Dono e Vita no.1 marzo 2013

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Pubblicazione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XXXV - n.1 - Marzo 2013- Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, NE/PD - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97 - Tiratura e diffusione: 105.000 copie - CONTIENE I.R.

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Numero 1 marzo 2013

Periodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue www.donoevita.it.

2013: le Avis cambiano “vestito”


2011 viene confermata la possibilitĂ di devolvere Anche nel 201 il 5 per mille delle proprie imposte all’Avis, compilando i modelli CUD, 730, UNICO. L’anno scorso, AvisAvis Regionale ha devoluto l’intera somma L’anno scorso, Regionale ha devoluto l’intera incassata pariincassata a â‚Ź 10.481,00 alla ricerca scientifica somma alla ricerca scientifica fatta fatta dalla “Fondazione Tesâ€?, di cui Avis è socia fondatrice. Le Avis Provinciali e l’Abvs hanno partecipato alla nostra proposta. Intendiamo proseguire anche quest’anno con questa finalitĂ . La Fondazione Tes – Fondazione per la ricerca e la medicina della rigenerazione – ha sede a Padova e si occupa di ricerca sulle cellule staminali. Crediamo che la ricerca medica e in particolare quella sulle cellule staminali, che si trovano anche nel sangue che doniamo, sia uno dei compiti previsti dal nostro Statuto e che possa dare nuove speranze per il futuro degli ammalati e delle nuove generazioni. Delle iniziative della fondazione potete trovare notizia nel nostro periodico e sul sito www.fondazionetes.it. Ciascun contribuente può destinare la quota del 5 per mille della sua imposta sul reddito delle persone fisiche ponendo la propria firma in uno dei 5 riquadri che figurano nei modelli di dichiarazione indicando il Codice Fiscale dell’associazione prescelta. Grazie per la vostra firma.

Sommario “Pinguini� al Motor Bike Expo

L’Editoriale di Alberto Argentoni

pag.4

La pagina del direttore di Beppe Castellano

pag.5

Ciao “presidente� Otto anni alla Regionale

pag.6

AttualitĂ trasfusionale Il “libro biancoâ€? del plasma da pag.8 Veneto: il “barometroâ€? del sangue da pag.10

Cooperazione Internazionale

Numero 1 marzo 2013 Periodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue www.donoevita.it.

SPECIALE: Avis Veneto - Il nuovo Statuto Otto pagine speciali da staccare e conservare da pag.21

Il Bello del Veneto Bergantino: il Museo delle Giostre da pag.29

Festa multietnica per nuovi cittadini

Plasmaderivati: accordo storico

Le sette sorelle

pag.32

Cronache associative dalle nostre province avisine e dall’Abvs Belluno

Rovigo

pag.32

Salute e risparmio? Equivalenti!

Verona

da pag.34

Giornata mondiale: Mestre 15/6, Riso fa buon... e Musica nel sangue da pag.14

Treviso

da pag.36

Venezia

da pag.39

“Sangue� e Ricerca

Vicenza

da pag.42

Belluno

da pag.44

Avis e TES contro l’Emofilia Adottiamo un ricercatore? da pag.16

Pagine Giovani Giovani Avis, la sfida continua

Lettere & Opinioni Meno esami per i donatori. PerchĂŠ? Dono&Vita va a scuola...

pag.47

Nuove felpe da... copertina

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Puoi devolvere il tuo 5 per mille anche alle sedi provinciali: Abvs Belluno CF. 8000364025 - Avis Padova CF. 92066810281 Avis Rovigo CF. 93003660292 - Avis Treviso CF. 94004610260 Avis Venezia CF. 82006570277 - Avis Verona CF. 93031180230

Come sarĂ ...

Com’è...

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Avis Regionale Veneto - CF. 94019690265

Editore - Segreteria - Amministrazione AVIS Regionale via Ospedale,1 - 31100 Treviso tel. 0422 405088 - fax 0422 325042 avis.veneto@avis.it REDAZIONE Via Roma, 38 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) tel. 0423 420078 - Fax: 0423 3445078 320 4784837 E-mail: redazione.dono-vita@avis.it Presidente Avis Regionale Veneto Alberto Argentoni Responsabile stampa associativa AVIS Regionale: Nereo Marchi Idea Grafica: Elena Fattorelli-Luca Fantoni - Verona Fotolito: Typongraph Digital Systems - S. Martino B. Albergo (Vr)

Stampa: Elcograf - Verona Diffusione Editoriale: Prontopack - Zevio (VR) LA REDAZIONE Direttore Responsabile:

Beppe Castellano - b.castellano@avis.it Vice Direttore Esecutivo/Segreteria Redazione: Michela Rossato - redazione.dono-vita@avis.it

Nuovi cittadini-donatori Consigliere Avis dal Ghana

Incontri e notizie regionali

2013: le Avis cambiano “vestito�

Irene, la “cacciatrice di tipizzati� da pag.18

L’America Latina che si muove

Bolivia: un donatore-Vescovo da pag.12

Dono & Vita Anno XXXV - n° 1 - marzo 2013 Periodico di informazione e promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue

SOMMARIO

UNA FIRMA PER LA RICERCA, UNA SPERANZA PER IL FUTURO

Pubblicazione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XXXV - n.1 - Marzo 2013- Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, NE/PD - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97 - Tiratura e diffusione: 105.000 copie - CONTIENE I.R.

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Coordinamento grafico-editoriale: Nereo Marchi Vice Direttore: Roberto Rossini Redattori responsabili per le provinciali AVIS - ABVS BELLUNO: Danilo Zanon, Barbara Iannotta, Manuele Barattin; PADOVA: Marco Menin, Dante Gardin; ROVIGO: Andrea Mantoan; TREVISO: Paola Barro, Michela Rossato, Daniela Moro; VENEZIA: Giorgia Chiaro, Ottaviano Cereser, Giorgio Scotto, Dario Piccolo; VERONA: Alice Rossetto, Roberto Rossini; VICENZA: Enrico Iseppi, Gianfranco Sottoriva. Redazione giovani Manuela Fossa (VE), Lucia Del Sole (VE), Giuseppe Morrone (TV), Fulvia Chiaro (VE), Dario Piccolo (VE), Umberto Panarotto, Bruno Gardin (VR), Collaboratori fissi e rubriche Ottaviano Cereser, Bernardino Spaliviero, Francesco Magarotto, Roberto Rondin, Francesco Joppi, Giorgio Gobbo, Vilma Fabris. Hanno collaborato a questo numero: Pier Paolo Parnigotto, Piergiorgio Lorenzini, Gino Foffano, Walter Tonon, Maurizio Borsetto, Umberto Panarotto, Tommaso Zaghini, Massimo Varliero, Giovanni Zamboni, Federica Florian, Emanuele Zanon, Riccardo Tormen, Manuel Pierobon, Alberto Peretti, Emanuela Feltrin. Chiuso in fotolito l’8 marzo 2013 Il prossimo numero uscirà a giugno 2013 IL MATERIALE VA INVIATO IN OGNI CASO ENTRO IL 30 APRILE 2013. Foto a stampa, anche se non pubblicate, NON SI RESTITUISCONO. Lettere e interventi vanno inviati, firmati, a: REDAZIONE DONO & VITA Via Roma, 38 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) redazione.dono-vita@avis.it oppure AVIS ABVS Regionale Veneto Via Ospedale, 1 - 31100 Treviso avis.veneto@avis.it Gli articoli delle AVIS Comunali DEVONO passare attraverso i redattori di ogni PROVINCIALE. Vi invitiamo a contattarli anche per essere inseriti su

ww.donoevita.it il vostro periodico WEB! 3


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Nuovi e vecchi dirigenti, vecchi e nuovi impegni ed entusiasmi... A

vis apre il 2013 con il rinnovo delle cariche associative. Il termine rinnovo è particolarmente appropriato perché, passati due mandati dall’entrata in vigore del nuovo statuto, scatta il vincolo dell’ineleggibilità alla stessa carica associativa. Non abbiamo concesso deroghe e, quindi, abbiamo moltissimi presidenti nuovi e direttivi rinnovati. Il vincolo dei due mandati vuole essere un segno di vitalità e un impegno di rinnovamento (nella continuità) dell’associazione. In molte realtà non è stata una cosa semplice: i candidati corrispondevano esattamente agli eleggibili e le facce nuove erano poche, ma adesso si riparte con entusiasmo e fiducia. Ai nuovi dirigenti voglio trasmettere una certezza: la guida di un’associazione come Avis porta più soddisfazioni che fatica. Provare per credere! Negli ultimi anni la questione dei plasmaderivati ha limitato la crescita del sistema trasfusionale italiano. Niente certificazione Plasma Master File, autosufficienza per gli attuali livelli di consumo interno nell’AIP. Siamo stati di fatto bloccati! L’ulteriore sviluppo della raccolta dipende dalla possibilità di collocare le eccedenze. Il Crat ci ha chiesto di non aumentare i volumi di plasmaferesi produttiva e questo, dove è stato applicato, ha portato a un calo delle donazioni e al “parcheggio” dei donatori. Un doppio spreco: di risorse e di disponibilità! Finalmente delle buone notizie: in molte Regioni si sta tentando di introdurre delle linee guida, affinché siano utilizzati i nostri plasmaderivati e non quelli commerciali, c’è finalmente l’autorizzazione nazionale all’impiego dei plasmaderivati per progetti di cooperazione internazionale. Noi siam pronti a ripartire! È proprio vero! Ogni frutto a suo tempo. Sembra ormai sia così anche per l’attività di chiamata dei donatori. Un compito attribuito all’Associazione per legge e noi abbiamo sempre risposto alle esigenze del sistema sanitario, pur rivendicando l’autonomia organizzativa e la libertà del donatore. Siamo passati dalla chiamata in emergenza, alla raccolta di tutto il disponibile, arrivando ora alla raccolta “programma-

Il Maquillage di “Dono” online D

ta”. Stanno crescendo le esperienze di chiamata organizzata e l’attività di prenotazione. È segno di una crescita culturale, complici la crescente informatizzazione (sia dei centri sia dei soci) e l’esigenza di conciliare il tempo della donazione con quello del lavoro (per chi ce l’ha). La strada da fare è ancora lunga, ma i donatori già apprezzano: maggiore efficienza, migliore qualità, minor spreco di risorse e di tempo. Gli ammalati e il sistema sanitario ringraziano! Questo è il mio ultimo editoriale da presidente dell’Avis Veneto, scriverli è stato per me un vero piacere! Spero anche per Voi leggerli. “L’importante non è avere tante Idee, ma viverne Alberto Argentoni una”. Buon lavoro a tutti!

ue anni fa lanciammo, in occasione dell’assemblea regionale 2011 a Vittorio Veneto, il nuovo sito di “Dono&Vita”. Il 20 aprile, in occasione della prossima assemblea regionale di Vicenza, sarà l’occacione per presentare ai delegati presenti il nuovo “vestito” del nostro-vostro giornale online. Il mondo “corre” e la tecnologia (internet in particolare) corre a velocità quadrupla. Quindi anche noi ci adeguiamo. Non solo a “correre” - poiché fermarsi e rallentare per riflettere fa sempre un gran bene - ma a essere fruibili in modo più moderno e piacevole da chi corre, sì, ma vuol avere sempre con sè le notizie della “sua” Avis. Ci abbiamo “lavorato” qualche mese, a mettere a punto - con confronti e suggerimenti anche in Comitato di redazione - il nuovo “DonoWeb”. Speriamo di averlo reso davvero più appetibile soprattutto da parte di quel pubblico - ci siamo accorti dai “gradimenti” delle varie notizie - che sul web ci è più affezionato: i giovani, i giovanissimi (molti i minorenni), le donne. Sulla base di questo target privilegiato, cercheremo quindi anche di “tarare” le notizie che più possano coinvolgere. Oltre, si capisce, a quelle istituzionali e prettamente associative. Ma vediamo le principali novità che potrete gustare dal 20 aprile collegandovi a www.donoevita.it e, magari, passando dalla pagina facebook donoevita.it e promuovendola fra i vostri contatti. Da sottolineare che l’aggiornamento riguarda non solo il design e la grafica, ma anche la struttura e le

funzionalità. Nello specifico il sito è pronto per tutte le risoluzioni: dai maxi schermi da cinema, agli smartphone con gli schermi più piccoli. Iphone, ipad, blackberry, smartphone o tablet di ogni genere non avranno più problemi. - Abbiamo poi condensato i due menu in un menu unico semplificato, eliminando le sezioni che secondo le nostre statistiche venivano visitate poco o per nulla. Abbiamo fatto in modo che le ultime notizie siano immediatamente visibili direttamente dalla home. - Abbiamo dato più risalto alle notizie in evidenza; non solo, ora c’è la possibilità di evidenziarle ulteriormente attraverso lo slideshow presente in home. - La testata fotografica (slideshow) fa da padrona ed è un sollievo per gli occhi. - Possibilità di pubblicare video in modo semplice e conciso. - Gallerie fotografiche più leggere e fruibili. - Risolti alcuni bug minori che davano problemi con alcuni browsers. Il resto delle novità - è sempre e comunque in divenire - vi invitiamo a scoprirle collegandovi. Aspettiamo ovviamente vostri commenti e Beppe Castellano suggerimenti. Buona lettura.

LA PAGINA DEL DIRETTORE

L’EDITORIALE

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Giulietta e Romeo a San Valentino... Donano A

Il Presidente regionale “non ricaricabile” con il numero di giugno 2005 (suo primo editoriale) e la bozza del suo “ultimo”. Ma tranquilli... A farlo scrivere come “semplice” redattore ci si pensa noi.

vis e Fidas, Giulietta e Romeo. Diversi, ma uniti. Per lanciare un messaggio universale d’amore e solidarietà, è stato inscenato a Verona un insolito momento “romantico”. Nel giorno di San Valentino (ovviamente) hanno donato insieme Giulietta Guglielmi dell’Avis e Romeo Perina della Fidas. 20 anni e studentessa lei, 37 anni, commerciante lui, i due “innamorati per un giorno” sono stati scelti per il loro nome e perchè appartengono a due sigle di donatori diverse, per dimostrare che il dono è unico e speciale. A organizzare la donazione dei due giovani sono state, infatti, proprio le due associazioni di donatori veronesi, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla bellezza e sul significato del dono del sangue. Ad accoglierli al Centro trasfusionale di Borgo Roma c’erano sia il presidente provinciale dell’Avis, Piergiorgio Lorenzini, che della Fidas, Massimiliano

Bonifacio, con i medici e il personale del Centro.E così Giulietta e Romeo hanno donato insieme, simbolo di quell’ unione e amore che il loro nome racchiude. Così come il dono del sangue, da chiunque e da qualsiasi “sigla” provenga, a chiunque e dovunM.R. que arrivi.

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CIAO “PRESIDENTE”

Dall’Avis ricevi più di ciò che dai A

lberto Argentoni, presidente regionale eletto dopo l’assemblea regionale di Castelfranco Veneto 2005, è giunto alla fine dei suoi due mandati. Otto anni in cui il mondo, l’Italia, il Veneto stesso sono cambiati profondamente. Otto anni in cui anche l’Avis è cambiata in modo a volte rutilante, ma in cui sicuramente è cresciuta. In “numeri” di forza associativa - come vedremo - e in donazioni, ma soprattutto in consapevolezza, cultura associativa e attività che vanno ben oltre i confini del Veneto e del Paese. Anni in cui, soprattutto gli ultimi, si è cominciato a fare i conti con la crisi e con i “tagli” alla Sanità in generale e al welfare in particolare. Esempio eclatante: gli aumenti delle tariffe postali per i periodici del Terzo settore che dal 2010 hanno messo in ginocchio (e il più delle volte fatto “morire”) centinaia di testate del volontariato in Italia. Da “Dono&Vita”, fra i pochi sopravvissuti grazie a chi (presidente, esecutivo, consiglio regionale e da gran parte delle Avis provinciali e comunali) ci ha creduto fino in fondo siamo partiti con l’intervista-chiacchierata su questo lungo percorso che termina a Vicenza il 20 aprile. Più esattamente dalle copertine di questi otto anni della presidenza Argentoni. Eccoli qua, presidente, sono un bel mucchio. Otto anni di parole, ma soprattutto di fatti, per Avis regionale. Ma quanti sono? Davvero un bella pila... abbiamo scritto tanto, ma raccontando il tanto che hanno fatto tutte le Avis e non solo. Ecco, diamo un po’ di “numeri”? All’inizio del tuo primo mandato i soci Avis-Abvs erano poco più di 122mila, con oltre 197mila donazioni. Oggi (ci basiamo sui dati 2011, per una stima del 2012) “lasci” oltre 140mila soci e sicuramente più di 230mila donazioni. Soddisfatto?

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Sono bei numeri, sì. Soprattutto se pensiamo che abbiamo messo tutto l’impegno possibile nell’assicurare il necessario supporto trasfusionale ai nostri ammalati e non solo. Anche l’apporto del Veneto - che ha “tenuto” come incremento di donazioni/consumi rispetto ad altre grandi regioni - all’autosufficienza nazionale è cresciuto: quest’anno abbiamo superato le 16mila unità inviate fuori regione. Deve essere motivo di soddisfazione per tutti i nostri donatori e dirigenti. Tanti donatori in più, impegnati e convinti nel donare, ma forse meno “presenti” nella vita associativa? In questi ultimi anni abbiamo assistito ad una mezza rivoluzione, parlo come figura del donatore periodico. Sono entrati tantissime nuove leve, giovani perlopiù e tante donne. Il periodo di crisi, anche lavorativa, ci mostra un nuovo “tipo” di donatore. Con meno tempo per partecipare attivamente alla vita associativa, ma con le stesse, se non rafforzate, motivazioni etiche. Tu hai partecipato anche alla stesura della nascente “Carta Etica” di Avis nazionale. Quali, appunto, le nuove motivazioni di chi diventa donatore? Dopo 85 anni dalla fondazione dell’Avis le “basi” sono sostanzialmente le stesse: fare qualcosa per gli altri. Ma è molto più complicato oggi, soprattutto nei grandi centri, fare “comunità”. È un donatore molto più informato, grazie anche alle nuove forme di comunicazione. Come associazione dobbiamo stare al passo coi tempi, quando non si riesce a coinvolgere il socio con i metodi tradizionali bisogna imparare a usare i nuovi mezzi: insomma passare dalla “comunità” alla “community”. Qui siamo, obiettivamente, ancora un po’ indietro. Certo, la nostra “forza” - soprattutto nei piccoli centri - è ancora il contatto umano e il radicamento sul territorio, ma oggi questa forza può trasformarsi in debolezza. I giovani si trovano e comunicano in modo “globale”, si confrontano per agire, anche a distanza. Dobbiamo imparare a metterci ancora di più in gioco trovando nuove strade di coinvolgimento e aggregazione. Forse siamo ancora un po’ troppo legati alle nostre piccole realtà e tradizioni. Potranno avere un ruolo, in questo senso, per il contatto

diretto Avis-socio gli Uffici di chiamata? Sono un servizio importantissimo sia per il donatore - che può meglio organizzare anche il suo, di tempo - sia per i Servizi trasfusionali che possono meglio gestire le donazioni rispetto ai fabbisogni reali. Noi, che come associazioni siamo “titolari” della chiamata, non dobbiamo limitarci al “servizio”, ma possiamo trasformare il momento del contatto con la chiamata in un momento di promozione e informazione. Ma per far ciò c’è bisogno di messaggi brevi e chiari e di operatori (volontari o meno) preparati e formati in questo senso. È una delle prossime sfide. Sistema trasfusionale del Veneto e i rapporti con le istituzioni. Breve commento sugli ultimi otto anni? I problemi da risolvere non sono mai mancati, ma abbiamo tenuto botta e abbiamo cercato di superarli al meglio. A mio parere, però, da parte dei tecnici e delle istituzioni se fino a un certo punto si è riusciti a far crescere il sistema (diciamo fino alla formazione del Frat), da qualche anno si è persa un po’ per strada la capacità di innovare e di fare ulteriori progressi. Insomma il Veneto-Regione si è un po’ adagiata sugli allori in campo trasfusionale? Se non “adagiati”, sicuramente si è un po’ persa la capacità di incidere, di trovare soluzioni nuove per far evolvere il sistema anticipando i tempi com’è sempre stata, in questo settore, prerogativa del Veneto. L’altalena di politici e tecnici, con più o meno capacità di incidere, ci ha un po’ penalizzati. Innovare si può, su “spinta” nostra (che non è mai mancata) “passione” da parte dei tecnici e la classe politica che recepisce i problemi. Se manca uno di questi fattori, ecco che si resta a un buon livello, ma non ci sono quei “colpi d’ala” necessari per crescere e rimanere all’avanguardia. Ora qualcosa sembra muoversi, per esempio sui Plasmaderivati, con prospettive nuove. Passiamo ad un bilancio personale prettamente associativo. Quali i tuoi ricordi più belli, di quanto sei riuscito a fare in questi anni? Intanto di quanto “siamo” riusciti a fare. Devo infatti ringraziare il gruppo dell’Esecutivo e dei collaboratori, sempre un po’ “matti” anche loro nel seguirmi. Abbiamo messo in campo tanti progetti, più o meno riusciti, ma tutti - ci tengo a dirlo - finanziati con fondi trovati fuori dalla “routine” delle attività associative. Alcuni hanno avuto un certo successo, altri non sono stati recepiti a sufficienza dalle provinciali e comunali. Questo probabilmente anche per la penuria - come si diceva prima - di risorse umane da far partecipare ai convegni o alle attività di formazione. Va bene, non vuoi dircelo. E se ti citiamo due tue vere “invenzioni” personali in cui ti sei speso in prima persona? Parliano della Festa regionale per la Giornata mondiale del Donatore di sangue (la prima a Villa Pisani di Stra nel 2006) e la Fondazione TES per la ricerca sulle cellule staminali a cui le Avis hanno dato una vera e propria “trasfusione” di idee e fondi? La collaborazione Avis-TES è nata fra il 2007 e 2008.

Sono stato agevolato dal mio essere medico e dal credere in un collegamento alla pari con l’Università. Poi ad aiutarci c’è stato da subito l’entusiasmo di moltissimi dirigenti e donatori stessi. Quando si parla di ricerca “pura” a fni di solidarietà, la risposta e l’interesse anche culturale delle Avis e dei donbatori soprattutto giovani è concreto, reale. Dovunque si sia parlato o si parli di TES e di ricerca applicata c’è stato sempre un grande interesse e coinvolgimento diretto. Per quanto riguarda la Festa regionale è ormai divenuta una vera tradizione e riusciamo

CIAO “PRESIDENTE”

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ogni anno ad aggregare centinaia e migliaia di donatori e non donatori da ogni parte della Regione. Tra l’altro è stata la prima di questo genere in Italia. Come regionale, sì. È anche un indice della compattezza e dell’unitarietà della nostra Avis, sia pur con tutti i miei limiti dovuti al mio carattere un po’ spigoloso. Che farai dopo, ormai “scaduto” da Presidente regionale? Oltre, naturalmente, a essere ovviamente “assunto” come redattore in Dono&Vita? Sia ben chiaro: stesso stipendio da... presidente = zero. Qualcuno mi “chiama” in nazionale, ma si vedrà. Intanto mi sono messo a disposizione della mia Provinciale. La proposta di “lavoro” come redattore la accetto volentieri. Mi piace e mi diverte scrivere e ho avuto grandi soddisfazioni in questi anni con Dono&Vita. Quel che mi dispiace è che, causa l’aumento delle spese per le Avis di base, parte dei nostri soci ne sono rimasti privi. Dono&Vita, tra l’altro, non è stato sostituito - per informare i donatori su ciò che accade e perché accade da nessun altro tipo di mezzo informativo aggiornato e tempestivo. Poniamoci noi tutti, come redazione che ha pur già dato il massimo, l’obiettivo di migliorare - anche a livello web - la già alta qualità dell’informazione e fare in modo che il flusso di notizie sia sempre più libero. Ultima domanda. L’impegno come presidente di una grande regionale porta via tempo anche alla vita privata e costa fatica e grattacapi. Rimpianti? Lo rifaresti? Assolutamente non ho rimpianti, ho avuto la fortuna di avere a fianco ottimi amici in esecutivo e collaboratori. Non posso che ripeterlo, ho avuto tante soddisfazioni e vi assicuro che da Avis ricevi molto più di quello che dai... Intervista di Beppe Castellano 7


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Il “libro bianco” del plasma n volumetto di 162 pagine, fitte di tabelle e analisi, plasmaderivato per plasmaderivato, Regione per Regione, anno per anno dal 2007 al 2011 compreso. Lo si può scaricare dal sito dell’Istituto Superiore di Sanità www.iss.it (Rapporti Istisan 12/53). Davvero una svolta. Dopo anni di attese e discussioni, il Centro nazionale sangue (Cns) ha pubblicato il primo rapporto “Analisi della domanda dei principali medicinali plasmaderivati in Italia. Anni 20072011”. La lunga gestazione è dovuta alla complessità della prima volta e alla necessità di mettere a frutto la piena collaborazione di molti attori del Sistema trasfusionale, del mondo ematologico, del Servizio farmaceutico, del Sistema informativo e statistico sanitario, delle istituzioni sanitarie centrali, in particolare del Ministero della Salute e di Aifa (Agenzia italiana del farmaco). Complimenti, dunque, per avercela fatta al direttore del Cns, il dott. Giuliano Grazzini e a tutto il suo gruppo di lavoro, a partire dal dott. Gabriele Calizzani, responsabile dell’area plasma del Cns. Parte di questi dati, ancora in attesa di completa validazione e inerenti il solo 2010, furono presentati in anteprima un anno fa, alla riunione plenaria del Sistema sangue, convocata proprio dal Cns a Roma nella sede dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) il 7 maggio 2012. Ne pubblicammo uno stralcio su Avis SOS e furono utilizzati da chi scrive in una relazione al corso “L’Autosufficienza in emocomponenti e plasmaderivati”, a Montecatini Terme il successivo 25 maggio, nell’ambito dell’Assemblea nazionale Avis.

Le cinque parti del rapporto La parte I: fonte dati e flussi informativi spiega per 15 pagine “come” e “dove” si sono trovati i dati relativi ai consumi, cioè alla domanda interna; le caratteristiche delle fonti dati e dei flussi informativi sui plasmaderivati e la metodologia del trattamento dati; si capisce quanto disperse e talora di difficile reperimento siano le informazioni necessarie, quanto complessa sia la questione e innovativo il metodo di lavoro. La parte II: l’analisi dei dati per principio attivo dei medicinali plasmaderivati oggetto di conto-lavorazione per ben 60 pagine, analizza ciò che succede al “nostro plasma” ottenuto dai donatori non remunerati italiani, utilizzato per estrarre i farmaci oggetto della produzione italiana nello stabilimento toscano di Kedrion: albumina, immunoglobuline, antitrombina, fattore VIII e fattore IX di coagulazione, concentrati di complesso protrombinico. Si esaminano le preparazioni delle specialità farmaceutiche, le indicazioni all’uso dei farmaci, la quantificazione e caratterizzazione della domanda per singolo farmaco. Si analizzano le interazioni con i farmaci commerciali “ricombinanti”, ottenuti con tecniche di ingegneria genetica, e anche i singoli canali distributivi dei farmaci. È il cuore del rapporto, con le informazioni indispensabili per capire le dinamiche che possono condizionare la raccolta ed il conferimento del nostro plasma all’industria farmaceutica. La parte III: analisi dei dati per principio attivo di altri medicinali plasmaderivati si occupa dei plasma-

ATTUALITA’

ATTUALITA’

U

derivati che non vengono attualmente prodotti con il plasma italiano. Argomento interessante, perché può creare le premesse per ulteriore utilizzo del nostro plasma etico. La parte IV: l’autosufficienza e la parte V: spesa farmaceutica entrano nel vivo dei “conti” che ogni Regione e lo Stato dovrebbero fare per raggiungere l’obiettivo sancito dalla legge 219/2005 dell’autosufficienza nazionale in plasmaderivati, per valutarne la sostenibilità economica e per capire quali sono le ingenti spese per l’acquisto dei farmaci commerciali sul mercato speculativo internazionale, per tagliare le sacche di rendita parassitaria, tenendo però ben saldi gli interessi degli ammalati e della medicina pubblica italiana, nel rispetto pieno del dono etico dei volontari non remunerati italiani. Si parla anche della gestione delle eccedenze e delle carenze e si fanno pure dei confronti internazionali assai interessanti.

Questo rapporto è un successo di coloro che vogliono trasparenza e governo nell’interesse degli ammalati e nel rispetto dei volontari che donano gratuitamente e per solidarietà il loro sangue. Ma quando si parla anche del denaro pubblico e di come viene speso, Regione per Regione, gli interlocutori sono tutti i contribuenti italiani. La stima della spesa nazionale per gli acquisti commerciali nel 2011 è stata il 3,1% della spesa farmaceutica totale del Servizio sanitario nazionale, pari a 535 milioni di euro, dei quali 120 milioni per acquistare gli analoghi commerciali dei plasmaderivati ottenuti in conto Segue a pag. 10 lavoro dal nostro plasma.

Finalmente Fu nel 1986 che in Italia comparve il primo contratto “in contolavoro”, firmato fra Regione Veneto e la FarmaBiagini (ora Kedrion), senza cioè la vendita del plasma e con la restituzione dei plasmaderivati, pagando “solo” il lavoro. Il primo lotto di fattore VIII arrivò nel dicembre 1988: 24 anni fa. Questo primo rapporto poteva e doveva arrivare ben prima, ma alla fine è giunto. In mezzo ci sono tutte le tappe, le esitazioni, le contraddizioni dell’Italia intera.

Il business Il mondo dei plasmaderivati non è solo una rilevante realtà sanitaria, ma anche un importante “business” e non del tutto trasparente; ma questa ancora una volta è la storia dell’Italia intera, declinata nella nostra essenziale e strategica attività di nicchia. 8

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ATTUALITA’ TRASFUSIONALE

A quando il “Sistema Paese”?

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Siamo come gli ebrei nel deserto: 40 anni per attraversarlo! Noi dal 1986 ne abbiamo già “spesi” ben 26; ma non siamo ancora arrivati all’obiettivo. Pesa come un macigno l’insopportabile mancanza delle tariffe di scambio nazionali, che consentano di consegnare alle Regioni carenti i plasmaderivati delle Regioni eccedenti, così come avviene normalmente da decenni per gli emocomponenti. Manca la promozione dei farmaci etici nazionali che dovrebbero sostituire gli analoghi commerciali di importazione (a partire dalla riconoscibilità del prodotto con esplicite etichette sulle confezioni farmaceutiche dei farmaci nazionali

etici). Mancano adeguati programmi per collocare nei Paesi carenti le eccedenze dei singoli farmaci plasmaderivati nazionali, anche con ristoro dei meri costi di produzione, senza lucro. Nel frattempo, dobbiamo concludere il percorso avviato per ottenere la certificazione a norma europea del plasma nazionale (il cosiddetto “Plasma Master File”) e concludere il percorso delle nuove gare europee per la lavorazione industriale del plasma etico italiano.

Conclusioni Gustiamoci questo rapporto, appartiene anche a noi. È una tappa essenziale nel cammino intrapreso. Prendiamo da esso forza per compiere il percorso difficile e aspro che ancora resta da fare per garantire a tutti gli ammalati italiani le cure trasfusionali essenziali di cui hanno bisogno. Questa è la scelta di ogni donatore di sangue italiano, questa è la scelta di Avis.

Il “barometro” del sangue in Veneto P

ositiva la conclusione del 2012 e ben partito il 2013. Attendiamo sempre con impazienza, ma anche con un po’ di apprensione, i resoconti di fine d’anno. Dal lontano 1996 possiamo tutti, con legittima soddisfazione, dire che se l’Italia intera andasse come i donatori di sangue veneti, forse non ci troveremmo nella difficile e complessa situazione attuale. Avevamo ragione a prevedere un minor fabbisogno trasfusionale prima di Natale, a causa del rallentamento forzato degli interventi chirurgici di elezione, per il taglio generalizzato del budget sanitario del 5%, giunto a novembre 2012. Non abbiamo promosso la ormai collaudata campagna natalizia, semmai abbiamo conservato la disponibilità dei donatori per l’avvio dell’anno nuovo. Così è avvenuto, e l’inizio del 2013 non ha avuto scosse, nonostante l’epidemia influenzale.

Aumentano le donazioni di emazie e le cessioni alle Regioni carenti Dalle tabelle e dai diagrammi che accompagnano questa breve nota, si evidenzia comunque un rallentamento della dinamica generale, pur ancora con un segno complessivo positivo. Alcune province hanno potuto donare meno, altre hanno tenuto. Bene Verona, che ha saputo evitare il ripetersi di momenti di carenza acuta, ma soprattutto brillano Padova, che pare proprio sulla strada buona per recuperare con progressione sempre più vivace la storica carenza di donazioni, e Treviso. Queste ultime sono le province con minor indice di donazioni in rapporto agli abitanti, ed è quindi con particolare soddisfazione che vediamo questo buon risultato. Va evidenziato anche l’ulteriore incremento al sostegno alle regioni carenti,

superando discretamente anche gli obiettivi programmati insieme al Centro nazionale sangue alla fine del 2011. Un segnale di solidarietà che ci fa solo bene.

prodotti negli stabilimenti Kedrion, sta rallentando la raccolta del plasma, anche nella nostra Regione Veneto; in particolare si stanno riducendo le procedure in aferesi, con l’utilizzo del separatore cellulare.

Diminuiscono le aferesi

Il plasma conferito a Kedrion aumenta

Premessa: era ampiamente previsto. Sono in calo le aferesi, sia le plasmaferesi, sia le citoaferesi. La riorganizzazione complessiva della “Filiera Sangue & Plasma” consentirà di ripartire, forse anche con maggior lena: ci si sta lavorando, pur con un oggettivo ritardo di almeno cinque anni, in ogni ambito trasfusionale, dal Centro nazionale sangue, ai Centri regionali sangue. Le novità normative sono a getto continuo, in uno sforzo senza precedenti per mettere a norma europea tutto il settore. Va comunque ricordato che la riorganizzazione trasfusionale in corso, che è solo agli inizi in buona parte d’Italia, è anche imposta dalla necessità inderogabile di ottenere gli stessi risultati terapeutici per gli ammalati con minori costi (e senza maltrattare i donatori). L’Avis e i donatori tutti convengono sulla razionalizzazione delle strutture e delle macchine per le aferesi, ma vigilano perché si attui una razionalizzazione e non un razionamento dell’assistenza trasfusionale che è inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza, i famosi Lea. Ma intanto siamo ancora in mezzo al guado e le difficoltà non mancano. Quelli che io chiamo “i doni” sono dunque complessivamente in lieve aumento, una frazione di punto. Le difficoltà nella gestione complessiva dei plasmaderivati, i farmaci essenziali

Osservando le tabelle, tuttavia, si riconosce che comunque il plasma inviato alla lavorazione industriale aumenta, grazie all’incremento del plasma ottenuto per separazione dalle donazioni di sangue intero (il plasma B e C che rappresenta più del 73% del plasma veneto conferito). Il Veneto nel 2012 ha conferito più di 86.000 litri di plasma, con una raccolta media di ben 17,4 litri di plasma ogni mille abitanti (la media italiana è di 12,3).

Per finire... Continuare così, a fare la nostra parte come donatori e come dirigenti di Avis. Gli ammalati, i nostri ammalati, ci contano. Dobbiamo capire le necessità di adeguamento e riorganizzazione del Sistema trasfusionale e della sua sostenibilità economica e per questo collaboriamo al meglio con chi ha le responsabilità gestionali. Non dimentichiamo mai, però, che tutta l’organizzazione serve a raccogliere il nostro dono e a farlo arrivare agli ammalati che ne hanno bisogno. Bisogna sempre aver presente che è per gli ammalati, non per noi stessi, che doniamo; il resto viene “dopo”, sempre dopo. Buona donazione a tutti. Servizi a cura di Bernardino Spaliviero

ATTUALITA’ TRASFUSIONALE

La spesa per la lavorazione del plasma etico nazionale è stimata essere stata, nel 2011, pari a 123 milioni di euro. Ben 310 milioni costano i farmaci commerciali ricombinanti, ottenuti con tecnica di ingegneria genetica.

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COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

L

a disponibilità di plasmaderivati ed in particolare dei fattori della coagulazione (fattore VIII e IX), forniti in massima parte dalle multinazionali del farmaco, è inadeguata in buona parte del Sud America, a causa dal loro alto costo commerciale. È, infatti, paragonabile a quello europeo, quindi spesso inaccessibile per chi deve acquistarlo avendo un salario che a mala pena arriva ad un decimo del nostro. Perciò la terapia di molte malattie, in uno scenario di sistemi sanitari largamente privatizzati, è possibile solamente per una fascia limitata di popolazione con una buona disponibilità economica. Ad aggravare questa situazione si aggiunge il fatto che il volontariato del sangue è asso-

lutamente marginale, e che le donazioni sono occasionali e legate generalmente alla necessità di parenti od amici. L’Argentina ha uno stabilimento fondato nel 1963, il più grande del Sud America per la produzione e commercializzazione dei derivati del plasma umano che esporta in dieci Paesi dell’America Latina. Lo stabilimento, (Unc Hemoderivados) è parte dell’Università nazionale di Cordoba, la più antica in Argentina (1613) e una delle prime in America. A Cordoba c’è l’Avas (Associazione donatori volontari argentini), sostenuta dall’Avis Trentino. A fornire il plasma sono principalmente gli studenti universitari di Cordoba (circa 500 volontari, nella foto sotto un grup-

po) e c’è un accordo di fornitura di plasma anche dalla Repubblica di Uruguay. Ai donatori periodici viene fornito un “Seguro de sangre”, una sorte di assicurazione per avere gratuitamente, in caso di necessità, sangue ed emoderivati per sé e per i propri familiari. Questo scenario ha portato nel 2010 alcuni Paesi ad inviare al nostro Ministero degli Esteri una richiesta di aiuto per lo sviluppo del volontariato del sangue in forma anonima, periodica e non retribuita nelle loro realtà. In questi due anni, l’Avis ha stilato un progetto di aiuto per questi Paesi, approvato dal nostro Ministero, ma purtroppo non ancora finanziato. Abbiamo nel frattempo agito per rendere possibile la cessione dei fattori della coagulazione, presenti attualmente in gran numero nei nostri magazzini e che rischiano di arrivare a scadenza. Questa cessione non era contemplata nella legislazione italiana fino ai Decreti dello scorso giugno “Disposizioni sull’importazione ed esportazione del sangue umano e dei suoi prodotti”. I Decreti finalmente permettono di esportare i prodotti del sangue eccedenti il fabbisogno nazionale, in relazione a specifici accordi, nell’ambito dei quali può essere prevista la cessione dei medicinali emoderivati o dei prodotti intermedi di lavorazione del plasma, con recupero dei costi di produzione e, comunque, senza fini di lucro. L’iniziativa ha dato nuovo slancio al progetto di cooperazione di Avis, che speriamo possa ripartire a breve dopo l’approvazione in Conferenza Stato-Regioni (vedi articolo a lato). L’8 e 9 novembre 2012 si è svolta a Puerto del Iguazù, nella provincia argentina di Misiones, una riunione internazionale su “Autosufficienza e sicurezza negli emoderivati”, per la Giornata del donatore di sangue in Argentina. Come coordinatore della cooperazione di Avis nazionale, sono stato chiamato a tenere una relazione su “Gli Emoderivati dalla prospettiva del donatore e del paziente”. Altre relazioni hanno trattato l’importanza della donazione volontaria per l’autosufficienza e sicurezza trasfusionale e molti Paesi hanno riportato le loro esperienze e problematiche riguardanti soprattutto il passaggio dalla donazione occasionale alla periodica. Questa riunione è prova del fermento in atto in tutto il Sud America e dell’opportunità storica che l’Avis ha di diffondere un modello che si è dimostrato adeguato ai bisogni degli ammalati. In una situazione economica così difficile, solamente un volontariato del sangue diffuso può permettere l’accesso alle cure anche a chi ora ne viene escluso. E l’Avis in questo ha una esperienza che può essere preziosa, anche al di la dell’oceano. Roberto Rondin Coordinatore cooperazione internazionale - Avis nazionale

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Plasmaderivati: accordo storico per la cessione ai Paesi in via di sviluppo U

na decisione di portata storica, che mette l’Italia in primo piano nell’assistenza alla salute delle popolazioni svantaggiate ed evidenzia la grande capacità della rete dei professionisti e del volontariato che operano nel settore trasfusionale e nella cura dell’emofilia del nostro Paese: così Avis, Cri, Fidas, Fratres, Fedemo, Fondazione Paracelso, Aice e Simti commentano la scelta della Conferenza Stato-Regioni che il 7 febbraio ha approvato lo Schema di Accordo tra Governo, Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano per la promozione ed attuazione di accordi di collaborazione per l’esportazione di prodotti plasmaderivati a fini umanitari. In base a questo accordo, vengono di fatto messi a disposizione - tramite il supporto del Ministero degli Affari Esteri, della Difesa oltre a quello della Salute - dei popoli dei Paesi che ne hanno necessità, gli emoderivati eccedenti il fabbisogno nazionale per la tutela della salute degli ammalati che vivono in aree particolarmente svantaggiate. A noi piace evidenziare il punto 7 dell’Accordo, che esplicita l’impegno delle Regioni (giuridicamente “proprietarie” dei plasmaderivati!) a cedere i medicinali eccedenti il fabbisogno nazionale. Un risultato che ha il sapore di una grande conquista, poiché, l’accordo consente per la prima volta un utilizzo razionale ed etico di tale risorsa ed ha il grande merito di valorizzare l'aspetto volontaristico e anonimo della donazioni, oltre a sottolineare l’impegno quotidiano dei professionisti e della rete trasfusionale del nostro Paese. Dopo il decreto del

12 aprile 2012 che ha riconosciuto la possibilità del ristoro dei costi di produzione, senza lucro, sulle cessioni dei plasmaderivati eccedenti il fabbisogno nazionale, si apre dunque una pagina nuova nel panorama “globale”.

Ora dalle parole ai fatti Ora bisogna riempire di contenuti questo accordo. Il progetto di sviluppo del Volontariato del Sangue in America Latina, fermo al palo da due anni per mancanza di finanziamenti, può ora ripartire e giungere a realizzazione: il finanziamento indiretto potrebbero proprio essere i nostri farmaci evitando nei Paesi partecipanti al Progetto gli acquisti onerosi sul mercato speculativo internazionale, con importanti risparmi che sarebbero reinvestiti sia nel miglioramento delle cure agli ammalati locali, che nello sviluppo del Volontariato del Sangue, anonimo, non remunerato, periodico, e delle relative associazioni di donatori, stile Avis. Già stiamo scaldando i motori impazienti e speranzosi: che sia la volta B.S. buona?

COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

L’America Latina che si muove

Donatore, presidente e... ora pure Vescovo! D

on Eugenio Coter, presidente dell’Abds (Associazione Boliviana donatori sangue), nella foto accanto col cappellino d’ordinanza è stato nominato vescovo. 55 anni, nativo di Semonte di Vertova, missionario Fidei donum in Bolivia dal 1991, attualmente direttore spirituale del Seminario di Cochabamba, è il nuovo vescovo vicario apostolico del vicariato apostolico boliviano di Pando. La nomina è stata effettuata da Papa Benedetto XVI, che gli ha assegnato la sede titolare di Tibiuca. Nell’arcidiocesi di Cochabamba ha progressivamente ricoperto gli incarichi di vicario parrocchiale di Sacaba (1992-94) e di Villa Tunari (1994-95), di parroco di Condebamba (1995-2000), delegato episcopale per la pastorale sociale e la Caritas (2000-2012) e membro del Consiglio Pastorale diocesano (2009-

2011). Da un anno è direttore spirituale del Seminario maggiore arcidiocesano San Luis. Ora è vescovo. L’Avis partecipa alla nomina con gioia, perché don Eugenio, con Padre Alfredo ed il vescovo di Cochabamba, mons. Tito Solari, è il promotore della nascita dell’associazione di donatori di sangue a Cochabamba di cui è l’attuale presidente. Augurissimi da tutti i donatori di sangue del Veneto, che stanno sostenendo questa iniziativa in terra boliviana per questo nuovo gravoso compito. Francesco Magarotto Vice Presidente Vicario Avis Veneto e Resp. Prog. Bolivia Avis-Abvs-Fidas 13


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INCONTRI E NOTIZIE DALLA REGIONALE

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pochi mesi dall’entrata in vigore della norma che obbliga i medici ad indicare nelle ricette il nome del principio attivo dei farmaci e sulla scia dell’impulso informativo in materia già avviato da Avis Veneto, l’Avis di Concordia ha voluto puntare sulla diffusione della cultura sanitaria offrendo alla cittadinanza un convegno sul tema “Farmaco equivalente… Perché fa lo stesso?”. I relatori, il dott. Francesco Fratto, farmacista, e il dott. Filippo Pinza, informatore scientifico di Teva, azienda leader nella produzione di principi attivi e farmaci equivalenti, hanno dettagliatamente illustrato l’iter di produzione e commercializzazione dei farmaci equivalenti e le statistiche di utilizzo di questi farmaci

a livello europeo ed italiano. I farmaci equivalenti sono stati descritti come sicuri, in quanto sottoposti ad un iter di verifica e certificazione da parte dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) e del Ministero della

Veneto: Ulss per Ulss ecco tutti i nuovi Direttori generali

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ieci nuove nomine, sette conferme, ma in altra struttura, quattro conferme nella propria Ulss. Piccola “rivoluzione” in Veneto, con le nomine a fine dicembre dei direttori generali da parte del presidente della Regione, Luca Zaia. Sono stati presentati alla stampa nel corso di un incontro a cui hanno partecipato anche l’assessore alla sanità, Luca Coletto, ed il segretario regionale per la sanità e il sociale, Domenico Mantoan. Ecco i nuovi “interlocutori”, anche delle Avis, per i prossimi 5 anni. Ulss 1 Belluno: Pietro Paolo Faronato (nuova nomina); Ulss 2 Feltre: Adriano Rasi Caldogno (nuovo); Ulss 3 Bassano del Grappa: Fernando Antonio Compostella (ex dg Ulss 1 di Belluno); Ulss 4 Alto Vicentino: Daniela Carraro (ex dg Ulss 21 di Legnago); Ulss 5 Ovest Vicentino: Giuseppe Cenci (nuovo); Ulss 6 Vicenza: Ermanno Angonese (ex dg Ulss 4 Alto Vicentino e 1 Belluno);

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Salute, identico a quello dei farmaci di marca. Sono efficaci in quanto realizzati con lo stesso principio attivo dei farmaci “branded”, anche se gli eccipienti per cui si differenziano i diversi farmaci possono condizionare l’assorbimento del principio attivo in modo assolutamente soggettivo; e più economici in quanto le aziende farmaceutiche affrontano esclusivamente i costi di produzione, senza dover sostenere i costi di ricerca e pubblicità che, al contrario, caratterizzano i farmaci di marca. È stato, inoltre, dimostrato quanto l’Italia sia indietro nell’utilizzo di farmaci equivalenti rispetto ad altri paesi del nord Europa e nord America e, anche a livello italiano, sono stati messi in evidenza gli squilibri tra le diverse regioni, con il paradosso che le regioni con i maggiori problemi in termini di deficit nella spesa pubblica sono quelle che ricorrono in misura minore ai farmaci equivalenti. In un contesto di crisi economica globale è stato, infine, dimostrato che nel 2011 il ricorso ai farmaci equivalenti avrebbe permesso all’Italia di risparmiare quasi 800 milioni di euro e oltre 53 milioni sarebbero stati risparmiati nella sola regione Veneto. La risposta e la partecipazione del pubblico hanno dimostrato l’interesse della gente verso i temi di natura sanitaria che riguardano la collettività e l’Avis, sempre attenta alla salute dei cittadini, può favorire durante questi convegni la promozione di corretti stili di vita e l’attenzione Dario Piccolo verso il dono del sangue.

Ulss 7 Pieve Soligo: GianAntonio Dei Tos (nuovo); Ulss 8 Asolo: Bortolo Simoni (ex dg Ulss 2 Feltre); Ulss 9 Treviso: Giorgio Roberti (nuovo); Ulss 10 Veneto Orientale: Carlo Bramezza (nuovo); Ulss 12 Veneziana: Giuseppe Dal Ben (ex dg Ulss 19 di Adria); Ulss 13 Mirano: Gino Gumirato (nuovo); Ulss 14 Chioggia: Giuseppe Dal Ben (confermato nella veste di commissario); Ulss 15 Alta Padovana: Francesco Benazzi (confermato); Ulss 16 Padova: Urbano Brazzale (nuovo); Ulss 17 Este: Giovanni Pavesi (confermato); Ulss 18 Rovigo: Arturo Orsini (ex dg Ulss 13 Mirano); Ulss 19 Adria: Pietro Girardi (nuovo); Ulss 20 Verona: Maria Giuseppina Bonavina (conferm.); Ulss 21 di Legnago: Massimo Piccoli (nuovo); Ulss 22 Bussolengo: Alessandro Dall’Ora (confermato); Az. osp. Padova: Claudio Dario (ex dg Ulss 9 Treviso). Az. osp. Verona: Sandro Caffi (confermato).

Giornata mondiale: 15 giugno Mestre T

orna sabato 15 giugno (e probabilmente anche venerdì 14 o domenica 16), in concomitanza con la “Giornata mondiale della donazione di sangue”, la festa dell’Avis regionale. Quest’anno verrà ospitata sicuramente in piazza Ferretto a Mestre mentre al momento di andare in stampa si parlava di un’altra grande città (e bellissima e storica piazza) del Veneto per una delle due altre date. Non essendoci però ancora certezze, preferiamo lasciarvi l’eventuale sorpresa. Qualche anticipazione in più, invece, possiamo darla sulla confermata data mestrina. Sarà infatti anche occasione per festeggiare il 60° di fondazione dell’Avis comunale di Mestre-Marghera e la “macchina” organizzativa si è già messa in moto. La mattinata del 15 si aprirà proprio con tali festeggiamenti, la cerimonia ufficiale e il ricordo del fondatore Gaetano Zorzetto, con lancio finale di palloncini da parte di

tanti bambini che legheranno a ciascuno messaggi di pace e solidarietà. Dal pomeriggio si entrerà nel vivo della festa regionale con manifestazioni, attività e intrattenimenti vari. Questo fino a sera inoltrata con il ritorno dei comici di “Riso fa buon sangue” che tanto successo hanno raccolto nell’edizione 2011 riempiendo a dismisura la Piazza di Este. Nell’ancora più capiente Piazza Erminio Ferretto (intitolata al partigiano della Brigata Garibaldi ucciso dai fascisti a Mogliano) e dominata dalla storica “Torre dell’orologio” (costruita con le mura nel 1108) sono attese migliaia di persone da tutto il Veneto e non solo. Una grande occasione, come sempre, per reincontrarsi fra donatori e “rendere visibile” l’Avis ai non donatori con momenti di allegria e spettacoli comici e musicali. Per i più piccoli, per tutta la giornata, sarà allestito uno spazio con tanti giochi gonfiabili.

A proposito di “Riso fa Buon Sangue”, ecco selezioni e date

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ono in corso le selezioni nazionali del cabaret “Riso fa buon sangue 2013” organizzato dagli “Amici del cabaret” in collaborazione con l’Avis. Fino a maggio, con serate ad hoc a Rovigo, Milano, Ferrara e Pordenone vengono scelti i comici che andranno alla semifinale del 24 giugno a Rovigo e poi alla finalissima del 24 agosto a Rosolina Mare (Ro). Ad oggi sono almeno una cinquantina i comici emergenti, provenienti da tutta Italia,

che si stanno mettendo in gioco al concorso, che di anno in anno sta raccogliendo grandi consensi sia di partecipanti che di pubblico. Oltre che in termini di potenziali nuovi donatori di sangue, dato che la finalità è soprattutto quella di avvicinare con il sorriso la popolazione al dono del sangue. La collaborazione tra Avis e gli “Amici del cabaret” è nata nel 2009 e da allora ha registrato quasi mille aspiranti nuovi donatori.

INCONTRI E NOTIZIE DALLA REGIONALE

Salute e risparmio? Equivalenti!

Finale di “Musica nel Sangue”: 11 maggio alla Gran Guardia di Verona

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ran finale di “Musica nel sangue” l’11 maggio al Palazzo della Gran Guardia di Verona. Alla quinta edizione del progetto-concorso musicale organizzato insieme da Avis-Abvs e Fidas Veneto hanno aderito quest’anno 45 scuole superiori da tutte le province della regione. La provincia di Verona ha il numero più consistente, 12 scuole, seguita dalle 9 scuole del trevigiano e dalle 9 del padovano, 6 istituti sono dalla provincia di Vicenza, 4 dal bellunese, 3 dalla provincia di Rovigo e 2 dal veneziano. Al momento di andare in stampa sono in corso le selezioni e le sfide tra scuole. Sul prossimo numero il resoconto della finale. 15


Avis e Tes contro l’Emofilia “SANGUE” E RICERCA

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arte da Castelfranco Veneto (e come vedremo non è un caso) una sfida ambiziosa in campo ematologico. Con la firma a quattro mani di una convenzione, l’11 dicembre scorso, è stato dato il via a una ricerca innovativa sulla rigenerazione delle cellule del sangue che permetterebbero all’organismo umano di riprodurre il fattore VIII, che manca a chi soffre di emofilia. Quattro sono le realtà coinvolte nel progetto: l’Ulss 8 di Castelfranco-AsoloMontebelluna, Tes-Fondazione per la biologia e la medicina della rigenerazione, l’Avis regionale Veneto e Ape (Avis per il Progresso ematologico) che riunisce 32 Avis che operano nel territorio dell’Ulss 8 e Avis provinciale di Treviso. Ciascuna contribuisce alla ricerca: l’Azienda socio sanitaria mette a disposizione i locali e le attrezzature del Centro trasfusionale e Centro Malattie del Sangue di Castelfranco, mentre Tes mette le risorse umane ed economiche assieme ad Avis regionale in rappresentanza di tutte le Avis venete e ad Ape. Il progetto è quindi co-finanziato, nasce da un’idea condivisa dall’Ematologia castellana diretta dal dottor Giuseppe Tagariello (responsabile del comitato tecnico-scientifico di Ape) e da Tes nella persona del suo presidente professor Pierpaolo Parnigotto, costerà intorno ai 50 mila euro l’anno e sarà sviluppato nell’arco di più anni, probabilmente 3-4. Ci saranno periodiche valutazioni sullo stato di avanzamento della ricerca e sui risultati. L’Avis comunale di Castelfranco ha da subito appoggiato l’iniziativa anche con un proprio contributo. Giovani i ricercatori che seguiranno il progetto: Silvia Barbon e Luca Borgio. Quest’anno, tra l’altro, cade proprio il 40° anno dell’arrivo a Castelfranco Veneto del Prof. Agostino Traldi e del dottor Giorgio Davoli che “fondarono” letteralmente uno dei primi (e ancora l’unico così “completo” come degenza e prestazioni 24 ore su 24) Centri per l’Emofilia in Italia. Mettendo insieme “controrrente” il cosiddetto “san-

logie prevedono la possibilità di espiantare cellule cartilaginee del soggetto malato e, dopo coltivazione “ex vivo”, il tessuto ottenuto può essere successivamente re-inserito a scopo riparatorio nelle cartilagini danneggiate.

Ricerca sulla cura dell’emofilia

gue sano” (dei donatori) e quello “malato” degli emofilici. Mentre in tutto il resto d’Italia (salvo rarissime “oasi”) per gli emofilici si usavano Fattori della coagulazione del mercato estero, qui si iniziò a usare plasmaderivati da donatori avisini periodici e a intervenire direttamente - anche chirurgicamente - sull’artropatia emofilica. Una lunga storia di “precursori” Castelfranco fu il “seme” dell’Accordo Interregionale Plasma - che oggi grazie ancora una volta al volontariato Avis sembra ritornare all’origine. Nuova vita, pur nella solida continuità di assitenza, che apre speranze fino a ieri... impensabili per gli emofilici. Come nel 1973 potrebbero sembrare “utopia”, ma come allora possono diventare realtà. Vediamo come.

La ricerca sull’artropatia emofilica Il progetto, nato su proposta dell’Avis provinciale insieme ad Ape e Tes, rappresenta la prosecuzione delle ricerche condotte presso il Centro per le Malattie del sangue e per l’emofilia dell’ospedale di Castelfranco nella sua lunga esperienza della cura dell’artropatia emofilica dal dottor Giuseppe Tagariello e il suo gruppo e dal dottor Alberto Ricciardi, primario ortopedico. Finora la maggior parte delle proposte terapeutiche offerte ai pazienti emofilici sono state la sinoviectomia chirurgica (sino agli anni ’90) e la sinoviortesi chimica o radio-isotopica più di recente. Di pari passo si è sviluppata, nei casi più avanzati ed irreversibili, un’esperienza ormai consolidata nella sostituzione protesica delle articolazioni irrimediabilmente compromesse. Ultimamente, in pazienti con condropatia iniziale (lesioni minime cartilaginee), si sta facendo strada un approccio conservativo “biologico”. Queste metodo-

Questo ambizioso progetto di ricerca propone il ricorso alla terapia cellulare. Obiettivo è isolare i progenitori endoteliali da sangue periferico umano e di verificarne in vitro la capacità di produrre i fattori VIII e IX. L’emofilia, infatti, è una malattia genetica ereditaria legata al cromosoma X dovuta ad una alterazione del gene che codifica per i fattori coagulanti VIII o IX rispettivamente per emofilia A e B. Studi hanno dimostrato che tra i maggiori siti di produzione del fattore VIII ci sono le cellule endoteliali dei sinusoidi epatici. La terapia attuale per il trattamento dell’emofilia si basa sulla somministrazione dei fattori di coagulazione mancanti (plasmaderivati o ricombinanti), mentre futuri approcci clinici prevedono lo sviluppo di terapia genica o cellulare. I dati preliminari ottenuti in vitro potrebbero, se confermati, permettere l’impiego di tali cellule in una sperimentazione in vivo su modello animale emofilico. Lo scopo della ricerca sarebbe quindi quello di permettere al paziente la produzione “endogena” di fattore VIII o IX anziché la somministrazione sostitutiva endovenosa con fattori della coagulazione come avviene oggi. “La firma rappresenta una stupenda dimostrazione di quanto possa fare la collaborazione tra diverse realtà ha sottolineato Alberto Argentoni, presidente di Avis regionale, firmando la convenzione - lavorare in rete, mettere insieme risorse umane ed economiche per il conseguimento di un obiettivo comune, specie quando que-

sto riguarda la salute dei cittadini e la ricerca, è fondamentale in questi tempi di difficoltà. L’Italia è fanalino di coda in Europa per i finanziamenti pubblici alla ricerca scientifica e iniziative come questa sono un esempio da seguire”. “È bello che il nostro volontariato Avis abbia fatto questa scelta di andare oltre la pur insostituibile donazione del sangue - commenta Paolo Targhetta, presidente di Ape, secondo firmatario - per venire incontro tutti insieme alla ricerca e dare speranza a chi è malato, con risultati che speriamo possano cambiare tante vite”. “Ho accolto con entusiasmo la proposta per avviare questa convenzione sia per la fiducia nei confronti dell’Avis sia perché questo progetto consente di continuare e rinforzare la storica tradizione dell’ospedale di Castelfranco Veneto e dell’Ulss 8 di dedicarsi ai pazienti che soffrono di emofilia” - ha commentato l’allora direttore generale dell’Ulss 8, Renato Mason. Michela Rossato (ha collaborato Beppe Castellano)

“SANGUE” E RICERCA

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Che dite, lo ‘adottiamo’ un giovane ricercatore? I n questi giorni prende avvio un’iniziativa della Fondazione Tes, in collaborazione con Avis Veneto: “Adotta un ricercatore”. Si tratta di un invito alle Avis venete, ma anche ai singoli avisini, a sostenere la ricerca scientifica sulle cellule staminali da sangue periferico. Non una ricerca generica, ma quella di un gruppo di giovani ricercatori (foto sopra) che lavorano tra i centri di Padova, Trecenta e Castelfranco Veneto. Sul materiale informativo ci sono proprio le loro facce e, in pillole, i loro pensieri. Vi ricordo che Avis Veneto e molte Avis provinciali già sostengono l’attività di Tes, ma c’è biso-

gno del contributo di tutti perché le iniziative aumentano. L’ultima è quella della convenzione triennale con l’Ulss 8 di Asolo di cui avete appena letto in queste pagine. In questo numero trovate una cartolina con le informazioni per contribuire. Per saperne di più potete visitare www.fondazionetes.it/adotta-un-ricercatore o chiedere informazioni ad Avis Veneto. La Fondazione è disponibile a partecipare a riunioni e convegni, nonché ad ospitarVi presso i suoi laboratori a Trecenta. Aiutiamo la ricerca! È un altro modo, oltre al dono del nostro sangue, A.A. per contribuire a salvare vite.

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Giovani Avis, la sfida continua I

giovani ci sono? Non ci sono? Non viene dato loro è arrivato il momento di metterci in gioco con ancospazio? Domande che ricorrono in tutti i discorsi ra più forza! Io ci proverò... ma invito anche voi a associativi, in tutte le assemblee. Ho imparato in farlo, a livelli diversi, con compiti diversi... ma proquesti anni di esperienza nei gruppi giovani ai vari viamoci! Il futuro dei Gruppi giovani comunali, livelli che le risposte dipendono da molte variabili: la provinciali e regionale è nelle mani di chi vorrà porcreazione di intese particolari tare avanti quello che di tra i volontari under 35, la buono è stato fatto, correggetendenza dei senior a lasciare Spazio ce n’è, se abbiamo voglia re quello che non è riuscito o non lasciare spazio a prodi “fare” e metterci in gioco bene e proporre cose nuove. poste e innovazione, la forza E’ necessario, per il futuro della passione che ci spinge e dei giovani a livello regionala tendenza ad assumersi le responsabilità o al contra- le, avere dei riferimenti in ogni provincia che facciario ad evitarle. Di una cosa però sono certa... se non no da tramite e da coordinamento, che portino si chiede non si ottiene, se non si gioca non si vince! le idee e i progetti dal basso verso l’alto e viceversa. E quindi? E quindi proviamoci; candidiamoci ai È necessario che qualcuno esprima la voglia di prendeConsigli direttivi, dal livello comunale in sù. Da re in mano il gruppo, rinforzarlo, guidarlo. A nessuno quando sono all’interno della Commissione Giovani si chiede la luna, qualcuno mi ha detto che “quando regionale, ho sempre avuto la possibilità di partecipa- avrete fatto quello che potete, avrete fatto anche quello re agli Esecutivi e ai Direttivi regionali; è stato ed è che dovete”! Io vi passo la palla... ma se non viene racimpegnativo, ma è anche una grande opportunità di colta, nessuno può lamentarsi del fatto che poi non crescita associativa e personale. Alcune volte le richie- veniamo valorizzati o ascoltati. “Giochiamo”, proviamo ste del Gruppo Giovani sono state accolte senza dif- ad essere degli “onesti calciatori” e i risultati arriveranno! Manuela Fossa, ficoltà, altre abbiamo dovuto lottare; ma questi ultiresponsabile Gruppo Giovani regionale mi due mandati sono stati di grande apertura. Adesso

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Nuove felpe da... copertina D

opo lo straordinario successo delle felpe Avis, negli ultimi anni adottate dai donatori di tutta Italia, il gruppo giovani dell’Avis provinciale di Verona rilancia l’iniziativa con una sorta di “nuova collezione”. Diventate ormai un simbolo di appartenenza per i giovani dell’associazione, e non solo, le felpe sono immancabili a qualsiasi iniziativa e assemblea, bellissimo colpo d’occhio dell’orgoglio avisino. Ora, dopo parecchi anni, è giunto il momento di rinnovarle. Presentate a febbraio, le nuove creazioni per ragazzi e ragazze promuovono in colori diversi l’associazione e le sue finalità. Le felpe sono in diversi colori, in grigio e bianco o rosse per i maschietti, bianche, rosse e nere/rosa per le femmine. Le taglie disponibili sono dalla M alla XXL per i maschi, dalla S alla XL per le donne. Le nuove felpe Avis sono realizzate in felpa di coto-

ne 100%, tutte hanno ricamato sia sul davanti che sul dietro la scritta Avis, oltre al logo giovani sulla manica. Molto di moda, sono realizzate sia con il cappuccio sia senza (ma la maggior parte lo hanno, rispecchiando anche la tendenza del momento), sono tutte bicolore e presentano sul davanti la bandiera italiana, sempre ricamata. Costano 27,90 euro (iva e spedizione esclusi) se semplici, 4 euro in più se con la scritta personalizzata dell’Avis di appartenenza. Si possono prenotare, la spedizione è iniziata da metà marzo. Per ordinarle scaricare il modulo su: http://verona.avisveneto.it/vita-associativa/news/felpe-avis.html. Info: Gruppo Avis Giovani Provinciale di Verona, Viali Alessandro cell. 3496163122 e Mauro Zocca tel. 045 8203938 Fax 045 8278775 - info@verona.avisveneto.it.

I “pinguini” del Motor Bike Expo A

nche quest’anno il motopinguino, capitanato dagli infaticabili Luca e Morena, è salito in sella per garantire la presenza di Avis all’interno del Motor Bike Expo di Verona. L’evento fieristico di portata internazionale si è tenuto presso la fiera di Verona dal 18 al 20 gennaio e per quanto riguarda Avis, ha visto l’allestimento di uno spazio espositivo di ben 300 metri quadrati. Così, ancora una volta, il Motor Bike Expo si è trasformato in un’occasione per un gruppo di giovani e volenterosi avisini provenienti da diverse realtà delle regioni Veneto ed Emilia Romagna, di conoscersi e di mettere a fattore comune le reciproche esperienze e materiale informativo per promuovere la donazione di sangue. Un modo concreto per abbattere il campanilismo che spesso limita le nostre azioni, perseguendo, al contrario, il vero obiettivo che dovrebbe accomunare tutte le Avis: la promozione vera e appassionata che porta ad avere sempre nuovi donatori. L’impegno per Avis è stato notevole: sono state realizzati 2500 sacchetti di carta con il logo Avis da distribuire a tutti i visitatori; allestiti quattro gazebo sfruttando il materiale informativo ed i gadget autoprodotti dalle cinque realtà associative intervenute, installati due archi gonfiabili e il “vertigo” di Avis Veneto ed esposta la roulotte del moto pinguino, il tutto con la presenza fissa di almeno dieci volontari avisini per ciascuno dei tre giorni di fiera. I risultati, però, sono stati appaganti: si stima che nei tre giorni la fiera sia stata visitata da oltre 130 mila per-

sone e i giovani avisini, pur tra qualche distrazione legata alla… carrozzeria delle moto esposte, hanno potuto muoversi liberamente tra i sei padiglioni della fiera, amplificando ulteriormente il messaggio associativo. Molte sono state le persone che si sono avvicinate spontaneamente al nostro punto informativo per chiedere informazioni e materiale sul dono del sangue o, semplicemente, per portare la loro testimonianza di donatori. Un ringraziamento particolare va agli amici di Modena del moto pinguino e a tutti i volontari delle Avis di Veneto, Emilia Romagna, Verona, Bologna e Mantova che, oltre all’impegno promozionale, si sono sobbarcati l’onere di allestire e disallestire lo stand e di gestire le pratiche burocratiDario Piccolo che legate alla partecipazione.

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Irene, la “cacciatrice di tipizzati” N

el corso dell’assemblea di Avis nazionale del 2012 è stato firmato un protocollo d’intesa formale tra Avis e Admo (Associazione Donatori Midollo Osseo); ma la collaborazione nella nostra regione era iniziata già da tempo, perché il dono è sempre dono e unire le forze è il sistema migliore per puntare ad una promozione più proficua. E in un viaggio in pullman, durante una chiacchierata con il nostro presidente regionale, Alberto Argentoni, è nata l’idea di aiutare in maniera più incisiva l’Admo e in particolar modo, per iniziare, il centro tipizzazioni di Venezia, dove i volontari possono fare il prelievo per il primo step che li fa entrare nella banca dati nazionale dei possibili donatori di midollo. La promozione nelle piazze e nelle scuole, dove i pochi ma appassionati e generosi volontari Admo attualmente attivi operano senza sosta, è necessaria... ma come fare un passo in più? I donatori Avis sono di per sé persone disponibili verso il dono e l’aiuto del più debole. Così abbiamo pensato di rivolgerci direttamente a loro, partendo dal Centro raccolta Avis presso l’ospedale dell’Angelo a Mestre, dove da qualche mese Irene sta facendo accoglienza ai nostri donatori e promuovendo anche con dolcezza e competenza la possibilità di farsi tipizzare, parlando con i giovani dai 18 ai 37 anni. “Quando mi hanno proposto di seguire questo progetto ho accettato senza pensarci troppo, perché quando ho ricominciato a donare non ho sprecato molto tempo a decidere se tipizzarmi o meno, è stata una tappa naturale quasi ovvia - dice Irene - Poi l’incontro con Michele, tutta la documentazione letta, le testimonianze e i racconti sono stati un paracadute per me in questo viaggio. Ogni giorno puntuale ore 8 iniziano le donazioni. Io ho già

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Lo scorso 29 settembre si è svolta a Due Carrare (PD), presso Casa dei Carraresi l’Assemblea Straordinaria di Avis Veneto. All’Ordine del giorno la variazione dello Statuto associativo per acquisire personalità giuridica di diritto privato e quella del Regolamento regionale messo “in linea” con il nuovo Regolamento di Avis nazionale. L’approvazione del nuovo Statuto e del nuovo Regolamento da parte dei delegati è stata effettuata alla presenza del notaio Valentina Zafarana. Sul numero di dicembre 2012 abbiamo riportato il Regolamento integrale. Su questo numero il nuovo Statuto di Avis regionale Veneto. Da staccare e conservare.

STATUTO AVIS Regionale Veneto Modifiche 2012 uniformate con AVIS Nazionale 2012 montato il mio “ufficio portatile”: un cartello con su scritto informazioni Admo, i volantini esposti e qualche giornale Admo aperto alla pagina giusta. Subito dopo aver dato un’occhiata veloce alla fila di donatori cerco di scrutare chi tra loro ha dai 18 ai 37 anni, poi osservo chi legge il cartellone che invita a farsi tipizzare, piano mi avvicino (e mi ripeto: “non sto vendendo pentole!”) e poi inizio a parlare, consegno i volantini informativi, scambio due chiacchiere. I primi giorni tentenno pensando che forse la strategia non funziona e poi invece ecco che inizia la salita: un po’ alla volta li convinco e inizio a fare una tipizzazione al giorno, poi passo a due; dipende dai giorni, a volte 3, altri 1, altri ancora 5 o 7 o a volte anche nessuno. Dopo due mesi arrivo ai 40 e comincio a pensare che voglio arrivare assolutamente ai 50 e non posso farli passare inosservati. Approfitto della pasticceria al piano zero e in un sacchettino metto cinque cioccolatini, ci metto un fiocchetto e scrivo il numero 50. Alla cinquantesima tipizzata spetta il premio! È stato divertente vedere la sua faccia un po’ stupita anche perché lei ha giusto giusto 37 anni!” E dall’esperienza positiva della giovane avisina Irene partiamo, sperando di allargare l’iniziativa agli altri centri di donazione!

ART. 1 COSTITUZIONE DENOMINAZIONE - SEDE c.1 L’Avis Regionale del Veneto è l’Associazione Volontaria Italiana del Sangue che è costituita da coloro che donano volontariamente, gratuitamente, periodicamente e anonimamente il proprio sangue e dalle Associazioni Provinciali, Comunali e/o equiparate, di appartenenza e di base, che esplicano la loro attività nell’ambito della Regione. c.2 L’Avis Regionale del Veneto ha sede legale a Treviso in Via Dell’Ospedale n.1 ed esplica la propria attività istituzionale nell’ambito della Regione. c.3 L’Avis Regionale del Veneto, che aderisce all’AVIS Nazionale, è dotata di piena autonomia giuridica e di autonomia patrimoniale e processuale rispetto all’AVIS Nazionale medesima. ART. 2 SCOPI SOCIALI c.1 L’Avis Regionale del Veneto è un’associazione di volontariato, apartitica, aconfessionale, non lucrativa, che non ammette discriminazioni di sesso, razza,

lingua, nazionalità, religione, ideologia politica. c.2 L’Avis Regionale ha lo scopo di promuovere la donazione di sangue intero e/o di una sua frazione, volontaria, periodica, associata non remunerata, anonima e consapevole, intesa come valore umanitario universale ed espressione di solidarietà e di civismo, che configura il donatore quale promotore di un primario servizio socio-sanitario ed operatore della salute, anche al fine di diffondere nella comunità locale d’appartenenza i valori della solidarietà, della gratuità, della partecipazione sociale e civile e della tutela del diritto alla salute. c.3 Essa pertanto, in armonia con i propri fini istituzionali, con quelli dell’AVIS Nazionale, nonché del Servizio Sanitario Nazionale, si propone di: - Sostenere i bisogni di salute dei cittadini favorendo il raggiungimento dell’autosufficienza di sangue e dei suoi derivati e dei massimi livelli di sicurezza trasfusionale possibili e la promozione per il buon utilizzo del sangue; - Tutelare il diritto alla salute dei donatori e di coloro che hanno necessità di essere sottoposti a terapia trasfusionale; - Promuovere l’informazione e l’educazione sanitaria 21


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dei cittadini; - Promuovere un’adeguata diffusione delle proprie associate su tutto il territorio regionale, con particolare riferimento alle aree carenti e delle attività associative e sanitarie ad esse riconosciute, come la raccolta del sangue e degli emocomponenti; - Favorire lo sviluppo della donazione volontaria, periodica, associata, non remunerata, anonima e consapevole a livello regionale; - Promuovere lo sviluppo del volontariato e dell’associazionismo. ART. 3 ATTIVITÁ c.1 Per il perseguimento degli scopi istituzionali enunciati nell’art. 2 del presente Statuto, l’Avis Regionale, nel rispetto di quanto previsto dall’art. 3 comma 1 dello statuto nazionale, coordinandosi con l’AVIS Nazionale e con le Istituzioni Pubbliche territoriali competenti, svolge nei confronti delle associazioni che la costituiscono, una funzione di indirizzo, di coordinamento e verifica per il raggiungimento degli obiettivi associativi rappresentando i propri associati nei confronti di tutti i soggetti, istituzionali, pubblici privati, di livello regionale. c.2 In particolare, ai propri fini l’Avis Regionale svolge le seguenti attività: - Partecipa alla programmazione delle attività trasfusionali a livello regionale, in conformità al disposto delle leggi vigenti in materia, rappresentando l’associazione negli organismi istituzionali e presso le istituzioni di livello regionale, fornendo direttive e linee di indirizzo alle proprie associate per l’attuazione e il coordinamento delle politiche di settore sul territorio regionale;

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- Partecipa alla elaborazione delle politiche del terzo settore, con particolare riferimento all’associazionismo ed al volontariato, rappresentando l’associazione negli organismi di settore istituzionalmente previsti e cooperando all’interno degli organismi associativi di coordinamento; - Promuove e organizza campagne regionali di comunicazione sociale, informazione e promozione del dono del sangue, coordinandosi con le proprie associazioni aderenti e con le istituzioni competenti, nonché tutte le attività di comunicazione esterna, interna ed istituzionale, di propria competenza; - Collabora con le altre associazioni di settore e con quelle affini che promuovono l’informazione a favore della donazione di organi e della donazione del midollo osseo; - Coordina il flusso informativo a livello regionale; Promuove la conoscenza delle finalità associative e delle attività svolte attraverso la stampa associativa, nonché la pubblicazione di riviste, bollettini e materiale multimediale; - Svolge attività di formazione nelle materie di propria competenza anche per istituzioni ed organizzazioni esterne, con particolare riferimento al mondo della scuola e delle Forze Armate; - Promuove e partecipa ad iniziative, anche di raccolta di fondi, finalizzate a scopi solidali ed umanitari, al sostegno della ricerca scientifica, alla cooperazione internazionale ed allo sviluppo del settore socio-sanitario ed alla realizzazione di progetti di interesse associativo; - Promuove e favorisce scambi culturali, socio-sanitari ed iniziative di collaborazione con realtà del volontariato internazionale, realizzando opportuni protocolli e progetti di cooperazione, nel rispetto degli indirizzi dell’AVIS Nazionale; - Svolge attività di indirizzo, coordinamento e consulenza per le proprie associate per la gestione delle attività associative, con particolare riguardo alle problematiche giuridiche, amministrative e fiscali. - Dopo accordi e su delega delle Avis Provinciali, può svolgere attività di raccolta di sangue ed emocomponenti, provvedendo, a mezzo delle stesse o anche direttamente, alla chiamata dei donatori. - In considerazione della storica collaborazione, stipula idonea convenzione con l’ABVS per regolamentare il rapporto dal punto di vista contributivo, partecipativo e di interscambio promozionale e collaborativo. c.3 Al fine del perseguimento delle attività istituzionali e di tutte quelle ad esse strumentali, conseguenti e comunque connesse, l’Avis Regionale può compiere, in osservanza delle condizioni di legge, esclusivamente attività commerciali e produttive marginali.

giuridica; il quale può essere portatore di un massimo di 5 deleghe. c.5 Tutti i soci persone fisiche sono eleggibili alle cariche sociali. c.6 La partecipazione all’Assemblea Regionale, sia ordinaria che straordinaria, è di un delegato ogni 1000 soci o frazione di soci persone fisiche, col minimo comunque di un delegato per ogni Associazione Provinciale . c.7 I delegati sono determinati in base al numero dei soci delle Avis Comunali, di base o equiparate in possesso dei requisiti statutari richiesti alla data del 31 dicembre dell’anno sociale precedente; fermo restando che il numero dei soci non potrà mai superare di oltre un terzo il numero delle donazioni effettuate nell'anno di riferimento né essere inferiore al terzo di tale numero. c.8 La regolare posizione dei delegati è accertata secondo le disposizioni previste dal regolamento nazionale.

ART. 4 SOCI c.1 Ai sensi dell’art. 1 del presente statuto, l’Avis Regionale è costituita da soci persone giuridiche e soci persone fisiche. c.2 Sono soci persone giuridiche dell’Avis Regionale: le Avis Provinciali, le Avis Comunali e/o equiparate e di base, operanti nel territorio amministrativo corrispondente. c.3 Sono soci persone fisiche dell’Avis Regionale tutti coloro che abbiano aderito alle Avis Comunali o equiparate operanti nel territorio amministrativo. ART. 5 MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE ALLA VITA ASSOCIATIVA c.1 La partecipazione alla vita associativa non può essere temporanea, fatto salvo quanto previsto dall’art. 6. c.2 La qualifica di socio è personale e non trasmissibile né in vita né ad eredi o legatari. c.3 I soci persone fisiche partecipano all’Assemblea Regionale attraverso i delegati nominati dalle Assemblee Provinciali, i quali esprimono ciascuno tanti voti quanti sono i soci persone fisiche che rappresentano. c.4 I soci persone giuridiche partecipano all’Assemblea Regionale a mezzo del loro rappresentante legale ovvero, previa delega, dal Vicepresidente o dal rappresentante legale di altro associato persona

ART. 6 PERDITA DELLA QUALIFICA DI SOCIO c.1 Le modalità di recesso, esclusione e di espulsione degli associati persone fisiche e giuridiche nonché le fattispecie per la perdita della qualifica di socio da parte della persona fisica sono regolamentate negli statuti dell’AVIS Nazionale e di quella Comunale, o equiparate, ai quali si fa rinvio. ART. 7 ORGANI c.1 Sono organi di governo dell’Avis Regionale: - l’Assemblea Regionale degli Associati; - il Consiglio Direttivo Regionale; - il Comitato Esecutivo; - il Presidente ed il Vicepresidente Vicario. c.2 E’ organo di controllo dell’Avis Regionale il Collegio dei Revisori dei Conti. c.3 E’ organo di giurisdizione interna dell’Avis Regionale il Collegio Regionale dei Probiviri. ART. 8 L’ASSEMBLEA REGIONALE DEGLI ASSOCIATI c.1 L’Assemblea Regionale degli Associati è composta dai rappresentanti legali delle Associate persone giuridiche e dai delegati degli associati persone fisiche nominati dalle Assemblee Provinciali. I delegati degli associati persone fisiche mantengono il loro incarico fino alla nomina dei delegati dell’Assemblea 23


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Regionale ordinaria dell’anno successivo. c.2 Ogni associato ha diritto ad un voto, che esprime attraverso il sistema delle deleghe se trattasi di persona fisica, ovvero attraverso il presidente e legale rappresentante se trattasi persona giuridica. c.3 Il presidente e legale rappresentante della persona giuridica che sia temporaneamente impedito a partecipare alla Assemblea potrà farsi rappresentare ai sensi del comma 4 dell’art. 5. c.4 L’Assemblea Regionale degli Associati si riunisce in via ordinaria almeno una volta l’anno entro il mese di aprile, per l’approvazione del bilancio consuntivo predisposto dal Consiglio Direttivo Regionale e la ratifica del bilancio preventivo già approvato dal Consiglio medesimo. c.5 L’Assemblea si riunisce, inoltre, ogni qualvolta deve assumere delibere di propria competenza, qualora fossero in gioco interessi vitali dell’Avis Regionale e nei casi di impossibilità di funzionamento degli organi dell’Associazione, nonché ogni qualvolta lo riterrà necessario il Presidente o fosse richiesto congiuntamente da almeno un decimo dei soci o dal Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti. c.6 L’Assemblea Regionale è convocata dal Presidente dell’Avis Regionale con avviso scritto inviato almeno quindici giorni prima della seduta e comunque con modalità tali da garantire la conoscenza personale e diretta da parte dei soci. Nei casi di convocazione di urgenza l’avviso potrà essere inviato anche a mezzo telegramma, fax o messaggio di posta elettronica spedito almeno dieci giorni prima. c.7 In prima convocazione l’Assemblea Regionale è validamente costituita quando siano presenti almeno la metà dei componenti aventi diritto, calcolato secondo le modalità e per gli effetti di cui ai commi 3, 4 e 6 dell’art. 5; in seconda convocazione la seduta è valida qualunque sia il numero degli intervenuti e le deliberazioni vengono adottate a maggioranza dei presenti, calcolati come sopra. c.8 Per dichiarare la decadenza dell’intero Consiglio Regionale occorre il voto favorevole dei due terzi degli aventi diritto dell’Assemblea Regionale. La deliberazione è consentita solo in presenza di specifico mandato conferito ai rappresentanti legali ed ai delegati di cui al c. 1 del presente articolo. c.9 Per deliberare lo scioglimento dell’Associazione Regionale e la devoluzione del patrimonio occorre il voto favorevole di almeno tre quarti degli aventi diritto dell’Assemblea Regionale. c.10 Nel caso di parità dei voti, la proposta oggetto di deliberazione si intende respinta. c.11 Alla Assemblea Regionale degli Associati partecipano, senza diritto di voto, i componenti del Consiglio Direttivo Regionale, i componenti del 24

Collegio Sindacale e i Consiglieri Nazionali della stessa Avis Regionale se non delegati. c.12 Della convocazione delle assemblee regionali viene data comunicazione all’AVIS Nazionale, la quale potrà inviare un proprio rappresentante. ART. 9 COMPETENZE DELL’ASSEMBLEA REGIONALE DEGLI ASSOCIATI c.1 Spettano all’Assemblea Regionale degli associati: - le approvazioni del bilancio consuntivo, accompagnato da una nota di sintesi sull’attività svolta, elaborata dal Consiglio Direttivo Regionale e dalla relazione del Collegio dei Revisori dei Conti, la ratifica del bilancio preventivo, approvato dal Consiglio Direttivo Regionale; - l’approvazione di impegni economici pluriennali; - l’elezione e la revoca dei componenti del Consiglio Direttivo Regionale, del Collegio Regionale dei Probiviri, nonché della Commissione Verifica Poteri. - la nomina e la revoca dei componenti del Collegio dei Revisori dei Conti; - l’approvazione delle modifiche del presente Statuto proposte dal Consiglio Direttivo Regionale; - l’approvazione delle linee di indirizzo e delle direttive generali per il funzionamento, il potenziamento e l’espansione dell’Associazione, proposte dal Consiglio Direttivo Regionale; - la nomina dei delegati dei soci persone fisiche alla Assemblea Generale degli Associati dell’AVIS Nazionale; - la formulazione della proposta dei candidati alle cariche elettive dell’AVIS Nazionale nel rispetto di

quanto disposto dal regolamento nazionale; - lo scioglimento dell’Associazione, su proposta del Consiglio Direttivo Regionale ovvero di almeno un terzo degli associati, nonché la nomina dei liquidatori e la devoluzione dell’eventuale patrimonio residuo; la determinazione delle quote sociali di propria competenza; - ogni altro compito che non rientri, per legge o per statuto, nella competenza di un altro organo associativo. c.2 Le competenze dell’Assemblea Regionale degli Associati non sono delegabili né surrogabili dal Consiglio Direttivo Regionale. ART. 10 IL CONSIGLIO DIRETTIVO REGIONALE c.1 Il Consiglio Direttivo Regionale è composto da un minimo di 21 ad un massimo di 29 membri eletti dall’Assemblea Regionale degli Associati, nel numero deliberato dall’Assemblea dell’anno precedente a quella del rinnovo delle cariche associative e garantendo comunque, con almeno un consigliere, la rappresentanza di ciascuna Avis Provinciale esistente nel territorio. c.2 Il Consiglio Direttivo Regionale elegge, al proprio interno, il Presidente, e su proposta del Presidente medesimo uno o due Vicepresidenti – dei quali uno Vicario – il Segretario e il Tesoriere i quali costituiscono l’Ufficio di Presidenza. c.3 L’Ufficio di Presidenza, nonché fino a 4 componenti, eletti all’interno del Consiglio Regionale, sempre su proposta del Presidente, formano il Comitato Esecutivo, che esplica le funzioni di cui all’art. 11 del

presente Statuto. c.4 Il Consiglio Direttivo Regionale si riunisce in via ordinaria almeno due volte l’anno, entro il 31 Dicembre ed entro il 31 Marzo, rispettivamente per l’approvazione definitiva del bilancio preventivo e dello schema di bilancio consuntivo da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea Regionale degli Associati nei termini di cui al 4° comma dell’art. 8 e in via straordinaria ogni qualvolta lo ritenga opportuno il Presidente, un terzo dei suoi componenti ovvero lo richieda il Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti. c.5 Il Consiglio Regionale deve essere convocato con avviso scritto, inviato nominativamente almeno otto giorni prima. In caso di urgenza, la convocazione può essere effettuata anche a mezzo fax, telegramma o posta elettronica, inviato almeno due giorni prima. c.6 Il Consiglio è validamente costituito quando siano presenti almeno la metà più uno dei suoi componenti. c.7 La mancata partecipazione alle sedute del Consiglio Direttivo Regionale per tre volte consecutive, senza giustificato motivo, determina la decadenza dal Consiglio medesimo, della quale viene preso atto con deliberazione adottata all’atto dell’approvazione del verbale della seduta successiva a quella in cui si è verificata la terza assenza. c.8 Le deliberazioni sono prese a maggioranza dei voti dei presenti, fatta eccezione per quella di proposta all’Assemblea Generale degli Associati dell’AVIS Nazionale circa l’espulsione di un’Avis Comunale, o equiparata o di un’Avis Provinciale ovvero per quella di proposta di modifica statutaria da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea Regionale, per le quali occorre il voto favorevole di almeno metà più uno dei componenti aventi diritto. c.9 Nel caso in cui nel corso di un mandato vengano a mancare uno o più Consiglieri, nell’ordine subentrano i non eletti. c.10 Ove i non eletti di volta in volta interpellati, nell’ordine di cui al precedente comma 9, non possano o non vogliano accettare la carica, il Consiglio procede alla sostituzione mediante cooptazione tra i soci statutariamente in regola. In ogni caso non è consentita la cooptazione, nel corso dello stesso mandato, della metà dei componenti del Consiglio ma, in tal caso, si procederà al rinnovo dell’intero Consiglio. L’eventuale sostituzione per cooptazione verrà ratificata nella prima riunione utile dell’assemblea regionale. c.11 Qualora, durante un mandato, cessino contemporaneamente la metà più uno dei Consiglieri eletti in sede di Assemblea elettiva, decade l’intero Consiglio Regionale. c.12 Al Consiglio Direttivo Regionale spettano tutti 25


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ART. 12 IL PRESIDENTE

i poteri per la gestione ordinaria e straordinaria dell’Associazione, fatti salvi quelli espressamente riservati, per legge o per statuto, all’Assemblea Regionale degli Associati, nonché l’esecuzione e l’attuazione delle delibere di quest’ultima e l’esercizio di ogni altra facoltà ritenuta necessaria, utile od opportuna per il raggiungimento dei fini statutari. Il Consiglio Direttivo Regionale potrà, altresì, ove ritenuto necessario e/o opportuno, nominare un Direttore Generale, fissandone con apposita delibera competenze, funzioni, compensi e durata dell’incarico. c.13 Nei casi di necessità e di urgenza e/o ove sia impossibile convocare tempestivamente il Consiglio Direttivo Regionale nei termini e con i quorum costitutivi e deliberativi di cui al comma 5 del presente articolo, si applica la lett. c) del 2° comma dell’articolo 12. c.14 I compiti del Consiglio Direttivo Regionale possono essere singolarmente delegati, dall’organo stesso, al Presidente, al Vicepresidente , all’Ufficio di Presidenza, al Comitato Esecutivo. ART. 11 COMPITI DEL COMITATO ESECUTIVO c.1 Il Comitato Esecutivo - cui compete la predisposizione degli schemi del bilancio preventivo e di bilancio consuntivo da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea Regionale degli Associati per il trami-

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te del Consiglio Regionale - delibera altresì, riferendo al Consiglio medesimo, sui seguenti argomenti: - la generale promozione ed il coordinamento delle attività delle Avis associate; - la elaborazione di sistemi, di criteri operativi e di mezzi di comunicazione volti alla promozione ed allo sviluppo del volontariato del sangue; - l’acquisto di beni e servizi nei limiti di spesa fissati dal bilancio preventivo; - l’acquisto di beni ammortizzabili nei limiti di spesa determinati annualmente dal Consiglio Regionale; la scelta delle persone che dovranno prestare la propria opera in favore dell’Associazione, a titolo di lavoro subordinato o autonomo e la risoluzione dei rapporti medesimi; - la decisione di agire e resistere in giudizio, di transigere o di rinunciare alle azioni, di compromettere in arbitri, anche amichevoli compositori e di nominare avvocati e consulenti; - il conferimento di incarichi di consulenza e di prestazione professionale tanto a titolo gratuito che oneroso nei limiti di spesa determinati annualmente dal Consiglio Regionale; c.2 Il Comitato Esecutivo inoltre delibera su tutti gli argomenti ad esso delegati dal Consiglio Regionale, del quale esegue le delibere; attende all’ordinaria amministrazione; assume, in luogo del Consiglio Regionale, le decisioni urgenti da sottoporre alla ratifica del Consiglio medesimo in occasione della prima riunione successiva. c.3 Per i tempi e le modalità di convocazione delle sedute del Comitato Esecutivo – che può riunirsi anche in video conferenza – e per la formazione delle maggioranze nelle relative deliberazioni si applicano le medesime disposizioni del Consiglio Regionale, fermi restando i tempi dell’approvazione dei bilanci, di cui al presente statuto. c.4 In tutti i casi di decadenza del Consiglio Regionale previsti dal presente Statuto decade automaticamente anche il Comitato Esecutivo e si provvederà alla sua ricostituzione ai sensi del comma 3 dell’art. 11 all’atto dell’insediamento del nuovo Consiglio Regionale.

c.1 Il Presidente, eletto dal Consiglio Regionale al proprio interno, presiede l’Avis Regionale, ne ha la rappresentanza legale ed ha la firma sociale di fronte ai terzi ed in giudizio. c.2 Al Presidente spetta, inoltre: - convocare e presiedere l’Assemblea Regionale degli Associati, il Consiglio Regionale, il Comitato Esecutivo, nonché formularne l’ordine del giorno; curare l’esecuzione e l’attuazione delle delibere del Comitato Esecutivo; - assumere, solo in casi di urgenza, i provvedimenti straordinari nelle materie di competenza del Comitato Esecutivo, con l’obbligo di sottoporli alla ratifica del Comitato medesimo in occasione di una riunione che dovrà essere convocata entro 10 giorni successivi. - convocare, almeno una volta all’anno, i Presidenti Provinciali per la verifica dei programmi della Regionale e per la valutazione dei dati inerenti la raccolta e la programmazione della stessa. c.3 Nell’espletamento dei propri compiti, il Presidente è coadiuvato dal Segretario. c.4 In caso di assenza o impedimento temporaneo, il Presidente è sostituito dal Vicepresidente Vicario. c.5 La firma e/o la presenza del Vicepresidente Vicario fa fede, di fronte ai terzi, dell’assenza o dell’impedimento temporanei del Presidente. ART.13 COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI c.1 Il Collegio dei Revisori dei Conti è costituito da tre componenti effettivi e due supplenti nominati dall’Assemblea Regionale degli Associati tra soggetti dotati di adeguata professionalità al suo insediamento il collegio elegge, al proprio interno, il suo presidente. c.2 I Revisori durano in carica 4 anni ed il Presidente

non può essere nominato per più di due mandati consecutivi. c.3 Il Collegio esamina i bilanci e formula in apposite relazioni le proprie osservazioni e conclusioni e svolge ogni altro compito attribuitogli per legge o per statuto. c.4 I Revisori dei Conti, che partecipano di diritto all’Assemblea Regionale degli Associati, intervengono alle sedute del Consiglio Direttivo Regionale. Art 14 COLLEGIO REGIONALE DEI PROBIVIRI c.1 Il Collegio Regionale dei Probiviri – eletto dalla Assemblea Regionale degli Associati – si compone di tre membri effettivi e due supplenti scelti tra persone dotate della necessaria competenza. c.2 Il Collegio Regionale dei Probiviri, che elegge al proprio interno il Presidente dell’organo, svolge ove adito la funzione di giudice di primo grado in ordine all’espulsione o all’esclusione del socio persona fisica, deliberata dal Consiglio Direttivo Comunale nei casi di cui all’art. 5 dello statuto delle Avis Comunali o equiparate; svolge inoltre, ove adito, la funzione di giudice di primo grado in ogni controversia tra soci persone fisiche o tra soci persone giuridiche appartenenti alla propria regione ovvero tra soci persone fisiche e soci persone giuridiche sempre appartenenti alla regione medesima. Decide altresì negli altri casi indicati dal presente statuto. c.3 Le competenze del Collegio e la procedura di funzionamento sono disciplinate dalle norme del Regolamento Nazionale. c.4 Le decisioni del Collegio Regionale dei Probiviri sono appellabili di fronte al Collegio Nazionale dei Probiviri. c.5 La carica di membro del Collegio Regionale dei Probiviri è incompatibile con qualunque altra carica o funzione nell’ambito degli organi ed organismi associativi, anche appartenenti alle persone giuridiche associate.

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ART.15 PATRIMONIO

ART. 17 CARICHE

c.1 Il patrimonio dell’Associazione è indivisibile ed è costituito: - dal fondo di dotazione iniziale che ammonta ad Euro 48.254,67, dei quali il 30% pari ad Euro 14.476,40 destinata a costituire il “Fondo patrimoniale di garanzia”, indisponibile e vincolato a garanzia dei terzi che instaurino rapporti con l’Ente; - da altri beni immobili e mobili relativi ad accantonamenti per attività istituzionali. c.2 Tale patrimonio iniziale potrà essere incrementato ed alimentato con: il reddito del patrimonio; i contributi dello Stato, di enti o di istituzioni pubbliche finalizzati esclusivamente al sostegno di specifiche e documentate attività o progetti; - i contributi di organismi internazionali; - i rimborsi derivanti da convenzioni; - le oblazioni, le donazioni, i lasciti, le erogazioni ed i contributi da parte di quanti - soggetti pubblici e privati - condividendone lo scopo, vogliano il potenziamento dell’istituzione anche con riferimento ad iniziative specifiche o settoriali; - ogni altro incremento derivante dalle attività commerciali e produttive marginali svolte dall’Avis Regionale, nel rispetto delle norme di legge - ogni altro tipo di entrate ammesse dalla Legge 266/91 e dalla legge 219/05. c.3 Il Consiglio Direttivo Regionale provvederà all’investimento, all’utilizzo ed all’amministrazione dei fondi di cui dispone l’ente, nel rispetto del suo scopo. c.4 È vietato all’Avis Regionale distribuire, anche in modo indiretto, eventuali utili o avanzi di gestione nonché fondi, riserve o capitale, a meno che la destinazione o la distribuzione non siano imposte per legge. c.5 Eventuali utili o avanzi di gestione devono essere destinati unicamente alla realizzazione delle attività istituzionali e di quelle a esse direttamente connesse.

c.1 Tutte le cariche sociali sono quadriennali e non sono retribuite, fatta eventualmente eccezione per i componenti del Collegio dei Revisori dei Conti. c.2 Ai detentori di cariche sociali spetta esclusivamente il rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate in relazione all’assolvimento dell’incarico. c.3 Il Presidente, i Vicepresidenti, il Segretario e il Tesoriere non possono detenere la medesima carica per più di due mandati consecutivi. Nel computo dei mandati si intendono compresi anche quelli già iniziati e poi interrotti per qualsiasi causa nonché quelli svolti ai sensi di cui al combinato disposto dei commi 9, 10 e 11 dell’art. 10, salvo che i mandati medesimi siano stati svolti per periodi non superiori ad un anno. La limitazione, di cui sopra, si applica anche per le Avis Provinciali, per le Avis comunali e/o equiparate e di base. c.4 Il regolamento nazionale disciplina i casi di incompatibilità.

ART. 16 ESERCIZIO FINANZIARIO E BILANCIO

c.1 Per tutto quanto non previsto dal presente Statuto valgono le norme dello statuto e del regolamento dell’AVIS Nazionale, quelle del codice civile e delle altre leggi vigenti in materia e in particolare della L. 266/1991 e del D.Lgv. 460/97 e successive loro modificazioni ed integrazioni.

c. 1 L’esercizio finanziario ha la durata di un anno solare. c. 2 Entro il 31 dicembre di ogni anno dovrà essere approvato dal Consiglio Direttivo Regionale il Bilancio Preventivo dell’anno successivo che verrà ratificato entro il 30 aprile dall’Assemblea Regionale degli Associati, la quale, nella stessa occasione, approverà il bilancio consuntivo dell’anno precedente. 28

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ART.18 ESTINZIONE O SCIOGLIMENTO c.1 Lo scioglimento dell’Avis Regionale può avvenire con delibera dell’Assemblea Regionale degli Associati, su proposta del Consiglio Direttivo Regionale, solo in presenza del voto favorevole di almeno i tre quarti dei suoi componenti aventi diritto. c.2 In caso di scioglimento, dopo aver provveduto alla liquidazione di tutte le passività e pendenze, i beni residui saranno devoluti all’AVIS Nazionale o ad altra organizzazione che persegue finalità analoghe, sentito l’organismo di controllo di cui alla legge 662/96. ART. 19 RINVIO

(Approvato a Castelfranco Veneto (TV), il 09-04-2005) (Modificato a Rovigo, il 27 settembre 2008) Modificato a Due Carrare (PD) il 29 settembre 2012

La storia delle giostre in un Museo 29


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In girogiro in giostra, museando lungo il Po B

ergantino, penultimo centro prima di Merlara, dove finisce la provincia di Rovigo, è situato lungo l’argine sinistro del Po, con a ovest la città di Mantova. Abbiamo scelto di parlare di questo paese di circa 1.800 abitanti, perchè qui quasi tutti vivono con le giostre e per le giostre. Un argomento di cui parleremo nel prossimo numero, con i dettagli sulla fabbrica di giostre più famosa d’Italia e forse del mondo. In questo numero, invece, vogliamo presentarvi il “Museo storico della giostra”, inaugurato proprio a Bergantino nel giugno del 2011. Lo hanno realizzato Corrado Ferri e il prof. Tommaso Zaghini, un personaggio, quest’ultimo, che ci ha dedicato un pomeriggio intero come anfitrione e che ci ha illustrato nei minimi particolari la singolarità di questo museo, di cui è coordinatore generale. Cominciamo col dirvi che è inserito nella stupenda cornice settecentesca di palaz-

zo Strozzi, con un percorso espositivo che racconta tre storie tra loro intersecate. Il palazzo è stato completamente restaurato per valorizzare le attività socio economiche dell’alto Polesine e del Veneto, non dimenticando di inserire la cultura locale nel contesto nazionale ed europeo. All’ingresso c’è la storia della fiera, che nasce nel Medioevo come grande mercato per poi evolversi nei secoli, proponendo grandiosi spettacoli popolari: commedia dell’arte nel ’500, il teatro dei burattini nel 1600, il circo nel 1700, il cinema alla fine dell’800 e, infine, il luna park nel 1900. Si può così conoscere un passato attraente e sorprendente, perché è una storia della gente e di tutti noi che nessun testo scolastico ha mai raccontato. Le prime fiere furono allestite sui sagrati delle chiese, in onore del santo patrono e lungo le strade percorse da pellegrini e mercanti. A seguito di queste fiere nacquero spettacoli itineranti con la presenza di artisti, giullari, teatranti, giocolieri, suonatori e indovini che creano una girandola di invenzioni per sopravvivere. Nella seconda parte della sala, attraverso immagini suggestive, viene raccontata l’origine della commedia dell’arte, o teatro delle maschere, una tradizione tutta italiana assieme al teatro dei burattini e delle marionette. Queste manifestazioni, seppur indirettamente, davano voce al popolo e al suo bisogno di giustizia e uguaglianza, e furono i precursori dello spettacolo tuttora molto applaudito: il circo. Nelle sale più ampie del museo si possono rivivere le emozioni dei primi parchi di divertimento, accompagnati dalle festose musiche degli organetti dell’epoca, ancora funzionanti. I visitatori vengono trasportati in un viaggio nel tempo, dal pozzo della morte alle prime giostre azionate a mano o a vapore alle prime immagini cinematografiche, e, in queste sale vengono nominati i primi artisti satiro-umoristici, antenati dell’attuale cabaret. A partire dal ’700, le famiglie nobili cominciarono ad intrattenere i loro ospiti invitando nei

loro giardini i più famosi artisti. Nacquero quindi, in coincidenza con le mostre universali che furono occasione per esporre le ultime novità e invenzioni frutto dell’ingegno e del genio umano, i primi parchi di divertimento fissi (oltre a quelli itineranti) con le prime ruote panoramiche e le montagne russe, come al Prater di Vienna. Qui sarebbe opportuno ricordare i primi eroi del luna park perché, se oggi possiamo ammirare quelle magnifiche giostre ogni anno più belle e sofisticate, lo dobbiamo al loro impegno e ingegno. In tutte le stanze, e sono molte, c’è la possibilità di completare la visualizzazione con un intelligente sistema interattivo che amplia l’informazione, già più che esauriente. Il nostro intento è quello di invitare i nostri lettori ad una visita completa che non è certo quella che abbiamo cercato di esporre (ci vogliono circa due ore e mezza per visitare il museo). Chi ha realizzato il museo non ha certamente dimenticato tutte quelle famiglie che con la loro operosità hanno iniziato l’opera tuttora in continuo sviluppo a Bergantino e dintorni. Ci sono esposte decine di foto del passato, dove gli attuali costruttori possono riconoscere i loro precursori che sono riusciti, con ingegno, a superare il dopoguerra del 1915/18 e a far progredire una zona colpita anche dalla crisi del 1929. In calce alcuni dati per mettervi in contatto con la direzione del museo, c’è anche la possibilità di avere a disposizione una guida che cercherà di soddisfare tutte le vostre curiosità. A noi il compito di illustrare, prossimamente, la seconda parte del nostro viaggio nella patria del magnifico mondo della fantasia, delle antiche giostre e delle moderne macchine da divertimento in cui Bergantino e dintorni sono protagonisti. Il luogo, poi, si presta anche per una visita al Po, noi lo abbiamo visto con il presidente dell’Avis di Bergantino, Carlo Garosi. Era una giornata stupenda e il Po si presentava in tutta la sua magnifica Ottaviano Cereser grandiosità.

Museo storico della Giostra Palazzo Strozzi - Piazza Matteotti, 85 45032 Bergantino (Ro) tel. 0425 805446 fax 0425 808084 - museodellagiostra@libero.it www.museodellagiostra.it

IL BELLO DEL VENETO: BERGANTINO

IL BELLO DEL VENETO: BERGANTINO

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Orari apertura: lunedì-venerdì dalle 9 alle 12 Nei fine settimana su prenotazione Ingresso: 2 euro intero e 1 euro ridotto

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ROVIGO

NUOVI CITTADINI-DONATORI

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on c’era un angolo libero nella palestra “Mecchia” di Portogruaro, in occasione dell’undicesima Festa dei Migranti, organizzata dall’Associazione Migranti della Venezia Orientale e dal Comune, in collaborazione con Avis e Croce Rossa Italiana. Un’ora e mezza di canti, balli e musiche con oltre un centinaio tra cantanti solisti, coristi e musicisti, in gran parte giovani e giovanissimi. Ad esibirsi i ragazzi degli Istituti D. Bertolini e G. Pascoli di Portogruaro con il Coro, il Gruppo di

C ballo romeno-moldavo Hora Unirii, Olivia Mogosanu (pensieri sull’immigrazione), Jonna Dragomir, il coro dei bambini del Kosovo “Le Farfalle della Libertà”, Cristina Hajdari (5 anni ma tanta grinta) e il duo Gelosh Hajdari e Alì Kurtaj con le ciftelia, il coro ucraino Roksolana, Dasha Zhzum. Il presidente dell’Avis regionale, Alberto Argentoni, accompagnato dai presidenti Avis di Annone Veneto, Concordia Sagittaria, Portogruaro e Pradipozzo, ha consegnato le “Targhe Extra” a quattro donatori del sangue (tre le donne) e ad un applauditissimo Alì Afroid (Marocco) che, la scorsa estate a Jesolo, ha salvato la vita a due ragazzi che rischiavano di annegare in mare. I doni di Babbo Natale ed il cous-cous alla veneta preparato dai ragazzi della Scuola professionale “Lepido Rocco” di Pramaggiore con la ricetta dello chef Massimo D’Odorico hanno fatto da degno finale ad una bella festa a cui hanno partecipato più di 300 cittadini di tutte le età, italiani e immigrati. Una manifestazione importante per l’Avis, quella del 16 dicembre, da sempre vicina ai nuovi cittadini, in vista di una vera integrazione che passa, inevitabilmente, dall’approfonDario Piccolo dimento della conoscenza reciproca.

A Castelfranco un consigliere della comunità ghanese

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l rinnovo delle cariche associative significa, per alcune Avis, anche l’ingresso dei primi consiglieri di origine straniera. È il caso della Comunale di Castelfranco Veneto (Tv) che vede la novità assoluta dell’elezione

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di un consigliere-collaboratore del Ghana, Opoku Kwame (al centro, nella foto di gruppo del nuovo consiglio). In città la comunità ghanese è nutrita e in più di un’occasione ha espresso la volontà di avvicinarsi al dono del sangue e alcuni rappresentanti dell’Avis l’hanno già incontrata per spiegare l’iter della donazione e l’iter sanitario per l’idoneità. Opoku terrà i rapporti con i connazionali ghanesi, e non solo, visto il crescente numero di nuovi donatori di origine straniera. Nel 2012 a Castelfranco sono stati 17: 10 maschi e 7 femmine. Le nazionalità dei nuovi donatori rispecchiano, come la percentuale sul totale dei donatori, la loro presenza in città: sono infatti per lo più provenienti dall’Est Europeo (Romania in testa, seguita da Moldavia, Ucraina, Bielorussia, Bulgaria...) e dall’Africa (Marocco in testa, anche con una ragazza donatrice). Per quanto riguarda gli altri continenti troviamo tra i nuovi donatori anche una donna dall’ArgenM.R. tina e un uomo dal Bangladesh.

ASTELGUGLIELMO - Giovane presidente donna all’Avis di Castelguglielmo. Michela Prearo guiderà l’associazione assieme al vice vicario Roberto Conegliani, la segretaria Eunice Bonomo e all’amministratore Michele Magagnini. Una donna anche tra i consiglieri, Paola Magagnini, eletta con Alessio Balzan, Matteo Bin, Juanito Franceschi, Maikol Pelà, Massimo Varliero e Massimo Zuliani. Donna la presidente del Collegio dei revisori dei Conti Barbara Roman, con revisori Luca Mandini e Mauro Zuliani. L’Avis ora nelle mani della neo presidentessa ha chiuso al 31 dicembre 2012 con 123 soci e 150 donazioni di sangue intero e 34 plasmaferesi, per un totale di 184 donazioni complessive. 22 le donazioni in meno rispetto al 2011, calo dovuto né ai soci né all’Ufficio Unico di chiamata, bensì alla mancanza di sinergia tra il direttore facente funzioni dr. Chiavilli e l’Avis provinciale di Rovigo, in quanto lo stesso direttore non ha mai espressamente coordinato le varie difficoltà di raccolta, aumentando o bloccando le donazioni a seconda della mancanza o meno delle scorte presenti nelle emoteche durante tutto l'arco dell'anno. È stato possibile evitare una massiccia scadenza di sacche in base al principio “etico associativo” che l’Avis provinciale si è data fin dall’inizio della costituzione dell’Ufficio unico di chiamata, pertanto è stato necessario rallentare le donazioni. Sulle quasi 21mila donazioni effet-

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ENDINARA - L’Avis comunale lendinarese ha rinnovato il proprio Consiglio direttivo nel segno delle quote rosa. Grande spazio, infatti, ha trovato il mondo femminile tra le cariche che guideranno l’Avis cittadina fino al 2017. Nuova presidente è stata eletta Stephanie Mazzucco, che sarà affiancata dal vicepresidente vicario (ex presidente), Matteo Piccolo, e dal vicepresidente Bruno Pettini, che ricopre anche il ruolo di segretario nell’Avis provinciale di Rovigo. In “rosa” anche l’elezione della segretaria Rita Ghirello e dell’amministratrice, Lisa Baccaglini. Completano il Consiglio direttivo i consiglieri Stefano Bronzolo, Martina Cavalletto, Alberto Celin e Graziana Pizzolato. Altre due donne. Come pure nel Collegio dei revisori dei conti, dove sono donne la presidente Giorgia Finotelli e una dei due revisori, Tiziana Romanato, affiancata da Roberto Bisi. Un risultato importante, quello di colorare per la maggior parte di rosa, il Consiglio direttivo che saprà coltivare con ancora più entusiasmo la promozione della donazione

tuate a livello provinciale, le sacche scadute sono state 23, anche se leggermente in rialzo di 6 unità rispetto al 2011. Probabilmente alcuni di voi si chiederanno cosa c’entra l’Avis provinciale con la gestione del Dipartimento, l’unica risposta che si può dare a questo “che senso ha chiamare i donatori a donare se in seguito il Dipartimento non riesce a collocare la sacche di sangue e quindi dobbiamo letteralmente gettarle alla scadenza?...” è la scelta etico associativa di cui l’Avis provinciale si è dotata. Termino la mia carica di presidente di questa Comunale, iniziata nel lontano 2002, con all’epoca 49 iscritti, con l’augurio di buon lavoro al nuovo Consiglio. Durante gli anni ho sempre cercato di trovare consiglieri e collaboratori che apportassero un contributo costruttivo all’interno dell’Associazione e per questo ci sono state scelte forti che alle volte hanno creato discussioni accese. Se i soci nel tempo sono aumentati, però, significa che la quasi totalità delle scelte fatte sono state positive, non ultimo l’acquisto della sede Avis nel 2007 con un finanziamento. È importante che l’associazione e Castelguglielmo tutta abbia un punto sicuro di riferimento. Buon lavoro a tutti.

LE SETTE SORELLE

In Polesine le Avis si colorano di rosa

Festa multietnica per nuovi cittadini

Massimo Varliero - Presidente uscente

e continuare la strada intrapresa, più che positiva visto il numero di associati che ha raggiunto la quota di oltre 700 componenti tra donatori effettivi e collaboratori. ANARO - Avanzata femminile anche all’Avis di Canaro. Dopo Tiziano Descrovi, nuova presidente della Comunale è Maria Loretta Zamberlan e del Collegio dei revisori dei conti Cinzia Vecchiati. Donna è anche la segretaria Ilaria Descrovi. Obiettivo della neopresidente è quello di sviluppare ulteriormente l’operato dell’Avis, sia come attività sia come organizzazione, tramite l’utilizzo dei social network ed il potenziamento del sito internet. Tra gli appuntamenti che l’attendono, la festa biennale del donatore.

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VERONA

VERONA

LE SETTE SORELLE

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oi forse credevamo di vivere in un’oasi felice, ma lo scorso anno il problema si è presentato anche in provincia di Verona, in modo abbastanza preoccupante. La raccolta ha avuto un andamento particolarmente disomogeneo che ci ha portato, in generale, a una leggera flessione: 31.861 sacche di sangue, 7.299 di plasma e 1.011 di piastrine per un totale di 40.171. Rispetto alle 40.414 del 2011, la flessione è stata dello 0,60%. Nel mese di luglio sono state molte le chiamate mirate a sollecitare i donatori a effettuare la donazione, perché i Centri trasfusionali si sono trovati più volte sotto scorta. Si mantiene elevata la domanda negli ospedali e questo impone uno sforzo sia da parte dei donatori, soprattutto giovani, per una maggiore assiduità alla donazione sia da parte dell’associazione per aumentare la base donazionale e assicurare il corretto e costante rifornimento delle strutture ospedaliere. Per superare questi momenti di carenza, si impone una seria programmazione di prenotazione e di chiamata, la cui mancanza può ripercuotersi sui malati che aspettano una trasfusione, spesso come unico mezzo per una migliore qualità della vita. Un efficiente ufficio di chiamata è l’obiettivo prioritario dell’Avis. A questo punto, voglio ribadire quanto scritto dal nostro presidente Avis regionale, Alberto Argentoni, in una recente lettera inviata a tutti i presidenti delle Comunali: “Non si vuole eliminare la spontaneità del volontario né creare delle rigidità eccessive nell’afflusso ai Centri di raccolta, ma nessuno di noi vorrebbe donare il proprio sangue sapendo che in quel momento è “inutile”! La chiamata dei donatori non può e non deve farla il servizio trasfusionale, perché è un compito affidato per legge all’associazione; non può e non deve farla la singola Avis da sola, perché è un’attività che deve essere coordinata con le altre Avis su indicazione dei servizi trasfusionali e perché richiede risorse economiche e

umane da condividere; non può e non deve essere fatta in maniera improvvisata, perché si rischia l’episodicità (dobbiamo gestire il quotidiano e non solo l’emergenza). Se sapremo essere determinati, responsabili e uniti, daremo un servizio migliore sia ai nostri donatori sia agli ammalati”. A metà ottobre scorso, presso il Centro di raccolta di Legnago, con un gruppo di volontari interassociativi coordinati dalle rispettive sedi provinciali, è stato creato un ufficio di prenotazione e di chiamata. Dopo alcuni mesi possiamo affermare la buona rispondenza da parte dei donatori: l’80% si prenota. Da marzo, contiamo di poter estendere il servizio alle unità di raccolta di Nogara, Bovolone, Zevio e Cologna Veneta. Successivamente, anche al Centro di raccolta di San Bonifacio. Ma non basta. È necessario attivare tutta la provincia. Siamo consapevoli e responsabili: bisogna cambiare passo! Per raggiungere questi obiettivi è, però, necessario anche l’impegno di tutti gli altri attori del sistema, dai sanitari che operano nei Centri trasfusionali ai dirigenti delle aziende sanitarie. Vengono ridotti dalla Regione i fondi a disposizione che le Aziende sanitarie gestiscono con troppo discrezionalità. La somma di questi fattori e le brusche accelerazioni che la crisi economica impone, richiedono una maggiore disponibilità e una sincera collaborazione complessiva. Certo il lavoro non mancherà, ma tutti assieme riusciremo a renderlo meno indigesto. Non ci sono dubbi: donare, donare, donare… e far donare. Portare nuovi donatori. Rispondere alle chiamate, perché se arrivano vuol dire che c’è qualcuno/a che ha bisogno, un grande bisogno di vita. Seguire con pazienza e fiducia il difficile lavoro dei nostri dirigenti comunali e provinciali che per tutti noi curano le relazioni con gli altri responsabili del sistema, con la stessa passione e spirito avisino di ciascun donatore. Stiamo davvero traghettando la nostra associazione dal vecchio al nuovo secolo. Non sarà facile, ma avvincente… se riusciamo a far bene, il risultato sarà splendido prima di tutto per i nostri ammalati. Piergiorgio Lorenzini - presidente Avis provinciale di Verona

Il più “giovane” donatore a 150?

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ranco Gambarin è un donatore iscritto al Centro Avis di Legnago. A fine dicembre 2012 ha raggiunto le 150 donazioni di sangue e plasma. A quanto pare, risulta (ma se qualcuno lo “batte” si faccia avanti) il donatore più giovane

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del Veneto (è nato il 7 settembre del 1956) ad aver raggiunto un simile traguardo. “Spero che il mio esempio possa spronare i giovani e non, ad iscriversi all’Avis per poter donare ed aiutare chi ha bisogno di sangue”.

Montefortiana: è record ‘rosso Avis’ A

lla 38ª Montefortiana, marcia non competitiva con la partecipazione di circa 20mila marciatori, l’Avis provinciale di Verona ha stravinto con qualcosa come 716 pettorali, mentre i colleghi della Fidas si sono fermati a quota 500, posizionandosi al secondo posto. La vittoria assoluta premia i donatori di sangue tutti e il loro impegno nel promuovere il valore della donazione. Quanto rosso a Monteforte! E l’Avis ha fatto da padrona, sia per numero di iscritti sia per i tanti gonfiabili, striscioni e bandiere che hanno fatto coreografia lungo i percorsi. Ben prima delle sei del mattino, i giovani avisini hanno scaldato i muscoli gonfiando 2500 palloncini. “Alla fine l’Avis è stata “roba” di tutti perché abbiamo messo a disposizione per l’organizzazione 150mila bicchieri con la scritta Avis - afferma il presidente dei

foto Montefortiana di: Renato Malaffo

LE SETTE SORELLE

Teniamo alta la guardia e ‘chiamiamo’

donatori montefortiani, Dario Bogoni. A spulciare nell’elenco dei gruppi, scopri che sono arrivati da ogni dove: sono arrivati anche ragazzi da Finale Emilia, una delle zone più duramente colpite dal sisma. E spiegano: “La terra trema ancora ogni tanto, ma non ci arrendiamo e siamo qui per questo, per andare avanti, scaricarci e ricaricarci”. Alla fine però, classifica o non classifica, che si opti per l’Avis o per la Fidas la cosa importante è che dopo la Montefortiana cresca il numero di persone che decidono di far capolino al Centro trasfusionale. Alice Rossetto

Da San Zeno al Ruanda, un avisino racconta... A

ndrea Catania, un componente del direttivo del gruppo Rionale di San Zeno appartenente all’Avis comunale di Verona, è andato in Ruanda per svolgere attività di volontariato presso l’orfanotrofio St. Joseph di Muhura che accoglie 147 ragazzi. “La vita in questi posti assume davvero un significato profondo - ci racconta - Donare il sangue è di sicuro una cosa importante, ma che si può fare con poco sforzo. Trascorrere lunghi tempi in questi luoghi non è cosa facile, ma ti da veramente molte soddisfazioni. L’affetto che ricambiano i bambini è davvero incredibile, anche se sono loro quelli che hanno realmente bisogno d’affetto”. L’Avis non svolge solo attività di proselitismo sul dono del sangue, ma entra anche in quei luoghi, in quelle realtà dove con poco può dare un sollievo morale e spirituale alle persone. Giovanni Zamboni

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TREVISO

TREVISO

LE SETTE SORELLE

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on l’assemblea del 23 marzo, si è chiuso il secondo ed ultimo (per Statuto) mandato del presidente dell’Avis provinciale di Treviso, Gino Foffano. Con lui decade anche il Consiglio Direttivo che viene rinnovato nella stessa assemblea. Sono stati otto anni di impegno per tutti, in un’Avis di Marca cresciuta in numero di donatori (nel 2005 gli attivi erano 28.600, oggi 31.623) e di donazioni (dalle 45.773 di allora alle 51.465 di oggi). Abbiamo colto l’occasione per “strappare” una breve intervista a Foffano. Presidente, che bilancio si sente di fare di questi otto anni alla guida della Provinciale? Da un punto di vista personale, il bilancio non può che essere positivo: i risultati ottenuti sono più che soddisfacenti. Il lavoro svolto dai presidenti, dai Consigli direttivi e dai volontari che in questi anni mi hanno accompagnato, ha prodotto una importante crescita della raccolta di sangue, in linea con la programmazione richiesta dalla regione Veneto, soddisfacendo pienamente l’autosufficienza del nostro Dipartimento e contribuendo a quella regionale e nazionale. Il raggiungimento di questi risultati ha prodotto in tutti noi un’incoraggiante consapevolezza delle nostre potenzialità. Ci sono stati dei momenti, dei passaggi che ricorda più di altri? I ricordi più significativi sono quelli che mi uniscono alle persone, in particolare a quei dirigenti che ci hanno lasciato, per i quali ho nutrito grande stima e

che mi hanno insegnato a muovermi all’interno dell’associazione. Da un punto di vista associativo, sicuramente va evidenziato l’impegnativo lavoro svolto con grande serietà concernente il percorso di accreditamento e certificazione delle Unità di raccolta. Le normative messe in atto negli ultimi anni nel nostro settore, hanno causato un processo di profonda trasformazione che ha richiesto un notevole cambiamento organizzativo e di filosofia di pensiero. Uno dei momenti più rassicuranti è stato quello in cui abbiamo rilevato la ripresa del numero delle donazioni delle Unità di raccolta, dopo la riorganizzazione avvenuta in seguito alle visite ispettive, cosa che ha dimostrato una volta di più l’attaccamento alla donazione dei nostri soci. Che Provinciale lascia al suo successore in termini di rapporti con le Avis di base, di attività e di sfide vinte? Uno dei lavori in cui ci siamo maggiormente impegnati in questi ultimi anni è stato quello di lavorare quanto più possibile in rete con le Avis di base. È un obiettivo condiviso con Avis regionale, che va perseguito e sviluppato anche nei prossimi anni. Per quanto riguarda le attività, sarà necessario organizzare gli Uffici di chiamata, attivando i supporti tecnologici in collaborazione con le Aziende sanitarie e completare il percorso di attuazione dei Dipartimenti Interaziendali insistendo sull’adeguamento delle normative che li riguardano affinché si realizzi la possibilità di operare liberamente sul territorio. Non da ultimo, bisognerà terminare il percorso di certificazione che ci permetterà di entrare nel programma europeo del Plasma Master File, traguardo di estrema importanza. Che cosa augura alla Provinciale di Treviso per il prossimo futuro? Per quanto ho potuto conoscere le caratteristiche e le enormi risorse non solo umane delle persone che compongono l’Avis provinciale di Treviso, credo che non ci sia bisogno di nessun augurio. Ho la certezza che una volta individuato un obiettivo da centrare, la risposta sarà sicuramente corale fino al raggiungimento dello scopo. Buona strada all’Avis della Marca, a tutte le Avis comunali. E un saluto speciale a tutti i donatori, a chi solo dona come a chi è impegnato in prima persona nell’associazione. Michela Rossato

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Quando si dona in Forze... dell’Ordine D

ivise a “braccio scoperto” al Centro trasfusionale dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Sono tornati a donare il sangue tutti insieme, per la quarta volta, gli agenti di Polizia di Stato, Scientifica, Penitenziaria, Provinciale, Locale, Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale e Vigili del Fuoco. Insieme raggiungono oggi il nuovo record dei 630 donatori di sangue tra le forze dell’ordine della Marca trevigiana. Tra loro anche 34 donne. In percentuale, i tutori della pubblica sicurezza mantengono così un saldo 2% sul totale dei donatori della provincia di Treviso. Un risultato importante, che si deve alla sensibilità degli agenti e dei loro responsabili. All’iniziativa hanno partecipato, infatti, tra gli altri, il direttore del carcere di Treviso Francesco Massimo, il responsabile del Commissariato di Polizia di Conegliano Claudio Di Paola e il capitano della Compagnia della Guardia di Finanza Francesco Calimero. Ad accogliere gli aspiranti nuovi donatori sottopostisi agli esami di idoneità, gli agenti già risultati idonei e pronti alla prima donazione, nonché gli agenti diventati donatori nel corso della precedenti edizioni della campagna o spontaneamente, sono stati il responsabile del Centro trasfusionale del Ca’ Foncello dott. Andrea Frigato, il direttore del dipartimento interaziendale di medicina trasfusionale dott. Alessandro Dal Canton, il direttore sanitario ospedaliero dell’Ulss 9 dott. Michele Tessarin e il presidente dell’Avis provinciale Gino Foffano. La prima edizione di “Uniformi nel donare” risale al 2007 ed

aveva permesso di chiudere l’anno con 569 agenti donatori totali nella Marca, diventati 594 con l’edizione del 2008 e 600 del 2010. “Tenendo conto che la media è di una-due donazioni all’anno, le forze dell’odine della Marca contribuiscono alla cura dei malati con oltre mille sacche di sangue all’anno, che vanno ad unirsi a quelle degli oltre 31 mila donatori della provincia - ha spiegato Dal Canton - La Marca, oltre a soddisfare le richieste di sangue dei nostri ospedali, riesce a inviare sangue anche a Padova, nel Lazio e in Sardegna”. “Con questa nuova edizione, passano a 630 le uniformi iscritte all’Avis - ha sottolineato il presidente Foffano - un numero sempre in crescita in ogni corpo. Siamo contenti che l’iniziativa continui a rinnovarsi su spinta delle stesse forze dell’ordine, con finalità il bene degli ammalati. L’altruismo che anima le nostre divise va al di là della pura professione ed è un forte esempio di senso M.R. civico per tutti”.

LE SETTE SORELLE

Otto anni d’impegno e “di rete” per tutti

Villorba: 200 kg di sughero e Gardaland per famiglie

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uasi 200 chili di tappi di sughero. È lo straordinario risultato raggiunto nel 2012 dall’Avis comunale di Villorba, che ha aderito con entusiasmo all’iniziativa proposta un anno fa dall’Avis provinciale di Treviso per aiutare la Fondazione “Oltre il labirinto” che si occupa dei ragazzi autistici. Il progetto di questa Fondazione, il “Villaggio Monica Migotto”, sarà una comunità residenziale terapeutica e lavorativa costituita da soggetti autistici, i loro genitori, operatori (medici, psicologi...) e volontari; garantirà il percorso “Dopo di Noi” che dia dignità, protezione e integrazione sociale al disabile. L’aiuto consiste nella raccolta dei tappi di sughero che saranno riciclati tramite un’azienda di Conegliano, che si impegnerà in una donazione annua. L’Avis di Villorba ha accolto da subito questa richiesta coinvolgendo tante persone, amici, parenti, altre associazioni, attività com-

merciali, ristoranti e bar in particolare. Slogan “È un aiuto a costo zero, basta un po' di buona volontà, è come donare il proprio sangue, non costa nulla ma fa bene sia a chi lo dona sia a chi lo riceve”. Un invito che ha portato i tappi raccolti nell’arco del 2012 a 180 chili grazie anche a tanti locali della zona che hanno collaborato con entusiasmo. Un successo come la gita al “Winter day Avis 2013” il 4 gennaio al Gardaland, che ha visto l’Avis di Villorba partecipare numerosa, anche con intere famiglie.

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naugurazione molto partecipata quella della rinnovata sede dell’Avis comunale di Zenson di Piave, a pianoterra dell’edificio municipale. Attigua all’ambulatorio del medico di famiglia, comprende due locali: la sala prelievi e l’ufficio-sala riunioni. “È stato grazie all’impegno dei volontari, dell’Amministrazione comunale, dell’Avis provinciale e della Confartigianato di Treviso se siamo riusciti a mettere a norma la nostra sede come centro mobile trasfusionale - ha spiegato il presidente dell’Avis di Zenson di Piave Franco Buso - Il diritto ad avere il sangue, quando ne abbiamo bisogno, passa attraverso l’obbligo morale della donazione”.

L’Avis cittadina, attiva da oltre 40 anni, conta attualmente 85 iscritti, ma ha già in previsione altre 35 iscrizioni. “Nel 2009 la nostra vecchia sede era stata dichiarata non idonea come centro mobile trasfusionale. Abbiamo quindi deciso di metterla a norma, con un grande sforzo di squadra, coinvolgendo la comunità e con il supporto dell'Avis provinciale. L’Amministrazione comunale ha sistemato i locali, in concomitanza con il restauro del municipio, dotandoli anche di impianto di refrigerazione; il contributo di Confartigianato Mandamento di Treviso ci è servito per l’acquisto del frigorifero per conservare le sacche di sangue; il medico ci ha regalato la mobilia del suo vecchio studio. A maggio 2012 la commissione regionale di controllo ha riconosciuto l’idoneità della sede, che ora a tutti gli effetti è un locale sanitario”. All’inaugurazione del 27 gennaio, dopo la messa alla quale hanno partecipato anche il presidente dell’Avis provinciale, Gino Foffano, le altre Avis della Marca e la Giunta comunale di Mario Cincotto, c’è stato il momento dei discorsi ufficiali, il taglio del nastro e quindi la visita della rinnovata sede, seguita da un brindisi organizzato con il coinvolgimento degli alpini e degli Federica Florian esercenti del paese.

E anche Morgano ha inaugurato la sua nuova sede E d è stata inaugurata a gennaio anche la nuova sede e nuovo centro raccolta sangue dell’Avis comunale di Morgano, in alcuni locali ricavati in spazi ad uso pubblico a piano terra dell’immobile di via Chiesa. La nuova sede è il risultato di una sinergia tra l’Avis di Morgano e la locale Amministrazione comunale, che ha risposto positivamen-

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te all’esigenza, da tempo manifestata dall’associazione, di avere uno spazio a propria disposizione, secondo tutte le norme di sicurezza previste, per la raccolta del sangue e quale punto di riferimento per le attività dell’Avis del territorio. Il lavoro di squadra, pubblico e privato sociale, ha permesso di portare a compimento un’opera che sarà a beneficio dell’intera cittadinanza, dato che ospiterà nel suo complesso anche ambulatori medici. L’Avis di Morgano, che conta oggi 400 soci e più di 800 donazioni di sangue all’anno, contribuisce anche economicamente alla nuova sede. Nel corso della cerimonia, alla quale hanno presenziato le autorità locali, il presidente dell’Avis provinciale Gino Foffano e alcuni membri del Consiglio provinciale, il parroco di Morgano, una trentina di Avis consorelle e moltissimi soci, è stato anche dedicato il nuovo labaro dell’associazione al primo presidente della sezione, Giacinto Dalla Valle, scomparso alcuni anni fa.

Il bilancio e i saluti del presidente L

’anno appena concluso è stato difficile per la sanità regionale, con il taglio di oltre 4 milioni di euro e il ridimensionamento delle risorse umane. Siamo stati fortunati a non subire tagli dei rimborsi e ci stiamo impegnando perché non siano messe a repentaglio la salute degli ammalati e la qualità del servizio. Il rinnovo della convenzione è stato, quindi, un risultato soddisfacente, anche se il nuovo pannello di esami sui donatori ha sollevato alcune critiche. Va ribadito che esso comprende tutti gli esami necessari per garantire la salute di ricevente e donatore e che il medico trasfusionista può richiedere eventuali esami aggiuntivi, ove opportuno. Dal punto di vista della raccolta di emazie, sono stati confermati i dati del 2011, con 43.064 sacche, cui si aggiungono 8.555 di plasma (in calo rispetto al 2011, come richiesto dalla programmazione regionale) e 1.046 di piastrine. La raccolta, però, è stata disomogenea, con picchi a marzo, settembre e novembre, con difficoltà a collocare le eccedenze anche in seguito alla contrazione delle attività sanitarie.

Obiettivi per il 2013 Per il 2013 a Venezia è richiesto di confermare l’autosufficienza dipartimentale e già a gennaio, i dati della raccolta sono stati positivi, con 3.508 sacche di emazie (+186, pari a un 5,6% in più rispetto a 2012) su un totale di 4.315 (+249, pari a un 6,85% in più). Per l’anno in corso, il Crat ricorda la funzione di chiamata del donatore, affidata dalla legge all’Avis: va migliorato il coordinamento tra le strutture di raccolta e l’attività di chiamata, in modo da risparmiare risorse, migliorare il servizio ai cittadini e la sostenibilità del sistema sanitario. Non si vuole eliminare la spontaneità del volontario, ma nessuno riterrebbe doveroso donare nel momento in cui il sangue non potesse essere utilizzato.

Una valutazione del mandato Per questo mandato probabilmente come Avis provinciale non siamo stati molto visibili sul territorio. Il rinnovo della convenzione ci ha impegnato molto, anche a causa di difficoltà economiche e dell’atteggiamento della dirigenza dell’ Ulss capodipartimento: in otto anni non ho mai avuto l’onore di incontrare il direttore generale, il dott. Padoan. Anche con la presenza dei suoi delegati, le riunioni di dipartimento non si concludono con decisioni certe, poiché è sempre richiesto il vaglio del direttore. Cosa ben diversa è la considerazione del nuovo direttore, il

dott. Dal Ben, verso le associazioni del volontariato, indispensabili e insostituibili per il buon funzionamento della sanità. Questo è quanto posso dire dopo il primo incontro conoscitivo, sicuramente positivo. Speriamo che continui così.

Il rinnovo delle cariche Se vogliamo che la nostra associazione abbia un futuro dobbiamo accogliere sempre persone nuove, coinvolgendole e non scoraggiandole. E’ giusto tenere in considerazione chi ha contribuito a rendere l’Avis indispensabile per la sanità, ma non possiamo identificare l’associazione con singole persone. Il Consiglio direttivo deve essere una squadra affiatata e motivata e riunirsi in sedute produttive, contestualizzate con l’andamento della raccolta e volte a condividere proposte.

LE SETTE SORELLE

Zenson: nuova sede prelievi in... Comune

La partecipazione dei soci La partecipazione dei soci è ridotta in ogni realtà associativa, a causa della crisi e degli impegni lavorativi, e i tradizionali momenti aggregativi non sono

più appetibili. Che fare? Mettersi in ascolto della gente, rinnovare salvaguardando quanto c’è di buono nelle proposte tradizionali; curare la fidelizzazione, con una telefonata di richiamo, gli auguri personalizzati, il giornale associativo, la presenza nei Centri raccolta per accompagnare il nuovo donatore e appianare eventuali incomprensioni con i sanitari. Ora per me è giunto il momento di passare il testimone ad un altro presidente, dopo otto anni alla guida della Provinciale veneziana. A chi mi succederà e alla sua squadra auguro un buon lavoro, sempre con obiettivo finale la salute degli ammalati. Maurizio Borsetto - presidente Avis provinciale Venezia

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VENEZIA

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niziò nel 1953 a Porto Marghera, da un gruppo di 107 donatori, la storia dell’Avis Mestre-Marghera, che in sessant’anni è cresciuta fino a contare 4.626 soci (di cui 24,5% sotto i 36 anni) e 7.868 donazioni. Per celebrare questo traguardo, sono in via di definizione un convegno e un evento dedicato ai più piccoli prima

dell’estate, la candidatura a ospitare il meeting finale del Progetto internazionale Bessy, un momento istituzionale commemorativo per ricordare il fondatore Gaetano Zorzetto e tutti coloro che hanno dato un contributo fondamentale a questa Comunale; e per finire soci e simpatizzanti avranno anche la sorpresa di

un grande evento regionale nella loro città (vedi notizia in altra parte del giornale)! Ma lo spazio per crescere è ancora molto ed è questa la sfida del nuovo Consiglio direttivo, eletto il 10 febbraio scorso. Diciannove volontari, sette dei quali cresciuti nel Gruppo giovani. A questo proposito abbiamo “per caso” una foto di repertorio del 2008 in cui ci sono quasi tutti (a voi riconoscerli). I 19 del Consiglio dovranno proseguire il percorso di cambiamento e innovazione iniziato dai predecessori. Prezioso sarà il contributo di tutti i soci e simpatizzanti: serviranno nuove idee, nuove iniziative e nuovi modi di comunicare, perché il mondo del volontariato sta cambiando e l’associazionismo non è più attraente per le nuove leve. Ma non possiamo permetterci di fallire, perchè i malati contano anche sull'aiuto di noi volontari. Ecco il nuovo Consiglio che dovrà “lavorare” non poco, da subito, per il 60° (in corsivo i consiglieri provenienti dal Gruppo Giovani): Diego Albertin, Gianni Belloso, Maurizio Boscolo (Vice Presidente), Luciano Bottega, Roberto Cerruti (Presidente), Fulvia Chiaro, Lucia Delsole (Tesoriere), Renzo Maurizio Ferrara, Sergio Gasparini (Vice Presidente Vicario), Alfio Paladini, Diego Pellizzon, Gianni Penzo, Dario Piccolo, Elisa Righetto (Segretario), Valentina Righetto, Emanuele Roson, Luciano Vanin, Franco Zarpellon e G.C. e M.F. Luciano Zennaro.

Fine 2012 tutto Avis sul litorale veneziano D

a est a ovest, lungo il litorale della provincia di Venezia, il Natale per l’Avis è stato come sempre un’occasione di sensibilizzazione e solidarietà. A Bibione, Avis e Aido hanno preso parte alla quarta edizione di “Bibione, un Mare... di Feste”, che per quasi un mese ha animato la città con eventi e manifestazioni. Oltre a gestire una delle casette del mercatino natalizio nei weekend, le associazioni hanno organizzato “La musica nel sangue”, un concerto di musica anni Settanta per la promozione del dono, mentre la sera dell’Epifania hanno offerto costa e polenta in occasione dell’accensione della Foghera (foto nella neonata pagina Facebook “Avis Bibione”). È stata inoltre progettata, realizzata e sponsorizzata da un avisino, donatore e volontario attivissimo, la grande stella cometa di Bibione. A Venezia, invece, l’Avis ha coniugato la solidarietà con musica e sport, organizzando presso la scuola Grande di San Rocco il Concerto di Natale, con duecento alunni della scuola media F. Morosini diretti dal prof. Fabio Reggio. A Lido di Venezia, presso la scuola elementare Giovanni XXIII, Babbo Natale ha consegnato doni a tutti i partecipanti in occasione delle esibizioni di karate, judo e aikido di un centinaio di bambini. Ospiti d’onore i campioni italiani di specialità “Wka” (Karate acrobatico), entrambi allievi

dell’Agkai di Chioggia: Sara Gavagnin e Alberto Cavallarin, rispettivamente quarta e terzo agli ultimi Campionati del mondo ad Orlando. A Chioggia, infine, oltre alla giornata di promozione con panettone e vin brulé, i volontari hanno allietato con canti natalizi e piccolo doni gli ospiti del centro anziani della città, tra cui il presidente vicario della Comunale, cav. Aurelio Agostinetto. Giorgia Chiaro

LE SETTE SORELLE

Mestre per il 60° è più giovane e “rosa”

In senso orario: Bibione, Choggia e Venezia

San Stino di Livenza con i giovanissimi per l’Africa

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rosegue l’impegno dell’Avis di San Stino di Livenza per il Centro di accoglienza per bambini “Frei Giorgio Zulianello”, fondato in Zaire da Padre Zulianello, missionario sanstinese scomparso nel 2007 in un incidente aereo. Il 7 dicembre 2012 il Cinema teatro R. Pascutto, tutto esaurito, ha visto esibirsi il coro della scuola primaria V. da Feltre di Biverone, la cantante Marta Marcon e i musicisti Riccardo Brun e Giacomo Lelli. A seguire le ragazze dell’associazione sportiva Artistica ‘98 e dell’ associazione artistica Pas de Dance, che hanno portato sul palco dei saggi di danza ispirati

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all’Africa. Commozione ed entusiasmo hanno raggiunto l’apice durante il collegamento via internet con i ragazzi ospiti del centro. La raccolta fondi è proseguita durante le due giornate dell’undicesima edizione della Festa del volontariato, che ha riempito la piazza con casette di Natale, giochi gonfiabili, giochi di abilità e da tavolo dell’associazione “I cavalieri della tavola gioconda”. In quest’occasione, sono stati esposti i disegni del concorso indetto dall’Avis presso le scuole “Il sangue, un dono che vale una vita”, il migliore dei quali si è aggiudicato la copertina del giornalino “Noi Emanuele Zanon dell’Avis”.

Velo Club Avis Noventa di Piave, fitto programma 2013

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n 2013 fitto di appuntamenti per la società Veloclub Tergas-Avis di Noventa di Piave, guidata da Luciano Zecchinel. Un programma che si pone, come sempre, la doppia finalità di promuovere lo sport all’aria aperta, l’uso della bicicletta e il dono del sangue. Si comincia il 1° maggio con la seconda edizione della “Ciclistica d’epoca” (bici di età minima 20 anni) in concomitanza con l’annuale festa dello sport e il Mercatino dell’Antiquariato di Noventa. È una breve pedalata cicloturistica, con possibilità durante la giornata di acquistare e vendere bici d’epoca. Il 26 maggio quarta edizione del Trofeo Tergas Giovanissimi Cat. G1-G6, gara provinciale nella zona industriale di Noventa, dalle

9 alle 12. Il 23 giugno sesta “Corsa a tappe internazionale Noventa-Praga” di 800 chilometri. Seguirà gita in autobus con partenza sabato 29 giugno, destinazione Praga. Il 2 agosto 1ª edizione della “Gara ciclistica notturna noventana” dedicata all’amico Giorgio Coppo. Sempre in agosto, in data ancora da definire, si terrà la gita di una giornata a Dobbiaco-Linz. Si andrà in autobus fino a Dobbiaco e in bicicletta da Dobbiaco a Linz. Le bici si possono portare da casa o noleggiare sul posto. A fine settembre chiusura delle attività con la cena sociale. Obiettivo del Veloclub Tergas Avis per il 2013 sarà anche organizzare un pulmino con personale paramedico per il trasporto di persone bisognose di cure. 41


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stato “Nuovi impegni - Vecchie responsabilità” lo slogan scelto per la nostra assemblea provinciale, svoltasi il 23 marzo a Santa Croce di Bassano. “Analizzando l’andamento della raccolta ematica e il trasfuso a livello di Dimt, sicuramente noi associazione abbiamo fatto la nostra parte, realizzando una crescita alla donazione attorno al 2% - ho sottolineato da subito - I consumi si sono attestati attorno all’1,4% e come dipartimento, l’ Avis ha contribuito all’autosufficienza sia regionale sia nazionale. Quello che il Crat ci aveva assegnato come quota di donazioni, da inviare a Padova, in Sardegna, in Lazio e in Sicilia, lo abbiamo fatto. A permetterlo la riorganizzazione del dipartimento, voluta dal nuovo capo, la dottoressa Alberta Alghisi, che, su indicazione del Crat e recependo una direttiva Europea, ha invitato i dipartimenti a seguire tali indicazioni. La lavorazione del sangue raccolto in tutto il dipartimento avviene presso il Centro unico di lavorazione (Cul) nell’Ulss 4 Schio Thiene, mentre la validazione avviene nell’Ulss 6 di Vicenza al Centro unico di validazione (Cuv). Per le altre due Ulss 3 e 5, si sta valutando cosa trasferire come attività diagnostica, si sta valutando numericamente il comparto, le disponibilità ad assorbire carichi di lavoro e la logistica a disposizione. Tutto questo non riguarda direttamente noi donatori ma sicuramente, se il meccanismo si inceppa, le ripercussioni cadranno anche su di noi e di conseguenza sugli ammalati, che alla fine sono quelli che pagano, sulla propria pelle, un eventuale disservizio. Comunque, l’attività che più ci riguarda è la chiamata alla donazione che è compito delle associazioni. Il capo dipartimento ha ribadito in tutte le conferenze di dipartimento e nei comitati locali di partecipazione, la necessità che la chiamata debba esser fatta dalle associazioni. Da parte sua, fornirà i numeri di donazioni da raggiungere per ogni Centro di raccolta, in base allo storico, e noi dovremo dotarci di uno strumento condiviso per le chiamate. Tale strumento è già stato acquistato assieme da tutte le associa-

zioni di donatori risiedenti nel dipartimento di Vicenza, e verrà pagato in base alla percentuale di donazioni del 2012. È un programma computerizzato della ditta Menarini che si interfaccia al programma del dipartimento, con all’interno un’agenda dove i donatori potranno prenotarsi il giorno e l’ora per la donazione e dove anche noi dirigenti possiamo prenotare la donazione ai nostri associati. Il tutto entrerà in funzione nel corso del 2013. La pecca che riguarda la raccolta dell’anno 2012 sicuramente è stata il prodotto ematico andato perduto. Mentre negli anni passati si era raggiunto un livello eccellente per lo scarto, per cause corrette (incidente umano, scongelamento per presunto utilizzo per interventi poi non consumato, scadenza fisiologica per termini di sicurezza) e il numero di sacche era di 250-300 unità, nel 2012 le cause corrette e le scadenze hanno interessato quasi 1000 unità. Qualcosa sicuramente non ha funzionato. Vuoi per la contrazione degli interventi e per il rientro di deficit sanitari, l’attività di chirurgia si è contratta, vuoi per la spending review, il fatto è che non si può gettare alle ortiche il sangue donato, è un sacrilegio etico ed economico. Qui ci vuole la chiamata che funzioni, che possa rallentare i donatori quando c’è molto sangue in emoteca ed espandere le donazioni quando ne abbiamo bisogno. Non abbiamo esaurito l’argomento in questa assemblea, ma alcuni strumenti sono già stati messi in campo e altri ne saranno inseriti. Certo sarà uno dei temi che impegnerà il prossimo Consiglio provinciale. Donare è un obbligo morale, ma non si può donare a prescindere dalle esigenze e dai bisogni concreti. Chi governa il sistema deve essere all’altezza, se la chirurgia è stata contratta nella sua operosità, se con la spending review è stata ridotta l’attività ospedaliera in generale per contrarre la spesa, nessuno si è preoccupato di dire al capo dipartimento di ridurre la raccolta di sangue? Hanno risparmiato sulla chirurgia, sulle attività ospedaliere, per poi buttare alle ortiche tante, troppe sacche di sangue. Senza calcolare il danno morale, altrimenti dovremmo condannare chi ci governa ad andare a pascolare le pecore, là sicuramente non farebbero danni, le pecore si arrangiano. Per chiudere vorrei salutare tutti i donatori della provincia di Vicenza. Dal prossimo numero ci sarà un nuovo presidente a scrivere gli editoriali e gli auguro di cuore un buon lavoro. Vorrei, comunque, abbracciarvi tutti, soprattutto quelli che non conosco, ma che continuano a donare per i nostri malati. Vi ringrazio immensamente e spero di incontrarvi da qualche parte, un giorno o l’altro. Enrico Iseppi, presidente Avis provinciale

Recoaro: “spending review” all’avisina N

egli ultimi mesi la “spending review” (revisione di spesa) è entrata nelle nostre case con giornali e televisione, sempre associata a cifre da capogiro che, noi poveri mortali, non riusciamo neppure a immaginare come banconote ben allineate sul tavolo il giorno di paga. Il Consiglio direttivo dell’Avis di Recoaro Terme, pur nel suo piccolo, ha applicato la propria spending review e partendo dal detto: “Con la paia se fa el paiaro” (con la paglia si fa il fienile), da alcuni anni risparmia anche i centesimi delle buste. Per decenni, infatti, a tutti i nostri oltre 700 iscritti comunicazioni, auguri e inviti ad assemblee o gite, sono state recapitate in busta chiusa. Ora basta un semplice foglio A4 piegato; all’interno si trovano le comunicazioni, all’esterno l’indirizzo del socio. Un cambiamento semplice, ma che ci porta annualmente a un risparmio di alcune centinaia di euro, permettendoci di finanziare altre attività. Un esempio? Eravamo già presenti nelle scuole elementari con l’attività di “Fiabilas”: con quanto risparmiato abbiamo potuto contribuire, a dicembre, all’acquisto di una lavagna multimediale in collaborazione con il comitato genitori, istituto comprensivo Recoaro. Un ulteriore contributo abbiamo potuto devolverlo alla Fondazione Tes, durante il convegno organizzato con tutte le Avis comunali della vallata, tenutosi venerdì 12 ottobre a Valdagno e preceduto al mattino da un incontro dei ricercatori con i ragazzi di terza media. A settembre ci siamo potuti permettere di proporre una gita a “prezzi popolari” a Gardaland a cui hanno partecipato oltre trecento soci e loro familiari contro il centinaio (appena) delle ultime gite che avevamo organizzato! Un successo in questi tempi di crisi. Soddisfatti dei risultati ottenuti, abbiamo fatto un altro piccolo passo avanti. Dopo l’ultimo Consiglio direttivo di dicembre, certi che ormai quasi tutti possiedono un computer e un account di posta elettronica, abbiamo invitato i soci a iscriversi a una mailing-list per ricevere le comunicazioni sociali in “tempo reale”. Il risparmio previsto ci permetterà di entrare con nuove iniziative nelle scuole e di organizzare altre attività associative di aggregazione per la famiglia avisina recoarese, e di promozione al dono del sangue, nell’intento di avvicinare nuovi donatori. Una innovazione tecnologica, d’altronde, che ci allinea alle nuove direttive del Crat che richiede l’attivazione degli “uffici di chiamata” per monitorare le variazioni fra il sangue raccolto e quello trasfuso o ceduto, onde evitare carenze o surplus. Attualmente l’invio della cartolina-invito alla donazione avviene, infatti, con circa dieci giorni di anticipo rispetto alla data fissata per la donazione. Questo non permette di seguire il donatore diretta-

mente, poiché nessuno conferma la propria disponibilità per il giorno fissato e davvero pochi ci avvisano se sono in ferie o indisposti. D’altronde anche se venissimo avvisati, magari pochi giorni prima, spedire un nuovo invito a un altro donatore non permetterebbe di mantenere il dono in linea con la richiesta. Con l’invio di una email il donatore potrà confermare in tempo reale la sua disponibilità o meno di poter donare quel giorno o eventualmente richiedere di posticipare la sua donazione rendendo nel contempo possibile la sua sostituzione con altro donatore. “In pochi click” e con un grande risparmio. Il Consiglio direttivo Avis comunale Recoaro Terme

Schio: il Parco Giochi dedicato ai donatori

LE SETTE SORELLE

Nuovi impegni, antiche responsabilità

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Tonezza del Cimone, un parco giochi è stato inaugurato e intitolato ai “Donatori di sangue”. Il Comune, grazie all’interessamento del sindaco Almerigo Dalla Via, ha predisposto lo spazio a fianco dei campi da tennis, in una posizione incantevole, mentre l’Avis comunale di Schio-Alto Vicentino ha contribuito con la donazione dei giochi. È un modo tangibile per ringraziare i donatori di Tonezza che nel corso degli anni hanno dimostrato costanza nel continuare a donare, nonostante la distanza dal punto di prelievo di Schio. Il parco è frequentato da bambini, genitori e nonni del luogo, ma anche dai nunerosi turisti che frequentano Tonezza. All’ingresso c’è la bacheca dedicata all’Avis, veicolo per seminare il messaggio del dono tra tutti quelli che frequentano il parco.

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Sempre più un successo la “CiaspMitica” LE SETTE SORELLE

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a CiaspDoloMitica piace sempre più. Quest’anno sono stati 550 i partecipanti all’importante evento che, a seconda delle proprie capacità, si sono cimentati nei tre diversi percorsi offerti dal comitato organizzatore: dai 7,5 chilometri non competitivi per una camminata in compagnia, passando per i 10 chilometri dedicati agli atleti fino ai 16 chilometri dell’Ultra CiaspDoloMitica da percorrersi in coppia. A causa delle alte temperature e del vento caldo che nell’ultima settimana ha sciolto la neve a fondovalle, il percorso anziché partire da Padola, è stato spostato più in quota, sulla piana delle Torbiere di Danta di Cadore. Una

scelta che ha premiato il coraggio degli organizzatori, dato che l’evento è stato impreziosito da una suggestiva nevicata. Ma CiaspDoloMitica non è solo neve: per tutta la settimana la Val Comelico ha ospitato escursioni e voli in mongolfiera, nonché una serata musicale ed enogastronomica. Ancora una volta, è stato determinante il contributo della sezione Abvs di Comelico Superiore che, oltre a presenziare sul percorso per garantire il corretto svolgimento della manifestazione, ha gestito, per tutto il weekend, uno stand in cui venivano distribuiti opuscoli e fornite informazioni sulla Barbara Iannotta donazione del sangue.

Bolzano B.se: “Viaz dell’anima”, immagini e parole di poesia

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ltre 120 persone hanno partecipato, il 12 gennaio, all’inaugurazione, nella latteria recentemente restaurata di Bolzano Bellunese, della mostra

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“…Viaz dell’anima, immagini e parole slegate”, organizzata dalla locale sezione dell’Abvs, dal Cai di Belluno e dalla Ricreativa. La mostra ha proposto suggestive fotografie di paesaggi delle nostre Dolomiti bellunesi scattate dal socio dell’Abvs Stefano Val e accompagnate dalle poesie di Lara Funes. Un equilibrio perfetto che ha fatto immaginare al visitatore di essere, in quel momento, immerso in un piacevole silenzio in quei luoghi incantati pieni di colori e profumi. Tra le altre, spiccava una bellissima foto delle montagne dell’Alpago, illuminate dalla magica luce del sole al tramonto, che salutano il sorgere della luna B.I. piena.

La lunga storia di Trichiana in una mostra L

a sezione Abvs di Trichiana, nell’ambito delle sue iniziative promozionali, ha allestito fino al 6 gennaio, presso la saletta cerimonie del Municipio, una mostra fotografica che ha ripercorso, attraverso immagini più o meno sbiadite dai segni del tempo, i momenti più significativi della sua storia. Dall’anno della fondazione, nel lontano 1969, il percorso fotografico ha riportato alla mente fatti e persone che hanno fatto la storia della sezione. Sono stati ricordati eventi particolarmente importanti, come il gemellaggio con la comunale Avis di Portobuffolè (Tv) o l’amicizia nata in tempi più recenti con la comunale di Falzè di Piave (Tv), le iniziative di svago e di amicizia, le partecipazioni alle manifestazioni sportive promozionali e gli eventi che hanno visto la sezione di Trichiana organizzare manifestazioni a carattere provinciale in completa autonomia, con grande impegno ma con ancor maggiori soddisfazioni. Attraverso questa iniziativa, i componenti del comitato di sezione hanno voluto, quale atto conclusivo del loro mandato, ringraziare tutti i donatori trichianesi e le loro famiglie e augurare a tutti un 2013 Riccardo Tormen all’insegna della solidarietà!

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A Visome-Castoi ne “han piena la canonica” N el contesto della Sagra di Santa Brigida, la sezione Abvs di Visome-Castoi ha presentato la brillante commedia “Ne ho piena... la canonica!”. La compagnia teatrale dell’Associazione Culturale G(h)ita ha messo in scena una divertente opera in due atti per la regia di Mauro Fantinel. Liberamente tratta dalla pièce “La pazienza del Signor Prevosto” di Luigi Galli, la commedia si svolge interamente in una canonica, ove il don della parrocchia tenta invano di scrivere la predica per la messa della domenica, continuamente interrotto dalla madre, dalla perpetua e dai parrocchiani che si avvicendano nella casa. Inutile dire che il folto pubblico è rimasto con gli occhi incollati sul palco per qualche ora di sano divertimento.

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bvs e buona musica è un binomio che, anche per il 2012, ha dimostrato di essere efficacissimo. Come nelle migliori tradizioni, la sezione Abvs di Belluno ha contribuito all’organizzazione del “Concerto di Natale” presentato dal Circolo Culturale

Barbara Iannotta

A “Quelli che hanno la musica nel sangue” L

e sezioni Abvs di Ponte nelle Alpi-Soverzene, Alpago, Col di Cugnan, Longarone, Forno di Zoldo e Zoldo Alto, col patrocinio del comune pontalpino, hanno organizzato al “Piccolo Teatro G. Pierobon” di Paiane il concerto: “Quelli che.. hanno la musica nel sangue”. Protagonista della serata è stata la “Compagnia del Bel Bambin” che ha allietato il pubblico con una sorta di viaggio musicale nella tradizione popolare. La compagnia è formata dai tre musicisti Andrea Da Cortà, Pina Sabatini e Sandro Del Duca, provenienti da diverse esperienze e stili musicali, riunitisi in un progetto dedicato al Natale: un viaggio nel tempo tra le varie forme, cantate e strumentali, che da secoli l’uomo crea per ricordare e festeggiare la nascita di Gesù Cristo. L’impasto fra questi tre generi musicali, classico, antico e folk, è

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Bellunese. Un Teatro Comunale gremito ha accolto gli 80 componenti dell’Orchestra Giovani Musicisti Veneti. Piccole e grandi promesse del panorama musicale provenienti da tutto il Veneto che, sotto la direzione del Maestro Francesco Pavan, hanno rapito l’attenzione dei presenti. I musicisti sono giovani, ma il progetto risale al 2002: un vasto repertorio, che spazia dal barocco alla musica d’oggi, ha consentito, e permette tutt’ora, la maturazione musicale dei giovani interpreti sotto l’attenta egida del direttore artistico, professoressa Maria Grazia Seren, e del corpo docente. Ormai sono più di cento i concerti all’attivo sia in patria che all’estero, tutti accolti dai consensi entusiasti di pubblico e critica.

non solo possibile, ma anche di grande suggestione. A dimostrare che la musica non ha confini, se non quelli imposti dall’uomo. Manuel Pierobon

Gli avvisi di Vamp!

Meno esami per i donatori, perché? B

uongiorno, sono un donatore di sangue da molti anni, iscritto all’Avis San Donà di Piave. Ritengo mio dovere segnalare che, come mi è stato riferito dal personale del Centro trasfusionale dell’ospedale di San Donà, la Direzione dell’Ulss n. 10, qualche giorno prima di Natale (mi scuso ma non conosco la data esatta di adozione del provvedimento, né di quale tipo di provvedimento, nel concreto, si tratti) ha stabilito di ridurre gli accertamenti effettuati sul sangue dei donatori in occasione delle donazioni, eliminando quelli relativi a colesterolo, glucosio, trigicedridi, urea, transaminasi Alt e gamma gt (sicuramente almeno questi). Non nego, infatti, di essere rimasto stupito (negativamente) quando, pochi giorni fa, mi sono arrivati gli esiti degli esami fatti in occasione di una donazione, il 31 dicembre 2012. Credevo si trattasse di un errore di stampa o di trasmissione, ma poi ho avuto conferma di quanto sopra riportato. Desidero esprimere tutta la mia indignazione ed il mio sdegno per questo “taglio”, che reputo offensivo per tutti i donatori, inopportuno nel merito ed immotivato giuridicamente. Ben altri sono i risparmi che potrebbero essere conseguiti, senza andare a colpire un’intera categoria di persone che dona un bene prezioso senza voler nulla in cambio, se non - almeno questo - la possibilità di avere un controllo (parziale e periodico) della propria salute. Gli accertamenti eliminati non sono di secondaria importanza, non sono dettagli ininfluenti! Ritengo che sia interesse anche di chi riceve il sangue, poterne essere a conoscenza. Non è mia intenzione innescare polemi-

che politiche o gestionali, anche se - almeno per questo secondo aspetto - avrei la competenza tecnica per farlo. Spero solo di poter essere utile a tutti i donatori nel porre in evidenza quella che ritengo un’ingiustizia: auspico che l’Avis, a tutti i livelli, possa attivarsi e far sì che la “situazione” preesistente venga ripristinata (se non erro, anche nel 2011 ci fu una restrizione degli esami, poi eliminata). Cordiali saluti. Alberto Peretti

Ai legittimi quesiti di Alberto, visto che è anche un argomento molto sentito dai donatori, risponde un altro Alberto... Argentoni, presidente di Avis Veneto. La decisione di modificare il pannello di esami da eseguire periodicamente è dello scorso anno ed è stata adottata in sede di OSST con l'apporto della Società scientifica di medicina trasfusionale. Non esiste nessun pericolo di calo della sicurezza per donatore e ricevente. Gli esami indispensabili vengono sempre fatti mentre gli esami di routine sono fatti a cadenza annuale. Ribadiamo che il medico trasfusionista può in ogni caso lo ritenga opportuno integrare gli esami da effettuare per valutare l'idoneità del donatore. Anche dal mio personale punto di vista eventuali integrazioni degli esami o campagne di medicina preventiva potranno essere fatte dedicando una quota del rimborso ottenuto dall'associazione. Alberto Argentoni Cordiali saluti.

LETTERE & OPINIONI

Abvs a tutta musica, da Belluno...

Le parole del Direttore a... scuola, ma sono le azioni degli avisini il vero “Cuore” Gentilissimo direttore, quando ho letto il suo articolo pubblicato su “Dono & Vita” - la pagina del direttore - in merito al premio "Samaritano 2012”, ho compreso che la sua sensibilità è grande. Mi ha colpito profondamente quanto ha scritto, specialmente il passaggio “Sangue o Vita che possiamo tenerci o donare, donando così altra vita, altro Amore”. Di recente, noi volontari dell’Avis di Villorba e gli operatori dell’Avis regionale abbiamo incontrato i ragazzi degli Istituti superiori di Lancenigo, per sensibilizzarli al dono del sangue e devo dirle che le ho

“rubato” questo articolo. Ho fatto riflettere i ragazzi su quella frase e devo dirle che ne è venuto fuori qualcosa di molto buono. Nei prossimi mesi, inoltre, questi studenti si sottoporranno agli esami di idoneità e poi alla donazione presso il Centro Trasfusionale di Treviso e proveranno in prima persona che cosa significa donare. Grazie per il suo insegnamento a essere più umili e sensibili, grazie di cuore. Emanuela Feltrin, volontaria Avis Villorba

Cara Emanuela, grazie a te per l’apprezzamento. Quel pezzo è stato scritto in uno dei rarissimi momenti in cui chi fa il mio mestiere riesce a... frenare, a “fermarsi”, a mettere in un angolo la mente razionale e a scrivere liberamente ciò che racconta l’anima. Non ci conosciamo personalmente, ma in redazione ci giunge spesso notizia delle belle cose che fate con le scuole a Villorba. Come per altre Avis, purtroppo, possiamo trovare ben poco spazio su queste pagine per darne notizia. “Rubate” pure tutto ciò che volete, perché il vero “Cuore” sta nelle vostre azioni concrete di ogni giorno, più che nelle belle parole di un giornalista. 47


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