1 minute read

Un appuntamento col mondo religioso

A fronte e pagine seguenti: Ingresso della cappella (ingresso dei fedeli) con vedute dell’interno verso l’altare e la vetrata de L’Albero della Vita.

Una chiesa gioiosa

Come dirà Matisse stesso, la sua opera è iniziata dal profano per concludersi, al crepuscolo della vita, col divino65 . Ancora vivo l’artista, alcuni autori lo hanno interrogato sulla cappella del Rosario. Nel luglio 1948 Alfred H. Barr jr, uno dei primi a scrivere sull’opera di Matisse, ha raccolto alcuni pensieri che testimoniano la gioia da lui provata nel realizzare la cappella. Come ripeterà più volte, si è sentito profondamente coinvolto in alcuni lavori che gli hanno trasmesso un particolare sentimento di pienezza. Matisse ha sempre ricordato con entusiasmo la cappella. Quando la stampa inizia a parlare del progetto, ad esempio il New York Times Magazine, Matisse dichiara che l’opera, senza precedenti dopo sessant’anni di attività artistica, non rappresenta un pentimento. Matisse dichiara a Barr: «A mio modo ho sempre cantato la gloria di Dio e la sua creazione. Non sono cambiato. Questa sarà l’occasione di mettere in campo le ricerche di tutta una vita»66 . L’opera fi nita mantiene il carattere di un abbozzo, e presenta una struttura aperta, certamente non ripiegata in modo dogmatico su se stessa. Nonostante le convenzioni e i condizionamenti, vive ancora oggi nello stesso spirito di sviluppo di cui Matisse l’ha voluta impregnare, del dinamismo e della gioia del processo della creazione artistica.

«Una chiesa piena di allegria – uno spazio che renda felice la gente […]. Saranno forme di colore puro, molto brillanti. Nessuna fi gura, solo il profi lo delle forme. Immaginate il sole riversarsi attraverso la vetrata –lancerà rifl essi colorati sul pavimento e sulle pareti bianche»67 .

A fi anco e pagine seguenti: Interno, vedute d’insieme.

This article is from: