Dono e Vita no.2 - Giugno 2012

Page 1

Pubblicazione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XXXIV- n.2 - Giugno 2012 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) periodico art. 1, comma 1, LO/MI - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97 - Tiratura e diffusione: 105.000 copie

Numero 2 giugno 2012

Periodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue

www.donoevita.it.

L’Emilia ferita che non molla


Quanti siamo, dove siamo, quanto doniamo. In ITALIA

E in VENETO

Il tuo 5 per mille all’Avis regionale Veneto: C.F. 94019690265

U

n piccolo bilancio per il 5x1000 alle Avis del Veneto. Nel 2010 hanno aderito alla proposta di firmare sulla dichiarazione dei redditi a favore di Avis Veneto esattamente 767 contribuenti. Questo permetterà di introitare una somma esattamente di euro 15.161,04 che sarà destinata, come negli anni scorsi, per finanziare ricerca e borse di studio insieme con la Fondazione TES. A questo proposito, e sugli ulteriori sviluppi della ricerca, vi invitiamo a leggere il servizio a pagina 15.

2

S

empre per quanto riguarda il 2010, per le nostre provinciali vi sono state circa 3000 dichiarazioni-firme con i codici fiscali Avis per un introtio complessivo di circa 67 mila euro. Anche gran parte di queste somme, per volontà delle provinciali stesse, andranno a favore della ricerca. Ricordiamo a tutti che, in alcuni casi, è possibile ancora - per chi presenta la dichiarazione dei redditi posticipata - indicare il CF della regionale: 94019690265. La vostra firma per la Ricerca!


Dono & Vita Anno XXXIV - n° 2 - giugno 2012 Periodico di informazione e promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue

Sommario L’Editoriale di Alberto Argentoni

pag.4

Tiziano Ferro in Veneto: donare è una cosa... semplice pag.22

pag.5

Un’estate-autunno intensa per i giovani avisini

La pagina del direttore di Beppe Castellano

Fotolito: Typongraph Digital Systems - S. Martino B. Albergo (Vr)

pag.27

Emilia ferita che non molla Un giorno nella “bassa” che trema, ma resiste pag.6

Serrai di Sottoguda: fra strette gole e splendide principesse da pag.23

Beppe Castellano - b.castellano@avis.it Vice Direttore Esecutivo/Segreteria Redazione: Michela Rossato - redazione.dono-vita@avis.it Coordinamento grafico-editoriale: Nereo Marchi

Le sette sorelle pag.8

Stampa: Mondadori Printing - Verona Diffusione Editoriale: Prontopack - Zevio (VR) LA REDAZIONE Direttore Responsabile:

Il Bello del Veneto

E l’Abruzzo abbracciò l’Emilia pag.8 Quegli uomini in rosso...

Presidente Avis Regionale Veneto Alberto Argentoni Responsabile stampa associativa AVIS Regionale: Nereo Marchi Idea Grafica: Elena Fattorelli-Luca Fantoni - Verona

Cronache associative dalle nostre province avisine e dall’Abvs Belluno

Due Concordie unite da Avis pag.9

Verona

da pag.28

Plasma: due anni decisivi da pag.10

Venezia

da pag.31

Plasmaderivati: i dieci punti fermi dell’Avis pag.13

Vicenza

da pag.35

Treviso

da pag.38

La Sfida

Ricerca & Sociologia

Vice Direttore: Roberto Rossini Redattori responsabili per le provinciali AVIS - ABVS BELLUNO: Danilo Zanon, Barbara Iannotta, Manuele Barattin; PADOVA: Marco Menin, Dante Gardin; ROVIGO: Andrea Mantoan; TREVISO: Paola Barro, Michela Rossato, Daniela Moro; VENEZIA: Giorgia Chiaro, Ottaviano Cereser, Giorgio Scotto, Dario Piccolo; VERONA: Roberto Rossini; VICENZA: Enrico Iseppi, Gianfranco Sottoriva. Redazione giovani Manuela Fossa (VE), Lucia Del Sole (VE), Giuseppe Morrone (TV), Fulvia Chiaro (VE), Dario Piccolo (VE), Umberto Panarotto, Bruno Gardin (VR),

BessY “tasta il polso” dei donatori pag.14

Padova

da pag.41

Ricerca scientifica

Belluno

da pag.44

Avis affianca TES nella ricerca sulle malattie del sangue pag.15

Sport & Avis

Collaboratori fissi e rubriche Ottaviano Cereser, Bernardino Spaliviero, Francesco Magarotto, Roberto Rondin, Francesco Joppi, Giorgio Gobbo, Vilma Fabris.

- Biciclettata regionale: il 2 settembre appuntamento a Castelfranco - Come corrono gli avisini-podisti padovani! pag.46

Hanno collaborato a questo numero: Gabriele Zanchin, Beba Gabanelli, Gianni Benincasa, Enrico Benetti, Enrico Cibotto, Elena Galbiati, Pier Paolo Parnigotto, Eugenio Coter, Mimmo Lamacchia, Orietta Guerrasio, Gina Bortot, Roberto Sartori, Piergiorgio Lorenzini, Gino Foffano, Walter Tonon, Mario Sgarbossa, Luigi Pandolfo, Alberto Segato, Andrea Filippi, Luca Marcon, Gloria Mercurio, Gianfranco Boscaro, Gianni Mamprin, Ivan Ferigo, Giorgio Forti, Stefano Bosa.

Donare “altro” Sangue midollare, servono ancora tanti “bei tipi” pag.16

Giornata mondiale donatore Bolivia, aumentano i volontari

pag.17

Una splendida Festa di Vita

pag.18

Il sabato, spesa e occhio alla salute pag.18 Scoppiettanti i Massadores

pag.19

Si continua in estate con il Riso che fa buon Sangue pag.19

SOMMARIO

Editore - Segreteria - Amministrazione AVIS Regionale via Ospedale,1 - 31100 Treviso tel. 0422 405088 - fax 0422 325042 avis.veneto@avis.it REDAZIONE Via Roma, 38 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) tel. 0423 420078 - Fax: 0423 3445078 320 4784837 E-mail: redazione.dono-vita@avis.it

- Una “trasfusione” per i giornalisticalciatori - Atletica mottense testimonial del dono Avis pag.47

Seguiteci anche sul web e su Facebook Foto e altri articoli su donoevita.it

Chiuso in fotolito il 18 giugno 2012 Il prossimo numero uscirà a settembre 2012 IL MATERIALE VA INVIATO IN OGNI CASO ENTRO IL 30 LUGLIO 2012. Foto a stampa, anche se non pubblicate, NON SI RESTITUISCONO. Lettere e interventi vanno inviati, firmati, a: REDAZIONE DONO & VITA Via Roma, 38 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) redazione.dono-vita@avis.it oppure AVIS ABVS Regionale Veneto Via Ospedale, 1 - 31100 Treviso avis.veneto@avis.it

Pagine giovani Musica nel Sangue, successo corale da pag.20

Gli articoli delle AVIS Comunali DEVONO passare attraverso i redattori di ogni PROVINCIALE. Vi invitiamo a contattarli anche per essere inseriti su

www.donoevita.it

3


L’EDITORIALE

Quattro lettere, quanti valori! A

come assemblea. Quella nazionale si è appena tenuta a Montecatini. Il clima politico è stato buono. Questo mandato associativo, che si era inizialmente distinto per un’inusuale divisione dell’associazione in “maggioranza e minoranza”, sembra poter ritrovare il senso di appartenenza e di partecipazione. Ci sono stati ancora i “convitati di pietra”, ovvero due regionali che non hanno fatto alcun intervento in assemblea, e la maggioranza delle regionali ha fatto il suo intervento “guardandosi l’ombelico”, ovvero senza affrontare le tematiche assembleari. Tuttavia, le modifiche al regolamento nazionale sono state discusse e approvate con facilità e la nostra proposta di ridurre il valore venale delle benemerenze è entrata nella mozione finale come impegno per il Consiglio nazionale senza sollevare eccessive proteste. Ci auguriamo siano segni positivi di una voglia di riforma: Avis nazionale ne ha bisogno come il pane!

V

come Valdobbiadene. A fini giugno inizio luglio due grandi manifestazioni si sono svolte nella località veneta. Il 50° di fondazione del Tempio Internazionale del donatore di sangue e la nostra Festa regionale. I fondatori del Tempio sono stati dei grandi personaggi, mossi da una ricchezza interiore enorme, e la loro opera è cresciuta e giunta a noi proprio per il suo messaggio universale. Ora i tempi sono diversi, la sensibilità religiosa e le modalità di esprimere i valori associativi si stanno modificando ma questo Tempio resta sempre un’occasione di riflessione e di orientamento per il donatore che crede nella forza dell’amore, nell’aspirazione alla pace e nella logica del dono. L’altro evento è quello della nostra Festa regionale. È un’occasione per stare tra

donatori in maniera diversa e quest’anno siamo stati assieme anche a Fidas, l’altra grande Federazione di donatori di sangue in Veneto. Fidas ha accolto con entusiasmo la nostra proposta di fare festa insieme, poi nei fatti ci sono stati i “soliti” piccoli problemi ma abbiamo dimostrato che volendo si può!

I

come Italia. In questo periodo è difficile non avere sentimenti dissonanti sul nostro Paese. C’è orgoglio per la solidità e la compostezza con cui la gente sa affrontare la crisi, il terremoto, le bombe contro le ragazzine. C’è rammarico per lo spettacolo deludente dell’inerzia di una certa classe politica e per il diffuso degrado causato dai molti cosiddetti “furbetti”. In questo contesto Avis è chiamata a dare testimonianza della forza e della concretezza che hanno l’associazionismo, la solidarietà e la sussidiarietà. È una grande responsabilità civile e morale perché è su queste che si basa la nostra credibilità, ma anche la speranza nella ripresa della nostra Nazione!

S

come sangue. Il 14 giugno si è celebrata la Giornata mondiale del donatore di sangue. Nel mondo c’è ancora un bisogno drammatico di donatori volontari, anonimi, responsabili, periodici, associati e non retribuiti. Dobbiamo continuare a diffondere i nostri valori e il nostro modello organizzativo. L’Italia è un esempio in questo senso: ha la migliore legge e le più grandi associazioni del mondo. Ci rendiamo conto di questo solo nel confronto con gli altri Paesi e soprattutto con i loro donatori, che ci ammirano e un po’ ci invidiano. Incredibile ma vero! Nei giorni scorsi abbiamo ospitato una piccola delegazione di Avas, l’associazione volontari argentini del sangue, e non posso dimenticare che uno di loro, dopo averci raccontato dei progressi fatti dall’associazione e ringraziato per l’aiuto che gli diamo, ha concluso il suo intervento mostrandoci con gli occhi lucidi e la voce spezzata il suo passaporto italiano “nuovo di zecca”. Avis-Avas un legame di sangue che si rinnova. Alberto Argentoni

4


C

on la foto qui sopra - scattata l’11 giugno a Concordia sulla Secchia (Modena) - tentiamo solo di renderlo visivamente, il silenzio. È il cimitero del paese, distrutto. Ci è sembrato irreale il silenzio, lì nella “bassa” modenese colpita dal sisma del 20 e 29 maggio scorsi. Lo si “sente” (sì, lo si può ascoltare il silenzio) anche nelle strade aperte al traffico, anche dove i bambini giocano ancora, anche nelle code per il pranzo del “Campo Abruzzo”. E anche quando parlano con te, gli emiliani del cratere sismico, li percepisci continuamente in ascolto. Delle tue parole, certo, ma soprattutto delle vibrazioni o del rombo sordo con cui il terreno comunica le sue intenzioni, momento per momento. Perché qui ormai occorre essere pronti ad “ascoltare”, attraverso le suole delle scarpe o le gambe delle sedie, ciò che questa terra finora generosa vuol fare della tua vita e del tuo paese. Parlano con i sensi continuamente all’erta lì a Cavezzo come a Mirandola, a Concordia come a San Felice sul Panaro, all’Avis di Modena come a San Possidonio. Ti sorridono, nonostante tutto. Ti sorridono e ti parlano, perché sei lì con loro, non per “sciacallaggio mediatico”, ma per documentare la realtà di ciò che è, di ciò che è stato e di ciò che può ancora accadere. Per raccontarlo ad altri volontari, semplicemente, senza cercare lo “scoop” a tutti i costi. E “ascoltando il silenzio” assieme a chi la notte dorme ancora con la famiglia nella tenda “quequa” o nella roulotte piazzata nel giardino della casa pur agibile, percepisci anche qualcosa che va ben oltre la paura. È l’orgoglio di essere “quelli della bassa”, quelli duri, quelli che non mollano, quelli che - certo sanno piangere, ma non son capaci di compiangersi.

S

ubito dopo la prima “botta” che colpisce duro alcuni centri della “bassa” ferrarese-modenese (20 maggio, ore 4,04), l’Avis Emilia-Romagna inizia a far la conta dei danni. Per quanto riguarda le sedi-Centri di raccolta si segnalano problemi a Bondeno, Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Ferrara, Mirabello, Poggio Renatico, Cento. Quattro giorni dopo tutta l’Assemblea nazionale Avis a Montecatini Terme abbraccia i “fratelli di sangue” emiliani. Sette i morti del 20, tutti nel ferrarese, nella scossa di magnitudo 5,8 che ha lambito di striscio anche a nord del Po, fra il mantovano e il polesine. Ma il peggio deve ancora arrivare. Una seconda forte scossa “gemella” colpisce ancor più duramente una ventina di centri della provincia di Modena il 29 maggio alle 9,04. La terra non risparmia niente e nessuno: capannoni, chiese, centri storici, case, scuole e... sedi Avis. I morti salgono ancora: 27 in totale, centinaia i feriti, 17mila gli sfollati e incalcolabili i “semi sfollati”. Sono coloro che, con la terra che trema 30-40 volte nelle 24 ore, ancor oggi durante la notte non si fidano più della propria casa, pur agibile. Si intensifica e si allarga l’immensa catena di solidarietà, anche avisina, già scattata il 20 maggio. iornale avisino, dalle Avis abbiamo iniziato per raccontare alcune storie fra le mille che si dipanano in occasioni simili. Come per L’Aquila 2009, la redazione è andata sul posto per documentare e informare, stavolta “rinforzata” da un collega del Gazzettino. Come in Abruzzo abbiamo sentito parlare cento idiomi diversi: il respiro dell’Italia! Quella reale. Un Paese che in solidarietà è Uno e indiviso.

LA PAGINA DEL DIRETTORE

Quando per un titolo non servono parole

G

Beppe Castellano 5


EMILIA FERITA CHE NON MOLLA 6

Un giorno nella ‘bassa’ che trema, ma resiste A

vevo l’impressione di essere su una barca, con il mare agitato, e di non riuscire a scendere. Una sensazione strana, di impotenza, che mai avrei immaginato di dover provare ancora altre dieci, venti volte, e chissà per quanto tempo ancora. È un fiume in piena il giovanotto che incontriamo, scendendo dall’auto, davanti alla sede dell’Avis provinciale di Modena. Sono le dieci del mattino dell’11 giugno e inizia da qui il nostro, seppur parziale, “viaggio” nella terra emiliana colpita dal sisma. Una lunga sequenza di scosse, che dal 20 maggio non dà tregua a migliaia di abitanti. “Si vive con una paura tremenda addosso, che si fa molto pesante soprattutto di notte - continua il ragazzo - io dormo in tenda dalla prima scossa, come tante altre persone e non credo di riuscire a tornare a casa finché la terra non deciderà di stare ferma”. Ci viene incontro il responsabile della Protezione civile dell’Avis regionale Emilia Romagna, Gianni Benincasa, che ci farà da guida tra campi e volontari. Non prima di aver incontrato il presidente dell’Avis provinciale modenese, Maurizio Ferrari, che sta coordinando da settimane una situazione difficile, ma sotto controllo. Mappa alla mano, è desolante il quadro che ci presenta: nella zona colpita dal terremoto, 12 sedi sulle 14 totali che svolgono servizio di raccol-

ta del sangue, sono dichiarate inagibili. Funzionano solo quelle di Soliera e San Possidonio. Per le altre sono previsti tempi di “riapertura” compresi tra i 12 e 18 mesi, e quindi si stanno trovando soluzioni alternative, come il temporaneo trasferimento dell’attività in autoemoteche, in arrivo da Torino e Bari, oltre che da altre zone d’Italia. Stessa sorte, per motivi di sicurezza, per la donazione delle piastrine, trasferita dal Policlinico di Modena al Centro di raccolta dell’Avis provinciale, che visitiamo e dove i donatori come sempre non mancano. Benincasa ci spiega che gli sfollati sono 16mila, che sono arrivati e stanno arrivando volontari da tutta Italia, instancabili. Alle 10.50 ci mettiamo in auto alla volta del Centro provinciale della Protezione civile, alle porte di Modena. Il Centro è perfettamente organizzato, sia per il coordinamento degli aiuti, sia della raccolta del materiale da smistare nei vari Comuni. Un camion di bottiglie d’acqua è appena arrivato da Ragusa, grazie


pomeriggio, in campagna e lungo le vie dei paesi che attraversiamo, ci sono tende e roulotte ovunque, nei giardini, nei parchi e nei campi sportivi. Da San Prospero a Mirandola (con un campo tende di 475 persone di dieci etnie diverse, gestito dalla Protezione civile del Friuli V.G.) a San Felice sul Panaro, (con campi gestiti da Veneto e Trentino), a Concordia sulla Secchia (dove troviamo i campi della Protezione civile di Lazio e Toscana), è un ripetersi di immagini, danni e silenzio, tanto silenzio. Una sensazione surreale che ci ha accompagnato per tutto il tempo, senza mai lasciarci. La terra, intanto, continua a tremare. Non trema, per fortuna, quando il direttore si infila con una scusa in zona rossa a Concordia e gira l’angolo, nikon al collo, per documentare la realtà. Torna dopo pochi, lunghi minuti, abbondantemente sgridato dalla vigilanza. Con sé ha, tra le altre, la foto di copertina. È la torre della caserma dei Carabinieri in “Via della Resistenza”. Negli occhi e nelle orecchie la desolazione dell’assordante silenzio del deserto. Sulla via del ritorno, dopo aver salutato e lasciato Benincasa ai suoi tanti impegni di questi giorni d’emergenza, passiamo per il basso Mantovano e il Polesine, “vicini di casa” dell’Emilia ferita e feriti a loro volta, anche se per fortuna in modo decisamenMichela Rossato te più lieve.

EMILIA FERITA CHE NON MOLLA

alla generosità di una ditta privata e dell’Avis, due tensostrutture sono arrivate da Avis della provincia di Cremona, altro materiale da Avis di Abruzzo e Basilicata. Bastano pochi minuti per rendersi conto della grande forza dell’Italia (anche avisina), da nord a sud, nello stringersi attorno a chi ha bisogno. E i volontari avisini li troviamo anche nelle cucine, intenti a preparare il pranzo per tutti i volontari. La seconda tappa del nostro viaggio è il Campo dei Vigili del Fuoco che a centinaia, dal giorno della prima scossa, si danno il turno per mettere in sicurezza gli edifici e aiutare la popolazione. Loro il compito di delimitare in ogni paese la cosiddetta “zona rossa”, la più pericolosa. Alle 12 raggiungiamo la tendopoli di Cavezzo e quando leggiamo il nome, ci viene un tuffo al cuore: “Campo Protezione civile Abruzzo”. È proprio a ridosso del Palasport e della sede Avis, inagibili. Impossibile non tornare con il pensiero all’altro terribile sisma, a L’Aquila e dintorni. Dopo la visita al campo e al paese di Cavezzo, particolarmente “ferito”, raggiungiamo San Possidonio dove a colpirci è la chiesa, che non potrà più ospitare alcuna messa. Ci dicono che su 43 chiese totali della diocesi di Carpi, ben 40 sono danneggiate seriamente. Ci rimettiamo in macchina. Per tutto il

7


E l’Abruzzo abbracciò l’Emilia EMILIA FERITA CHE NON MOLLA

T

recento persone nelle tende all’interno del campo, altre 200 in tende-igloo a ridosso del Palazzetto dello sport, centinaia in piccole “tendopoli” allestite qua e là nel paese, nei giardini e lungo le strade. A Cavezzo entrare in casa è ancora un miraggio. Al campo gestito dalla Protezione civile dell’Abruzzo arriviamo a mezzogiorno, mentre una lunga e ordinata fila ci dice che si sta distribuendo il pasto. Accanto, in una grande tensostruttura, molti bambini stanno giocando. Ce ne sono 40 nelle tende, ma altri 60 arrivano dai paesi vicini. All’ingresso del campo, tre tende ospitano la distribuzione di generi di prima necessità, dal sapone alle scarpe, agli indumenti. Giampiero Antonetti, responsabile del campo, ci accoglie nell’ufficio-mobile che ripara solo un po’ dall’afa e dal sole. Quasi intuendo il nostro

collegamento mentale tra questo in Emilia e il loro sisma di tre anni fa, ci dice subito che l’esperienza del terremoto non è facile da vivere, ma che alla tendopoli la situazione è tranquilla. “Sarà che qui non c’è quasi bisogno di psicologi perché lo siamo già noi, che ci siamo passati e capiamo quello che stanno provando queste persone - ci dice - che lo sentono e ci ringraziano per il sorriso, la parola che sappiamo dare. I due terremoti sono stati per alcuni aspetti diversi: da noi più “concentrato” logisticamente, qui più ampio, a L’Aquila ha dato un duro colpo alla storia, qui più all’economia, ma sono identici la paura, il senso di smarrimento e di insicurezza in chi lo vive ed è fondamentale avere un giusto approccio psicologico con gli sfollati”. Che vivono un dramma. I volontari impegnati in ogni tipo di attività sono 100 e 40 i mezzi. Tra loro anche donatori di sangue abruzzesi, come Raffaele Vivio. Fuori dal campo incontriamo un gruppo di giovani tecnici provenienti da L’Aquila. Sono ingegneri e geologi che nei Comuni colpiti eseguono rilievi in abitazioni e catalogazioni. Abruzzo ed Emilia due facce della stessa medaglia? “Ci sembra una faccia sola - spiegano noi abbiamo ricevuto e riceviamo tanta solidarietà da tutta Italia e così, ora che c’è bisogno, cerchiamo di dare a nostra volta un contributo anche se, a dire il vero, abbiamo ancora anche noi tanto bisogno di una mano”. Anche per L’Aquila, infatti, i tempi del ritorno alla normalità sono ancora lontani.

Quegli uomini in rosso, angeli dell’emergenza I l terremoto è una guerra contro un nemico invisibile. E il presidio dei vigili del fuoco è come un fortino in mezzo al disastro. Il “Comando Operativo Modena San Prospero” è uno dei due comandi che coordinano il lavoro determinante, essenziale, dei vigili del fuoco sui luoghi del sisma. Un fortino quasi inespugnabile visto che noi veniamo respinti, senza perdite, al primo assalto. Poi, individuato l’accesso, senza formalità, possiamo farci un’idea del grande lavoro che stanno svolgendo i pompieri in questa

8

zona. “Siamo trecento unità provenienti da tutta Italia - ci spiega l’ing. Giuseppe Merendino, il vice comandante del C.o.a. (Comando operativo avanzato) dentro la sua baracca-ufficio, dove ci dedica qualche minuto del suo preziosissimo tempo - e ci occupiamo della nostra zona di competenza. Operiamo dalle 6 alle 22 con diversi turni, solo ed esclusivamente in attività legate al sisma. Gli uomini che arrivano dai comandi e distaccamenti da tutta Italia, rimangono in media otto giorni. Poi ci sono le eccezioni, come il sottoscritto che non vede la famiglia a Ragusa da quindici giorni. Comunque, nel dettaglio operiamo nell’assistenza e soccorso alla popolazione, recupero beni storici e artistici, messa in sicurezza degli edifici, controllo edifici pubblici e civili, viabilità”. Tra questi interventi, che sono stati moltissimi, quali i più delicati? “Sicuramente quelli relativi alle demolizioni e al recupero dei beni artistici, quadri, statue, opere d’arte. Per non parlare, poi, di quelli alle persone che hanno riguardato la


C

’è un gemellaggio che in questi giorni fa sentire vicini Veneto ed Emilia. È quello tra Avis, Aido e Corale della veneziana Concordia Sagittaria e della modenese Concordia sulla Secchia, duramente colpita dalla seconda forte scossa di questo anomalo sisma, quella del 29 maggio. Una fratellanza rinnovata nell’emergenza, con la visita dei veneti l’8 giugno. “Una scossa che, assieme a quella di qualche ora più tardi, ci ha messi in ginocchio, ci racconta il giovane presidente dell’Avis locale, Enrico Benetti. Oltre mille abitanti sui 9mila totali non fanno rientro da allora nelle proprie abitazioni, dichiarate inagibili in zona rossa. Ma anche quelli che potrebbero, non vogliono saperne di farvi ritorno. “Siamo tutti fuori, 500 persone nel campo gestito dalla Croce Rossa, altre seguite dalla Protezione civile di Lazio e Toscana, gli altri accampati per la notte nel giardino di casa o presso parenti o in case al mare”. Una situazione da crollo nervoso, se non fosse per la grande tenacia e voglia di ricominciare degli abitanti. Lungo le poche vie agibili del paese si contano gazebo e tende di fortuna adibite a piccoli negozi, nelle zone industriali e di campagna accanto ai capannoni distrutti si stanno allestendo tensostrutture dove continuare in qualche modo a produrre lavoro. “Qui parliamo di 13 mila posti di lavoro persi, di tantissime aziende che lavorano per terzi

e rischiano la chiusura - continua Benetti - dobbiamo andare avanti a tutti i costi, come possiamo, perché il rischio è che oltre ai crolli e alle vittime, non ci sia un rilancio economico, che è invece vitale per rimettersi in moto e riprendere in mano la nostra vita”. E la voglia di fare è grande anche in Avis. “La nostra sede è inagibile e prima di un anno, se la terra smette di tremare, non ci faremo ritorno. A Concordia siamo 600 donatori con una media di 26 donazioni a settimana, dobbiamo riprendere da qualche altra parte la nostra attività. Assolutamente. Intanto noi avisini stiamo partecipando alle ronde notturne e ci siamo da subito attivati per la preparazione e distribuzione dei pasti”. Il senso della comunità, in questi frangenti, è fondamentale. “Lo si sta sentendo fortissimo, persone che prima si salutavano appena oggi mangiano insieme, si fanno coraggio l’un l’altra - conclude Enrico - e questo è bello in una situazione struggente come la nostra. Concordia ha perso la sua identità storica, religiosa, culturale, ma non la sua identità di comunità forte che guarda avanti”. Con l’aiuto di tanti, instancabili volontari arrivati da ogni angolo d’Italia.

prima parte degli interventi, la prima emergenza. Ricordo il recupero di un anziano, rimasto seppellito dal crollo del suo condominio a Cavezzo”. Durante la conversazione veniamo interrotti tre volte da telefonate varie di richieste di interventi o informazioni: “Particolarmente delicato è stato l’intervento al Palazzo vescovile di Carpi oppure il recupero di masserizie nell’azienda Cavicchioli, dove abbiamo speso tante energie fisiche e anche nervose”. E la guerra contro il nemico invisibile quale il sisma, si combatte con gente come i vigili del fuoco, armati di passione, competenza, coraggio e responsabilità.

Come contribuire ad aiutare L

Servizi e foto di Michela Rossato, Gabriele Zanchin, Beppe Castellano

EMILIA FERITA CHE NON MOLLA

Due Concordie unite dall’Avis

a prima scossa del 20 maggio, concentrata più sul ferrarese, ha lambito anche alcuni centri del nostro alto Polesine. Il 29, invece, con quella più disastrosa nel modenese, danni si sono registrati anche in alcuni comuni del Mantovano. In particolare fra Lombardia e Veneto sono state interessate chiese, vecchi rustici e patrimonio culturale. Qui accanto, per esempio, la chiesa di Ficarolo il cui tetto, come in quella di Occhiobello, è stato seriamente danneggiato. Molti meno i danni al resto delle costruzioni, gli “sfollati” veneti sono in tutto una quarantina - ci hanno detto in zona - e nessuno è in condizioni critiche. Nessuno, insomma, dorme in tenda. L’Avis regionale Veneto, su proposta della Provinciale Rovigo, ha istituito il 5 giugno una sottoscrizione per il Polesine: Avis Regionale Veneto - pro terremoto - Banca Antonveneta IBAN: IT38J0504012003000000256224. Avis regionale Emilia Romagna e Avis Lombardia insieme hanno aperto a sostegno delle sedi colpite, già all’indomani della prima scossa, il seguente c/c: Banca Popolare dell'Emilia-Romagna IBAN: IT71X0538702403000002059627.

9


Plasma: due anni decisivi LA SFIDA

I

10

l Sistema Trasfusionale Italiano sta conoscendo un profondo travaglio, ai più poco percepibile, ma davvero molto intenso e senza precedenti. Sembra un alveare in piena estate, che sembra immobile come tutto il resto quando il caldo induce alla siesta pomeridiana in un silenzio sudaticcio, ma che al solo avvicinarsi fa sentire un ronzio diffuso per l’alacre lavoro delle migliaia di api che lo popolano. Durerà così almeno fino al 31 dicembre 2014, termine entro il quale DEVE essere concluso il percorso di certificazione di tutte le strutture di prelievo, pubbliche e associative, verificate una ad una da apposite commissioni regionali. Questo percorso si intreccia con l’altro legato alle gare di appalto per la lavorazione del plasma; attendiamo per fine giugno la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di ben quattro decreti sul plasma e la plasmaderivazione, decreti comunque già firmati dal ministro Balduzzi. Purtroppo il ritardo accumulato dal Sistema Italia crea un negativo accavallarsi di scadenze. In pratica le gare per la plasmaderivazione avverranno prima del 31 dicembre 2014, e quindi prima che tutte le Regioni abbiano completato i percorsi previsti per il rispetto dei Requisiti minimi e le visite di verifica (Accordo Stato-Regioni 16 dicembre 2010) che sono indispen-

sabili per il Plasma Master File. Ciò non aiuta nella complessa trattativa in corso per la costituzione degli Accordi Interregionali che andranno a gestire le singole gare europee (si parla di organizzare quattro o cinque Accordi Interregionali con nuove e diverse aggregazioni rispetto a quelli che hanno finora funzionato e che sono ormai in scadenza); ma anche questo ci deve spronare tutti a dare il meglio dei contributi possibili. La costruzione del “Sistema Paese”, orizzonte del rinnovato Sistema Trasfusionale Italiano È indubbio che l’obiettivo delle legge trasfusionale italiana, posto sin da subito (art.1 comma 1 lettera a: il raggiungimento dell’autosufficienza regionale e nazionale di sangue, emocomponenti e farmaci plasmaderivati) porta con sé la costruzione di una rete nazionale, sorvegliata e coordinata dal Centro Nazionale Sangue, che consenta le cessioni di eccedenze di alcune Regioni ad altre carenti. Questo è quello che si fa da molto tempo per gli emocomponenti, ma che ancora non si può fare per i farmaci plasmaderivati per la mancanza delle specifiche tariffe di scambio. Ma non può esserci Sistema Trasfusionale se non c’è una adeguata procedura per la gestione delle eccedenze e delle carenze. L’occasione irripetibile della messa a norma europea di tutta le rete trasfusionale italiana deve servire a “calibrare” al meglio anche questo aspetto, affatto secondario. Di più: ci deve servire anche a costruire il percorso idoneo a gestire le eccedenze “nazionali” di singole specialità farmaceutiche a minor consumo interno. La proposta che Avis sostiene è la loro cessione a Paesi carenti nell’ambito di progetti di cooperazione internazionale che prevedano lo sviluppo dei rispettivi sistemi trasfusionali basati sul Volontariato anonimo e gratuito stile Avis, non sempre ma anche con ristoro alle Regioni italiane dei meri costi di produzione industriale.


LA SFIDA

Fra Congressi, Assemblee e Convegni La primavera trasfusionale, è stata particolarmente intensa, con tutti i protagonisti (Centro Nazionale Sangue, Regioni, Simti, Avis e le altre associazioni), impegnate nel proprio ambito e in incontri a più voci, a interrogarsi, dichiararsi e impegnarsi. Le scadenze normative, ma anche la crisi economica, ci obbligano tutti ad agire con più determinazione e in tempi più rapidi del solito. Tre appuntamenti sono stati per noi quelli che contano di più: il 7 maggio la riunione plenaria del Sistema Trasfusionale convocata dal Cns presso l’Istituto Superiore di Sanità a Roma nel corso della quale il nostro Presidente nazionale Vincenzo Saturni ha enunciato “I dieci punti fermi” di Avis (che riportiamo integralmente a pagina 13) e poi il Congresso Simti a Rimini, nella stessa settimana in cui s’è svolta l’Assemblea nazionale Avis a Montecatini (dal 21 al 27 maggio). Altri due significativi incontri sono stati quelli di fine giugno: il 22-

23 a San Marino (seminario internazionale Fiods) e il 29-30 a Lucca (Simti e Fondazione Campus). I dati italiani sui plasmaderivati: Anticipando l’uscita del libro bianco del Cns (si annunciano ben 220 pagine), nel seminario tenutosi

11


LA SFIDA

donatore italiano hanno consumi mediamente più contenuti, con doppio risparmio sulla spesa sanitaria. Sarebbe a dire che l’impressione complessiva è di una maggiore capacità di governo della spesa da parte delle Regioni più impegnate nella raccolta del plasma, utilizzando al meglio il dono etico dei Volontari del sangue e verificando l’appropriatezza dell’uso dei farmaci, senza ridurre qualità e quantità dell’assistenza sanitaria per gli ammalati.

12

il 25 maggio a Montecatini Terme nel contesto dell’Assemblea Nazionale Avis, sono stati presentati dal sottoscritto i dati disponibili, non ancora del tutto “validati”, sulla domanda italiana di plasmaderivati, sulla capacità produttiva da plasma nazionale, sugli acquisti di farmaci commerciali di importazione e sui costi specifici per ognuno di essi. Questa relazione, disponibile sul sito web: avis.it, per la prima volta rivela il giro d’affari generato dalla produzione nazionale e la differenza importante di costo che viene sopportato dalle regioni carenti (e magari sottoposte a Piani di rientro) per acquistarli nel mercato speculativo internazionale. Ciò che colpisce di più è il consumo maggiore di farmaci nelle Regioni che raccolgono meno plasma e che pertanto li acquistano a caro prezzo sul mercato, mentre le Regioni che conferiscono maggiore quantità di plasma da

E il Veneto che sta facendo? Il Veneto si colloca sempre nelle migliori posizioni in questa particolare graduatoria, a ulteriore conferma del buon lavoro fatto a partire dal 1986, l’anno della scelta, allora criticatissima, di attivare in solitaria la produzione di plasmaderivati “in conto lavoro”. Quella scelta mise in evidenza il Veneto, fino ad allora comparsa ininfluente sul “teatro” trasfusionale italiano, ponendo le basi sulle quali nel 1999 si costituì l’Aip (Accordo Interregionale Plasma) con il Veneto per l’appunto capofila. Oggi l’Aip rappresenta 11 Regioni e PA italiane e raccoglie circa il 45% del plasma nazionale; è in fase di esaurimento per l’avvicinarsi delle nuove gare per la plasmaderivazione. Da contatti informali, nell’assenza della convocazione della Commissione Regionale per il Servizio Trasfusionale (Crst), pur richiesta da molti mesi a norma di legge da tutto il Volontariato del Veneto, si intuisce l’orientamento regionale a ricostituire l’Aip ridimensionato a comprendere solo il Triveneto (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Prov. Aut. di Trento e Bolzano); a noi pare una scelta “riduttiva” che isola il Veneto nel contesto nazionale nel momento in cui, al contrario, tutto il bagaglio importante dell’esperienza fatta finora potrebbe dare i migliori frutti sia per la nostra Regione sia per il contesto complessivo nazionale. Ovviamente sta all’istituzione politica prendere le decisioni, e noi collaboreremo sempre al meglio; non possiamo però esimerci dall’esprimere un’opinione che è competente, esperta, appassionata e Bernardino Spaliviero disinteressata.


Plasmaderivati: i dieci punti fermi Avis vis ribadisce fermamente e considera irrinunciabili gli obiettivi e le affermazioni della legge 219/2005. In particolare: 1) l’autosufficienza nazionale dei farmaci plasmaderivati va raggiunta attraverso la donazione volontaria, periodica, anonima, non remunerata e associata del sangue e del plasma. 2) ai fini del perseguimento degli obiettivi del punto 1) chiediamo la garanzia che vengano definiti strumenti di governo complessivi del sistema che partano dalla adozione di tariffe di scambio stabilite a livello nazionale, anche con riferimento a modelli già sperimentati. 3) il plasma umano è un bene etico, sanitario ed economico pubblico, di proprietà delle Regioni, non è commerciabile e non può essere fonte di profitto; di conseguenza è irrinunciabile il modello “conto lavoro” per il conferimento alle industrie farmaceutiche del plasma donato, con integrale restituzione dei farmaci plasmaderivati prodotti. 4) si raccomanda che nella predisposizione dello schema tipo di convenzione che disciplina i rapporti tra Regioni e industrie di lavorazione del plasma, la classificazione del plasma conferito faccia riferimento a quanto previsto dalla Farmacopea Europea, consentendo di migliorare le strategie volte alla valorizzazione del dono. 5) le eventuali eccedenze di farmaci plasmaderivati delle singole Regioni o dei raggruppamenti di Regioni devono poter essere ceduti o scambiati tra le realtà regionali per il conseguimento dell’autosufficienza nazionale, secondo il modello già collaudato delle cessioni degli emocomponenti, sulla base delle tariffe nazionali e con il ruolo di coordinamento da parte del Centro nazionale sangue. 6) le eventuali eccedenze nazionali di singole specialità farmaceutiche devono essere messe a disposizione degli ammalati di altri Paesi europei ed extraeuropei carenti, mediante accordi e iniziative di cooperazione internazionale, nell’ambito di progetti umanitari e/o di ricerca scientifica, a titolo gratuito o con il solo ristoro dei costi di produzione, stipulati dallo Stato e/o dalle Regioni italiane, anche con la partecipazione attiva del Volontariato organizzato. 7) ogni Regione e Provincia autonoma deve far parte di uno dei raggruppamenti di Regioni, costituiti per ottimizzare la plasmaproduzione; tali raggruppamenti dovranno avere masse critiche tali da consentire le migliori condizioni economiche e la continuità di fornitura dei farmaci. Altresì importante è che vengano stabilite regole comuni di azione tra i diversi raggruppamenti.

LA SFIDA

A

8) il volontariato del sangue deve essere adeguatamente rappresentato nei gruppi di coordinamento dei raggruppamenti regionali ai fini della programmazione delle attività e del monitoraggio. 9) l’appropriatezza d’uso dei farmaci plasmaderivati deve essere un altro aspetto strategico su cui operare, predisponendo strumenti efficaci di valutazione, e puntare al loro inserimento tra quelli prescrivibili unicamente in ambiente ospedaliero. Si auspica inoltre che, fatte salve specifiche esigenze terapeutiche stabilite in base a rigorosi criteri clinici, le Regioni stabiliscano come prioritario l’utilizzo di plasmaderivati prodotti in conto lavoro da plasma di donatori italiani volontari e non remunerati. 10) la tutela e la promozione del farmaco etico di origine biologica umana, che deve condurre all’autosufficienza nazionale, deve portare alla trasparenza l’origine del prodotto che va dichiarata su ogni confezione del farmaci plasmaderivati, per rispetto verso il generoso gesto dei donatori volontari non remunerati italiani, e per doverosa informazione verso gli ammalati che questi farmaci utilizzano. Dal periodico nazionale “Avis SOS”

L’etichetta che vorremmo fosse presente su ogni confezione dei medicinali plasmaderivati prodotti con il nostro plasma, per rispetto verso il generoso gesto dei Donatori non remunerati italiani e per doverosa informazione verso gli ammalati che questi farmaci utilizzano (Punto fermo n.10 di Avis).

13


BessY tasta il “polso” dei donatori RICERCA & SOCIOLOGIA

N

14

el corso dell’assemblea regionale è stato dedica- rio anonimo presso i Centri trasfusionali delle diverto uno spazio al “punto di vista dei donatori” se province venete e, in alcuni casi, nelle sedi associarispetto alla donazione di sangue ed al rapporto che tive dell’Avis. Grazie alla fondamentale collaborazioil donatore ha con l’Avis. Queste informazioni pro- ne di tutte le sedi provinciali Avis, si è riusciti a coinvengono dai primi risultati (la presentazione ufficiale volgere 590 donatori. Un primo aspetto su cui ci si è dei risultati della ricerca è stata fatta a giugno a soffermati riguarda le motivazioni che portano le Bologna e sono pubblicati sul sito www.avisveneto.it) persone a diventare donatori di sangue. Ai donatori è di una ricerca condotta all’interno del progetto di stata presentata una lista di motivi ed è stato chiesto cooperazione internazionale “BessY” (Blood Ethical loro di esprimere quanta importanza hanno avuto, good for Social capital e SafetY) nella loro scelta di diventare che riguarda le buone pratiche, donatori: la maggior parte dei i processi di promozione del Motivazioni, benemerenze, donatori dichiara che, per loro, dono, i modelli di raccolta e la valori: i dati di una ricerca le motivazioni più importanti sicurezza del sangue. Partners sono state: Il sentirsi utili agli del progetto sono l’S.R.C. proaltri (79,1%) e l’avere amici vinciale Avis (Veneto), l’Azienda Ulss 10 “Veneto donatori (55,3%). Per quanto riguarda il rapporto Orientale”, Ca’ Foscari Formazione e Ricerca, l’Avis con la propria associazione, per i soci Avis (che sono Friuli Venezia Giulia-Onlus, l’Avis regionale Emilia- il 79,9% dei donatori coinvolti nella ricerca) vi è una Romagna, Slovenia Red Cross-Federation of forte condivisione (96,5%) di valori con la propria Associations, Blood Transfusion Centre of Slovenia, associazione e una generale soddisfazione (86,3%) Croatian Red Cross, Croatian Institute of per le attività di promozione svolta da questa. In Transfusion Medicine; Ministry of Health (Albania) merito alla promozione, alcuni avisini (199 persone e Albania Red Cross. L’obiettivo generale della ricer- pari al 33,7% del campione) hanno suggerito in ca è di cogliere l’importanza e il significato del dono quale ambito si debba dare maggior spazio (il 28,6% del sangue e quali ricadute, tale gesto, può avere sul di coloro che hanno risposto), in testa le scuole (alcucontesto sociale attuale. Per far ciò è stato, quindi, ni hanno sottolineato anche il bisogno di coinvolgenecessario avere il contributo e il supporto dei dona- re le Università dove l’associazione è meno presente tori attraverso la somministrazione di un questiona- rispetto alle scuole di ordine inferiore). Un’altra indicazione (suggerita dal 22,1%) riguarda l’incremento della pubblicità con particolare attenzione alla radio (citata da molti donatori) e al coinvolgimento di personaggi famosi che fungano da modelli per i giovani. Entrambe queste attività sono soprattutto dedicate al mondo giovanile, per il quale il 17,6% dei donatori suggerisce l’organizzazione di attività specifiche che riescano a coinvolgere i ragazzi in maniera attiva al fine di stimolarli a partecipare anche alla vita associativa. Un altro dato interessante è quello relativo alle fonti di informazione: l’89,8% dei donatori dichiara di aver reperito facilmente le informazioni utili per diventare donatore di sangue e la maggior parte di loro (69%) ha reperito tali informazioni tramite il contatto diretto (da amici che sono già donatori di sangue e/o da persone che sono iscritte all’Avis).


to riguarda i riconoscimenti: la maggior parte (60,3%) dei donatori crede che si dovrebbe donare il sangue solo per il piacere di farlo e 1 donatore su 5 (il 18,8%) considera giusto ricevere un segno di riconoscenza dall’associazione.

Avis affianca TES nella ricerca sulle malattie del sangue A

vis Veneto sostiene la ricerca scientifica e lo fa partecipando attivamente alle attività della Fondazione TES. Si tratta di un coinvolgimento che ha preso avvio nel 2008 e che si sta consolidando. La mission avisina è quella di aiutare l’ammalato e noi lo facciamo in vari modi: principalmente attraverso il dono del nostro sangue e promuovendo il suo uso più appropriato. Proprio prendendo spunto da questo ultimo aspetto Avis Veneto sta finanziando la ricerca sulle cellule staminali multipotenti circolanti nel sangue periferico. Nel sangue di ciascuno di noi circolano cellule capaci di riparare danni e sostituire cellule ammalate o morte in tutto il corpo. Trovare queste cellule, analizzarle e imparare a utilizzarle apre grandi prospettive per la medicina e già oggi le cellule staminali sono utilizzate per curare malattie tumorali del sangue, lesioni della cornea oculare, ustioni e perdite di osso o pelle. Il 9 giugno scorso si è svolta a Selvazzano (PD) l’assemblea annuale della Fondazione Tes, presieduta dal suo presidente prof. Pier Paolo Parnigotto. Nel corso del 2011 Avis Veneto ha devoluto il suo 5x1000 alla Fondazione Tes e così, insieme ad Abvs, alcune Avis provinciali e comunali, ha raccolto ben 78.000 euro da destinare alla ricerca. Tale somma è servita a co-finanziare l’acquisto di una particolare attrezzatura (un citofluorimetro, che serve a individuare e selezionare le cellule staminali nel sangue dei donatori) e a garantire delle borse di studio per dei giovani ricercatori. Questi sono tutti laureati presso

RICERCA SCIENTIFICA

Infine, ai donatori sono state fatte alcune domande per comprendere cosa pensano della gratuità del dono e dei riconoscimenti dati al donatore. La quasi totalità dei donatori (83,6%) crede che sia giusto che la donazione di sangue sia gratuita, mentre per quan-

l’Università di Padova e si apprestano a ottenere il dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Medicina rigenerativa della stessa Università. Nei programmi futuri della Fondazione TES ci sono in particolare: il progetto di allestire un proprio laboratorio di ricerca a Padova, da mettere a disposizione dei dottorandi del Dipartimento e l’avvio di un nuovo progetto di ricerca per la cura dell’Emofilia. Quest’ultimo vede collaborare la Fondazione con l’associazione APE (Avis per il Progresso Ematologico) che raccoglie le Avis della Castellana a sostegno del Centro per la cura dell’Emofilia presso l’Ospedale di Castelfranco Veneto (in foto l’assemblea APE a Montebelluna). Dobbiamo continuare a finanziare la ricerca scientifica: è un ulteriore segno della solidarietà nei confronti di chi soffre e apre speranze di cura per ciascuno di noi. Per sostenere la Fondazione per la Biologia e la Medicina della Rigenerazione TES Onlus potete inviare la vostra offerta con queste modalità: - Con bonifico Bancario: Banca Antonveneta Ag. di Selvazzano Dentro (PD) - Fondazione TES; IBAN: IT29W0504062890000001445726 - Con Donazione Online: Collegandosi al sito www.fondazionetes.it; - Con il 5x1000: Scrivendo sulla dichiarazione dei redditi il numero di Codice Fiscale di TES (02164260289) oppure quello di Avis regionale Veneto indicato a pag. 2. Alberto Argentoni 15


Sangue midollare: servono tanti bei “tipi”

DONARE “ALTRO”

T

16

ipizzare di più e tipizzare meglio. Questa la linea d’azione dettata dal Centro Nazionale Trapianti ai numerosi Centri Donatori italiani, incaricati di reclutare e gestire i donatori di midollo osseo nelle rispettive aree geografiche di pertinenza. Volontari che, attraverso i Registri Regionali, confluiscono nel Registro Italiano (a livello internazionale noto come Ibmdr - Italian Bone Marrow Donor Registry), attualmente composto da 337.166 potenziali donatori (dato aggiornato al 30 aprile 2012).

zione richiederebbe tempi troppo lunghi”. In Italia infatti il tempo medio tra inizio ricerca ed effettivo trapianto è di sei mesi, tempo che può risultare troppo lungo in alcune patologie ematologiche. Attualmente molti pazienti italiani vengono trapiantati grazie a donatori tedeschi o americani, con un conseguente aumento della spesa sanitaria nazionale.

Le prospettive

“La proposta del Centro Nazionale Trapianti è ora quella di tipizzare in alta risoluzione per la I e II classe già Un Registro poco competitivo al momento dell’iscrizione - anticipa la dott.ssa Fezzi “Il nostro Registro è tra i primi in Europa come nume- in modo da avere donatori ben analizzati e selezionati. ro di iscritti - spiega la dott.ssa Maria Irene Fezzi del Se tale direttiva diverrà operativa, molti laboratori ora Laboratorio HLA dell’Ospedale dell’Angelo di attivi in Italia saranno costretti a sospendere o delegare Mestre, che si occupa delle tipizzazioni per la provin- ad altri centri il reclutamento di donatori, poiché né cia di Venezia - ma sta diventando sempre meno com- accreditati né attrezzati per questo tipo di analisi”. Tale petitivo, innanzitutto per l’età media elevata dei suoi decisione rientra in una logica di ottimizzazione delle donatori”. Il nostro è risorse economiche, infatti un registro “vecattualmente disperse tra chio”, considerando che il tanti piccoli laboratori. La Il Veneto nel Registro Ibmdr: limite di età è 55 anni: stessa filosofia ispira la generosi, ma ormai “anziani” scelta di innalzare il circa il 46% dei donatori ha tra i 36 e 45 anni, numero minimo di tipizmentre la fascia 46-54 anni rappresenta più del 30%; zazioni annue che ogni singolo centro donatori deve i giovani fino ai 35 anni non raggiungono nemmeno effettuare per proseguire l’attività, oggi fissato a 100. il 25%. Significa che nei prossimi anni moltissimi “Il Centro di Venezia è accreditato - aggiunge - ma usciranno dal Registro per raggiunti limiti di età. tipizza in media 140 persone all’anno: il rischio è quelUn altro problema è la tipizzazione poco approfondi- lo di dover sospendere questo tipo di attività”. ta cui sono stati sottoposti oltre un terzo dei donatori italiani. Solo dal luglio 2010 è obbligatoria la tipiz- Il quadro in Veneto, Venezia “fanalino” zazione molecolare in alta risoluzione degli antigeni In Veneto gli iscritti al Registro sono circa 60.000 (a di classe II e in buona risoluzione di quelli di classe I. livello nazionale siamo la seconda regione dopo la Per gran parte degli iscritti, dunque, attualmente Sardegna), pari a circa il 20% della popolazione tra i sono necessari più step per verificare la reale compa- 18 e i 55 anni. A Vicenza, Verona, Padova e Treviso tibilità con il paziente che ha bisogno. “A causa di ci sono i Centri donatori “storici”, più numerosi, questo iter - commenta la Fezzi, qua sotto con il suo mentre nella provincia di Venezia gli iscritti sono solo team - talvolta i nostri donatori non vengono nemmeno 5.000, come a Trento e Bolzano. “Nella nostra provinpresi in considerazione: il completamento della tipizza- cia - sottolinea la dott.ssa Fezzi - abbiamo una grande potenzialità che non viene sfruttata (sono circa 430.000 i residenti tra i 18 e 55 anni, n.d.r.). Per crescere basterebbe partire dal bacino dei nostri donatori di sangue, che rappresentano i candidati ideali: sono già idonei, monitorati, rintracciabili e sensibili alla tematica della donazione, quindi meno propensi a negare il consenso nel momento del bisogno”. È qui che entra in gioco la rete dell’Avis: per far crescere il Registro e garantire più possibilità di trapianto ai pazienti bisogna intraprendere un’opera sistematica di informazione e sensibilizzazione dei nostri soci, in sinergia con i volontari di Admo e il personale medico dei Giorgia Chiaro Servizi Trasfusionali.


U

n ideale gemellaggio a distanza tra la festa dei donatori di sangue del Veneto e quelli della Bolivia. Una settimana prima della nostra festa a Pianezze di Valdobbiadene, anche i donatori dell’Abds, l’associazione di donatori di sangue volontari nata in Bolivia tre anni fa grazie all’appoggio e al sostegno di Avis, Abvs e Fidas, si sono trovati per passare una giornata insieme. Padre Eugenio Coter - che insieme a padre Alfredo Rizzi è stato fra i fondatori dell’Abds - era presente alla festa veneta del 17 giugno e ha concelebrato la Messa al Tempio internazionale del Donatore (vedi pagine che seguono). “Un momento storico, perché abbiamo superato le 1300 donazioni che per noi è un grande passo in avanti. Nell’occasione abbiamo anche presentato un nostro cappellino in vari colori, che assomiglia un po’ ai vostri e che simboleggia l’appartenenza all’associazione, oltrema fungere da gadget di promozione del dono volontario del sangue e dell’Abds”. Già, volontario, gratuito e pure periodico. Perché molte volte dimentichiamo che in Bolivia uno dei Paesi più poveri del continente) come in gran parte degli altri Paesi dell’America Latina il sangue è a pagamento. E chi non può pagarlo, o lo fa donare a parenti e amici, o resta senza. Con le conseguenze immaginabili, visto che viene usato in casi di estrema emergenza. Ma qualcosa si muove: dal nuovo piano sanitario boliviano l’associazione, che poco alla volta sta prendendo piede, potrebbe ricevere un notevole impulso. “Il Governo sta ipotizzando il passaggio dalle attuali 6 ore di lavoro al giorno dei medici a 8, non più continuative - continua padre Eugenio - e ciò significherebbe per noi la possibilità di far donare anche il sabato e la domenica”. Al momento, infatti, la donazione può avvenire per lo più durante i giorni feriali, con problemi di orari per lavoratori e studenti. “La domenica sarebbe il giorno ideale. Certo però, che un aumento delle ore lavorative dei medici deve corrispondere a un aumento degli stipendi, che invece non sarebbe contemplato, e che ha scatenato numerose proteste e rivendicazioni sindacali. Per più un mese e mezzo ci sono state dimostrazioni, scioperi della fame e altre forme di protesta che hanno infuocato il Paese”. A luglio si riunirà il vertice che rivedrà il piano sanitario e si vedrà. Intanto altri piccoli passi si stanno facendo oltre che a Cochabamba - dove è nata l’Abds - anche a nord di La Paz, a 4.000-4.500 metri, dove un primo, piccolo, gruppo di persone si è reso disponibile alla donazione. “Piccolo proprio, perché su 14 che si sono presentati ne abbiamo dovuti scartare nove a causa dei valori non nella norma - continua padre Eugenio - sono rimasti in 5 ad aver iniziato a donare, ma è pur sempre un inizio e a breve attendiamo il secon-

do gruppo, che speriamo più numeroso. Tre giorni fa, l’Abds ha poi ricevuto un premio per la sua opera di promozione al dono del sangue. Segno che l’attenzione sull’associazione sta crescendo e che se ne stanno interessando anche i politici. Qualche tempo fa ci sono stati dei casi di dengue (una grave malattia tropicale, ndr) e serviva tanto sangue: gli stessi politicisi sono chiesti perché ricorrere al sangue a pagamento se c’erano i donatori periodici volontari. Nel male, è stato un bene”. Padre Eugenio conclude la sua chiacchierata sottolineando un’ultima nota positiva: la presenza sempre più assidua di volontari “fissi” all’interno dell’associazione. “Prima un padre di famiglia in pensione, ora anche due studentesse, un volontario che segue il web e via dicendo”. Insomma, un’Abds sempre più simile all’Avis e alle altre nostre associazioni di volontariato del sangue e alla quale mandiamo un grosso in bocca al Michela Rossato lupo.

GIORNATA MONDIALE DEL DONATORE

Bolivia: là dove aumentano i volontari

17


Una splendida festa di vita GIORNATA MONDIALE DEL DONATORE

E

di popolo, soprattutto. E di colori. Quelli delle “divise” (magliette) delle decine di sezioni o Comunali o Provinciali: Fidas, Abvs o Avis che fossero. Che hanno sudato, insieme. Non le magliette, beninteso, ma chi le indossava arrampicandosi per il Sentiero del Donatore. Due ore e fischia di scarpinata, che ha messo a dura prova centinaia di volenterosi. E hanno mangiato, insieme, da ogni parte del Veneto, con “sigle” diverse su labari, cappellini o bandiere, ma un solo sorriso. Reciproco, di chi dà. Punto. Non serve tanta cronaca, per descrivere la Giornata mondiale, versione Veneto, al Tempio internazionale del Donatore di Valdobbiadene. Bastano le immagini, con i sorrisi di quegli oltre 1.100 rappresentanti del “dono solidale” che, insieme, hanno vissuto una giornata di sole e di vita. Ne possiamo mettere poche, molte altre le troverete sulla pagina facebook e sul sito di Dono&Vita. Una cosa B.C. è certa: lassù si è stati tutti bene. Insieme.

E il sabato, facendo la spesa, un occhio alla salute

C

entomila depliant informativi che invitano a considerare l’uso dei farmaci genericisono stati distribuiti in Veneto e Friuli grazie ai supermercati e Iper Despar e Alì. Questo sabato 16 luglio in occasione della Giornata Mondiale, inserendosi perfettamente nelle manifestazioni del week end. Gli interessanti depliant, che invitano a usare i farmaci generici che sono stati distribuiti in tali punti vendita erano esattamente: 43.200 per Despar Veneto (66 punti vendita Despar-Eurospar e 22 punti vendita Interspar); 22.500 depliant Despar Friuli (2 punti vendita Iper e 59 punti vendita Despar); 37.500 depliant Alì-Aliper (71 punti vendita Alì e 25 punti vendita Aliper) in Veneto. Sono stati inoltre predisposti

18

in formato A3 corrispondenti locandine informative, nelle tre tipologie, che sono state esposte nei punti vendita interessati e in varie sedi Avis. Il materiale è stato realizzato dall’Avis Regionale Veneto con la supervisione tecnica di: Aifa (Agenzia per il Farmaco), Università di Padova (dipartimento di Scienze del Farmaco), Ordine dei Medici di Venezia. Non resta che ringraziare le due catene di grande distribuzione per la grande sensibilità che hanno sempre dimostrato e dimostrano verso l’associazionismo.


V

enerdi 15 sera: prologo alla grande festa regionale dell’Avis e Fidas. Piazza Marconi di Valdobbiadene era piena di gente per ascoltare i Los Massadores in concerto. Luca, Dario, Mauro e Matteo con Dimitri, Andrea Bosa e Andrea Piccolo ci hanno fatto rivivere, per un paio d’ore, con le loro canzoni, la vita delle nostra terra. Il gruppo è dei “nostri”: sono di Riese Pio X e dintorni, quindi cantano e recitano in dialetto trevigiano. Hanno preso di mira con simpatica ironia la vita quotidiana della nostra gente, spesso recitando in diversi ruoli, anche femminili, oltre a suonare e cantare molto bene. Non sono mancati momenti di allegre battute pittoresche e scherzose che il pubblico ha apprezzato con risate e applausi. I protagonisti hanno sottolineato spesso il motivo della serata: il dono del sangue, come giustamente hanno rilevato nel loro breve intervento, il sindaco di Valdobbiadene Bernardino Zambon, il vicepresidente regionale veneto Francesco Joppi e il presidente regionale Fidas Fabio Sgarabottolo. Due ore di intensa e sana allegria e poco dopo la mezzanotte, senza che la gente desse segno di stanchezza, i Los Massadores ci hanno salutato a modo loro, lasciando

certamente un ottimo ricordo e non dimenticando di dire che anche parecchi di loro sono ormai donatori e hanno augurato a tutti una buona riuscita della successiva festa del donatore del 17 giugno. Al Tempio Internazionale del Donatore a Pianezze si è festeggiato il primo luglio anche il 50° anniversario di fondaOttaviano Cereser zione del Tempio.

Una festa che continua in estate, con risate per tutti

A

proposito di Avis e buonumore... L’anno scorso la Festa regionale fu animata, ad Este, dai comici di Zelig. Ma anche quest’anno il calendario di “Riso fa buon sangue” sarà molto fitto, creando nuove occasioni d’incontro fra i donatori e fra l’Avis e la popolazione. Tutte le serate, infatti, sono a ingresso libero. Si è aperto il 23 giugno, con la semifinale a Rovigo, l’ultima parte del tour “Riso fa buon sangue 2012”, festival organizzato dagli Amici del cabaret per diffonde le tematiche della donazione del sangue, assieme all’Avis regionale Veneto e all’Avis provinciale di Rovigo. 14 i finalisti che si contendono la vittoria alla finalissima che si terrà a Rosolina mare il 25 agosto. In piazza Vittorio Emanuele a Rovigo si sono esibiti il 23 giugno Paolo Franceschini e Francesco Damiano, mentre sono in calendario sabato 30 alla Festa dell’Avis di Lupia/Poianella (Vi) Carlo Bianchessi e Maurizio Linetti. Domenica 8 luglio in piazza Marconi a Ceneselli (Ro) l’Avis presenta l’esibizione di Norberto Midani, mentre il 13 all’Arena Torcolo di Cavaion Veronese (organizza l’Avis provinciale Verona) vanno in scena Paolo Franceschini, Peppe e Ciccio, Cani e Porci, sabato 14 luglio in piazza

Risorgimento a Lendinara (Ro) l’Avis presenta Carlo Bianchessi, Peppe e Ciccio, Cani e Porci. Giovedì 26 luglio il cabaret si sposta tra i monti, grazie all’Abvs Belluno, che alla Sagra dei Per di Sedico fa esibire il Duo Torri e Francesco Damiano, mentre venerdì 27 si ritorna in provincia di Rovigo, all’Avis di Gaiba, che presenta Paolo Franceschini e Peppe e Ciccio. Ad agosto il tour di “Riso fa buon sangue” fa tappa venerdì 3 in piazza a Caprino Veronese (organizza l’Avis locale) con Max Pieriboni e Francesco Damiano, sabato 4 all’Isola di Albarella (Ro) con Max Pieriboni e Gigi Rock. Finalissima il 25 agosto, in piazza Europa a Rosolina Mare, con i Turbolenti e 60 Lire. Per altre informazioni si può consultare il sito www.risofabuonsangue.it

GIORNATA MONDIALE DEL DONATORE

Inizio scoppiettante con i Massadores

19


Musica nel Sangue, successo corale F

inalissima a Treviso, il 5 maggio, del concorso to con l’intervento dei responsabili delle Associazioni regionale tra Istituti scolastici superiori “Musica promotrici del progetto. Che è stato spiegato da nel sangue school contest” organizzato insieme da Francesco Joppi, vice presidente regionale Avis: “Il Avis Veneto, Abvs e Fidas, con l’obiettivo di sensibi- concorso ha coinvolto anche quest’anno ben 58 Istituti lizzare i giovani sul tema della donazione e, sul lungo superiori del Veneto e le 7 province hanno lavorato in periodo, di promuovere la modo sinergico per la sua cultura della solidarietà e del buona riuscita. Musica nel Molto folta quest’anno la coinvolgimento diretto. Sangue non è finalizzato solo a In oltre 300 hanno gremito la partecipazione e grande qualità creare nuovi talenti o ad aprire platea dell’Auditorium della strade nel mondo dello spettasede della Provincia fra comcolo. Con il concorso vogliamo, pagni di scuola, amici, familiari e pubblico, accorsi infatti, lanciare e far raccogliere un messaggio, far capiper assistere all'esibizione dei giovani talenti del re quanto sia importante che i malati non siano in difVeneto. 24 i brani che si sono sfidati, a suon di musi- ficoltà per avere la trasfusione. Non si può mai abbassaca e solidarietà, tra applausi e tifo. L’evento si è aper- re la guardia perché, oltre alle malattie, ci sono gli incidenti. C’è sempre grande necessità”. Concetto ribadito anche dal presidente dell’Avis Veneto Alberto Argentoni. Per Fabio Sgarabottolo, presidente regionale Fidas, il concorso ha dimostrato ancora una volta di essere molte cose insieme: “Ho sempre vissuto con emozione questo momento finale di un lavoro lungo e importante, che ci ha permesso di avvicinare tanti giovani al mondo del volontariato e della donazione di sangue. Giovani che grazie a Musica nel Sangue hanno avuto l’occasione di chiedersi cosa possono fare per i malati e di riflettere sull'importanza della donazione. Questo progetto ci ha permesso di raggiungere tanti ragazzi e di avere tanti nuovi donatori. I giovani sono il futuro non è una frase fatta... Un ragazzo può diventare donatore a 18 anni e continuare fino a 65. Ai giovani musicisti quindi auguro di esprimere, oggi, il

20


meglio come cantanti e, domani, il meglio come cittadini e persone diventando donatori di sangue”. Soddisfazione anche per l’Abvs, rappresentata da Adriano Ebo: “Musica nel sangue è una delle cose che ci è riuscita meglio. Non è mai facile avvicinare i giovani, parlare con loro, affrontare alcuni temi, come può essere quello della donazione del sangue... Questo progetto riesce a coinvolgere tanti ragazzi e a catturare la loro attenzione. Compiuti i 18 anni si possono fare 3 cose importanti: andare a votare, fare la patente e donare il sangue come atto d’amore verso chi ha bisogno”. Durante la manifestazione erano presenti con gadget e materiale informativo sul dono del sangue e sulle proprie associazioni di appartenenza, i gazebo dei giovani di Avis e Fidas.

Ecco tutti i vincitori dell’edizione 2011/2012 Ecco la classifica dei vincitori e le loro scuole. Per la Categoria Cover: prima classificata con “Price tag” Greta Serate, dell’Its Girardi di Cittadella (Pd), seconda con “Make you feel my love” Alice Cimolin sempre dell’Its Girardi di Cittadella (Pd), terzo classificato con “Impressioni di settembre” i Golden eyes dell’IIS Bolisani di Isola della Scala (Vr). Per la Categoria originale: primo classificato con “Ogni giorno” Eniko, dell’Iss Rolando da Piazzola, di Piazzola sul Brenta (Pd), secondi classificati con “The place where you dream” i Reverse del Liceo Flaminio di Vittorio Veneto (Tv), terzi con “Broken life” i Little Sweet Ranger dell’ITIS Galilei di Conegliano (Tv). Per la Categoria originale a tema “solidarietà”: primi classificati con “La notte sogno ancora il mare” i D.N.A. del Liceo Flaminio di Vittorio Veneto (Tv), secondi classificati con “Ascolta il tuo cuore” i Carra Mc feat Alice B. del Liceo Pigafetta di Vicenza, terzi con “Loneliness” I baschi del Liceo Galilei di Verona. Nel corso della finale si è esibita la vincitrice della sezione “Showcase contest” dedicato a tutte le band italiane che vogliono farsi conoscere. Sul palco, come headliner, è salita la giovanissima Kiara, che ha cantato il brano che le ha permesso di aggiudicarsi la vittoria “My first love”. Kiara, vicentina di nascita e veronese di adozione, frequenta il Liceo Musicale Pigafetta di Vicenza. Tutti i finalisti faranno parte del cd compilation Musica nel Sangue 2012 e i migliori di ciascuna categoria potranno partecipare agli eventi organizzati da Avis, Fidas e Abvs e ad alcuni Festival del Veneto. I vincitori potranno poi essere scelti per diventare i testimonial della campagna 2012-13 per il lancio della quinta edizione del contest. I primi tre classifi-

cati della categoria Musica Originale a tema Solidarietà hanno ricevuto in omaggio i biglietti per assistere ai grandi concerti estivi della regione. Le scuole vincitrici di ciascuna categoria hanno ricevuto una gift-card del valore di 500 euro.

Scuola con più donatori? Rovigo! Premi anche per la scuola con più donatori di sangue al 30 aprile del 2012. È l’Itis Viola di Rovigo che ha ricevuto una gift-card del valore di 500 euro (ha il 7,25% di donatori). Qua sotto il Presidente dell’Avis provinciale di Rovigo Massimo Varliero che li ha premiati.

21


Donare è amore e l’amore è semplice TIZIANO FERRO IN VENETO

T

utto esaurito, in Veneto, per le prime quattro tappe del tour 2012 di Tiziano Ferro “L’amore è una cosa semplice”. Tra gli applausi scroscianti del pubblico, il 7 maggio a Villorba di Treviso come il 10, 12 e 13 maggio all’Arena di Verona, l’artista ha dato il meglio di sé non solo come cantautore, ma anche come testimonial dell’Avis, lanciando dal palco il suo messaggio al dono del sangue. Rivolgendo un saluto ai giovani volontari che ogni sera hanno distribuito volantini e gadget della campagna Avis-Ferro “L’amore è una cosa semplice e con Avis te lo dimostrerò”, ha dedicato alcuni minuti del suo concerto alla solidarietà. “Vedo gli amici dell’Avis, ai quali dedico la prossima canzone e che portano avanti un valore nobile e di grande, grande, grande importanza e aiuto ha detto Tiziano, nominando tutte le province venete in cui opera l’associazione - Sono anni che aiuto, con quel poco che riesco a fare, a diffondere l’importan-

za del messaggio della donazione del sangue. Fuori e dentro il palazzetto e l’Arena li avete trovati, i volontari, chiedete informazioni e magari scoprirete che siete nella condizione di salute da poter dedicare dieci minuti alla donazione di una piccola quantità di sangue, che cambia in maniera significativa la vita di molte persone. Pensateci, è molto semplice. So che il Veneto è una delle regioni che dona più sangue in Italia, e questo vi fa onore, però parliamo anche alle nuove generazioni, quando si può. La prossima canzone la dedico all’Avis, un bacio”. E con “Ed ero contentissimo” è ripartito l’applauso e tanti “bravo” del pubblico che, tour 22

dopo tour, ha imparato a collegare direttamente l’Avis all’artista. Tiziano, infatti, è testimonial orgoglioso e a titolo gratuito dell’associazione sin dal 2007: l’esordio è stato con il tour “Nessuno è solo” che da subito ha dimostrato non solo la sensibilità di Ferro, ma anche del suo pubblico. Concerto dopo concerto, anno dopo anno, si è notato un incremento dei giovani donatori di sangue. Che il messaggio dell’artista, come di altri personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo (di recente il campione olimpico Igor Cassina, le conduttrici Federica Fontana e Filippa Lagerback a livello nazionale, del travolgente gruppo dei Los Massadores in Veneto) valga molto, è ormai chiaro. “Insieme si semina un messaggio positivo, in un clima di gioia e di divertimento - commenta Manuela Fossa, referente della Consulta Giovani Avis Veneto, al Palaverde di Villorba assieme ad altri volontari delle province di Treviso e Venezia - grazie a Tiziano possiamo avvicinare tanti ragazzi, giovani, intere famiglie. Lo ringraziamo per le belle parole che ci ha rivolto e che ci incitano a dare sempre il massimo, nonostante le poche forze e le poche risorse. Al Palaverde abbiamo distribuito migliaia di volantini e spillette della campagna, appeso manifesti e fatto conoscere il periodico della nostra associazione regionale, “Dono e Vita” che gli ha dedicato la copertina dell’ultimo numero. I fan ci hanno cercato, ci hanno chiesto informazioni e questo è un grande risultato per l’Avis”. Presente al concerto anche Lucia Delsole, della Consulta nazionale Giovani Avis, impegnata per tutta la sera assieme a Manuela e agli altri volontari: “Siamo sfiniti, ma contenti e soddisfatti. Ora passiamo il testimone ai ragazzi avisini che saranno impegnati l’8 luglio all’Anfiteatro di Piazzola sul Brenta”. I giovani Avis di Verona: “Sono state due ore di show con un pubblico scatenato in applausi e urla, interrotto solo con il messaggio particolare per invitare i giovani a donare sangue - sottolineano siamo stati presenti nell’anfiteatro di Verona per le tre serate dei concerti distribuendo poster, locandine, segnalibri, brochure informative e spillette, riconoscibili dalle magliette ufficiali del tour con lo slogan l’amore è una cosa semplice e adesso con Avis te lo dimostrerò! Siamo stati coinvolti con molto piacere, con buona disponibilità e siamo convinti che questa collaborazione ha dato e darà la possibilità di proiettare messaggi positivi e di attirare le nuove generazioni attraverso il loro linguaggio e nei loro luoghi comunitari e di meeting”. Michela Rossato


IL BELLO DEL VENETO: SERRAI DI SOTTOGUDA

Fra strette gole e bellissime principesse

23


IL BELLO DEL VENETO: SERRAI DI SOTTOGUDA 24

Ombretta, la principessa “viso di pietra” C

he le Dolomiti siano le più belle montagne del mondo non c’è dubbio, non a caso sono “Patrimonio naturale dell’Umanità”. Ci sono angoli che a saperli scovare ci fanno scoprire cose inimmaginabili. “Dono & Vita” ha voluto visitare uno di questi gioielli naturali e proporlo ai suoi lettori: “I Serrai di Sottoguda”, in provincia di Belluno. Arrivati ad Agordo si prosegue per la statale che porta alla regina delle Dolomiti, “La Marmolada”. Percorrendo la magnifica Valle Agordina, si arriva a Rocca Pietore, un comune di 1400 abitanti nel cui territorio si trovano i Serrai di Sottoguda, vero e proprio “Tempio della Natura”. Mi ha accompagnato in questa avventura Adriano Ebo, uno dei responsabili dell’Abvs, che mi ha fatto incontrare i preposti del Comune di Rocca Pietore, il sindaco Andrea De Bernardin e Michela Da Pian, entrambi donatori di sangue. Rocca Pietore “La Rocia nel Ladino del luogo”, è un paese che sembra uscito da un libro di favole, ma non ci fermeremo là. Accompagnati dal sindaco e da Michela, ci portiamo subito nella frazione di Sottoguda, dopo aver ammirato la biblioteca restaurata in modo stupendo che accoglie anche l’Ufficio Turistico. Ma se Rocca Pietore è un gioiello, Sottoguda non lo è da meno e percorrendo la vecchia strada che porta ai Serrai troviamo la chiesetta dei Santi Rocco e Fabiano, di fronte alla quale inizia la

strada dei Serrai, oggi chiusa al traffico per motivi di sicurezza e sostituita dalla strada che sovrasta gli stessi Serrai, per raggiungere Malga Ciapela. Prima di inoltrarsi nella strettissima gola dei Serrai, diamo uno sguardo a questo paesino situato a 1.250 metri di altitudine. Il caratteristico villaggio di cui ci sono testimonianze che risalgono al 1260, è famoso per i numerosi fienili in legno di faggio, prettamente ladini-dolomitici. L’economia, per secoli solo agricola della gente del luogo, oggi dispone di accoglienti strutture ricettive per la villeggiatura, sia estiva, sia invernale, vista la vicinanza della Marmolada. Sottoguda, oltre che per i Serrai, è rinomata per la lavorazione del ferro battuto, con una lunga tradizione. Ma torniamo ai Serrai. Un tempo, lungo la gola transitavano le mandrie di mucche e le greggi di capre dirette ai pascoli di alta montagna e i carri carichi di legna e di fieno che dai boschi e dai prati scendevano a valle, i viandanti erano pochi. I Serrai sono lunghi circa 2 chilometri, sovrastati da pareti roccio-


tre modi: a piedi, in bici, oppure usufruendo del trenino dei Serrai, un’alternativa molto apprezzata dalle persone anziane o con difficoltà motorie. Il trenino percorre il tragitto a velocità moderata, consentendo di ammirare le bellezze comodamente seduti. Anche il Giro d’Italia percorre i Serrai. All’inizio dei Serrai ci sono due gallerie del 1916 scavate nella roccia dai militari. Erano adibite a deposito di munizioni ed esplosivi durante la prima guerra mondiale. Furono poi utilizzate come cappelle a ricordo dei caduti sulla Marmolada, mentre nella seconda guerra divennero rifugi antiaerei. Durante l’inverno, nei numerosi anfratti la natura compie i suoi miracoli e giorno dopo giorno crea un fantastico presepe di ghiaccioli. A metà percorso, il parroco di Rocca Pietore collocò, dopo la prima guerra mondiale, una statua della Madonna di Lourdes in una nicchia a circa 15 metri

IL BELLO DEL VENETO: SERRAI DI SOTTOGUDA

se alte oltre 100 metri che in alcuni punti si restringono quasi a toccarsi. La strada fiancheggia e interseca il torrente Pettorina per parecchie volte; infatti, sono ben 13 i ponticelli che si incontrano lungo il tragitto, partendo da quello de la Verda, dove iniziano i Serrai. La gola era percorribile solo nel periodo estivo. In autunno, prima dell’arrivo della neve, ogni ponticello veniva smontato e ripristinato solo a primavera. Il tutto era necessario per evitare che le piene del Pettorina e le valanghe distruggessero i manufatti, e infatti si possono vedere ancora i fori dove venivano inserite le travi dei ponti. Fino agli anni Sessanta l’unica via di collegamento da Sottoguda a Malga Ciapela era la gola dei Serrai, ma la costruzione dell’ardita funivia della Marmolada e il conseguente sviluppo turistico, hanno imposto la realizzazione della nuova strada, che prima di arrivare a Malga Ciapela sovrapassa la gola, mediante un ponte alto 106 metri dal greto del torrente Pettorina. Per visitare bene l’ardito percorso dei Serrai, ci sono solo

25


IL BELLO DEL VENETO: SERRAI DI SOTTOGUDA 26

di altezza, immagine spesso rovinata dal gelo e dalla caduta di ghiaccio e slavine, ma sempre prontamente restaurata. Anche i Serrai hanno la loro bella e antichissima leggenda. Ha molti punti di contatto con le favole di Cenerentola e Biancaneve, non è che i Fratelli Grimm siano passati di qui nell’800 ispirandosi alle vecchie leggende dolomitiche? Si narra infatti che anticamente l’entrata dei Serrai fosse preclusa da un gigantesco portone di bronzo, oltre il quale si estendeva il mitico regno di Re Ombro. Il re abitava in un meraviglioso castello di alabastro, aveva una figlia bellissima, dal carattere gioioso e allegro, amata da tutti i sudditi. La matrigna, però, la odiava perché vedeva in lei un ostacolo per l’avvenire delle sue due figlie piuttosto bruttine. Quando arrivavano principi e cavalieri in visita al castello, infatti, avevano occhi solo per Ombretta e trascuravano le figlie della perfida regina. Un bel giorno, un principe si innamorò di Ombretta e chiese al re il consenso di sposarla, ottenendolo. La matrigna, piena di invidia e di odio, chiamò una malvagia strega e le ordinò di trasformare, con un sortilegio, la principessa Ombretta in pietra nel giorno del suo matrimonio. Il re cercò in ogni angolo del regno la sua amata figlia, ma ogni sforzo fu vano. Molti anni dopo un pastore, mentre accudiva al suo gregge in val Ombretta, parve di udire un canto di donna verso le pareti della Marmolada, canto che recitava così: “Sono sasso e non mi muovo, sono roccia in Marmolada, sono figlia abbandonata e non ne conosco la ragione”. Passati gli anni, gli abitanti della val Pettorina continuano a tramandarsi questa triste storia e si dice che passando per la val Ombretta guardando con attenzione l’immensa parete sud della Marmolada, si possa scorgere, scolpita nella roccia, l’immagine della fanciulla. Si narra che

la chiave del portone bronzeo rimase per molto tempo appesa al portale della chiesa di Sottoguda. Continuando il nostro percorso, a metà Serrai c’è un sasso, “Sass taiè” (sasso tagliato) che un tempo ostruiva il passaggio e che venne accuratamente sagomato dagli uomini, al fine di consentire il passaggio più agevole a carri e slitte. Ma lo spettacolo più interessante è poter ammirare il percorso in inverno, di notte, quando i Serrai sono illuminati con colori diversi creando immagini fantastiche con la neve e il ghiaccio e appositamente vengono organizzate delle fiaccolate a piedi in notturna. Si arriva finalmente alla chiesetta di Sant’Antonio Abate, dove si possono ammirare le diverse cascate d’acqua alte parecchi metri, una fra tutte la cascata Ru Franzei. La chiesetta è stata voluta dagli abitanti in onore del santo protettore degli animali domestici a seguito di una moria di bestiame, come attesta la statuetta del santo, posta sull’altare. Solo in seguito è stata dedicata a Sant’Antonio da Padova, che si festeggia il 13 giugno con una solenne processione e la Messa. Sempre seguendo il torrente Pettorina, che continua a scorrere a pochi metri dalla strada, finalmente si esce dai Serrai, si vede il sole e ormai siamo arrivati a Malga Ciapela, da dove si può ammirare la Regina delle Dolomiti, la Marmolada, in tutto il suo splendore. Guardando il ghiacciaio, ritornano alla mente le epiche gesta dei soldati nella guerra del 1915-18 e in un momento di raccoglimento ricordare che, anche grazie a loro, oggi possiamo godere di tanta bellezza. Finisce qui la prima parte della nostra visita, nella seconda parte visiteremo Pieve di Livinallongo e il famoso castello di Andraz, recentemente restaurato. Ottaviano Cereser


Un’estate-autunno intensa per i giovani Avis D

opo un periodo di relativa calma (anche se di calma vera non si tratta, visto la partecipazione alla finale di Musica nel sangue a Treviso e all’intensa Assemblea nazionale di Montecatini Terme), il Gruppo giovani regionale è al lavoro per i prossimi importanti appuntamenti. Si riprenderà già a metà agosto con la collaborazione dell’Associazione Happy Smile Animation che si è offerta di averci come partner nella giornata della solidarietà, che si terrà nelle spiagge di Jesolo ed Eraclea (Ve) durante la giornata di ferragosto con giochi e animazione. Il 22 settembre, invece, si ripete il tradizionale e ormai consolidato appuntamento con il Trofeo kart di Jesolo; la gara del pomeriggio in pista Azzurra sarà preceduta da un convegno al Palaturismo, incentrato sul tema della sicurezza stradale. Data precisa ancora da decidere ma organizzazione già in corso per l’edizione 2012 di

“Goccia su Goccia”, la giornata di promozione presso le università delle città di Padova, Treviso, Verona e Venezia. Speriamo di poter raggiungere stavolta anche quella di Vicenza. E per finire segnatevi la data del 27 e 28 ottobre: quest’anno il tradizionale Forum Giovani regionale cresce e diventa interregionale, con la collaborazione dei giovani di Friuli Venezia Giulia, Bolzano e Trento. Ci è sembrato giusto, infatti, proseguire anche come giovani nella strada intrapresa con ottimi risultati dai nostri rispettivi Presidenti regionali; la collaborazione tra le nostre quattro realtà sta portando a ottimi risultati che speriamo si replichino anche nel Forum che, come sempre, sarà caratterizzato dalla presenza di docenti qualificati e dallo svolgimento di lavori di gruppo. Su Facebook del nostro Gruppo Giovani tutte le news e l’aggiornamento su luoghi e date. Manuela Fossa

Il “Bike week” a Jesolo, con gli amici del MotoPinguino Modena...

D

opo la positiva esperienza del Verona Bike Expo, continua la collaborazione tra i giovani dell’Avis Veneto, del Moto Pinguino e dell’Avis giovani provinciale di Modena. L’occasione è giunta con il “Bike week”, che si è svolto presso la pista azzurra di Jesolo dal 18 al 20 maggio, durante il quale i giovani avisini di due regioni si sono prodigati nel promuovere il messaggio del dono del sangue, distribuendo a tutti i presenti gadget associativi. Il “Bike week” è un evento dedicato a tutti gli appassionati delle due ruote in cui, agli stand espositivi delle marche più prestigiose, si affiancano escursioni su strada, prove su pista, giochi e tanto buon cibo. Neanche a dirlo, per Avis si tratta di una vetrina importante cui è vietato mancare, in quanto offre l’opportunità di contattare tanti giovani che, pur attratti da altri interessi, si dimostrano sempre aperti e disponibili verso il messaggio associativo. Purtroppo la manifestazione, per quanto riguarda Avis, è stata drammaticamente interrotta nella notte del 20 maggio: il terremoto che ha pesantemente colpito l’Emilia ha costretto Luca e Morena, gli amici del

Moto Pinguino che erano intervenuti con una roulotte perfettamente ristrutturata in stile Avis, a tornare subito a casa, dalle proprie famiglie. Con loro è partita anche la nostra voglia di continuare la festa, pur consapevoli che i valori profondi su cui si fonda la nostra associazione manterranno stretto il legame tra Veneto ed Emilia, con cui avremo modo di costruire solidi ponti di solidarietà. In bocca al lupo amici!

Galliera promuove il dono con concerto degli Hell’s

M

oltissima gioventù alla festa dei Giovani dell’Avis di Galliera Veneta (Pd), organizzata assieme alla Pro Loco il 1° giugno, nella splendida cornice di Villa Imperiale. La serata di musica ha visto l’esibizione del gruppo rock Hell’s Angels, che ha attirato moltissimo, così come il buono per la consumazione gratuita

fornita dall’Avis di Galliera. Durante la pausa del concerto sono intervenuti dal palco il presidente della comunale Luigi Antonello e il presidente dell’Avis provinciale Roberto Sartori che hanno portato i loro saluti e spiegato la finalità della serata, volta a far conoscere il dono del sangue Mario Sgarbossa e ad avvicinarvi i giovani. 27


VERONA

Seminare solidarietà, nostro primo impegno LE SETTE SORELLE

D

urante il 2011 molteplici sono state le nostre iniziative, in collaborazione con le Avis comunali della provincia e le sovraordinate, per diffondere il messaggio associativo e dare un segno di presenza alla comunità. Le donazioni dell’Avis veronese nel 2011 sono state 40.414; 574 in meno rispetto al 2010, con una flessione dell’1,4%. Considerate le 259 donazioni fatte dai volontari dei gruppi Avis rodigini, già della comunale di Legnago, passati da gennaio 2011 alla Provinciale di Rovigo nel rispetto delle norme Statutarie (comunque fatte e rimaste nel Dimt) la diminuzione reale sarebbe di 315 donazioni (-0,7%). Al 31 dicembre 2011 i donatori di sangue Avis attivi in provincia di Verona sono 20.915, ovvero 387 in più del 2010, considerato l’ingresso di 1.784 nuovi donatori e il recupero di altri 268 che hanno ripreso dopo temporanee sospensioni. Un bel numero di nuovi ingressi (2.052) che testimonia la bontà del lavoro associativo svolto nel territorio, lasciando intravvedere una capacità di pronta ripresa delle donazioni. Contemporaneamente, 1.665 soci hanno terminato il loro percorso donazionale. Le donazioni durante il 2011 ci hanno fatto mancare l’obiettivo fissato dal Crat. In effetti, in alcuni mesi il Dimt è dovuto ricorrere a sostegni esterni per far fronte alle necessità di sangue. Questo, malgrado la nostra attività associativa e promozionale sia stata continua, con frequenti richiami a intensificare gli sforzi di aggregazione e per far rispettare la periodicità delle donazioni. Un grazie ai donatori e a quanti si sono adoperati per raggiungere il risultato finale, comunque notevole. Con-

sapevoli, però, che le aspettative di vita e di guarigione degli ammalati sono spesso garantite da un adeguato supporto trasfusionale, unito alla competente professionalità dei medici trasfusionisti e alla funzionalità organizzata di tutti i Centri Trasfusionali del nostro Dimt, che insieme contribuiscono a fare della Sanità veronese un punto di eccellenza, dobbiamo prendere atto che la spontanea generosità dei donatori veronesi non basta più. È necessario crescere ancora per mantenere l’impegno volontariamente assunto e garantire l’autosufficienza di sangue ed emocomponenti, cercando di ovviare alle attuali carenze. Radicare maggiormente la presenza associativa nel territorio per incrementare il numero dei donatori. Ci sono ancora ampi margini per seminare solidarietà nel tessuto sociale. Il risultato potrà non essere immediato, né facile, ma con l’impegno collettivo i risultati saranno più che positivi. Presenziare i Centri trasfusionali per assistere e agevolare il flusso ordinato e continuo dei donatori. Siamo a conoscenza di alcune difficoltà incontrate al momento della donazione: lunghe attese, personale insufficiente, ambienti non sempre adeguati. Situazioni che possono portare alla disaffezione, se non all’abbandono da parte di alcuni. È dimostrato che, laddove più assidua è la presenza associativa, diminuiscono sensibilmente le criticità e le lamentele. Programmazione anche per la donazione di sangue intero. Per ovviare alle temporanee carenze di sangue verificatesi nel corso del 2011 e rendere più omogeneo e regolato il flusso dei donatori, siamo ormai a dover intraprendere iniziative, concordate con il Dimt, per programmare anche le donazioni di sangue intero, come per la plasmaferesi, mediante un servizio di prenotazione che necessariamente deve coinvolgere le Associazioni. L’obiettivo principale sarà quello di intensificare le donazioni, ma doverosamente accentuiamo gli aspetti favorevoli che il servizio comporterà per i nostri donatori, che avranno l’opportunità di scegliere il momento migliore in cui recarsi a donare e la possibilità di limitare le attese. La chiamata del donatore è un impegno che compete alle associazioni per definizione di Legge e dobbiamo responsabilmente sentirlo nostro. Nel 2013 ci sarà il rinnovo delle cariche associative. È una grande opportunità per programmare il futuro, valorizzando le disponibilità, le esperienze, gli entusiasmi, le motivazioni e per favorire il ricambio generazionale. Giovani e non più giovani, in Avis c’è da fare per tutti, l’importante è lavorare insieme per raggiungere gli obiettivi. Piergiorgio Lorenzini - presidente Avis provinciale Verona

28


VERONA

L

e associazioni del volontariato del sangue della nostra provincia, hanno rinnovato il 9 maggio la convenzione con il Dipartimento interaziendale di Medicina trasfusionale che disciplina le attività trasfusionali. Anche in questa occasione, come nel passato, viene valorizzata la partecipazione delle associazioni, finalizzata sia alla promozione a sostegno della donazione, sia alla programmazione dell’attività di raccolta. Altri punti della convenzione che riteniamo soddisfacenti sono la copertura assicurativa del donatore, le spese di viaggio e il ristoro dopo la donazione. È nostro compito organizzare i donatori e invitare tutti i cittadini a donare, ma molti sono ancora i disagi che questi incontrano, sia per carenza di personale sanitario e sia per le aperture dei Centri di raccolta. Ci faremo senz’altro carico che

vengano salvaguardate le attuali sedi di raccolta distribuite sul territorio, e, nel rispetto della convenzione, sollecitiamo la collaborazione sia dei dirigenti e degli operatori sanitari nella gestione del sistema. Queste criticità si sono accentuate negli ultimi tempi, anche in funzione della crisi economica generale che non risparmia la sanità, si rende quindi necessaria una maggiore disponibilità al confronto e alla collaborazione che vada oltre anche alla convenzione. Significativa in tal senso, dall’1 agosto 2012, la sperimentazione dell’ufficio per invito alla donazione al Centro di raccolta di Legnago, che prevede la presenza quotidiana dei nostri volontari per organizzare la prenotazione delle donazioni di sangue intero e di plasma. È un obbligo etico e morale che abbiamo tutti verso gli ammalati.

LE SETTE SORELLE

Nuova convenzione, da agosto le novità

Bussolengo: un premio dedicato a Dario D

urante il periodo della 301ª Fiera di San Valentino, a febbraio scorso, l’Avis comunale di Bussolengo è stata premiata con il prestigioso riconoscimento “Bussolengo Premia”. Dopo una scrupolosa selezione, è stata assegnata all’Avis comunale di Bussolengo la statuina bagnata in oro raffigurante il Santo Patrono di Bussolengo, che evidenza l’importanza e il valore di quanto è stato fatto in questi cinquant’anni di volontariato. L’assegnazione di questo ambito premio carica maggiormente gli avisini, sempre pronti e disponibili per promuovere il dono del sangue, perché è proprio di sangue ciò di cui c’è bisogno, divulgando un’espressione di solidarietà sociale e civica, attraverso attività e manifestazioni che vanno a toccare un po’ tutto il tessuto sociale: scuole, cultura, solidarietà, ricerca, comunicazione, stampa e divertimento. Non meno importante è il tempo e la passione che ogni anno l’Avis di Bussolengo dedica allo sport, organizzando e collaborando con molte attività sportive del paese, mantenendo un contatto diretto con le persone tra le quali podisti, pallavolisti, calciatori e ragazzi delle varie scuole. Non possiamo dimenticare coloro che hanno dato inizio a una bellissima avventura di solidarietà; l’Avis, viva e presente su tutto il territorio comunale. A livello sociale è stretta la vicinanza e la presenza con le altre associazioni di volontariato e ricerca, come Aido, Admor, Telethon... e insieme si diffondono nella comu-

nità locale i veri valori della solidarietà. “Vivo con un cuore donato e senza quel grande gesto, che si chiama amore sociale, io non sarei qui ad inviarle questa lettera…; sul piano solidale e sociale l’Avis di Bussolengo ha sempre contribuito per il bene del paese, ecco perché penso siano meritevoli di questo importante riconoscimento”. Queste sono le ultime righe scritte da Dario Deidone, nella lettera di presentazione per la candidatura al premio dell’Avis di Bussolengo, una persona che nella vita ha insegnato molto, lasciando un segno indelebile per bontà e altruismo. Il nostro pensiero va a Dario, che è venuto a mancare proprio sette giorni prima della consegna del premio.

29


VERONA

Durin durello, con l’Avis è bello pedalar LE SETTE SORELLE

L

’Avis di San Giovanni Ilarione e Vestenanova ha fatto “poker” mettendo in palio il quarto “Trofeo Avis” al Granfondo del Durello. Domenica 29 aprile si è svolta la decima edizione del Granfondo, gara di mountain bike valida per il “Lessinia Tour” e il “Garda Challenge”, che si è snodato su due percorsi: Marathon di 63 chilometri e oltre 2000 metri di dislivello e il Classic di 38 chilometri. A fare corona un folto pubblico e il potente e sordo colpo dei “Trombini” di San Bortolo delle Mon-

tagne, che ha dato il via alla gara. Hanno partecipato quasi mille atleti, alcuni dei quali di fama nazionale e internazionale, come l’olimpionica Paola Pezzo che si è aggiudicata il trofeo di prima assoluta per la categoria Classic femminile e Nicola Salvetti per la categoria maschile. Il primo assoluto nella Marathon è stato Jonny Cattaneo che si aggiudicato un altro “Trofeo Avis” per la categoria maschile e Roberta Gasparini per la categoria femminile. Il sodalizio che lega l’Avis di San Giovanni Ilarione e Vestenanova e l’AS Basalti, organizzatrice dell’evento, è consolidato da un decina d’anni di collaborazione e promozione del dono del sangue. Il logo dell’Avis era ben visibile sulle divise dei ciclisti della squadra (in gran parte donatori) che l’ha diffuso lungo le splendide colline della Valdalpone, portando con esso il messaggio della donazione. Per questa collaborazione il grazie va al presidente Franco Pegoraro e al suo Direttivo. A completamento dell’attività dell’Avis a questa manifestazione, la presenza dell’immancabile gazebo per forLuigi Pandolfo nire opuscoli, gadget e informazioni.

A Verona basket multicolore Gazzo Veronese, un gran dell’Avis comunale di Verona, ha bel lavoro con i giovani Conpresoil sostegno vita già nel 2009 un progetto di integrazione promosso dal Cus Pallacanestro. Nel quartiere di Veronetta vivono molte famiglie straniere e sono numerosi i bambini e i ragazzi che frequentano le scuole. Lo sport, come è ben noto, è un veicolo importante di integrazione e in questo senso, l’esperienza del Cus Verona è già significativa e importante. Per i bambini tra i 6 e i 9 anni sono stati avviati, infatti, dei corsi di Mini Basket di 2 ore alla settimana. I piccoli atleti sono di varie nazionalità, per questo l’iniziativa è stata chiamata “Pallacanestro a Colori”. Gli obiettivi (tra cui insegnare le regole sportive e sociali, dare opportunità e spazi anche ai meno abbienti) sono stati raggiunti grazie al generoso contributo di Avis che, unitamente a Unicef, ha preso a cuore il progetto. L’iniziativa prosegue e cresce. Importante è trovare sempre l’aiuto necessario per mantenere vivi i colori dello sport e della completa e costruttiva integrazione.

30

L

’Avis di Gazzo veronese da anni è impegnata a promuovere la cultura della donazione del sangue. Gli avisini sono in prima fila anche quest’anno nell’organizzare eventi di aggregazione tra i giovani e non solo, con varie iniziative. Avis è presente, con gazebo, alle sagre paesane, per la misurazione di pressione e glicemia e ai due tornei sportivi, calcio e basket in collaborazione con il Comune e le società sportive locali. A fine anno, inoltre, sono previsti un’escursione ai mercatini di Natale di Arco e Folgaria, e un momento comunitario con le persone diversamente abili del Comune. L’Avis di Gazzo veronese quest’anno propone per la prima volta la festa annuale del Gruppo, evento denominato “in festa con i donatori”, rivolto non solo ai donatori, ma a tutti i cittadini che vorranno parteciparvi, con la speranza che tra essi ci possano essere futuri donatori di sangue.


VENEZIA

L

’anno 2011 si è concluso positivamente per l’Avis provinciale di Venezia, sebbene sia stato costellato da diversi momenti critici e demoralizzanti. L’ha sostenuto il presidente Maurizio Borsetto che, in occasione dell’assemblea provinciale del 24 marzo scorso, ha tracciato un bilancio del 2011: “Non abbiamo rispettato gli obiettivi di raccolta dati dalla Regione, anzi, c’è stato un piccolo calo (53.108 unità contro le 53.245 del 2010). D’altra parte proprio la Regione si è dimostrata latitante se non assente, come dimostra il ritardo nei rimborsi delle donazioni che ci ha costretto a sostenere un costo, seppur minimo, per avere quanto la convenzione stabiliva”. L’Avis provinciale e numerose Comunali hanno, infatti, deciso di sostenere un piccolo onere finanziario pur di avere un anticipo dei rimborsi spettanti, essenziali per condurre le attività di competenza quali la chiamata del donatore e la promozione. I ritardi dei pagamenti si trascinano anche nei primi mesi del 2012, attestandosi attorno ai 6-7 mesi. “Per il 2012 navighiamo a vista - ha spiegato Giorgio Marchiori, responsabile del Dimt di Venezia - non ci saranno ulteriori risorse e purtroppo come Venezia siamo un po’ penalizzati dal Frat. Dobbiamo quindi migliorare in termini di efficienza”. Il dott. Marchiori ha inoltre illustrato alla platea la situazione trasfusionale attuale e prevista: “Obiettivo del 2012 è mantenere l’equilibrio tra consumi e raccolta. I primi due mesi

sono stati critici: a fronte di un calo della raccolta di 240 unità, abbiamo registrato un incremento di 450 unità trasfuse, che ha ridotto a zero le cessioni extra provincia. Stiamo vivendo il momento più critico degli ultimi 10 anni, l’esposizione è massima, poiché anche sullo scaduto abbiamo eroso il possibile. Va assolutamente aumentata la raccolta poiché tra aprile e giugno l’impegno sanitario sarà maggiore; i consumi stanno aumentando non solo nell’Ulss 12 - che già dal 2002 dipende dal resto del Dimt - ma anche nelle strutture di San Donà di Piave, Dolo e Mirano”. “Per soddisfare i fabbisogni a livello provinciale e contribuire all’autosufficienza regionale - ha fatto notare il presidente di Avis Veneto Alberto Argentoni - bisogna lavorare per portare l’indice donazionale a 2, potenziando anche le raccolte domenicali in modo da agevolare quei donatori che, causa la crisi, hanno difficoltà a chiedere la giornata di riposo”. Giorgia Chiaro

LE SETTE SORELLE

Sempre meno risorse, sempre più impegno

Scuola, Avis e quei bei giochi che... durano tanto P iù di 53.600 ragazzi incontrati in 10 anni. Numeri importanti che raccontano il successo del progetto Avis Gioco promosso dall'Avis provinciale di Venezia e sposato da numerose Comunali del territorio. Fiabilas, pittura creativa (foto), Giocavis, Teatro Immagine, Dilemma del Prigioniero sono solo alcune delle offerte formative progettate e proposte ad alunni e insegnati delle scuole primarie, medie inferiori e superiori. Alcune di queste già da tre anni sono utilizzate anche a livello regionale: la pittura creativa, ad esempio, è stata oggetto di formazione degli operatori scuola delle province di Padova, Belluno, Treviso e Vicenza, mentre il Dilemma del Prigioniero lo diventerà per gli operatori scuola regionali dal prossimo anno. “Diventa sempre più significativo il legame del progetto scuola provinciale con quello regionale - spiega la dott.ssa Laura Elia - con l'obiettivo di creare un unico progetto, ma variegato al contempo, che possa porsi in modo capillare in tutto il territo-

rio”. L'offerta formativa di Avis è stata di recente presentata alla dott.ssa Miola del Miur (Ministero Istruzione Università Ricerca). “Il grado di apprezzamento è stato notevole - aggiunge la Elia - tanto che dal prossimo anno scolastico l'ufficio regionale del Miur si porrà come promotore dei nostri percorsi, attraverso comunicazioni inviate direttamente alle scuole”.

31


VENEZIA

Cosa fatta la convenzione fra Avis e Ulss LE SETTE SORELLE

S

e dal punto di vista trasfusionale il 2012 si prospetta irto di difficoltà, l’Avis provinciale di Venezia può essere confortata da un fatto importante: la nuova convenzione, valida per il triennio 2012-2014, è già stata deliberata ed è divenuta esecutiva il 18 marzo scorso. “Un grande risultato - commenta il presidente provinciale, Maurizio Borsetto - considerato che in precedenza siamo pervenuti a un accordo solo dopo due anni di estenuanti trattative. Sicuramente la convenzione non soddisfa appieno le nostre aspettative, ma riesce a coniugare le nostre richieste con quanto previsto dalla normativa. Dal punto di vista economico, abbiamo fatto sicuramente un passo avanti”. Il rimborso per il ristoro è stato infatti portato a 2,50 euro, come nel resto del Veneto, mentre il rimborso viaggio è stato fissato a 3 euro. “Nota dolente rimangono i tempi di erogazione dei rimborsi - aggiunge Borsetto - che ad oggi sono fermi ad agosto 2011. Al momento il tema non è stato affrontato dai vertici dell’Ulss 12, che si dicono in attesa della definizione del nuovo piano socio-sanitario”. Altra novità sul piano sanitario è l’uniformazione a livello regionale dei pannelli di esami e questionario per il donatore. Per il prossimo triennio, rientreranno nel pannello di esami annuali: creatininemia, glicemia, proteinemia totale ed

elettroforesi sieroproteica, colesterolemia, trigliceridemia, ferritinemia. Tali esami verranno integrati con la determinazione del colesterolo Hdl, in caso di dislipidemia, e del Psa, in caso di ipertrofia prostatica in un soggetto di almeno 50 anni. Rimane, comunque, facoltà del medico procedere ad ulteriori accertamenti ritenuti direttamente correlati al giudizio di idoneità del donatore. “In merito al Psa - sottolinea Borsetto - eminenti esperti hanno dimostrato come un dosaggio anomalo non sia un marcatore tumorale certo, se non preceduto o seguito da una valutazione specialistica. La medicina preventiva deve essere esercitata con rigore scientifico, sottostando a precisi parametri costi/benefici”. A convenzione firmata, c’è un altro obiettivo che il presidente Borsetto desidera raggiungere: “Mi auguro che vengano risolte una volta per tutte le autorizzazioni delle uscite domenicali nell’ambito delle strutture ospedaliere, perché siano autorizzate con delibera in occasione della firma della convenzione e non ad anno inoltrato. In questo modo, ci sarà una certezza per gli operatori e per l’associazione, con conseguenze positive per quanti desiderano donare, ma hanno difficoltà a lasciare Gioril posto di lavoro durante la settimana”. gia Chiaro

Se si vince insieme... i piccoli imparano a donare I n occasione dei suoi 30 anni, l’Avis di Concordia ha istituito il premio speciale per i ragazzi delle scuole primarie “Donare è Vincere Insieme”. L’obiettivo era far riflettere i più giovani e i loro genitori, sul valore del dono e della solidarietà come dovere civico dove i più “forti” sono chiamati a soccorrere chi si trova in uno stato di bisogno. Di fronte al bisogno espresso da chi ci è vicino, due possono essere le reazioni: fingerci ciechi e sordi per non vedere e non sentire; oppure adoperarci per venire in soccorso della richiesta di aiuto. I ragazzi delle scuole di Concordia hanno colto questo messaggio, non solo attraverso i lavori svolti in aula, in continuità con l’attività di sensibilizzazione svolta nell’ambito del progetto scuola dell’Avis provinciale, ma anche partecipando numerosi, con i genitori, alla serata di pre-

32

miazione del 26 aprile. Tra gli aspetti di successo dell’iniziativa c’è, in primis, la coesione dei ragazzi che hanno saputo “vincere” la sfida della serata lavorando insieme. Le premiazioni sono state intervallate dalle esibizioni del coro “Rufino Turranio” e da una canzone inedita interpretata dagli alunni delle quinte. Analoga coesione è stata dimostrata anche dalle Associazioni del dono di Concordia, tutte presenti ed attive nell’organizzazione del concorso per promuovere ciascuna la propria declinazione di dono: esperienza non così frequente anche nel nostro territorio. Infine, il concorso è stato sfruttato come di promozione “peer to peer”: il disegno migliore è stato utilizzato per realizzare uno striscione che rimarrà esposto sempre nel campo sportivo in cui gioca il Città di Dario Piccolo Concordia.


VENEZIA

È

in cantiere una campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale promossa dall’Avis provinciale di Venezia, in collaborazione con la Provincia (Assessorato alla viabilità, Sicurezza stradale, Piste ciclabili), che raggiungerà 103 autoscuole, 90 scuole superiori, 65 biblioteche e 42 municipi di tutto il territorio. All’invito alla prudenza alla guida e alla sicurezza lungo le strade, verrà quindi abbinato il messaggio avisino. In particolare, verranno prodotti e distribuiti 100mila depliant con 220 supporti cartonati da esporre in tutte le autoscuole aderenti; 50 totem cartonati da posizionare all’interno dei municipi; 1.000 locandine e 5.000 flyer per la pubblicità nelle scuole e biblioteche per le giornate di formazione svolte nel territorio sul tema della sicurezza strada-

le e del dono del sangue. Tutti i depliant conterranno un modulo di promessa di donazione che i giovani potranno compilare e restituire via posta ordinaria o via email all’Avis provinciale di Venezia, in modo da essere ricontattati dalle Avis locali di riferimento per iniziare il proprio perG.C. e A.S. corso di donatori.

Sicurezza stradale: Concordia già in movimento A

proposito di sicurezza stradale, l’Avis di Concordia Sagittaria e Asma e Allergie, in collaborazione con Treviso Scooter Club, CRI comitato di Portogruaro, Polizia Locale e Julia Races, hanno organizzato recentemente un convegno dal titolo: “La strada sicura”. “L’Avis è fortemente impegnata sul tema della sicurezza stradale - ha spiegato il presidente, Dario Piccolo - perché il nostro obiettivo è quello di avere donatori volontari, periodici e consapevoli. La consapevolezza, acquisita tramite formazione e condivisione della conoscenza, porta alla diffusione di stili di vita sani e permette di trasformare il gesto di solidarietà individuale in un’azione volta al perseguimento dell’autosufficienza trasfusionale”. Obiettivo che si realizza anche grazie alla prevenzione, evitando che tanto sangue venga versato sulle strade italiane: pensate che nel 2009, 310mila sono stati i feriti, 3.300 le vittime (di cui oltre 1.100 motociclisti). La maggioranza degli incidenti mortali avviene in città: a uccidere sono la distrazione e la sottovalutazione della pericolosità del mezzo che si conduce.

LE SETTE SORELLE

Per non fare una “frittata”, campagna Avis

“La responsabilità di chi si mette alla guida - ha sottolineato Fabio Fuser del Treviso Scooter Club - equivale a quella di chi maneggia un’arma carica. È da incoscienti guidare quando non si è in perfette condizioni di lucidità a causa di stanchezza, alcol, droghe o farmaci”. “Va elogiata la pratica dell'individuazione dell'autista designato - ha commentato Marco Curti, vice commissario della Polizia Locale - poiché anche bassi livelli di alcol compromettono i tempi di reazione del guidatore”. Molti inoltre sono i rischi per i motociclisti: “L'automobilista si accorge a fatica del sopraggiungere di una moto - ha spiegato Fuser - è fondamentale tenere accese le luci e moderare la velocità in prossimità degli incroci: uno schianto a 70 km/h contro un’auto ferma equivale a precipitare dal 6° piano di un palazzo”. Le testimonianze di alcune vittime di incidenti stradali, che hanno permesso di toccare con mano il calvario di chi subisce un incidente, hanno fatto da sponda alla Croce Rossa per affrontare il tema del primo soccorso su strada: cosa si può e, soprattutto, cosa non si deve fare!

Venezia in attività fra Sir Oliver Skardy e Medioevo

G

rande attività per Avis Venezia. Il 12 maggio presso la Scoletta Calegheri a San Tomà, con “Venezia ci illumini d’immenso”, un incontro organizzato con il Centro per i diritti del Malato, con un video su lavoro, svaghi e momenti di vita veneziana del XX secolo. Il 13 maggio, invece, concerto per la Festa della Mamma, con l’Ensemble “Ottaviano Petrucci”, complesso di musica antica, e il coro “Una voce” di Martellago. Primo weekend di giugno par-

tecipazione alla tre giorni “Mille e una notte” al Lido di Venezia: tre serate con musica, sport, svago e attività culturali, per promuovere l’attività del volontariato. L’Avis era presente con uno stand e un intervento di Nelly Vanzan Marchini, storica della sanità veneziana, che ha parlato dei primi insediamenti sanitari medievali a Venezia. Il 9 giugno infine a Pellestrina il grande concerto di Sir Oliver Skardy (testimonial 2012) con il Gruppo dei Fahrenheit. 33


VENEZIA

Belle fotografie per donare a... San Donà

LE SETTE SORELLE

L

’Avis comunale di San Donà di Piave ha organizzato un concorso fotografico per sensibilizzare la popolazione al dono del sangue. Il titolo “Donare è” ha visto la partecipazione di 15 fotografi che hanno presentato 49 fotografie. Prima classificata è stata Marianna Frate di Tessera con “Un’onda di vita” (qua sotto), secondo Simone Davanzo di San Donà con “Solo chi dona è completo” (a destra) e terzo Alessio Laviola di Ceggia con “Gesto”. Primo classificato sezione giovani (meno di 18 anni) è stato invece Andrea Giulio Laviola di Ceggia con “Gesto d’amo-

re”. Premio copertina a Valentina Zanusso di Jesolo con “Appuntamento” e menzioni di merito a Laura Bozzo di San Donà, Giovanni Laviola di Ceggia e Matteo De Lazzari di Jesolo. Tutte le foto vincitrici e quelle segnalate le potete trovare sul sito www.donoevita.it e sulla nostra pagina facebook.

E sulle immagini si cimentano anche 347 studenti

E

grande successo, sempre a San Donà di Piave, anche per il concorso organizzato per le scuole con il patrocinio del Comune: “Dona…e salvi una vita!”. Giunto alla sua diciottesima edizione, ha visto ben 153 elaborati, realizzati da 347 studenti appartenenti a 38 classi diverse. Le scuole primarie (elementari) che hanno aderito sono state 4: la Forte 48, la Marco Polo Calvecchia, la Marco Polo Passarella e la Carducci. Per le scuole medie ha partecipato la Schiavinato. Per le superiori hanno partecipato l’Itis Volterra, il liceo scientifico G. Galilei, il liceo San Luigi e l’Its geometri C. Scarpa

34

Alberti. Ad aggiudicarsi il primo e secondo premio per le elementari sono state la classe 4ª e 5ªA della M. PoloCalvecchia, mentre terza è arrivata la 4ªA della Carducci, con il disegno di Alessia Pirola. Della scuola Schiavinato prima la 3ªC con la composizione di Angelica Di Donna e Giorgia Bonadio, seconda la 3ªC con la composizione di Debora Crosera, Elisa Mazzon e Silvia Mariuzzo, terza la 2ªA con il disegno di Marta Fajotto. Per le superiori prima classificata la 1ª liceo scientifico San Luigi con la composizione di Andrea Perissinotto, Aron Cannici e Giovanni Perizzolo, seconda la 3ªC del liceo Galilei con lo scritto di Sindi Mustaj e terza la 2ªB del Volterra con lo scritto di Gabriel Vendrame. Menzioni speciali: Eros Massarotto (4ªB Carducci), Gianmarco Fusaro (3ªC Volterra), Martino Crespan (2ªF Volterra), Francesca Carniel, Laura Fregonese e Vanessa Carofano (Liceo San Luigi), Radu Cotelea e Andrea Smeazzetto (2ªG Volterra) e Paolo Colosso (Volterra). I ragazzi sono stati premiati il 12 maggio da giurie composte da insegnanti, artisti e critici d’arte, presiedute dal presidente e da rappresentanti dell’Avis di San Donà (foto a lato).


VICENZA

È

stato “Avis: un impegno che vale” il tema della nostra assemblea provinciale, svoltasi a Poianella il 24 marzo. Tema per ribadire ulteriormente l’importanza del nostro operare, non per avere ori e allori, che a nessuno interessano, ma per chiamare a un maggior impegno, per i nostri ammalati, tutto l’apparato coinvolto nella raccolta e trasfusione del sangue vicentino. Cominciando dall’Avis provinciale, che ha svolto in maniera egregia, con l’impegno di tutte le Comunali, il suo compito di fornire il sangue sufficiente per il fabbisogno provinciale, regionale e nazionale, ma che sicuramente qualcosa in più poteva fare. Abbiamo avuto un calo dei consumi in provincia del 2% e questo ci ha consentito di adempiere, come Dipartimento, alle richieste pervenuteci da fuori provincia e regione. La crisi economica si fa sentire anche sul dono di sangue, è diminuita la possibilità di assentarsi dal lavoro da parte dei donatori, si sono accentuate le raccolte di sabato e domenica anche a Vicenza. A livello dipartimentale si guarda a migliorare sia la chiamata alla donazione che le sinergie per migliorare sul territorio l’impiego del personale (sempre carente). Per questo chiediamo un maggiore impegno da parte dei donatori, sia di presentarsi alla donazione quando chiamati, sia di pazientare se si allungano i tempi di attesa. Altresì, abbiamo chiesto ai dirigenti associativi una più stretta collaborazione all’interno dell’Avis, una più stretta condivisione delle tematiche e problematiche che si presentano. Sul tavolo anche i medici hanno messo il loro impegno: all’assemblea erano presenti, in rappresentanza delle proprie Ulss, la dott.ssa Leopolda Zampieri, vice primario della 6, il dott. Massimo la Raja responsabile della raccolta della 5 e il dott. Corrado Sardella, responsabile della raccolta dell’Ulss

4. Tutti hanno sottolineato le difficoltà che in questo momento gravano sulla sanità, in generale, ma hanno evidenziato come altresì ci sia un impegno da parte di tutti, dirigenti, operatori, medici, a razionalizzare le risorse e migliorare il sistema, nel limite del possibile. Nel proseguo dell’assemblea si sono dibattute le tematiche che ci coinvolgono in modo più diretto come associazione, il mondo giovanile che manca all’interno dei nostri consigli, sopratutto in provincia e regione. La poca disponibilità a mettersi in gioco, a impegnarsi come dirigenti associativi, dei trentenni e quarantenni. Si sono evidenziate le attività che la provinciale Avis ha posto in essere nel corso dell’anno 2011, le attività future con una particolare attenzione al mondo della scuola, la prospettiva dei corsi di formazione per dirigenti, sperando di coinvolgere nuovi aderenti anche tra voi che ci leggete. L’attenzione rivolta agli extracomunitari nell’ultimo periodo sembra un po’ scemata rispetto agli anni passati, è stato un altro tema trattato. I rapporti interni, come ultimo argomento, ha portato una certa animosità alla discussione. Anche in Avis ci sono visioni e modi diversi di affrontare le problematiche che si presentano nel proseguo del nostro percorso associativo, e questo porta a discussioni e a un incontro/scontro interno positivo, che ci aiuta tutti a crescere e a impegnarci con maggiore efficacia per assolvere al nostro ruolo di dirigenti associativi per l’Avis ma, soprattutto, per i nostri Enrico Iseppi ammalati.

LE SETTE SORELLE

Un impegno che vale, giorno per giorno

Schio: un parco per giocare I

l 19 maggio a Santorso si è inaugurato il “Parco del Donatore“, parco giochi per bambini realizzato dal Comune grazie all’Avis comunale di Schio. “Con questi interventi - ha detto il sindaco Pietro Menegozzo - è possibile far crescere, soprattutto tra i più giovani, la sensibilità verso la donazione del sangue, pratica concreta di solidarietà e azione civile che rafforza i legami della comunità”. “Promuovere e divulgare i valori di solidarietà, ringraziare gli Avisini presenti e passati di Santorso, far sì che questo luogo diventi per i bambini un gioioso binomio tra natura e gioco, sono i motivi per cui abbiamo accettato la proposta dell’Amministrazione Comunale” ha aggiunto il Presidente Gianfranco Carraro. Ora per tutti quelli che usufruiranno del nuovo spazio pubblico l’Avis sarà un po’ più vicina. 35


VICENZA

Formazione di successo a Povolaro LE SETTE SORELLE

È

stato molto positivo il percorso formativo organizzato dall’Avis comunale di Povolaro, grazie al contributo del Centro di Servizi al Volontariato della provincia di Vicenza e con la collaborazione dell'Amministrazione comunale di Dueville. Le quattro serate, tenutesi presso la sala delle associazioni del Centro giovanile del comune di Dueville, hanno avuto come filo conduttore lo “sviluppo di una maggiore consapevolezza sul tema delle sostanze psicoattive” ed erano rivolte ai giovani, agli adulti e

alle associazioni. Il primo incontro ha fatto chiarezza sulla legislazione vigente in merito al tema, grazie alla relazione dell’avvocato Anna Maiorino, docente di Diritto presso una scuola superiore del capoluogo vicentino. Si è poi passati. il 12 aprile, a riconsiderare le false credenze sui fenomeni e sui comportamenti legati all’uso di sostanze psicoattive con il dott. Stefano Pannella della Cooperativa sociale “Il Mosaico”. Il 26 aprile è stato poi il momento del dott. Marcellino Manea che ha permesso di approfondire il problema doping e ha fatto luce sul suo dilagare nel mondo dello sport, anche ai livelli amatoriali. L’ultima serata del 10 maggio è stato infine il momento dell’Avis comunale di Povolaro, con l’intervento anche del vicepresidente dell’Avis regionale Francesco Joppi, del presidente dell’Avis provinciale Enrico Iseppi, del responsabile del Servizio Immunoematologia e del Centro trasfusionale di Vicenza dott.ssa Alberta Alghisi, del vicesindaco di Povolaro Giusy Armiletti e

36

dell’assessore allo sport Lauro Brotto. La giovane realtà comunale ha avuto modo di proporre le proprie attività e ha fatto conoscere il mondo della donazione del sangue anche per coinvolgere nuovi volontari nella propria opera. A conclusione dell’iniziativa, il presidente della Comunale Gaudenzio Salin ha espresso grande soddisfazione per il successo del percorso formativo e per il complessivo buon riscontro da parte della cittadinanza: “Come Avis ci sentiamo costantemente impegnati nel favorire una solida consapevolezza su queste tematiche ed a fornire le basi e gli strumenti, soprattutto ai giovani, per non restare vittime di questi mali che sempre più diffusamente serpeggiano nella nostra società. La nostra è una piccola ma giovane realtà che vuole crescere e non vuol farsi mancare alcuna occasione per informare e sensibilizzare tutti i cittadini su un corretto ed equilibrato stile di vita, diffondendo il più possibile la cultura del dono del sangue. È per questo che ringraziamo tutti i partners e tutte le persone intervenute a qualsiasi titolo, durante questo percorso formativo. Come le robuste radici dell'albero della brochure, abbiamo la speranza che i punti fissati nel nostro cammino, sorreggano alberi verdi e rigogliosi e alimentino i loro rami affinché possano dare frutto".

Risate a Lupia-Poianella Anche Lupia-Poianella, per la sua Festa Avis di quest’anno, ha deciso che “Riso fa buon sangue”. Niente risotti a pranzo, ma tante risate a cena. Il 30 giugno, infatti, si sono esibiti - strappando ondate di risate al pubblico due cabarettisti emergenti: Carlo Bianchessi e Maurizio Linetti della “scuderia” di Enrico Cibotto che, ormai da due anni, porta in Avis (e Abvs) allegria contagiosa.


VICENZA

D

oppio anniversario, il 22 aprile, per l’Avis comunale di Castelgomberto. Che ha festeggiato i suoi primi quarant’anni di vita e i venticinque anni “di vita” del monumento al donatore. Dopo la Santa Messa, il ritrovo a Palazzo Barbaran e la classica sfilata accompagnata dal complesso strumentale “Don Giovanni Busato”, verso il Parco del donatore, dove si trova appunto il manufatto. In origine si presentava come una fontana a vasca quadrangolare, con al centro la statua bronzea di un fanciullo nell’atto di donare una goccia di sangue. Il restauro è stato portato avanti dall’attuale Consiglio direttivo guidato da John Vantin grazie all’Amministrazione comunale di Castelgomberto proprietaria dell’area e ai contributi di aziende locali e banche. La vasca è stata trasformata in fioriera, provveduto ad una profonda pulizia e abbellimento della statua, cuore del monumento. La zona è stata opportunamente riqualificata (il verde circostante è adibito a parco giochi per bambini) con un moderno ed efficiente impianto di illuminazione pubblica. Il parroco don Bruno Marangon, ha provveduto alla benedizione del nuovo monumento prima del taglio del nastro da parte di alcuni ragazzi di terza media, coinvolti durante l’anno nell’iniziativa Avis-Scuola. Ritornati a Palazzo Barbaran, è intervenuto Dino Danieli, che assieme a Gino Fortuna e Giuseppe Pegoraro, presenti in sala, Giovanni Franco e Giovanni Pio Colpo, hanno dato vita nel 1972

all’Avis di Castelgomberto. A portare il loro saluto sono stati il sindaco-donatore Lorenzo Dal Toso, i presidenti Avis regionale Alberto Argentoni e provinciale Enrico Iseppi, il dott. Enrico Acerbi referente del Centro trasfusionale di Valdagno e il parroco don Bruno Marangon, ex-donatore (per raggiunti limiti di età). Il presidente Avis di Castelgomberto-Trissino, John Vantin, ha quindi donato una pergamena a tutti i soci fondatori viventi e ai sette ex-presidenti succedutisi in 40 anni. Erano tutti presenti, (foto sotto) mancava solo l’unica donna presidente Loreta Minuzzo. Proprio sotto alle finestre, nello splendido porticato di Palazzo Barbaran, di quella che ormai è sede stabile dell’Avis si è chiusa la giornata di festa Andrea Filippi con un rinfresco.

LE SETTE SORELLE

Castelgomberto: festa ai “padri fondatori”

Quei 130 quintali di solidarietà di Velo D’Astico L ’Avis di Velo d’Astico ha deciso di ricordare il 5 maggio non per la morte di Napoleone, ma perché in quella data, assieme all’Aido, è stato inaugurato un cippo dedicato ai donatori. Il cippo, intelligentemente collocato all’ingresso del Parco Millepini, consiste in un masso di oltre 130 quintali, prelevato in una ex-cava di ghiaia e nel quale è stata incastonata una targa che recita: “Agli Angeli silenziosi che, col proprio dono, salvano vite a loro ignote”. La cerimonia doveva svolgersi nel Parco, ma gli eventi atmosferici hanno costretto a spostare la Messa nella chiesa arcipretale di Velo. Presenti tutte le Avis e Aido della provincia, munite di labaro. Una rappresentanza delle associazioni, poi, si è recata al Parco per la benedizione del cippo. È seguita, presso una trattoria locale, la cerimonia ufficiale durante la quale il presidente, Pietro Ceron, ha ricordato le varie tappe seguite per la realizzazione dell’opera, da tempo desiderata e resa possibile dall’aiuto dell’Amministrazione comunale e di alcuni

volontari. Le difficoltà incontrate sono state ampiamente compensate dal successo. Sono seguiti gli interventi dalla presidente dell’Aido Maria Maculan e del vice-sindaco Chiara Lorenzato, che ha espresso il ringraziamento dell’Amministrazione all’Avis e all’Aido per l’impegno e il valore sociale del volontariato. Intervenuti anche il presidente provinciale dell’Avis Enrico Iseppi e dell’Aido Bruno Zamberlan che hanno ricordato storie toccanti di donatori. Al termine sono state consegnate ai donatori le benemerenze, tra queste un oro con rubino (75 donazioni) a Dino Dal Masetto. L’Avis di Velo d’Astico conta 120 donatori attivi.

37


TREVISO

Convenzioni, aspettando la “squadra” LE SETTE SORELLE

È

tempo di rinnovare le convenzioni che disciplinano la partecipazione alle attività trasfusionali da parte delle Associazioni o Federazione di donatori. Ogni Dipartimento è, quindi, chiamato a trattare e discutere i nuovi accordi con l’Ulss capofila, relativamente agli articoli dello schema tipo di convenzione proposto dalla Regione Veneto e già pubblicato nel Bur il 10 gennaio 2012. Anche se il tempo stabilito dalla Regione per l’approvazione della convenzione era stabilito entro i tre mesi dalla pubblicazione, in realtà, tranne per un paio di Dipartimenti, gli altri sono attualmente ancora in fase di valutazione. Ciò denota l’importanza e la delicatezza che comporta la stipula di un simile contratto. Per i non addetti ai lavori, ricordo che fra le discipline più importanti che la convenzione prevede ci sono: la disciplina della donazione del sangue e dei suoi componenti, l’informazione e l’aggiornamento dei donatori sui criteri di valutazione della loro idoneità fisica e il rispetto delle garanzie connesse alla donazione, l’organizzazione della chiamata dei donatori in coerenza con il piano di programmazione delle attività trasfusionali previste nel Dipartimento, nonché la collaborazione nelle situazioni di emergenza o di pubblica calamità che dovessero richiedere una raccolta straordinaria in base alle direttive del Crat. Ancora, regola l’organizzazione della raccolta festiva di sangue gestite dall’Avis, allo scopo di garantire adeguati livelli di competenze del personale operante al

fine di rispettare i requisiti richiesti dalla normativa regionale e nazionale. Oltre a pianificare i processi lavorativi. Provvede a stabilire il ristoro del donatore post-donazione e stabilisce il rimborso delle spese sostenute per il viaggio del donatore, regola i rapporti economici fra l’Azienda capofila del Dimt e l’Avis provinciale, determina l’organigramma completo dell’intero Dipartimento per quanto riguarda le varie commissioni e/o comitati e/o conferenze che partecipano alla programmazione locale e dipartimentali delle attività trasfusionale. Ho voluto indicare solo i passaggi più significativi che costituiscono l’ossatura portante del testo della convenzione. Spero che sia di aiuto ai nostri presidenti delle Avis comunali per comprendere perché a volte non sia così facile e semplice darsi delle regole e quanto tempo ci voglia per registrare ogni attività e azione senza tralasciare nulla. Pur lavorando su uno schema tipo già predisposto dalla Regione, esistono delle peculiarità all’interno dei Dipartimenti che non sono contemplate. Comunque, per quanto riguarda il nostro Dipartimento di Treviso, a tutt’oggi posso assicurare che dopo qualche mese di lavoro la convenzione è in dirittura d’arrivo. Attendiamo solo la delibera dell’Ulss 9 capofila, che per competenza ne ha anche la responsabilità. Sul piano associativo spero che fra tre anni, alla scadenza degli attuali accordi, ci sia la capacità e la maturità di firmare delle convenzioni che trattino il nostro donatore in modo omogeneo sul tutto il territorio regionale. Sarebbe un grande risultato di squadra… in rete. Buona donazione. Gino Foffano, presidente Avis provinciale

Smette di donare per limiti d’età e “passa” ai figli M

entre tutti parlano pessimisticamente del futuro, chi ha ben seminato ben raccoglie! E sono storie che è davvero bello raccontare perché allargano il cuore. Splendido “passaggio di testimone” da padre a figli al Centro trasfusionale di Conegliano. In occasione del suo 66° compleanno, Pietro Speranza ha donato per l’ultima volta nello stesso giorno in cui i figli Alberto di 32 anni e Mariagiulia di 27 hanno, invece, donato il sangue per la prima volta. Ha accolto il terzetto il primario del Ct di Conegliano, dott. Alessandro Dal Canton. Per il papà, che ha raggiunto i limiti d’età fissati per donare, è stata una bella soddisfazione vedere continuare nei figli i valori di solidarietà e generosità in cui crede da sempre. Per i figli comincia ora un’avventura di generosità verso chi soffre. Un esempio, certamente per tutti.

38


TREVISO

Un esercito giovane che pensa... e dona ontinua ad aumentare il numero di ragazzi di Stesso team che il 23 maggio ha accolto un gruppo di scuola superiore che si sottopongono agli esami 13 studenti e 5 insegnanti dell’Istituto tecnico indudi idoneità e alla donazione al Ct di Treviso. Un gesto striale “Max Planck” di Lancenigo di Villorba. A fatto con entusiasmo, consapevolezza e responsabi- queste splendide iniziative, che si ripetono anche lità, a testimoniare che i giovani, quando vengono negli altri Ct della provincia, si è arriva grazie all’ininformati e stimolati nel modo corretto, sanno dare stancabile lavoro degli avisini che da anni promuovomolto. Ad aprire la strada con grandi numeri sono no la donazione e i valori della solidarietà nelle scuostati il Collegio Astori e il Liceo statale “Berto” di le. “L’esempio che ci viene da tutti gli studenti, da queMogliano Veneto, che il 20 e il 22 marzo hanno visto sti come da tutti gli altri che donano in provincia di l’allestimento a scuola di un mini centro medico gra- Treviso, dimostra che i nostri giovani sanno essere protazie alla collaborazione di Avis e Centro trasfusionale gonisti sempre, anche di gesti di altruismo e generosità del Ca’ Foncello di Treviso che hanno predisposto commenta il presidente Foffano - il che ci induce a un’apposita equipe sanitaria e associativa nei locali continuare sulla strada della sensibilizzazione nelle dell’Istituto e presso l’autoemoteca messa a disposi- scuole. I volontari avisini stanno facendo ovunque un zione dall’Avis regionale, parcheggiata nel giardino. lodevole lavoro. A loro, agli insegnanti e ai presidi che In 108 tra studenti, alcuni insegnanti, personale sco- stanno dimostrando grande sensibilità, disponibilità e lastico e genitori, si sono sottoposti in loco all’iter collaborazione va il grazie dell’Avis che è poi il grazie di Michela Rossato sanitario per l’idoneità alla donazione. Il passo suc- tanti malati”. cessivo, per chi ha ottenuto l’idoneità, è stata la donazione di sangue vera e propria, al Centro trasfusiona“CANOVA” le dell’ospedale di Treviso o presso l’ospedale più vicino a casa. Stesso iter, al Ct del Ca’ Foncello, per 20 studenti delle classi quinte A e B del liceo linguistico “Canova” di Treviso, che il 3 maggio sono diventati donatori. “Ritengo che la scuola sia il luogo più adatto per spiegare ai giovani l’importanza e l’iter della dono del sangue - ha sottolineato l’insegnante di educazione fisica, Pierpaolo Traversari, che ha donato assieme a loro - che oltre a salvare altre vite, spinge chi lo compie ad aver cura del proprio corpo, a seguire un corretto stile di vita. È una scelta di responsabilità e maturità, una scelta a favore della collettività”. Un gesto che è addirittura diventato doppio, dal momento che alcuni studenti hanno chiesto spontaneamente, nella stessa mattinata, di sot“BERTO” toporsi anche al prelievo per l’iscrizione nel registro dei potenziali donatori di midollo osseo. Ad accoglierli c’erano il dott. Andrea Frigato responsabile facente funzioni del Ct di Treviso, il direttore sanitario dell’Avis provinciale dott. Alessandro Spigariol e il presidente dell’Avis provinciale Gino Foffano.

LE SETTE SORELLE

C

“MAX PLANCK” “ASTORI”

39


TREVISO

Sempre più vicini alla Fondazione TES LE SETTE SORELLE

D

opo il successo riscontrato lo scorso anno e le molteplici richieste di riproporre l’evento, l’Avis provinciale di Treviso ha organizzato una seconda visita ai laboratori della Fondazione Tes all’ospedale di Trecenta, nel Polesine. La delegazione era guidata dal presidente dell'Avis provinciale, Gino Foffano, ed accompagnata dal presidente regionale, Alberto Argentoni. Il presidente di Tes, prof. Pier Paolo Parnigotto (nella foto accanto durante il suo intervento all’assemblea regionale 2012) e la dott.ssa Rosa Di Liddo, ricercatrice, con i loro collaboratori hanno spiegato, con il supporto di diapositive, quella che è l’attività della fondazione, basata sull’isolamento delle cellule staminali ottenute da sangue periferico dei donatori, allo scopo di ricostruire dei tessuti e una interessante ricerca basata sull'utilizzo delle cellule staminali combinate con un particolare polimero (Pcl) per la ricostruzione ossea. Tes, infatti, significa Fondazione per la biologia e la medicina della rigenerazione dei tessuti. Nata nel 2006, ha una convenzione con l’Azienda Ulss 18 di Rovigo per lo svolgimento dell’attività di ricerca all’interno dell’ospedale di Trecenta, dove è attivo anche il Centro Interdipartimentale della biologia e della medicina della rigenerazione dell’Università di

Padova e collabora sia con le Università, sia con le Ulss (oltre che con la 18 di Rovigo, anche con la 9 di Treviso). Alla visita ha partecipato un rilevante numero di giovani, donatori e non, a manifestare l’interesse crescente verso questa materia e molti anche gli interventi e le richieste che sono seguite alla presentazione della ricerca. Dopo la visita dello scorso anno, molti sono stati gli interventi presso le nostre Comunali del prof. Parnigotto e del suo team in occasione di conferenze e incontri per sensibilizzare avisini e opinione pubblica sul lavoro di Tes e molti altri ne seguiranno anche nei mesi a venire.

Nonno donatore record con nipotini al seguito I l 19 aprile, presso il Centro trasfusionale di Vittorio Veneto, Lorenzo Gemignani donatore e consigliere dell’Avis, per raggiunti limiti di età ha effettuato la sua ultima donazione. Con 164 donazioni è il socio più longevo di donazioni nella storia della nostra associazione di Vittorio Veneto. Per 43 anni ininterrotti (la

prima donazione è stata effettuata il 23 settembre 1969) ha donato con generosità, ricevendo anche il Cavalierato della Repubblica per meriti di solidarietà. Nel giorno del suo ultimo dono è stato raggiunto dai colleghi del Direttivo con il primario e dai familiari (nella foto anche i nipotini per nulla impressionati dall’ago). “Congratulazioni e grazie Lorenzo - ha detto il presidente dell’Avis di Vittorio Veneto, Luciano Sommariva - poiché hai regalato speranza di vita e l’opportunità di ritrovare il sorriso a molte persone. Cedi questo bellissimo testimone a tutti quei giovani che amano la vita e lo sport come te, e non solo”.

Raccolta tappi alla grande

C

ontinua la raccolta dei tappi di sughero dell’Avis provinciale e delle comunali a favore della Fondazione “Oltre il labirinto” che si occupa dei ragazzi autistici. Molte le Avis che stanno collaborando, come quella di Villorba che sta arrivando ai cento chili di tappi. Per informazioni contattate la segreteria provinciale, 0422-405077.

40


PADOVA

Provinciale in crescita come dono e idee ’Assemblea provinciale, tenutasi lo scorso 24 marzo ad Ospedaletto Euganeo, si è aperta con gli interventi delle Autorità presenti; il presidente Sartori ha ricordato, che, nonostante il periodo di crisi economica e di difficoltà oggettive nella raccolta sangue, il Dimt di Padova ha raggiunto l’obiettivo posto dalla Regione Veneto per l’anno 2011, con un aumento nei confronti dell’anno precedente del 2,9% (53.108 unità contro le 53.245 del 2010), rispetto ad una media regionale che si attesta su un +0,1%. Sul fronte dei consumi, si è registrata una contrazione con un aumento del 2,0% rispetto al 4,5% dell’anno precedente. In merito alla raccolta associativa, nel 2011 è da evidenziare che, per la prima volta in provincia, si sono superate le 10mila sacche di sangue intero. Sono precisamente 10.017, di cui 5410 unità raccolte presso il Centro di Via Trasea e 4607 unità raccolte presso 18 Unità di Raccolta, dislocate nel territorio provinciale, con un aumento del 2,54% rispetto al 2010. Le idee, i progetti di una Associazione come Avis, sono strettamente dipendenti dalle risorse economiche: senza materiale tecnologico sufficiente a garantire la normale attività, Avis Provinciale, in futuro, non sarà in grado di mantenere questi volumi di crescita. I dati stanno a significare che gli sforzi promozionali - sia in termini economici che di visibilità - e le sensibilizzazioni nei diversi settori della società civile, in particolare in quella scolastica, hanno determinato risultati positivi in termini di nuove iscrizioni, confermando una maggiore consapevolezza della donazione di sangue e della solidarietà. Ciò costituisce un punto di partenza per una serena riflessione sulle metodologie seguite, al fine di intensificare ed individuare nuove proposte divulgative che abbiano lo scopo di rendere più attuale la missione e gli scopi di Avis, soprattutto nella popolazione giovanile. A proposito di convenzioni, nella relazione è stato affrontato il tema del rinnovo delle convenzioni e in particolar modo la revisione del pannello di esami che ha animato gli interventi dei delegati. Tra gli obiettivi di Avis Provinciale per il 2012: intervenire in merito alla carenza cronica di personale che in alcune realtà, determinerà, in prospettiva, una riduzione delle aperture dei servizi trasfusionali; sollecitare le riunioni dei Comitati per il Buon Uso del sangue che dovrebbero rappresentare davvero il volano per sensibilizzare in modo concreto e positivo, i vari “attori” della sanità e del volontariato; il C.N.S. individua tra i punti deboli del sistema trasfusionale “la diffusa inefficacia e inefficienza dei Comitati per

LE SETTE SORELLE

L

il Buon Uso del sangue in materia di gestione della risorsa sangue e del rischio clinico trasfusionale; incentivare la chiamata associativa, che rappresenta non “solo” un obbligo di legge, ma è essenziale per la fidelizzazione del donatore, al fine di mantenere un costante contatto, per programmare in modo più efficace ed efficiente la raccolta. L’elemento emerso durante la discussione è che la sfida di Avis per raggiungere l’autosufficienza di emocomponenti per uso trasfusionale è quello di comprendere che ogni donatore ha caratteristiche proprie e che necessita di strategie associative che mantengano il suo impegno nel tempo, fidelizzandolo; deve essere garantita un’attenzione particolare anche alla tutela della salute dei donatori attraverso esami periodici completati da indagini individuali. La discussione si è protratta sottolineando come in questi anni siano state incentivate, da parte di Avis Provinciale, azioni per concretizzare l’idea della condivisione: le offerte formative, gli incontri con le sedi territoriali e lo scambio di esperienze, la valorizzazione delle attività delle Avis del territorio con l’obiettivo di fare rete comune e di coinvolgere. Il presidente Sartori ha concluso ricordando che lo stile della condivisione rappresenta, per la nostra Associazione, una delle risorse più rilevanti, per mantenere vivo e autentico il legame tra i livelli associativi. Nell’intervento del vicepresidente regionale Francesco Magarotto e del Segretario regionale Rondin sono stati illustrati alcuni punti qualificanti dell’attività di Avis Regionale. Luca Marcon 41


PADOVA

Se non fumi, puoi donare più... ossigeno LE SETTE SORELLE

Q

uando fate un dono importante, come vorreste che fosse? Certamente ognuno di noi lo vorrebbe il più bello possibile. Quello del sangue è un dono importante, che regaliamo a persone che ne hanno bisogno per un problema di salute, quindi vorremmo che fosse il sangue migliore possibile. Il sangue di chi non fuma è più ricco di ossigeno: è per questo che invitiamo i donatori a considerare il problema del fumo. Oggi non è esplicitamente richiesto che un donatore di sangue smetta di fumare; ciononostante, questo è un obiettivo di indiscutibile valore per la salute, anche di quella del donatore! L’Avis provinciale di Padova ha proposto un intervento di gruppo per smettere di fumatore, con incontri nel territorio. Una prima iniziativa è stata realizzata, nei mesi scorsi, presso la comu-

nale di Tencarola e ha ottenuto un ottimo successo sia in termini di partecipazione sia di risultati: una buona parte dei partecipanti ha smesso di fumare in modo definitivo. Per questo motivo l’area della formazione della Provinciale ha deciso di proporlo anche ad altre Avis comunali interessate. Nell’attività di gruppo viene messo a disposizione uno strumento di comprovata efficacia per raggiungere l’obiettivo. I gruppi sono condotti da una psicologa psicoterapeuta (Federica Tognazzo) e da un medico (Giovanni Forza). Serve l’aiuto di tutti: la promozione di uno stile di vita corretto ci aiuta a sviluppare una cultura della donazione di sangue responsabile e a far crescere una società più Gloria Mercurio sana e solidale.

Nel Conselvano le Avis corrono... sulle rotelle L ’Avis del Conselvano, in collaborazione con la l’Associazione sportiva Dilettantistica Pattinatori e l’Amministrazione comunale, ha organizzato il 21° trofeo Comune di Bagnoli di Sopra, gara interregionale di pattinaggio a rotelle corsa su strada. La manifestazione si è svolta nel prestigioso pattinodromo comuna-

le intitolato al senatore Borletti; l’impianto è tra i migliori d’Italia per la pratica del pattinaggio corsa e anche quest’anno numerosi campioni italiani, europei e mondiali vi hanno partecipato. Suggestiva la sfilata di oltre trecento atleti in rappresentanza di ben quaranta società del Veneto, del Friuli, dell’Emilia Romagna e della Lombardia, che ha aperto le gare. Le esibizioni, tra agonismo e sportività, hanno reso la kermesse oltremodo spettacolare. Come di consueto, la gara dei primi passi è stata riservata ai piccoli atleti in età scolare, circa settanta miniatleti, che con il loro impegno, hanno fatto divertire gli spettatori e gettare uno sguardo al futuro di questo bellissimo sport. Sinergia vincente, inoltre, la collaborazione con l’Avis del territorio per promuovere il messaggio di solidarietà che ben si coglie in una cornice di sport, gioventù e volontariato. Ottima anche stavolta l’organizzazione, diretta da Guerrino Maggio. Gianfranco Boscaro

Una indagine sulle motivazioni a donare e ridonare

L

’area formazione e scuola dell’Avis provinciale ha proposto come tema di riflessione il comprendere al meglio quali siano le motivazioni che portano una persona a diventare un donatore periodico. E’ risaputo, infatti, che uno dei problemi che l’associazione deve affrontare è quello dei donatori che mantengano nel tempo la decisione di donare. È partita, nel mese di marzo, la fase di “somministrazione” del questionario, sia presso il Centro di Raccolta Avis in Via Trasea sia presso le Unità di raccolta Avis in provincia. I risul-

42

tati di questa indagine, che saranno diffusi a fine giugno, ci permetteranno di effettuare interventi mirati per sensibilizzare i nuovi donatori e facilitare il loro passaggio a diventare donatori periodici. Il questionario è volontario, completamente in forma anonima ed è rivolto a tutti i donatori, sia alla prima donazione sia a quelle successive. I risultati di tale indagine e gli strumenti successivamente ideati saranno messi a disposizione di tutti, nel sito web della Provinciale: www.avisprovincialepadova.it.


PADOVA

L

’Avis provinciale di Padova ha ripetuto, anche quest’anno, il laboratorio Avis all’interno della Facoltà di Psicologia, con l’obiettivo di portare la comunicazione nella promozione sociale e di trovare strumenti idonei per parlare ai giovani di solidarietà, nonché di come motivare affinché si ripeta la donazione di sangue. Nel corso di Psicologia sociale cognitiva, tenuto dalla prof.ssa Anne Maass, gli studenti, affiancati dal Federica Tognazzo e da Giovanni Forza, hanno lavorato in aula e successivamente sono stati impiegati nelle scuole per interventi di sensibilizzazione. Gli obiettivi del laboratorio sono stati la creazione di strumenti che permettano una comunicazione efficace. “Come parlare interessando? Di solidarietà in generale, di Avis nello specifico, a ragazzi delle scuole medie e superiori? E come poi permettere che una persona, dopo la prima donazione, diventi un donatore periodico? La motivazione non è un presupposto. Va costruita con la persona. È più efficace se autogenerata. Come crearla? Attraverso una comunicazione efficace. I pubblicita-

ri ci insegnano: incisività, chiarezza, suscitare interesse, emozionare, lasciare il segno. Come motivare: tradizionalmente dando informazioni. Non tutte le informazioni sono però uguali” sono stati i temi sviluppati, che hanno portato alla creazione di interessanti ed innovativi strumenti. Un grazie va alla professoressa Maass, sempre sensibile a questo tema, e agli studenti universitari coinvolti nel laboratorio che con entusiasmo si sono impegnati, proponendo anche nuove idee. Alcuni di loro hanno deciso di diventare donatori di sangue. E nel mese si maggio si sono svolte a Padova, presso il Policlinico universitario e il complesso Interdipartimentale Vallisneri, le giornate di promozione della donazione volontaria. All’evento conclusivo del 25 maggio presso la Fiera di Padova, hanno partecipato migliaia di studenti. Nell’occasione il gruppo giovani Avis provinciale, presente con gazebo e materiale promozionale, ha raccolto le “promesse di donazione” che saranno inviate alle Avis comunali del territorio.

LE SETTE SORELLE

L’Avis entra in Facoltà, di psicologia sociale

Gianni Mamprin e Gloria Mercurio

Il campionato amatoriale di ciclismo fa tappa a Piove

T

appa del Campionato italiano amatoriale di ciclismo Avis, domenica 3 giugno, a Piove di Sacco (Pd). L’evento, organizzato da Asd Panta Rei di Salboro (Pd), ha visto collaborare l’Avis Piovese, il Gruppo Radio Piovese, l’Associazione nazionale Carabinieri e il patrocinio dall’Amministrazione comunale cittadina. Gli oltre 200 partecipanti hanno gareggiato in un circuito di 8,5 chilometri, sviluppato per le vie del centro storico di Piove di Sacco, toccando le località di Vigorovea e Piovega. Otto le categorie in gara: gentlemen, supergentlemen A e B, 2 donne, veterani, cad-junior e senior. Durante la manifestazione erano rappresentate le Avis del territorio e funzionava un punto medico che ha effettuato screening gratuito della pelle, per la prevenzione del melanoma, gestito dall’Associazione Piccoli punti di Padova. Al termine della gara i vincitori di ogni categoria sono stati premiati dal presidente Avis del Piovese, Vinicio Righetto, dal vicesin-

daco Recaldin e dall’Assessore allo Sport, Zennaro. Una speciale classifica è stata riservata ai ciclisti donatori di sangue per il loro doppio impegno di Marco Menin sportivi e volontari.

La sede di Legnaro dedicata a Giovanni Duso

I

ntitolazione della sede dell’Avis di Legnaro, il 27 maggio, a Giovanni Buso, recentemente scomparso. Giovanni è stato donatore e presidente per 20 anni della comunale di Legnaro: era un punto di riferimento per tutti e, nell’ultimo periodo della

propria vita, si era particolarmente adoperato per ottenere dal Comune l’utilizzo dei locali che saranno anche destinati alla raccolta sangue. All’interno della sede è stata collocata una targa commemorativa, a ricordo di questo integerrimo avisino. 43


BELLUNO

Pure a Belluno hanno adottato il Lupo LE SETTE SORELLE

P

rocede a gonfie vele nel territorio bellunese il progetto di sensibilizzazione e promozione del dono del sangue tra i più giovani. A fine febbraio Guido Menardi, vicepresidente provinciale e Simonetta Zangiacomi, coordinatrice di zona 1, si sono occupati della distribuzione dell’opuscolo “Basta tanto così” nelle due scuole secondarie di primo grado di Cortina d’Ampezzo e Polo Valboite. La pubblicazione, realizzata dall’Avis nazionale grazie alla preziosa collaborazione di Silver, presenta l’attività del dono del sangue attraverso la simpatica figura del famosissimo Lupo Alberto. I rappresentanti Abvs hanno consegnato ad ogni classe l’opuscolo, integrando il contenuto dello stesso con una breve spiegazione su che cosa sia e come si svolga la donazione. Tutto questo ha suscitato la viva curiosità dei ragazzi che si sono dimostrati sensibili a un tema così importante. Anche il corpo docente ha apprezzato il lavoro svolto dall’associazione proponendo di adottare il libricino distribuito come testo di

educazione civica. Ad aprile, la sensibilizzazione ha visto protagoniste le sezioni Abvs operanti sul territorio del Comune di Sedico, ovvero Bribano-Longano, Mas-Peron e Sedico, che hanno incontrato i ragazzi delle classi terze della Scuola media Statale “Ugo Foscolo” di Sedico. Anche in questo caso sono stati distribuiti i libretti di Lupo Alberto, con la spiegazione dell’iter e dell’importanza del dono. Sono stati altresì ricordati i valori che furono alla base della costituzione delle sezioni. In particolare quella di Mas-Peron nacque sessant’anni orsono, da un gesto di profonda riconoscenza di un malato che, beneficiando delle donazioni di sangue, riuscì a superare la propria malattia. Sono più di cento i ragazzi che hanno ricevuto il libricino, nonché un attestato con nome, cognome e gruppo sanguigno. Servirà loro a ricordare che, una volta maggiorenni, potranno diventare anche donatori e cambiare la vita di chi ha bisogno di sangue. Barbara Iannotta

Agordo: l’Abvs scende in campo a fianco dea “Vecia Pòpa”

A

nche quest’anno, come da tradizione, l’anziana signora proveniente dai boschi di Framónt e alta ben nove metri, ha intrapreso il proprio cammino di metà Quaresima. Il 18 marzo, dalla Val di Frèla la “Vècia Pòpa” è giunta al Bròi di Agordo, ove la festa si è conclusa con il classico rogo. Il palco allestito sul grande prato cittadino ha svolto anche da cornice per i riconoscimenti che il comitato organizzatore della manifestazione ha ritenuto di consegnare alle persone o associazioni distintesi negli 44

anni a vario titolo. Anche alla sezione di Agordo dell’Abvs è spettata l’importante gratifica per l’impegno svolto sul territorio nel portare avanti le finalità dell’associazione. In tale occasione, i donatori hanno dato prova della propria dedizione allestendo, sempre sul Broi, un gazebo dove alcuni soci della sezione si sono avvicendati per la distribuzione di un piccolo gadget e dei depliant informativi avuti dell’Abvs provinciale per sensibilizzare ancor più la popolazione sull’importanza del B.I. dono del sangue.


BELLUNO

Vincere la disabilità con lo sport si può uò lo sport essere un contesto inclusivo per i disabili? Limana risponde con un deciso “sì”. La domanda è stata il fulcro della manifestazione “Il lato D. dello sport”, svoltasi il 16 marzo al Palimana. L’evento è stato organizzato dall’associazione Integramente, il cui scopo è favorire l’integrazione e la partecipazione nella realtà quotidiana delle persone con disabilità. Come ribadito dall’organizzatore Simone Palma, si trattava della prima iniziativa simile nel bellunese, un appuntamento interessante per allargare al pubblico la conoscenza del tema. Tre i momenti salienti della giornata: uno di dibattito, il secondo conviviale e il terzo sportivo. Pensiamo che l’atleta sia una persona fisicamente sana, quasi un eroe indistruttibile; eppure molti casi recenti, da Bovolenta a Morosini, hanno dimostrato che basta un malore improvviso a spezzare una vita. Per contro, una menomazione non è sinonimo di sconfitta. Il corridore Oscar Pistorius, amputato da bambino di entrambe le gambe, è riuscito a gareggiare con i normodotati e addirittura a conseguire una medaglia mondiale. In ogni caso, l’handicap non pregiudica per forza l’attività sportiva. In provincia, il campione paralimpico di tiro con l’arco Oscar De Pellegrin ne è l’esempio più significativo. La sua preziosa esperienza non poteva proprio mancare in un convegno con questo argomento. De Pellegrin ha raccontato di aver imparato dallo sport valori quali tenacia, impegno, stare in gruppo e rispetto dell’avversario. Ma più di tutto è importante saper perdere: è dietro a una sconfitta che si costruisce una vittoria. Oltre all’arciere, in mattinata sono intervenute numerose altre personalità. Il pedagogista Mario Paolini ha definito lo sport come luogo di incontro e praticabile da tutti, marcando il ruolo formativo di genitori e scuola. Per Angelo Paganin, assessore alle politiche sociali a Belluno, lo sport deve innanzitutto permettere all’uomo di superare i propri limiti e difficoltà. A livello amministrativo, però, l’inclusione sociale è un

processo tutt’altro che facile. Betti Pusiol, direttore Veneto di Special Olympics, ha innalzato lo sport a diritto per tutti, rivendicando anche per i disabili la possibilità di utilizzare gli impianti sportivi. Lo sport deve essere occasione di gioia e condivisione di regole per il raggiungimento di un obiettivo comune. Solo così si possono abbattere le barriere culturali e far guadagnare autostima e sicurezza di sé a questi ragazzi. La sezione Abvs di Limana ha dato una mano nell’organizzazione, era presente con un gazebo e ha preparato il pranzo ai partecipanti. Per il segretario Nicola Ancillani è stata una manifestazione “meravigliosa, la migliore di tutte”. Un donatore, Massimo Dal Farra, ha arbitrato nel particolare torneo di calcetto che ha chiuso la giornata. Torneo particolare perché ha messo di fronte tre squadre di ragazzi disabili: la locale Società Nuova F.C., i Baskettosi Anffas Paese e la Prometeo Bassano F.C. Il triangolare, vinto da questi ultimi, era intitolato alla memoria di Danilo De Giuliani, a cui il tema della disabilità era molto caro. Le premiazioni hanno avuto un ospite d’eccezione nel campione di sci, Kristian Ivan Ferigo Ghedina.

LE SETTE SORELLE

P

Il 26 luglio appuntamento con Zelig

C

ontinua con profitto il binomio divertimento-solidarietà! L’Abvs, in collaborazione con il Comitato Festeggiamenti Bribano e grazie al coordinamento della propria sezione di Bribano-Longano, ha organizzato una “serata Zelig” per giovedì 26 luglio (alle ore 21.00) nell’ambito della nota “Sagra dei Per”. Direttamente dal fortunato

programma televisivo, si avvicenderanno sotto il tendone i comici Francesco Damiano ed il Duo Torri (foto) per dei momenti di assoluta allegria. L’ingresso sarà a offerta libera. Il ricavato verrà devoluto alla Fondazione Tes, da anni impegnata nella ricerca nel campo della biologia e della medicina rigenerativa. B.I. Vi aspettiamo numerosi! 45


Biciclettata regionale: è per il 2 settembre a Castelfranco Veneto S

ono attesi grandi numeri, anche quest’anno, alla “Pedalata ecologica”, manifestazione ciclistica nazionale non competitiva, organizzata dall’Avis regionale Veneto. L’iniziativa torna in terra trevigiana attraverso i meravigliosi colli Asolani e le città murate. Si svolgerà domenica 2 settembre, con ritrovo al piazzale dei donatori di sangue (davanti al palazzetto dello sport) di Castelfranco Veneto alle ore 7.30 e partenza alle ore 8.30. Il percorso di 50 chilometri si snoderà da Castelfranco per Fanzolo di Vedelago, Altivole, Asolo, Monfumo, Castelcucco, Farra, Fonte Alto, San Zenone degli Ezzelini, Ca’ Rainati, Spineda di Riese, Poggiana, Bella Venezia, con ritorno a Castelfranco. All’arrivo sono previsti il ristoro per tutti i partecipanti e le premiazioni. Collaborano all’organizzazione l’Avis provinciale di Treviso e le Avis comunali di Castelfranco e Asolo con i loro Gruppi ciclistici, G.S. Postumia 73 Dino Liviero e Federazione ciclistica italiana. Il patrocinio è del Comune di Castelfranco e Asolo e della Provincia di Treviso. La partecipazione è aperta a tutti, singoli e gruppi cicloamatoriali Avis e non. È prevista una maglia ufficiale del raduno. Per informazioni

telefonare al numero 0423-732330, dal lunedì al sabato dalle ore 8 alle 12. La manifestazione si svolgerà con qualsiasi tempo. Per chi arriva da lontano e voglia pernottare fra il sabato e la domenica, sono previste tariffe “speciali Avis” all’albergo Roma che si affaccia proprio sulla Piazza del donatore da dove è prevista la partenza.

Come corrono gli avisini-podisti padovani! A

lla staffetta podistica del 28 aprile, organizzata dal Gruppo Podisti Monselicensi, ha partecipato anche l’Avis comunale di Padova, con un folto gruppo

44 46

di podisti che ha affrontato la staffetta 6x1. Data la calda giornata di sole e la durata della corsa (dalle 14 alle 20) importanti sono stati gli ottimi “spugnaggi”, che hanno permesso alla squadra di terminare la gara. Anche se non è arrivato primo, il gruppo era organizzato in modo ottimale, “colorato” con le magliette Avis e ha mantenuto un ottimo comportamento per tutta la gara, tanto da essere premiato dal Gruppo podisti monselicensi. Il 1° maggio l’Avis comunale di Padova ha corso con i podisti (ex Zaramella Piaggio Center) anche la Marcia non competitiva di 8-14 e19 chilometri “29 Camina’ per Ciosa e Marina” a Chioggia (Ve). Il policromo gruppo di 42 podisti ha gareggiato per oltre due ore, con il logo Avis comunale Padova, percorrendo calli, ponti, contrade, darsena, porto e arenile di Chioggia e Marina, e formando un bel cordone umano di invito alla donazione. Alla fine, foto in spiaggia tutti insieme prima del pranzo. Giorgio Forti


Una ‘trasfusione’ per i giornalisti-calciatori U

n “rinforzino” per i giornalisti? Ovviamente… gli avisini! Per la partita della solidarietà “Tv pressing giornalisti” contro Aido”, disputatasi a Valdobbiadene (Tv) sabato 9 giugno, cinque avisini (Stefano Bosa e Giovanni Di Napoli dall’Avis Resana, Ferruccio Contessotto dall’Avis Miane, Francesco Bigolin dall’Avis Farra di Soligo e Fabio Da Prà dall’Avis Conegliano) sono andati a “solidarizzare” con i giornalisti per una partita che sulla carta sembrava davvero proibitiva contro i giovani e forti atleti dell’Aido (nella foto di Walter Tonon l’entrata in campo delle squadre). Ben guidati da Tiziano Graziottin (del Gazzettino) in panchina per un infortunio e dal capitano Gianni Favero (dell’Ansa) in campo, però, i ragazzi del Tv Pressing/Avis sono riusciti a strappare un pareggio (3 a 3) che vale quasi come una vittoria, vista anche la differenza di età e di “caratura” tecnica tra le due squadre. Passati in vantaggio nel primo tempo grazie ai gol di Stefano Bosa e Claudio Tumiotto, i giornalisti-avisini sono stati poi raggiunti dall’Aido che è riuscita addirittura a ribaltare il risultato nella ripresa, ma ancora un “guizzo” di Tumiotto ha permesso a Tv Pressing di portare in equilibrio una sfida all’insegna dell’amicizia e della solidarietà. L’altro appuntamento del Tv Pressing e degli avisini calciatori era previsto per venerdì 6 luglio quando a Resana (Tv), presso gli impianti spor-

tivi parrocchiali, per un vero e proprio torneo con impegnate le squadre Avis provinciale, Avis Resana, Alpini, Protezione Civile Resana e Tv Pressing. Sarà l’occasione per rivedere la sfida tra giornalisti e avisini, una riedizione della “partita del cuore” già disputatasi l’anno scorso a Pieve di Soligo. In quell’occasione fu l’Avis provinciale ad avere la meglio.

Atletica mottense testimonial del dono Avis D

a quest’anno l’Avis comunale di Motta di Livenza (Tv) è lo sponsor ufficiale dell’Atletica Mottense. Un modo per sensibilizzare al dono del sangue, attraverso lo sport, la popolazione e i giovani in particolare. L’esordio della collaborazione c’è stato alla tradizionale manifestazione podistica di Motta, con partecipanti 2.400 atleti provenienti dalle province di Treviso, Pordenone e Venezia. A tutti i presenti, assieme all’iscrizione, è stato fornito un foglio con sintetizzato lo scopo di questa unione e i benefici per entrambe le associazioni, a dimostrare quanto sport e Avis possono darsi reciprocamente. Sotto il logo dell’Atletica Mottense c’era la frase “salute per te”, e sotto il logo dell’Avis c’era la frase “salute per gli altri” . Fare sport fa bene a chi lo pratica, e se chi lo pratica sta bene, allora può donare. Diventare donatore, a sua volta, permette di controllare il proprio stato di salute. “È un circolo virtuoso che nel volantino abbiamo augurato a molti sportivi di poter intraprendere - spiega il Direttivo dell’Avis mottense - l’invito è stato fatto via email anche ai soci dell’Atletica (molti dei quali sono già avisini) e lo

stesso presidente, Dino Bergamo, si è impegnato ad effettuare la sua prima donazione. Diversi altri atleti hanno già detto che lo seguiranno. È stato un primo positivo riscontro che sicuramente verrà riproposto anche l’anno prossimo”. La sensibilizzazione continuerà per tutto l’arco dell’anno, in quanto l’atletica Mottense si è impegnata a promuovere questa finalità portando il foglietto “matrimoniale” alle varie podistiche domenicali alla quale partecipa, in modo da sensibilizzare altri atleti alla donazione.

47



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.