Dono e Vita no.4 - Dicembre 2012

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Pubblicazione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XXXIV- n.4 - Dicembre 2012 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, NE/PD - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97 - Tiratura e diffusione: 105.000 copie

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Se il “Samaritano” arriva in taxi...

Numero 4 dicembre 2012

Periodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue

www.donoevita.it.


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Quanti siamo, dove siamo, quanto doniamo. In ITALIA (dati 2011 da assemblee nazionale e regionale)

E in VENETO

Ultim’ora da Avis nazionale: benemerenze più “leggere”

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N

on cambieranno la foggia delle benemerenze né le modalità con cui vengono assegnate, ma cambierà semplicemente il contenuto in oro di quelle previste di tale metallo prezioso, consentendo una riduzione fino al 70% del loro costo attuale.

Alberto Argentoni, che l’ha poi ripresa con fermezza all’Assemblea nazionale di Montecatini di fine maggio ottenendo una risoluzione assembleare favorevole. Il Consiglio nazionale ha infine approvato la proposta del presidente nazionale.

Questo il passo centrale della lettera di Vincenzo Saturni, il nostro presidente nazionale, con cui ha comunicato lo scorso 26 novembre la decisione presa dal Consiglio nazionale Avis: anni di discussioni arrivano al dunque. Era stata l’Avis Regionale Veneto a porre formalmente la questione in ambito nazionale con una lettera del 6 febbraio scritta di pugno dal nostro presidente

Dal 1° gennaio 2013 si cambia Nella lettera del 6 febbraio Avis Veneto poneva la questione sulla base di alcune premesse: - La crisi economica e finanziaria internazionale sta riducendo in modo sensibile le disponibilità verso la sanità e il welfare anche del nostro Paese; - I Comuni, le Province, le Fondazioni e i Centri di Servizio per il Volontariato

non concorrono più a coprire le spese delle varie associazioni di volontariato; - Il riconoscimento di una benemerenza al donatore tende a essere sempre più considerato come un attestato simbolico, svincolato dal metallo più o meno prezioso utilizzato; - Grazie alla continua crescita culturale dei Soci e dei Dirigenti, risulta sempre più eticamente corretto utilizzare le risorse offerte alla nostra associazione per la sensibilizzazione della popolazione, per svolgere un’opera di prevenzione sulla salute del donatore e su corretti stili di vita, per dare un’informazione sanitaria sempre più puntuale ai soci. Bene così, facessero altrettanto in altri Bernardino Spaliviero ambiti…


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Dono & Vita Anno XXXIV - n° 4 - dicembre 2012 Periodico di informazione e promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue

Sommario L’Editoriale di Alberto Argentoni

pag.4

Il Bello del Veneto

pag.5

Castelbrando (TV): storie di castelli, d’armi e d’eroi sulla strada del Prosecco da pag.27

La pagina del direttore di Beppe Castellano

Attualità trasfusionale

Le sette sorelle

Fin qui bene grazie a tutti, ma è in arrivo un “gelido” inverno da pag.6

Cronache associative dalle nostre province avisine e dall’Abvs Belluno

Programmazione 2013 un rebus alquanto complicato da pag.8

Belluno

da pag.30 da pag.32

Attualità “Chiamati” a confrontarsi da pag.10

Padova

da pag.34

Tutto ciò che serve, dove serve

Venezia

da pag.36

Treviso

da pag.39

Verona

da pag.42

Progetto Bessy Istantanea dell’Adriatico

pag.14

La verifica di metà percorso

pag.15

Avventure Avisine Proemio Samaritano 2012 Dolo: dove la bontà è di casa pag.16

In Panda sulle piste di Gengis Khan. Due donatori al “MongolRally” pag.45

Menzioni speciali di “gruppo” pag.17

Giovani, musica e simpatia

Dalla Regionale - Convegni

Los Vampirones: e s’infiamma il Palaverde pag.46

Quelle “dieci” per il Dono, con tanto di testimoni

Musica nel Sangue 2013, partiti! pag.47

pag.18

Pagine Giovani

Fiods Giovani: cronache “venete” da Iceland pag.47

Forum giovani interregionale, se va in scena il cambiamento

pag.20

Un Forum 2.0. O forse no?

pag.21

La parola ai facilitatori: “un’esperienza coinvolgente”

pag.22

Kart 2012: in gara, ricordando l’amico Michele Lapolla pag.23

SPECIALE: Avis Veneto Il nuovo Regolamento Quattro pagine speciali da staccare e conservare da pag.24

Fotolito: Typongraph Digital Systems - S. Martino B. A. (Vr)

Stampa: Mondadori Printing - Verona Diffusione Editoriale: Prontopack - Zevio (VR) LA REDAZIONE Direttore Responsabile:

Beppe Castellano - b.castellano@avis.it Vice Direttore Esecutivo/Segreteria Redazione: Michela Rossato - redazione.dono-vita@avis.it Coordinamento grafico-editoriale: Nereo Marchi

Vicenza

pag.13

Presidente Avis Regionale Veneto Alberto Argentoni Responsabile stampa associativa AVIS Regionale: Nereo Marchi Idea Grafica: Elena Fattorelli-Luca Fantoni - Verona

SOMMARIO

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Gli articoli delle AVIS Comunali DEVONO passare attraverso i redattori di ogni PROVINCIALE. Vi invitiamo a contattarli anche per essere inseriti su

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L’EDITORIALE

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Noi doniamo... Perché tutto cambi, per chi ha bisogno T

utto deve cambiare perché nulla cambi. In questi giorni anche a noi dell’Avis è spesso tornata in mente questa celebre frase. Non c’è, però, conservatorismo o “gattopardismo” nelle nostre intenzioni. Al contrario! Chiaramente, ciò che non deve cambiare sono l’autosufficienza regionale, la sicurezza e la qualità. Su questo non si discute, ma siamo consapevoli che il sistema trasfusionale deve evolvere. Avis lo diceva già prima che la crisi economica “esplodesse” e si è sempre dichiarata disposta a discutere e a intervenire. Non ci nascondiamo dietro un dito: neppure la nostra associazione è un esempio di dinamicità e di voglia di cambiamento, ma vivendo sulla pelle dei nostri soci donatori le contraddizioni e i ritardi del sistema, siamo spinti ad affrontare subito i problemi. La “mazzata” della spending review è calata anche sul Frat. Risultato: un meno 5% di risorse disponibili per il sistema trasfusionale. Abbiamo avuto l’assicurazione che non verranno toccati i rimborsi associativi e questo è un buon risultato, ma le ripercussioni sul servizio sono certe e ancora tutte da valutare. I nostri soci ci chiederanno: “Ma se c’è bisogno di sangue, perché ci trattano così?”, “Non siamo vacche da mungere!”, “Ma voi che cosa fate? E tralascio altre valutazioni dal contenuto meno edificante, ma facilmente intuibile. Badate bene che queste domande non sono un nostro “tormento”, ma la ricchezza della nostra associazione che vive dell’impegno e della partecipazione dei propri donatori! Non limitiamoci a liquidare queste domande sottolineando le colpe del mondo politico e le mancanze del sistema sanitario. Saremo più utili se facciamo passare dei concetti semplici, ma non banali che Vi riproponiamo e che Voi potete sicuramente integrare: - Noi doniamo per i malati e loro vanno tutelati al di là di ogni discussione politica o taglio di risorse; - Noi doniamo in modo volontario e gratuito. Per gratuito intendiamo che deve essere tutelata la nostra salute, ma che non chiediamo niente più di quello che viene garantito agli altri cittadini che non possono o non hanno ancora pensato di donare sangue;

- Noi doniamo nella certezza che il nostro dono sia utilizzato al meglio, quindi consapevoli che la gestione della chiamata non è un brutale attacco alla nostra spontaneità o libertà di volontari, ma una necessità per un uso etico del nostro sangue; - Noi doniamo sempre e solo nella massima sicurezza e puntiamo alla massima qualità: abbiamo lottato perché i Centri trasfusionali pubblici uscissero dai sottoscala e perché fosse data dignità alla medicina trasfusionale, ora dobbiamo pretendere la qualità anche dei nostri punti di raccolta; - Noi doniamo anche se la raccolta non è all’ombra del nostro campanile. Questo significa che dobbiamo riorganizzare i nostri servizi e trovare nuove forme di collaborazione tra Avis locali; - Noi doniamo, ma non stiamo zitti! Tutta l’Avis è impegnata sui tavoli della programmazione e nell’attività di pressione politica sulle Istituzioni: siamo risoluti e fermi nel nostro impegno per l’ammalato e per il donatore. Non possiamo stancarci né assumere posizioni irresponsabili; - Noi doniamo il nostro tempo e le nostre forze nella certezza che ci sarà sempre qualcuno che ci aiuterà e “raccoglierà il nostro testimone al momento giusto…”. Perché Avis è più grande di noi e di quello che sappiamo vedere! Le imminenti assemblee possono essere un’occasione splendida per parlare tra donatori e rinsaldare il nostro patto associativo. Molti soci, purtroppo, non verranno all’assemblea, ma li possiamo raggiungere con la lettera di convocazione, magari quest’anno meno formale e più informativa! Aggiungiamo alcuni dati sulle attività, i progetti futuri e un commento sul sistema trasfusionale. A quelli che saranno ancora una volta presenti all’assemblea e a quelli che avranno la curiosità di esserci per la prima volta, ricordo la “filosofia” di un grande santo: “Cominciate col fare il necessario, poi fate il possibile… a un certo punto, all’improvviso, vi sorprenderete a fare l’impossibile”. (San Francesco) Alberto Argentoni, presidente Avis regionale


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È

un numero, questo, in cui la parola “cambiamento” ricorre spesso in molti articoli, vedi l’editoriale del presidente qui accanto. Ricorre nel convegno dei giovani, ricorre in tante storie di persone e di gruppi raccontate in queste pagine. O ancora da raccontare proprio perché in divenire. Il “cambiamento” può essere voluto e programmato, vedi i prossimi rinnovi associativi Avis o (perché no?) anche le prossime elezioni politiche del nostro Paese. Ma il cambiamento può capitare all’improvviso, nella vita di una persona, anche in modo tragico, anche come una mazzata fra capo e collo che può sconvolgere un’esistenza intera. È il caso, una storia fra tutte, della “Samaritana” 2012 - Caterina Bellandi - che non a caso abbiamo voluto in copertina. La sua storia è paradigmatica di come un tragico evento possa portare - ma solo grazie all’Amore, quello vero - a produrre mille e mille altri atti d’amore incondizionato e gratuito. Caterina diventò “Milano25”, infatti, dopo la scomparsa del suo compagno tassista. In punto di morte Stefano le disse di continuare a essere “Milano25”, il suo taxi: l'eredità di un lavoro che lui riteneva "sociale". Caterina lasciò l'ufficio e raccolse il testimone. Fu una risposta d'amore al suo personale dolore. Ma l'amore di uno spirito aperto e

generoso si espande presto, si apre al mondo, dilaga. E “Milano25” dopo meno di un anno, diventa il taxi totalmente gratuito, coloratissimo, pieno di ogni tipo di giocattolo per i “super eroi” del Meyer. È l’ospedale pediatrico di Firenze, dove la maggior parte dei bambini che vanno e che vengono continuamente, combattono ogni giorno contro leucemie e tumori. Ed è così che un pur breve viaggio diventa per tanti piccoli e le loro famiglie una parentesi di Vita, d’allegria, di colori, quindi di speranza. Basta guardare, sopra, la tassista... Il cambiamento! Abituati come siamo alla nostra vita tranquilla, in cui quasi sempre ci adagiamo perché “a noi non può accadere”, una perdita - di qualunque genere - fa sempre paura, ci mette in ginocchio. Ma è la Vita stessa un continuo divenire e fluire, come il sangue che ci circola nelle vene. Sangue o Vita che possiamo tenerci o donare, donando così altra vita, altro Amore. Che rigenera, si rigenera, torna indietro. In altre forme forse, ma certo ingigantito dalla nostra rinnovata capacità di dare e amare. Garantito, ho i testimoni! Essenziale è non perdere noi stessi e la B.C. nostra vera essenza profonda. Buon Natale.

LA PAGINA DEL DIRETTORE

Cambiare è anche crescere come persone, come comunità...

Un’edizione “orfana” del nostro Francesco Bosello C ome giornale non siamo certo avvezzi alle commemorazioni, ma non si può parlare in questo numero di “Samaritano”, senza ricordare uno dei suoi “inventori” e maggior promoter in questi lunghi anni. Francesco Bosello se n’è andato il 12 ottobre, dopo una lunga lotta contro un tumore. Settantatre anni, pilastro dell’Avis della Riviera del Brenta, aveva ricoperto ruoli anche in Avis regionale e nazionale. La sua è stata una vita di costante impegno politico e sociale. Impiegato nell’Ulss 13, è stato consigliere e poi Assessore allo sport e al turismo di Dolo negli anni ’80, tra i fondatori della Pro loco dello stesso comune, presidente del Tribunale del Malato e Cittadinanzattiva e della Casa di riposo. Ma è l’Avis l’associazione a cui più si e dedicato e che più gli deve. Così come tanto deve a sua moglie Adriana, “ombra” e sostenitrice sempre di Francesco e dell’Avis. Presidente della Comunale di Dolo, fu fra i promotori dell’attuale Avis Riviera del Brenta, con-

vinto che l’unione tra piccole sedi desse più forza all’associazione. Bosello fu anche consigliere dell’Avis provinciale e regionale Veneto fino ad arrivare nel Consiglio nazionale Avis e ricoprire, in Esecutivo, la carica di tesoriere-amministratore per due mandati. Uno spirito, il suo, in Avis sempre vivace, mai domo e difficilmente “allineato”. Critico, quando c’era da criticare, ma con la passione per ciò che credeva giusto. Con l’innata simpatia, con ironia e allegria discuteva anche animatamente, ma riusciva sempre a dialogare con tutti senza “ruggini” successive. Fin dalla sua “ripartenza” (1994) è sempre stato sostenitore - con ovvie “bacchettate” se occorreva - di questo periodico. Il nome di Francesco Bosello rimarrà, inoltre, per sempre legato al “Proemio Samaritano” cui riuscì a dare un respiro nazionale, seguendolo fino all’ultimo come coordinatore. Ciao, La redazione amico, ci mancherai.

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ATTUALITA’ TRASFUSIONALE

Fin qui bene grazie a tutti, ma è in arrivo un “gelido” inverno C

omplimenti a tutti i Donatori, e ai dirigenti del Volontariato del Sangue del Veneto: nonostante la crisi economica generale e le difficoltà anche della sanità regionale, la nostra Regione assicura le trasfusioni agli ammalati del Veneto e incrementa bene anche il supporto alle Regioni carenti: Sardegna, Lazio, Sicilia. I complimenti vanno allargati al personale tutto delle strutture trasfusionali: l’alleanza terapeutica fra donatori e operatori sanitari a beneficio degli ammalati, base portante di tutto il Sistema trasfusionale, nel nostro Veneto funziona.

Aumentano le donazioni di sangue, ma calano le aferesi

I

dati che abbiamo ricevuto dal dottor Antonio Breda, direttore del Crat - riferiti ai primi dieci mesi del 2012 - sono davvero buoni. Bisogna però “entrare” nei dati. Possiamo allora vedere che aumentano le donazioni di sangue intero (Tab. 1), capaci di garantire l’incremento delle trasfusioni in Veneto (Tab. 2) e del supporto alle Regioni carenti (Tab. 3), ma calano le aferesi, non solo le plasmaferesi (Tab.4), ma anche le citoaferesi (Tab. 5). La lettura che diamo è una maggiore attenzione verso procedure discreta-

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mente costose e che richiedono più tempo al personale sanitario, entrambe risorse sempre più scarse. Se questo significa maggiore attenzione all’appropriatezza ben venga. Non possiamo nascondere una certa preoccupazione di fronte all’incalzare dei tagli in sanità: non abbiamo segnalazioni in merito, ma stiamo attenti a non ridurre le terapie a chi ammalato nel letto confida nelle migliori cure mediche.

C’è di mezzo la “spending review”?

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n effetti nell’ultimo mese si sta verificando una eccedenza discreta di unità di emazie, tale da far riflettere, perché in controtendenza rispetto agli anni scorsi. Fino a ottobre le curve donazioni-trasfusioni erano sovrapponibili a quelle dell’anno 2011, ben


governate. Le informazioni frammentarie che giungono anche da fuori Veneto sono analoghe. L’impressione che andrà verificata è che l’imposizione della riduzione di spesa del 5% sul budget 2012, pervenuta però a fine anno, stia costringendo le Regioni e le Aziende sanitarie a rinviare per quanto possibile gli interventi chirurgici d’elezione previsti a novembre-dicembre 2012 all’inizio dell’anno venturo, da sostenere nei costi sanitari col budget 2013. Non va taciuta però la preoccupazione per un possibile “effetto rimbalzo” sui primi mesi del 2013; gli interventi rinviati verranno finalmente eseguiti e potrebbe esserci un surplus di richieste per terapie trasfusionali. Però... c’è un “ma”.

Arretrati dovuti agli operatori sanitari, pagarli prima che inizino i guai

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ochi sanno che le sempre più ampie carenze di organici del personale delle Strutture Trasfusionali vengono sopperite con il ricorso a orario aggiuntivo non dovuto di medici-infermieri-tecnici; lo si remunera ricorrendo a denaro previsto negli appositi capitoli di bilancio, previa trattativa e conseguente autorizzazione regionale. Succede da anni che questa autorizzazione regionale giunga in corso d’opera, dopo aver maturato arretrati di mesi (nel 2011 giunse a fine d’anno). Nel 2012 l’autorizzazione prevista per le prestazioni aggiuntive non è ancora giunta e si teme che non giungerà per via della “spending review”, determinando risentimento negli operatori che dall’inizio dell’anno hanno già fatto quanto concordato con le direzioni aziendali. Logica conseguenza sarà il rifiuto di molti a effettuare “a credito inesigibile” l’orario aggiuntivo nel 2013, quando temiamo ci sarà un

qualche “effetto rimbalzo” per il rinvio degli interventi chirurgici sul finire del 2012! Iniziamo a vedere anche nel nostro settore trasfusionale i morsi della crisi!

Regolare i flussi dei donatori

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ertamente Avis e tutti i donatori collaboreranno al meglio per assicurare le cure necessarie agli ammalati; questa amara novità però rende ancora più pressante l’attivazione generalizzata degli uffici di chiamata per regolare al meglio il flusso dei donatori, evitando disguidi per chi dona e incomprensioni con gli operatori sanitari dei centri trasfusionali, già sottoposti loro stessi a situazioni di disagio crescente. La sfida per coniugare sicurezza, qualità e sostenibilità economica della terapia trasfusionale, indispensabile supporto salvavita per numerosi ammalati in situazioni critiche, si fa sempre più pressante. I malati confidano in noi e non ci tireremo indietro. Avis ha storia e qualità adeguate per fare al meglio; non saremo certo noi a defilarci. Buona donazione a tutti.

ATTUALITA’ TRASFUSIONALE

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Bernardino Spaliviero

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ATTUALITA’ TRASFUSIONALE

Programmazione 2013 un rebus alquanto complicato

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I

l 28 novembre scorso è stato formalmente distribuito dal Crat Veneto (Centro regionale attività trasfusionali) il documento programmatorio 2013. La conclusione del documento, fissa gli obiettivi: A - non incrementare, alla luce del surplus in plasmaderivati, le procedure di plasmaferesi e, contestualmente, procedere ad una riorganizzazione dei centri di produzione plasma secondo criteri di efficienza, nonché prevedere un rafforzamento dei percorsi sull'appropriatezza terapeutica, attraverso i CoBus (Comitati Ospedalieri per il Buon Uso del Sangue), con particolare riferimento all'albumina e al plasma per uso clinico; B - fissare l'obiettivo di raccolta in emazie per il 2013 nei seguenti termini: 1 - garanzia interna costante dell'autosufficienza per i Dimt (Dipartimento interaziendale medicina trasfusionale) di Padova, Venezia e Verona; 2 - garanzia interna costante dell'autosufficienza dipartimentale e supporto intra (Padova) ed extra regionale per gli altri Dimt; 3 - attivazione degli Uffici di chiamata secondo criteri di efficienza organizzativa (rif. DGR 220/11) che verrà monitorato dal Crat per singolo Dimt, con specifico riferimento alla stabilizzazione del margine operativo interno di emazie concentrate (delta fra raccolta e consumo/ceduto). Le premesse per arrivare a fissare questi obiettivi sono complesse e vanno comprese.

Autosufficienza L’autosufficienza è un obiettivo nazionale non frazionabile, di sangue, emocomponenti e plasmaderivati, per garantire le terapie trasfusionali a tutti gli ammalati, quale Livello Essenziale di Assistenza (uno dei famosi LEA). E’ un obiettivo dinamico di ogni dipartimento trasfusionale provinciale, poiché si è preso atto che il fabbisogno locale può subire profonde e repentine fluttuazioni non sempre prevedibili in corso d’anno. Non vengono assegnati numeri di raccolta, anche se sembra affievolita la crescita dei consumi che si era mantenuta intorno al 3% per quasi 15 anni; attualmente ci aggiriamo intorno all’1% di incremento annuo dei consumi interni regionali medi. Però si indica che Verona e Venezia devono puntare a non necessitare di supporto esterno, che Padova deve proseguire nel difficile cammino verso il recupero della storica carenza, mentre ai Dimt di Belluno, Rovigo, Treviso, Vicenza viene assegnato il compito di provvedere oltre che alle proprie necessità interne anche al sostegno intraregionale (Padova) ed extraregionale (Lazio, Sardegna, Sicilia) sostanzialmente per gli stessi volumi dell’anno 2012.

Uffici di Chiamata Sono per legge affidati al Volontariato. Per allineare le donazioni ai consumi è necessario potenziare e generalizzare questi uffici, che hanno fra i propri compiti quello di convocare i donatori nel momento delle


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Plasma e plasmaferesi. Prendendo atto che nelle condizioni attuali il plasma conferito all’industria farmaceutica viene lavorato completamente solo per ottenere Albumina e Immunoglobuline ev., si ritiene non sostenibile economicamente ulteriore investimento nella raccolta del plasma in aferesi (procedura ad alto costo). L’autosufficienza interna al Veneto e all’AIP (Accordo interregionale plasma) per gli altri plasmaderivati ottenibili, nella perdurante impossibilità di allocare altrove questi farmaci impone una scelta di contenimento dei costi di raccolta coniugando efficacia e efficienza. In particolare si pone attenzione ai modelli organizzativi non ottimali presenti nel nostro territorio, secondo anche quanto viene indicato nel recente Accordo Stato-Regioni n. 149 del 25 luglio 2012 (masse critiche, numero di procedure/separatore indicato in 500/anno, ecc).

Appropriatezza Viene riproposta la questione dell’eccessivo utilizzo dell’Albumina. I dati 2010 indicano che l’Italia, con un consumo medio di 601Kg/milione di abitanti è il primo Paese consumatore al mondo; per capirci: Germania 148, Regno Unito 82, Francia 238, Spagna 305. Il Veneto si assesta su 410Kg/milione di abitanti. Un richiamo riguarda anche il plasma per uso clinico, anche questo utilizzato in media maggiormente rispetto agli altri Paesi europei di riferimento. Un’ultima noticina sulla necessità di revisione delle indicazioni regionali relativamente alle procedure di inattivazione per il plasma ad uso clinico.

Considerazioni finali: e le risorse per fare tutto questo? Manca solo il via libera della Commissione regionale per il Servizio Trasfusionale (Crst) che sia l’assessore Luca Coletto sia il segretario regionale alla sanità Domenico Mantoan si sono impegnati a riconvocare a breve, ma il percorso è ormai tracciato. Il documento programmatorio preparato dal direttore del Crat, il dott. A. Breda, è stato discusso il 7 novembre nell’Organismo di Supporto Scientifico-Tecnico (Osst) nel quale, oltre ai rappresentanti del Volontariato, siedono i sette direttori dei dipartimenti trasfusionali provinciali. Si è tenuto conto del confronto con l’Assessore e con il Segretario regionale alla Sanità, avvenuto nella riunione della Crst il 26 ottobre e per quel che riguarda le cessioni extraregionali di supporto alle regioni carenti (Sardegna, Lazio e Sicilia) anche del confronto avvenuto a Roma per iniziativa del Centro Nazionale Sangue (Cns) il 19 novembre. Rimane un punto interrogativo, che però è grande parecchio. La crisi economica con la spending review ha tagliato anche le risorse per il Sistema trasfusionale veneto. Come dice il proverbio “fare le nozze con i fichi secchi”. Certamente sono finiti gli anni del trastullo, altri debiti non possiamo proprio farne, anzi dobbiamo ridurre quelli che stoltamente abbiamo contratto. Le discussioni, anche aspre, non ci mancheranno. Ma non possiamo dimenticare che nei letti ci sono gli ammalati: loro vengono prima.

ATTUALITA’ TRASFUSIONALE

necessità, ma anche quello di contenere e regolare il flusso dei donatori quando le necessità trasfusionali degli ammalati sono soddisfatte. Il parametro che più mostra l’efficacia dell’Ufficio di chiamata è proprio il numero delle unità scadute nelle emoteche.

A cura di Bernardino Spaliviero

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“Chiamati” a confrontarsi ATTUALITA’

L

’intenzione c’è ed è stata espressa chiaramente: è stato il primo, non sarà certamente l’ultimo. È l’incontro-convegno su “L’organizzazione della chiamata dei donatori, esperienze a confronto”, il 27 ottobre presso l’Azienda ospedaliera di Padova, organizzato dal Crat (Centro regionale attività trasfusio-

nali) del Veneto. L’incontro ha visto riuniti, su un tema di stretta attualità, i responsabili dei Dipartimenti interaziendali di medicina trasfusionale e delle associazioni di donatori del Veneto, rivelandosi parecchio interessante per fare il punto della situazione. Uno stimolo a fare sempre meglio e sempre di più per favorire l’incremento delle donazioni, facendo tesoro l’uno delle esperienze positive dell’altro. Vediamo di seguito le varie esperienze portate sull’argomento della giornata dai responsabili dei Dimt o dei Centri Raccolta e dai dirigenti associativi Avis e Fidas:

BELLUNO

A

fare da apripista, introdotti dal dott. Antonio Breda, responsabile del Crat e moderatore della mattinata, è stata la provincia di Belluno, che da

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qualche tempo ha introdotto la chiamata del donatore in base alle precise richieste di sangue, plasma e piastrine da parte del Dimt. “Per evitare l’eccedenza in taluni periodi e la carenza in altri, per evitare di togliere il sangue quando non serve - è stato sottolineato dal dott. Stefano Capelli, direttore del Ct di Belluno e dalla presidente dell’Abvs provinciale, Gina Bortot, che hanno spiegato come - la chiamata dei donatori avviene telefonicamente da parte della segreteria provinciale dell’Abvs, facendo risparmiare tempo ai donatori che scelgono giorno e ora della donazione, organizzando al meglio il proprio tempo anche con gli impegni di lavoro e familiari. Donatori che non solo hanno capito l’importanza del nuovo sistema di organizzazione della donazione, ma l’hanno accolto favorevolmente, così come l’idea di eliminare le classiche benemerenze per far posto ad altre forme di ringraziamento a chi si spende per il prossimo”.

ROVIGO

D

opo Belluno è stata la volta di un altro esempio positivo: Rovigo. Il dottor Francesco Chiavilli ha spiegato il funzionamento del Dipartimento provinciale, sottolineando che anche grazie all’organizzazione programmata della donazione riesce a contribuire all’autosufficienza regionale (con 600 sacche inviate a Padova) e nazionale (con un aiuto di 2.500 sacche alla Sardegna). Anche in questo caso la chiamata dei donatori avviene telefonicamente, in un clima di collaborazione tra Avis e Fidas. Il Dimt, infatti, informa le due associazioni circa le sue necessità di sangue (con particolare attenzione alle necessità per la cura dei talassemici, che sono numerosi in questa parte della regione) e loro si mettono in moto. L’Avis provinciale, che ha una lunga storia in fatto di


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ogni giorno. “Va riconosciuto che un leggero aumento del prelevato c’è stato grazie alla chiamata di una parte dei donatori da parte della Fidas, ma siamo ancora alle telefonate a tappeto, senza una programmazione alle spalle”. E così strutture belle, funzionali e ben distribuite sul territorio si ritrovano a non essere utilizzate al cento per cento. Occorre uno sforzo in più, magari guardando alle esperienze positive delle altre province.

TREVISO

I

n quella di Treviso, per esempio, è ormai collaudata e storica l’esperienza dell’Avis di Castelfranco, che con i suoi volontari gestisce la chiamata dei donatori di dieci Avis comunali. Per il dott. Alessandro Dal Canton, responsabile del Dimt provinciale e Gino Foffano, presidente dell’Avis provin-

ATTUALITA’

uffici di chiamata, attiva i suoi tre dipendenti a Rovigo e Adria e la Fidas i suoi volontari. Come ben spiegato rispettivamente dal presidente dell’Avis provinciale, Massimo Varliero e dalla responsabile della Fidas, Roberta Paesante, la chiamata dei donatori fa parte della cultura stessa della donazione in questa zona del Veneto ed è considerata fondamentale, perché permette un rapporto diretto con il socio, che è aspetto molto importante della fidelizzazione. La chiamata è telefonica nella stragrande maggioranza dei casi e si ricorre all’uso delle email o della lettera quando è il donatore stesso a richiederle, di solito quale giustificazione scritta dell’assenza dal lavoro per il proprio datore. Il donatore è invitato con un certo anticipo alla donazione, tenendo conto dei 90 giorni dalla sua ultima donazione precedente. Una volta all’anno c’è anche una sorta di “revisione” di tutti i donatori, per verificare chi dona e chi no e individuare i motivi della mancata donazione. L’ufficio di chiamata permette di non penalizzare alcun donatore e di bilanciare la raccolta, dando a tutti la stessa importanza. Varliero, prima di chiudere il suo intervento, ha illustrato molto dettagliatamente anche il sistema informatico usato dalla provinciale.

PADOVA

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utta un’altra storia, invece, l’esperienza nella provincia di Padova, come evidenziato dalle parole di Alberto Marotti. “A partire dal numero di associazioni diverse che riuniscono i donatori di sangue, che sono ben sei: Advs, Associazione Amici dell’ospedale, Avis, Croce Rossa, Croce Verde e Fidas, oltre ad un certo numero di donatori non iscritti ad alcuna di queste”. Organizzare i donatori, in una situazione così non è

ciale di Treviso, riuscire a gestire al meglio le donazioni, anche tramite la chiamata telefonica, permette, per esempio, di utilizzare meglio e di più il sangue fresco rispetto a quello prossimo alla scadenza. La chiamata telefonica del donatore è ormai una felice realtà anche per le zone di Conegliano e Vittorio Veneto (Ulss 7) le cui Avis, come per Castelfranco e Montebelluna (Ulss 8), sono all’interno dell’ospedale. Per l’Ulss 9 a pensare alle chiamate e a inoltrare le richieste di sangue è l’Avis provinciale di Treviso. Si tratta di realtà diverse, di modelli diversi, ma che operano sempre in sinergia e collaborazione. “Ma stiamo attenti ai tagli alla sanità - ha sottolineato Foffano - che rischiano di vanificare tanto lavoro”.

VENEZIA facile, e mancando alla base una cultura della chiamata, sembra forse più irraggiungibile di quanto invece potrebbe essere. Mariotti è quindi passato ad elencare i punti di raccolta del sangue in provincia, che se registrano un buon numero di sacche e quindi l’autosufficienza di plasma e piastrine, sono molto al di sotto di quanto servirebbe per il sangue intero. A Padova, infatti, arriva sangue da tutta la regione,

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ituazione tranquilla nella provincia di Venezia dove, come ha spiegato il responsabile del Dimt dott. Marchiori, l’andamento tra quanto si raccoglie va al passo con quanto si utilizza. C’è poco margine operativo, al limite, per cui la necessità è di incrementare il prelevato. In merito alla chiamata dei donatori, ha spiegato Gobbo, che non esiste un 11


ATTUALITA’

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efficaci. Luca Cavinato, in qualità di rappresentante di tutte le associazioni, ha spiegato alla platea che si sta andando comunque verso un sistema di chiamata uguale per tutti, e che l’intenzione è di partire in via sperimentale a Vicenza già ad inizio del 2013 per entrare a pieno regime entro il 2014, con un’unica piattaforma informatizzata che partendo dalle richieste di sangue da parte dei Ct sia a disposizione di tutti i donatori che avranno la possibilità di auto prenotarsi, con un memory tramite sms o email.

VERONA unico ufficio provinciale dedicato a questo, ma che ogni Avis (o più Avis insieme) gestisce le sue chiamate in base alle richieste. Ci sono, quindi, tanti uffici di chiamata. È stata poi illustrata l’esperienza di Chioggia, che ha adottato il sistema della prenotazione on-line, ad oggi utilizzata dall’85% dei donatori. All’inizio non è stato facile abituare i soci, ma col tempo il meccanismo si è rivelato vincente e l’incremento delle donazioni è stato il primo frutto positivo. Ogni donatore ha una sua password con cui prenota giorno e orario, e la programmazione delle uscite domenicali per le raccolte sangue è molto migliorata.

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n provincia di Verona, come ha spiegato il dottor Aprili, si sta guardando alle esperienze di chi è già più avanti per adottare un sistema efficace di chiamata, dato che fino ad oggi al limite si avvisano i donatori quando stanno per scadere i 90 giorni dall’ultima donazione. Dal 15 ottobre si è avviato un proget-

VICENZA

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olto complessa e variegata, ma in fase di razionalizzazione, la situazione nella provincia di Vicenza dove si contano quattro Ulss con tre punti di raccolta ciascuna, gestiti da associazioni diverse. In tutte le Ulss sono presenti Avis e Fidas, alle quali si aggiungono l’Rda e la Campese all’Ulss 3, l’Adosalvi alla 4 e l’associazione Cav. Trevisana alla 5. Ogni associazione ha per il momento il suo sistema informatico, anche se si sta andando verso un sistema unico. Molto variegato il sistema di chiamata dei donatori, nel senso che nell’Ulss 6 la gestisce il Sit di Vicenza, nell’Ulss 5 e 4 le proprie associazioni e nell’Ulss 3 sia le associazioni che il Sit di Bassano del Grappa. In molti casi si utilizzano ancora le chiamate attraverso le cartoline, che però, non sono molto

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to pilota a Legnago (che ha un numero contenuto di soci). Il progetto è stato presentato dal dottor Francesco Bertola e da Simone Guzzetti, rappresentante delle Associazioni Avis, Fidas e Asfa, oltre ai donatori non iscritti. La finalità è rendere più regolare l’afflusso delle donazioni tramite un sistema di chiamata telefonica, che è stata spiegata a tutti i soci tramite una lettera. 42 i volontari, formati in tal senso, che sono presenti nei Ct, si alternano alla chiamata, ricevono e confermano le prenotazioni, gestiscono telefonate e quando richiesto sms ed email. Il tutto in una piena condivisione tra associazioni di strumenti e risorse. Nei primi 12 giorni di attività si era registrata una media di 18 prenotazioni al giorno!

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n chiusura dell’incontro, ricordando che la chiamata è per legge compito delle associazioni e che è prevista una apposita quota di rimborso, i responsabili Fidas e Avis Veneto hanno tratto le loro conclusioni sul tema. La posizione dell’Avis regionale è stata esposta dal vicepresidente Francesco Magarotto. Ne riportiamo un estratto nella pagina accanto. Michela Rossato


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’autosufficienza in sangue ed emoderivati è un risultato dinamico che deve essere riconquistato ogni giorno e che necessita della messa in rete di disponibilità e necessità su base nazionale. Gli strumenti per raggiungere l’autosufficienza sono l’incremento dei donatori e delle donazioni, la programmazione sanitaria, la corretta gestione dell’invio dei donatori ai Ct, il buon uso del sangue. La chiamata garantisce un afflusso regolato dei donatori per giornata, settimana e mese e consente un utilizzo più razionale del sangue donato, di evitare momenti di carenza o eccedenza, un miglior utilizzo delle risorse umane delle strutture ospedaliere, oltre che una maggior qualità complessiva delle attività di laboratorio. Laddove si possono verificare situazioni di emergenza, che richiedono una raccolta straordinaria, un ufficio per la chiamata dei donatori garantisce una risposta tempestiva; laddove si possono verificare periodi in cui la richiesta diminuisce, l’ufficio di chiamata permette di non penalizzare alcuna Comunale e alcun donatore. Un efficiente servizio di coordinamento, inoltre, consente una maggiore tutela dei donatori e il contenimento degli sprechi nella raccolta di sangue. Se per alcune realtà più piccole in termini di abitanti e strutture sanitarie, quali Rovigo e Belluno, l’ufficio unico provinciale risponde pienamente alle bisogna, in realtà provinciali più vaste sarebbe auspicabile ne sorgesse uno presso ogni Unità di raccolta, raggruppando le Avis afferenti e coordinandosi con gli altri. Premesso, quindi, che tale attività non deve diventare un alibi per gli operatori per rifiutare un donatore, dobbiamo sempre ricordarci della volontarietà del donatore (che non dev’essere sminuita da una programmazione esasperata). Se in questo periodo, poi, vi è grande difficoltà ad astenersi dai luoghi di lavoro, la programmazione deve prevedere aperture che vadano incontro ai donatori, ad esempio di domenica o al pomeriggio. Ancora è importante il coordinamento dei centri (e del personale) a cura del Dipartimento provinciale, rispettosa della programmazione delle necessità del territorio provinciale e regionale per sangue intero e plasma, evitando che nella

stessa provincia vi sia chi raccoglie e chi deve fermarsi. Se poi questo capita a Padova la cosa è ancora più stridente. Importante è anche il coinvolgimento delle associazioni. Questo incontro organizzato dal Crat ha portato tutti i capi dipartimento a convocare le Conferenze di dipartimento per verificare l’esistente e decidere assieme a tutto il volontariato gli interventi di

ATTUALITA’

Tutto ciò che serve, dove serve

oggi sull’attività da loro svolta. Non è un percorso facile e celere, il volontariato è pronto, ma ora si aspetta molto da chi è delegato per questi compiti, sia esso l’istituzione o un professionista. C’è poi il timore di perdere il contatto diretto con il donatore o che questo servizio toglierebbe troppe risorse all’attività locale di propaganda. Non vogliamo dare risposte, ma fare alcune considerazioni: con la chiamata molti dei nostri donatori, che si recano spontaneamente a donare, si sentiranno più importanti! Moltissimi donatori che auspicano un servizio più personalizzato e una donazione più celere saranno accontentati, gli operatori, volontari o non, degli uffici di chiamata sono formati per rispondere alle domande più frequenti e per lasciare traccia dei loro contatti, inoltre, sono organizzati per contattare il donatore nelle fasce orarie più convenienti. Un servizio di chiamata ha sicuramente un costo per le necessità tecnologiche e di personale, ma si può ovviare con volontari preparati e dedicati, oppure facendo “massa critica” che abbatte i costi! Le nostre stime dicono che solo il 50% dei nostri nuovi soci ridona almeno una volta all’anno nei 5 anni successivi. Questo significa che il nostro problema è la fidelizzazione del nuovo donatore e l’ufficio di chiamata può essere un potente strumento di fidelizzazione. Francesco Magarotto - vice vresidente Avis regionale Veneto 13


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Un’istantanea di rive adriatiche PROGETTO BESSY

È

stato un seminario piuttosto interessante, visti i dati presenttati nell’ambito del Progetto Bessy, dal prof. Marco Carradore dell’Università Cà Foscari di Venezia. quello svoltosi a Dolo il 1° dicembre scorso. Con Giorgio Brunello, responsabile per Avis regionale del progetto, ha relazionato Elena Galbiati presentando le finalità del progetto finanziato dall’Unione Europea e che coinvolge gli stati che si affacciano sul mare Adriatico. Clou della giornata, cui erano presenti diversi presidenti provinciali e dirigenti regionali, la comparazione fra i diversi assetti organizzativi dei sistemi trasfusionali di Italia (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna), Slovenia, Croazia e Albania. Una ricerca a tutto campo, esposta da Marco Carradore della Fondazione Università Cà Foscari di Venezia, ente partner del progetto. Un “confronto” che, per

quanto riguarda l’Italia - come scrive lo stesso presidente regionale Alberto Argentoni nella pagina accanto ha fatto emergere come in Italia, e in particolare nelle tre regioni esaminate, il ruolo del volontariato sia molto incisivo e soprattutto valorizzato dalle stesse istituzioni. Un “peso” dovuto certamente alla più lunga storia di associazionismo e di volontariato del sangue di tutta Europa e dovuto alla felice intuizione (nel 1927) di Vittorio Formentano, fondatore dell’Avis e

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propugnatore del ruolo indispensabile dell’associazionismo volontario perfino durante lo stesso ventennio fascista. Tanto che lo stesso governo Mussolini, negli anni ‘30, con le “autorizzazioni” prefettizie tentò di irregimentare le decine di Avis sorte in tutta Italia da nord a sud. Tornando alla ricerca (le cui slide complete saranno disponibili sul sito avisveneto.it e www.bessyproject.eu), presentata nella sala consiliare gentil-

mente messa a disposizione dall’Amministrazione comunale di Dolo, è stata lo spunto per una tavola rotonda sulla situazione trasfusionale del Veneto e dell’Italia. Particolarmente illuminante l’intervento di Antonio Breda, responsabile del Crat regionale, che ha dato il “la” ai successivi interventi di Argentoni, Bernardino Spaliviero, Carmelo Agostini (presidente Avis regionale Friuli), Giorgio Scotto per la provinciale di Venezia, Gino Foffano presidente Avis provinciale di Treviso. Interventi che, appunto confermando il ruolo propositivo e “di guardia” delle Associazioni, non hanno mancato di mettere le dita nelle attuali “piaghette” del nostro pur efficiente sistema trasfusionale, messo a rischio dalla carenza di risorse, soprattutto umane. Una situazione confermata dai medici trasfusionisti presenti, fra cui il dottor Giorgio Marchiori, Beppe Castellano responsabile del Dimt di Venezia.


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essy è un progetto che mette assieme le associazioni dei donatori di sangue e i Servizi trasfusionali di Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Slovenia, Croazia e Albania. L’obiettivo è quello di creare una rete tra queste realtà per scambiare esperienze, buone pratiche, materiali e idee. A ottobre una delegazione di Avis Veneto ha partecipato al meeting di metà percorso, che serviva per fare il punto sul lavoro finora svolto e condividere il programma per il prossimo anno. Il meeting si è tenuto a Spalato, in Croazia, dove siamo stati ospiti della Croce Rossa nazionale. Nei Paesi dell’Est, la Croce Rossa svolge il medesimo ruolo di Avis in Italia: promuove il dono del sangue, organizza i donatori in gruppi, coordina la raccolta del sangue. Ma c’è una differenza sostanziale. Avis è un’organizzazione non governativa, autonoma e indipendente, guidata da volontari, mentre la Croce Rossa è un organizzazione statale, braccio operativo del ministero, guidata da personale dipendente (anche se il presidente nazionale che abbiamo conosciuto è un volontario). Come abbiamo già detto molte volte, la nostra legislazione sul volontariato del sangue è veramente diversa e, a mio parere, superiore a quella degli altri Paesi europei. Una cosa di cui andare fieri! Quando ci confrontiamo e Avis può parlare di partecipazione alla programmazione della raccolta, di autonomia nell’organizzazione e di risorse dedicate, i dirigenti delle organizzazioni straniere strabuzzano gli occhi e ci chiedono di ripetere. Pensano di non aver capito bene e se fosse per il mio inglese potrebbe essere anche possibile, ma poi gli interpreti confermano il contenuto dell’informazione. A quel punto ci sono due reazioni: i volontari chiedono di approfondire, mentre i governativi ci guardano con scetticismo e borbottano tra di loro. Penso si chiedano dove lo Stato trovi le risorse per questa organizzazione e se ne valga la pena. Affermano che da loro i donatori ci sono lo stesso, anche senza questi “privilegi”. Allora ci dobbiamo affrettare a spiegare che l’Italia è un Paese molto più grande dei loro, che l’autosufficienza non c’è in tutte le regioni, che il sistema trasfusionale pubblico non riesce a raccogliere tutto il sangue disponibile e che l’investimento nel volontariato è particolarmente proficuo per la società. Una ricerca scientifica finanziata dalla Comunità Europea nel 2011, anno europeo del volontariato, ha stimato che per ogni euro investito nel volontariato vengono “prodotte” attività per almeno sette euro. Per non parlare del contributo all’identità culturale, all’aggregazione sociale, all’educazione civica e alla sussidiarietà. Tutte cose che il volontario produce e che, a mio parere, non hanno prezzo! Proprio per avvalorare que-

sta ipotesi abbiano voluto che nel progetto Bessy fosse prevista una ricerca scientifica sul capitale sociale prodotto dal volontariato. Non è qui possibile riassumere i risultati di questa complessa ricerca, ma confermano che le associazioni dei donatori di sangue hanno un’eccellente reputazione, un patrimonio valoriale ampiamente condiviso e che i donatori hanno una maggiore capacità di cooperazione e di responsabilizzazione, oltre che stili di vita più salutari. Qualcuno ha detto che lo sapevamo già. È vero, noi ne siamo convinti da sempre, ma qualcuno poteva accusarci di autoreferenzialità, mentre qui abbiamo dei dati significativi per numero di interviste,

PROGETTO BESSY

La verifica di metà percorso in Croazia

provenienti da aree diverse, validati da ricercatori universitari. Finisco con un aneddoto “patriottico”: Spalato è una città della Dalmazia che per qualche secolo è stata governata dalla Serenissima di Venezia. Girando per la città vecchia, si possono ammirare le tracce evidenti di questa presenza (i resti dei bastioni fortificati, alcuni bei palazzi in stile) e sentire dei termini del dialetto locale che richiamano o sono i medesimi del nostro. Non ho visto, però, nessuna effige del nostro Leone di San Marco. Svista personale o un fatto sospetto? Pertanto, alla fine della mia presentazione durante l’ultima sessione del meeting, ho voluto inserire una diapositiva con l’immagine del Leone… ad ogni buon Alberto Argentoni conto! 15


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Dolo: dove la bontà è di casa SAMARITANO 2012

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a 15ª edizione del Proemio Samaritano, svoltasi a Dolo il 1° dicembre, ha come sempre messo in risalto come il nostro grande Paese sia pieno - come ha detto uno dei 5 finalisti - di “foreste che crescono in silenzio” piuttosto che di “alberi che cadono rumorosamente”. Sono questi ultimi, infatti, che “fanno notizia”. Sono i fatti di sangue e i gli atti disonesti quelli che trovano spazio sui mass media, non i tantissimi italiani che, in silenzio, si impegnano per gli altri. Il Proemio Samaritano nacque a suo tempo proprio per questo, per raccontare storie di vita “normale”, soprattutto alle nuove generazioni. E per poter dire che “si può”, impegnarsi per chiunque altro, senza grossi sforzi. Un po’ come donare sangue, insomma. Qui riportiamo in breve le “storie” dei 5 finalisti, nella foto sotto da sinistra a destra: Gaspare Famularo, Gianna Zanette, Caterina Bellandi, un’amica di Ivana Lovera e - il più giovane di tutti - Riccardo Nicolò Favarin.

trato Patch Adams, il medico clown, il quale l’ha invitata a seguirlo in Russia, dove svolge la sua attività benefica in ospedali pediatrici, asili, orfanotrofi. Dal 2007 Caterina è Ambasciatrice per la solidarietà per la città di Firenze.

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vana Lovera, 46 anni, vive a Robilante (Cn). E’ volontaria ospedaliera all’Avo di Cuneo, infermiera volontaria della Croce Rossa, è stata segretaria dell’Avis comunale. Nel 1991 si è recata a Lourdes con l’Oftal, prendendosi cura di Bruna, una ragazza affetta da sindrome di Down con la quale instaura una bellissima amicizia. Nel 1992 è alla sua prima esperienza di volontariato internazionale a El Alto, periferia di La Paz, in Bolivia, presso la missione salesiana. Dal 2003 è per quattro volte in un ambulatorio a Butea, in Romania, nel centro delle Suore Missionarie della Passione di Villanova Mondovì (Cn). Con la Caritas di Genova è a Bonefro, in Molise, dopo il terremoto. A 40 anni chiede due anni di aspettativa dal lavoro e svolge volontariato prima in Albania presso la Caritas di Tirana e poi in Argentina, alla periferia di Buenos Aires, in una comunità alloggio per bambini e ragazzi provenienti dalle “villas”, le “favelas” argentine. Quando torna in Italia, alla fine del 2008, presso la Caritas diocesana di Cuneo diventa la responsabile del Centro d’Ascolto. Se le si chiede perché fa tutto ciò, Ivana risponde che non potrebbe vivere la sua vita in modo differente, senza “spendersi” per gli altri.

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ilano 25 è un taxi con il quale la signora Caterina Bellandi effettua corse gratuite da e per l’Azienda ospedaliero-universitaria Meyer di Firenze, a favore dei familiari dei bambini ammalati di tumore. L’entusiasmo di Caterina è stato tale da riuscire a coinvolgere tutti i tassisti fiorentini per la realizzazione di corse gratuite non solo dei bambini, ma anche degli anziani. Il suo taxi è piuttosto anomalo; è pieno di pupazzi colorati e di chitarrine. Caterina porta sulla testa cappelli stravaganti, coloratissimi. Il suo sorriso sincero e spontaneo e la sua personalità hanno un’efficacia incredibile. Caterina, con l’associazione Milano 25, organizza gite ai musei, porta i bambini agli allenamenti della Nazionale di calcio o in mongolfiera, organizza la caccia al tesoro e feste bellissime nella “Casa della gioia”. Ha incon-

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a dott.ssa Gianna Zanette, 51 anni, è di Prata (Pn), anestesista presso l’azienda ospedaliera “Santa Maria degli Angeli” di Pordenone, ha 90 donazioni all’attivo, è stata presidente e segretaria dell’Avis di Prata, consigliere dell’Avis regionale Friuli Venezia Giulia, responsabile del Comitato medico e componente del Cobus. Si è sempre occupata del mondo giovanile, ha contribuito in modo rilevante alla raccolta fondi per Telethon ed è stata promotrice della nascita delle sezioni Aido e Admo a Prata. Ha operato a lungo presso il Centro di riferimento Oncologico di Aviano, ed è stata più volte in Albania con la Caritas Diocesana, dove ha prestato servizio come anestesista da volontaria. E da volontaria si è impegnata moltissimo: in un ospedale in Nepal, in Albania con la “Missione Arcobaleno” lanciata dalla comunità internazionale per ospitare i profughi kossovari, in Africa presso il North Kinongap Catholic Hospital, a 200 chilometri a


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nord-ovest di Nairobi (Kenya), a 2.450 metri d’altitudine, in Messico in un ospedale sull’altopiano del Messico. Una vita spesa a servizio del prossimo. aspare Famularo, 73 anni, di Lamezia Terme, per 40 ha lavorato all’Anas. Ha affrontato sempre, in prima persona, le emergenze presentatesi, dando prova di grande professionalità, impegno, umanità e spirito di sacrificio. Ha prestato soccorso da volontario ai terremotati dell’Irpinia, guidando una squadra Anas-Polizia stradale assegnata a Sant’Andrea di Conza. Ha promosso a Campotenese (Pollino), la festa della “Madonna della Neve”, che ancora oggi viene celebrata. La sua vita è divisa tra la famiglia, il lavoro e la parrocchia, che lo vede impegnato in iniziative di solidarietà quotidiana, specie per anziani e malati. È attivo nel ramo laico dell’Ordine dei Minimi, fondato da San Francesco di Paola. Ha rifondato il Gruppo sportivo Charitas, organizzato iniziative sportive all’interno del supercarcere di Catanzaro, collaborato alla banca alimentare, alla banca della solidarietà per gli immigrati, al telefono Amico, a progetti in Africa e Asia, alla fondazione, insieme ad altre persone auto-tassatesi, della “Cassa della Solidarietà” per chi versa in serie difficoltà economiche. Sostenendone completamente gli oneri - assieme all’Associazione trapiantati di fegato di Verona, alla culturale Anthurium, l’Ordine dei Minimi e Aido, Avis e Uciim - ha organizzato a giugno, a Lamezia, la “Giornata Minima della donazione” in memoria della moglie, trapiantata di fegato nel

2006 e deceduta nel 2011, della quale è stata presentata la raccolta “Na gùccia d’acqua” con ricavato devoluto all’Associazione veronese. Oltre 30 persone si sono iscritte all’Aido quel giorno.

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iccardo Nicolò Favarin, 28 anni, vive a Spinea (Ve), è donatore attivo dell’Avis comunale e fa anche parte del Gruppo parrocchiale “Il Passo”, nato nel 2001 e formato da disabili fisici e psichici che sono seguiti da soli volontari. Riccardo, in particolare, segue e aiuta due ragazzi: il primo rimasto orfano che vive con una badante, il secondo che vive con i genitori, rimasto cieco e con diverse difficoltà motorie e psichiche a seguito di un incidente. Riccardo si ritaglia del tempo per recarsi a casa di questi due ragazzi e, nei fine settimana, li fa uscire dalle mura domestiche, accompagnandoli a partecipare nel gruppo che organizza campi scuola marini e montani e in alcune manifestazioni cittadine, cercando di farli sentire come tutti gli altri giovanii della loro età.

SAMARITANO 2012

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Beppe Castellano e Michela Rossato

In “gruppo” si lavora per gli altri: due menzioni speciali

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enzione speciale a Orione Musical Group di Chirignago (Ve), esempio di solidarietà che nasce spontaneamente e rafforza il legame di amicizia ed uguaglianza a favore di chi ha avuto meno dalla vita. Un gruppo “musical” aperto a tutti. È proprio il caso di dire, usando il titolo dello spettacolo di successo realizzato dal gruppo, che, volendo impegnarsi, “C’é posto per tutti”.

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enzione speciale anche alla classe 3ª F della scuola media “D. Alighieri” di Oriago (Ve) per lo spirito costruttivo con cui la classe, mettendosi in discussione e sottoscrivendosi, ha affrontato il tema identificando luci e ombre nella figura del moderno Samaritano. Uno dei tanti episodi di “buon insegnamento” che quotidianamente si verificano nella scuola attuale e che non trovano spazio comunicativo.

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DALLA REGIONALE -CONVEGNI

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Quelle “dieci” per il Dono, con testimoni C

ronaca e testimonianze dall’incontro con le scuole a Mestre promosso dalle 10 associazioni del Dono “E se fossi tu ad avere bisogno degli altri?” è una domanda che spesso noi avisini ci ritroviamo a porre per smuovere le coscienze e promuovere il gesto della donazione. Era anche il tema scelto per il convegno annuale delle dieci Associazioni del Dono del Veneto (vedi elenco nel riquadro sotto), organizzato presso l’Istituto Pacinotti di Mestre sabato 6 ottobre. A introdurre il tema della donazione a una platea di 200 studenti il giornalista e opinionista Bruno Fasani, che ha sottolineato il ritardo della politica in tema di donazione di organi (tema che non porta voti) e la cultura cardiocentrica che, insieme al terrorismo sugli espianti da persone ancora vive, inibisce l’espressione del consenso alla donazione. A presentare poi le diverse sfaccettature del dono c’erano i rappresentanti di Avis, Aido e Aned, affiancati dal dott. Giacomo Zanus, vice responsabile Chirurgia epatobiliare e trapianti epatici dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova, e la dott.ssa Maria Irene Fezzi, responsabile del Laboratorio HLA dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre, che hanno illustrato la situazione attuale in ambito di trapianti di fegato e di midollo osseo. Fulcro della manifestazione sono state le quattro testimonianze, che hanno catturato l’attenzione di tutti i presenti arrivando dritte al cuore. Le riportiamo qui di seguito, anche se ci piacerebbe farvele ascoltare dalla viva voce degli stessi protagonisti. Cominciamo da Antonio e Federico (foto a destra).

Le 10 Associazioni del Dono del Veneto ACTI: Associazione Cardio Trapiantati Italiani; ADMO: Associazione Donatori di Midollo Osseo; ADoCeS: Associazione Donatori Cellule Staminali; AIDO: Associazione Italiana per la Donazione di Organi, tessuti e cellule; AIL: Associazione Italiana contro le Leucemie, linfomi e mieloma; ANED: Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto; AVIS: Associazione Volontari Italiani Sangue; Associazione Veneta per la lotta alla talassemia; FIDAS: Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue; LAGEV: Libera Associazione Genitori ed Emofilici del Veneto. 18

Antonio, Jesolo (VE): Un fegato nuovo, una nuova Vita

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o subito un trapianto di fegato il 13 luglio del 2008, ma la cosa strana è che dieci giorni prima sembravo perfettamente sano. Il primo sintomo della malattia è stata la stanchezza, che mi ha spinto a fare gli esami del sangue: avevo le transaminasi alle stelle. A causa di un’epatite autoimmune, i miei anticorpi avevano attaccato il fegato, riducendolo a circa 800 grammi… era praticamente dimezzato. Ricordo che mi sono addormentato a casa un sabato sera e mi sono svegliato 17 giorni dopo, in un letto d’ospedale, dimagrito di 17 kg, pieno di tubi e con un cerottone sulla pancia, che copriva un taglio enorme. Immaginate la mia reazione! Ho saputo che ero entrato in coma e senza un trapianto non avrei avuto scampo. Sono tornato a casa il 31 luglio, dopo una bella dose di riabilitazione per riprendere a camminare, e in agosto ho potuto tagliare la torta di compleanno di mia figlia, come da tradizione, anche se con la mascherina su naso e bocca. Il recupero è stato lungo ma già a dicembre sono riuscito a partecipare alla Maratona di Natale di Jesolo, arrivando per ultimo. Ora sono tornato a vivere, a lavorare come odontotecnico e a fare lo speaker per i bersaglieri, una delle mie passioni. Tutto grazie al dono altrui.

Federico, Casciana Terme (PI): Un semplice “Sì” può cambiare il mondo

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a malattia ha iniziato a intaccare il mio tran tran quotidiano nel 1994, quando avevo 19 anni: iniziai a star male e a perdere peso, ma non si capiva il perché. Sono stato trasferito a Bologna, dove mi hanno diagnosticato una malattia rara, che avrebbe richiesto, prima o poi, un trapianto di fegato. All’epoca in Italia di donazioni di organi e trapianti si parlava pochissimo, ma proprio a quell’estate risale la storia di Nicholas Green, il bambino statunitense di 7 anni ucciso lungo la Salerno-Reggio Calabria.


I genitori decisero di donare i suoi organi, di cui beneficiarono sette italiani, e diedero così una spinta alle donazioni in tutta Italia. Io riuscii a vivere quasi normalmente per alcuni anni, seppur con farmaci e ricoveri periodici, fino alla comparsa delle febbri cicliche: ogni 2 settimane avevo 10 giorni di febbre alta. Nel gennaio 2003 la situazione peggiorò e passai 8 mesi più o meno continui in ospedale, per entrare infine in lista d’attesa. Furono mesi terribili: la malattia è una prigione, per me ogni giorno in più in ospedale era un giorno in meno di vita, vedevo sfumare tutti i miei sogni. Gli ultimi tempi non mi volevo addormentare per paura di non svegliarmi. Ho subito il trapianto il 29 luglio 2003. Mi ricordo di essermi svegliato con una forza incredibile, tutti i miei progetti erano di nuovo alla mia portata. A partire da uno: partecipare alle gare di nuoto ai Giochi Mondiali dei Trapiantati, su cui avevo letto un trafiletto della Gazzetta pochi giorni prima del trapianto. E così ho fatto: un anno dopo il trapianto ho ricominciato a nuotare e nel luglio 2005 ero in Canada, a gareggiare ai Mondiali in sette specialità. Ho conquistato tre ori, un argento, due bronzi e il record mondiale sui 50 metri rana, tuttora imbattuto, se non sbaglio. Poi 4 anni fa è nata Rebecca, sono diventato babbo e ora faccio una vita straordinariamente normale… perché chi l’ha scritto che star bene è “normale”? Se la mattina vi svegliate e riuscite ad alzarvi da soli, ritenetevi già fortunati! Fate uno spettacolo di vita! Quella che ora posso fare anche io grazie a quel sì di chi mi ha donato il fegato; da quel sì la vita si è moltiplicata! Quindi, volete cambiare il mondo? Iniziate da questo: scegliete voi cosa fare dei vostri organi e del vostro sangue e ricordate: la donazione è un gesto di civiltà.

Giovanna, Mestre (VE): Senza “Uno su 100mila” avrebbe vinto la leucemia

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el 2000 mi è stata diagnosticata la leucemia. È successo tutto all’improvviso, avevo notato degli ematomi sul braccio e ho fatto degli accertamenti; appena arrivati gli esiti sono stata ricoverata d’urgenza, senza nemmeno passare per casa, e ho iniziato le terapie. Ho fatto quattro anni di chemio e di radio, lottando duramente anche per i due gemellini che mi aspettavano a casa, finché la malattia sembrò essersi fermata. Ma dopo un anno la bastarda tornò e ricominciai i cicli di chemio e radio, ma a quel punto solo un trapianto di midollo osseo poteva salvarmi, così iniziarono la ricerca nel registro dei donatori. Nel dicembre 2004 ho trovato quell’1 su 100.000 che con il suo dono poteva salvarmi e ho iniziato la durissima procedura per il trapianto. La settimana precedente al giorno zero infatti, il ricevente viene praticamente “ucciso”: tutto il suo midollo osseo

viene bombardato per “fare posto” a quello sano donato. In tutto questo periodo rimane in totale isolamento e vi assicuro che è un’esperienza terribile, che si supera solo pensando alla possibilità di vivere che ci viene nuovamente donata. Dopo il trapianto poi si è come dei neonati e il sistema immunitario parte da zero. A dicembre quindi compio 8 anni! Oggi il mio fisico paga ancora le conseguenze della malattia e della terapia, ma non è nulla rispetto a quello che ha attraversato e soprattutto non è nulla di fronte alla possibilità che ho di vivere, mangiare, ridere, stare con la mia famiglia, lavorare… Tutte cose che mi sarebbero state negate senza il dono consapevole di quell’1 su 100.000. Oggi sono un vero e proprio OGM, un organismo geneticamente modificato, perché in effetti il mio sangue è quello del mio donatore, un uomo… sarà per questo che da allora mi son cresciute due p… così!

Tatiana, Mestre (VE): Ho donato e ho dato un senso profondo alla mia esistenza

DALLA REGIONALE - CONVEGNI

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l 21 ottobre 2006 ho avuto la fortuna di donare il mio midollo a un ragazzo sedicenne. Mi ero fatta tipizzare a 20 anni, dopo aver letto sul giornale una lettera di un tredicenne morto di leucemia che mi aveva molto colpito, anche perché avevo perso il padre l’anno precedente. Per 16 anni non ho più avuto contatti con il centro tipizzazioni fino all’agosto del 2006, quando una mattina la dott.ssa Fezzi del laboratorio HLA mi telefonò per comunicarmi che ero risultata compatibile con un sedicenne in attesa di trapianto di midollo. Fui sottoposta a tutta una serie di analisi per confermare la compatibilità e accertare il mio stato di salute, feci due auto donazioni e mi sottoposi all’intervento di prelievo di sangue midollare dalle ossa del bacino, in anestesia totale. Fu tutto molto rapido, la sera stessa ero a casa con mia figlia. L’unico fastidio che ricordo è un indolenzimento a livello lombare, che scomparve in 24 ore. Sono felicissima di aver avuto questa possibilità e mi emoziono ogni volta parlarne. La donazione in tutte le sue forme è una questione di rispetto e di amore per la vita, un modo di dire grazie e di dare un senso profondo alla nostra esistenza. Per questo voglio che dal mio corpo si prenda tutto quello di cui c’è bisoServizio di Giorgia Chiaro gno per aiutare gli altri. 19


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Forum giovani interregionale, se va in scena il cambiamento U

na farfalla di peluche, le chiavi della nuova casa, ciativo (si avvicinano i rinnovi delle cariche) ma un pezzo di pongo, una trousse di trucchi, un anche personale. A condurre i lavori del Forum una paio di forbici. Sono alcuni dei simboli del “cambia- squadra di facilitatori della Dof Consulting capitanamento” portati dai partecita da Alessandro Rinaldi panti al Forum Interregionale (Nicola Gaiarin, Federico Giovani Avis “Change shall Da cinque Regioni e Province Guerrini, Ilaria Morabito, be right”, che il 27 e 28 otto- Autonome per lavorare assieme Marzia Nobile, Giovanna bre ha riunito a Preganziol Tinunin) con un metodo (Tv) un’ottantina di volontari innovativo, efficace e senza di Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino, Alto dubbio divertente: il teatro d’impresa. Come “riscalAdige-Südtirol e Lombardia. Il cambiamento era il damento” i partecipanti si sono cimentati nel gioco tema cardine dell’evento: cambiamento a livello asso- “trespoli e pappagallini” che, nel mettere alla prova la fiducia e la capacità di prendersi cura dell’altro, ha dato vita ad uno spettacolo danzereccio decisamente buffo! I lavori sono poi proseguiti in otto sotto-gruppi. Missione: individuare le dinamiche critiche della propria realtà associativa, quelle “da cambiare”, e metterle in scena in una rappresentazione teatrale di 10 minuti, interpretando personaggi e allestendo la scenografia con i mezzi disponibili. Debutto fissato per domenica mattina. Sarà stata la carica dei Los Massadores di sabato sera, sarà stato il warm up con mantra tibetano, sarà stata la voglia di ottenere il premio della giuria di qualità e del pubblico... sta di fatto che i giovani avisini hanno dato spettacolo! Il confronto tra generazioni diverse è emerso come

Un Forum 2.0. O forse no?

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urante tutto lo svolgimento del Forum, Giovanna Tinunin della Dof ha fatto da ponte tra i lavori offline e i social network Facebook e Twitter. Sulla pagina Facebook Avis Veneto ha postato spunti, commenti e immagini dei lavori, twittando in contemporanea con l’hashtag #forumavisyoung. Tutti i partecipanti sono stati invitati a fare altrettanto, condividendo impressioni e idee in Rete in modo da aprire il forum anche a chi non c’era fisicamente. Se desiderate ripercorrere un po’ i momenti topici dell’evento e le riflessioni emerse, date un occhio alla pagina Avis Veneto su Facebook! Noterete però che in realtà nel corso della due giorni ben pochi sono gli interventi on line dei partecipanti... “Il vostro forum è stato di fatto un evento 1.0” ha fatto notare Federico Guerrini della Dof, giornalista de La

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Stampa e di Wired. I giovani avisini quindi non sono poi così tecnologicamente evoluti? Forse. O forse, come è stato osservato da qualcuno, preferiscono vivere appieno il confronto vis-a-vis che questi eventi offrono, anche a scapito dell’apertura verso chi, non potendo partecipare fisicamente, potrebbe interagire online. Certo è che, di solito, dopo il rientro a casa la rete di rapporti costruita nei momenti di incontro si mantiene e addirittura cresce proprio grazie all’utilizzo dei social network, Facebook in primis.


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“tema caldo”, accanto alla resistenza dell’associazione al cambiamento. Quali quindi le soluzioni concrete per innescare un’evoluzione? Tanti gli spunti lanciati dai gruppi di lavoro, innanzitutto su come migliorare il rapporto con i “senior”: conquistarsi la loro fiducia, partecipando alle iniziative tradizionali e coinvolgendoli in quelle nuove; condividere le responsabilità, eliminare i pregiudizi e ascoltarsi, non forzare il cambiamento ma partire dalla realtà esistente, trovare momenti comuni di formazione e confronto. Per rafforzare la presenza di giovani in associazione invece si è proposto di essere più presenti sul territorio con iniziative giovani e progettare e realizzare, come gruppo giovani, eventi autonomi; lavorare sull'immagine dell' Avis, anche creando nuovi video promozionali; utilizzare tutti i mezzi di comunicazione possibili (radio, Facebook, mailing list mirate); realizzare una piattaforma digitale interattiva volta allo scambio di spunti ed esperienze nell'organizzazione

di eventi di socializzazione. È spuntata anche la proposta provocatoria di introdurre nello Statuto l'obbligo di riservare un quarto dei posti in consiglio agli under 35 (ove presenti). Una sorta di “quota young”, non da tutti condivisa. Infatti, come ha sostenuto il gruppo premiato dalla giuria di qualità, le idee non sono né giovani né vecchie, le idee sono il motore del Giorgia Chiaro cambiamento!

La parola ai facilitatori: “un’esperienza coinvolgente”

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'esperienza è stata interessante e coinvolgente anche per il team di facilitazione di Dof Consulting, che ha aiutato i partecipanti a elaborare spunti di miglioramento attraverso la messa in scena di dinamiche critiche. “Spesso, ci viene chiesto perché partire da situazioni problematiche per trovare modalità alternative di collaborazione e lavoro in gruppo - spiega Alessandro Rinaldi, fondatore di Dof e protagonista della due giorni di Preganziol - in realtà, quello che facciamo non nasce da un desiderio sadico di insistere su ciò che non va, sviscerandolo e mettendolo in piazza, quanto dalla convinzione che il cambiamento possa nascere solo dalla consapevolezza che dobbiamo mutare qualcosa nella nostra vita, nel nostro modo di lavorare e di stare con gli altri. Condividendo ciò che ci dà fastidio di un particolare contesto, prima attraverso il racconto e la condivisione di vissuti che il gruppo percepisce come importanti e ricorsivi e poi grazie alla messa in scena di questi vissuti, possiamo davvero capire qual è la priorità da cui partire per costruire un percorso di crescita e di sviluppo”. Alessandro si è alternato agli altri componenti del team di facilitazione nel seguire i gruppi nelle varie fasi di lavoro. “Una delle cose più belle - racconta il suo collega Nicola Gaiarin - è stato vedere come i ragazzi avessero molta voglia di mettersi in gioco. Tanto per fare un esempio, avevamo chiesto a Manuela (Fossa) di invitare i partecipanti a portare con sé un oggetto che per loro simboleggiasse l'idea di cambiamento e devo dire che è stato toccante sentirli condividere fin da subito, quando ancora non sapevano come avremmo lavorato

con loro, pezzi anche importanti delle loro vite. Abbiamo subito sentito una fiducia non comune e ci siamo sentiti molto ben accolti. Anche per questo è stato facile arrivare velocemente a un livello di intensità che non è sempre facile da raggiungere con gruppi così numerosi. Siamo convinti che questo abbia fatto la difGiovanna Tinunin, Dof Consulting ferenza”.

PhotoGallery on web

- Gli amici di DOF hanno raccontato l'esperienza del Forum anche sul loro sito: http://dofcounseling.com/forumavis-young-e-cambiamento. - DOF era presente anche col suo progetto di Social Art DMAV. Sul sito www.dallamascheraalvolto.it sono visibili altri scatti. - La redazione di Dono&Vita, ovviamente, non poteva certo mancare, PhotoGallery: pagina Facebook donoevita.it

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Kart 2012: in gara, ricordando Michele P

er il settimo anno consecutivo, il 23 settembre un incidente stradale. A seguire il saluto augurale del scorso, Jesolo Lido ha accolto oltre un centinaio vice sindaco e assessore alle Politiche sociali Roberto di giovani donatori per una giornata del tutto specia- Rugolotto che ha dato il via ai lavori unitamente ai le. I volontari sono stati impegnati, nell’Auditorium rappresentanti del Gruppo Giovani regionale, del Palacongressi, in una lezione sugli stili di vita e sul Andrea Chiavegato (Vr) e Marica Bonaventura (Ve). comportamento alla guida, nel rispetto delle norme Dopo la lezione teorica i giovani donatori si sono del codice della strada. Le cimentati sull’anello della brillanti relazioni sono state Pista Azzurra per una singolatenute dall’Ispettore Capo Vince Verona1, ma con sorrisi re gara di kart, alla quale Lorenzo Lo Conte e dall’a- amari per l’amico scomparso hanno preso parte ben 12 gente Federico Sabbadin della equipaggi, formati ciascuno Polstrada di Venezia, che con da otto piloti, di cui almeno audiovisivi reali, frutto di esperienze professionali due rappresentanti del gentil sesso. Una squadra rapacquisite sul campo, hanno impressionato e incurio- presentava anche l’Avis regionale del Friuli Venezia sito i partecipanti, favorendo un ampio dibattito. Giulia, con la quale Avis Veneto ha in atto un progetParticolarmente toccante l’introduzione del vice pre- to di collaborazione specifica che sta dando buoni sidente dell’Avis regionale, Francesco Joppi, che ha risultati. È sceso in terra jesolana, per la prima volta, citato anche la tremenda disgrazia capitata nella anche un equipaggio da Bolzano Bellunese composto notte a un caro giovane amico avisino Michele da Massimo Cerri, Walter Cervo, Carlo Coletti, Lapolla dell’Avis Basilicata, che tante volte aveva par- Giulia Garbini, Mavy Marinello e Tiziano Salvador tecipato alla gara jesolana di kart, morto proprio in che ha ben figurato nella competizione, classificandosi al secondo posto. Sovvertendo ogni pronostico, ha vinto la formazione la squadra Verona 1, capitanata da Umberto Panarotto e composta da Erica Gambaretto, Annalisa Giovanzana, Massimo Armani, Andrea Chiavegato, Alex Negretto, Riccardo Schena e Andrea Viola, mentre al terzo posto si è classificata la squadra del Friuli Venezia Giulia con Francesca D'Antuono, Stefania Luchini, Nicholas De Vecchio, Marco Galletti, Nicola Londero, Mauro Mollicone, Marco Pulzato, Simone Varnier e Maria Zivoli. Ma, come è stato affermato durante le premiazioni, i partecipanti sono risultati tutti “vincitori” nella gara di solidarietà che compiono da donatori verso chi soffre.

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REGOLAMENTO AVIS REGIONALE Modifiche 2012 uniformate con AVIS Nazionale 2012 Art. 1 - COSTITUZIONE, DENOMINAZIONE E SEDE L’Avis Regionale del Veneto, che aderisce all’AVIS Nazionale in virtù dell’assenso espresso dal Comitato Esecutivo del 17/09/2004, è stata costituita nell’anno 1968 ed attualmente ha sede in Treviso, Via dell’Ospedale, n. 1. Tutti gli organi hanno sede presso gli uffici dell’Avis Regionale. ART. 2 - MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE ALLA VITA ASSOCIATIVA La regolare posizione degli aventi diritto di voto nell’Assemblea Regionale dei soci, cioè i legali rappresentanti dei soci persone giuridiche e i delegati dei soci persone fisiche, è accertata dalla Commissione Verifica Poteri, sulla base della documentazione inviata dalle rispettive Avis Provinciali della Regione. Tale documentazione, sottoscritta dal legale rappresentante, consiste in: 1) Elenchi nominativi dei Presidenti e legali rappresentanti dei soci persone giuridiche. 2) Elenchi nominativi dei delegati effettivi e supplenti dei soci persone fisiche risultanti dal verbale assembleare. 3) Certificazione attestante l’avvenuto regolare pagamento delle quote associative. 4) Nominativo del Capo delegazione. 5) Copia del verbale dell’Assemblea Provinciale, con i relativi allegati. Il delegato impedito è sostituito da un delegato supplente, individuato sulla base dei criteri definiti dall’Assemblea Provinciale di appartenenza. Ogni Rappresentante Legale delle Avis associate non può essere portatore di più di cinque deleghe di altro associato persona giuridica. I componenti del Consiglio Direttivo non possono essere delegati di soci persone fisiche. La Commissione verifica poteri, che dura in carica quattro anni, è costituita da componenti eletti dalla Assemblea Regionale dell'anno precedente a quella di rinnovo delle cariche sociali, nel numero stabilito

dalla Assemblea stessa. La Commissione elegge al proprio interno il Presidente. In presenza di Avis comunali e di base o equiparate con un numero inferiore a 7.500 soci, i compiti della commissione verifica poteri possono essere espletati dal segretario del consiglio direttivo. Per garantire un opportuno ed efficace collegamento, gli avvisi delle convocazioni del Consiglio Regionale dovranno essere inviati anche agli eletti nei vari organismi associativi dell'AVIS Nazionale, ai Presidenti delle Avis Provinciali ed al Presidente dell'Abvs. Si precisa al riguardo che la partecipazione dei Dirigenti sovraindicati, deve intendersi facoltativa. ART. 3 - GRUPPI Al fine di favorire la promozione degli scopi istituzionali dell’Associazione e rendere più funzionale il rapporto con i propri soci, le Avis Comunali, nel proprio territorio, ai soli fini organizzativi, potranno costituire Gruppi di soci che individueranno, al proprio interno, un referente. Restano in capo alle Avis Comunali le responsabilità giuridiche ed amministrative. L'Assemblea dei soci resta comunque quella Comunale di riferimento ai sensi dell'art.7 dello Statuto Avis Comunale.

SPECIALE: AVIS VENETO, IL NUOVO REGOLAMENTO

Lo scorso 29 settembre si è svolta a Due Carrare (PD), presso Casa dei Carraresi l’Assemblea Straordinaria di Avis Veneto. All’Ordine del giorno la variazione dello Statuto associativo per acquisire personalità giuridica di diritto privato e quella del Regolamento regionale messo “in linea” con il nuovo Regolamento di Avis nazionale. L’approvazione del nuovo Statuto e del nuovo Regolamento da parte dei delegati è stata effettuata alla presenza del notaio Valentina Zafarana (foto sotto con il Presidente Argentoni). Riportiamo il Regolamento integrale (in vista delle prossime tornate di rinnovi associativi). Sul prossimo numero il nuovo Statuto.

ART. 4 - SERVIZIO TRASFUSIONALE E RACCOLTA ASSOCIATIVA L’Avis Regionale partecipa nelle forme previste dalla normativa vigente alla gestione del servizio trasfusionale, allo scopo di garantire il ruolo socio-sanitario previsto, svolgendo, oltre ai suoi compiti istituziona23


SPECIALE: AVIS VENETO, IL NUOVO REGOLAMENTO

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li, anche le funzioni che la programmazione sanitaria regionale le attribuisce. Svolge azione di stimolo, di consulenza e di verifica nei confronti degli organi istituzionali locali e regionali. L’istituzione, le modifiche di gestione, le trasformazioni e le soppressioni di Unità di raccolta, direttamente gestite da strutture associative aderenti all’Avis Nazionale devono ottenere il preventivo parere del Consiglio Regionale Avis. Qualora un’Avis Provinciale intenda svolgere attività di raccolta diretta dovrà comunque dotarsi di uno specifico regolamento che individui gli organismi, le responsabilità e che definisca i rapporti tra le parti interessate. Dell’attività svolta dovrà essere redatto un apposito rendiconto. I rapporti tra Avis e strutture trasfusionali, non direttamente gestite dall’associazione, devono essere disciplinati dalle convenzioni previste dalla vigente normativa della Regione Veneto. Dette convenzioni devono obbligatoriamente prevedere: a) la tutela della salute del donatore e di ogni suo diritto connesso con l’attività trasfusionale svolta; b) l’indicazione dei massimali delle coperture assicurative obbligatorie e le modalità e procedure per denuncia e risarcimenti; c) modalità e tempi di erogazione del contributo previsto spettante all’associazione; d) la vigilanza per il migliore utilizzo e la distribuzione ottimale del sangue raccolto, degli emocomponenti e dei loro derivati nonché per un tempestivo e totale utilizzo delle eccedenze; e) la possibilità da parte dei responsabili delle strutture associative di raccolta di conoscere e di concordare la destinazione e/o l’impiego del sangue prelevato e dei suoi derivati. Le convenzioni devono essere sottoposte al preventivo parere del Consiglio Direttivo Regionale Avis, il quale deve curare, per quanto possibile, l’uniformità del testo e delle clausole per l’intero territorio regionale. Le stesse convenzioni saranno poi stipulate dai Presidenti Provinciali, sentite preventivamente tutte le Avis di base interessate. ART. 5 - QUOTE SOCIALI La misura e le modalità di versamento delle quote sociali annuali all’Avis Regionale sono stabilite dall’Assemblea dei soci, mediante apposita delibera. ART. 6 - L’ASSEMBLEA REGIONALE DEGLI ASSOCIATI La sede dell'Assemblea Regionale degli associati è stabilita di volta in volta dal Consiglio Direttivo Regionale. La convocazione dei soci persone giuridiche all’Assemblea Regionale è fatta con avviso scritto inviato - a mezzo servizio postale, oppure tramite posta elettronica - al Presidente di ciascuna associata

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persona giuridica. La convocazione dei delegati dei soci persone fisiche è inviata per iscritto, a mezzo servizio postale, oppure tramite posta elettronica per il tramite dell’Avis Provinciale e comunque con modalità tali da garantire la conoscenza ai soci. Ai fini di un completo dibattito, ogni delegato di socio persona fisica o legale rappresentante del socio persona giuridica potrà prendere visione della bozza della relazione associativa, dei bilanci e di ogni altro documento, presso la Segreteria dell’Avis Provinciale di riferimento o nel Sito Internet Regionale. La documentazione dovrà essere disponibile almeno 10 giorni prima dell’Assemblea. ART. 7 - SEGRETARIO E TESORIERE: FUNZIONAMENTO E COMPETENZE Il Segretario cura la stesura dei verbali delle riunioni degli organi associativi di governo ed è responsabile della loro tenuta, dirige e controlla il funzionamento degli uffici, impartisce le disposizioni al personale per l'attuazione delle delibere del Consiglio Direttivo e del Comitato Esecutivo e ne sorveglia l'esecuzione, ha le funzioni di capo del personale e propone al Comitato Esecutivo tutti i provvedimenti del caso. Il Tesoriere sovrintende alle attività patrimoniali, amministrative ed alla gestione finanziaria dell’Associazione; predispone i bilanci preventivi e consuntivi, gestisce i rapporti bancari e postali secondo le modalità indicate statutariamente. ART. 8 - COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI: FUNZIONAMENTO E COMPETENZE Ciascun Revisore effettivo è singolarmente investito dell'attività di controllo della contabilità e della regolarità formale degli atti amministrativi. Il Presidente deve convocare il Collegio almeno ogni novanta giorni per un controllo congiunto degli atti amministrativi e dei documenti contabili, fatta salva


la facoltà di ciascun membro di esercitare singolarmente in ogni momento tale controllo. Il Collegio, inoltre, effettua il controllo del conto consuntivo, predisposto dal Tesoriere ed approvato dal Consiglio Direttivo Regionale, prima della sua presentazione all'Assemblea, alla quale espone la propria relazione. Di ogni verifica collegiale deve essere redatto un verbale; copia di questo va inviata al Consiglio Direttivo Regionale ed al Comitato Esecutivo. I Revisori hanno l’obbligo di comunicare gli eventuali rilievi negativi al Consiglio Direttivo e, ove ne sussistano la fattispecie previste dalla legge, alle autorità competenti. Alle attività del Collegio dei Revisori si applicano le norme dettate in proposito dal Codice Civile. Art. 9 - COLLEGIO REGIONALE DEI PROBIVIRI: FUNZIONAMENTO E COMPETENZE Il ricorso avanti al Collegio dei Probiviri, sottoscritto dal ricorrente e dall’eventuale suo patrocinatore e corredato della documentazione con l’indicazione di eventuali altri mezzi di prova, deve essere proposto per iscritto e depositato o inviato a mezzo raccomandata a.r., presso la Sede Regionale, entro il termine perentorio di trenta giorni dal fatto che vi ha dato origine o dalla conoscenza di esso. Nell’ipotesi di invio a mezzo posta, fa fede il timbro postale. Il Presidente, ricevuto il ricorso, senza indugio fissa la data del dibattimento e la comunica immediatamente al ricorrente ed alla controparte, alla quale altresì trasmette il ricorso e dà termine di 30 giorni per il deposito di un eventuale controricorso e per estrarre copia della documentazione prodotta. Il controricorso si propone con le stesse modalità del ricorso. Tra la ricezione del ricorso e la data del dibattimento devono decorrere almeno 40 giorni. Il Presidente provvede alla convocazione del Collegio per la data fissata. Il Collegio, in caso di propria incompetenza, trasmette gli atti all’organo compe-

tente e pone alle parti il termine non superiore a trenta giorni per la riassunzione avanti l’organo competente. Avanti al Collegio la parte può stare sia personalmente e/o con l'assistenza di uno o più patrocinatori sia a mezzo di procuratore con delega scritta anche a margine od in calce al ricorso ed è obbligatorio il preliminare tentativo di conciliazione. Se la conciliazione non riesce, il Collegio, senza formalità di procedura e nel rispetto del diritto di difesa delle parti, acquisisce l’eventuale documentazione indicata dalle parti ma non ancora agli atti ed assume le prove nel modo ritenuto più opportuno. La decisione deve essere pronunciata entro 90 giorni dal deposito del ricorso - salvo proroga motivata appositamente deliberata dal Collegio - e comunicata, a cura del Presidente del Collegio medesimo con lettera raccomandata inviata entro i quindici giorni successivi, alle parti interessate e al Presidente dell’Avis Regionale e ai Presidenti delle Avis delle parti per quanto di competenza. L'impugnazione della decisione di primo grado può essere proposta entro il termine perentorio di trenta giorni dalla ricezione della comunicazione della medesima, mediante deposito o invio a mezzo lettera raccomandata a.r. del ricorso avanti il Collegio Nazionale dei Probiviri e comunicazione all'eventuale controparte. L'impugnazione sospende l'efficacia della decisione, fermo restando quanto stabilito dai commi 6 e 7 dell’art. 7 dello Statuto Nazionale. Tutte le comunicazioni sono effettuate a mezzo raccomandata a.r.. Le sanzioni sono costituite dalla: a) censura scritta; b) sospensione, per un periodo non inferiore a due mesi e non superiore a ventiquattro mesi, dalle singole cariche associative ricoperte e/o dall’attività associativa. c) espulsione dalla associazione, che priva il socio di tutti i diritti inerenti alla qualifica, con l'obbligo di restituzione della tessera. Il provvedimento di espulsione va comunicato, a cura della segreteria regionale, al Segretario Nazionale che cura la tenuta del registro dei soci espulsi e ne dà comunicazione a tutte le Avis territoriali. Nei casi di particolare gravità ed urgenza, il Consiglio Direttivo dell'Avis Comunale o di base di appartenenza può, nelle more della decisione definitiva in ordine all’espulsione del socio persona fisica, disporne la sospensione cautelare. Il socio espulso, decorsi almeno cinque anni dal passaggio in giudicato della decisione, può essere riammesso nell'associazione, previo parere favorevole dell’Avis Comunale, di base o equiparata cui si rivolge per la riammissione, con provvedimento del Presidente Nazionale.

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ART. 10 - NORME AMMINISTRATIVE E FINANZIARIE L’Avis Regionale del Veneto deve tenere le scritture contabili ed i libri sociali di cui alle disposizioni vigenti in materia e nel rispetto di quanto previsto per le Associazioni di Volontariato. Tutte le operazioni relative all’amministrazione dell’Associazione devono essere curate dal Tesoriere e supportate da idonea documentazione. I rapporti di conto corrente e di deposito di danaro, bancari o postali, e le relative movimentazioni, sono disposti con firma disgiunta, salvo diversa decisione dal Consiglio Direttivo, dal Presidente, e/o dal Tesoriere e/o da eventuali delegati individuati con apposita delibera del Consiglio Direttivo. Al fine di garantire il rispetto dei principi di trasparenza e di corretta gestione amministrativa, il Consiglio Direttivo Regionale è tenuto - per il tramite del Tesoriere - a fornire al socio che ne formuli motivata richiesta elementi conoscitivi in ordine alla gestione stessa, nel termine di 30 gg. Il Consiglio Direttivo Regionale, sentito il Collegio dei Revisori dei Conti, può deliberare di far certificare il proprio bilancio da una società di certificazione. ART. 11 - CARICHE L’accettazione della carica da parte dei componenti del Consiglio Direttivo Regionale, del Comitato Esecutivo, del Collegio dei Revisori dei Conti e del Collegio Regionale dei Probiviri deve risultare da apposito verbale dell’organo di cui sono componen-

ti. Ogni decisione assunta nelle varie riunioni dai componenti degli organi sopraccitati, in presenza di rapporti di parentela o di affinità fino al terzo grado, di coniugio, di affari, di lavoro, può configurare conflitto con gli interessi e le finalità dell’Associazione Al riguardo costituisce conflitto di interessi partecipare alla discussione e votazione di delibere che interferiscano con i propri interessi economici e/o personali e nel contempo possano arrecare pregiudizio per l’Associazione derivante dagli atti e/o provvedimenti adottati e/o adottandi dalle parti coinvolte. Le delibere assunte in presenza di conflitto di interessi sono impugnabili dinanzi al Collegio dei Probiviri. Ai sensi e per gli effetti dell’art. 23, comma 2 del Regolamento Nazionale, nell’Avis Regionale del Veneto è inammissibile detenere contemporaneamente, nel corso di un medesimo mandato, più cariche in organi associativi distinti dello stesso livello associativo. ART. 12 - NORMA DI RINVIO Per tutto quanto concerne – rispettivamente – i soci, i diritti, i doveri dei soci, il logo e i segni distintivi dell’Associazione, le benemerenze associative, gli organi, la costituzione e l’adesione delle associazioni locali, obbligatorietà giurisdizione interna, si rinvia esclusivamente agli artt. 2, 3, 4, 5, 6, 8, 9 e 16 del Regolamento Nazionale, approvato dall’Assemblea Generale degli Associati dell’AVIS Nazionale il 27 maggio 2012, che si applicano integralmente. Allo stesso modo, le modalità di esercizio del voto, le elezioni per il rinnovo delle cariche sociali nonché ogni procedura connessa alle elezioni stesse sono disciplinate – oltre che dalle norme statutarie vigenti – esclusivamente dalle disposizioni di cui agli artt. dal 20 al 31 della Sezione Integrativa del Regolamento Nazionale. È nulla pertanto – e, quindi, automaticamente non applicabile – ogni disposizione regolamentare in contrasto con le norme dello Statuto e del Regolamento Nazionale, nonché del vigente Statuto dell’Avis Regionale del Veneto. Letto, approvato e sottoscritto a Due Carrare 29 settembre 2012


Storie di castelli, d’armi e d’eroi sulla strada del Prosecco G

ià duemila anni fa i Romani individuarono il promontorio che dominava la Valmareno quale punto strategico, ed eressero il primo “castrum” come struttura di controllo della via imperiale “Claudia Augusta”, che collegava l’Adriatico al Nord Europa. Con la sua posizione avvolta nel clima mite delle colline trevigiane, oggi Castelbrando è fra i più importanti e raffinati castelli del patrimonio storico artistico italiano, e la sua qualificazione lo elenca come uno dei grandi manieri d’Europa. È immerso in cinquanta ettari di parco e si presenta come borgo medievale magnificamente inserito nel paesaggio collinare fra Valdobbiadene, Conegliano e Vittorio Veneto, nella ormai famosa strada del Prosecco. Teniamo presente che si trova ad appena 50 minuti da Venezia e che dal cuore del castello si può ammirare in tutta la sua magnificenza la vallata, affacciandosi agli ampi terrazzamenti e dalle mura merlate. Castelbrando, oggi, trasformato in uno dei più accoglienti edifici storici e restituito agli antichi splendori, è in grado di offrire un ampio ventaglio di opportunità: un raffinato hotel a quattro stelle con 80 camere, suite e appartamenti ubicati in tre contesti

IL BELLO DEL VENETO: CASTELBRANDO

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IL BELLO DEL VENETO: CASTELBRANDO

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diversi, tutti di grande fascino, 50 a Castelbrando, 16 a Castelbrando Dependance e 14 in Villa Marcello Marinelli. Nell’ala più antica del castello troviamo il moderno centro benessere, un ricercato ristorante, un ristorantino informale, parecchi bar, cantina ed enoteca. Il centro congressi ed eventi può avvalersi di tre teatri: lo storico teatro Sansovino (300 mq), il teatro Magno (550 mq), il teatro tenda (1000 mq) e sei sale del ‘700 (fra i 50 e gli 80 mq l’una). Il tutto, modernamente attrezzato, è in grado di accogliere fino a 1800 persone. Su un delizioso cortile si affacciano la settecentesca chiesetta di San Martino e le diverse aree museali dove si respirano secoli di storia e si vive una splendida avventura. A completare il tutto abbiamo il Brando shop, punto di partenza per un’escursione a cavallo, a piedi o in bicicletta nei 50 ettari ottimamente attrezzati. È impossibile, in poche righe, raccontare tutto quello che si può ammirare e di cui si può disporre per un eventuale soggiorno in un luogo assolutamente unico con stanze riportate allo splendore originale, le vetrate con lavorazione a piombo dalle quali si godono

spettacolari viste sulla valle e sulle colline circostanti. Chicca dell’hotel è la superba scala settecentesca tra antiche corazze e armi in asta del XVI secolo. Nell’ala più antica del castello c’è il centro benessere la “Principessa Gaia” spa e wellness. Non possiamo non visitare una mostra di armi e armature dall’imperatore Claudio Augusto a Teodolinda, da Carlo Magno a Gattamelata ai Da Camino e, infine, alla famiglia Brandolini, che è stata più a lungo padrona di Castelbrando, poi ceduto, nel 1959, ai padri salesiani. È possibile esplorare anche le antiche prigioni con la descrizione delle varie fasi dei processi e delle condanne inflitte ai prigionieri, e, prima di entrare nel castello, ci fermiamo ad ammirare gli antichi edifici che sono ritornati all’uso per il quale erano stati costruiti: ricovero per le carrozze dei Conti Brandolini e dei loro ospiti più importanti, dove troviamo un’esposizione delle carrozze originali. All’interno è allestita un’esposizione di preziosi costumi dei personaggi che abitarono il castello attraverso i millenni, oggi la sala ospita anche una singolare collezione di occhiali storici, come interessante è anche la mostra che comprende preziose riproduzioni di antichi strumenti musicali con descrizione interattiva. Dopo aver visitato la chiesetta di San Martino, eretta nel 1224, con i suoi magnifichi affreschi di Egidio Dall’Ollio, allievo del Piazzetta, è d’obbligo una tappa al Brando shop per un ricordo di questa magnifica visita. Ora, senza la pretesa di avere descritto tutto, anche perché sarebbe stato impossibile in così poco spazio e dopo aver ringraziato la signora Ivana Casagrande Colomban attuale (e squisita) padrona di casa, ci avviamo verso l’uscita accompagnati da Silvia Talamini,


management assistant della struttura, che durante la visita è stata un eccellente anfitrione e prendiamo la funicolare che collega il castello con il parterre dove abbiamo parcheggiato. Per completare la visita, abbiamo voluto ripercorrere un tratto della via imperiale Claudia Augusta che, come già detto, univa la pianura alla montagna, prima il bellunese, poi il Cadore fino alle Alpi. Oggi la via è percorribile solo a piedi, e, con un dislivello di 500/600 mt da dove si lascia la macchina, ci si porta al valico di Praderadego, nel comune di Mel in Val Belluna. Ho avuto il piacere di percorrere questa via a piedi parecchie volte, ora c’è anche una strada asfaltata che porta a destinazione, ma vale la pena di percorrere la via Claudia specialmente d’estate, in mezzo ad una fitta vegetazione, con scorci bellissimi sulle

Prealpi e, prima di arrivare a Praderadego, sulla destra ci sono alcune case ormai chiuse, una delle quali (peraltro in vendita) è stata della famosa cantante Toti Dal Monte. Sul pianoro del passo ci sono poche case, l’albergo ristorante “Ai faggi” dove degustare specialità locali, la baita degli Alpini, una chiesetta e un laghetto vicino alla vecchia osteria, ormai chiusa, “de’ Nani” dove è ancora possibile leggere l’insegna “Vin e Pit (vino e pollo) piatto unico”. Ma Praderadego è conosciuta per un altro motivo: inoltrandosi lungo una strada boschiva molto comoda, si arriva infatti a un pianoro famoso per la fioritura dei narcisi. Uno spettacolo impossibile da descrivere: decine e decine di ettari tutti bianchi come dopo una nevicata. Madre natura ha creato questa meraviglia a 1000 mt di altezza: una cosa unica! A questo punto non ci dilunghiamo più e, siccome a Praderadego si può arrivare anche in macchina, non dimenticate di segnare sulla vostra agenda una scampagnata a metà maggio ad ammirare i narcisi. Ottaviano Cereser

IL BELLO DEL VENETO: CASTELBRANDO

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BELLUNO

Nuovi donatori: +10% grazie alla scuola LE SETTE SORELLE

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econda assemblea provinciale per l’Abvs, il 25 novembre scorso (foto sotto). Dirigenti e soci si sono interrogati sull’andamento delle donazioni nel territorio, in quello che è uno dei momenti più importanti della vita associativa. Alla presidente Gina Bortot abbiamo rivolto alcune domande inerenti l’attuale situazione nel bellunese. Presidente Bortot, come valuta i dati sui prelievi esposti in assemblea? L’analisi delle donazioni al 31 ottobre ha evidenziato, nel numero assoluto dei prelievi, una flessione di circa il 2% rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso. È comunque un dato che non desta preoccupazione, perché l’entità dei prelievi ci consente di soddisfare, oltre che il fabbisogno di sangue degli ospedali locali, anche le necessità di Padova, nonché di contribuire all’invio di sangue in Lazio e Sardegna. Particolarmente motivante è, invece, l’aumento delle prime donazioni che si attesta a un lusinghiero 9,4%. Il dato è ancor più stimolante se si tiene presente che fa riferimento non a candidati donatori, ma a volontari già dichiarati idonei.

Come spiega questo successo tra i nuovi donatori? Il dato è il frutto di un’attività che si esplica su più fronti. Innanzitutto, la campagna informativa che Abvs sta promuovendo nelle scuole. Questo è il terzo anno che l’associazione offre agli istituti di ogni ordine e grado, la possibilità di seguire i moduli di attività messi a disposizione dall’Avis. Il riscontro, da parte delle scuole, è sempre più ampio, tanto che non mancano sedi che, a settembre, manifestano il loro interesse già prima della presentazione delle proposte. Tale successo è sicuramente da imputare a due fattori. Il primo è il fatto che la presentazione dei progetti alle scuole viene effettuata in sinergia con l’Ulss di Belluno, e ciò a sottolineare i risvolti sanitari del progetto. Il secondo è che l’immagine dell’Abvs trasmessa ai ragazzi, attraverso delle attività divertenti, è quella di un’associazione dinamica, non ancorata a rigidi schemi. Non dimentichiamo, però, l’importante contributo dei tornei sportivi organizzati durante l’anno dalle varie sezioni: tanti nuovi donatori arrivano anche grazie a queste iniziative Abvs può contare su numeri da imputarsi anche al suo fiore all’occhiello: l’ufficio di chiamata. L’ufficio di chiamata è ormai un radicato sistema di organizzazione delle donazioni nel territorio. Vorremo, a questo punto, fare un passo ulteriore. L’idea è quella di creare, nel database degli uffici della provinciale, una sezione dedicata ai candidati donatori in modo da seguirli passo dopo passo nel loro percorso di avvicinamento alla prima donazione, accompagnando il candidato dal momento del primo contatto, attraverso la procedura sanitaria di accertamento all’idoneità. Il tutto nell’arco di un tempo sempre più breve, senza che lo stesso si senta abbandonato dall’associazione a cui si è rivolto per concretizzare un’esigenza di solidarietà. Barbara Iannotta

“Casparetha” 8ª edizione: il 26 gennaio a Canale d’Agordo

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orna con l’inverno l’ottava edizione della Casparetha. Nata per far divertire grandi e piccini, questa suggestiva gara con le racchette da neve ha visto una sempre maggiore affluenza di partecipanti e di pubblico. Il percorso si snoda nella bellissima Valle di Gares tra alberi, neve e armonia sui 5 chilometri e 300 metri che dalla piazza Papa Luciani arriva al Campeggio Lastei. Ci troviamo nelle Dolomiti più vere, quelle bellunesi patrimonio dell’Unesco e più precisamente a Canale d’Agordo, paese natìo di Papa Luciani. Quest’anno si parte con una conferenza stampa che si terrà il 25 gennaio 2013, a partire dalle ore 18, a cui seguirà un buffet e una bicchierata in compagnia. La serata proseguirà con balli fino a

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tarda notte con i dj dell’Agordino. Un ringraziamento particolare va alla Consulta Giovani che organizza la serata di apertura dell’evento più aspettato e spettacolare del bellunese. Il giorno successivo la manifestazione sportiva amatoriale vera e propria, che vede sfidarsi gente di tutte le età, con le racchette da neve ai piedi o con gli scialpinismo. Per conoscere tutte le informazioni, il programma e le news, consultare il sito internet www.casparetha.it. Allora, caro donatore, non prendere impegni il 25 e 26 gennaio prossimi: la Casparetha e l’Abvs ti aspettano con tante novità tutte da scoprire, dove le emozioni non finiscoDino Xaiz no mai di stupire.


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BELLUNO

Pedonata o Lucciolata, solidarietà assicurata recento persone hanno partecipato alla “Lucciolata”, evento che si svolge ogni anno in maniera itinerante nei cinque comuni dell’Alpago. Per l’edizione 2012 la manifestazione ha avuto luogo a Tignes di Pieve d’Alpago, organizzata dalla locale sezione Abvs, in collaborazione con le altre della conca e con le comunità alpagote (nella foto a destra un momento). I partecipanti, seguendo la tradizione che da sempre accompagna la Lucciolata, si sono muniti di torcia o di altri oggetti luminosi per illuminare la strada che li ha portati alla piazza del paese di Tignes, percorrendo la zona sud del borgo. Grazie alle ottime condizioni metereologiche, è risultato ancor più apprezzato e frequentato il rinfresco finale preparato dai volontari. I contributi raccolti sono stati devoluti sia all’Associazione “Via di Natale”, che segue i malati terminali oncologici ricoverati nel Centro oncologico di riferimento di Aviano, sia alla “Casa Via di Natale” che fornisce ospitalità gratuita ai familiari dei pazienti. gran successo ha raccolto quest’anno anche la “Pedonata di San Michele” che ha visto un incremento di atleti partecipanti, arrivati al numero record di 305. L’evento, organizzato dalla sezione Abvs di Orzes unitamente alla parrocchia dell’omonima frazione, ha impegnato i partecipanti in un tracciato che ha messo a dura prova le loro potenzialità. Per la classifica maschile, ha dominato Mirko Signorotto che, con un tempo di 20.11, ha ridotto di oltre mezzo minuto l’incredibile tempo con cui già si era imposto l’anno prima; tra le donne, invece, Angela De Poi ha superato nel finale Marianna Ducati. Una classifica a parte è stata riservata ai donatori del sangue partecipanti: il trofeo, intitolato a Gino De Barba, già segretario e tra

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i fondatori della sezione, è andato a Toni Barp e Michaela Bortoluzzi, rispettivamente primo donatore e prima donatrice in classifica. La consegna dei premi ha visto protagonisti il nipote di Gino De Barba e la moglie di Gino De Nard, donatore e consigliere della sezione, recentemente scomparso. Un’edizione ben riuscita anche grazie ai volontari organizzatori, tra tutti Matteo e Manolo Cibien, Federica e Claudia De Martin. La partenza nella foto sotto. Barbara Iannotta

LE SETTE SORELLE

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“Armonie in quota” che valgon bene la fatica di un’ascesa

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rendete un paesaggio mozzafiato, un coro celestiale, un maestro d’eccezione e il gioco è fatto! Per il secondo anno consecutivo, la rassegna musicale “Armonie in quota” ha destato l’attenzione e l’approvazione del numeroso pubblico. L’evento, nato dalla collaborazione della sezione Abvs di Bolzano Bellunese con la sezione Cai di Belluno, porta la grande musica ad esprimersi nella cornice naturale delle dolomiti bellunesi. L’8 settembre è stata la volta del Coro Bimperl Ensemble, diretto dal maestro Elena Filini con un’esibizione dal titolo “Fare filò - Storie, canti e racconti sul limitare della sera”. Il tutto si è svolto presso il Rifugio 7° Alpini, situato ai piedi del gruppo della Schiara e dichiarato, il 26 giugno del 2009, patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Un vero premio per B.I. chi ha affrontato l’impegnativa camminata! 31


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VICENZA

Più responsabilità nei tempi che cambiano LE SETTE SORELLE

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ell’editoriale di “Dono & Vita” del numero scorso, ho concluso scrivendo che come donatori siamo responsabili della crescita e della qualità della società in cui viviamo. Abbiamo parlato della chiamata alla donazione, che è compito delle associazioni effettuare. In questo momento, si è aggiunto anche da parte della regione politica una forte pressione, perché tale attività sia presa in carico dalle associazioni. Sicuramente la crisi, i tagli alla Sanità e la mancanza di personale, anche di segreteria, hanno spinto i centri di raccolta a razionalizzare le risorse e, quindi, a mettere in pratica quello che la convenzione già da anni prescriveva con un articolo specifico. Come associazione Avis, i nostri soci donatori li abbiamo sempre invitati noi a donare, contrariamente alle altre associazioni che lasciavano liberi i donatori di presentarsi spontaneamente, o che chiamavano direttamente i centri di raccolta, creando picchi di raccolta nei week-end o nei giorni di ponte delle varie festività. Situazioni non più auspicabili, perché portano alla scadenza il sangue che viene donato, con le conseguenze che descrivevamo la volta scorsa. Sicuramente dobbiamo migliorare il sistema di chiamata, magari andando a prenotare i donatori suddivisi nei giorni e per gruppo sanguigno. E voi, donatori, dovrete impegnarvi a rispondere alla chiamata rispettando il più possibile la data che verrà concordata insieme. Così, e solo così, doneremo tutti in uguale misura! Solo così non ci sarà più chi dona quattro volte all’anno e chi una volta: abbiamo bisogno di molti donatori che donano, non di pochi donatori che donano molto. C’è l’esigenza di avere in organico più persone possibili sia per il ricambio generazionale, che per avere un controllo sanitario sulla popolazione, anche in

merito a epidemie o a nuovi virus che si presentano (ultima, in ordine di tempo, il virus portato dalla zanzara del Nilo, scoperto grazie ai controlli sui donatori). Quindi, cari donatori, vi esorto a essere consapevoli dei tempi che cambiano e responsabili, di rispondete in modo attivo alla chiamata che vi giungerà rispettando i tempi e i giorni, perchè dal vostro gesto dipende la salute dei malati e l’utilizzo intelligente del vostro sangue. Cambiando decisamente argomento, vi ricordo che nelle assemblee del prossimo febbraio ci saranno sia i rinnovi dei Consigli direttivi di tutte le Avis comunali, sia del Consiglio dell’Avis provinciale. Io non sarò più “ricaricabile” come presidente. Ma certo non abbandonerò l’Avis, perchè mi dedicherò alla mia Comunale. Dopo 25 anni di impegno sono arrivato al capolinea, non sono più un donatore attivo per motivi di salute. Credo e spero di aver dato quello che avevo e potevo dare, ora tocca a chi si sente di poter portare avanti la nostra “mission”. C’è bisogno di linfa fresca, c’è l’esigenza di “rottamare” i dirigenti che hanno dato molto, che hanno sicuramente fatto grande l’Avis, ma che come me sono arrivati al capolinea. Non dico largo ai giovani, dico largo alle donatrici e ai donatori responsabili! Il futuro è dei miei e nostri nipoti, e a indicare la retta via, fatta anche di impegno verso il prossimo, devono essere i loro genitori, non certamente noi nonni. Allora fatevi avanti, figli, ora tocca a voi! Chiudo questo mio editoriale augurando a tutti voi un sincero augurio di buon Natale e di un sereno inizio d’anno nuovo, con la certezza che sarà migliore di quello passato, grazie all’impegno di voi tutti verso chi soffre ed ha bisogno. Enrico Iseppi, presidente Avis provinciale Vicenza

La neonata Avis Santa Croce di Bassano in gita con i suoi soci

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a neonata Avis comunale di Santa Croce di Bassano del Grappa, per festeggiare la sua entrata nella famiglia avisina, ha organizzato una visita culturale a Palmanova, in Friuli. Con una partecipazione di cento donatori e familiari, baciata dalla dea bendata nonostante la stagione, la giornata è stata meravigliosa, sotto ogni punto di vista. Nella visita alla cittadina, che coinvolge molto per la sua storia e per gli

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angoli suggestivi e alla quale ha partecipato anche il vicepresidente dell’Avis regionale Friuli Venezia Giulia, la comitiva ha conosciuto anche la cucina tipica friulana, grazie a un ristorante specializzato nella cucina a base di pesce. Nel proseguo della gita, anche per sgranchire le gambe e aiutare la digestione, si è portata a termine la visita a Palmanova, sicuramente cittadina che resterà nei ricordi dei partecipanti. Sulla via del ritorno, fermata in quel di Treviso per una visita a una cantina locale ove tutti si sono riforniti di ottimo vino da portare a casa per rimpinguare le scorte per le future feste familiari. Al di là di questi dettagli eno-gastronomici, la giornata è stata un modo per conoscersi tra donatori, rinforzare l’amicizia e divertirsi insieme, com’è da sempre nello spirito Avis e ora anche in quella nuova di Bassano.


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VICENZA

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nche quest’anno il connubio Avis-Tes, ha avuto, in provincia di Vicenza, una rilevanza di prim’ordine, con una serie di iniziative organizzata nella vallata dell’Agno, con la collaborazione delle comunali di Brogliano, Cornedo, CastelgombertoTrissino, Valdagno, Recoaro e dell’Avis provinciale. Si è iniziato ai primi di ottobre, con l’incontro del dott. Pier Paolo Parnigotto, presidente di Tes, con gli insegnanti di scienze delle scuole medie del territorio, per accordarsi su come affrontare l’argomento delle cellule staminali con gli studenti. Studenti (ben 500) che sono stati incontrati l’11 e 12 ottobre e che hanno seguito con entusiasmo e attenzione, qualcuno restando a bocca aperta nel sentire le straordinarie potenzialità delle staminali. Un successo tale che anche i docenti, entusiasti a loro volta, hanno proposto di ripetere l’attività nei prossimi anni. Nella serata del 12, a palazzo Festari di Valdagno, si è infine tenuta la serata pubblica, con la partecipazione della cittadinanza della vallata, che ha gremito la sala. L’attenzione è stata massima, tutti sono stati coinvol-

ti positivamente dall’argomentazioni del dott. Parnigotto e i suoi collaboratori, che in modo semplice e chiaro hanno spiegato la valenza mondiale della ricerca sulle cellule staminali. Il gran finale è stata la consegna alla fondazione Tes della somma di 2.200 euro da parte dei presidenti Avis della vallata, Ioide Fin, Adriano Pretto, Gianpietro Vantin, Valentino Massignan, Giancarlo Mingardi e della provinciale di Vicenza, per la continuazione della sua attività di ricerca.

LE SETTE SORELLE

Valdagno: rinverdito il patto fra Avis e Tes

Inaugurato a Schio il nuovo Centro di Raccolta

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stato inaugurato il 13 ottobre il nuovo Centro di raccolta sangue di Schio, con annessa nuova sede dell’Avis comunale Schio Alto Vicentino. Il taglio del nastro, alla presenza del presidente dell’Avis regionale, Alberto Argentoni, rappresenta un importante passo in avanti per il territorio, in tempi in cui “la mannaia della spesa di Stato si abbatte su molti settori della Sanità pubblica - ha sottolineato il presidente dell’Avis di Schio, Gianfranco Carraro, precisando che - oggi facciamo una importante valutazione di natura etica, ovvero: ogni spesa finalizzata alla salute del cittadino, costituisce un grande investimento! La nostra Carta Costituzionale, ma ancor prima la nostra coscienza di uomini e donne, sancisce infatti il valore inalienabile della vita umana”. Nel corso del suo intervento, il presidente Carraro ha sottolineato la collaborazione dell’Ulss4, dal direttore generale Ermanno Angonese ai responsabili del settore tecnico e amministrativo, nel raggiungimento di tale obiettivo e del trasferimento della sede Avis e dell’ufficio di chiamata all’interno del nuovo centro, guidato dal dott. Corrado Sardella. Preziosa anche la collaborazione da parte dell’Amministrazione comunale e del sindaco di Schio, Luigi Dalla Via, per il mantenimento del Centro di raccolta sangue nell’ex ospedale cittadino. “In tal modo - ha concluso Carraro - il nostro “De Lellis” continuerà ad assumere una funzione

basilare nel contesto della sanità locale. Auspichiamo che, in futuro, altre parti di questo edificio vengano convertite in altrettante importanti strutture sanitarie”. A incupire la giornata di festa, però, il problema della cronica carenza di personale del Centro dove, allo stato attuale, manca ancora un medico a tempo pieno in pianta organica. Fino ad oggi tale assenza è stata in parte sopperita dal lavoro e dai sacrifici dei due medici operanti. Ci appelliamo pertanto ai chi di competenza, affinché ponga al più presto rimedio a una situazione che, alla lunga, potrebbe creare problemi e disagi anche ai nostri donatori e a tutta l’utenza, cioè ai principali destinatari del servizio. La benedizione dei locali è stata impartita da don Andrea Mazzon, sacerdote avisino.

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PADOVA

Convenzione rinnovata, si riparte LE SETTE SORELLE

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l percorso di rinnovo della convenzione fra le associazioni e le federazioni di donatori volontari di sangue, da una parte, e le Aziende capofila dei singoli Dimt della Regione dall’altro, è oramai concluso. Tuttavia, ritengo che l’impegno di Avis non possa ritenersi esaurito e non vorremmo ritrovarci impreparati alla prossima scadenza (fra circa tre anni). L’obiettivo, posto dal Crat (Centro regionale attività trasfusionali), di individuazione delle modalità per la predisposizione di analisi di supporto all’Osst (Organismo supporto scientifico tecnico del sistema trasfusionale) nell’elaborazione delle linee guida volte a uniformare il trattamento dei donatori all’interno della Regione del Veneto, non ha riguardato solamente l’art. 9 (Ristoro del donatore e spese di viaggio), ma anche alcuni aspetti riportati nell’articolo 7 (Organizzazione della raccolta di sangue e dei suoi componenti gestite dall’Associazione/Federazione e della raccolta festiva di sangue e dei suoi componenti gestite dai servizi trasfusionali). In modo particolare riguarda il pannello di esami a cui viene sottoposto il donatore e il relativo questionario, che presentava consistenti difformità tra i vari Dimt del territorio regionale. Il tema dell’omogeneizzazione del trattamento dei donatori della Regione Veneto è stato richiesto dalla componente Avis nell’Osst e dovrebbe costituire un momento di “proficuo” confronto tra tutte le componenti del sistema trasfusionale. È proprio su questi aspetti che sono mancati una progettualità e un serio

preventivo confronto all’interno di Avis e questo, purtroppo, ha creato alcune situazioni di disagio: nelle riunioni con le istituzioni non siamo stati in grado di esprimere da subito delle proposte condivise. Pertanto, ritengo necessario si istituisca un tavolo tecnico, composto da rappresentanti Avis e medici della nostra associazione, al fine di giungere, al prossimo rinnovo della convenzione, con una proposta condivisa e valutata nel tempo. In merito alla convenzione da poco approvata, in particolar modo al pannello esami per i donatori, ribadisco quanto già espresso in altre occasioni: l’obiettivo fondamentale dell’Avis è la tutela della salute del donatore a garanzia del ricevente, e ritengo che tutti i donatori debbano accedere a qualsiasi indagine aggiuntiva, scientificamente vagliata, nell’ambito di indagini epidemiologiche o di nuovi programmi di prevenzione. La missione dell’Avis è la fidelizzazione allo scopo di garantire l’autosufficienza nazionale; l’Avis, per poter fidelizzare i donatori periodici e garantire continuità, impegna risorse umane ed economiche non indifferenti. Ciò significa, dover porre particolare attenzione al patrimonio umano che il donatore rappresenta, nel tempo in cui rimane attivo e quindi, gli devono essere garantiti indagini di screening diagnostico, preventivamente stabiliti. Questo non è l’unico aspetto sul quale è necessario monitorare e intervenire, affinché ci sia una corretta e puntuale applicazione delle norme previste in convenzione. Da parte mia ribadisco la disponibilità a collaborare, come volontario Avis e medico che da quasi 40 anni opera all’interno del Servizio trasfusionale pubblico. Roberto Ferrari, direttore sanitario Avis provincale Padova

“Occupate” le piazze di Padova dalla Festa del Volontariato

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l volontariato in tutte le sue forme è sceso in piazza, domenica 23 settembre, per la nona edizione della “Festa provinciale del Volontariato”, alla quale hanno partecipato anche il gazebo dell’Avis provinciale e della comunale di Padova. Ogni anno il volontariato padovano vuole far conoscere alla cittadinanza l’apporto dato dai volontari al territorio provinciale. Come da tradizione, sono state quindi occupate le piazze del centro storico di Padova, da Piazza Garibaldi al Bò, attraversando le piazze dei Frutti, delle Erbe e dei Signori fino a Piazza Capitaniato. Il tutto è iniziato con la maratona fotografica, che ha premiato i migliori scatti realizzati in giornata su alcuni specifici temi, comunicati al momento della partenza. Non è mancato l’aspetto ludico: per tutta la giornata si è tenuto uno speciale Gioco dell’oca scomponibile e trasportabile.

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PADOVA

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l 29 settembre, in occasione dell’assemblea straordinaria di Avis regionale Veneto, sono intervenuta in qualità di responsabile del Gruppo giovani di Avis provinciale di Padova, e ho posto all’attenzione dei delegati alcune riflessioni sul ruolo che i giovani hanno nella nostra associazione. La riflessione nasce da una constatazione di fatto: guardandomi attorno quel giorno, ho riscontrato la quasi assenza di persone al di sotto dei 30 anni. I ragazzi presenti erano pochi; eppure i giovani in Avis ci sono, ragazzi che si sono presi a cuore la missione del dono del sangue e che con impegno diffondono questo messaggio. La domanda che ci si deve porre è: per quale motivo, in occasioni così importanti, dove vengono affrontati temi che riguardano l’associazione e il suo futuro, i giovani non sono presenti? Cosa li tiene lontani? Sono forse loro che non si propongono? Quali sono le dinamiche relazionali o le condizioni che ne hanno impedito l’inserimento, per esempio, nel Consiglio direttivo dell’Avis regionale Veneto? È indubbio l’impegno che da anni ogni singola realtà comunale impiega per poter far avvicinare i giovani al dono del sangue, e i risultati si vedono. Molti giovani donatori si presentano nei vari centri con amici o conoscenti, pronti ad offrire il loro aiuto tramite la donazione. Esprimo la mia perplessità nel trovarmi ancora in minoranza e le ragioni, che mi sfuggono, appaiono tanto sottili quanto importanti. Spesso i giovani spiccano per il loro entusiasmo volubile, i molti interessi e il loro carattere giocoso, ma è anche vero che i ragazzi sono dotati di menti dinamiche, sempre pronte e aperte alle innovazioni. I giovani volontari Avis sembrano, però, riflettere solo le caratteristiche di spensieratezza piuttosto che quelle di impegno, auto-relegati ai margini dei ruoli decisionali, magari impegnati in appuntamenti superficiali. È fondamen-

tale creare momenti d’incontro, per poter accogliere, nel migliore dei modi, i nuovi donatori facendo capire loro che i giovani Avis sono certamente giovani, ma che sono prima di tutto Avis. La mia esperienza personale mi porta a dire ai presidenti, che hanno già completato il ciclo di due mandati, che l’importanza non sta né nelle cariche né nei ruoli, ma nelle persone, di dare fiducia ai giovani che si propongono, incoraggiandoli ad assumere incarichi importanti nell’associazione, come il mio direttivo ha fatto e continuerà a fare. L’associazione ha la fortuna di avere persone straordinarie che da decenni svolgono il meticoloso lavoro di diffusione della donazione di sangue, a livello capillare, in ogni singola realtà locale, e Avis in generale, dovrebbe solo essere grata a questi soci e alla loro dedizione. È proprio perché ci sono queste persone che, con tutta la loro esperienza e con tutta la loro passione, possono essere esempio e guida per i giovani nel prendere le decisioni migliori e nel percorso da seguire. I presidenti non dovrebbero avere paura nel passare il “testimone” e il loro operato ai giovani, perché con guide così importanti, i risultati non potranno che essere rassicuranti. Aprire i direttivi ai giovani, con ruoli importanti, costituisce una garanzia di sopravvivenza per l’associazione. Il ricambio generazionale è il futuro, ma anche il presente della nostra associazione. È fondamentale avviare al più presto questo processo, bisogna rendere consapevoli i giovani che c’è bisogno delle loro idee, che il loro entusiasmo è una boccata d’ossigeno per l’associazione e una speranza concreta di futuro. Giovani donatori c’è bisogno di voi e delle vostre idee!

LE SETTE SORELLE

Giovani pronti, facciamoci avanti...

Gloria Mercurio, responsabile giovani Avis provinciale Padova

Montegrotto: video “corti ma tosti”, concorso nelle scuole

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’Avis comunale di Montegrotto ha organizzato un concorso, rivolto alle classi terze della scuola secondaria di primo grado “Antonio Vivaldi” di Montegrotto Terme. L’iniziativa è stata attuata con la collaborazione dell’Istituto comprensivo locale. Il concorso, dal tema “Corti ma tosti”, prevede la realizzazione di un video di comunicazione sociale, della durata di 30 secondi, che tratti tematiche proposte da Avis. Le finalità del concorso sono molteplici: la principale è quella di sensibilizzare i ragazzi su valori come solidarietà, gratuità, fratellanza senza discriminazione di razza, credo politico o religioso; un’altra importante motivazione è aiutare gli studenti a scoprire gli elementi fondamentali del lin-

guaggio cinematografico come strumento espressivo e di maturazione della personalità. Un altro obiettivo del concorso è anche far conoscere la missione di Avis ai ragazzi e alle loro famiglie, ovvero di diffondere nei cittadini la “cultura dell’altruismo” e in particolare quella della donazione di sangue, necessaria per far fronte al fabbisogno sempre più crescente degli ospedali. Una commissione formata da un rappresentante della scuola, dell’Avis, dell’Amministrazione comunale e di “Officina Immagini”, valuterà i lavori, stabilendo l’ordine dei primi tre classificati esaminando, oltre che il messaggio trasmesso, anche i meriti tecnici e artistici. 35


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PADOVA

In cinquemila per “sognare”, Avis presente LE SETTE SORELLE

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na grande festa. “Dreamin’ up, svegliati da un sogno” è il nome dell’iniziativa che si è svolta sabato 24 novembre al Palasport San Lazzaro di Padova. Un gioco di parole che richiama il sogno alla sua dimensione di progetto, di vocazione, ma che invita anche a sognare, a puntare in alto, alla vetta. Alla festa hanno partecipato più di cinquemila persone, tra ragazzi ed educatori, con ospiti d’eccezione l’Avis provinciale di Padova, i cui ragazzi del Gruppo giovani hanno proiettato un video sul tema della

donazione di sangue. Sognare è una cosa tremendamente seria, soprattutto se hai 16 anni. Hai sì tutta la vita davanti, ma è in questo momento che metti i mattoni, che scegli su quali basi fondare la vita che sogni. È a quell’età che inizi ad “impastarli”, con la calce e con la malta, per costruire, pietra dopo pietra, il tuo futuro. Nel cuore di un adolescente migliaia e migliaia sono i sogni possibili: quelli piccolissimi, quasi banali, e quelli giganteschi, immensi, che lasciano gli adulti senza fiato. Tutti, però, sono importanti. Nessuno di questi può venire liquidato: nessuno è senza valore. Generare l’idea di una festa educativa, capace di ruotare attorno al tema del sogno-vocazione, in un tale contesto di comunità, è un atto di fede, di fiducia verso la società civile, verso le generazioni future che animano il dibattito di comunità, esprimendo una sete indefettibile e vivace. Sapersi chiamati a “qualcosa nel mondo” - il lavoro, il volontariato, il matrimonio, la consacrazione - sancisce l’identità e permette di acquisire un orizzonte di sicurezza, rafforzando il proprio io, ed evitare ansie e timori per il domani. La Festa organizzata dall’Azione Cattolica è stata, dunque, una nuova occasione per Avis per ricordare ai ragazzi che il donatore è portatore di un valore che va oltre il gesto della donazione.

I “gemelli” Padova-Guglia Zucchero tribute a Rovolon

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emellaggio, atto secondo. Domenica 16 settembre si è svolto un passo avanti verso il gemellaggio tra l’Avis comunale di Padova e l’Avis comunale di Guiglia (in provincia di Modena). Nel 2011, in occasione dei 60 anni di anniversario di fondazione dell’Avis padovana, c’era stata la “prima firma” e lo scorso settembre una sua cospicua rappresentanza, in occasione del 50° di Guiglia, si è recata sulle colline modenesi per sancire l’amicizia che lega le due associazioni di donatori. Una condivisione profonda di valori e intenti che si è tradotta nella volontà di proseguire questo rapporto di collaborazione e amicizia instaurato nel tempo. Il presidente della Comunale di Padova Enrico Van De Castel, ha ricordato lo spirito di solidarietà che accomuna le due Comunali.

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lla festa della birra questa estate a Rovolon (PD), serata giovane con la band di O.I. & b. Zucchero Tribute, con la partecipazione di Lisa Hunt ex voce di Zucchero. Sponsor della serata è stata l’Avis di Rovolon. La stessa Comunale ha organizzato dei gazebo per distribuire ai numerosissimi giovani del pubblico vari gadget e magliette per promuovere il dono del sangue. I giovani dell’Avis si sono molto impegnati riuscendo a raccogliere, durante tutte le serate, diverse “promesse di donazione”. Entusiasti dell’esperienza, si pensa di ripeterla anche nei prossimi anni oltre a partecipare anche ad altre occasioni di incontro. L’auspicio che molti siano i Beniamino Paggiaro ragazzi che aderiranno ad Avis.


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VENEZIA

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l Dipartimento di Venezia ha superato indenne anche il mese di ottobre: i dati della raccolta di emazie si attestano sui livelli del 2011, con un aumento di 125 sacche. Tuttavia, possiamo già affermare che a fine anno non saranno confermati i dati della raccolta complessiva del 2011, a causa di un netto rallentamento nella raccolta del plasma richiesto dal Dipartimento stesso per evitare il rischio di far scadere il nostro prezioso dono. Un dato positivo, che mi preme evidenziare, è il numero di visite di idoneità: 240 potenziali donatori si sono avvicinati alla nostra associazione e di questi ben 213 si sono sottoposti alla prima donazione. Questi ultimi dati ci confortano in vista del raggiungimento degli obiettivi del nostro Dipartimento e del reintegro dei donatori sospesi per età o cause sanitarie. Inoltre, quanto emerso dal Comitato del Dipartimento del 17 ottobre e confermato durante la Conferenza dello stesso del 30 ottobre in merito alla programmazione della raccolta 2013, ci rassicura per le raccolte festive da parte delle Ulss. Le Direzioni sanitarie hanno, infatti, optato per provvedimenti aziendali e non dipartimentali per le ridotazioni dei posti vacanti del servizio trasfusionale. Lo stesso vale anche per i progetti di raccolta festiva, questo in contrasto con l’art. 7 della convenzione che propone un progetto unico Dipartimentale per la raccolta festiva. Questa la

panoramica delle raccolte festive nel Dipartimento di Venezia: la Ulss 10 conferma il progetto 2012; la Ulss 14 conferma 15 raccolte, di cui 3 a Chioggia e 12 a Cavarzere; la Ulss 13, invece, deve definire la compatibilità finanziaria aziendale prima di definire il calendario, sebbene le raccolte siano a carico del Frat. Nell’ambito dell’Ulss 12, per Pellestrina sarà elaborato un progetto specifico che tenga conto delle esigenze economiche e di quelle dell’autorizzazione regionale. Ringrazio il direttore del Dipartimento, dott. Giorgio Marchiori, per quanto è riuscito a confermare, poiché sicuramente in questo modo si va incontro alle nuove esigenze dei donatori: donare di sabato o domenica a causa delle difficoltà a ottenere i permessi dal lavoro, che, sebbene siano previsti dalla legge, mettono in difficoltà le piccole realtà produttive. Ne approfitto per fare una raccomandazione, in vista dell’ormai prossimo rinnovo dei quadri dirigenti di tutti i livelli della nostra associazione: mi auguro ci siano persone disponibili a dedicare del tempo all’Avis con assiduità ed entusiasmo, poiché ci sono solo oneri e non onori. Con l’occasione, porgo a voi donatori e alle vostre famiglie i miei più sinceri e affettuosi Auguri di un sereno Natale e un 2013 che porti tranquillità e gioia di donare quanto di più prezioso abbiamo.

Musica a Portogruaro

musicisti ha proposto brani indimenticabili, come Berta Filava e Gianna. È stata un’occasione imperdibile per i tantissimi fan di Rino Gaetano che lo amano e per chi ancora non lo conosceva, una serata ricca di canzoni piene di ironia e buoni sentimenti, incredibilmente ancora attuali.

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ono accorsi in più di seicento, nonostante il tempo incerto, al tradizionale concerto organizzato dall’Avis comunale di Portogruaro, venerdì 14 settembre. Lo scenario fantastico del parco della Villa Marzotto ha fatto da cornice all’esibizione della “Rino Gaetano Band”, che per l’occasione ha avuto come ospite Marco Morandi. La band, gestita scrupolosamente dalla sorella del cantautore, presenta dal vivo i più grandi successi dell'artista definito “fuori dagli schemi”, ma più attuale che mai. Lo spettacolo è stato coinvolgente e vivace e la band ha saputo emozionare e far rivivere vecchi ricordi. Alessandro Gaetano, nipote del cantautore, assieme agli altri

LE SETTE SORELLE

Nel 2013 assicurate le raccolte festive

Maurizio Borsetto, presidente Avis provinciale Venezia

Il calendario di Mestre

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ome ogni anno arriva il calendario dell’Avis di Mestre-Marghera, ideato dal Gruppo giovani e realizzato dagli studenti dell’Istituto Istruzione Superiore Guggenheim di Mestre. Quest’anno l’idea è stata quella di reinterpretare in chiave avisina celebri slogan pubblicitari: “No Avis, no party”, “Avis. Basta la parola”, “Toglietemi tutto, ma non la donazione” sono alcune delle frasi consegnate agli studenti di grafica affinché elaborassero delle immagini correlate da inserire nel calendario. Ne è uscito un vero e proprio Carosello su carta, con cui l’Avis MestreMarghera accompagnerà il 2013 di tutti coloro che ritireranno una copia del calendario, disponibile da fine novembre presso il Centro Raccolta dell’Angelo e la sede Avis di Via Einaudi a Mestre. 37


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VENEZIA

Concordia: quando lo “sguardo va oltre” LE SETTE SORELLE

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a seconda edizione della Festa delle Associazioni, nata dalla sinergia tra le varie Associazioni, Amministrazione comunale, Pro Loco e Ascom, ha regalato a Concordia Sagittaria tre giorni (12-14 ottobre) di appuntamenti. Quest'anno la manifestazione ha scelto di far conoscere al grande pubblico l’Associazione down del Friuli Venezia Giulia Onlus, di cui fanno parte alcune famiglie concordiesi (il 14 ottobre ricorreva, tra l’altro, la giornata nazionale delle persone affette da sindrome di down). Oltre a due cene di beneficenza con il supporto di Ascom, è stato organizzato l’interessante convegno “Uno sguardo oltre”, in cui è stato presentato il progetto “Casa al sole” per l’autonomia abitativa delle persone con disabilità intellettiva medio-lieve. Questi appuntamenti hanno permesso di scoprire un mondo di sorrisi e generosità; un mondo a volte sconosciuto, ma ricco di speranza e di voglia di ritagliarsi uno spazio nella vita quotidiana. Domenica, giornata clou, le

Associazioni, baciate da uno splendido sole, si sono alternate in esibizioni sportive e canore, riempiendo la piazza con i loro gazebo. L’Avis era presente anche con l’autoemoteca dell’Avis provinciale e utilizzata per compiere test di spirometria. Un’occasione quindi di promozione, ma anche di sensibilizzazione alla salute e alla prevenzione, visto che sono stati riscontrati ben 7 casi (3 adulti e 4 bambini) affetti da asma non curata. La presenza di una folta delegazione dell’Avis di Concordia sulla Secchia, insieme alla Filarmonica cittadina che ha animato diversi momenti della manifestazione, ha permesso, inoltre, di risaldare il gemellaggio che dal 2005 unisce le due Concordie d’Italia. Le Associazioni di Concordia credono molto in questo progetto di aggregazione e sono convinte che, lavorando assieme, la Festa delle Associazioni possa diventare una manifestazione di rilievo per Concordia e per i comuni limitrofi. Dario Piccolo e Mirco Cusan

San Michele: prima edizione di “Scuola in bicicletta”

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n serpentone di 560 persone ha percorso in bicicletta 29 chilometri lungo le vie del comune di San Michele al Tagliamento, il 20 settembre, in occasione della prima edizione di “Scuola in Bicicletta”. L’iniziativa, organizzata dall’Avis comunale con il

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Gruppo genitori scuole elementari e medie di San Michele e San Giorgio, Polisportiva Malafesta, Polisportiva Tartarughe e Pro Loco, era volta a raccogliere fondi per l’acquisto di materiale didattico per le scuole del comprensorio. Partiti in parte dalla piazza antistante la sede dell’Avis, in parte dalla frazione di San Giorgio al Tagliamento, i partecipanti hanno concluso il giro presso la sede della Pro Loco, dove i collaboratori delle varie associazioni hanno preparato il meritato ristoro finale, con lotteria e musica. Un’iniziativa che ha dimostrato come l’unione spontanea, lo spirito di gruppo e la voglia di stare insieme possa portare a risultati di sicura soddisfazione nel nome della solidaDaniele Aggio rietà.


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VENEZIA -TREVISO

Quel filo rosso Venezia-Modena quello della solidarietà fra le Avis del veneziano e Concordia sulla Secchia. Inaugurazione della sede provvisoria dell’Avis comunale: ma la prima scena cui abbiamo assistito, giunti a Concordia sulla Secchia, è stata la demolizione di un’abitazione inagibile per le lesioni subite con il terremoto. La delegazione dell’Avis provinciale di Venezia, con in testa il presidente Maurizio Borsetto, era formata anche da un folto gruppo di rappresentanti di Avis comunali, di altre associazioni e del Comune di Concordia Sagittaria (gemellato con Concordia sulla Secchia). Un misto di dolore e lacrime di chi vedeva la propria casa rasa al suolo e di gioia per l’inaugurazione. Si concretizzava così quel “ce la faremo” esposto nella sede provvisoria del Comune che avevamo visto nella nostra prima visita nei giorni seguenti il terremoto. Il senso di precarietà in cui ancora vive la popolazione era tangibile nella tensostruttura adibita a chiesa dal parroco don Franco Tonini, dove si è celebrata la Santa Messa, e nel silenzio che neppure la Filarmonica cittadina è riuscita a far sparire del tutto durante la sfilata lungo le vie cittadine. “In un contesto tanto difficile - ha dichiarato Enrico Benetti, presidente Avis di Concordia sulla Secchia - lo sforzo per dotarsi di una sede provvisoria è stato notevole. Non ci sono stati fatti sconti, e la struttura rispetta tutte le stringenti norme sanitarie per la raccolta del sangue. Siamo quindi orgogliosi di quanto abbiamo fatto, e tutto ciò lo dovevamo ai nostri donatori che, pur nella difficoltà, non hanno mai smesso di pensare a chi ha bisogno di loro. Se questo piccolo miracolo è stato possibile, una parte del merito va anche all’Avis provinciale

di Venezia, che ci è stata vicina con un generoso contributo, e a tante Avis sparse su tutto il territorio nazionale, tra cui quella di Concordia Sagittaria (che ha mandato di recente 1.600 euro, ricavato della Lotteria della sua festa sociale) alla quale ci unisce un patto di gemellaggio siglato nel 2005”. Sigillo di questa importante giornata, lo striscione “Concordia x Concordia” che è stato collocato nella nuova struttura di raccolta, a simboleggiare un legame che non si dissolve e che, come l’arcobaleno, colora il cielo plumbeo dopo ogni temporale. Un legame Modena-Venezia rafforzato pure in occasione della festa del donatore dell’Avis comunale di Venezia, che ha avuto come ospiti d’onore i presidenti delle Avis di Finale Emilia, Bondeno, Poggio Rusco, Ostiglia, Serravalle Po e Mirandola, tutti centri colpiti dal terremoto.

VENETO PER EMILIA

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E San Biagio si mobilita per... Sant’Agostino A

Fagarè della Battaglia, frazione di San Biagio di Callalta, nel trevigiano, a metà luglio, nell’ambito della sagra paesana organizzata dal “Gruppo maratoneti Fagarè” si svolge la competizione podistica “Corri Fagarè”. Dato l’evento terremoto di qualche mese prima in Emilia, è nata l’idea di devolvere il ricavato di quest’anno al paese di Sant’Agostino di Ferrara e precisamente alla scuola materna gestita da don Gabriele. Per dare più sostanza al ricavato, è stata mobilitata tutta la cittadinanza con raccolte fondi da privati, dai pubblici esercizi, dal parroco don Loris e dall’Avis comunale, visto che tutti i partecipanti all’evento sono donatori. Dopo circa due mesi di raccolta, il 14 settembre sono partiti da Fagarè sei podisti supportati da un ciclista, da un’auto e da un camper,

che dandosi il cambio ogni ora, hanno percorso i 170 chilometri di distanza tra i due paesi. A Sant’Agostino sono arrivati a mezzogiorno del giorno seguente, accolti da un gruppo di podisti del luogo per compiere l’ultimo tragitto insieme. Insieme sono così arrivati a destinazione, consegnando al parroco la cifra raccolta, che ammontava a 4.545 euro. Dopo un pranzo ristoratore e la visita dei luoghi sinistrati, ci si è salutati con la promessa di ritornare per consolidare l’amicizia. 39


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TREVISO

“Ragioni del cuore”, al passo coi tempi LE SETTE SORELLE

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’Avis provinciale di Treviso, sulla scia dell’esperienza fatta l’anno scorso, ha organizzato il 10 e l’11 novembre, a Laggio di Cadore, un corso di formazione per dirigenti, con lo scopo di sviluppare un atteggiamento mentale sensibile al cambiamento e al rinnovamento. Rinnovare se stessi e la propria mentalità è probabilmente il più difficile e impegnativo cambiamento,

ma sicuramente il più importante e necessario. In questo periodo avverto in molti dei nostri presidenti la preoccupazione per le difficoltà che incontrano nella ricerca di persone disponibili ad assumersi la responsabilità di gestire e governare il futuro della nostra associazione. Ebbene, questo è proprio il momento di “agire”, di rispolverare in noi la grande passione che ci

nutre e ci anima. L’agire del nostro volontariato sviluppa sentimenti di grande intensità e competenza, con azioni costanti e responsabili. Guardando al passato, ai tanti dirigenti che si sono spesi negli anni con tanta passione e dedizione, constatiamo che il loro impegno ha fatto crescere l’Avis in quantità e qualità, dando un contributo fondamentale all’autosufficienza, gettando le basi per costruire il Sistema trasfusionale veneto. Eppure, nessuno di loro ha avuto una specifica preparazione per agire e operare così, si sono affidati solo alle “ragioni del cuore”. I valori che ci guidano rappresentano un quadro imprescindibile che orienta e sviluppa il nostro stile. Dare la precedenza alla persona, alla gratuità, alla cura del bene comune, alla solidarietà e all’accoglienza rappresenta il senso di giustizia più elevato e costituisce le chiavi del codice che ci è proprio, che ci contraddistingue e ci appassiona. L’invito che faccio, quindi, è quello di partecipare da protagonisti al cambiamento e al miglioramento della nostra società. Il tempo di delegare ad altri le nostre idee e il nostro modo di operare è terminato. Tutti noi volontari abbiamo il compito di essere presenti, di partecipare, di costruire e comporre il bene della nostra società. Non è accettabile criticare quello che fanno gli altri delegando loro le nostre responsabilità. L’Avis è partita da lontano e sicuramente troverà nuovi “condottieri” che la guideranno su quelle vie e verso quegli orizzonti capaci di interpretare al meglio le necessità degli “ultimi”: gli ammalati. Buona strada all’Avis. Gino Foffano, presidente Avis provinciale Treviso

Villorba: il binomio Rugby-Avis va alla grande U n successo anche per Avis il “Triangolare di rugby under 23”, tenutosi a fine settembre a Catena per i 40 anni del rugby Villorba. L’iniziativa, che ha visto insieme le Avis di Villorba, Paese e Conegliano, si è posta come finalità la sensibilizzazione di atleti, allenatori, familiari e pubblico sul dono prezioso del sangue, sia attraverso una spiegazione diretta da parte dei volontari durante la serata che attraverso la distribuzione di materiale informativo. Una bella soddisfazione

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per i tre direttivi Avis, che hanno voluto sottolineare come il gioco di squadra del rugby sia simile a quello dell’associazione, dove tutti insieme ci si impegna quotidianamente per donare il sangue agli ammalati. I presidenti dell’Avis di Villorba, Maurizio Trevisan, e di Paese, Rosanna Pestrin, hanno premiato i capitani delle squadre con una targa ricordo. La serata è terminata con il “terzo tempo”, momento in cui i ragazzi hanno cenato tutti insieme.


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TREVISO

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u richiesta degli stessi responsabili militari, il presidente e il direttore sanitario dell’Avis provinciale di Treviso, Gino Foffano e il dott. Alessandro Spigariol, hanno tenuto un incontro sulla donazione di sangue al 184° Reggimento di Sostegno Tlc “Cansiglio” e del Resis C4, di stanza alla Caserma “De Dominicis” di Treviso. Oltre un centinaio di militari di ogni ordine e grado e un certo numero di dipendenti civili della Difesa hanno seguito la spiegazione sul dono del sangue, sulla mission dell’Avis e sull’iter per diventare donatori di sangue, plasma e piastrine. Ma anche sul valore del volontariato, della solidarietà e dell’associazionismo. L’incontro è stato reso possibile dalla disponibilità dei rappresentanti dell’Avis e del Colonnello Flavio Porru, Comandante del Reggimento. Il meeting è stato seguito con molto interesse dai militari e dai dipendenti, che hanno potuto rivolgere anche domande specifiche sull’argomento. Soddisfazione in caserma dove: “Tale tipo di attività si è dimostrata fortemente sensibilizzante nei confronti del personale del Reggimento, rendendolo consapevole dell’importanza del fine altamente umanitario e insostituibile di tale gesto, teso a salvare vite umane”. E grande soddisfazione all’Avis che considera la “gradita richiesta pervenutaci, il naturale seguito dell’iniziativa “Uniformi

nel donare”, la giornata che negli scorsi anni ha visto protagonisti molti nuovi o abituali donatori di sangue tra le forze armate che si sono recati a donare presso il Centro Trasfusionale di Treviso. Iniziativa che, unita al gesto spontaneo di tante divise, permette oggi di registrare un buon numero di forze dell’ordine tra i donatori di sangue periodici totali della Marca trevigiana. Dando un forte segnale di altruismo e un esempio positivo alla popolazione. Una “donazione in... divisa” che si è ripetuta il 5 di dicembre per le forze dell’ordine. Prossimamente è in progetto “un dono congiunto” con Esercito e Aereonautica.

LE SETTE SORELLE

L’Avis in caserma e donazioni con... Divise

A Vittorio Veneto e Conegliano il dono corre su 2 ruote

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nche il campione del mondo di ciclocross Renato Longo, a “Pedalavis”, la pedalata collettiva di 26 chilometri organizzata a settembre dall’Avis di Vittorio Veneto. La manifestazione, oltre che per divertire, si è svolta per contribuire alla realizzazione dell’Hospice “Casa Antica Fonte”, nato per assistere, in una struttura residenziale, le persone affette da gravi malattie (in particolare le neoplasie in fase avanzata) per le quali risulta difficile l’assistenza presso il

proprio domicilio. Vi hanno partecipato anche intere famiglie. Prima uscita, domenica 23 settembre, alla “Conegliano pedala”, del neo costituito Gruppo Ciclistico di Conegliano. È questa un’altra iniziativa finalizzata alla diffusione del messaggio avisino nel mondo dello sport dell’Avis comunale che annovera, infatti, anche una squadra di calcio a 5 vincitrice, lo scorso anno, del campionato Aics e la presenza degli striscioni avisini in alcune palestre cittadine.

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VERONA

Riunioni zona: al centro le ‘chiamate’ LE SETTE SORELLE

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nche quest’anno è stato ripreso nel veronese il percorso delle riunioni di zona, appuntamento associativo preposto a favorire l’aggiornamento sui temi di vita associativa e dell’attività trasfusionale. Per ogni serata l’ordine del giorno prevedeva la situazione donazionale e la programmazione. Ne sono seguiti una costruttiva discussione e un proficuo confronto per capire come uscire da una situazione dove le donazioni mensili hanno risultati troppo altalenanti, contro una richiesta di sangue sempre sostenuta. Per far fronte a queste continue necessità, oltre che continuare a fare promozione per trovare nuovi donatori, si è parlato di come fare per convogliare e organizzare giornalmente un numero di donatori ai Centri di raccolta, corrispondenti alle necessità degli ammalati. Per questo l’Avis provinciale, già da qualche mese, ha formato un gruppo di lavoro di volontari che ha tracciato delle linee guida di invito alla donazione, esposte durante le serate. Ecco in sintesi le proposte: garantire il sangue al malato; automatizzare le prenotazioni; minimizzare i tempi di attesa del donatore; predeterminare le donazioni in base alle reali esigenze di sangue; ottimizzare i costi di gestione (sedi, riscaldamento, personale). Questo sarà possibile tramite un Centro unico di prenotazione, che abbia come strumento a supporto un’agenda elettronica gestita via web. L’agenda elettronica permetterebbe al singolo donatore l’accesso tramite password a una pagina web con la possibilità, tramite pochi e semplici passaggi, di prenotarsi per il Centro trasfusionale, scegliendo l’orario più adeguato ai suoi tempi. Per chi non è pratico all’utilizzo dei mezzi informatici, ci sarà comunque il Centro unico di prenotazione che provvederà a prenotare la donazione tramite telefono, email, sms. Chiaramente sia il centro di prenotazione sia l’agenda elettronica avranno un costo e il

gruppo di lavoro ritiene debba essere condiviso dalle Avis comunali. Durante le riunioni è stato comunicato che dal 15 ottobre, presso il Centro trasfusionale di Legnago è iniziato, con l’organizzazione di volontari e medici, il servizio di prenotazione e chiamata. Si possono prenotare il giorno e l’ora in cui donare il sangue. Dal lunedì al sabato un donatore, che collabora volontariamente con il Servizio trasfusionale per il progetto, cura la prenotazione. Le nuove modalità di accesso, concordate e condivise con le associazioni dei donatori, ottimizzano l’afflusso delle donazioni in rapporto alle necessità trasfusionali degli ammalati e offrono, inoltre, concreti vantaggi ai donatori. Nel rispetto della spontaneità del gesto, i tempi di attesa sono contenuti, con una certezza: “Il mio sangue, oggi atteso, è necessario, il mio dono sarà sicuramente utile”. Inoltre, per riuscire a poter far funzionare tali modalità anche negli altri Centri trasfusionali della provincia, tale progetto sta impegnando l’Avis veronese, donatori, dirigenti e associazioni, a rispettarne i contenuti partecipando attivamente alle fasi operative, a conferma dell’unitarietà associativa e per migliorare l’immagine Avis. Altro punto molto importante sarà, nel 2013, il rinnovo di tutti gli incarichi associativi. Come previsto dallo Statuto nazionale il presidente, vice-presidente e segretario non possono essere rieletti per più di due mandati consecutivi. Ad ogni serata è stato dedicato ampio spazio agli interventi delle Avis comunali, alle loro osservazioni e proposte costruttive. Il Consiglio provinciale ha esortato a partecipare attivamente, coinvolgendo il più possibile collaboratori e componenti del Consiglio direttivo della propria Avis comunale al fine Alice Rossetto di migliorare la vita associativa.

Legnago: un 50° con una festa molto Sonohra È stata l’Avis di Legnago ad aprire la tournée invernale dei Sonohra. I due musicisti veronesi, idoli dei giovani e testimonial dell’associazione, hanno infatti tenuto il primo concerto del nuovo tour il 6 ottobre al Teatro Salieri di Legnago (Vr), in occasione del 50° anniversario della Comunale. Davvero un compleanno con il botto, con ricavato della serata a favore dell’Avis e gran finale al Ponte Principe Umberto per il lan-

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cio di 50 piccole mongolfiere. La festa avisina, comunque, era cominciata già da qualche giorno, con la biciclettata attraverso i paesi dei 25 gruppi donatori che fanno parte dell’Avis comunale di Legnago, una risottata in compagnia e il torneo di calcetto. Il pomeriggio prima del concerto, invece, si sono tenute le premiazioni dei soci benemeriti e la sfilata fino a piazza Garibaldi, dove per i bambini sono stati allestiti giochi e organizzati spettacoli, mentre per i più grandi aperitivo e musica.


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VERONA

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’Avis comunale di Verona ha collaborato alla quinta edizione del Dossodeejay Festival, un progetto misto di musica e solidarietà. La finalità, per cui è doveroso un grazie agli organizzatori per aver scelto di collaborare con la nostra associazione, era promuovere anche in quell’ambito di festa e divertimento la cultura del dono del sangue. Scopo che è stato raggiunto: vedere ragazzi che ballano con le maglie e berretti Avis è stata una grande soddisfazione! Noi avisini ci siamo già prenotati per il prossimo evento invernale… puntando già anche all’evento estivo del 2013! Nel frattempo, l’Avis veronese ha pensato bene di approfittare dell’apertura del Villaggio di fitness Virgin Active per promuovere la donazione del sangue con la speranza che molti giovani, e non solo, si avvicinino al dono. Grazie all’interessamento di un nostro socio che frequenta la palestra e tramite il sales manager Davide Menetto, è stato organizzato un weekend con la presenza dell’Avis. Lo stretto contatto con i frequentatori del Virgin Active è stato sicuramente proficuo per la nostra mission. Cercheremo di continuare il nostro

“allenamento” alla divulgazione della nostra attività di sensibilizzazione, perché è molto interessante l’idea di poter interagire con chi si allena proponendo un tipo diverso di allenamento, un po’ meno fisico, ma senz’altro di grande soddisfazione personale... l’allenamento Ezio Aldrighetti alla solidarietà!

LE SETTE SORELLE

Musica e fitness per promuovere il dono

Albaredo fra volley-splash, caminade e concerti L ’Avis di Albaredo d’Adige è presente in modo significativo nel territorio con molte iniziative finalizzate a promuovere la cultura del dono del sangue. In particolare, si stanno intensificando le iniziative sportive indirizzate ai giovani come il torneo di pallavolo Avis giovani, organizzato a Locara dall’Intercomunale “Mino Trevisoi” in memoria di Filippo Aldegheri, il torneo di splash-volley organizzato a Michellorie, con l’offerta, a ogni partecipante, di una bandana personalizzata Avis. Ancora, con il gruppo Podistico Avis di Albaredo ha organizzato la “32° Caminada dei Tre Archi”, una manifestazione podistica a passo libero su tre percorsi a scelta, poi è stata presente con il gazebo gonfiabile all’annuale fiera e sagra di San Rocco, distribuendo palloncini colorati ai più piccoli, gadget e opuscoli, oltre a informazioni sul dono del sangue. Inoltre, è stata promotrice di una serata culturale, presso il Centro parrocchiale di

Albaredo: in collaborazione con le equipe giovani e la Consulta giovani è stato proposto “il Mondo di Lucy”, un video-concerto di musica. Per concludere, la locale squadra avisina di pallavolo ha partecipato, classificandosi al secondo posto, al torneo “Tre Archi” al cento parrocchiale di Albaredo. Tante iniziative che impegnano non poco l’Avis, ma con il nobile proposito di “seminare” la cultura della solidarietà e il concetto che “Basta un piccolo gesto di generosità per salvare una vita e che tante piccole gocce Nicola Baldin creano un fiume di solidarietà”.

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VERONA

La settimana “Fair Play” a Verona LE SETTE SORELLE

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iniziata con un’affollata e articolata conferenza stampa alla Sala Arazzi di Palazzo Barbieri di Verona, la “Settimana del Fair Play” dal 24 al 28 ottobre, cui hanno preso parte il presidente del Comitato nazionale Italiano Fair Play Ruggero Alcanterini e delegazioni di 40 Paesi europei. L’evento era patrocinato dalla Presidenza del Consiglio, dal Ministero degli Esteri, dal Coni, dal Miur, dalla Regione Veneto e con il sostegno, tra gli altri, dell’Avis, il cui logo campeggiava nei roll up pubblicitari. “Verona è orgogliosa di ospitare questo importante Congresso Europeo - ha detto il sindaco Flavio Tosi, presente con l’assessore Antonio Lella - che conferma ancora una volta l’importanza internazionale della nostra città, ma anche quanto il Fair Play sia sempre più un argomento associato non solo allo sport ma anche ad un modo di essere e di vivere secondo i principi etici”. La manifestazione si è aperta con la proiezione in anteprima nazionale, riservata agli studenti, del film “Il sole dentro” di Paolo Bianchini, secondo premio al Giffoni Film Festival. È seguita la mostra storica “Fair Play Cartoon” curata dal vignettista Gianfranco Tartaglia, in arte “Passepartout”. Ma il momento topico è stato la tavola rotonda “Professional

Sport and Fair Play” alla quale ha preso parte, per Avis nazionale, il segretario nazionale Renato Mattivi che ha focalizzato il suo intervento sui principi fondamentali ed etici della mission associativa, mettendo in risalto la gratuità della donazione di sangue periodica e volontaria, finalizzata a sostenere la cura dei pazienti: vero investimento sociale per il nostro paese. “Il milioneduecentomila donatori periodici iscritti all’Avis costituiscono il capitale sociale dell’associazione - ha detto Mattivi - e sono rappresentanti di tutte le categorie professionali, tra cui molti campioni dello sport divenuti testimonial dell’associazione. Ben venga, quindi, l’annunciata collaborazione con la campionessa di fioretto Valentina Vezzali e la sottoscrizione del “Protocollo d’Intesa” tra il Comitato nazionale Fair Play e l’Avis”. Fair Play significa molto più che giocare nel rispetto delle regole: comporta concetti di amicizia, di solidarietà, di rispetto degli altri e di spirito sportivo. Fair Play è un modo di pensare, una filosofia di vita, non solo un modo di comportarsi. È lotta contro l’imbroglio e contro le astuzie al limite delle regole, la lotta al doping, alla violenza fisica e verbale, allo sfruttamento, alla disuguaglianza delle opportunità e alla corruzione.

“Job & Orienta” 2012

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giovani donatori di Avis e Fidas provinciali sono stati presenti alla manifestazione “Job & Orienta” dal 22 al 24 novembre. Presso lo stand allestito assieme all’Admor a Veronafiere, hanno avuto la possibilità di parlare con gli studenti della donazione, del perché si dovrebbe donare e dell’iter per diventare donatori. Lo stand ha suscitato anche quest’anno un notevole interesse da parte di centinaia di studenti ai quali sono stati consegnati depliant informativi e gadget.

Due defibrillatori per San Giovanni Ilarione e Vestenanova

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’Avis comunale di San Giovanni IlarioneVestenanova ha portato avanti un progetto utile per tutta la popolazione e per i nostri sportivi: la donazione di due defibrillatori. I due presidi sanitari acquistati con la consulenza della Croce Rossa, che si occuperà anche della formazione dei volontari che useranno il Dae (defibrillatore automatico esterno), è avvenuta in due momenti. Il primo a Vestenanova il 7 ottobre, per l’evento “Sismici pro sisma”: i giovani del “Vestenastock” hanno organizzato una giornata di musica e solidarietà con raccolta fondi a favore della

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popolazione di Finale Emilia colpita dal terremoto. Presenti tutti i giocatori e il Presidente della locale società di calcio, il defibrillatore è stato consegnato al sindaco Maurizio Dal Zovo. L’altro si è svolto a San Giovanni Ilarione il 14 ottobre, nell’ambito della “Sagra delle castagne”. Con la piazza gremita di persone e la presenza di varie società e associazioni sportive, il sindaco Ellen Cavazza ha preso in consegna dal presidente dell’Avis comunale Luigi Pandolfo, il prezioso presidio sanitario che verrà installato presso gli impianti sportivi.


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iutare i bambini di un orfanotrofio facendo uno dei viaggi più assurdi che si possano immaginare: 10mila chilometri in 20 giorni, fino alla Mongolia, con una Panda vecchio modello. È il Mongorally, una gara di solidarietà, non di velocità, finalizzata alla raccolta di fondi per i bambini del “Lotus Children Centre” di Ulaan Bataar. Centro al quale va devoluto anche l’incasso della vendita dell’auto con la quale i partecipanti arrivano nella capitale mongola. Il viaggio ha visto partecipare due amici donatori veronesi, amanti dei viaggi, dell’avventura e della solidarietà: Paolo Pajola di 40 anni e Gabriele Masotto (53). “Siamo partiti da Piazza Brà, col patrocinio del comune di Verona, sabato 14 Luglio diretti a Kliven, vicino a Praga, luogo fissato per la partenza ufficiale dei 300 equipaggi che quest’anno hanno deciso di prendere parte all’avventura. Ognuno è

andato per la sua strada, senza alcun tipo di assistenza, passando per Polonia, Ucraina, Russia e attraversando più della metà della Mongolia, fino ad arrivare a Ulaan Bataar. Strade impervie e distrutte, piste sabbiose nel deserto dei Gobi e guadi di torrenti a più di 3000 metri di altitudine sui monti Altai, ci hanno portato, dopo molte disavventure sia meccaniche, sia burocratiche, a salutare i bimbi dell’orfanotrofio. Una gioia e una soddisfazione immense”. I due coraggiosi avevano acquistato con l’aiuto di amici, parenti e dell’Avis, una Panda del 2003 (di proprietà ex Telecom), riuscendo a donare 500 sterline all’orfanotrofio di Ulaan Bataar. E non solo: hanno fatto un’ulteriore donazione di altrettante sterline alla fondazione “Più di un sogno” di Zevio a Verona. Resoconti con filmati e foto del viaggio su Facebook e sul sito: www.demonamanagengiskan.it

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Gli equipaggi possono partecipare con autoveicoli di 1200 c.c. di cilindrata al massimo e con non più di dieci anni di vita o altrimenti con mezzi di soccorso (ambulanze) o furgoni da lasciare, comunque, in beneficenza all’arrivo. I mezzi di soccorso sono anche i più richiesti a Ulaan Baatar.

iù che un rally vero e proprio, è un viaggio di diversi equipaggi che partono e arrivano ad uno stesso punto. Il percorso è libero e senza limiti di tempo. Si parte da Londra, con tappa a Praga con il ricongiungimento di tutti gli equipaggi europei, e poi tutti per conto proprio fino a Ulaan Baatar, la capitale mongola dove chi riesce ad arrivare, lascia in beneficenza il mezzo che lo ha portato a destinazione. Nonostante sia un “rally”, l’unica gara è quella della solidarietà. Solidarietà sotto forma di aiuto in denaro da versare direttamente a due associazioni, una delle quali è il Christina Noble Children’s Foundation, fondazione che compie un lavoro importante nella cura degli orfani e dei bambini di strada della capitale. L’altra associazione viene scelta dai partecipanti: la somma da versare è, in entrambi i casi, di 500 sterline.

AVVENTURE AVISINE

In Panda sulle piste di Gengis Khan

Che cos’è il “MongolRally”

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GIOVANI, MUSICA E SIMPATIA

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Los Vampirones e s’infiammano nel Palaverde S

ette bare, una lapide, il castello di Dracula sullo sfondo. Poi loro, “direttamente dalla Transilvania” e dal buio, in abiti da vampiri con pipistrelli e croci al seguito. Palaverde di Villorba in delirio, sabato 27 ottobre, per l’entrata in scena degli attesissimi Los Massadores. Cinquemila persone, in fila già da due ore prima l’apertura dei cancelli, hanno accolto con un boato il travolgente gruppo castellano, che per il grande concerto organizzato dall’Avis provinciale di Treviso si è calato nei panni dei Los Vampirones. “Che succhiano il sangue, ma non come fa il governo Monti con le tasse” - hanno subito esordito. Perché loro sono di ben altri gusti e il sangue lo donano, davvero, tutti e sette. Con vampiressa dalla rossa chioma alla chitarra, batterista tra le bare, un camaleontico vampiro-Elvis e quattro nuovi pipistrelli ai fiati e uno alla batteria, è così cominciato un concerto di due ore di allegria e di risate, tra canzoni dal ritmo incalzante e battute ironiche che se vogliono farti ridere, vogliono ancor più farti pensare. Ai valori perduti, agli amori che si uccidono, ai timori della

gente, alla crisi che incalza e ai rifiuti che nessuno vuole, alla voglia di esser trendy e di essere diversi. Diversi già dal nome, che scegliamo sempre più lontano da ciò che siamo. Nella provincia di “Trilluno”, invece, potremo essere noi stessi, ma tutti insieme, il trevigiano e il bellunese. Messaggi e frecciate per tutti, quelle lanciate dal leader del gruppo Matteo Guidolin da un palco dove con Luca Giacomazzi alla fisarmonica, a Dimitri Trinca al basso, ai chitarristi e cantanti Andrea Bosa, Andrea Piccolo e Dario Antonini e al batterista Mauro Berti, i Los hanno davvero dato il massimo: musica, voci, luci, colori, coraggio, ma soprattutto grinta. Ingredienti di una serata unica, che ben sono stati riassunti da un gruppo di ragazzi padovani nello striscione vincitore del concorso abbinato al concerto (vedi foto sotto). “Proprio quello che volevamo proporre con un evento di questo tipo - spiega Vanda Pradal, che per Avis provinciale ha organizzato la serata - un modo fresco e divertente di parlare di donazione a giovani e intere famiglie. Un tentativo nuovo e diverso di trasmettere e far conoscere il messaggio del dono del sangue, puntando su sorriso e ironia, perché in questi tempi difficili la gente ha voglia e bisogno di allegria. L’entusiasmo e la risposta del pubblico ci dicono che abbiamo visto giusto”. Straordinario il colpo d’occhio al Palaverde, con pubblico di tutte le età e tanti ragazzi che ballavano. Tra loro anche i giovani partecipanti al Forum interregionale Giovani dell’Avis che i Los hanno salutato dal palco, dopo gli auguri speciali ad Anna, una simpatica nonnina che ha festeggiato al concerto i suoi “primi 80 anni”. Tanti volontari avisini si sono dati da fare dal primo pomeriggio fuori e dentro il Palaverde occupandosi di parcheggio, entrate, distribuzione di depliant informativi e gadget, sicurezza e di mille altri aspetti indispensabili per un simile evento. Riuscita anche l’animazione avisina prima del concerto, ha scaldato il pubblico spiegando le finalità della serata, durante la quale sono state date informazioni su come avvicinarsi al dono del sangue: parecchie le promesse di diventare donatori. Tutte le foto della serata, realizzate da Mimmo Lamacchia, sono disponibili sulla pagina Facebook del periodico: Michela Rossato donoevita.it.


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orna il concorso “Musica nel sangue”, promosso da Avis, Fidas e Abvs Veneto per sensibilizzare i giovani sul tema della donazione e promuovere la cultura della solidarietà. Fino a metà dicembre c’era tempo per le iscrizioni, che al momento di andare in stampa erano già parecchie. Le scuole aderenti organizzeranno un piccolo concerto scolastico e selezioneranno, tramite voto popolare, un brano per ogni band/artista. Seguiranno il caricamento dei video delle esibizioni selezionate dall’istituto sul portale musicanelsangue.it. (gli utenti selezioneranno 48 brani e i 16 più votati per ciascuna categoria) e la semifinale con 4 grandi concerti live, in 4 diverse scuole, in cui una giuria di qualità selezionerà i 24 finalisti (8 per ciascuna categoria). Nella finale, in primavera al palazzo della Gran Guardia di Verona, la giuria designerà 3 vincitori per ogni categoria. Tutti i finalisti faranno parte del cd compilation “Musica nel Sangue 2013” e i migliori di ciascuna categoria potranno partecipare agli eventi organizzati da Avis, Fidas e Abvs e ad alcuni Festival del Veneto. I primi tre classificati della categoria musica originale a tema

solidarietà riceveranno in omaggio i biglietti per assistere ai grandi concerti estivi della regione. Premio di 300 euro per le scuole che ospiteranno le semifinali, di 500 euro per la scuola che avrà più donatori (entro il 30 aprile 2013) e per le scuole vincitrici di ciascuna categoria. In quattro anni, hanno aderito oltre 100 scuole e 400 gruppi/solisti con 450 brani caricati sul portale www.musicanelsangue.it e oltre 60 mila accessi al sito. Nel 2012 le scuole sono state 57 (6 di Venezia, 11 Verona, 13 Padova, 11 Vicenza, 6 Treviso, 6 Belluno, 4 Rovigo) per un totale di 400 ragazzi. Il progetto ha il patrocinio della Regione Veneto ed è curato da Heads Collective. Con Showcase, inoltre, contest musicale aperto a tutte le band italiane, c’è tempo fino al 15 aprile 2013 per caricare la propria musica (brani o video) sul portale www.musicanelsangue.it. La community del sito e la giuria di qualità decreteranno il miglior gruppo, che avrà la possibilità di suonare come headliner alla finale di Musica nel Sangue School Contest.

Fiods Giovani: cronache “venete” da Iceland L

a terra del fuoco e del ghiaccio, l’Islanda, ha ospitato il Forum internazionale Giovani Fiods, dal 30 agosto al 2 settembre, con la partecipazione di volontari da Albania, Azerbaigian, Corea del Sud, Danimarca, Francia, Germania, Georgia, Italia, Islanda, Malta, Lituania, Norvegia, Olanda, Romania. La delegazione avisina italiana era composta da Cesidio Di Nicola (referente IYC per l’Italia), Silvia Apollonio (Consulta Giovani nazionale), Patrizia Anesa e Filippo Pozzoli (Lombardia), Giuseppe Armenio (Friuli V.G.), Marina Capra (Piemonte), Giulia Illica Magrini (Emilia-Romagna), Mariarcangela Moretti (Puglia), Chiara Nardella (Abruzzo) e la sottoscritta (Veneto). A fare gli onori di casa è stato il presidente della Repubblica, Ólafur Ragnar Grímsson. Poi la “serata market”, momento di vero scambio tra le associazioni di materiale informativo, promozionale e prodotti tipici nazionali, diventato strumento di socializzazione e confronto. Tema centrale del Forum è stato: “Marketing and issues of reaching out: retention, recruitment, routine, reputation”, ovvero come reclutare nuovi donatori, volontari e finanziamenti, come mantenerli, come gestire la quotidianità e la reputazione. La tradizionale metodologia per lo svolgimento dei lavori (lezioni

GIOVANI, MUSICA E SIMPATIA

Musica nel Sangue 2013

frontali e workshop) è stata sostituita dall’innovativa modalità “open space”. Ogni partecipante ha avuto la possibilità di proporre alla platea una tematica, prenotare un orario e uno spazio dove scambiarsi idee e vissuti. La discussione all’interno di gruppi di lavoro è nata dal confronto delle realtà ed esperienze permettendo a tutti di esprimersi liberamente. La delegazione italiana ha partecipato attivamente, confermando l’Avis come punto di riferimento internazionale per le associazioni di volontari di nascita più recente. La visita alla Banca del sangue si è rivelata molto istruttiva. Immancabili i momenti di svago che hanno contribuito a creare un clima di cordialità e condivisione, tipico di una grande famiglia che Cristina Sguotti condivide gli stessi valori.

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