Pubblicazione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XXXV - n.2 - Giugno 2013- Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, NE/PD - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97 - Tiratura e diffusione: 105.000 copie
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Numero 2 giugno 2013
Periodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue www.donoevita.it.
Avis si rinnova e continua a volare libera
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Donatori e donazioni in VENETO (Dati ufficiali 2012 Commissione verifica poteri. Vicenza: Assemblea Regionale 2013)
Sommario
Numero 2 giugno 2013 Periodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue www.donoevita.it.
Avis si rinnova e continua a volare libera
L’Editoriale Intervista con Gino Foffano, nuovo presidente regionale. pag.4
Attualità Le sette sorelle
Emofilia e Sistema Sangue. Vicenza 5 giugno: cronache da un convegno spartiacque da pag.6
Cronache associative dalle nostre province avisine e dall’Abvs Belluno
Attualità - Inchiesta
Treviso
da pag.27
Vicenza
da pag.30
Venezia
da pag.32
Il vino fa buon sangue, i pesticidi un po’ meno...
da pag.10
Contaminato il 55% dei nostri corsi d’acqua e il 28% delle falde pag.12
da pag.36
Attualità
Dalla Regionale Cronaca dall’Assemblea
Verona
da pag.39
Belluno
da pag.42
Lettere & Opinioni pag.14
Mio padre, il PSA, la sua odissea; Esami: sufficienti per la salute? pag.46
Notizie nazionali Atterrano a Kabul 700mila unità di Fattore VIII, 500 dal Veneto. Argentoni Vice presidente nel nuovo esecutivo nazionale pag.15
Incarichi associativi 2013 - 2017 del Veneto in Avis regionale e Avis nazionale
Notizie Regionali Spot of Red, Primo soccorso, “In Volo” e lo spazio per... il Tempio pag.16
Musica & Giovani Canzoni e dono... La finale di Musica nel Sangue e gli avisini in piazza pag.18
Il Bello del Veneto Bergantino (2) il paese che fa “girare” il mondo. In giostra. da pag.20
Storie di Vita Quando gli italiani erano “stranieri” e donavano per l’Avis pag.22
SPECIALE: Avis Veneto Bilancio Sociale 2012 Quattro pagine speciali da staccare e conservare da pag.23 2
Presidente Avis Regionale Veneto Gino Foffano Responsabile stampa associativa AVIS Regionale: Nereo Marchi Idea Grafica: Elena Fattorelli-Luca Fantoni - Verona Fotolito: Typongraph Digital System - S. Martino B. Albergo (Vr)
Stampa: Elcograf - Verona Diffusione Editoriale: Prontopack - Zevio (VR) LA REDAZIONE Direttore Responsabile:
Beppe Castellano - b.castellano@avis.it Vice Direttore Esecutivo/Segreteria Redazione: Michela Rossato - redazione.dono-vita@avis.it Coordinamento grafico-editoriale: Nereo Marchi
Padova Acqua bene prezioso, la Campagna Avis-Alì-Despar per la Giornata mondiale del Donatore pag.13
Editore - Segreteria - Amministrazione AVIS Regionale via Ospedale,1 - 31100 Treviso tel. 0422 405088 - fax 0422 325042 avis.veneto@avis.it REDAZIONE Via Roma, 38 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) tel. 0423 420078 - Fax: 0423 3445078 320 4784837 E-mail: redazione.dono-vita@avis.it
SOMMARIO
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Dono & Vita Anno XXXV - n° 2 - giugno 2013 Periodico di informazione e promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue
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Il Presidente che ha ereditato un vero ‘vulcano’
sono chiarissime. È senza dubbio un’associazione dai grandi numeri, con molti progetti interessanti e di spessore da portare avanti e far crescere. Penso all’impegno nel campo della ricerca, della cooperazione internazionale, della formazione, solo per fare alcune citazioni. Ma è anche un’associazione in pieno rinnovamento dirigenziale, con ben quattro nuovi presidenti provinciali e molti nuovi presidenti comunali. Dobbiamo tutti trovare un equilibrio e conoscerci per camminare insieme. Direi, comunque, che le potenzialità per far bene, in ogni angolo del Veneto, ci sono. L’importante è tenere sempre ben presente l’obiettivo comune a tutti: la salute del malato. Continuando a garantire ciò che ci distingue e che è nostro preciso dovere: la sicurezza e la qualità del sangue donato.
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er il primo numero del suo mandato, non abbiamo voluto farlo “lavorare” anche per il giornale. Già ne ha fin sopra i capelli a “prendere le misure” al nuovo incarico. Dal prossimo, ovviamente, dovrà riempire questa pagina con gli editoriali del presidente. Per questa volta l’abbiamo “sollevato” dall’incarico affidando l’intervista d’esordio alla Vice direttrice Michela Rossato che, a pieno titolo, occupa anche quella del direttore. Dal 6 maggio, Gino Foffano, già presidente dell’Avis provinciale di Treviso, è il nuovo presidente dell’Avis regionale. L’ha nominato il nuovo consiglio regionale qui sotto immortalato. Il 6 maggio è stato anche nominato l’Uficio di Presidenza che sarà così composto: Luigi Piva (Angiari-Verona) Vice presidente vicario; Roberto Rondin (Este-Padova) Vice presidente; Maurizio Borsetto (Noale-Venezia) Tesoriere; Danilo Riedi (Vittorio Veneto-Treviso), segretario. Sono nella pagina accanto con i presidenti provinciali e Alberto Argentoni, nuovo (al momento di chiudere il giornale) Vice presidente nazionale. In questi mesi verrà completato l’Esecutivo regionale allargato con nuovi incarichi. Ora la penna e le due pagine a Michela che ci racconta le prime idee quasi “a caldo” del Presidente e un abbozzo di linee operative per i prossimi quattro anni di Avis. Auguriamoci tutti, augurandolo a Foffano e alla “squaBeppe Castellano dra”, un buon lavoro.
“Eredito un’Avis regionale iperattiva, un vero ‘vulcano’ di idee e iniziative. Un’Avis dove cresce il numero di giovani iscritti, ma che cerca un maggior dialogo con le istituzioni”. Sono le prime parole a caldo del nuovo presidente dell’Avis regionale Veneto, Gino Foffano, al passaggio di testimone dal “collega” Alberto Argentoni il 6 maggio scorso. 60 anni, di Mogliano Veneto (Tv), sposato con tre figli, Foffano è persona nota e stimata nel panorama del volontariato del sangue, dove ha ricoperto vari ruoli. È stato segretario, vice presidente e presidente dell’Avis comunale di Mogliano, consigliere, tesoriere e presidente (dal 2005 al marzo di quest’anno) dell’Avis provinciale di Treviso. Presidente, comincia un’avventura piuttosto impegnativa... Altrochè. Il mio lavoro è ancora in fase diciamo “embrionale”, sto facendo il quadro della situazione su ogni fronte, ma le idee su che tipo di Avis eredito
Qual è il primo pensiero e il primo obiettivo nell’agenda del nuovo presidente? Senz’altro il primo obiettivo è quello di garantire l’autosufficienza, non solo locale, di sangue che è la mission primaria dell’Avis, anche continuando ad incrementare il numero dei nuovi donatori. Come ha ben ribadito di recente il presidente di Avis nazionale, Vincenzo Saturni, “i giovani sono il nostro presente, non il futuro” ed è a loro che ora dobbiamo guardare. Per avvicinarli dobbiamo stare al passo con i tempi, con il loro linguaggio, trasmettere loro il valore e la cultura del dono, della solidarietà, dell’accoglienza, concetti un po’ “scoloriti” di questi tempi. Scoloriti, ma non cancellati in Veneto, dove nel 2012 i nuovi iscritti all’Avis sono stati migliaia. Su questo fronte dobbiamo “insistere” anche con il prezioso aiuto del Gruppo Giovani dell’Avis regionale e dei tanti Gruppi avisini comunali e provinciali. Altre sfide sul fronte associativo? Sul fronte associativo penso si debba “ravvivare” il canale di collegamento tra l’Avis regionale e le Avis comunali. La regionale è vista ancora come qualcosa di lontano, mentre in realtà è quella che regola tutta l’attività trasfusionale, in condivisione con i programmi sanitari della Regione Veneto, che partecipa alle Commissioni previste dal Piano Sangue regionale, che tutela i suoi 140 mila soci. Mi piacerebbe un rapporto più stretto tra le parti, anche in considerazione del fatto che siamo chiamati all’organizzazione degli uffici di chiamata che d’ora in avanti coinvolgeranno un po’ tutti e che al momento esistono solo in alcune realtà del Veneto. E sul fronte istituzionale? Su questo fronte c’è molto da lavorare: negli ultimi tempi si sta assistendo ad una chiusura dei tavoli di lavoro con le istituzioni. C’è una difficoltà di dialogo
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politico. Ci sono commissioni che non vengono convocate da oltre un anno. Noi non vogliamo assumerci responsabilità politiche che non abbiamo e non possiamo avere, ma essendo gli unici “fornitori” del prodotto sangue, insostituibile e indispensabile, abbiamo bisogno di un dialogo aperto fra le parti. Nessuno può tirarsi indietro e, se necessario, vanno trovate formule di dialogo nuove e diverse per riaprire i tavoli di concertazione perchè in ballo, ricordiamoci tutti, c’è la salute delle persone. Prima accennava alla comunicazione interna ad Avis. Quanto è importante quella esterna? Moltissimo. Informazione e comunicazione sono due elementi delicati e importanti per la vita associativa dell’Avis. Dobbiamo far conoscere sempre di più e sempre meglio le nostre attività all’esterno, trovare il modo per coinvolgere l’opinione pubblica, per attirare i giovani. Ciò che già esiste va potenziato e migliorato, i nuovi linguaggi (Facebook, Twitter…) vanno fatti propri da Avis, anche ricalibrando le risorse a nostra disposizione. Proprio mentre stiamo parlando, ci giunge la notizia dell’elezione del suo predecessore, Alberto Argentoni, a Vice Presidente Vicario dell’Avis nazionale (vedi notizia a pagina 15, ndr). La nomina dell’amico Alberto in ambito nazionale è un riconoscimento alle sue qualità, al lavoro che ha svolto in Avis e al sostegno che l’Avis Veneto dà da molto tempo all’Avis nazionale, riconoscimento che in passato non sempre ci è stato stato dato. In Italia, il Veneto è indubbiamente una realtà importante, sia per quanto riguarda i grandi numeri che esprime, sia per la vivacità delle sue proposte e per la razionalità e la fermezza che sa dimostrare nell’affrontare le sfide Intervista a cura di Michela Rossato sociali.
LA PAGINA DEL DIRETTORE
L’EDITORIALE
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L'esecutivo regionale: seduti da sinistra: Maurizio Borsetto, Roberto Rondin, Gino Foffano, Luigi Piva, Danilo Riedi con, in piedi da sinistra, i presidenti provinciali: Massimo Varliero (Rovigo), Mauro Zocca (Verona), Vanda Pradal (Treviso), Giorgio Brunello (Venezia), il past president Alberto Argentoni, Marco Gianesini (Vicenza), Roberto Sartori (Padova). 5
L’Emofilia e il Sistema Sangue ATTUALITA’
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on la crisi economica crescono le rinunce alle cure e alla prevenzione. Non ci sono più soldi e le famiglie tagliano anche sulla salute. Eppure, recuperare risorse per chi è in difficoltà sarebbe possibile. Anche risparmiando, pur mantenendone la qualità, sui prodotti per la cura dell’emofilia. Se n’è parlato al workshop su “Il sistema sangue in Italia: criticità e risorse nella cura dell’emofilia” che il 5 giugno ha portato a Palazzo Giustiniani Baggio di Vicenza esperti da tutta Italia. Medici, rappresentanti delle associazioni di donatori di sangue, delle associazioni dei pazienti emofilici e con altri difetti della coagulazione del sangue e rappresentanti delle istituzioni, si sono confrontati sulla possibilità di “rivedere l’utilizzo quasi esclusivo dei ricombinanti” nella cura dell’emofilia considerando, alla luce dei mutati scenari sanitari ed economici, un maggior utilizzo dei plasmaderivati. “Attualmente, sia per la qualità “tecnologica” intrinseca dei fattori ricombinanti sia per la convinzione diffusa, anche se scientificamente non provata, della loro maggiore sicurezza virale, i prodotti ricombinanti vengono sempre più spesso impiegati nella terapia di tali patologie - è emerso durante il convegno - a scapito dei fattori plasma-derivati”. “L’utilizzo dei due prodotti è estremamente eterogeneo, con differenze sia tra zone diverse della stessa regione, sia tra regioni in Italia e tra i Paesi europei - ha esordito Francesco Rodeghiero, direttore del Dipartimento di Terapie Cellulari ed Ematologia dell’ospedale di Vicenza introducendo la giornata di studio - e una riflessione è quanto mai necessaria”. In Veneto si è costituito un gruppo di lavoro che proprio su questo sta lavorando, coordinato dalla dott.ssa Giovanna Scroccaro direttore del Servizio farmaceutico regionale. “Abbiamo messo assieme i maggiori esperti di emofilia e stiamo analizzando pro e contro dell’utilizzo dei fattori plasma-derivati, la loro sicurezza e la qualità - ha detto
- perché se risultassero pari a quella dei fattori ricombinanti, porterebbero ad un risparmio per la collettività di 3 milioni di euro, liberando risorse per altri fronti della sanità”. Oggi, invece, i plasmaderivati, in particolare il fattore VIII ottenuto nell’ambito dell’Accordo interregionale per la plasmaderivazione e lavorato dalla Kedrion (rappresentata a Vicenza da Claudia Nardini), vanno in eccedenza, fortunatamente (ma solo di recente) inviati in Paesi carenti come l’Afganistan e l’Albania, nell’ambito di iniziative di cooperazione internazionale. Ecco perché urge una revisione delle strategie della loro produzione, utilizzo e collocazione, insieme a un’attenta analisi delle motivazioni mediche e sociali, nonché della sostenibilità economica del sempre più diffuso uso dei concentrati ricombinanti. Argomento su cui si sono cimentati in tanti come relatori e moderatori: da Antonio Breda responsabile del Coordinamento regionale attività trasfusionali a Giancarlo Castaman che guida il Centro malattie emorragiche del San Bortolo di Vicenza, da Giustina De Silvestro e Giorgio Marchiori, rispettivamente responsabili del Servizio immunotrasfusionale dell’Ulss 16 di Padova e dell’ospedale di Mestre, a Paola Facchin responsabile del Coordinamento regionale per le malattie rare. Per i Centri Emofilia sono intervenuti i responsabili di Castelfranco-Ulss 8 Giuseppe Tagariello e di Padova Ezio Zanon. Le associazioni dei donatori erano rappresentate dai presidenti nazionale di Avis Vincenzo Saturni e di Fidas Aldo Ozino Caligaris e dal coordinatore Comitato medico nazionale di Avis Bernardino Spaliviero. In sala per Avis Veneto Gino Foffano e Luigi Piva, presidente e vice presidente insieme al Direttore sanitario pro tempore Alberto Argentoni. Per gli emofilici ha relazionato Gabriele Calizzani presidente di Fedemo (Federazione nazionale di 33 Associazioni Emofilici). Erano presenti tutte le cinque associazioni venete (Verona, Vicenza, Castelfranco e 2 di Padova) e sono entrati nel dibattito i rappresentanti di LAGEV (Libera associazione emofilici veneti) e ABGEC - Padova. Nel workshop anche una presentazione dettagliata del sistema sangue in Italia da parte del Centro nazionale sangue e l’intervento di esperti in farmacologia clinica dell’Università di Torino. Infine una novità per convegni di questo tipo: l’analisi bioetica del prof. Dario Sacchini, docente alla Cattolica di Roma, sulle possibilità di armonizzare l’utilizzo razionale delle risorse economiche nel nostro sistema solidaristico, ancorato ai valori della persona e alla gratuità del dono. Michela Rossato
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Fiducia, solidarietà, responsabilità I
l rapporto tra ammalato e medico è basato sulla fiducia e sull’alleanza terapeutica, quello tra donatore di sangue e ammalato è basato sulla solidarietà e sulla responsabilità. Si tratta di sentimenti e valori che vengono calati, non senza difficoltà, nella realtà di cura delle malattie. Questo è stato in sintesi il “cuore” del workshop di Vicenza. Perché tutta questa attenzione sull’Emofilia? Si tratta di una malattia rara: a causa della mancanza dalla nascita di un proteina nel sangue (fattore VIII) le persone sviluppano emorragie che possono causare ricoveri, deformazioni articolari e perfino portare a morte. La cura prevede la somministrazione del fattore mancante, che viene estratto dal plasma dei donatori di sangue (fattore VIII plasmatico) o prodotto in laboratorio da colture cellulari (fattore VIII ricombinante). Attualmente in Italia viene utilizzato prevalentemente (nell’85% dei casi) fattore VIII ricombinante e così, negli anni, si sono create delle scorte di fattore VIII plasmatico che non si prevede di utilizzare. Il fattore VIII ricombinante ha un costo molto più elevato del fattore VIII plasmatico. La medicina basata sull’evidenza ritiene oggi equivalenti per qualità, efficacia e sicurezza, i due tipi di fattore VIII. Così non è stato, purtroppo, per il passato: tra gli anni 1980 e 1990 l’utilizzo di fattore VIII ottenuto da plasma infetto di donatori a pagamento, commercializzato dalle industrie farmaceutiche multinazionali, ha provocato l’infezione (e spesso la morte) di circa il 70% degli emofilici italiani e nel mondo. Una tragedia che non si è ancora spenta e da non dimenticare mai! Conclusione: in Italia (e soprattutto in Veneto) gli emofilici sono ben curati e assistiti, ma il Sistema Sanitario, all’interno del quale si colloca ovviamente anche la cura dell’Emofilia, inizia ad avere problemi di sostenibilità. Sono messi in discussione non soltanto i capitoli di spesa farmaceutica ma, anche, l’organizzazione e gli obiettivi del Sistema sanitario e di quello trasfusionale. Tutti gli attori del “Sistema Sangue” erano presenti all’incontro di Vicenza e avevano qualcosa da dire e dei problemi da discutere: - I donatori di sangue sono allarmati per il rischio di
vedere inutilizzata una parte del loro prezioso dono (vedi le scorte inutilizzate di fattore VIII plasmatico) e di mortificare la disponibilità dei loro soci; - Gli emofilici sono preoccupati per la loro sicurezza e contrari a veder sottratta loro la libertà di scegliere la terapia da eseguire, magari solo per problemi economici; - I medici sono dibattuti tra linee guida terapeutiche da aggiornare, la mancanza di farmaci biologici “a rischio zero”, l’appropriatezza delle cure e la riduzione delle risorse, che mette a rischio l’eccellenza e la stessa esistenza dei loro centri di riferimento; - Le Istituzioni sono a chiedere una verifica scientifica delle motivazioni delle scelte terapeutiche per poter razionalizzare il sistema e sfruttare al meglio le ormai limitate risorse a disposizione degli obiettivi dell’intero Sistema Socio Sanitario. Certo alcune certezze e prospettive si sono evidenziate: la decisione di non modificare le cure già in atto, ma di incrementare dove possibile l’utilizzo del fattore VIII plasmatico, la possibilità (almeno per alcuni anni) di contribuire con le nostre eccedenze alla cura degli emofilici nei paesi poveri (l’80% di loro non riceve cure adeguate), il continuo sviluppo della ricerca scientifica verso terapie più sicure e maneggevoli, l’impegno delle Istituzioni a reinvestire nel Sistema Sangue gli eventuali benefici della razionalizzazione di spesa. Come si può ben comprendere, non si è trattato di un dibattito semplice o “accademico” e fortunatamente tutti hanno parlato chiaro. Mi sembra siano emerse la diffidenza degli ammalati, il disagio dei medici, la preoccupazione delle istituzioni, lo sconcerto dei donatori ma, soprattutto, che il Sistema Sangue è vivo e attento. Ora, dobbiamo essere capaci di portare sul tavolo politico (che anche in questa importante occasione era totalmente assente!) una serie di obiettivi condivisi e una progettualità sostenibile. È la sfida quotidiana di coloro che fanno della salute e della solidarietà i motivi del loro impegno professionale e di vita. Agli ammalati noi volontari assicuriamo una certezza: camminiamo insieme!
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lla importante occasione di confronto a Vicenza, erano presenti ovviamente anche i rappresentanti dei pazienti. Abbiamo chiesto alcune impressioni. A.E.V. (Associazione Emofilici Veronesi). Massimo Boaretti: “Per quanto riguarda le linee guida individuate dalla Regione, dal nostro punto di vista va sottolineato che sono di puro indirizzo: la terapia da adottare sarà sempre stabilita da medico e paziente. Certo, è indispensabile mettere a confronto costi e benefici e condividere le informazioni relative a ciascuna parte del sistema sangue e plasma, in modo da iniziare una riflessione in merito. In questo senso un workshop come quello di oggi è utilissimo, anche perchè è la prima volta che viene organizzata un'iniziativa del genere. In merito al confronto tra ricombinanti e plasmaderivati, ammetto che in genere siamo prevenuti, ma risorse e tempi son cambiati. Ritengo che possiamo ritenerli di pari rischiosità: d'altra parte, non possiamo sapere se i ricombinanti avranno delle conseguenze ignote che si manifesteranno nel lungo periodo”. A.V.E.C. - Associazione Veneta Emofilia e Coagulopatie - Vicenza Luigi Ambroso - “Per quanto riguarda i plasmaderivati, l'evidenza è che non differiscono per efficacia dai ricombinanti e da 25 anni non ci sono problemi di sicurezza, ma da parte nostra un po' di diffidenza rimane. Dopo l'inganno delle industrie farmaceutiche e la tragedia che ci ha toccato negli anni '80, di cui ancora oggi stiamo pagando le conseguenze, non ce la sentiamo di rischiare. A livello emotivo è ancora una ferita aperta. Ma anche a livello razionale, chi ci può assicurare che a causa di un piccolo guasto di un macchinario non venga compromessa la sicurezza del plasma? E nel malaugurato caso di un nuovo contagio, lo Stato, già latitante ancora oggi, non credo garantirebbe l'adeguata assistenza”. ABGEC - Associazione Bambini e Giovani con Emofilia e altre Coagulopatie (Padova). Andrea Stefan: “Del documento presentato dalla Regione concordiamo sugli obiettivi, ma ci sono diversi aspetti che non ci fanno digerire le raccomandazioni a cui si giunge. Ci sono sembrate calate dall'alto: non siamo stati interpellati nella definizione delle linee guida e nella ricerca di soluzioni al problema, che esiste e che condividiamo. Inoltre, le premesse da cui parte il documento
ci sembrano degli assunti e non sono chiare e serene: per esempio non c'è la certezza che passare da un farmaco all'altro non comporti lo sviluppo di inibitori, evenienza che farebbe perdere tutto il risparmio ottenuto dal passaggio a un farmaco più economico. Che si faccia uno studio ad hoc e poi ne parliamo. Infine, ci chiediamo perchè si parla dei costi delle cure per l'emofilia quando si potrebbero recuperare risorse molto più ingenti tagliando altri sprechi (un esempio su tutti, i milioni spesi per i vaccini anti-influenzali mai usati), a livello nazionale e non solo regionale. Comunque, è un bene che tali linee d’indirizzo siano state elaborate, hanno dato avvio a un confronto fra tutti gli attori coinvolti. Ora lavoriamoci insieme”. Dalla LAGEV - Libera Associazione Genitori ed Emofilici Veneto (Castelfranco Veneto) è invece arrivato, nella discussione in sala, un esplicito invito ai clinici presenti. Erano infatti rappresentati tutti i quattro centri per la cura dell’Emofilia del Veneto. “Riteniamo che i nostri medici del Veneto che, ricordiamolo, hanno stilato e sottoscritto unanimemente - nessuno escluso - le linee di indirizzo poi proposte al vaglio di noi associazioni, debbano andare anche oltre. Le linee guida dell’AICE (Associazione italiana Centri Emofilia, la società scientifica del settore, ndr) hanno ormai più di 10 anni. Sono quelle che “impongono” l’uso prioritario di ricombinanti, in particolare in pazienti mai trattati. Raccomandazioni che però sono forse state applicate in modo fin troppo estensivo (anche sugli adulti) in giro per l’Italia. Ma il mondo e la sicurezza dei plasmaderivati sono andati avanti, forse è davvero ora che tali linee guida vadano rivisitate. In Medicina, a quanto ci risulta, le linee guida vengono aggiornate ogni 3-4 anni, proprio perché tutto evolve velocemente. Questo fermo restando il diritto alla libertà di cura, “mirata” alle esigenze di vita di ogni paziente, da decidere di volta in volta assieme con il proprio medico. Cosa, questa, che nelle linee di indirizzo del Veneto è ribadita a più riprese. Per noi se un paziente ha bisogno di uno specifico ricombinante DEVE averlo, se del plasmaderivato DEVE averlo in tutta sicurezza, in questo caso garantita dalla sorveglianza della stessa Regione tramite il suo Sistema trasfusionale e la vigilanza sugli accordi di conto lavorazioServizio a cura di Giorgia Chiaro ne”.
Dono, Etica, Emofilia, Sostenibilità È
una discussione difficile e delicata quella che sta coinvolgendo l’Assessorato regionale, i medici, i Volontari del Sangue, gli Emofilici. L’utilizzo completo dei farmaci ottenuti dai donatori di sangue non remunerati del Veneto, che “possono garantire” fino al 25% della domanda del Fattore VIII (il rimanente 75% rimarrebbe garantito dai farmaci ricombinanti), consentirebbe alla nostra regione di risparmiare circa 3 milioni di euro, necessari per la sostenibilità economica di Servizi Trasfusionali e Centri Emofilici veneti di fronte ai tagli dei bilanci. In più si tratta del modello “senza lucro” nato in Italia alla metà degli anni ’80, proprio per la spinta allora dirompente del Veneto: il cosiddetto “conto lavoro”, con l’uso ottimale del dono dei donatori di sangue e di “lavoro italiano”. La sicurezza, la qualità e l’efficacia terapeutica dei farmaci plasmaderivati e ricombinanti sono ritenuti dai medici ormai equivalenti, ma gli emofilici
sono riluttanti a ritornare ai farmaci plasmaderivati che 25 anni fa sono stati la causa dei lutti (anche se allora erano farmaci speculativi d’importazione non sottoposti ai trattamenti virucidi attuali). È dunque una difficile scelta etica che si misura con le paure profonde, fisiche e psicologiche, che vanno rispettate. La comunità veneta e nazionale deve garantire agli emofilici le cure necessarie, perché sono PERSONE e hanno il diritto costituzionale ad essere curati; ma se le cure scelte sono più costose del necessario si sottraggono risorse alla cura di altri ammalati che hanno il medesimo diritto a essere curati. L’Avis per sua natura non si volta mai dall’altra parte, non lascia soli gli ammalati; ma anche gli altri attori del Sistema Sangue sono chiamati ad una difficile riflessione, superando le paure per un tragico passato non molto lontano. Un passato che non dobbiamo dimenticare. Bernardino Spaliviero Perché non torni. Mai.
ATTUALITA’
Il parere delle associazioni dei pazienti
La posizione della Federazione nazionale emofilici
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ome relatore è intervenuto al convegno Gabriele Calizzani, presidente della Fedemo che raggruppa 33 associazioni di emofilici in Italia. Ha esordito affermando come “i pazienti possono autosomministrasi il farmaco con la terapia domiciliare (dove autorizzata), ma NON si auto-prescrivono i farmaci! La scelta/cambio del farmaco avviene su indicazione clinica nell’ambito dell’alleanza terapeutica tra medico e paziente (nel rapporto fiduciario che si instaura)”. Sulle evidenze scientifiche, secondo Calizzani, vi sono domande ancora aperte: “Superiorità o inferiorità clinica dei farmaci plasmaderivati verso quelli ricombinanti; equivalenza biologica tra farmaci plasmaderivati e ricombinanti e tra farmaci di generazioni diverse all’interno della stessa classe; associazione tra cambiamento del farmaco di trattamento (switching) e aumento dell’incidenza di complicanze quali l’inibitore” (anticorpi che rendono nullo ogni Fattore, ndr). L’incertezza fra gli emofilici riguarda anche aspetti relativi alla sicurezza dei prodotti plasmaderivati: “Il blocco cautelativo di lotti di prodotti da parte di AIFA si presta spesso a “strumentalizzazioni” perché le infezioni trasmesse con i plasmaderivati negli anni ‘80 hanno fortemente condizionato il vissuto dei pazienti. Come proporre il plasmaderivato a mamme di bambini emofilici, mamme che magari hanno vissuto la morte del padre o del fratello in seguito al contagio con HIV ed epatite. Morti, tra l’altro, rispetto a cui lo Stato è stato ritenuto colpevole, ma vergognosamente rimanda a cri-
teri “prescrittivi” il risarcimento del danno? Oppure proporre ai pazienti già infettati la conversione al prodotto plasmaderivato per motivi esclusivamente economici?”. In attesa di raccogliere ulteriori evidenze, Fedemo ha un punto fermo: “Che la terapia dell’emofilia sia personalizzata in modo che ciascun paziente possa usare il farmaco per lui più appropriato, efficace e sicuro”. Fra le opportunità del Sistema italiano Plasma e plasmaderivati, Gabriele Calizzani ha poi sottolineato: “La fornitura costante e sostenibile dei prodotti e quindi sulla indipendenza dalle fluttuazioni del mercato, i volumi significativi e la valenza etica del sistema che si sposa alla fornitura di prodotti eccedenti il fabbisogno nazionale nell’ambito di progetti di cooperazione internazionale. In conclusione alcune proposte: “Istituire un Gruppo di esperti nazionale sul tema dei farmaci e promuovere indirizzi nazionali; centralizzare l’approvvigionamento dei farmaci; migliorare l’appropriatezza di utilizzo dei prodotti; ridurre i prezzi dei farmaci (es. ricombinanti); sostenere, laddove vi sia l’indicazione clinica all’interno della stessa classe di farmaci, l’utilizzo dei medicinali plasmaderivati da conto-lavoro in un contesto di pluralità e competizione di attori; avviare una riflessione sui criteri di finanziamento dei centri e servizi di cura delle MEC e delle malattie rare in generale”. B.C. La discussione è aperta. Ed era ora! 9
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Il vino fa buon sangue, anche i pesticidi? remessa. A dare il “la” alla nostra inchiesta, seppur limitata, è stata una lettera inviata a settembre scorso da una lettrice-donatrice in Avis regionale. Nel denunciare, circostanziandoli, i danni alla salute dei pesticidi ampiamente usati nella zona del Prosecco Docg, la lettrice avanzava l’ipotesi che il sangue dei donatori della zona potesse essere “inquinato” dalle sostanze cancerogene e quindi potenzialmente dannoso per i riceventi. “Il donatore che, seppure attento alla propria condotta alimentare e comportamentale, viene costretto contro la propria volontà a inalazioni pressoché settimanali di pericolosi fitofarmaci (per 6 mesi l’anno, da aprile a settembre) è da considerarsi persona sana?”. Così scriveva la lettrice, coinvolgendo anche la propria Avis comunale (Miane) e invitando Avis a “sospendere” dalla donazione i soci delle zone interessate. E sarebbero ben 15 comuni della Pedemontana dove si produce il Prosecco: Cison di Valmarino, Colle Umberto, Conegliano, Farra di Soligo, Follina, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, San Pietro di Feletto, San Vendemiano, Susegana, Tarzo, Valdobbiadene, Vidor e Vittorio Veneto. Se da un punto di vista legislativo e sanitario essere esposti a sostanze potenzialmente cancerogene non preclude la donazione (altrimenti dovrebbero esserne esclusi anche tutti gli abitanti delle grandi città e tutti i fumatori), la questione però riguarda la salute di tutti i residenti in tali zone. Avis non può certo sostituirsi alle autorità sanitarie e amministrative che hanno il compito di salvaguardare la salute pubblica, ma tramite il proprio giornale può e deve informarsi e informare. Così, partendo dall’amato Prosecco, siamo andati a parlare con chi l’allarme lo solleva da tempo e che si attiva sul territorio per informare sui pericoli connessi all’uso massiccio di biocidi in agricoltura. Ben presto, però, l’inchiesta si è allargata pur volendo restare solo nell’ambito del vino - anche in
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altre zone “pedemontane” a grande tradizione vitivinicola: la veronese Valpolicella e, poco oltre i confini veneti, la bresciana Franciacorta. Chiariamo subito che ovunque la qualità del vino prodotto non è inficiata dall’uso dei pesticidi: “Analisi indipendenti su tre tipi di vino di Franciacorta (bianco fermo, rosso e spumante) commissionata da Lega Ambiente non ha rivelato alcuna traccia di pesticidi nel vino”, ci conferma Marco Dotti, uno degli animatori del Comitato “Franciacorta, pesticidi e Salute” (circa 30 associazioni e comitati di cittadini su 20 comuni della zona Docg). “Noi non intendiamo fare alcun terrorismo sul vino, anzi - continua Dotti, tra l’altro anche donatore Avis - è un problema di salute a monte, riguarda tutti coloro che vivono in zone ad agricoltura intensiva, seppur di pregio, dove però si eccede in comportamenti scorretti e quantità di sostanze tossiche sparse nell’aria, nel terreno e nell’acqua. Ed è un problema serio che riguarda anche gli stessi agricoltori e le loro famiglie”. I vari Comitati spontanei che, in particolare nel Centro nord, si sono attivati - a volte anche in maniera decisa e clamorosa - contro i pesticidi si sono a loro volta coordinati scambiandosi esperienze e modus operandi. “Qui da noi - ci riferisce Dotti - siamo nati da poco, ma già stiamo ottenendo buoni risultati, dialogando con parecchi Sindaci e con lo stesso Consorzio per la tutela del Franciacorta che, anche se solo in parte, si stanno rivelando sensibili al problema”. A Brescia ci dicono poi che già il 10% dei produttori mette in atto la lotta biologica integrata escludendo l’uso di erbicidi e pesticidi, mentre lo stesso Consorzio entro un decennio intende far produrre tutto “bio” il Franciacorta Docg. Il che, se attuato davvero, a livello di immagine anche estera avrebbe un ritorno formidabile. Le cose, a detta del Wwf Altamarca, non sono esattamente così fra le colline del “concorrente” Prosecco di Valdobbiadene-Conegliano dove il livello della discussione sembra molto più “caldo”, mentre l’attenzione da parte degli amministratori pubblici molto più “tiepida”. E si passa allo “scontro”, più che incontro quando accadono episodi come quello di Tarzo il 21 maggio scorso, dove un elicottero ha irrorato con una nuvola di biocidi, non solo la collina con le vigne, ma anche un vicino ristorante con tavoli e avventori all’aperto. “Da noi da aprile a settembre ogni otto giorni le vigne vengono irrorate. E molti agricoltori lo fanno solo
come misura di profilassi, in tal senso consigliati, anche se le piante non presentano alcuna malattia”, dicono Gianluigi Salvador, Gilberto Carlotto e Luciano Bortolamiol del Wwf Regionale e Altamarca.“E la gran parte dei sindaci si guarda bene dall’organizzare incontri pubblici di informazione e approfondimento per mettere in allarme la popolazione e gli stessi viticoltori che usano, a volte, irrorare con pesticidi non solo a poca distanza da case e scuole, ma anche senza alcuna protezione essi stessi. Finora solo a Segusino il sindaco ha avuto coraggio. Ma si sa... gran parte degli elettori sono legati alla produzione vitivinicola. Eppure i dati da noi pretesi e ottenuti dall’Ulss 7 - immobile sull’argomento - dimostrano come gli esenti
ticket per neoplasie, negli ultimi anni, stanno aumentando notevolmente di anno in anno”. Il Comitato contro i pesticidi dell’Alta marca ha organizzato in questi mesi clamorose azioni di protesta in varie occasioni. Ma a proposito di malattie correlate ai pesticidi abbiamo raggiunto anche il dottor Roberto Magarotto, (foto a destra) Dipartimento Oncologia Ospedale S. Cuore-Don Calabria di Negrar. Comune, quest’ultimo, al centro dell’altra area Docg, produttrice di pregiati vini (amarone su tutti): la Valpolicella. Insieme ad altri medici dell’ISDE Italia (Associazione medici per l’ambiente) fa da anni opera di informazione in convegni e riunioni, anche invitato dai produttori più illuminati: “I pesticidi causano a lungo andare danni respiratori, danni endocrinologici, danni neurologici (Parkinson), hanno comprovati effetti cancerogeni e causano disfunzioni ormonali. Da qui malattie della tiroide (ipotiroidismo), sviluppo puberale, precoce diminuzione fertilità maschile. In Francia, per esempio, il Parkinson è stata riconosciuta malattia professionale per gli agricoltori che usano pesticidi. Mentre un recente studio USA ha dimostrato come l’incidenza di tumori e linfomi fra le mogli e i figli degli agricoltori sia di molto superiore al normale. I danni si potrebbero limitare varando norme più stringenti e facendole applicare, ma soprattutto con una capillare opera di informazione e cultura. La lotta integrata è possibile, mentre l’uso dei pesticidi va incrementato di anno in anno per ottenere gli stessi risultati”. Con affari delle case farmaceutiche produttrici che lievitano di pari passo. Fra le maggiori produttrici le multinazionali Monsanto, Bayer, Basf, Syngenta, Dow Chemical. Insieme ad altre si spartiscono un mercato di circa un miliardo di euro.
INCHIESTA: AMBIENTE E PESTICIDI
INCHIESTA: AMBIENTE E PESTICIDI
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Le api scompaiono, la UE corre ai ripari Quando le api scompariranno resterà un tempo limitato alla vita dell’uomo (Albert Einstein). e Organizzazioni ambientaliste non hanno dubbi e non esitano a schierarsi al fianco degli apicoltori sostenendo la causa della messa al bando degli insetticidi dannosi. Le api, infatti, sono sempre più a rischio e per questo bisogna eliminare dalle pratiche agricole i pesticidi che le minacciano in Europa. L'allarme è stato rilanciato da Greenpeace che, il 9 aprile 2013, ha pubblicato il rapporto "Api in declino - le minacce agli insetti impollinatori e all'agricoltura europea". Un rapporto che mette in evidenza l'importanza sia ecologica, sia economica di proteggere e mantenere in buone condizioni le popolazioni di api (api mellifere e tutti gli altri apoidei, pur sempre importanti in quanto insetti impollinatori, ndr) e la necessità di eliminare dalle pratiche agricole i pesticidi che le minacciano. "L'eliminazione di tali sostanze dice Greenpeace - è un primo passo cruciale ed efficace per
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tutelare la salute delle popolazioni di api e per salvaguardare la loro attività di impollinazione, un servizio vitale per la produzione di cibo e per l'ecosistema. Le evidenze scientifiche sulle conseguenze dei pesticidi più dannosi per le api sono chiare. Non possiamo permetterci di perdere le api e il resto degli impollinatori naturali: l'Italia e gli altri Paesi europei devono agire per vietare queste sostanze killer", afferma Federica Ferrario, responsabile della Campagna “Agricoltura Sostenibile” di Greenpeace. Ma anche gli stessi apicoltori non hanno alcun dubbio, costretti come sono un po’ dappertutto nelle zone a colture intensive a una “transumanza” di alveari verso zone meno inquinate. Sulle colline del prosecco non si vedono più insetti, con gravi ripercussioni sull’ecosistema e sull’impollinazione. Non a caso, proprio per impedire la strage degli utilissimi insetti, la UE ha vietato l’uso di alcuni pesticidi proprio a inizio giugno. Giusto per la cronaca, l’Italia ha votato contro la delibera Europea. 11
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a quantità e la qualità di pesticidi presenti nelle acque italiane superficiali e sotterranee sono in aumento, aggravandone lo stato di contaminazione. Nel 2010 infatti, sono stati rinvenuti residui nel 55,1% dei 1.297 punti di campionamento delle acque superficiali e nel 28,2% dei 2.324 punti di quelle sotterranee, per un totale di 166 tipologie di pesticidi - a fronte dei 118 del biennio 2007-2008 che sono stati individuati nella rete di controllo ambientale delle acque italiane. È questa l’allarmante situazione descritta dall'Ispra (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale) nel Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque 2013, realizzato sulla base delle informazioni fornite dalle Regioni e dalle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell'ambiente. Per la maggior parte si tratta di residui di prodotti fitosanitari usati in agricoltura - solo in questo campo si utilizzano circa 350 sostanze diverse per un quantitativo superiore a 140.000 tonnelate - ma anche di biocidi (pesticidi per uso non agricolo) impiegati in vari campi di attività. Anche se spesso basse, le concentrazioni indicano a livello complessivo una diffusione molto ampia della contaminazione. Inoltre, nel 34,4% dei punti delle acque superficiali e nel 12,3% dei punti di quelle sotterranne, i livelli misurati risultano superiori ai limiti delle acque potabili. Le concentrazioni sono state confrontate anche con i limiti di qualità ambientale, recentemente
Principi attivi distribuiti in agricoltura per regione - Anno 2001-2011, kg per ettaro di Sau
introdotti, basati sulla tossicità delle sostanze per gli organismi acquatici. In questo caso il 13,2% dei punti delle acque superficiali e il 7,9% di quelli delle acque sotterranee hanno concentrazioni superiori al limite. Le analisi, avverte l'Ispra, "presentano fino a 23 sostanze diverse in un solo campione: a causa dell'assenza di dati sperimentali sugli effetti combinati delle miscele e di adeguate metodologie di valutazione, esiste la possibilità che il rischio derivante dall'esposizione ai pesticidi sia attualmente sottostimato e si impone una particolare cautela anche verso i livelli di contaminazione più bassi". Il rapporto dell'Ispra rivela inoltre che la contaminazione è più diffusa nella Pianura Padano-Veneta, a causa delle caratteristiche idrologiche, dell'intenso utilizzo agricolo e al fatto che le indagini sono sempre più complete e rappresentative nelle regioni del nord. "Anche al Centrosud - mette però in guardia il dossier - i miglioramenti del monitoraggio stanno portando alla luce una contaminazione significativa". I pesticidi più rilevati nelle acque superficiali sono: glifosate, AMPA, terbutilazina, terbutilazina-desetil, metolaclor, cloridazon, oxadiazon, MCPA, lenacil, azossistrobina. Nelle acque sotterranee, con frequenze generalmente più basse, le sostanze presenti in quantità maggiore sono bentazone, terbutilazina e terbutilazina-desetil, atrazina e atrazina-desetil, 2,6-diclorobenzammide, carbendazim, imidacloprid, metolaclor, metalaxil. Come in passato, continua ad essere diffusa anche la contaminazione da erbicidi triazinici come la terbutilazina, ma sono ancora largamente presenti anche sostanze fuori commercio da tempo, come l'atrazina e la simazina. "Quella che stiamo attraversando - conclude l'Ispra - è una fase ancora transitoria in cui l'entità e la diffusione dell'inquinamento da pesticidi non sono sufficientemente note tenendo conto, ovviamente, che il fenomeno è sempre in evoluzione per l'immissione sul mercato di nuove sostanze”. Da sottolineare, per quanto ci riguarda più da vicino, che è proprio il Veneto - sempre secondo il rapporto dell’Ispra - la regione più contaminata. Nella nostra Regione, infatti, si spargono “principi attivi” (pesticidi) pari a 11 Kg per ettaro. Il doppio della media italiana. Siamo stati insidiati, ma raramente superati nel poco invidiabile record (dati degli ultimi 10 anni) solo dalla Sicilia e dalla Campania. C’è da riflettere... Servizi a cura di Beppe Castellano
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L’acqua, bene prezioso, un invito al risparmio in occasione del 14 giugno È stato un caso. Mentre era in corso l’inchiesta giornalistica delle pagine precedenti e ci arrivava il rapporto Ispra riportato qui accanto, era in preparazione la campagna promozionale che vi descriviamo qui di seguito. È indice di una sempre più marcata sensibilità verso i temi ambientali, che nelle organizzazioni di volontariato è di default (o almeno dovrebbe esserlo), ma riguarda anche aziende for profit particolarmente “aperte” (b.c.).
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ono 92 milioni le donazioni di sangue ogni anno al mondo. Quasi il 50% di queste avviene nei Paesi sviluppati, dove si concentra solo il 15% del totale della popolazione mondiale (fonti OMS). Per favorire una diffusione sempre più capillare di tale gesto volontario, anonimo e periodico, anche quest’anno è tornata la “Giornata mondiale del donatore di sangue”, istituita nel 2004 dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) in occasione del 14 giugno, data di nascita di Karl Landsteiner, scopritore dei gruppi sanguigni. Slogan scelto per l’edizione 2013 è “Give the gift of life, donate blood” (Regala il dono della vita, dona sangue) e al momento di andare in stampa le principali manifestazioni internazionali si sono già tenute a Parigi, organizzate dall’Etablissement Français du Sang, l’ente responsabile della raccolta di sangue e plasma oltralpe. A Roma, invece, è stato il centro nazionale sangue a organizzare una interessante manifestazione. Come sempre, anche Avis è scesa in campo per promuovere eventi e manifestazioni su tutto il territorio nazionale con lo scopo di ringraziare chi già compie questo gesto di grande solidarietà e coinvolgere un numero sempre maggiore di persone. In particolare, l’Avis regionale Veneto, oltre ad organizzare una grande festa a Mestre (il resoconto nel prossimo numero), in collaborazione con Alì&Aliper e Despar ha realizzato il pieghevole “L'Acqua un bene prezioso da non sprecare” con alcuni consigli per non sprecarla inutilmente e promuovere, nello stile di vita dei cittadini, alcuni gesti responsabili, utili e civili. Sabato 15 giugno più di 125 mila depliant sono stati distribuiti in tutto il Veneto e nel vicino Friuli Venezia Giulia ai clienti dei supermercati e ipermercati delle catene Alì&Aliper e Despar, in particolare 42.000 depliant nei Despar Veneto (63 punti vendita Despar Eurospar e 21 punti vendita Interspar), 29.200 depliant nei Despar Friuli (6 punti vendita Iper e 61 punti vendita Despar) e 50.400 depliant negli Alì&Aliper (74 punti vendita Alì e 26 punti vendita Aliper). Si ringraziano tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione dell’iniziativa.
ATTUALITÀ
INCHIESTA - IL RAPPORTO ISPRA
Contaminato il 55% delle acque superficiali e il 28% delle falde
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DALLA REGIONALE
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sordio per i nuovi presidenti provinciali e saluto di fine mandato del Consiglio Direttivo regionale e del suo presidente, Alberto Argentoni, all’assemblea dell’Avis Veneto, ospitata il 20 aprile al Teatro comunale di Vicenza. A prendere la parola per primo, dopo la relazione di Argentoni e il saluto del sindaco di Vicenza Achille Variati e del vice presidente dell’Avis di Vicenza Maurizio Bellon, è stato Marco Gianesini. Il neo presidente dell’Avis provinciale vicentina ha descritto la grande varietà di associazioni di donatori del sangue presenti nel suo territorio e le difficoltà che una simile composizione comporta. Ma ha anche sottolineato i punti di forza di questo volontariato, che è molto presente e che d’ora in poi deve collaborare per quella che è la sfida più importante del futuro della raccolta del sangue: la chiamata del donatore. E su questa sfida si sono espressi tutti i “colleghi”: dal riconfermato presidente della provinciale di Rovigo, Massimo Varliero, che ha portato d’esempio la lunga e positiva esperienza dell’Ufficio di chiamata Avis nel suo territorio, alla “sperimentazione” dell’Avis di Legnago, modello che gradualmente si vuol applicare al resto della provincia di Verona, come sottolineato dal suo neo e giovane presidente Mauro Zocca. D’accordo sulla chiamata del donatore (che già si fa in alcuni punti della sua provincia) anche la neo presidente dell’Avis trevigiana, Vanda Pradal che ha anche sollevato la questione degli orari di apertura dei Centri trasfusionali, che andrebbero rivisti per venire in aiuto alle tante persone che non possono permettersi, in questi tempi di crisi, di assentarsi dal posto di lavoro. Sulla stessa linea Giorgio Brunello, neo eletto alla guida dell’Avis provinciale di Venezia, che ha aperto un’ampia parentesi sul grande rinnovamento che tutte le Avis
Kabul: dal Veneto 500 flaconi di fattore VIII È
stanno vivendo, sulla crisi economica che coinvolge anche il volontariato e su Avis in Rete. Il punto sulla situazione padovana, sempre piuttosto difficile, è stato affidato al riconfermato presidente Roberto Sartori, per il quale se la crisi economica condiziona le donazioni, è pur vero che Avis è e rimane una voce positiva in un momento difficile per il Paese. Il direttore del Crat Veneto dott. Antonio Breda, ha evidenziato che la crisi sta minando anche le attività trasfusionali e sanitarie, obbligando tutti a trovare soluzioni alternative e a privilegiare la razionalizzazione delle risorse. La collaborazione di tutti e tra tutti, donatori, dirigenti Avis e medici trasfusionisti in questo delicato momento di passaggio, anche in vista dell’adeguamento ai nuovi decreti europei, è il tema affrontato, invece, dalla dott.ssa Alberta Alghisi. Per il dott. Giuseppe Aprili è anche giunto il momento di rivedere e riscrivere il Piano Sangue regionale, “vecchio” di dieci anni. Il consigliere di Avis nazionale Antonio Esposito ha portato il saluto del Consiglio nazionale. Al responsabile sanitario di Avis nazionale Bernardino Spaliviero, il compito, invece, di informare sui passi in avanti dell’Avis nell’ambito della cooperazione internazionale, primo tra tutti l’invio a Kabul, per la prima volta, di 700mila unità di fattore VIII, 500mila dei quali proveniente da donatori veneti (vedi pagina accanto). Senza alcun scopo di lucro, l’Avis si riconferma così la più grande associazione al mondo di donatori volontari non remunerati. Di ricerca, di convenzioni, di cellule staminali e del prezioso sostegno che l’Avis regionale e le Avis provinciali stanno dando alla Fondazione Tes, in particolare tramite il 5 per mille, ha parlato il prof. Pierpaolo Parnigotto. Il saluto di Vittorio Dall’Armi, presidente del Comitato Tempio del donatore, e un video curato da Enrico Cibotto, anima della rassegna di cabaret “Riso fa buon sangue” in collaborazione con Avis e che tornerà anche quest’estate sulle piazze venete, hanno chiuso la Michela Rossato giornata.
partito ufficialmente il 17 aprile il progetto umanitario per l’esportazione di medicinali plasmaderivati. Sono stati inviati 700 flaconi da 1.000 U.I. di Fattore VIII e 35 di Fattore IX per pazienti emofilici a Kabul, proprio il 17 aprile (Giornata Mondiale dell’Emofilia) all’Ospedale Esteqlal di Kabul, Afghanistan. Gran parte di questi (500 flaconi) sono stati messi a disposizione dalla Regione Veneto. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel mondo, solo il 25% dei malati emofilici ha accesso alle terapie. Grazie al lavoro di sinergia tra Ministero della Salute, Ministero della Difesa, Ministero degli Affari Esteri e Centro Nazionale Sangue, all’impegno delle Regioni italiane che sostengono il progetto e allo stesso Volontariato, il nostro Paese potrà contribuire alla cura di queste persone. “L’ Italia può contare su una solida rete di Strutture Trasfusionali e Professionisti che nel 2012 hanno permesso di produrre 775.000 kg di plasma - ha dichiarato Giuliano Grazzini, Direttore del Centro Nazionale Sangue - proveniente dalle donazioni volontarie, periodiche, responsabili, anonime e gratuite dei donatori di sangue (in Italia circa 1.700.000) rappresentati dalle Associazioni e Federazioni dei Donatori di Sangue Avis, Cri, Fidas e Fratres (riunite per progetti comuni nel Civis, ndr). A Kabul è in corso uno studio sul trattamento dei pazienti emofilici nell’ambito del Programma di collaborazione umanitaria e scientifica per l’utilizzo razionale ed etico di Fattore VIII da plasma nazionale in essere tra il CNS e la Fondazione Irccs Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano”.
Si tratta della prima iniziativa nell’ambito dell’Accordo per l’esportazione a fini umanitari di farmaci plasmaderivati approvato il 7 febbraio scorso dalla Conferenza Stato Regioni. Nei prossimi due anni saranno realizzate ulteriori spedizioni in Afghanistan, Egitto, India e Albania per un totale di 36mila flaconi di Fattore VIII grazie alla disponibilità delle Regioni che sono o saranno a breve coinvolte: Abruzzo, Basilicata, P.A. Bolzano, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Toscana, P.A. Trento, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto. Tutte regioni aderenti all’Accordo Interregionale Plasma (AIP) di cui il Veneto è capofila. Saranno inoltre implementati programmi di ricerca per migliorare le competenze e le pratiche cliniche nei Paesi interessati.“È viva la soddisfazione di tutti gli attori coinvolti nel progetto e in particolare delle Associazioni e Federazioni dei donatori di sangue - ha dichiarato Aldo Ozino Caligaris Coordinatore Civis pro tempore - che vedono valorizzato il dono e l’impegno dei propri volontari in un’iniziativa solidaristica di respiro internazionale’. Il Presidente di Avis nazionale, Vincenzo Saturni - presente a Roma alla IX Giornata mondiale dell’Emofilia e per un incontro dello stesso CIVIS ha aggiunto che “per l‘Avis la cooperazione internazionale, al pari della raggiungimento dell’autosufficienza nazionale, è un obiettivo strategico. Siamo felici che questo progetto si sia potuto concretizzare e ci auguriamo che anche altri Paesi seguano il nostro esempio’. L’operazione è stata resa possibile grazie alla collaborazione dell’Areonautica Militare.
NOTIZIE NAZIONALI
Cronache dalla 42ª Assemblea regionale
Argentoni nuovo vice presidente vicario in Avis nazionale
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i è svolta sabato 8 giugno la prima riunione del nuovo Consiglio di Avis nazionale. Sei su nove i “nuovi” componenti di quest’ultimo. È stato riconfermato Presidente nazionale Vincenzo Saturni (Lombardia). Il nostro “fresco” ex presidente regionale Alberto Argentoni, invece, è stato eletto Vice presidente nazionale vicario. È la prima volta un esponente di Avis Veneto assume una carica di tale livello. Ad Alberto l’augurio di un ottimo lavoro da tutta la Redazione e da tutti i donatori veneti. L’altro vice presidente è il siciliano Domenico Alfonzo mentre Antonio Ragazzi (Emilia Romagna) è Segretario nazionale. Tutti nuovi i componenti della squadra che affiancherà Saturni, salvo i due ex vice presidenti Giorgio Dulio (Piemonte), neo Tesoriere nazionale e Rina Latu (Sardegna), squadra che sarà completata da Claudia Firenze (Toscana), già responsabile della
Consulta Giovani nazionale, Franco Rizzuto (Calabria) e da un altro ex presidente regionale del nordest nello scorso mandato 2009-2013: Carmelo Agostini (Friuli Venezia Giulia). Un esecutivo eletto a larghissima maggioranza che saprà lavorare sicuramente al meglio per il Sistema sangue nazionale e tutti gli ammalati. (b.c.)
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NOTIZIE REGIONALI
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i chiama “Spot of red” il progetto di comunicazione virale promosso dalle Avis regionali di Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia. La campagna utilizza il web per diffondere il messaggio del dono del sangue quale gesto d’amore verso gli altri, ma anche verso se stessi, quale gesto di solidarietà e responsabilità. Come? Invitando tutti, donatori e non, di qualsiasi età e provenienza geografica, a realizzare un video (con una videocamera o anche solo con un telefonino) o un disegno, una grafica per magliette che promuova la donazione del sangue. Due, infatti, sono le categorie previste dal concorso per i video e una per la grafica. La prima categoria “Web Video” prevede la realizzazione di un breve video (della durata massima di 180 secondi) che dovrà essere caricato su YouTube. Gli autori dei video più cliccati, se diventeranno fan della pagina Facebook (www.facebook.com/SpotOfRed), potranno vincere ogni mese i biglietti messi in palio da Azalea (www.azalea.it) per assistere ai migliori concerti della stagione. Al termine dell’iniziativa, una giuria di qualità, composta da tre rappresentanti Avis e presieduta dal fotografo Oliviero Toscani, decreterà i tre vincitori che si aggiudicheranno delle giacche da sci Zerorh+ (www.zerorh.com), sponsor del progetto. I video-
maker più esperti potranno partecipare anche alla seconda categoria “TV Spot” realizzando un commercial di 30 o 60 secondi che dovrà essere caricato nella piattaforma Zooppa (www.zooppa.it), sponsor tecnico dell’iniziativa. I migliori venti video, selezionati da un giuria presieduta dal fotografo Oliviero Toscani, saranno proiettati in una grande serataevento organizzata all’interno del 14° Circuito Off (www.circuitooff.com) che si terrà dal 28 al 31 agosto 2013 presso il Teatrino Palazzo Grassi a Venezia. In quest’occasione saranno scelti i tre video vincitori, premiati con prodotti video Manfrotto (www.manfrotto.it), sponsor del progetto. A chi si sentisse più portato per la grafica, il progetto riserva il concorso “Donare il sangue è Glamour!” in collaborazione con il blog lavorincorsa.glamour.it. Per partecipare basta disegnare una grafica per magliette e caricarla sulla piattaforma Zooppa entro il 15 luglio 2013. Al termine dell’iniziativa, la giuria di Spot of Red sceglierà la grafica più bella e significativa che sarà utilizzata per realizzare le prossime magliette Avis e sarà pubblicata sul blog lavorincorsa.glamour.it. Per scoprire le modalità di partecipazione ai concorsi: www.spot-of-red.it, per guardare il video teaser del concorso: www.youtube.com/watch?v=fJf4wbbryU8 e per guardare i primi video in gara: www.youtube.com/user/SpotOfRed. La campagna “Spot of red” è inserita nell’ambito del progetto di cooperazione internazionale “Bessy” che coinvolge le aree geografiche che si affacciano sull’Adriatico (Adriatic IPA): la Regione Veneto (S.R.C. Provinciale Avis, Asl 10 Veneto Orientale; Università Ca’ Foscari di Venezia - Formazione e Ricerca); la Regione Friuli Venezia Giulia (Avis Regionale Friuli Venezia Giulia - Onlus); la Regione Emilia Romagna (Avis Regionale Emilia Romagna); la Slovenia (Slovenia Red Cross - Federation of Associations; Blood Transfusion Centre of Slovenia); la Croazia (Croatian Red Cross; Croatian Institute of Transfusion Medicine) e l’Albania (Ministry of Health). L’obiettivo è quello di monitorare e valutare nei Paesi coinvolti gli aspetti organizzativi delle associazioni che si occupano di donazione di sangue, l’efficienza e la sicurezza del sistema sangue e le buone pratiche nell’ambito della promozione della donazione. Ma anche capire l’importanza e il significato che il gesto del dono del sangue ha per i donatori e quali ricadute questo gesto ha sul contesto sociale attuale. A livello di comunicazione, il progetto prevede una campagna che ora ha il suo nome: “Spot of Red”.
Primo Soccorso: ripartiti! L
’Avis regionale, a seguito delle numerose richieste e vista l’utilità di promuovere sul nostro territorio iniziative coordinate legate alla conoscenza sanitaria ed alla prevenzione, ha proposto nuovamente la realizzazione di corsi di Primo Soccorso (già realizzati nel 2009/2010) aperti alle sedi comunali e provinciali. I corsi, svolti dal 6 aprile al 30 giugno 2013, solitamente di sabato mattina per 4 ore, trattano tematiche quali la formazione dei soccorritori, la valutazione della situazione, la protezione dell’infortunato. E ancora cenni sui traumi, sulle fratture, sulle distorsioni, sulle ferite, sul trattamento di primo soccorso, su fasciatura e medicazioni, corpi estranei e colpi di calore. Durante i corsi, accanto a momenti
teorici, ci sono lavori di gruppo e manovre di rianimazione e massaggio cardiaco esterno nell’adulto. 24 sono state le sedi aderenti: 1 a Belluno, 9 a Padova, 6 a Treviso, 4 a Venezia, 3 a Verona e 1 a Vicenza, con più di 420 persone formate dal personale afferente all’Unità operativa complessa di Pronto Soccorso dell’Ulss 17. Tutti positivi i pareri raccolti dai referenti delle Avis che hanno dichiarato un alto grado di soddisfazione, soprattutto in riferimento alla preparazione generale dei docenti intervenuti nelle giornate di formazione ed all’utilità dell’iniziativa. Francesco Magarotto
Si chiama “InVolo”, insieme si può volare e crescere
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i chiama “InVolo: Integrazione e Volontariato per crescere insieme”, la nuova, importante opportunità di confronto e scambio tra Avis, Admo, Agesci (scout), Associazioni di Migranti e comunità di cittadini stranieri. Finalità è promuovere attività e progetti condivisi, finalizzati alla promozione della solidarietà, all’integrazione interculturale e all’inclusione sociale dei giovani (volontari e non). Le Avis provinciali e comunali della regione avranno l’opportunità di progettare nuove attività o sviluppare e ampliare progetti già in agenda, coinvolgendo le comunità di cittadini stranieri e i volontari di Admo e Agesci.
Agesci creerà un “gruppo di lavoro” dedicato allo sviluppo della Banca Dati che raccoglie tutte le realtà del terzo settore, dove gli scout possono prestare servizio. In questo modo Avis, Admo, Agesci e le altre associazioni coinvolte potranno avere opportunità di scambio e collaborazione tra i volontari. Si stanno contattando le Avis provinciali e le Avis comunali che hanno progetti che possono essere condivisi, supportati o ampliati con l’aiuto del progetto stesso. Per segnalare progetti o avere info e chiarimenti contattare: Elena Galbiati all’email elenag@alice.it o al cell. 320 7408548.
NOTIZIE REGIONALI
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Da questo numero uno spazio al vostro... Tempio
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l Tempio internazionale del donatore e delle memorie di Pianezze di Valdobbiadene, da questo numero avrà uno spazio su “Dono & Vita”, oltre alla pubblicazione curata dal Direttivo del Comitato del Tempio. Cercheremo di essere puntuali in questo nostro trimestrale per informarvi delle vicende del tempio, realtà unica al mondo, situata in una delle zone più belle delle Prealpi, ai piedi del monte Cesen, a 1000 metri di altitudine, a ridosso del massiccio del Grappa e a pochi chilometri da Valdobbiadene, da dove si può ammirare una parte del corso del Piave e buona parte della piana della Marca Gioiosa con tutte le sue bellezze. Cominciamo con il programma della prossima festa al Tempio, mentre nei prossimi numeri di “Dono & Vita” cercheremo di raccontarvi la sua storia nei minimi particolari. Intanto vi diciamo che, dopo l’esperienza positiva del cinquantesimo anniversario di fondazione, il Consiglio del Tempio
ha ritenuto opportuno dare un appuntamento ai donatori di sangue anche quest’anno, il 7 luglio. Per chi vorrà raggiungere il Tempio quel giorno, eco il programma della giornata, organizzata da Avis, Fidas, Fratres e Aido. Alle ore 8.30 ritrovo al piazzale donatori di Pianezze, alle 9 partenza della camminata ecologica e panoramica dal Tempio alla località “Balcon (circa 2 ore andata e ritorno) con la guida speciale del Corpo Forestale dello Stato di Treviso. Alle ore 12 rientro al Tempio per la Santa Messa, animata dal Coro Ana Cesen e alle 13 il pranzo nella struttura ricettiva adiacente. Info allo 0423 972053 email tecnico@studiodallarmi.it Ottaviano Cereser 17
Il dono sulle note di una canzone MUSICA & GIOVANI
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ettecento persone hanno gremito il Palazzo della capacità artistiche, ma anche per "dare il proprio conGran Guardia di Verona per la finale di “Musica tributo" a un progetto collettivo. Mettersi in gioco rapnel Sangue school contest”, il concorso promosso da presenta uno stile di vita positivo. Gli artisti sono braAvis Veneto, Fidas Veneto e Abvs rivolto agli studen- vissimi e si sono impegnati tantissimo”. Il consigliere ti delle superiori per sensibilizzarli alla donazione e nazionale e presidente Fidas provinciale di Verona, alla cultura della solidarietà. Sono state 45 le scuole Massimiliano Bonifacio, ha espresso “Soddisfazione che hanno aderito, 24 le cannazionale per questo progetto a zoni in finale e 86 i musicisti cui guarda tutta Italia. Ogni coinvolti. A seguire la finalis- In settecento alla Gran Guardia giorno 8.500 persone ricevono sima dell’11 maggio c’erano di Verona per Musica nel Sangue una terapia trasfusionale. compagni di classe, inseL’Italia, pari solo al Giappone, gnanti, amici, parenti, curioha la popolazione più anziasi… un pubblico eterogeneo, attento, partecipe e na: buon segno, ma questo dà anche una visione del pieno di entusiasmo. Presentato da Gaetano Rocco bisogno crescente di nuovi donatori e della necessità che Guadagno, all’evento sono giunti i saluti del sindaco i giovani si attivino”. Soddisfatti anche i responsabili di Verona Flavio Tosi e gli interventi di rappresentan- dei Giovani Avis e Fidas Verona, Andrea Chiavegato ti delle associazioni coinvolte. Il presidente dell’Avis e Marco Pasquali. Arduo il compito della giuria, fornazionale Vincenzo Saturni ha detto che: “Musica nel mata da Sandro Sartori, David Bonato, Andrea sangue è capace di rendere protagonisti i ragazzi che Gallo, Adriano Pegoraro (ha sostituito Alice Nichele) hanno un’occasione per avvicinarsi all’esperienza della e Mik-Michele Gallo. I vincitori della categoria solidarietà. Un volano molto positivo per valorizzare le Musica originale sono: primo classificato l’istituto
Cornaro (Padova) con “Alone in the universe” dei Waterfalls, secondo il Girardi di Cittadella (Pd) con “Tra pianto e brividi” di Alice Cimolin, terzo l’Alzan di Badia Polesine (Rovigo) con “Così mi accorgo” di Heartbeat. Premio speciale all’Istituto Carnacina di Bardolino (Vr) per il brano “Country piece” di Viochiba. Musica originale a tema solidarietà: primo il “Bolisani” di Isola della Scala (Vr) con “Mani geli-
de” di “Gruppo Bolisani”. Secondo il Galilei di Verona con “Clochard” de “I trigonghi” e terzo ancora il “Bolisani” con Dancing di “Street mix”. Cover: primo il Cornaro di Padova con “If ain’t got you” di Lisa Tiranti, secondo e terzo il Rolando da Piazzola di Piazzola sul Brenta (Pd) con “Seven nation army” di “Superficie morbida” e con “Nothing’s real but love” di Serena. La scuola con più donatori (il 13% degli studenti) è risultata l’ICG Atestino di Este (Pd). Alle scuole e ai vari classificati biglietti omaggio per i grandi concerti in Veneto e gift-card del valore di 500 euro. Tutti i finalisti faranno parte del cd compilation Musica nel Sangue 2013 e i migliori di ciascuna categoria parteciperanno agli eventi organizzati da Avis, Fidas e Abvs e ad alcuni festival del Veneto. I vincitori potranno poi essere scelti quali testimonial della campagna 2013-14 per il lancio della sesta edizione del contest. Il giovane cantautore veronese Henry Carvalho ha vinto la sezione del concorso Musica nel Sangue showcase con la canzone “Un sogno”. Il progetto, curato anche per quest’edizione da Heads Collective, è stato realizzato con il Patrocinio della Regione Veneto. La finale ha avuto il Patrocinio del Comune di Verona (Assessorato all’Istruzione), con la collaborazione de Il Gazzettino.
MUSICA E GIOVANI
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E fuori gran lavoro dei giovani Avis e Fidas S
A sinistra i Waterfalls di Padova, vincitori della sezione Musica originale; sopra la Band del “Bolisani” di Isola della Scala (VR), vincitrice della sezione Musica originale/solidarietà; pagina accanto: Lisa Tiranti (Cornaro, Padova) 1ª nelle Cover.
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ono state tante le novità dell’edizione 2013, pur nel segno della continuità di un concorso giunto alla sua quinta edizione, con una partecipazione sempre crescente di giovani talenti. Innanzitutto la location scelta per la finale: la Gran Guardia si affaccia su piazza Bra a Verona, offrendo un’opportunità imperdibile per promuovere il dono del sangue e far conoscere ad un pubblico ampio e variegato la nostra associazione. In secondo luogo, il coordinamento cercato e voluto soprattutto dai giovani di Avis e Fidas, ha permesso di focalizzare l’attenzione sul valore più alto del dono del sangue e della solidarietà, abbandonando, almeno per un giorno, la rivalità tra le due associazioni che può riguardare i modelli organizzativi interni, ma non certo la promozione dei valori su cui entrambe le associazioni si fondano. Il successo della finale è stato, di conseguenza, enorme: molti sono stati i veronesi (e non solo quelli) avvicinati dai volontari in piazza Bra per raccogliere promesse di donazione, per fornire informazioni sul dono del sangue o, più semplicemente, per distribuire materiale informativo. È stato anche simpatico scambiare opinioni sulle attività associative con i molti turisti provenienti da ogni parte d’Italia, e anche dall’estero, e già attivisti di associazioni di donatori di sangue. A facilitare questo scambio di idee e di vedute ha con-
tribuito, senza dubbio, il brio e la vivacità dei giovani di Avis e di Fidas. Venendo al concorso, Musica nel Sangue permette di entrare nelle scuole superiori, coinvolgendo un migliaio di ragazzi, puntando a valorizzare il talento musicale dei giovani, ma anche facendoli riflettere sul tema della solidarietà, attraverso una sezione dedicata del concorso. Di fronte a una platea di circa 700 ragazzi presenti, i dirigenti insieme ad alcuni giovani volontari delle due associazioni, hanno potuto esprimere la soddisfazione per l’impegno e per il talento mostrato dai musicisti, con l’augurio che la stessa determinazione possa essere dimoDario Piccolo strata anche in campo solidale.
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Il paese che fa ‘girare’ il mondo IL BELLO DEL VENETO: BERGANTINO
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opo aver visitato nello scorso numero la stupenda esposizione nel Museo storico della giostra, inserito nella cornice settecentesca di Palazzo Strozzi, entriamo nella fucina delle giostre, dove l’arte dei costruttori è una realtà conosciuta in tutto il mondo. Girando per i vari cantieri abbiamo potuto conoscere questa realtà, non certo nota come meriterebbe. La storia di Bergantino comincia dopo la prima Guerra
Mondiale quando in tutto il Veneto, e l’Alto Polesine in particolare, conosceva una povertà non descrivibile. Due erano le alternative: o prendere la valigia di cartone e andare all’estero, e la meta più appetibile era l’America, oppure inventarsi qualcosa per soprav-
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vivere. All’epoca già alcuni abitanti del luogo avevano cominciato a frequentare, nella bella stagione, fiere e sagre di paese e per primi pensarono di rivolgersi a quell’utenza che, seppur scarna, dava la possibilità di un introito immediato e in contanti. Capirono allora che la novità della giostra, insieme a qualche altro passatempo, avrebbe potuto permetter loro di sopravvivere. Ben presto i bergantini non si accontentarono più di fare i giostrai con delle giostre acquistate altrove. Alcune famiglie, che fin dall’inizio si distinguevano dai normali gestori di passatempi comuni, cominciarono ad apportare modifiche di loro invenzione alle giostre. Le troviamo ben descritte e documentate all’interno del museo. Un po’ alla volta, da semplici “gestori” di giostre divennero ideatori e costruttori di veri e propri capolavori di ingegneria e meccanica. Le giostre stesse, da semplice strumento di divertimento e fenomeno da baraccone, diventarono industria d’eccellenza e pilastro portante dell’economia di un intero distretto esteso a cinque province. Le cinque province in questione sono Rovigo, Verona, Vicenza, Padova e Treviso, con più di 100 aziende e 2000 addetti, un fatturato annuo intorno ai 250 milioni di euro e un export che raggiunge l’80% della produzione di attrazioni ipertecnologiche vendute in tutto il mondo. Qui si produce tutto quello che può servire ad un luna park moderno, dalle giostre vertiginose, alle case mobili e
caravan, fino ai più sofisticati fuochi d’artificio. Nell’alto Polesine è nata un’industria del divertimento conosciuta più all’estero che da noi, dove la giostra viene considerata un’eccellenza veneta. Bergantino, però, è rimasta legata alle giostre per quanto riguarda la gestione diretta di spettacoli viaggianti, ben cinquanta famiglie bergantinesi sono impegnate in spettacoli itineranti e portano le loro attrazioni nelle fiere più importanti di tutta Italia, dalla primavera all’autunno. Oggi sono 105 le famiglie di viaggiatori su una popolazione che supera appena i duemila abitanti. Essi, però, non devono essere confusi con i giostrai nomadi Sinti, che costituiscono un’etnia a se stante, hanno un’altra origine e una storia diversa. I bergantini sono gruppi professionali che viaggiano per necessità di lavoro e non per vocazione di vita nomade, sono emigranti stagionali, proprietari di attrazioni costosissime e d’avanguardia costretti, nel passato, ad intraprendere un’attività itinerante per l’impossibilità di garantire un sostentamento adeguato alle famiglie nel luogo d’origine. A Bergantino abbiamo potuto parlare con alcune famiglie di costruttori, gente che conosce bene il proprio mestiere e che ci hanno spiegato che nulla di ciò che viene costruito e realizzato è lasciato al caso, dalla sicurezza alla rifinitura di ogni attrazione. Che diventa così vera e propria arte. Abbiamo potuto ammirare le varie fasi della costruzione e notato l’alta tecnologia con cui vengo-
no preparati i vari pezzi poi assemblati per realizzare il prodotto finito. Quando poi il manufatto è completo, si passa alla rifinitura, un gruppo di verniciatori, eccoli gli artisti, completano l’opera, pronta per essere utilizzata. Entrando in uno degli stabilimenti, perché di veri e propri stabilimenti si tratta, si ha l’impressione di essere in un’industria, ma quando tutto è completato ci si trova davanti a un capolavoro che sembrava utopia produrre. Tanto per fare un esempio, siamo entrati nello stabilimento dei caravan, ce n’erano tre in costruzione: immaginate una casa di 95 mq con tutti i comfort che in men che non si dica si trasforma in un tir per essere portata ovunque autonomamente. La costruzione viene eseguita su ordinazione, le commissioni vengono quasi tutte dall’estero, in particolare dall’America e tutte le rifiniture sono concordate con il committente. Il costo? Come una villa, una signora villa! Prima di salutare gli amici di Bergantino e averli ringraziati per la loro disponibilità, assieme al presidente dell’Avis di Bergantino Carlo Garosi, abbiamo compiuto il giro del paese e abbiamo constatato quante siano le fabbriche, piccole e grandi, di giostre e accessori. Vale la pena di visitare questa magnifica realtà polesana: in giornata si può vedere il museo di cui abbiamo parlato, alcune fabbriche di sogni in cui ognuno di noi, da bambino, ha potuto dare sfogo alla fantasia e lo può fare anche oggi con i figli e i nipoti. All’Avis comunale di Bergantino si sono resi disponibili per fare da accompagnatori, basta interpellarli. Ricordiamo che il paese è in riva al Po dove, nella bella stagione, ci si può fermare e, nelle aree predisposte, fare un pic-nic ammirando il nostro grande fiume. È uno spettacolo unico anche questo.
IL BELLO DEL VENETO: BERGANTINO
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Ottaviano Cereser
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ESTRATTO ES ESTRA AT TTO del
STORIE DI VITA
Quando gli italiani erano “gli stranieri”
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Introduzione Introduzione
Un articolo sull’elezione del nuovo presidente dell’Avis di Venezia e un vecchio diploma dell’Avis di Olten (Svizzera) che sbuca tra vecchie carte durante un trasloco. Una semplice coincidenza, che spinge Diana Bastasi a raccontare la storia dello zio Mario, per rendere omaggio al suo ricordo e ai tanti donatori di sangue all’estero. Ve la proponiamo, così come l’ha raccolta la nostra Giorgia Chiaro. È una di quelle storie “semplici”, di uomini semplici, ma che fanno riflettere. Sull’essere italiani e donatori, sull’orgoglio di esserlo e anche sui tanti, nuovi, donatori “stranieri” in Italia che nelle file b.c. dell’Avis sono sempre più numerosi. “Mario Bastasi nacque a Venezia, nella zona di Paludo S. Antonio, nel gennaio del 1921. Partito per la guerra, dopo l’8 settembre del 1943 fu deportato in Germania, dove venne impiegato in una fabbrica di aerei. Quando tornò a Venezia era, ovviamente, segnato dall’esperienza e molto restìo a parlarne, soprattutto nei primi tempi. Provò a ricominciare una vita normale: appassionato di fotografia, dette una mano presso lo studio Nardini, ma l’unico lavoro che riuscì a trovare fu piantare pali in barena. Negli anni ’50, quindi, Mario si trasferì in Belgio per lavorare come minatore, poi negli anni ’60 in Svizzera, a Olten, dove visse in una baracca per i primi tempi, come tanti emigranti. Trovò un impiego notturno presso le Ferrovie dello stato svizzere e una sistemazione più dignitosa. Una cara famiglia, gli Eberhard, lo ospitarono in una stanzetta e in seguito lo aiutarono a trovarsi un appartamentino. Era il suo sogno, ne andava molto fiero. Ogni anno faceva ritorno a Venezia, poiché i contratti duravano solo nove mesi. Arrivava alla vigilia di Natale con un regalo per tutti
Bilancio ancio Sociale Soci ciale ale 2012 2012 2 Il Bilancio Sociale è un progetto, iniziato ormai da 6 anni, con lo scopo di rendere più completa e diffffusa la conoscenza sulla mission, sugli obiettivi iettivi e sulle attività di Avvis Veneto. Dar conto per contarre di più e soprattutto per far meglio. Il 2012 è stato un anno particolarmente difficile per la nazione e per la nostra società. Anche il sistema trasfusionale è stato coinvolto in questa situazione di crisi. Crre ediamo che prroprio o o da valori che si concrre etizzan come etizzano volontariato, solidarietà e sussidiarietà si debba ripartirre per il necessario cambiamento nella nostra società. Il Presidente
Identità e gover governance nance Vision, Vision, Mission, Valori Valori a e Obiettivi
e tanta cioccolata, portando le ultime novità della moda parigina. Si fermava fino a marzo, facendo visita ad amici e parenti. Non si è mai sposato, quindi eravamo noi la sua famiglia, ma era benvoluto da tutti, sia qui che in Svizzera, in particolare dai compatrioti emigrati. Era sempre invitato a immortalare feste e occasioni speciali, era molto amato dai bambini. Proprio all’interno della comunità italiana divenne donatore dell’Avis di Olten, conseguendo il diploma di medaglia di bronzo. Ricoverato per un’operazione allo stomaco, Mario Bastasi morì il 5 maggio 1981 in seguito ad un’embolia. Quando è mancato, il personale dell’ospedale lo ho onorato con una messa e così anche l’intera comunità italiana. Ricordo che quando la salma arrivò a Lido di Venezia per i funerali, il 10 maggio, era accompagnata dalle corone di fiori degli amici dell’ospedale e dell’Avis di Olten. Circa trent’anni dopo quel triste giorno, l’Avis è tornata nella mia vita. Il 1° febbraio 2010, mio marito ha avuto un calo delle piastrine ed è stato salvato proprio da una trasfusione presso l’ospedale di Dolo. Non ringrazieremo mai abbastanza i donatori di sangue, per noi sono degli eroi”. Testimonianza di Diana Bastasi raccolta da Giorgia Chiaro
Le finalità di Avis Veneto e sono: Favorire lo sviluppo della donazione volontaria, periodica, associata, non remunerata, anonima e consapevole di sangue, emocomponenti e cellule staminali Sostenere i bisogni di salute dei cittadini con il raggiungimento dell’autosufficienza di sangue, emocomponenti e plasmaderivati, nel rispetto dei massimi livelli possibili di sicurezza trasfusionale Tu utelare il diritto alla salute dei donatori e di coloro che hanno necessità di essere sottoposti a terapia trasfusionale Tu utelare il dono e promuovere il buon uso del sangue Promuovere l’informazione e l’educazione sanitaria dei cittadini Sostenere difff ffusione f i e sviluppo delle proprie associate su tutto il territorio regionale Promuovere il volontariato e l’Associazionismo. Quali sono i nuovi obiettivi? La promozione nella popolazione di stili di vita salutari Un’organizzazione sempre più efficace della chiamata del donatore La ricerca di nuovi modi di fare Associazione oggi L’’accreditamento delle elle Unità di raccolta Avis v La tutela del donatore, sia nell’ambito della fruizione dei servizi sia in quello dell’uso etico del suo dono.
L’assetto L’assetto organizzativo è un’associazione composta da persone fisiche L’’A Avvis Veneto e un’asso e da persone giuridiche con 338 sedi attive nel territorio. È presente, inoltre, l’associazione ABVS (Associazione
Bellunese Volontari del Sangue) con le sue 54 sedi. Le realtà associative provinciali (6 Avis e 1 ABVS), assieme alla sede regionale, costituiscono la struttura sovraordinata e sono la garanzia di unitarietà dell’associazione. Nel 2012 è stata costituita 1 nuova sede comunale. S Sedi edi Comunali in V Veneto e eneto Abvs Belluno
54
Vicenza
16
Ve erona
68
Ve enezia
43
Treviso
90
Rovigo
50
Padova
70
La forza associativa i soci attivi Avis v sono 126.820 i soci attivi Abvs sono 6.050 complessivamente i soci attivi sono 132.870 aggiungendo i soci collaboratori e quelli ormai non più donatori attivi si arriva a 139.452 soci i nuovi iscritti sono stati 11.223 i soci cancellati (coloro che non donano più da oltre 2 anni senza motivazione e senza collaborazione-partecipazione) sono stati 10.113 l’incremento in valore assoluto è stato di 2.243 soci i soci sospesi temporaneamente (per motivi sanitari) sono stati 8.860. Avis A vis v R Regionale egionale V Veneto eneto en e e Abvs Abvs dati statistici al 31 dicembre dicembre 2012 Provincia
Soci donatori
Padova
25.368
collaboratori 224
non donatori 556
totale 26.148
Rovigo
10.723
243
-
10.966
Treviso
31.623
499
2.978
35.100
Ve enezia
29.125
241
748
30.114
Ve erona
20.865
147
717
21.729
212
9.328
1.354
5.211
133.385
Vicenza To otale Belluno To otale Ve eneto
9.116 126.820 6.050
2
15
6.067
132.870
1.356
5.226
139.452
Si confermano le dinamiche già individuate negli scorsi anni: una buona e costante percentuale di nuovi donatori le difficoltà nella fidelizzazione dei donatori il costante aumento delle donne nell’Associazione l’aumentare dell’età ell’età a cui si effffettua la prima donazione una crescita dei donatori immigrati piuttosto lenta e disomogenea.
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Dati organizzazione nizzazione e do nizza donatori Avis delle A vvis Comunali unali Sede e risorse umane Avviss V A Ve enet eneto e ha la proprio sede a Tre eviso in via dell’Ospedale dell’ 1. Durante il 2012 Duran 2 han nno lav lavorato 2 dipendenti con n rapporto rto di lavoro a tempo mpo indeterminato, ind determinato, 2 ragazze che hanno deter h svolto il loro anno di servizio civile presso Avvis Veneto e o e oltre una decina di rapporti a prestazione per l’attività nelle scuole. Attualmente lavorano per Avis Ve eneto due giornalisti a contratto che garantiscono la realizzazione del periodico Dono&Vita, un professionista a contratto per l’edizione web di Dono&Vita.
Dati raccolta associativa 2012
Trasfuso T r D rasfuso per DIMT 2011
Dipartimenti 1 BL
7.772
2012 7.405
Delta -367 -36
Delta % -4,70
2 TV
34.402
35.448
1.046
3,00
3 VE 4 RO
41.439 14 174 14.17 74
42.102 42 1 13.885
5 VI 6 PD
33.067 54.554
32.339 54.261
663 -298 -728 -293
7 VR Ve eneto
51.039 236.447
52.698 238.138
1.659 1 65 1.691
1,60 -2,00 -2,20 -0,50 3,30 0,70
L Le e donazioni oni A Avis vis v Nel 2012 i soci Avis hanno fatto ben 229.503 donazioni così
L’’Associazione ha due riferimenti fondamentali: il malato e il socio. Al primo garantisce, assieme al Servizio Sanitario Nazionale, il supporto trasfusionale. Al secondo fornisce i servizi di rappresentanza, tutela e sostegno.
34.764 di plasma 3.999 di citoaferesi. L’indice ’ do e ona con i valori di donazione vede la provincia di Ver migliori (1,92) mentre quello di Belluno è sempre la più penalizzata (1,53).
La relazione relazione sociale L La a raccolta di sangue in V Veneto e eneto Il Sistema trasfusionale veneto può essere definito “maturo” ovvero ha raggiunto una stabile autosufficienza in emoderivati za. In Ve eneto, e sta lavorando per migliorare la qualità e l’efficienza. nel corso del 2012, la raccolta di sangue intero è aumentata dell’1,1% e la plasmaferesi è diminuita del 2,9%, risultati in linea zione fatta dal CRA AT. Comples con la programmazione Complessivamente le procedure di raccolta sono state 326.484 con un incremento del 0,5% rispetto al 2011. Per quanto concerne il trasfuso di globuli rossi, nel 2012 questo è aumentato dello 0,7%.
Incr Incremento emento delle donazioni Avis-Abvs Avis-Abvs ((S.I: S.I: = sangue inter intero, o, PLF = plasmaferesi, plasmaferesi, CitoAf. CitoAf. = Citoaferesi) Citoaferesi)
2012 12.444 42.807 44.874 17.973 44.693 45.594 54.888 263.273
Delta -419 1.649 -35 -961 132 1.591 924 2.881
Delta % -3,30 4,00 -0,10 -0,51 0,30 3,60 1,70 1,10
Procedure Pro ocedure Plasmafer Plasmaferesi esi DIMT Dipartimenti 1 BL 2 TV 3 VE 4 RO 5 VI 6 PD 7 VR
2011 1.690 9.065 9.189 2.070 15.220 6.604 11.944 55.782
2012 1.589 8.535 8.769 2.632 14.444 6.707 11.488 54.164
Delta -101 -530 -420 562 -776 103 -456 -1.618
Delta % -6,0 -5,80 -4,60 27,10 -5,10 1,60 -3,80 -2,90
T Totale o otale raccolta Associativa
Uscite ester esterne ne
Numer Numero umero o medio di sacche per uscita
10.259 5.819 16.078
14.283 5.790 4.687 24.760
14.283 16.049 10.506 40.838
391 166 261 818
36,53 34,88 17,96
Treviso Mestre e RSC Padov Padova To otali
Comunali Sedi effettuano raccolta che ef fffettuano esterna la raccolta ester na 62 19 24 105
40 19 19 78
Attività associativa istituzionale
Attività A ttività di comunicazione
Nel corso del 2012 Avvis Veneto ha modificato sia il suo statuto sia il suo regolamento:
Giornale Dono&Vita, Dono&Vita Web, Facebook Nel 2012 sono stati redatti, impaginati e pubblicati 4 numeri
la modifica dello statuto è stata effffettuata per ottenere il riconoscimento della personalità giuridica dalla Regione Ve eneto
del periodico con 250 servizi e articoli corredati da circa
le modifiche del regolamento associativo sono state fatte in ottemperanza alle corrispondenti modifiche apportate da AV VIS Nazionale al proprio regolamento. Tra r queste modifiche la più rilevante è stata quella di aver ridotto drasticamente il valore venale delle benemerenze previste per i soci. Sono state rinnovate le convenzioni triennali tra Avis v Provinciali e Dipartimenti Interaziendali nteraziendali di Medicina Tras rrasfusionale, tranne quella del DIMT di Rovigo.
Affiancato al periodico cartaceo, dall’aprile 2011, on line
380-400 immagini. Oltre 105mila le copie stampate per ogni numero. , il giornale dell’associazione. troviamo www w.donoevita.it .d . Inoltre c’è la presenza su facebook di: “ Redazione Avis” e il gruppo “Donoevita”. Sito avisveneto.it Dal 1 gennaio 2012 al 31 dicembre 2012 il sito avisveneto.it: è stato visitato 98.952 volte, (nel 2011 84.529, nel 2010 52.726)
10.000 8.000 6.000 4.000 2.000 -2.000 2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
827
404
218
70
102
396
179
210
-1.266
-4
PLF 1.164
1.177
730
1.634
1.010
448
517
414
75
-1.042
S.I. 2.857
4.899
4.790
6.520
2.786
1.876
2.563
3.998
1.410
2.871
CitoAf.
Raccolta (n. emazie) DIMT Dipartimenti 2011 1 BL 12.863 2 TV 41.158 3 VE 44.999 4 RO 18.934 5 VI 44.561 6 PD 44.000 7 VR 53.964 260.479
Donazioni nella raccolta ester esterna na
suddivise: 190.704 di sangue intero
I nostri Stakeholder
Donazioni in Centr Centro o T Trasf. rasf.
sangue intero
plasmaferesi
citoaferesi
Attività formativa
sono state visualizzate 370.410 pagine, (nel 2011 343.253,
È nata nel 2011 la Scuola interregionale di formazione delle Avis del Triveneto. riveneto r L’obiettivo era quello di sviluppare le competenze dei quadri dirigenti dell’associazione a tutti i livelli. Nel 2012 sono stati realizzati: 1 convegno di apertura, 3 seminari di approfondimento, 2 laboratori interattivi, formazione per i quadri interni, attività di monitoraggio e valutazione.
nel 2010 239.200).
totale per i globuli rossi e al 64.19% del totale per il plasma da aferesi e al 38.13% per le citoaferesi.
L’’A Avvis è presente con 2 pagine nel social network Facebook ha 2.411 amici. Il profilo Avis Veneto e Il profilo permette di gestire anche il gruppo Avis Regionale Ve eneto con 1.117 1.11 membri.
A ttività nelle scuole Attività Progetto Progetto scuola regionale regionale - Anno Anno scolastico 2011/2012 Pro ovincia
Le donazioni Avis v in Veneto corrispondono al 72.82% del
Belluno Padova Trre eviso Vicenza To otale
Scuole Interventi Interventi Interventi Classi Alunni Teatro Fiabilas Giocavis T e eatro o 658 7 0 25 3 28 364 5 7 10 0 17 36 27 60 20 107 2.141 119 4 6 0 0 6 52 40 95 23 158 3.282
Caselle di posta avisveneto.it Le caselle mail avisveneto.it utilizzate dalle sedi sono 100 su 321 e-mail attive.
Sostegno Sostegno alla ricerca ricerca scientifica e fund raising Avis Veneto da ormai 5 anni ha scelto di sostenere la ricerca
L La a raccolta associativa Avis Avis v
scientifica sulle cellule staminali e in particolare quelle da
La raccolta associativa ha fruttato ben 38.111 sacche di
sangue periferico e di fare ciò essendo parte attiva della
sangue intero, 2.357 plasmaferesi e 370 piastrinoaferesi. Le sedi periferiche coinvolte sono state 100 più le due Unità di raccolta di Padova e Mestre per rispettivamente 718 e 650 giornate di attività. ttività. L’incr ’ emento rispetto al 2011 è stato di 3.390 donazioni con il maggior aumento nella Provincia di Treviso.
Cooperazione Cooperazione inter internazionale nazionale In ambito europeo è continuato il progetto “Bessy”, che vede partners da Slovenia, Croazia e Albania. Per quanto riguarda il Sud America continua il sostegno diretto alle associazioni AVA AS (Associazione Volontari Argentini del Sangue) e ABDS (Associazione Boliviana Donatori del Sangue).
abbiamo devoluto oltre 15.000 fondazione Tes. e Quest’anno Q euro. Una nuova collaborazione è stata instaurata con la Fondazione APE (Avis per il Progresso Ematologico). E ancora, le Avis del Veneto sono state le più numerose d’Italia ad aderire alla tradizionale grande raccolta fondi Avis per Telethon. e
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Valutazioni V a alutazzioni e obiettivi
Le risorse di Avis v Veneto e derivano deriva erivano ano per la maggior ma aggior parte da finanziamento p pubblico corrisposto in prop pubblico, p porzione a alle donazioni e efffettuate f ate e. I proventi assommano a 758.646 euro e i costi a 754.249 euro. È stato costituito il Fondo Patrimoniale a Garanzia indisponibile e vincolato personalità giuridica di 14.476 euro. Nel Bilancio di Avis Veneto è inserita anche la contabilità del Fondo Interassociativo ativo AV VIS FIDAS ABVS.
In relazione elazione agli elazio a obiettivi che ci eravamo o posti po osti nel ne 2012 possiamo dire che:
Proventi Proventi 2012
Contributi 5x1000 2,0% Contributi da Fondo Regionale L.R.65/94 9,0% Rimborsi AVIS V Nazionale per segreteria Te elethon 1,0%
Quote associative Avis v Regionale 40,0%
Spese generali e di funzionamento 4,0% Personale dipendente 11,0%
Progetto Scuola: è stato consolidata solidata la diffffusione dell’iniziativa dell’inizia nella regione e si è stabilizzato il gruppo di professionisti che operano nelle scuole.
Volendo individuare alcuni obiettivi associativi per il 2013, segnaliamo:
Quote associative AV VIS Nazionale 18,0%
Rinnovo cariche associative: si tratta del rinnovo quadriennale e sarà il secondo dopo l’entrata in vigore delle norme sull’incompatibilità nella medesima carica dopo due mandati consecutivi.
Avvanzo di esercizio 1,0% Accantonamento a Fondi 8,0% Quote associative AVIS V Nazionale 18,0% Acquisti materiale Promozionale 3,0%
Giornale Nazionale AV VISsos 2,0% Attività associativa interna 9,0%
Giornale Dono&Vita 27,0%
Qualità: tre medici volontari associativi si sono formati in corsi residenziali specifici
ne Tes: e Fondazione la collaborazione è cresciuta.
Contributi Avvis Periodico Dono&Vita 20,0%
Costi 2012
Dono&Vita web: è stato attivato;
Benemerenze: è stata ottenuta la riduzione del valore venale delle benemerenze a partire dal 2013;
Va arie 6,0%
Contributi AVIS V Nazionale Periodico AV VISsos 2,0%
Rimborsi per Progetti finalizzati 2,0%
Scuola di Formazione Permanente: è stata pienamente attuata
Iniziative Internazionali 0,4%
Promozione comunicazione e formazione 17,0%
Formazione: si ritiene importante potenziare questa attività proprio in riferimento al rinnovo delle cariche associative. Accrreditamento: editam e nel 2013 ci si attende vengano svolte le visite ispettive pe da parte della Regione Ve eneto e, pertanto, dovranno essere completate le attività di documentazione e quelle procedurali inerenti alla raccolta associativa; Uffici di chiamata: l’invito del CRA AT è quello di attivar atti e un miglior coordinamento e di attuare dei sistemi di chiamata sempre più efficienti.
La versione integrale del Bilancio Sociale è consultabile su www.avisveneto.it www.avisveneto.it Negli allegati tr troverete overete il questionario di valutazione che vi invitiamo a rrestituire estituire compilato secondo le indicazioni, per conoscer e le vostr e opinioni e per poter migliorar conoscere vostre migliorare e le prossime prossime edizioni anche con il vostro vostro contributo. Attendiamo le vostr vostre e osservazioni. vis eneto - V ia dell’Ospedale, A Avis v Regionale Regiona V Veneto Via e, 1 - T Treviso reviso elefono 0422 40 50 88 | Fax 0422 32 50 42 | info@avisveneto.it Telefono T e
TREVISO
Nella Marca tante donne in... carica È
una donna, per la prima volta, a guidare l’Avis rosa a tutti i costi, ma per una scelta in base alle competenze provinciale di Treviso. Vanda Pradal, di Falzè di delle persone. Competenze che nel trevigiano sono state Piave-Sernaglia della Battaglia, già presidente della riconosciute anche in molte donne. Sono convinta che sia stessa Avis comunale, è stata rieletta ad aprile nel nuovo fondamentale l’apporto di entrambe le componenti, Consiglio Direttivo che l’ha poi voluta come presidente maschile e femminile, nella costruzione della società e dopo che per otto anni aveva ricoperto in Avis nell’attività associativa. Uomo e donna hanno la stessa provinciale i ruoli di vice presidente e tesoriere. Con difficoltà nel conciliare gli impegni di famiglia e di lavoro. la Pradal si apre un mandato in rosa anche per molte Lavorare insieme porterà senz’altro all’Avis una migliore Avis comunali, dal momento che i rinnovi hanno visto e più completa gestione associativa”. l’elezione di 23 donne presidenti sui 90 totali della Collaboratori stretti di Vanda Pradal in Esecutivo, Marca trevigiana. Molte di loro hanno fatto il loro sono stati scelti Stefano Pontello e Walter Tonon come esordio in tale veste all’assemblea dell’Avis provinciale, vice presidenti, Graziano Badocco segretario e Luciano Michela Rossato perfettamente organizzata il 23 marzo a Onigo di Damelico tesoriere. Pederobba da una “cordata” di dieci Avis della Pedemontana. Già individuati i primi obiettivi dalla neo presidentessa: “Occorre risollevare le donazioni di sangue, penalizzate dalla crisi economica che a chi perde il lavoro sta togliendo anche l’entusiasmo e la gioia del dono - spiega subito - la crisi sta toccando molto da vicino il volontariato, risorsa che invece è preziosa per l’intera società. Altra sfida è mantenere alto il livello di sicurezza e qualità delle nostre unità di raccolta periferiche, che dopo esser state ridotte di numero ed adeguate ai criteri richiesti, saranno rivisitate dalla Regione. Non ultimo, avvicinare nuovi donatori e avviare una formazione di chi, oltre a donare, ha le capacità e la volontà di impegnarsi in prima persona anche a livello associativo”. Fondamentale per la Pradal è lavorare insieme: “Il nostro deve essere sempre un lavoro di squadra, perché solo insieme si ottengono i risultati migliori, sono convinta che collaborare e darsi una mano Sopra alcune delle 23 presidentesse “di Marca” fotografate alla 56ª Assemblea provinciale a Onigo di Pederobba. Organizzazione porti lontano. Molti dimenticano, purtroppo, che perfetta di 10 Avis che hanno lavorato insieme. Sotto, il nuovo Consiglio provinciale con al centro la presidente. la vera “missione” dell’Avis, a tutti i livelli, è aiutare l’ammalato. Non sono le poltrone, non la propria fama, non la propria individualità. Guidare oltre 30mila donatori di sangue non è facile, ma conto sulla collaborazione di coloro che con me sono stati scelti per portare avanti le sfide presenti e future. Occorre stare uniti e continuare a far sentire ai malati che noi ci siamo e alle istituzioni che non abbassiamo la testa né la guardia”. Idee chiare anche in merito alla nuova e folta presenza femminile tra presidenti, consiglieri di esecutivi e Direttivi, revisori dei conti. Oltre che tra le nuove donatrici, ormai al 45,49% del totale dei nuovi iscritti.“Non sono per le quote
LE SETTE SORELLE
L risorse economiche Le
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TREVISO
TREVISO
LE SETTE SORELLE
C
entinaia di studenti... nuovi donatori! Continua con successo, in tutta la Marca trevigiana, l’instancabile opera di sensibilizzazione al dono del sangue negli istituti superiori. Le Avis comunali che si stanno spendendo in tal senso (talora anche con il supporto di provinciale e regionale) ormai non si contano e nei primi mesi di quest’anno sono già parecchie quelle che, dopo lezioni teoriche, simulazioni in classe e in alcuni casi gli stessi esami di idoneità, hanno portato gli studenti ai Centri trasfusionali per le donazioni. Ad aprire l’elenco sono stati gli esami di idoneità fatti direttamente a scuola ad un’ottantina di ragazzi del Collegio Astori e del Liceo “Berto” di Mogliano, cui è seguita nelle settimane successive l’uscita al Trasfusionale di Treviso di alcune classi del Liceo Canova di Treviso, dell’Istituto alberghiero “Alberini”
e dell’istituto tecnico “Max Planck” di Villorba, del tecnico “Fermi” di Treviso fino ad arrivare al 1° giugno, al Trasfusionale di Vittorio Veneto, con la donazione di un gruppo di studenti di diversi istituti superiori del Comune. Con tutti questi studenti sono diventati donatori anche alcuni genitori, insegnanti e personale non docente. Ma la cosa non si ferma certamente qui. Alcuni studenti si sono avvicinati anche alla donazione del midollo osseo, sottoponendosi alla tipizzazione. “Questa è l’altra faccia dei giovani che noi vogliamo guardare e a cui crediamo - sono le parole del presidente dell’Avis di Mogliano, Francesco Tessarin, che ben riassumono il pensiero di tutti i volontari - Vale la pena spendersi per questi ragazzi, perchè non sono così insensibili e indifferenti come qualcuno e la stessa società di oggi vogliono farci credere, perchè sanno cogliere anche quelle occasioni che permettono (volontariamente, nell’anonimato e nella gratuità) di fare della loro persona un dono per gli altri. Se noi li informiamo, loro rispondono”. Dall’Avis di Villorba viene anche il ringraziamento a insegnanti e presidi degli istituti coinvolti, che con la loro sensibilità e disponibilità permettono alle Avis di entrare nelle loro scuole, anche dando per primi l’esempio da donatori. A sinistra gli studenti di Vittorio Veneto, tutti insieme avisinamente; in basso a sinistra tre nuove donatrici del Collegio Astori di Mogliano Veneto, mentre qua sotto ecco i ragazzi del Max Planck di Villorba.
Conegliano: scuole dalle braccia d’oro L
’Auditorium “Dina Orsi” di Conegliano ha ospitato la premiazione della 3ª edizione del concorso artisticoletterario “L’uomo dalle braccia d’oro”, organizzato dall’Avis locale con il patrocinio del Comune. Il tema “Un gesto d’amore“, ha coinvolto insegnanti, classi e studenti di ogni età delle scuole di Conegliano, coivolgendo giovani e meno giovani, genitori, parenti, amici e compagni di scuola. Un evento che è stato una forma di condivisione e di crescita. Non facile per la giuria, composta da membri del Consiglio Avis e da esterni (il prof. Carmelo Ciccia presidente Società “Dante Alighieri” - Comitato di Conegliano e la dott.ssa Renata Parolo, avisina e psicopedagogista) scegliere fra le opere, tutte meritevoli, quelle che meglio interpretavano il tema. Sono statimessi in mostra i 29 coloratissimi disegni, i 27 racconti dei ragazzi delle scuole inferiori e le 18 poesie composte dai
più grandi. La cerimonia è stata condotta da Mirko Villanova, mentre il gruppo “Il convito musicale” ha scandito le immagini di fondo e accompagnato la voce degli stessi “autori” che hanno interpretato per una platea assorta i racconti e le poesie scritte per l’Avis. I vincitori: per la sezione racconti la classe IV scuola primaria 1° grado “O. Mantovani” e la classe III C scuola secondaria 1° grado “G.B. Cima”; sezione disegni: le classi IV scuola primaria 1° grado “San Francesco” e classe I A scuola secondaria 1° grado “G.B. Cima”. Per la sezione poesie ha vinto l’Istituto professionale Industria e Artigianato “I. Pittoni”, con 1° classificato Manuel Di Meo della IV B TS (tecnico servizi termici) con la poesia “Insieme”; 2ª classificata Francesca Callegari della IV A MA (tecnico moda) con la poesia “Solidarietà” e terza Chiara Comin della V A MA con “Gratitudine”.
LE SETTE SORELLE
Come far calare l’età media in Avis
Il 51° stormo fa ‘volare’ pure la solidarietà C
ome per le forze dell’ordine, continua la campagna di sensibilizzazione al dono del sangue dell’Avis provinciale tra i militari. Due i partecipati incontri che la neo presidente Vanda Pradal e il direttore sanitario dell’Avis provinciale, dott. Alessandro Spigariol, hanno tenuto nel mese di maggio. Il giorno 21 hanno incontrato i militari del 3° Reparto di manutenzione velivoli della caserma di via Canizzano a Treviso, mentre il 23 sono entrati nell’affascinante aeroporto militare di Istrana, per una conferenza di promozione al dono e al volontariato al 51° Stormo, con tanto di visita agli aerei. “L’accoglienza in entrambi i casi è stata molto bella, l’interesse e l’attenzione per la mission dell’Avis e per la donazione molto forti - commenta la Pradal - a
conferma di una particolare sensibilità da parte dei comandi e di tutti i partecipanti per l’aiuto al prossimo”. A collaborare attivamente all’organizzazione dei due incontri il Comandante del 51° Stormo, Col. Mauro Lunardi e il Maresciallo 1ª Cl. Paolo Berin. Soddisfazione, quindi, per l’iniziativa che potrebbe portare presto all’organizzazione di una donazione ad hoc per i militari (alcune donne) dell’aeronautica. Magari accompagnati da chi già tra loro dona il sangue.
Nuova sala “F. Mosole” in sede prelievi di Breda di Piave U n anno fa l’Avis di Breda di Piave si stringeva attorno al suo presidente Mauro Mosole, che aveva perso prematuramente il figlio Fausto, molto legato ed attivo nell’associazione. Il 24 marzo, nella bella sede Avis di Breda di Piave, è stata inaugurata la nuova sala ristoro in memoria del giovane. La sala, limitrofa all’ingresso e adiacente alla sala prelievi, comprende una piccola cucina completa di tutti gli elettrodomestici e di un comodo spazio per il ristoro dei donatori. La cerimonia è stata presieduta dal
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parroco, don Stefano, alla presenza di molte persone: “Una cosa magnifica è stata fatta con l’aiuto di tutte le forze sociali comunali, con l’impegno dell’ex presidente Mauro Mosole e di tutti gli associati - ha detto - e una sala magnifica che porta il nome di un giovane che se n’è andato troppo presto, ma che tanto si è donato all’associazione e che continuerà a rimanere nella nostra memoria, con la speranza che questo ampliamento possa essere un punto di forza per il coinvolgimento di nuovi donatori”. Fabio Biasini
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VICENZA
Avis ‘piccola’, ma che cresce e si rinnova D
al 4 aprile, sono il nuovo presidente dell’Avis provinciale di Vicenza. Mi chiamo Marco Gianesini, sono iscritto alla Comunale di Schio, di professione avvocato. Sono in Avis da circa 25 anni e approdo a questo ruolo dopo due mandati da consigliere provinciale, il primo con la carica anche di vice sotto la presidenza di Enrico Iseppi. Persona che nuovamente, anche dalle colonne di questo periodico, desidero ringraziare sia per la qualità del rapporto personale intercorso tra noi, sia per quanto ha fatto per l’Avis di Vicenza. La mia nomina è frutto della regola che non si possono superare i due mandati. Dico subito che condivido totalmente il pensiero espresso dal presidente Argentoni nella sua relazione: questa regola costringe tutti a ripensare ruoli e funzioni almeno ogni 8 anni ed è un sistema che favorisce il ricambio. Ci sono associazioni che hanno lo stesso presidente da oltre 20 anni, ma fortunatamente Avis non ha questo problema: a Schio, ad esempio (che è la Comunale più grande della provincia) l’esecutivo è composto, oltre che dal nuovo presidente, solo da donne (di cui solo una era consigliere nello scorso mandato). È stato un battesimo del fuoco. La convocazione dell’assemblea regionale a ridosso della mia elezione, mi ha catapultato nelle trattative per il rinnovo del Consiglio regio-
Schio riparte dai giovanissimi calciatori
nale e sinceramente non ne sono uscito entusiasta. Come certamente saprete, Avis in provincia di Vicenza non vuol dire “grande”: fra le 5 sorelle venete, noi siamo la più piccola e non riusciamo a crescere in modo significativo, perché il nostro problema è che qui, in casa vicentina, abitano altri parenti. Il più grande di questi parenti si chiama Fidas e proprio a Vicenza ha una delle sezioni più grandi a livello nazionale. Proprio il fatto di essere i più piccoli e in una zona ostile (passatemi il termine), ha determinato in passato una certa comprensione ed un atteggiamento benevolo nei confronti di Vicenza. Tuttavia, prima durante e dopo l’assemblea regionale, ho potuto riscontrare un ritorno alle logiche puramente muscolari. Mi permetto di ricordare che la piccola Vicenza potrà far arrivare la sua voce ai livelli superiori, solo se le altre provinciali venete superano l’approccio puramente numerico, adottando un diverso comportamento che in Avis viene definito frutto di “politica associativa”. Nessun obbligo, per carità: le grandi e storiche provinciali del Veneto hanno tutto il diritto di far valere il loro peso in termini di numero di donatori. Vicenza ha tutto il diritto di sentirsi parte di una famiglia dove si spera ci sia compressione accordo e fratellanza. Marco Gianesini - presidente Avis provinciale Vicenza
Nuovo Consiglio e nuovo corso a Recoaro Terme D opo 16 anni, l’Avis comunale di Recoaro Terme ha un nuovo presidente. Daniele Povolo subentra, infatti, a Valentino Massignani. Il nuovo Consiglio è pret-
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tamente giovane, pur in continuità con il passato forte di una solida e positiva esperienza associativa. Per stare al passo con i tempi e con una comunicazione sempre più veloce e tecnologica, la Comunale ha attivato sia una propria pagina Facebook, sia l’indirizzo email donatori.recoaro@live.it per le comunicazioni donatori-associazione. Accanto a Povolo, sono stati eletti l’ex Massignani in qualità di vice, Mauro Orsato segretario e Stefano Orsato, Severino Cailotto, Silvano Colpo, Renzo Parlato, Maurizio Povolo, Paolo Storti, Davide Sgorbati e Silvano Zulpo come consiglieri. L’Avis di Recoaro conta ad oggi 282 donatori, con una buona presenza femminile (88 donne) e con una media di 20 nuovi iscritti e circa 500 donazioni totali all’anno. Nella foto a sinistra i premiati di quest’anno.
S
i chiama “Bimbingol - Trofeo Avis SchioAltovicentino” il torneo calcistico svoltosi il 1° maggio presso il Centro Sportivo “L. Radere” di Poleo di Schio. Giunto ormai alla dodicesima edizione, ha visto la partecipazione di oltre trecento bambini dai sei ai dieci anni, rappresentanti di ben trentuno società sportive della provincia di Vicenza. Una giornata di festa, allietata da uno splendido sole
eventi di questo tipo con l’allestimento di un banchetto informativo per coinvolgere genitori e piccoli atleti sull’importanza di diventare donatori di sangue. “L’intento che la nostra associazione voleva perseguire attraverso questa iniziativa - ha affermato alla fine della giornata il neo presidente dell’Avis Alto Vicentino Giulio Fabbri, alla sua prima uscita dopo l’elezione del nuovo direttivo scledense - è quello di trasmettere l’im-
primaverile che ha fatto da cornice ad un maxi torneo per piccoli calciatori, suddivisi in due categorie di gioco (pulcini e primi calci), all’insegna del divertimento e dell’amicizia e che ha coinvolto anche le famiglie che per tutto il giorno hanno tifato per i loro figli con grande fervore e passionalità. Come ogni anno, la nostra Avis ha testimoniato la propria sensibilità per
portanza del valore della donazione già a partire dalla più tenera età e coinvolgere, in questo, i genitori rappresenta lo strumento attraverso il quale veicolare questo messaggio di solidarietà verso chi ha bisogno”. Al termine della bella giornata tanti premi a disposizione per tutte le squadre partecipanti ed un arrivederci alla prossima edizione.
LE SETTE SORELLE
LE SETTE SORELLE
VICENZA
Anche a S. Pietro/Rosà Avis punta sui ‘pulcini’ N
el pomeriggio del 6 aprile, in concomitanza con l’inaugurazione della nuova struttura polivalente di San Pietro di Rosà, la locale Avis, in collaborazione con il gruppo sportivo, ha donato una muta completa da calcio alla categoria pulcini. L’intenzione è quella di sensibilizzare, attraverso lo sport, quante più persone possibili in merito alla donazione di sangue, affinché ci siano più donatori sempre pronti a dare parte di sè per il bene degli ammalati che attendono questo prezioso dono. Claudio Battilana, presidente Avis San Pietro di Rosà 31
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VENEZIA
VENEZIA
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a qualche settimana si è insediato il nuovo Direttivo dell’Avis provinciale di Venezia, rinnovato al 63% , che si accinge a definire il proprio programma di mandato per il prossimo quadriennio. Anche i direttivi delle Avis comunali hanno avuto un forte ricambio: il 70% dei presidenti delle comunali della provincia di Venezia è nuovo. Auguro a tutti di proseguire nell’importante impegno dei predecessori, ricercando sempre l’innovazione e la qualità nel proprio agire. Dovremo lavorare per migliorare la comunicazione, la formazione dei dirigenti, il supporto all’attività trasfusionale e il clima di collaborazione tra tutti i livelli associativi, ricercare le buone pratiche, valorizzarle e metterle a sistema. Insomma, costruire dal basso quell’associazione a rete di cui parliamo da alcuni anni ma che spesso si ritrova solo nel nostro statuto e non nella pratica quotidiana. La nostra associazione è fortemente radicata nel territorio, opera in stretta collaborazione con tutti gli attori locali e, attra-
verso le iniziative sviluppate insieme ad essi, produce capitale sociale che favorisce coesione e sviluppo della comunità. La nostra responsabilità è grande: un’associazione come la nostra, la più grande, organizzata, disponibile e generosa, deve riflettere su come rinforzare la propria azione a favore degli ammalati e, più in generale, di tutta la comunità. Deve essere testimone scomodo e critico nei confronti delle istituzioni quando non esercitano correttamente il loro compito, ma anche collaborare a fianco di queste per consentire agli ammalati di avere quando serve un sangue sicuro. Questa è la nostra azione politica, a favore appunto della polis. Purtroppo, non sono anni facili, la crisi economica morde, crea sofferenze e uccide la speranza. Nel nostro piccolo dobbiamo essere promotori di fiducia nel futuro, soprattutto per le giovani generazioni, le più colpite dalla mancanza di lavoro. Non cessiamo di testimoniare solidarietà e spirito di servizio gratuito e disinteressato a favore di tutti, senza alcuna barriera, è un seme che si fa strada nell’indifferenza e nella sfiducia delle persone. Ci viene chiesta sempre più professionalità, competenza per contribuire allo sviluppo del sistema trasfusionale: qualità, autorizzazioni, accreditamento sono parole che ormai conosciamo bene. Ma non perdiamo mai la spontaneità e lo spirito libero che deve contraddistinguere il volontario. Con queste premesse sarà più facile per i nuovi dirigenti delle Avis di tutta la provincia affrontare i nuovi impegni che ci vengono richiesti. Giorgio Brunello, presidente Avis provinciale
Annone: Assalam significa Pace e dono senza frontiere
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i è svolto il 16 marzo scorso, ad Annone Veneto, un incontro informativo sulla donazione di sangue promosso dall’Avis con l’Associazione culturale islamica Assalam (che vuol dire “Pace”) e l’Associazione Migranti della Venezia Orientale, volto a promuovere la donazione tra i cittadini immigrati di credo islamico. “La cultura araba e la religione musulmana - ha spiegato Bouchaib Tangj, presidente di Assalam - incoraggiano la donazione del sangue come pratica per aiutare il prossimo. Un proverbio arabo ricorda che “l’uomo generoso è onorato da Dio e dagli uomini”. La donazione del sangue non ha frontiere. Donando il sangue regolarmente, ognuno di noi può avere un ruolo fondamentale nel prendersi cura del bene comune ed in particolare nel garantire la salute dei cit-
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tadini”. Come ha poi sottolineato Silvano Vello, presidente dell’Avis di Annone Veneto: “Tra i nostri iscritti sta crescendo la presenza di immigrati, molti provenienti da Paesi in cui si pratica l’Islam. Alcuni sono stati premiati con la Targa Extra in occasione della annuale Festa dei Migranti di Portogruaro”. Nel Veneto orientale, infatti, già dal 2010 si tengono iniziative di informazione e sensibilizzazione degli immigrati, grazie alla proficua collaborazione con l’Associazione Migranti. Era presente all’evento anche Francesco Joppi, in rappresentaza di Avis Veneto, da tempo impegnata a incontrare le varie culture che convivono in Veneto per sottolineare il tratto comune della donazione di sangue.
Arriva l’estate: facciamo il punto ‘a tre voci’ I
n prossimità dell'estate, tracciamo un quadro della situazione trasfusionale della provincia di Venezia insieme a Giorgio Marchiori, Responsabile del Dimt, Giorgio Gobbo, presidente di Avis S.R.C. (Servizio Raccolte Convenzionate) e Giorgio Brunello, presidente dell'Avis provinciale di Venezia. Marchiori: La provincia di Venezia mostra un adeguato livello di autosufficienza. Il fabbisogno di emocomponenti degli ospedali di Mestre e Venezia, poli di riferimento per ematologia e attività chirurgica, viene coperto dalle eccedenze di San Donà di Piave, Portogruaro, Mirano e Dolo, per circa 5.000 unità l’anno. Prima del 2002 il surplus era tale da essere collocabile in regioni carenti, mentre oggi viene perlopiù assorbito dai consumi interni ed è ridotto a poche migliaia di unità, coincidenti con lo sfrido: unità eliminate per cause sanitarie (1,5% del raccolto), tecniche (2,5%) e per scadenza (1%). Al contenimento dello scaduto è rivolta un’ulteriore attenzione del dipartimento: verrà infatti condiviso il magazzino per tutta la provincia, sia fisico che informatico (“inventory”). Naturalmente, è impossibile azzerare lo scaduto: se non ci fossero rimanenze come potremmo essere certi di aver soddisfatto tutte le richieste di sangue? L’andamento della raccolta risulta stabile dal 2005 ad oggi, con un target dipartimentale di 45.000 unità l’anno; lo stesso vale per i consumi, che con un target di 42.250 unità l’anno risultano elevati ma stabili, anche alla luce delle minori risorse economiche dedicate alla sanità. L’andamento della raccolta per il 2013 mostra un trend simile al 2011: è stato ridotto il picco di marzo, nel tentativo di spostarlo verso i mesi di carenza estivi. Gobbo: Nel primo quadrimestre come Avis SRC abbia-
mo raccolto 4510 unità di sangue e 756 di plasma, effettuando 448 idoneità. Per venire incontro alle esigenze dei donatori, negli ultimi anni abbiamo aumentato del 20% il numero di raccolte domenicali, arrivando a raccogliere 5.800 unità l'anno, numero in costante aumento. Con la crisi economica, i donatori preferiscono donare la domenica, evitando di chiedere permessi al datore di lavoro. Marchiori: Il vero problema è assicurare anche nei mesi estivi un’adeguata disponibilità per il funzionamento degli ospedali. Brunello: È qui che entrano in gioco le associazioni dei donatori, che per legge hanno il compito della chiamata. Dobbiamo invitare i nostri soci a donare nei mesi estivi, in modo da garantire un apporto costante di sangue agli ospedali, senza picchi. Grazie ai sistemi informativi sempre più efficaci, le richieste di sangue saranno sempre più puntuali e aderenti alle reali esigenze del sistema sanitario. Starà a noi far arrivare l’emocomponente che serve quando serve, valorizzando al massimo l’importantissimo gesto del dono.
LE SETTE SORELLE
La provinciale rinnovata per i due terzi
Mestre-Marghera: per il 60° va in pensione il vecchio sito
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er il suo 60° compleanno, l’Avis Mestre-Marghera si regala un sito internet tutto nuovo, mandando in pensione quello precedente, ormai giunto alla “veneranda età” - per il mondo del web - di 7 anni (foto a destra). L’obiettivo è di migliorare la comunicazione con i soci e i potenziali donatori, in particolare con i giovani, che per cercare informazioni si rivolgono quasi d’istinto al web. Il sito www.avismestre.it è già da qualche anno affiancato dal profilo Facebook Avis MestreMarghera (che conta più di 1.500 amici), uno strumento agile e immediato per diffondere notizie, promuovere la donazione e gli eventi associativi. Online a giugno, per la Festa regionale del donatore a Mestre, il sito si evolverà e arricchirà di contenuti
anche in base alle valutazioni degli utenti. Vi invitiamo a visitarlo e inviare suggerimenti per rendere tale strumento sempre più adatto alle esigenze dei navigatori!
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VENEZIA
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LE SETTE SORELLE
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ell’ultimo numero di “Dono&Vita” vi abbiamo presentato un modello di collaborazione interassociativa tra Avis e Admo, teso a migliorare il servizio di accoglienza dei nostri donatori presso i Centri trasfusionali. Oggi siamo qui a felicitarci per l’enorme successo ottenuto da tale iniziativa e a proporre il servizio di accoglienza dei donatori presso i Ct come un modello di successo da imitare in tutti i Centri. In effetti, non stiamo scoprendo l’acqua calda: l’esigenza di offrire un servizio di accoglienza, soprattutto per chi si avvicina per la prima volta a un Centro Trasfusionale, è stata ribadita più volte. Ma quando alle parole seguono i fatti, i risultati si vedono! I donatori, infatti, si sentono coccolati, accolti con un sorriso e valorizzati per l’importante gesto umanitario che compiono e non a caso l’indice di donazione aumenta… e sono aumentati anche i tipizzati Admo, nel rispetto della convenzione firmata da Avis nazionale con l’Associazione dei donatori di midollo osseo. Un dato su tutti può spie-
gare tutto questo: nel 2012 le tipizzazioni Admo in tutta la provincia di Venezia sono state 72. In soli sei mesi di servizio di accoglienza dei donatori presso l’ospedale all’Angelo di Mestre le tipizzazioni sono state più di 100! La centesima tipizzazione, che ha un nome, Eleonora, e un bellissimo sorriso, è stata festeggiata con calore presso il Centro, festeggiamenti aiutati dai buonissimi biscotti preparati da Giovanna una ragazza trapiantata che è da anni fantastica ed energica testimonial dell’Admo. Onore, quindi, ad Avis Veneto e ad Avis Src per aver creduto in questa iniziativa. E per quanto riguarda gli altri Centri Trasfusionali pensiamo che un buon servizio di accoglienza dei donatori sia il miglior investimento che un’Avis possa effettuare. Quali sono le chiavi di questo successo? Una persona giovane dal temperamento solare, adeguatamente preparata e capace di cogliere i bisogni dei donatori pur nella discrezione che il luogo richiede. Grazie Irene (nella foto con Giovanna) per l’ottimo lavoro svolto per tutti noi, ci auguriamo che la collaborazione continui e possa anzi espandersi... dimostrando ancora una volta che unendo le forze i risultati si ottengono! Manuela Fossa e Dario Piccolo
La nuova ‘Blood Generation” della Riviera P
iù di cento studenti di quinta superiore degli istituti di Dolo, tra il 22 e il 28 maggio, si sono sottoposti alla visita di idoneità per diventare donatori di sangue, grazie all’autoemoteca messa a disposizione dall'Avis S.R.C. di Venezia, recatasi direttamente presso gli istituti coinvolti: l’Itc “Lazzari”, l’Istituto per il turismo “Musatti” e il Liceo scientifico “Galilei”. L’iniziativa è frutto del lavori svolto dall’Avis Riviera del
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Brenta nel corso del corrente anno scolastico con gli studenti, grazie all’ottimo rapporto di collaborazione instauratosi nell’arco degli anni - anche con il Proemio Samaritano - e alla disponibilità e alla sensibilità dei Dirigenti scolastici. “Riteniamo doveroso ringraziare - sottolinea Giuseppe Polo, presidente dell’associazione rivierasca - i presidi prof. Luigi Carretta del Liceo scientifico, la prof.ssa Monica Guaraldo dell’Istituto “Lazzari” e la prof.ssa Rachele Scandella dell’Istituto turistico e tutti gli insegnanti che hanno contribuito alla buona riuscita di questa iniziativa”. L’utilizzo dell’autoemoteca facilita l’organizzazione delle idoneità nelle scuole, poiché consente di eliminare lo spostamento degli studenti al Centro raccolta e quindi ridurre al massimo il tempo di assenza dalle lezioni, aspetto molto importante soprattutto a fine anno G.C. scolastico.
Il Riso fa buon sangue anche a San Stino A
rriva a San Stino di Livenza, il 5 luglio, la carovana del cabaret itinerante “Riso fa buon sangue” per l’unica tappa nel Veneto Orientale, in occasione dei festeggiamenti del 45° anniversario della fondazione dell’Avis San Stino di Livenza. Lo spettacolo, organizzato dall’Associazione “Amici del cabaret” di Lendinara con Avis Veneto, promuove attraverso risate e sorrisi la donazione del sangue: sul palco di piazza Aldo Moro saliranno i comici Paolo Franceschini, Michele Giunta e Rinoceronte per una serata all’insegna del divertimento aperta a tutti, grandi e piccoli, ed allargata anche a spettatori dei comuni del sandonatese e portogruarese. Durante la serata sarà aperta una finestra su “Dai strada alla vita”, la manifestazione che promuove la prevenzione e la sicurezza stradale e che vedrà l’intervento della Polizia Stradale ed il concorso del cocktail analcolico tra i bar del centro frequentati dai giovani. Di recente, invece, dalla collaborazione tra Avis e Aido San Stino è nata l’organizzazione di un convegno medico per affrontare il tema del tumore al colon retto, patologia molto diffusa, ma per fortuna curabile grazie a stili di vita sani, diagnosi precoci e progressi continui in campo medico. Il convegno si è tenuto a S. Stino di Livenza, l’11 maggio, grazie all’aiuto del Comune e dell’Ulss 10 del Veneto Orientale. Il titolo “Che non si muore per tumore è una gran bella verità” ha attirato moltissime persone e la
chiarezza delle relatrici, tutte medici donne, ha reso il convegno molto interessante. Il tema così delicato è stato affrontato sotto molteplici aspetti: dalla prevenzione primaria agli screening preventivi realizzati dalle Ulss, all’indagine endoscopica, per terminare con la terapia chirurgica ed oncologica. Gli interventi tecnici delle dottoresse non hanno mai tralasciato l’attenzione al paziente come persona, e hanno sottolineato l’importanza del lavoro di squadra, dei vari specialisti, per approntare la cura più giusta a seconda dei vari casi e delle diverse esigenze. L’intervento del pubblico ha stimolato, inoltre, un’ulteriore riflessione, sull’importanza di affrontare la patologia con forza e speranza, in quanto l’atteggiamento psicologico incide sulla ripresa e l’efficacia delle cure.
LE SETTE SORELLE
Avis-Admo: ed ecco a voi la ‘centesima’!
Valentina Bozzetto, presidente Aido San Stino di Livenza e Emanuele Zanon
A Salzano la solidarietà vola sulle ali del vento T foto Montefortiana di: Renato Malaffo
utti con il naso all’insù, a Salzano, per la 19ª Festa degli Aquiloni, organizzata da Avis, Aido e Admo domenica 7 aprile, in collaborazione con la scuola materna locale, l’Istituto scolastico comprensivo “D. Alighieri” e con il patrocinio del Comune. Nel “Brolo” della storica Filanda Romanin-Jacur, sono accorse numerose famiglie provenienti anche da comuni limitrofi: oltre duecento i kit distribuiti ai bimbi, che con l’aiuto dei genitori si sono costruiti il proprio aquilone e l’hanno fatto librare in aria, complice un bel vento, creando un tripudio di colori. Oltre un migliaio di partecipanti hanno potuto ammirare, inoltre, gli aquiloni di varie forme e colori del nutrito gruppo di aquilonisti appassionati del volo libero, provenienti da fuori provincia e addirittura dal Friuli. Molto gradito ai bimbi il lancio delle caramelle dall’aquilone: incuranti delle chiazze di fango, si sono letteralmente tuffati per accaparrarsi i dolciumi, per la gioia delle mamme. Per tutti poi la tradizionale merenda, con acqua fresca, pane
e nutella; banditi bibite e dolciumi vari. Le associazioni, presenti fin dal mattino, hanno promosso la donazione, dato informazioni e raccolto adesioni; tre nuovi iscritti e diverse promesse di donazione sono il “bottino” di Avis Salzano, che con Aido e Admo vi aspetta per la 20ª edizione, l’ultima domenica di Enzo Fudio, per i direttivi Avis e Aido marzo 2014.
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LE SETTE SORELLE
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a Sala conferenze della Camera di Commercio di Padova ha ospitato, il 23 marzo, l’assemblea dell’Avis provinciale di Padova, presenti oltre 240 delegati provenienti da tutta la provincia. Il presidente Roberto Sartori ha sottolineato come la crisi economica abbia condizionato e condizioni la raccolta di sangue. Il 2012 è stato caratterizzato, infatti, dalle preoccupazioni legate alla situazione economica e sociale che ha coinvolto ed interessato, direttamente, anche il mondo del volontariato. Nonostante questo, le donazioni sono aumentate confermando, ancora una volta, che Avis in provincia di Padova è una realtà positiva ed è uno strumento per dare voce a chi crede in tale positività. Nel 2012 nel Dipartimento di Padova sono state raccolte 45.594 unità di emazie rispetto alle 44.003 del 2011, con un aumento di 1.591. Ciò ha significato un aumento del 3,6 % rispetto ad una media regionale dell’1,1 %. Sul fronte di consumi, si è registrata una contrazione: le emazie trasfuse sono state 54.261, ossia -0,5% (-293 unità) rispetto al 2011. In questa situazione, il Dimt di Padova è supportato dalle altre province venete, per circa 9.230 emazie. Nonostante lo sforzo compiuto dai donatori della
provincia, da questi dati emerge l’esigenza di dover colmare le circa 9.300 sacche mancanti. L’indice di donazione per mille abitanti colloca la nostra provincia al dato 48,50 che è al di sotto della media regionale, che è circa 52. I dati evidenziano che gli sforzi promozionali (sia in termini economici, sia di visibilità) e le sensibilizzazioni nei diversi settori della società civile, in particolare in quella scolastica, hanno determinato risultati positivi, con nuove iscrizioni e una maggiore consapevolezza della donazione di sangue e della solidarietà. Ciò ha costituito un punto di partenza per una serena riflessione sulle metodologie seguite, al fine di intensificare e individuare nuove proposte divulgative, che abbiano la finalità di rendere più attuale la missione e gli scopi dell’Avis, soprattutto nella popolazione giovanile. Il modello di programmazione regionale finalizzato all’autosufficienza, per l’anno 2013, riprende i contenuti e i modelli proposti nel 2012, superando l’assegnazione ai Dipartimenti dei rigidi volumi di raccolta su base annuale. La programmazione diventa, quindi, un obiettivo dinamico su base dipartimentale che tiene conto dell’attività sanitaria locale, nell’ambito di una complessiva strategia regionale, che dovrebbe consentire al Dipartimento di Padova di coprire l’autosufficienza dipartimentale. Il condizionale è d’obbligo, visto che ad oggi l’autosufficienza dipartimentale è ancora molto lontana dall’essere raggiunta e che le sacche di sangue intero, da reperire, sono circa novemila. A coprire il fabbisogno di Padova ci pensano, ogni anno, i donatori di Belluno, Vicenza, Treviso e Rovigo, mentre i Dipartimenti di Verona e Venezia si garantiscono l’autosufficienza.
Patto d’amicizia fra Casalserugo e Cavarzere I
l 5 maggio scorso, domenica, in occasione della Festa Sociale del Donatore di Casalserugo è stato siglato il “patto di amicizia” tra l’Avis Comunale di Casalserugo (in provincia di Padova) e l’Avis Comunale di Cavarzere-Cona (Venezia). Durante la cerimonia religiosa il parroco Don Federico ha parlato ai numerosi ragazzi presenti dell’importanza del dono del sangue con uno slogan semplice, ma chiaro ed efficace: “una sacca di sangue, un sacco di bene”. La cerimonia è proseguita in Municipio alla presenza delle autorità
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cittadine dei due comuni e poi con la firma del documento di amicizia, una condivisione profonda di valori ed intenti che si è tradotta nella volontà di proseguire questo rapporto di collaborazione ed amicizia instaurato nel tempo. Il presidente della Comunale di Casalserugo Daniela Brinafico, e Luigi Sturaro della Comunale di Cavarzere hanno sottoscritto il patto di amicizia unitamente al presidente dell’Avis Provinciale di Padova Roberto Sartori e Antonio Napoli della Provinciale di Venezia.
Gli Uffici di chiamata e la riorganizzazione I
n merito l’attivazione degli Uffici di chiamata, in Assemblea provinciale sono stati analizzati alcuni aspetti, in particolare il fatto che esistono già da tempo in provincia alcuni “Uffici di chiamata” formati da gruppi di volontari Avis preparati e coordinati, che all’interno dei servizi trasfusionali svolgono i compiti in modo efficace ed in sinergia, in piena collaborazione con la struttura sanitaria (nelle Aziende Ulss 15, 16, e 17). Per le Unità di Raccolta Avis, da tempo è operativo un “Ufficio di chiamata” organizzato dalla sede provinciale con dei volontari che effettuano le chiamate e raccolgono le prenotazioni, sia per telefono, sia via web, assolvendo efficacemente al ruolo che gli è stato assegnato. Il Dipartimento di Padova è in costante cronica sofferenza per carenza di sangue e non gode, a differenza di altre province, di momenti di eccedenza. La programmazione regionale definisce in modo inequivocabile l’obiettivo del nostro Dipartimento: l’autosufficienza dipartimentale. Non ci sono e non ci potranno essere spazi per rallentamenti, o limitazioni di sorta nella raccolta. L’Ufficio di chiamata dovrebbe garantire un miglior utilizzo delle risorse umane delle strutture ospedaliere, una maggior qualità complessiva delle attività di laboratorio e una risposta tempestiva in situazioni di emergenza, non può essere uno strumento per l’accesso programmato nel nostro Dipartimento di Padova, volto a rallentare o ad accelerare il flusso dei donatori a seconda delle necessità. Le difficoltà della congiuntura economica stanno colpendo anche il sistema sanitario: un taglio del Fondo regionale per le attività trasfusionali (Frat) di oltre 4 milioni di euro nel Veneto e di circa 1,4 milioni di euro solo per il Dipartimento di Padova. Le risorse non sono illimitate e si deve sostenere la qualità e la sicurezza, ma il risparmio non si può ottenere a scapito del donatore e dell’intera rete del sistema trasfusionale. L’attività di raccolta associativa è uno dei pilastri essenziali del sistema trasfusionale della provincia di Padova; anche nel 2012 la raccolta associativa ha superato le 10.000 sacche di sangue intero e precisamente 10.506 di cui 5.819 unità raccolte presso il Centro di raccolta di Via Trasea e 5.410 unità raccolte presso 18 Unità di Raccolta dislocate nel territorio provinciale, con un
+4,88% rispetto al 2011. È stato raggiunto un risultato importante, superando molte difficoltà - in alcune situazioni con una dotazione strumentale ridotta e difficoltà nei collegamenti - e lo sforzo compiuto dai donatori e dai dirigenti associativi è assai meritevole. Nel corso del 2012, grazie alla collaborazione con la struttura dipartimentale, ci è stata fornita una parte del materiale tecnologico richiesto e si è riusciti ad aggiornare le procedure informatiche, che saranno a breve disponibili nelle Unità di raccolta e che consentiranno di operare con maggiore efficacia. Abbiamo, inoltre, intrapreso un processo di adeguamento delle soluzioni hardware e software che ha consentito di creare una rete informatica, a disposizione delle Avis comunali afferenti al Centro di raccolta, nel rispetto della sicurezza e della normativa sulla privacy. In merito al pannello esami per i donatori, l’assemblea provinciale ha condiviso l’obiettivo fondamentale dell’Avis in termini di tutela della salute del donatore a garanzia del ricevente e riteniamo che tutti i donatori debbano accedere a qualsiasi indagine aggiuntiva, scientificamente vagliata, nell’ambito di indagini epidemiologiche o di nuovi programmi di prevenzione. La nostra associazione ha una ruolo importante nel Sistema sangue italiano e la legge, da ultimo la n. 219 del 2005, ci riconosce, a pieno diritto, di tutelare il donatore, in tutte le situazioni. La missione dell’Avis è la fidelizzazione allo scopo di garantire l’autosufficienza nazionale; l’Avis, per poter fidelizzare i donatori periodici e garantire continuità, investe in risorse umane ed economiche non indifferenti. Ciò significa dover porre particolare attenzione al patrimonio umano che il donatore rappresenta nel tempo in cui rimane attivo e, quindi, gli devono essere garantiti indagini di screening diagnostico, preventivamente stabiliti. Nel 2012 la direzione del Dimt ha operato una riorganizzazione delle attività dipartimentali, polarizzando l’attività di alcuni Centri trasfusionali, ovvero con separazione/lavorazione delle unità: Padova concentrata su Piove di Sacco, Cittadella su Camposampiero e Monselice su Este. Questo sulla base delle linee regionali che prevedevano la riduzione delle sedi “operative” trasfusionali da Servizi di Marco Menin sei a tre.
LE SETTE SORELLE
Nel 2012 meno consumi, più donazioni
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LE SETTE SORELLE
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’Avis provinciale di Padova ha organizzato, anche quest’anno, un laboratorio di comunicazione e promozione sociale all’interno della Facoltà di Psicologia, al corso di Psicologia sociale e cognitiva (prof.ssa Anne Maass). Gli studenti hanno studiato metodi di comunicazione efficace nella promozione della donazione di sangue. Oltre agli interventi rivolti alle scuole, hanno promosso interessanti messaggi di solidarietà utilizzando i social network, restando così i destinatari preferenziali nelle campagne di sensibilizzazione. Si sono affrontate tematiche importanti sul come rendere più consapevoli i ragazzi sulla necessità della donazione di sangue, come far sì che questo li colpisca, come questo possa essere recepito, non come dovere esterno, ma bensì, come atto coerente con i propri valori. E ancora, come fidelizzare
sempre più i giovani nuovi donatori attraverso messaggi che ricordino la donazione e messaggi di ringraziamento e gratitudine. Il laboratorio ha visto come tutor Federica Tognazzo, psicologa psicoterapeuta, che da diversi anni collabora con l’Avis provinciale. Con Federica hanno collaborato Cinzia Corsini e Giovanni Forza. I prodotti di questo laboratorio saranno presto condivisi nella nostra pagina Facebook, nata dal progetto Facebok “la rete solidale”. Un ringraziamento particolare è rivolto alla prof.ssa Anne Maass che rende possibile questo progetto nella sua realizzazione; siamo, inoltre, grati alle studentesse Chiara Allegri, Ilaria Battilani, Annarosa Di Vietro, Francesca Lorenzon, Michela Mezzaro, Beatrice Tosatto che hanno lavorato con costanza ed Gianni Mamprin impegno.
A proposito di giovani, l’intervento della responsabile È necessario rendere la nostra Associazione sempre più adeguata al contesto che cambia, è importante mantenere i valori e gli obiettivi, intervenendo sulle modalità per il loro perseguimento, incrementando le attività oggi già presenti. È quanto mai opportuno investire sui mezzi e sulle nuove modalità di comunicazione. L’Avis ha una straordinaria capacità di essere radicata nel contesto sociale e lavorare in rete, con altre associazioni e istituzioni; Avis sa essere un luogo di incontro e di confronto e favorisce la coesione sociale. È importante la presenza nelle scuole, all’interno dell’Università ed in ogni occasione nella quale si possono creare relazioni sociali, che sono alla base della nostra attività di promozione. Il rinnovo delle cariche è un passo fondamentale in ogni realtà della vita sociale, è lo è ancora di più per le associazioni di volontariato che si basano sulla partecipazione dei volontari che decidono di dedicare parte del loro tempo a qualcosa di utile. Nuove forze significano anche nuove idee per rilanciare la nostra Avis; i giovani in Avis portano entusiasmo, nuove
energie e poi comunicano più facilmente con i loro coetanei, favorendone il coinvolgimento e l’aggregazione. Questo è stato l’anno del rinnovo delle cariche associative, già iniziato con le assemblee delle Avis comunali, seguito dalle Provinciali e dalla Regionale con il nuovo presidente Gino Foffano, con l’auspicio che tutte le Avis, trovino al loro interno, un equilibrio tra continuità ed innovazione. La continuità è garantita da chi era già presente nei Consigli direttivi uscenti, a quei tanti dirigenti associativi che hanno operato per anni, instancabilmente, giorno dopo giorno e hanno contribuito negli anni a fare crescere l’associazione. L’innovazione è data dalle nuove leveche, con le loro nuove idee, sono certa avranno la capacità di affrontare e utilizzare al meglio le nuove tecnologie, ma anche la sensibilità necessaria nel comprendere che si entra a far parte di un’associazione con oltre 85 anni di storia. È importante la serietà e l’attenzione con cui affrontano gli impegni associativi, la passione, l’entusiasmo, l’apertura al cambiamento ed all’innovazione, il saper guardare avanti, il lavoro di squadra, il radicamento sul territorio ed il saper ascoltare. Le Avis provinciali e regionali svolgono un ruolo importante di coordinamento, di riferimento ed è anche il luogo dove si diffondono le esperienze ed i progetti di tutte le Avis comunali. È fondamentale ribadire anche in questo quadriennio di mandato l’importanza del dialogo costante con i dirigenti associativi, con l’obiettivo di incrementare gli incontri con le sedi territoriali e lo scambio di esperienze, valorizzare le attività delle Avis del territorio con l’obiettivo di fare rete comune e di coinvolgere, incrementando le occasioni di formazione che sono alla base della nostra attività di promozione. Gloria Mercurio, responsabile Giovani provinciale
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Nuovo Consiglio, età media... 40 C
ambio ai vertici dell’Avis provinciale di Verona, che ha rinnovato il suo Consiglio direttivo durante l’assemblea dei soci, il 16 marzo. Per la prima volta sono stati scelti un presidente giovane, una vice-presidente donna, un Esecutivo provinciale completamente giovane. Con un’età media di 40 anni e per la maggior parte provenienti dalla Commissione Avis Giovani, i 19 neo consiglieri (tra cui 2 donne) hanno eletto Mauro Zocca quale nuovo presidente in carica fino al 2017. Trentanove anni, di Gazzolo-Arcole, sposato, Zocca è stato già responsabile del Gruppo Giovani provinciale e consigliere provinciale. Con lui sono stati scelti Alessandro Viali, vice presidente vicario, Michela Maggiolo e Stefano Costa vice presidenti, Simone Guzzetti segretario, Rolando Corsi vice segretario, Andrea Chiavegato tesoriere, Luca Zanetti vice tesoriere, Umberto Panarotto responsabile web/propaganda e Mario Lappa, vice responsabile web/propaganda. La scelta di nominare tre vice presidenti è data dal fatto che il nuovo Consiglio desidera essere il più possibile sul territorio e presente alle varie iniziative. La suddivisione dei compiti ed incarichi dati è appunto volta a ottimizzare i tempi e le risorse, grazie anche all’utiliz-
zo delle nuove tecnologie. Una comunicazione incisiva anche sui social network e la diffusione su altre parti del territorio del servizio prenotazione e chiamata (come già avviene per la zona di Legnago) sono tra le priorità del nuovo Consiglio direttivo che, a tal proposito, ha nominato una persona responsabile per ogni Centro trasfusionale, coordinate dal vice presidente Viali. Il responsabile del Ct. di Legnago è Simone Guzzetti, quello di San Bonifacio è Angelo Salgarolo, di Verona è Rolando Corsi e quello di Bussolengo è Riccardo Fracarolli. Un invito particolare sarà rivolto ai giovani, per invogliarli ad avvicinarsi alla Commissione giovani provinciale che è un gruppo di sane aspettative, che si diverte e soprattutto è un'ottima base di partenza dei futuri dirigenti associativi a qualsiasi livello. Questa ventata di freschezza va, comunque, alimentata con l'aiuto di tutte le Avis comunali con tanta disponibilità e senza forme gelosie o altro. Il nuovo direttivo dà la piena disponibilità ad ascoltare iniziative, consigli, idee e altro ancora.
LE SETTE SORELLE
Laboratorio Avis con i giovani universitari
Consiglio Direttivo - Avis provinciale Verona
Il forum fiorentino di 11 giovani avisini S
pesso, quando partecipi a questo tipo di eventi, il presupposto è quello di passare due giorni lontano da casa a divertirti con altri ragazzi provenienti da tutta Italia, senza preoccuparti più di tanto di quali argomenti verranno trattati. Pensavo succedesse anche a Firenze, il 23 e il 24 marzo, in occasione del Forum nazionale giovani. Era la prima volta che partecipavo, eravamo circa 200, undici giovani dalla provincia di Verona (colti qui accanto dall’obiettivo del nostro Direttore). Dopo i saluti iniziali, alcuni medici ci hanno mostrato il percorso del sangue, degli emocomponenti ed emoderivati dal punto di vista del ricevente. Interessante, ma lo è stato ancora di più quando, divisi in 4 gruppi, una persona ci ha raccontato storie di vita e di malattia. Sappiamo quanto sia difficile parlare di donazione e di volontariato, soprattutto davanti ad un pubblico giovane e non c’è nulla che faccia più effetto, su chi ascolta, del racconto di un’esperienza realmente vissuta. Nel mio gruppo la persona in questione si chiama Roberta Ricciardi, medico chirurgo specialista in neurologia dell’ospedale di Pisa. È una donna minuta, ma capisci che è grande dentro non appena inizia a raccontare che all’età di 11 anni viene colpita da una malattia
fino ad allora quasi sconosciuta la “miastenia gravis”, che colpisce il sistema nervoso, impedendo rapidamente il normale funzionamento dei muscoli. Il giorno dopo, ogni gruppo ha realizzato un video su quanto visto, da mostrare agli altri gruppi, per creare un canale di comunicazione tra i giovani partecipanti al Forum. Una due giorni ben diversa da come immaginavo, perchè è stata toccante, significativa, interessante. Credo che ognuno di noi, con questa esperienza, abbia imparato a vedere la vita in maniera un po’ diversa. Ascoltare queste persone che hanno vissuto e vivono sulla propria pelle determinate malattie, ti apre gli occhi, ti fa riflettere, ti fa capire molte cose! Sicuramente iniziative in cui l’Avis deve investire per Federico Marangoni formare i propri giovani. 39
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l Palariso di Isola della Scala ha ospitato, il 4 maggio, la giornata conclusiva del progetto ideato dal Gruppo giovani Avis “Concavillage” dell’Avis comunale di Concamarise, in collaborazione con gli avisini di Isola della Scala. Nei mesi precedenti le associazioni avevano radunato tutte le realtà che operano in vario modo sul territorio, grazie al lavoro prestato dai volontari, allo scopo di far conoscere ai ragazzi degli Istituti
superiori “Bolisani” e “Stefani” l’importanza del volontariato nella vita di tutti i giorni. Avis, Aido, Croce Verde, Ail, Associazione I Butei, Associazione Progetto Sorriso, Opera Fratelli Corrà, il Salice Giallo, con il contributo del Centro Servizi Volontariato di Verona e del Comune di Isola della Scala, si sono presentate ai ragazzi proponendo di partecipare ad un concorso inerenti al mondo del volontariato e del dono. La fase finale si è svolta al Palariso e sono stati premiati, con
una stampante ed una maglietta della giornata, alcuni lavori svolti in classe. I vincitori per le slides sono: Marika Bellomi, Gloria Bianchi, Nuora Gharib, Valentina Ghiurca, Diana Morelato, Francesca Morelato, Anna Succurro; per i temi: Diego Vetrioli, Filippo Palvarini e Maddalena Sguazzardo. È stata inoltre premiata la IV E dell’Istituto “Bolisani” per essersi classificata prima al gioco “Insieme per vincere” svolto nel corso della giornata. Gli studenti, inoltre, hanno potuto ascoltare dal vivo le testimonianze di alcuni testimonial, quali Silvio Maccacaro, consigliere Aido provinciale, rinato grazie ad un trapianto al fegato, Germano Seghetti trapiantato di cuore e l’affascinante storia di Valeria Favorito, la ragazza trapiantata di midollo osseo, nostra appassionata testimonial. Una donatrice ha voluto raccontare la sua testimonianza attraverso una lettera. È stata altresì messa in scena una toccante simulazione di un’incidente stradale tra uno scooter ed un auto, per far capire quanto sia importane la collaborazione tra i Vigili del Fuoco, le ambulanze della Croce Verde, la donazione di sangue per ristabilire i feriti e, nei casi più gravi, anche la donazione di organi. Come ha affermato il neo presidente Avis provinciale di Verona, Mauro Zocca: “Queste iniziative sono molto importanti per sensibilizzare i giovani al volontariato e alla donazione, gesto altruista e completaLara Spadini mente gratuito”.
E i ragazzi del Galilei di Verona donano numerosi
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olti studenti del Liceo scientifico “Galileo Galilei” di Verona hanno deciso, quest’anno, di mettersi in gioco per gli altri. Così, coordinati dal prof. Mario Ferrari e dal sottoscritto, 30 ragazzi maggiorenni sono diventati aspiranti donatori Avis ed altri tre hanno già potuto donare. Gli studenti si sono divisi in piccoli gruppi e in diverse mattinate si sono recati al Centro Trasfusionale di Borgo Roma per la prima analisi. I ragazzi che si sono lanciati in quest’impresa sono Linda Zaffani, Cecilia Salvetti, Sofia Gaiardoni, Tomas
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Montagnani, Sara Pisani, Martina Spinelli, Irene Vianello, Valeria Balestra, Eleonora Mirandola, Davide Gargiulio, Irene Piccoli, Benjamina E. Dadzie, Beatrice Giustinelli, Giulia Mazzi, Giulia Burro, Miriam Iachemet, Ilaria Micheletto, Massimo Vareschi, Daniele Facci, Lisa Pasqualini, Marco Bertaiola, Damiano Casella, Camilla Faccini, Milica Joielitic, Aldo Pompole, Kevin Costa, Laura Cappellaro, Sofia Candelato, Linda Chiozzini, Anna Manganotti, Chiara Marrocu, Arianna Filippi, Elena Vangelista. Questi sono i nostri volonterosi ragazzi, di cui il Galilei è veramente orgoglioso. È innanzitutto una soddisfazione per i singoli, ma anche un traguardo per la scuola, che è riuscita ad andare oltre il banco, il voto, la lezione, il programma, trasmettendo ai ragazzi l’importanza, il potenziale, la forza di ognuno di essi e quindi del volontariato. È meraviglioso vedere che questi giovani hanno voglia di donare, di darsi da fare Kevin Costa per gli altri.
A fine giugno arriva il Magic Summer 3D È
alla prima edizione, ma si preannuncia già come un grande successo, il “Magic Summer 3D Camp”, il Basket&volley camp, nato dopo 18 anni di esperienza del Magic Summer. Il Camp avrà luogo a Bosco Chiesanuova (Vr), presso l’Hotel Lessinia, e sono previsti due turni (23-29 giugno e 30 giugno-6 luglio). Sarà tenuto da Roberto Dalla Vecchia, storico capitano della Scaligera Basket, Christian Di Giuliomaria, cestista di serie A, quest’anno sceso in B2 a Roseto e Matteo De Cecco, vice allenatore della BluVolley Marmi Lanza Verona. Numerosissimi i campioni che
hanno accettato l’invito ad essere presenti come istruttori e dimostratori. Nei week-end verranno organizzati numerosi eventi, alcuni dei quali coinvolgeranno anche il pubblico e i genitori dei partecipanti che vorranno raggiungere il Camp. Gli eventi del sabato saranno sponsorizzati da Avis provinciale di Verona sicuramente presenti con gazebo e gadget per sensibilizzare i ragazzi e genitori a favore del dono del sangue. Sarà presente l’Associazione Bambino Emopatico Oncologico, a cui verrà devoluta una parte della quota dei partecipanti. Alice Rossetto
Giovani Avis in campo con il Verona Calcio a 5 I l dono del sangue è un gesto di grande amore! Noi giovani dell’Avis provinciale di Verona lo sappiamo bene e per questo abbiamo testimoniato con entusiasmo questo messaggio, accompagnando le gare casalinghe della squadra di Futsal della nostra Città, il Verona calcio a 5. Come in tutte le manifestazioni a cui partecipiamo, il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare le persone, e in particolare i giovani, al dono del sangue, perché si tratta di un bene che per il momento è reperibile solo tramite donazione volontaria.
LE SETTE SORELLE
Concamarise: i giovani per i giovani
Purtroppo, nei nostro ospedali c’è sempre un grande bisogno di sangue. Per questo, assieme a tutte le altre associazioni di donatori di sangue, cerchiamo di portare sempre più persone a prestarsi per questo piccolo, ma importante gesto. Con la speranza che il nostro messaggio abbia colto nel segno, speriamo di ritrovarci nuovamente assieme magari per lottare per un risultato sportivo importante e per continuare a far sapere a tutti che donare sangue è un bellissimo quanto importante gesto Massimo Avesani di vita!
Più ‘giovane’ a 150 donazioni? Peschiera batte Legnago
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opo aver letto l’articolo di pagina 34, nel numero di marzo 2013, ecco che si è fatto avanti, sempre in provincia di Verona, un donatore che “batte” il più giovane donatore del Veneto con 150 donazioni. È Fiorenzo Defranceschi che “batte” Franco Gambarin di Legnago. È nato il 15 ottobre 1956 e il 20 giugno del 2012, presso il Centro trasfusionale di Bussolengo (VR), ha effettuato la donazione n° 150. Ad oggi ha avuto la fortuna di poter donare 153 volte. È iscritto all’Avis comunale di Peschiera del Garda dal 1980 e vive, dopo il matrimonio, a Lonato (BS). Ecco qui accanto la tessera Avis rilasciata nel 1981. 41
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LE SETTE SORELLE
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artecipata assemblea per il rinnovo del Consiglio direttivo dell’Abvs, il 14 aprile a Belluno. Tra i 150 presenti c’erano molti volti nuovi, frutto del rinvigorimento dei singoli Comitati di sezione locale che, tra febbraio e marzo, avevano già rinnovato i propri rappresentanti. Un’assemblea impreziosita dalla presenza di personalità di spicco: il nuovo direttore generale dell’Ulss 1 dott. Pietro Paolo Faronato, il direttore f.f. dell’unità operativa di immunoematologia e dipartimento trasfusionale dott. Stefano Capelli, il presidente Avis Veneto uscente dott. Alberto Argentoni, nonché il presidente del Comitato d’Intesa Giorgio Zampieri. La presidente Abvs, Gina Bortot, ha colto l’occasione per
rammentare talune difficoltà in cui l’associazione si trova ad operare nonostante l’impegno dei volontari, in particolare nella mancata uniformità, a livello di Dimt, di convocazione dei donatori alla donazione. I donatori dell’Abvs affluiscono al prelievo tramite l’attività dell’ufficio di chiamata associativo, mentre nell’a-
rea feltrina ciò non avviene, con conseguenti contraccolpi sul sistema modulante dell’Abvs. Il dott. Faronato non ha mancato di riconoscere la validità del sistema che affida all’ufficio di chiamata il compito di gestire la convocazione dei donatori, modello fortemente condiviso da Argentoni. Un cambiamento di cui l’Abvs si è fatta, con coraggio, paladina e che è un modello efficiente ed efficace che il Direttore generale si è fatto carico di illustrare meglio nell’area di competenza feltrina per promuovere una migliore gestione del dono al fine di evitare inutili sprechi di sacche. Nonostante i numeri delle donazioni del primo trimestre dell’anno non siano incoraggianti (soprattutto nel mese di febbraio, anche a causa delle importanti nevicate) l’Abvs continua sulla strada che, anche a livello regionale, si sta rivelando quella ottimale. Il dott. Faronato ha, altresì, confortato i presenti sia per quanto riguarda l’elaborazione di un programma che, rispettoso con le esigenze della montagna, garantisca una costante presenza di strumenti e spazi anche ad Agordo e Pieve di Cadore, sia in relazione alle istanze di progressiva informatizzazione dei referti, tema su cui il dott. Capelli sta già lavorando da tempo. Dopo la presentazione e votazione del bilancio, è stato il momento delle elezioni che hanno riconfermato Gina Bortot quale presidente provinciale. Una fiducia giustificata dall’impegno profuso negli anni e dai risultati guadagnati sul campo. A supportarla, per i prossimi quattro anni, ci saranno i vice-presidenti Pierangelo Da Gioz e Bruno Lavina, i segretari di sezione Anna Manfroi (Sedico), Mauro Groppa (Cencenighe) e Mario Tiazzoldi (Belluno) nonché i delegati di sezione Giulia Frigimelica (Bolzano Bellunese) e Franca Dall’O’ (Cencenighe).
Donazioni: causa neve, -7,7% nel primo trimestre
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l totale delle donazioni effettuate in provincia al 31 marzo era attestato su 2252 prelievi. Rispetto allo stesso periodo del 2012, si è rilevato un calo di circa il 7,7% quasi totalmente concentrato nel mese di febbraio a causa anche di abbondanti nevicate che hanno imitato gli spostamenti dei donatori. Un calo maggiore, rispetto allo stesso periodo 2012, si individua nelle prime donazioni, passate da 103 ad 87: un dato che non spaventa e che si giustifica in base al
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rientro dei donatori accantonati che, per essere reinseriti fra i donatori attivi periodici, ripercorrono il percorso di idoneità sostituendosi, così, a nuovi candidati. Sempre più confortante, invece, è il dato sul successo dell’ufficio di chiamata e sulla presenza dei volontari agli appuntamenti fissati: se gli aspiranti donatori e i candidati idonei si presentano all’appuntamento fissato, rispettivamente per il prelievo e per la prima donazione, in misura maggiore all’80%, per i donatori veri e propri il riferimento sale addirittura al 93%. Una risposta importante che dimostra fidelizzazione all’impegno e sempre maggior apprezzamento del ruolo e dell’utilità dell’ufficio di chiamata.
Odissea in vernacolo a favore del Nepal I
n Nepal la sanità è a pagamento: diversa possibilità economica equivale a una diversa qualità di assistenza. Il servizio pubblico non riesce a garantire le cure alla gente comune e coloro che più di tutti subiscono la situazione, sono i bambini. Ma qualcosa si muove, ci sono sempre persone che lottano perché il mondo vada un po’ meglio, che credono nel cambiamento e si mettono in gioco affinché i sogni diventino realtà. A Kirtipur, una cittadella non lontana da Kathmandu (capitale del Nepal) ci sono segni concreti di questo cambiamento: vicino alla Rarahil Memorial School è sorto anche un ambulatorio, dedicato a Giuliano De Marchi. Deceduto il 5 giugno 2009 durante una salita sul Monte Antelao, De Marchi era un noto alpinista bellunese, oltre che medico urologo all’ospedale San Martino di Belluno. Era famoso a livello mondiale per le sue spedizioni: innumerevoli salite sulle cime dolomitiche, ha però conquistato anche l’Everest, il K2… Nel 2005 aveva ricevuto il Pelmo d’Oro e nel 2007, all’età di 60 anni, aveva realizzato con Michele Barbiero la prima italiana della “grande traversata del Denali”. Insomma un uomo sempre attivo, vivo e amante delle sfide e della montagna. L’ambulatorio a lui dedicato sorge a fianco alle scuole create dall’alpinista Fausto De Stefani. Tutto ciò, però, ha un costo: non basta creare una struttura, bisogna anche far sì che un
progetto possa proseguire. Ecco allora che l’Abvs di Bolzano Bellunese, in collaborazione con l’Associazione Ricreativa Bolzano Bellunese, si mettono in gioco e diventano editori, stampando un libro tra i più famosi e conosciuti, ma in una versione tutta nuova: passi scelti dell’Odissea in versione metrica in dialetto bellunese, opera di Thomas Pellegrini. Il 27 aprile questo capolavoro è stato presentato al pubblico: si tratta di un libro con allegato un Dvd, proiettato in quest’occasione. Grande emozione tra i presenti di tutte le età nel sentire l’Odissea recitata con enfasi ed entusiasmo da Thomas Pellegrini e gioia nel poter contribuire con l’acquisto del libro a un bel progetto.
LE SETTE SORELLE
Rinnovato anche il Consiglio Abvs
Giulia Frigimelica Thomas Pellegrini con la segretaria Michela Da Rold e due consigliere (Abvs Bolzano Bellunese)
I seminari di formazione ripartiti da Belluno L
a scuola di formazione delle Avis del Triveneto ha scelto Belluno per avviare il nuovo ciclo di percorsi formativi, che già nel 2012 aveva riscosso grande successo. Quasi 60 i dirigenti che hanno preso parte al primo seminario di approfondimento, svoltosi presso la sede dell’Abvs, dal titolo: “L’Avis, un’associazione a rete: la normativa di riferimento, statuti e regolamenti. Sviluppi e sinergie d’azione”. Un primo appuntamento destinato a fornire ai partecipanti un consolidamento della conoscenza del quadro di riferimento normativo, quale imprescindibile base per la progettazione di futu-
re attività, nonché a illustrare l’operatività dei sistemi di rete, alternativi alla classica impostazione gerarchica e, forse, più produttivi nell’ambito del sistema del volontariato. Relatori della giornata Francesco Magarotto, già vice presidente vicario di Avis Veneto e Matteo Aguanno, direttore Gal 2 “Prealpi e Dolomiti Bellunesi e Feltrine”. Successo anche per il secondo appuntamento, destinato sempre a chi ricopre una carica associativa a qualsiasi livello, svoltosi il 15 giugno sul tema del “problem solving, strumenti per l’analisi dei problemi e tecniche di progettazione”.
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BELLUNO
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LE SETTE SORELLE
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ella cornice delle montagne di Longarone, si è svolto, nel week-end del 4 e 5 maggio, il 4° torneo interregionale di calcio a 7 tra Avis e Forze Armate. Organizzato dalle Avis di Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Trentino e Veneto, con lo speciale contributo di Abvs Belluno ed il patrocinio del Comune di Longarone ed il Comitato Vajont 50, l’appuntamento sportivo, minuziosamente coordinato dal bellunese Nicola Ancillani, ha visto sfidarsi 8 squadre, in lotta per il primo posto. Il sabato pomeriggio è stato dedicato alla prima fase: 12 partite necessarie a delineare le classifiche dei due gironi. In programma, per la mattina successiva, la fase eliminatoria che ha sentenziato le due finaliste: il 7° Reggimento Alpini e l’Abvs Belluno a discapito, rispettivamente, del 4° Reggimento Genova Cavalleria e dell’Istituto Studi Militari Marittimi, eliminati in semifinale. Una finale tra le due squadre bellunesi che ha visto prevalere, solo dopo
i calci di rigore, il 7° Reggimento Alpini. Hanno, inoltre, preso parte al torneo l’Avis Trentino, Avis Pellestrina, 85° Rgt. Verona e 5° Rgt. Superga. Grande partecipazione al momento delle premiazioni, ove hanno avuto modo di intervenire Francesco Joppi (vicepresidente Avis Veneto), Gina Bortot (presidente Abvs), Alberto Argentoni (presidente uscente Avis Veneto), Lisa Pivetta (neopresidente Avis Friuli Venezia Giulia), nonché Roberto Padrin (sindaco di Longarone). Quest’ultimo, anche in veste di donatore e calciatore, ha sottolineato l’importanza della scelta di Longarone quale sede del torneo proprio nell’anno delle celebrazioni dedicate al 50° anniversario della tragedia del Vajont; una scelta comune a numerose associazioni di volontariato che dimostra particolare vicinanza al territorio. Sport e solidarietà sono da sempre veicolo di memoria e ricordo. Ma la vittoria del 7° Reggimento Alpini assume un significato ulteriore: il reparto, nel 1963, ha svolto un ruolo fondamentale nelle ore immediatamente successive al disastro del Vajont e, per tale attività, è stato insignito, l’anno successivo, della medaglia d’oro al valor civile. Contentissimo il capitano della squadra, Leonardo Arminio: “Tutti i ragazzi hanno un passato calcistico alle spalle ma non c’era mai stata l’occasione di giocare tutti insieme. Visto il risultato, prenderemo in considerazione, compatibilmente con il nostro ruolo, l’ipotesi di altri tornei”. La sfida è aperta!
A piedi o in bici a tutto sport per aggregare... Ponte Alpi: il Kilometrissimo
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rande partecipazione per l’edizione della podistica Kilometrissimo 2013: la corsa prevedeva una sfida, tra coppie femminili e maschili di atleti, su un percorso di un kilometro, tra le strade di Roncan, frazione di Ponte nelle Alpi. Ben 63, più del doppio dell’anno precedente, le coppie iscritte. Tra le donne, hanno bissato il successo della scorsa edizione Iris Facchin ed Ilaria De Salvador mentre, tra gli uomini, si sono imposti i trevigiani Fabio Bernardi e Francesco Duca. Classifica speciale per i donatori di sangue cui era dedicato il premio Abvs - Sezione Col di Cugnan, la quale ha prestato una collaborazione essenziale per la buona riuscita dell’evento: a livello maschile il miglior tempo è stato segnato da Roberto Toffoli, mentre tra le donne si è imposta Silvia Mariani. Ad impreziosire la manifestazione un caloroso pubblico e, soprattutto, ospiti e testimonial d’eccezione: Pietro Piller Cottrer, Fulvio Scola e Marina Piller azzurri dello sci di fondo, Davide Giozzet e Ivano Da Canal, campioni di handbike, ma soprattutto Oscar De Pellegrin, oro nel tiro con l’arco alle paraolimpiadi di Sydney e Londra, a cui il Kilometrissimo ha dedicato una grande torta nel giorno del suo cinquantesimo compleanno.
Tisoi: il Trofeo del Donatore
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rano in 230, quest’anno, gli atleti che si sono sfidati nel “Trofeo del Donatore”: la classica corsa podistica organizzata dalla Sezione Abvs di Tisoi. Due i percorsi possibili: il più lungo si snodava per 8
Lisa Pivetta, neopresidente dell’Avis regionale Friuli Venezia Giulia e Gina Bortot, presidente Abvs, “sotto scorta”. A sinistra le squadre prima e seconda classificata. Tutte le foto su www.donoevita.it. 44
LE SETTE SORELLE
Torneo di calcio a 7: lo vince... il 7°Alpini
chilometri ma, per i meno allenati, era possibile optare per la gara da 4 chilometri. Nel percorso lungo ha dominato, tra gli uomini, Giuseppe Pongan mentre tra le donne si è imposta Francesca Tosato. Nella speciale classifica riservata ai donatori, si sono affermati rispettivamente Daniele Case e Martina Perot.
Castion: Abvs alla Pedonata
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a sezione Abvs di Castion ha presenziato, con i propri collaboratori, alla pedonata non competitiva svoltasi, nella mattinata del 1° maggio, nella frazione bellunese. Giunto alla 38ª edizione, il Giro del Castionese viene organizzato dal Comitato Genitori delle Scuole elementari di Badilet e Castion, con il contributo del GS Castionese e E per questa la Pro Loco Pieve Castionese, per finanziare, con il ricavato, progetti e laboratori scolastici, nonché l’acquisto di materiale didattico. Grande interesse, soprattutto dei più piccoli, ha destato il gazebo della sezione di Castion ove, anche i più grandi, hanno potuto prendere coscienza ed informarsi sulle attività dell’associazione e sull’importanza del dono del sangue.
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LETTERE & OPINIONI
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io padre è un cinquantasettenne che ha sempre goduto di ottima salute, un omone forte e generoso, donatore Avis da oltre 25 anni: il numero delle donazioni effettuate gli è valso nel 2012 la "medaglia d’oro". Qualche tempo fa in occasione di una donazione presso la sede di Este mio papà chiedeva al medico incaricato l’utilità di eseguire un psa del sangue proprio perchè donatore; non aveva alcun sintomo, ma era accaduto che un conoscente, più anziano di lui, si fosse sottoposto ad accertamenti e ciò aveva suscitato l’interesse di mio papà. Per chi non lo sapesse (io, ad esempio non lo sapevo!) il PSA del sangue è uno degli accertamenti più semplici per evidenziare un eventuale tumore alla prostata, indagine raccomandata dopo i 50 anni; l’incaricato del prelievo però gli rispondeva che non era necessario e che comunque non disponevano dei fondi occorrenti. Mio padre fino a maggio 2012 continuava quindi a presentarsi con regolarità a donare. Tutto normale fino a quando, proprio mentre mio padre si apprestava a presentarsi alla seconda donazione annua, veniva fermato dalle risultanze di alcuni controlli medici di routine: riscontrato adenocarcinoma prostatico maligno, gleason score 8. Tecnicismi clinici incomprensibili ai più; allora la dirò io in termini semplici: tumore maligno alla prostata esistente da oltre 5 anni. Probabilmente direte che non è vero, che non è possibile che ciò si sia verificato, che nessun operatore Avis avrebbe detto niente di simile, né avrebbe permesso di donare a un malato… che la malattia di mio padre non è una responsabilità dell’Avis. È vero che ogni malattia è spesso sfortunata fatalità, è vero che questo tipo di malattia è asintomatica, che si deve puntare sulla prevenzione; è vero che mio padre si sarebbe ammalato comunque. È anche vero però che il PSA non viene eseguito sui donatori Avis ultracinquantenni neppure se lo richiedono! Mio padre è stato operato (prostactomia radicale), dovrà sottoporsi a radioterapia per essere certi che anche la più piccola cellula tumorale venga eliminata e garantirgli la stessa aspettativa di vita che avrebbe avuto se non si fosse mai ammalato. Per lui ora non potete fare più nulla: ma se gli fosse stato fatto un PSA di routine magari la sua malattia si sarebbe fermata sul nascere e non avreste prelevato del sangue malato da un uomo malato. Oggi mio padre mi sembra stare meglio. Il suo percorso di guarigione non è completamente finito perchè manca ancora la radioterapia; ma confidiamo o meglio siamo certi che volgerà presto al termine. Certo non potrà più donare il sangue. Vi sembrerà bizzarro ma la cosa gli dispiace moltissimo: ha perso la fiducia nell’Avis ma non ha perso la convinzione che sia indispensabile donare agli altri. Ho deciso quindi di scrivere la sua/nostra vicenda; il primo intento non è quello di alzare qui un polverone (anche se l'opportunità di sollevarne uno andrebbe considerata!) né quello di commiserarci. Mi propongo, però, di far uscire la storia del mio papà al di là delle mura di casa nostra per poter raggiungere le case di tutti gli altri donatori… magari maschi e magari cinquantenni affinchè nessun altro debba passare ciò che mio padre ha passato. E mi propongo (anche se sarebbe più corretto il verbo pretendo!) altresì di ottenere delle risposte! Ecco le domande: come è possibile non eseguire a un donatore ultracinquantenne un dosaggio del PSA di routine? Come è possibile prelevare due sacche di sangue due volte l’anno da un uomo malato di neoplasia maligna rischiando di indebolirlo? E, dulcis in fundo, dove
lo mettiamo il rischio teorico di trasmissione di cellule tumorali a immunodepressi in seguito a donazione? A mio padre è stata assegnata la benemerenza d’oro; per motivi che certo capirete non l'ha ritirata, spero che provvediate voi a mandargliela ma soprattutto auspico ardentemente in una risposta pubblica alle mie domande. Non so se la mia aspirazione si vedrà messa nero su bianco… non lo so... ma so che il signor Roin Luciano, uomo, marito, papà (il mio!) e donatore Avis se lo meriterebbe come se lo meriterebbero tutti coloro che, come lui, hanno creduto e continuano a credere nel messaggio di dover donare agli altri! Stefania Roin
Gentile Signora, prima di rispondere alle Sue domande, voglio manifestare a Suo padre e alla Sua famiglia tutta la nostra solidarietà e vicinanza umana. Venendo alle Sue domande, ecco le mie osservazioni: Avis non ha alcuna responsabilità sanitaria sull’idoneità dei donatori: questa ricade sui sanitari (anche se talora pagati da Avis per la raccolta associativa, cosa che non accade a Este) che agiscono in base ai criteri stabiliti dalle legge 219/05 e decreti attuativi, dalle linee guida della Società Scientifica di Medicina Trasfusionale, dai protocolli allegati alla Convenzione tra Regione Veneto e Associazioni dei donatori. I test eseguiti sono finalizzati solo all’idoneità alla donazione e, quindi, non contemplano molte analisi che sono utili per una valutazione “complessiva” dello stato di salute del donatore. Per esempio, quelli che ricercano le forme tumorali più pericolose e comunque frequenti come i tumori del polmone, intestino, mammella ecc. Queste ricerche e questi screening non competono al sistema trasfusionale ma alla medicina preventiva di ciascuna ULSS e/o alla collaborazione tra paziente e il suo medico di medicina generale; Il PSA non è più stato inserito tra i test previsti in prima battuta sui donatori perché non viene considerato un test di screening affidabile e, per spiegarmi meglio, si ritiene che un suo valore normale non possa essere considerato dirimente per valutare la situazione prostatica. Chiaramente un suo valore elevato è una spia preziosissima ma un test di screening deve soddisfare entrambe le condizioni. Si utilizza, invece, il dosaggio del PSA a completamento di un iter diagnostico che comprenda anche visita urologica e/o ecografia prostatica e per il monitoraggio delle patologie già accertate. Proprio per questo, ai donatori ultracinquantenni che abbiano una ipertrofia prostatica riconosciuta viene eseguito annualmente il PSA. La spending review ha colpito duramente anche il sistema trasfusionale, ma è previsto che il medico selettore (non l’Avis né il donatore) possa, sempre e comunque, chiedere qualsiasi esame ritiene opportuno per valutare l’idoneità del donatore; I rischi del salasso per la salute del donatore ammalato sono sicuramente presenti, quelli per il ricevente anche se immunodepresso sono molto più remoti. Non pretendo che queste risposte siano considerate esaustive o anche solo accettate, comprendo i sentimenti che si provano in certi frangenti, ma con franchezza Le chiedo: qual è la colpa di Avis? La nostra associazione cerca di aiutare gli ammalati e di tutelare i donatori, non ci riesce sempre, ma sicuramente non per propria volontà o inerzia! La Sua lettera sarà pubblicata sul nostro giornale Dono&Vita, assieme a questa risposta e sono sicuro che avremo molti pareri e commenti. Utilizzeremo tutto questo per confrontarci con la componente politica e tecnica e cercare di ottenere maggiori campagne pubbliche di screening anche per il tumore prostatico. Infine, inoltreremo la Sua lettera all’Avis di Este perché Suo padre, se lo vorrà, possa ricevere il giusto riconoscimento per la sua solidarietà e per il Suo impegno verso il prossimo. Ancora auguri di guarigione e completo recupero per Suo padre e di coraggio e serenità per tutta la Sua famiglia. Cordiali saluti.
Ancora sugli esami: “sufficienti per la salute?” G
entile Presidente, sono un donatore di sangue, iscritto all’Avis della Provincia di Treviso da oltre 34 anni con all’attivo 57 donazioni. Scrivo questa mia in riferimento alla lettera del sig. Alberto Peretti, apparsa sul periodico “Dono & Vita” del marzo 2013, alla rubrica “Lettere e interventi”. Oltre a trovarmi in perfetto accordo con il sig. Peretti, sono qui ad esprimere la mia opinione al suo intervento. Più volte avevo sentito circolare tali voci fra gli addetti ai lavori, ma sentirmelo dire dal mio Presidente mi ha lasciato amareggiato e deluso. Se mi permette, analizzo per punti il suo intervento: “Non esiste nessun pericolo di calo di sicurezza per donatore e ricevente”. Non ho dubbi che il nuovo protocollo sia in grado di garantire la sicurezza al ricevente, ma sono abbastanza critico nell’affermare che il nuovo pannello degli esami risulti sufficiente a fornire un quadro generale dello stato di salute del donatore. Sono certo converrà con me nell’affermare che la nostra Associazione, prima ancora di ogni altra attività associativa e/o promozionale, dovrebbe preoccuparsi di supportare il donatore a salvaguardare il proprio stato di salute. Non sono a proporre di esentare il volontario da qualsiasi costo assistenziale, ma ritengo essenziale assicurare allo stesso i normali controlli utili a prevenire possibili complicanze e assicurare la sua idoneità alla donazione. Per definirla in breve, una situazione analoga a quanto era assicurato pochi anni orsono. “Ribadiamo che il medico trasfusionista può in ogni caso lo ritenga opportuno integrare gli esami da effettuare per valutare l’idoneità del donatore”. Anche qui, l’integrazione di ulteriori esami è finalizzata ad assicurare l’idoneità della trasfusione e non tanto a monitorare lo stato di salute del donatore. Inoltre non viene stabilita una regola precisa cui il donatore possa appellarsi, ma solo la discrezionalità di un medico. Un medico peraltro istruito al rispetto di un protocollo finalizzato alla riduzione di costi e servizi. “Anche dal mio punto di vista personale eventuali integrazione degli esami o campagne di medicina preventiva potranno essere fatte dedicando una quota del rimborso ottenuto dall’associazione”. Se ho ben inteso il significato della frase “quota del rimborso”, il suo pensiero era già stato anticipato da alcune voci che indicavano la volontà del direttivo di utilizzare le quote del rimborso chilometrico per promuovere campagne di medicina preventiva e altre attività collaterali. È mia opinione che solo il donatore debba decidere l’utilizzo di tale quota e non venga imposta d’ufficio, come è già avvenuto in occasione della riduzione della stessa. Se oggettivamente il direttivo ritenesse di non riconoscere tale rimborso, allora tale decisione, per equità, dovrebbe essere estesa in ogni sua forma a tutti i membri dell’Associazione. Mi sembra il solito “déjà vu”: qualcuno promette di non aumentare le tasse, ma in compenso toglie i servizi. Avrei molte cose da aggiungere, ma esulano dal suo interevento e pertanto preferisco chiudere qui il mio intervento, aggiungendo solo una breve riflessione. - Siamo un’Associazione la cui opera primaria è quella di offrire, giorno per giorno, il nostro sangue al prossimo. - Elemento indispensabile ad assicurare la sopravvivenza umana, non riproducibile per sintesi. - Facciamo in modo volontario, facciamo quello che altri
non possono fare e soprattutto molti non vogliono fare. - Vedo donatori lavoratori, soprattutto giovani, che vengono discriminati dal datore di lavoro, perché considerati un peso. Mi risponda, perché mai a un servizio sanitario o ai nostri politici è stato concesso di colpire la nostra associazione? Una volta si diceva “Perché mai dovrei maltrattare le galline dalle uova d’oro”. Certo di un gradito riscontro, colgo l’occasione per porgere Distinti saluti. Clarenzo Michieletto - Preganziol 2 maggio 2013
Caro Socio, parto da: “Perché mai dovrei maltrattare le galline dalle uova d’oro?”. In effetti ritengo che nessuno vuole maltrattare i donatori né che l’intento della razionalizzazione del pannello degli esami è il solo risparmio economico. La proposta del nuovo pannello di esami è stata chiesta dal Coordinamento Regionale per le Attività Trasfusionali (CRAT) alla Società italiana di Medicina Trasfusionale e poi discussa in sede di Organismo di Supporto Scientifico e Tecnico (OSST). Sono state valutate le motivazioni di ciascun esame, il valore predittivo dei risultati di ciascun esame e la frequenza dei rilievi patologici nei donatori. Alla fine abbiamo fatto una scelta che prevede almeno una volta l’anno un pannello di esami coerente con le patologie più frequenti nelle persone di età compresa tra 18 e 65 anni. A “consolazione” Le anticipo che il medesimo pannello verrà introdotto in tutta Italia dal Ministero della Sanità nei prossimi mesi. È vero che c’è più attenzione all’idoneità del donatore ma Le assicuro che molti degli esami precedentemente effettuati davano al donatore una sicurezza non reale. Inoltre, il volontario è sicuramente attratto dal concetto di prevenzione ma questo di fatto non è mai stata effettuata con l’approccio e gli esami svolti presso i centri trasfusionali. Le campagne di medicina preventiva e gli screening sono altra cosa. È vero anche che molto rimane nelle mani del medico, che deve lavorare “in scienza e coscienza”. Mi creda, però, che vale di più un’attenta anamnesi e un minimo di accuratezza nella visita che tanti esami non mirati. Purtroppo è evidente che non era possibile ottenere particolari e ragionevoli poteri “contrattuali” da parte del donatore nei confronti del medico selezionatore. In riferimento alla destinazione dei rimborsi chilometrici, per quanto di mia conoscenza, molte assemblee dei soci hanno deciso di devolverli all’associazione di riferimento per fini di promozione associativa o di medicina preventiva oppure questa scelta viene sancita con la firma apposta sul modulo di adesione all’associazione. Ciò non toglie che il singolo donatore può richiedere il suo rimborso chilometrico in questo caso all’associazione di riferimento. Non pretendo di averLa convinta ma continuo a presentare la mia personale esperienza nell’OSST e ad alimentare la riflessione sul tema. Come ho detto nell’ultima assemblea regionale monitoreremo la situazione e le segnalazione per poter valutare la reale ricaduta del nuovo pannello di esami sulla salute dei donatori. Anch’io avrei altre cose da aggiungere e, se fosse di Suo interesse approfondire le mie personali opinioni, La rinvio al penultimo editoriale di Dono&Vita dove affronto il tema della gratuità del dono del sangue. Grazie per il contributo e buona donazione, cordiali saluti
LETTERE & OPINIONI
Mio padre, il PSA, la sua odissea
A cura di Alberto Argentoni, Direttore sanitario Avis Veneto 47