*In sinergia con Fondazione Migrantes
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Cari ragazzi,
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ra poco vi preparate ad affrontare gli Esami di Stato. Per gli studenti della scuola secondaria di I grado si tratta di una prova significativa del percorso scolastico perché è la prima volta che si cimentano con una prova d’esame. È un momento importante e significativo del vostro percorso di studi che vi permetterà di proseguire il vostro cammino verso le scuole superiori. Per gli studenti delle scuole superiori l’Esame di Stato rappresenta una tappa fondamentale della loro vita in quanto permette di proseguire gli studi verso l’Università oppure conseguire il Diploma per entrare nel mondo del lavoro. Cari ragazzi non abbandonate la scuola dopo il diploma, proseguite gli studi perché un’elevata qualificazione vi permetterà di avere molte chanche di ingresso nel mondo del lavoro. Purtroppo oggi la società è complessa, le aziende ricercano personale sempre più specializzato, la formazione professionale è permanente e continua e per combattere la disoccupazione dovete raggiungere mete sempre più alte. Lo dice anche la Costituzione Italiana che quest’anno festeggia i primi settanta anni, quando si afferma che “i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno la possibilità di raggiungere i gradi più alti dell’istruzione”. Non dovete affatto, cari ragazzi, considerare lo studio come una fatica, un’incombenza da sostenere, ma come un’opportunità di crescita personale, che in futuro porterà sempre dei frutti soprattutto nel mondo del lavoro. Lo studio, altro non è, che la porta di accesso al pianeta lavoro e senza un Diploma e una Laurea non andate da nessuna parte, nessuno vi contatterà, vi chiamerà per farvi fare esperienze di lavoro perché è necessaria la qualificazione professionale, ossia il tutolo di studio. Con questi presupposti e inviti affrontate serenamente le prove della vita, ossia gli Esami di Stato.
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mio illustre concittadino amava dire che nella vita gli esami non finiscono mai dedicandoci anche una delle sue più riuscite commedie. Aveva proprio ragione lo straordinario Eduardo De Filippo, grande filosofo della vita, prima di essere uno straordinario artista. Ma se gli esami non finiscono mai e quindi la vita è costellata da prove più o meno ardue, cosa fa la differenza tra una persona di successo e chi è costretto ad accontentarsi di “quello che passa il convento” come si suol dire? Uno dei concetti che più amo nel campo della formazione sostiene che quello che fa la differenza nella vita non è ciò che ti capita ma quale è la tua reazione. Ovviamente nei momenti positivi siamo tutti dei grandi maestri di vita anche se pure lì le insidie possono presentarsi sotto molteplici aspetti, facendoci correre il rischio di rovinare tutto. E nei momenti difficili che si vede il campione da come riesce a superare le difficoltà che la vita gli pone dinnanzi. In quei momenti non hai scelta, tiri fuori il meglio di te oppure la vita ti mette in un angolo, nella sala di attesa per il successo dove siedono tutti coloro che sono in attesa del prossimo “treno” per la realizzazione dei propri sogni e chissà se sarà veloce e sicuro come quello che hanno appena perso. Ma come faccio a tirare fuori il meglio di me in quelle situazioni? La domanda nasce spontanea! Risponderebbero gli esperti della materia: “andando alla ricerca delle situazioni in cui sei riuscito a dare il massimo di te stesso e di come hai fatto a sviluppare quelle prestazioni”. Una mia cara amica si trovava in un momento molto particolare della sua vita, aveva da poco conseguito dei notevoli successi in campo universitario in cui era bravissima e sembrava che la vita le sorridesse magicamente. Purtroppo la sventura era dietro l’angolo, una terribile notizia la svegliò nel pieno della notte: suo padre era stato ricoverato di urgenza in ospedale con prognosi riservata! Non riusciva a darsi pace per la bruttissima situazione e di come a volte la vita sembra essere tanto crudele. Ma come dicono i saggi, non è quello che ti capita a fare la differenza ma bensì come reagisci. Non sapevo come aiutarla escluso gli incoraggiamenti ordinari che si fanno in queste circostanze, del tipo vedrai che tutto si sistemerà e così via. Ma la situazione si protraeva a lungo e diventava davvero difficile da gestire e pensare in positivo sembrava una ardua battaglia. Fino a quando non mi venne l’ispirazione: modella il successo che già hai avuto per superare i momenti in cui ti trovi in difficoltà, e così feci. Sei bravissima all’università le dissi non appena ci risentimmo, quindi sei brava a superare gli esami: ora ti trovi nella medesima situazione e così come sei finora riuscita a superare brillantemente quelli universitari sono sicuro che farai altrettanto con questo che ti ha posto la vita, se lo affronti con la medesima energia e determinazione. Il suo morale migliorò notevolmente e tutto sembrava andare per il meglio. Volete sapere come è andata a finire? Il padre è tornato a casa e tutto è tornato come prima! Alessandro Allaria
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na grande interprete, che ha saputo superare gli anni, e che è entrata nella storia della musica italiana grazie ad alcuni brani straordinari. Impossibile non citare in questo contesto il brano composto da Enrico Ruggeri: "quello che le donne non dicono", presentato al festival di Sanremo del 1987. All'età di 63 anni, Fiorella Mannoia si ripresenta al festival con il brano "Che sia benedetta". Che tu sia benedetta: una canzone a Sanremo che non parla d'amore! Tanto per cominciare non si tratta della solita canzone d'amore. Anzi, d'amore non si parla proprio, se non d'amore per la vita. Una vita che, a suo dire, va persino benedetta. Il linguaggio del brano ha un marcato stile da copywriter, che non richiede grossi sforzi di comprensione, ma che si concentra sulla frase efficace. In sintesi, difronte alle varie crisi che inevitabilmente ci travolgono nella vita, ci esorta a non perdersi d'animo. A pensare che, una volta tirate le somme, la vita vale certamente la pena di essere vissuta. Persino quando ci sembra incomprensibile, persino quando ci domandiamo che senso abbia. Per quanto incomprensibile la vita è comunque perfetta! Non che si debba per forza essere d'accordo con l'autore, sia chiaro, ma questo è il messaggio che cerca di trasmettere. Il tempo perso secondo Fiorella Mannoia. Non mi dilungherei oltre nelle spiegazioni, come dicevo basta ascoltarla, non è difficile, voglio solo riportare un paio di frasi che mi hanno colpito di più. La prima: "Quante volte ho rovesciato la clessidra Questo tempo non è sabbia ma è la vita che passa che passa.!". Mi piace soprattutto il contrasto: girare la clessidra sa di noia, di tempo che passa inutilmente, ed è qui che si sbaglia! L'esortazione è di vivere intensamente il presente, di non sprecare il nostro tempo! La seconda: Ho sbagliato tante volte nella vita - Chissà quante volte ancora sbaglierò. Forse una frase già sentita, ma inquadra perfettamente il contesto della canzone. La vita è perfetta malgrado gli errori che noi esseri umani possiamo commettere. Considerazioni su questo testo di Fiorella Mannoia. Che dire di questo testo? Non è dei miei! Troppo buono, troppo ottimista, troppo conformista. Sembra quasi un canto dell'azione cattolica. Ma questi sono i miei gusti, i gusti di una persona "reduce" dall'onda '77 e dal quel movimento Punk che voleva distruggere tutto. Al netto dei miei gusti personali lo trovo un testo ben scritto, abbastanza originale e che si discosta dal solito cuore/amore del festival di Sanremo.
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PISA. «Che cosa ho pensato in quel momento? Anche a me rubarono il portafogli con 300 Euro e non dico cosa ho pensato in quel momento. Ho deciso di restituirlo appena l’ho trovato per terra: non ho nemmeno guardato quanti soldi c’erano».
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occo di soldi ne avrebbe bisogno a quintali. Non ha una casa e vive sull’asfalto, sotto la pensilina di un benzinaio dismesso. Lui e il suo cane Nerone di un anno e cinque mesi – d’estate e d’inverno – sopravvivono lì. Al freddo e al gelo o al caldo di giugno come in questi giorni. «Potrei andare in un centro diurno – dice – ma mi sono trovato male. Meglio per strada». Sì, Rocco chiede l’elemosina per le strade di Pisa dal 1992 e mercoledì sera, alle 22, ha consegnato un portafogli alla polizia. Pochi minuti prima lo aveva trovato sotto un albero ai Bagni di Nerone, in largo del Parlascio. «C’era una scheda sim con un numero telefonico. Ho provato a mettermi in contatto, ma non mi ha risposto nessuno – dice il senzatetto – quindi ho chiamato i vigili urbani. Purtroppo non c’erano, quindi ho telefonato ai carabinieri, i quali alla fine mi hanno passato la questura. Ho consegnato tutto gli agenti». Rocco Antonio Egitto è nato il primo aprile del 1961 a Gioia Tauro e due mesi fa ha compiuto 57 anni. Viene dalla Calabria, dove non torna dall’85. «Mi piacerebbe rivedere Gioia Tauro, ma chi li ha i soldi per il viaggio?» dice. Ogni giorno chiede l’elemosina davanti alla filiale del Monte dei Paschi di Siena di Borgo Stretto, proprio in largo Ciro Menotti. La sera si trasferisce davanti a Mr. Sgabeo, in via Carlo Fedeli. Poi di notte dorme sotto la pensilina di un benzinaio dismesso di via Cardinale Maffi. «Qui mi conoscono tutti – sostiene Rocco, benvoluto da chiunque nel quartiere – anche la polizia. Quando ho riconsegnato il portafogli gli agenti mi hanno ringraziato. Non penso che ce ne fosse bisogno: il mio è un gesto normale, anche se è chiaro che non ho soldi, sono povero e vivo per strada per necessità». Fino al 1992, in realtà, Egitto era un imprenditore. Di denaro ne aveva. Dopo l’infanzia trascorsa a Gioia Tauro, infatti, ha aperto un’azienda edile a Ivrea, in Piemonte. Poi è fallita. E lassù sono rimasti i parenti. «Dovevo tornarci qualche giorno fa, perché è morta mia zia – dice – ma non ce l’ho fatta. Mi dispiace, ha avuto un infarto a 79 anni, almeno è morta bene. Purtroppo Ivrea non è uno di quei posti dove torno volentieri». A differenza di Gioia Tauro, la città che porta nel cuore. Dopo la parentesi del nord Italia, anziché tornare al sud, ha deciso però di trasferirsi a Pisa. «È una città che mi piace, mi trovo bene con le persone», dice. Poi dai suoi occhi sgorgano le lacrime. «Lavoravo come muratore per la ditta che costruiva i campi sportivi a Calambrone – ricorda – ma quando il lavoro è diminuito sono stato il primo a perderlo. Ogni tanto mi chiamavano, ma non potevo più vivere. A Livorno ho fatto anche il guardiano per il canile di Campo di Marte». Da allora, però, Rocco sopravvive di elemosina. Con i soldi dei passanti di Borgo Stretto e il risveglio obbligato dal frastuono del traffico. Esposto a ogni intemperie e riparato solo dalla pensilina della pompa di benzina. Con un sogno: quello di tornare almeno una volta nella sua Gioia Tauro. La città dove è nato e che ama pure più di Pisa.
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Lo scultore Franciscus Vernetta, che lavorava nella vicina Russia, è invitato a Iasi nel 1842 dal principe regnante moldavo, Mihail Sturdza (1834-1848), per realizzare per la prima volta in questo paese un monumento funerario con statua che verrà collocato vicino a Iasi, nel Monastero Frumoasa
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La grande fede di Alberto Sordi e in particolare la sua devozione alla Vergine sono rievocate sull’Osservatore Romano dal regista e attore Carlo Verdone, da molti considerato l’erede del grande artista romano. “La mattina – ricorda Verdone citando la sorella di Sordi – prima di recarsi al lavoro, il grande attore si faceva cogliere dal giardiniere una rosa. La prendeva e si recava in un angolo di un vialetto dove era collocata una nicchia che custodiva una Madonnina. Lanciava verso di Lei la rosa, recitava una breve orazione e andava a lavorare”. “Questo omaggio – spiega Verdone – lo faceva ogni giorno e nulla glielo poteva far dimenticare. Ma il perche’ di questa sua devozione ci e’ apparso chiaro dopo aver appreso una storia di Alberto piccolo. Stava giocando con le sorelle per San Cosimato, in Trastevere, quando preso da un raptus si mise a correre. Una macchina – racconta Verdone – lo sfioro’ per pochi centimetri e si salvo’ per miracolo. La reazione della mamma fu immediata: col fiatone lo porto’ a Santa Maria in Trastevere e lo mise sull’altare sotto l’immagine di una Madonna. Glielo consacro’, in poche parole, per averlo miracolato da una morte quasi certa. Questo episodio sicuramente resto’ molto vivo in casa Sordi, tanto da farlo accostare sempre piu’ alla fede.”
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è un luogo, anche a Viterbo, dove si danno risposte ai bisogni primari degli ultimi. Ogni giorno vengono serviti tra i 60 e i 90 pasti e press La Tenda viene dato un tetto, ogni notte, a 16 persone. La mensa della Caritas intitolata a don Alceste Grandori è una delle porte della misericordia dell’anno giubilare. Oltrepassandola, per compiere un atto di carità e amore verso il prossimo, si ottiene l’indulgenza plenaria. La Caritas viterbese è attiva sul territorio cittadino da venti anni. Da allora molti sono stati i volontari che si sono alternati nel cucinare e distribuire i pasti. Tantissime sono state le persone che hanno usufruito del servizio messo a loro disposizione e sono tuttora distribuiti tra i 60 e i 90 pasti al giorno. Associazioni, negozianti e supermercati, continuano a donare viveri di ogni genere, piatti e bicchieri monouso, tovaglioli, detersivi e quanto serve. Inoltre, sono quindici anni che è aperto il dormitorio Caritas La Tenda, dove vengono ospitate ogni sera sedici persone, che usufruiscono anche della cena e della colazione. Una bella realtà che nel silenzio sa dare risposte agli ultimi, a chi senza questo sostegno di base sarebbe lasciato solo nella più cieca disperazione. –
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a sud, dalla Giudea, arriva una commissione d’inchiesta di teologi. Dalle colline di Galilea scendono invece i suoi, per portarselo via. Sembra una manovra a tenaglia contro quel sovversivo, quel maestro fuori regola, fuorilegge, che ha fatto di Cafarnao il suo quartier generale, di dodici ragazzi che sentono ancora di pesce il suo esercito, di una parola che guarisce la sua arma. È la seconda volta che il clan di Gesù scende da Nazaret al lago, questa volta hanno portato anche la madre; vengono a prenderselo: È fuori di sé, è impazzito. Sta dicendo e facendo cose sopra le righe, contro il senso comune, contro la logica semplice di Nazaret: sinagoga, bottega e famiglia. Dalla commissione d’inchiesta Gesù riceve il marchio di scomunicato: figlio del diavolo. Eppure la pedagogia di Gesù ancora una volta incanta: ma egli li chiamò, chiama vicino quelli che l’hanno giudicato da lontano; parla con loro che non si sono degnati di rivolgergli la parola, spiega, cerca di farli ragionare. Inutilmente. Gesù ha nemici, lo vediamo, ma lui non è nemico di nessuno. Lui è l’amico della vita. Sua madre e i suoi fratelli e le sue sorelle e stando fuori mandarono a chiamarlo. Il Vangelo di Marco, così concreto e asciutto, ci rimette con i piedi per terra, dopo le ultime grandi feste, Pasqua, Pentecoste, Trinità, Corpo e Sangue di Cristo. Il Vangelo riparte dalla casa, dal basso: non nasconde, con molta onestà, che durante il ministero pubblico di Gesù, le relazioni con la madre e tutta la famiglia sono segnate da contrapposizioni e distanza. Riferisce anzi uno dei momenti più dolorosi della vita di Maria: chi è mia madre? Parole dure che feriscono il cuore, quasi un disconoscimento: donna, non ti riconosco più come mia madre… L’unica volta che Maria appare nel Vangelo di Marco è immagine di una madre che non capisce il figlio, che non lo favorisce. Lei che poté generare Dio, non riuscì a capirlo totalmente. La maggior familiarità non le risparmiò le maggiori incomprensioni. Contare sul Messia come su uno della famiglia, averlo a tavola, conoscere i suoi gusti, non le rese meno difficile la via della fede. Anche lei, come noi, pellegrina nella fede. Gesù non contesta la famiglia, anzi vorrebbe estendere a livello di massa le relazioni calde e buone della casa, moltiplicarle all’infinito, offrire una casa a tutti, accasare tutti i figli dispersi: Chi fa la volontà del Padre, questi è per me madre, sorella, fratello… Assediato, Gesù non si ferma, non torna indietro, prosegue il suo cammino. Molta folla e molta solitudine. Ma dove lui passa fiorisce la vita. E un sogno di maternità, sorellanza e fraternità al quale non può abdicare.
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Versione italiana
Se miracoli tu brami, fugge error, calamità, lebbra, morte, spirti infami e ogni altra infermità. Cede il mare e le catene, trova ognun ciò che smarrì, han conforto nelle pene vecchi e giovani ogni dì. I perigli avrai lontani, la miseria sparirà: ben lo sanno i Padovani, preghi ognuno, lo proverà.
Cede il mare e le catene, trova ognun ciò che smarrì, han conforto nelle pene vecchi e giovani ogni dì. Gloria al Padre, al Figlio, e allo Spirito Santo Cede il mare e le catene, trova ognun ciò che smarrì, han conforto nelle pene vecchi e giovani ogni dì.
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Più veloce di una pallottola, più potente di una locomotiva, capace di saltare alti palazzi in un sol balzo». Alla fine degli anni Trenta c'era sol-
tanto un uomo che univa in sé questi straordinari poteri: Superman! Un supereroe che rappresentava la concretizzazione dei sogni di ogni teenager di quell'epoca, e non solo, particolarmente di quelli che si sentivano incompresi e ignorati dalle ragazze come Jerry Siegel. Il 17enne buttò giù la storia di un "uomo d'acciaio" venuto da un altro pianeta, che a un certo punto scopre la sua vera natura, decidendo di tenerla segreta e camuffarla dietro l'apparenza di un giornalista occhialuto, timido e impacciato. Il suo nome è Clark Kent e scrive per il Daily Planet ma ad ogni chiamata d'aiuto o situazione di pericolo, in un battito di ciglia, diventa il supereroe dal mantello rosso. Completata con le illustrazioni dell'amico e coetaneo Joe Shuster, la storia venne proposta a varie case editrici, ricevendo altrettanti rifiuti. L'unico a vederci giusto fu il maggiore Wheeler Nicholson, fondatore della National Allied Publications, poi divenuta in seguito DC Comics, che rivoluzionò il settore dei fumetti andando alla ricerca di materiale inedito (mentre fino a quel momento venivano riproposte le strisce apparse sui quotidiani). Raccogliendo la sfida dei due giovani studenti, decise di lanciare la nuova serie di fumetti d'azione con il loro supereroe. Così sulla copertina del primo numero di Action Comics, edito il 10 giugno del 1938, i lettori ammirarono per la prima volta Superman, nel gesto di sollevare un'automobile con la sola forza delle braccia. In questa prima versione, tuttavia, l’eroe kriptoniano non può volare ma solo compiere balzi enormi. In Italia apparve per la prima volta con il nome di Uomo d’acciaio sugli Albi dell'audacia, nel luglio del 1939. In seguito assumerà i nomi di Uomo Fenomeno e Nembo Kid prima del definitivo Superman a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70. I fortunati possessori dello storico primo numero di Action Comics (che nel 1938 costava 10 centesimi) sanno di avere un tesoro inestimabile. Una copia, rinvenuta per caso nell'intercapedine di un'abitazione del Minnesota, è stata valutata da una nota casa d'aste attorno al milione di dollari!
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Martedì 5 Giugno 2018
CGIE: politiche immediate a favore degli italiani all'estero sempre in aumento
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alto numero di italiani all’estero richiede oramai interventi di politiche continue e immediate, di prevenzione per chi intende trasferirsi all’estero e di un’attenzione politica costante e mirata per chi vive all’estero; una rinnovata politica inserita nel progetto di società e di governo per valorizzare quelle già straordinarie potenzialità, che contribuiscono in termini economici, sociali, culturali e scientifici a potenziare il suo soft power. Quanto più forti sono l’impatto e gli effetti degli italiani all’estero sullo sviluppo del nostro paese per una valorizzazione virtuosa, tanto più concreta ed urgente risulta la richiesta di affidare la politica per gli italiani all’estero direttamente ad un ministro impegnato esclusivamente in questo ambito, così come già avviene in diversi paesi europei confrontati con lo stesso fenomeno migratorio”. E’ quanto afferma oggi il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (Chiesa) in una nota nella quale prende atto “dell’esito positivo della lunga fase di stallo, che per quasi tre mesi ha tenuto in sospeso l’agibilità del Governo del nostro Paese” augurando “ i migliori successi al nuovo Governo insediatosi in Italia”. Il CGIE coglie l’occasione perché si arrivi, a diciassette anni di distanza dall’approvazione del voto all’estero, all’istituzione di una Commissione parlamentare bicamerale che lavori “espressamente per regolamentare gli aspetti più essenziali tesi a governare la vita delle Comunità italiane costituite fuori dai confini nazionali, tenendole legate ad un filo di interessi e di rapporti positivi”. Nella nota il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero dà il “benvenuto” al nuovo Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi, che assume anche la presidenza del CGIE “mettendosi a piena disposizione per sostenere con uno spirito di squadra programmi e progetti di breve e medio termine, con l’auspicio di una sana e proficua collaborazione per favorire un ritorno dell’Italia nei massimi consessi mondiali”. Nel comunicato il CGIE ringrazia i Presidenti del Consiglio della legislatura appena terminata e i ministri degli Esteri e della Cooperazione Internazionale succeduti: “il loro lavoro e il servizio di promozione del nostro Paese nei diversi ambiti della vita nazionale e delle istituzioni internazionali sono serviti a rafforzare in Italia e all’estero i valori costituenti della Repubblica italiana, caratterizzata da una forte attenzione per gli italiani che vivono all’estero”. (Raffaele Iaria)
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onsiderevole affluenza alla Festa della Repubblica italiana organizzata dal nostro Consolato, tenutasi domenica 3 giugno, presso la Prim ria Municipiului Ia i. Il nostro Console Enrico Novella, oltre ad aver sottolineano ulteriormente l'importante fratellanza tra i nostri due paesi, ha ringraziato il Sindaco di Iasi Mihai Chirica per aver aperto le porte del Municipio agli italiani per festeggiare questo giorno importante. Ha inoltre ringraziato le forze dell'ordine, il Commissario Capo, gli ulteriori Commissari presenti, l'Ufficio Immigrazione di Iasi, il Direttore Generale e la Direttrice Economica del IASI Airport. Gradita partecipazione, con il proprio corner, delle responsabili dell'Asociatia Umanitara IL Chicco da 25 anni a Ia i. Il Console ringrazia gli sponsor: - L'Opera Nationala Romana Iasi, con il Maestro Marcello Mottadelli, i tenori Diana Bucur e Florin Guzga e la musicista Adina Alupei per il momento musicale; - la KW Forester Romania, la Fire Credit e l'Ernest Airlines; - il Garage Gastronomico di Bellario Riccardo; - Gran Gusto Sapori e Delizie; - la Maison du Café Iasi e il Sommelier Zosimo Carmelo Sgandurra per aver accompagnato all'evento le cantine: Tenuta Viglione wines Cantina Bettalunga Sordo Vini Cantine Strapellum Casale del 700 Cascina del Colle Consorzio Colline di Cosenza Morgante Paolo e Noemia d'Amico Un particolare ringraziamento a tutti gli italiani e i simpatizzanti del #VivereAllItaliana - Viva l'Italia !!!
MONS. D’ERCOLE HA CELEBRATO IL 3 GIUGNO U.S. NELLA PARROCCHIA ROMANA MATER DEI, L’ORDINAZIONE PRESBITERALE DI GABRIEL CIUBOTARIU CHE HA INIZIATO LA SUA FORMAZIONE NEL SEMINARIO DI SAN LUIGI ORIONE IN IAȘI Al rito hanno partecipato la comunità parrocchiale e numerosi sacerdoti dell’Opera Don Orione che uno ad uno hanno imposto le mani sul capo di don Gabriel dopo il vescovo, che è anche lui orionino, come ha ricordato all’omelia: “il prete – ha detto – è dono, dono d’amore per tutti. Ci è modello il nostro santo Fondatore, ricordandoci che solo la carità fa vedere e rende visibile Dio perché la carità apre gli occhi alla fede e riscalda i cuori d’amore verso Dio”. “Don Orione ha fatto di questa verità – ha ricordato D’Ercole – la base della sua vita mistica e apostolica, un cardine della sua pedagogia della santità. Ci ha insegnato a incontrare Dio nell’uomo da aiutare mediante le opere di carità e la carità delle opere”. Al giovane confratello rumeno il presule ha ricordato proprio le parole di Don Orione: “Il Signore ci giudicherà secondo le opere, e secondo la carità delle opere, perché anche le opere senza la carità di Dio che le valorizzi davanti a Lui, a nulla valgono”.
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+Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. C. Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi. A. E con il tuo spirito. INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE ATTO PENITENZIALE C. Nel giorno in cui celebriamo la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte, anche noi siamo chiamati a morire al peccato per risorgere a vita nuova. Riconosciamoci bisognosi della misericordia del Padre. C.A. Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Signore, pietà.
GLORIA
Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati dal mondo abbi pietà di noi; tu che togli i peccati dal mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.
COLLETTA
C. O Padre, che hai mandato il tuo Figlio a liberarci dalla schiavitù di satana, sostienici con le armi della fede, perché nel combattimento quotidiano contro il maligno
partecipiamo alla vittoria pasquale del Cristo. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen
to a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia abbondare l’inno di ringraziamento, per la gloria di Dio. Per questo non ci scoraggiamo, ma, se anche il LITURGIA DELLA PAROLA nostro uomo esteriore si va disfaPrima Lettura cendo, quello interiore invece si Dal libro della Genesi rinnova di giorno in giorno. Infatti Dopo che l’uomo ebbe mangiato il momentaneo, leggero peso della del frutto dell’albero, il Signore nostra tribolazione ci procura una Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua vo- quantità smisurata ed eterna di gloria: noi non fissiamo lo sguardo ce nel giardino: ho avuto paura, sulle cose visibili, ma su quelle inperché sono nudo, e mi sono navisibili, perché le cose visibili soscosto». Riprese: «Chi ti ha fatto no di un momento, quelle invisibili sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti ave- invece sono eterne. Sappiamo invo comandato di non mangiare?». fatti che, quando sarà distrutta la nostra dimora terrena, che è come Rispose l’uomo: «La donna che tu una tenda, riceveremo da Dio mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il un’abitazione, una dimora non coSignore Dio disse alla donna: «Che struita da mani d’uomo, eterna, nei cieli. Parola di Dio. hai fatto?». Rispose la donna: «Il A. Rendiamo grazie a Dio serpente mi ha ingannata e io ho Canto al Vangelo mangiato». Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto ALLELUIA. ALLELUIA questo, maledetto tu fra tutto il be- Ora il principe di questo mondo stiame e fra tutti gli animali selvati- sarà gettato fuori. E io, quando saci! Sul tuo ventre camminerai e rò innalzato da terra, attirerò tutti a polvere mangerai per tutti i giorni me ALLELUIA. C. Il Signore sia con voi della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e A. E con il tuo spirito. la sua stirpe: questa ti schiaccerà C. Dal Vangelo secondo MARCO la testa e tu le insidierai il calcaA. Gloria a te o Signore gno». Parola di Dio. VA N G E L O A. Rendiamo grazie a Dio. In quel tempo, Gesù entrò in una SALMO RESPONSORIALE casa e di nuovo si radunò una folla, R. Il Signore è bontà tanto che non potevano neppure e misericordia. mangiare. Allora i suoi, sentito Dal profondo a te grido, o Signore; questo, uscirono per andare a Signore, ascolta la mia voce. Siano prenderlo; dicevano infatti: «È fuoi tuoi orecchi attenti alla voce della ri di sé». Gli scribi, che erano scesi mia supplica. R/. da Gerusalemme, dicevano: Se consideri le colpe, Signore, Si- «Costui è posseduto da Beelzebùl gnore, chi ti può resistere? Ma con e scaccia i demòni per mezzo del te è il perdono: così avremo il tuo capo dei demòni». Ma egli li chiatimore. R/. mò e con parabole diceva loro: Io spero, Signore; spera l’anima «Come può Satana scacciare Satamia, attendo la sua parola. L’anima na? Se un regno è diviso in se stesmia è rivolta al Signore più che le so, quel regno non potrà restare in sentinelle all’aurora. R/. piedi; se una casa è divisa in se Più che le sentinelle l’aurora, stessa, quella casa non potrà restaIsraele attenda il Signore, perché re in piedi. Anche Satana, se si ricon il Signore è la misericordia e bella contro se stesso ed è diviso, grande è con lui la redenzione. non può restare in piedi, ma è finiEgli redimerà Israele da tutte le to. Nessuno può entrare nella casa sue colpe. R/. di un uomo forte e rapire i suoi beSeconda Lettura ni, se prima non lo lega. Soltanto Dalla lettera di san Paolo apostolo allora potrà saccheggiargli la casa. ai Corinzi In verità io vi dico: tutto sarà perFratelli, animati da quello stesso donato ai figli degli uomini, i pecspirito di fede di cui sta scritto: «Ho cati e anche tutte le bestemmie creduto, perciò ho parlato», anche che diranno; ma chi avrà bestemnoi crediamo e perciò parliamo, miato contro lo Spirito Santo non convinti che colui che ha risuscita- sarà perdonato in eterno: è reo di to il Signore Gesù, risusciterà ancolpa eterna». Poiché dicevano: «È che noi con Gesù e ci porrà accan-
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posseduto da uno spirito impuro». Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».Parola del Signore A. Lode a te, o Cristo. OMELIA ( seduti) CREDO Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. Ogni giorno siamo impegnati nella lotta contro il male. Chiediamo a Dio che ci sia vicino nelle tentazioni, ci difenda dal Maligno e rafforzi la nostra fede. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore. 1. Signore Gesù, veniamo da te come familiari e amici. Concedici di formare la tua nuova famiglia, nella quale siamo tutti fratelli e figli di un unico Padre di amore e di misericordia, preghiamo. 2. Signore Gesù, di fronte alle tentazioni che ci separano da te e dai fratelli, e che creano divisioni e contese, la tua potenza vinca il male nel nostro cuore e nella vita
pubblica, preghiamo. 3. Signore Gesù, sostieni i desideri di bene e le decisioni di pace che nascono nel cuore degli uomini e nei progetti delle nazioni. Le reti sociali favoriscano la solidarietà e il rispetto dell’altro nella sua differenza, preghiamo. 4. Signore Gesù, guarda la nostra comunità riunita intorno al tuo altare; rinnovaci nell’esperienza della carità e della missione; donaci un cuore di misericordia, preghiamo. C. Resta con noi, o Signore, nel cammino della vita. Illumina i nostri pensieri e sostieni le nostre decisioni. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Quest’offerta del nostro servizio sacerdotale sia bene accetta al tuo nome, Signore, e accresca il nostro amore per te. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. RendiamograziealSignorenostroDio. A. È veramente cosa buona e giusta renderti grazie e innalzare a te l'inno di benedizione e di lode Dio onnipotente ed eterno, Per Cristo Signore nostro. Mirabile è l'opera da lui compiuta nel mistero pasquale: egli ci ha fatti passare dalla schiavitù del peccato e della morte alla gloria di proclamarci stirpe eletta, regale sacerdozio, gente santa, popolo di sua conquista, per annunziare al mondo la tua potenza, o Padre, che dalle tenebre ci hai chiamati allo splendore della tua luce. Per questo mistero di salvezza, uniti ai cori degli angeli, proclamiamo esultanti la tua lode: Santo, Santo, Santo …. C. Mistero della fede
onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C. Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire: PADRE NOSTRO Padre Nostro che sei nei Cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. C.
E con il tuo spirito.
Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna.
A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo.
A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C. Signore, la forza risanatrice del tuo Spirito, operante in questo sacramento, ci guarisca dal male che ci separa da te e ci guidi sulla via del bene. Per Cristo nostro Signore. Amen C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. A. Annunciamo la tua morte, Si- C. Vi benedica Dio onnipotente, gnore, proclamiamo la tua risurrePadre, Figlio e Spirito Santo. zione nell’attesa della tua venuta. A. Amen. DOPOLA PREGHIERA EUCARISTICA C. Nel nome del Signore: andate C. Per Cristo, con Cristo e in Criin pace. sto, a te Dio, Padre onnipotente, A. Rendiamo grazie a Dio nell’unità dello Spirito Santo, ogni