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Il rispetto per gli altri si manifesta per tutte le forme di vita, anche quelle che possono sembrare più insignificanti. Per questo, nella stagione della spensieratezza, non dovremmo mancare di prenderci cura di coloro che dipendono da noi.
estate, un po’ come tutte le tre restanti stagioni, presenta un duplice volto, infatti se per chi dispone di tempo e denaro l’estate è la stagione del riposo, della spensieratezza e delle vacanze, per chi non arriva alla fine del mese con il denaro disponibile, invece, l’estate diventa una stagione da affrontare così come l’inverno, cioè in emergenza. E’ così alle fontanelle sparse nei quartieri cittadini si vedono soprattutto anziani che riempiono o un bicchiere o una bottiglia di acqua per far fronte alla calura estiva. Già, gli anziani, sono loro la categoria più problematica per l’estate perché difficilmente i propri figli li portano con loro nei luoghi di villeggiatura e, i più fortunati, riescono a ritagliarsi un posto nelle zone termali o nei viaggi estivi riservati agli anziani e organizzati dai Comuni. L’anziano solo è un problema di cultura e di civiltà, non può e non deve essere lasciato solo. Eppure tutto ciò ogni anno puntualmente si ripete e le pagine dei giornali titolano a grossi caratteri il ritrovamento di cadaveri di anziani nelle loro case morti per improvvisi malori o perché avevano bisogno di qualcuno che li assistesse, ma da soli non ce l’hanno fatta.Eppure avevano insegnato ai loro figli da bambini che non si sarebbero mai staccati tra di loro. E’ quello dell’abbandono degli anziani un grosso problema per il quale ancora molto poco si fa, se si tiene conto che soltanto giovani volontari sacrificano le loro vacanze per dare una mano ai “nonnini” soli. Negli anni Sessanta i giovani innamorati cantavano una canzone che diceva: “… e non ci lasceremo mai, abbiamo troppe cose insieme”. All’epoca nessuno avrebbe mai immaginato che questa canzone sarebbe tornata di attualità nelle nostre caldi estati con riferimento al rapporto che viene a troncarsi tra l’uomo e gli animali domestici che lui stesso, liberamente, ha deciso di tenersi in casa come piacevole compagnia. Abbiamo parlato di animali domestici e non soltanto con riferimento ai cani e ai gatti, ma anche agli uccelli che teniamo prigionieri nelle gabbie, ai pesciolini rossi che fanno bella mostra nei piccoli acquari casalinghi e che incantano i nostri bimbi unitamente alle tartarughine d’acqua, ai criceti, ai pappagalli parlanti e ad altri animali che ci tengono compagnia per nove mesi all’anno, perché nei mesi estivi di giugno, luglio e agosto i proprietari degli stessi cercano di collocarli presso amici o, fenomeno più triste, che è come una pugnalata al cuore, li abbandonano lungo le strade ad alta velocità incuranti del fatto che nel giro di qualche giorno i poveri cuccioli faranno la fine che certamente nessuno di loro avrebbe mai meritato. Le statistiche parlano di una presenza in famiglia in Italia di 6 milioni e 800 mila cani e di 8 milioni e mezzo di gatti. Di questi 80 mila sono i gatti e 50 mila i cani abbandonati. Loro sì, se potessero parlare, canterebbero agli ingrati umani: “Ci avete ingannati: avevate detto che non ci saremmo mai più lasciati”. L’80 per cento di questi cani e gatti sono a rischio di maltrattamenti, di fame e di incidenti stradali. In Italia abbiamo circa 900 mila randagi e solo 100 mila di questi sono ospitati in strutture di accoglienza e in rifugi.
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principio Dio creò l'uomo, ma vedendolo così debole gli donò il cane", Alphonse Toussenel. L'uomo ha da sempre tentato di addomesticare gli Animali per trarne dei vantaggi. Inizialmente, cercava protezione. Successivamente lo ha richiesto come amico. Compagno di vita fedele e affettuoso, ci ha aiutati in una vita sempre più sola, frenetica e vuota. Adesso, finalmente, abbiamo scoperto negli animali una cura efficace: la pet therapy. Questa terapia affianca gli animali a persone in cura per disabilità fisiche (deficit della vista, dell'udito, del movimento, ecc..) e psichiche (autismo, depressione, ansia, ecc..). "I cani amano gli amici e mordono i nemici, a differenza degli esseri umani, che sono incapaci di amore puro e confondono l'amore con l'odio nelle loro relazioni", Sigmund Freud. In alcuni ospedali pediatrici italiani sono stai effettuati degli studi su molti piccoli pazienti che han ritrovato il sorriso. La pet therapy prevede che ci si occupi completamente dell'animale che, inoltre, favorirà la socializzazione. "Non c'è miglior psichiatra al mondo di un cucciolo che ti fa le feste", Andrew A. Rooney. Per provare l'efficacia di questa terapia, è sufficiente leggere le innumerevoli testimonianze. Ne basta una per racchiudere il concetto fondamentale; parla Sofia, 20 anni, paziente psichiatrica alle Molinette di Torino: "Ho avvertito i primi sintomi a 12 anni, ma ho sempre sentito di essere diversa dagli altri. Non mi piacciono le persone e non mi piace questa realtà. Ho tentato due volte il suicidio, se non fosse arrivato lui probabilmente ora sarei morta. Avevo già premeditato il terzo, tentato o riuscito. La mia prospettiva di vita è cambiata quando ho visto il mio cucciolo. Mi ha insegnato ad amare me stessa e gli altri. Riesco a uscire dalla mia bolla, se c'è lui".
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A Ferragosto, ricorre la tradizione di fare i gavettoni d’acqua. Usanza scherzosa, gradita, poco gradita a volte osteggiata. Ma in Italia A CAMPAGNA, un paese in campania, le secchiate sono istituzionalizzate e addirittura il paese viene allagato per questa necessita’:
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na delle tradizioni più antiche e più famose della provincia di Salerno, è senza dubbio A' Chiena di Campagna. Nel comune dei picentini, infatti, ogni anno, tra la seconda metà di luglio e la prima di agosto, il fiume Tenza viene deviato per far defluire le acque per le strade del paese. Le origini della tradizione non sono ben note. Si ipotizza che sia nata nell'estate del '600 per ripulire le strade dalla peste che attanagliava il paese oppure nell'800 semplicemente come opera di igiene pubblica a causa della secchezza del clima estivo, fatto sta che nel 1889 venne restaurato il canale artificiale che immette l'acqua per le strade del paese e rifatta la pavimentazione di corso Umberto I per evitare l'allagamento delle attività commerciali.
Dal 1994 la manifestazione è affidata alla Pro loco Città di Campagna che organizza il calendario di eventi artistico-culturali e gli appuntamenti con A' Chiena. Tradizionale, infatti, oltre alla passeggiata tra le strade allagate e A' Secchiata, quando tutti i partecipanti si lanciano, tra loro, gavettoni e secchiate d'acqua, la così detta Chiena di mezzanotte nella notte tra il 16 ed il 17 agosto alla fine della quale, essendo l'ultima dell'anno, ci si da appuntamento all'anno successivo
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gosto è il mese del “solleone”, il mese nel quale gli uomini, fiaccati dalla canicola, tendono a trascurare le mogli. Da qui il detto “D’agosto, moglie mia non ti conosco”. Ora il modo di dire ha assunto un significato diverso, e riguarda più i tradimenti estivi dei mariti, ma in origine si riferiva alle fatiche nei campi e alle poche energie che restavano dopo il lavoro. Non a caso questo mese era reputato infausto per molte azioni, soprattutto quelle legate alla vita familiare: i matrimoni erano quasi banditi, così come i traslochi e le pulizie di casa. Di malaugurio, in agosto, anche non bagnarsi in mare, dato che in passato si diceva che la morte sarebbe arrivata entro l’autunno. Ma torniamo al solleone e alla canicola. Con il termine “solleone” è tradizione indicare sia il sole dell’estate, specialmente quello delle ore intorno al mezzogiorno, sia il periodo estivo compreso tra l’ultima decade di luglio e la prima metà di agosto. Il motivo è semplice, tra il 23 luglio e il 22 agosto il Sole si trova nel segno zodiacale del Leone. Più semplice di così… La spiegazione di canicola è più complessa. Il termine deriva dal latino canicula, (cagnolino), nome con il quale veniva chiamata la stella Sirio, la stella più luminosa della costellazione del Cane maggiore. Questa stella, che tra il 24 luglio e il 26 agosto sorge e tramonta con il sole, era vista dagli antichi egizi come una sorta di cagnolino da guardia che, attento al correre del tempo, avvertiva dell’arrivo delle periodiche inondazioni del Nilo. Sulla canicola esistono diverse leggende medievali. Si credeva ad esempio che la presenza di Sirio nel cielo fosse la causa della calura che, sommandosi a quella del sole, avesse il potere di “surriscaldare il sangue”, facilitando le malattie. Tale fenomeno, si scoprì, era in realtà causato dal corrispondente aumento delle zanzare malariche e dell’insorgere delle febbri. La tradizione più curiosa è pero quella san Guinefort, il santo cane, che si festeggiava un tempo durante la canicola. Sì, non sto parlando di un santo patrono dei cani, ma proprio di un santo cane, un levriero per la precisione. San Guinefort di Borgogna, levriero di razza, visse nel XIII secolo, ed è oggetto di devozione popolare per i miracoli che scaturirono presso la sua tomba, nei pressi di Lione. Secondo la leggenda, il cane venne ucciso ingiustamente dal padrone, che lo credeva colpevole di avergli ucciso il figlio di pochi mesi. In realtà, il santo levriero venne trovato sporco di sangue non per aver ucciso il neonato di nobile stirpe (che invece salvò da morte certa), ma per aver ucciso una vipera che stava mordendo il bambino. Una volta scoperto l’errore, e ritrovato vivo il figlio, il cavaliere seppellì il cane in una tomba coperta di pietre, luogo che presto divenne meta di pellegrinaggi e presso il quale avvennero per secoli miracolose guarigioni in favore dei bambini. Il “culto” resse per 7 secoli fino a quando, negli anni trenta del XX secolo, la Chiesa cattolica lo proibì definitivamente. Con la canicola, come queste storie dimostrano, può accadere di tutto. Perciò, un consiglio, quando il solleone è alto in cielo, restate all’ombra. Andrea Malossini – “Lune e cieli” la rubrica in onda su
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, un tribunale di Venezia ha commutato la condanna di un giovane reo perché ha accettato di andare in pellegrinaggio a Santiago de Compostela Un 15enne italo-nordafricano è stato arrestato dopo aver commesso alcuni crimini sotto l’effetto della droga. In una serie di eventi più unica che rara, il giudice non ha mandato il ragazzo in prigione, proponendogli, qualche mese prima che comparisse davanti a un tribunale, di recarsi in pellegrinaggio a Santiago de Compostela. L’accusato è stato d’accordo e si è messo in cammino. Dopo che il ragazzino aveva percorso a piedi 1.500 chilometri fino al santuario spagnolo di Santiago de Compostela, il giudice ha ritenuto che avesse applicato fedelmente una sentenza di reinserimento unica e originale. Una storia sorprendente di reintegrazione e sviluppo personale.
Pellegrinaggio o prigione Si sa poco del giovane. Nato in Nordafrica ma di nazionalità italiana, proviene da una famiglia difficile. È caduto rapidamente nella dipendenza dalle droghe e ha iniziato presto ad accumulare problemi con la giustizia. Quando si è presentato di nuovo per un caso più grave dei precedenti, il giudice ha avuto l’idea di affidarlo a Lunghi Cammini, un’associazione italiana nata da poco a Mestre che offre ai giovani con difficoltà l’opzione di camminare come mezzo di reinserimento sociale. Il ragazzo ha dovuto fare all’inizio un corso di adattamento al mondo del lavoro professionale. Ha anche fatto volontariato all’interno dell’associazione, con risultati convincenti. Dopo alcuni mesi, in collaborazione con il dipartimento di assistenza sociale del Tribunale di Venezia, l’associazione ha deciso di preparare un programma speciale per lui perché potesse rispettare la sentenza in un modo inaspettato. Seguendo il consiglio di Lunghi Cammini, il giudice ha proposto il pellegrinaggio stabilendo delle condizioni ben definite. Il ragazzo doveva impegnarsi a compiere tutto il percorso, non poteva consumare droghe, alcool e tabacco e si impegnava a non usare il cellulare in nessun caso. Se non avesse rispettato qualcuna di queste condizioni, sarebbe andato subito in carcere. Il ragazzino è partito accompagnato da un “angelo custode”, Fabrizio, un volontario di 68 anni, professore in pensione, che aveva la responsabilità di assicurarsi che la sentenza venisse eseguita seguendo le condizioni stabilite. I due pellegrini avevano un budget di 40 euro al giorno per vitto e alloggio. Il percorso non è stato sempre facile. Il ragazzino si arrabbiava regolarmente e ha avuto molti momenti di dubbio, e il percorso è stato un’alternanza di discussioni e preghiere. A poco a poco si è sviluppato un forte legame tra i due. Superati molti momenti di scoraggiamento, sono finalmente arrivati a Santiago de Compostela. Al ritorno a Venezia, ciascuno dei due ha testimoniato quanto il viaggio l’abbia cambiato e l’amicizia che è nata tra di loro. Fabrizio ha affermato che il pellegrinaggio è stato per lui un vero “apprendimento di apertura, comprensione e accettazione dell’altro”. Quanto al ragazzino, il Cammino gli ha permesso di “riflettere sulla sua vita”. Ha anche espresso la sua immensa gratitudine a Fabrizio: “La sua presenza è stata per me come una spina che mi pungolava costantemente. Ma è stata una spina al contempo dolorosa e positiva: mi ha mostrato una vita vera e veri valori. E ho anche trovato un nonno!” Per Isabella Zuliani, direttrice dell’associazione, queste esperienze di reinserimento sono una soluzione che evita i rischi associati al carcere. La loro forza è essere caratterizzate dalla difficoltà e dalla rinuncia, e rappresentano un modo eccellente di aiutare i giovani a trovare la giusta strada nella loro vita.
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ottenuto il bronzo nei 10mila agli Europei di atletica a Berlino. Yemaneberhan Crippa, o Yeman Crippa, 22 anni, nato in Etiopia, è stato adottato in Italia da genitori speciali insieme a sette fratelli e cugini rimasti orfani. A Quotidiano.net, il padre Roberto ha espresso il suo orgoglio per il traguardo raggiunto dal figlio e ha raccontato la scelta sua e della ex moglie di adottare otto bambini, salvandoli dalla guerra. I piccoli sono stati riuniti tutti tra il 2003 e il 2008: "Come li ho cresciuti? Puntando sulla qualità del cibo e riciclando gli abiti", ha spiegato Crippa. I ragazzi, ormai diventati grandi, vivono ognuno per conto proprio: hanno trovato la propria strada o la stanno cercando. In ogni caso hanno abbandonato il nido familiare, di comune accordo con i genitori, e pagano l'affitto o il mutuo. "Il mio orgoglio per loro è immenso. E il loro orgoglio per quello che stanno realizzando è ancora più grande", ha raccontato il padre. È proprio lui a ricapitolare i loro lavori: "Mekdes, femmina, ha 19 anni, fa la commessa e abita a Trento; Mulu, femmina, 20 anni, è cameriera e anche lei abita in provincia di Trento; Gadissa, 21 anni, maschio, fa il cameriere stagionale in provincia di Trento; Yeman, 21 anni – quasi 22 – è poliziotto nelle Fiamme Oro e con la medaglia al collo adesso se lo coccolano tutti; Asna, 23 anni, femmina, è parrucchiera a Milano; Neka, 24 anni, maschio, fa il cameriere a Trieste ed è l'altro atleta di casa: nel 2013 ha vinto il Mondiale juniores di corsa in montagna, poi si è infortunato e ora sta cercando di risalire con due sessioni di allenamento quotidiane; Elsabet, 27 anni, femmina, è rientrata in Etiopia e lavora nella cooperazioone; Kelemu, 28 anni, maschio, fa l'operaio a Tione, in provincia di Trento". Di certo, vivere con otto figli non è una scelta facile. Ma Roberto non si è mai pentito della sua decisione. La quale non sembra essergli pesata più di tanto. "Un buon stipendio aiuta, ma più importante è guardare alla sostanza. Si investe sulla qualità del cibo, si riciclano i vestiti e per il resto si fa economia. La motivazione è tutto. I ragazzi si responsabilizzano e i genitori ringiovaniscono. Ho 51 anni e me ne sento 31". Il padre è soddisfatto anche dell'educazione che gli è stata data: "Sono stati educati al rispetto. E se rispetti gli altri, il rispetto ti torna indietro". Per questo, dice, non hanno subito episodi di razzismo. In ogni caso, Roberto non si sente un santo né un pazzo: "Sono solo entusiasta. Del resto senza entusiasmo non vai in Etiopia ad adottare tre figli in orfanotrofio e poi torni indietro a prendere i fratellini che erano dagli zii, e poi i cugini".
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Non discutere di Dio, tuffati nel suo mistero
Io
sono il pane vivo disceso dal cielo. Potenza del linguaggio di Gesù, il suo mistero e la sua storia espressi non con ragionamenti ma per immagini: pane, vivo, discesa, cielo. Quattro parole e quattro metafore, ciascuna generativa, in quanto ricca di movimento, di esperienza, di sapore e di orizzonti. Non spiegano il mistero, ma lo fanno vibrare nella tua vita, mistero gioioso da godere e da assaporare. Il pane di cui parlano non è quel pugno di acqua e di farina passata per la macina e il fuoco, contiene molto di più: è il simbolo di tutto ciò che è buono per te e ti mantiene in vita. I giudei si misero a mormorare contro Gesù. Ma come? Pretendi di essere il pane piovuto dal cielo? Ma sei venuto come tutti da tua madre e da tuo padre. Tu vuoi cambiarci la vita? E facendo quello che fa il pane con il nostro corpo, che si nasconde e scompare nell’intimo, e non fa rumore. No, il Dio onnipotente dovrebbe fare ben altro: miracoli potenti, definitivi, evidenti, solari. Ma Dio non fa spettacolo. In fondo è la stessa critica che mormoriamo anche noi: che pretese ha sulla mia vita quest’uomo di duemila anni fa? Lui pensa davvero di farci vivere meglio? Non mormorate tra voi.. Non sprecare parole a discutere di Dio, puoi fare di meglio: tuffati nel suo mistero. Pane che discende dal cielo. Nota: discende, per mille strade, in cento modi, come il pane nel corpo; discende verso di me, adesso, in questo momento, e continuamente. Io posso scegliere di non prenderlo come cibo, lo posso anche relegare nel repertorio delle fantasie, ma lui discende instancabilmente, mi avvolge di forze buone. Io sono immerso in lui e lui è immerso in me, e nutre la mia parte più bella. Non mormorate, mangiate. Il brano del Vangelo di oggi si articola attorno al verbo mangiare. Un gesto così semplice e quotidiano, eppure così vitale e potente, che Gesù l’ha scelto come simbolo dell’incontro con Dio; ha raccontato la frontiera avanzata del Regno dei cieli con le parabole del banchetto, della convivialità. Il Pane che discende dal cielo è l’autopresentazione di Dio come una questione vitale per l’uomo. Il pane che mangi ti fa vivere, e allora vivi di Dio e mangia la sua vita, sogna i suoi sogni, preferisci quelli che lui preferiva. Bocconi di cielo. Sorge una domanda: di cosa nutro anima e pensieri? Sto mangiando generosità, bellezza, profondità? Oppure mi nutro di egoismo, intolleranza, miopia dello spirito, insensatezza del vivere, paure? Se accogliamo pensieri degradati, questi ci fanno come loro. Se accogliamo pensieri di Vangelo e di bellezza, questi ci trasformeranno in custodi della bellezza e della tenerezza, il pane che salverà il mondo. ( Padre Ermes Ronchi)
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+Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. C. Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi. A. E con il tuo spirito. INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE ATTO PENITENZIALE Chiediamo perdono al Signore per ogni mancanza commessa, per il peccato che ci intralcia nella via della santità. Lo Spirito di Gesù ci trovi aperti alla sua grazia e ci aiuti ad assimilare il pane della vita che in questa Eucaristia ci verrà donato in cibo. Breve pausa di riflessione personale C. Signore, pane che sostiene il nostro pellegrinare in terra, abbi pietà di noi. Signore, pietà. C. Cristo, pane che ci nutre per la vita eterna, abbi pietà di noi. Cristo, pietà. C. Signore, pane che viene spezzato per la salvezza di ogni uomo, abbi pietà di noi. Signore, pietà. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen.
GLORIA
Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati dal mondo abbi pietà di noi; tu che togli i peccati dal mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.
COLLETTA
C. Guida, o Padre, la tua Chiesa pellegrina nel mondo, sostienila con la forza del cibo che non peri-
sce, perché perseverando nella fede di Cristo giunga a contemplare la luce del tuo volto. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen
sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo. Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate LITURGIA DELLA PAROLA nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se Prima Lettura stesso per noi, offrendosi a Dio in Dal primo libro dei Re In quei giorni, Elia s’inoltrò nel de- sacrificio di soave odore. Parola di Dio. serto una giornata di cammino e Rendiamo grazie a Dio andò a sedersi sotto una ginestra. A. Canto al Vangelo Desideroso di morire, disse: «Ora ALLELUIA. ALLELUIA basta, Signore! Prendi la mia vita, Io sono il pane vivo, disceso dal perché io non sono migliore dei cielo, dice il Signore, se uno manmiei padri». Si coricò e si addorgia di questo pane vivrà in eterno. mentò sotto la ginestra. Ma ecco ALLELUIA. che un angelo lo toccò e gli disse: C. Il Signore sia con voi «Àlzati, mangia!». Egli guardò e E con il tuo spirito. vide vicino alla sua testa una focac- A. C. Dal Vangelo secondo GIOVANNI cia, cotta su pietre roventi, e un A. Gloria a te o Signore orcio d’acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò. Tornò VA N G E L O per la seconda volta l’angelo del In quel tempo, i Giudei si misero a Signore, lo toccò e gli disse: mormorare contro Gesù perché «Àlzati, mangia, perché è troppo aveva detto: «Io sono il pane discelungo per te il cammino». Si alzò, so dal cielo». E dicevano: «Costui mangiò e bevve. Con la forza di non è forse Gesù, il figlio di Giuquel cibo camminò per quaranta seppe? Di lui non conosciamo il giorni e quaranta notti fino al mon- padre e la madre? Come dunque te di Dio, l’Oreb. Parola di Dio. può dire: “Sono disceso dal cieA. Rendiamo grazie a Dio. lo”?». SALMO RESPONSORIALE Gesù rispose loro: «Non mormoraR. Gustate e vedete te tra voi. Nessuno può venire a com’è buono il Signore. me, se non lo attira il Padre che mi Benedirò il Signore in ogni tempo, ha mandato; e io lo risusciterò sulla mia bocca sempre la sua lonell’ultimo giorno. Sta scritto nei de. Io mi glorio nel Signore: i poprofeti: “E tutti saranno istruiti da veri ascoltino e si rallegrino. R/. Dio”. Chiunque ha ascoltato il PaMagnificate con me il Signore, dre e ha imparato da lui, viene a esaltiamo insieme il suo nome. Ho me. Non perché qualcuno abbia cercato il Signore: mi ha risposto e visto il Padre; solo colui che viene da ogni mia paura mi ha liberato. da Dio ha visto il Padre. In verità, R/. in verità io vi dico: chi crede ha la Guardate a lui e sarete raggianti, i vita eterna. vostri volti non dovranno arrossire. Io sono il pane Questo povero grida e il Signore lo della vita. I vostri ascolta, lo salva da tutte le sue anpadri hanno mangosce. R/. giato la manna nel L’angelo del Signore si accampa deserto e sono attorno a quelli che lo temono, e li morti; questo è il libera. Gustate e vedete com’è pane che discende buono il Signore; beato l’uomo che dal cielo, perché in lui si rifugia. R/. chi ne mangia non muoia. Seconda Lettura Io sono il pane vivo, disceso dal Dalla lettera di san Paolo apostolo cielo. Se uno mangia di questo paagli Efesini Fratelli, non vogliate rattristare lo ne vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del Spirito Santo di Dio, con il quale mondo». Parola del Signore foste segnati per il giorno della A. Lode a te, o Cristo. redenzione. OMELIA ( seduti) Scompaiano da voi ogni asprezza,
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CREDO Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. Sorelle e fratelli, nell'Eucaristia viviamo le parole di Gesù: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Il pane che io vi do è la mia carne per la vita del mondo”. Preghiamo perché noi, che ci nutriamo di questo pane, possiamo vivere la speranza della vita eterna fin da oggi. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore. 1. Per la Chiesa, grande comunità dei figli di Dio presente in ogni luogo: trovi sempre il centro della sua vita nella celebrazione dell'Eucaristia, intorno all'altare dove Gesù si dona come pane di vita, preghiamo. 2. Per coloro che cercano Dio e non sanno riconoscerlo: perché i cristiani uniti nella parola invochino il dono della fede per tutti gli uomini, preghiamo. 3. Per i cristiani: la riflessione sulla parola di Dio li persuada a riconoscere ogni cosa come dono di Dio, certi che l'esperienza religiosa non si fonda solo sulle opere, sui sacrifici, sulle offerte, ma anzitutto nel sentirsi accompagnati dal Padre, preghiamo. 4. Per la nostra comunità cristiana: partecipi con gioia alla Mensa, condivida il pane anche con tutti i
fratelli lontani e con coloro che hanno bisogno del nostro sostegno, preghiamo. C Padre santo, aiutaci ad andare incontro a Cristo, perché attraverso di Lui possiamo giungere a te. Egli vive e regna nei secoli dei secoli A. Amen LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Accogli con bontà, Signore, questi doni che tu stesso hai posto nelle mani della tua Chiesa, e con la tua potenza trasformali per noi in sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. RendiamograziealSignorenostroDio. A. E’ cosa buona e giusta C. È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente e misericordioso, per Cristo Signore nostro. Sacerdote vero ed eterno, egli istituì il rito del sacrificio perenne; a te per primo si offrì vittima di salvezza, e comandò a noi di perpetuare l'offerta in sua memoria. Il suo corpo per noi immolato è nostro cibo e ci dà forza, il suo sangue per noi versato è la bevanda che ci redime da ogni colpa. Per questo mistero del tuo amore, uniti agli angeli e ai santi, proclamiamo con gioia l'inno della tua lode: : Santo, Santo……. C. Mistero della fede
insegnamento, osiamo dire: PADRE NOSTRO Padre Nostro che sei nei Cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. C.
E con il tuo spirito.
Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna.
A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo.
A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C. La partecipazione a questi sacramenti salvi il tuo popolo, Signore, e lo confermi nella luce della tua verità. Per Cristo nostro SignoA. Annunciamo la tua morte, Si- re. gnore, proclamiamo la tua risurreAmen zione nell’attesa della tua venuta. C. Il Signore sia con voi. DOPOLA PREGHIERA EUCARISTICA A. E con il tuo spirito. C. Per Cristo, con Cristo e in CriC. Vi benedica Dio onnipotente, sto, a te Dio, Padre onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. nell’unità dello Spirito Santo, ogni A. Amen. onore e gloria, per tutti i secoli dei C. Nel nome del Signore: andate secoli. in pace. A. Amen A. Rendiamo grazie a Dio C. Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino