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Guardiamo al primo Natale della storia per scoprire i gusti di Dio” ha detto Papa Francesco che fu “ pieno di sorprese”. E noi dobbiamo essere pronti alle sorprese. Da Maria a Giuseppe che vedono arrivare un figlio inatteso che sconvolge le loro vite. “Ma è nella notte di Natale che arriva la sorpresa più grande: l’Altissimo è un piccolo bimbo. La Parola divina è un infante, che letteralmente significa “incapace di parlare” spiega il Papa. Quindi “Natale è celebrare l’inedito di Dio, o meglio, un Dio inedito, che ribalta le nostre logiche e le nostre attese. Fare Natale, allora, è accogliere in terra le sorprese del Cielo”. Natale “inaugura un’epoca nuova, dove la vita non si programma, ma si dona; dove non si vive più per sé, in base ai propri gusti, ma per Dio; e con Dio, perché da Natale Dio è il Dio-con-noi”. E, dice il Papa “ il Natale di Gesù non offre rassicuranti tepori da caminetto, ma il brivido divino che scuote la storia. Natale è la rivincita dell’umiltà sull’arroganza, della semplicità sull’abbondanza, del silenzio sul baccano, della preghiera sul “mio tempo”, di Dio sul mio io”. Ecco allora che fare Natale è scendere verso chi ha bisogno, fidarsi docili di Dio, realizzare quello che Dio vuole come fanno Gesù, Maria e Giuseppe. “Natale è preferire la voce silenziosa di Dio ai frastuoni del consumismo. Se sapremo stare in silenzio davanti al presepe, Natale sarà anche per noi una sorpresa, non una cosa già vista”. Prenditi un po' di tempo per stare in silenzio davanti al presepe, e vedrai e sentirai la sorpresa, dice il Papa. Attenzione alla però, dice il Papa “non mondanizziamo il Natale! Non mettiamo da parte il Festeggiato”. Perché “in questi giorni si corre, forse come mai durante l’anno. Ma così si fa l’opposto di quel che Gesù vuole”. E allora “sarà Natale se, come Giuseppe, daremo spazio al silenzio; se, come Maria, diremo “eccomi” a Dio; se, come Gesù, saremo vicini a chi è solo; se, come i pastori, usciremo dai nostri recinti per stare con Gesù”. E il Papa conclude: “non sarà Natale se cercheremo i bagliori luccicanti del mondo, se ci riempiremo di regali, pranzi e cene ma non aiuteremo almeno un povero, che assomiglia a Dio, perché a Natale Dio è venuto povero. Cari fratelli e sorelle, buon Natale, ricco delle sorprese di Gesù! Potranno sembrare sorprese scomode, ma sono i gusti di Dio. Se li sposeremo, faremo a noi stessi una splendida sorpresa”. Lasciamoci sorprendere da Gesù in questo Natale dice Fracesco.
C
ome vivere il Natale in modo giusto, cioè cristiano? Un aiuto ci viene da Yoannis Lazhi Gaid, segretario particolare di papa Francesco festa del Natale è stata inserita nel
calendario cristiano nel 354 d.C., con l’imperatore Costantino. Nei primi secoli i cristiani festeggiavano solo la festa di Pasqua, che veniva chiamata “Giorno del Sole” perché ricordava la resurrezione di Cristo. A Roma il 25 dicembre era il giorno della festa del solstizio d’inverno e dell’approssimarsi della primavera. Era una festa caratterizzata da un’incontenibile gioia perché il sole ricominciava a splendere. I cristiani battezzarono questa festa pagana per la fede in Gesù “Sole di Giustizia” venuto a visitarci dall’alto, per illuminare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte (cfr. Gv 1). Il Natale è un punto di luce che ci riporta ai ricordi di affetto, di infanzia e di famiglia. Sul Natale ciascuno di noi ha tante storie da raccontare: regali, albero, presepe, luci, babbo natale, centri commerciali… Piazze, case, strade e vetrine illuminate ci richiamano e ce ne svelano l’importanza. Troppe sono le attività che si svolgono, le preparazioni, le corse, tanto da farci scordare il festeggiato: Gesù Cristo. L’Emmanuele, il Dio con noi, che ha diviso la storia in: a.C. e d.C. L’origine pagana della festa minaccia sempre la sconsacrazione del Natale, ed è proprio per questo che risulta importante ricordare e chiarire che il Natale significa “la nascita di Gesù”. Dunque augurandoci buon Natale ci auguriamo la “buona rinascita in Gesù”. 1- Preparati al Natale: il tempo di Avvento ci esorta a prepararci all’arrivo del Signore attraverso la vigilanza, la preghiera, la conversione e la carità. Prepararsi al Natale significa confessarsi, significa impegnarsi di più nella preghiera e nel compiere concretamente azioni di carità verso i bisognosi. 2- Prepara il presepe: Dio non nasce nei cuori chiusi o impietriti. Dio bussa e non entra mai se non Gli si apre dall’interno. Ecco perché il vero presepe di Gesù sta nel tuo cuore quando è piano di accoglienza, di perdono e di amore. “Preparatemi il presepe anche nella tua famiglia perché, per me, non esiste un presepe più bello di una famiglia raccolta nella preghiera, unita nell’amore, salda nella fedeltà, ove ciascuno vede nell’altro il mio volto”. 3- Onora mia madre e mio Padre: Maria e Giuseppe sono la mia famiglia. Onora mia madre che dall’alto della croce ti ho donato come madre. Onora Giuseppe che mi ha custodito e mi ha insegnato tanto, anche attraverso il suo eloquente e orante silenzio. Ricordati anche che la devozione vera che puoi offrire ai mei genitori è quella di onorare i tuoi genitori e i tuoi nonni, spe-
cialmente se sono anziani.
4- Lasciami un posto libero nel tuo tavolo: sii generoso e non nascondere la tua paura e avarizia dietro pregiudizi e false giustificazioni. Impara a vedermi in ogni affamato, assetato, nudo, carcerato e ammalato. Non rimandare dunque il bene che puoi fare a quel domani che non arriverà mai e non sentirti mai sazio se hai lasciato un tuo fratello senza pane. 5- Vivi il mio Natale con i tuoi: ferma la tua vita frenetica e riordina la piramide delle cose di valore nella tua vita. Non lasciarti divenire schiavo delle cose che periscono, del lavoro, oppure del superfluo. Trova il tempo per giocare con i tuoi bambini, di parlare con i tuoi, di uscire insieme ai tuoi. Sono nato al freddo ma il calore della mia famiglia mi ha salvato dal freddo e dal gelo che mi circondavano. Solo il calore della famiglia è in grado di scaldarci il cuore. 6- Riconciliati con gli altri: senza perdono non c’è Natale. È inutile addobbare la casa, il giardino e la strada con luci e alberi di Natale se il rancore e i risentimenti si sono impadroniti di te. Liberati dall’odio con l’amore; dal risentimento con il perdono; dall’avversità con la riconciliazione; dall’ostilità con l’amabilità. Guadagna di più chi concede il perdono rispetto a chi lo riceve. 7- Non vergognarti del mio Natale: non nominare il mio Natale invano, trasformandolo in una festa pagana. Impara da Giovanni il Battista ad essere una voce che grida nel deserto del mondo per preparare il mio arrivo. Non avere paura di dire che questa festa si chiama Natale e non babbo natale. Togliere il mio nome non indicherà mai il rispetto verso ai non credenti ma la vergogna dei credenti. Si parla tanto della mia nascita ma senza ricordarmi. Rimango senza parole nel notare la genialità di sfruttare commercialmente al massimo la mia festa senza nominarmi. Almeno tu non farlo. 8- Non fare regali impuri o inutili: la cultura del materialismo e del commercio ha trasformato il mio compleanno in infiniti pacchi di regali di ogni genere. Difronte alle infinite possibilità il regalo è diventato un peso per chi lo offre e per chi lo riceve. Quante cose inutili riempiono le nostre case e occupano posto per anni. Impara a fare bene i regali scegliendo la semplicità e non la firma, l’utilità e non il prezzo. Liberati anche del superfluo e condividi gli oggetti che non usi con coloro che ne hanno bisogno. “Alcuni suggerimenti per un regalo di Natale: Al tuo nemico, perdona; Al tuo avversario, offri tolleranza; A un amico, offri il tuo cuore; A un cliente, il tuo servizio; A tutti, dona la carità; A ogni bambino, rendi un buon esempio. A te stesso, offri rispetto” (Oren Arnold). 9- Ricordati di santificare la vigilia e il giorno della mia Nascita: fa male vedere i credenti affannati e agitati nel preparare la cena della vigilia di Natale e altrettanto disinteressati a trovare il tempo per santificare il mio arrivo nel mondo. Sento di doverti ricordare: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta» (Lc 10, 41 – 42).
10- Ricordati degli anziani: il Natale è tempo di gioia ma è anche tempo di memoria e la memoria diventa una frusta sulla schiena della persona che, dopo una lunga vita, si trova sola, abbandonata e dimenticata perfino dai propri figli. Impegnati, dunque, nel donare loro il calore che ti avevano dato in abbondanza quando ne avevi bisogni. Regalagli anche una telefonata o una breve visita, sarà il regalo più bello che puoi donarmi. Apri il tuo cuore alla vera luce: la luce che può illuminare e trasformarci, se nasce dentro di noi; la luce del bene che vince il male; la luce dell’amore che supera l’odio; la luce della vita che sconfigge la morte. In realtà ti sto chiedendo di trasformare il mio Natale nel tuo natale a una vita generosa e fruttuosa. Ecco perché anche io ti auguro un Buon Natale!
Capitale dei presepi e delle Natività si trova in Val di Sole, nel Trentino Alto Adige. Si chiama Ossana, ed è un borgo di 800 abitanti, che ospita 1400 presepi! Ci sono le teche stipate di piccolissime natività, le capanne di legno con bue e asinello costruite nei giardini e nei parchi del paese e i presepe che fanno da suggestiva scenografia ai concerti: presepi ovunque fino al 6 gennaio.
Dalla Grande Guerra alla tragedia aerea L’esperienza è affascinante. Ogni opera ha la sua particolarità e andarne alla scoperta ha sia valore culturale, sia emotivo. Tra le centinaia di rappresentazioni alcune hanno grande valore artistico per il pregio della fattura e i materiali usati, altri importanza storica perché rappresentano le tradizioni locali o gli aspetti sociali del passato. C’è, per esempio, un presepe dedicato alla Grande Guerra(conclusasi esattamente cento anni fa) che racconta un episodio di “pace separata” avvenuto nella notte di Natale; il presepe contenuto in una residenza storica di Ossana (Mas dei Voltolini) realizzato due anni fa in occasione dei 60 anni della tragedia aerea sul monte Giner a quota 2600 metri, avvenuta il 22 dicembre 1956, e la collezione di presepi contenuta nella quattrocentesca Casa degli Affreschi.
Dal Venezuela Ad arricchire la già variegata collezione di presepe sono infatti arrivate 100 opere dal Venezuela, per le quali il Comune trentino ha organizzato una spedizione per mettterli al sicuro dai disordini che stanno sconvolgendo lo stato sudamericano. I presepe venezuelani saranno esposti nelle vie più suggestive del paese e nel Castello di San Michele, dove saranno allestiti anche i classici mercatini e a una avveniristica slitta che, grazie alla realtà virtuale, fa ripercorrere il viaggio di Babbo Natale (La Repubblica, 29 novembre).
L’Elfoslitta Novità dell’edizione 2018, una Elfoslitta in legno che aspetta i visitatori, nella Casa di Babbo Natale. «Grazie a occhiali magici che immergono nella realtà virtuale, chi si siederà sulla slitta potrà vivere l’emozione del viaggio che tutti gli anni Babbo Natale, gli elfi e le renne compiono per arrivare fino ad Ossana a consegnare i regali», spiega il sindaco Luciano Dell’Eva (AdnKronos, 18 novembre). >ALETEIA<
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donna di 32 anni ha perso il portafogli con 150 euro nei pressi di un distributore automatico di benzina a Binasco (Milano). Quando se ne accorge, la mattina successiva, è convinta di non avere alcuna possibilità di ritrovarlo e si prepara a seguire l'iter della denuncia. Ma non fa in tempo perché i carabinieri della stazione di Binasco le dicono che il portafogli è stato riconsegnato da una prostituta albanese di 22 anni che esercita lungo quella strada provinciale. Oltre ai documenti c'erano tutti i contanti e basterebbe questo per trasformare la vicenda in una storia di Natale. Invece la sera successiva la 32enne ha deciso di andare a ringraziare la ragazza, che si è schermita dicendo di aver fatto solo il proprio dovere. "Non ho scelto di fare questo lavoro, sono costretta a stare in strada. Quando ho visto il portafogli l'ho raccolto di nascosto - ha detto la 22enne alla proprietaria - Avevo paura che qualcuno mi vedesse e mi aggredisse per prendermi i soldi e buttare i documenti. Volevo che venisse restituito così com'era". La sera successiva la 32enne è tornata per portare un regalo alla ragazza, la quale a sua volta le ha fatto una sola richiesta: "Passa a trovarmi ancora prima di Natale, voglio farti anche io un regalo". (Huff Post) gesto nobile, e che al giorno d'oggi non siamo più HA TROVATO UNA abituati a sentire e a raccontare. La vicenda è avvenuta BORSA PIENA DI SOLDI E a Crema, in provincia di Cremona, dove un uomo di 30 HA DECISO DI RESTITUIRLA anni è il protagonista di questa storia, che ha restituito 1750 euro in contanti alla legittima proprietaria. La proprietaria della borsa, una signora di 68 anni, aveva appena ritirato la somma dalla banca per fare fronte ai regali di Natale: caricato il denaro nella borsa, la donna l'ha assicurata nel cestello posteriore della sua bicicletta. Ma durante il tragitto verso casa la signora ha perso il prezioso carico: inutili i tentativi della anziana di ripercorrere il tragitto, la borsa non c'era. Fortunatamente però la signora è stata contattata poco dopo dai Carabinieri, che avevano ricevuto la borsa dall'uomo, e hanno provveduto alla riconsegna: il trentenne ha rifiutato la ricompensa offertagli dalla signora - il 10% della somma - ma ha accettato di buon grato un bel panettone. ( Il Gazzettino.it)
senzatetto ha vinto 2.700 euro e ha deciso di investirli per regalare ai suoi amici clochardun pranzo di lusso a base di tartufo. Potrebbe sembrare una bella favola di Natale e invece è tutto vero: è accaduto a Rimini, dove il 74enne Zelindo Fedrighetti ha usato la sua vincita per offrire un momento di gioia agli ospiti della comunità Capanna di Betlemme. La cospicua vincita di Zelindo, come spiegato in un'intervista al Resto del Carlino, è frutto di una scommessa calcistica. «Erano più partite e le ho azzeccate tutte. C'erano delle squadre italiane e straniere, un po' le conosco e sono riuscito a vincere. Ma non è facile, il più delle volte si perde». Una parte della somma è stata usata da Zelindo per fare la spesa da offrire a 50 amici: ha comprato un chilo di tartufo, sei chili di tagliolini e straccetti di vitello. « Comunque mi hanno fatto un buon prezzo. Un tempo commerciavo in tartufi», ha spiegato il senzatetto rivelando un dettaglio sulla sua vita precedente: non è stato sempre un uomo di strada, ma dieci anni fa ha scelto di rinunciare a tutto. (Il Messaggero)
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” a promuovere una “buona politica” che ricorda le virtù di questa particolare “forma eminente di carità” e non manca di denunciarne i vizi, la corruzione in primis ma anche la xenofobia e il razzismo. Per il Pontefice la politica è “un veicolo fondamentale per costruire la cittadinanza e le opere dell’uomo”, ma “quando, da coloro che la esercitano, non è vissuta come servizio alla collettività umana, può diventare strumento di oppressione, di emarginazione e persino di distruzione”. E le “beatitudini del politico”, sono quelle proposte dal compianto cardinale vietnamita François-Xavier Nguyễn Vãn Thuận, morto nel 2002, “fedele testimone del Vangelo”. E cioè: “Beato il politico che ha un’alta consapevolezza e una profonda coscienza del suo ruolo. Beato il politico la cui persona rispecchia la credibilità. Beato il politico che lavora per il bene comune e non per il proprio interesse. Beato il politico che si mantiene fedelmente coerente. Beato il politico che realizza l’unità. Beato il politico che è impegnato nella realizzazione di un cambiamento radicale. Beato il politico che sa ascoltare. Beato il politico che non ha paura”. La buona politica così “è al servizio della pace; essa rispetta e promuove i diritti umani fondamentali, che sono ugualmente doveri reciproci, affinché tra le generazioni presenti e quelle future si tessa un legame di fiducia e di riconoscenza”. Ma la politica, denuncia Papa Francesco, ha i suoi vizi propri, che tolgono “credibilità” e “autorevolezza”. “Questi vizi, che indeboliscono l’ideale di un’autentica democrazia - sottolinea il Pontefice - sono la vergogna della vita pubblica e mettono in pericolo la pace sociale: la corruzione – nelle sue molteplici forme di appropriazione indebita dei beni pubblici o di strumentalizzazione delle persone –, la negazione del diritto, il non rispetto delle regole comunitarie, l’arricchimento illegale, la giustificazione del potere mediante la forza o col pretesto arbitrario della 'ragion di Stato', la tendenza a perpetuarsi nel potere, la xenofobia e il razzismo, il rifiuto di prendersi cura della Terra, lo sfruttamento illimitato delle risorse naturali in ragione del profitto immediato, il disprezzo di coloro che sono stati costretti all’esilio”. Per il successore di Pietro la "buona politica", poi, “promuove la partecipazione dei giovani e la fiducia nell’altro”. Infatti “quando l’esercizio del potere politico mira unicamente a salvaguardare gli interessi di taluni individui privilegiati, l’avvenire è compromesso e i giovani possono essere tentati dalla sfiducia, perché condannati a restare ai margini della società, senza possibilità di partecipare a un progetto per il futuro”. Così “ognuno può apportare la propria pietra alla costruzione della casa comune”. E questo vale soprattutto nei tempi odierni, caratterizzati da “un clima di sfiducia che si radica nella paura dell’altro o dell’estraneo, nell’ansia di perdere i propri vantaggi”, e si manifesta “purtroppo anche a livello politico, attraverso atteggiamenti di chiusura o nazionalismi che mettono in discussione quella
fraternità di cui il nostro mondo globalizzato ha tanto bisogno”. Ecco quindi, rimarca il vescovo di Roma, che “oggi più che mai, le nostre società necessitano di 'artigiani della pace' che possano essere messaggeri e testimoni autentici di Dio Padre che vuole il bene e la felicità della famiglia umana”. Papa Francesco ribadisce il “No alla guerra e alla strategia della paura” e riafferma che “l’escalation in termini di intimidazione, così come la proliferazione incontrollata delle armi sono contrarie alla morale e alla ricerca di una vera concordia”. Non solo. Sottolinea che “il terrore esercitato sulle persone più vulnerabili contribuisce all’esilio di intere popolazioni nella ricerca di una terra di pace”. E afferma in modo chiaro e tondo che “non sono sostenibili i discorsi politici che tendono ad accusare i migranti di tutti i mali e a privare i poveri della speranza”. “Va invece ribadito – puntualizza inoltre Papa Francesco - che la pace si basa sul rispetto di ogni persona, qualunque sia la sua storia, sul rispetto del diritto e del bene comune, del creato che ci è stato affidato e della ricchezza morale trasmessa dalle generazioni passate”. Il pensiero del Pontefice va poi “in modo particolare ai bambini che vivono nelle attuali zone di conflitto, e a tutti coloro che si impegnano affinché le loro vite e i loro diritti siano protetti”. E al settantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, ricordando in proposito l’osservazione di San Giovanni XXIII nella Pacem in Terris. E cioè: «Quando negli esseri umani affiora la coscienza dei loro diritti, in quella coscienza non può non sorgere l’avvertimento dei rispettivi doveri: nei soggetti che ne sono titolari, del dovere di far valere i diritti come esigenza ed espressione della loro dignità; e in tutti gli altri esseri umani, del dovere di riconoscere gli stessi diritti e di rispettarli». La pace, conclude il Pontefice, “è frutto di un grande progetto politico che si fonda sulla responsabilità reciproca e sull’interdipendenza degli esseri umani”. Ma è anche “una sfida che chiede di essere accolta giorno dopo giorno”. La pace insomma “è una conversione del cuore e dell’anima, ed è facile riconoscere tre dimensioni in dissociabili di questa pace interiore e comunitaria”.
La prima di queste tre dimensioni è “la pace con sé stessi, rifiutando l’intransigenza, la collera e l’impazienza e, come consigliava San Francesco di Sales, esercitando 'un po’ di dolcezza verso sé stessi', per offrire 'un po’ di dolcezza agli altri'”. La seconda è “la pace con l’altro: il familiare, l’amico, lo straniero, il povero, il sofferente...”. La terza infine è “la pace con il creato, riscoprendo la grandezza del dono di Dio e la parte di responsabilità che spetta a ciascuno di noi, come abitante del mondo, cittadino e attore dell’avvenire”.(AVVENIRE)
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ITALIANI NEL MONDO
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Primo censimento in Italia: Nella notte tra il 31 dicembre 1861 e il 1° gennaio 1862, a nove mesi dalla nascita del Regno d'Italia, gli italiani provarono a contarsi e a tracciare la prima radiografia della popolazione, suddivisa per sesso, età e stato civile. Promotore dell'iniziativa fu il ministro dell'agricoltura, Filippo Cordova, che in una relazione ne sottolineò l'urgenza, visto che in molte zone del paese non si registrava un'attività di censimento da oltre trent'anni. I dati raccolti dal Censimento generale della popolazione e delle abitazioni consegnarono un quadro che appare lontano anni luce dall'Italia recente. Residenti 22.182.377 (che salivano a circa 26 milioni, considerando le zone non ancora annesse), con un 51% di maschi. L'età media era di 27 anni, mentre la percentuale degli ultrasettantenni era ridottissima. Una popolazione, di gran lunga, più giovane di quella attuale, con un alto tasso di natalità (i bambini con meno di 10 anni rappresentavano il 24% del totale) e nuclei familiari numerosi (con 4 componenti in media). Nell'ordine, Napoli (447mila circa), Torino (204mila) e Milano (196mila) erano le città con il maggior numero di abitanti. Il dato più allarmante era legato al livello di analfabetismo: il 78% degli italiani non era in grado di leggere e scrivere, con picchi del 90% in Calabria, Sicilia e Sardegna. Registrato per legge ogni dieci anni, il censimento venne affidato dal 1926 all'Istituto nazionale di statistica (ISTAT). L'ultimo, completato nel 2011 (il primo a permettere la compilazione del questionario via web sul sito dell'Istat), ha interessato una popolazione residente di 59.433.744.
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utto nacque con una musica, il famoso canto di Natale Stille Nacht, che in italiano sarebbe Astro del Ciel. Siamo in piena Prima Guerra Mondiale e i soldati tedeschi in trincea espongono i primi alberi di Natale, la notte della Vigilia, una notte speciale per milioni di famiglie, dove tutto può succedere. Dall’altra parte del filo spinato si trovano i militari inglesi, che odono le canzoni cantate dai loro rivali. Le ascoltano e non possono fare altro che commuoversi. Da un reticolato all’altro, incredibilmente, iniziano a scambiarsi non pallottole ma auguri di Nata-
le. Questo famoso episodio è stato soprannominato la Tregua di Natale. La Prima Guerra Mondiale era cominciata da 5 mesi, il tempo che basta per seppellire già un milione di morti. il 7 dicembre 1914, il Papa Benedetto XV avanzò la proposta di sottoscrivere una tregua natalizia tra i governi belligeranti, chiedendo che “i cannoni possano tacere almeno nella notte in cui gli angeli cantano”, richiesta che tuttavia fu ufficialmente respinta. Sul fronte Occidentale, il Belgio, allora invaso dalla Germania, è diventato un vero e proprio campo di battaglia. E’ la famosa guerra di trincee, studiata da molti di noi sui libri di storia, dove migliaia di uomini erano stipati come topi in questi lunghi buchi fatti nel terreno, da dove uscivano soltanto per farsi massacrare. Una guerra straziante, dove ogni centimetro conquistato valeva come una vittoria. Ma poi giunse quella notte, un miracolo, non c’è dubbio, dove per alcune ore regnò una pace assordante. Quella notte sembrava soltanto un lontano sogno, che la luce solare avrebbe presto dissipato. Ma invece no. L’iniziativa la prese un soldato britannico. A mani alzate, esce dalla trincea. In quei frangenti, le sentinelle nemiche ci avrebbero messo un secondo a piantare la pallottola in testa al soldato, ma ciò non accadde. Il soldato inglese però continuava ad avanzare, cosa lo muova è difficile dirlo. Molti altri suoi compagni seguirono i suoi passi, per ristabilire una pace momentanea in tempi di oscura guerra. E poi il miracolo: i sudditi del kaiser Guglielmo e del Re Giorgio di Inghilterra si ritrovarono fianco a fianco. Le testimonianze esistono, eccome: come quella del Capitano Hamilton, che descrive lo scambio di regali che avvenne quella mattina tra i due schieramenti. Tabacco, cioccolata, liquori ma soprattutto sorrisi. Gli ufficiali di ogni settore concordano 48 ore di tregua e subito la voce si sparge tra le trincee. Benché nessun accordo ufficiale tra i belligeranti fosse stato pattuito, nel corso del Natale del 1914 circa 100.000 soldati britannici e tedeschi furono coinvolti in un certo numero di tregue spontanee lungo i rispettivi settori di fronte nelle Fiandre. Tra gli zaini degli inglesi spunta improvvisamente fuori un pallone. In un attimo, porte fatte da cappotti fanno da scenario ad una vera e propria partita di calcio per la pace. Come dire, non uno contro l’altro ma uno insieme all’altro: i valori dello sport. “I tedeschi si sono fatti vedere, e, per farla breve, è finita che ci siamo incontrati a metà strada, per darci la mano e scambiare sigarette e piccole cose, e ci siamo salutati come migliori amici. Uno mi ha lasciato il suo indirizzo per scrivergli, dopo la guerra. Erano proprio dei bravi ragazzi, davvero. Immagino che possa sembrare una storia incredibile ma è andata proprio così. Sono certo che se la decisione stesse agli uomini, non ci sarebbe nessuna guerra.” Queste parole sono state scritte da un ragazzo di Gateshead a un amico e pubblicate sul Newcastle Daily Journal di giovedì 31 dicembre 1914.
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p. Ermes Ronchi
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tere altrui fino a quando colei che deve partorire partorirà; e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli di C. Nel nome del Padre e del Israele. Egli starà là e pascerà con Figlio e dello Spirito Santo. la forza del Signore, con la maestà A. Amen. del nome del Signore suo Dio. AbiC. La grazia del Signore nostro teranno sicuri, perché egli allora Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre sarà grande fino agli estremi confie la comunione dello Spirito Santo ni della terra e tale sarà la pace. siano con tutti voi. Parola di Dio. A. E con il tuo spirito. A. Rendiamo grazie a Dio. INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE SALMO RESPONSORIALE ATTO PENITENZIALE R. Fa' splendere il tuo volto C. Fratelli e sorelle, per celee salvaci, Signore. brare degnamente i santi misteri, Tu, pastore d'Israele, ascolta, assiriconosciamo i nostri peccati. so sui cherubini rifulgi. Risveglia la Breve pausa di riflessione personale tua potenza e vieni in nostro socConfesso a Dio onnipotente e a corso. R. voi, fratelli, che ho molto pecca- Dio degli eserciti, volgiti, guarda to in pensieri, parole, opere e dal cielo e vedi e visita questa viomissioni, per mia colpa, mia gna, proteggi il ceppo che la tua colpa, mia grandissima colpa. E destra ha piantato, il germoglio supplico la beata sempre vergi- che ti sei coltivato. R. ne Maria, gli angeli, i santi e Sia la tua mano sull'uomo della tua voi, fratelli, di pregare per me il destra, sul figlio dell'uomo che per Signore Dio nostro. te hai reso forte. Da te più non ci C. Dio Onnipotente abbia mise- allontaneremo, ci farai vivere e inricordia di noi, perdoni i nostri vocheremo il tuo nome. R. peccati e ci conduca alla vita eterSeconda Lettura na. Dalla lettera agli Ebrei A. Amen. Fratelli, entrando nel mondo, CriSignore, pietà. Signore, pietà. sto dice: «Tu non hai voluto né saCristo, pietà. Cristo, pietà. crificio né offerta, un corpo invece Signore, pietà. Signore, pietà. mi hai preparato. Non hai gradito ( Non Si dice il Gloria) né olocausti né sacrifici per il pecCOLLETTA cato. Allora ho detto: Ecco, io venO Dio, che hai scelto l'umile figlia go poiché di me sta scritto nel rotodi Israele per farne la tua dimora, lo del libro per fare, o Dio, la tua dona alla Chiesa una totale adesio- volontà». ne al tuo volere, perché, imitando Dopo aver detto: "Non hai voluto e l'obbedienza del Verbo, venuto nel non hai gradito né sacrifici né ofmondo per servire, esulti con Ma- ferte, né olocausti né sacrifici per il ria per la tua salvezza e si offra a te peccato", cose tutte che vengono in perenne cantico di lode. Per il offerte secondo la legge, soggiunnostro Signore Gesù Cristo, tuo ge: "Ecco, io vengo per fare la tua Figlio, che è Dio, e vive e regna volontà". Con ciò stesso egli abolicon te, nell'unità dello Spirito San- sce il primo sacrificio per stabilirto, per tutti i secoli dei secoli. ne uno nuovo. A. Amen (seduti) Ed è appunto per quella volontà LITURGIA DELLA PAROLA che noi siamo stati santificati, per mezzo dell'offerta del corpo di Ge Prima Lettura sù Cristo, fatta una volta per semDal libro del profeta Michèa Così dice il Signore: E tu, Betlem- pre. Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio me di Efrata così piccola per esse- A. Canto al Vangelo re fra i capoluoghi di Giuda, da te ALLELUIA. ALLELUIA mi uscirà colui che deve essere il Ecco la serva del Signore: dominatore in Israele; le sue origiavvenga per me secondo la tua pani sono dall'antichità, dai giorni più rola ALLELUIA. remoti. Perciò Dio li metterà in po-
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SALUTO
C. A. C. A.
Il Signore sia con voi E con il tuo spirito. Dal Vangelo secondo LUCA Gloria a te o Signore
VA N G E L O
quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore». Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva». Parola del Signore. A. Lode a te, o Cristo. OMELIA ( Seduti) CREDO Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spi-
rito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.
PREGHIERA DEI FEDELI
C. Come Elisabetta ci stupiamo ancora oggi per il bambino che Maria porta in grembo e ci facciamo testimoni di una gioia incontenibile. Preghiamo insieme e diciamo: Signore rendici degni della tua venuta. 1. Perché l’incontro tra di noi, come quello tra Maria ed Elisabetta, sia un’occasione di ricordarci che la via principale per capire la grandezza di Dio è la comunione coi nostri fratelli. Preghiamo. 2. Perché l’arrivo del Natale non ci colga impreparati, ma coscienti del dono che Dio ci fa, sicuramente il più grande che abbiamo mai ricevuto. Preghiamo. 3. Perché non ci colga la paura o la fatica di metterci in gioco in prima persona, ma i nostri impegni e i nostri sacrifici siano sempre degli atti d’amore. Preghiamo. 4. Perché siamo sempre capaci di ricordarci che, per quanto possa non essere come vorremmo, questa è la realtà in cui tu hai scelto di incarnarti. Preghiamo. C. O Padre, la tua scelta di farti uomo rimane per noi incomprensibile. Aiutaci, ciononostante, a essere testimoni di questo mistero nel mondo, agendo come autentici figli di Dio. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. A. Amen
LITURGIA EUCARISTICA
C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi)
A.
Amen.
dia vivremo sempre liberi dal pecPREGHIERA EUCARISTICA cato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata C. Il Signore sia con voi. speranza e venga il nostro salvatoA. E con il tuo spirito. re Gesù Cristo. C. In alto i nostri cuori. A. Tuo è il regno, tua la potenA. Sono rivolti al Signore. za e la gloria nei secoli C. RendiamograziealSignorenostroDio. R ITO DELLA PACE A. E’ cosa buona e giusta È veramente giusto rendere grazie C. Signore Gesu’ che hai detto ai a te, Padre santo, Dio onnipotente tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi ed eterno. Noi ti lodiamo, ti bene- do la mia pace” non guardare ai diciamo, ti glorifichiamo per il mi- nostri peccati ma alla fede della stero della Vergine Madre. Dall'an- tua Chiesa, e donale unità e pace tico avversario venne la rovina, dal secondo la tua volontà. Tu che vivi grembo verginale della figlia di e regni nei secoli dei secoli. Amen Sion è germinato colui che ci nutre A. con il pane degli angeli ed è scatu- C. La pace del Signore sia sempre rita per tutto il genere umano la con voi. salvezza e la pace. La grazia che A. E con il tuo spirito. Eva ci tolse ci è ridonata in Maria. C. Come figli del Dio della paIn lei, madre di tutti gli uomini, la ce, scambiatevi un gesto di comaternità, redenta dal peccato e munione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i pecdalla morte, si apre al dono della vita nuova. Dove abbondò la colpa, cati del mondo, abbi pietà di noi.(2 sovrabbonda la tua misericordia in VOLTE) Agnello di Dio, che togli i pecCristo nostro salvatore. E noi, cati del mondo, dona a noi la pace. nell'attesa della sua venuta, uniti C. Beati gli invitati alla cena del agli angeli e ai santi, proclamiamo Signore Ecco l’Agnello di Dio che tol'inno della tua lode:Santo, Santo, glie i peccati del mondo. Santo il Signore Dio dell'univer- A. O Signore, non sono degno so. I cieli e la terra sono pieni di partecipare alla tua mensa: della tua gloria. Osanna nell'alto ma di’ soltanto una parola e io dei cieli. Benedetto colui che sarò salvato. viene nel nome del Signore. DOPO LA COMUNIONE Osanna nell'alto dei cieli. C. O Dio, che ci hai dato il pe(In ginocchio) gno della vita eterna, ascolta la noC. Mistero della fede stra preghiera: quanto più si avviA. Annunciamo la tua morte, cina il gran giorno della nostra salSignore, proclamiamo la tua ri- vezza, tanto più cresca il nostro fersurrezione nell’attesa della tua vore, per celebrare degnamente il venuta. Natale del tuo Figlio. Egli vive e DOPOLA PREGHIERA EUCARISTICA regna nei secoli dei secoli. C. Per Cristo, con Cristo e in CriA. Amen sto, a te Dio, Padre onnipotente, C. Il Signore sia con voi. nell’unità dello Spirito Santo, ogni A. E con il tuo spirito. onore e gloria, per tutti i secoli dei C. Vi benedica Dio onnipotente secoli. Padre e Figlio e Spirito Santo A. Amen A. Amen. C. Obbedienti alla parola del C. Nel nome del Signore: andate Salvatore e formati al suo divino in pace. insegnamento, osiamo dire: A. Rendiamo grazie a Dio
PADRE NOSTRO
Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il Tuo nome venga il Tuo Regno sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri SULLE OFFERTE debitori e non ci indurre in tentaC. Accogli, o Dio, i doni che presentiamo all'altare, e consacrali zione ma liberaci dal male con la potenza del tuo Spirito, che C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorsantificò il grembo della Vergine ni, e con l'aiuto della tua misericorMaria. Per Cristo nostro Signore.