Dono & Vita no.4 - Dicembre 2013

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Pubblicazione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XXXV - n.4 - Dicembre 2013- Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, NE/PD - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97 - Tiratura e diffusione: 105.000 copie

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Donare riaccende la Vita

Numero 4 dicembre 2013

Periodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue www.donoevita.it.


1settembre02-17_progetto2Dono&Vita 04/12/13 18.08 Pagina 2

Donare

Sommario

(Dati ufficiali 2012 Commissione verifica poteri. Vicenza: Assemblea Regionale 2013)

Numero 4 dicembre 2013 Periodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue www.donoevita.it.

Copertina di Mimmo Lamacchia con immagini di Lamacchia e Castellano.

di Gino Foffano

pag.4

Fotolito: Typongraph Digital System - S. Martino B. Albergo (Vr)

Forum giovani interregionale, se la buona notizia fa... notizia

da pag.20

Sivà: la radio racconta il forum

pag.22

Avis in tour, donare fa tendenza

pag.26

Vice Direttore Esecutivo/Segreteria Redazione: Michela Rossato - redazione.dono-vita@avis.it

Dal Nord Est la coordinatrice nazionale Job&Orienta e parlare in pubblico pag.27

Coordinamento grafico-editoriale: Nereo Marchi

La pagina del direttore di Beppe Castellano

pag.5

Editore - Segreteria - Amministrazione AVIS Regionale via Ospedale,1 - 31100 Treviso tel. 0422 405088 - fax 0422 325042 avis.veneto@avis.it REDAZIONE Via Roma, 38 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) tel. 0423 420078 - Fax: 0423 3445078 320 4784837 E-mail: redazione.dono-vita@avis.it Presidente Avis Regionale Veneto Gino Foffano Idea Grafica: Elena Fattorelli-Luca Fantoni - Verona

Pagine Giovani

L’Editoriale

Dono & Vita Anno XXXV - n° 4 - dicembre 2013 Periodico di informazione e promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue

Stampa: Elcograf - Verona Diffusione Editoriale: Prontopack - Zevio (VR) LA REDAZIONE Direttore Responsabile:

Beppe Castellano - b.castellano@avis.it

Attualità trasfusionale 2014 decisivo per l’Italia

pag.6

La “mappa” del sangue in Veneto

pag.7

Il Bello del Veneto

Progetto Africa

Donatori e donazioni Avis ITALIA

Avis, Cuamm e Alì insieme

(Dati ufficiali 2012 Commissione verifica poteri. Rimini: Assemblea Nazionale 2013)

Storia di Gaetano, donatore Etiope-Eritreo

Niente sangue, i bimbi muoiono

da pag. 8 pag.10

Possagno & Canova

da pag.23

Le sette sorelle Cronache associative dalle nostre province avisine e dall’Abvs Belluno

pag. 11

Una storia veneta

Treviso

da pag.28

BUON NATALE E FELICE 2014! 2

Redattori responsabili per le provinciali AVIS - ABVS BELLUNO: Barbara Iannotta, Giulia Frigimelica; PADOVA: Gloria Mercurio, Gianni Mamprin; ROVIGO: Gianluca Munegato; TREVISO: Michela Rossato, Daniela Moro; VENEZIA: Giorgia Chiaro, Dario Piccolo; Manuela Fossa; Ottaviano Cereser, Giorgio Scotto, VERONA: Alice Rossetto, Costantino Gugliuzza; VICENZA: Enrico Iseppi, Gianfranco Sottoriva. Redazione giovani Elena Cappelletto (TV), Fulvia Chiaro (VE), Federico Marangoni, Alice Rossetto (VR), Gloria Mercurio (PD), Kevin Costa (VR).

pag.12

Venezia

da pag.31

Noi, ragazzi in quegli anni ‘70

pag.13

Belluno

da pag.34

Notizie da Avis nazionale e Sanitarie Alberto Argentoni e Bernardino Spaliviero

Cellule epatiche, qui la cura?

pag. 14

Padova

da pag.36

Bomboniere? No, ricerca!

pag. 15

Verona

da pag.38

Collaboratori fissi e rubriche Ottaviano Cereser (Il Bello del Veneto), Francesco Magarotto (Volontariato), Roberto Rondin (Cooperazione internazionale), Lucia Del Sole (Giovani Avis nazionale e EU)

Vicenza

da pag.40

Rovigo

da pag.44

Donatori? Sì, fino al midollo

pag.16

Intesa con Avis si rinnova

pag.17

Aziende per il volontariato

Chi ha ricevuto, chi ha donato pag.18

Supermercati, Telethon

pag.46

E chi in soli sei mesi...

Scuola e Sport

pag.47

pag.19

Continuate a leggerci anche sul web e su Facebook donoevita.it

E a tutti voi, lettori e donatori...

Vice Direttore: Roberto Rossini

Fratelli di sangue da 40 anni

Sangue midollare

SOMMARIO

Donatori e donazioni Avis VENETO

azione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XXXV - n.4 - Dicembre 2013- Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, NE/PD - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97 - Tiratura e diffusione: 105.000 copie

Quanti siamo, dove siamo, quanto doniamo:

Donare riaccende la Vita

Hanno collaborato a questo numero: Linda Previato, Giulia Levorato, Getauhm Tamrat, Silvia Barbon, Paola Dalli Cani, Andrea Finotto, Sara Morini, Milena Toniolo, Taira Riolfi, Umberto Panarotto, Walter Tonon, Lorella Piai, Giorgio Brunello, Silvano Vello, Giuliano Casotto, Roberto Sartori, Mauro Zocca, Gaspare Fraccaro, Marco Gianesini, Giampiero Vantin, Tiziano Graziottin, Alessandro Comin. Fotografie: Mimmo Lamacchia, Ottaviano Cereser, Barbara Ianotta Chiuso in fotolito il 3 dicembre 2013 Il prossimo numero uscirà a marzo 2014 IL MATERIALE VA INVIATO IN OGNI CASO ENTRO IL 31 GENNAIO 2014. Foto a stampa, anche se non pubblicate, NON SI RESTITUISCONO. Lettere e interventi vanno inviati, firmati, a: REDAZIONE DONO & VITA Via Roma, 38 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) redazione.dono-vita@avis.it oppure AVIS ABVS Regionale Veneto Via Ospedale, 1 - 31100 Treviso avis.veneto@avis.it Gli articoli delle AVIS Comunali DEVONO passare attraverso i redattori di ogni PROVINCIALE. Vi invitiamo a contattarli anche per essere inseriti su

www.donoevita.it

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Eppure negli anni ‘90... ci prendevano per i fondelli

Per donare, donare tutti, e non sprecare

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’Avis sta valutando, dal giugno scorso, una proposta del Crat relativa alla realizzazione delle linee-guida per la chiamata dei donatori alla donazione, sia per la programmazione feriale, sia per quella festiva, compresa quella gestita da Avis. È un piano che punta a concretizzare i riferimenti normativi che disciplinano le attività trasfusionali a partire dal IV Piano Sangue Regionale del 2004, fino all’ultima DGR 954 del 2013, relativo all’accordo della Conferenza Permanente Stato-Regioni. Fermo restando che le chiamate dei donatori restano di competenza associativa, bisogna sottolineare che in questo settore l’associazione deve intervenire al più presto. La novità più significativa consiste nel coinvolgimento diretto nella programmazione di un’agenda di appuntamenti, con la donazione che risulta essere ben più di una semplice chiamata (quella si può fare semplicemente con un sms o con un megafono). L’associazione ha attivato con le sedi provinciali un’analisi sulle realtà territoriali per poter suggerire eventuali proposte prima che lo strumento venga deliberato e per poter aprire sin da ora un dibattito, al fine di creare un’organizzazione della chiamata in linea con i Sit di riferimento e in base alle effettive necessità terapeutiche del territorio e al servizio del donatore. Nella nostra regione, esistono delle consistenti diversità tecnico-organizzative fra i sette dipartimenti provinciali oltre che, in alcuni, la presenza di altre associazioni del settore. Questa situazione mette a dura prova lo sviluppo di uno strumento comune che risponda con equilibrio ai criteri di efficacia ed efficienza di risultato, nel rispetto di un bilanciamento equilibrato fra le parti. Due province del Veneto da qualche anno hanno consolidato un’esperienza nel settore e da loro possiamo attingere interessanti contributi. L’Avis provinciale di Rovigo, infatti, gestisce un unico ufficio di chiamata per tutto il territorio, articolato in tre sedi, in correlazione con tre centri di raccolta e raccoglie oltre 17.000 sacche all’anno, suddivise attualmente fra 50 Avis comunali, con circa 10.600 soci. Gli amici dell’Abvs della provincia di Belluno hanno predisposto

un unico ufficio di chiamata per tutta la provincia, situato presso l’ospedale di Belluno, che gestisce l’attività di chiamata per circa 9.200 donazioni all’anno e che coinvolge 52 sezioni del territorio, con un parco soci attivi di 6.150 donatori. Per decenni, il primo problema per la nostra associazione è stato il conseguimento dell’autosufficienza, oggi che questa è stata raggiunta e consolidata per quasi tutte le sue componenti in tutto il territorio regionale, i fabbisogni ospedalieri di sangue vanno gradatamente diminuendo. Un concetto fino a poco tempo fa sconosciuto, chiamato con il termine anglosassone “spending review”, è diventato una parola di uso quotidiano che, tradotta in pratica, si concretizza in ristrettezze economiche, obbligandoci a un diverso utilizzo delle risorse. Da questo consegue che dobbiamo assumerci le nostre responsabilità, riqualificare l’organizzazione interna e porci nuovi obiettivi, quali il mantenimento del nostro patrimonio associativo, la chiamata per macro-aree per non perdere nessun socio e farli comunque donare tutti, la distribuzione più attenta della raccolta per profilo biologico per contenere al minimo gli eventuali esuberi. Questi sono alcuni obiettivi che dobbiamo iniziare a perseguire, data l’attuale situazione di non richiesta di crescita nella raccolta, dovuta ad una diminuzione del fabbisogno regionale di sangue e ad una sempre minore richiesta da parte di altre regioni che si approvvigionavano in Veneto. Non possiamo produrre più del necessario. Non utilizzare tutto il sangue donato è etico? Sicuramente no, e ciò non può dipendere da un’organizzazione non funzionale. Fino ad ora abbiamo operato con impegno e con risultati positivi per quanto riguarda le chiamate, continuiamo a farlo assieme in maniera più organizzata, più attenta e in linea con le reali necessità terapeuGino Foffano, presidente Avis regionale tiche.

“soliti veneti”... “Il plasma mica è Prosecco. Vogliono il “plasma a Doc”. E giù sorrisetti e sfottò che fioccavano. Così in Italia quando, su queste stesse pagine a metà degli anni ‘90, scrivevamo di “plasma a Doc”. Ovviamente ci riferivamo ai plasmaderivati ricavati in conto lavorazione da plasma di donatori “locali”, periodici, associati e controllati. Bene. Qui sotto pubblichiamo un’immagine (è un’etichetta di medicinale) di cui la maggior parte di noi non ci capisce un’acca. Naturale, è in giapponese. In Italia siamo ancora parecchio in difficoltà con l’inglese, figurarsi con le lingue orientali che pur saranno “pane quotidiano” per i nostri figli e nipoti. Tornando all’etichetta, l’abbiamo quindi fatta tradurre, non senza qualche difficoltà nel trovare chi poteva esserne in grado (grazie a Giulia Ciofini per la traduzione qua accanto). Ebbene si tratta, l’avrete immaginato, di un plasmaderivato. È esattamente un’immunoglobulina prodotta da una multinazionale che ovviamente non citiamo. Sarà una delle quattro che, presumibilmente, parteciperanno alle gare per la produzione in c/lavorazione del vostro plasma nel 2014. La cosa interessante è che (come leggiamo nella traduzione), i giapponesi DA ANNI su tutte le confezioni di plasmaderivati impongono che venga indicata la “provenienza” del plasma. E non solo... In questo caso proviene dalla Germania ed è ricavato da donatori NON a pagamento. Cosa che in Italia chiediamo, appunto, da almeno venti anni: i “plasmaderivati a DOC”. Ma i giapponesi, si sa, sono sempre molto più avanti di noi, anche nel chiedere “scusa” e nell’ammettere e pagare i propri errori. Sempre a metà degli anni ‘90 riportammo una notizia da “Le Monde” secondo la quale sia il Ministro della Sanità giapponese, sia i dirigenti di una ditta farmaceutica del Sol levante avevano - “faccia a terra” - pubblicamente chiesto scusa agli emofilici infettati da HIV per i farmaci

infetti importati. E avevano indennizzato, subito, loro e le famiglie. Senza discutere. Non pretendiamo tanto dai nostri politici (figurarsi...), ma magari una parola fine agli ormai ultradecennali processi a carico dei responsabili, sì. E imporre l’etichetta con la “provenienza” del plasma usato per i plasmaderivati anche in Italia, perché no? Minuziose indicazioni di provenienza ci sono perfino su ogni uovo o confezione di fettine che acquistiamo al supermercato (stringenti norme UE)! Perché non dobbiamo averle anche su ciò che a ogni cittadino può capitare di iniettarsi in vena? Almeno anche lì potremo scegliere molto più “consensualmenBeppe Castellano te informati”. BUON NATALE!

La traduzione dell’etichetta “Letteralmente 採血国 significa "paese in cui è stato effettuato il prelievo di sangue"; la parola che segue, ドイ ツ, indica la Germania. L'ideogramma subito dopo, 献 血, significa "donazione di sangue" ed è composto dalla parola sangue e dalla parola donare. Controllando gli altri significati dell'ideogramma che indica il "donare", mi sembra che sottintenda sempre un senso di "dare in offerta, dare in omaggio, dedicare". Questo fa pensare che si (Giulia Ciofini) tratti di donatori non remunerati...”

LA PAGINA DEL DIRETTORE

L’EDITORIALE

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DonoVita sulla rete

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Quando un banner come questi appare su una pagina, la notizia può essere approfondita (con testi, gallerie d’immagini, video, ecc...) sul sito-blog del giornale e/o sulle pagine Facebook e YouTube. Veniteci a cliccare, potete anche commentare. E su Facebook mettete un “mi piace”, naturalmente + WEB se... vi piace. BUON NATALE A TUTTI

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O ATTUALITA’ TRASFUSIONALE

gni anno, il Centro Nazionale Sangue (CNS) organizza una conferenza generale per concordare la programmazione delle attività nell’anno successivo e per affrontare le principali problematiche del sistema. Nella riunione del novembre a Roma, si sono affrontati i seguenti argomenti:

Dott. Giuliano Grazzini, Direttone Centro nazionale Sangue

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hanno già eseguito le visite ispettive e altre 5 regioni le hanno pianificate e/o iniziate. Il dott. Giuliano Grazzini, direttore del CNS, si è detto preoccupato, ma fiducioso. Di certo il tempo non è più molto e le eventuali azioni correttive delle non conformità si dovranno svolgere in tempi ridottissimi. Il Veneto ha deciso di effettuare separatamente la procedura di auProgrammazione attività 2014 torizzazione, che per noi è un rinnovo, e quella di acAlla luce del calo dei consumi di globuli rossi (-3%) creditamento, avviando contemporaneamente gli innei primi nove mesi del 2013, si prevede per il 2014 dispensabili corsi di formazione per il personale delle un incremento minimo (+1,6%) della raccolta di nostre Unità di raccolta (UdR). Nel momento in cui sangue intero. Questo auandiamo in stampa, il Comento permetterà di assiordinamento regionale per Gli scogli da superare a livello le attività trasfusionali curare l’autosufficienza nazionale, garantendo (CRAT) sta vagliando i nazionale per l’anno 2014 anche le regioni carenti risultati delle visite ispetche sono la Sardegna tive per omogeneizzare i (fabbisogno extraregionale previsto di 35.500 unità criteri di giudizio e disporre le tempistiche di adeguadi globuli rossi) e il Lazio (fabbisogno extraregionale mento per le prescrizioni riscontrate. Seguirà, poi, il previsto di 18.600 unità di globuli rossi). Il Veneto decreto di autorizzazione della Giunta Regionale e ci parteciperà al supporto nazionale con oltre 11mila si dovrà adeguare nei tempi previsti, pena l’impossiunità, mantenendo il ruolo di seconda regione ita- bilità di continuare a raccogliere il sangue dei nostri liana dopo il Piemonte, che assicurerà ben 26mila donatori. unità. Per quanto riguarda la raccolta di plasma si Prima donazione differita prevede un aumento dell’1,5% ma molte regioni del Centro-Nord hanno dichiarato che ridurranno la Questa procedura, ormai consolidata in Veneto, è loro produzione. Il Veneto ha confermato che in- adottata solo da alcune regioni in Italia. Le regioni tende trovare il punto di equilibrio tra la raccolta di con più raccolta da donatori non periodici, ma anche plasma e l’autosufficienza in plasmaderivati (ormai da quelle dove la Fidas è prevalente (vedi il vicino raggiunta in regione), razionalizzando Friuli), mettono in discussione la sua necessità dal l’utilizzo delle stazioni di plasmaferesi punto di vista della sicurezza e segnalano le impli(che dovranno svolgere come media cazioni organizzative ed economiche. Il CNS intendipartimentale almeno 500 proce- derebbe uniformare il quadro nazionale e così ha dedure/anno per macchina) e riducendo ciso di organizzare un convegno per il prossimo 3 la raccolta da aferesi. Anche in questo febbraio a Roma per iniziare a discutere su basi sciencaso, comunque, ci attestiamo a volu- tifiche validate. Il Veneto e Avis nazionale sono conmi di raccolta di quasi 85.000 Kg. di vinte dell’importanza di questa procedura che plasma all’anno, dietro solo alla Lom- migliora la già elevata sicurezza trasfusionale, ma che ha anche un forte valore di sensibilizzazione e rebardia in ambito nazionale. sponsabilizzazione del donatore. Un dato interesPercorso di autorizzazione sante riguarda il periodo 2011-2012: di tutti i e accreditamento 97.330 aspiranti donatori che hanno effettuato la Ormai manca poco più di un anno alla scadenza del- prima donazione differita in 39.781 (40,9%) sono l’obbligo di accreditamento delle strutture trasfu- tornati a donare nel periodo di riferimento mentre sionali pubbliche e associative. In Italia la situazione dei 287.380 aspiranti donatori che hanno donato è piuttosto variegata: tutte le regioni (tranne Campa- subito, solo 48.500 (16,8%) hanno ridonato nello nia, Lazio, Umbria), hanno definito il percorso per stesso periodo. Il dato in Veneto risulta essere ancora l’accreditamento e stanno formando i team di verifi- superiore: il 52,9% è tornato a donare dopo la prima Alberto Argentoni ca ma solo 4 regioni (Friuli Venezia Giulia, la provin- donazione differita. Vice presidente vicario Avis nazionale cia autonoma di Trento, Val d’Aosta e Veneto)

La “mappa” del sangue in Veneto L

a Giunta Regionale, dopo mesi di discussioni e confronti, con la delibera del 19 novembre ha definito “le schede di dotazione ospedaliera” degli ospedali pubblici e privati del Veneto. A noi donatori e dirigenti Avis interessano la Rete Trasfusionale e per il risvolto trasfusionale specifico la rete delle Ematologie, cioè i luoghi dove si curano le malattie del sangue. Abbiamo dunque letto gli allegati ed esaminato le schede, ospedale per ospedale, con questo interesse, centinaia di pagine!

Medicina Trasfusionale Della Medicina Trasfusionale si parla nell’Allegato A “Indirizzi e criteri operativi”, al punto 3.5. Richiamato il 4° Piano sangue e plasma adottato ancora nel 2004 (delibera del Consiglio Regionale n.18 del 25.03.2004) è scritto: “La proposta di riorganizzazione conferma il modello dipartimentale provinciale ed identifica per ciascuno dei sette Ospedali di riferimento provinciale una Unità Operativa Complessa di Medicina Trasfusionale che svolge, in qualità di direzione del DIMT, anche la funzione di coordinamento per le strutture della provincia di riferimento”. Eh si! Quella volta avevamo visto giusto e guardato lontano, se dopo 10 anni si conferma il disegno complessivo del 4° Piano Sangue! Viene quindi confer-

mato un Dipartimento Interaziendale Trasfusionale Provinciale (Dimt) per ogni provincia veneta, con sede nel capoluogo e con un Direttore. Spariranno i primariati nei territori provinciali, sostituiti da Unità Semplici Dipartimentali (Usd), con un proprio responsabile, che risponderà al direttore del Dimt, il quale coordinerà l’intera attività trasfusionale provinciale. L’eccezione che conferma la regola è l’azienda Ulss 22 di Bussolengo (Vr), dove è previsto che rimanga il primario, anche se l’attività trasfusionale sarà comunque garantita e coordinata dal DIMT provinciale. Nelle strutture private è previsto un Centro Trasfusionale all’Ospedale Don Calabria di Negrar (Vr), in convenzione con l’Azienda Ospedaliera di Verona; infine nella Casa di Cura Madonna della Salute di Adria (Ro) è prevista attività trasfusionale gestita dal Laboratorio di Analisi, coordinata dal Dimt di Rovigo. Anche se non inserite nelle schede ospedaliere la rete della raccolta del sangue è completata con le Unità di Raccolta provinciali Avis di Treviso, Venezia e Padova.

Ematologia

ATTUALITA’ TRASFUSIONALE

Anno decisivo per l’Italia del dono

In ogni capoluogo di provincia c’è l’Ematologia, con un direttore nelle cinque province maggiori mentre a Belluno e Rovigo c’è l’Unità semplice dipartimentale inserita nelle Medicine generali. In più compare per la prima volta l’Ematologia con proprio direttore a Castelfranco Veneto (Tv). Qui da 40 anni c’è un Centro Trasfusionale con annesso un reparto di degenza per le malattie del sangue e Centro regionale di riferimento per l’Emofilia di fama nazionale, che diviene quindi autonomo, svincolato dal DIMT provinciale. Infine nella Casa di Cura Policlinico San Marco (Ulss 12-Veneziana) è prevista “attività di Ematologia” inserita nella Medicina Generale. Sono confermate le due Oncoematologie Pediatriche di Padova e Verona. Viene confermato che solo a Verona si fa il trapianto di midollo osseo, sia negli adulti in Ematologia, sia nei bambini nell’Oncoematologia Pediatrica. Bernardino Spaliviero Coordinatore comitato medico Avis nazionale 7


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Avis, Cuamm e Alì for Africa

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a sinergia tra tre realtà diverse, Cuamm Medici con tandola a due euro. Una solidarietà che si moltiplica, l’Africa, Avis regionale Veneto e Alì Alìper Super- quindi, soprattutto dopo il grande successo dello scormercati, sta dando vita ad un’iniziativa di solidarietà so anno che ha permesso ad Alì di donare al Cuamm senza precedenti. Medici con l’Africa oltre 87.854 euro per l’ospedale di Con “Sangue sicuro per le mamme e i bambini in Mikumi, in Tanzania. Da quest’anno, nel progetto Africa” ci si propone, infatti, di far fronte alle richieste entra anche l’Avis Veneto, con il duplice ruolo di di sangue di quattro ospedali a sud del Sahara. sostenitore della raccolta fondi (con un conto corrente “Negli ospedali africani il 60-80% delle trasfusioni sal- dedicato) e con un supporto tecnico, logistico e cultuvavita sono destinate ai bambini, soprattutto per curare la rale in loco. malaria, e alle donne, specie per far fronte a emorragie os- “Le difficili condizioni igienico-sanitarie e le endemie pretetriche - è stato spiegato dal dott. Massimo La Raja nel senti nei Paesi africani rendono la donazione di sangue corso della conferenza stampa di presentazione del indispensabile per far continuare la vita - spiega il presiprogetto, il 15 ottobre alla dente di Avis regionale sede dell’Avis regionale, a Gino Foffano - La stessa Parte un progetto comune per Treviso - Per garantire una Avis, nel 1927, è nata dopo il trasfusione sicura è necessario il sangue nel continente africano dramma dell’ennesima giopresidiare tutte le componenti vane madre morta di emorradel ciclo trasfusionale: dalla gia da parto. L’ematologo Vitindicazione trasfusionale corretta e tempestiva alla torio Formentano decise di fondare un’organizzazione di disponibilità di donatori a basso rischio, alla sicurezza bi- donatori volontari, controllati e periodici perchè il sangue ologica e immuno-ematologica”. negli ospedali ci fosse sempre e fosse sicuro. Quella che oggi Un progetto inedito, in cui tre realtà fortemente radi- da noi è diventata una certezza, in molti altri Paesi del cate nel territorio regionale fanno rete con l’obiettivo mondo è ancora solo una speranza. Vogliamo che questa speciale di garantire la fornitura di sangue sicuro a speranza diventi realtà e per questo abbiamo deciso di colbambini e donne in gravidanza nei quattro ospedali di laborare con i Medici con l’Africa-Cuamm e con Alì SuAber in Uganda, Chiulo in Angola, Tosamaganga in permercati, nel tentativo di creare un’organizzazione loTanzania e Wolisso in Etiopia, attraverso il coinvolgi- cale che sia in grado di sostenere l’opera di reclutamento di mento delle Avis provinciali e la raccolta punti di Alì donatori di sangue e che possa davvero cambiare le cose. Supermercati. Con 100 punti di spesa, si potrà donare Oltre all’indispensabile supporto tecnico e logistico che il un euro ad Avis e Medici con l’Africa Cuamm. E non progetto prevede, il compito specifico di Avis è quello di solo, Alì Supermercati raddoppierà la donazione por- formare dei partner sul territorio, che sappiano gestire l’in-

PROGETTO AFRICA

PROGETTO AFRICA

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tero processo organizzativo che il sistema trasfusionale richiede”. A sostegno dell’iniziativa, l’Avis metterà in campo le esperienze maturate nel campo della cooperazione internazionale che attualmente sta sviluppando in alcuni Paesi dell’America Latina: in Bolivia è nata l’Abds (Associazione Boliviana Donatori Sangue), in Argentina l’Avas (Associazione Volontari Argentini Sangue). “Fondamentale sarà intervenire in sinergia e in collaborazione con le realtà locali regionali e nazionali, proponendo un’integrazione e un supporto a quanto già fanno”. Don Dante Carraro, direttore di Cuamm Medici con l’Africa ha precisato: “Abbiamo stimato che per far fronte alle richieste dei quattro ospedali ci servono circa 2.000 trasfusioni all’anno e grazie alla generosità di Alì e dei suoi clienti, che ben conosciamo viste le donazioni ricevute negli anni scorsi, siamo certi di riuscire a raggiungere anche questo obiettivo. La collaborazione con Avis darà sicuramente un forte impulso all’intero progetto”. “Anche quest’anno il nostro Gruppo non ha voluto far mancare il proprio sostegno ad un progetto così importante - afferma Marco Canella, responsabile amministrativo di Alì S.p.A. - Siamo contenti di aiutare due realtà riconosciute e radicate come Cuamm e Avis e vogliamo innanzitutto ringraziare i nostri clienti che continuano a credere a questa missione devolvendo i punti della loro Carta Fedeltà. Anche la proprietà Alì ha voluto mantenere fede al proprio impegno, allargando quest’anno la partnership ad Avis, sicuri che siano piccoli gesti come questo a migliorare la vita di chi è

meno fortunato di noi”. Durante la conferenza stampa Alì Supermercati ha consegnato a Medici con l’Africa Cuamm il ricavato aggiuntivo della raccolta punti 2012/2013 che, per un valore di 10.584 euro, va a integrare la somma già destinata all’ospedale di Mikumi in Tanzania, portando il totale donato oltre quota 98.000 euro. Michela Rossato, Linda Previato e Giulia Levorato

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secca la frase: “Abbiamo perso una ventina di bam- sono diventate impraticabili, nessun elicottero o piccobini e alcune mamme in un solo mese, perché manca- lo aereo è potuto atterrare, nessuna ambulanza uscire, va sangue”. E sono parole che pesano come macigni, nessuna auto arrivare. “A luglio c’è stata un’epidemia di quelle del dott. Lorenzo Dal Lago. Finalista al concor- malaria e i bambini che riuscivano ad arrivare erano aneso Avis “Samaritano” di qualche anno fa, è un pediatra mici, con emoglobina tra 2 e 4 e con rischio di scompensi padovano, con ambulatorio cardiaci. Non c’era sangue per nel trevigiano, nato in tutti e uno dopo l’altro, nelKenia e da sempre medico Le dirette testimonianze di chi l’arco di un mese, ce ne sono volontario del Cuamm morti una ventina tra le bracopera negli ospedali Cuamm Medici per l’Africa, come il cia, tra neonati e bambini padre e i fratelli. Una più grandicelli. Questo acfamiglia dedita al prossimo che soffre, quella di Loren- cadeva in pediatria, ma anche negli altri reparti. Sono zo, che assieme alla moglie Daniela (insegnante) e ai tre morte anche giovani mamme e donne gravide. La manfigli, da più di vent’anni “trascorre le vacanze” alla canza di sangue ha di fatto bloccato anche tutti gli interscuola materna che hanno fondato a Matany, nella venti chirurgici”. Un episodio, su tutti, il dott. Dal Lago poverissima regione di Karamoja, in Uganda. e la moglie non potranno mai dimenticare: “Pioveva Accanto all’asilo c’è l’ospedale, in cui il dott. Dal Lago forte, una mamma giovanissima, sui vent’anni, arriva alopera da medico volontario. “Una struttura ospedaliera l’ospedale dopo aver camminato per 40 chilometri da sola, buona, con personale medico ed infermieristico sia locale in mezzo alla savana, attraversando fiumi ingrossati e che volontario preparato - spiega - ma costantemente alle strade allagate. Ha il suo bambino di due anni sulle prese con la mancanza, tra le altre cose, di sangue. spalle, malato. Il piccolino è in condizioni critiche e L’ospedale si trova in avrebbe bisogno di una trasfusione immediata… ma il una zona isolata e semi- sangue non c’è. E muore”. desertica, con difficoltà In Africa si muore così, perché non si può aiutare chi logi-stiche e di comuni- ha bisogno, perché non c’è sangue. In emergenza lo si cazione. Sangue ne arri- chiede ai parenti del paziente. Ma da quelle parti “l’eva poco, se piove in mergenza è la normalità” e il sangue occorre sempre. abbondanza,ogni giorno “Eppure un po’ di raccolta del sangue a Matany c’è, grazie si vive un dramma”. alla sensibilità degli studenti delle scuole superiori della reCome è accaduto nel- gione e della scuola infermieri - dichiara il dott. Dal lago l’estate del 2012, quan- - ma tutto il sangue viene mandato a Kampala, la capido per due/tre mesi per tale o a Mbale, a 300 chilometri dall’ospedale, per essere le forti piogge le strade testato e poi rispedito a Matany via auto o aereo. Questo è sicuramente un bene, perché il sangue che arriva è sicuro, anche grazie a rigide regole imposte dal Governo per evitare il diffondersi delle malattie, Hiv in testa, ma è poco e i tempi sono troppo lunghi. Complici i problemi logistici, il sangue arriva a singhiozzo. L‘ideale sarebbero poter fare raccolta, test e utilizzo in loco, senza ulteriori passaggi”. Per questo viene accolto con favore il progetto che vede coinvolta anche l’Avis. “Credo fermamente che una cultura del dono del sangue in Africa farebbe la differenza. E che questa differenza la potrebbero fare i giovani, gli studenti, che vediamo sempre più sensibili al problema”. Oltre ad essere una forma di tutela della propria salute, di cui in Africa c’è enorme bisogno, visto il dilagare di Aids e altre gravi malattie, il dono potrebbe davvero diventare un gesto “normale”. Un dono controllato, organizzato e periodico, proprio Michela Rossato come quello degli avisini.

Là, dove la vita è appesa a un filo L

’urgenza nei paesi africani di poter avere disponibilità di sangue da donatori in loco è drammatica soprattutto per l’età pediatrica. Ce lo conferma il dottor Massimo La Raja, anch’egli medico del Cuamm oltre che trasfusionista presso l’Ulss 5 di Vicenza. "Negli ospedali africani il 60-80 per cento delle trasfusioni salvavita sono destinate ai bambini, soprattutto per le anemie collegate alla malaria pediatrica endemica e alle donne, in particolare per affrontare le tragiche emorraggie ostetriche". Fino al 2007 La Raja era impegnato direttamente negli ospedali africani, da qualche anno si dedica - sempre nei periodi che trascorre volontariamente in Africa - proprio alla formazione del personale in ambito trasfusionale. “Ne ho viste morire tante, troppe - dice - di persone perché non c’era sangue. I donatori “in emergenza” il più delle volte, per i casi più disperati, sono soprattutto infermieri e medici stessi che operano in loco”. Ma manca ancora tutto: dai reagenti, ai test di compatibilità, a quelli per la misurazione dell’emoglobina, ai test per l’individuazione dei virus... “E se una macchina non funziona, in questo caso ci possono essere danni mortali pur avendo il sangue. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che i sieropositivi HIV (il virus dell’Aids che ha avuto origine proprio in Africa, ndr) si aggirano fra

il 5 e il 10% nella popolazione anche solo dei 4 stati che fanno parte del progetto”. E se in Uganda e Tanzania, se non altro, un minimo di sistema di Blood Banking esiste anche se ancora del tutto insufficiente, in Angola ed Etiopia tutto è ancora pericolosamente approssimativo. “Il progetto mira a rinforzare un settore debole su cui si basa tutta l’opera dei medici Cuamm. È importante anche poter creare, grazie all’Avis, la mentalità della donazione volontaria. In Etiopia, per esempio, già esiste in B.C. parte, ma è anche dove c’è più bisogno”.

PROGETTO AFRICA

Niente sangue, i bimbi muoiono

Storia di Gaetano, etiope-eritreo e... donatore M

i chiamo Getauhm Tamrat, detto Gaetano, ho 41 anni e sono un immigrato donatore di sangue. Da un anno sono anche consigliere dell’Avis comunale di Giavera del Montello. Sono nato e cresciuto in Etiopia, ma le mie origini sono per metà etiopi e per metà eritree. Sono rimasto orfano da bambino e sono cresciuto in un orfanotrofio gestito dai frati cappuccini. A causa delle idee politiche della mia famiglia, sono stato a lungo imprigionato e torturato. In seguito alle torture, ero diventato cieco. Ho dovuto quindi lasciare il mio Paese, raggiungendo l’Italia come rifugiato politico. Qui, grazie ad un delicato intervento chirurgico, ho riacquistato la vista. Dopo aver girato varie parti d’Italia, mi sono definitivamente stabilito in provincia di Treviso, a Giavera del Montello. Ho trovato lavoro in un’industria metalmeccanica e mi sono inserito bene. Ho molti amici italiani e sono attivamente impegnato nelle attività a favore degli immigrati, in particolare nell’organizzazione del festival “Ritmi e danze dal Mondo”. Qualche tempo fa ho notato lo striscione che reclamizzava la donazione di

sangue. In Etiopia ero già stato donatore di sangue, e così ho chiesto informazioni a un’amica infermiera, che mi ha spiegato come il mio sangue sia particolarmente utile, perché geneticamente appartengo al ceppo africano. Un sangue “speciale” difficile da trovare. Ho così deciso di ricominciare a donare presso il centro mobile del mio Comune. Poi ho iniziato a partecipare alle feste sociali e alle varie attività della mia Avis e lo scorso febbraio, con mia grande sorpresa, sono stato eletto nel nuovo Consiglio direttivo. È stato per me un grande onore, che mi fa sentire pienamente inserito nella mia comunità di adozione e utile per la sua crescita. Getauhm Tamrat 11


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“Fratelli di sangue” da 40 anni

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ratelli di sangue da quarant’anni. È Battista Gajo, dal ricordo del dott. Giorgio Tegon, un legame strettissimo quello che recentemente scomparso, nonché dall’attuale pricongiunge i donatori di sangue e gli mario, dott. Giuseppe Tagariello. Organizzato conemofilici. È una storia di “sangue sano e giuntamente dall’Avis regionale, dalla Provinciale di sangue malato”, l’uno che cura l’altro, Treviso, Comunale di Castelfranco e dalla Lagev senza nulla chiedere. Un legame rin- (Libera associazione genitori ed emofilici del Venesaldato dall’incontro svoltosi il 23 no- to), l’occasione è stata anche quella di radunare tanti vembre a Castelfranco Veneto (Tv). Il ex dirigenti Avis Veneto, da sempre legati a doppio luogo non è stato certo casuale: proprio filo alle vicende del centro. Da Castelfranco, infatti, qui, il 3 settembre del 1973, il professor partì una medicina trasfusionale nata dove nulla c’era Agostino Traldi, affermato ematologo, fondava il ancora di definito e che ha cambiato l’Avis, facendo Centro per la cura dell’emofilia e delle malattie del “scuola” in Veneto e in Italia. Oggi i medici “figli” di sangue dell’Ulss 8. A chiaquella scuola, sono stati e marlo da Castelfranco Emisono primari in Ematologie e lia, assieme all’inseparabile Quasi 250 ex dirigenti avisini ed Centri trasfusionali non solo dott. Davoli, un politico che emofilici in un giorno speciale regionali. I dirigenti Avis, vedeva lontano: Domenico “figli” di quella scuola, lottano Sartor. Quarant’anni sono ancora con le armi della tanti se si guardano le foto sbiadite dei primi pazien- conoscenza a tutti i livelli. Sempre dalla parte delti che seguirono a centinaia i due medici nel nuovo l’ammalato, gli avisini hanno contribuito con deciCentro. Sono tanti anche se ci si sofferma sulle sione a raggiungere l’autosufficienza nazionale di rughe, assenti nelle foto, o se si rivolge un pensiero a emoderivati “sani” per la cura dell’emofilia e non chi non ce l’ha fatta. Ma quarant’anni non sono nulla solo. Ma centinaia sono poi i “figli” che, a quella se ci si ferma sugli sguardi dei presenti. Gli sguardi scuola di pensiero e a quel modo di essere e vivere la sorridenti dei pazienti, di chi ci è passato, di chi è tor- Medicina, devono anche anni di vita normale: gli nato, di chi è fiero di esserci, qui ed ora: e sono più emofilici. Dopo l’introduzione del presidente di Avis di un centinaio solo gli emofilici. E poi gli sguardi regionale Gino Foffano e di Beppe Castellano, presidei medici, degli infermieri e degli ex infermieri, di dente della Lagev, l’annuncio del direttore generale chi la sofferenza la tocca, o l’ha toccata con mano dell’Ulss 8, Bortolo Simoni, circa la decisione della ogni giorno; gli sguardi dei donatori, di chi ha or- Giunta regionale di affidare proprio all’ospedale di gogliosamente dato una parte di sé, nel vero senso Castelfranco l’Unità operativa complessa di Emadella parola; lo sguardo del professor Traldi, ancora tologia. Poi è stato lasciato ampio spazio ai ricordi. La combattivo e appassionato. Come i “suoi” emofilici. storia è quella di un centro diventato un punto di Un incontro speciale e significativo, impreziosito dal- riferimento nazionale per gli emofilici, ancor oggi è l’eccezionale presenza proprio del loro “Prof ”, in pen- l’unico in Italia a essere aperto 365 giorni l’anno, 24 sione dal 1998, affiancato dagli altri fondatori del ore su 24. Allora il metodo adottato dal prof. Traldi Centro: il dott. Piergiorgio Davoli, il dott. Giovanni fu doppiamente innovativo. Presupponeva, infatti, l’utilizzo del plasma proveniente dai donatori volontari e periodici delle Avis della Castellana, per ovviare all’acquisto degli emoderivati esteri e l’approccio ortopedico alle artropatie invalidanti. Un percorso non facile e aspramente osteggiato da un sistema di immensi interessi economici. Ma non era certo il coraggio che mancava a chi, di questo progetto, ne aveva fatto una missione. Ideali che nemmeno i procedimenti giudiziari sono riusciti a minare perché, si sa, in Italia ogni innovazione deve passare attraverso il battesimo di fuoco di un processo. Come è stato raccontato durante l’incontro, assieme a innumerevoli altri episodi, in un certo periodo questi medici trasfusionisti-ematologi sono stati dei veri “fuori-

legge”. Producevano infatti, quando la legge ancora non lo permetteva, “crioprecipitati” (Fattori VIII e IX per la terapia dell’emofilia) da plasma di donatori Avis. Li conservavano, occultandoli, nei frigoriferi della adiacente “casetta delle suore” per sottrarli ad eventuali ispezioni. “Noi facevamo semplicemente ciò che era giusto fare per gli ammalati”, ha detto tra l’altro Traldi. Solo le multinazionali farmaceutiche, infatti, potevano produrre e commercializzare emoderivati, tutti importati dall’estero e prodotti in gran parte da donatori a pagamento. Da qui poi partì la prima esperienza italiana di produzione di plasmaderivati in conto lavorazione (Castelfranco dal 1983, Veneto nel 1987) poi diventata patrimonio nazionale. Dagli aneddoti ai progetti per il futuro il passo è breve. E ancora una volta gli avisini sono pronti a sostenere i propri “fratelli di sangue”, seppur attraverso una strada diversa. La via è quella imboccata dalla dottoressa Silvia Barbon, giovane ricercatrice della Fondazione Tes che, grazie ai finanziamenti di Avis, Ape (Avis per il Progresso ematologico) e della fondazione stessa, rappresentata all’evento dal prof. Pier Paolo Parnigotto, sta portando avanti una

innovativa ricerca sulla possibilità di una cura definitiva per l’emofilia attraverso lo studio delle cellule staminali. Un percorso lungo, impegnativo, ma che non manca di entusiasmo. “È ancora un atto d’amore quello degli avisini - ha affermato il dott. Bernardino Spaliviero, responsabile del comitato medico di Avis nazionale - il mettere in campo le proprie risorse affinché i fratelli emofilici e gli ammalati in genere non abbiano un giorno più bisogno di loro”. Proprio da Castelfranco e dal Veneto, quindi, ancora una volta si riparte. “Forse è solo un’utopia, un sogno, una speranza. Oppure, chissà, potrebbe essere un’altra rivoluzione, una nuova e grande battaglia - ha affermato Beppe Castellano - che come negli ultimi 40 anni vada contro gli interessi di chi vede gli emofilici solo come occasione di carriera o, peggio, di business”. “È una nuova frontiera tutta del volontariato - ha affermato il presidente regionale Foffano - che si innesta sulla tradizione traldiana del “sangue sano”, quello dei donatori, che può curare in sicurezza e stavolta potrebbe perfino guarire quello malato”.

UNA STORIA VENETA

UNA STORIA VENETA

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Barbara Iannotta in collaborazione con la redazione (Foto di Mimmo Lamacchia e Barbara Iannotta)

Noi, i ragazzi in quelli anni settanta G

ianpaolo Orusa, 55 anni, di Torino: “Mi sono rivolto al prof. Traldi una prima volta a Castelfranco Emilia poi, dal ’73 in poi, a Castelfranco Veneto, dove nel 1978 ho subìto un doppio intervento al ginocchio. Il suo metodo, le cure e il modo in cui sono stato seguito in questo Centro hanno fatto la differenza per me”. Concetta Esposito, 50 anni, di Napoli (foto a destra): “Mi hanno portato qui a 12 anni, perchè non camminavo più. Sono entrata in braccio, sono uscita camminando. Penso che senza il prof. Traldi... sarei morta!”. Beppe Benvenuto, 46 anni, di Barletta: “I miei genitori hanno saputo del prof. Traldi e di Davoli: siamo andati a Castelfranco Emilia per un primo intervento e poi sempre qui, nel Centro, per gli altri 6. Devo molto ai medici di questa realtà”. Luigi Ficorella, 49 anni, di Roma (foto a destra): “Ero piccolino, ricoverato in un ospedale romano e non camminavo più. Mio zio, emofilico come me, era morto adolescente e nonna e mamma erano terrorizzate per la mia

sorte. Una suora, sottovoce, disse loro di portarmi via da là, di portarmi a Castelfranco Veneto, dal prof. Traldi. Mi ha rimesso in piedi e mi ha “ridato” la vita. Non una, ma più volte, specialmente dopo il terribile incidente stradale che ho avuto anni fa. Il Centro castellano mi ha dato la salute e la dignità, per Traldi eravamo e siamo persone, non malati. Oggi ho una famiglia, un lavoro e una vita da vivere. Grazie a lui e al suo staff!”. M.R.

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La ricerca di cui alle pagine precedenti viene sviluppata nell’ambito delle convenzioni della T.E.S. con il Dipartimento di Scienze del Farmaco, con il Centro trasfusionale e il Centro per l’Emofilia di Castelfranco Veneto, con il sostegno di Ape (Associazione Progresso Ematologico), Avis Regionale e tantissime Avis provinciali e comunali del Veneto. Alla giovane ricercatrice Silvia Barbon abbiamo chiesto un approfondimento.

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’emofilia è una malattia genetica ereditaria legata al cromosoma X che consiste in una disfunzione della coagulazione del sangue a causa della mancanza dei fattori coagulanti VIII o IX. Studi precedenti hanno dimostrato che uno dei maggiori siti di produzione del fattore VIII è rappresentato dalle cellule endoteliali dei sinusoidi epatici, ovvero i capillari che irrorano il fegato. Attualmente, la terapia per il trattamento dell’emofilia si basa sulla somministrazione per via parenterale dei fattori di coagulazione mancanti. Approcci clinici futuri prevedono lo sviluppo di strategie di terapia genica, in cui le cellule del paziente emofilico vengono modificate geneticamente affinchè esprimano la forma normale - e non mutata - del gene codificante per il fattore VIII o IX. Tale terapia genica, pur rimanendo un valido approccio terapeutico, ad oggi ha presentato diverse problematiche, tra cui l’insorgenza di tumori. Per questo motivo, il nostro progetto di ricerca propone il ricorso alla terapia cellulare, che non prevede manipolazione del DNA. È già stato dimostrato da precedenti studi che cellule endoteliali (ovvero le cellule che rivestono i vasi sanguigni) isolate da fegato di topo sano e successiva-

Bomboniere? No, ricerca! D

mente trapiantate in un modello animale di topo emofilico, hanno portato ad un miglioramento della patologia. Inoltre è stata già osservata nel sangue periferico la presenza di cellule progenitrici endoteliali (EPC), una popolazione staminale con capacità di evolvere in cellule endoteliali mature. Obiettivo del nostro progetto di ricerca è isolare questi progenitori endoteliali da sangue periferico umano e verificarne in vitro la capacità di produrre i fattori VIII e IX. I dati preliminari ottenuti in vitro permetteranno, in seguito, l’impiego di tali cellule in una sperimentazione in vivo su modelli animali patologici. I primi esperimenti di isolamento di cellule EPC da sangue umano hanno previsto l’uso della separazione magnetica, una tecnica in cui le cellule di interesse vengono marcate con anticorpi che riconoscono specifiche proteine espresse sulla loro membrana (nel nostro caso: CD34, CD133 e CD309). Questi anticorpi sono coniugati a microbiglie magnetiche, perciò sottoponendo le cellule del sangue ad un campo magnetico, quelle marcate vengono selezionate e possono essere coltivate separatamente. Nei nostri esperimenti di separazione magnetica, le cellule selezionate sono state analizzate al citofluorimetro, che ci ha permesso di identificarle come cellule EPC che esprimono tutti i tre marcatori specifici CD34, CD133 e CD309. Una volta messe a punto le condizioni di coltura di queste cellule, esse saranno espanse in vitro al fine di ottenerne un numero sufficiente per i successivi studi in vitro e in vivo. I prossimi obiettivi del progetto, dunque, prevedono innanzitutto il trattamento delle cellule EPC isolate con fattori specifici per indurle ad evolvere in cellule endoteliali mature dei sinusoidi epatici. Dopo questa stimolazione, verranno effettuate delle analisi specifiche per verificare l’avvenuta secrezione dei fattori VIII e IX da parte delle cellule differenziate. L’ultimo end-point consisterà nell’impianto dei progenitori endoteliali isolati a livello della circolazione sanguigna epatica di un modello animale emofilico per valutare l'effetto delle cellule trapiantate sul recupero della malattia. Silvia Barbon Post-doctoral Researcher c/o Fondazione TES Padova

ieci anni di convivenza, i dolcetti per San Valentino, un anello come promessa e poi l’incidente, il buio, la paura. E la rinascita. Sembra uscita dalla penna di uno sceneggiatore, ma è tutta vera. È la storia d’amore e di generosità di due trevigiani: Monia Bordignon (31 anni) e Claudio Di Nicola (40). Venerdì 25 ottobre, nel Municipio di Ponzano Veneto (Tv), sono convolati a nozze anche grazie a tanti donatori di sangue. La storia inizia come quella di due giovani come tanti: si incontrano, si conoscono, si innamorano, decidono di vivere insieme. Ma il 14 febbraio del 2012, tornando dal lavoro, Claudio ha un incidente in scooter a poca distanza da casa. Un’auto pirata gli taglia la strada, lo fa volare sull'asfalto, scappa. È un martedì, San Valentino, Monia lo aspettava preparando dolcetti speciali. Il giorno prima lei aveva donato il sangue; giovedì avrebbe dovuto donare Claudio. Sono entrambi iscritti all’Avis di Villorba. Ma quell’incidente sconvolge tutto, capovolge la vita. Claudio in un primo momento sembra ferito solo leggermente. Viene portato all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso cosciente, ma subito peggiora. Monia, che è “solo” convivente, non è considerata una familiare, non ha i diritti di una moglie e resta per ore in Pronto soccorso, senza notizie. Nessuno può dirle e le dice nulla sulle condizioni di Claudio. Lei è convinta che si tratti solo di un braccio rotto, ma la realtà è ben più drammatica. Claudio ha sì un braccio rotto, ma ha anche perso un rene e ha un tratto di intestino danneggiato da un'emorragia interna. “Quando il medico, finalmente, mi ha detto che in sala operatoria hanno rischiato di perderlo un paio di volte mi è crollato il mondo addosso - racconta Monia - il mio Claudio aveva rischiato la vita”. A salvarlo, oltre alla professionalità dei medici, sono decisive anche una ventina di sacche: sangue e plasma fresco. Lo riporta la cartella trasfusionale di cui Monia conserva gelosamente una copia. Furono più di una decina nelle primissime ore di ricovero, 13 di sangue intero e 6 di plasma in tutto. “Da donatore sono diventato un ricevente - dice Claudio - altri donatori, com’ero io e com’è ancora Monia, mi hanno salvato”. A più di un anno da quel giorno, passata fase critica e convalescenza, i due decidono il grande passo, ma con l’Avis nel cuore. Al posto delle bomboniere scelgono di fare una donazione all’Avis provinciale di Treviso, per il progetto “Adotta un ricercatore” della Fondazione Tes e la ricerca sulle cellule staminali per la cura dell’Emofilia. Il dono di Monia e Claudio contribuirà a sostenere il lavoro della giovane ricercatrice Silvia Barbon la quale, coincidenza nelle coincidenze, la sera stessa

delle nozze era in una conferenza Avis sul progetto, a Oderzo. Altra coincidenza: a celebrare il matrimonio è stato l’assessore del Comune di Ponzano Bonaventura Pizzolon, avisino doc e impegnato in Avis anche nelle giornate di raccolta del sangue. Particolarmente colpito per il gesto di generosità dei due giovani che stava per unire in matrimonio, Pizzolon ha invitato familiari, amici e colleghi di Monia e Claudio a seguire il loro esempio e a diventare donatori. Esempio già seguito da un’amica, che ha donato la mattina stessa delle nozze. Il gesto degli sposi è stato spiegato agli invitati al matrimonio tramite un biglietto con la presentazione della ricerca. “È la prima volta che accade una cosa simile, bellissima. - dice la presidente provinciale Avis Vanda Pradal Questi ragazzi hanno capito il valore straordinario del dono in tutte le sue varianti e sono la dimostrazione che si dona perché si vuol donare e basta, senza alcun altro scopo”. Anche il direttore sanitario dell’Avis provinciale, dott. Alessandro Spigariol, medico presso il Centro trasfusionale di Treviso, ha ringraziato gli sposi, personalmente e a nome di tutto lo staff medico. Ma i più stupiti di “aver stupito” (della cosa si è interessata tutta la stampa, con un servizio anche su Rai 3) sono stati proprio Monia e Claudio per una storia per loro tanto “normale”. Loro erano “normalmente” diventati donatori grazie alle iniziative di sensibilizzazione organizzate dall’Avis nel loro Comune. Ora si augurano, con una “normale” testimonianza, di poter convincere anche altri a donare sangue.

OGGI SPOSI PER...TES

UNA STORIA VENETA CHE CONTINUA

Cellule epatiche, da qui la cura?

Michela Rossato

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SANGUE MIDOLLARE

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’Admo (Associazione donatori midollo osseo) ha come scopo principale quello di informare la popolazione italiana sulla possibilità di combattere le leucemie, i linfomi, il mieloma e altre neoplasie del sangue attraverso la donazione e il trapianto di midollo osseo. Sono molte le persone che ogni anno in Italia necessitano di trapianto, ma purtroppo la compatibilità genetica è un fattore molto raro, che ha maggiori probabilità di esistere tra consanguinei. Per coloro che non hanno un donatore consanguineo, la speranza di trovare un midollo compatibile per il trapianto è dunque legata all’esistenza del maggior numero possibile di donatori volontari tipizzati, dei quali cioè sono già note le caratteristiche genetiche, analizzate con un piccolo prelievo di sangue. I dati dei tipizzati sono contenuti nel Registro nazionale italiano donatori di midollo osseo (IBMDR) collegato a bem 51 registri internazionali, nell’assoluto rispetto della riservatezza. Il registro stesso ha lo scopo di procurare ai soggetti in attesa di trapianto di cellule staminali ematopoietiche, un volontario adulto o una unità di sangue cordonale non fa-

miliari, con caratteristiche immunogenetiche tali da consentire il trapianto. La prima difficoltà che incontriamo nel promuovere la tipizzazione, è comunicare efficacemente che il midollo osseo non è il midollo spinale! Il midollo osseo utilizzato per il trapianto, viene prelevato o da raccolta di sangue periferico in aferesi o dalle ossa del bacino e si presenta alla vista

come sangue. Qualche numero: 18-37 la fascia d’età in cui è possibile iscriversi al Registro dei donatori. Il donatore iscritto può però essere chiamato a donare fino al compimento del 55° anno. Una su quattro è la probabilità che un fratello o una sorella siano compatibili. Una su centomila, invece, è la probabilità che un individuo non consanguineo sia compatibile. Sono ormai 341.298 i donatori registrati in Italia al 30 settembre 2013. Un’altra domanda può sorgere in molti nostri lettori: un donatore di sangue dopo la donazione di midollo, può continuare a donare? Certamente sì, ma solo dopo un anno. Durante tale periodo, infatti, sarà sospeso come per qualsiasi altro inter-

L’intesa con Avis si rinnova a Venezia È

stata l’Admo, il 20 settembre, la prima protagonista di una serie di incontri di formazione organizzati presso la sede di Avis provinciale di Venezia. Dedicati alla preparazione degli interventi nelle scuole per l’anno scolastico 2013/2014, la serata sull’Admo era aperta ai presidenti delle Avis comunali e ai referenti scuola. “Si tratta di un modo nuovo di vedere la nostra azione associativa - ha esordito il segretario provinciale, Dario Piccolo - un punto di vista diverso che ci permette di arricchire il nostro essere volontari dando, se possibile, maggiore profondità al nostro agire”. Dopo la proficua collaborazione già instaurata nei centri di donazione Avis, l’invito fatto alle Comunali è di promuovere l’ingresso congiunto delle due associazioni nelle scuole superiori e di proporre ai giovani aspiranti donatori, oltre alla donazione di sangue, anche la tipizzazione per la donazione di midollo osseo. La proposta nasce dal fatto che nelle scuole la testimonianza Admo ha la forza di smuovere le coscienze nella direzione dell’impegno attivo; al tempo stesso, ai dirigenti associativi è stato chiarito il vantaggio del lavoro sinergico tra le due associazioni. La tipizzazione per la donazione del midollo è un passaggio naturale per chi già è sensibile al tema del volontariato che si esplica attraverso la donazione del sangue; al tempo stesso il giovane che consapevolmente accetta l’iscrizione al registro nazionale per la donazione del midollo, manifesta un senso di responsabilità e di cittadinanza attiva che lo rende un potenziale volontario ideale per la nostra associazione, sia come donatore, sia come dirigente associativo. Le testimonianze di Giovanna (trapiantata di midollo) e di Tatiana (donatrice

di midollo) sono di quelle che lasciano il segno. Ascoltare il messaggio di chi ha attraversato il calvario della malattia, in attesa che quel volontario su 100mila alzasse la mano per salvarle la vita e di chi ha portato su di sé la responsabilità di poter determinare la vita o la morte di un altro essere umano, permette di risco-

SANGUE MIDOLLARE

Donatori? Sì, fino al midollo

prire che le scelte cui siamo chiamati vanno al di là del permesso dal lavoro, del timore di un ago, dei riconoscimenti per le azioni compiute o delle regole di accesso nei Centri trasfusionali. Ogni nostra azione porta dietro di sé le speranze e le aspettative di un malato la cui vita o morte dipende da noi! 1 su 100mila è una percentuale che spaventa. Al tempo stesso, è una sfida che tutti noi dobbiamo affrontare per essere “donatori fino al midollo”. Pagine a cura di Manuela Fossa

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Chi ha ricevuto e chi ha donato... SANGUE MIDOLLARE - LE TESTIMONIANZE 18

da testimonial d’eccezione per la nostra Associazione. Un altro esempio di come si possa testimoniare in molti modi la vicinanza al mondo del volontariato con sprint ed entusiasmo!

'iscrive all'Admor, l'associazione donatori di midollo, del 31 luglio: dalla stanza bunker del spinto dalla compagna. E sei mesi dopo, con la sua Centro trapianti Gianluca scrive un donazione, salva la vita a una donna francese leucemica. post su Facebook: «Ed eccomi in Il protagonista di questa storia di solidarietà si chiama ospedale... Tranquilli, nessun problema, Gianluca Molinarolo, 35 anni, di Monteforte d’Alpone, solo una buona azione che tutti un libero professionista nel campo dell'elettronica. dovrebbero fare. Domattina donerò il Dal 1° agosto per la sua compagna Giorgia, famiglia mio midollo per una donna malata di e amici, è «semplicemente un eroe». A guardarla invece leucemia e ne sono fiero!». La mattina dal suo punto di vista, quella scelta di dire sì prima alla dopo, l'ultima domanda: «Sei tipizzazione e poi al prelievo, è «una gioia immensa». convinto?», e Gian dice ancora sì. Gianluca non conosce né il nome né l'età della paziente «Impossibile rispondere diversamente. transalpina alla quale, col suo doppio sì, ha salvato la Senza alcuna difesa immunitaria la vita. «So solo che ho una sorella francese. Così ho scritto mia sorella francese sarebbe morta: ce nel biglietto che ha accompagnato il midollo prelevato e l'avrei condannata io». Entra in sala spedito in Francia». Quando Gianluca racconta la sua operatoria e «solo sul tavolo, prima storia, lo attornia il direttivo dell'Avis di Brognoligo- dell'anestesia, è venuta a trovarmi la Costalunga, l'associazione dei donatori di sangue a paura. Poi ho pensato alla gioia e alla cui è iscritto. Hanno chiesto loro di essere presenti, speranza di quella donna francese. ho «perchè sulla donazione di midollo si sente di tutto», chiuso gli occhi e ho detto: Avanti!» dicono. È lo stesso Gianluca ad ammettere che i Passano tre ore, ma servono 40 minuti ai medici per tentennamenti davanti alla richiesta di Giorgia di farsi punzecchiare le creste del bacino di Gianluca e prelevare tipizzare erano derivati dalla cattiva informazione che il midollo nella quantità necessaria: si tratta dell'intervento più invasivo, circonda questo tipo di l'alternativa (proposta a donazione. «Tutte bugie: il seconda delle necessità del dolore, il male che si prova, Storia di Gianluca donatore ricevente) è una lungo il rischio di lesioni alla spina di midollo osseo “express” prelievo di cellule simile a dorsale, il lungo e sofferto quello che si fa col plasma. decorso. Tutte... balle!», dice perentorio Gianluca. Giorgia lo spingeva e così Gianluca «Mi avevano detto che se fosse stato necessario avrebbero si è documentato e il novembre scorso (aveva 34 anni) prelevato anche dallo sterno, perchè lì le cellule sono il 50 si è presentato al Centro trasfusionale. Quando a metà per cento in più ma il flusso sanguigno è più ridotto. Io maggio è arrivata la telefonata del Centro regionale sono stato bravo con le sole creste», scherza Gianluca. trapianti di Borgo Trento a Verona, ha stentato a Quando riapre gli occhi in sala operatoria, chiede: crederci: «Dopo il saluto mi hanno chiesto se ero ancora «Tutto qua?», e scoppiano tutti a ridere. Succede lo stesso dell'idea. Solo dopo il mio sì, ho saputo che poteva esserci in corridoio quando Giorgia sente Gianluca chiedere: una compatibilità e sono stato invitato a fare ulteriori «Ma un paneto co la bondola, gh'elo mia?». E il dolore? analisi. Ho realizzato allora che potevo essere io l'unica «Sì, è vero. Senti un po' di mal di schiena, per lo più legato speranza che qualcuno stava aspettando». Così chiama al tavolo operatorio, ma dura un paio di giorni. Mi Giorgia che scoppia in lacrime per la gioia. Qualche avevano fatto comprare degli antidolorifici ma non li ho giorno dopo effettua il prelievo. Tre settimane più mai presi», dice il ragazzo. E i segni? «A distanza di 40 tardi gli viene detto che è lui la garanzia di vita per uno giorni sono impercettibili puntini rossi. Assomigliavano sconosciuto paziente. «Ho detto ancora sì; ero al massimo a punture di insetto». Quand'è tornato a casa è stato della gioia. Vengo convocato e mi viene spiegata la inondato di domande e di congratulazioni. «Tutti a procedura: poi mi viene chiesto se sono ancora convinto. dirmi che sono stato bravo, che sono orgogliosi di me. Tanti Io dico sì e firmo quel foglio che fa partire il count down». ad aggiungere che loro non lo farebbero mai, per troppa È un doppio conto alla rovescia: il ricevente da quel paura del dolore. Io sono felice e orgoglioso ma conto i momento viene sottoposto a una pesante giorni». Duecentoquaranta, per la precisione, al termine somministrazione di farmaci che di fatto annientano dei quali «la mia sorella francese» avrà delle certezze ogni difesa immunitaria: servono 15 giorni, gli stessi dell'efficacia del trapianto. «Se sarà necessario tornare a che separano Gianluca dalla donazione. A lui fanno donare, lo rifarò». Giorgia ascolta tutto e sorride: «Lui Paola Dalli Cani un'unica raccomandazione: non fare nulla di rischioso, è il mio eroe». (Un grazie al quotidiano “L’Arena” di Verona) perchè da adesso, in ballo, ci sono due vite. È la sera

SANGUE MIDOLLARE - LE TESTIMONIANZE

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n ogni campo, e ancor più in quello del volontariato, la forza della testimonianza e dell’esempio riesce a smuovere anche chi non si fa trascinare in altro modo. Da parecchio tempo, Admo Venezia porta nelle scuole e negli eventi di promozione le parole di due persone che testimoniano con la loro vita la mission dell’Associazione. Giovanna, trapiantata che racconta il suo calvario e il suo nuovo inizio dall’anno zero (che è quello del trapianto) con grinta, cruda sincerità, ma anche dolcezza, arrivando al cuore di chi la ascolta: “Il mio gemello è un uomo.. io ho preso solo il meglio, però! Hanno provato a uccidermi, ma non ci sono riusciti, grazie solo al mio angelo, uno su centomila, che mi ha permesso di veder crescere i miei due gemelli”. E Tatiana (foto a destra), giovane donatrice di midollo che spiega in modo semplice e chiaro quanto poco costi fare questo gesto, a fronte di una vita salvata: “In tanti fatti della vita si è impotenti, qui invece si può determinare il destino, provare davvero a cambiare le cose”. Giovanna e Tatiana erano presenti quest’anno anche in Piazza Ferretto a Mestre, per la giornata nazionale di sensibilizzazione “Ehi Tu Hai Midollo?” che viene organizzata tutti gli anni in collaborazione con i Vip (Vivere in positivo). I risultati nazionali sono strabilianti: oltre 4.500 tipizzazioni effettive, 1.300 le promesse. E nonostante questo, i tipizzati della giornata sono solo una goccia nel mare rispetto ai potenziali donatori che potrebbero entrare nel Registro nazionale. Per questo, e per mettere a servizio dei malati la loro popolarità, anche l’Umana Reyer maschile e femminile ha sostenuto la promozione della giornata nazionale e ha dato la sua disponibilità a fare

E chi in soli sei mesi trova la “gemella”

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addoppiati in un anno i potenziali donatori di midollo osseo all'Ospedale dell'Angelo di Mestre. Sono stati infatti 292 i donatori tipizzati nei primi dieci mesi del 2013 contro i 159 dell'intero anno precedente. Questa la notizia emersa e comunicata alla stampa nel corso del Forum Interregionale Giovani Avis “Accolgo, Dono, Comunico”, svoltosi a Mestre il 16 e 17 novembre. Oltre ottanta i giovani provenienti da Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Calabria, Sicilia che si sono incontrati per confrontarsi sui temi di accoglienza, dono e comunicazione. Il risultato ottenuto all'Angelo è proprio frutto di un progetto pilota sull'accoglienza promosso da Avis Regionale, Avis SRC e Admo, che ha previsto la presenza, nel centro raccolta, di Irene Pattarello, una ragazza dedicata ad accogliere i donatori e a promuovere anche la tipizzazione per la donazione del midollo osseo di quelli fra i 18 e i 37 anni: “un passaggio naturale - ha spiegato Irene - per chi è già sensibile al tema del volontariato che si compie attraverso la donazione del sangue”. Nel mese di ottobre sono poi arrivate altre due buone notizie: tante sono le donatrici di Admo Venezia selezionate per effettuare la donazione del midollo osseo. “Grazie a loro sono altre due vite che rinascono!” ha sottolineato Irene. Fondamentale per il successo del progetto sono stati anche l'approccio informale e le modalità di comunicazione adottati da Irene, più efficaci per un target giovane. Su accoglienza e dono parte dei partecipanti hanno poi discusso e “lavorato” in due gruppi di lavoro portando poi i risultati in plenaria domenica mattina. Terza area di lavoro era, e non a caso, la comunicazione: l'Avis in questi anni sta investendo risorse ed energie per evolvere i propri strumenti e stare al passo coi tempi, anche grazie all'ingresso delle nuove generazioni nell'associazione. Su carta stampata, foto e video, informazione web, social media, web radio si sono concentrati i

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lavori, con mini-redazioni che hanno documentato l'evento (i risultati sono su queste pagine) sotto la guida di alcuni professionisti del settore. Alessandro Comin e Tiziano Graziottin del “Il Gazzettino” (foto sopra) e il fotografo professionista Mimmo Lamacchia hanno affiancato Beppe Castellano e Michela Rossato di Dono&Vita e donoevita.it. Sui nuovi media sono stati ancora più protagonisti i giovani stessi, gestendo streaming web e video interviste ai partecipanti e “confezionando” podcast per Radio Sivà (www.radiosiva.it, vedi servizio pagina accanto). Quest'ultima è stata condotta da Lucia Delsole assieme a Sara Iob e Ciro Alessio Marrone della Consulta Giovani di Avis nazionale. La serata di sabato è stata poi animata da Paolo Franceschini, Enrico Cibotto e Maurizio Linetti tre protagonisti del progetto “Riso fa buon Sangue”. Eventi come il forum sono un cantiere di lavoro dove il sapere e la conoscenza di professionisti si miscela con le idee dei giovani, ingredienti necessari per dare energie e nuove motivazioni all'associazione. Il Forum 2013 è stato anche occasione dell'ideale passaggio di consegne fra Manuela Fossa, finora coordinatrice del Gruppo giovani regionale, e Federico Marangoni da Verona che le è subentrato. Lo spirito di rinnovamento è stato sottolineato in apertura di lavori dal presidente regionale Gino Foffano, da quello provinciale Giorgio Brunello e dal presidente della Comunale MestreMarghera (di cui ricorre quest'anno il 60° di fondazione) Roberto Cerruti. La redazione del Forum coordinata da Giorgia Chiaro

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Una nuova figura: l’informatore associativo ra i temi di spicco del Forum troviamo le modalità di accoglienza dei donatori presso i servizi di raccolta sangue. A relazionare su questo tema era presente Manuela Fossa, già responsabile del Gruppo giovani Avis Veneto (nella foto accanto con Irene Pattarello, “informatrice associativa”). L’abbiamo intervistata al termine del relativo Gruppo di lavoro al Forum: Come si può inquadrare il ruolo dell’informatore associativo in un centro di raccolta? Sostanzialmente può essere inquadrato come una figura cuscinetto tra gli operatori socio-sanitari e i donatori. È quella persona che assiste durante le fasi ante e post trasfusione i donatori di sangue assicurandosi che le procedure di ammissione vengano rispettate e garantendo un certo ordine nel procedere dalla registrazione dell’ingresso, alla prova della pressione e della glicemia ed ancora all’approvazione da parte del medico di servizio alla donazione. Che cosa deve sapere l’informatore associativo dei centri di raccolta per fornire un buon servizio al donatore? L’informatore deve essere preparato sulle procedure di base riguardanti l’amissione dei donatori e si deve

dimostrare sicuro nel rispondere a domande e perplessità dell’avisino. Inoltre è necessario metterlo a proprio agio rassicurandolo nel momento del bisogno e distrarlo facendolo pensare a tutto tranne che alla trasfusione. Come si convince un donatore a diventare avisino e fidelizzarlo alla donazione? Dipende tutto dalla capacità dell’informatore nell’essere empatico nei confronti del donatore, facendogli capire che comprendiamo la sua situazione personale ed essendo disponibili ad ascoltarlo. Così facendo si crea un rapporto di confidenza e amicizia tra i due, chi dona da fiducia all’operatore avisino fidelizzandosi alla nostra associazione e divenendo donatore Andrea Finotto e Sara Morini. abituale.

La mini inchiesta: “come mai sei diventato donatore?”

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uesto è ciò che abbiamo chiesto ad alcuni donatori durante il forum interregionale. Sei su dieci hanno detto che sono diventati donatori grazie a un amico che li ha coinvolti, mentre il restante 40% lo è diventato per rendersi utile nella società. Durante le interviste, una ragazza ventunenne ci ha confidato che, dopo essere diventata donatrice, ha coinvolto anche il padre cinquantenne a fare lo stesso prezioso gesto. Dalle risposte degli intervistati si può concludere che ancor oggi il contatto diretto tra amici e parenti è il mezzo più efficace per avvicinare un potenziale donatore alla cultura del dono del sangue.

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Se la buona notizia fa... notizia

Siate curiosi, per far sapere N

otizia? “È quella che suscita curiosità, prima di tutto in chi scrive. Quindi, siate curiosi! È la cosa più importante per chi vuol fare informazione”. Parole che dopo la (poca) teoria di Alessandro Comin, Tiziano Graziottin e Beppe Castellano in plenaria sono state messe subito in pratica. E bene. Lo vedete nei servizi di queste pagine, in quelli di donoevita.it e nelle immagini su donoevita Facebook. Un vero e proprio “coro” di vecchi e nuovi (si spera) redattori. Le mini-redazioni hanno lavorato in sinergia: Dono&Vita carta/web/ufficio stampa - redazione radio - redazione video - redazione fotoreporter. Ed ecco che l’esperimento “come si fa informazione”, voluto dai giovani Avis per il Forum, ha avuto successo. Alla prossima occasione! 21


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onatori di emozioni: questo è il loro motto. Aprile-Novembre 2013: 6 mesi di escalation di musica, notizie e testimonianze dal mondo avisino. Questa è Radio Sivà, in onda sul web 24 ore su 24. Una piccola redazione “distaccata” è stata creata anche a Mestre durante i lavori del Forum giovani 2013. A coordinare, per la parte tecnica, Ciro Alessio Marrone dell'Esecutivo della Consulta Giovani nazionale affiancato da Sara Iob, responsabile di quest'ultimo. “Il progetto - ci spiega Lucia Delsole, già nell'Esecutivo Nazionale e “premiata” speaker - è nato all’interno di questo gruppo ancora nel 2010, quasi come una scommessa. Dopo un lungo periodo di gestazione, affrontato da tutti con grande entusiasmo, l’operato della radio è entrato a regime grazie alla collaborazione costante di 5/6 volontari avisini e l’apporto di una professionista che ha supportato i ragazzi nella gestione della parte tecnica. Il palinses-

to è stato forgiato su misura di donatore. In onda si alternano buona musica - continua Lucia - notizie dal mondo avisino, le buone nuove provenienti dall’intero mondo del volontariato e la rubrica “Dono Perché”: uno spazio dedicato ai donatori ove ciascuno spiega le ragioni che l’hanno avvicinato al mondo del dono del sangue”. Molte di queste ultime interviste sono state realizzate nel corso del Forum e saranno trasmesse a rotazione. “I costi di partenza, relativamente bassi, considerato che si tratta di una web radio - ci ha spiegato ancora Lucia - sono stati coperti dall’area comunicazione di Avis nazionale. Ancora adesso, non si avvalgono di sponsor esterni volendo mantenere un’autonomia propria”. Obiettivo della radio, in sinergia con gli altri strumenti di informazione di Avis (come giornali a stampa, testate web, social network, ecc.) è di allargare il bacino di ascoltatori andando in onda in ogni centro trasfusio-nale o di raccolta e diventando un punto di riferimento per tutto il mondo avisino. Oltre che far conoscere il variegato "mondo Avis" anche all'esterno. Per ascoltare "Radio Sivà" basta connettersi a www.radiosiva.it. A novembre, tra l’altro, Lucia è arrivata sesta (su 80 speaker radio web) al Webradiofestival 2013. Primo fra i maschi, invece, Boris Zuccon sempre di Radio Sivà. A cura di Barbara Iannotta, Milena Toniolo, Taira Riolfi

Video-interviste web: ed ecco le “Iene” avisine M a non è mica tutto. A fare da contraltare alla redazione "audio" a Mestre c'era anche una mini TV web, con adeguato gruppo di lavoro. Dopo che la preziosa Lucia Delsole ha trasmesso in streaming la plenaria d'apertura, la redazione video si è messa all’opera coordinata da Michela Rossato e Kevin Costa. Con occhiali da sole in stile ”Le Iene”. Il primo a essere intervistato è stato Tiziano Graziottin, Capo della Cronaca di Mestre-Venezia de "Il Gazzettino", però in veste di capitano della squadra di calcio "TV Pressing". È la formazione di giornalisti e operatori dei mass media veneti che gioca per beneficenza a favore di varie Onlus portando sulle maglie il logo Avis. Tempestato

di domande da tutti i ragazzi del gruppo, apparsi in video uno dopo l’altro in qualità di intervistatori, Graziottin ha risposto con dovizia di particolari. A chi gli chiedeva di ricordare l’evento che più è rimasto nel cuore, ha raccontato della commovente visita della squadra in un orfanatrofio romeno. “Le Iene” hanno quindi scovato e sottoposto a vero e proprio interrogatorio il responsabile regionale dei Giovani Avis, Federico Marangoni, e la responsabile nazionale della Consulta Giovani Avis, Sara Iob. Ne è uscita una simpatica video-intervista doppia, tra il serio e il faceto, mandata in onda come gran finale del Forum. Li trovate qui: http://www.youtube.com/user/avisveneto

Dove la pietra diventa viva

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Sivà: su radio Avis il racconto del Forum

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Verde delle colline Rosso dei “coppi” Bianco dell’arte P

ossagno si trova in un ridente paesaggio pedemontano tra i colli asolani e deve la sua fortuna economica alle cave di materiale per la costruzione di laterizi. Particolarmente famose sono le tegole per la copertura degli edifici e delle case, conosciute non solo in Italia, ma anche all’estero. Possagno (Treviso) è, però, diventata famosa per aver dato i natali ad Antonio Canova (1755-1822), scultore tra i massimi esponenti del neoclassicismo. Qui il giovane Antonio coltivò la passione per la scultura alla scuola dei Torretti, trasferendosi poi a Venezia, Roma e in Europa, culturalmente più fertili e innovative. Ebbe modo di conoscere i grandi geni e i potenti del tempo, e questa esperienza cosmopolita gli ispirò numerosi capolavori. Nel 1836 Giovanni Battista Sartori, fratello ed erede di Antonio Canova, al quale rimane fedele per tutta la vita, seppe realizzare un desiderio sempre coltivato dallo scultore: creare un unico ambiente decoroso che ricreasse il clima del suo laboratorio d’arte e portare a Possagno tutti i capolavori che stavano nello studio dell’artista a Roma. Le centinaia di capolavori furono trasportati con carri trainati da buoi, da cavalli e via mare. Creò, così, un legame ideale e sentimentale fra Canova e Possagno e volle regalare alla sua comunità un maestoso Tempio che

ne esaltasse la memoria. Fu il fratello, mons. Sartori Canova, a chiamare Francesco Lazzari, insigne architetto, per costruire il museo che poi sarà completato da Carlo Scarpa nel 1957 e sarà ancora lui ad ampliare la casa natale dell’artista, trasformando la costruzione adiacente nella “Gipsoteca” che è la più grande raccolta al mondo di gessi e terrecotte e che ci consente di capire come il Canova operava: dalla trasformazione della materia al bozzetto, al gesso e al marmo, e ancora la tecnica dell’inserimento delle “repére”, che sono quei chiodini sparsi lungo le superfici delle statue. Le misurazioni, fatte con uno specifico strumento, venivano poi trasferite sugli originali. La duttilità dello scultore si può ammirare nei raffinatissimi marmi, nella grande collezione di dipinti a olio e tempera, nei disegni straordinari, nelle centinaia di incisioni e in alcuni oggetti della vita privata. Con queste poche righe si vuole solleticare la curiosità del lettore e, qualora non l’avesse già fatto, indurlo a dedicare una mezza giornata a questa magnifica realtà. Andando a visitare il museo e la gipsoteca si può ammirare, infatti, una raccolta di gessi e sculture che nessun altro museo possiede, ma quello che affascina è la bellezza della procedura, dei vari bozzetti uguali agli originali che spiegano, teoricamente, come si svolgevano le varie fasi di realizzazione dell’opera. Qui ci si rende conto della meti-

colosità con cui operava Antonio Canova. Nella visita alla casa museale e alla gipsoteca, si capisce quale fosse l’estro creativo di quello che è uno dei più grandi artisti italiani: le sue opere originali sono esposte in tutto il mondo, dal Louvre all’Ermitage di San Pietroburgo al Metropolitan Museum of Art di New York, a molti altri e, ovviamente, nelle più importanti gallerie italiane. Il complesso museale è arricchito da un giardino tipicamente italiano con un ampio broilo (frutteto) recintato da una cancellata in ferro battuto, dove campeggia un maestoso pino marittimo che la tradizione vuole sia stato piantato dallo stesso Canova. Ma lasciamo al visitatore il piacere di scoprire le centinaia di bellezze del museo e della gipsoteca con l’aiuto del direttore, Mario Guderzo, e degli addetti, tutti molto disponibili. Usciamo dal museo e dalla gipsoteca e subito veniamo rapiti dalla magnifica vista del Tempio, collocato a 350 metri di distanza e, man mano che si affronta una facile salita, si scopre sempre di più la maestosità dell’opera, fino ad arrivare ai piedi della scalinata ad ammirare l’acciottolato che circonda la base del Tempio, costruito con cogoli (sassi) bianchi e nerastri raccolti sul Piave e disposti in artistiche forme geometriche. Salendo la scalinata si arriva all’entrata del Tempio e al colonnato che richiama il Partenone di Atene, e ci si trova dinanzi al mastodontico portale

ligneo che, però, viene aperto solo in pochissime occasioni, anche se il Tempio, con l’artistico campanile a fare da guardia, è la chiesa parrocchiale di Possagno. Ci viene incontro il responsabile della struttura, Sebastiano Favero, che molto cortesemente ci accoglie e ci spiega che all’interno del Tempio si trovano molte opere originali, come l’autoritratto in marmo dell’artista e, a fianco, quello del fratello, mons. Giovanni Battista Sartori che fanno da sentinelle alla tomba dove riposa lo scultore. La scultura su cui soffermarci maggiormente è la pietà bronzea colata da Bartolomeo Ferrari e tratta dal modello del Canova, modello che si trova all’interno della gipsoteca. Bellissima è anche la Pala dell’altar maggiore, opera pittorica sempre di Canova. Da una scala a chiocciola si può arrivare ad ammirare lo splendido panorama dei colli. Prima di uscire diamo un ultimo sguardo all’enorme cupola con 224 lacunari disposti in sette file orizzontali concentriche. Purtroppo, l’artista morì qualche anno prima che il Tempio fosse completato dal fratello, factotum dell’artista, nel 1832. Ovviamente, ci sono tante altre opere da vedere, ma è bene che sia il visitatore a scoprirle. Il museo e la gipsoteca sono chiusi il lunedì. Per informazioni rivolgersi a Gigliola Silvello 0423/544323. Servizio e foto di Ottaviano Cereser

IL BELLO DEL VENETO: POSSAGNO & CANOVA

IL BELLO DEL VENETO: POSSAGNO & CANOVA

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“Avis in tour” e il donare fa tendenza T

utto è nato quasi per gioco. Dalla frase: “Umberto ho un’idea!” si è messa in moto la macchina organizzativa dei Giovani Avis. La formula è semplice e vincente: musica, divertimento e… “Avis in Tour” che consiste nel portare il nome Avis e la sensibilizzazione alla donazione tra i giovani nei locali di tendenza. Partita la ricerca dei locali, si è trovata la collaborazione di uno, poi due, fino a sei. Siamo e saremo fino a febbraio ospiti nei locali più esclusivi della provincia, dove i donatori sono accolti con un trattamento di riguardo, per loro buffet con il buon vino e drink omaggio, per i non donatori che vorranno far parte della nostra tribù, lasciando la loro disponibilità a diventarlo, gli stessi vantaggi. Per questo evento è nata anche la collaborazione tra Avis e le emittenti radiofoniche “Radio Studio Più” e “Radio 60 70 80” che pubblicizzano il nostro tour

tramite spot ogni settimana. Ci sono anche dei giochi in diretta radio per promuovere il tour, con in palio premi come entrate con consumazione, tavoli e molto altro. Le serate sono animate da volti noti, ormai una costante delle feste Avis: Denni dj con le ZumbaGirls, Oana dj e i Ninja Boys. Avis in Tour è partito dal Piper l’8 novembre, per poi proseguire con il Roses il 20 novembre, il Berfis il 6 dicembre, il Club Nuovo il 13 dicembre. Appuntamenti finora previsti per il 2014: il Divinum il 10 gennaio e l’African Suite 21 febbraio. Ma altri locali si stanno aggiungendo, seguiteci sulla pagina ufficiale di Facebook Avis in Tour. “La nostra è un’iniziativa unica nel Veneto - spiega Umberto Panarotto, responsabile web e promozione dell’Avis provinciale veronese - per sensibilizzare i giovani nei confronti della donazione di sangue ed è per questo che abbiamo deciso di andare nei luoghi da loro frequentati, proponendo serate con musica dance, selezionata da dj giovani come Oana e Denni. Abbiamo scelto uno slogan che trasformasse una frase fatta in una realtà, a noi interessa parlare ai giovani, nostri coetanei, della donazione e allo stesso tempo divertirci con loro, ballando e ascoltando musica. Abbiamo scelto locali che non fossero solo discoteche; volevamo posti diversi come wine bar e club, in città e in provincia. Ogni serata è anche preceduta da un buffet gratuito”.

Conegliano: all’Ipsia Pittoni al Trasfusionale il passo è breve

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n gruppo di studenti dell’Ipsia “Pittoni” di Conegliano (Tv), accompagnati dagli insegnanti Salvatore Aquino e Anna Rullo, hanno effettuato la visita di idoneità presso il Centro trasfusionale dell’ospedale coneglianese. L’iniziativa rientra in un progetto di sensibilizzazione attivo già da alcuni anni, coordinato dal prof. Aquino con il coinvolgimento degli studenti della scuola ed il sostegno del dirigente scolastico, prof. Michele Botteon. Gli studenti, liberamente e volontariamente, hanno condiviso i valori dell’Avis e della donazione del proprio sangue. I partecipanti all’iniziativa sono Bel Khourbichia, Charkaoui Mohammed, El Himer Samir, Selimi Selim, Tonon Giovanni, Allushaj Joni, Villata Laura, Xamerin Ludovica, Dâ Ambrosi Giorgia, Tarhhal Foudua e ElChaib Ibtissam. Dai nomi emerge la forte partecipazione di ragazzi di origine straniera che lo stesso presidente

dell’Avis di Conegliano, Alberto Maniero, ritiene significativo perchè “è una dimostrazione dell’universalità del valore della donazione e dell’integrazione che passa anche attraverso l’Avis”.

Dal Nord Est la coordinatrice nazionale giovani A

rriva dal Nord Est, Friuli Venezia Giulia, la nuova coordinatrice della Consulta giovani di Avis nazionale. Sara Iob, 21 anni, raccoglie l’deale testimone di Claudia Firenze, Toscana. La nomina è avvenuta a Milano a fine settembre con prima riunione della nuova Consulta Nazionale Avis Giovani. C’erano oltre 50 giovani volontari tra i 18 e 30 anni in rappresentanza di 18 Avis Regionali, per il Veneto Federico Marangoni e Kevin Costa. Eletti quindi l’Esecutivo nazionale Giovani e la Coordinatrice del gruppo. Sara studia Relazioni Pubbliche a Gorizia, negli ultimi anni ha dato un forte impulso alla rinascita del gruppo Avis Giovani friulano. È segretaria della Provinciale di Udine e consigliere regionale. Nella foto accanto è con Lisa Pivetta (Friuli,

37 anni), a sua volta il più giovane presidente di Avis regionale in Italia. “Uno dei principali obiettivi della Consulta - ha dichiarato Sara poco dopo la sua nomina - sarà di incrementare la visibilità Avis nei luoghi di incontro dei giovani e sui mezzi di comunicazione più utilizzati dalle nuove generazioni”. Gli altri componenti dell’Esecutivo giovani nazionale sono: Elisa Amadori (Sardegna), Alice Simonetti (Marche), Marica Venditti (Lombardia), Antonino Calabrese (Basilicata), Francesco Marchionni (Lazio), Ciro Alessio Marrone (Sicilia). Buon lavoro a tutti.

Corsi per comunicare e Job&Orienta per la “pratica”

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omeriggi intensi, sabato 5 e 26 ottobre, per i giovani avisini delle province di Padova e Verona, impegnati in un corso di formazione. Finalità era preparare nuovi volontari, sia sul contenuto della donazione, sia nella sua “esposizione”. Il primo incontro si è tenuto ad Abano Terme (Pd) sul tema “Giovani a scuola: Comunicatori efficaci di solidarietà”, i relatori erano le dott.sse Federica Tognazzo e Cinzia Corsini e il dott. Giovanni Forza. Tema del secondo incontro era: “Parlare in pubblico, comunicazione efficace di solidarietà” con il dott. Oreste Ferrari, che con semplici parole ed efficaci dimostrazioni, è riuscito a colpire l’attenzione dei partecipanti. L’incontro si è svolto nella sede provinciale di Verona. Il saluto e la presentazione dell’evento a cura della responsabile giovani provinciale di Verona Alice Rossetto e del vice presidente della provinciale Alessandro Viali. Il dott. Ferrari ha impostato una lezione su come parlare in pubblico, come prepararsi un discorso, come esporlo e come motivare, attraverso le parole, le persone. È quindi iniziata la fase più creativa e coinvolgente del corso. Sei partecipanti hanno esposto argomenti diversi: “chiedere scusa”, “donare sangue”, “essere leader”, “attirare l’attenzione”, “trovare un accordo”, “catturare l’attenzione”, per vedere se si erano assimilati i concetti della lezione. Dopo le sei performace, ogni relatore ha ricevuto una critica costruttiva da parte del dott. Ferrari e dai partecipanti, per poter migliorare la propria esposizione. Esperienze uniche, che certamente verranno ripetute per preparare sempre meglio i volontari dell’Avis, poiché anche l’arma della parola può risultare fondamentale per convincere le persone ad andare a donare!

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le “lezioni” di come “parlare in pubblico”, sono state subito messe in pratica. Il gruppo giovani Avis provinciale di Verona, in collaborazione con la Fidas e l’Admor, in occasione dell’annuale manifestazione Job&Orienta, che si è svolta dal 22 al 24 novembre alla Fiera di Verona, ha allestito uno stand per poter incontrare, parlare con i giovani sulla donazione di sangue e giocare. Come già sperimentato in passato, è stato proposto ai giovani il “Gioco dell’amicizia”, un simpatico confronto che viene fatto in coppia tra due amici. Venerdì mattina ci hanno raggiunto i giocatori del calcio a 5 di Verona. Sabato mattina, invece, sono arrivati i rugbysti del Valpolicella (foto sotto). Molti giovani si sono avvicinati allo stand anche solo per chiedere informazioni. Chi voleva poteva sottoscrivere la “Promessa di Donazione”, lasciando i propri contatti. Il risultato è stato entusiasmante: oltre 150 sono state le promesse di donazione! Il gruppo giovani ha selezionato le promesse, inviandole alle rispettive associazioni Avis e Fidas delle località di provenienza dei giovani. Ora sta a loro contattarli Alice Rossetto direttamente.

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LE SETTE SORELLE

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he l’Avis “Ci stia a cuore” è fuori dubbio. Su come fare perché questo cuore “batta” sempre più forte e deciso, ci si è interrogati nel corso di una due giorni organizzata dall’Avis provinciale di Treviso, il 28 e 29 settembre, alla Casa soggiorno Alpino-Famiglie Rurali di Laggio di Cadore (Bl). Come da qualche anno ormai, era rivolto a presidenti e consiglieri delle Avis comunali della Marca, ogni giorno alle prese con problemi e preoccupazioni legati al delicato campo del volontariato del sangue. Interessantissimi spunti di discussione e confronto sono arrivati da subito, dal giornalista e scrittore Letterio Scopelliti, che ha portato dirette esperienze di vita e professionali, in Italia e all’estero. Così il docente di lettere e filosofia, già preside di scuola superiore, Lamberto Pillonetto che ha parlato sui valori del volontariato a servizio della persona e della comunità. La pedagogista clinica Federica Dal Mas ha, invece, puntato l’attenzione dei presenti sull’organizzazione del volontariato come sistema e sul valore del “gruppo”. A coordinare l’incontro è stato Carlo Donadel, esperto in ambito psicoeducativo, che nell’arco dei due giorni ha affrontato il tema della forza dell’organizzazione e della condivisione di una visione. Sono seguiti i lavori di gruppo sul tema della comunicazione, della collaborazione tra associazioni, dei rapporti con le istituzioni, dei rapporti interpersonali, dell’accreditamento e dell’organizzazione delle donazioni.

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La domenica mattina si è svolto un laboratorio interattivo sull’efficacia del lavoro di squadra e di una buona programmazione. Insieme ai dirigenti avisini della Provinciale, hanno partecipato anche il presidente regionale dell’Avis, Gino Foffano e il consigliere nazionale Bernardino Spaliviero, oltre che tutti i componenti dell’Esecutivo provinciale. Al suo esordio a Laggio come presidente dell’Avis provinciale, Vanda Pradal si dice soddisfatta dell’incontro che “Ha rinforzato le motivazioni all’impegno e all’assunzione di responsabilità in ambito associativo e rinforzato la conoscenza reciproca. Il fatto di confrontare le nostre esperienze, di pensare insieme al futuro, di riflettere sulle concrete competenze nella gestione dell’Avis, sul valore del volontariato in una visione più ampia di quella locale, nel particolare contesto e momento sociale che stiamo vivendo, ci permette di assumere una visione sistemica dell’organizzazione del volontariato. Credo che dopo questo incontro sia chiaro che tutto e tutti concorrono all’unico fine, che è il bene dei malati, e che si deve lavorare insieme, perchè è il lavoro di squadra che vince!”. È stato un momento di incontro e di confronto, quindi, per fare “squadra” proprio in un periodo di crisi non solo economica, in cui emerge e si solidifica - come è stato detto da uno dei relatori - la vera “povertà”: quella culturale e valoriale. Non è stata, invece, “povera” di risate la serata del sabato che, dopo la cena, ha visto “in scena” il cabarettista Francesco Damiano di “Riso fa Buon Sangue”. Michela Rossato

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Avisini-attori per la sicurezza stradale ’Avis provinciale di Treviso, con un gruppo di avisini di alcune sue Comunali in qualità di “attori”, ha partecipato alla campagna di sensibilizzazione 2014 sulla sicurezza stradale, abuso di alcol alla guida e alcolismo giovanile realizzata da “Saturno 9”. La presenza di Avis e del ruolo preziosissimo dei donatori di sangue, si inserisce in un video della durata di 72 minuti, intitolato “L’aurora” che potrebbe essere diffuso nelle scuole. Nato lo scorso anno da una idea di Pasav (Precedenza Alla Sicurezza – Associazione di promozione sociale di Venezia) e realizzata da Saturno 9, associazione artistica indipendente, il progetto si propone (attraverso l’utilizzo di tre filmati), di far riflettere i giovani sulle conseguenze dell’abuso di alcolici e dell’inutilizzo della cintura di sicurezza durante la guida dell’auto. La presentazione si è svolta al Cinema Excelsior di Mestre, il 28 novembre, presenti in sala oltre 200 studenti di tre Istituti secondari del veneziano. Cristiano Invaso, presidente Pasav, Massimo Moretto e Graziano Bicelli di Saturno 9, hanno presentato l’intero progetto, che ha il patrocinio della Regione Veneto, e la collaborazione di Provincia, Comune ed Aci di Venezia. Sono intervenuti i responsabili di Polizia di Stato, Vigili del fuoco, Suem 118 e Polizia Locale della provincia di Venezia, mentre per Avis era presente la Provinciale di

Treviso, già da giugno coinvolta direttamente dal regista Massimo, per altro socio donatore. Interessanti i 3 video prodotti, rispettivamente in forma di clip della durata di 4 minuti circa, intitolato “La promessa”, di cortometraggio della durata di 24 minuti, intitolato “Rosso asfalto” e di lungometraggio della durata di 72 minuti denominato “L’aurora”; particolarmente coinvolgente il secondo per le sensazioni che provoca allo spettatore. A breve i filmati saranno disponibili, prima su youtube e successivamente anche su supporto magnetico. A margine della presentazione, struggente l’intervento della signora Cinzia dell’associazione “Un cuore per la vita”, istituita un anno fa dopo la perdita del figlio in un incidente stradale causato da un guidatore in stato di ebbrezza; altrettanto coinvolgente il contributo di Federica Zago, pluricampionessa di canoa, sulla sedia a rotelle dall’età di 18 anni a seguito dell’uscita di strada dell’auto condotta da un amico ubriaco. La presenza di Avis rappresenta per i ragazzi donatori, che lo scorso luglio a Crocetta del Montello hanno partecipato alle riprese e per l’Associazione tutta, motivo di soddisfazione per essere stati voluti come partner credibile nella promozione del messaggio che il progetto Walter Tonon propone.

LE SETTE SORELLE

C’è la crisi? ci salvano i veri “valori”

Resana: Rosario Fiorello con la maglia Avis

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opo Federica Pellegrini, Vittorio Brumotti, Cristina Chiabotto, Rossella Brescia, Gigi Mastrangelo, Jack Sintini, Carlo Molfetta e tanti altri personaggi dello spettacolo e dello sport… ecco un altro “colpo” da maestri per la squadra “Avis Resana x la Vita”! L’ultimo “acquisto” si chiama nientemeno che Rosario Fiorello. Il “fiore” nazionale ha voluto indossare la t-shirt dell’Avis

di Resana, la stessa già indossata anche da centinaia di ragazzini del calcio, per lanciare anche lui un messaggio, attraverso Twitter e Facebook, di promozione della donazione del sangue. “Donate sangue” ha ricordato Fiorello, con la speranza che siano soprattutto i giovani ad ascoltarlo e a seguire l’esempio che arriva anche da tanti personaggi televisivi famosi.

Anche gli infermieri si “bucano” (ma per donare sangue)

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n’infermiera tira l’altra… per donare il sangue! Gli infermieri del reparto di Ortopedia dell’ospedale di Conegliano hanno deciso, infatti, di diventare donatori di sangue. Una bella “sorpresa” per l’associazione, organizzata dal collega Gian Carlo Battistella dell’Avis di Mareno di Piave e consigliere provinciale. “Da tanti anni faccio questo lavoro - commenta il dott. Alessandro Dal Canton, direttore del Centro trasfusionale di Conegliano - ma ancora questi gesti, così ricchi di generosità, solidarietà e tanta voglia di stare assieme un po’ mi commuovono”. 29


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TREVISO

LE SETTE SORELLE

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ue testimonial d’eccezione, domenica 13 ottobre, al “33° Trofeo Avis - 3° Memorial Bruno Sottana 23ª Maratonina”, corsa podistica non competitiva organizzata a Musano da Gruppo Podistico Avis, Avis comunale di Trevignano e Gruppo Alpini, con il patrocinio di Comune e Pro Loco. I due campioni di casa, Giulia Alessandra Viola e Andrea Girotto sono stati ospiti della manifestazione (oltre 1.600 iscritti) e premiati non solo per i loro straordinari successi sportivi, ma anche per la decisione di diventare al più presto donatori di sangue. Giulia, classe 1991, è campionessa italiana dei 1.500 e 5.000 metri; Andrea (1992) è campione italiano ed europeo di pattinaggio artistico, campione del mondo 2011 e fresca “medaglia d’argento” (15 novembre) seniores ai Mondiali di pattinaggio artistico a Taipei. Due giovani sportivi che si distinguono per sensibilità e attenzione al prossimo. Entrambi, infatti, hanno deciso di sottoporsi agli esami di idoneità per diventare donatori. Andrea lo ha fatto di ritorno da Taipei, il 20 novembre, al Centro trasfusionale di Treviso, senza clamori com’è

nel suo carattere riservato. Figlio e fratello di donatori, per il giovane campione (che già cullava l’idea da un po’) è stata un’emozione forte: “Nel momento in cui mi hanno infilato l’ago per i prelievi mi sono reso conto dell’importanza di quello che stavo per fare e che spero di fare per tanto tempo - ha detto – mi sono reso conto che un gesto che non mi costa niente, che è semplice e che per me non fa la differenza, potrà fare invece la differenza per una persona che ha bisogno, un’enorme differenza perchè può salvarle la vita. È una soddisfazione indescrivibile, come quando si vince una medaglia”. Vita di impegno, sacrifici e tanta costanza, Andrea è sulle rotelle da quando aveva 2 anni e mezzo, perchè “i pattini sono di casa (la cugina è Marilisa Girotto, altra campionessa, ndr) quanto l’Avis”. Ai giovani si sente di dire che devono sempre cercare il massimo, con il sudore e con le proprie forze, non scegliendo la via più facile, rialzandosi quando si cade. Sempre. Ma soprattutto dice di fare scelte che, oltre a se stessi, possano essere un bene anche per il prossimo. “Solo così la propria vita è completa”. A ringraziare Andrea, (oltre che l’altra atleta, Giulia, durante le premiazioni a Musano), c’era anche la presidente dell’Avis provinciale di Treviso, Vanda Pradal, che l’ha accompagnato al Trasfusionale per l’idoneità.“I giovani donatori sono il nostro presente e il nostro futuro, e quando sono personaggi noti e seguiti, sono per l’Avis un bel biglietto da visita per sensibilizzare e avvicinare altri giovani. Sono scelte di ragazzi che sono responsabili anche nella gara della vita, che hanno capito che tutti abbiamo bisogno di tutti”. Soddisfatto anche il presidente dell’Avis comunale di Trevignano, Elia Zanatta: “Questi sono esempi da seguire per i giovani, che nella nostra zona sono particolarmente sensibili ai bisogni del prossimo”. A Trevignano, infatti, grazie alle tante iniziative estive organizzate dalle due Avis (Comunale e Capoluogo), sono già una cinquanM.R. tina le nuove adesioni.

Vittorio Veneto: un “botto” la pedalata per il Piccolo Rifugio + WEB

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ecord di circa 450 iscritti alla pedalata organizzata dall’Avis di Vittorio Veneto per raccogliere fondi per il Piccolo Rifugio, che segue le persone con disabilità. Piena piazza del Popolo alla partenza e all’arrivo, dopo un percorso di 24 chilometri fra quartieri e campagne vittoriesi. A dare l’avvio a “Pedalavis” sono stati Giacomo e Francesco, due ospiti del Piccolo Rifugio di Vit-

torio Veneto, sulle biciclette a tre ruote con cui da anni solcano la città. Dietro il serpentone dei ciclisti: nel gruppo anche il sindaco Gianantonio Da Re e il pluricampione del mondo di ciclocross Renato Longo e tanti giovani e giovanissimi. “L’Avis ci è vicina da sempre e le siamo grati - ha detto il direttore del Piccolo Rifugio, Dino Mulotto - e onorati che ci abbia dedicato a Pedalata: per il Piccolo Rifugio sentirsi parte della comunità, della città, della diocesi, è fondamentale”. Un grazie per il successo agli oltre 80 volontari di Avis, Protezione civile Colle Umberto, Cicloturistica Vittorio Veneto, Associazione Carabinieri, Prealpi Soccorso, Agesci, Associazione Istadea, oltre alla Polizia municipale.

Obiettivo: donare in modo mirato È

un momento strano questo che stiamo attraversando, difficile per la situazione economica, ma anche per il clima di fiducia che è diminuito pure tra i donatori, che sembrano risentire delle difficoltà che molta parte della comunità sta vivendo. Le donazioni sono in calo ovunque, nel veneziano per oltre il due per cento. Siamo certi, però, che ancora una volta il volontario saprà reagire, rispondendo in modo esemplare alla domanda di responsabilità che ci viene richiesta; una grande sfida che attende tutti i donatori veneziani. Per fortuna anche la domanda di sangue in questi mesi è diminuita, sembra che gli ammalati chiedano meno sangue, le liste di attesa si allungano, complice la riduzione delle risorse? Ci viene richiesto pertanto di donare in modo mirato, donare quando e quanto serve. Ai donatori fa piacere sapere che serve meno sangue ma allora, visto che potremmo donare di più, perché non pensare al fabbisogno fuori del nostro territorio? Visto che in Italia tutte le Regioni sono ormai quasi autosufficienti, se nel mondo serve sangue sicuro

e gratuito, perché non aprire la solidarietà internazionale anche alla donazione del sangue? Noi faremo sempre la nostra parte e per rispondere alla mutata richiesta, più mirata e selettiva, nei prossimi mesi le modalità di chiamata alla donazione cambieranno, la chiamata si farà più puntuale e precisa, i donatori verranno “chiamati” a donare dai dirigenti associativi e dalle loro strutture con maggiore attenzione e cura. Verranno utilizzati mezzi “multicanale” quali sms, email, telefonate e ogni altro sistema che si rende necessario vista l’eterogeneità dei donatori in quanto a età, cultura di base, preparazione e differente utilizzo dei social. Altra importante novità sarà la prenotazione della donazione, il momento più importante. Vogliamo che ognuno non faccia più la coda, ma scelga il momento più adatto per sé e possa dedicare tutto il tempo che vuole a socializzare con gli altri donatori. Così i donatori veneziani saranno ancor più solidali e responsabili di prima. Giorgio Brunello. presidente Avis provinciale

LE SETTE SORELLE

Campioni al dono

VENEZIA

Parte da Est il progetto “informatore associativo A

lla luce della convenzione tra il Dimt e le Associazioni di donatori, che invita a migliorare la qualità della chiamata e l’accoglienza dei donatori nei Centri trasfusionali, l’Avis di Musile di Piave ha deciso di replicare l’efficace esperienza di accoglienza della provincia di Pordenone, illustrata in occasione degli incontri promossi dalla scuola interregionale di Avis Veneto-Friuli-Trentino. L’Associazione ha, quindi, elaborato un progetto per presidiare ciascuno dei Centri trasfusionali dell’Ulss 10 con la presenza di “informatori associativi”. Grazie al supporto di Avis Veneto e Csv di Venezia, il progetto ha preso il via con un corso di formazione, al quale hanno partecipato 43 volontari delle Avis del Portogruarese e del Sandonatese. Il corso, articolato in sei incontri di due ore ciascuno, è iniziato l’11 ottobre ed è terminato il 15 novembre. Tre i relatori lo psicologo dott. Stefano Carbone, che aveva seguito l’iniziativa anche per Avis provinciale di Pordenone; il dott. Alberto Argentoni, che ha illustrato gli aspetti associativi (statuto, convenzione...); un medico del Centro trasfusionale di San Donà di Piave, per spiegare gli aspetti sanitari del dono. A breve, quindi, presso i Centri di Jesolo,

San Donà di Piave e Portogruaro verrà allestito un “Punto di informazione”: una postazione riservata all’informatore, riconoscibile grazie ad una polo rossa Avis e a un cartellino identificativo. Tale figura sarà un riferimento per donatori, associati e non, potrà accoglierli e ascoltare le loro problematiche, informarli ed indirizzarli alle Comunali avisine, nonché offrire un supporto logistico ai Centri. Scopo del progetto è fidelizzare i donatori mediante un’assistenza qualificata, che aiuterà sia i donatori, sia gli aspiranti a vivere con serenità le problematiche che s’incontrano nei Centri trasfusionali, guidandoli attraverso i vari passaggi che portano alla donazione: l’accesso alla segreteria, la visita medica, il prelievo ed infine il ristoro. Si tratta di un’esperienza unica in tutta la Regione, che sarà estesa anche nelle altre Asl della Silvano Vello provincia di Venezia.

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VENEZIA

VENEZIA

LE SETTE SORELLE

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i è svolto in due puntate, il 26 ottobre a Vigonovo e il 9 novembre a San Donà di Piave, il primo corso per Amministratori organizzato dall’Avis provinciale di Venezia. Nato dalla richiesta, espressa a seguito dei rinnovi associativi, di formare e informare i nuovi dirigenti sull’evoluzione delle normative alle quali sono soggetti gli enti non profit, il corso ha riscosso i favori delle Comunali che hanno risposto positivamente all’invito partecipando numerose con presidenti e amministratori, ma anche con revisori, consiglieri e

collaboratori che volevano approfondire il tema. A relazionare, il dottor Donatello Ferrari, formatore esperto del settore, già amministratore di un’Avis del trevigiano, sulla scia dell’esperienza positiva dell’Avis provinciale di Treviso che da anni investe molto sulla formazione dei propri dirigenti e che, nell’ottica di associazione in rete, ha messo a disposizione il suo esempio. Questo corso è stato il primo di una serie di approfondimenti sulla gestione delle Avis comunali che vogliamo organizzare durante questo mandato. È, infatti, intenzione di tutto l’Esecutivo provinciale potenziare il dialogo con le Avis comunali e raccogliere le loro richieste e osservazioni per costruire passo dopo passo il percorso di formazione dei nostri dirigenti. Importanti spunti sulle prossime tematiche da affrontare, sono stati raccolti proprio durante questo corso. Per restare aggiornati sulle iniziative dell’Avis provinciale di Venezia, chiedete di inserire il vostro indirizzo nella newsletter periodica “Avis Provinciale INforma!” scrivendo a venezia.provinciale@avis.it. Lucia Delsole - responsabile Formazione Avis provinciale Venezia

Marcon: inaugurato il nuovo Centro di Raccolta M

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arcon ha un nuovo centro raccolta, progettato secondo i requisiti stabiliti dalle normative nazionali ed europee in materia di attività trasfusionali, in particolare dalla disciplina del Plasma Master File. Inaugurato il 6 ottobre in Via della Cultura, il fabbricato ospita anche la sede dell’Avis Marcon. Un’area di 300 mq è dedicata alle donazioni domenicali e comprende una sala d’attesa con front-office, quattro ambulatori, una sala prelievi, servizi e locali di servizio; altri 70 mq sono invece occupati da due uffici, un locale ristoro per il donatore e servizi. “La raccolta domenicale della Comunale di Marcon - spiega il presidente Vito Caputo - ha numeri di tutto rispetto: oltre 1.200 donazioni, 730 donatori attivi su una popolazione di 15.000 abitanti. L’opera, però, è stata concepita da Avis per rispondere attivamente alla richiesta di servizi socio-sanitari da parte della cittadinanza: infatti verrà utilizzata quotidianamente come sede dell’Ulss12 per l’attività di fisioterapia e come ufficio del direttore del distretto Socio-Sanitario n. 4 di Marcon, nonché della medicina di gruppo “Medicina Insieme” costituita dai medici di base dott. Sercia, dott. Artuso e dott.ssa Favaro”. L’opera è stata realizzata con la partecipazione del Comune di Marcon, che ha dato in concessione gratuita per 99 anni l’area su cui sorge il fabbricato, mentre i costi sono totalmente a carico dell’Avis di Marcon che ha contratto un mutuo ventennale di 450mila euro con la Bcc Marcon-Venezia e ha promosso una raccolta fondi negli ultimi tre anni.

“Dobbiamo ringraziare per l’impegno tutti i donatori e le donatrici di Marcon, i membri del Consiglio direttivo e il direttore sanitario Roberto Savi - sottolinea Caputo. Presenti all’inaugurazione, nonostante il maltempo, oltre 200 donatori, diversi dirigenti associativi e autorità pubbliche tra cui l’on. Mario Dalla Tor, l’assessore regionale Renato Chisso e il direttore generale dell’Ulss 12, dr. Giuseppe Dal Ben. “È in tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo - conclude Caputo - che associazioni come l'Avis devono far sentire sempre più la loro presenza e il loro sostegno a chi più ne ha bisogno e ricordare sempre il nostro motto: il sangue non si fabbrica… Si dona!”.

E Spinea ha la nuova sede

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uova sede per l’Avis di Spinea: dopo essere stata accolta temporaneamente presso l’Autoscuola Torino Motori a causa del crollo del tetto della vecchia scuola che la ospitava, l’associazione ha ora una nuova sede nella Casa delle Associazioni in via Bennati 13, vicino alla palestra comunale. La segreteria è operativa il venerdì, dalle 20.30 alle 22.30 e la domenica dalle 9.30 alle 11.30. Le raccolte domenicali vengono effettuate come di consueto presso il Distretto Sanitario di Spinea, in via Pisacane 3, dietro il Municipio. Per informazioni, contattare Enrico Varola al 349.4566320.

Via Di Natale, lucciolata finale a Concordia D

omenica 19 gennaio 2014 sarà Concordia Sagittaria ad ospitare la “Lucciolata” finale per la Via di Natale di Aviano, il tradizionale appuntamento che riunisce tutti i comuni del Triveneto che, nel corso dell’anno, hanno ospitato una tappa della passeggiata di solidarietà. Il connubio tra Avis e Via di Natale si è manifestato fortemente fin dalle origini: entrambe le associazioni operano a favore del malato, per alleviarne le pene attraverso le donazioni di sangue o per accompagnarlo con dignità nel decorso della malattia. Per questo motivo, Avis ha sempre avuto un ruolo di primo piano anche nell’organizzazione delle passeggiate della solidarietà. Quest’anno, la Lucciolata finale si annuncia come un evento straordinario: oltre alla possibilità di tuffarsi gratuitamente nella storia millenaria e nella tradizione della “città romana”, guidati dai volontari dell’associazione “Rufino Turranio”, i concordiesi si stanno già adoperando per preparare una serie di spettacoli di intrattenimen-

to e per accogliere le migliaia di visitatori attesi con cioccolata calda, vin brulè e altre prelibatezze locali. Non rimane che partecipare numerosi e accendere con la fiamma della lucciolata il calore della solidarietà di cui gli avisini sono capaci. Per informazioni, è possibile contattare l’Avis locale al cell. 348 9110979. Dario Piccolo

LE SETTE SORELLE

Amministrare Avis, amministrare bene

Mirano: i giovani e la donazione? Basta farsi coinvolgere

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na delle domande sempre al centro delle nostre riunioni è “Come avvicinare i giovani al mondo del volontariato e al dono del sangue?”. L’abbiamo chiesto direttamente a loro. Con enorme sorpresa ci hanno subito accolto e coinvolto e noi li abbiamo sostenuti in due eventi: il torneo “Green4Fun” a Santa Maria di Sala, con 24 squadre di volley e 20 di calcetto, e “Be a Hero”, che ha riunito una quarantina di ragazzi tra i 18 e i 25 anni a Zianigo di Mirano, nella natura della località “Il tempo perso”. In questa occasione, l’associazione GPS (Giovani Per il Sociale) ha predisposto rinfresco e musica invogliando i ragazzi a partecipare per ascoltare le parole dei presidenti Avis e Aido

sul mondo un po’ sconosciuto della donazione. Oltre a trasmettere a questi ragazzi curiosità e informazioni tecniche, siamo riusciti a far passare importanti messaggi di vita e solidarietà. Lo sentiamo da Giulia, che ha partecipato a “Be a Hero”: “È stata un’esperienza nuova e significativa incontrare il mondo dell’Avis. Spesso si vive in una dimensione dove il ricevere viene riconosciuto più del donare e troppo spesso un "grazie" non ha il peso che dovrebbe avere. Un piccolo gesto di un uomo ne può salvare molti, il perpetuarsi di un dono regala speranza… Un nuovo modo questo, diretto ed efficace, per farci capire che oltre all'ordinario c'e' di più. Grazie Avis!” Giuliano Casotto

Un calendario 2014 cosmopolita per Avis Mestre-Marghera

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arà un 2014 “cosmopolita” per quei fortunati che riusciranno ad accaparrarsi una copia del calendario fotografico dell’Avis Mestre-Marghera, creato con scatti realizzati in giro per il mondo dal Gruppo giovani, in occasione di viaggi e vacanze. “In viaggio con Avis - Cartoline dal mondo” è appunto il titolo dell’opera, che ritrae vari peluche griffati Avis sugli sfondi più disparati: Vietnam, Portogallo, Egitto, Stati Uniti... e naturalmente Italia. L’obiettivo era creare un calendario bello da appendere in casa o al lavoro, quindi efficace in termini di visibilità dell’Avis, oltre che utile per ricordare ai donatori le domeniche di raccolta e altre ricorrenze importanti. Come di consueto, le copie vengono distribuite presso la sede di Avis Mestre-Marghera e il Centro raccolta all’Ospedale dell’Angelo, nonché in occasione delle raccolte domenicali. 33


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BELLUNO

BELLUNO

LE SETTE SORELLE

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ll’Abvs il territorio è al primo posto! In un contesto storico dove la tendenza all’accentramento delle strutture è sempre maggiore, infatti, l’Abvs si fa carico, in questo senso, di un’inversione di rotta. La costante valorizzazione dell’operato delle singole sezioni è il chiaro obiettivo che si è posta la presidente, Gina Bortot, ed a cui è stato dato ampio spazio in occasione dell’assemblea provinciale d’autunno, svoltasi lo scorso 24 novembre. All’evento è stata portata anche l’esperienza dell’appuntamento precursore.

Il 18 ottobre, infatti, il Direttivo provinciale ha incontrato i componenti delle sezioni della zona 1 (Cadore) presso l’Hotel Ferrovia di Calalzo di Cadore. Tante le facce nuove, a seguito dei rinnovi associativi intervenuti la scorsa primavera, ma numerosi anche i volti conosciuti, accorsi per portare la propria esperienza, confrontarsi e discutere sul ruolo di quegli organi associativi che, più di tutti, sono a contatto diretto con il donatore. Dagli eventi sportivi al progetto scuola, dagli incontri di formazione con il personale medico ai dubbi sugli adempimenti “burocratici”: l’idea è quella di rinnovare costantemente la sinergia tra organo provinciale e territorio. Ma all’assemblea si è parlato anche di dati: se pressoché invariato è il numero totale di donazioni rispetto al 2012, un calo si evidenzia soprattutto nelle plasmaferesi. Continua, invece, il percorso che vede l’Abvs pioniere del sistema di prenotazione delle donazioni. A fronte del positivo collaudo, entrerà a regime, nel giro di qualche settimana, il gestionale che consentirà all’associazione di organizzare anche le prenotazioni di coloro che si apprestano alla prima donazione. La prima, ci auguriamo, di una lunga serie.

Se l’Abvs è tutto a colori S

ono stati i più piccoli i destinatari dell’ultima iniziativa della sezione Abvs di Belluno. In occasione della 15° edizione del Baby’s Bazar, la sezione del capoluogo ha attirato l’attenzione delle centinaia di bimbi presenti con un simpatico gadget: un album tutto da colorare per dare sfogo alla fantasia dei più piccoli. Un fumetto vivace e significativo sulla copertina ha avvicinato grandi e piccini.

Vajont: più di ottomila alla marcia della memoria + WEB

S

ono passati ormai 50 anni da quel maledetto 9 ottobre del 1963, ma il ricordo della tragedia del Vajont è ancora più che vivo nei cuori dei bellunesi. Come ogni

anno, sui luoghi del disastro si è tenuta la pedonata “I percorsi della memoria”. Oltre 8mila gli iscritti, provenienti anche dagli Stati Uniti e dalla Nuova Zelanda, che hanno messo alla prova la macchina organizzativa dei volontari nei tre percorsi da 10, 17 e 25 chilometri. L’Abvs ha fatto sentire la propria presenza presentandosi con un gruppo compatto e colorato. Grazie al coordinamento di Luigi de Felip, sono stati ben 139 gli sportivi che si sono iscritti alla gara in questa lista, tanto che l’Abvs è risultata il terzo gruppo più numeroso partecipante all’evento. Armati di bandiere e buona volontà, i donatori hanno affrontato il percorso anche con il tempo incerto ricevendo, all’arrivo nello stadio, i meritati applausi del pubblico presente. Pagine a cura di Barbara Iannotta

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I quarant’anni della ventiquattrore I

primi 40 anni! È un onorevole traguardo quello raggiunto dalla manifestazione podistica che si svolge ogni anno presso lo stadio comunale di Belluno. Tra le gare sull’ora più antiche d’Italia, la “24 Ore di San Martino” ha spento, quest’anno, nientemeno che quaranta candeline. Come da tradizione, anche l’Abvs ha partecipato con una squadra di propri atleti, guadagnando l’undicesima piazza con quasi 338 chilometri macinati. Ma l’evento non è solo sport: solidarietà e, perché no, anche divertimento. A supporto degli atleti e dei simpatizzanti, le sezioni di Sedico e Bribano hanno gestito la tenda stand di riferimento. Grandi e piccoli hanno affollato il punto ristoro tra palloncini, materiale promozionale e torte squisite. Ma tutti gli sguardi sono stati attirati dalle lanterne liberate dai volontari nella fredda nottata: nasi all’insù, e chissà che non si avveri qualche desiderio.

LE SETTE SORELLE

Prima donazione? Si può prenotare

Appuntamento con la Casparetha il 15 febbraio S i svolgerà il 15 febbraio 2014 la nona edizione della Casparetha, la gara non competitiva di sci d’alpinismo e ciaspole più importante del Triveneto. Una data particolare che consentirà agli innamorati di festeggiare San Valentino in modo insolito. E dopo la fatica, il ristoro: brulè, minestra e musica per godere a pieno della nottata in valle. Un evento che continua a ripetersi grazie al supporto degli esercenti e delle associazioni foto Montefortiana di: Renato Malaffo non profit della vallata agordina, non ultima la locale sezione dell’Abvs. E proprio la sezione di CanaleVallada riserverà un premio speciale, da assegnare a sorteggio, per un donatore attivo partecipante alla gara. Ma affrettatevi, il limite massimo è di 900 partecipanti. Per info iscrizioni, costi e noleggio attrezzatura www.casparetha.it. Casparetha è anche su Facebook (facebook.com/casparetha) e Twitter (@casparetha).

Atletica Comelico, nuovo look con le divise dell’Abvs

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razie alle sezioni Abvs del Comelico e di Sappada, ora l’Atletica Comelico può sfoggiare un nuovo look. Nella necessità di rinnovare le divise da gara ed allenamento, le sezioni locali dei donatori del sangue hanno contribuito alla realizzazione delle magliette tecniche che gli atleti utilizzeranno ai prossimi eventi sportivi. Le sezioni che hanno collaborato sono Comelico Superiore, San Nicolò di Comelico, San Pietro di Cadore, Santo Stefano di Cadore e Sappada. 35


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PADOVA

PADOVA

Gli uffici di chiamata in provincia LE SETTE SORELLE

denti Avis. Il lavoro degli “uffici di chiamata” ha come obiettivo garantire un afflusso costante dei donatori alle strutture trasfusionali e un miglior utilizzo delle risorse umane, nelle strutture ospedaliere e nelle Unità di Raccolta sangue. La novità che emerge dalla discussione sulle “Linee Guida per la chiamata del donatore” è l’indicazione di obiettivi secondo i criteri di efficienza, per orientare la programmazione e la declinazione del fabbisogno e della chiamata, per gruppo. Avis provinciale di Padova ritiene fondamentale che la chiamata alla donazione sia attuata dalle associazioni, secondo una programmazione definita, d’intesa con la struttura trasfusionale territorialmente competente. A nostro avviso è necessario tutelare l’accesso del donatore in quanto volontario, il quale non deve avere limitazioni stringenti nell’accesso alla struttura trasfusionale dovuta ad una programmazione esasperata, soprattutto in un territorio come quello di Padova, dove esiste una Roberto Sartori carenza cronica di sangue.

Saonara e Vigonovo a... Tombelle: quando l’unione fa il donatore

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e Avis comunali di Saonara e di Vigonovo, che territorialmente sono accomunate dalla frazione di Tombelle (metà paese ricade nel comune di Saonara, provincia di Padova e l’altra metà nel comune di Vigonovo, provincia di Venezia), hanno avuto modo di... unire le forze! Alla Sagra settembrina di Tombelle, infatti, le Avis si sono presentate con un unico stand informativo con un messaggio ben chiaro “… donare sangue non ha confini!”. Con questo slogan i volontari di ambedue le Comunali hanno sensibilizzato la popolazione al dono del sangue, con numerose adesioni che, nei prossimi mesi, si concretizzeranno (speriamo tutte!) in altrettanti nuovi donatori.

a “Summer run–corsa dell’estate” organizzata con lo stesso format della “Corri x Padova”, ha fatto tappa a Casalserugo. All’appuntamento il popolo dei marciatori (fra corridori e camminatori) ha risposto, come sempre, numeroso ed entusiasta. All’evento era presente anche l’Avis di Casalserugo, che ha dato il proprio contributo nel comparto organizzativo con i propri volontari impegnati nella gestione del servizio custodia zaini e nella gestione del ristoro volante a metà percorso. Inoltre, un vivace gruppo di donatori locali ha marciato insieme agli altri atleti, indossando la maglietta con il logo Avis Casalserugo, per sensibilizzare i partecipanti ed in particolare i giovani presenti, al nobile gesto della donazione del sangue. Anche domenica 22 settembre, in occasione del passaggio della “Staffetta del donatore”, i volontari avisini di Casalserugo sono stati protagonisti in prima linea nella gara di solidarietà per il sostegno del dono del sangue e degli organi, nonché per la salvaguardia dell’ospedale

di Piove di Sacco. Con i rappresentanti dell’Amministrazione comunale, alcuni giovani avisini, cinque persone in tutto, hanno accompagnato la staffetta per sei chilometri, da Casalserugo a Bovolenta, tenendo alta la fiaccola ardente, con l’entusiasmo di sostenere una iniziativa così speciale.

LE SETTE SORELLE

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el nostro territorio esistono, da anni, degli “Uffici di chiamata” che svolgono il proprio ruolo in locali posizionati all’interno dei Servizi trasfusionali delle varie Aziende Ulss della provincia. Funziona un “ufficio di chiamata” che esplica la propria funzione per la raccolta associativa, per le sedi di raccolta di Padova ed interland, all’interno dell’unità di Raccolta Avis, che ha sede in Via Trasea. Nella provincia padovana l’attività di raccolta sangue, gestita direttamente dalle associazioni, viene svolta tutti i giorni, feriali e festivi e ciò ci differenzia dalle province di Venezia e Treviso. Tutto il servizio attuato in sinergia con la struttura dipartimentale, ha raggiunto, negli ultimi anni, ottimi risultati in termini di aumento della raccolta sangue. In provincia, alcuni uffici di chiamata operano all’interno dei Servizi trasfusionali: Piove di Sacco, Cittadella, Camposampiero, Monselice, Este, Conselve, Montagnana e i compiti dell’ufficio di chiamata sono svolti da volontari Avis oppure da dipen-

Summer run da Casalserugo a Bovolenta

Record di 204 donazioni

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enemerenza speciale, in occasione del 40° di fondazione dell’Avis comunale di Loreggia, a Duilio Fantin, che ha raggiunto le 204 donazioni: un risultato straordinario di continuità nell’impegno a favore degli ammalati. Duilio,

classe 1948 è una persona impegnata a 360 gradi nel mondo del volontariato locale, mettendo a disposizione tempo ed energie, in particolare per i diversamente abili e per l’Aido di Loreggia, della quale Duilio è presidente.

Caselle di Selvazzano e Casale di Scodosia “monumentano”

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naugurazione dell’opera dell’artista Sturaro, il 14 settembre, in Piazza del Donatore a Caselle di Selvazzano. L’opera ha come tema “La vita ed il dono del sangue”, è in ceramica ed è posizionata di fronte alla chiesa di Caselle, ben visibile. Nell’occasione, sia i rappresentanti dell’Avis, sia il sindaco di Selvazzano, hanno ricordato l’attivismo con il quale la Comunale di Caselle opera nel territorio, promuovendo, in particolar modo, la donazione. E inaugurazione il 6 ottobre, a Casale di Scodosia, di un’altra opera di Cristiano Sturaro, presenti anche i rappresentanti di Avis regionale, Luigi Piva e di Avis provinciale, Roberto Sartori. Il presidente della Comunale di Montagnana, Antonio Vecchione, ha sottolineato che l’opera è per i donatori e per la popolazione, per ricordare a tutti la grande necessità di sangue, per invogliare le nuove generazioni ad avvicinarsi all’Avis. 37


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VERONA

VERONA

LE SETTE SORELLE

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l grande lavoro che stanno portando avanti da mesi i componenti del gruppo di lavoro sulla programmazione, relativamente all’ufficio di chiamata/prenotazione, comincia a far vedere la sua giusta conclusione. Dopo il bell’esempio fornito dai volontari dell’ufficio di Legnago, preso a riferimento per l’eventuale implementazione a livello provinciale, è arrivato il momento di estendere la prenotazione chiamata ad altri Centri trasfusionali della provincia di Verona. L’ordine da seguire, dopo la messa a regime dei Centri periferici di Nogara, Bovolone e Zevio (sempre dell’Ulss 21),

prevede l’ospedale “Girolamo Fracastoro” di San Bonifacio, cui affluiscono mediamente 5mila donatori. I dirigenti associativi che coscientemente si sono occupati di tale responsabilità, sono pronti già da diverso tempo. A rallentare la tabella di marcia sono stati essenzialmente i problemi concernenti la comunicazione ed il trattamento dei dati relativi ad altre associazioni, oltre la gestione degli stessi. Ora serve individuare un posto, anche se è sempre più insistente la possibilità di far capo ad un unico ufficio, qual è Legnago. Una cosa è certa, l’Avis veronese è pronta e decisa. Lo sanno i vertici ospedalieri, lo sanno le associazioni coinvolte. Mauro Zocca - presidente Avis provinciale Verona

Convegno a Soave: le novità per donare informati L ’auditorium della cantina “Rocca Sveva” di Soave ha ospitato, il 12 ottobre, il convegno “Donare Informati” organizzato insieme dalla comunale di Soave e dalla Provinciale. Mai come in questo momento si è sentito il bisogno di rendere protagonisti i donatori di sangue! Il dono deve essere non solo consapevole, ma anche informato. E le Avis hanno voluto rendere partecipi tutti i donatori (e non) sulle nuove forme di donazione, sulle norme sul buon uso del sangue e sulla situazione delle donazioni nella nostra provincia. Nel corso del convegno è

stato trattato anche un tema di grande attualità, quello delle cellule staminali. Molti sono stati i quesiti, ai quali sono state date delle risposte prettamente scientifiche. Due toccanti testimonianze hanno “gelato” e commosso l’auditorium; storie di vita vissuta, conclusesi con un lieto fine grazie a un semplice, ma grande gesto di solidarietà: la donazione di midollo osseo e di sangue. Grande soddisfazione ha suscitato la presenza di due classi quinte delle scuole superiori di San Bonifacio; per questo è doveroso un ringraziamento ai dirigenti degli Istituti “L. Dal Cero” e “G. Veronese”, che hanno dimostrato una grande sensibilità pubblicizzando la donazione e collaborando così alla riuscita dell’iniziativa. La giornata è continuata in serata presso il comune di Soave dove, con un “PastaParty in musica”, sono stati festeggiati i neo diciottenni (classe 1995), ai quali rinnoviamo i nostri auguri nella speranza di vederli nuovamente tra di noi come giovani donatori! Un sincero ringraziamento a tutti coloro, Amministrazione comunale, dirigenti scolastici, cantina di Soave e Alpini di Soave per aver collaborato e contribuito, in varie forme, alla realizzazione dell’evento.

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Continua a Sommacampagna la sfida dei più “giovani con più donazioni”

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ei numeri precedenti di “Dono&Vita” abbiamo potuto conoscere Franco Gambarin e Fiorenzo de Franceschi per il loro prezioso contributo e per il traguardo raggiunto nella donazione del sangue. I nostri donatori hanno sempre fatto loro il credo della donazione anonima e gratuita, ma due di loro hanno deciso di accettare la “sfida” di Franco Gambarin. Eccoli: Giuseppe Tittoni, classe 1949,

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aveva 150 donazioni nel 2001, a 52 anni e Paolo Troiani, classe 1956, ne aveva 150 nel 2011, a 55 anni. L’obiettivo della nostra Avis comunale è, comunque, quello di avere sempre donatori, perché questo dà continuità alla disponibilità di sangue e soprattutto di riuscire a trasmettere il valore della donazione alle nuove generazioni. Direttivo Avis Sommacampagna

Il Progetto scuole a Bussolengo arriva a 500 D

a più di un decennio, l’Avis comunale di Bussolengo è presente con varie attività, diverse per ordine e grado di studi, all’interno degli istituti scolastici comprensivi del territorio comunale. Consapevoli che la sensibilizzazione alla donazione deve iniziare sin da giovanissimi, ci impegniamo ogni anno per raggiungere il maggior numero possibile di ragazzi, circa 500 suddivisi tra scuole elementari, medie e superiori. Coscienti dell’approccio differenziato che spetta ai ragazzi più grandi delle classi medie, i giovani referenti del Progetto scuole, tra cui Paola Vantini, Maria Cristina Coato e il collaboratore esterno Mattia Pinali, hanno messo in piedi una bella iniziativa che da un paio d’anni sta riscontrando notevole successo. Si tratta di un quiz sul tema della donazione che prevede una serie di domande alle quali i ragazzi, suddivisi in gruppi, sono invitati a rispondere. L’entusiasmo riscontrato sia da parte dei partecipanti, sia dagli insegnanti, ci ha convinti che questo modo di avvicinare i ragazzi, fornendogli una serie di informazioni sulla cultura del dono del sangue, abbia più effetto accattivante,

rispetto a una classica lezione “accademica”. Non va dimenticato che alle spalle di ragazzi che, per ragioni d’età, non possono ancora essere donatori, ci sono genitori e famiglie che non si sono mai avvicinati al mondo del dono del sangue. Anche per questo, le informazioni che portiamo nelle scuole risultano fondamentali al fine di estendere la sensibilizzazione al dono del sangue anche a un più vasto numero di persone. Il successo riscontrato dalle nostre iniziative ci sollecita a fare sempre più e meglio. Per maggiori informazioni sul progetto è possibile contattare l'Avis comunale di Bussolengo all’indirizzo email info@avisbussolengo.com

LE SETTE SORELLE

Provincia in marcia verso chiamata unica

Locara: i nostri primi quarant’anni in due immagini

È

stata la splendida Villa Bongiovanni, a Locara, a fare da cornice, il 9 giugno, al quarantesimo di fondazione dell’Avis comunale, presenti 200 donatori e 4 soci fondatori. Tra questi Eugenio Danieli, che tutt’oggi è un volontario attivo con le sue 127 donazioni, una vera e propria vita rivolta agli ammalati, “benemerenza diamante”. L’Avis Locara venne fondata il 18 marzo del 1973 da un gruppo di donatori e primo presidente venne nominato Giancarlo Dalla Tezza. Dopo quarant’anni, le attività promozionali sono molteplici, una su tutte è quella che si tiene il 25 aprile e che è l’evento “Villaggio Avisonante”, una piacevole camminata tra corti rurali e ville di un tempo, sensibilizzando con messaggi promozionali. Nel mese di maggio promuoviamo una gita Avis, mentre il torneo di pallavolo Avis Giovani est veronese viene organizzato da qualche anno dall’Avis Locara presso la struttura del centro parrocchiale. Quello che ci fa sperare e continuare la promozione è richiamare ancora nuovi donatori, visto il buon numero che da inizio anno si sono iscritti, ben 8 al 31 giugno. Nelle foto allegate, ritroviamo i ricordi di un passato di quei giovani che gettarono le basi per fondare l’Avis e nell’altra è la conferma che l’Avis Locara è viva e sempre giovane come 40 anni fa. Gaspare Fraccaro 39


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VICENZA

VICENZA

LE SETTE SORELLE

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on è un segreto che in passato la Sanità Veneta abbia puntato su Vicenza, attribuendo alla nostra provincia un ruolo di punta nella raccolta di plasma. Nell'attuale fase di contrazione nella raccolta era pertanto lecito attendersi una particolare attenzione alla nostra provincia. Sia chiaro: particolare attenzione non vuol dire pretendere di essere esentati da inevitabili riduzioni. Vuol dire semplicemente che, proprio per-

ché lanciati su richiesta della sanità regionale, a una velocità maggiore rispetto ad altre province, la frenata avrebbe dovuto essere gestita tenendo conto della peculiare situazione di Vicenza. Invece, non solo non sono stati applicati gli stessi parametri delle altre province venete, ma addirittura si è preteso che

Vicenza frenasse in misura nettamente maggiore. E lo si è fatto in maniera tutt'altro che trasparente. Anziché parlare chiaro e diminuire il numero delle procedure, questo è stato lasciato invariato (14.444) diminuendo il numero dei separatori (da 38 a 23). L’inevitabile, quanto prevedibile, conseguenza è l’incremento del numero delle procedure per separatore: da 500 a 628. Quest’ultimo numero non ha uguali non solo in Veneto (supera la media regionale di oltre 100 unità) ma probabilmente in tutta Italia. Solo in seguito all'intervento delle associazioni si è fatta marcia indietro. È inutile in questa sede fomentare polemiche; tuttavia non possiamo esimerci dall'osservare che l’atteggiamento assunto dalla Sanità veneta in questa circostanza nei confronti della provincia di Vicenza è frutto, nella migliore delle ipotesi, di superficialità. Confidiamo in una maggiore attenzione nel prossimo futuro e soprattutto in una maggiore considerazione delle realtà associative che negli anni hanno creato quel patrimonio di donatori che, nel Veneto, è sotto gli occhi di tutti. Siamo alla fine di un 2013 molto travagliato e temo che il 2014 non sarà da meno. Credo che solo la considerazione e l’attenzione verso gli altri, tutti gli altri, possano consentirci di riconquistare la fiducia verso il futuro. Auguro a tutti i donatori vicentini, e in modo particolari i donatori Avis, un felice Natale e un fruttuoso Anno Nuovo. Marco Gianesini - presidente Avis provinciale Vicenza

A Valdagno un 50° affollatissimo di... “pulcini” P rimo torneo “Calcio Anch’io” davvero originale quello organizzato in occasione del 50° anniversario dell’Avis comunale di Valdagno. Si è svolto domenica 29 settembre al campo comunale “Filatura Maglio”, con invitate le Società Recoaro-ValdagnoCornedo-Brogliano-Castelgomberto-Trissino-Real San Zeno con le loro squadre di categoria “Pulcini” annate 2004-2005. Il torneo si è svolto nonostante la fitta pioggia, che ha fatto desistere qualcuno dal partecipa-

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re, ma non l’entusiasmo dei bambini che fremevano per scendere in campo. Le squadre “coraggiose” che hanno partecipato di Valdagno, Cornedo e Castelgomberto, hanno deciso di svolgere ugualmente un mini e specialissimo Torneo a 3 e quella che sembrava una giornata funesta, si è trasformata poi in una splendida giornata di sole. I bambini si sono divertiti un mondo a giocare nel campo bagnato con scivoloni e tuffi in un clima davvero spensierato. A tutti sono stati distribuiti gadget dell’Avis, ai genitori è stato spiegato cos’è l’Avis, cosa fa e perché c’è bisogno di incrementare il numero di donatori di sangue, le necessità e l’utilità di tale generosità. Per me è stata una bellissima esperienza che sicuramente, durante il mio mandato da presidente, riproporrò al Consiglio direttivo. Tutto si è svolto nel migliore dei modi e alla fine è stata distribuita una Coppa ad ogni bambino che ha partecipato al Torneo, perché l’importante non era vincere, ma giocare insieme e divertirsi! Matteo Bevilacqua - presidente Avis Valdagno

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Una vera festa a Recoaro, con i “riceventi” G

iornata indimenticabile! Non si può descrivere in altro modo la “Festa dei donatori” svoltasi il 29 settembre. Una giornata dove il vero significato delle parole “solidarietà” e “condivisione” era palpabile nell’aria di una Recoaro Terme che cominciava a mostrare i primi segni di un autunno ormai alle porte. Tanti erano i trapiantati, i donatori di organi, di sangue e di affetto, tante le storie di preoccupazione, di sofferenza, ma anche di gioia che si intrecciavano. Gli occhi lucidi di commozione dei molti che sono tornati alla vita grazie al trapianto e dei loro familiari, la gioia concreta di amicizie nate nelle corsie d’ospedale San Bortolo di Vicenza e ritrovatisi a Recoaro per dirsi: “Ti trovo in buona salute”, le ore spensierate trascorse seduti a tavola tra un buon risotto e un piatto di ottima carne, il tutto annaffiato da ottimo vino di Montepulciano, non si possono dimenticare facilmente! Non si rimane indifferenti nemmeno davanti agli oltre 22mila euro che “Un Mondo di colori” ha destinato a vari progetti o borse di studio, consegnando gli assegni direttamente agli interessati nel corso di una breve cerimonia durante il pranzo. Erano presenti, oltre ad alcuni medici del Centro trapianti dell’ospedale di Vicenza, anche alcuni presidenti e consiglieri delle associazioni Avis, Fidas e Aido del vicentino. Un’ottima giornata per oltre 500 persone, grazie all’organizzazione messa in campo dall’associazione “Un Mondo di colori” che con il suo presidente, Samuele Riello, ha saputo coinvolge-

re numerose persone e altre associazioni di volontariato. Una “buona” parte, ma buona nel vero senso della parola, l’ha fatta l’Istituto Alberghiero “Artusi” di Recoaro Terme che ha coinvolto due classi di alunni per la preparazione del pranzo. Un contributo l’ha dato anche la nostra Avis-Aido che, certa della bontà dell’iniziativa, ha fattivamente collaborato traendone, oltre ad un arricchimento di conoscenze, nuovi stimoli ad operare per i fratelli sofferenti secondo quello che da sempre è il nostro spirito associativo. Avis-Aido Recoaro Terme

LE SETTE SORELLE

Da anni primi nel plasma, ora invece...

Monte di Malo: nel calcio a 5 primi anche in lealtà I l connubio Avis e sport ha portato la squadra Over calcio a 5 di Monte di Malo a laurearsi campione provinciale nel campionato organizzato dal Centro Sportivo Italiano (Csi) provinciale. La squadra è stata insignita anche del “Trofeo d’onore” per la sua lealtà e

correttezza in campo, riconoscimento che viene assegnato alle società che partecipano a più discipline sportive, all’interno del Csi. La finale è stata giocata contro il Brp Piazzo Five di Zuliano che ha visto la Over calcio a 5 Monte di Malo prevalere per 4 a 3. Questa forma di sponsorizzazione-collaborazione all’interno del proprio territorio comunale, che l’Avis di Monte di Malo ha posto in essere, fa capire quanto importante sia collaborare con altre realtà di volontariato. Ci si dà una mano reciprocamente, portando in giro per la provincia il proprio messaggio e logo assieme a quello di Avis e altre realtà. Se poi arrivano risultati come questi, la soddisfazione è naturalmente doppia per tutti.

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VICENZA

VICENZA

LE SETTE SORELLE

A

Puglia, contrada adagiata sulle colline tra Torrebelvicino e Valli del Pasubio, il 26 ottobre è stato inaugurato un ponte. A Puglia l’Avis provinciale di Vicenza ha destinato i contributi raccolti in occasione dell’alluvione del 2010. Erano presenti le massime autorità dell’Alta Valleogra: i sindaci Giorgio Calli (Torre), Armando Cunegato (Valli), il presidente Avis Alto Vicentino Giulio Fabbri e la presenza di una folta delegazione di Avis comunali della provincia. Un ponte non è solo un ponte. È sicuramente la costruzione che più di ogni altra rimanda direttamente a un significato positivo che un muro, un palazzo, una rotatoria, non possono avere. Cooperative sociali, associazioni di

volontariato, organismi non governativi hanno spesso nomi che contengono la parla ponte. La parola “ponte” si collega a quella di pontefice che letteralmente significa “colui che fa il ponte”, cioè colui che unisce.

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Nell’antica Roma i pontefici formavano una casta sacerdotale che regolava i culti e conservava la tradizione dei riti religiosi. Il più importante fra loro era detto “Pontifex Maximus”, titolo assunto anche dagli imperatori romani fino alla caduta di Roma (378 d.C.) e poi dalla suprema autorità cristiana a partire dal V secolo. Che cosa centra il papa con il ponte? Costruendo il “ponte” e utilizzando il corretto rito per farlo, il pontefice crea un simbolico ponte fra Terra e Cielo, una via di comunicazione e di contatto fra uomo e Dio. Quindi il ponte è da sempre un simbolo, oltre che una costruzione sulla quale passare sopra. La stessa parola simbolo è analoga al Pontefice come significato, derivando da “symbàllein”, che vuol dire mettere in connessione. Al contrario si colloca la parola “diavolo” (da “diabàllein”, mettersi attraverso) che indica la separazione. Nel medioevo avremo imputato al diavolo o a chissà quali umane colpe l’alluvione che nel 2010 travolse questo ponte e non a un evento naturale e imprevedibile. L’uomo di oggi, di fronte a questi eventi ricostruisce, crea nuovamente un contatto che idealmente è tra terra e cielo (come facevano i pontefici) mentre nel concreto è qui, oggi tra due sponde, tra due comunità quella di Torrebelvicino e quella di Valli Del Pasubio. Anche i donatori creano un ponte, un ponte tra il donatore e l’ammalato. All’origine dell’Avis e fino agli anni 60/70, questo ponte poteva anche essere diretto e visibile perché collegava due vene con la donazione “da braccio a braccio”. Anche se oggi non più visibile, (perché la donazione oltre che gratuita deve essere anonima) quel ponte esiste ugualmente. Avis ha contribuito alla ricostruzione di quanto andato distrutto dall'alluvione con una cifra che - dal punto di vista economico - rispetto al totale non è molto. Ma è significativo che le amministrazioni comunali abbiano deciso di dedicare questa opera proprio ai donatori di sangue, collocando una targa proprio per ricordare l’impegno di Avis nella solidarietà del dono e non solo. In nome di tutti i donatori Avis della provincia di Vicenza e della Regione Veneto (contributi sono arrivati anche da comunali venete), ringrazio sentitamente le due amministrazioni di Valli Del Pasubio e di Torrebelvicino. Ringrazio anche tutti i donatori presenti e in particolare l’Avis Alto Vicentino e tutte le altre Avis comunali presenti, nonché quei donatori che - insieme a tanti altri (tra i quali l’assessore Dalla Pozza ricordato dal sindaco di Torrebelvicino) - hanno già attraversato un altro ponte, quello che tutti alla fine dovremo attraversare. Grazie a tutti. Marco Gianesini

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Alpini e avisini insieme per una festa C

ambio della guardia ai vertici dell’Avis vicentina e la festa provinciale, sull’altopiano in località Marcesina, si è tinta di un rinnovato entusiasmo. La giornata si era presentata uggiosa, con nuvole basse e pioggia, e sembrava volesse disturbare la nostra festa. Invece, a mano a mano che il sole cresceva, il cielo si tingeva di azzurro, spronando i partecipanti a partire per una salutare passeggiata tra i rigogliosi boschi che si inerpicano sui pendii che circondano la piana di Marcesina a Enego, sull’altopiano di Asiago. La festa è doppiamente riuscita perché gli amici avisini di Enego che hanno supportato la parte logistica, hanno pensato bene di unirsi al locale gruppo Alpini, che ha allestito la struttura e la cucina da campo. Dopo l’escursione guidata dal Corpo Forestale dell’altopiano, è stata celebrata nella chiesetta della piana la Santa Messa, per chi volesse offrire una preghiera e un pensiero ai Donatori e agli Alpini che hanno allungato il passo. Un ricordo particolare è stato rivolto ai numerosi soldati che in questo luogo hanno sacrificato la propria vita nel conflitto del 1915/18, come dimostrano alcuni cippi eretti in loro memoria che si incontrano camminando nella piana. Il pranzo collettivo, Avis-Alpini, è stato

fonte di condivisione e spassionata allegria. La giornata è continuata per alcuni con l’esplorazione personale dei dintorni, per altri con un riposino. Nel pomeriggio inoltrato, dopo il classico taglio dell’anguria per suggellare la fine della festa, fatalmente ha ricominciato a Enrico Iseppi piovere, come ulteriore sigillo.

LE SETTE SORELLE

L’Avis e quel ponte per la... Puglia

Da Cernobyl in 26 a Montecchio e Castelgomberto

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settembre, 26 bambini della Bielorussia sono stati ospiti di altrettante famiglie nei comuni di Montecchio Maggiore e di Castelgomberto. Fra queste, c’erano anche famiglie di donatori avisini. I bambini, accompagnati da una loro insegnante e da un’interprete, hanno potuto trascorrere una settimana al mare e frequentare la scuola presso i locali dei Padri Giuseppini di Montecchio Maggiore. Il 24 settembre sono stati ospiti degli alpini di Castelgomberto e del gruppo Avis, che per loro hanno preparato un ottimo pranzo. In questa occasione, i bambini hanno raccontato le loro esperienze personali e le condizioni di vita conseguenti al terribile disastro nucleare di Cernobyl del 26 aprile 1986. Come tutti ben sappiamo, la radioattività fuoriuscita dalla centrale ha contaminato ed impoverito tutte le zone limitrofi e ancora oggi, a distanza di 27 anni, continua a provocare malattie e tumori infantili. Un periodo lontano da quelle zone contaminate sembra sortire un effetto benefico su bambini e ragazzi che là vivono ed è per questo che ogni anno vengono ospitati per almeno un mese in diversi Paesi dell’Europa. Il Direttivo dell’Avis ha voluto partecipare a questo evento di solidarietà anche con

il dono di materiale scolastico a ciascun bambino. E dopo i bambini... il teatro! Il 19 ottobre, in occasione della ricorrenza di San Donato, le comunità parrocchiali di Castelgomberto e Trissino sono state invitate dal Direttivo Avis ad assistere a una commedia della compagnia teatrale “I Mattattori” presso la sala della Comunità Lux. Le offerte raccolte durante la serata sono state interamente devolute alla Fondazione Città della Speranza di Padova per finanziare progetti di ricerca, cura ed assistenza ai bambini. Giampiero Vantin

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ROVIGO

ROVIGO

LE SETTE SORELLE

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econdo incontro per presidenti e consiglieri delle Avis polesane organizzato dall’Avis provinciale di Rovigo con il sostegno del Centro Servizi Volontariato di Rovigo. Si è tenuto venerdì 18 ottobre, presso il teatro di Bosaro, sul tema “Lo Statuto associativo” con relatore Antonio Ragazzi (foto sotto), segretario generale di Avis nazionale. Ha ricordato, con linguaggio tec-

nico, ma allo stesso tempo diretto e confidenziale, la storia associativa dal 1927 ad oggi, ripercorrendo le tappe fondamentali che hanno condotto dalla nascita del primo Statuto fino a quello odierno. Sono stati esaminati gli aspetti di carattere legislativo, ai quali l’associazione negli anni si è dovuta adeguare, e ci si è soffermati sui “principi fondamentali” inderogabili da un punto di vista etico e statutario. “Il nostro Statuto - ha affermato Ragazzi - vuole far emergere il ruolo e l’importanza del donatore, perché i donatori sono il patrimonio al quale i dirigenti ad ogni livello associativo devono dedicare tempo e impegno”. Il presidente dell’Avis provinciale di Rovigo, Massimo Varliero, ha manifestato la propria soddisfazione per la presenza del segretario generale, presenza che spicca nella rosa dei relatori che sono intervenuti nei vari appuntamenti formativi. Dopo le risposte ai numerosi interventi da parte dei presenti, Ragazzi ha concluso la serata dicendo che lo scopo dell’Avis è “più donatori e meno donazioni, per avere sempre la disponibilità reale in caso di emergenza, perché il dono del sangue è per chi ne ha bisogno, non per lo spreco”. A novembre altro appuntamento per i presidenti di tutte le Avis polesane, nelle consulte zonali a Boara Pisani, San Bellino e Rosolina.

Ceregnano: promozione su due ruote in bici e moto

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’Avis di Ceregnano ha organizzato un paio di raduni per gli amanti delle due ruote: la biciclettata il 7 luglio e il motoraduno il 1° settembre. Entrambe le iniziative hanno avuto lo scopo di coinvolgere i partecipanti per renderli sempre più sensibili al valore e all’importanza della donazione del sangue. Due bei

Concadirame parla di salute e la pratica I

l nuovo Direttivo Avis di Concadirame ha voluto integrare e arricchire le iniziative di educazione alla salute già avviate in passato. Oltre all’incontro medico-formativo, dedicato quest’anno all’apnea notturna tenuto dal dott. Gianfranco Tagliapietre, è stata data la possibilità agli associati di avvicinarsi al Nordic walking con l’avvio di un corso per la conoscenza di questa pratica sportiva. L’iniziativa principale ha coinciso con la terza edizione di “Camminando a Concadirame” che ha visto la collaborazione del gruppo Aido locale. Il serpentone dei partecipanti si è snodato lungo un percorso che ha dato la possibilità di conoscere più a fondo la storia del paese, come l’ex palazzo municipale datato 1844. Oppure come l’antica “via alzaia”, un tempo utilizzata dai cavalli e dai buoi impegnati a trainare i barconi che risalivano l’Adige fino a Verona. Fino alla metà dell’800 il fiume era, infatti, via di transito preferenziale e le barche venivano tirate per mezzo di lunghe funi da coppie di cavalli lungo la strada che costeggiava il corso dell’Adige. Sempre costeggiando il secondo fiume d’Italia si sono potuti osservare i resti del campanile della chiesa, costruita nel 1646, demolita dalla Serenissima per la deviazione del corso del fiume Adige per renderne più dolci le anse. Poi, presso i “Boji della Feriana” i volontari del WWF di Rovigo, con il presidente Eddy Boschetti, hanno spiegato la formazione e l’origine di queste risorgive che hanno continuato ad esistere nonostante i lavori di arginatura lungo il fiume; nel “Bojo della Ferriana” è possibile distinguere vari tipi di ambiente, ciascuno con peculiari caratteristiche ecologiche. Il percorso poi ha toccato anche gli orti dei fratelli Rosa, i frutteti della

A Badia Polesine gli avisini in aula fin dall’inizio delle scuole

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momenti, due giornate di socializzazione, di volontariato, di altruismo, di allegria... baciate dal sole. Il Direttivo Avis di Ceregnano si è fatto anche promotore della conoscenza e della diffusione della disciplina del Nordic Walking. E la risposta della cittadinanza non si è fatta certo attendere. 44

famiglia Grigolato, le cave, i campi e il bosco della famiglia Dolfini. Al termine il presidente dell’Avis, Lorenzo Rigobello, ha premiato Sofia Rizzo come concorrente “più giovane”, Gianni Spigolon per la categoria “Giovani da più tempo”, Valentino Gianni come concorrente “più lontano” e infine il gruppo più numeroso, capitanato da Maria Teresa Rizzati.

LE SETTE SORELLE

Corso dirigenti con Segretario nazionale

n occasione del Ferragosto Badiese, le associazioni Avis e Aido di Badia Polesine hanno organizzato un info-point, in Piazza Vittorio Emanuele II, allo scopo di sensibilizzare la cittadinanza in merito al significato e all’importanza del dono. Sono stati consegnati pieghevoli e gadget, illustrate la natura e le finalità delle due associazioni, sono state raccolte le adesioni di nuovi soci. Fabio Muraro, neo presidente Avis, spiega: “Ho visto tante persone e, purtroppo, ho rilevato tanta perplessità e scetticismo; il gesto nobile del dono del sangue soprattutto fra i giovani (fascia indicativa 18-25 anni) è qualcosa che sembra non riguardarli, molti non ne sono nemmeno a conoscenza”. E ancora: “Nel corso del nuovo anno scolastico, in collaborazione con l’Avis provinciale di Rovigo, è nostra intenzione

avvicinarci ai ragazzi presso gli Istituti superiori di Badia Polesine, per parlare con loro, al fine di farli avvicinare al mondo avisino”.

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“Un pensiero per un dono. Un dono per la speranza”. La raccolta associativa, da sempre considerata strategica dalla nostra associazione e dalla stessa Regione Veneto, sta vivendo un periodo di grande cambiamento UN PENSIERO e qualificazione. Avis Regionale PER UN DONO. Veneto ha pensato di proporre UN DONO PER UNA un’iniziativa pilota di proSPERANZA. mozione, durante il periodo natalizio, a favore dei donatori che si recano abitualmente presso UN DONO A CHI DONA le sedi del nostro territorio con A tutti l’augurio di serene e gioiose festività punti di raccolta nelle province di Padova, Treviso e Venezia o presso le unità di raccolta fisse di Padova e Venezia-Mestre. Durante il mese di dicembre, grazie alla disponibilità dei supermercati AlìAlìper simbolicamente si ringrazieranno i donatori,

AZIENDE PER IL VOLONTARIATO

per ringraziare tutti gli avisini per il loro generoso gesto presenta l’iniziativa

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100 CESTI NATALIZI saranno assegnati a sorpresa a 100 DONATORI o DONATRICI che, nel mese di DICEMBRE 2013, si recheranno nei Centri di Raccolta Avis di Padova, Treviso e Venezia per effettuare la donazione di sangue. Tra quei 100 potresti esserci tu! che può fare ancora più dolci le tue Feste.

In collaborazione con

ASSOCIAZIONE VOLONTARI ITALIANI SANGUE

Regionale del Veneto

e con le Sedi Avis Provinciali di Padova, Treviso e Venezia

omaggiando uno di essi con un pacco natalizio, utilizzando la formula dell’estrazione di un premio. AlìAlìper ha messo a disposizione 100 pacchi in modo da garantire un premiato per ogni uscita o per ogni giornata di raccolta di sangue durante il mese, a Padova in 22 giornate in Via Trasea e in 10 uscite in provincia, a Venezia-Mestre in 22 giornate nell’ospedale Dell’Angelo e in 14 uscite in provincia con l’SRC, a Treviso in 28 uscite nelle unità di raccolta periferiche nel territorio della Marca. Le sedi provinciali, che gestiscono l’attività di raccolta, hanno individuato i criteri per l’individuazione del vincitore della giornata (il più giovane, il primo donatore a presentarsi, la prima donna, il quinto donatore della giornata...). Siamo certi che questa proposta sarà ben accolta dalle nostre sedi e risulterà simpatica anche ai soci che avranno un motivo in più per parlarne in famiglia e con gli amici. Intanto cominciamo noi a fare a tutti i più cari auguri di Serene Festività. Francesco Magarotto

Veneto sempre più protagonista a Telethon I

l “Made in Veneto” protagonista con Telethon e non solo con la segreteria Avis. Grazie a un accordo con Confartigianato Imprese Veneto, che ha garantito un ottimo rapporto tra qualità e prezzo, la Fondazione Telethon ha deciso di riportare in Italia la produzione delle sue sciarpe, simbolo della maratona televisiva di raccolta fondi. Undici aziende artigiane venete sono state coinvolte

nella produzione di 130mila sciarpe bianche, che saranno distribuite per raccogliere fondi a sostegno della ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare. Negli anni precedenti, la confezione delle sciarpe era stata affidata ad aziende cinesi per i costi inferiori di produzione. Con l’operazione Telethon, che è di straordinaria importanza per l’attenzione nei confronti della ricerca scientifica sulle malattie rare, viene valorizzato un settore produttivo italiano. E non finisce qui, perchè su tutti i banchetti Telethon presenti nelle piazze italiane il 13, 14, 15 dicembre, sempre per la raccolta fondi, vi sarà anche una confezione con un cuore di cioccolato, prodotto in provincia di Belluno dal maestro cioccolataio Mirco Della Vecchia. Le Avis che hanno deciso di aderire alla maratona Telethon e che troveremo nelle piazze, nei centri commerciali con gazebi e/o altre iniziative sono quest’anno 272 in tutta Italia (con un incremento rispetto al 2012, quando erano state 259), delle quali 60 in Veneto. Numericamente, in testa si riconferma la provincia di Verona con 31 Avis, seguita da quella di Treviso con 13, Venezia con 7, Padova con 4, Rovigo con 3 e Vicenza con 2. Come sempre l’operazione Avis Telethon sarà coordinata dalla nostra Segreteria regionale (a sinistra in foto).

Riviera Brenta: a scuola ricordando Bosello L

’Avis Riviera del Brenta continua a investire sui giovani, seguendo la strada tracciata da Francesco Bosello, storico dirigente avisino scomparso un anno fa. In suo ricordo, infattti, l’associazione ha dato il via ad un’iniziativa quadriennale: i tre Istituti superiori di Dolo, il Liceo Galilei, l’Itcs Lazzari e l’Istituto Musatti, metteranno a punto dei progetti per le classi terze, volti a lavorare sulla consapevolezza in ambito di salute, donazione e volontariato, con il contributo dell’Avis Riviera del Brenta. Quest’ultima mette a disposizione di ciascuna scuola 1.500 euro l’anno, per l’acquisti di materiale didattico in ricordo di Francesco Bosello; il primo contributo è già stato utilizzato per comprare delle lavagne multimediali. I progetti per l’anno scolastico 2013/2014 sono stati illustrati il 22 ottobre scorso, presso l’Istituto Lazzari, in un incontro con gli studenti delle classi coinvolte.

Tra un anno verranno presentati i risultati del loro lavoro. “È un momento importante per l’Avis Riviera del Brenta - spiega il presidente Giuseppe Polo - che si è impegnata in un piano pluriennale di intervento e sostegno anche economico di iniziative orientate a coinvolgere i giovani nelle tematiche sociali, nella direzione G.C. suggerita e praticata da Francesco Bosello”.

SCUOLA &

Concreto “buone feste” da Alì per 100

San Michele Tagliamento: in 500 sulle due ruote C on oltre 500 iscritti, non ha di certo deluso le aspettative la seconda edizione di “Scuola in Bicicletta”, organizzata il 13 ottobre scorso da Avis di San Michele al Tagliamento “Italo Fantin”, in collaborazione con il Gruppo genitori delle scuole elementari e medie di San Michele e San Giorgio al Tagliamento, Cesarolo, Bibione, nonché di Proloco San Michele al Tagliamento, G.S.C. Bibione e Polisportiva Malafesta. Un circuito di 30 chilometri con partenza e arrivo a San Michele al Tagliamento, passando per le località Prati Nuovi, Pradis, Terzo Bacino, Cesarolo e San Filippo. I volontari di Avis e delle associazioni locali si sono occupati dell’intrattenimento dei partecipanti, oltre che alla preparazione e distribuzione dei pasti. Il ricavato dell’iniziativa è stato devoluto all’acquisto di materiale didattico per le scuole comunali. “Una giornata all’insegna

dello stare insieme - commenta Daniele Aggio dell’Avis di San Michele - che ha dimostrato ancora una volta come l’unione e lo spirito di gruppo delle associazioni possa portare sicura soddisfazione. Mi sembra il caso di dire che l’unione fa buon sangue!”.

Nel veronese lo sport continua ad avvicinare i giovani

A

nche quest’anno il torneo di pallavolo Avis Giovani, 9° Memorial “Filippo e Giovanni Aldegheri”, si è svolto nella struttura del Centro parrocchiale di Locara con la collaborazione del “Circolo Noi”. Scopo di questo evento sportivo è sì divertirsi, ma soprattutto sensibilizzare i giovani al dono. Dieci le squadre partecipanti: Avis Locara, Monteforte, Mie”Ga”zzolo, San Bonifacio, Montecchia, Brognoligo-Costalunga, Belfiore, Terrossa, Albaredo, San Gregorio-Veronella. Il torneo è durato tre settimane coinvolgendo un grande pubblico di tutte le età che ha animato le serate tifando la propria squadra senza rivalità, dimostrando la massima sportività. In finale si sono “battute” le squadre Mie”Ga”zzolo e Belfiore, la vittoria è andata alla prima. 47


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