Jesi Oggi n. 1 di Marzo 2013

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Alle famiglie di Jesi

Jesi Oggi

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anno XXI n. 1 / Marzo 2013

Periodico del COMUNE DI JESI Direttore responsabile: FRANCESCO CHERUBINI. Direzione e Redazione: piazza Indipendenza 1, Jesi (tel.0731.538365 - jesioggi@comune.jesi.an.it). Stampa: Rotopress International srl. Registrato al Tribunale di Ancona (n.27 del 14/12/93)

Ecco come sarà il nuovo

corso Matteotti

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Nuova grafica Più contenuti

MENSE, LE RAGIONI

TI DEDICHIAMO PIù TEMPO

LAVORO E SVILUPPO

DI UNA SCELTA

Si amplia l’orario di apertura al pubblico degli uffici comunali

Interventi da attuare per sostenere la ripresa Garanzie alle imprese

Servizio esternalizzato per coniugare controllo pubblico ed efficiente gestione privata

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LA GIUNTA MUNICIPALE Massimo Bacci Sindaco di Jesi

Luca Butini Vicesindaco Deleghe: Cultura, Beni Monumentali, Associazionismo Culturale

Mario Bucci Deleghe: Urbanistica, Catasto, Demanio

Ugo Coltorti Deleghe: Sport, Commercio, Turismo, Servizi demografici ed elettorali

Sergio Garofoli Deleghe: Lavori pubblici, Arredo urbano, Verde, Viabilità, Servizi cimiteriali

Cinzia Napolitano Deleghe: Ambiente, Finanziamenti Europei

Rolando Roncarelli Deleghe: Risorse umane, Innovazione e Formazione, Partecipazione

Barbara Traversi Deleghe: Servizi sociali, Servizi educativi Politiche per la famiglia, Pari opportunità

JESI OGGI è l’unico giornale che viene inviato per posta a tutte le famiglie della Città. Per la tua pubblicità: 0731.538365 / jesioggi@comune.jesi.an.it

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Le nuove deleghe Il sindaco Massimo Bacci ha nominato nei giorni scorsi un nuovo assessore, il settimo della sua Giunta, che si occuperà di urbanistica. È Mario Bucci, direttore del Consorzio Zipa dal 1988 al 2011, che ha accettato l’incarico rinunciando a qualsiasi indennità. Una nomina che rientra nell’ambito di una migliore organizzazione dell’esecutivo cittadino dove sono state modificate alcune deleghe. L’assessore Cinzia Napolitano (che aveva in precedenza l’urbanistica) si occuperà di ambiente, ma anche di finanziamenti europei. Il patrimonio comunale, che era di pertinenza del sindaco, passa all’assessore ai lavori pubblici Sergio Garofoli. All’assessore ai servizi sociali ed educativi Barbara Traversi sono state assegnate anche le deleghe delle politiche giovanili e dell’inclusione, quest’ultima da leggersi come delega riveduta e corretta rispetto a quella dell’integrazione che vigeva nella Giunta della precedente legislatura. Nel comunicare la nuova organizzazione dell’esecutivo cittadino, Massimo Bacci ha confermato che sarà compiuta una verifica di metà mandato a dicembre 2014 e che riguarderà tutti “compreso - ha aggiunto - il sottoscritto”. Nel frattempo il Consiglio comunale ha istituito la Commissione di Studio per l’Ambiente: sarà presieduta da Massimo Gianangeli, capogruppo del MoVimento 5 Stelle. Avrà il compito di approfondire le tematiche in questo settore e sviluppare proposte all’Amministrazione comunale.


Un cambio di passo per risposte concrete Mancano ancora tre mesi al primo anno di questa nuova Amministrazione comunale: un rodaggio che ci ha permesso di conoscere a fondo la macchina amministrativa con tutte le sue complessità ed i suoi problemi, ma anche con i suoi aspetti positivi, di capire le origini delle tante criticità presenti e soprattutto di impostare un’azione di governo con prospettive e tempi certi. Nel frattempo abbiamo rinforzato la Giunta, inserendo un nuovo assessore di grande esperienza in materia urbanistica come Mario Bucci. Ha accettato l’incarico con una richiesta: “Non voglio alcuna indennità” e con un impegno: “Un’azione tesa al riutilizzo e trasformazione del patrimonio edilizio esistente anziché nuovo cemento”. Ottime premesse per integrare una squadra che si è confermata coesa e con una gran voglia di fare. Anche per questo stiamo chiedendo molto ai dipendenti comunali. Soprattutto un cambio di mentalità, basato su quella programmazione e piena sinergia tra uffici che sono parti salienti del nostro programma amministrativo e che, probabilmente, hanno un’intensità diversa rispetto al passato. Le risposte che stiamo trovando sono estremamente positive: dalla stragrande maggioranza riscontriamo disponibilità, coinvolgimento e professionalità. È un aspetto importante, anzi decisivo per raggiungere quegli obiettivi che ci siamo dati

ed attraverso i quali vogliamo provare a cambiare in meglio questa nostra Città. Insieme alle forze di maggioranza ci prepariamo ora a presentare il bilancio di previsione 2013 - il primo di questa nuova legislatura - costruito su una riduzione dei costi (cominciando proprio dal personale dove abbiamo dimezzato i dirigenti) e con mirati investimenti sulla Città. A partire dalla manutenzione: strade, verde, arredo urbano. Abbiamo denunciato in che condizioni li abbiamo trovati. Ora tocca a noi provare a porvi rimedio. Il capitolo del sociale continuerà ad avere una voce prioritaria in questo bilancio: stanno crescendo i bisogni, sempre più famiglie sono in difficoltà. Dobbiamo aiutarle, salvaguardando quella coesione sociale che è un patrimonio della nostra Comunità. Vanno ottimizzate le risorse, provando a ridurre gli sprechi ed a migliorare i servizi. Come nel caso più emblematico, quello che ha fatto più discutere in questi mesi, quello delle mense: esternalizzare il servizio di refezione scolastica - cosa ben diversa dal privatizzarlo - significa coniugare la garanzia del controllo pubblico con l’efficienza di una gestione privata. Oltre a superare una situazione aberrante e fuori legge che si perpetuava da anni solo perché non si è avuto il coraggio di compiere una scelta che andava presa dieci anni fa, garantiremo più qualità, più controlli, tariffe più basse alle famiglie, un risparmio per il Comune che

servirà per la manutenzione dell’edilizia scolastica, anch’essa in situazioni precarie. Lo hanno fatto da tempo il 70% dei Comuni italiani, a cominciare da quelli che sono sempre stati presi a modello per il loro avanzato welfare sociale, con risultati giudicati pienamente soddisfacenti dalle famiglie. C’è un’economia che langue: abbiamo aderito al Fondo di garanzia regionale, permettendo a numerose imprese della città di poter aver accesso al credito. Come già fatto in questi mesi, tutti i lavori che avvieremo saranno affidati, rispettando i limiti previsti dalle leggi, a ditte del posto. Le risorse anche per il Comune sono contate: mi auguro che nasca presto un nuovo Governo e che questo allenti un patto di stabilità che sta strozzando tutti gli enti locali impedendo investimenti. Non è facile per nessuno, noi proviamo a fare la nostra parte. Il Sindaco Massimo Bacci www.facebook.com/massimobaccisindaco

Auguri Presidente! Le più vive e sentite congratulazioni a Laura Boldrini nuovo presidente della Camera dei Deputati. La sua storia personale, la sua esperienza, la sua umanità, la sua capacità di guardare la società dalla parte degli ultimi sono solide garanzie per una autorevole guida morale in grado di dare priorità alle vere esigenze ed emergenze di questo nostro Paese.

A nome dell’intera città di Jesi, dove Laura è cresciuta ed ha compiuto i suoi studi fino alla maggiore età, ricevendo quell’educazione e quei valori che le hanno permesso di intraprendere uno straordinario percorso di vita personale, i migliori auguri di buon lavoro. Che estendiamo anche alle altre due parlamentari di Jesi: Donatella Agostinelli e Valentina Vezzali.

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Stabile la popolazione di Jesi

Crescono i nuclei familiari: quasi 18 mila, ma solo un terzo con figli Popolazione jesina sostanzialmente stabile in base all’ultimo report elaborato dall’Ufficio statistica del Comune sulla base dei dati al 31 dicembre scorso. Il numero dei residenti si attesta su 40.646 unità, appena 9 in più rispetto al precedente ed 11 rispetto a fine 2010. Il saldo naturale registra nel 2012 un segno negativo di 156 unità, dovuto alla nascita di 336 bambini (155 maschi, 181 femmine, con un decremento di quasi il 10% rispetto all’anno prima), a fronte di 492 cittadini deceduti (257 maschi, 249 femmine, in aumento dell’11,6%). A compensare questa riduzione c’è il saldo attivo tra immigrati ed emigrati: i primi sono stati 1.212, i secondi 1.047. Di quanti hanno scelto di venire a vivere a Jesi nel 2012, 849 provengono da altri Comuni italiani e 311 dall’estero. Tra quelli che hanno cambiato residenza, in 909 hanno scelto altri Comuni italiani e 64 l’estero. Cresce, invece, il numero dei nuclei familiari, aumentati di 789 unità rispetto all’anno prima: al 31 dicembre 2012 ne risultano 17.844 di cui però quasi 6 mila con un unico componente e 5.142 composto da due persone. Le famiglie con un figlio sono 3.407, con 2 figli 2.504, con 3 scendono a 585. In 73 nuclei familiari si registrano 7 o più componenti. I cittadini di Jesi da 0 a 6 anni sono circa 2.500, quelli sopra

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i 65 anni sono oltre 10 mila, di cui 80 hanno oltre 96 anni (in sensibile crescita rispetto allo scorso anno quando erano 63). Nel corso del 2012 si sono celebrati 110 matrimoni, di cui 63 con rito religioso e 47 con rito civile.

Presenti 84 etnie La popolazione straniera è composta da 4626 unità, 340 in più rispetto allo scorso anno (+9,27%), con prevalenza di donne (2.507) rispetto agli uomini (2.119). Esaminando la composizione della popolazione straniera, si conferma per il 2012 una spiccata realtà multietnica: sono state infatti rilevate 84 cittadinanze diverse (10 in più dell’anno precedente). I paesi di provenienza più rappresentati sono la Romania con 1.068 immigrati (23%), il Bangladesh con 473 (10,2%), l’Albania con 442 (9,5%), il Marocco con 336 (7,2%), la Nigeria con 270 (5,8%), la Tunisia con 251 (5,4%), la Cina con 242 (5,2%) e la Polonia con 218 immigrati (4,7%).


SI AMPLIANO IN COMUNE GLI ORARI DI APERTURA AL PUBBLICO

Ti dedichiamo più tempo “Ti dedichiamo più tempo”. È lo slogan scelto dall’Amministrazione comunale di Jesi per informare i cittadini dell’ampliamento degli orari di apertura al pubblico dei servizi comunali: si è cominciato con l’Ufficio Anagrafe e lo Sportello Unico Servizi, trasferito anch’esso nella sede di via Mura Occidentali 8, che ora sono aperti, dal lunedì al sabato, tutte le mattine dalle 8.30 alle 13, ed il pomeriggio del giovedì dalle 15 alle 18. Tali sportelli sono stati accorpati in un’unica struttura, per altro con maggiore facilità di accesso perché fuori dalla Ztl, essendo quelli a più diretto contatto con i cittadini. Saranno loro gli apripista della nuova organizzazione oraria decisa dal

Comune che interesserà, con il mese di aprile, tutti gli altri uffici comunali con le stesse nuove e più ampie modalità di accesso al pubblico. Dopo la rimozione del cancello nell’atrio comunale, prende dunque corpo la revisione dell’organizzazione degli uffici municipali decisa dalla Giunta con il doppio intento di essere sempre più a disposizione dei cittadini e di uniformare gli orari a quelli degli altri uffici pubblici. “Avevamo detto fin dal nostro insediamento che in Comune il cittadino non poteva avere difficoltà di accesso - hanno ricordato il sindaco Bacci e l’assessore al personale Rolando Roncarelli - e

la scelta che abbiamo compiuto vuole esserne la testimonianza più diretta. Certo, vi sarà un maggior onere per i dipendenti, ma questo è supportato da una nuova organizzazione e dall’accorpamento dei vari servizi. Un’operazione volta a superare gli attuali doppi ruoli e le difficoltà legate alle suddivisioni del lavoro”. Si tratta infatti di una riorganizzazione che, più in generale, investe l’intero funzionamento della macchina amministrativa. E non solo perché cambia anche l’orario di lavoro per i dipendenti comunali con due rientri settimanali invece di uno. Ma soprattutto perché dai vecchi sette Servizi (Segreteria Generale, Finanziari, Sociali, Tecnici, Polizia Municipale, Biblioteca e Pinacoteca) si è passati a quattro Aree: Risorse Finanziarie, Servizi al cittadino e alle imprese, Servizi tecnici e Sviluppo risorse umane e organizzazione, a capo delle quali vi sono i 4 dirigenti a fronte dei 7 più un direttore generale della precedente legislatura. La polizia municipale, come disposto dalle leggi vigenti, sarà invece alle dirette dipendenze funzionali del sindaco.

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CONSIGLIO COMUNALE APERTO

Lavoro e SVILUPPO

Analisi e possibili soluzioni per contribuire alla ripresa

// Il pubblico presente al teatro Moriconi per il Consiglio comunale aperto sul lavoro. Una forte preoccupazione per la crisi del mercato del lavoro e dell’occupazione, una serie di interventi da attuare per contribuire alla ripresa. Il Consiglio comunale sul lavoro, svoltosi in seduta pubblica al teatro Moriconi, ha permesso di ascoltare spunti e stimoli delle realtà imprenditoriali, commerciali, sindacali, del credito e del precariato, per poi approvare a maggioranza l’articolato documento che segue. “L’Amministrazione comunale ha iniziato il percorso d’ascolto con le parti sociali e le associazioni di categoria coinvolgendo i vicini Comuni della Vallesina ed il Centro per l’Impiego, Orientamento e Formazione. Tutto ciò al fine di avere una visione più ampia della situazione. Nel mese di ottobre

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2012 si sono tenuti due distinti incontri: uno con le Organizzazioni Sindacali Cgil, Cisl e Uil ed un altro con le Associazioni di Categoria Confindustria, Cna, Cgia, Confcommercio. Il quadro generale che ne è uscito è preoccupante, come d’altronde era intuibile, ed è rappresentato da un aumento della disoccupazione che sta raggiungendo quota 10 mila su circa 76 mila cittadini di Jesi e Vallesina in età lavorativa, una delocalizzazione delle attività produttive, una riduzione degli investimenti e la mancanza di liquidità. Esaminando le dinamiche economiche della Vallesina dell’anno 2012 emerge che delle quasi 10 mila attività site in tale zona oltre il 90% del nostro sistema produttivo è caratterizzato da imprese

con meno di 50 addetti. Un dato caratterizzante la nostra regione è rappresentato dalla forte presenza di aziende artigiane e dal peso che le imprese manifatturiere e delle costruzioni hanno al loro interno. Nella prima metà del 2012 nell’area di Jesi la quota delle imprese con attività in calo supera la metà dei casi (è pari al 54,5%) risultando superiore alla quota media provinciale delle imprese in difficoltà (47,5%). Per la seconda metà dell’anno le indicazioni sono ancora negative, ma in misura meno marcata e le imprese con attività in calo sono al 42,4% mentre quelle in miglioramento restano pari al 15,2%. Migliora il saldo negativo tra casi di miglioramento e peggioramento che però


Opportunità e stimoli Interventi di imprenditori e del mondo del credito // L’intervento di Enrico Loccioni. Dall’esigenza di internazionalizzarsi e trovare sui mercati esteri ciò che i consumi in contrazione dell’Italia non possono e per un po’ non potranno offrire, al piccolo che non è più bello. Dalla proposta dell’ingegner Gennaro Pieralisi, una settimana di lavoro in più all’anno, retribuito ma non gravato da imposte e contributi, ad Enrico Loccioni che parla di rischio, lotta allo spreco e dell’ente pubblico che si faccia “agente commerciale per le imprese”. Fino alla testimonianza, affidata alla lettura del presidente del Consiglio comunale Daniele Massaccesi, di Daniele Fancello, 31 anni, sul precariato: “In 13 anni, circa 80 contratti di lavoro, con durata dalle quattro ore fino a diversi mesi, in 30 aziende della Vallesina”. Sono stati alcuni degli interventi al Consiglio comunale aperto sul lavoro al Teatro Moriconi. Sul palco, esempi di imprenditoria locale vincente sul mercato internazionale. Anche se l’assessore regionale al lavoro Marco Luchetti ha attaccato: “Non c’è legame fra la classe imprenditoriale ma questo serve, perché questa crisi non la si risolve gratis”. I sindacati presentano un documento unitario con Leonardo Lenci, poi i direttori generali di Banca Marche e Bpa, Luciano Goffi e Nunzio Tartaglia. “Rispetto al 2009, la crisi attuale è molto italiana - ha detto il primo - i vantaggi per i consumi per un po’ verranno solo dalla domanda estera. È necessario lo sforzo delle imprese più grandi e strutturate, capaci di intercettare il lavoro sul mercato internazionale, perché poi lo distribuiscano sul territorio. Occorre rendere ciò conveniente per le aziende medio-grandi, con le piccole che dovranno sforzarsi di mantenerlo questo lavoro”. Tartaglia ha parlato di crisi da affrontare con “serietà e maturità. Andar lontano, sui mercati internazionali, chi lo ha fatto oggi va molto bene, meglio del 2007. Gli altri vanno molto male, la fascia media non c’è. Occorrono dimensioni maggiori per le nostre aziende. E rilanciare l’edilizia, che rappresenta il 20% del Pil: fondi di garanzia per le prime case dei giovani, riqualificare, recuperare, completare il lasciato a metà”. Una settimana in più all’anno di lavoro,10 minuti al giorno, pagati per intero al lavoratore senza imposte e contributi: guadagno per produttività, consumi, Stato attraverso l’Iva, un 2.25% di Pil in più, è la proposta di Pieralisi. Mentre Loccioni parla di “lavoro da andare a cercare dove c’è, come noi che siamo in 40 paesi”. Le esperienze di Maurizio Coltorti (“Innovazione per la crescita”) e delle sue boutique, di Antonio Trionfi Honorati con filiera corta agricola, energie rinnovabili, la canapa impiegata in edilizia nei mattoni isolanti. I punti di vista dei dott. Giuliani e Branciari della Politecnica delle Marche e poi lo jesino Ugo Coppari: ha vinto il concorso per idee creative della Fondazione Benetton con la bici-libro coi capolavori della letteratura.

resta tra i più elevati della provincia. Lo squilibrio rimane alto nel settore delle costruzioni. Analizzando i dati della nostra area emerge una forte presenza del settore primario, un minor peso del terziario ed all’interno di quest’ultimo una minore rilevanza del commercio e dei servizi di alloggio e ristorazione. Il settore delle costruzioni rappresenta un’entità consistente nella nostra zona. Le perdite d’imprese nel settore delle costruzioni sono concentrate soprattutto nella nostra area dove si registra una diminuzione di 40 unità tra settembre 2011 e settembre 2012. Tale calo è stato compensato solo in parte dall’aumento della crescita nel settore terziario pari a 32 unità. All’interno del settore manifatturiero perde imprese il comparto della meccanica, ma ne guadagna il sistema moda (tessile, abbigliamento e calzature). Tra i servizi, si segnala l’aumento delle imprese attive nel settore trasporti e degli alberghi e ristoranti. Analizzando i dati occupazionali del periodo gennaio - settembre 2012 forniti dal Centro per l’Impiego emerge che il numero dei disoccupati iscritti ammonta a 10.088 unità suddivisi tra 4.397 uomini e 5.691 donne e, che all’interno della tabella, la percentuale più alta è rappresentata dalla fascia dai 20 ai 39 anni. Questo dato porta ad una riflessione sul ruolo che la scuola riveste (al di là di quello culturale e formativo) in particolare gli Istituti Tecnici, Professionali e l’Università, rivestono. Pertanto, è auspicabile un maggior confronto e partecipazione tra gli Istituti d’Istruzione, i giovani ed il territorio.

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A tal fine si suggerisce un’apertura ed un’attenzione del mondo scolastico verso il mondo del lavoro, senza falsi o superati preconcetti, recependo e sfruttando ogni potenzialità, ed in quest’ottica può essere vista anche l’apertura verso l’Università Politecnica delle Marche. In tal senso, un ruolo importante è rivestito dalla Fondazione Colocci, la quale, anche mediante un confronto con le associazioni di categoria, sindacali ed il Centro per l’impiego, potrebbe meglio orientare i corsi universitari di Jesi. Altro punto di difficoltà è rappresentato dalla mancanza di investimenti produttivi. Per rendere le nostra zone industriali ed artigianali appetibili alla imprenditoria, oltre che individuare benefici fiscali e perseguire la riduzione dei costi per le aree (ad esempio interventi su “Zipa Verde”), è necessario dotare e, ove già esistente, potenziare una rete in fibra ottica che assicuri collegamenti informatici adeguati. Anche all’area Zipa Verde, allo stato ferma e priva di reale capacità attrattiva, si potrebbe dare attenzione, in quanto potrebbe costituire un bacino possibile dove, secondo le intenzioni originarie,

imprese ad alto contenuto tecnologico potrebbero insediarsi e contribuire a sviluppare una possibile filiera produttiva in grado di trainare altri settori presenti nel nostro territorio. Obiettivi da raggiungere: - orientare gli investimenti verso settori innovativi, puntando su energie rinnovabili, su settori bio -agroalimentari, bio e nano tecnologie che apportino lavoro e si traducano in maggiore occupazione; - il “Riuso” delle materie prime potrebbe rappresentare un’importante direttrice di sviluppo, capace di muovere idee, intelligenze, manodopera e creare ricchezza, facendo tornare le nostre produzioni competitive; - valorizzare al meglio le risorse del nostro territorio, coinvolgendo e puntando su settori quali terziario, turismo, cultura, agricoltura e nuove professioni con un’attenzione particolare all’ambiente, alla sua tutela e alla sua capacità di costituire un volano di sviluppo per l’economia e per l’occupazione; - istituire un apposito ufficio che si occupi della ricerca di fonti di finanziamento regionale, nazionale ed europeo che, operando in stretta connessione con gli

Istituti di Credito del nostro territorio, possa fornire un utile strumento sia alle nuove imprese che a quelle in attività. Iniziare un’attività non dovrà più rappresentare un “rompicapo” e la macchina amministrativa dovrà essere più veloce ed avere procedure semplificate, con un maggior confronto e partecipazione tra tutte le istituzioni preposte a dare il nulla osta all’avvio di un’attività. Occorre un nuovo contratto sociale - al di là di possibili diverse terminologie utilizzabili od apporti lessicali - supportato da una coesione territoriale, in cui tutti concorrono per le proprie competenze e possibilità al rilancio della crescita, con linguaggi, comportamenti e relazioni più moderne e meno ingessate, perché solo se “cresciamo insieme”, come sostiene il Presidente Napolitano, sarà una vera e duratura crescita. Il problema dell’accesso al credito rappresenta un’altra criticità che le aziende lamentano ed, in tal senso, è opportuno che gli Istituti di credito garantiscano il loro supporto. Ad essi si chiede una minore rigidità nella concessione di crediti alle imprese ed alle famiglie anche se questo dovesse significare una riduzio-

UN FONDO INTERCOMUNALE DI GARANZIE ALLE IMPRESE Piena condivisione da parte dei Sindaci della Vallesina alla proposta di Massimo Bacci di istituire un fondo intercomunale per la garanzia di II grado a beneficio dei confidi che sostengono le imprese del territorio. E un forte apprezzamento per l’iniziativa è giunto dall’assessore regionale alle attività produttive Sara Giannini che ha voluto essere presente all’incontro per testimoniare come la Regione segua con particolare attenzione questa iniziativa, la prima su scalta intercomunale che si registra nelle Marche. La Giannini ha sottolineando l’importanza di incrementare il fondo dove già investono risorse anche Regione, Province e Camere di

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Commercio e che nel corso degli anni ha sostenuto 17 mila imprese marchigiane, di cui oltre 500 in Vallesina con 1700 addetti complessivi. Il fondo sarà sostenuto dai Comuni che aderiranno attraverso una quota pari ad un euro per abitante: l’obiettivo è raggiungere i 100 mila euro (40 mila già garantiti da Jesi) per un controvalore di garanzia erogabile alle imprese pari a 4 milioni. All’incontro, oltre ai sindaci, erano presenti anche i rappresentanti delle associazioni di categoria che, nel

sostenere l’iniziativa partita dal Sindaco di Jesi, hanno ricordato come l’accesso al credito rappresenti la principale criticità delle imprese del territorio e affrontare il problema per area omogena piuttosto che in una logica di campanile appare ormai una strada irrinunciabile. In attesa dell’adesione ufficiale da parte


ne del proprio profitto. da utilizzarsi a favore delle imprese del Si chiede, pertanto, che tutti i soggetti territorio comunale cui i Confidi hanno facciano la propria parte e, così come le messo a disposizione la garanzia di priimprese e le famiglie hanno decurtato le mo grado: è il primo, minimo passo, ma proprie spese, anche gli Istituti di Cre- vuole essere un segnale, da incremendito dovranno seguire tare, a dimostrazione di tale linea, se c’è la vouna nuova sensibilità. lontà di crescere insieessere creaPiena sinergia Potrebbe me. Sarebbe opportuno to anche un Fondo di per trovare che anche gli Istituti di Garanzia con le risorse Credito possano parteprovenienti dal’evasiorisposte cipare al tavolo di conne tributaria, da conpiù efficaci fronto che già l’Ammitributi di Fondazioni e alla crescita nistrazione ha iniziato Banche, da trasferimencon le parti sociali per ti regionali, da quote discutere delle esigenze del Fondo Sociale Eureali del territorio. ropeo. Il tutto nella consapevolezza che L’Amministrazione, con deliberazione la crisi che stiamo vivendo non è una della Giunta Comunale dello scorso di- semplice crisi congiunturale, ma strutcembre, ha deciso di fornire un primo turale e sistemica, ed appare evidente proprio sostegno alle Cooperative di che, con ogni probabilità, dalla stessa Garanzia mediante la partecipazione al si uscirà con un modello di sviluppo Fondo di Garanzia delle Marche, con- differente da quello avuto finora. Si sta ferendo al momento una prima som- rilevando errato, infatti, un modello di ma, certamente da incrementarsi in una sviluppo basato, come è stato finora, sul fase successiva, che consentirà, con la consumo “lineare” di risorse, così come richiesta di un coinvolgimento anche è in crisi il modello socio-economico dei Comuni limitrofi, la costituzione basato sull’accentramento delle risorse di un portafoglio per il Comune di Jesi in mano a pochi: ci si può chiedere che tipo di modello di sviluppo dare anche alla nostra comunità ed al nostro territorio, al fine di decidere se fare scelte che perpetuino, aggravandole, le prassi che // L’incontro tra i Sindaci sono state cause della crisi, oppure se alla presenza dell’assessore decidere cambiare, correggere gli errori regionale alle attività produttive. fatti, anche in questa città, e di vedere un futuro basato anche su altri valori, degli altri Comuni, i primi 20 mila euro quali il recupero e la redistribuzione già stanziati da Jesi al Fondo di Garanzia delle risorse. La gravità della situazioMarche hanno avuto un immediato ne che stiamo vivendo da anni impone positivo riscontro. Il giorno stesso in un cambio radicale e culturale nei nostri cui sono state rese disponibili le risorse, comportamenti e nell’organizzazione il Fondo ha acquisito 18 operazioni, stessa del sistema produttivo. relative a 17 imprese della città con un Le contrapposizioni salario/salute, panumero complessivo di 100 addetti, per drone/operaio, sviluppo economico/ finanziamenti erogati e garantiti pari a cura dell’ambiente, benessere attuale/ 532 mila euro. Tanto più importante è benessere delle future generazioni derisultata questa scelta se si considera che vono essere ricondotte e armonizzate il Fondo registrava un blocco operativo verso il comune intento di restituire nel territorio provinciale da inizio ossigeno al nostro territorio, creando gennaio per mancanza di risorse, fatto ricchezza e benessere, nell’assoluta questo che stava limitando fortemente osservanza di principi fondamentali, l’azione del Confidi nell’erogare e nell’interesse di tutti, quali lavoro, garanzia alle imprese. uguaglianza, dignità, sicurezza. Si chiede l’impegno affinché il Con-

siglio Comunale e l’Amministrazione continuino a sostenere e vigilare sul confronto delle parti, al fine di favorire una sinergia fra tutte le realtà produttive ed i soggetti coinvolti, all’interno del quale l’Amministrazione dovrà svolgere un forte ruolo di coordinamento”.

Banca Marche

patrimonio del territorio Il futuro di Banca Marche è approdato in Consiglio comunale con un ordine del giorno approvato all’unanimità in cui si invita il Sindaco a proseguire nelle iniziative per la tutale e la realizzazione degli obiettivi prefissati dall’istituto di credito. In particolare il Consiglio ritiene fondamentale una sinergia fra tutti i soggetti coinvolti, nel rispetto delle reciproche competenze, con particolare attenzione alla importante realtà che Banca Marche rappresenta nel nostro territorio ed alla sfida che, ad ogni livello, competenza e responsabilità, e quindi anche per la Fondazione Carisj, l’attuale situazione richiede. Il tutto con una maggiore attenzione alla professionalità, alla meritocrazia ed alle capacità specifiche, non più delegabili, nel comune intento di creare maggiore stabilità e benessere per tutti. Come ribadito dagli stessi vertici di Banca delle Marche, la strada che si deve imboccare è sicuramente quella della valutazione dei fattori qualitativi, come l’affidabilità e le capacità del management dell’azienda e la credibilità dei progetti e degli obiettivi.

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Un senso alla viabilità in centro Tre scelte della Giunta in nome di una piena fruibilità e vivibilità Ridare un senso alla viabilità della parte storica della città per renderla più fruibile (attraverso il contenimento della circolazione), più vivibile (riducendo l’inquinamento atmosferico e la soglia del rumore), migliorando la circolazione pedonale e tutelando il patrimonio edilizio e culturale. È questo il filo conduttore che unisce tre decisioni della Giunta approvate nelle scorse settimane che riguardano il regolamento delle zone a traffico limitato, modifiche alla circolazione e parcheggi. Eccole in dettaglio. ZONA A TRAFICO LIMITATO Entro giugno si conta di riunificare i quattro regolamenti che disciplinano l’accesso in centro in un unico dispositivo, con l’obiettivo di limitarne al massimo la circolazione dei veicoli a motore. Un solo permesso gratuito per i residenti, sia per l’accesso che per la sosta, pagamento per chi ha necessità di transitare e sostare per attività economiche, drastica riduzione dei permessi che ad oggi superano le 5 mila unità. Inoltre la Ztl comincerà non più da Porta Bersaglieri, ma direttamente a valle dall’inizio della salita del Montirozzo, con l’intento di scoraggiare l’attraversamento della città utilizzando via Bersaglieri e via Mura Occidentali. NUOVA VIABILITà Corso Matteotti, nella parte aperta al transito, sarà a senso unico dall’Arco Clementino a scendere. Una volta raggiunto l’incrocio con via Pastrengo e via Mura Occidentali, vi sarà la possibilità sia di voltare a destra (direzione Circolo Cittadino) come accade ora, sia a sinistra in via Mura Occidentali, ma con immediata nuova obbligata svolta a sinistra in via Montello (sede Commissariato) per scendere in viale della Vittoria. Lungo questo tratto di Corso saranno realizzati anche una pista ciclabile, parcheggi a spina di pesce e possibilità per gli esercizi pubblici di

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creare spazi esterni alle loro attività Sul fronte opposto, chi sale per via Mura Occidentali avrà l’obbligo, superate le Poste, di svoltare a destra in via Monte Grappa, per scendere al viale della Vittoria. L’incrocio del Viale della Vittoria con via Montello sarà ovviamente disciplinato da un nuovo semaforo che contempli anche via Monte Grappa. PARCHEGGI Saranno eliminati i parcheggi da via XV settembre (corso vecchio). Resteranno gratuiti e senza limiti di orario i posti auto a porta Valle. Passano a pagamento in viale della Vittoria (eccetto che nei pressi dell’ospedale), ma con tariffa minima per la prima ora o mezz’ora. A pagamento anche piazzale delle Conce e Mezzogiorno, ma solo una volta attivi gli impianti di risalita previsti: gli ascensori di via Castelfidardo e via Bersaglieri e soprattutto la risalita meccanizzata di Costa Mezzalancia (scalette della Morte). La sosta a pagamento non sarà più frazionata nelle due attuali fasce orarie giornaliere (9-13 e 16-20), ma disciplinata ininterrottamente dalle 8 alle 20.

Un salto culturale “Quello che viene proposto è un salto culturale”. Così l’assessore ai lavori pubblici Sergio Garofoli ha spiegato la ragione alla base dei tre atti amministrativi di indirizzo per il centro storico. “In linea con il programma di mandato quello che proponiamo per il nostro centro è un ambiente tranquillo, bello, pulito, gradevole che diventa così più interessante, più appetibile ad essere vissuto e frequentato. Gettiamo le basi per il rilancio, soprattutto economico, del nostro centro storico, e siamo convinti che saremo seguiti dai cittadini non appena si renderanno conto che, forse rinunciando a qualche piccola pigrizia o privilegio, si vive meglio. Soprattutto ci aspettiamo, e siamo convinti di questo, che gli imprenditori, gli artigiani, i commercianti, nonostante il brutto momento economico che stiamo attraversando, colgano questa opportunità”.


Il nuovo

corso matteotti Pietra arenaria beige al posto di marciapiedi ed asfalto, pieno recupero di piazza Pergolesi. Una illuminazione che valorizza chiese ed edifici storici // L’immagine del nuovo corso Matteotti.

Il nuovo Corso Matteotti non avrà più marciapiedi ai lati ed una strada d’asfalto nel mezzo, ma una uniforme pavimentazione in pietra arenaria beige. Su di un lato, ad un paio di metri dagli edifici di destra salendo verso l’Arco, vi sarà una striscia continua in pietra bianca di circa 60 centimetri di larghezza dove saranno sistemati panchine, lampioncini e piccoli alberi. E poi ancora una illuminazione più mirata, in grado di esaltare chiese e palazzi più prestigiosi, evitando dispersioni di luce. A vedere il progetto - presentato nei giorni scorsi in un partecipato incontro a palazzo dei Convegni - è un Corso livellato, pienamente dedicato ai pedoni, decisamente bello. C’è la questione degli alberi che a qualcuno ha fatto storcere il naso,

benché lo studio Sardellini Marasca (a cui il progetto è affidato avendo vinto a suo tempo il concorso di idee) sostenga che saranno di dimensioni modeste e dunque con radici limitate ed un’altezza non ingombrante. Ma a chiarire questo aspetto è stato lo stesso sindaco Bacci che ha ricordato come, in sede di progettazione esecutiva, potrà cambiare qualcosa. I lavori partiranno da piazza Pergolesi, destinata a diventare effettivamente una piazza, cioè uno spazio aperto e pienamente fruibile, con l’arretramento del monumento e nuovi alberi dietro ad esso (non certo gli attuali cipressi dell’Arizona che stonano e non poco), l’eliminazione delle aiuole, una nuova collocazione più interna dell’edicola, la piena valorizzazione di San Nicolò con un’illuminazione ad hoc. Il tutto con la stessa pavimentazione del Corso. L’intervento è finanziato con un contributo regionale: risorse assegnate a Jesi esclusivamente per questo tipo di lavori in virtù dei residui di un bando a cui il Comune aveva partecipato negli anni scorsi.

Manutenzione strade, tre azioni d’intervento Tante le criticità presenti in città. Impegno ad una accurata programmazione Dopo il primo intervento tampone per la manutenzione delle strade, utilizzando residui di bilancio, la programmazione nel corso dell’anno sarà sviluppata attraverso tre distinte azioni. La prima, in corso di svolgimento, è il proseguimento dei lavori già avviati con altri residui di bilancio, con due imprese del territorio e una squadra di perai comunali che stanno sistemando i tratti di strade più critiche. La seconda è legata al coinvolgimento delle aziende che hanno effettuato in passato lavori ai sottoservizi (Italgas, Enel, Multiservizi e Telecom) affinché impegnino risorse con le quali ripristinare i danni conseguenti alle loro opere. È infatti fuor di dubbio che molte delle strade dissestate scontano lavori ai sottoservizi le cui successive coperture non sono state eseguito come avrebbero dovuto essere. Contatti sono stati già presi con tali aziende, registrando una disponibilità di massima a concorrere

nelle spese. La terza azione, più significativa anche dal punto di vista finanziario, è direttamente collegata all’approvazione del bilancio 2013, e del conseguente piano delle opere pubbliche, con il quale verranno individuate le risorse da destinare alla sistemazione di strade e marciapiedi. “È sotto gli occhi di tutti - ha spiegato l’assessore ai lavori pubblici Sergio Garofoli - in che condizioni sono molte delle strade della nostra città. È altrettanto evidente che non vi sono sufficienti soldi per intervenire ovunque come vorremmo. Sarà pertanto importante avviare una programmazione seria ed oculata che possa permettere di dare risposte il più possibile adeguate. Di certo confermiamo l’impegno di continuare per tutta la legislatura interventi significativi alle strade, utilizzando principalmente le risorse che deriveranno dal nuovo appalto dei parcheggi a pagamento”.

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Centro, più spazio a commercio e terziario Un provvedimento per valorizzare le attività produttive e di servizio Sarà presto possibile ampliare attività commerciali, artigianali ed uffici, ma anche aprirne di nuovi, lungo corso Matteotti, piazza della Repubblica e le vie Mura Occidentali ed Orientali. La Giunta comunale ha infatti dato mandato ai Servizi Tecnici di modificare l’articolo del piano particolareggiato del centro storico che vietava, in tali zone, aumenti di superfici utili rispetto a quelle già destinate ad usi commerciali e terziari. Il provvedimento punta a valorizzare le attività produttive e di servizi in centro e viene incontro anche a sollecitazioni manifestate in tal senso da parte degli operatori economici. Tra l’altro si basa sulle disposizioni inserite nel nuovo piano regolatore che prevede, per gli edifici del centro storico, un utilizzo al 70% di superficie utile lorda per uso residenziale ed al 30% per uso commerciale e terziario. Pertanto, per quegli edifici ricadenti in tale zona che hanno una superficie utile tra attività commerciali, artigianali e di servizi inferiore del 30%, sarà possibile ottenere un ampliamento della superficie stessa fino al raggiungimento del tetto

// Nuove opportunità per le attività commerciali e di servizio che ricadono lungo il Corso e vie limitrofe.

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previsto dalla norma del piano regolatore. Questo si traduce nella possibilità sia di ampliare attività già presenti, sia di insediarne delle nuove. “Si tratta di una decisione - ha spiegato l’assessore Cinzia Napolitano - che vuole valorizzare il centro storico nella sua accezione più ampia. Dando la possibilità di ampliare le superfici per il commercio, l’artigianato e i servizi, infatti, non solo si dà un prezioso aiuto a quegli operatori economici che scelgono di consolidare qui le proprie attività o di aprirne delle nuove, ma si stimola gli stessi proprietari ad un recupero complessivo dell’edificio stesso e dunque anche delle superfici residenziali con ciò incentivandone il ripopolamento”.

“Scelta positiva” Confesercenti apprezza

“La Giunta del Sindaco Massimo Bacci ha dato, con la modifica del art. 26 del piano particolareggiato, un fondamentale indirizzo di sviluppo per il Centro Storico di Jesi, una scelta che aiuterà il rilancio delle attività commerciali e delle attività ricettive, che sono parte integrante di quel sistema di offerta che un centro storico offre ai cittadini e ai visitatori, garantendo servizi e vitalità che si integrano armoniosamente con le attrazioni culturali e artistiche che la città di Jesi sa offrire”. Questo il positivo giudizio di Ilva Sartini, direttore di Confesercenti Marche alla decisione della Giunta. “La destinazione dei piani terra degli edifici alle attività del terziario - ha aggiunto l’esponente di Confesercenti consentirà una diversificazione dell’offerta di beni e servizi, e dà una importante possibilità di sviluppo al piccolo commercio quanto mai stressato dalla pesante crisi in atto. Leggiamo questo atto come un primo significativo impegno a rilanciare la rete del commercio di vicinato, che può sopravvivere solo nei comuni che hanno la volontà di sostenere e mettere in rete le attività che costituiscono il centro commerciale naturale della città. Sosteniamo con convinzione le parole dell’Assessore Cinzia Napolitano e siamo lieti dell’attenzione che ha posto al rilancio delle attività del terziario, che a Jesi può costituire una delle leve per salvaguardare l’occupazione e il tessuto sociale”.


Edilizia, bloccato l’aumento degli oneri di urbanizzazione Ridotti gli oneri accessori per gli interventi di recupero Sarà rinviato al prossimo anno il secondo scaglione di aumento del 33,3% degli oneri di urbanizzazione deciso dal Consiglio comunale delle precedente legislatura. Una scelta legata alla gravissima crisi dell’edilizia che sta assumendo sempre più aspetti drammatici con il blocco quasi totale dei lavori per la carenza assoluta della domanda e per la mancanza di finanziamenti. L’aumento fa parte di un pacchetto di riallineamento ed aggiornamento degli oneri agli effettivi costi delle opere di urbanizzazione, che il vecchio Consiglio comunale aveva spalmato in un triennio (2011-213) con costanti aumenti del 33,3%. Dal momento che la legge consente di modulare tale incremento su 5 anni, si è ritenuto opportuno avvalersi di questa opportunità per non comprimere ulteriormente eventuali interventi di ristrutturazione, recupero del patrimonio esistente o di nuova edilizia. La proposta era stata prospettata dal presidente della Com-

missione urbanistica e lavori pubblici Mauro Magagnini, che aveva rimarcato come l’edilizia sia sempre stata il volano per tanti altri settori e che pertanto si imponeva da parte delle strutture pubbliche tutti quegli interventi necessari per agevolare, o meglio sollecitare, la domanda. La Giunta ha predisposto anche un altro atto di indirizzo volto a diminuire significativamente l’onere accessorio della carenza delle aree, specie per il centro storico e la zona industriale. In questo caso si tratta di un tributo comunale dovuto a quegli interventi per i quali, non potendosi prevedere la cessione di aree a destinazione pubblica perché ricadenti in zone già urbanizzate, si monetizza l’onere stesso. La Giunta ha deciso una riduzione del 50% di tali oneri per i recuperi nel centro storico e nei borghi che erano rimasti esclusi dal “Piano casa” e di un terzo per le zone industriali ed artigianali a beneficio di quanti intendano ampliare un’impresa o avviare una nuova attività.

Al via i controlli sul Commercio Per tutelare i consumatori ma senza finalità vessatorie // L’incontro tra Polizia municipale ed associazioni di categoria per condividere l’attività informativa. Dopo un’ampia attività di informazione che ha coinvolto tutte le associazioni di categoria e l’Ordine dei commercialisti, ha preso il via, a cura della polizia municipale, la campagna di controllo sul commercio nel territorio di Jesi, la prima del genere nella nostra città che riguarderà, senza distinzione, tutti gli esercizi del centro e della periferia. L’obiettivo della campagna, infatti, non ha alcuna finalità vessatoria, ma nasce dalla volontà di tutelare il consumatore e qualificare quanti lavorano con serietà e professionalità nel commercio e nell’artigianato.

Negli incontri propedeutici con le associazioni di categoria, la polizia municipale ha dapprima illustrato le finalità dell’iniziativa ed ha raccolto idee e suggerimenti, poi ha consegnato alle stesse associazioni un vademecum con l’elenco di tutte le norme il cui controllo è demandato ai Comuni, suddiviso per tipologia di attività ed aggiornate sulla base degli ultimi provvedimenti in materia. Le associazioni di categoria, che hanno espresso pieno apprezzamento per questo percorso partecipativo, si sono impegnate a distribuirlo ai propri associati

al fine di informarli compiutamente dei controlli e permettere loro di farsi trovare perfettamente in regola. Analoga informazione è stata inviata all’Ordine dei commercialisti. I controlli interessano i pubblici esercizi, i circoli privati, il commercio su aree private (compresi i centri commerciali e le medie strutture di vendita), il commercio su aree pubbliche (mercati, commercio itinerante e vendita di prodotti agricoli), le vendite sottocosto, straordinarie e promozionali, le attività artigianali che hanno uno spaccio di vendita al loro interno.

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MENSE SCOLASTICHE le ragioni di una scelta Il Comune ha deciso di esternalizzare il servizio coniugando la garanzia del controllo pubblico all’efficienza di una gestione privata

“ L’attuale

servizio di refezione scolastica sconta da anni pesanti criticità: metà scuole con cucine interne e metà con pasti esterni, ben tre soggetti gestori diversi, una insoddisfazione dei genitori, costi elevati sia per le famiglie sia per il Comune. Il 70% dei Comuni in Italia ha compiuto questa scelta, dimostrando che è possibile aumentare il livello della qualità dei pasti e ridurre i costi per la collettività 14

La necessità di riorganizzare profondamente il servizio di refezione scolastica nasce da due questioni: l’insoddisfazione, rilevata in una larga parte delle famiglie dei bambini che frequentano scuole a tempo pieno, e i costi che gravano sulle casse comunali e che diventano insostenibili in questa fase di gravi difficoltà a far quadrare i bilanci. I problemi evidenziati dagli utenti riguardano la qualità dei pasti (in particolare di quelli forniti dalla ditta esterna che ha attualmente in appalto circa il 40% del servizio), ma anche le tariffe, notevolmente più alte della media regionale e nazionale, e molto sbilanciate sul contributo fisso piuttosto che sulla quota pasto, per cui una famiglia con due bambini a mensa e due normali stipendi si vede arrivare, ogni due mesi, e indipendentemente da qualche assenza fatta magari dai bambini, un conto di 600 euro. Nonostante ciò, la refezione scolastica costa ogni anno alla collettività circa 800.000 euro, che è la cifra che il Comune versa alla società municipalizzata Jesiservizi per coprire la differenza tra entrate e spese sostenute (tra dirette e indirette, cioè pagamenti alle due imprese che hanno in appalto la preparazione di una parte dei pasti, il trasporto e la distribuzione ai bambini). Un costo notevole, che insieme alle altre spese sostenute per i servizi educativi (trasporti e centri per la prima infanzia in particolare) esauriscono praticamente le possibilità di spesa in questo settore, rendendo molto arduo reperire risorse per migliorare la situazione degli edifici scolastici con interventi mirati ad alzare il livello di si-

curezza e a rendere le nostre scuole più funzionali e confortevoli. Ma da dove nascono questi costi così elevati? Certamente dalla scelta di utilizzare derrate alimentari di prima qualità, una scelta rispetto alla quale non si intende tornare indietro, ma che incide in realtà solo per una piccola parte. Il resto dipende dall’organizzazione del personale, del servizio nel suo complesso e da costi di tipo amministrativo. Cucinare in 10 luoghi diversi (2 cucine degli asili nido, 3 in altrettante scuole dell’infanzia, 4 in scuole primarie e il centro di cottura della Camst) significa utilizzare in modo meno razionale le cuoche e le aiuto cuoche di quanto non avverrebbe se il lavoro fosse concentrato in un unico centro, con attrezzature adeguate e un menù uniforme per tutti (fatte salve, evidentemente, particolari esigenze dei bambini per motivi di salute o culturali). Avere un unico soggetto che si occupa di preparare, trasportare e distribuire i pasti, anziché tre soggetti diversi (Jesiservizi, Camst e Futura come avviene ora), significherebbe ridurre i costi e facilitare i controlli e l’individuazione delle responsabilità di eventuali disservizi. Sarebbe inoltre un unico soggetto a gestire gli acquisti con importanti economie di scala. Semplificando, infine, le fasce tariffarie (attualmente dodici, corrispondenti ad altrettante fasce Isee) e modificando le modalità di riscossione si ridurrebbero ulteriormente i costi amministrativi. La soluzione proposta dalla Giunta e approvata dal Consiglio Comunale nella seduta del 23 gennaio scorso prevede l’esternalizzazione del servizio: ad


occuparsi della preparazione e distribuzione dei pasti sarà cioè un’impresa privata scelta, per un periodo limitato, attraverso un bando pubblico. Al Comune, attraverso Jesiservizi resterà il compito di definire le caratteristiche del servizio, attraverso il bando di gara, gestire direttamente il controllo sulla qualità con la collaborazione di un comitato formato anche da rappresentanti dei genitori e degli insegnanti, fissare le tariffe e provvedere alla riscossione. Si prevede che questa nuova organizzazione possa produrre un miglioramento complessivo del servizio e allo stesso tempo una riduzione delle tariffe massime per le famiglie di almeno il 15% e un risparmio per il Comune di 300.000 euro all’anno, che verranno interamente investiti nell’edilizia scolastica. Non a caso la scelta dell’esternalizzazione della refezione scolastica è già stata fatta dal 70% dei Comuni d’Italia e lo stesso Comune di Jesi ha esternalizzato negli anni scorsi, con successo, tutti i servizi destinati ai disabili, agli anziani e ai minori a rischio. L’esternalizzazione non implica di per sé uno scadimento della qualità. Al contrario, se si affida l’appalto con un bando veramente aperto a tutti, lo si aggiudica a chi ha proposto il progetto migliore, non solo in termini di risparmio, ma anche e soprattutto in termini di caratteristiche del servizio offerto, si controlla in modo serio e continuo nel tempo, si andrà verso un servizio mensa uguale e migliore per tutti i bambini della nostra città. Visto l’ampio interesse suscitato dal tema e la sua delicatezza e complessità, l’Amministrazione ha ritenuto utile av-

viare un percorso partecipativo particolarmente articolato: sono state convocate a partire dall’inizio di dicembre varie assemblee pubbliche, è stato costituito un Comitato Ristretto all’interno del quale sono rappresentati i genitori dei quattro istituti comprensivi e dei due nidi comunali della città, sono state aperte una pagina web in continuo aggiornamento a cui si accede dalla rete civica del Comune e un indirizzo di posta elettronica a cui rispondono il dirigente dei servizi educativi e l’assessore competente, si sono svolti incontri con i lavoratori, le rappresentanze sindacali, le imprese attualmente titolari del servizio. Un lavoro estremamente faticoso ma certamente utile a raccogliere richieste, opinioni, ma anche informazioni e idee, che hanno contribuito nel tempo a dare

forma ad una visione sempre più chiara e definita di quello che sarà il servizio mensa nelle scuole del Comune di Jesi a partire dal settembre 2013. Un percorso segnato anche, com’è naturale che sia quando ci si confronta veramente su questioni che ci stanno a cuore, da scontri accesi dentro e fuori dal Consiglio Comunale e dall’accusa, rivolta all’Amministrazione comunale, di aver dato vita ad una finta partecipazione per poi decidere in realtà “in solitudine”. Un’affermazione che non tiene conto né di quanto in realtà gli stimoli arrivati dall’opposizione e dai cittadini abbiano inciso sulla costruzione del bando (che definisce alla fine la fisionomia del servizio in tutti i suoi aspetti) né di un concetto che è alla base della nostra democrazia, che è una democrazia rappresentativa e non diretta: i genitori, come i lavoratori, o gli insegnanti e i dirigenti, sono dei “portatori di interesse”, esprimono cioè il punto di vista di una parte della cittadinanza che è direttamente coinvolta nella questione. E’ utile e giusto che vengano informati ad ascoltati, ma l’onore e l’onere di prendere le decisioni non può che spettare al Consiglio Comunale, legittimamente eletto per rappresentare tutta la cittadinanza, e alla Giunta che ne è l’espressione. Barbara Traversi Assessore ai Servizi Educativi

IL SERVIZIO DI REFEZIONE SCOLASTICA OGGI PASTI ANNUI EROGATI: dei quali: Cucine Interne 2 asili nido 4 scuole infanzia 4 scuole primarie Cucina Camst Esterna 9 scuole infanzia 2 scuole primarie COSTO SERVIZIO che rientra attraverso: rette delle famiglie primaria e infanzia quota parte rette asili nido contributo del Comune altre voci

290.610 182.408

108.202

€. 2.277.577 €. 1.268.295 €. 175.233 €. 804.960 €. 29.089

L’esternalizzazione del servizio di refezione scolastica decisa dal Consiglio comunale riguarda le scuole dell’infanzia e primarie, non quello dei nidi che manterranno le cucine interne

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Manutenzione del verde Con il nuovo Piano approvato dalla Giunta definita la programmazione degli interventi. Più spazio sarà dato alle sponsorizzazioni. Coinvolgimento dei privati e delle cooperative sociali Un piano di manutenzione del verde pubblico non era mai stato predisposto dal Comune di Jesi. Nasce quest’anno, avrà valenza triennale e prova a mettere ordine ad un aspetto, quello legato al decoro urbano, di particolare importanza dove la programmazione diventa prioritaria. Anche perché, come ha spiegato l’assessore ai lavori pubblici Sergio Garofoli, occorre far fronte a due ordini di problemi: la carenza di personale interno del Comune ed il costo di una spesa del tutto improduttiva (visto che non rappresenta un investimento) stimata in almeno 350 mila euro. Il piano è stato suddiviso per tipologie di interventi su tutti e 126 gli ettari di verde distribuiti nel territorio urbano, senza dimenticare i 230 chilometri di scarpate nelle strade extracomunali: le potature sono affidate a ditte specializzate del territorio, lo sfalcio di prati e giardini a cooperative sociali di tipo B, gli altri lavori dagli operai comunali. Saranno agevolate il più possibili le sponsorizzazioni di ro-

// Il Montirozzo “riemerso” dopo la ripulitura dei giardini Orti Pace di via Setificio. tatorie ed aree verdi da parte dei privati che si faranno carico della loro manutenzione. Si provvederà per il futuro a concordare con scuole e gestori di impianti sportivi modalità di convenzioni ed accordi per la manutenzione del verde di loro pertinenza che assomma a ben 13 ettari. Nel piano è compresa ovviamente la pulizia delle mura, che quindi diventerà ricorrente e non lasciata ad interventi occasionali. Dopo la recente ripulitura degli Orti Pace che hanno anche restituito piena luce al Montirozzo e a quella parte di cinta muraria, altre potature stanno interessando i giardini pubblici di viale Cavallotti (compresi gli alberi sullo stesso viale), gli alberi di viale Trieste e altre porzioni più piccole. Per il resto, dovendo procedere comunque al contenimento delle spese ed in attesa dell’approvazione del bilancio, si cercherà di protrarre più avanti gli interventi anche in funzione delle condizioni meteo che possono incidere notevolmente sulle necessità di procedere a più tagli.

Un progetto sociale con gli orti urbani C’è un importante progetto sociale dietro il nuovo regolamento degli orti urbani approvato di recente in Consiglio comunale, un atto passato all’unanimità che va anche ad ordinare una situazione dimenticata da tempo. I 120 lotti di proprietà comunale verranno assegnati nei prossimi mesi con un regolare bando a cui potranno accedere i pensionati e le persone disoccupate residenti a Jesi. Non più dunque orti comunali intesi solo come attività di svago, ma un piccolo aiuto alle famiglie in difficoltà economiche. Gli uffici comunali potranno pure siglare appositi accordi, all’interno di progetti educativi, per cedere gli orti ai servizi sociali, ai centri e alle comunità per disabili, anziani, ex tossicodipendenti, ex carcerati e alle cooperative o associazioni senza scopo di lucro che si occupano di persone svantaggiate. L’assegnazione ha la durata di tre anni e verranno effettuati seri controlli da parte del personale comunale e dei vigili urbani per verificare che gli appezzamenti

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siano mantenuti e coltivati con regolarità. In caso contrario l’Amministrazione procederà alla revoca dell’accordo. In via Karl Marx alla Zipa sono stati ricavati 108 lotti di 50 metri quadrati ciascuno e 31 di questi risultano attualmente coltivati. Al parco del Granita, tra via Tessitori e viale Don Minzoni, ci sono 12 lotti da 100 e 200 metri quadrati ciascuno, di cui 8 già affidati. Il nuovo regolamento prevede che hanno diritto di precedenza i vecchi assegnatari, quindi 39 persone in teoria si vedranno confermare la titolarità degli appezzamenti. In questo caso restano da assegnare 81 lotti e saranno distribuiti tra coloro che presenteranno regolare domanda: l’ufficio comunale competente stabilirà i criteri di valutazione dei requisiti e fisserà i punteggi redigendo la graduatoria. Costituiscono titoli di preferenza il reddito inferiore risultante dall’attestazione Isee relativa al nucleo familiare, il numero dei componenti del nucleo familiare e l’età anagrafica.


Il Comune ha preso in mano il problema per risolvere le criticità

Interventi urgenti sull’Esino All’altezza dell’Oasi il fiume ha abbandonato il suo letto originario È un articolato e complesso intervento quello previsto per il fiume Esino dove sono presenti forti criticità lungo i 9 chilometri che attraversano il territorio comunale di Jesi. A partire dall’area dell’Oasi di Ripa Bianca: qui il fiume ha abbandonato il suo letto originario - che ora si presenta completamente asciutto - e scorre in un tratto distante in maniera significativa dal precedente tracciato che si è ricavato scavando terreni confinanti. La questione è stata presa in mano dal Comune di Jesi che ha convocato tutti i soggetti coinvolti per risolvere definitivamente criticità che si trascinavano da anni: il Dipartimento di protezione civile della Regione, la Provincia di Ancona in qualità di Autorità idraulica, l’ente gestore della Riserva di Ripa Bianca e l’Enel, coinvolta per la presenza di una propria briglia in quel tratto di fiume. Il Comune, dal canto suo, ha individuato due esperti per ricercare le migliori soluzioni tecniche nell’area fluviale, con il duplice obiettivo di ripristinare la piena sicurezza dell’Esino e tutelare il patrimonio ambientale: si tratta del prof. Alessandro Mancinelli, titolare della cattedra di Idraulica dell’Università di

// Il sopralluogo dei tecnici al fiume Esino. Ancona, e del prof. Mauro Coltorti, titolare della cattedra di Geomorfologia dell’Università di Siena. Al termine di incontri e sopralluoghi, sono stati decisi interventi immediati, già in corso d’opera, finanziati direttamente dall’Enel, propedeutici ad un lavoro complessivo di risanamento in quel tratto del fiume. Seguiranno altri due interventi: uno a valle ed uno a monte del viadotto della superstrada con l’obiettivo di riavvicinare il corso d’acqua - uscitito dall’alveo in entrambi i casi - nel suo letto naturale, così da mettere in sicurezza anche la stessa superstrada.

Sarà dentro la galleria l’ascensore di via Castelfidardo L’ascensore di via Castelfidardo - uno dei due impianti di risalita che dal parcheggio delle ex Conce permetteranno di salire direttamente in piazza della Repubblica - non sarà più realizzato all’esterno delle mura, ma dentro la galleria che si apre, una volta varcata la porta del vecchio passaggio antiaereo che attraversa parte del sottosuolo del centro storico. La struttura metallica già realizzata per ospitare l’ascensore, pertanto, verrà presto rimossa. Lo ha deciso la Giunta comunale approvando una delibera che, mantenendo invariato il quadro economico pari a 515 mila euro, modifica in maniera sostanziale il progetto iniziale dell’impianto di risalita. Innanzitutto perché scompare l’ascensore a vista, su una struttura metallica già oggetto di polemiche per il suo forte impatto visivo. Secondariamente perché viene utilizzata la galleria interna con l’ascensore posizionato in maniera tale da non precludere in alcun modo l’eventuale futuro utilizzo della galleria demaniale per altri scopi. Terzo, perché non richiede più l’attraversamento a piedi di via Mazzini, visto che l’ascensore uscirà direttamente nella piazzetta posta dietro il teatro Pergolesi. In ragione di

ciò la Giunta, con la stessa delibera, ha deciso anche di eseguire i lavori di ripavimentazione sia della piazzetta dove esce questo primo ascensore, sia di quella attigua, sempre lungo lo stesso lato di via Mazzini, in corrispondenza dell’ingresso del secondo ascensore che sale in piazza della Repubblica. I lavori saranno ultimati entro il mese di luglio. // La struttura metallica Dopodiché, una volta che sarà presto rimossa. completati i collaudi, i due ascensori saranno attivati permettendo di abbattere il dislivello di circa 30 metri esistente tra piazza delle ex Conce e piazza della Repubblica, ponendosi così a servizio di più aree di sosta esterne alle mura medievali

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Lotta all’inquinamento Prime misure per contrastare il fenomeno delle polveri sottili Il Consiglio comunale ha approvato una coli commerciali leggeri Euro 2 serie di provvedimenti per la riduzione ed in un momento così particodella concentrazione delle polveri sottili lare di crisi non fosse opportuno Pm10 che negli ultimi due anni hanno porre ulteriori ostacoli alle loro registrato un significativo numero di attività. superamenti del valore limite di 50 mg/ Dal 1° febbraio è anche in vimc, ben più elevato del massimo con- gore l’ordinanza che impone la sentito dalla vigente normativa (35 su- riduzione di un grado centigraperamenti consentiti ogni anno). do della temperatura percepita I provvedimenti hanno un’applicazione all’interno di abitazioni, negozi, circoscritta essenzialmente al periodo uffici (da 20 a 19 gradi) e delle invernale quando solitamente si regi- attività produttive (da 18 a 17). strano le più alte concentrazioni di pol- Tenendo conto che, tra gli impianti terveri sottili e riguarderanno sia i trasporti mici, quelli a legna incidono per oltre il che la combustione non industriale, due 50% nella produzione di polveri sottili, settori che incidono per quasi il 60% tra i provvedimenti è previsto il censinelle emissioni. mento dei caminetti alimentati a bioPer quanto attiene ai trasporti è già in massa con la finalità di valutare l’entità vigore dal 1° febbradelle emissioni in area io e fino al 30 aprile, urbana di tali apparecl’ordinanza del Sindachi e di studiare forme Blocco a co che vieta, nei giorni di finanziamento (parfasce orarie per tecipazione diretta alla di lunedì e venerdì, il transito a fasce orarie spesa o di sostegno al due giorni dei (8.30-12.30 e 14.30credito per l’installavecchi diesel, 18.30) dei più vecchi zione di sistemi di abtermosifoni veicoli diesel. La scelbattimento delle polveri di un grado ta di fermare i diesel o per la sostituzione di pre Euro, Euro 1 ed apparecchi obsoleti) in più bassi, Euro 2, ad eccezione, vista dei provvedimenti limitazioni ai per quest’ultima caterestrittivi sull’uso delle caminetti a goria, dei veicoli combiomasse come comlegna merciali leggeri, è stata bustibile. assunta sia per risponVerrà infatti predisposta dere alle sollecitazioni una campagna di sensidella Regione che chiedeva ai Comuni bilizzazione della cittadinanza sull’indi assumere provvedimenti di limita- quinamento prodotto dagli impianti ed zione al traffico, sia tenendo conto delle apparecchi di riscaldamento domestico richieste delle categorie commerciali a legna invitando a non utilizzare tali sied artigianali che avevano evidenziato stemi contestualmente ad altro impianto come molti loro associati avessero vei- di riscaldamento.

Discorso a parte per i titolari delle attività produttive di panificazione e ristorazione che utilizzano forni con biomasse legnose: dovranno comunicare al Comune, entro il 31 marzo 2013, mediante una autodichiarazione, le caratteristiche di tali impianti. Il censimento è anche funzionale alla eventuale predisposizione di un sistema di incentivazione per l’adeguamento dei sistemi di combustione esistenti. Entro il 31 dicembre prossimo, infatti, tali attività dovranno dotarsi di idonei sistemi di abbattimento delle polveri sottili nei fumi, realizzati secondo le migliori tecnologie disponibili che garantiscano un abbattimento almeno dell’80% delle emissioni di polveri e predisporre una presa fiscale a monte di tali sistemi ed una a valle per eventuali controlli.

Entro il 31 marzo ristoranti e panifici che utilizzano forni a legna devono fare un’autodichiarazione al Comune

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L’Azienda Servizi alla Persona festeggia il primo compleanno

// Il pubblico presente al convegno sulla nuova legge sui servizi sociali. Lo scorso 7 marzo l’Azienda dei Servizi alla Persona ASP Ambito 9 ha compiuto un anno. Il suo avvio è stato il punto di arrivo di un percorso di approfondimento, ricerca e consolidamento di buone prassi dei 21 Comuni soci dell’Ambito Territoriale Sociale n. 9. La scelta del modello “Azienda dei servizi alla persona” sottolinea la volontà delle Amministrazioni comunali di dotarsi di uno strumento “forte” per la gestione associata dei servizi che assomma in sé le caratteristiche di una guida politica pubblica e di una organizzazione di tipo privatistico pensata proprio per

la gestione dei servizi sociali. L’obiettivo è quello di dotare tutto il territorio dell’ASP di una rete unitaria di servizi sociali, che dia ad ogni persona che vive nella Vallesina uguali opportunità di accesso e prestazioni, nonché favorire l’integrazione socio-sanitaria. In questo anno di vita, l’ASP si è dotata di vari Regolamenti e di una struttura organizzativa atta a far fronte ai compiti istituzionali ed assistenziali che le sono propri. Attualmente l’ASP gestisce un bilancio di circa 10 milioni di euro che potrebbe però di molto lievitare per le potenzialità che ha l’ASP in vari settori.

Spesa ASP (7 marzo-31 dicembre 2012) per settori di attività Settore di attività

Spesa 2012

%

Servizi di ambito (programmazione, progetti regionali, ecc.)

324.487,58

4,2

Anziani

558.388,59

7,2

Disabilità

2.043.283,4

27,4

80.395,73

1,0

Minori e famiglia

667.818,67

8,6

Colonie marine

28.981,59

0,4

Disagio/povertà (compreso personale)

327.283,2

4,2

Immigrazione & emigrazione

39.564,56

0,5

Residenza Protetta / Casa di riposo

3.412.102,00

44,1

Uffici di Promozione Sociale (UPS)

259.088,24

3,3

7.741.393,57

100,0

Sollievo (salute mentale)

TOTALE

20

Cos’è l’ASP L’Azienda si occupa della gestione di funzioni socio-assistenziali, socio-sanitarie e, più in generale, della gestione dei servizi alla persona a prevalente carattere sociale.I servizi erogati dall’Azienda sono principalmente orientati alle fasce deboli della popolazione: • Anziani; • Soggetti in disagio • Disabili • Minori e Famiglia L’azienda è dotata di personalità giuridica di diritto pubblico senza fini di lucro, di autonomia statutaria, gestionale, patrimoniale, contabile e finanziaria. Gli Organi Principali organi dell’Azienda sono il Consiglio di Amministrazione (composto da 5 membri e presieduto da Paolo Cingolani) l’Assemblea dei Soci (costituita da tutti i Comuni e presieduta dal sindaco di Castelplanio). Il direttore dell’Azienda è il dott. Franco Pesaresi. L’organizzazione L’Azienda ASP Ambito 9 si configura come un’unica struttura organizzativa che ha accorpato le funzioni, e quindi “ereditato” il personale, dell’Ambito Territoriale Sociale n. 9, delle Politiche Sociali e dell’Istituzione Centro Servizi Sociali del Comune di Jesi, nonché le funzioni conferite con contratto di servizio dai Comuni soci dell’Azienda. La dotazione organica dell’ASP Ambito 9 si articola in 6 Aree: Anziani, Disagio e povertà, Disabilità, Minori e famiglia, Strutture residenziali per anziani, Servizio promozione sociale e UPS . L’organizzazione scelta è “a matrice” organizzata per aree di intervento e punti di erogazione dei servizi. L’ASP opera in tutti i 21 Comuni associati. Il suo personale è presente per erogare le prestazioni di segretariato sociale e di servizio sociale professionale nei settori definiti dai contratti di servizio.


NUOVO SOPRALLUOGO AL “Carlo Urbani”

OspedalE,

monitoraggio costante Si mantiene alta l’attenzione per il completamento del “Carlo Urbani”, senza perdere di vista il fatto che al nuovo contenitore (l’ospedale) devono essere garantiti adeguati contenuti (personale e attrezzature) per garantire servizi sanitari efficienti ed efficaci a favore delle popolazioni di Jesi e della Vallesina. In questa prospettiva è già stato compiuto a fine gennaio un primo sopralluogo per verificare l’andamento dei lavori in corso. Presenti alla visita, oltre al sindaco Massimo Bacci ed al direttore generale dell’Asur Marche, Piero Ciccarelli, anche il nuovo presidente della Fondazione Cassa di Risparmio

di Jesi Giancarlo Giacani, oltre ai consiglieri regionali Fabio Badiali, Raffaele Bucciarelli ed Enzo Giancarli. Il sopralluogo ha permesso di evidenziare che il cronoprogramma dei lavori sta seguendo puntualmente il suo iter, che le risorse ci sono e che dunque entro il 31 dicembre la nuova struttura ospedaliera sarà definitivamente ultimata. Sono state anche visionate le sale che ospiteranno il blocco operatorio. Anche in questo caso è stato riscontrato il rispetto del cronoprogramma. Alla luce di questa verifica che ha permesso di constatare che non vi sono più ostacoli temporali per terminare definitivamente il “Carlo

Urbani”, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio si è impegnato a procedere in tempi brevi all’acquisto delle attrezzature per le sale operatorie che l’ente ha generosamente donato alla realtà sanitaria di Jesi e della Vallesina. “Ringrazio il dott. Ciccarelli per la sua presenza e le garanzie fornite - ha dichiarato il sindaco Massimo Bacci - che ci permettono di avere la massima fiducia sul rispetto degli impegni che la Regione Marche si era assunta in Consiglio comunale attraverso l’assessore Almerino Mezzolani. La presenza dei consiglieri regionali confermano d’altra parte l’attenzione dei rappresentanti del nostro territorio affinché si giunga presto al completamento del Carlo Urbani. Ho riscontrato con piacere da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi la volontà di dar corso quanto prima all’acquisto delle attrezzature per le sale operatorie che diventa un investimento strategico per dotare il Carlo Urbani di mezzi e strumenti fondamentali con cui assicurare un servizio migliore per le comunità di Jesi e della Vallesina”.

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Dalla scuola il rilancio dei quartieri più in difficoltà Il punto dell’edilizia scolastica nell’incontro con dirigente, insegnanti e genitori

// La primaria “Mazzini” ingabbiata dal cantiere per i lavori di ristrutturazione che saranno completati in estate. Si è svolto presso la scuola Federico II dere visione di come stia procedendo un incontro richiesto l’intervento. Nell’occadalla dirigente Maria sione si è annunciata la Costanza Petrini con Visita al cantiere realizzazione non prel’assessore ai servizi vista di un ascensore indella primaria educativi Barbara Traterno e l’assegnazione versi, per conoscere gli all’Unicef di una delle “Mazzini” che orientamenti dell’Amstanze che risultano in ospiterà ministrazione comupiù rispetto alle esigenanche l’Unicef nale rispetto ad alcune ze della scuola. problematiche legate Quanto alla Garibaldi, all’edilizia scolastica e l’avvio dell’intervento poter fornire un quadro della situazione è previsto per questa primavera, anche ai genitori. se non c’è ancora una data precisa. Si Alla presenza anche del presidente del comincerà con i locali del primo piano, Consiglio di Istituto, di insegnanti e di nel plesso che ospita anche la Biblioteca alcuni rappresentanti dei comitati di quartiere Prato, San Giuseppe e Borgo Minonna, l’assessore ha spiegato che i lavori presso la primaria Mazzini proseguono regolarmente e consentiranno di inaugurare la scuola ristrutturata il prossimo settembre come previsto. Una conferma si è avuta pochi giorni più tardi con la visita guidata al cantiere dove genitori ed insegnanti hanno potuto pren-

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dei Ragazzi e la Ludoteca Comunale, per poi procedere con il grosso del lavori nell’altro plesso durante il periodo di chiusura estiva della scuola. Si è parlato anche di scuole dell’infanzia ed in particolare delle iscrizioni nelle scuole Giraffa, Santa Maria del Piano e Anna Frank che dovrebbero registrare, stando ai dati demografici, un consistente incremento degli alunni. “Se, come speriamo, l’Ufficio Scolastico ci concederà ulteriori sezioni di scuola dell’infanzia - ha spiegato l’assessore Barbara Traversi - l’Amministrazione comunale si attiverà immediatamente per realizzare i locali necessari”. L’assessore Traversi ha ringraziato i rappresentanti dei comitati di quartiere per essere riusciti ad intervenire ed ha sottolineato come la vita della scuola debba interessare non solo le famiglie con bambini, ma tutta la cittadinanza. “Dalle scuole - ha concluso l’assessore - vogliamo far partire il rilancio dei quartieri più in difficoltà della nostra città. Per questo abbiamo dato la massima priorità agli interventi edilizi che le riguardano, abbiamo investito gli unici residui di bilancio 2012 relativi ai servizi educativi in progetti di integrazione nell’Istituto Federico II e sempre qui abbiamo orientato i contributi messi generosamente a disposizione dalle cooperative Futura e Tadamon, con il progetto lettura-intercultura”.


La beffa del Liceo Sportivo Assegnato prima a Jesi, poi spostato dalla Regione a Falconara Il Consiglio regionale delle Marche, approvando un emendamento dell’assessore alla formazione Marco Lucchetti, ha deciso che il Liceo Scientifico che sperimeterà dal prossimo anno scolastico l’indirizzo Sportivo nella provincia di Ancona sarà il “Cambi” di Falconara e non il “Leonardo da Vinci” di Jesi. Per il nostro Istituto è stato invece previsto, nello stesso emendamento, che l’attivazione sarà avviata a partire dall’anno scolastico 2014/2015. Questo emendamento ha stravolto completamente le decisioni che erano state prese dal Consiglio delle autonomie locali e dalla commissione regionale competente che invece avevano indicato il Liceo di Jesi quello dove avviare fin da subito la sperimentazione. Profonda delusione per la decisione del Consiglio regionale è stata espressa dal sindaco Massimo Bacci. “È imbarazzante - ha spiegato - che un assessore regionale che dovrebbe avere il massimo rispetto di ogni territorio marchigiano, proponga un emendamento che privilegi in maniera così sfacciata la sua città e il suo bacino elettorale.

Jesi si è sentita presa in giro. E per due ragioni. La prima è perché tutto il lavoro svolto in questi mesi per motivare l’opportunità che sia il Liceo Scientifico della nostra città ad avere l’indirizzo Sportivo non è stato neanche presa in considerazione visto che non si sono compiute valutazioni tecniche, ma esclusivamente politiche. La seconda è perché la possibilità di avere l’indirizzo Sportivo nel 2014 è assolutamente aleatoria. Già il Ministero ha fatto capire che difficilmente l’indirizzo Sportivo sarà avviato dal prossimo anno scolastico e dunque si rischia un ulteriore rinvio anche per Jesi. E poi la provincia di Ancona ha un bacino di studenti significativamente ridotto che non giustifica due indirizzi Sportivi a così poca distanza”. Jesi, in effetti, aveva tutti i titoli per questo riconoscimento: una città perfettamente baricentrica a livello provinciale, dotata di infrastrutture viarie decisamente migliori, con un Liceo che poteva vantare una palestra interna e l’attiguo Palascherma, un patrimonio di edilizia sportiva di primo livello, una storia sportiva che non ha eguali.

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Pari Opportunità, fino a giugno una ricca serie di appuntamenti

La primavera delle donne

// A sinistra, un partecipato incontro del ciclo Percorso Singolare Femnminile. Sopra, in piazza, il Flash Mob contro la violenza sulle donne. Si è aperta a febbraio e proseguirà fino al mese di giugno la rassegna La Primavera delle Donne, nata dall’idea dell’Assessorato alle Pari Opportunità e del Coordinamento Donne Jesi di dare continuità durante l’intero anno al lavoro di sensibilizzazione sul tema dei diritti delle donne e dei rapporti di genere, tradizionalmente affrontato con eventi pubblici l’8 marzo, per la festa della donna, e il 25 novembre, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. All’interno di questa cornice si sviluppano vari filoni di attività che vedono ideatori e partecipi soggetti pubblici e privati del territorio a cominciare dalle associazioni rappresentate nel Coordinamento: Ausur Filo d’Argento, Casa delle donne e Casa delle Culture, Cif (Centro Italiano Femminile), il Consultorio La Famiglia, l’Oikos, Donne Sempre, Fidapa (Federazione Italiana

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Donne Arti, Professioni Affari), Spaziostello, La Strada di Sergio, Udi (Unione Donne Italiane). Percorso Femminile Singolare è il nome scelto per una serie di seminari sulla salute della donna, dalla scoperta della sessualità nell’adolescenza, all’esperienza della gravidanza e della maternità, alla prevenzione oncologica e alla menopausa. Nata da un’intuizione della dott.ssa Giliana Pontoriero e dell’ostetrica Emilia Pellegrini, l’iniziativa ha incontrato la convinta adesione della dirigenza e degli operatori dell’intero Dipartimento Maternità Infanzia dell’Asur Marche Area vasta 2, consapevoli della necessità di potenziare l’informazione delle donne e di tutta la cittadinanza sugli strumenti che il servizio sanitario mette a disposizione di ciascun cittadino, per salvaguardare la sua salute e prevenire o affrontare disagi, sofferenze, vere e proprie patologie.

Legato al tema della salute e dei diritti c’è il Laboratorio partecipato sulla 194, nato dall’allarme per la mancata applicazione della legge nella nostra città (IVG sospese dal luglio 2012 per mancanza di medici non obiettori), ma con l’ambizione di sviluppare una riflessione più ampia sulle criticità legate alla sua applicazione in tutto il Paese. Maschile Plurale è invece il nome di un’associazione che a livello nazionale si occupa con grande sensibilità e intelligenza del tema della violenza e dei rapporti di genere, dal punto di vista degli uomini. Il presidente Stefano Ciccone è stato a Jesi per un incontro pubblico nella serata di venerdì 22 marzo e ospite di alcune scuole superiori, per confrontarsi con i ragazzi, nella mattinata di sabato 23. Aspettando l’8tto marzo è il titolo scelto da Coop Adriatica per una serie di conversazioni sull’evoluzione della


condizione della donna nella storia, animate da quattro scrittrici marchigiane e ospitate presso uno spazio riservato agli appuntamenti culturali, all’interno del punto vendita. Molto importante il filone “verde”, anticipato dall’incontro del 15 marzo in cui l’associazione Il Melograno, in collaborazione con la Cooperativa di commercio equo Mondo Solidale, presenterà le alternative a pannolini e assorbenti lavabili e su altre buone pratiche per una femminilità attenta alle questioni ambientali. Il tema verrà poi ampiamente sviluppato nell’ambito del corso Women in Green, sul ruolo delle donne nelle istituzioni pubbliche e nel modo del lavoro e in particolare della green economy, che si svolgerà presso la sede della fondazione Colocci tra aprile e giugno, coordinato dalla prof.ssa Patrizia David dell’Università di Camerino. Un’attenzione particolare meritano anche gli incontri dedicati a temi interculturali: il seminario del 15 maggio sulla condizione, salute e diritti, delle donne Rom, con la partecipazione di Amensty International Italia, quello in data ancora da definire sulle violenze che si verificano nella Repubblica Democratica del Congo e la cena multietnica all’Ostello di Villa Borgognoni del 25 maggio, organizzata in collaborazione con il Centro per l’Integrazione e seguita da uno spettacolo teatrale realizzato da studenti delle nostre scuole superiori. Inaugurazione simbolica e momento centrale dal punto di vista istituzionale di questa Primavera delle Donne, è stato il Consiglio Comunale del 7 marzo, con la partecipazione della Consigliera Provinciale di Parità Pina Ferraro e di rappresentanti delle associazioni femminili. Durante la seduta il Consiglio Comunale ha aderito alla Convenzione No More, che impegna le istituzioni ad agire concretamente contro la violenza sulle donne e il femminicidio, per il riconoscimento di pari dignità e diritti e la promozione di una nuova cultura nelle relazioni tra i generi.

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XIII Festival Pergolesi Spontini e 46ªa^ Stagione Lirica

Nel nome di Spontini, Verdi e Wagner

// “La Bohème” di Puccini torna al Pergolesi di Jesi. “Lo scettro e la bacchetta” sarà il filo conduttore dell’edizione 2013 del Festival Pergolesi Spontini, la tredicesima della rassegna internazionale dedicata alla valorizzazione della produzione musicale dei due compositori marchigiani. Il festival, a carattere itinerante, si svolgerà dal 4 al 31 ottobr. Una novità importante, con la quale la Fondazione Pergolesi Spontini intende offrire al pubblico un lungo viaggio tra capolavori del grande repertorio, rarità musicali e nuove proposte. Tema del XIII Festival Pergolesi Spontini sarà dunque il rapporto fra musica e potere politico, in un percorso trasversale e multidisciplinare che, partendo dalla celebrazione della grandeur imperiale ai tempi in cui Gaspare Spontini era Generalmusikdirektor del Re di Prussia,

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Federico Guglielmo III, arriva a Wagner e Verdi, in omaggio al bicentenario della loro nascita, mettendone in luce affinità, suggestioni e contrapposizioni. La 46ª Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi, dedicata al grande tenore anconetano Franco Corelli nel decennale della scomparsa, inaugurerà il 27 settembre alle ore 20,30 con un titolo al suo esordio assoluto a Jesi, “L’Arlesiana” di Francesco Cilea, in un nuovo allestimento in coproduzione con il Wexford Festival Opera. L’opera sarà rappresentata in anteprima per i giovani (nell’ambito del progetto “Ragazzi… all’Opera”) il 25 settembre, e sarà replicata domenica 29 settembre alle ore 16. Sabato 19 ottobre alle ore 20,30 e domenica 20 ottobre alle ore 16 appuntamento con “La Bohème” di Gia-

Jesi esporta

la lirica nei grandi palcoscenici nazionali

Tre produzioni liriche della Fondazione Pergolesi Spontini, nate e costruite a Jesi nel 2012, hanno debuttato con successo in importanti palcoscenici nazionali. La “Lucia di Lammermoor” di Gaetano Donizetti ha inaugurato la Stagione d’Opera del Teatro Alighieri di Ravenna, nell’allestimento della Fondazione Pergolesi Spontini con la regia di Henning Brockhaus e le scene di Josef Svoboda ricostruite da Benito Leonori nei Laboratori Scenografici della Fondazione, a Jesi. Pochi giorni dopo, un’altra produzione jesina dedicata a Svoboda, il “Macbeth” di Giuseppe Verdi, ha conquistato il pubblico del Teatro Carlo Felice di Genova. L’opera è stata poi replicata al Teatro Lirico G. Verdi di Trieste. Tutte esaurite e molto apprezzate dal pubblico partenopeo le sei recite dell’opera “La Fuga in maschera” di Spontini al Teatrino di Corte di Palazzo Reale per la Stagione d’opera del Teatro San Carlo di Napoli.

como Puccini, con i vincitori del XLIII Concorso Internazionale per cantanti “Toti Dal Monte”, in un allestimento in coproduzione con Teatri e Umanesimo Latino SpA di Treviso, Teatro Comunale di Ferrara e Teatro dell’Aquila di Fermo. Infine, venerdì 22 novembre alle ore 20.30, e domenica 24 novembre alle ore 16 (anteprima giovani il 20 novembre) andrà in scena il “Falstaff” di Giuseppe Verdi, nuovo allestimento in coproduzione con Ente Concerti Marialisa De Carolis di Sassari e Teatro dell’Aquila di Fermo.


Gli studi di Loretta Mozzoni non lasciano spazio a dubbi sull’autenticità

// Loretta Mozzoni con il dipinto di Rubens.

Pinacoteca Un Rubens a sorpresa

Un quadro straordinario che rende ancora più preziosa la collezione d’arte di Jesi L’olio su tavola Nesso e Deianira depositato due anni fa da un privato in Pinacoteca è opera di Pietro Paolo Rubens, massimo esponente dell’arte fiamminga. Lo ha rivelato nei giorni scorsi l’ex direttrice della Pinacoteca, Loretta Mozzoni, al termine di un lungo ed accurato studio, sottraendo l’opera ad un lungo anonimato. Alcuni anni fa venivano depositati in Pinacoteca 3 dipinti di grande interesse storico artistico. Le prime due tele sono di Antonio Guardi- pittore veneziano del ‘700 e fratello del famoso vedutista Francesco - che con vivacità ed immediatezza descrive scene di guerra con i soldati colti nei momenti concitati della battaglia. Il terzo quadro, dipinto su tavola, è con tutta evidenza riferibile alla pittura fiamminga del sec. XVII e risulta di grandissima qualità pittorica. La prima attribuzione a Pietro Paolo Rubens è esposta dallo storico dell’arte svizzero Ludwing Burchard, il massimo studioso novecentesco dell’opera dell’artista di Anversa, che in tal senso scrive al senatore Crespi nella cui collezione l’opera è poi entrata a far parte. In seguito a fortunate vicende il Nesso e Deianira approda nella Pinacoteca di Jesi costituendo il secondo dipinto di Rubens presente nel territorio marchigiano. Come è noto il quadro di Fermo con una Adorazione dei Pastori- datata 1608 quando Rubens era ancora in Italia per il suo viaggio di studio- è uno dei pochissimi esempi in cui l’artista fiammingo mostra di aver compreso la lezione caravaggesca di cui adotta il lu-

minismo drammatico e fortemente concentrato. Uno stile che abbandona quasi subito a favore del cromatismo veneziano e della pittura di Tiziano, Tintoretto e Veronese che saranno i suoi maestri di riferimento. Al suo ritorno in patria Rubens ottiene un immediato successo professionale che si traduce in un’attività frenetica per le chiese di Anversa e per le case regnanti di tutta Europa. Ad una prima fase caratterizzata da un fortissimo senso del movimento e da colori saturi e brillanti, segue nell’ultimo decennio della sua vita un uso di colori più chiari, stesi diluiti, con un frequente ricorso ai mezzi toni ed alle velature. È proprio a questa fase che va riferito il quadro jesino che costituisce il quadro preparatorio per una più grande tela con buona probabilità utilizzata nella realizzazione dell’apparato decorativo della Torre della Parada, un casino di caccia di Ferdinando IV vicino a Madrid. Si tratta va di un insieme pittorico composto da 63 tele di grandi dimensioni con la rappresentazione delle storie tratte dalle Metamorfosi di Ovidio, andate quasi per intero distrutte nel 1714 durante la guerra di successione austriaca. Per completare l’opera, Rubens come

di consuetudine si avvale dell’aiuto dei suoi collaboratori e in particolare di Jacob Jordaens. Nell’analisi dell’opera del grande pittore fiammingo gli studiosi sono tutti d’accordo nel sostenere che l’autografia rubensiana vada cercata nelle opere preparatorie e non nelle grandi tele dove la presenza degli aiuti è spesso preponderante. L’importanza che Rubens attribuiva ai suoi quadri preparatori è dimostrata dal fatto che non accettava in nessun caso di separarsi da loro, conservandoli gelosamente nella sua casa di Anversa. Il quadro jesino racconta la storia tragica del rapimento di Deinaira da parte del centauro Nesso che però non aveva fatto i conti con il marito della fanciulla, Ercole, temibile e per nulla disposto a farsi sottrarre la bellissima moglie. Infatti l’eroe scaglia la freccia avvelenata che uccide il rapitore lasciandogli però il tempo di ordire la sua terribile vendetta. Il nucleo centrale del quadro è costituito dalle figure di Deianira e del centauro cui inutilmente un amorino alato tira i capelli reggendo una fiaccola accesa per richiamarlo alla ragione in opposizione all’istinto. Un bellissimo paesaggio fa da sfondo alla scena da cui è ancora assente la violenza che però si sta scatenando con Ercole a sinistra in atto di scagliare la freccia sotto gli occhi spaventati del dio fluviale Eveno e di una ninfa. Personaggi di minore forza espressiva di probabile mano di un collaboratore di Rubens cui dunque va riferita tutta la scena principale. Loretta Mozzoni

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LA VOCE DEI GRUPPI CONSILIARI

Sono trascorsi 9 mesi dal primo Consiglio comunale del 9 giugno 2012. Il tempo di una gestazione, il tempo necessario per entrare, capire, agire in maniera efficace e dare risultati. Questo lo stile con cui l’Amministrazione comunale - col sostegno dei tre gruppi consiliari di maggioranza e supportati dalle rispettive associazioni di provenienza sta affrontando temi e sfide importanti per rendere Jesi una città sempre più vivibile per i cittadini, grazie ai servizi resi o favoriti, ed appetibile per il turismo, ritenuto una delle risorse culturali ed economiche più importanti della nostra città, sicuramente da riscoprire e valorizzare.

In questi primi mesi sono stati avviati numerosi e concreti interventi: la revisione organizzativa della macchina comunale con meno costi, migliore efficienza e con orari di apertura al pubblico maggiori; il puntuale monitoraggio per il controllo dei lavori all’ospedale Carlo Urbani che, dopo lunghi anni, sarà finalmente completato entro il 2013; il sostegno all’economia locale con la creazione di un tavolo di concertazione e soprattutto un fondo di garanzia del Comune per l’accesso al credito delle imprese; la viabilità con la rivisitazione del centro storico come zona Ztl; una programmazione oculata per reperire in maniera certa le risorse con cui avviare la manutenzione delle strade e del verde pubblico per restituire decoro alla città; la sicurezza con un nuovo coinvolgimento della polizia municipale e delle forze dell’ordine che ha permesso già di risolvere forti criticità; l’ambiente con l’istituzione di un’apposita commissione di studio; la riorganizzazione dei mercati; la messa a norma degli edifici scolastici;

la revisione del servizio di refezione scolastica; la rete di coordinamento per i servizi sociali resi dal Comune e dalle tante associazioni presenti sul territorio; la una nuova partecipazione delle donne. Il tutto con un processo di attenzione, di coinvolgimento e di trasparenza, che da anni mancavano nella nostra città. Certo ci sono azioni immediate che permettono un riscontro diretto e visibile nel breve e ci sono progetti e decisioni che richiedono tempi più lunghi. Ma pensiamo che gli jesini, al di là delle appartenenze politiche, possono essere concordi sul fatto che l’importante è cambiare la mentalità con cui si affrontano le questioni e si danno prospettive alla città e crediamo che questo debba essere ed è il primo irrinunciabile impegno che ci siamo presi e che stiamo portando avanti con il nostro gruppo, con la maggioranza e con l’Amministrazione comunale tutta. Gruppo Consiliare Jesiamo

Non sono molte le città dotate di un centro storico bello come quello di Jesi. Un centro storico, tuttavia, “da sempre” scarsamente valorizzato. Perché non è mai stata affrontata in maniera strutturata la sua destinazione urbanistica, accompagnando le scelte con la necessaria e conseguente progettualità. Perché questo sia possibile, il centro deve essere agevole da raggiungere e anche “bello” a vedersi. Deve essere, inoltre, “strutturalmente” predisposto a funzionare con equilibrio sia da contenitore per eventi culturali e sociali che da polo commerciale di qualità nonché da sede di lavoro per i servizi, le professioni e le istituzioni della città. Un progetto che si ponga questi obiettivi deve prevedere alcuni punti fermi la cui

definizione è un preciso onere dell’Amministrazione. Innanzitutto, “in centro ci si va a piedi”: il traffico veicolare va drasticamente ridotto nell’entità e confinato negli spazi al minimo indispensabile, rendendolo semplicemente “invisibile”. Le eccezioni devono essere pochissime, motivate e soprattutto attentamente “monitorate”, intendo i diversamente abili, i residenti, le esigenze commerciali e poche altre occorrenze simili. Questa cosa si può fare solo se si predispongono parcheggi adeguati nelle aree immediatamente limitrofe al centro e risalite motorizzate (e “funzionanti”) che agevolino, invoglino, promuovano l’accesso dei cittadini tutti: chi ci lavora o ci abita e chi ci viene per socializzare, fare shopping o per usufruire dei servizi ospitati in centro. Con un occhio particolare ai residenti, per i quali occorre predisporre permessi di transito e fermata (ma non di sosta!) e posti auto gratuiti ed illimitati ma solo nei suddetti parcheggi. La cui gestione va attentamente curata nelle tariffe, che prevedano agevolazioni per chi in centro ci lavora o per

le “soste brevi” e che scoraggino invece la loro trasformazione in depositi più o meno permanenti di autoveicoli. Un altro ingrediente è il decoro urbano fatto di arredo adeguato, coerenza architettonica (a partire dalle pavimentazioni) e – soprattutto - pulizia ed ordine. Che è la premessa “giusta” per incoraggiare gli esercizi commerciali a potenziare la loro capacità recettiva per mezzo dell’utilizzo di adeguate porzioni di suolo pubblico a condizioni economiche eque. Un centro storico recettivo, pulito, ordinato e facile da raggiungere è la precondizione per confezionare un’offerta turistica finalmente “efficace”, basata sulla valorizzare del ricco patrimonio con ricadute sulle nuove occasioni di lavoro, di cui abbiamo tanto bisogno. Anche la configurazione dei mercati (localizzazione e frequenza) va rivista: ne va migliorata la qualità dell’offerta e ne vanno ridefiniti gli spazi, perché cessino di essere (come oggi) l’unica occasione di frequentazione del centro. Gruppo Consiliare Patto per Jesi

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Il risultato delle elezioni ha chiaramente dimostrato che gli Italiani sono stanchi del vecchio modo di far politica: fatta più di parole che di fatti concreti. Non è questione di partiti (destra o sinistra) e nemmeno di coalizioni ormai logore, tanto meno di ideologie, da lasciare al secolo scorso: sono le cose da fare il vero soggetto che innova. Riguardo la nostra città, i cittadini che hanno voluto il cambiamento, con tre liste civiche in capo all’Amministrazione Comunale, stanno verificando giorno dopo giorno l’impegno della nuova Giunta. Il difficile percorso, intrapreso da giugno 2012, inizia a dare, a nostro avviso, i suoi frutti in termini di asso-

luta trasparenza e più ampia partecipazione della Cosa pubblica. Sbaglia chi pensa, dietro manifestazioni di facile populismo, che la politica non esista più; dimentica di indicare quali altre forme di democrazia possano sostituire l’attuale. Ciò che non deve esistere è la cattiva politica: quella dei progetti che rimangono solo sulla carta, piuttosto che proposte concrete e realizzabili in tempi concreti. Certo, quest’ultimo è un compito molto difficile data l’attuale situazione economica italiana e la relativa diminuzione di finanziamenti ai Comuni da parte del Governo centrale. Tutto ciò sta creando grandi problemi di bilancio alle Amministrazioni locali, che dovranno orientarsi verso scelte impopolari, fatte nella massima trasparenza e condivisione possibile. Il nostro cammino è partito dalla riorganizzazione della macchina comunale: con spostamenti di personale, diminuzioni di dirigenti, cambio di orari di Uffici con l’intento di portare il Comune ad una maggiore efficienza e una maggiore vi-

cinanza al bisogno dei cittadini. Il gruppo di Insieme Civico con le responsabilità assegnate al consigliere Marco Giampaoletti (deleghe sul Commercio, Recupero Borghi e Comitati), la consigliera Maria Chiara Garofoli Presidente della I commissione, nonché il Capogruppo Giorgio Rossetti: stanno lavorando con impegno a nuove proposte per la crescita della città. Dallo scorso settembre Insieme Civico è costituito in Associazione, per meglio supportare il Gruppo consiliare ed allargare l’interesse del Movimento verso altre realtà incontrando cittadini che vogliono essere protagonisti del proprio futuro, nel rispetto del nostro motto “L’Ascolto di tutti per decidere insieme”. Si rende noto che sono aperte le iscrizioni alla nostra Associazione Insieme Civico insiemecivico@libero.it www. insiemecivico.it.

La sconfitta del 2012, il congresso, le primarie e poi le elezioni politiche stanno disegnando un percorso dove il Partito Democratico di Jesi deve rivedere completamente il proprio ruolo, il proprio lavoro, ma soprattutto il proprio modo di essere. Le nuove parole d’ordine sono: opposizione costruttiva, valorizzazione delle proposte ed ascolto dei problemi dei cittadini, rinnovamento completo del partito e dei suoi rappresentanti. Di conseguenza: 1) Abbiamo sollecitato la Regione per i servizi sanitari, perché sia completato l’ospedale e siano adeguate le risorse per i servizi sanitari; lavoriamo per spingere l’Amministrazione a preservare, o

dove possibile aumentare, la qualità dei servizi sociali, perché riformare non sia solo risparmiare; stiamo lavorando perché il bilancio 2013 includa poche ma chiare misure di rilancio dell’occupazione e non solo tagli. 2) Con l’umiltà di chi ha perso ed è consapevole dei propri errori, stiamo ascoltando i problemi dei cittadini e proponendo soluzioni adeguate, come ad esempio per il nuovo elettrodotto che non può essere realizzato senza una soluzione che tuteli la salute di tutti i cittadini: le elezioni politiche hanno evidenziato ancora che c’è bisogno di affrontare il disagio dei quartieri popolari e delle frazioni, esposti a tante criticità ed è qui che concentreremo la nostra iniziativa andando a parlare con le persone. 3) Le primarie in città hanno dato un segnale chiaro: quando il PD propone scelte coraggiose e promuove il ricambio delle classi dirigenti, gli elettori rispondono con la partecipazione in massa, come lo stesso è accaduto poi per le

elezioni politiche che vedono il nostro partito essere saldamente il punto di riferimento politico della città. Adesso è necessario spingersi più in là, abbandonare i vecchi schemi e dare prova che vogliamo incarnare la voglia di cambiamento: cercheremo la partecipazione di chi ha voglia di dirci come deve essere il Partito Democratico, partendo proprio dal popolo delle primarie che inviteremo ad una iniziativa dove il gruppo dirigente è in platea ad ascoltare e gli elettori al microfono a raccontare il loro punto di vista; chiederemo agli elettori di partecipare al congresso fra qualche mese per rinnovare i gruppi dirigenti e per promuovere una nuova classe di amministratori. Il Pd è nato come speranza di una nuova forza riformista del paese, dopo cinque anni è arrivato il momento di realizzarla davvero con la partecipazione dei cittadini.

Gruppo Consiliare Insieme Civico

Gruppo Consiliare Partito Democratico

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È successo. Primo MoVimento politico a livello nazionale. Primi nella Regione Marche. Un PDmenoL, un PDL ed una partitocrazia locale che arrancano, contorcendosi in analisi del voto, spiegazioni e commenti che sfiorano talvolta il ridicolo, pur di non ammettere la reale causa di questo loro tracollo: scelte politiche fatte che vanno contro i diritti e gli interessi dei cittadini e del territorio. Scelte fatte ignorando il territorio. Ora, a Roma, con la forza che i cittadini ci hanno dato per portare la loro voce dentro al “Palazzo” prenderemo le nostre responsabilità, per ridare un futuro a questo Paese: senza inciuci o strani accordi con i partiti ed i soggetti

responsabili di questo disastro, ma appoggiando e promuovendo con serietà i provvedimenti che vanno nell’interesse del Paese, contrastando quelli che difendono solo i soliti noti. A livello regionale, la riorganizzazione del sistema sanitario regionale, il piano di gestione dei rifiuti, le questioni ambientali e “l’attacco” ai territori con centrali ed impianti insalubri o pericolosi in ogni dove: questi sono solo alcuni esempi delle scelte ottuse che fatte da certi nostri amministratori. Hanno tirato troppo la corda, così i cittadini sono stati costretti ad attivarsi per riprendersi quello che spetta loro. Su questi argomenti, esigiamo che la politica locale e regionale riapra le questioni e si confronti, stavolta davvero, con i territori. Altrimenti, se vogliono continuare così, nella direzione della loro scomparsa, che facciano pure: se per essere ascoltati, se per incidere nelle decisioni, noi cittadini dobbiamo arrivare a mandarli a casa, beh, lo abbiamo fatto a Jesi, lo abbiamo fatto in

Parlamento, vorrà dire che continueremo a farlo… A Jesi, continueremo responsabilmente ad essere propositivi e costruttivi nell’interesse della città, pronti sia ad appoggiare le posizioni dell’amministrazione o di altre forze politiche quando le riteniamo positive per la città, sia contrastandole con forza quando si configurano sbagliate per l’interesse collettivo.

La decisione è ufficiale: il Consiglio Direttivo dell’Idv riunitosi domenica 10 Marzo a Roma ha deciso che il partito intende riprendersi il proprio ruolo nella scena politica italiana. Testimonianze della voglia di rivedere il “Partito delle Ali di Gabbiano” tornare in azione erano già vive tra gli addetti ai lavori, e anche tra i cittadini durante l’ultima tornata elettorale, dove la mancanza del simbolo si era fatta sensibilmente sentire: quasi un rispetto dovuto nei confronti di un’esperienza portata avanti da 15 anni fatti di lotte parlamentari (prossima la pubblicazione in rete degli atti parlamentari prodotti nel corso dell’ultima legislazione) e di coerenza nei confronti

del proprio elettorato, che hanno portato anche a scelte politicamente difficili e non prive di conseguenze, ma altrettanto doverose come il mancato appoggio al cosiddetto governo tecnico di Monti. E si riparte anche forti dell’esperienza delle delusioni del passato: i tradimenti interni che hanno ferito gli appartenenti e i simpatizzanti del partito ma che hanno visto la pronta reazione nell’espulsione dei responsabili. In realtà il gabbiano in questo periodo non aveva mai interrotto il proprio volo: fino all’ultimo giorno i parlamentari hanno prodotto atti e battaglie in Parlamento, la base si è impegnata in raccolte di firme per referendum di riforma, nei governi locali gli eletti hanno continuato nel loro prezioso compito nelle molte realtà in cui l’Idv è al governo in coalizione con le forze di sinistra, come nella nostra città di Jesi con il consigliere Rossano Spaccia. Ma ciò che mancava era una traiettoria più sicura in grado di volare più in alto e oltre le nuvole, una guida che poteva

venire solo dall’alto e che ultimamente si era fatta meno decisa. Questo anche per lealtà rispetto alla scelta fatta di confluire in Rivoluzione Civile, dove le forze politiche avrebbero dovuto abbandonare i propri segni per fondersi con gli appartenenti alla società civile per meglio accoglierne le istanza. Esperienza che come tutti sappiamo non ha avuto fortuna e che proprio per questo ha portato allo scioglimento della stessa nel massimo rispetto di tutti coloro che ci hanno creduto ma che ha chiaramente indicato i limiti di una mancanza di guida politica. Ecco allora che si riparte. L’importanza dell’esperienza passata e la voglia di miglioramento come ricetta per alzare il tiro nella lotta per la legalità ed uno sviluppo economico che non si dimentichi delle classi più bisognose: buona fortuna gabbiano.

30

Gruppo Consiliare MoVimento 5 Stelle

Gruppo Consiliare Italia dei Valori




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