Dono e Vita no.1 - Marzo 2012

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2011 viene confermata la possibilità di devolvere Anche nel 2012 il 5 per mille delle proprie imposte all’Avis, compilando i modelli CUD, 730, UNICO. L’anno scorso, AvisAvis Regionale ha devoluto l’intera somma L’anno scorso, Regionale ha devoluto l’intera incassata pariincassata a € 10.481,00 alla ricerca scientifica somma alla ricerca scientifica fatta fatta dalla “Fondazione Tes”, di cui Avis è socia fondatrice. Le Avis Provinciali e l’Abvs hanno partecipato alla nostra proposta. Intendiamo proseguire anche quest’anno con questa finalità. La Fondazione Tes – Fondazione per la ricerca e la medicina della rigenerazione – ha sede a Padova e si occupa di ricerca sulle cellule staminali. Crediamo che la ricerca medica e in particolare quella sulle cellule staminali, che si trovano anche nel sangue che doniamo, sia uno dei compiti previsti dal nostro Statuto e che possa dare nuove speranze per il futuro degli ammalati e delle nuove generazioni. Delle iniziative della fondazione potete trovare notizia nel nostro periodico e sul sito www.fondazionetes.it. Ciascun contribuente può destinare la quota del 5 per mille della sua imposta sul reddito delle persone fisiche ponendo la propria firma in uno dei 5 riquadri che figurano nei modelli di dichiarazione indicando il Codice Fiscale dell’associazione prescelta. Grazie per la vostra firma.

Avis Regionale Veneto - CF. 94019690265 Puoi devolvere il tuo 5 per mille anche alle sedi provinciali: Abvs Belluno CF. 8000364025 - Avis Padova CF. 92066810281 Avis Rovigo CF. 93003660292 - Avis Treviso CF. 94004610260 Avis Venezia CF. 82006570277 - Avis Verona CF. 93031180230

Pubblicazione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XXXIV- n.1 - Marzo 2012 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, LO/MI - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97 - Tiratura e diffusione: 105.000 copie

UNA FIRMA PER LA RICERCA, UNA SPERANZA PER IL FUTURO

Numero 1 Marzo 2012 Periodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue www.donoevita.it.

Bentornato in Veneto



mpa n°06125 del 17/12/97 - Tiratura e diffusione: 105.000 copie

Noi, sempre avanti, comunque... di Alberto Argentoni pag.4

La pagina del direttore Una serata in ospedale di Beppe Castellano

pag.5

Attualità trasfusionale a cura di Bernardino Spaliviero L’equilibrio è su un filo, molto sottile da pag.6 Plasmaderivati, il futuro in Italia: farmaci etici o merci? da pag.8

Convegni & Formazione Partita la Scuola di Formazione del Triveneto pag.11

Dono&Vita: chiusura o...? Il futuro del vostro giornale e dell’informazione Avis pag.12

Numero 1 Marzo 2012 Periodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue www.donoevita.it.

Il Bello del Veneto Il “monte” che è una collina, il Montello: storie e leggende da pag.23

Le sette sorelle

Cronache associative dalle nostre province avisine e dell’Abvs

Treviso

da pag.27

Padova

pag.31

Verona

da pag.32

Venezia

da pag.37

Belluno

da pag.40

Vicenza

da pag.42

Lettere, Opinioni & Storie di Vita

“Pallottole” a segno contro fibrosi, sma ed emofilia

Sangue midollare da tutto il mondo? Certo che sì! pag.45

5x1000 e ricerca

Il bambino e il “generale”

pag.46

Basta una firma per aiutare la ricerca sulle staminali pag.15

Il sergente e la bistecca

pag.47

Giornata mondiale donatore Festa Avis-Fidas insieme al Tempio Internazionale del Donatore pag.16

Seguiteci anche sul web e su Facebook Foto e altri articoli su donoevita.it

Avis a... tutta musica Quando si dice avisino di... Ferro: Una promessa mai tradita pag.18 Se la “Musica è nel sangue” posson nascere nuove star pag.19

Pagine giovani “E tu che donatore sei”? Oltre 60mila “clic” con 23 “tubi” da pag.20 Riflessioni sulla partecipazione e il Teatro CapoVolto pag.22

Presidente Avis Regionale Veneto Alberto Argentoni Responsabile stampa associativa AVIS Regionale: Nereo Marchi Idea Grafica: Elena Fattorelli-Luca Fantoni - Verona Fotolito: Typongraph Digital Systems - S. Martino B. A. (Vr) Stampa: Mondadori Printing - Verona Diffusione Editoriale: Prontopack - Zevio (VR) LA REDAZIONE Direttore Responsabile:

Beppe Castellano - b.castellano@avis.it Vice Direttore Esecutivo/Segreteria Redazione: Michela Rossato - redazione.dono-vita@avis.it Coordinamento grafico-editoriale: Nereo Marchi

Telethon e ricerca pag.14

Bentornato in Veneto

Editore - Segreteria - Amministrazione AVIS Regionale via Ospedale,1 - 31100 Treviso tel. 0422 405088 - fax 0422 325042 avis.veneto@avis.it REDAZIONE Via Roma, 38 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) tel. 0423 420078 - Fax: 0423 3445078 320 4784837 E-mail: redazione.dono-vita@avis.it

SOMMARIO

L’Editoriale

Pubblicazione Triestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XXXIV- n.1 - Marzo 2012 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizio ne in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, co

Sommario

Dono & Vita Anno XXXIV - n° 1 - marzo 2012 Periodico di informazione e promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue

AVVISO IMPORTANTE Molti lettori comunicano direttamente alla redazione variazioni di indirizzo e/o di residenza per continuare a ricevere il giornale o per ricevere una sola copia in famiglia. Tali variazioni DEVONO essere fatte direttamente alla PROPRIA AVIS

Vice Direttore: Roberto Rossini Redattori responsabili per le provinciali AVIS - ABVS BELLUNO: Manuel Pierobon; PADOVA: Marco Menin, Dante Gardin; ROVIGO: Andrea Mantoan; TREVISO: Paola Barro, Michela Rossato, Daniela Moro; VENEZIA: Giorgia Chiaro, Ottaviano Cereser, Giorgio Scotto, Dario Piccolo; VERONA: Roberto Rossini; VICENZA: Enrico Iseppi, Gianfranco Sottoriva. Redazione giovani Manuela Fossa (VE), Lucia Delsole (VE), Giuseppe Morrone (TV), Fulvia Chiaro (VE), Dario Piccolo (VE), Umberto Panarotto, Bruno Gardin (VR), Collaboratori fissi e rubriche Ottaviano Cereser, Bernardino Spaliviero, Francesco Magarotto, Roberto Rondin, Francesco Joppi, Giorgio Gobbo, Vilma Fabris. Hanno collaborato a questo numero: Boris Zuccon e Ufficio Stampa Avis nazionale, Consulta Giovani Avis nazionale, Gina Bortot, Roberto Sartori, Piergiorgio Lorenzini, Gino Foffano, Luigi Ficorella, Giovanni Battista Gajo, Piergiorgio Parnigotto, Stefano Bosa, Marika Tosser, Emilio Tessarin, Angelo Marini, Tiziano Graziottin, Ada Sinigalia, Gianni Bertagnin, Serena Bottura, Emanuele Zanon, Eros De Barba, Piero Ceron, Claudio Battilana, Gianni Gasparini. Chiuso in fotolito il 12 marzo 2012 Il prossimo numero uscirà a giugno 2012 IL MATERIALE VA INVIATO IN OGNI CASO ENTRO IL 30 APRILE 2012. Foto a stampa, anche se non pubblicate, NON SI RESTITUISCONO. Lettere e interventi vanno inviati, firmati, a: REDAZIONE DONO & VITA Via Roma, 38 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) redazione.dono-vita@avis.it oppure AVIS ABVS Regionale Veneto Via Ospedale, 1 - 31100 Treviso avis.veneto@avis.it Gli articoli delle AVIS Comunali DEVONO passare attraverso i redattori di ogni PROVINCIALE. Vi invitiamo a contattarli.

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L’EDITORIALE

Noi andiamo sempre avanti, comunque! I

o dono sangue, comunque! È questa l’esclama- Io dono sangue (e responsabilità), comunque! zione che mi è passata per la mente spesso in que- Durante i giorni dell’emergenza neve, in Lazio si stisto periodo. Sto presenziando a molte assemblee e, mava una carenza di 500 sacche di sangue al giorno, quindi, ho potuto apprezzare ancora una volta la ric- che è stata compensata dall’apporto dei donatori chezza e la complessità della nostra associazione. delle altre regioni. Spesso vengono lamentati probleL’Avis è un “fiume carsico”. mi che rendono difficoltoso e Il dono del sangue nasce nel poco sereno il dono da parte cuore dei volontari e poi si Responsabilità, impegno e orgo- dei nostri associati. dirama in maniera misterio- glio di essere donatori volontari Qualcuno è sfiduciato o sa attraverso percorsi persoarrabbiato ma i progetti non nali e associativi che si alimancano mai! In questo mentano reciprocamente per confluire infine nel periodo di crisi stentiamo a crescere, eppure il lavoro sistema trasfusionale. I donatori non li conosci ma sai paga sempre. A volte basta solo mettere a punto un che ci sono! Ci puoi contare! La comunità e le istitu- sistema di chiamata più efficiente o collaborare di più zioni ci stimano e ci gratificano proprio per questo. con le altre Avis. Io dono sangue (e impegno), comunque! Le Avis della provincia di Venezia, a causa del grande ritardo nell’erogazione dei rimborsi da parte del Dimt, hanno acceso un fido bancario di mezzo milione di euro per finanziare le loro attività di promozione del dono. A proposito di gratificazione: vogliamo ripensare alla questione delle benemerenze? Come già detto, io sono consapevole che il volontario dona senza chiedere e senza pretendere. Non ci sono metalli o pietre preziose che tengano. Può darsi che si prefigga anche un traguardo, ma non è quella la sua motivazione principale. Il suo pensiero è sempre rivolto all’ammalato! Apprezza invece sentirsi parte, con pari dignità, di un gruppo riconosciuto e venire anche identificato per questo. Allora dobbiamo dare un valore venale a queste benemerenze o basta un segno significativo, dignitoso e condiviso? Io dono sangue (e sono orgoglioso), comunque! Avis Veneto ha inviato una lettera ad Avis Nazionale e alle altre Regionali per riaprire la discussione sulle benemerenze, proponendo di ridurre da subito la grammatura d’oro dei distintivi. Le risorse rese disponibili permetterebbero di incrementare l’attività di propaganda. “Non guardate le cose come sono, ma come potrebbero essere!” Alberto Argentoni, presidente Avis regionale Veneto

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Serata in stanza d’ospedale uella sera, in ospedale, ero in “vena”. Le ottime infermiere del Centro malattie del sangue di Castelfranco, dove ero ricoverato da una decina di giorni, non erano mai dello stesso avviso. Parecchie volte avevano “madonnato” per beccarmele, le mie vene parecchio navigate. Ma ero in vena… Di scrivere, di raccontare. Ero quasi in crisi di astinenza, visto che per me è un “vizio”. Mi sono quindi scappati dei pensieri in libertà, che ho voluto condividere con quei pochi amici della mia paginetta di Facebook. In due, tre orette mi sono arrivati messaggi a valanga, anche privati. Un mio lontano, come distanza chilometrica, amico emofilico di Roma mi ha subito scritto, mandandomi un suo ricordo d’infanzia. Che mi ha commosso e che condivido con voi fra le Lettere. Anche da tanti avisini lontani sono arrivati messaggi via internet e sms che non mi sarei mai aspettato. Mi hanno fatto scoprire che la cosa riguardava un po’ tutti, in particolare voi donatori, sconfinando dalla sfera strettamente personale. Ecco, dopo averlo pubblicato sul sito www.donoevita.it, molti mi hanno convinto a condividerlo anche su queste pagine. Beppe Castellano

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Esperienza nella sofferenza

l mio compagno di stanza ha appena smesso di vibrare, letteralmente, sul letto per i violenti brividi. Un uomo che soffre ti fa sempre male, dentro. I brividi. Di freddo. Lui, che ogni notte si scioglie di sudore per la sua malattia. Lui, che ogni notte deve cambiare tre volte le lenzuola. Lui, che oggi ha cominciato la chemio, decisa. A me l’altro giorno hanno fatto due sacche di globuli rossi. Sangue, rosso scuro, semplicemente. Le hanno “appese” a cavallo con il pranzo. Avrei dovuto, nello stesso tempo, “bere” dall’ago in vena e mangiare dalla bocca. Non l’ho fatto. Ho preferito posticipare il pasto di tre ore. Per lontani ricordi ed esperienze passate. Di quando, da piccolo, mangiavo durante le trasfusioni e poi… brividi. Che non potevi controllare, che ti squassavano sul letto, che ti congelavano le vene, anche se in stanza c’erano 30°. Lui non lo sapeva, forse non lo sanno più neppure le infermiere e i medici. Con quella “bomba” che ha iniziato forse era meglio star digiuni. O forse no. La mia antica esperienza nella sofferenza, quella non solo mia, ma delle centinaia che mi sono sfilati accanto nei letti di decine d’ospedali, mi avrebbe suggerito di digiunare, al posto tuo. Ma sei una buona forchetta e forse non mi avresti ascoltato. O forse non c’entra nulla, come mi ha detto l’infermiera. Forse è solo la sostanza che sta

entrando nelle tue vene e che io, per fortuna, non conosco. Io ogni caso buon sonno, amico, riposa tranquillo. Castelfranco Veneto, 2 febbraio, ore 19

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I tre compagni di Robin Hood

tasera scorre Robin Hood con Russel Crowe, su Canale 5. Lo stiamo guardando in tre (io un po’ meno, l’ho visto in dvd 15 giorni fa). Il mio compagno di stanza si è svegliato dal torpore e si è ripreso un po’. L’abbiamo fatto ridere, mentre continua ad essere attaccato alla macchinetta che infonde pian piano la chemio. Dalla stanza accanto è arrivato con la sua Tv (la nostra non funziona, ma funziona l’antenna) Daniele. Altro caro compagno emofilico di antiche battaglie e di antiche degenze come Luigi da Roma che mi ha appena mandato un suo ricordo d’infanzia scritto di getto. Romagnolo è Daniele, allegro e “tosto”, come tutti i romagnoli: “almeno si distrae… su che vengo oltre e si guarda la TV”. Ieri, a lui, han detto che per quel ginocchio operato più di 15 anni fa c’è una sola soluzione. La ferita non si è mai richiusa del tutto, in tutti questi anni, per un’infezione subdola e bastarda. “Aureo” lo chiamano quel cornuto di uno stafilococco. Ieri per l’ennesima volta è stato vicino a mandare a fan... l’ortopedico che glie lo ha ripetuto. Poi è venuto nella mia stanza incaxxato a raccontarmelo. Lui non mollerà, ha detto. Combatterà fino alla fine, per non tagliare la sua gamba. Sa anche lui che non ci riuscirà, come lo so io. Non per questo molla, né tantomeno s’intristice. Stamattina è venuto a portarmi il caffé (lui che peggiora cammina, io che miglioro non ancora) e sorrideva a 36 denti, come sempre. E ci si pigliava per i fondelli, come sempre. Diavolo di un romagnolo! Castelfranco Veneto, 2 febbraio, ore 21,30

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LA PAGINA DEL DIRETTORE

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Le ultime frecce

lè, Robin Hood sta per finire. Gli arcieri coraggiosi stanno per respingere il nemico in mare, l’ultima freccia per il più subdolo e crudele dei nemici sta per essere scoccata. E la macchinetta della chemio fischia. Il mio compagno di stanza ha finito la flebo. Ora ha qualche arma in più per combattere il suo, di nemico subdolo e infido. Buonanotte, amico; buonanotte ragazzi… Castelfranco Veneto, 2 febbraio, ore 23,40 5


ATTUALITÀ TRASFUSIONALE

L’equilibrio è su un filo, molto sottile

ma possibilità. In altre parole noi sappiamo prenderli i treni, ma ci ostiniamo a prenderli all’ultimo istante, quando sono già in movimento e rischiamo di rimanere a terra, con il mondo che ci guarda inorridito temendo di vederci rotolare sotto le ruote… e invece ce la facciamo, seppur col batticuore. Sembra quasi che lo sport nazionale preferito sia quello di produrre adrenalina; finché l’adrenalina non sale non ci proviamo nemmeno, ma dopo…

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I fondamentali sono ottimi

aramente si possono vedere tabelle simili. Dal 1996 il Veneto presenta anno dopo anno numeri che evidenziano un costante miglioramento nel sod’anno 2011 si è concluso con la calma apparente disfare con puntualità e in sicurezza le esigenze tracon il quale è trascorso. Un anno di transizione, sfusionali dei propri ammalati. Rimane costante il con la caduta delle illusioni e il mal di naso per aver contributo all’autosufficienza nazionale che nel 2011 sbattuto contro il muro della crisi economica-politi- è anche aumentato di circa 1000 unità; il Veneto è la ca-culturale che è proseconda regione, dopo il gressivamente montata Piemonte, ad assicurare nel corso dell’ultimo Equilibrio precario e fortunoso, con il proprio supporto decennio. L’Italia ha seml’equilibrio trasfusionale ma ce l’abbiamo fatta pre saputo dare il meglio nazionale. I dati complesdi sé nei momenti critici, sivi sono davvero buoni dopo aver dissipato come le cicale gli anni buoni. sia dal punto di vista trasfusionale, con costante Sembra che non sappiamo o vogliamo costruire con disponibilità per gli ammalati, sia dal punto di vista fatica quotidiana il nostro futuro, ma sappiamo farlo gestionale, con riduzione al minimo dello sfrido (sacbene quando gli eventi ce lo impongono come estre- che scartate per qualsiasi causa, ndr), solo il 3,3%.

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Ma… ogni Dimt ha le sue dinamiche

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n ogni Dipartimento interaziendale di medicina trasfusionale (Dimt) provinciale esiste una dinamica difficile, per l’erosione progressiva di risorse umane ed economiche; la crisi economica, con il sensibile taglio in ambito nazionale dei finanziamenti per il Servizio Sanitario, non potrà non ripercuotersi anche nel nostro settore. Da tempo con il quarto Piano Sangue e Plasma Regionale (del 2004) sono state indicate le direttrici per ottenere una razionalizzazione tale da ridurre i costi di gestione del settore trasfusionale, senza compromettere qualità e quantità dei servizi offerti agli ammalati e ai donatori; sarà giocoforza procedere, nell’ambito di un progetto condiviso e sostenuto. È un percorso aspro e difficile, che in qualche misura va a collidere con le aspettative legittime di carriera e remunerazione degli operatori sanitari, ma non c’è molto spazio. Come Associazione chiediamo però che vengano salvaguardate le sedi di donazione distribuite sul territorio, a gestione pubblica o associativa, per non ostacolare l’attività donazionale.

Equilibrio trasfusionale molto fragile

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’equilibrio trasfusionale, fin qui mirabilmente conseguito dal Veneto, è molto fragile. Basta infatti uno scostamento dell’1-2% e si passa dalla

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ATTUALITÀ TRASFUSIONALE

serena autosufficienza all’emergenza per carenza diffusa regionale. E alcuni segnali destano qualche preoccupazione in questo senso. Il Dimt di Verona è sempre in precaria autosufficienza; finiti i tempi delle cessioni di migliaia di sacche a ospedali carenti del Veneto e fuori regione. Il Dimt di Venezia sta erodendo progressivamente il proprio margine operativo; se non si riesce a riprendere slancio si rischia di seguire il percorso veronese nel giro di pochissimi anni. Padova sta aumentando le donazioni, con molto impegno e dedizione; ma per ora riesce solo a far fronte all’incremento dei propri consumi, senza recuperare il vistoso deficit garantito dalle cessioni degli altri Dimt veneti, in particolare Belluno, Rovigo, Treviso e Vicenza. Sono in effetti queste ultime province a garantire le aree carenti in Veneto e il contributo all’autosufficienza nazionale, grazie sia a consumi interni minori, per mancanza di attività chirurgiche e mediche ad alto consumo, sia per la grande generosità e capacità organizzativa dei donatori e delle Associazioni locali.

Condividere i percorsi e le riorganizzazioni

roprio per la somma di questi fattori critici, con le brusche accelerazioni che la crisi economica impone, è necessaria una dose maggiore di disponibilità al confronto, di collaborazioni leali e sincere, a viso aperto. Chiediamo analogo atteggiamento ai nostri interlocutori, politici e dirigenti amministrativi, che non sono controparti, ma partners istituzionali: il lavoro non ci mancherà, ma riusciremo a renderlo Bernardino Spaliviero meno indigesto.

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Plasmaderivati, il futuro in Italia: farmaci etici o merci di scambio? LA SFIDA DEL PLASMA

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gni giorno che passa aumentano i motivi di La comparsa delle eccedenze ’incremento del volume del plasma raccolto ha preoccupazione, alternandosi con altri di spefatto comparire il fenomeno delle eccedenze di ranza. Non c’è dubbio che la matassa del plasma abbia mille sfaccettature e che sia difficile rendere farmaci plasmaderivati. Dal plasma avviato alla lavoconto ai donatori della sua complessità senza perdere razione industriale si possono ottenere diversi farmail filo logico ed etico che ci guida. Il nostro impegno ci, in particolare i fattori procoagulanti (F. VIII, F.IX, di volontari è proteso innanzitutto a tutelare persone Complesso protrombinico), l’Antitrombina III, e principi etici. In testa c’è naturalmente la tutela del- l’Albumina e le Immunoglobuline. È giocoforza che se vogliamo raggiungere l’ammalato bisognoso di l’autosufficienza in tutti i cure “salvavita”, poi quella del donatore non Siamo arrivati agli anni del bivio. prodotti, finiamo per produrre un eccesso dei farremunerato che non può È il momento delle scelte... maci a relativo minor conessere ridotto né a “vacca sumo. La crisi economica e da mungere”, né tantomeno a utile idiota. Ultima, ma non ultima, è la i tagli di bilancio nel settore sanitario danno forza ai tutela del nostro/vostro dono affinché non diventi pensieri di alcuni amministratori pubblici che vormerce da vendere al libero mercato, ma venga messo rebbero “valorizzare” le eccedenze mettendole a a disposizione degli ammalati senza addebito diretto disposizione dell’industria farmaceutica in cambio diretto o indiretto di vantaggi economici. Insomma, dei costi. venderli. La legge lo vieta e noi volontari difendiamo La raccolta del plasma il “paletto” che evita una deriva produttivistica che ome si evince dalle tabelle sia a livello nazionale, sarebbe assai pericolosa. Non possiamo però evitare sia nell’Accordo Interregionale Plasma (AIP), sia di notare “scivoloni” di alcuni medici trasfusionisti a livello Veneto la raccolta complessiva aumenta con che caldeggiano questa soluzione, pensando così di regolarità. Ormai l’Italia è uno dei principali Paesi al mettere in buona gestione economica il settore tramondo per il volume del plasma raccolto, a conferma sfusionale, comprese le proprie remunerazioni che che se ci sono problemi questi non sono dovuti alla sarebbero “premiate” dagli indici di produttività. È mancanza di generosa disponibilità dei donatori e comunque indubbio che il problema delle eccedenze della popolazione in generale. c’è e che una soluzione va trovata.

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La “vera” autosufficienza nazionale

e discussioni sulle eccedenze sono accese e si prolungano da anni. In particolare per noi dirigenti del volontariato è assai indigesto lo spettacolo vergognoso degli acquisti di farmaci commerciali di importazione in presenza di prodotti etici nazionali a minor costo che giacciono nei magazzini della Kedrion. Non è tuttora presente in Italia una serie di norme che consenta lo scambio fra le Regioni (che sono le legittime proprietarie dei rispettivi sistemi sanitari) dei farmaci plasmaderivati etici di loro proprietà, così come avviene per gli emocomponenti. Non esiste in particolare una tariffa di scambio che consenta il ristoro dei costi alla regioni eccedenti e l’acquisizione da parte delle regioni carenti. Il ricorso agli acquisti di prodotti commerciali, decisamente più costosi, dovrebbe essere consentito solo dopo l’esaurimento del prodotto nazionale pubblico, etico e meno costoso. La cosa è ancora più inaccettabile perché ciò avviene anche da parte delle regioni sottoposte ai piani di rientro per eccesso di deficit, che stanno ridimensionando l’assistenza sanitaria alle proprie popolazioni inasprendo in misura importante i ticket a carico diretto degli ammalati. Che cosa si aspetta per concretizzare lo spirito e la lettera della legge 219/2005 sull’autosufficienza nazionale anche per i farmaci plasmaderivati? Come evitare a noi di pensare che gli interessi tutelati siano invece quelli dei commercianti nazionali e multinazionali dei farmaci speculativi e che questo avvenga attraverso illeciti vantaggi economici che (una triste storia insegna...) “oliano” gli snodi dei processi decisionali?

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L’uso etico delle eccedenze

’inadeguata velocità di governo del settore sta determinando l’accumulo di quantità importanti di farmaci nei magazzini dell’azienda farmaceutica di trasformazione. Il rischio concreto è di vederli scadere per iperdatazione, vanificando il dono dei donatori e dissipando le risorse economiche spese per produrli. Una soluzione va trovata, nell’attesa che venga concretizzata la rete nazionale degli scambi fra regio-

ni eccedentarie e quelle carenti, anche perché comunque si arriverà a eccedenze complessive nazionali per alcune tipologie di farmaci come i Fattori della coagulazione. Noi volontari riteniamo che debba essere rispettata l’origine etica del dono e che i farmaci debbano essere messi a disposizione degli ammalati attualmente privi di cure al costo più basso possibile. Non è qui che bisogna ricercare i vantaggi economici dei produttori (le Regioni) o i finanziamenti aggiuntivi per sopperire ai deficit di bilancio pubblici. Semmai è con la lotta all’evasione fiscale, all’economia illegale, agli sprechi e alla corruttela presente nella gestione delle finanze pubbliche... E sarà sempre tardi! Come volontari donatori non condividiamo la scelta di alcune regioni, compresa la nostra, che stanno declassificando parte del plasma B in plasma C (vedi tabelle) per risparmiare somme relativamente modeste dei costi industriali, rinunciando a produrre il Fattore VIII indispensabile per la cura dell’Emofilia A, in presenza dell’85% degli emofilici che nel mondo sono privi di cure (ragion per cui muoiono quasi sempre in età infantile).

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LA SFIDA DEL PLASMA

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Cooperazione internazionale

per questo che proponiamo di utilizzare le eccedenze nazionali di farmaci etici per progetti coerenti con le finalità del dono e con le normative in vigore, sorvegliate da Aifa e Cns (Agenzia Italiana del

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LA SFIDA DEL PLASMA

sfida.

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armaco e Centro Nazionale Sangue) che consentono i progetti di cooperazione internazionale e di ricerca scientifica. Da quasi due anni stiamo lavorando a più livelli per costruire un ambizioso progetto di sostegno allo sviluppo del volontariato del sangue in numerosi Paesi dell’America Latina che hanno chiesto al nostro governo di coinvolgere proprio l’Avis in tale progetto. In questo ambito una delle azioni previste è la cessione delle eccedenze nazionali di farmaci etici plasmaderivati, anche con ristoro dei nostri meri costi di produzione. I risparmi sugli onerosi acquisti commerciali nei Paesi sudamericani sarebbero reinvestiti nei rispettivi sistemi trasfusionali proprio per consentire lo sviluppo del volontariato non remunerato stile Avis. Un’operazione senza precedenti, “globale”, anche per questo difficile e complessa, ma noi accettiamo la

I decreti sul plasma

Il 19 gennaio scorso la Conferenza Stato-Regioni ha condiviso e dato il via libera a ben quattro decreti sul plasma italiano; si attende l’imminente firma del governo nazionale e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Da quel momento scatterà un inedito percorso che condurrà alle nuove gare europee per la lavorazione del plasma italiano; esso si intersecherà con l’altro percorso attivato dall’Accordo StatoRegioni del 16 dicembre 2010 sui “requisiti minimi” e le visite di verifica per la messa a norma europea dell’intero Settore trasfusionale italiano e che obbligatoriamente dovrà concludersi entro il 31 dicembre del 2014. Di fatto le ricadute su tutto l’ambito trasfusionale di questi due percorsi saranno assai rilevanti, senza precedenti e diffusi in ogni territorio regionale e nazionale. Ci attende un triennio assai impegnativo nel quale i gruppi dirigenti del volontariato del sangue (a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale) saranno messi a dura prova e dovranno dimostrare di che tempra sono fatti. Venendo da più di 80 anni di storia non dubitiamo che ce la faremo a tenere il timone, ma non dobbiamo perdere “pezzi” o scendere a compromessi che tradiscano l’impostazione gratuita ed etica della donazione del sangue. Confronti e discussioni, così pure percorsi di formazione (vedi articolo a lato), non mancheranno, ma siamo consapevoli che dal modo con il quale sapremo affrontare questo triennio dipenderà il futuro trasfusionale dei prossimi vent’anni. Stiamo lavorando per i nostri figli. Intanto non dimentichiamoci di donare, nel modo il più possibile coordinato. Perché tutto parte ed arriva dal nostro/vostro dono dei Donatori volontari non remunerati.

Non diffondete messaggi “bufale” via sms o via internet

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entre da ogni parte, Avis in primis, si cerca di programmare e coordinare il più possibile il generoso dono dei donatori (perché non una sola goccia di sangue vada sprecata), c’è chi - ignorante o in mala fede - su certe cose ci scherza. È da anni, ormai, che continuano a girare sms, email e di recente anche messaggi su facebook, twitter e social network con fantomatici appelli di “emergenza sangue”. Vengono presi a pretesto altrettanto fantomatici bambini con gravi malattie. A gennaio, di nuovo, in molti hanno ricevuto anonime richieste di sangue per un bimbo di 17 mesi, con una leucemia fulminante. È lo stesso sms di più di cinque anni fa che, tra l’altro, riguardava un bambino di Firenze che aveva già tutto l’occorrente e che, oggi, è ormai un attivo scolaro! Precisiamo, quindi, per l’ennesima volta che nessuno dei Centri trasfusionali o sedi Avis italiane, e tantomeno del Veneto, fanno mai richieste simili. I numeri

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di cellulare presenti in tali sms non risultano, tra l’altro, mai attivi. Si tratta di una “bufala” colossale. Invitiamo tutti a non tenere conto di tali messaggi e, anzi, a interrompere immediatamente la “catena” senza diffonderli ulteriormente. L’organizzazione a rete dei Centri trasfusionali in Veneto permette oggi di superare ogni eventuale emergenza grazie all’interscambio - programmato o d’urgenza - di sacche di sangue fra i diversi ospedali. Un interscambio che funziona grazie ai Centri regionali Sangue e con il coordinamento centrale del Centro nazionale Sangue anche per l’Italia. TUTTI i cittadini che ne hanno bisogno possono avere garantito così il sangue proveniente da donatori volontari, periodici e controllati. In caso di vera necessità o in periodi di particolare attenzione, i donatori vengono chiamati a donare direttamente dalle Avis o dai Centri trasfusionali di riferimento. E da nessun altro!


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l 3 marzo si è svolto a Camposampiero, il conve- il dott. Franco Toniolo (Direttore di Veneto Formss), gno di apertura della nascente Scuola di formazio- il dott. Luciano Flor (Direttore Generale ne delle Avis del Triveneto. L’iniziativa è stata pro- dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari di mossa dalle Regionali dell’Alto Adige-Sud Tirol, del Trento) e il dott. Vincenzo Saturni (Presidente Avis Friuli Venezia Giulia, del Veneto, del Trentino e nazionale). Tre i “messaggi” più pregnanti da sottolidall’Abvs di Belluno. È un proneare, scaturiti da questo primo getto pluriennale per formare i incontro: quadri associativi, in particolare Coesione e preparazione, 1) “La coesione è fattore di svii giovani e quanti si accingono luppo” e questa iniziativa interper le sfide del futuro ad assumere cariche dirigenziali regionale ha l’ambizione di con i rinnovi associativi del poterlo dimostrare. Da tempo prossimo anno. Ci saranno sessioni e corsi specifici le Avis del Triveneto hanno avviato un percorso per per ciascuna figura dirigenziale e momenti di rifles- mettere in comune esperienze, competenze e risorse. sione e approfondimento su temi generali. Le attività 2) “Dobbiamo fare quello che ci serve, non quello che avranno sede itinerante. Per la realizzazione di questo vogliamo” e la formazione è fondamentale perché Avis progetto Avis si avvale della collaborazione di Veneto agisca efficacemente nel sistema trasfusionale che è Formss - Scuola di formazione manageriale per la molto regolamentato, complesso e ha una filiera Sanità e il Sociale. Il convegno ha avuto come tema molto lunga. “La collaborazione tra pubblico e privato”. È uno dei 3) “La qualità e la modernizzazione sono questioni pretemi di grande attualità nel servizio sanitario che valentemente culturali” e Avis deve acquisire il concetcambia in un periodo di riduzione delle risorse eco- to di qualità come “filosofia” relativa a una metodonomiche disponibili e che vede anche l’Avis chiamata logia di lavoro che può determinare rivoluzioni orgaa fare la sua parte per assicurare qualità, sicurezza ed nizzative in grado di garantire efficaci processi di Alberto Argentoni efficienza al sistema trasfusionale. I relatori sono stati miglioramento.

CONVEGNI E FORMAZIONE

Partita la Scuola di Formazione del Triveneto

Un progetto articolato, il programma per quest’anno

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rimo appuntamento, il 24 - 25 marzo a Pordenone, di una nutrita serie di incontri di formazione. E se il buon giorno si vede dal mattino, tutti gli appuntamenti previsti saranno gremiti. “Obiettivo che vogliamo raggiungere - ha detto Carmelo Agostini, presidente di Avis Friuli Venezia Giulia - è quello di formare una classe dirigente preparata ad affrontare le nuove sfide, che non sono poche”. A presentare il progetto anche Erich Hanni e Aldo Degaudenz, presidenti di Avis Alto Adige-Sud Tirol e di Avis Trentino. Numerosi gli appuntamenti - con svariati argomenti - che seguiranno la prima duegiorni di Pordenone. In breve: Pordenone, 14-15 aprile; Affi (VR), 5-6 maggio e 9-10 giugno; Verona, 30 giugno per quanto riguarda gli incontri di formazione per presidenti, amministratori, segretari e coordinatori gruppi giovani. Sono poi previsti tre seminari di approfondimento: Servizi sanitari pubblici e

volontariato nel dono del sangue: modelli internazionali a confronto (Veneto, 15 settembre); Promuovere il dono del sangue tra i giovani (Alto Adig), 13 ottobre); La fidelizzazione dei soci (Friuli Venezia Giulia, 10 novembre). Il programma completo su www.donoevita.it dove verrà periodicamente attualizzato.

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DONO&VITA: CHIUSURA O...?

Il futuro del vostro giornale e dell’informazione Avis I

l rilevante incremento dei costi di spedizione donatori membri della stessa famiglia cerchiamo di postale (quasi il 500% in più), avvenuto senza inviare una sola copia. Ma il problema economico è preavviso in 24 ore il 1° aprile all’indomani del voto davvero assai impegnativo: ormai costa di più l’invio elettorale del 2010, per opera dell’allora governo in postale che “produrre” il periodico (compensi e costi carica, ha determinato la sospensione delle pubblica- “fisici” della redazione, impaginazione, fotocomposizioni di innumerevoli periodici. Non si è fatta alcuna zione, stampa, carta, confezionamento, ecc.). distinzione fra testate commerciali, politiche, religioQuale soluzione? se, dell’associazionismo e del Volontariato. Un danno n questi lunghi mesi le discussioni sono state accese culturale e di perdita di posti di lavoro senza precefra i dirigenti regionali e provinciali di Avis Veneto. denti nel mondo dell’informazione, a mio parere ben Fin dagli anni ’90 Dono&Vita è a carico in parte di superiore ai risparmi economici per l’erario. Chi ha potuto e saputo - anche in Avis - ha trasfor- Avis Veneto, in parte delle Avis provinciali e comunamato il proprio periodico in testata on-line, cercando li e delle Abvs. Questa soluzione è servita per responsabilizzare tutta la dirigenza sul comunque di arrivare ai propri periodico associativo e coinvollettori, associando in qualche Diciamo la parola fine gerla nel materiale pubblicato, caso ridimensionamenti rilevanti delle redazioni e dei numeri per la carta stampata? in particolare nelle pagine dedicate alla vita associativa provinpubblicati. Il mondo dell’editociale. Dono&Vita non ha mai ria avisina non ha fatto eccezioni. La questione si è posta anche per noi di Avis voluto essere “solo” la voce dell’Avis regionale, ma Veneto a proposito di Dono&Vita. Nel 2010 invece anche delle “sette sorelle”: le sei Avis provinciale e di quattro numeri ne abbiamo pubblicato tre, con l’Abvs. Il rilevante incremento dei costi ha logorato aumento del numero di pagine sull’ultimo numero. questo patto unitario, unico a quanto sappiamo nel Poi abbiamo cercato di risparmiare riducendo il panorama nazionale. Almeno due Avis provinciali numero di copie inviate attraverso un più rigoroso hanno di fatto proceduto a ridimensionare drasticacontrollo degli indirizzi postali; laddove abitano più mente il numero degli indirizzi ai quali viene spedito Dono&Vita, al fine di contenere i costi economici iscritti al proprio bilancio. A molti donatori, quindi, Dono&Vita non arriva più. Doverosa la domanda: il gioco vale la candela?

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Quali le conseguenze?

nnanzitutto ridurre il numero di copie non significa automaticamente un risparmio proporzionale. Scendendo la tiratura sotto le 100.000 copie (e ci siamo vicini) scatta un aumento dei costi tipografici che vanifica buona parte del risparmio. E questo a carico di tutte le Avis provinciali e di Avis regionale. Per cui il problema spinosissimo rimane quasi immutato, ma più indigesto! Associativamente la questione è assai più complessa. La scelta di inviare Dono&Vita a tutti i donatori è stata presa per rinsaldare il legame fra Avis e donatore che in numerose realtà si è nel tempo affievolito. La scelta dei quattro numeri annui è legata all’intervallo dei 90 giorni fra una donazione di sangue e l’altra. Ogni tre mesi Dono&Vita fa capolino nelle case dei

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Quali proposte per il futuro?

ul tappeto ci sono diverse opzioni, ma bisogna avere la consapevolezza che alcune di loro sono senza ritorno. Certamente una decisione bisogna prenderla; non decidere equivale a prendere la decisione peggiore: logorare la testata e la redazione, avvelenare il lavoro del gruppo dirigente, indisporre i donatori. Non è questo lo stile Avis. E allora? 1) Trasportare totalmente la testata on-line, su internet, eliminando l’invio postale. Avis regionale Veneto ha già attivato nel 2011 la testata on-line (www.donoevita.it). Qui gli aggiornamenti e le notizie sono decisamente più frequenti del numero cartaceo trimestrale. Tuttavia ci vorrà molto tempo perché i donatori si abituino ad accendere il proprio pc per andare a vedere cosa c’è di nuovo su Dono&Vita web. Gli accessi fin qui registrati al sito non sono nemmeno un decimo degli invii postali. Bisogna poi tener presente che Dono&Vita si rivolge soprattutto ai donatori, non solo ai dirigenti Avis, e sono costoro che fanno maggiore difficoltà a connettersi su internet. Ma sono i donatori la forza di Avis e sono loro che dobbiamo informare e acculturare correttamente e puntualmente sui problemi che sorgono via via nel campo trasfusionale e non solo. 2) Ridurre i numeri. Invece di quattro solo tre o solo due. La periodicità è uno dei punti di forza di un periodico; dal punto di vista editoriale “saltare” un’uscita è una tragedia. I quattro numeri sono il numero collaudato minimo per non ridursi a pubblicazione episodica estemporanea, ed è anche il numero giusto per le donazioni di sangue, tenendo conto che uno degli scopi dell’attività associativa è la “fidelizzazione” del donatore. 3) Ridurre il numero di pagine. Una soluzione che non sposta significativamente il problema economico, legato alle copie spedite e all’impegno della tipo-

grafia e della redazione. 4) Riparametrare i bilanci Avis, ritenendo comunque strategico Dono&Vita, accettando di sostenerne i costi, magari tutti a carico di Avis regionale, finanziata con un proprio incremento delle quote associative, ripristinando la solidarietà interna al mondo avisino veneto. L’incremento dei costi potrebbe essere recuperato attraverso un minor onere di altre voci di spesa. Parlo, in particolare, di quelle tradizionali meno sentite di un tempo, dal costo delle benemerenze (invariate come riconoscimento, ma ridotte nel mero costo economico) al costo dei pranzi sociali e delle gite sociali.

Conclusioni

Chi scrive non sa quale saranno le decisioni. Dovranno essere gli organi dirigenti democraticamente eletti a decidere. Abbiamo dinanzi un biennio dalle sfide complesse e difficili, che necessitano di una condivisione importante, perché dall’esito di un serrato confronto con il governo regionale e nazionale e con il mondo professionale uscirà ridisegnato tutto il Sistema trasfusionale dei prossimi vent’anni. Speriamo che Dono&Vita continui a lungo a entrare nelle case e a essere letto, anche commentato in famiglia e con gli ospiti. Lasciato in bella evidenza sul tavolo perché sia un tacito invito per i nostri figli. Per informare e far riflettere, per farci crescere.

DONO&VITA: CHIUSURA O...?

donatori e ricorda loro, con garbo ed educazione, che c’è qualcuno che attende il loro dono. Ma soprattutto Dono&Vita rende conto ad ogni numero dell’impegnativo lavoro svolto dal gruppo dirigente, dei confronti difficili che si svolgono nelle sedi istituzionali sulla questione Sangue&Plasma (vedi articoli in apertura), informa sulle necessità degli ammalati e sul buon (o cattivo) uso che del dono dei donatori viene fatto. Informa inoltre sulle innovazioni di sistema che si rincorrono nel mondo trasfusionale e che coinvolgono anche l’attività donazionale. Dono&Vita ha anche sempre guardato oltre il mondo trasfusionale, facendo educazione alla salute e alla solidarietà, con particolare attenzione al mondo giovanile. Ha poi affrontato spesso temi sociali e di attualità attraverso tante inchieste che - a volte - hanno anticipato di mesi quelle di altri mass media.

Bernardino Spaliviero

Il prezioso parere di voi lettori Questo articolo, come molti altri, sarà pubblicato anche sul sito web del giornale: www.donoevita.it. A tutti ricordiamo che, sotto ogni articolo sul web, è possibile inserire un commento. È solo uno dei tanti modi con cui potete farci avere il vostro parere sugli argomenti trattati in questo articolo (ma non solo). Potete usare anche “normali” mail e/o “antiche” lettere postali. La pagina facebook di RedazioneDonoVita è sempre aperta per i vostri messaggi e, cliccando “mi piace” su www.facebook.com/donoevita potete lasciare in bacheca i vostri pensieri e i vostri suggerimenti sul giornale. Perché il giornale è... “vostro” . 13


TELETHON E RICERCA

Contro fibrosi, sma ed emofilia...

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Anche quest’anno le Avis del Veneto sono state in prima fila nella raccolta fondi per la ricerca genetica a favore di Telethon. Nel numero di giugno, a campagna chiusa, dedicheremo un servizio sulla raccolta Avis riportiamo una notizia diffusa a inizio marzo da Adnkronos Sanità. Notizie che riguardano malattie legate anche al sangue e che ci confermano come gli sforzi per promuovere la ricerca “indipendente” non siano mai vani.

un gene viene copiato in Rna messaggero, prima che questo faccia da stampo per la sintesi proteica alcune sue parti vengono rimosse da un macchinario cellulare specializzato: questa attività è appunto lo splicing ed è importante che avvenga con assoluta precisione". Può accadere però che, a causa di un difetto genetico, la rimozione non avvenga correttamente: il risultato è una proteina difettosa, come accade in una quota significativa dei casi di fibrosi cistica, Sma ed emofilia, allottole molecolari per ovviare alle 'sviste' dei le malattie genetiche su cui i ricercatori si sono macchinari cellulari deputati alla sintesi delle inizialmente concentrati. "Per ripristinare un corretto proteine. A descriverle, sulle pagine di 'Human splicing dei geni che risultano difettosi in queste malattie Molecular Genetics', è uno studio finanziato da - aggiunge Mirko Pinotti, che ha coordinato l'equipe Telethon e dalla Fondazione dell'università di Ferrara italiana fibrosi cistica, coordinato abbiamo sfruttato piccoli Rna “Pallottole” molecolari chiamati U1 snRNA che, da Franco Pagani del Centro internazionale di ingegneria scoperte grazie a Telethon opportunamente manipolati da genetica e biotecnologie (Icgeb) noi, sono capaci di appaiarsi in di Trieste. In collaborazione con modo specifico al gene bersaglio e ricercatori dell'Università di Ferrara, il team triestino guidare correttamente il macchinario addetto allo splicing. ha dimostrato le potenzialità di una strategia terapeutica Si evita così la rimozione di porzioni, che invece vanno a base di piccoli Rna contro tre gravi malattie genetiche: mantenute nella proteina matura". la fibrosi cistica, l'atrofia muscolare spinale (Sma) e Nelle cellule, spiega ancora Pinotti, "il sistema ha l'emofilia. funzionato perfettamente e ci ha consentito di ripristinare livelli sufficienti di proteina funzionante. Nel caso dell'emofilia, i livelli di correzione raggiunti, se ottenuti nei pazienti, sarebbero abbondantemente sopra la soglia terapeutica". Rispetto alla terapia genica classica, questa strategia offre il vantaggio di correggere il difetto genetico direttamente in loco, lasciando il gene al suo posto e mantenendone così i naturali meccanismi di regolazione. Inoltre, in questo modo si possono potenzialmente trattare anche malattie dovute a difetti in geni molto grossi e complessi, che non sarebbero facilmente trasportabili con alcuni vettori attualmente disponibili. Infine, si potrebbero trattare così anche malattie a eredità dominante, dove il risultato del difetto genetico non è l'assenza di una proteina, ma la presenza di una proteina anomala dagli effetti tossici: in questi casi non serve una copia corretta del gene, ma si deve neutralizzare l'effetto dannoso della proteina difettosa. "Il prossimo obiettivo - conclude Pagani - sarà perfezionare "Ma l'elenco potrebbe anche allungarsi, perché il bersaglio ulteriormente questa tecnica e verificarne l'efficacia anche nel di queste 'pallottole' è un meccanismo cellulare modello animale di queste malattie veicolando i piccoli Rna fondamentale, lo splicing, che risulta compromesso in in vettori virali, gli Aav. Potenzialmente sono davvero tante tantissime patologie di origine genetica - sottolinea Pagani le patologie di origine genetica dovute a problemi di splicing: - dobbiamo pensare ai nostri geni come a una sequenza la nostra speranza è quindi quella di mettere a punto una di informazioni discontinua: solo una porzione del strategia non solo mirata, ma anche ad ampio raggio d'azione". (Fonte: Adnkronos, 1° marzo 2012) contenuto va effettivamente tradotta in proteina. Quando

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Basta una firma per aiutare la ricerca n ultima di copertina c’è l’invito a firmare anche Istituti di ricerca del Veneto per avviare nuovi filoni quest’anno, nella prossima dichiarazione dei reddi- di ricerca sull’utilizzo di cellule staminali in mediciti che ognuno di noi deve presentare, per il 5x1000 a na. Molto di quello che potremo fare dipende anche favore delle Avis regionale e delle provinciali. Ci sem- da tutti voi e da una semplice firma vostra o di vostri bra doveroso fornire a questo proposito alcune infor- parenti e amici. I responsabili della Fondazione mazioni aggiuntive su tale posTes Onlus il prof. Pierpaolo sibilità di aiutare le iniziative Parnigotto e la dott.ssa Rosa (in particolare la ricerca) e su Dove vanno, dove andranno Di Liddo sono sempre disponidove vanno esattamente i fondi bili a partecipare e organizzare i fondi del 5x1000 Avis destinati ad Avis regionale. incontri e convegni di informaChe cos’è il 5x1000? Si tratta zione su tali argomenti con le della possibilità di destinare una quota della propria nostre Avis. Per contatti e informazioni rivolgersi alla imposta sul reddito delle persone fisiche a organizza- segreteria di Avis Veneto. Ricordiamo ancora una zioni non profit. volta che il codice fiscale di Avis Regionale Veneto, È una tassa aggiuntiva? NO, si tratta di decidere di da indicare per destinare il 5x1000 è il seguente: destinare una quota, pari appunto al 5x1000, delle 94019690265. imposte che già paghiamo. Come si fa a donare? Basta firmare nell’apposito riquadro che si trova nella dichiarazione dei redditi (CUD, 730, UNICO) e riportare nell’apposito spazio il codice fiscale dell’associazione prescelta. Perché chiediamo il 5x1000? Avis regionale Veneto sostiene la ricerca scientifica per utilizzare al meglio il sangue che i suoi volontari donano. L’Avis regionale Veneto è socia della Fondazione Tes Onlus (www.fondazionetes.it) che collabora con l’Università di Padova (Dipartimento di Medicina Rigenerativa) e con le Ulss di Rovigo e Treviso. Con le somme raccolte finanziamo la ricerca che studia le cellule staminali presenti nel sangue periferico. Queste cellule staminali sono capaci di autoriprodursi e di trasformarsi in altre cellule del nostro corpo (osso, cuore, pelle, sangue, intestino ecc.). Che cosa stiamo facendo? L’obiettivo della ricerca è quello di individuare e isolare le cellule staminali presenti nel sangue del donatore, coltivarle e fare in modo che si trasformino secondo le nostre indicazio- ASSEMBLEA REGIONALE 2012 - Si svolgerà a ni. Avremmo così la possibilità di creare dei cosiddet- Lazise, in provincia di Verona, la 41ª Assemblea ti “pezzi di ricambio”. Nel corso del 2011 abbiamo regionale di Avis Veneto. La data prevista è sabato 21 contribuito con 31.000 euro all’acquisto di un parti- aprile e, come abbiamo anticipato nello scorso colare microscopio in grado di individuare le cellule numero, i delegati degli oltre 120mila donatori avisistaminali nel sangue. Inoltre, tramite la Fondazione ni veneti si troveranno nella splendida sede dell’Ex Tes, partecipiamo al pagamento di alcune borse di Dogana sul lungolago. CONVENZIONE AVIS-UNICREDIT - È stata studio per giovani ricercatori. Quali i progetti a breve? Finanziare due borse di rinnovata la convenzione Unicredit a favore delle studio per ricercatori che lavorano sulla trasformazio- Avis del Veneto. È valida solo per le persone giuridine di cellule staminali in cellule del sangue (per cura- che, quindi per le sole Avis e non per i singoli. Le re i tumori del sangue), in cellule dell’osso (per curare condizioni bancarie riservate all’associazione sono gravi fratture o perdite d’osso), in cellule della trachea particolarmente favorevoli. Per chiarimenti rivolgersi e in cellule del sistema nervoso. C’è anche sul tappeto presso l'Agenzia Unicredit dove già si ha il c/c o all'ail progetto di ottenere nuove collaborazioni con altri genzia presente nel proprio comune.

5X1000 E RICERCA

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In breve dall’Avis Regionale Veneto

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Donatori Avis-Fidas assieme al Tempio GIORNATA MONDIALE DEL DONATORE DI SANGUE

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na festa all’insegna delle novità quella che i donatori di sangue si preparano a vivere, come ogni anno, a metà giugno, in occasione della “Giornata mondiale del donatore”. La prima sta nel titolo scelto “Chi dona ha una meta precisa” che racchiude in sé l’obiettivo del gesto del volontario del sangue: aiutare il malato. Ma la meta per un avisino è anche il Tempio internazionale del donatore, che nel 1962 è stato eretto nel trevigiano, sul Monte Cesen, quale luogo di ritrovo di coloro che hanno fatto della solidarietà una propria missione. Proprio il tempio, a Pianezze di Valdobbiadene, terra nota in tutto il mondo per il suo Prosecco, è stato scelto quest’anno dall’Avis regionale Veneto per la sua festa itinerante, dopo il successo delle edizioni precedenti nelle province di Venezia, Padova, Rovigo, Verona e ancora di Treviso. Ma non finisce qui. La seconda grande novità sarà, infatti, la presenza accanto ad Avis e Abvs, dei “colleghi” donatori di sangue della Fidas, in una festa che è stata organizzata insieme dalle tre realtà associative del Veneto, c o n i l p a t r o cinio del Comune di Va l d o b b i a d e n e . Non casuale, inoltre, la scelta di Pianezze: il suo Tempio,

infatti, compie quest’anno mezzo secolo di vita e l’abbraccio dei donatori a cui è dedicato è sembrato il miglior modo per festeggiarlo. Essendo circondato da monti, infine, il luogo incantevole e suggestivo offrirà ai partecipanti la possibilità di godere delle bellezze della natura e del paesaggio con una passeggiata panoramica guidata dal Corpo Forestale o con una più impegnativa escursione lungo il “Sentiero del donatore” con partenza da San Pietro di Servizi a cura di Michela Rossato Barbozza.

Il programma della manifestazione

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usica, escursioni, Messa e spettacoli. È ricco il programma della Festa regionale del donatore di sangue, che quest’anno si svolge nella suggestiva cornice della Pedemontana trevigiana. Si comincia venerdì 15 giugno con lo spettacolo dei “Los Massadores”, il travolgente gruppo musicale che sta spopolando in Veneto. A ingresso gratuito, si svolgerà in piazza Marconi a Valdobbiadene, a partire dalle ore 21. Domenica 17 giugno, invece, la giornata si aprirà con il ritrovo dei partecipanti dalle ore 8 in poi nell’ampio parcheggio di via della pace (vicino al cimitero) a Valdobbiadene. Alle ore 9 (per chi lo desidera) ci sarà la partenza in pullman per San Pietro di Barbozza, da cui inizierà alle 9.30 l’escursione da Valdobbiadene a Pianezze lungo il “sentiero del donatore”, su un percorso di circa 5 chilometri, con dislivello di 700 metri e una

durata di circa 2 ore e mezza. Sempre dal piazzale di via della Pace dalle ore 9.45 e mediamente ogni mezz’ora fino alle 11.30, partenza dei bus navetta per Pianezze. Alle 10.30 partenza da Pianezze della passeggiata panoramica, guidata dal Corpo Forestale. Alle ore 12.30 si svolgerà la Santa Messa presso il Tempio internazionale del donatore e alle 13 il pranzo al sacco, messo a disposizione dall’organizzazione previa esibizione dell’apposito buono. Sarà costituito da un cestino (primo, panino, frutto, dessert e bibita) e potrà essere consumato nella struttura fissa coperta o all’aperto. Il pomeriggio, dalle ore 15, sarà tutto dedicato al divertimento con spettacoli d’intrattenimento, mostra fotografica, concerto corale, sbandieratori e giochi per bambini. Dalle ore 16 e ogni mezz’ora fino alle 17.30 partenza dei pullman da Pianezze per il rientro al parcheggio. Per informazioni e prenotazioni, rivolgersi alla propria Avis comunale.


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l Tempio internazionale del donatore è stato voluto e ideato da un gruppo di dirigenti avisini di Valdobbiadene. Sorge alto sulla sottostante pianura trevigiano-veneta, in località Pianezze, alle falde del Monte Cesen a quota 1070 metri sul livello del mare. L’ispiratore fu il presidente dell’Avis di Valdobbiadene, cav. Titta Cecchella. Nell’agosto 1962 venne benedetta la Croce nel punto dove doveva sorgere il Tempio, e il 16 ottobre dello stesso anno venne depositata la prima pietra, anzi le prime pietre che sono i sassi del fiume Piave portati in grande quantità a Pianezze dai contadini avisini di Valdobbiadene con i loro trattori. Già nel 1964 funzionava la cripta per la celebrazione della Santa Messa e nel 1969, dopo la visita dell’allora presidente nazionale e fondatore dell’Avis, Vittorio Formentano, il Tempio fu innalzato. Nel 1976 i marmisti della Valpantena (Verona), con il contributo della Fidas nazionale, posero in opera il pavimento. Nel 1978 fu firmata una convenzione tra la Parrocchia di Valdobbiadene, Avis e Fidas, per la gestione del Tempio. Nel 1979 il Tempio venne consacrato con una grande cerimonia dal vescovo di Padova, mons. Bordignon e nel 1986 venne inaugurato il grande affresco dell’abside del Tempio, opera del prof. Carmelo Pozzolo di Forlì e donato dalla Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia e Fratres. Risale al 1989, invece, l’inaugurazione dei quadri bronzei della Via Crucis, sempre opera del Pozzolo. Nel 1993, alla presenza del presidente

dell’Avis nazionale Mario Beltrami, del sindaco di Valdobbiadene, del presidente dell’Avis regionale Rino Rosso e di moltissimi donatori, è stato inaugurato l’adiacente “Centro culturale e di accoglienza don Vittorio Gomiero”. La struttura è capace di contenere oltre 500 persone, con servizi e cucine. Nel 1993 viene aperto “Il sentiero del donatore”, un percorso ecologico che parte da San Pietro di Barbozza, ai piedi del Monte Cesen, e arriva al Tempio di Pianezze, scoperto dal donatore Genio Mazzolenis e inserito nelle mappe escursionistiche della zona. Attualmente il Tempio è gestito da un Comitato formato da rappresentanti nominati dall’Avis regionale, dall’Abvs, dalla Fidas e dall’Aido, con presidente il geom. Vittorio Dall’Armi. Il Tempio è un inno e un invito alla pace, perché affonda le sue radici nelle vecchie trincee della Grande Guerra 1915/18 che costò lutti e sofferenze infinite alla gente di quelle terre tra il fiume Piave (Sacro alla Patria) ed il vicino Monte Grappa. E’ dedicato al “Sangue preziosissimo di Gesù” sia a ricordo del sangue “versato” dai soldati italiani, austriaci e di altre nazioni, sia in onore del sangue “donato e versato” dai donatori in favore di tanti ammalati. Il Tempio è meta di numerosissimi gruppi di associazioni di volontariato da ogni parte d’Italia e anche dall’estero.

Una band di ‘avisini’ nata per solidarietà: Los Massadores!

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Los Massadores sono nati per promuovere con concerti la raccolta fondi in aiuto alla popolazione di Vallà di Riese, (loro paese natìo), nel trevigiano, colpita duramente da una tromba d’aria del 2009. La canzone d’esordio “Joani” ha raccolto un incredibile successo e poco alla volta si sono fatti conoscere in tutto il Veneto per la loro originalità e capacità esecutiva con brani dialettali e non, che affrontano in tono ironico quelli che sono i problemi reali della gente e il tema della solidarietà. Sono in sette: Matteo Guidolin, Mauro Berti, Luca Giacomazzi, Dario Antonin, Andrea Piccolo, Andrea Bosa e Francesco Tieppo. La band si è esibita per l’Avis di Castelfranco Veneto lo scorso ottobre, richiamando in piazza Giorgione oltre 7 mila persone. Una serata indimenticabile che hanno dedicato alla donazione del sangue e all’Avis, vestendo anche i panni di globuli rossi e bianchi, virus e anticorpi. Della stessa Avis sono

diventati testimonial, si sono sottoposti agli esami di idoneità, alcuni sono già diventati donatori e altri lo diventeranno a breve. I “Los Massadores” sono stati di recente proclamati “Il personaggio dell’anno” da un sondaggio tra i lettori del quotidiano “La Tribuna di Treviso”, raccogliendo il 53% delle preferenze. Hanno all’attivo 3 cd: “E’ ora di opporci”, “Casa Giacomazzi” e “Scheiline”.

GIORNATA MONDIALE DEL DONATORE DI SANGUE

Pace e unione per 50 anni

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AVIS A TUTTA MUSICA

Quando si dice avisino di... Ferro L

’amore è una cosa semplice… e adesso con Avis te lo dimostrerò! Sarà questo lo slogan che campeggerà sui manifesti, materiale informativo e gadget che Avis distribuirà durante i concerti del nuovo tour di Tiziano Ferro, che partirà il 7 aprile da Mantova e toccherà via via tutta Italia, con alcune date ancora in via di definizione. Per la terza volta l’artista di Latina ha accettato di prestare la sua immagine e la sua voce per promuovere la donazione di sangue tra le nuove generazioni e per la terza volta Avis lo segue in tour, affidando ai giovani il compito di curare e allestire uno stand all’interno delle aree predisposte per i concerti nel quale daranno informazioni ai fan presenti, raccogliendo promesse di donazione e distribuendo gadget targati Avis. La campagna, fortemente voluta dalla Consulta Giovani di Avis nazionale, è destinata ad un vasto pubblico di adolescenti e giovani adulti.

Basandosi sull’esperienza dalle passate edizioni si stima, infatti, che a ogni tappa del tour il messaggio pro donazione lanciato da Tiziano sarà rivolto a moltissime persone: da un minimo di 5 mila ad un massimo di 13 mila persone per ogni concerto, arrivando presumibilmente ai 50 mila dello stadio Olimpico di Roma. Un grazie a un grande “avisino di... Ferro”. Anche i giovani volontari veneti saranno coinvolti nelle quattro date finora previste nella nostra regione: il 7 maggio al Palaverde di Villorba di Treviso e il 10, 12 e 13 maggio all’Arena di Verona. Come già avvenuto in passato, Avis nazionale metterà a disposizione dei volontari impiegati all’interno dei palazzetti del materiale promozionale: poster 70x100, locandine 30x60, segnalibri, brochure informative e spillette. I volontari saranno riconoscibili dalle magliette Lucia Delsole ufficiali del tour e dalle felpe Avis.

Una promessa e un’amicizia mai tradita N

on poteva che essere dedicata a Tiziano Ferro la copertina di questo numero di “Dono & Vita”. Mantenendo fede alle sue promesse, mai venute meno negli ultimi cinque anni, l’artista ha riconfermato per la terza volta la sua collaborazione con l’Avis, dedicando alla donazione del sangue anche il nuovo tour del 2012 in partenza ad aprile. Dal palco, durante i concerti, tornerà a parlerà al suo pubblico della mission dell’associazione, invitando i giovani e giovanissimi, ma anche i loro genitori, ad avvicinarsi al dono del sangue che nel nostro Paese già coinvolge oltre un milione di persone. Tante, ma non abbastanza. In Veneto, dove è seguitissimo e di dove è originario il padre, (ma anche dove per la prima volta ha

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indossato la felpa Avis a Padova nel 2008 tra gli applausi del pubblico), sarà un gradito ritorno. Da due iniziali le date a maggio sono diventate quattro e già si preannunciano da tutto esaurito. Oltre che uniche, emozionanti, data la suggestiva cornice che solo l’Arena di Verona sa creare! Presentato in anteprima a novembre al teatro D’Annunzio di Latina al suo Fan Club, il nuovo album che dà il nome al tour incarna perfettamente l’indole di Ferro. Con “L’amore è una cosa semplice” Tiziano esalta il sentimento più alto nel modo più semplice e diretto: attraverso la musica. Ancora una volta un titolo che calza a pennello ai donatori di sangue, che nel donare parte di sé compiono un grande, ma semplice, gesto d’amore verso il prossimo che soffre. Anche nel 2007, con il tour “Nessuno è solo”, Tiziano aveva voluto sottolineare in un’intervista esclusiva alla nostra redazione che anche i donatori non lasciano mai solo chi ha bisogno. Lo stesso dicasi per il tour 2009, quando nel titolo “Alla mia età” aveva racchiuso anche i mille messaggi a cui vengono sottoposti i giovani d’oggi, tra i quali quello di fare del bene al


Le date del Tour Ecco, al momento di andare in stampa, le date del tour 2012 di Ferro: 7 aprile Palabam di Mantova, 10 e 11 aprile Palaolimpico di Torino, 13 aprile Unipol Arena di Casalecchio di Reno (Bo), 15 aprile Palasele di Eboli (Sa), 17 e 18 aprile Palasport di Acireale (Ct), 21 e 22 aprile Palamaggiò di Caserta, 25 e 26 aprile Mandela Forum di Firenze, 28 aprile Adriatic Arena di Pesaro, 2, 4 e 5 maggio Mediolanum Forum di Assago (Mi), 7 maggio Palaverde di Villorba-Treviso, 10, 12 e 13 maggio Arena di Verona, 15 maggio Palaevangelisti di Perugia, 17 maggio PalaOlimpico di Torino, 19 e 20 maggio 105 Stadium di Genova, 23 maggio Hallenstadion di Zurigo (Svizzera) e 14 luglio Stadio Olimpico di Roma. Dovunque i giovani Avis saranno presenti per diffondere il messaggio di solidarietà della nostra associazione.

E se la ‘Musica è nel Sangue’ posson nascere nuove star L a quarta edizione di Musica nel Sangue è entrata nel vivo… o meglio, nel web! Musica nel Sangue è il progetto promosso in Veneto dalle Associazioni di Donatori Sangue Avis, Fidas e Abvs con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani sul tema della donazione e, sul lungo periodo, di promuovere la cultura della solidarietà e del coinvolgimento diretto. La sezione “Musica nel Sangue School Contest” si rivolge con particolare attenzione agli studenti degli Istituti Secondari di II grado del Veneto: è una gara-concerto che si propone di utilizzare la musica come veicolo di valori positivi, valorizzando la creatività e il potenziale musicale giovanile, favorendo momenti di condivisione, scambio e riflessione fra i ragazzi. Dopo la fase scolastica, che ha visto in prima linea i 51 Istituti Superiori (di cui 6 della provincia di Venezia, 6 di Belluno, 12 di Padova, 4 di Rovigo, 5 di Treviso, 10 di Verona, 8 di Vicenza) impegnati nell’organizzazione dei live, si è entrati nel web! Ciascun Istituto, infatti, ha caricato sul portale www.musicanelsangue.it il video dell’esibizione scolastica dei singoli artisti e/o dei gruppi. Gli utenti del web hanno avuto tempo fino al 31 marzo per visionare i live e votare i loro preferiti. Da questa sfida sul web, infatti, usciranno 36 brani (i 12 più votati per ciascuna categoria: musica originale, musica cover e musica originale a tema Solidarietà), che si scontreranno, chitarre e microfoni alla mano, in occasione di due grandi live organizzati in due diversi Istituti Scolastici. In 24 accederanno alla finale che si terrà sabato 5 maggio nell’Auditorium Sant’Artemio pres-

AVIS A TUTTA MUSICA

prossimo, ad avvicinarsi al dono del sangue che è tra le più alte forme di volontariato. Tiziano più volte ha, infatti, dichiarato che i giovani sono molto sensibili ai valori della solidarietà, ma che non vengono abbastanza informati. Per questo si è reso disponibile a farsene portavoce anno dopo anno, tour dopo tour, visti anche i positivi risultati (in termini di nuovi donatori) registrati grazie alle sue parole. Non solo. Per ricordare il messaggio ai ragazzi, Ferro e il suo staff hanno voluto il logo Avis sulla copertina del cd e il logo e il link Avis anche sul sito www.livenation.it. Appare, insieme a Rtl 102,5 e American Express, proprio sulla finestra dove si prenotano i biglietti dei concerti finora programmati in Italia. Insomma, questa nuova collaborazione darà la possibilità di lanciare messaggi positivi e di raggiungere le nuove generazioni attraverso il loro linguaggio, nel loro ambiente, attraverso i loro luoghi di aggregazione live (i concerti) e virtuali (internet e i social Michela Rossato network). Che la musica inizi…

so la sede della Provincia di Treviso. Musica nel Sangue non è però un progetto che si rivolge solo alle band scolastiche venete. Con Showcase, contest musicale aperto a tutte le band italiane che vogliono farsi conoscere, i singoli artisti o gruppi hanno tempo fino al 15 aprile 2012 per caricare la propria musica (brani o video) sul portale www.musicanelsangue.it. La community del sito e la giuria di qualità decreteranno il miglior gruppo, che avrà la possibilità di suonare come headliner alla Finale di Musica Nel Sangue School Contest. Il progetto, curato anche per quest’edizione da Heads Collective e finanziato dal fondo interassociativo Avis-Fidas è realizzato con il patrocinio della Regione Veneto.

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Oltre 60mila “clic” con soli 23 tubi È

arrivato il momento di tirare le somme per chi ha volontari e dirigenti avisini si sono impegnati a valuideato e sostenuto il progetto “E tu che donato- tare la qualità dei video e il messaggio trasmesso, quere sei” dei giovani dell’Avis provinciale di Venezia sta la classifica: 1) Genisteo (Catania); 2) Tris81 affiancati da Avis Veneto. I risultati sono più che (Roma); 3) Sliding Theory (Ivrea, Torino). lusinghieri e premiano chi ha lavorato con costanza e Questi i sei video che sono risultati quelli più votati, convinzione in questa nuova ma tutti i 23 partecipanti iniziativa. Prima di tutto, meritano una menzione per Grandissimo successo per l’impegno e l’inventiva che onore ai vincitori! Questi i primi tre classificati con le traspare dai loro lavori. E “E tu che donatore sei?” votazioni del popolo di intersono 23 giovani (ma più net: 1) Naparte Studio spesso gruppi di giovani) pro(Napoli); 2) Pakymen (Avellino); 3) I Gocciolini venienti da tutta Italia. Youtube, facebook, internet, (Molfetta, Bari). Altri tre video verranno però pre- strumenti che raggiungono ovunque e che amplificamiati accanto a questi e sono quelli che hanno otte- no fortemente il messaggio avisino: 62440 le visuanuto il punteggio più alto dalla giuria di qualità; lizzazioni totali del canale youtube dedicato (https://www.youtube.com/user/etuchedonatoresei#g/u). Ben 44600 sono state solo quelle del video dei Nirkiop, i nostri primi sostenitori (nella foto qui a sinistra). Il Contest infatti ha avuto il sostegno di tanti famosi youtubers che gratuitamente hanno promosso e divulgato la nostra iniziativa creando video fuori concorso e promuovendo l’Associazione anche sui loro canali. Questo tramite anche il prezioso intervento del project manager Leonardo Pavanello e dell’Agenzia ShowReel di Milano, Il progetto ha visto anche la realizzazione di una pagina Facebook dedicata. Superato il traguardo dei 900 fan - il 900° è stato premiato con una maglietta realizzata per il Contest - al momento di andare in stampa si sfiorava quota mille. Pensate che sia finita qui? Vi sbagliate di grosso. I volontari cercano ogni

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modo per raggiungere i nuovi possibili donatori, allora perché non sfruttare l’inventiva e la creatività anche in un altro modo? È già partito infatti un mini contest fra gli youtubers più famosi che stanno realizzando in questi giorni dei corti di 10 secondi; quello che verrà ritenuto più adatto sarà proiettato nei cinema della Provincia di Venezia e forse anche della regione! Adesso ci aspetta la serata finale che sarà ospitata dal locale “AI Beerbanti” di Mestre venerdì 23 marzo alle 21 e vedrà la premiazione dei vincitori e la proiezione di tutti i video.Una piccola

considerazione finale; il lavoro è stato tanto, l’impegno di alcuni volontari costante e a volte faticoso ma i risultati ci sono, anche con un limitato uso di risorse economiche.. la volontà e l’innovazione a volte possono molto! Venerdì 23 marzo, mentre questo numero era in tipografia, a Mestre si svolgevano le premiazioni dei sei vincitori arrivati da tutta Italia. Sul prossimo numero le immagini e la cronaca che potrete trovare in anteprima anche su www.donoevita.it e sulla pagina facebook del contest e di DonoeVita stesso.

Il lancio “ufficiale”? Il 1° dicembre con il... Teatro

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l lancio ufficiale di “E tu che donatore sei?”, il primo social contest promosso dai giovani dell’Avis provinciale di Venezia con il contributo di Avis Veneto e della Provinciale stessa, era avvenuto giovedì 1 dicembre a Concordia Sagittaria, nell’ambito di una serata voluta da tutte le Avis del mandamento di Portogruaro. La presenza di oltre 200 spettatori al Cinema C di Concordia dimostra il successo dell’iniziativa, che ha coniugato alla perfezione attrattiva per il pubblico e attività promozionale. La serata ha visto all’opera il gruppo teatrale “La Bottega” nella rappresentazione de “La bottega del caffè” di Goldoni, che ha strappato applausi generosi al pubblico presente. Lo spettacolo è stato preceduto dalla proiezione del filmato promozionale sul dono del sangue realizzato da Renato Villalta, avisino e attore amatoriale dello stesso gruppo teatrale, con la consulenza del dott. Alberto Passoni del Centro trasfusionale di Servizi di Manuela Fossa e Dario Piccolo Portogruaro.

A Resana giovanissimi in visita a San Patrignano R itorna quest’anno “Avis Resana x la vita” con una nuova iniziativa che vedrà coinvolti i ragazzi delle scuole medie del Comune trevigiano. In occasione dei festeggiamenti per il 40° anniversario di fondazione, l’associazione presieduta da Stefano Bosa ha deciso di rinunciare alle solite celebrazioni e di promuovere invece una due giorni di sensibilizzazione contro la droga per i ragazzi della terza media dell’Istituto Comprensivo di Resana. Il 18 e il 24 aprile, infatti, gli alunni delle classi terze faranno visita alla Comunità di San Patrignano presso il centro operativo di San Vito di Pergine (Tn). Una visita, promossa dall’Avis in collaborazione con gli insegnanti della scuola, che servirà ai ragazzi per conoscere gli ospiti della comunità fondata da Vincenzo Muccioli. I ragazzi, suddivisi in due gruppi, passeranno una giornata a fianco di ex tossicodipendenti che

racconteranno la loro esperienza e la loro voglia di uscire dal “tunnel” della droga. “Si tratta di una iniziativa che abbiamo voluto promuovere per far capire ai ragazzi quanto sia importante la vita e quanto sia importante uno stile di vita sano e corretto spiegano i promotori - egoisticamente potremo dire che noi vogliamo dei donatori di sangue… e per essere donatori sicuramente non si può far uso di droghe! San Patrignano è un esempio di recupero di giovani che può rappresentare un monito verso i ragazzi a non cadere nel “tranello” delle droghe… L’unico ago che noi vogliamo che i nostri giovani conoscano è quello che serve per donare sangue agli ammalati!”. L’iniziativa “Avis Resana x la vita… contro la droga” è stata presentata in occasione dell’undicesima edizione del concorso “Il sangue e la donazione” che si è concluso il 10 marzo con la premiazione dei temi e dei disegni vincitori.

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Riflessioni sulla... partecipazione P

er l’Avis Mestre-Marghera anno nuovo all’insegna del rinnovamento dopo un 2011 un po' fiacco, con il numero delle donazioni in calo, nonostante le numerose iniziative di sensibilizzazione e un numero di donatori per lo meno stazionario. Dopo la Festa del donatore, che ha visto la partecipazione di circa 300 persone su un bacino di potenziali 4800 soci, anche la festa organizzata dal Gruppo Giovani ha riscontrato una partecipazione al di sotto delle aspettative. Forse la formula della festa non è più adatta ai cittadini di Mestre e Marghera? Per i pochi intervenuti si sono esibiti i bravissimi Malika Jamilah (band di giovani musicisti “creativi” con la passione per la musica reggae, l’hip hop, il soul il jazz e il funk, con influenze di musica tribale e beduina) e di seguito il Disc Jockey Marco Capuzzo, che ha fatto ballare gli irriducibili rimasti dopo il live. Una bella festa, non c’è che dire, peccato per chi se l’è persa! “Siamo stupiti - ha commen-

tato Valentina, referente giovani Mestre – la festa del donatore e quella dei giovani sono eventi che dedichiamo alla cittadinanza, in particolar modo ai soci donatori, è un modo per ringraziarli. Non capiamo il motivo di una partecipazione così limitata!”. Iniziative simili riscuotono sempre grande successo nelle Avis comunali più piccole, dove con il passaparola e qualche volantino si riescono a radunare centinaia di persone. Evidentemente non funzionano in una città come Mestre, troppo grande per potersi affidare al contatto diretto e troppo piccola per poter contare su una più ampia base di residenti a cui destinare gli inviti. Probabilmente, l’Avis è percepita come un’associazione legata al mondo della sanità e non alla promozione del dono tramite eventi ludici. I giovani abitanti del territorio mestrino, però, sembrano sordi a qualsiasi tipo di invito, sia esso per una donazione o per una festa. Si spera che prima o poi capiscano e si diano una mossa... se non altro per andare a donare il sangue. I volontari della Comunale, comunque, non intendono mollare la presa e per il 2012 stanno già organizzando nuove iniziative: la prima è già online! Grazie al sondaggio consultabile sulla pagina facebook “Avis MestreMarghera” tutti potranno esprimere la propria opinione per aiutare l’Avis a trovare la strada giusta nella sua attività di promozione in un territoFulvia Chiaro rio particolare.

Teatro ‘Capo.otloV’ a Treviso il 27 aprile L

o spettacolo finale andrà in scena venerdì 27 aprile alle 21 presso il Teatro Aurora di Treviso (durata circa 45 minuti). È il frutto del laboratorio teatrale “Il Teatro nel corpo”, condotto da Marka Tosser e originato dal Forum Giovani di Valdobbiadene del 2009. Un gruppo di giovani avisini ha lavorato attorno al progetto in questi mesi, sostenuto da Avis regionale e dalla Provinciale di Treviso. È la stessa Marika Tosser a spiegarci la natura dell’iniziativa del “Teatro capovolto”. “Questo laboratorio è ricerca teatrale, anche se i partecipanti non sono degli attori. Non è un incontro col teatro classico e tradizionale. Da un punto di vista prettamente tecnico si tratta di un complesso percorso alla scoperta delle proprie possibilità creative, attraverso la fiducia reciproca e l'accettazione dei propri limiti. Da un punto di vista culturale si tratta di avvicinarsi ai concetti di donazione e scambio, nel delicato equilibrio/squilibrio del nostro quotidiano e della nostra epoca. L'incessante scambio di idee, considerazioni e proposte vede i partecipanti veri e propri creatori della performance, artefici di un momento teatrale che desiderano simbolico e significativo nella sua proposta finale”. Inutile dire che l’ingresso al Teatro sarà libero e che tutti sono invitati. Appuntamento, quindi, la sera di venerdì 27 aprile nel capoluogo della Marca... gioiosa et donatora.

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IL BELLO DEL VENETO: IL MONTELLO

Un monte che è una collina

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IL BELLO DEL VENETO: IL MONTELLO 24

La Storia, le tante storie e le leggende I

l Montello (el Montèl), un modesto rilievo montuoso con la località Colesel Val dell’acqua a 371 mt s.l.m. come massima altitudine, domina la parte nord-ovest della provincia di Treviso e si estende da Nervesa della Battaglia a Montebelluna, con il Piave che lo lambisce a Nord. È un rilievo molto peculiare dal punto di vista geologico, infatti il nome stesso ne indica l’altezza modesta, non è una vera e propria collina e neppure una montagna, la sua origine è legata al processo orogenetico delle Alpi. Questa altura si è formata e continua a crescere a causa dello scontro fra il continente Europeo e quello Asiatico, in pratica è un fenomeno periferico legato a questo movimento dei continenti, però la sua crescita è stata ostacolata dal corso del Piave che nei millenni non era imbrigliato da dighe, sbarramenti e quant’altro e quindi ebbe modo di levigarne la superficie con l’ausilio degli agenti atmosferici, il tutto ha poi dato origine ai fenomeni che interessano la zona, come doline e grotte. All’occhio poco attento dell’osservatore potrebbe sfuggire la mancanza di ruscelli e altri corsi d’acqua superficiali, infatti le riserve idriche della collina scorrono in anfratti sotterranei, così le acque fuoriescono da alcune importanti e suggestive sorgenti, come il Forame sul versante meridionale. Oggi il Montello è completamente diviso in lotti di

proprietà privata e la selva copre la maggior parte del territorio dove troviamo i famosi roveri utilizzati dalla Repubblica di Venezia nell’Arsenale e che avevano indotto la Serenissima a far suo il Montello e a custodirlo e tutelarlo dal XIV al XVIII secolo preferendolo a Cansiglio e Cadore per la sua vicinanza al Piave per il trasporto dei tronchi. Dopo la caduta di Venezia, nel Montello cominciarono a sorgere insediamenti urbani come Santa Croce, Santi Angeli e Santa Maria della Vittoria, e, da allora, inizia l’abbattimento indiscriminato degli alberi ad alto fusto per far spazio all’agricoltura. Possiamo quindi dire che la vegetazione odierna è quella che la grande deforestazione della guerra 1915/18 aveva operato per questioni belliche. Oggi la robinia è pianta imperante, mentre nel dopoguerra furono piantate nuovamente betulle, conifere, faggi e roveri, questi sono alcuni degli alberi che si notano maggiormente assieme ad altre varietà che un po’ alla volta si stanno inserendo nel variegato mondo boschivo del Montello, accrescendo la sua già ricca biodiversità con il sottobosco ricchissimo di funghi, in particolare chiodini. Anche la fauna si sta impossessando del territorio, si è infat-


oltre il Piave: era il 15/16 gennaio 1918. Angelo Marini, presidente dell’Avis comunale di Santa Maria della Vittoria (un’Avis comunale senza “Comune”, ma formata dai donatori di altri comuni residenti sul Montello, ndr), ci ha accompagnati nei siti della Grande Guerra, la giornata era molto bella ma fredda, 7° C sotto zero, durante la notte si sono toccati anche gli 11-12° C sotto zero, l’appuntamento ai piedi del grande Ossario dei Caduti a Nervesa della Battaglia era di lunedì, giorno di chiusura del monumento, però, arrampicandoci sulla rete di protezione, siamo almeno riusciti a fotografarlo (foto sopra). Angelo, che conosce bene le deviazioni delle varie prese, ci guida lungo la strada che, in 21 km, attraversa tutta la dorsale del Montello, per visitare alcuni dei monumenti. La prima tappa è la colonna romana presso Casa Benedetto, presa nr. 10, dove si può ammirare il Piave, la storia della colonna è ben descritta per il visitatore e, a pochi metri, c’è il fortino osservatorio da dove re Vittorio Enanuele III ispezionava il fronte nord del Montello e la destra Piave. Poco lontano troviamo il santuario di Santa Maria della Vittoria, quattro colonne in cemento formano

IL BELLO DEL VENETO: IL MONTELLO

ti notata la presenza di aquile reali, gufi reali e tante altre specie che hanno scelto il Montello per svernare. La rete viaria è molto semplice: c’è una strada che va da Nervesa a Montebelluna e attraversa tutta la sommità del Montello, intersecata da 21 strade di presa, ricordo dell’assetto forestale imposto dalla Serenissima per prendere il legname che riforniva il suo arsenale e per costruire le palafitte su cui si fonda l’intera città di Venezia. Il bosco del Montello, per la sua quiete e isolamento, fu scelto in passato come luogo di ritiro spirituale e fu designato come sede per la costruzione della Certosa di San Girolamo e dell’Abbazia di Sant’Eustachio, rimasti intatti fino al 1915/18, quando la Grande Guerra li rase al suolo, oggi non restano che le rovine di questi due edifici. Dopo queste brevi note sul luogo, abbiamo l’obbligo di ricordare quale fu l’importanza del Montello per l’esito della Battaglia del Solstizio sul Piave, dove i militari italiani scrissero pagine di gloria e valor militare e con il loro sacrificio furono determinanti per la vittoria del 4 novembre. La gloriosa VIII Armata, riuscì a contenere e respingere gli Austro Ungarici

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IL BELLO DEL VENETO: IL MONTELLO

la cuspide del campanile a fianco della bella chiesa e, a poca distanza, è stato costruito un monumento molto bello in memoria dei caduti. In un’altra presa si trova la chiesa dedicata ai “ragazzi del 99”, con la sua ampia piazza e il campanile, famoso in tutta la Marca Gioiosa: per tre volte al giorno, alle 10 del mattino, a mezzogiorno e alle 15, le sue campane suonano a distesa l’Inno del Piave in onore degli eroi caduti. Una presa ci porta, infine, al monumento agli Arditi a

Santa Mama, a Ciano del Montello, dopo aver visitato la Valle dei Morti ai Santi Angeli, dove ci fu il maggior numero di caduti da ambo le parti durante la Battaglia del Solstizio. Sono le 17.30, è ora di tornare a casa, il termometro segna -8°C ma non possiamo abbandonare il Montello senza visitare il sacello di Francesco Baracca, dove abbatterono l’aereo del maggiore il 19 giugno 1918, l’eroe della nostra aviazione aveva abbattuto 34 aerei nemici. Leggendo la lapide che ricorda l’evento, viene naturale ricordare ciò che successe quel 19 giugno, forse volava troppo basso e un colpo di fucile incendiò il serbatoio e fu la fine di un grande eroe cui lo stesso D’Annunzio dedicò un epitaffio glorioso. Prima di salire in macchina diamo un’ultima occhiata alla pianura, verso Nervesa e il Piave, ma è altrettanto appagante volgere lo sguardo su Treviso e il suo hinterland. Il sole sta già tramontando e una leggera foschia avvolge la Marca e la parte ovest verso il Montello e, allora, tornano in mente quei giorni del 1918 quando migliaia di nostri compatrioti offrirono la vita perché noi, oggi, possiamo godere di tanta bellezza. Pensiamo che qualsiasi visitatore di questi luoghi non possa non subire il fascino di un pensiero tanto struggente. Oggi il Montello è meta di tante famiglie che, oltre alla storia, trovano modo di fermarsi in uno dei tanti ristoranti a degustare i piatti prelibati a base di funghi che i montelliani sanno proporre. Un’occasione importante per rievocare con figli e amici uno dei momenti più esaltanti della storia d’Italia, nella Marca Gioiosa.

Forse non tutti sanno che... La Rossa e il cavallino rampante Lettera di Enzo Ferrari al Conte Giovanni Manzoni. La storia del cavallino rampante è semplice ed affascinante. Il cavallino era dipinto sulla carlinga del caccia di Francesco Baracca, l'eroico aviatore caduto sul Montello, l'asso degli assi della prima guerra mondiale. Quando vinsi nel 1923 il primo circuito del Savio, che si correva a Ravenna,

conobbi il conte Enrico Baracca padre dell'eroe; da quell'incontro nacque il successivo con la madre, Contessa Paolina. Fu essa a dirmi, un giorno: "Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna". Conservo ancora la fotografia di Baracca, con la dedica dei genitori, in cui mi affidano l'emblema. Il cavallino era ed è rimasto nero; io aggiunsi il fondo giallo canarino che è il colore di Modena. Modena, 3 luglio 1985 - Enzo Ferrari

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TREVISO

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e attuali difficoltà economiche, le incertezze delle borse europee ed internazionali, i difficili equilibri politici che si verificano in questo periodo quanto influenzano le persone? Le parole che in questi ultimi tempi sono maggiormente in uso sono “ spread, bond, debiti sovrani, differenziali, default” e molti altri dello stesso tipo che una volta erano patrimonio degli addetti ai lavori, mentre adesso sono entrati a far parte del linguaggio quotidiano, a conferma del fatto che la serietà della situazione è avvertita diffusamente. Le nostre famiglie, che sono il fulcro dell’educazione delle future generazioni, sono chiamate ad affrontare prove difficili, attanagliate come sono dalla crisi economica e dalle difficoltà oggettive che incontrano nel mondo del lavoro (un giovane su tre non lavora). Di pari passo oggi le nostre Avis Comunali vivono gli stessi disagi sociali. La nostra associazione, la più radicata e diffusa sul territorio, sta vivendo un periodo particolarmente complicato. Il nostro socio è coinvolto da problematiche di carattere primario come il lavoro, la casa, la salute e facilmente si distrae dall’appuntamento con la donazione. I dati della raccolta del 2011 nella nostra

provincia, confrontati con quelli dell’anno precedente, hanno palesemente evidenziato le forti difficoltà del nostro settore. Infatti a gennaio avevamo un calo nelle donazioni del 20%, a giugno dell’8%, a novembre dello 0,6%, per poi chiudere l’anno con un incremento dello 0,13%, grazie anche all’organizzazione di alcune raccolte straordinarie. Ancora una volta è stato raggiunto un risultato soddisfacente, ma quanta fatica e quanto impegno hanno messo in campo i nostri dirigenti associativi! Infatti, in più occasioni, durante l’anno, ci siamo incontrati per escogitare e applicare nuove terapie per mutare il corso dell’andamento che stavamo rilevando. Oggi possiamo dire che l’impegno e gli sforzi profusi hanno ottenuto i risultati sperati, confermando le grandi doti e le qualità possedute dai nostri soci. Per il futuro, che sembra ancora prefigurare ulteriori disagi sociali, chiediamo ai nostri dirigenti una dedizione generosa, una fantasia lucida, un impegno rinnovato, un instancabile spirito di servizio. Il momento storico che stiamo attraversando non può e non deve mettere all’angolo la nostra meravigliosa Gino Foffano, presidente Avis provinciale associazione.

LE SETTE SORELLE

L’Avis non molla, nonostante la crisi

Giornalisti-calciatori in un giorno “particolare” per i profughi

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uturo incerto e drammi personali per i profughi africani ospitati nelle comunità trevigiane, da Silea a Roncade, da Susegana a Vittorio Veneto. Eppure l’iniziativa organizzata domenica 18 dicembre a Silea dalla squadra di calcio dei giornalisti “TvPressing” e da una cordata di realtà associative, è riuscita a strappare loro un sorriso. “Per noi - spiega il portavoce dei giovani africani - è importante sentirci parte di questa comunità”. Partendo dalla considerazione che è Natale per tutti, TvPressing ha organizzato insieme al Comune di Silea una “giornata particolare” per i profughi: una partita di calcio. L’iniziativa si è tenuta all’impianto sportivo di Sant’Elena e dopo l’incontro sul campo tra i giornalisti e i profughi (vinto 8 a 4 dai primi), è proseguita con un pranzo in compagnia. “Vogliamo dare un segnale di attenzione a questi ragazzi - ha spiegato il sindaco di Silea, Silvano Piazza - e ci fa piacere che la comunità si sia mobilitata per questo evento”. Dall’Avis - era presente il presidente provinciale, Gino Foffano - alla Caritas, dai volontari ai rappresentanti delle

società sportive locali, tanti hanno dato la loro collaborazione. L’Avis ha anche “vestito” i giocatori durante il riscaldamento con la maglia della “partita del cuore”, disputata a metà ottobre a Pieve di Soligo tra giornalisti e donatori di sangue. A fine partita, a Silea, pastasciuttata, ma non solo: Abdallah Khezraji, leader della comunità marocchina, ha preparato un cus-cus a base di radicchio trevigiano. Una festa doppia per la stampa, ha spiegato il presidente di TvPressing, caporedattore a “Il Gazzettino”, Tiziano Graziottin, perchè la selezione dei giornalisti-calciatori della Marca, sostenuta da Astoria Vini e dal ristorante da Celeste, celebrava proprio in quei giorni il decimo anno di attività. E quasi dieci anni con il logo Avis sulla maglia!

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TREVISO

Teatro e Cultura fanno giovani Donatori LE SETTE SORELLE

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trepitoso successo, a Mogliano Veneto, per il musical “Assisi 1204: semplicemente Amore” liberamente tratto dal famoso musical “Forza Venite Gente” di Michele Paulicelli e interpretato dalla Compagnia AlieStese di Vittorio Veneto, con la regia di Alessandra Zandanel. Mezz’ora prima dello spettacolo, il 21 gennaio, il Teatro Busan era strapieno di persone provenienti anche da fuori città e non tutti sono riusciti a entrare. Lo spettacolo racconta in prosa e musica la storia di San Francesco d’Assisi, evidenziandone gli aspetti giovanili e lieti: la speranza, la fede nella vita, l’amore per la natura. Il successo del musical, interpretato per la prima volta nel 1981, è stato enorme negli anni ‘80 e ‘90. Ne sono prova inconfutabile le oltre duemila repliche rappresentate nei teatri e nelle piazze in giro per tutta Italia, le registrazioni televisive, la vendita di musicassette, le videocassette e più recentemente i cd e i dvd. Ancor oggi, nelle nostre chiese, vengono cantati brani tratti da questo indimenticabile spettacolo. Il musical era reduce da uno straordinario successo a Vittorio Veneto, dove il livello qualitativo della compagnia AlieStese, la passione, l’impegno e la bravura degli oltre 60 componenti del gruppo, sono stati riconosciuti da tutti. Non è la prima volta che AlieStese si esibisce a Mogliano: nel 2011, assieme alle Avis di Preganziol, Casale e Casier, l’Avis moglianese aveva organizzato il Musical “Summer Nights” (Grease) con un successo oltre le aspettative. Significativa la presenza tra il pubblico di molti bambini, compreso un gruppo di 40 lupetti e coccinelle, venuto ad assistere a uno spettacolo incentrato su San Francesco, loro patrono, accompagnati dai loro capi-scout e dai

genitori. Molti anche i dirigenti avisini che non sono voluti mancare all’evento che l’Avis moglianese, pur tra mille difficoltà, tramite iniziative di autofinanziamento e grazie a qualche contributo privato, ha voluto offrire gratuitamente, per regalare alle famiglie e ai cittadini una serata piacevole in questo momento di crisi economica. Una bella soddisfazione, come quella della mattina successiva (domenica 22 gennaio), quando 15 persone si sono presentate al Distretto Sanitario per iscriversi all’Avis e diventare donatori di sangue. Alla prima arrivata, come promesso durante la serata a

teatro dal presidente dell’Avis di Mogliano, Francesco Tessarin, è stata consegnata una rosa. Tessarin spiega come “durante la serata abbiamo chiamato sul palco Leonardo, un ragazzo trapiantato di reni che, simbolicamente, ha voluto ringraziare i donatori di sangue donando una rosa a una donatrice presente in sala. Si è presentata Evelina, una donatrice moglianese 65enne che da quest'anno non potrà più donare per raggiunto limite d'età. Evelina ha ricevuto commossa la rosa, ma a sua volta l'ha voluta consegnare a una donatrice giovane, iscritta da poco. Ecco che si è fatta avanti Alessandra: 20 anni, ex studentessa del Liceo, che ha fatto da poco la sua prima donazione. A quel punto abbiamo informato il pubblico in sala che avevamo a disposizione un'altra rosa, che avremmo consegnato simbolicamente il giorno successivo alla persona che per prima sarebbe venuta ad iscriversi all'Avis. E la prima è stata Manuela”.


TREVISO

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onatori sempre più giovani in provincia di Treviso. L’instancabile opera delle Avis comunali nelle scuole di ogni ordine e grado, le campagne mirate di Avis provinciale e le tante iniziative sportive, culturali e musicali organizzate nel territorio, sembra stiano incidendo notevolmente sull’abbassamento dell’età dei nuovi iscritti. A dirlo sono i dati raccolti dalla segreteria della Provinciale che sui 2.537 nuovi donatori dell’anno 2011, ne registra 494 tra i 18 e i 20 anni (pari al 19,47%) e 726 tra i 21 e 30 anni (pari al 28,62%), per una percentuale del 48,09 per cento. In pratica, quasi la metà dei nuovi iscritti all’Avis ha meno di trent’anni. Altri 629 (pari al 24,79%) ne hanno tra i 31 e i 40. L’Avis, quindi, si sta progressivamente svecchiando e infatti, sul totale dei donatori attivi in provincia di Treviso, ben il 44% ha oggi meno di quarant’anni. Numeri interessanti e che trovano una conferma tra le

statistiche che riguardano le professioni. Ben il 25% dei nuovi iscritti è rappresentato da studenti di scuola superiore o universitari, e un’altra fetta di giovani li troviamo tra impiegati e operai, che sono da sempre due categorie molto presenti in Avis. Tutte le professioni sono comunque rappresentate tra i 34.577 soci totali di tutte le 90 Avis comunali della Marca trevigiana, con punte significative di artigiani e commercianti, liberi professionisti, operatori socio-sanitari, forze dell’ordine. I religiosi che donano sangue sono 31, di cui 3 femmine. Molto bello un dato che riguarda le donne: accanto alle tante donatrici che lavorano, sono in continuo aumento le donatrici casalinghe, oggi arrivate al 6,13% dei soci totali, davanti a molte altre categorie. Un piccolo “esercito di mamme” che contribuisce a rendere sempre più “rosa” un’associazione in passato quasi M.R. esclusivamente maschile!

Ma non si dimentica l’esempio dei ‘fuori quota’ U na festa per chi ha dato tanto al prossimo, perché si senta sempre parte della famiglia avisina. È stata organizzata il 19 febbraio, presso il “salone delle feste” del club 3 Molini a Campomolino, una giornata con i donatori di sangue del comune di Gaiarine che, per raggiunti limiti d’età, sono andati “in pensione” dall’associazione. Già da alcuni anni il presidente, Luigino Celotto, aveva il desiderio di ringraziarli, perché i donatori che hanno fatto parte dell’Avis per tanti anni (alcuni con donazioni record, come Rino Dal Cin che ha donato 124 volte) rimangono sempre avisini! La giornata è iniziata con la celebrazione della Santa Messa nella chiesa di Francenigo, officiata dal capitano ed ex cappellano militare degli Alpini, don Agostino. È seguito il pranzo con amici, parenti e avisini di Gaiarine insieme al consigliere dell’Avis provinciale Mauro Favret, gli amministratori comunali nonché donatori di sangue Busetto, Luisotto, Venturin, Isola e Santin. Nel pomeriggio, è stata consegnata una pergamena di riconoscenza a Giorgio Canzian,

LE SETTE SORELLE

Cala l’età media dei donatori della Marca

Francesco Baggio, Tito Fortran, Paolo Ongaro, Fernanda De Marchi, Carla Saccon, Luigi Rosada, Aldo De Martin, Emilio Foltran, Pietro Fossaluzza, Eugenio Dardengo, Silvio Fossaluzza, Antonio Bressan, Mario Isola, Giuseppe Da Ros, Guido Poletto, Rino Dal Cin e al parroco di Gaiarine don Piero Silvestrini.

Nervesa: Avis, Comune, Fondazione TES e staminali

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a Fondazione TES è stata ospite dell’Avis di Nervesa, venerdì 16 marzo. Una bella serata dedicata alla ricerca sulle cellule staminali. È stata organizzata con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Nervesa e l’Amministrazione comunale ha messo a disposizione la sala consigliare del Municipio. Il tema della serata, che voleva rappresentare un

momento di informazione e approfondimento per cittadinanza e donatori era “Cellule staminali da sangue periferico. Contributo di tanti donatori”. La dott.ssa Rosa Di Liddo, responsabile ricerca della Fondazione, e il prof. Pierpaolo Parnigotto, presidente dI TES, hanno illustrato l’attività e i successi di una ricerca sostenuta anche da tante Avis. 29


TREVISO

Intensa e fruttuosa attività nelle scuole LE SETTE SORELLE

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ono stati 5.252 gli studenti della Marca che lo scorso anno hanno incontrato i volontari dell’Avis a scuola: 2.241 delle elementari, 2.372 delle medie e 639 delle superiori. Le classi incontrate sono state in tutto 224, delle quali 98 delle elementari, 94 delle medie e 32 delle superiori. Un lavoro importante che vede i suoi frutti nel momento in cui i ragazzi, raggiunta la maggiore età, si presentano al Trasfusionale per gli esami di idoneità. Ultimi, in ordine di tempo, sono stati gli studenti del Liceo “Canova” di Treviso che a febbraio hanno fatto il “grande salto” accompagnati dal loro insegnante. Fondamentali, infatti, sono la disponibilità e sensibilità da parte del corpo docente nel trasmettere ai ragazzi il messaggio dell’Avis. Come riscontrano i volontari dell’Avis di Villorba che per la campagna nelle scuole hanno coniato lo slogan “Ogni giorno gli ammalati e i feriti ricoverati nei nostri ospedali hanno bisogno di sangue per guarire, lo troveranno? Dipende anche da te!”. Messaggio lanciato a 110 ragazzi maggiorenni o quasi maggiorenni dell’istituto “Max Planck” di Lancenigo, incontrati a scuola nel corso di più mattinate. In collaborazione con i referenti scuola dell’Avis regionale Veneto, sono state proposte dai volontari avisini varie attività educative, anche teatrali, d’immagine e con l’utilizzo dei nuovi giochi da tavolo e interattivi

dell’associazione, che hanno suscitato molto interesse tra gli alunni. Ai ragazzi è stata spiegata l’importanza della donazione di sangue, l’iter per diventare donatori, la necessità del dono volontario, periodico e controllato per garantire la sicurezza del sangue. L’iniziativa, che già aveva trovato grande riscontro negli anni scorsi, con un certo numero di studenti diventati poi donatori Avis, è stata resa possibile dalla fattiva collaborazione del preside dell’Istituto “Max Planck”, prof. Mario Della Ragione e della referente alla salute, prof.ssa Gabriella Bettiolo. E a marzo è stata la volta degli alunni dell’istituto alberghiero “Alberini” di Treviso.

‘L’uomo dalle braccia d’oro’: un successo a Conegliano

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rande successo per la seconda edizione del concorso artistico-letterario “L’uomo dalle braccia d’oro”, organizzato dall’Avis di Conegliano con il patrocinio del Comune. Il tema era “Un patto di sangue“ e ha coinvolto non solo professori, classi e studenti di ogni età delle scuole di Conegliano, ma anche genitori, parenti, amici. Partecipare è stata una forma di condivisione e di crescita. La giuria era composta da membri interni al Consiglio Avis e da membri esterni come il prof. Carmelo Ciccia, presidente Società Dante Alighieri Comitato di Conegliano, la dott.ssa Renata Parolo avisina, docente psicopedagogista e dott.ssa Simona D’Amico, autrice per l’infan-

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zia e docente scuole medie secondarie. Difficile è stato scegliere fra i lavori, tutti meritevoli, quelli che più potevano interpretare e dare un senso al tema proposto. Tutte le opere (i coloratissimi disegni e i fantasiosi racconti eseguiti dai ragazzi delle scuole inferiori e le poesie dei più grandi) prodotte da questi inaspettati “artisti” sono state appese con variopinte mollette su fili sospesi, in modo che tutti potessero dare uno sguardo d’insieme. La premiazione si è svolta il 29 febbraio al Teatro Toniolo ed è stata condotta dal noto presentatore Mirko Villanova. Grazie al gruppo “Il convito musicale” che ha accompagnato in musica la loro voce, gli studenti hanno interpretato per una platea assorta e partecipata i racconti e le poesie scritte per l’Avis. A vincere sono state la classe 2ª della scuola primaria “Pianca School” e la 2ª A della scuola secondaria di primo grado “A. Brustolon” per la sezione racconti; le classi 2ª B della scuola primaria “Collegio Immacolata” e la classe 3ª della primaria “San Francesco” per la sezione disegni. Si sono classificate prima Serena Ricci e seconda Denise Nardin della classe 5ª B linguistico Isiss “Da Collo” e terza la classe 3ª A iter turistico Isiss “Da Collo” per la poesia.


PADOVA

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enerdì 3 febbraio sono stati inaugurati i nuovi locali del Servizio Trasfusionale del Dimt di Padova presso il Presidio Ospedaliero di Camposampiero. Una struttura adeguata e tecnologicamente avanzata che sarà in grado di far fronte alle esigenze della moderna medicina trasfusionale e con una disponibilità di spazio molto ampia. Erano presenti i direttori delle Ulss della Provincia di Padova e il direttore del Dimt di Padova dott.ssa Giustina De Silvestro, nonché molte altre autorità civili e militari della Provincia, compresi molti Sindaci di diversi comuni del Camposampierese e del Cittadellese. Molti i presidenti di Avis comunali del comprensorio che hanno onorato la nuova struttura con la loro presenza. Il direttore dell’Ulss 15 dott. Francesco Benazzi ha illustrato l'importanza del nuovo Centro

trasfusionale e i motivi per i quali è stato intitolato al dott. Fortunato Rao, ex direttore Azienda Ulss 16, scomparso nel settembre del 2011. Un uomo che ha lasciato in tutti un vuoto per i valori di umiltà, amore e abnegazione sempre messi nel suo operare. Nei vari interventi delle autorità presenti sono stati messi in risalto l'importanza di avere una struttura adeguata ad accogliere nel modo migliore i donatori. È intervenuta la Sig.ra Rao, presente con i propri figli, che con voce commossa ha letto una missiva inviata dall'on. Antonio De Poli che ha messo in luce il valore umile e umano che ogni operatore sanitario dovrebbe avere nell'adempimento del proprio dovere con la disponibilità e sensibilità dettate dal cuore. Alla vedova Rao è stata consegnata una targa ricordo dal Direttore Generale Dott. Francesco Benazzi.

Trebaseleghe: in 6mila alla Lucciolata per la “Via” U n colpo d’occhio mozzafiato: migliaia di persone, ciascuna con una luce in mano, che sfilano accompagnate dagli strumenti di diverse bande musicali e dalle voci di cori. Un’atmosfera quasi surreale, ma soprattutto un clima di festa, è quello che si respira alla lucciolata finale per la Via di Natale di Aviano, che raduna tutte le associazioni e i comuni che nel corso dell’anno hanno organizzato proprie iniziative a tal fine. Quest’anno è stata organizzata il 15 gennaio a Trebaseleghe, con la collaborazione di tante associazioni di volontariato, Avis in prima fila. Ha visto la partecipazione di oltre 6 mila persone (stimano gli organizzatori). “Dopo 10 anni - ha ricordato la sig.ra Carmen Gallini, responsabile dell’Associazione di Aviano - è commovente riscoprire ogni volta come questa manifestazione riesca ad attirare un così gran numero di persone”. Perché, è bene ricordarlo, la Via di Natale offre assistenza gratuita ai malati senza ricevere contributi pubblici, ma esclusivamente con le donazioni dei volontari e dei privati. La collaborazione tra la Via di Natale e le Avis del territorio si consolida nel tempo, perché se l’impegno di tutte le Avis è quello di garantire opportunità di salute a chi si trova in condizioni di bisogno, è naturale non scordarsi di quanti non ce l’hanno fatta a sconfiggere il male e che la Via di Natale accompagna al termine del loro cammino. Se lo spirito con cui è vissuta la lucciolata finale è unico, non da meno è stata l’organizzazione dell’evento da parte del Comune e dell’Avis comunale di Trebaseleghe: tutto è stato gestito alla perfezione, dall’accoglienza ai partecipanti alle zone ristoro. Anche il percorso e l’allestimento

LE SETTE SORELLE

Nuovo Ct di Camposampiero dedicato a Rao

di piazza Marconi hanno permesso a tutti di godere appieno di un evento di solidarietà che è anche una festa per le molte associazioni presenti. A chi se l’è persa ricordiamo l’appuntamento per il 2013 a Dario Piccolo Possagno (Tv)

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VERONA

Giulietta va ‘a vela’ per nuovi donatori LE SETTE SORELLE

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anti sono i modi che la nostra associazione inventa un’opportunità, originale se vogliamo, per sensibilizzare per sensibilizzare i cittadini alla donazione. L’Avis i cittadini alla nostra causa. Nel 2011 nella nostra provinciale di Verona ha voluto rivolgere questo invito provincia. dopo un decennio con una costante crescita, per mezzo di un camion-vela di tre metri per quattro. Tra le donazioni hanno registrato una diminuzione dell’1,4% novembre e dicembre scorsi, il mezzo ha sostato per 48 rispetto all’anno precedente. Il nostro impegno per il 2012 ore in ciascuna delle 18 località concordate. Le migliaia sarà quello perlomeno di risalire la china. Per assicurare di cittadini che hanno un numero appropriato di transitato presso i centri donazioni, martedì 31 Più uno (per cento) i donatori, gennaio è stata convocata una commerciali, importanti snodi stradali e in zone con tutti i presidenti meno uno le donazioni, perché? riunione turistiche, non hanno potuto delle Avis comunali, nel corso non vedere il nostro della quale sono state esposte messaggio sul camion-vela con il poster che rappresentava alcune modalità per ottimizzare l’avvio dei donatori ai una giovane coppia di innamorati sotto il balcone di Centri di raccolta. Una cosa è chiara: non si può Giulietta e con lo slogan ”Poche storie! Abbiamo bisogno improvvisare, occorre una programmazione coordinata di autentici gesti d’amore”. Anche questa è stata degli inviti alla donazione, rispettosa della spontaneità del gesto dei nostri volontari, con l’obiettivo di organizzare dei veri uffici di chiamata sia per la prenotazione sia per una chiamata finalizzata a normalizzare l’afflusso. Allo scopo sono stati presentati due percorsi: il primo fatto con solo volontari, 2/3 persone al giorno forniti dalle Avis comunali; il secondo con personale dipendente che comporterebbe un maggior costo stimato a euro 1,25 a donazione. Serviranno personale adeguato e operatori preparati. I presidenti sono stati invitati a informarne i donatori durante le assemblee comunali, perché all’assemblea provinciale di marzo si possa decidere il percorso da intraprendere. Anche se siamo dei volontari, dobbiamo avere sempre presente il nostro impegno di fare tutto il possibile per non trovarci con le emoteche in crisi. Con l’impegno di tutti possiamo farcela! Piergiorgio Lorenzini, presidente Avis provinciale Verona

Legnago: quando l’invito a donare viaggia in corriera

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vis sempre in movimento. Un donatore non si ferma mai perché il suo andare a donare il sangue traccia un segno che continua ad avanzare, lasciandosi dietro una scia che coinvolge gli altri che si fanno trasportare dalla solidarietà per accogliere l’invito a donare. E’ questa considerazione che ha ispirato l’Avis comunale di Legnago a trovare il modo per arrivare su tutto il territorio, per la promozione della dona32

zione, salendo in autobus. Per tre mesi, ogni autobus che collega Legnago con le località limitrofe, avrà in bella vista esposto il manifesto che riportiamo qui accanto. E’ importante non trascurare nessuna opportunità per avvicinare in modo particolare i giovani, anche con una frase che ogni mattina vedono, toccano, leggono durante il tragitto per la scuola e per il ritorno a casa e, magari, riescono a farla propria. L’idea è frutto di un proficuo lavoro di gruppo dei giovani avisini che fanno parte del Consiglio Esecutivo della comunale, che annovera al suo interno ben 25 gruppi, espressione dei paesi limitrofi e di alcune aziende che hanno dato vita a Gruppi di donatori aziendali. Saliamo in pullman, dunque, puntando ad arrivare al capolinea dell’autosufficienza. Direttivo Avis Legnago


VERONA

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ono stati gli alunni del Liceo “Niccolò Copernico” di Verona i primi ragazzi a ricevere la pubblicazione di Avis “Cittadinanza e Costituzione”, un percorso di cittadinanza attiva e responsabile destinata a tutte le scuole secondarie di secondo grado. Alla presentazione hanno partecipato i presidenti di Avis regionale e provinciale Alberto Argentoni e Piergiorgio Lorenzini, il responsabile dell’area scuola e vicepresidente regionale Francesco Joppi, l’assessore alle Politiche dell’istruzione della Provincia di Verona Marco Luciani e il sindaco di Verona Flavio Tosi. Introdotti dal preside Sandro Turri, hanno preso la parola Rina Latu vicepresidente di Avis nazionale che ha illustrato la partnership tra volontariato e scuola, partendo dal protocollo d’intesa tra il Ministero Istruzione Università Ricerca (Miur) e l’Avis ed Enrico Buttitta, Procuratore militare della Repubblica presso il Tribunale militare di Verona che ha fatto riferimento ai giovani d’oggi tra legalità e trasgressione. Il volume si divide in tre parti, ha spiegato il prof. Piero Cattaneo referente del Gruppo scuola dell’Avis nazionale: la prima contiene alcuni contributi di esperti, la seconda illustra progetti realizzati da alunni delle scuole secondarie italiane e una terza parte che approfondisce il protocollo d’intesa tra Avis e Miur. Ha, inoltre, messo in evidenza le coordinate culturali educative e metodologiche che caratterizzano questo sussidio e che possono essere riconosciute nel contributo dell’Avis allo sviluppo, nei giovani, delle competenze sociali e civiche fondate sul volontariato e sul bene comune. “Questa pubblicazione - ha detto Piergiorgio Lorenzini - è uno strumento importante poiché alla scuola va riconosciuto non solo un ruolo didattico, ma anche educativo per insegnare ai ragazzi a essere cittadini consa-

pevoli e responsabili”. Il progetto che riguarda la presentazione del volume “Cittadinanza e Costituzione” è stato promosso dall’Avis provinciale di Verona in collaborazione con l’Ufficio scolastico provinciale di Verona. “È questa - ha precisato Francesco Joppi l’ultima di una serie di pubblicazioni realizzate da Avis per la scuola che fa seguito a “Orientare alla cittadinanza e alla solidarietà” riservato ai docenti, “Portfolio delle competenze” per la scuola primaria e “Book della solidarietà” per le scuole secondarie di secondo grado sul volontariato e sul bene comune”. “Ancora una volta, l’ Avis è arrivata puntuale a offrire alle scuole un concreto contributo di idee, di proposte valoriali, di strumenti e risorse didattiche – ha detto Argentoni - nella convinzione che la promozione della cultura della solidarietà e della donazione si fonda su una collaborazione continua e sistematica tra scuola e volontariato”. All’incontro, i ragazzi del Liceo “Copernico” hanno dimostrato un grande interesse sia per gli interventi sia per la pubblicazione, parteciAda Sinigalia pando con domande e riflessioni.

LE SETTE SORELLE

Copernico: Cittadinanza e Costituzione

In Avis accade pure questo: matrimonio con labaro

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vviva, evviva, evviva… evviva gli sposi! Eh sì, sabato 15 ottobre 2011, nella chiesa di San Martino vescovo in piazza del Popolo a... San Martino Buon Albergo, Giuliano e Chiara hanno pronunciato il loro fatidico “sì” e sono diventati marito e moglie, oltre che “colleghi” consiglieri avisini! La giornata era splendida, soleggiata, calda davvero ideale per fare da contorno ai due giovani, sorridenti, euforici e raggianti. All’arrivo della sposa, oltre a parenti, amici e conoscenti, c’era anche il nostro Francesco, “tirato a malta fina”, con il labaro, in rappresentanza di tutta la nostra associazione avisina. Era un po’ come essere tutti li, ad abbracciare

Giuliano e Chiara, come un grande famiglia che fa alla giovane coppia i migliori auguri per una lunga e Il direttivo Avis San Martino serena vita insieme.

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VERONA

Spazio all’Admor, a “caccia” di giovani LE SETTE SORELLE

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’obiettivo prioritario di Admor è quello di sensibilizzare e informare giovani tra i 18 e i 37 anni sulla donazione di cellule staminali da midollo osseo e da sangue periferico e sulla donazione di sangue del cordone ombelicale, in modo da incrementare costantemente il numero degli iscritti, come potenziali donatori, al “Registro nazionale dei donatori di

midollo osseo”. La donazione di midollo osseo è molto importante, perché spesso il trapianto è l’unico modo per salvare persone che soffrono per malattie del sangue come gravi forme di leucemia, linfomi, mielomi, talassemie ed alcune malattie congenite. Per raggiungere questo obiettivo, l’Associazione promuove conferenze, indice campagne di informazione, organizza convegni scientifici e di aggiornamento. E’ presente a manifestazioni sportive, sagre di paese, nelle parrocchie, nelle scuole, in tutti i luoghi dove vi sia pubblico e sia, quindi, possibile sensibilizzare e informare. Poiché spesso collaboriamo con le associa-

zioni dei donatori di sangue ci siamo detti: “perché non andare a parlarci? E dove possiamo trovare sempre e tutti i giorni i donatori?” Ovviamente la risposta è stata: i Centri trasfusionali! Il dott. Giuseppe Aprili, direttore del Dipartimento provinciale di Verona, ci ha appoggiato totalmente e ne è stato entusiasta. E così, per quasi un anno, noi volontari ci siamo recati al Centro trasfusionale di Borgo Trento a Verona e all’ospedale di San Bonifacio (di media una volta alla settimana), abbiamo parlato con i donatori, spiegato loro in che consiste la tipizzazione, il mettersi a disposizione per eventuali ammalati compatibili e che cos’è l’espianto di midollo o la raccolta delle cellule staminali da sangue periferico. Abbiamo anche contattato delle future mamme per la donazione del sangue cordonale. È stato un grande successo! I donatori di sangue si sono confermati generosi “fino al midollo”! Molti si sono tipizzati subito, altri hanno preso appuntamento, altri ancora hanno promesso di farlo a breve e molti hanno rimpianto di aver superato l’età! Alla luce dei risultati ottenuti, vorremmo proseguire in questo nostro progetto e ampliarlo ad altri Centri trasfusionali della provincia. Ma, purtroppo, noi volontari Admor siamo in pochi e soprattutto quasi tutti lavoriamo e sarà impossibile aumentare la nostra presenza. È per questo motivo che ci siamo rivolti al periodico dei donatori “Dono & Vita” per chiedere se qualcuno può darci una mano. Chiunque sia interessato può contattarci presso la nostra Sede, chiamando dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 al numero 045 8309585 o scrivendo una email a info@admor.org Serena Bottura, volontaria Admor

“Befani” della Polizia Penitenziaria per l’Abeo di Verona

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pifania da ricordare nel veronese. Venerdì 6 gennaio, Giovanni Zamboni presidente dell’Avis comunale di Verona, Enzo De Cieri e Giuseppe Lioce, rispettivamente capogruppo e segretario dell’Avis Polizia Penitenziaria, accompagnati da Enzo Grandis, vice presidente dell’Abeo (Associazione bambino emopatico oncologico) di Verona e da altri volontari della stessa associazione, si sono recati presso il reparto speciale di Oncoematologia pediatrica dell’Ospedale di Borgo Roma per consegnare giocattoli e poter donare un sorriso ai bambini ricoverati. Nel pomeriggio della stessa giornata, poi, si è svolta la prima edizione della “Befana della Polizia Penitenziaria” che ha visto la “vecia” consegnare ai bambini intervenuti pacchi dono contenenti giocat-

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toli, mentre i più grandi hanno organizzato tombolate a premi ed il ricavato (400 euro) è stato interamente devoluto all’Abeo.


VERONA Un importante convegno sull’integrazione si è svolto in provincia di Verona. Ne riportiamo la cronaca concessaci del collega Gianni Bertagnin e già apparsa sul quotidiano L’Arena di Verona del 7 febbraio. a donazione del sangue e degli organi, in Italia e soprattutto nel Veneto, sta vivendo una stagione magica, come è stato evidenziato sabato 4 febbraio nel corso di un convegno regionale svoltosi all'ospedale «Fracastoro» di San Bonifacio. Ma quanto potrà durare questa bella stagione, quando i dati della natalità della popolazione italiana non sono certo in crescita, mentre lo è sempre più quella degli immigrati? Una risposta al dubbio è venuta dal convegno organizzato dai Lions assieme ad Avis, Aido e Ulss 20 sotto il titolo «Donare, voce del verbo amare», coordinato dal dottor Pietro Madera. Allo stesso tavolo si sono incontrati non solo i vertici delle organizzazioni provinciali e regionali che si occupano di donazioni, ma anche i rappresentanti delle tre maggiori religioni monoteiste: il vescovo monsignor Giuseppe Zenti, il presidente della Comunità buddista veronese AthulaThiramuni e Moshen Khoctahli, membro del Consiglio islamico di Verona. L'aspetto scientifico era rappresentato dal direttore generale dell'Ulss, Giuseppina Bonavina, dal coordinatore regionale dei Trapianti Francesco Calabrò, dal direttore della Fondazione Fitot Giovanni Guglielmi, che hanno riconfermato il massimo impegno nel delicato settore delle donazioni nel quale il Veneto oggi è a livelli di eccellenza. Per i Lions è intervenuto il governatore del Distretto 108 Ta1 Elena Appiani. Anche la continua crescita delle donazioni di sangue negli ultimi dieci anni, in provincia di Verona, hanno ricordato il presidente e il vicepresidente regionale dell'Avis Alberto Argentoni e Francesco Joppi, sta registrando un leggerissimo rallentamento, che ripropone conseguentemente la questione del possibile apporto da parte dei donatori immigrati. A parte qualche eccezione, la donazione di stranieri “è iniziata ufficialmente solo nel 2011 - ha spiegato Celso da Campo, presidente provinciale dell'Aido - è in costante aumento e le prospettive sono buone: l'avvenire della donazione, sia di organi sia di sangue - ha sottolineato - saranno sempre più nelle mani degli stranieri; pertanto contiamo molto sulla loro integrazione”. Sul tema, tuttavia, ha notevole rilevanza l'aspetto religioso, come ha osservato nella sua seguitissima “lectio magistralis” il vescovo monsignor Giuseppe Zenti. Dopo aver precisato innanzitutto che “l'uomo è fatto di ricevere e di donare, per cui è nella sua natura il bisogno di donare”, confermando poi che “la religione è una ulteriore ispirazione a donare”. Di qui l'importanza dell'atteggia-

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mento delle varie religioni nei rapporti con la donazione. Athula Thiramuni, presidente della Comunità buddista veronese, ha affermato che donare è alla base della loro religione e che, con questo congresso, viene aperto ufficialmente il rapporto di collaborazione con l'organizzazione sanitaria per dare inizio alle donazioni: si sta lavorando per superare i presupposti essenziali come la conoscenza della lingua, la conoscenza dei precedenti e dello stile di vita del donatore, l'accertamento della compatibilità del loro sangue. Per l'Islam, Khocthali ha detto che ognuno può decidere come vuole, essendo due gli orientamenti: uno che prevede solo la donazione in vita, perché la persona morta non può essere toccata, l'altro che è più aperto. In ogni modo sono già stati avviati dei momenti di formazione, che proseguiranno dopo l'avvenuta ufficializzazione dei rapporti di collaborazione con le autorità sanitarie. Hanno concluso il convegno, presenti studenti degli istituti superiori, varie testimonianze di trapiantati e di Gianni Bertagnin donatori.

LE SETTE SORELLE

Verona crocevia di popoli, culture e dono

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VERONA

Avis e Fidas in gara per la solidarietà A

LE SETTE SORELLE

lla 37ª Montefortiana, marcia non competitiva con la partecipazione di oltre 20mila atleti, anche la rivalità diventa un dono: l’Avis, dopo tre anni, scalza dal podio della classifica dei gruppi, i “cugini” della Fidas. I due presidenti Dario Bogoni

fine corsa era tutto firmato Avis con gli striscioni delle varie comunali presenti; in piazza Salvo d’Acquisto c’era la mongolfiera, le bandiere erano ovunque, archi gonfiabili sono stati allestiti a Brognoligo, Costalunga e Montecchia di Crosara. Esultano i ragazzi dell’Avis montefortiana, gli stessi che il giorno precedente hanno gonfiato qualcosa come tremila palloncini rossi con la scritta “Corri a donare”. Alla partenza hanno colorato di rosso il cielo di Monteforte. Alla Montefortiana la solidarietà ha avuto tanti volti: il sabato sera i partecipanti della Serenissima, staffetta della Fiasp tra le province venete, portavano una t-shirt con la foto di Rossella Urru, la cooperante sarda sequestrata in una regione dell’Algeria. Solidali sempre, i 20 mila che hanno marciato tra le colline del “Soave” un piccolo concreto gesto di aiuto lo hanno fatto. Quel pettorale addosso si è tradotto in solidarietà concreta per le opere dei missionari Camilliani nel mondo.

dell’Avis di Monteforte e Massimiliano Bonifacio della Fidas provinciale, sono stati concordi nell’affermare: “Poco importa che si chiami Avis o Fidas, quel che conta è che si parli, si promuova e si veda crescere la donazione di sangue”. Nei giorni della Montefortiana, l’invito alla donazione era ovunque: al parco comunale che conduceva al mega ristoro di

Cus Verona a canestro con Avis sul cuore A

rrivate e subito indossate, le t-shirts “griffate” Avis sono già in campo con i ragazzi del Cus Verona Pallacanestro. Stiamo parlando del gradito regalo che l’Avis provinciale di Verona ha voluto fare agli atleti delle squadre Under 17 e Under 19. I giovani sportivi, di età compresa tra i 15 e i 19 anni, stanno disputando il Campionato provinciale di Federazione. I risultati non sono di vertice, ma gli obiettivi sono anche altri: crescere, divertirsi insieme, fare movimento a beneficio del corpo e della mente (dopo tante ore sui libri!). Ora, poi, c’è un obiettivo in più: 36

portare in giro quelle quattro lettere che hanno tanto valore nel vasto, ma mai abbastanza, mondo della solidarietà. Con Avis stampato sul lato del cuore, i nostri giovani cestisti sapranno dimostrare con fierezza il loro... attaccamento alla maglia, in attesa di diventare donatori. E alcuni possono già diventarlo. Forza Cus! Forza Avis!


VENEZIA

Borsetto: inizio 2012 con allarme calo n occasione dell’assemblea generale dell’Avis Mestre-Marghera, il presidente provinciale Maurizio Borsetto ha fatto una panoramica della situazione del Dimt di Venezia. Nel 2011 la raccolta si è attestata sugli stessi valori del 2010, con un incremento di sole 3 sacche di emazie. Il 2012 invece è iniziato con un allarmante calo di 124 unità, dovuto in particolare ai problemi riscontrati dai donatori nel richiedere la giornata di permesso lavorativo; una possibile soluzione è il potenziamento della raccolta domenicale. Borsetto ha inoltre aggiornato i presenti in merito alla convenzione con l’Ulss 12: il 31 dicembre 2011 è infatti scaduta la vecchia convenzione. La nuova proposta, che dovrebbe essere

firmata prima dell’assemblea provinciale del 24 marzo, riporta un’uniformità di trattamento dei donatori a livello regionale. In particolare l’articolo 7, relativo al pannello di esami, prevede la possibilità di effettuare l’esame del colesterolo HDL e del PSA in caso di comprovata necessità. "Nessuna novità invece in merito ai tempi di rimborso delle donazioni ha concluso Borsetto - che attualmente si attestano sui 7-8 mesi, sebbene nella convenzione venga richiamato un articolo di legge che prevede i rimborsi entro 30 giorni, pena l'applicazione degli interessi. Il ritardo è una conseguenza del trasferimento non sufficiente dalla Regione Veneto alla Ulss 12, riferimento per il nostro Dipartimento".

LE SETTE SORELLE

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Un anno non esaltante per l’Avis di Mestre I l 2011 si è confermato anno di lieve “recessione” per l’Avis Mestre-Marghera: i donatori attivi sono diminuiti dello 0,2% rispetto al 2010 (da 4.691 a 4.681), mentre le donazioni dell’1,5% (da 7.991 a 7.871); leggermente in calo anche l’indice di donazioni pro capite, passato da 1,71 a 1,68. Questi i dati comunicati in occasione dell’assemblea dello scorso 12 febbraio, momento di riflessioni sull’anno passato e soprattutto sul futuro dell’associazione, anche in vista del rinnovo delle cariche. “In questo ultimo anno di mandato - ha commentato il presidente Roberto Cerruti - dobbiamo raddoppiare gli sforzi alla ricerca di nuove idee, per lasciare la miglior situazione possibile a chi ci seguirà”. Quali sono quindi gli ambiti in cui investire? Da un lato, vanno potenziate e differenziate le attività di sensibilizzazione, proseguendo lungo i percorsi già intrapresi (scuole, giovani, nuovi cittadini). Dall’altro, vanno migliorati il servizio di chiamata e la comunicazione con i soci: sta partendo la chiamata via email e in futuro verrà attivata quella via sms, in modo da utilizzare per ogni socio lo strumento più adeguato alle sue esigenze. Di recente le attività associative sono state promosse tra i soci anche via email, nonché tramite il sito e la pagina Facebook della comunale (Avis MestreMarghera), che conta oltre 1.200 amici. Il ruolo dei soci nella promozione del dono è infatti fondamentale, come ha spiegato Cerruti: “Abbiamo bisogno che chi dona diventi parte attiva dell’associazione, diventando collaboratore o anche solo ambasciatore del dono. Se ciascuno di noi

portasse un nuovo donatore, supereremmo quota 9.000 donatori; se donassimo una volta in più all’anno, arriveremmo a 12.000 donazioni. È un traguardo irraggiungibile? Sicuramente è sfidante”. Una sfida resa più ardua dal momento di crisi che stiamo attraversando: “Forse molti temono per il proprio posto di lavoro - ha ipotizzato il Presidente - e sono meno propensi a chiedere un permesso per donare. Se il problema è questo, bisogna trovare il modo di comunicare ai datori di lavoro le necessità dei malati e studiare con loro delle soluzioni”. L’inizio del 2012 intanto non è stato dei più rosei, probabilmente anche per il picco influenzale; c’è quindi bisogno del contributo di tutti per invertire il trend e riportare la raccolta a livelli adeguati ai crescenti consumi. Servizi di Giorgia Chiaro

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LE SETTE SORELLE

VENEZIA

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Multietnici, multicolori, tanti nuovi donatori E

rano oltre 300 i partecipanti alla decima “Festa dei migranti” organizzata il 18 dicembre a Summaga di Portogruaro dall’Associazione Migranti della Venezia Orientale Onlus, con il sostegno della Conferenza dei sindaci, di Avis Veneto e Avis provinciale di Venezia. Una vera festa multietnica e multicolore, che negli anni è andata sempre crescendo. Chiave del suo successo sono i valori della comunio-

ne e della condivisione delle esperienze: ciascuno porta e rappresenta ciò che sa fare meglio e le diversità non sono guardate con sospetto, ma diventano occasioni di crescita per tutti. Questo il messaggio che ha lanciato anche il presidente dell’Avis regionale, Alberto Argentoni, traendo spunto dal potere salvifico che le diversità hanno spesso in medicina e ancora di più nella crescita culturale di una Nazione. La Festa del 2011 si è aperta con un profondo gesto di solidarietà nei confronti dei cittadini senegalesi, di recente colpiti da un atto di intolleranza di uno squilibrato a Firenze. Parafrasando le parole di J. F. Kennedy, pronunciate a Berlino in piena guerra fredda, il vice presidente dell’Amvo Roberto Soncin, vestito con l’abito da cerimonia tradizionale del Senegal, ha dichiarato: “Oggi ci sentiamo tutti senegalesi”. L’edizione 2011 si è focalizzata sui nuovi Italiani (i figli di immigrati nati e cresciuti in Italia) per i quali il Presidente Napolitano ha chiesto il riconoscimento della cittadinanza italiana, definendoli “una grande fonte di speranza”. La manifestazione è quindi proseguita tra canti, balli, musiche e poesie rappresentative di tutte le etnie presenti nel mandamento di Portogruaro. In questa occasione, Argentoni ha consegnato alcune targhe di riconoscimento a cittadini stranieri che hanno completato la loro integrazione anche attraverso il dono del sangue: Moimouna Cissè, (Mali), Oksana Zadorozhna (Ucraina) e i coniugi Vitalie Mihalache e Irina Negrei (Moldavia). Ottimo è stato anche il riscontro presso il banchetto informativo dell’Avis, con numerosi contatti e diverse promesse di donazione. La partecipazione dell’Avis ha permesso, inoltre, di mettere in luce alcune esigenze comunicative della nostra associazione nell’avvicinare i nuovi Dario Piccolo Italiani.


VENEZIA

Due concerti per l’Africa a San Stino razie San Stino! hanno gridato in coro i bambini del Centro di Accoglienza Frei Jorge Zulianello di M’banza Congo (Angola), in collegamento internet con il cinema-teatro Pascutto in una delle due serate di musica organizzate a dicembre dall’Avis di San Stino di Livenza. Un’iniziativa volta a raccogliere fondi per il Centro fondato, appunto, da Padre Giorgio Zulianello, missionario sanstinese purtroppo scomparso nel 2007 in un incidente aereo. Il frate aveva lasciato l’Italia circa 40 anni fa per portare il suo aiuto ai più bisognosi, in particolare ai “fetizeiros”, bambini scacciati dalle loro abitazioni in quanto ammalati e perciò ritenuti portatori di disgrazie e male. I concerti, realizzati con il fondamentale contributo del coro Arcobaleno di Caorle diretto dall’insegnante Maria Dal Rovere, hanno visto protagonisti gli alunni delle scuole primarie “Vittorino da Feltre” di Biverone e “Don Martina” del capoluogo, sotto l’occhio vigile dei genitori entusiasti che hanno riempito il teatro. Un successo ottenuto grazie alla collabora-

zione tra associazione, scuola e genitori e che testimonia ancora una volta come la musica sia un importante mezzo di comunicazione e aggregazione anche Emanuele Zanon all’insegna della solidarietà.

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Mestre coinvolge potenziali donatori col... Fischio P rosegue nel mondo dello sport l’attività di promozione del dono del sangue dell’Avis Mestre Marghera. A novembre è stata la volta della sezione locale dell’Associazione Italiana Arbitri, che ha invitato i volontari a partecipare a uno degli incontri periodici con i propri iscritti. Erano presenti gli arbitri di tutte le categorie, tra cui numerosi giovani, oltre ai dirigenti della sezione guidata dal presidente Giancarlo Muriotto. A fare da trait d’union tra le associazioni Giorgio Scotto, vice presidente dell’Avis provinciale Venezia e decano degli arbitri mestrini, che ha aperto con una panoramica sulle problematiche della donazione in ambito nazionale, regionale e provinciale. Il presidente della Comunale Roberto Cerruti, ha invece sottolineato l’importanza dei giovani per l’Avis, in particolare di coloro che svolgono attività sportiva in modo continuativo. Al dottor Mirto Andrighetti, che da anni presta il proprio aiuto volontario all’Avis, il compito di raccontare la donazione del sangue attraverso la storia, fino a giungere alle tecniche di raccolta e conservazione attuali. Il medico ha, inoltre, risposto ai numerosi quesiti sanitari e comportamentali legati all’atto della donazione, che hanno sottolineato il successo dell’iniziativa. “La constatazione dell’interesse da parte dei presenti per questi argomenti - ha commentato Roberto Cerruti - è

sicuramente un buon segnale. I giovani sono spesso considerati, a torto, indifferenti verso gli altri, ma i giovani arbitri mestrini hanno in questo caso dimostrato curiosità, interesse, voglia di partecipare e di essere utili al prossimo: tutte buone notizie sul fronte del donare. Ringraziamo la Sezione di Mestre dell’Associazione Italiana Arbitri e ci auguriamo di incontrarci in future Giorgia Chiaro occasioni”.

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LE SETTE SORELLE

BELLUNO

Un grandissimo Grigory Sokolov per augurare un buon 2012 C

ome meglio augurare un buon 2012, se non in musica? Proprio così ha pensato di fare la sezione Abvs di Belluno che, sulla scia di una preziosa collaborazione avviata con il Circolo Culturale Bellunese, ha contribuito a portare tra le Dolomiti il pianista russo

Grigory Sokolov. Il musicista non è nuovo ai concerti nel bellunese ma la sua fama, come ogni volta che un pianista di tale caratura si esibisce in città, ha destato ancora una volta notevole interesse. La sera del 29 gennaio il Teatro Comunale era praticamente pieno e tra il pubblico c’erano persone di ogni età. Nato nel 1950 a Leningrado, Sokolov ha cominciato a suonare il piano all’età di 5 anni, arrivando poi a vincere il primo premio al concorso “Tchaikovsky” di Mosca a soli 16 anni. Una carriera iniziata molto presto che lo ha portato a suonare nelle più importanti sale da concerto del mondo. E, ancora una volta, Grigory Sokolov ha dato prova della propria eccellenza. Cominciando da Jean-Philippe Rameau, passando da Mozart e concludendo con Brahms, il celebrato pianista ha incantato il pubblico con un’esibizione di quasi tre ore. La platea si è lasciata trasportare nel nuovo anno sulle note delle magnifiche composizioni che hanno trovato la propria piena espressione tramite le dita dell’eccellente pianista. Davvero un bel regalo dell’Abvs alla città.

Volley: il torneo della Befana all’Happy Team V

a all’Happy Team il 4° Torneo della Befana, manifestazione di pallavolo organizzata dall’Abvs di Limana, in collaborazione con il gruppo della pallavolo e della Sest Limana. In finale, la formazione trevigiano-veneziana ha sconfitto l’Abvs Castion, col punteggio di 2 a 0, con un doppio 21 a 12, al termine di una rassegna giocata sulle ali di una pallavolo di ottima qualità. E’ stata una domenica all’insegna del divertimento al Palimana: mattinata e primo pomeriggio sono stati dedicati alle

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BELLUNO

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pplausi calorosi hanno accompagnato, nell’affollata sala parrocchiale di Bolzano Bellunese, il concerto-performance della nota jazz vocalist Enrica Bacchia “Suggestioni d’Oriente... aspettando il Natale”. Un’esibizione accompagnata dalle voci recitanti dei poeti dell’associazione culturale “Verba Volant” Camilla Emili, Enrico Gasperi, Patrizia Burigo. La manifestazione del 22 dicembre, presentata da Mirta Amanda Barbonetti, presidente di “Verba Volant” e patrocinata da Comune e Provincia di Belluno, è stata realizzata in collaborazione con il Cai e Aics (sezioni di Belluno), da Nuova Ricreativa, dall’Abvs e dalla parrocchia di Bolzano Bellunese. Enrica Bacchia, di Conegliano, ha oltre 50 anni di

esperienza di canto e centinaia di concerti alle spalle, che l’hanno portata ad affinare una tecnica vocale estremamente particolare. Da sempre collabora con musicisti di fama internazionale, ma anche con spiriti liberi che incontra tra gli altopiani della Siberia, ai confini della foresta amazzonica, o nelle lande di Capo Nord, nelle rosse oasi del Senegal, nascosti dietro le maschere dell’Opera Cinese. Lo spettacolo si è snodato attorno al progetto musicale “Music percettiva”, creato nel 2009 da Enrica, che presenta la naturale concretizzazione di quel quid sonoro esistente nel campo da sempre, che attende solo di essere consegnato nuovamente alla coscienza e consapevolezza di tutti.

qualificazioni, con due gironi volti a delineare un “classificone” generale, dal quale sono emersi gli accoppiamenti della serata. ove le squadre partecipanti per un totale di 81 giocatori, con tre ospiti d’eccezione che hanno onorato il torneo nel migliore dei modi: l’Associazione Feltrina Donatori Volontari del Sangue (con la squadra di San Gregorio/Santa Giustina), l’Avis di Vittorio Veneto (Volley For Fun) e l’Avis di Venezia, con la vincitrice Happy Team. Così ai quarti: Abvs Castion - Abvs Belluno 26-24; Afdvs Santa Giustina San Gregorio - Happy Team 17-25; Abvs Salce - Donatori Sangue Alpago 25-18; Sest Limana - Volley For Fun Asd 23-25. Semifinali. Abvs Salce - Happy Team 0-2 (7-15; 5-15); Volley For Fun - Abvs Castion 1-2 (15-10; 11-15; 12-15). Finale per il 1° e 2° posto: Abvs Castion - Happy Team 0-2 (12-21; 12-21). L’Happy Team vincitore

(nella foto a sinistra) era composto da Federica Coan, Flavio Minotto, Alessandro Di Lorenzo, Michele Volpato, Giorgio Spizzottin, Alberto Targhetta, Luca Giurin, Andrea Ficotto, Marina Bertolin. Abvs Castion: Luciano Iannotta, Davide Iannotta, Massimo Da Ros, Lucia Bardin, Chiara Piol, Morena Fant, Grazia Capraro, Valentina Pellegrin. Eros De Barba

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LE SETTE SORELLE

A Bolzano Bellunese una vocalist mondiale

Lutto in Abvs Il 29 febbraio scorso è scomparsa la mamma della Presidente provinciale Abvs, la nostra cara Gina Bortot. I funerali, molto partecipati, si sono svolti il 2 marzo nella Chiesa di Basia a Puos D’Alpago. A Gina e alla famiglia tutta la vicinanza delle Abvs della provincia, dell’Avis regionale e di tutta la nostra redazione. 41


VICENZA

Vitale la collaborazione nel Dimt LE SETTE SORELLE

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'anno cambia sempre, se non altro i numeri si rincorrono e per noi umani, che ci auguriamo buon anno al suo nuovo sorgere, non sempre quello che viene è migliore di quello che se ne va. Sicuramente a Vicenza, sotto il profilo delle donazioni, le cose sono andate bene, per noi Avis un aumento delle donazioni c'è stato, nella misura chiesta dal Crat Veneto, (Coordinamento regionale attività trasfusionali). Abbiamo eseguito “i compiti per casa” diligentemente, abbiamo contribuito al raggiungimento del numero di sacche di sangue da inviare a Padova e fuori regione, chiesto al dipartimento di Vicenza per l'autosufficienza regionale e nazionale. Se sotto il profilo donazionale, come Dipartimento siamo andati bene, altrettanto non si può dire dei rapporti interni che quest'anno si sono concentrati in due sole riunioni della Conferenza di Dipartimento. Un po' poco per dire che ci sono stati confronto e condivisione. Per carità, non è che ci si sia accapigliati, ma i numeri dicono che si è lavorato in modo scollegato. Le Ulss hanno avuto incrementi diversi: l'Ulss 4 Schio ha raccolto un più 3%, l’Ulss 3 Bassano si attesta sul 1%, mentre abbiamo un 2% per l’Ulss 5 Valdagno, ultima l’Ulss 6 Vicenza quest'anno ha avuto una flessione attorno al 4%. Dall'altra parte della barricata, sul versante consumi abbiamo un incremento sotto il 2%. La dipartimentalizzazione provinciale ha creato della difficoltà nella gestione unitaria del sistema, si sono create delle disomogeneità tra le Ulss. Inoltre, l’amministrazione condivisa tra aziende sanitarie risulta talora di difficile attuazione. La gestione del personale è vincolata dal punto di vista contrattuale e

sindacale, impedendo così l’ottimale utilizzo delle risorse con un’attività dipartimentale condivisa e coordinata. Lo so che questi concetti li sto ripetendo da più tempo nei miei editoriali, spero di non annoiarvi, ma so che non siete solo voi donatori (che capite bene la situazione) a leggere il nostro giornale, perciò spero che “parlando alla nuora capisca anche la suocera”. Cambiando argomento e passando alle nostre assemblee comunali e provinciale, diciamo che quando leggerete questo editoriale si saranno già svolte tutte e che spero vi avrete partecipato numerosi. Soprattutto perché è compito vostro di donatori avallare le attività che i vostri dirigenti svolgono per voi e per la nostra associazione. Nelle assemblee si viene invitati a partecipare più attivamente alla vita associativa. Voi giovani, intesi come giovani chi sta nella fascia di età tra i 18 e i 40 anni, donne comprese, sappiate che l'anno prossimo ci saranno i rinnovi dei Consigli direttivi di tutte le nostre associazioni, dalle comunali alla nazionale. Lo so che tutti siamo impegnati, ma c'è bisogno di una ventata nuova anche in Avis, ora ai vertici associativi la maggioranza dei dirigenti a casa hanno i nipotini, il sottoscritto compreso. Non è socialmente corretto che i “nonni” prendano decisioni e programmino il futuro anche dell'Avis, è un compito che spetta ai “genitori”, è una responsabilità che hanno nei confronti dei loro figli. Spero di non essere troppo invadente, ma mi auguro di smuovere in voi quei sensi di colpa di disimpegno che qualche volta manifestiamo per comodo o negligenza. Comunque, auguro a tutti un fraterno Enrico Iseppi augurio e un a risentirci a presto.

Velo D’Astico, Papà Natale e i tanti giovani G

iorni di lavoro intensi, prima delle vacanze, per Babbo Natale dell’Avis di Velo D’Astico, che ha portato auguri, caramelle e dolci ai bambini delle scuole materne ed elementari. A ogni ragazzo del Ceod, a Seghe di Velo, è stato invece consegnato un sacchetto con frutta e dolci natalizi, tra i ringraziamenti delle famiglie e degli operatori. È una piccola iniziativa dell’Avis di Velo, ma riproponendosi ogni anno oltre a dare visibilità alla nostra associazione sul territorio, ci riempie di soddisfazione perché regala gioia e sorrisi oltre che incrementare i nuovi iscritti. Vogliamo tramite “Dono & Vita” ringraziare a tale proposito i molti giovani diventati donatori negli ultimi anni, ai quali va il nostro plauso per la loro sensibilità verso il prossimo Il presidente Pietro Ceron e il Direttivo che soffre.

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VICENZA

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er l’Avis di Castelgomberto-Trissino il 2012 è un anno speciale. Il Direttivo, guidato dal presidente Giampietro Vantin, festeggia il 40° di costituzione dell’associazione. Come evento di apertura, il 5 gennaio, si è tenuto l’ormai tradizionale concerto di cori dell’Epifania. All’insegna dell’integrazione e dell’interculturalità, sono stati invitati il Coro della comunità ghanese di Valdagno e il Coro lirico di S.S. Pietro e Paolo e di S. Cecilia. La prima parte della serata è stata animata dai ritmi coinvolgenti del coro ghanese che ha proposto un repertorio di brani spiritual-gospel, dove canto e preghiera si fondono insieme. La seconda parte ha avuto come protagonista il coro lirico di S.S. Pietro e Paolo e di S. Cecilia diretto dal maestro Pierangelo Zoso e accompagnato al pianoforte dal maestro Simone Miotto. A incantare il pubblico sul palco con brani di Verdi, Vivaldi, Mozart, List e altri compositori sono state le voci del soprano Paola Buratto e del giovane tenore Remo Benetti. Una serata gioiosa ed emozionante che ha visto la Sala della Comunità Lux al completo, in un clima ancora natalizio che si è ben coniugato con la musica e la sensibilizzazione verso un tema importante come la donazione del sangue che non conosce

alcuna distinzione, ma che è, come recita lo slogan della nostra associazione, “semplicemente importante”. Il prossimo evento sarà il 22 aprile 2012 con l’inaugurazione del monumento del donatore completamente restaurato ed una Santa Messa per tutti i donatori dell’Avis di ieri e di oggi.

LE SETTE SORELLE

Castelgomberto -Trissino: un anno speciale iniziato alla grande con la grande musica

Recoaro: Avis, Aido e la perdita di un grande amico A

vis e Aido di Recoaro in lutto per la morte di Achille Acqua, scomparso all’età di 87 anni. Il “ragioniere”, come era conosciuto da tutti, è stato una figura di spicco sia nelle Associazioni di volontariato, sia nella vita culturale e sociale del paese dove ha svolto, tra l’altro, anche il delicato compito di Giudice Conciliatore. Nel 1968, assieme ad Aroldo Pivetti, Rocco Sgorbati e Giorgio Zaccaria, fondò il Gruppo dei donatori di sangue di Recoaro con le prime adesioni al Gruppo di Valdagno, sorto cinque anni prima. I primi donatori furono i dipendenti dello stabilimento di imbottigliamento di Recoaro, dove anche Acqua lavorava e in particolare

all’interno del Cral aziendale, di cui il ragioniere fu consigliere e animatore per molto tempo. Il 2 marzo 1969 fu ufficialmente costituito il gruppo Avis-Cral aziendale Terme di Recoaro e Achille ne fu il primo presidente, carica che mantenne fino al 1978 favorendo la crescita in donatori e donazioni. Dieci anni dopo, nel 1979, su proposta del Consiglio direttivo dell’Avis, di cui era vice presidente, nacque a Recoaro anche l’Aido di cui Achille che fu tra i primi iscritti. Il ragioniere Acqua fu anche consigliere del Gruppo alpini e dell’Associazione Combattenti e Reduci. Nella foto l’ultima partecipazione di Achille Acqua all’assemblea dei soci Avis-Aido del 2002.

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VICENZA

Trent’anni per Avis San Pietro di Rosà LE SETTE SORELLE

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’Avis comunale di San Pietro di Rosà ha festeggiato il 4 febbraio i suoi 30 anni di attività. Era infatti il 21 gennaio 1982 quando al ristorante “Al fiore” veniva eletto il primo Direttivo che vedeva presidente Lorenzo Signori, vice presidente Valerio Geremia e segretaria Daniela Martinello. I nostri festeggiamenti, con l’aiuto dell’Avis provinciale di Vicenza e del presidente Enrico Iseppi (che da sempre sostiene il nostro gruppo che è il più piccolo della provincia, ma non per questo meno attivo) hanno avuto inizio con il consiglio provinciale, svoltosi nella chiesetta “antica” di San Pietro, risalente all’epoca romana. A seguire la Santa Messa nella chiesa parrocchiale, assieme al gruppo R.d.s. (Reparto donatori sangue) degli Alpini, all’Aido e alla Protezione civile. Ad animarla è stato il coro “La rosa” di Rosà con alcuni brani del suo repertorio. Emozionante il momento

della premiazione dei donatori benemeriti che hanno raggiunto le 24 e 50 donazioni. Ci siamo poi trasferiti al vicino ristorante “Al fiore” per una cena in allegria, con la presenza del sindaco di Rosà Manuela Lanzarin, il presidente dell’Avis provinciale Enrico Iseppi e il vice presidente dell’Rds Ferruccio Campagnolo. La festa si è conclusa con una ricca lotteria e un arrivederci all’anno prossimo. Tra le attività svolte dal gruppo Avis San Pietro Rosà per cercare di promuovere il dono del sangue, ci sono interventi nelle scuole superiori di Bassano del Grappa, Nove e Romano d’Ezzelino. Interveniamo con il gazebo alla “Marcia dei cavini”, gara podistica non competitiva, alla sagra paesana del 29 giugno, alla scuola elementare (alla classe quinta) proponiamo il gioco “Fiabilas” ideato dall’Avis regionale per i bambini, ai quali vengono donate anche cartelline contenenti squadra, righello, penna, blocco notes… con la scritta Avis, alla biblioteca comunale di Rosà forniamo i segnalibri proposti dalla Regionale. Volevo concludere con una frase della preghiera del donatore “sappiamo che al termine della vita, solo l’amore resta e tutto il resto svanisce”. Claudio Battilana - presidente Avis San Pietro di Rosà

Tornano i “giochi di primavera” a Piovene Rocchette

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er un domani migliore si deve “investire” iniziando dai ragazzi. Ogni anno, nel mese di maggio, la scuola primaria dell’Istituto statale “A. Fogazzaro” di Piovene Rocchette organizza “I giochi di primavera” per i ragazzi dai sei agli undici anni. Un’iniziativa che trova la piena collaborazione del dirigente scolastico, dott. Mario Chiarello, e che anche quest’anno si ripeterà. Nella scorsa edizione la Comunale di Piovene Rocchette ha contribuito con un piccolo premio ai 420 alunni presenti: una semplice medaglia uguale per tutti, perché a queste età l’importante è partecipare. Ai ragazzi viene fatta capire l’importanza di condividere i momenti di gioco con lo spirito di gruppo, imparando sane regole sportive indispensabili per sviluppare alcuni valori come la solidarietà e il senso civico. Oltre ai rappresentan-

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ti dell’Avis, la manifestazione vede in prima linea gli insegnanti. Per un po’ di tempo sul territorio comunale si è potuto notare i ragazzi indossare la “meritata medaglia” con orgoglio. La speranza è che queste semplici iniziative, parlandone in famiglia, possano contribuire a scuotere gli animi di ognuno e quindi incoraggiare a diventare possibili donatori di sangue. Gianni Gasparini


Ciao a tutti, Mi chiarite una cosa, per cortesia? A pag. 24 di Dono&Vita di dicembre 2011 si dice che "a dicembre 2010 erano 2500 i pazienti che, nonostante i diciotto milioni di donatori mondiali, non ne avevano uno compatibile". Vorrei che mi diceste se c'è qualche motivo per cui avete scritto così o veramente ogni paziente in attesa di donazione può attingere a donatori di tutto il mondo... Spero di essermi spiegato nella domanda e porgo cordiali saluti. Antonio Schiavo - Schio

Caro Antonio, la domanda è chiarissima. Meno chiaro è che non ci risulta di aver scritto quella frase a pagina 24 del numero scorso (su quella pagina, infatti, c’era un servizio su Lazise per “Il Bello del Veneto”). In verità, nonostante me lo sia “ripassato” tutto, sullo scorso numero proprio non ho trovato tali dati. Dati che, in ogni caso, dovunque tu li abbia letti, corrispondono a verità. La tua mail vale una risposta circostanziata e generale. È vero che TUTTI i pazienti italiani in attesa di trapianto di sangue midollare possono trovare un donatore HLA compatibile fra gli oltre 18 milioni registrati in tutto il mondo. Anzi, nel 2011 su 670 pazienti italiani che hanno ricevuto un trapianto di CSE (Cellule staminali emopoietiche) ben 543 hanno ricevuto “cellule straniere” e solo 127 provenienti dall’Italia. Viceversa anche

tutti i pazienti in attesa nel mondo possono potenzialmente ricevere cellule staminali italiane. Questo, almeno, nelle nazioni che hanno un pari registro collegate con l’Imbdr (Italian Bone Marrow Donor Registry - Registro italiano donatori midollo osseo). Il nostro contributo verso i pazienti mondiali è stato di 59 donazioni “esportate”. Stesso discorso vale per le Cellule staminali da Cordone (argomento di cui ci siamo occupati nello scorso numero) dove però il “dare-avere” è sostanzialmente in pareggio: 65 donazioni “importate”, 71 “esportate” (fonte Imbdr). Già che ci sono approfitto anche dell’occasione e chiudo fornendo a te e ai lettori i dati più aggiornati dell’Imbdr. Questi i numeri al 29 Febbraio 2012: - Potenziali donatori in Italia: 335.650; - Unità di sangue cordonale disponibili per la ricerca in Italia: 27.122; - Potenziali donatori adulti nel mondo: 18.825.761; - Unità di sangue cordonale disponibili per la ricerca nel mondo: 514.631. In ogni caso allego alcune tabelle relative all’argomento da te proposto e ricavate dal sito del Registro Italiano (che ha sede fisica presso gli Ospedali Galliera di Genova). Tutte le notizie più aggiornate su tali argomenti, comunque, possono sempre essere reperite sul sito www.adoces.it/.

LETTERE & OPINIONI

Sangue midollare da tutto il mondo?

Beppe Castellano

Admor-Adoces, didascalie, Onorevoli ed errata-corrige A proposito di staminali e di Adoces... Ci ha scritto Alice Vendramin Bandiera, responsabile nazionale Adoces ringraziandoci prima di tutto “per il servizio che avete dedicato sul sangue cordonale e sui provvedimenti dell'Antitrust” nonché “per l'attenzione e spazio che avete dedicato al primato dei dieci donatori di Paese”. Nel contempo Alice Bandiera ci ha segnalato che “la didascalia della foto nella quale sono ritratta con l'On. Roberta Pedoto, Componente la Commissione Affari Sociali della Camera, riporta erroneamente "nella foto due attiviste Admor-Adoces". Vi chiedo cortesemente di voler cor-

reggere nel prossimo numero l’inesattezza”. Il direttore responsabile chiede perdono per la svista. L’intervento inviato dalla Sig.ra Bandiera non aveva purtroppo alcuna immagine a corredo. Ne abbiamo dovuto reperire quindi una sul web, esattamente su un sito Admor-Adoces, dove però nessuna nota indicava chi fossero le due signore vicino allo stand Admor-Adoces. La Sig.ra Bandiera, in ogni caso, è attivista da sempre per Admor-Adoces, mentre per quanto riguarda l’On. Roberrta Pedoto l’augurio - sicuramente condiviso dalla stessa scrivente - è che lo diventi presto. B.C. 45


Il bambino e il “generale” LETTERE, OPINIONI & STORIE DI VITA

Ispirato dalle storie lette su Dono&Vita-web e scritte dal mio amico Giuseppe, che mi hanno ricordato attimi delle nostre vite, vi invio a mia volta la storia di Pietro e della promessa fatta da un bimbo a un papà. Ancora oggi, Luigi Ficorella, Roma l’ultima promessa è mantenuta.

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C’era un bimbo che aveva un amico del cuore di nome Pietro. I due si erano conosciuti in un posto dove gli adulti vestivano camici bianchi e dove anche gli altri bambini, per la maggior parte del tempo, stavano coricati nel letto a osservare gli aghi conficcati nelle loro braccia. O a guardare il sangue che ossessivamente gocciolava per scorrere dalla sacca attraverso i tubicini trasparenti collegati a quei fastidiosi pungiglioni. Molto spesso i due si ritrovavano lì, tanto che l’ansia a ogni nuovo ricovero era per ambedue chiedersi se ci fosse già l’altro. E di solito era così. Pietro era di poco più grande di età e teneva in gran conto il suo amichetto. Pietro aveva una passione: aveva ricevuto per regalo delle strane penne colorate che se inserite in uno strano marchingegno, disegnavano su di un foglio. Ogni volta si palesavano strane figure o forme, non ben definite, forme astratte e soprattutto tanto colorate. In quelle forme che prendevano vita poco alla volta nell’autonoma rotazione delle penne, i due amici si divertivano a scovare i profili di quella o quell’altra persona, oppure di questo o quell’altro oggetto. I disegni catturavano i loro sogni, alleviando i tormenti di quella camera. Quell’anno il tempo trascorreva velocemente, gli incontri con Pietro durante i ricoveri si susseguivano, evidente era il peggiorare delle sue condizioni fisiche. Il suo buon cuore non sosteneva più il peso dei malanni che affliggevano il suo organismo. I giochi fra i due erano ormai scomparsi, Pietro non riusciva quasi più a parlare, afflitto com’era da quell’affannoso respiro. Spossato, comunicava con gli occhi e tra di loro si capivano al volo. I genitori erano presenti, ma per la crudeltà delle convinzioni e delle convenzioni di quegli anni, non era concepibile che restassero fuori dell’orario di visita ad assistere il figlio. Durante i limitati orari di visita, la mamma di Pietro coccolava il figlio, sempre premurosa. Il papà, invece, restava quasi sempre in disparte ai bordi del letto a godere di quei teneri abbracci, limitandosi a carezzare i piedi del figlio. Il papà di Pietro era un militare di carriera di alto grado. Il bimbo era attratto da quella divisa così lucente e lustrata che vestiva con orgoglioso spessore un uomo dalle fattezze statuarie che quasi incuteva paura a chi gli era dinanzi. Oramai quasi ogni giorno Pietro veniva colto da crisi cardiache: il cuore batteva veloce e con forza, sobbalzava, sembrava volesse uscirgli dal petto. In uno di quei momenti di visita, la solita amorevole

scena che il bimbo gustava dal suo letto. Di lì a poco, però, avvenne qualcosa di imprevisto. Era prossima l’ora di uscita dei parenti, quando il papà di Pietro chiamò il bimbo in disparte per parlargli. Il bimbo s’accostò quasi timoroso. Intuendo lo stupore, il militare lo rassicurò amorevolmente, gli posò una mano sulla spalla e tirandolo a sé gli disse: “Sono molti anni che vedo come con Pietro vi vogliate molto bene. Anche se sei ancora un bimbo per quello che hai visto e patito qui dentro, sei molto più grande e maturo dei tuoi nove anni. Ti parlo quindi come a un adulto. Ciò che ti chiedo, lo sapremo solo io, te e nessun altro. Pietro sta morendo, ma non voglio che questo accada senza che io sia presente. Non me lo perdonerei mai. Prendi...”. Gli diede un foglietto di carta con un numero telefonico e un gettone: “se Pietro starà tanto male quando io non ci sono, non devi far altro che usare il gettone comporre il numero del telefono scritto nel foglietto e dire il tuo nome. Non occorrerà altro, io capirò”. Il bimbo assentì con gli occhi e si lasciarono in silenzio, fra uomini non occorrevano altre parole. Non passò molto tempo. Solo due sere dopo, un’oretta prima di mezzanotte, Pietro urlò chiamando il nome del bimbo. Questi corse al suo letto, non c’erano altri bambini in camera. Vide quel petto che non riusciva più a contenere i battiti del cuore. Suonò il campanello, per chiamare infermieri e medici che accorsero. Lui invece uscì dalla stanza in silenzio, con in mano il foglietto e il gettone. La promessa fatta al papà di Pietro fu mantenuta. Non furono passati neppure 15 minuti e i genitori di Pietro entrarono in stanza. Il papà, trafelato, prese la mano del figlio tra le sue. Si voltò verso il bimbo, prima che tirassero la tenda, e lo salutò ringraziandolo con un gesto del capo. Ancora poco, poi dietro quella cortina con cui gli infermieri avevano nascosto il letto di Pietro, il silenzio si ruppe, facendo spazio a un pianto composto. Pietro era andato, lui non soffriva più. Era passato un anno esatto, il bimbo era ancora lì. Ancora una volta ricoverato, era tornato in quella stessa stanza. Nell’orario di visita quel giorno entrarono i genitori di Pietro. La mamma baciò uno a uno tutti i bimbi della camerata, con le lacrime che scorrevano sul viso. Il papà era come sempre in disparte. Forse per essere un grande soldato - pensò il bimbo - bisogna trattenere in sé il dolore e le emozioni. Il soldato vide il bimbo, lì nel lettuccio in fondo, si mosse verso di lui: “Pietro ti voleva molto bene, ricordalo sempre”. Scattò quasi sull’attenti e lo lasciò con un’ultima carezza sulla testa. Questa fu l’ultima promessa del bimbo... Assieme a questa storia di vita risalente a una qurantina di anni fa, ne pubblichiamo un’altra, ancora più “antica”. A legarle le “divise” e un sottile, ma fortissimo, filo rosso.


Questa storia l’abbiamo quasi “rubata”, con la “complicità” di un presidente provinciale Avis di cui non faremo il nome. È emersa, ormai dimenticata, da una pila di carte e di documenti dello studio di Giovanni Battista Gajo, ormai ex primario del Centro trasfusionale di Treviso. Il dottor Gajo stava svuotando il suo studio per lasciare lo spazio libero per chi verrà dopo di lui. Come abbiamo scritto nel numero scorso, infatti, dopo più di 40 anni di carriera Gajo è andato in pensione. Un presidente provinciale a caso passava di là in quel momento a salutarlo e ha pensato, dopo aver letto manoscritto e testimonianza, di chiederlo in dono per il giornale e per tutti i lettori. Eccovene copia e trascrizione. Treviso, 9-10-1981 Carissimo “Dotor” e nipote Gianni, visto che tu sei un “dotor” del sangue, ecco come per “fame trascurata” divenni “donatore di sangue” e come uno scorbutico sergente inglese accese in me un’idea! Quindi, se hai tempo e voglia, leggi l’unito foglio. Vivissimi, cari saluti a Te e a tutta la tua bella e simpatica famiglia. Tuo affezionatissimo zio Bruno P.S. A Te anche particolare GRAZIE quale mio Medico valentissimo. Come divenni donatore di sangue, di Bruno Manfren, alpino e donatore emerito. Testimonianza pubblicata in occasione del 55° anniversario della costituzione del Gruppo donatori di sangue trevigiano (Giornata del donatore, domenica 11 ottobre 1981, numero unico Avis Comunale di Treviso). “In quell’anno 1944 ero prigioniero di guerra e mi trovavo nel campo 27/1 di Yol in India, località situata nei primi contrafforti dell’Himalaya a quota metri 1224. Il “rancio” che ci passava la mensa di Sua Maestà Britannica era sufficiente, ma assai monotono. Il sogno di tutti noi era di poter gustare un bel piatto di spaghetti e una bistecca. Ma lì in India le vacche sono… sacre e non vengono uccise, né, tantomeno, mangiate e gli spaghetti non esistono. Un bel giorno, dalla voce dell’altoparlante installato su di un palo del reticolato che cingeva la nostra città di baracche di legno, fu trasmesso un appello che su per giù suonava così” …ci sono dei feriti in arrivo, necessita sangue…”. Radio-naja, cioè voci provenienti dallo staff italo-inglese addetto alla conduzione del campo, completava l’appello con la notizia che ad ogni donatore sarebbe stato servito un lauto pasto proprio a base di… spaghetti e bistecca. Così, senza tanto pensarci (grazie a Dio ero in buona salute), un po’ per un certo senso di umanità ed abbastanza per “fame trascurata”, mi diedi in

nota. Quando ci fu dato l’ordine di partire per l’ospedale mi misi in fila davanti al cancello del campo col mio logoro cappello alpino in testa. Eravamo una quarantina di prigionieri di tutte le armi e di varie parti d’Italia, quasi tutti semplici soldati. Ci avviammo scortati da militari indiani, al comando di un sottufficiale inglese uso a dare ordini uniti alle solite pesanti espressioni, del resto in bocca a tutti i sergenti del mondo. Giunti all’ospedale cominciarono le visite di idoneità ed i prelievi. Io fui affidato alle cure di un capitano medico indiano, una persona gentile ed educata che personificava un misto dell’efficienza britannica con le millenarie tradizioni della sua razza indù: turbante in testa, barba folta e ricciuta raccolta in una retina e bracciali di ferro ai due polsi. Nel corso della trasfusione egli mi domandò in inglese: “Tenente, perché compie tale atto?”. Onestamente avrei dovuto dirgli. “perché ho fame” ed invece sussurai: “così, per umana solidarietà” ed il discorso si chiude lì. Dopo la donazione fummo accompagnati alla mensa dell’ospedale dove ci fu offerto un ottimo “tea” ben zuccherato. La famosa spaghettata con bistecca ancora una volta si dimostrò un colpo di naja, cioè un sogno ed un desiderio destinati ad essere impagati. Più tardi, dopo una breve obbligatoria sosta su di un lettino, chiesi di essere riaccompagnato al campo e qui avvenne la metamorfosi del burbero sergente inglese. Si irrigidì sull’attenti e facendomi un impeccabile saluto militare d’ordinanza mi disse “You can go, sir” (lei può andare, signore). Rimasi stupito: cosa era successo nell’animo di quell’uomo? Ancora oggi immagino e penso che il fatto di donare il sangue, cioè donare vita, era un gesto di rispetto al di sopra dei rancori di guerra. Forse proprio quell’oscuro e scorbutico sergente inglese è colui che in parte mi ha spinto, qualche anno dopo il mio ritorno in Patria, a costituire in seno alla famiglia scarpona trevisana ed al fianco della benemerita Avis, il primo in Italia “Gruppo alpini in congedo donatori di sangue”. Ricordi di tanti anni fa, in parte tristi e in parte no, comunque per me ancora vivi e sempre validi, perché a far del bene non si sbaglia mai.

LETTERE, OPINIONI & STORIE DI VITA

Il sergente e la bistecca

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