Dicembre 2018, Anno 15 - N 41 Periodico di informazione
Riservato ai medici e agli operatori sanitari
VENTO DI CAMBIAMENTO: ECCO I NUOVI SERVIZI E I NUOVI PROFESSIONISTI l Gruppo Policlinico di Monza non smette di rinnovarsi e lo fa andando a incorporare nel suo organico nuovi prestigiosi elementi, anche di fama internazionale come il Prof. Hugo Vanermen, cardiochirurgo endoscopico, che approda al Policlinico di Monza in veste di consulente. Arrivi anche in ambito oncologico con il nuovo Responsabile, dott. De Toma e il suo aiuto, dott. Mucciante. Ci spostiamo quindi a Vercelli con il Gruppo di specialisti del seno che ha visto l’innesto del dott. Franchini, si parlerà poi di nuovi Centri per la terapia del dolore con il dott. Allegri fino a spostarsi a Novara con il dott. Giamundo e il neonato Centro dedicato alla Proctologia. Si torna quindi al Policlinico di Monza con il Responsabile del Servizio di Endoscopia digestiva, dott. Golia per poi fare un salto alla Clinica Città di Alessandria e parlare delle ultime novità in ambito Centro Cuore. A chiudere questo numero la notizia del Servizio di Infettivologia sviluppato a Monza all’interno del progetto di lotta alle infezioni ospedaliere. Il Presidente Dott. M. De Salvo
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In questo numero: Monza: dal Belgio il Prof. Vanermen, cardiochirurgo endoscopico internazionale Oncologia: arrivano nuove figure a potenziare il Servizio
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Vercelli: nasce il Gruppo di specialisti dedicati alle patologie del seno Terapia del dolore: due nuovi Centri a Monza
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Alessandria: Centro Cuore tra congressi e innovazioni tecnologiche Servizio di Infettivologia: nuovi passi avanti a Monza
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CARDIOCHIRURGIA MINIVASIVA: ECCO IL PROF. VANERMEN
APPRODA AL POLICLINICO DI MONZA CON L’UMILTÀ CHE SOLO I “GRANDI” n nuovo consulente, un nome prestigioso, un professionista e pioniere della cardiochirurgia endoscopica. È il Prof. Hugo Vanermen che da qualche mese si è unito all’organico del Dipartimento di Cardiochirurgia del Policlinico di Monza.
U P ROF. H UGO VANERMEN, CARDIOCHIRURGO ENDOSCOPICO CONSULENTE DEL P OLICLINICO DI MONZA
Uno dei maggiori esperti al mondo di cardiochirurgia mitralica mininvasiva video assistita, un uomo che non ama apparire, che si mette al servizio del malato sfruttando “il dono” (come lo chiama lui) che gli è stato concesso. Il tutto con un genere di umiltà non così comune tra gli specialisti del suo calibro. “Il chirurgo non è la persona più importante dell’équipe – esordisce Vanermen – il chirurgo opera il paziente, ma la vera differenza la fa la squadra e il modo in cui i suoi membri interagiscono durante l’intervento. Ci vuole comunicazione con lo staff ed empatia con il paziente e con la sua famiglia. Se manca una di queste parti allora c’è un problema, allora qualcosa non funziona come dovrebbe. Posso dire che al Policlinico di Monza ho trovato da subito grande collaborazione in persone davvero eccezionali”. Il prof. Vanermen, pioniere della cardiochirurgia endoscopica applicata alle patologie valvolari, porta al Policlinico una delle sue tecniche più conosciute ovvero quella deno-
UNO DEI MAGGIORI ESPERTI AL MONDO DI CARDIOCHIRURGIA MITRALICA MININVASIVA VIDEO ASSISTITA, UN UOMO CHE NON AMA APPARIRE, CHE SI METTE AL SERVIZIO DEL MALATO SFRUTTANDO “IL DONO” (COME LO CHIAMA LUI) CHE GLI È STATO CONCESSO. IL TUTTO CON UN GENERE DI UMILTÀ NON COSÌ COMUNE TRA GLI SPECIALISTI DEL SUO CALIBRO
minata "Port access" perché le piccole incisioni fatte sulla parte destra dell'emitorace rappresentano delle vere e proprie "porte d'accesso" per raggiungere le valvola da riparare. “Con questa tecnica - spiega il prof. Vanermen – si evita la sternotomia (apertura dello sterno). Si pratica solamente una piccola incisione di 4 cm nello spazio tra due costole della parte destra del torace, si inserisce la telecamera endoscopica e si arriva alla valvola cardiaca da riparare (mitrale o tricuspide). Le immagini appaiono visibili a tutta l’équipe in sala operatoria grazie ad un apposito schermo e così, insieme, è possibile decidere come procedere. Personalmente ritengo sempre più opportuno riparare una valvola piuttosto che sostituirla ed è infatti quello che faccio nel 99% dei casi”. Il Prof. Vanermen è stato uno dei primi pionieri della cardiochirurgia endoscopica nella quale ha iniziato a specializzarsi nel 1997, nell’arco degli anni ha inventato nuove tecniche operatorie, progettato strumenti chirurgici che rispondessero alle sue necessità, ha collaborato con i maggiori cardiochirurghi mondiali e tutt’oggi si divide tra il Belgio, i Paesi Bassi, la Francia e la Svizzera per operare i suoi pazienti. Accanto a lui da più di otto anni la sua fidata assistente, la Dott.ssa Agnes Cardella che lo segue in tutti i suoi spostamenti, si occupa della parte burocratica e soprattutto di tenere i contatti con il paziente stesso e con la sua famiglia. “In Belgio lavoravo con 13 cardiochirurghi che operavano sette giorni su sette – spiega la dott.ssa Cardella – e gestivo 4 sale operatorie. Poi un giorno è arrivato il Prof. Vanermen, specializzato nella chirurgia minivasiva della valvola mitrale. Sono da subito rimasta impressionata dalla sua tecnica e dalla sua professionalità. È iniziato quindi il nostro viaggio insieme, abbiamo girato il mondo, abbiamo incontrato migliaia di pazienti. Questo lavoro è una missione, non si potrebbe definire diversamente”.
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UNA DELLE SUE TECNICHE PIÙ CONOSCIUTE OVVERO QUELLA DENOMINATA “PORT ACCESS” PERCHÉ LE PICCOLE INCISIONI FATTE SULLA PARTE DESTRA DELL'EMITORACE RAPPRESENTANO DELLE VERE E PROPRIE “PORTE D'ACCESSO” PER RAGGIUNGERE LE VALVOLA DA RIPARARE
Ed è vero e lo si capisce subito parlando sia con il Prof. Vanermen, sia con la Dott.ssa Cardella la quale, in particolare, è la prima persona con cui il paziente, che deve essere operato, entra in contatto.
I NCISIONE NELLA CARDIOCHIRURGIA ENDOSCOPICA
“Mi chiamano al telefono o mi raggiungono via email – prosegue la Dott.ssa Cardella mi chiedono se possono essere visitati dal Professore. Io li ascolto, do loro già delle prime informazioni, chiedo di inviarmi i vari esami fatti e i referti medici antecedenti.
Raccolti tutti questi dati sono già in grado di dare alcune risposte, di spiegare nei dettagli l’intervento a cui andranno incontro. Lascio il mio cellulare per ogni dubbio, domanda, timore. Li accompagno fino all’intervento e soprattutto anche nel post operatorio. In nostri pazienti e le loro famiglie non devono mai sentirsi soli”. Il giorno dell’intervento la Dott.ssa Cardella è il filo di collegamento tra i parenti che aspettano in sala d’attesa e la sala operatoria. A intervalli regolari Agnes Cardella raggiunge i famigliari per dare notizie sull’andamento dell’operazione e questo solo chi ha provato il tumulto interiore di aspettare il proprio caro seduto su una sedia, può capire quanto questo semplice gesto sia di un’importanza troppo spesso sottovalutata. Ma torniamo al Prof. Vanermen che spiega come la cardiochirurgia endoscopica sia nettamente diversa da quella tradizionale.
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I NCISIONE PER LA RIPARAZIONE DELLA VALVOLA MITRALE
“Negli interventi sul cuore che vengono effettuati in endoscopia il chirurgo non ha la visione diretta del campo operatorio - spiega ancora il Prof. Vanermen - perché il torace del paziente non viene aperto, il cuore non è esposto. Tutto è proiettato su uno schermo, gli occhi sono sul video e le mani lavorano su cateteri interni allo sterno del paziente. Occorre esperienza e coordinazione, per questo dico che i giovani di oggi hanno una marcia in più in questo senso, sono abituati con i videogiochi, sono avvezzi a coordinare il movimento delle dita con quello degli occhi impegnati a fissare uno schermo. Io sogno da sempre di lavorare con chirurghi giovanissimi proprio per questo motivo”.
ACCANTO A LUI DA PIÙ DI OTTO ANNI LA SUA FIDATA ASSISTENTE, LA DOTT.SSA AGNES CARDELLA CHE LO SEGUE IN TUTTI I SUOI SPOSTAMENTI, SI OCCUPA DELLA PARTE BUROCRATICA E SOPRATTUTTO DI TENERE I CONTATTI CON IL PAZIENTE STESSO E CON LA SUA FAMIGLIA
I vantaggi di una cardiochirurgia endoscopica o minivasiva sono ovviamente indubbi. Meno dolore post operatorio, ridotto rischio di infezioni, meno giorni di degenza in ospedale, recupero più rapido e ritorno in breve tempo alla propria vita abituale. In più, nelle pazienti donne, l’incisione viene fatta sotto al seno in modo che, a guarigione avvenuta, la cicatrice non sia più neppure visibile. “Amo l’Italia, ho collaborato diversi anni con il Sant’Anna Hospital di Catanzaro e anche a Roma. Il Policlinico di Monza è una nuova e stimolante tappa che già ci sta regalando belle soddisfazioni”.
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OCCORRE ESPERIENZA E COORDINAZIONE, PER QUESTO DICO CHE I GIOVANI DI OGGI HANNO UNA MARCIA IN PIÙ IN QUESTO SENSO, SONO ABITUATI CON I VIDEOGIOCHI, SONO AVVEZZI A COORDINARE IL MOVIMENTO DELLE DITA CON QUELLO DEGLI OCCHI IMPEGNATI A FISSARE UNO SCHERMO. IO SOGNO DA SEMPRE DI LAVORARE CON CHIRURGHI GIOVANISSIMI PROPRIO PER QUESTO MOTIVO
CURRICULUM VITAE DOTT. HUGO KAREL YVO VANERMEN Hugo Karel Yvo Vanermen (22.9.1949, Borgerhout – Belgio) Sposato, padre di cinque figli, nonno di 16 nipoti, è il fondatore (nel 1980) e Direttore dell'Unità di Chirurgia Cardiovascolare e Toracica dell'Ospedale OLV di Aalst fino al 2012. Oggi riceve ed opera in 5 centri diversi in Europa: Italia, Belgio, Paesi Bassi, Francia e Svizzera. Ha introdotto nuove tecnologie nel campo della chirurgia cardiaca. È un pioniere della chirurgia cardiaca endoscopica. Dopo un intervento ad Alberto II, Re del Belgio, fu da questi insignito del titolo di "Baron". CARRIERA MEDICA E RICONOSCIMENTI Chirurgo cardiovascolare e toracico dell'Ospedale UZ Brussel (Belgio) considerato ''il massimo esperto mondiale di chirurgia cardiaca mininvasiva'' eseguita mediante strumenti endoscopici controllati da una telecamera. Membro di numerose associazioni medico-scientifiche, come la European Society for Cardio-Thoracic Surgery, con all'attivo più di 70 pubblicazioni in varie riviste mediche sulle differenti tecniche di Chirurgia Cardiaca (ne citiamo per tutte quella uscita sulla prestigiosa Journal of Cardiac Surgery). Più di 160 conferenze in tutto il mondo
(principalmente sulle tecniche di Chirurgia Cardiaca Endoscopica) e moltissime chirurgie live, eseguite in Belgio e trasmesse sugli schermi delle conferenze internazionali.
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• • Specializzando in Chirurgia cardiovascolare, Saint-Raphael Clinic, KUL,01.08.1979 • Assistente capo di Chirurgia cardiovascolare, O.L.V. Clinic, Aalst,01.08.1980 • Supervisore incaricato della formazione pratica, KUL, 15.11.1981 • Membro della European Society for Cardiovascular Surgery, 1982 • Membro della Royal Belgian Society of Surgery, 18.6.1985 • Capo del Dipartimento di Chirurgia Cardiovascolare e toracica O.L.V. Clinic, Aalst, 20.10.1987 • Membro della European Society for Cardio-Thoracic Surgery, 19.6.1990 • Membro del Medical Council O.L.V. Clinic, Aalst, 1993 • Membro Fondatore della Belgian Council for Cardio-Thoracic Surgery, 1996, Treasurer (19962001) • Membro della Scientific Advisory Board of Heartport Inc., 1996 • “Premio Internazionale Montevergine”, Capri, Hotel Quisisana, 11 Guigno 2000, in riconoscimento al suo lavoro di pionere nello sviluppo delle
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procedure chirurgiche endoscopiche della valvola mitrale. Membro della International Society for Minimally Invasive Cardiac Surgery, June 2001 Membro della Scientific Advisory Board of 3F-therapeutics Riconoscimento come "Fellow of the European Board for Thoracic and Cardiac Surgery" Membro attivo della American Association for Thoracic Surgery, May First, 2002 Direttore del corso "Edwards Master of Valve Repair"
ESPERIENZE LAVORATIVE NEL MONDO (interventi e dimostrazioni live) Italia: Torino, Roma, Chieti, Pisa, Brescia, Bari, Bologna, Milano Francia: Parigi, Tolosa Spagna: Barcellona, A Coruña, Benalmadena Germania: Francoforte, Lipsia Austria: Vienna Egitto: Il Cairo USA: New-York, Philadelphia Brazil: Belo Horizonte
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ECCO LA NUOVA ONCOLOGIA DEL POLICLINICO DI MONZA
IL PAZIENTE AL CENTRO. È QUESTO IL MOTTO DEL DOTT. DE TOMA i rinnova l’Oncologia del Policlinico di Monza e lo fa con il Dott. Domenico De Toma, da qualche mese nuovo Responsabile dell’Unità Operativa. Con lui sono arrivati anche il Dott. Marco Mucciante e la Dott.ssa Elena De Benedictis. Un’équipe rinnovata per migliorare ancora di più nelle fasi di cura e di gestione del paziente oncologico. “Avevo bisogno di un cambiamento ed è arrivata l’occasione di collaborare con il Policlinico di Monza – afferma il dott. De Toma – vogliamo portare tutta la nostra esperienza maturata in anni e anni di lavoro a stretto contatto con il paziente che, è bene ricordarlo, è l’unico nostro interesse”. Con un sorriso che non lo abbandona e con un’ilarità contagiosa, il Dott. De Toma spiega che circa la metà dei tumori che colpiscono oggi la nostra popolazione potrebbe essere prevenuta seguendo stili di vita corretti. “Non fumare, per esempio – ribadisce De Toma – perché è necessario abolire i fattori di rischio e non solo sottoporsi alle campagne di screening (mammografia, pap test, ricerca di sangue occulto nelle feci) che sono comunque fondamentali. Occorre vaccinarsi contro l’HPV, contro l’Epatite B, occorre mangiare in maniera corretta, fare attività fisica. Nessu-
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DOTT. DOMENICO DE TOMA N UOVO R ESPONSABILE DELL’U NITÀ OPERATIVA DI ONCOLOGIA DEL P OLICLINICO DI MONZA
DOTT. MARCO M UCCIANTE ONCOLOGO CLINICO FACENTE PARTE DEL NUOVO
TEAM DI ONCOLOGIA DEL P OLICLINICO DI MONZA
È NECESSARIO ABOLIRE I FATTORI DI RISCHIO E NON SOLO SOTTOPORSI ALLE CAMPAGNE DI SCREENING (MAMMOGRAFIA, PAP TEST, RICERCA DI SANGUE OCCULTO NELLE FECI) CHE SONO COMUNQUE FONDAMENTALI. OCCORRE VACCINARSI CONTRO L’HPV, CONTRO L’EPATITE B, OCCORRE MANGIARE IN MANIERA CORRETTA, FARE ATTIVITÀ FISICA. NESSUNO STRAPAZZO O NESSUN FERREO REGIME DIETETICO. FIDIAMOCI DELLA NOSTRA CARA DIETA MEDITERRANEA CHE GIÀ CI PARLA CHIARO
no strapazzo o nessun ferreo regime dietetico. Fidiamoci della nostra cara dieta mediterranea che già ci parla chiaro”. Così il Dott. De Toma e la sua équipe hanno iniziato la loro nuova avventura al Policlinico, facendo in primis ripartire l’attività del Poliambulatorio e attivando nuovamente il Day Hospital oncologico, puntando poi tutto sull’umanizzazione delle cure che significa fermarsi a conoscere la storia del paziente, capire la famigliarità di alcune patologie, studiarne il corredo genetico e, nei casi in cui necessario, saper gestire il dolore in maniera ottimale. Oltre a tutto ciò il Team garantisce empatia, sostegno emotivo e ovviamente le cure più all’avanguardia che grazie alla ricerca scientifica, portata sapientemente avanti dal Prof. Bajetta, Direttore dell’Istituto di Oncologia del Policlinico, continua a fare passi verso un futuro migliore. “Si viaggia ormai verso un’oncologia di precisione - prosegue il Dott. De Toma - dove il trattamento di cura viene personalizzato il più possibile sul malato. La mia équipe ed io siamo in grado di gestire qualsiasi tipo di patologia oncologica, dai tumori più diffusi come polmone e mammella ai tumori rari, il tutto in assoluta collaborazione con gli altri specialisti che lavorano all’Istituto di Oncologia del Policlinico di Monza e che da anni portano avanti un percorso importante che è quello della multidisciplinarietà”. Per il Dott. De Toma, un ruolo fondamentale lo devono giocare i medici di base. “Sono loro che per primi conoscono i pazienti, sono il primo punto di riferimento. Stiamo cercando di sviluppare anche un modus operandi che li veda coinvolti, dobbiamo avere un dialogo diretto con loro perché più sappiamo della storia del paziente, più riusciamo ad avere un quadro completo della situazione e più possiamo aiutarlo. Il paziente oncologico non è un paziente come gli altri”.
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“SONO LORO CHE PER PRIMI CONOSCONO I PAZIENTI, SONO IL PRIMO PUNTO DI RIFERIMENTO. STIAMO CERCANDO DI SVILUPPARE ANCHE UN MODUS OPERANDI CHE LI VEDA COINVOLTI, DOBBIAMO AVERE UN DIALOGO DIRETTO CON LORO PERCHÉ PIÙ SAPPIAMO DELLA STORIA DEL PAZIENTE, PIÙ RIUSCIAMO AD AVERE UN QUADRO COMPLETO DELLA SITUAZIONE E PIÙ POSSIAMO AIUTARLO. IL PAZIENTE ONCOLOGICO NON È UN PAZIENTE COME GLI ALTRI”
CURRICULUM VITAE DOTT. DOMENICO DE TOMA • Medico chirurgo specializzato in Oncologia e Chemioterapia all’Università degli Studi di Milano • Professore a contratto di Oncologia Ortopedica presso la II scuola di Specializzazione in “Ortopedia e traumatologia” dell’Università degli Studi di Milano. • Dall’anno accademico 2003/2004 a tutt’oggi attività tutoriale per gli studenti del IV anno di corso di “Medicina e Chirurgia” e lezioni di didattica non formale di Oncologia per gli studenti del V anno di corso. • Dall’anno accademico 2004/2005 al 2015/2016 insegnamento di Oncologia nell’ambito del corso biennale di Clinica Medica. Dall’anno accademico 2005/2006 al 2011/2012 tutore per la scuola di specializzazione in Oncologia. • Nell’anno accademico 2005/2006 ha
collaborato in qualità di docente alla Scuola di Specializzazione in Chirurgia Toracica dell’Università degli Studi di Milano diretta dal Prof. Luigi Santambrogio. • Nel marzo del 2006 ha partecipato in qualità di relatore al corso di perfezionamento in Chirurgia Toraco Polmonare organizzato da Prof. Luigi Santambrogio. • Dal 2004 al 2015 tutore - valutatore per l’esame di Stato di abilitazione alla professione di Medico - Chirurgo. ATTIVITÀ PROFESSIONALE: • Dal 1/12/1985 assistente nel reparto di Oncologia Medica dell’Istituto Policlinico San Donato allora diretto dal Prof. Giorgio Pipino, professore associato di Oncologia presso l’Università degli Studi di Milano. Aiuto dello stesso reparto nel 1990 e poi re-
sponsabile (dirigente di II livello) dal 1/11/1996 al 31/8/2018. • Dal 5/09/2018 Responsabile del Servizio di Oncologia del Policlinico di Monza. Altri titoli: • Membro della Commissione Nazionale per l’Inquinamento degli Ambienti Confinati (anni 1990 – 1991), diretta dal Prof. U. Veronesi presso il Ministero dell’Ambiente. • Dirigente di Struttura Complessa area ospedaliera. Scuola di Direzione in Sanità, I.Re.F. anno 2002. • Co-fondatore e co-responsabile del “Centro Anti Fumo del Policlinico San Donato”, attivo dal marzo del 2015. PUBBLICAZIONI: Autore di pubblicazioni su riviste nazionali ed internazionali.
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SENOLOGIA: ARRIVA IL DOTT. FRANCHINI ALLA CLINICA S. RITA
TUMORE AL SENO: DALLA DIAGNOSI AL TRATTAMENTO a qualche mese alla Clinica Santa Rita è attivo un nuovo punto di riferimento per la diagnosi e la terapia del tumore alla mammella. Il tutto grazie ad un Gruppo di specialisti che con l’arrivo del dott. Roberto Franchini hanno iniziato a collaborare al fine di offrire alle donne un approccio integrato alla patologia oncologica riguardante il seno. Il Team di specialisti segue la paziente dalla diagnosi, sino al trattamento e lo fa attraverso diversi step, a cominciare proprio dalla parte riguardante la diagnostica radiologica. Qui il punto di riferimento è la dott.ssa Costanza Iunco, radiologa specializzata nella mammografia e nell’ecografia senologica. “Sono alcuni anni che collaboro con la Clinica Santa Rita – spiega la dott.ssa Iunco – le pazienti che si sottopongono ai controlli mammografici ed ecografici lo fanno o dietro prescrizione del proprio medico perché da sole si sono accorte di qualche anomalia oppure per i classici controlli periodici ai fini preventivi”. L’importanza dei programmi di screening alla mammella è davvero fondamentale, fare controlli periodici e più ravvicinati in casi di famigliarità di patologia oncologica, può veramente salvare la vita e lo sa bene la dott.ssa Iunco che, purtroppo, si trova a diagnosticare sempre più spesso delle lesioni in pazienti di età sempre più giovane. La dott.ssa Iunco è
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DOTT. FRANCHINI, NUOVO SENOLOGO DELLA C LINICA SANTA DI VERCELLI
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L’IMPORTANZA DEI PROGRAMMI DI SCREENING ALLA MAMMELLA È DAVVERO FONDAMENTALE, FARE CONTROLLI PERIODICI E PERSONALIZZATI E PIÙ RAVVICINATI IN CASI DI FAMIGLIARITÀ DI PATOLOGIA ONCOLOGICA, PUÒ VERAMENTE SALVARE LA VITA E LO SA BENE LA DOTT.SSA IUNCO CHE, PURTROPPO, SI TROVA A DIAGNOSTICARE SEMPRE PIÙ SPESSO DELLE LESIONI IN PAZIENTI DI ETÀ SEMPRE PIÙ GIOVANE
inoltre la specialista di riferimento per le pazienti, è lei che le incontra la prima volta per le indagini radiologiche ed è sempre lei a consegnare e spiegare il referto degli eventuali esami più invasivi (ex. agoaspirato o biopsia) che si rendono necessari. “Si, negli ultimi anni l’età di pazienti con diagnosi di tumore alla mammella si è abbassata – continua la dott.ssa Iunco - Questo però perché vengono effettuati molti più screening, la popolazione femminile è diventata più sensibile sull’argomento e questo ci permette di evidenziare le lesioni nelle loro forme iniziali, con tutti gli intuibili vantaggi del caso”. Il Team di specialisti del seno si compone anche di un nuovo innesto, il dott. Roberto Franchini, ex Responsabile di Chirurgia senologica all’interno della Breast Unit di Novara con anni di esperienza e centinaia di interventi alla mammella. “Grazie alla diagnosi precoce e alla chirurgia sempre più personalizzata sulla paziente – spiega il dott. Franchini – oggi l’approccio chirurgico per la rimozione delle lesioni al seno tende ad essere sempre più conservativo, ciò significa che si cerca di asportare meno tessuto possibile e questo anche grazie alla prevenzione che permette di scoprire i tumori nella loro fase iniziale”. Ma cosa accade alla paziente nel momento in cui, durante l’indagine radiologica, scopre di avere un nodulo sospetto? Succede che entra in gioco il fondamentale ruolo dell’anatomopatologo, in questo caso il dott. Giovanni Angeli che collabora con la Clinica Santa Rita dal 2012. “Una volta che la dott.ssa Iunco vede qualcosa di sospetto durante la mammografia o l’ecografia, si rende necessario approfondire la diagnosi con esami un poco più invasivi (biopsia) - spiega il dott. Angeli – Durante questo esame vengono prelevati dei piccoli campioni della lesione. Il tutto viene eseguito sempre dalla dott.ssa Iunco, sotto controllo radiologico. A questo punto entra in gioco il ruolo dell’anatomopatologo a cui tocca analizzare i campioni e formulare una
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DURANTE QUESTO ESAME VENGONO PRELEVATI DEI PICCOLI CAMPIONI DELLA LESIONE. IL TUTTO VIENE ESEGUITO SEMPRE DALLA DOTT.SSA IUNCO, SOTTO CONTROLLO RADIOLOGICO
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DOTT. FRANCHINI E LA DOTT.SSA I UNCO DURANTE UN CONSULTO
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diagnosi il più possibile accurata e precisa sul tipo di lesione definendone o meno la malignità, i fattori di prognosi e la farmaco predittività”. Tramite i fattori di prognosi, l’anatomopatologo può formulare un’idea di massima sulla possibile evoluzione di quel tipo di tumore, mentre attraverso altre indagini riesce a definirne la farmaco predittività ovvero il grado di sensibilità e di risposta del tumore a determinati tipi di farmaci antineoplastici. “Una volta avuti i risultati dalla biopsia si decide come procedere – continua il dott. Franchini – nella maggior parte dei casi la lesione viene asportata chirurgicamente cercando di limitare quanto più possibile il danno alla mammella. Fondamentale è da sempre il linfonodo sentinella che ci dice se il tumore ha iniziato ad estendersi anche ad altre parti del corpo. In caso anche nel linfonodo sentinella siano presenti cellule cancerose, si procede allo svuotamento ascellare”. In ultima analisi si ribadisce l’importanza dei controlli periodici al seno che devono essere intensificati, secondo le indicazioni dello specialista, nei casi in cui ci sia famigliarità o predisposizione genetica. Un piccolo esame può davvero salvare una vita.
CURRICULUM VITAE DOTT. ROBERTO FRANCHINI STUDI E FORMAZIONE PROFESSIONALE: • Laurea in Medicina e Chirurgia conseguita presso l’Università degli Studi di Pavia in data 10.07.1975 con votazione finale 108/110 • Diploma di specializzazione in Chirurgia Generale presso l’Università di Milano in data 15.07.1980 con votazione finale 70/70 • Diploma di specializzazione in Chirurgia Toraco-Polmonare presso l’Università di Torino in data 10.07.1984 con votazione finale 68/70 • Idoneità nazionale a primario ospedaliero (Roma-Sessione 1983) con votazione finale 80/100 • Ha frequentato dal Gennaio 2004 al Novembre 2004 la Breast Unit dell’Azienda Istituti Ospitalieri di Cre-
mona per l’accreditamento al prelievo del linfonodo sentinella nella patologia tumorale mammaria eseguendo 10 interventi in qualità di secondo operatore e 10 interventi in qualità di primo operatore. • Ha svolto attività ambulatoriale e di consulenza chirurgica presso il Centro Tumori dell’azienda Ospedaliera di Novara dal 1988 ad oggi • Dal 1976 ad oggi ha eseguito come primo operatore circa 9000 interventi di Chirurgia: - Generale - Oncologica - Vascolare - Toraco-polmonare - Urologica - Ginecologica - d’Urgenza - Mini invasiva
• Negli ultimi anni ha eseguito mediamente come primo operatore 350 interventi/anno di cui il 60% circa di chirurgia mammaria ed i rimanenti prevalentemente di chirurgia generale, oncologica, addominale, mini invasiva, vascolare in elezione e in urgenza. ATTIVITÀ SCIENTIFICA • Nel 1981 ha ricevuto presso l’Ospedale Maggiore di Novara il premio biennale intitolato a “ Francesco, Ernesto e Umberto Bilia” per l’attività scientifica • Ha partecipato a 90 congressi e corsi di aggiornamento in Italia e all’estero con comunicazioni e relazioni personali • Ha effettuato in qualità di autore principale o di coautore 69 pubblicazioni scientifiche
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IL POLICLINICO E LA SUA LOTTA AL DOLORE CRONICO
ARRIVA IL DOTT. MASSIMO ALLEGRI NUOVO TERAPISTA DEL DOLORE l dolore è una sensazione che va da sgradevole a insopportabile e che nessuno vorrebbe mai sperimentare nella propria vita. Tuttavia il dolore è importante per l’essere umano ed occupa un posto molto particolare tra le sensazioni; per comprenderlo occorre quindi tenere in considerazione una serie di fattori. I sistemi sensoriali informano il cervello sullo stato dell’ambiente circostante e dell’ambiente interno dell’organismo. Tra questi, il dolore costituisce un segnale di allarme che protegge l’organismo innescando reazioni che hanno lo scopo di ridurre la causa che lo ha provocato al fine di limitarne le conseguenze. L’Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore (International Association for the
I DOTT. MASSIMO ALLEGRI, NUOVO R ESPONSABILE DEL C ENTRO DI CURA DEL DOLORE DELLA COLONNA E DELLO SPORTIVO DEL P OLICLINICO DI MONZA
IL
DOLORE CRONICO E UNA PATOLOGIA E COME TALE VA TRATTATA
I SISTEMI SENSORIALI INFORMANO IL CERVELLO SULLO STATO DELL’AMBIENTE CIRCOSTANTE E DELL’AMBIENTE INTERNO DELL’ORGANISMO. TRA QUESTI, IL DOLORE COSTITUISCE UN SEGNALE DI ALLARME CHE PROTEGGE L’ORGANISMO INNESCANDO REAZIONI CHE HANNO LO SCOPO DI RIDURRE LA CAUSA CHE LO HA PROVOCATO AL FINE DI LIMITARNE LE CONSEGUENZE
Study of Pain [IASP]) definisce il dolore come “una sensazione sgradevole e un’esperienza emotiva in risposta a una lesione tissutale reale o potenziale o descritta in questi termini”. Ora però occorre fare una distinzione tra il dolore acuto e il dolore cronico. Il dolore acuto (es. bruciatura cutanea) è quello la cui intensità è direttamente proporzionale all’intensità dello stimolo. Scompare dopo la riparazione del danno ed ha funzione di allarme e di segnalazione. Il dolore persistente e ricorrente, ovvero il dolore cronico, è quello che si presenta invece a intervalli regolari o che persiste da molto tempo (>6 mesi). Spesso non vi è correlazione fra il danno organico e l’intensità del dolore che, a differenza dell’esempio precedente, non ha funzione fisiologica ed è pertanto inutile. Il Policlinico di Monza decide quindi di dire basta al dolore cronico e lo fa attivando due Centri multidisciplinari per la cura di questa invalidante situazione che molte persone si trovano a vivere nell’arco della loro vita. Il primo è il Centro di cura del dolore acuto e cronico con a capo il Dott. Vincenzo Primerano, il secondo è il Centro di terapia del dolore della colonna e dello sportivo, diretto dal Dott. Massimo Allegri. “Il dolore è la prima causa per cui il paziente si rivolge a specialisti ortopedici, neurochirurghi e fisiatri – spiega il dott. Allegri – in particolare il mal di schiena è tra le prime tre cause di accesso al medico di medicina generale e al Pronto Soccorso, senza contare che tra il 10% e il 20% dei pazienti sottoposti a intervento chirurgico, continua a lamentare dolore post operatorio inutile”. Il Centro di terapia del dolore gestisce il paziente con dolore cervicale e lombare attraverso protocolli multidisciplinari a seconda delle caratteristiche cliniche dello stesso. Qui la problematica del paziente viene gestita a 360 gradi non lasciandolo mai solo nel suo percorso diagnostico-terapeutico. Il nuovo Dipartimento così creato è composto dai seguenti specialisti: terapista del dolore, neurochirurgo, fisiatra, neurofisiologo del dolore. Importante è la collaborazione con il Servizio di Neuroradiologia
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ESEMPIO DI N EUROSTIMOLATORE IMPIANTABILE
ESEMPIO DI N EUROSTIMOLATORE
già presente al Policlinico di Monza in modo da avere sempre un supporto diagnostico radiologico di eccellenza. Vediamo ora quali sono le tecniche per il controllo del dolore cronico che non prevedono l’utilizzo di farmaci. “Il dolore – prosegue il dott. Allegri – è un’esperienza soggettiva che varia da persona a persona. Spesso di parla di soglia del dolore, anche se è difficile stabilire parametri comuni a tutti i pazienti. Esiste una scala di misurazione del dolore che va da 1 a 10, solitamente si interviene sopra il 4, ma anche qui le situazioni variano e vanno valutate di volta in volta. Ci sono persone che sopportano di più o che semplicemente si lamentano di meno, ma questo non vuol dire provino meno dolore di altri soggetti con un pari grado di sofferenza. Il mio compito come terapista del dolore è quello di eliminare quello inutile ovvero il dolore cronico, quel dolore che altera la qualità della vita dei pazienti, che ne indebolisce il sistema immunitario, che influisce sull’umore e che provoca alterazioni ormonali”. Il Centro di terapia del dolore della colonna pone al centro il paziente e il suo bisogno di tornare a vivere una vita normale e priva di sofferenza. “Per il dolore cronico alla colonna si possono fare infiltrazioni, agire con termo lesioni o con neurostimolatori – spiega il dott. Allegri - Innanzitutto occorre capire da dove ha origine il dolore, fatta la diagnosi si stabilisce il percorso più adatto al paziente decidendo di intervenire
con appositi farmaci oppure con un intervento mininaviso. In quest’ultimo caso si vanno a ledere i nervi che veicolano il dolore in modo che lo stimolo doloroso non raggiunga più il cervello. Si tratta di un’operazione che viene eseguita in sede ambulatoriale o in day hospital con un’anestesia locale. In caso di dolori più complessi si può optare per l’introduzione di neurostimolatori che vengono inseriti per via percutanea, tramite catetere, il cui compito è quello di emettere impulsi elettrici direttamente nel midollo spinale in modo da confondere l’impulso doloroso”. Il Centro tratta anche il rilevante tema del dolore cronico nello sportivo. “Nello sportivo professionista – spiega il dott. Allegri – si pone la problematica che molto spesso i farmaci usati per il controllo del dolore possono risultare dopanti. Il Centro propone quindi un approccio innovativo nella gestione del dolore che prevede infiltrazioni e tecniche mininvasive in modo da ricorrere ai farmaci il meno possibile. Questa strada comporta diversi vantaggi, tra cui permette allo sportivo di non interrompere la sua attività in quanto non gli vengono somministrate sostanze dopanti”. Il dolore affligge circa il 60% delle persone che fanno sport amatoriale e nel 50% dei casi determina una riduzione dell’attività sportiva. Ad esempio la lombalgia è presente nel 85% di persone che esercita canottaggio, nel 65% che esercita judo e nel 50% che esercita golf; così come sopra la media sono risultati i casi di lombalgia nei pallavolisti.
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La riabilitazione è l’elemento cardine del trattamento e del reinserimento del paziente sportivo con dolore, ma molto spesso il dolore è talmente limitante che inibisce la possibilità di eseguire gli appositi esercizi. “La maggior parte dei medicinali per controllare il dolore, tranne i FANS, sono considerati doping per cui stanno emergendo due problematiche molto importanti come l’abuso di FANS e farmaci da banco con conseguente aumento degli effetti collaterali”.
Il Centro di terapia del dolore nello sportivo, si avvale della collaborazione di diversi specialisti: il medico dello sport, il fisiatra, il terapista del dolore, il fisioterapista e il neurofisiologo del dolore. La gestione interventistica si articola prevalentemente su due modalità di intervento: neurolesione periferica e infusione di cellule staminali attivate.
CURRICULUM VITAE DOTT. MASSIMO ALLEGRI Incarichi clinici e di ricerca 2018- Fondatore Italian Pain Group 2018- Responsabile ambulatorio terapia del Dolore Columbus Clinic Milano 2014-2018 Ricercatore confermato presso Università Parma e Dirigente Medico presso il Servizio di Anestesia Rianimazione II e Terapia del Dolore dell’Azienda Ospedaliera di Parma, presso il Servizio di Terapia del Dolore (8500 visite/anno – più di 6000 procedure anno) 2014-2017 Responsabile della Ricerca su genetica e dolore acuto e cronico dell’Università di Parma e gestione del personale dedicato di ricerca composto da 2 medici, 2 biologi, 2 infermieri, 1 psicologo e gestione di 1 laboratorio di ricerca per la analisi biomolecolare e genomica 2010-2014 Ricercatore Presso Università di Pavia 2010-2014 Responsabile della ricerca in terapia del dolore acuto e cronico per l’Università di Pavia 2003-2014 Responsabile della ricerca in terapia del dolore acuto e cronico della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo Pavia 2003-2014 Responsabile dell’ “Acute Pain Service” per i reparti di Chirurgia Generale e Urologia della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo Pavia 2003-2014 Dirigente Medico I Livello Servizio Anestesia Rianimazione I e Terapia del Dolore presso Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia
Incarichi accademici 2017- abilitazione nazionale professore ordinario in Anestesia Rianimazione e Terapia del Dolore 2015-2017 membro del Centro di Ricercar BioGeNap, istituto di ricerca nato dalla collaborazione tra Università di Parma e Centro Nazionale della Ricerca (CNR) 2014-2018 Ricercatore in Anestesia Rianimazione e Terapia del Dolore presso l’Università di Parma 2013- abilitazione nazionale professore associato in Anestesia Rianimazione e Terapia del Dolore 2010-2014 Ricercatore in Anestesia Rianimazione e Terapia del Dolore presso l’Università di Pavia Principali incarichi 2018-oggi Fondatore e Executive Committee del CIMPARC (Consortium of Pain researchers and clinicians) 2008-2017 Presidente SIMPAR (Study in Multidisciplinary Pain Research) 2015-oggi Faculty member del gruppo scientifico internazionale F1000 (Section Pain Management: Chronic Clinical Section in the Anesthesiology & Pain Management Faculty) 2012-2014 Responsabile della ricerca Federdolore – Società Italiana Clinici del Dolore 2013- Membro dell’International Association for the Study of Pain 2012-2013 membro del Board scientifico del BEACON Project della Federal Drug Administration (FDA) riguardo a antinfiammatori e dolore
2012-2015 membro del board scientifico della Fondazione ISAL 2008- Responsabile Scientifico e Presidente del gruppo di ricerca SIMPAR (Study In Multidisciplinary Pain Research) e del congresso internazionale SIMPAR congress nel 2017 2007-2010 Membro per la Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo del board scientifico del Gruppo per lo sviluppo dell’area pavese nella ricerca biomedicale 2006-2012 Segretario della European Society of Regional Anesthesia 2006-2014 Professore a contratto della scuola di specialità di Ortopedia dell’Università di Pavia 2006-2014 Attivazione e responsabile del Centro di Terapia del Dolroe per la cistite interstiziale della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo Laurea e scuola di specializzazione 2003 Diploma di Specializzazione in Anestesia Rianimazione e Terapia del dolore presso l’università di Pavia 1999-2003: Scuola Specializzazione in Anestesia Rianimazione e Terapia del dolore presso l’università di Pavia 1999: Laurea in Medicina presso Università di Pavia (110/110 con lode) con tesi su “Efficacia della neurostimolazione spinale in pazienti affetti da dolore cronico intrattabile” presentata al 9th Congresso Mondiale di terapia del Dolore IASP e pubblicata su “Progress in Pain Research and Management”. I.A.S.P. 1999.
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DUE CENTRI PER LA CURA DELLE PATOLOGIE PROCTOLOGICHE
STOP AI FASTIDI COLO-RETTALI CON L’ARRIVO DEL DOTT. GIAMUNDO ue nuovi ambulatori dedicati alla Proctologia, è questa la nuova sfida del Gruppo Policlinico di Monza. Diretti dal dott. Paolo Giamundo, Specialista in Chirurgia Generale, che nel 2011 ha conseguito il prestigioso titolo “ESBQ” ossia “Specialista Europeo in Chirurgia Coloproctologica” (l’unica certificazione di specializzazione in Coloproctologia al di fuori di USA e Canada), hanno iniziato la loro attività qualche mese fa sia all’interno del Policlinico di Monza che all’interno della Clinica San Gaudenzio di Novara. “La Proctologia - spiega il dott. Giamundo - è quella branca della Chirurgia che si occupa della diagnosi e cura delle patologie colo rettali. In considerazione della frequenza delle patologie proctologiche e della necessità di prevenzione, diagnosi e cura, la presenza di un servizio specialistico dedicato diventa imprescindibile in un ospedale moderno”. E così, detto fatto. I pazienti affetti da queste dolorose e invalidanti patologie possono oggi trovare un punto di riferimento che offre tecnologie all’avanguardia per la diagnosi e la cura di emorroidi, ragadi, fistole anali, polipi, prolassi, rettoceli, malattie del pavimento pelvico e altre disfunzioni a carico del sistema colo-rettale. L’importanza di questa branca specialistica negli ultimi decenni è stata sottolineata dalla nascita di una vera e propria specialità (Chirurgia
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DOTT. PAOLO G IAMUNDO, NUOVO R ESPONSABILE DEL SERVIZIO DI P ROCTOLOGIA DEL P OLICLINICO DI MONZA E DELLA C LINICA SAN GAUDENZIO DI NOVARA
IL LASER IN PROCTOLOGIA Il Laser è un dispositivo in grado di emettere un fascio di luce che ha effetti diversi in base ai tessuti biologici che vengono trattati. In ambito proctologico il Laser nell’ultimo decennio ha permesso di trattare in maniera mini-invasiva una serie di patologie comuni con il risultato di ridurre lo stress chirurgico post-operatorio e di permettere una più rapida ripresa delle attività quotidiane. L’esperienza sviluppata in oltre 20 anni di attività al fianco dei maggiori specialisti internazionali, ha apportato le conoscenze necessarie all’individuazione ed ottimizzazione delle lunghezze d’onda specifiche per permettere il trattamento delle malattia emorroidaria delle fistole anali e delle cisti pilonidali.
Colorettale) che si è diversificata rendendosi indipendente dalla Chirurgia Generale in molti paesi europei ed extraeuropei. Il Servizio di Proctologia dei Centri di Monza e Novara comprende sia un Servizio Ambulatoriale sia un’attività chirurgica per le patologie che la richiedono. Sono previsti peraltro servizi diagnostici e terapeutici satelliti (defecografie, RM, ecografie trans rettali, riabilitazione pavimento pelvico) per rendere completo l’approccio diagnostico e terapeutico a queste patologie. “Da circa 10 anni – prosegue il dott. Giamundo - oltre ad eseguire i comuni interventi di chirurgia proctologica, ho sviluppato nuove tecniche chirurgiche con laser per il trattamento mini-invasivo delle emorroidi, fistole anali e cisti pilonidali. Tali tecniche sono state divulgate personalmente a chirurghi italiani e stranieri nei vari corsi specialistici organizzati negli ultimi anni”. Dal 2016 inoltre il dott. Giamundo è leader e coordinatore di un gruppo di chirurghi che stanno utilizzando ed implementando le tecniche laser da lui messe a punto (G.I.L.P.: Gruppo Italiano Laser in Proctologia). Il trattamento mini-invasivo delle Emorroidi con laser, di cui al momento il dott. Giamundo detiene la casistica operatoria più grande a livello internazionale, si chiama “HeLP”. HeLP è un acronimo (Hemorrhoids Laser Procedure) e consiste nella chiusura dei rami terminali delle arterie emorroidarie superiori all’interno del canale anale. Questa terapia si basa sulla cosiddetta ‘teoria vascolare’, secondo cui il plesso venoso emorroidario (ossia le emorroidi) diventa patologico quando si viene a creare un iperafflusso di sangue dal sistema arterioso verso il sistema venoso. Partendo da questo presupposto, l’individuazione con un doppler delle arterie e la lo loro chiusura con la precisione del laser, genera una riduzione dell’iperafflusso che si traduce in una riduzione del volume delle emorroidi e nella risoluzione dei sintomi ( sanguinamento, dolore, crisi emorroidarie ricorrenti). “Il vantaggio di questa tecnica mini-invasiva col laser – continua Giamundo - sta nella qua-
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si totale assenza del dolore, sia intraoperatorio sia postoperatorio. Per tale motivo la tecnica HeLP può essere eseguita senza anestesia e non richiede ricovero ospedaliero notturno. I risultati sono positivi in circa l’85% dei pazienti con emorroidi sintomatiche, resistenti alla terapia medica con scarso prolasso mucoso (emorroidi di II grado o III grado iniziale). Per le emorroidi di grado superiore che si accom-
pagnano a prolasso mucoso significativo la tecnica laser HeLP va associata anche ad una plastica di riduzione del prolasso mucoso “. La tecnica “FiLaC” invece, prevede l’utilizzo del laser per la chiusura delle fistole perianali. Le fistole perianali, di gran lunga meno frequente delle Emorroidi, comportano comunque una condizione molto invalidante per la quale, al momento non esiste una terapia Gold Standard, soprattutto nei casi di fistole complesse . La tecnica “FiLaC” prevede il restringimento del tessuto della fistola con una fibra laser radiale senza provocare danni agli sfinteri anali e quindi evitando potenziali alterazioni della continenza che invece spesso si associa quando si utilizzano altre tecniche chirurgiche. L’intervento viene fatto in anestesia loco-regionale e richiede il ricovero di un giorno (Day Surgery). La tecnica “SiLaC” poi , che prevede sempre l’utilizzo del laser, viene utilizzata per il trattamento mini-invasivo delle cisti/fistole pilonidali, una patologia molto frequente soprattutto nei giovani maschi. La tecnica è indicata nei casi di cisti sacococcigee plurifistolizzate dove l’alternativa chirurgica andrebbe a rimuovere ampie zone di tessuto cutaneo e sottocutaneo con successiva difficoltà alla guarigione in termini di durata e di necessità di medicazioni.
CURRICULUM VITAE DOTT. PAOLO GIAMUNDO Titoli di studio • 1980: Diploma di Maturità Classica c/o Liceo di Studi Classici “Umberto I”-Napoli (votazione 52/60esimi) • 24/7/1986: Laurea in Medicina e Chirurgia c/o II Facoltà di Medicina e Chirurgia – Università degli Studi “Federico II” – Napoli (votazione: 110 su 110 cum laude + menzione speciale della Commissione) • 26/7/1991: Specialità in Chirurgia Generale c/o II Facoltà di Medicina e Chirurgia – Università degli Studi “Federico II” – Napoli (votazione: 70/70esimi cum laude) • Certificazione a Corsi di Emergenza Medica: BLS, PBLS, ATLS, ACLS • 2010: Diploma Specialità Europea in Coloproctologia (ESBQ Coloproctology)
Esperienze lavorative • Dal Giugno 1989 al Marzo 1992: Assistente Medico c/o Div. Di Chirurgia Generale – Ospedale Fossano (CN)- ASL 64 Regione Piemonte • Dal Marzo 1992 ad oggi: Assistente Medico / Aiuto Medico e , successivamente, Dirigente Medico I Livello c/o Divisione di Chirurgia Generale - Ospedale S. Spirito- Bra (CN)ASL 18 Regione Piemonte • Dal 2000 al 30 settembre 2018: Responsabile Servizio di Chirurgia Proctologica (SOS) c/o ASL 18 Regione Piemonte : Alba- Bra Titoli onorifici • Research Fellow/Alumnus at the Cleveland Clinic Florida, Fort Lauderdale, FL, USA • Honorary Assistant at the Royal
London Hospital, London • Fellow of the Royal College of Surgeons of England "honoris causa Autore di circa 80 pubblicazioni su riviste scientifiche Nazionali ed Internazionali Esperienze lavorative all’estero • 1990-91 (12 mesi) Research Fellow c/o Surgical Unit – The Royal London Hospital Whitechapel-London UK • 1990-2000 (8 Mesi): Research fellow c/o The Cleveland Clinic FloridaColorectal Surgery Dept. – Fort Lauderdale, Fl, USA • 2001-2002 (8 Mesi): Research Fellow c/o Cleveland Clinic Florida – Colorectal Surgery Dept. Weston, Fl, USA
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LE PRINCIPALI PATOLOGIE PROCOTOLOGICHE TRATTABILI CON IL LASER no le tecniche che prevedono l’utilizzo del Laser. Il Laser agisce chiudendo i rami terminali delle arterie emorroidarie superiori che vanno ad alimentare il flusso di sangue nelle vene emorroidarie. Bloccando l’iperafflusso, le emorroidi si riducono di volume e diventano asintomatiche. Il vantaggio è la mini-imvasività della tecnica, la riduzione dello stress chirurgico e la riduzione del dolore postoperatorio con rapida ripresa delle attività quotidiane.
DEARTERIALIZZAZIONE EMORROIDARIA
TECNICA H E LP PER EMORROIDI
EMORROIDI Le Emorroidi rappresentano una patologia molto comune nel mondo occidentale. Si pensa che almeno il 40% della popolazione adulta abbia, almeno una volta nella vita, sofferto di una crisi emorroidaria. Il trattamento chirurgico delle emorroidi varia tra terapie escissionali, ossia quelle che “tagliano” le emorroidi e quelle non escissionali, ossia quelle che agiscono sulle cause patogenetiche delle emorroidi curandone i sintomi. Tra le tecniche non escissionali, rientra-
FISTOLE ANALI Le fistole anali sono caratterizzate dalla presenza di uno o più orifizi perianali secernenti pus che originano da ascessi cronicizzati. Le fistole anali hanno un collegamento con il canale anale. Questa caratteristica spiega il perché non possono essere trattate con la semplice terapia antibiotica ma necessitano di un trattamento chirurgico. La chirurgia delle fistole più complesse potrebbe potenzialmente danneggiare gli sfinteri anali provocando l’incontinenza. La terapia laser delle fistole (FiLaC) è una terapia mini-invasiva che non crea danni agli sfinteri e che prevede uno scarso dolore postoperatorio. CISTI o FISTOLE PILONIDALI La cisti pilonidali si sviluppa nel solco intergluteo. È più frequente nei giovani maschi, ma si manifesta anche nelle donne in età post-puberale ed anche in età avanzata. È caratterizzata da un rigonfiamento dolente in sede sacrale che spesso si ascessualizza e si apre spontaneamente lasciando fuoriuscire del pus. Ci sono periodi di quiescenza alternati a periodi in cui il dolore e la secrezione aumentano e spesso richiedono interventi chirurgici urgenti. La terapia mini-invasiva con Laser (SiLaC) prevede una pulizia della fistola pilonidale e la distruzione del tessuto epiteliale interno, che riveste la cisti, con una fibra laser. In questo modo si evitano ferite troppo vaste e la guarigione post-operatoria è più veloce ed esteticamente migliore.
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L’ENDOSCOPIA CRESCE E DIVENTA SEMPRE PIÙ “CHIRURGICA”
IL DOTT. MICHELE GOLIA APPRODA AL POLICLINICO CON IL SUO KNOW HOW a qualche mese al Policlinico di Monza il dott. Michele Golia è nuovo Responsabile del Servizio di endoscopia digestiva. Un professionista appassionato del suo lavoro, attento ai bisogni del paziente e che da subito ha trovato nel personale del Policlinico un ottimo Team di lavoro. “Amo lavorare negli ospedali, sono quasi totalmente dipendente dal mio lavoro ed è soprattutto per questo motivo che per me è fondamentale avere un buon rapporto con il personale con cui collaboro – spiega il dott. Golia – qui al Policlinico ho trovato professionisti preparati e disponibili con cui è stato facile instaurare da subito un dialogo costruttivo”. L’endoscopia è una procedura medica che consente la visualizzazione degli organi interni, soprattutto di quelli comunicanti direttamente o indirettamente con l'esterno (come l'esofago). La metodica prevede l'utilizzo di un tubo rigido o flessibile, chiamato endoscopio, che registra e trasmette le immagini a uno schermo per mezzo di fotocamere miniaturizzate; questo strumento viene inserito direttamente nel distretto da esaminare, permettendo la visione dell'interno del corpo del paziente.
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DOTT. M ICHELE GOLIA, NUOVO R ESPONSABILE DEL SERVIZIO DI ENDOSCOPIA DIGESTIVA DEL P OLICLINICO DI MONZA
IL DOTT. M ICHELE GOLIA, IN SALA OPERATORIA DURANTE UNA PROCEDURA DI E NDOSCOPIA OPERATIVA
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PATOLOGIE TRATTATE DAL DOTT. GOLIA TRAMITE ENDOSCOPIA • Trattamento endoscopico dei calcoli del coledoco, anche in contemporanea all'asportazione per via laparoscopica della colecisti. • Trattamento con protesi dell'ittero su base ostruttiva (patologie del pancreas e delle vie biliari soprattutto). • Trattamento per via endoscopica delle pseudocisti del pancreas. • Trattamento endoscopico di deiscenze, fistole e perforazioni del tubo digerente. • Trattamento endoscopico delle complicanze della chirurgia bariatrica (anastomotiche, migrazione di bendaggi gastrici) e posizionamento per via endoscopica dei palloni intragastrici. • Posizionamento per via endoscopica di sondini digiunali per la nutrizione enterale; PEG; PEG con estensione nel digiuno; PEJ (sondini posizionati direttamente nel digiuno).. • Trattamento palliativo delle ostruzioni tumorali del tubo digerente (esofago, stomaco, duodeno, colon e retto) tramite protesi. • Dilatazioni e trattamento con protesi di stenosi benigne del tubo digerente. • Asportazione endoscopica di polipi e tumori superficiali del tubo digerente (polipectomia, mucosectomia, dissezione sottomucosa). • Trattamento di lesioni vascolari del tubo digerente con Argon Plasma Coagulation. • Diagnosi e trattamento endoscopico in urgenza delle emorragie del tubo digerente (ulcere, varici ...), rimozione di corpi estranei.
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“Grazie all’endoscopia – spiega Golia – oggi è possibile trattare le complicanze della chirurgia generale e della chirurgia bariatrica senza dover sottoporre il paziente ad un nuovo intervento in sala operatoria in quanto non vi è la necessità di effettuare tagli chirurgici, si entra tramite gli orifizi naturali del corpo. Con il Prof. Antonucci (Responsabile U.O. Chirurgia epato-bilio-pancreatica del Policlinico di Monza) abbiamo inoltre iniziato a fare alcune procedure insieme, ad esempio trattiamo la calcolosi colecisto coledocica in un unico intervento, mentre normalmente il paziente viene operato due volte, prima per rimuovere i calcoli e dopo alcuni giorni per la rimozione della colecisti. L’endoscopia è anche utile per controllare la tenuta delle suture chirurgiche
dopo gli interventi sul colone sul retto. È una procedura che facciamo direttamente in sala operatoria al termine dell’operazione”. In questi mesi al Policlinico di Monza il dott. Golia, oltre a portare la sua conoscenza e le sue tecniche a servizio del paziente, ha potuto apprezzare come all’interno dell’ospedale di via Amati sia fondamentale l’attenzione rivolta all’accoglienza del paziente. “Occorre empatia per fare al meglio questo lavoro – conclude lo specialista – spesso prima di esami diagnostici invasivi noto la tensione dei pazienti e allora cerco di farli ridere, una semplice risata può fare miracoli. Sono sempre piacevolmente sorpreso quando poi i pazienti tornano a ringraziarmi, ti fanno sentire come uno di famiglia e questo è davvero impagabile”.
CURRICULUM VITAE DOTT. MICHELE GOLIA Medico chirurgo specializzato in Chirurgia dell’apparato digerente ed endoscopia digestiva chirurgica. Esperienze lavorative • Dal 16 Ottobre 2011 al 30 Settembre 2018: Ospedale S. Antonio Abate di Cantù (A.O. S.Anna di Como, poi ASST-Lariana) Dirigente medico presso la U.O. di Chirurgia generale e mininvasiva e Coordinatore del Servizio di endoscopia multidisciplinare. • Dall’1/3/98 al 15/10/2011. Ospedale Sacra Famiglia - Fatebenefratelli dell’Ospedale di Erba (Como), Dirigente medico di I livello presso l’U.O. di Chirurgia generale diretta dal dott. Stefano Savio. • Dall’1/1/2005 al 15/10/2011: Direttore della struttura semplice di coordinamento del Servizio di endoscopia (digestiva e respiratoria). • Dall'1/9/91 al 28/2/1998: Ospedale Fatebefratelli ed Oftalmico di Milano (prima assistente di ruolo, poi aiuto corresponsabile di ruolo, poi Dirigente medico di I livello (fascia A) presso la divisione di Chirurgia generale e toracica e Centro di Chirurgia mininvasiva, diretta dal Prof. Enrico Croce). • Dal 1 Ottobre 1991 al 31 Dicembre 1991: "CHIRURGIEN À TITRE ÉTRANGER" presso la Clinica
Chirurgica dell'Università di Nizza, Ospedale Saint Roch, diretta dal prof. Jean Mouiel. Ho espletato attività di Chirurgica generale e di videochirurgia, ho aiutato in numerosi trapianti di fegato e ho partecipato, come istruttore, ai corsi mensili di chirurgia mininvasiva che si sono tenuti presso la suddetta Università. • Dal 12 Giugno 1985 al 31 Agosto 1991: Ospedale Civile di Sondrio. Assistente della divisione di Chirurgia generale, diretta prima dal Prof. Enrico Croce e poi dal Dott. Giuseppe Marcolli. • Dal Gennaio1982 al Giugno 1985: assistente volontario presso la Chirurgia Generale dell'Ospedale S. Carlo Borromeo di Milano, diretta dal prof. C. Zucchi. • Dal 3 Gennaio al 3 Luglio 1983: tirocinio pratico ospedaliero in Chirurgia generale, presso il reparto dell'ospedale S.Carlo Borromeo di Milano diretto dal prof. C. Zucchi. • Dall’1/9/1983 al 30/6/1985: incaricato del servizio di guardia medica presso la USSL 74 Casistica Primo operatore in oltre 3.000 interventi chirurgici. Dal 1985 eseguo attività di Endoscopica Digestiva e Tora-
cica, diagnostica ed operativa (circa 8000 EGDS, 5500 colonscopie, circa 1000 ERCP, 340 laringotracheobroncoscopie). in passato mi sono occupato anche di diagnostica funzionale esofagea (phmetria, manometria) e diagnostica strumentale vascolare non invasiva (doppler). Partecipazione a corsi e congressi Circa 450 corsi di aggiornamento e congressi, nazionali e internazionali, spesso come relatore o moderatore. Attività didattica e scientifica Relatore/Docente/Tutore/Istruttore/Moderatore,Discussant/Presidente a circa 200 Congressi, Simposi e Corsi di Aggiornamento in Italia ed all’estero, in tema di Endoscopia Digestiva, Chirurgia Mininvasiva, e Chirurgia Generale Docente di Patologia generale e di Patologia chirurgica presso la Scuola per infermieri professionali della USSL 22 (Sondrio) durante il periodo di lavoro presso l’ospedale civile di Sondrio. Relatore a numerose riunioni di aggiornamento per i colleghi ospedalieri e della medicina di base e riunioni divulgative organizzate da comuni e enti pubblici su temi di chirurgia e di endoscopia.
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CITTÀ DI ALESSANDRIA CON LA TECNICA DI BENTALL IN SLOVENIA
PER IL TERZO ANNO AL CONGRESSO MONDIALE DEDICATO AL CUORE opo il Sudafrica e il Kazakistan, il 14 e 15 settembre il Dipartimento Cardiovascolare “Centro Cuore” della Clinica Città di Alessandria è volato in Slovenia, a Lubiana. Per il terzo anno consecutivo, infatti, parteciperà all’“Annual Congress of the World Society of Cardiovascular & Thoracic Surgeons”, giunto alla 28esima edizione. Entrambi i lavori che il Centro Cuore aveva inviato, che riguardano la tecnica di Bentall, sono stati selezionati tra tanti per la presentazione orale e, in seguito, saranno pubblicati per intero sulla rivista della Società. Merito di un tasso di sopravvivenza a lungo termine, dopo un intervento praticato con la tecnica di Bentall, raro nella letteratura mondiale e a una procedura innovativa nel trattamento degli pseudoaneurismi che possono insorgere dopo le operazioni che applicano la stessa metodica. Relatore al Congresso è stato anche quest’anno il Dott. Giuseppe Petrone, membro dell’équipe del Prof. Mario Fabbrocini, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare “Centro Cuore” della Clinica Città di Alessandria. Il Dott. Petrone ha presentato un lavoro che si focalizza sul follow-up a lungo termine dell’applicazione della tecnica di Bentall e un case report allargato a tre pazienti colpiti da pseudoaneurisma dopo l’esecuzione della medesima procedura.
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IL PROF. MARIO FABBROCINI, DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO CARDIOVASCOLARE DELLA C LINICA C ITTÀ DI ALESSANDRIA
IL DOTT. GIUSEPPE PETRONE, CHE HA PRESENTATO I DUE LAVORI DEL CENTRO CUORE AL CONGRESSO MONDIALE
SI TRATTA DI UN INTERVENTO AD ALTO RISCHIO A CAUSA DI UNA COMPLESSITÀ TECNICA. PER LA SOSTITUZIONE, INFATTI, È NECESSARIO STACCARE I DUE BOTTONI DEGLI OSTI CORONARICI DALL’AORTA NATIVA DEL PAZIENTE E ATTACCARLI SU UNA PROTESI TUBULARE, FATTA DI UN MATERIALE SINTETICO CHIAMATO DACRON, CHE VIENE COLLEGATA TRAMITE ANASTOMOSI (PARTICOLARE DI SUTURA CHE UNISCE DUE VISCERI CAVI IN MODO DA RENDERLI COMUNICANTI) AL CUORE DEL PAZIENTE
Per quanto riguarda il primo lavoro, candidati alla sostituzione della valvola aortica, della radice aortica e del tratto tubulare dell’aorta ascendente in più tempi, ma all’interno di un’unica seduta operatoria grazie alla tecnica di Bentall modificata, sono i pazienti che presentano una valvulopatia aortica e una dilatazione aneurismatica dell’aorta ascendente e, prima ancora, della radice aortica. Si tratta di un intervento ad alto rischio a causa di una complessità tecnica. Per la sostituzione, infatti, è necessario staccare i due bottoni degli osti coronarici dall’aorta nativa del paziente e attaccarli su una protesi tubulare, fatta di un materiale sintetico chiamato Dacron, che viene collegata tramite anastomosi (particolare di sutura che unisce due visceri cavi in modo da renderli comunicanti) al cuore del paziente. “I risultati di follow-up a lungo termine – spiega a questo proposito il Dott. Petrone – pubblicati anche da grandi centri non sono così brillanti, proprio perché l’intervento è gravato da una significativa mortalità sia intraoperatoria sia postoperatoria. Dal followup, completo al 99%, sui 272 pazienti che abbiamo operato tra il 1998 e il 2016, è invece emerso che il tasso di sopravvivenza è stato del 76,1%. Un tasso che, confrontato appunto con i risultati della letteratura mondiale, ci colloca in prima linea”. Quella di Bentall è una tecnica standardizzata per la sostituzione della valvola aortica, della radice aortica e del tratto tubulare dell’aorta ascendente. “C’è però una differenza – precisa il Prof. Fabbrocini – negli interventi che pratico insieme alla mia équipe: nel momento in cui vado ad anastomizzare i due bottoni coronarici sulla protesi tubulare, evito di creare un’eccessiva tensione sugli osti coronarici, perché questa potrebbe causare un infarto postoperatorio. Invece, faccio sì che gli osti si poggino morbidamente sulla protesi tubulare”. Quanto al secondo lavoro scientifico, tra il 2015 e il 2016, al Centro Cuore sono stati operati di nuovo tre pazienti che erano già stati sottoposti, in altra struttura, a un intervento praticato con la tecnica di Bentall. Tutti
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NEGLI INTERVENTI CHE PRATICO INSIEME ALLA MIA ÉQUIPE: NEL MOMENTO IN CUI VADO AD ANASTOMIZZARE I DUE BOTTONI CORONARICI SULLA PROTESI TUBULARE, EVITO DI CREARE UN’ECCESSIVA TENSIONE SUGLI OSTI CORONARICI, PERCHÉ QUESTA POTREBBE CAUSARE UN INFARTO POSTOPERATORIO
L’ÉQUIPE DEL P ROF. MARIO FABBROCINI DURANTE UN INTERVENTO DI CARDIOCHIRURGIA
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e tre i pazienti presentavano uno pseudoaneurisma dell’aorta ascendente, cioè una sacca che si crea all’esterno della protesi tubulare perché nel tratto tubulare dell’aorta ascendente precedentemente impiantato si è creata una apertura, causata da un’anastomosi deficitaria in qualche punto, che ha determinato un passaggio anomalo di sangue. “Dopo quanto osservato durante questi tre interventi, – riferisce il Prof. Fabbrocini – nonostante i pazienti fossero stati operati la prima volta in altri centri, ho deciso di modificare la tecnica chirurgica che applicavo già da 20 anni. La modifica consiste nel praticare l’anastomosi non più solo con una sutura continua realizzata con il Prolene, ma con delle pezze di rinforzo in Teflon (pledgets), da applicare all’interno e all’esterno dell’aorta”. Quella a Lubiana è stata la terza presenza consecutiva del Centro Cuore di Alessandria
al Congresso della Società Mondiale dei Chirurghi Cardiotoracici. L’anno scorso, ad Astana in Kazakistan, il Dott. Petrone ha esposto un lavoro sul follow-up dei pazienti operati di sostituzione della valvola aortica con la bioprotesi St. Jude Trifecta. Anche in questo caso si tratta di una tecnica standardizzata, la cui applicazione alla Clinica Città di Alessandria si è però distinta, oltre che per i buoni risultati, anche per una delle casistiche più vaste a livello mondiale. Mentre la partecipazione alla 26esima edizione del Congresso Mondiale, che si è tenuta nel 2016 a Città del Capo in Sudafrica, ha rappresentato un importante tassello per il riconoscimento, da parte della comunità scientifica internazionale, della Twist Technique introdotta dal Prof. Fabbrocini per la ricostruzione del ventricolo sinistro del cuore in pazienti colpiti da aneurisma post-infarto. Dopo quel Congresso, infatti, il Centro Cuore è stato invitato a presentare di nuovo la procedura a Chicago, al “Global Summit on Heart Diseases and Therapeutics”. La “15th World Cardiac Surgery & Angiology Conference” di Philadelphia ha poi premiato come migliore e originale presentazione proprio quella dedicata alla Twist Technique. Infine, a luglio 2017 l’intero articolo è stato pubblicato sul World Society of CardioVascular and Thoracic Surgeons Journal, segnando la definitiva approvazione scientifica della procedura.
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NUMERI AL TOP PER L’ANGIO-TC CORONARICA DI ALESSANDRIA
DA TUTTA ITALIA PER L’ESAME DI PUNTA DEL CENTRO CUORE umero di prestazioni raddoppiato in un anno, pazienti che arrivano da molte parti d’Italia, affidabilità degli esami riconosciuta da medici invianti e altri specialisti, una dose di radiazioni assorbita dagli assistiti inferiore alla media nazionale, lavoro d’équipe agevolato. L’angio-TC coronarica eseguita alla Clinica Città di Alessandria sta diventando sempre di più un esame diagnostico di punta per la struttura e per il suo Dipartimento Cardiovascolare “Centro Cuore”. A spiegare come è stato possibile raggiungere un simile traguardo è il Dott. Piero Costa, lo specialista del Dipartimento di Diagnostica per Immagini che effettua l’angio-TC coronarica. “Si tratta – esordisce il Dott. Costa – di una procedura praticata in pochi centri a livello nazionale, con grandi potenzialità future ma già entrata pienamente nella routine della nostra Clinica. Tanto che siamo ormai al top in Italia per numero di prestazioni erogate, con pazienti che arrivano anche dal Sud Italia e a volte si spostano solo per sottoporsi all’angioTC coronarica. Questo anche grazie alla qualità degli esami, riconosciuta dai medici che li prescrivono ai pazienti”. Se da gennaio a maggio del 2017, infatti, sono state effettuate 341 angio-TC coronariche, nello stesso periodo di quest’anno il totale è praticamente raddoppiato a 663. I numeri di quelle erogate a pagamento sono aumentati di due cifre, passando da 7 a 101. Quanto alla provenienza dei pazienti, in testa
c’è il Piemonte, seguito dall’Emilia Romagna – che quest’anno ha superato la Lombardia, soprattutto grazie agli esami effettuati in regime di solvenza –, dalla Lombardia e dalla Liguria. Ma ci sono persone arrivate anche da Toscana, Campania, Puglia e Sicilia. In geneIL DOTT. PIERO COSTA, rale, i primi cinque mesi del 2018 hanno visto RADIOLOGO DELLA CLINICA diminuire l’incidenza dei pazienti regionali CITTÀ DI ALESSANDRIA sul totale dal 79 al 62 percento, in favore di quella dei pazienti extraregionali. A spostarsi, però, non sono solo gli assistiti. Infatti, cardiologi e radiologi in servizio in ospedali del territorio vengono alla Clinica Città di Alessandria ad assistere all’esecuzione e alla refertazione delle angio-TC coronariche, per acquisire le competenze utili a erogare la prestazione. Un’ulteriore conferma della qualità diagnostica degli esami effettuati nel Centro. Oltre al fatto di essere una delle poche strutture in Italia ad applicare la metodica, c’è un altro importante aspetto che dimostra il respiro internazionale della Clinica Città di Alessandria. Si tratta del riconoscimento dell’utilità diagnostica dell’angio-TC coronarica come primo esame nei pazienti con dolori toracici che non hanno una causa cardiaca identificabile. “Ancora alla fine del 2015 – chiarisce il Dott. Costa –, la Società Italiana di Cardiologia Interventistica sottolineava la necessità di procedere in prima istanza ad esame coronarografico nei pazienti con angina tipica e plurimi fattori di rischio cardiovascolare o nei pazienti diabetici con sintomi confondenti ma particolarmente sospetti, sostenendo che i documenti internazionali non esplicitano né quali siano i candidati all’angio-TC coronarica né la sua utilità effettiva. Nel Regno Unito, invece, le linee guida del OLTRE AL FATTO DI ESSERE UNA DELLE POCHE National Institute for Health and Care ExSTRUTTURE IN ITALIA AD APPLICARE LA METODICA, cellence, aggiornate al 2016, raccomandano C’È UN ALTRO IMPORTANTE ASPETTO CHE DIMOSTRA l’esecuzione dell’angio-TC coronarica in tutti IL RESPIRO INTERNAZIONALE DELLA CLINICA: i pazienti con dolore toracico stabile nei quali non è stata individuata una causa non angiIL RICONOSCIMENTO DELL’UTILITÀ DIAGNOSTICA nosa. È sulla base della TC che si decide poi DELL’ANGIO-TC CORONARICA COME PRIMO ESAME se eseguire o meno l’esame coronarografico o NEI PAZIENTI CON DOLORI TORACICI CHE NON se indirizzare il paziente a diversi protocolli HANNO UNA CAUSA CARDIACA IDENTIFICABILE clinico-terapeutici.”
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C’È UNA STRETTA COLLABORAZIONE CON GLI EMODINAMISTI, PERCHÉ SPESSO I CASI POSITIVI URGENTI CHE EMERGONO DALLO STUDIO TC VENGONO RICOVERATI SUBITO PER EFFETTUARE LA CORONAROGRAFIA. L’ESAME PERMETTE ANCHE ALL’ÉQUIPE CARDIOCHIRURGICA, CARDIOLOGICA E CHIRURGICA DI PROGRAMMARE AL MEGLIO I SUCCESSIVI STEP
I L DOTT. COSTA
ABBASSA LA FREQUENZA CARDIACA AD UN PAZIENTE DURANTE L’ESECUZIONE DI UN’ANGIO -TC CORONARICA
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La priorità assegnata all’angio-TC coronarica nei casi citati fornisce un supporto rilevante al lavoro di équipe all’interno della struttura, come riferisce il Dott. Costa. “Da noi c’è una stretta collaborazione con gli emodinamisti, perché spesso i casi positivi urgenti che emergono dallo studio TC vengono ricoverati subito dopo l’esame per effettuare la coronarografia. Pur essendovi ancora in Italia una scarsa conoscenza della metodica, che è invece largamente affermata all’estero, i nostri
cardiochirurghi e i nostri cardiologi sono perfettamente in grado di selezionare pazienti da inviare alla procedura piuttosto che sottoporli in prima istanza alla coronarografia”. Da questo tipo di assistenza da parte dei professionisti del Centro i pazienti possono trarre notevoli benefici. “La nostra esperienza – spiega il Dott. Costa –, oltre a permetterci quotidianamente di individuare stenosi coronariche prima che diano infarto, permette all’équipe cardiochirurgica, cardiologica e chirurgica di programmare al meglio i successivi step. Ricordo il caso di un paziente di 45 anni, con nessun fattore di rischio cardiovascolare ma lesioni subocclusive del tratto prossimale della coronaria destra e dell'ostio del tronco comune, che ha avuto un arresto cardiaco pochi secondi dopo l’inizio della coronarografia e si è salvato solo perché il cardiochirurgo, già allertato, è intervenuto nel giro di pochissimi minuti. Ora il paziente sta bene, anche grazie al fatto che alla Clinica Città di Alessandria la sala di Emodinamica è a pochi metri dalla sala operatoria”.
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DURANTE L’ANGIO-TC CORONARICA LA DOSE DI RADIAZIONI ASSORBITA DAI PAZIENTI È INFERIORE DEL 38,7 PERCENTO RISPETTO ALLA MEDIA NAZIONALE E DEL 14 PERCENTO RISPETTO AL LIVELLO DIAGNOSTICO DI RIFERIMENTO EUROPEO. E SI STA LAVORANDO PER RIDURRE ULTERIORMENTE LA DOSE
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TECNICI DI RADIOLOGIA AL LAVORO DURANTE L’ESECUZIONE DI UN’ANGIO -TC CORONARICA
I casi citati non esauriscono tutti quelli in cui, in struttura, viene riconosciuta la priorità dell’angio-TC coronarica rispetto ad altri esami diagnostici. Il Dott. Costa fornisce un altro esempio: “Ormai nella nostra struttura l’affidabilità dell’angio-TC coronarica fa sì che nello studio dei bypass aorto-coronarici si preferisca pressoché sempre lo studio con TC piuttosto che con angiografia. Nella nostra esperienza ci sono stati alcuni casi, tra cui un paio recenti, di bypass (non sempre facilmente identificabili con l’esame emodinamico), dati chiusi alla coronarografia, che invece erano perfettamente funzionanti. Tra l’altro, lo studio di tutti i bypass può essere fatto con soli 50-60 millilitri di mezzo di contrasto iodato (ne servirebbe almeno il triplo negli esa-
mi coronarografici), il che è indispensabile nei pazienti con insufficienza renale, in cui la quantità di contrasto somministrata va limitata al massimo, per scongiurare il rischio di danni renali permanenti. In più, con l’angioTC coronarica può essere data all’emodinamista indicazione su quale bypass andare a studiare in maniera selettiva”. Sempre per quanto riguarda i benefici per il paziente, la Clinica Città di Alessandria è all’avanguardia in Italia per dose più bassa di radiazioni assorbite dai pazienti durante gli esami radiologici. Senza nessuna ripercussione sulla loro qualità diagnostica. Le radiazioni, infatti, si accumulano nel corpo umano per tutta la vita, per cui è di cruciale importanza somministrare ai pazienti la giusta dose, tale cioè da assicurare una qualità elevata dell’immagine con il ricorso alla quantità più ridotta possibile di radiazioni. In Clinica, il principale esempio del binomio ottima immagine-basse radiazioni è proprio l’angioTC coronarica, con parametri di dose per ogni esame misurati in DLP (Prodotto Dose-Lunghezza) inferiori del 38,2 percento rispetto alla media nazionale e del 14,2 percento rispetto al livello diagnostico di riferimento europeo, nonché dell’1 percento rispetto alla media nazionale della TC torace basale
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DESTRA, STENOSI CRITICA AL TRATTO MEDIO DI UN BYPASS AORTO - CORONARICO STUDIATO CON ANGIO -TC CORONARICA
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CORONARICA DI PAZIENTE DI 45 ANNI CON LESIONE SUBOCCLUSIVA DEL TRATTO PROSSIMALE DELLA CORONARIA DESTRA E DELL'OSTIO DEL TRONCO COMUNE
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(senza mezzo di contrasto). Si tratta di dati che è stato possibile raccogliere grazie al software DoseWatch installato, già nel 2016, sulla TC della Clinica, una LightSpeed VCT a 64 slice di GE Healthcare. “In realtà – precisa il Dott. Costa – la dose di radiazioni assorbita dal paziente dovrebbe essere considerata ancora inferiore. Questo perché spesso lo studio TC delle coronarie viene eseguito, nella stessa seduta, insieme allo studio di altri distretti (carotidi, aorta addominale, arti inferiori, ma anche addome nei pazienti oncologici) e, nel calcolo della dose fornito dalla GE, non sono stati esclusi questi esami”. Insieme al DoseWatch per il monitoraggio e
l’archiviazione dei valori di DLP, la TC della Clinica Città di Alessandria integra la tecnologia ASiR, che serve a ottimizzare i processi. “Inoltre – aggiunge il Dott. Costa –, sto lavorando per migliorare ancora il protocollo di acquisizione delle immagini, in modo da ridurre ulteriormente la dose di radiazioni assorbita dai nostri pazienti”.
CURRICULUM VITAE DOTT. PIERO COSTA Nato a Lecco il 24 ottobre del 1985. Nel luglio 2010, ha conseguito con lode la laurea in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Catania. Ha cominciato il suo percorso di specializzazione in Radiodiagnostica all’Università degli Studi di Catania e l’ha concluso con lode, nel giugno 2016, all’Università degli Studi di Milano Bicocca. Sta maturando la sua esperienza professionale all’interno del Gruppo Policlinico di Monza. In particolare, dopo aver esercitato in qualità di Dirigente di primo livello nell’Unità Operativa di Diagnostica per Immagini del Policlinico di Monza, da novembre 2016 è Dirigente di primo livello del Dipartimento di Dia-
gnostica per Immagini della Clinica Città di Alessandria e della Clinica Salus di Alessandria. Esegue tecnicamente e referta ogni anno migliaia dei seguenti esami: • TC (soprattutto angio-TC coronariche; angio-TC aorta, carotidi e arti inferiori; TC torace-addome, encefalo, collo e osteoarticolari). • Risonanze Magnetiche (specie addome, muscoloscheletriche, encefalo e colonna vertebrale). • Ecografie (in particolare addome, muscoloscheletriche, collo/tiroide, testicoli e cute/sottocute). • Radiografie (specialmente RX torace, addome, osteoarticolare, colonna vertebrale e ortopantomografie).
Ha partecipato alla stesura di due pubblicazioni scientifiche e preso parte a numerosi corsi e congressi di aggiornamento radiologici. A maggio 2018 è stato relatore al “Congresso On-line Cardiovascolare: Stato dell’Arte”, organizzato in occasione del ventennale del Dipartimento Cardiovascolare “Centro Cuore” della Clinica Città di Alessandria, con un intervento dedicato proprio all’angio-TC coronarica.
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CLINICA SALUS: ARRIVA LA TC BRIGHTSPEED
IMMAGINI MIGLIORI E QUALITÀ PIÙ ELEVATA A SERVIZIO DEL PAZIENTE
I L DOTT. P IERO COSTA, RADIOLOGO NELLE CLINICHE ALESSANDRINE, DURANTE L’ESECUZIONE DI UNA TC CON LA B RIGHSPEED
iù tecnologia al servizio del paziente: da qualche mese la Clinica Salus di Alessandria ha raggiunto un nuovo traguardo in questa direzione. Merito dell’arrivo in struttura della TC BrightSpeed a 16 slice di GE Healthcare, che permette di acquisire immagini di qualità più elevata in minor tempo. Con notevoli benefici sia per il paziente sia per i professionisti che lo hanno in cura.
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“Con i suoi 16 strati – spiega il Dott. Piero Costa, specialista in Radiodiagnostica che esercita alla Clinica Salus e alla Clinica Città di Alessandria – la nuova TC consente di eseguire gli esami in un periodo di tempo inferiore rispetto alla TC presente prima in struttura. Con un duplice vantaggio: effettuare gli
IL VOLARA DIGITAL DATA ACQUISITION SYSTEM CONSENTE ALLA NUOVA TC DI RIDURRE IL RUMORE (LA “DISTORSIONE” DELLE IMMAGINI) FINO AL 33 %, CON UN CONSEGUENTE MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELLE IMMAGINI NEGLI ESAMI CHE PIÙ RISENTONO DI ARTEFATTI
esami che richiedono la somministrazione del mezzo di contrasto con una migliore tempistica e favorire la collaborazione del paziente. Questo perché con la nuova TC gli esami richiedono un’apnea respiratoria più breve: un indubbio beneficio per chi si sottopone ad accertamenti di questo tipo. Dal punto di vista radiologico, poi, è di conseguenza meno probabile che le immagini ottenute siano soggette ad artefatti da respiro”. La BrightSpeed non si limita a ridurre i tempi necessari a effettuare l’accertamento, ma, grazie a detettori di minori dimensioni, offre la possibilità di acquisire le immagini con uno spessore corporeo inferiore, aumentando quindi il loro dettaglio. In particolare, il Volara Digital Data Acquisition System consente alla nuova TC di ridurre il rumore (la “distorsione” delle immagini) fino al 33 %, con un conseguente miglioramento della qualità delle immagini negli esami che più risentono di artefatti: esami alla spalla o alle anche ed esami in pazienti sovrappeso o che presentano corpi metallici come i cerchiaggi della sternotomia o le protesi ortopediche. “Il software installato nel macchinario – continua il Dott. Costa – rende inoltre possibile eseguire immediatamente ricostruzioni sui diversi piani dello spazio, nonché ricostruzioni volumetriche, utili non solo dal punto di vista diagnostico, ma anche per consegnare al medico che invia il paziente al radiologo immagini significative degli studi effettuati”. Con la BrightSpeed si può eseguire in maniera ottimale lo studio di tutti i distretti corporei. Grazie alla sua velocità di rotazione (360 gradi in 0,8 secondi), unita alla velocità di traslazione del letto (mantenuta anche in pazienti obesi, con esami eseguibili fino a 205 chili) questa apparecchiatura è ideale anche per l’acquisizione di esami vascolari arteriosi (angio-TC). Con in più la possibilità di ridurre la quantità di mezzo di contrasto iniettato, che è fondamentale nei pazienti con insufficienza renale, in cui la quantità di mezzo di contrasto iodato somministrata deve essere la minore possibile, per evitare danni renali permanenti.
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CON LA BRIGHTSPEED SI PUÒ ESEGUIRE IN MANIERA OTTIMALE LO STUDIO DI TUTTI I DISTRETTI CORPOREI. GRAZIE ALLA SUA VELOCITÀ DI ROTAZIONE, UNITA ALLA VELOCITÀ DI TRASLAZIONE DEL LETTO QUESTA APPARECCHIATURA È IDEALE ANCHE PER L’ACQUISIZIONE DI ESAMI VASCOLARI ARTERIOSI (ANGIO-TC)
LA TC B RIGHSPEED A 16 SLICE DI GE H EALTHCARE, ARRIVATA QUALCHE MESE FA ALLA CLINICA SALUS DI ALESSANDRIA
L’IMMAGINE
DI UNA TC ADDOME ACQUISITA CON LA B RIGHTSPEED
I miglioramenti tecnologici rispetto alla TC precedente consentono di ridurre in maniera significativa anche la dose di radiazioni assorbita dal paziente durante l’esame. Dal momento che questa dose si accumula nel corpo umano per tutta la vita, infatti, è fondamentale somministrare agli assistiti la giusta dose, cioè quella che garantisce un’ottima qualità dell’immagine impiegando la quantità più bassa possibile di radiazioni. Perché il radiologo possa lavorare in questa direzione, nella BrightSpeed è stato installato il DoseWatch, un software che monitora e archivia i parametri di dose per ogni esame valutati in DLP (Prodotto Dose-Lunghezza), permettendo un costante confronto con i livelli diagnostici di riferimento stabiliti dal decreto legislativo 187/2000. “La nuova TC – aggiunge il Dott. Costa – è anche in collegamento con il monitor dell’ECG. Questo rende possibile eseguire esa-
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mi con sincronizzazione cardiaca, indispensabili per la corretta valutazione della morfologia dell’aorta toracica e, in casi precedentemente selezionati, dell’anatomia delle arterie coronarie. In questo modo, si può fornire al medico inviante ed eventualmente al chirurgo la misura corretta (cioè senza gli artefatti da pulsatilità cardiaca che sono presenti negli esami senza sincronizzazione) del bulbo aortico e dell’aorta toracica in tutti i suoi punti. Ad esempio, si potrebbero evidenziare delle dilatazioni aneurismatiche, permettere così di valutare se tali dilatazioni dovranno essere corrette chirurgicamente e dare al chirurgo tutte le nozioni necessarie a praticare al meglio l’eventuale intervento. In più, durante la stessa acquisizione, la macchina è in grado di passare dall’acquisizione sincronizzata a quella senza sincronizzazione, offrendo quindi la possibilità di studiare con un solo bolo di contrasto anziché due l’aorta toraco-addominale, nonché eventualmente la vascolarizzazione degli arti inferiori”. È, in sintesi, grazie a tempi di esecuzione dell’esame più rapidi, immagini più dettagliate, dose di radiazioni assorbite dal paziente più bassa e maggiore funzionalità nell’acquisizione degli esami vascolari arteriosi che la BrightSpeed ha fatto compiere alla Clinica Salus un deciso passo in avanti nell’obiettivo di garantire cure di qualità ai propri pazienti. Un obiettivo che il Gruppo Policlinico di Monza lavora per spostare sempre più in là.
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INFEZIONI OSPEDALIERE: ECCO COME PREVENIRLE
IL POLICLINICO DI MONZA ATTIVA IL SERVIZIO DI INFETTIVOLOGIA l Policlinico di Monza è da tempo in prima linea per combattere le infezioni ospedaliere e da qualche anno lo fa con un vero e proprio Servizio di Infettivologia. Il Servizio estende le sue attività su diversi livelli che vanno dal piano assistenziale al piano di prevenzione e di formazione multidisiplinare. Tali percorsi si sviluppano attraverso il coinvolgimento attivo e coordinato di tutti i settori operativi di reparto e di tutte le chirurgie, sia nei casi di sospetta infezione sia nei casi di infezione accertata microbiologicamente. Il Servizio di Infettivologia del Policlinico di Monza, diretto dalla Dott.ssa Marinella Lauriola, si avvale del Servizio diagnostico di microbiologia clinica, convenzionato con il laboratorio di microbiologia di Pavia, ed offre: 1) Consulenza infettivologica per pazienti ricoverati con successiva presa in carico e follow up ospedaliero e ambulatoriale. 2) Consulenza infettivologica ai pre-ricoveri per i pazienti ad alto rischio di sviluppare infezione. 3) Confronto quotidiano tra la Clinica e il Laboratorio per gli aggiornamenti di tutti i pazienti in isolamento (diagnosi differenziale infezione e colonizzazione/ricerca di eventuali germi opportunisti, approfondimenti diagnostici microbiologici da richiedere). 4) Attività di sorveglianza attiva tramite raccolta dati su database aziendale e studio di eventuali epidemie batteriche in collabora-
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DOTT.SSA MARINELLA LAURIOLA, RESPONSABILE SERVIZIO DI INFETTIVOLOGIA ED EPIDEMIOLOGIA CLINICA DEL POLICLINICO DI MONZA
LE INFEZIONI OSPEDALIERE SONO LA COMPLICANZA PIÙ FREQUENTE E GRAVE DELL’ASSISTENZA SANITARIA. SI DEFINISCONO COSÌ INFATTI LE INFEZIONI INSORTE DURANTE IL RICOVERO IN OSPEDALE, O DOPO LE DIMISSIONI DEL PAZIENTE, CHE AL MOMENTO DELL’INGRESSO NON ERANO MANIFESTE CLINICAMENTE, NÉ ERANO IN INCUBAZIONE
zione con l’infermiera epidemiologa dedicata. A seconda degli esiti si decide di predisporre o meno un’accurata indagine epidemiologica di tutto il percorso assistenziale dell'eventuale paziente portatore di germi multiresistenti. 5) Studio epidemiologico e statistico dell'indice d’infezione per ogni singola chirurgia. 6) Attività ambulatoriale infettivologica per malattie sessualmente trasmissibili, infezioni polmonari, urinarie, gastrointestinali, infezione da HBV, monitoraggio post ricovero di pazienti affetti da infezione post intervento chirurgico o a rischio. 7) Piani di verifica dell'aderenza ai protocolli e di incontri di formazione medica e infermieristica. 8) Corsi di approfondimenti e di aggiornamento. L’organizzazione per il controllo delle infezioni ospedaliere al Policlinico di Monza è articolato in due livelli. “Il primo livello è costituito dal CICA (Commissione Infezioni Correlata all’Assistenza) – spiega il Direttore Sanitario, Dott. Alfredo Lamastra – questo è un organo strategico e di programmazione in cui confluiscono i responsabili medici delle aree critiche, dei servizi sanitari, il consulente infettivologo esterno (Resp.le S.C. Virologia e Immunologia del Policlinico San Matteo di Pavia), il responsabile del servizio prevenzione protezione, l’infermiere/a caposala delle aree critiche, un ingegnere specializzato in ambienti sanitari e altre figure afferenti. Il secondo livello invece è formato dal GICA (Gruppo per le infezioni correlato all’assistenza) che sostanzialmente è il braccio operativo del CICA. Un gruppo operativo che si occupa di mettere in pratica, sorvegliare la applicazione delle procedure ed elaborare strumenti di lavoro che attuino le indicazioni fornite dal CICA. Il GICA è composto da: medico infettivologo interno, infermiera epidemiologa, capo servizi, biologo di laboratorio, responsabile della qualità, infermiera addetta al controllo delle cartelle cliniche e dal medico internista”.
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PER CIASCUN PAZIENTE VENGONO ALTRESÌ INDICATI I DATI INFETTIVOLOGICI (DATA CAMPIONAMENTO, TIPO DI CAMPIONE, DATA ISOLAMENTO, TIPO DI GERME ISOLATO). COMPLETANO IL DATABASE UNA SERIE DI INFORMAZIONI CIRCA LA TERAPIA FARMACOLOGICA POSTA IN ATTO (EMPIRICA E MIRATA)
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Le infezioni ospedaliere sono la complicanza più frequente e grave dell’assistenza sanitaria. Si definiscono così infatti le infezioni insorte durante il ricovero in ospedale, o dopo le dimissioni del paziente, che al momento dell’ingresso non erano manifeste clinicamente, né erano in incubazione. Per far fronte in maniera concreta a questa importante problematica, il Policlinico di Monza ha ideato anni fa il Sistema di Sorveglianza Attiva delle infezioni ospedaliere. “Si tratta della creazione e gestione di un “database” in cui in tempo reale viene riportata la situazione infettivologica dei pazienti ricoverati – spiega il Dott. Alfredo Lamastra, Di-
rettore Sanitario del Policlinico di Monza - la tabella, oltre che contenere i dati relativi al paziente e al suo ricovero (nome e cognome, data del ricovero, operatore, tipo di intervento, data intervento), consente di tracciarne giorno per giorno il percorso interno (es. TIPO, Riabilitazione, ecc.). Inoltre per ciascun paziente vengono altresì indicati i dati infettivologici (data campionamento, tipo di campione, data isolamento, tipo di germe isolato). Completano il database una serie di informazioni circa la terapia farmacologica posta in atto (empirica e mirata)”. Alla compilazione ed aggiornamento in continuo dei dati riportati contribuiscono, ciascuna per la parte di propria competenza: il laboratorista, l’infermiera addetta alla verifica dei percorsi assistenziali e il medico infettivologo. “Quello che abbiamo cercato di fare - approfondisce il Dott. Lamastra - è stato integrare più professionalità ognuna delle quali fornisce il proprio contributo tecnico nell’ambito di un flusso informativo quotidiano finalizzato alla realizzazione e all’aggiornamento costante di un database dove vengono riversate tutte le informazioni relative agli episodi infettivi del Policlinico”.
Direttore Scientifico: Prof. Elio Guido Rondanelli Policlinico di Monza Via Amati 111 - Monza Tel. 039 28101 - www.policlinicodimonza.it Dir. Sanitario: Dott. Alfredo Lamastra Clinica San Gaudenzio Via Bottini 3 - Novara Tel. 0321 3831 - www.clinicasangaudenzio.com Dir. Sanitario: Dott. Luigi Savoia
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Clinica Santa Rita Viale dell’Aeronautica 14/16 - Vercelli Tel. 0161 2221 - www.clinicasrita.it Dir. Sanitario: Dott.ssa Orietta Ossola Clinica Eporediese Via Castiglia 27 - Ivrea Tel. 0125 645611 - www.clinicaeporediese.it Dir. Sanitario: Dott. Roberto Terzi
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Clinica La Vialarda Via Ramella Germanin 26 - Biella Tel. 015 35931 - www.lavialarda.it Dir. Sanitario: Dott. Roberto Terzi
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Clinica Salus Via Trotti 21 - Alessandria Tel. 0131 29461 - www.clinicasalus.it Dir. Sanitario: Dott. Clemente Ponzetti
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Cardiochirurgia, Chirurgia generale, Chirurgia plastica e maxillo facciale, Chirurgia vascolare, Neurochirurgia, Ortopedia e traumatologia, Urologia, Cardiologia, Medicina generale, Oncologia, Neurologia, Riabilitazione cardiologica, Riabilitazione neuromotoria, Emodinamica, Pronto Soccorso, Terapia intensiva, Unità coronarica, Radioterapia, Medicina dello Sport, Dialisi.
Novara Cardiochirurgia, Chirurgia generale, Neurochirurgia, Ortopedia, Oculistica, Cardiologia, Medicina interna, Terapia fisica, Riabilitazione e Fisiokinesiterapia, Emodinamica, Terapia intensiva, Medicina dello Sport.
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Clinica Città di Alessandria Via Moccagatta 30 - Alessandria Alessandria Tel. 0131 314500 - www.clinicacittadialessandria.it Cardiochirurgia, Chirurgia generale, Oculistica, Ortopedia, Urologia, Cardiologia, Coordinatore Sanitario: Dott. Clemente Ponzetti
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Istituto Clinico Valle d’Aosta Loc Breyan 1 Saint Pierre - Aosta Tel. 0165 927011 - www.istitutoclinicovda.it Dir. Sanitario: Dott. Luciano Rassat
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Ivrea Chirurgia toracica, Chirurgia vascolare, Neurochirurgia, Ortopedia, Medicina generale, Medicina riabilitativa (1° livello), Emodinamica, Terapia intensiva.
Biella Chirurgia generale, Ortopedia e Traumatologia, Urologia, Cardiologia, Medicina generale, Emodinamica, Terapia intensiva, Riabilitazione e rieducazione funzionale di I° livello, Lungodegenza.
Alessandria Chirurgia generale, Day Surgery, Ortopedia, Neurologia, Riabilitazione II Livello, Riabilitazione I Livello, CAVS
Aosta Medicina Riabilitativa 1° e 2° livello, Riabilitazione neurologica, Riabilitazione ortopedica, Idrochinesiterapia, Ortopedia.
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Spitalul Monza Via Tony Bulandra 27, sector 2 - Bucurest Tel. 031 2252500 - www.spitalulmonza.ro Dir. Sanitario: Conf. Univ. Dr. Dorin Ionescu t
Vercelli Chirurgia generale, Ginecologia, Oculistica, Ortopedia, Urologia, Medicina generale, Riabilitazione neuromotoria e bronco-pneumo-cardio respiratoria, Terapia intensiva.
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Clinica Pinna Pintor Corso Duca degli Abruzzi 60 - Torino Tel. 011 5802100 - www.pinnapintor.it Dir. Sanitario: Dott.ssa Orietta Ossola
Policlinico di Monza Viale Martiri della Foce, 40 - Albenga Tel. 0182 946086 - www.pdmliguria.it Dir. Sanitario: Dott. Clemente Ponzetti
Bucarest Cardiochirurgia, Chirurgia vascolare, Chirurgia generale, Ortopedia, Medicina generale, Cardiologia, Riabilitazione neuromotoria, Riabilitazione cardiologica, Emodinamica, Unità di cura intensiva coronarica (U.C.I.C.), Terapia intensiva, Pronto soccorso.
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Albenga Ortopedia e Traumatologia
Policlinico di Monza - Via Amati, 111 - 20900 Monza www.policlinicodimonza.it - Ufficio Stampa e coordinamento redazionale: Tel. 039/2810618 - www.policlinicodimonza.it
Anno XV numero 41 - Dicembre 2018 Autorizzazione del Tribunale di Monza n. 1724 del 5 marzo 2004 Direttore responsabile: Francesca Giusti - Stampa: Polisystem Progetto grafico: Marco Micci - Immagini: Policlinico di Monza