche il martirio per amor di Gesù. La madre ottenne la guarigione, ma una grazia maggiore ebbe Lucia: il suo avvenire era irrevocabilmente deciso. Tornate a Siracusa, Lucia si confidò con la madre ed ottenne che la lasciasse libera nella scelta del suo stato. Il pretendente deluso, montò subito sulle furie e giurò vendetta, appena seppe che il rifiuto di Lucia proveniva dal fatto di essere cristiana. Si presentò quindi al proconsole romano Pascasio e accusò la giovane come seguace della religione cristiana e perciò ribelle agli dèi ed a Cesare. Tradotta davanti al proconsole, si svolse un dialogo drammatico, nel quale rifulsero la fermezza e costanza della martire. Neppur la forza valse a smuoverla, poiché Gesù rese impotenti i suoi nemici. Fu martirizzata il 13 dicembre del 304. La festa cade in prossimità del solstizio d'inverno (da cui il detto "santa Lucia il giorno più corto che ci sia"). La salma fu posta nelle Catacombe, dove sei anni dopo sorse un maestoso tempio a lei dedicato. Si dice che a S. Lucia venissero cavati gli occhi e che le fossero immediatamente restituiti dal Signore. Per questa ragione e per lo stesso suo nome che significa Luce, essa è invocata come protettrice degli occhi.

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Questo mondo ne porta un altro nel grembo

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nizio del Vangelo di Gesù. Sembra quasi un’annotazione pratica, un semplice titolo esterno al racconto. Ma leggiamo meglio: inizio di Vangelo, di una bella, lieta, gioiosa notizia. Ciò che fa cominciare e ricominciare a vivere e a progettare è sempre una buona notizia, un presagio di gioia, una speranza intravista. Inizio del Vangelo che è Gesù. La bella notizia è una persona, un Dio che fiorisce sulla nostra terra: «Il tuo nome è: Colui-che fiorisce-sotto-il-sole» (D.M. Turoldo). Ma fioriscono lungo i nostri giorni anche altri vangeli, pur se piccoli; altre buone notizie fanno ripartire la vita: la bontà delle creature, chi mi vive accanto, i sogni condivisi, la bellezza seminata nel mondo, «la tenerezza che trova misteri dove gli altri vedono problemi» (L. Candiani). E se qualcosa di cattivo o doloroso è accaduto, buona notizia diventa il perdono, che lava via le ombre dagli angoli oscuri del cuore.

IL GIORNO DEL SIGNORE

Viene dopo di me uno più forte di me. Gesù è forte, non perché “onnipotente” ma perché “onni-amante”; forte al punto di dare la propria vita; più forte perché è l’unico che parla al cuore. E chiama tutti a essere “più forti”, come lo sono i profeti, a essere voce che grida, essere gente che esprime, con passione, la propria duplice passione per Cristo e per l’uomo, inscindibilmente. La passione rende forte la vita. Giovanni non dice: verrà un giorno, o sta per venire tra poco, e sarebbe già una cosa grande. Ma semplice, diretto, sicuro dice: viene. Giorno per giorno, continuamente, ancora adesso, Dio viene. Anche se non lo vedi e non ti accorgi di lui, Dio è in cammino. L’infinito è all’angolo di ogni strada. C’è chi sa vedere i cieli riflessi in una goccia di rugiada, Giovanni sa vedere il cammino di Dio, pastore di costellazioni, nella polvere delle nostre strade. E ci scuote, ci apre gli occhi, insinua in noi il sospetto che qualcosa di determinante stia accadendo, qualcosa di vitale, e rischiamo di perderlo: Dio che si incarna, che instancabilmente si fa lievito e sale e luce di questa nostra terra. Il Vangelo ci insegna a leggere la storia come grembo di futuro, a non fermarci all’oggi: questo mondo porta un altro mondo nel grembo. La presenza del Signore non si è dissolta. Anzi, il mondo è più vicino a Dio oggi di ieri. Lo attestano mille segni: la coscienza crescente dei diritti dell’uomo, il movimento epocale del femminile, il rispetto e la cura per i disabili, l’amore per madre terra… La buona notizia è che la nostra storia è gravida di futuro buono per il mondo, gravida di luce, e Dio è sempre più vicino, vicino come il respiro, vicino come il cuore. Tu sei qui, e io accarezzo la vita perché profuma di Te. Padre Ermes Ronchi

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Pietro Roffi è un musicista dal grande talento. Basti pensare che è laureato al Conservatorio di Santa Cecilia con lode e menzione e che già, a soli 25anni, ha suonato praticamente in tutto il mondo. Ma non è solo questo che rende Pietro un musicista talentuoso e alquanto particolare; è soprattutto il suo strumento a renderlo unico nell’ambiente ·

Pietro, raccontaci cosa suoni, ma soprattutto perché.

Suono la fisarmonica o, meglio, la fisarmonica classica. 226 bottoni in totale, 15 chili, un’estensione oserei dire infinita, una gamma di colori davvero sorprendente e, soprattutto, un mantice che gelosamente definisco «cuore pulsante» dello strumento, un respiro che va insieme a quello dell’esecutore e che scandisce le emozioni del pubblico. È uno strumento che mi permette di affrontare un repertorio che va dalla musica barocca fino alla musica contemporanea, scritta e pensata proprio per questo strumento e quando la gente mi chiede perché proprio la fisarmonica io rispondo sempre che non avrei potuto suonare uno strumento diverso: questione di destino. ·

Fai parte di un “mondo musicale” molto diverso e sicuramente molto più concreto rispetto a quello super affollato dei musicisti emergenti, dei turnisti, degli autodidatti, degli indipendenti, etc…il tuo talento è il tuo lavoro. Ecco, com’è essere un musicista del tuo livello? Ad oggi, essere un fisarmonicista è per me un grosso vanto. Quando ho iniziato a proporre i miei recital avevo davvero pochissima esperienza e posso dire di aver beccato dei «no!» molto secchi e antipatici, soprattutto da quel mondo musicale antiquato e altezzosamente conservatore. Provenendo da una famiglia modesta tutto ciò che ho creato proviene direttamente dalla creatività e potrei dire che Pietro Roffi, oggi, è un ragazzo di 23 anni che passa le giornate a vivere di musica e a praticare fantasia. Sempre armato di umiltà e della giusta dose di senso pratico e audacia, invento ogni ora dei nuovi concetti da appli12


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care non solo ai pezzi che studio ma anche al mestiere che faccio. Sono solito appuntarmi di tutto: da un pp (pianissimo) su un passaggio di una sonata mentre sono in metro, fino alle idee di collaborazione più insolite e che potrebbero passarmi di mente. La mia priorità, sia nell’arte della musica che in quella del mestiere di musicista, non è stata mai quella di essere il classico – presunto – concertista che guarda al passato in cerca di vecchi modelli oramai non più funzionanti, ma quello di essere un musicista giovane, aperto e dinamico che cerca invece di guardare verso il futuro per servire al pubblico idee nuove e stimolanti. Non possiamo permetterci di dire cose già dette, ma come artisti abbiamo il dovere di esprimere qualcosa di unico e personale. ·

Quando hai iniziato la tua attività concertistica, e in cosa consiste. La mia carriera concertista è iniziata nel 2011 e finora conto quasi cento recital in molti paesi del mondo. Nel mio modo di vedere le cose il concerto corrisponde con la parola “missione”; nel corso degli ultimi anni ho avuto modo di esibirmi in Europa, in Asia, in Sud America e i miei recital non sono mai stati, e mai lo saranno, una sola esibizione delle mie capacità di esecutore e del mio modo di vivere la musica, ma anche una forte volontà di far capire che la fisarmonica non è solo musica popolare (ambito in cui nasce e che, peraltro, amo), ma altresì possibilità di eseguire e interpretare opere che hanno fatto la storia della musica colta.

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È molto affascinante vederti ed ascoltarti suonare. Riesci a rendere la tua fisarmonica una sorta di porta temporale evocativa. Personalmente ho la convinzione che la musica, e l’arte in generale, compia il suo percorso quando interagisce con lo spettatore. Cosa lasci tu nelle tue performance e cosa cerchi in cambio da chi ti ascolta. Personalmente non cerco nulla in cambio dal pubblico, al massimo raccolgo i frutti di quello che invece voglio lasciare. Ciò che incondizionatamente offro al pubblico è quello che giorno dopo giorno costruisco sulla base della mia esperienza di vita. Così, quando sento degli strimpellatori (che dilettanti è dir poco) far coincidere la vita stessa con la musica penso davvero che debbano cambiare mestiere: la musica è solo una parte della vita, e vive grazie ad essa. Posso dire con certezza che non c’è nulla di più bello che una passeggiata al lago e che senza la musica la vita sarebbe sì meno bella, ma non di certo un errore! Ecco perché le mie esibizioni non hanno la pretesa di cambiare il mondo ma, semmai, solo quella di migliorare anche di poco la giornata di una persona. Un aspetto che mi appartiene più di ogni altro è quello di fare «Arte per l’Arte».

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SEGNO DELLA CROCE C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE ATTO PENITENZIALE C. L'Avvento è un cammino verso il Natale, cioè verso Cristo. Siamo alla seconda tappa. Incontrare Cristo a breve scadenza nel Natale, a lunga scadenza al termine del cammino terreno: questo il senso del nostro cammino e della nostra vita. Chiediamo perdono per le nostre deviazioni. Breve pausa di riflessione personale Signore, se spesso ci lasciamo assorbire unicamente dalle cose della terra, abbi pietà di noi. Signore, pietà. Cristo, se ci è accaduto di sopravvalutare il successo e il de-naro, abbi pietà di noi. Cristo, pietà. Signore, se troppo poco pensiamo ai nostri fratelli, abbi pie-tà di noi. Signore, pietà. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. COLLETTA C. O Dio, Padre di ogni consolazione, che agli uomini pellegrini nel tempo hai promesso terra e cieli nuovi, parla oggi al cuore del tuo popolo, perché, in purezza di fede e santità di vita possa camminare verso il giorno in cui manifesterai pienamente la gloria del tuo nome. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dal libro del profeta Isaìa «Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio –. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il

doppio per tutti i suoi peccati». Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato». Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

R. Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza. Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annuncia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli. Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme, perché la sua gloria abiti la nostra terra. R/. Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno. Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo. R/. Certo, il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto; giustizia camminerà davanti a lui: i suoi passi tracceranno il cammino. R/.

la terra, con tutte le sue opere, sarà distrutta. Dato che tutte queste cose dovranno finire in questo modo, quale deve essere la vostra vita nella santità della condotta e nelle preghiere, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli in fiamme si dissolveranno e gli elementi incendiati fonderanno! Noi infatti, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia. Perciò, carissimi, nell’attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio

Canto al Vangelo

ALLELUIA Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! ALLELUIA C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo MARCO A. Gloria a te o Signore

VANGELO

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni Seconda Lettura era vestito di peli Dalla seconda lettera di san Pietro di cammello, con apostolo una cintura di pelUna cosa non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore le attorno ai fianchi, e mangiava un solo giorno è come mille anni e cavallette e miele selvatico. E promille anni come un solo giorno. Il clamava: «Viene dopo di me colui Signore non ritarda nel compiere che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i la sua promessa, anche se alcuni lacci dei suoi sandali. Io vi ho batparlano di lentezza. Egli invece è tezzato con acqua, ma egli vi batmagnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda, ma che tezzerà in Spirito Santo». Parola del Signore. tutti abbiano modo di pentirsi. Il Lode a te, o Cristo. giorno del Signore verrà come un A. OMELIA ( seduti) ladro; allora i cieli spariranno in un (C R E D O) grande boato, gli elementi, consumati dal calore, si dissolveranno e


Adeste 50/2017 anno 6° Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

PREGHIERA DEI FEDELI C. Preghiamo il Padre perché, sull'esempio di Giovanni il Battista, sappiamo preparare la venuta del Signore Gesù nella nostra vita. Lo invochiamo dicendo: Aiutaci a preparare la strada del Signore! 1. Per la Chiesa: come Giovanni sappia annunciare a tutti la Parola di Dio che chiama alla conversione e all'austerità di vita, preghiamo. 2. Per tutti coloro che hanno responsabilità nella società: promuovano il bene comune, nel rispetto di ogni uomo, preghiamo. 3. Per tutti i cristiani: riscoprano nella Parola di Dio la fonte della loro conversione e la luce che illumina il loro cammino, preghiamo. 4. Per ogni uomo: non si perda in cose effimere, ma sappia dare alla propria vita uno stile più austero, facendosi vicino a tanti uomini che portano la croce del disagio ogni giorno, preghiamo. 5. Per la nostra comunità: si riconosca strumento di Colui che viene a portare a tutti la salvezza, inventando segni nuovi di fratellanza e di solidarietà, preghiamo. C. O Dio, nostro Padre e pastore, che non vuoi che nessuno dei tuoi figli perisca, esaudisci le preghiere del tuo popolo. Concedi ai

tuoi figli il dono di una trasparente testimonianza della buona notizia della tua venuta nel mondo. Per Cristo nostro Signore. C. A. Amen LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Ti siano gradite, Signore, le nostre umili offerte e preghiere; all'estrema povertà dei nostri meriti supplisca l'aiuto della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. RendiamograziealSignorenostroDio. A. E’ cosa buona e giusta È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, Per Cristo nostro Signore. Al suo primo avvento nell'umiltà della nostra natura umana egli portò a compimento la promessa antica, e ci aprì la via dell'eterna salvezza. Verrà di nuovo nello splendore della gloria e ci chiamerà a possedere il regno promesso che ora osiamo sperare vigilanti nell'attesa. E noi, uniti agli Angeli e alla moltitudine dei Cori celesti, cantiamo con gioia l'inno della tua lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli. C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPO LAPREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli.

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A.

Amen C.A. P A D R E NO S T R O Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà,come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C. O Dio, che in questo sacramento ci hai nutriti con il pane della vita, insegnaci a valutare con sapienza i beni della terra, nella continua ricerca dei beni del cielo. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipoten te, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: anda te in pace. A. Rendiamo grazie a Dio


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