Adeste nr 23 domenica 03 giugno 2018c

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Le incredibili avventure di Emma Morosini, 94 anni, pellegrina da venti anni in giro per il mondo sempre e solo a piedi. lla fine, che faccio di così speciale?» chiede. Ride, quasi non capendo perché generi tanto stupore in chi la incontra. Un po' “speciale” lo è. Cappellino per difendersi dal sole, un gilet catarifrangente e un trolley legato su un carrello. Sta tutto qui il mondo che Emma si porta dietro nel suo peregrinare per luoghi sacri. Una vera donna avventura, che viaggia sempre sola. Ha macinato più di 34mila chilometri in 25 anni e ha visitato i principali santuari del mondo. Ogni anno riparte. Si mette in cammino. Senza satellitari di ultima generazione, ma affidandosi solo alla preghiera e alla Provvidenza. A 94 anni Emma Morosini, sospinta dalla fede, non ha alcuna intenzione di fermarsi. Trascina una piccola valigia su due ruote con il minimo indispensabile: il foglio di presentazione del parroco, un sacco a pelo, un cambio di biancheria, una macchina fotografica, l'acqua, il pane secco e il latte in polvere. Questa piccola grande donna cammina in risposta a una promessa fatta alla Madonna. Prima di entrare, nel 1992, in sala operatoria per una peritonite perforante fa il voto alla Vergine, in caso di guarigione, di andare a Lourdes: e così copre, la prima volta in bici, 1350 chilometri in 11 giorni. Da lì nasce la sua nuova missione: pregare per la pace nel mondo, raggiungendo ogni angolo della terra. Non è rimasta certamente una pia intenzione. In questi anni è stata in Russia, in Portogallo, in Francia, in Brasile, in Israele, in Messico, a Cuba, negli Stati Uniti e in Argentina. Proprio nella terra che ha dato i natali a Bergoglio è diventata un volto popolare - la «abuela peregrina» - quando, nel febbraio 2015, si è fatta nuovamente 1300 chilometri per andare, da San Miguel de Tucumán, al santuario di Luján dove c'è la Vergine patrona del Paese. Papa Francesco: «Ciao, campiona!» Tra i suoi ammiratori, occupa un posto privilegiato anche papa Francesco che in Piazza San Pietro ha salutato con un «Ciao campiona» questa esile donna di 42 kg. Se, inizialmente, riusciva a coprire anche una cinquantina di chilometri al giorno,

oggi si accontenta di farne venti e, se le pendenze lo consentono, anche trenta. Rigorosamente, però, dal lunedì al sabato. La domenica è dedicata al Signore. Indimenticabile il suo incontro con il Papa: «È il 25 maggio 2016, è passato un anno da quando ci siamo incontrati. Io sono appoggiata alla balaustra, la gente dietro preme, ma i miei quarantadue chili reggono alla grande (ah, quanto conta l'entusiasmo nella vita!). Il Papa cambia direzione, scende le scale del sagrato, sì, viene proprio verso questa vecchietta, con il viso semicoperto da un cappello a falde e con il suo metro e cinquanta soverchiato dall'entusiasmo della folla. Il mio cuore sembra uscire dal petto. Il contagioso sorriso di Francesco, diventato un simbolo universale, è via via sempre più nitido. È a un metro da me: “Ciao campiona!”. Mentre lo dice, alza il pollice e poi mi abbraccia». L'entusiasmante abbraccio fra papa Francesco ed Emma Morosini conclude idealmente un percorso devozionale cominciato una notte di tanti anni fa, in un piccolo ospedale della Lombardia, precisamente sulla barella che conduce la protagonista di questa storia in sala operatoria. Prima di abbandonarsi alle mani del chirurgo, Emma fa un voto alla Madonna: se la aiuterà a superare questa prova, andrà a piedi a Lourdes. Sopravvissuta all'intervento, Emma mantiene fede alla sua solenne promessa. Poi, però, non si è più fermata. «La prossima volta dove andrai?» Emma Morosini è nata a Castiglione delle Stiviere (Mantova) nel 1924, secondogenita di quattro figli, tre dei quali morirono in tenera età. A quel tempo il padre si curava di un gregge e


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ogni giorno portava al pascolo un discreto numero di capre che costituivano l'unica fonte di reddito per il sostentamento della famiglia. La vita era dura ed Emma se ne rese ulteriormente conto quando, alle scuole elementari, veniva presa in giro e dileggiata dai compagni a causa del suo povero abbigliamento, oppure perché ancora camminava con gli zoccoli. All'età di otto anni venne ammessa alla Prima Comunione e con gran gioia trascorse la straordinaria giornata, anche se la veste, le scarpe e il velo erano state prese a prestito. Purtroppo alla cerimonia era presente solo la mamma, in quanto il padre, per le tristi vicissitudini politiche ed economiche che continuamente lo assillavano, era così affranto e depresso che non gli riuscì di partecipare. La mamma le era molto vicina e suggeriva alla sua bambina di chiedere a Gesù di diventare buona e sollevare il papà dalle sue pene, ma Emma ricorda anche di aver aggiunto una preghierina personale: “Voglio restare sempre povera come Gesù Bambino”. Dopo una vita di veri sacrifici, oggi è pensionata. Quando la mamma morì, all'età di novantadue anni, Emma riprese il lavoro di assistenza ai malati, nei quali scopre l'immagine di Cristo sofferente, e che continua tutt'oggi con la stessa premura, senza alcuno scopo di lucro. Per molti anni il suo mezzo di trasporto è stato unicamente la bicicletta, con la quale è andata a Lourdes due volte, ma dopo una peritonite, superata per miracolo, fu costretta a camminare a piedi e da allora non si è più fermata e ogni anno, appena è possibile, “scappa” sulle strade con il suo carrello, la sua valigia su ruote, la sua casa ambulante, per onorare la Madre di Gesù e s'incammina, inossidabile e tenace, in preghiera, verso gli amati Santuari. Un vescovo americano l'ha definita “Vagabonda della Madonna”. E inevitabilmente la domanda che sorge spontanea è questa: «La prossima volta dove andrai?».

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4 gennaio 2017, incitato da centinaia di tifosi, seguito da decine di telecamere e da un'equipe medica, fasciato da un'iconica maglia gialla, Robert Marchand fece 92 giri della pista del velodromo di SaintQuentin-en-Yvelines, al sud est di Parigi. Con quelli stabilì il record dell'ora per gli over 105: 22,547 chilometri. Di fatto la specialità era stata creata dall'Unione ciclistica internazionale appositamente per lui, già detentore, con 26,927 chilometri, del record over 100 stabilito 4 anni fa.

Le voci del ritiro, per ragioni di salute L'anno scorso Marchand ha partecipato a una decina di competizioni, ha battuto un altro record su strada e si è lanciato con il paracadute, ma ora pare sia venuto il momento di attaccare la bicicletta al chiodo. Sulla stampa francese sono trapelate infatti notizie secondo cui i medici gli avrebbero impedito di partecipare ad una competizione prevista in questi giorni. "Ogni giorno che passa divento più sordo", ha affermato il 106enne in un'intervista a El Pais, "suppongo che sia arrivata l'ora di diventare definitivamente vecchio". Fino ad ora, che non lo era definitivamente, Marchand pedalava per strada o sui rulli in casa per almeno 5 chilometri al giorno. "Se fa brutto tempo meglio in casa, alla mia età un raffreddore può essere mortale". Il suo segreto? "Aggiungere un po' di miele nella borraccia e non arrabbiarmi mai troppo".

Una vita da romanzo Nato nel 1911, Marrchand è sopravvissuto a due Guerre Mondiali e 17 Presidenti francesi, si è sposato nel 1939 ed è rimasto vedovo nel 1943. Senza figli, militante comunista, pompiere, allevatore di polli in Venezuela fino a che non lo pizzicarono con un camion pieno di fucili al confine con la Colombia, fuggì in Canada dove ha fatto la fame e, infine, rientrò in Francia negli anni Sessanta. Sembra un po' la vita del protagonista de Il Centenario che saltò dalla finestra e scomparve, ma il suo non è un romanzo.

Oltre 200 trofei e la scampagnata Parigi-Mosca E lui non è nemmeno mai stato ciclista professionista. Pedalava da giovane e poi, nel 1978, rientrato in Francia e già 67enne rimase folgorato dall'invidia al vedere un gruppo di ciclisti sfrecciare per strada di fronte a lui, comprò una bicicletta e tornò sui pedali. Da allora ha partecipato a 8 Bordeaux-Parigi, a 4 Parigi-Roubaix e nel 1992, già 81enne, si è fatto una scampagnata su due ruote da Parigi a Mosca. Nella sua carriera da ciclista-pensionato ha vinto oltre 200 coppe, tutte donate al Comune di Mitry-Mory, appena fuori Parigi, dove vive, perché, spiega "in casa prendono polvere e ingombrano". Non ne avrà altre da donare, ma rimane un gran palmares e quei due record che difficilmente qualcuno gli toglierà: "per fortuna non si è ancora presentato nessuno sfidante. Non ho rivali".


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4 dicembre 1997, muore il maestro Alberto Manzi , un personaggio entrato nella storia della Tv. Nato a Roma nel 1924, dopo l’esperienza in guerra come sommergibilista, Alberto Manzi iniziò l’attività didattica portando avanti sul campo le sue ricerche di psicologia didattica Manzi curò sussidiari, libri di letture, diari scolastici e pubblicò 30 titoli tra racconti, romanzi, fiabe, traduzioni e testi di divulgazione scientifica. Ma Alberto Manzi deve la sua notorietà per le sue collaborazioni televisive e soprattutto per il programma didattico ” Non è mai troppo tardi “, che andò in onda fra il 1959 e il 1968, contribuendo alla lotta all’analfabetismo in Italia. Il successo fu tale che, successivamente, la trasmissione didattica venne riprodotta all’estero in ben 72 Paesi, mentre in Italia riusciva a far prendere a quasi un milione e mezzo di italiani la licenza elementare. Diversi i libri scritti per i ragazzi

Il più famoso è Orzowei, pubblicato nel 1955, dal quale racconto fu tratta negli anni ’70 la serie televisiva omonima, che riscosse un grande successo per la Tv dei ragazzi. Ma il grande successo che lo rese famoso, come dicevamo, è legato a Non è mai troppo tardi dove il maestro riproduceva in televisione delle vere e proprie lezioni di scuola primaria, con metodologie didattiche innovative. Si narra che Alberto Manzi durante il ” provino ” strappò il copione che gli era stato affidato, improvvisando una lezione secondo i suoi principii. Per rendergli onore la Rai nel 2014 ha prodotto una miniserie televisiva in due puntate dedicata alla sua vita con il titolo del suo programma Non è mai troppo tardi, interpretata da Claudio Santamaria. La fiction è stata trasmessa da Rai 1ottenendo ottimi ascolti. Oggi ad Alberto Manzi sono intitolate diverse scuole in Italia, un dovere oltre che un ringraziamento divenuto istituzionale.


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Suor Rosaria di Foligno, il volto umano dello spot sull’otto per mille alla Chiesa Cattolica Chiedilo a suor Rosaria, che a Foligno offre un pasto ed un letto a chi ha perso lavoro e famiglia”. E’ diventata quasi una ‘frase tormentone’ lo slogan utilizzato dalla campagna nazionale sulla destinazione dell’otto per mille alla Chiesa Cattolica. E protagonista dello spot televisivo, oltre – per l’appunto a suor Rosaria – è la ‘Taverna del buon samaritano’ ovvero la mensa Caritas di piazza San Giacomo a Foligno, aperta tuto l’anno e capace di sfornare qualcosa come 120 pasti quotidiani grazie alla disponibilità di 150 volontari provenienti da associazioni, parrocchie ed anche aziende private. Un’intera comunità, che giorno dopo giorno, affianca ed assiste le suore che si occupano della gestione della mensa folignate. A rivolgersi alla Taverna del buon samaritano sono padri separati, licenziati, senza fissa dimora e migranti. “A tutte loro – aggiunge il direttore della Caritas, Mauro Masciotti – oltre ad un piatto di pasta viene offerto anche ascolto. Nel corso degli anni gli ospiti che vengono in mensa sono cambiati notevolmente – raccontato – fino a dicei anni fa, venivano prevalentemente senzatetto o persone di passaggio che chiedevano un pasto o posto letto, oggi ci sono famiglie o uomini soli che chiedono aiuto e sostegno. Le nostre attività – sottolinea Masciotti – vivono grazie a persone di buona volontà e, soprattutto, grazie all’otto per mille alla Chiesa Cattolica, col quale possiamo progettare tante attività ed aiutare le famiglie”. Nel concreto, sono stati impiegati 40mila euro per la ristrutturazione delle sale nel centro polivalente di San Giacomo e 30mila euro l’anno per la gestione ordinaria. “Dall’inizio della crisi la città è sempre più solidale – rileva Masciotti – così è stato possibile far crescere i numeri della mensa, oggi tassello dell’aiuto integrale di prossimità, su misura per chi viene accolto. Cuciniamo anche pasti per le case-famiglia e molti cibi vengono dagli Orti solidali diocesani”.


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'attaccante del Petrolul Ploiesti, serie B romena, ha fatto il suo esordio all'81' della partita contro il Mioveni, nonostante abbia subito all'età di 9 anni l'amputazione dell'arto sinistro. I padroni di casa sono poi usciti dalla competizione ai calci di rigori, ma il risultato per Cosmin sarà di certo passato in secondo piano Aveva 9 anni e stava passeggiando insieme ai suoi amici quando un incidente gli ha cambiato la vita. O almeno, così pensava. Martedì sera, invece, ha esordito in Coppa di Romania e ha coronato il suo sogno. E' l'incredibile storia di Cosmin Lambru, attaccante 18enne del Petrolul Ploiesti, che in pochi anni ha vissuto un incubo e poi ha toccato il cielo per la felicità. Quel camion che lo investì, il dolore incontenibile, la corsa disperata in ospedale e un intervento al braccio andato a buon termine solo per metà. Dieci anni dopo il triste fatto, Lambru raccontò in un'intervista: "Sentii un dolore terribile però ero cosciente. I miei amici mi portarono subito in ospedale e se avessero tardato ad operarmi avrei perso tutto il braccio". Per fortuna il chirurgo riuscì a salvarlo dopo un'operazione complicatissima durata tante ore, ma il giovane calciatore perse comunque la mano sinistra. Un sogno mai svanito Anche con una mano in meno, Lambru non ha mai messo da parte il suo sogno: quello di giocare a calcio. Continua ad allenarsi duramente, al posto della mano una protesi, e intanto stupisce nelle giovanili del Ploiesti nella stagione 2015-2016. Ma lo scorso anno è quello da ricordare per la carriera del 18enne rumeno. Lambru gioca in prestito al CS Blejoi e il suo talento esplode. Segna ben 26 gol e ritorna al Ploiesti, questa volta per giocare in prima squadra dove firma un contratto per quattro stagioni. L'esordio e il sogno raggiunto All'81' di gioco della partita di martedì sera, nella Coppa nazionale romena, Lambru entra in campo sostituendo Janko Pacar quando il Ploiesti è sotto 1-0 contro il Mioveni. Con una sconfitta, i padroni di casa uscirebbero dal torneo ma un gol allo scadere di Vintila permette alla squadra di Lambru di agguantare il risultato. Si va così ai calci di rigore perché nei supplementari il risultato non cambia. Il Ploiesti però perde per 4-3 e dice addio alle speranze di vittoria della Coppa. Ma la delusione per il risultato, almeno per una sera, è passata in secondo piano. Lambru ha fatto il suo esordio e ha stupito tutti... Anche con una mano in meno e una protesi in più.


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«Chi io? Oh no, io ho un gran mal di pancia». Le prime parole pronunciate da Paperino, ... sono già una scusa per non lavorare. Era il 9 giugno 1934, e in un cinema della California si proiettava «La gallinella saggia», versione americana dell’annosa questione tra cicala e formica. Paperino, anzi Donald Duck, era naturalmente la cicala e il suo «mal di pancia» un modo per non aiutare l’operosa gallinella nelle sue faccende. In 84 anni è cambiato il suo aspetto fisico (allora gli animatori Dick Huemer e Art Babbit lo avevano disegnato bassissimo, con il becco molto più lungo e i piedi palmati più grossi) ma la sua voglia di lavorare non è affatto aumentata: indolente, collerico, squattrinato e schiavizzato dal ricco Zio Paperone nel tentativo di estinguere l’inesauribile lista di debiti, Paperino è il più umano dei personaggi Disney, un perdente che non si rassegna mai alla sconfitta, in netta contrapposizione con il vincente Topolino. Al pessimo carattere si accompagna la sfortuna: se la sua data di nascita ufficiale è il 9 giugno, quella disneyana è la tempestosa notte di un venerdì 13. E i segni del destino avverso si ripetono: abita al numero 13, ha un’auto targata 313. Una sorte talmente simbolica da sconfinare dalle strisce disegnate per abitare l’inconscio individuale e collettivo. «Paperino è un personaggio ad altissima capacità di identificazione - spiega infatti la psicologa Stefania Andreoli - perché ha molte sfaccettature. È sfortunato, ma anche simpatico. Lavativo, ma generoso. Ha un carattere ricco di chiaroscuri, proprio come tutti, nella vita reale. Per qualcuno rappresenta il bambino che si nasconde dietro ognuno di noi, io lo vedo piuttosto come un eterno adolescente, sfrontato e insicuro, alle prese con grandi potenzialità e contraddizioni altrettanto grandi. Ha profondità, nonostante sia un personaggio dei fumetto: lo vedrei bene sul lettino dell’analista». A ulteriore testimonianza delle felici contraddizioni che l’hanno generato, il vero successo di Paperino arriva con la guerra: Walt Disney concede al Dipartimento della Difesa l’uso gratuito del personaggio per la campagna di arruolamento. Immagini «guerriere» del Papero finiscono dipinte sulle ali dei caccia americani e cucite sulle mostrine dei militari. Si moltiplicano i film di propaganda: uno di questi, «Der Fuhrer’s Face», nel 1943 vincerà l’Oscar. Nel cartone - dove compaiono le caricature di Hitler, Hirohito e Mussolini - Paperino sogna di essere un tedesco, costretto a fare il passo dell’oca. L’incubo diventa insopportabile quando ha una visione di se stesso nei panni di Hitler, con tanto di baffetti e occhio spiritato. Al risveglio, bacia la riproduzione della statua della Libertà che tiene sul comodino. Se non è materia da psicanalisi questa... Sempre durante la guerra, nel 1942, Paperino incontra il suo vero padre, Carl Barks, un cartoonist Disney che ha appena lasciato gli studios. «Non mi piaceva che ci fossero tanti capetti che ti sorvegliavano da dietro le spalle - avrebbe raccontato poi - per controllare come lavoravi, criticando di continuo quello che facevi». Proprio in quel momento la casa editrice Western ha ottenuto l’autorizzazione a pubblicare avventure con i personaggi Disney: ingaggia Barks, che trasforma Paperino nella stella di un universo di paperi, Duckburg (in italiano Paperopoli), città dominata dallo zio miliardario Paperon de’ Paperoni, minacciata dalla banda Bassotti, ingentilita dalla capricciosa Paperina. Al trionfo di Paperino collaborano anche molti autori italiani: Luciano Bottaro, Giovanni Battista Carpi (che nel 1969 inventa Paperinik), Romano Scarpa. Non a caso oggi la Disney Italia lo celebra con un libro «Paperino - Una vita a fumetti», che comprende le più famose storie «italiane». In fondo chi meglio di noi italiani si può identificare con lo squattrinato Paperino e quel suo misto di audacia e insicurezza? Siamo tutti Paperini, alle prese con figli Qui Quo Qua più svegli di noi e che ci fanno dannare, capi e genitori Paperone sempre scontenti del nostro lavoro, biondi ed eleganti cugini Gastone che ci fanno impazzire di invidia per la loro buona sorte, Paperine con cui litigare e che tocca riconquistare di continuo. «Ma siamo anche pronti a metterci la mascherina e trasformarci in Paperinik - conclude la Andreoli - dentro di lui, come dentro tutti i perdenti del mondo, c’è il potenziale per diventare eroi»


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chiama Mamoudou Gassama, ma lo hanno già ribattezzato «Spiderman». Ventidue anni, originario del Mali, ha salvato un bimbo sospeso nel vuoto arrampicandosi sul balcone. Il video dell’impresa è diventato virale ed Emmanuel Macron gli ha annunciato che gli sarà concessa la cittadinanza francese onoraria Sarebbe finita in tragedia, se non fosse stato per un giovane eroe. Domenica sera un bimbo di quattro anni, aggrappato alla balaustra del suo balcone, è rimasto sospeso nel vuoto, al quarto piano di un palazzo in rue Marx Dormoy a Parigi. Poi è arrivato «Spiderman». Così i parigini hanno soprannominato Mamoudou Gassama, 22 anni, migrante arrivato in Francia dal Mali qualche mese fa. Senza esitare, appena ha visto quello che stava succedendo, si è arrampicato rapidamente fino al balcone, facendo forza sulle gambe e sulle braccia. Trenta secondi per arrivare al quarto piano e mettere in salvo e al sicuro il bambino. Il video della sua eroica impresa sta facendo il giro del mondo, ma Mamoudou minimizza: «Non ci ho pensato due volte: sono andato su e grazie a Dio l’ho salvato. L’ho fatto perché è un bambino: mi piacciono molto i bimbi. No, non ho pensato al rischio. Quando l’ho preso tra le braccia, gli ho chiesto: “Perché l’hai fatto?”. Ma non ha risposto”». Mamoudou, corpo atletico perché «gioco a palla, corro, vado in palestra», si è reso conto solo dopo di quello che era successo: «Quando sono entrato nel salotto con il bambino, solo allora ho cominciato a tremare». Chi ha assistito alla scena non poteva credere ai propri occhi. Uno studente del liceo ha raccontato a Le Parisien: «Ero in scooter quando ho visto che la strada era bloccata dalla folla. Ho parcheggiato, ho alzato la testa e ho visto questo bambino appeso al balcone. Per due o tre minuti non è successo niente, la gente urlava, ma nell’appartamento non c’era nessuno. Un gruppo di persone era pronto a cercare di prendere il bimbo, nel caso fosse caduto. Alcuni avevano chiamato la polizia, ma nessuno si aspettava che qualcuno facesse qualcosa. Tutti erano molto spaventati». Poi, improvvisamente, «è arrivato questo tizio che ha scalato piano dopo piano. Ha preso il bambino e lo ha rimesso sul suo balcone. Tutto è successo molto velocemente. Non ha perso tempo a pensare: ci è andato con decisione. Le persone urlavano. Quando abbiamo visto che finalmente era riuscito a salire, tutti abbiamo gridato, sollevati». La mamma e il papà del piccolo dovranno rispondere alla magistratura di «sottrazione alla responsabilità genitoriale». Il padre, un uomo di 36 anni, ha riferito di essersi assentato pochi minuti prima per «fare spese». A congratularsi con «Spiderman», anche il sindaco di Parigi, Anna Hidalgo, che su Twitter ha scritto: «Congratulazioni a Mamoudou Gassama per il suo atto di coraggio che ha salvato la vita di un bambino ieri sera. Ho avuto il piacere di parlare con lui oggi per telefono, per ringraziarlo calorosamente. Mi ha spiegato che è arrivato dal Mali qualche mese fa e sogna di costruire la sua vita qui. Ho risposto che il suo gesto eroico è un esempio per tutti i cittadini e che ovviamente la città di Parigi lo sosterrà nei suoi sforzi per stabilirsi in Francia». Oggi ha incontrato Emmanuel Macron, che l’ha invitato all’Eliseo per ringraziarlo personalmente e, in quell’occasione, gli ha annunciato che gli sarà concessa la cittadinanza onoraria francese e che potrà entrare a fare parte dei pompieri.


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+Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. C. Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi. A. E con il tuo spirito. INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE ATTO PENITENZIALE C. Fratelli e sorelle, per celebrare degnamente i santi misteri, riconosciamo i nostri peccati. C.A. Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Signore, pietà.

«Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!». Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore. Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare. Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto». Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

R. Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore. Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto? Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore. R/. Agli occhi del Signore è preziosa la morte dei suoi fedeli. Io GLORIA sono tuo servo, figlio della tua Gloria a Dio nell'alto dei cieli e paschiava: tu hai spezzato le mie cace in terra agli uomini di buona votene. R/. lontà. Noi ti lodiamo, ti benediciaA te offrirò un sacrificio di mo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti ringraziamento e invocherò il norendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, me del Signore. Adempirò i miei Dio Padre onnipotente. Signore, fivoti al Signore davanti a tutto il suo glio unigenito, Gesù Cristo, Signore popolo. R/. Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati dal mondo abbi pietà di noi; tu che togli i peccati dal mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.

C.

COLLETTA

Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell'Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa' che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Tu sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre.... Amen

LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura

Dal libro dell'Esodo In quei giorni, Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo:

Seconda Lettura

Dalla lettera agli Ebrei Fratelli, Cristo è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d’uomo, cioè non appartenente a questa creazione. Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna. Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo – il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio – purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente? Per questo egli è mediatore di un’alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua

morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio SEQUENZA (IN PIEDI) Sion, loda il Salvatore, / la tua guida, il tuo pastore / con inni e cantici. Impegna tutto il tuo fervore: / egli supera ogni lode, / non vi è canto che sia degno. Pane vivo che dà vita: / questo è tema del tuo canto, / oggetto della lode. Veramente fu donato / agli apostoli riuniti / in fraterna e sacra cena. Lode piena e risonante, / gioia nobile e serena / sgorghi oggi dallo spirito. Questa è la festa solenne / nella quale celebriamo / la prima sacra cena. È il banchetto del nuovo Re, / nuova Pasqua, nuova legge; / e l'antico è giunto a termine. Cede al nuovo il rito antico, / la realtà disperde l'ombra: / luce, non più tenebra. Cristo lascia in sua memoria / ciò che ha fatto nella cena: / noi lo rinnoviamo. Obbedienti al suo comando, / consacriamo il pane e il vino, / ostia di salvezza. È certezza a noi cristiani: / si trasforma il pane in carne, / si fa sangue il vino. Tu non vedi, non comprendi, / ma la fede ti conferma, / oltre la natura. È un segno ciò che appare: / nasconde nel mistero / realtà sublimi. Mangi carne, bevi sangue; / ma rimane Cristo intero / in ciascuna specie. Chi ne mangia non lo spezza, / né separa, né divide: / intatto lo riceve. Siano uno, siano mille, / ugualmente lo ricevono: / mai è consumato Vanno i buoni, vanno gli empi; / ma diversa ne è la sorte: / vita o morte provoca. Vita ai buoni, morte agli empi: / nella stessa comunione / ben diverso è l'esito! Quando spezzi il sacramento, / non temere, ma ricorda: / Cristo è tanto in ogni parte, / quanto nell'intero. È diviso solo il segno / non si tocca la sostanza; / nulla è diminuito della sua persona. Ecco il pane degli angeli, / pane dei pellegrini, / vero pane dei figli: / non dev'essere gettato.

Con i simboli è annunziato, / in

Isacco dato a morte, / nell'agnello della Pasqua, / nella manna data ai padri. Buon pastore, vero pane, / o Gesù, pietà di noi: / nutrici e difendici, / portaci ai beni eterni / nella terra dei viventi. Tu che tutto sai e puoi, / che ci nutri sulla terra, / conduci i tuoi fratelli / alla tavola del cielo / nella gioia dei tuoi santi.

Canto al Vangelo

ALLELUIA. ALLELUIA


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Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. ALLELUIA. C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo MARCO A. Gloria a te o Signore

VA N G E L O

Il primo giorno degli àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Parola del Signore

C. Fratelli e sorelle, abbiamo ascoltato l’insegnamento di Gesù sull’Eucaristia, Pane di vita eterna e di comunione. Chiediamo ora di metterlo in pratica. Preghiamo insieme dicendo: Ascolta, Signore, la nostra preghiera. · Signore Gesù, tu sei il Pane disceso dal cielo: guida la tua Chiesa alla Pasqua eterna con la grazia dell’Eucaristia. · Signore Gesù, tu sei il sangue dell’Alleanza definitiva tra il Padre e noi: fa’ che in ogni circostanza viviamo da figli di Dio con la forza dell’Eucaristia. · Signore Gesù, tu che ci inviti a mangiare la tua carne e bere il tuo sangue: aiutaci a comunicare con te e a comprendere il senso della tua presenza. C. O Signore Gesù, che hai voluto rimanere con noi nell’Eucaristia per essere luce, nutrimento e sostegno di tutti, fa’ che aumenti la nostra fede in te. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen

LITURGIA EUCARISTICA

C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa.

(in piedi) SULLE OFFERTE C. Concedi benigno alla tua Chiesa, o Padre, i doni dell'unità e della pace, misticamente significati nelle offerte che ti presentiamo. A. Lode a te, o Cristo. Per Cristo nostro Signore. Amen. OMELIA ( seduti) PREGHIERA EUCARISTICA CREDO C. Il Signore sia con voi. Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, E con il tuo spirito. creatore del cielo e della terra, di tutte le A. In alto i nostri cuori. cose visibili e invisibili. Credo in un solo C. Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di A. Sono rivolti al Signore. Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: C. RendiamograziealSignorenostroDio. Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da A. È veramente cosa buona e giuDio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

PREGHIERA DEI FEDELI

sta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente e misericordioso, per Cristo Signore nostro. Sacerdote vero ed eterno, egli istituì il rito del sacrificio perenne; a te per primo si offrì vittima di salvezza, e comandò a noi di perpetuare l'offerta in sua memoria. Il suo corpo per noi immolato è nostro cibo e ci dà forza, il suo sangue per noi versato é la bevanda che ci redime da ogni colpa. Per questo mistero del tuo amore, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo con gioia; l'inno della tua lode.

Santo, Santo, Santo …. C. Mistero della fede

A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta.

DOPOLA PREGHIERA EUCARISTICA

C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C. Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire:

PADRE NOSTRO

Padre Nostro che sei nei Cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli

R ITO DELLA PACE

C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato.

DOPO LA COMUNIONE C. Donaci, Signore, di godere pienamente della tua vita divina nel convito eterno, che ci hai fatto pregustare in questo sacramento del tuo Corpo e del tuo Sangue. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli Amen C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A. Rendiamo grazie a Dio


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